Franco Pastore
A.I.T.W.Edizioni Collana Saggi
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Ventidue liriche in una “contaminatio” in vernacolo napoletano di
Franco Pastore
Discorso grafico-pittorico Giuffrida Farina
©Agosto 2015 by Franco Pastore Una realizzazione A. I. T. W. S B N GGKEY:0J1P6G3FFZ5 E
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INTRODUCTIO Antonio Machado nacque a Siviglia, il 26 luglio 1875 nel palazzo di "Las Dueñas" situato nella via omonima. A otto anni abbandonò insieme alla sua famiglia la città andalusa alla volta di Madrid, dove studiò nella Institución Libre de Enseñanza, scuola laica e moderna fondata da Francisco Giner de los Ríos. La morte del padre lasciò, nel 1893, la famiglia in precarie condizioni economiche, ma ciò non impedì al giovane Antonio di trascorrere la sua giovinezza in ambienti teatrali e letterari, nei caffè frequentati da Miguel de Unamuno, Ramón María del Valle Inclán, Azorín, Francisco Villaespesa e poi da Juan Ramón Jiménez e Ramón Pérez de Ayala. Nel 1899 enel 1902, compì anche due viaggi a Parigi, dove conobbe Oscar Wilde e Jean Moréas; durante il secondo il maestro del modernismo, il poeta nicaraguense Rubén Darío. Negli anni successivi viaggiò molto anche nelle terre di Spagna. Nel 1903, aveva esordito con il libro di poesie Soledades. Nel 1907 ottenne un posto di professore di francese nelle scuole secondarie di Soria, ove, due anni dopo, sposò la quindicenne Leonor Izquierdo; il poeta allora aveva 34 anni. L'anno successivo è ancora a Parigi, dove segue un corso di Henri Bergson. In questo viaggio lo accompagnò la moglie, che però appena due anni dopo, nel 1912 - l'anno in cui uscì Campos de Castilla, la sua raccolta più famosa -, morì di tisi. Prostrato dal lutto, Machado tornò in Andalusia, a Baeza, dove rimase fino al 1919, insegnando in una scuola primaria e conducendo una vita solitaria, tra passeggiate e letture. Nel 1919 si trasferì a Segovia, con frequenti soggiorni nella vicina Madrid. Negli anni venti Machado fu tra gli in-
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tellettuali che con più forza si opposero alla dittatura di Primo De Rivera. Nel 1924 pubblicò un'altra raccolta di versi, Nuevas canciones. Come scrittore invece collaborò con il fratello maggiore Manuel nel la stesura di testi teatrali. Tra questi si possono citare: Juan de Mañara(1927), sul mito di Giovanni, e La Lola va ai porti ( La Lola se va a los puertos, 1929), che fu il loro maggior successo. Nel 1927, diventò membro della Real Acade mia Española de la Lengua e l'anno successivo conobbe la poetessa Pilar Valderrama,il suo grande amore dopo l'indimenticata Leonor. Nelle elezioni del 1931 fu tra gli strenui sostenitori della Repubblica e, l'anno successivo si trasferì definitivamente a Madrid insieme alla famiglia del fratello José (pittore e disegnatore) e all'anziana madre che restarono con lui fino alla morte. Intanto proseguì la pubblicazione dei suoi versi e nel 1933 fu la volta della terza edizione delle Poesías completas cui venne aggiunta una ulteriore sezione: De un cancionero apócrifo.Del 1936 è invece la pubblicazione del Juan de Mairena. Nel frattempo, Pilar Valderrama era partita per il Portogallo ed era iniziata la guerra civile. Machado, a differenza del fratello Manuel che si schiera con i nazionalisti, prende posizione a favore del governo repubblicano e appoggia le azioni di numerosi intellettuali. Nel frattempo continua a
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scrivere: un secondo Juan de Mairena (pubblicato postumo), le prose e i versi de La guerra. Nel 1936 Machado e la sua famiglia si trasferirono dapprima a Valencia e poi, nell'aprile 1938 nella città che restò ultimo baluardo di coloro che si opponevano ai golpisti, Barcellona. A fine gennaio 1939, Machado, la madre, il fratello con la moglie furono tra gli ultimi a lasciare la città catalana diretti verso la frontiera francese, che attraversarono tra il 28 e il 29 gennaio. Nell'esodo, condotto per un lungo tragitto a piedi, lo scrittore fu costretto ad abbandonare una valigia contenente versi, appunti e lettere. Alloggiarono in un piccolo albergo appena dopo la frontiera a Collioure. Il poeta era stanco, malato, deluso e amareggiato; passava lunghe ore all'aperto a guardare il mare grigio anche se i suoi ultimi versi furono dedicati all'assolata Siviglia della sua infanzia. Morì Il 22 febbraio e in una tasca del suo cappotto il fratello José trovò un pezzo di carta con l'ultimo verso "Quei giorni azzurri e quel sole dell'infanzia". La bara, coperta dalla bandiera repubbli-cana e portata in spalla da sei miliziani, venne tumulata nel cimitero della piccola cittadina francese. Tre giorni dopo, anche la madre venne sepolta accanto al poeta. Federico del Sagrado Corazón de Jesús García Lorca, poeta e drammaturgo spagnolo, nacque a Fuente Vaqueros il 1898 e morì a Víznar, Granada, nel 1936. Voce tra le più originali del Novecento spagnolo, amico di S. Dalí e L. Buñuel, partecipò ai vari tentativi modernisti, specialmente impressionisti. Morì durante i primi giorni della guerra civile, fucilato dai franchisti. Compì i suoi studî prima ad Almería e quindi nell'università di Granada dove studiò filosofia e diritto, laureandosi in giu-risprudenza nel 1923. Appassionato di teatro, fondò nel 1931 il teatro universitario "La Barraca" che diresse con Eduardo Ugarte. Di una certa importanza formativa fu il
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viaggio negli Stati Uniti nel 1930. Risiedette in Argentina nel 1933-34. Morì a Granada, fucilato dai nazionalisti, durante i primi giorni della guerra civile. Appartenente alla medesima generazione di R. Alberti, P. Salinas, J. Guillén, partecipò ai varî tentativi modernisti, specialmente impressionisti, ciò che sta a testi-moniare la buona conoscenza che doveva avere delle correnti letterarie europee e particolarmente francesi. Il valore folcloristico della poesia lorchiana è stato uno degli argomenti più discussi dalla critica contemporanea e successiva al poeta. L. stesso ebbe a dichiarare in proposito "il mio gitanismo è un tema letterario e un libro. Nulla di più". Il desiderio del poeta, infatti, fu sempre rivolto a superare l'angusta e provinciale posizione di cantore andaluso che gli derivava da parecchie circostanze spesso estranee alla sua poesia. Il mito, che si impossessò di lui alla morte, lo volle poeta immediato e quasi demoniaco, di scarsa cultura, arrivando anche a dargli una ascendenza zingaresca. La imagen poética de Góngora, conferenza letta nel 1927 a Siviglia, Granada e Madrid e quindi pubblicata nel 1932 su Residencia, basterebbe da sola a porre in luce il valore letterario della sua opera che cerca nella tradizione gongorina un punto di contatto espressivo. Sin dalle prime battute poetiche (Libro de poemas, Canciones, Poema del cante jondo) sono presenti alcuni tratti dominanti di tutta la sua produzione lirica: la metafora sorprendente, il mistero, la sensazione dell'indefinito. Con Romancero gitano il clima di tensione Drammatica e la trasposizione metaforica continua raggiungono la loro aspresione più matura. La poesia lorchiana posteriore si apre verso nuove esperienze: evasione dal mondo popolare andaluso e dalle forme metriche abituali;presenza di temi nuovi (l'America, i negri, il mondo arabo ); eliminazione del metro e della rima. La sua produzione teatrale, poi,nella naturale ricerca di temi squisitamente personali, rivela l'attenta lettura di Lo-
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pe de Vega e dei classici del Siglo de Oro. Il valore lirico del verso e la presenza di poemi intercalati conferiscono un carattere poetico al teatro lorchiano i cui personaggi, spesso schematici, sono l' incarcarnagione di passioni violente e degli aspetti più primitivi e oscuri dell' animo umano. Il personaggio femminile protagonista è una costante del teatro lorchiano. La donna rappresenta per il poeta la sensualità e lo slancio vitale. Il darsi è donare sé stessi interamente nel significato quasi pagano del concetto. I corpi gio-vani devono incontrarsi e si uniscono senza preoccupazioni moralistiche nell'esaltazione del bello e della vita. Il dovere rende infelice la donna, come in Yerma, e la sterilità ne è il castigo più angoscioso. Il tema della morte, che tanta parte ha nella lirica, è presente anche nel teatro, più o meno con il medesimo significato; la morte conclude e dà senso al mo-mento eroico della vita. Così nella Casa de Bernarda Alba, la protagonista paga l'attimo di felicità raggiunto suicidandosi e nel Llanto por Ignacio le tenebre calano sul corpo del giovane proprio nel momento in cui è vestito di luci. Tra le sue raccolte di liriche: Impresiones y paisajes (1918), Libro de poemas (1921), Canciones (1927), Romancero gitano (1928), Poeta en Nueva York (scritto tra il 1929 e il 1930 e pubblicato nel 1940), Poema del cante jondo (1931), Llanto por Ignacio Sánchez Mejías (1935), Primeras canciones (1936), Seis poemas gallegos (1936). Le sue opere di teatro più notevoli sono: Mariana Pineda (1927), La zapatera prodigiosa (1930), Amor de don Perlimplín con Belisa en su jardín (1931), Retablillo de don Cristóbal (1931), Así que pasen cin-co años (1931), El público(1933), Bodas de sangre (1933), La
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casa de Bernarda Alba (1933), Yerma (1934), Doña Rosita la soltera o el lenguaje de las flores (1935), Diván de Tamarit (1936). ESPLICATIO Un poeta affida al vento “il profumo del suo fiore” e le sue poesie al PANTA REI de la vida, perché il destino di un uomo è legato a quel quid, che è al di la delle sue azioni. Antonio Machado, quale viandante ” s’incammina sulla stada della memoria e ripropone luoghi e strade che ha percorso, tra “campi verdeggianti” e “rami di spigo castigliano”. A questo punto, il visibile diviene presente ed il nascosto s’intrufola tra memorie d’immagini, che trascendono in una linfa struggente: la malinconia. “Si canta ciò che si perde”,in un percorso poetico che passa attraverso solitudini andaluse, dietro il sogno d’una Spagna più grande. Nel clima di fervore culturale della Spagna del primo Novecento, il poeta si trasferisce a Madrid e frequenta l’Instituciòn libre de Ensenanza. Inizia gli articoli sul teatro e sulla politica, e collabora con riviste come Electra e La Rivista ibérica. Nel 1899, si reca a Parigi e lavora come traduttore presso la casa editrice Garnier. Qualche anno dopo conosce Rubén Darìo e Pìo Baroja. Nel 1903, pubblica il suo primo libro “Soledades” che viene accolto con entusiasmo in un ambiente che tende ad un rinnovamento artistico e letterario, offrendo a Machado la possibilità di mettersi in luce come un nuovo poeta. Nel 1907, ottiene una cattedra di lingua francese a Soria, nel cuore della vecchia Castiglia, in una delle più povere province della Spagna. Questo trasferimento rappresenterà una sorta di svolta nella sua vita, dopo l’avventura madrilena negli ambienti del modernismo. Tra l’altro, la cattedra giunge al momento op-
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portuno, dopo la morte del padre. In quel medesimo anno, esce il secondo libro Soledades. Galerias. Otros poemas (da non confondersi con la seconda edizione del libro con il titolo “Soledades, galerìas y otros poemas”, pubblicato nel 1919) considerato dalla critica come una sorta di riordinamento ed ampliamento delle sue poesie. «Era come aprire una nuova strada personale, una voce che esprimesse una lenta e profonda riflessione sulla poesia, con una volontaria depura-zione dal modernismo seguendo una visione tendente ad un “approfondimento introspettivo”». Le “Soledades” riconducono alle vie del cuore, alla tristezza che s’accompagna al sole che muore” dietro le case, della notte che giunge veloce, del sogno che non s’incontra mai; ed a quella “angoscia dolorosa e grave...”, che soccombe alla rapidità del tempo ed alla brevità della vita. Il fine è chiaramente esplicitato dal Machado: « Voglio raccontare l’emozione pura, cancellando la totalità della storia umana». Di qui, le atmosfere e le immagini evanescenti, la forza di un simbolismo particolare: l’acqua e la fonte antica d’acqua trasparente, il sole che acceca, il sentiero, la deserta piazza, la sera solitaria e la notte che scende, le musiche magiche, l’infanzia perduta, il senso puro della terra, “terra nella nostra carne” ed ancora il sogno, il ricordo, l’amore, tutti simboli che formano la sostanza stessa della sua poetica. In una introduzione all’antologia Paginas escogìdas il poeta scrive : «Pensavo che l’elemento poetico non fosse la parola per il suo valore fonico, né il colore, né la forma, né un complesso di sensazioni, bensì una profonda palpitazione dello spirito… E pensavo anche che l’uomo può sorprendere alcune parole di un monologo intimo, distinguendo la voce viva degli echi inerti; che può anche, guardando verso dentro, intravedere le idee cordiali, gli universali del sentimento. Il mio libro
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non è stato la realizzazione sistematica di questo proposito; ma quella era la mia estetica di allora». Nella città castigliana di Soria, avviene un altro avvenimento che segnerà tutta la sua vita. Conosce la giovanissima Leonor Izquierdo che sposerà nel 1909 e, con lei, si recherà a Parigi per approfondire gli studi di letteratura francese ed dove assisterà alle conferenze del filosofo francese Henry Bergson per il quale avrà sempre una profonda ammirazione. Purtroppo, nel 1912, la sposa bambina, sua moglie, si ammala e morirà dopo tre anni di matrimonio, a soli diciotto anni, rasciando nel poeta un’amarezza indicibile per “l’amore subito perduto, senza neanche il tempo di assaporarlo con serenità e senza un motivo comprensibile”. Il poeta conserverà di lei un amorevole ricordo per tutta la sua vita. Nello stesso anno in cui deve fare i conti con il grande dolore, viene pubblicato, alla fine del mese di aprile, “Campos de Castilla” che riceve positivi riconoscimenti da Ortega y Gasset, il leader del rinnovamento culturale spagnolo in quegli anni, ma il poeta, confesserà che il successo della raccolta di poesie era servito ad allontanarlo dal suicidio. Dopo Soledades. Galerìas.Otros poemas, il poeta, pur sempre intimista, cercò di uscire dalla limitazione dell’Io, alla ricerca di un nuovo equilibrio con il mondo esteriore: « Una sorta di sogno da svegli... senza crearci un mondo a parte, in cui godere egoisticamente della contemplazione di noi stessi; non dobbiamo fuggire la vita per forgiarci in una vita migliore, che sia sterile per gli altri… La bellezza non sta nel mistero, ma nel desiderio di penetrarlo». Di qui la scoperta del paesaggio castigliano, che si contrapponeva al forte soggettivismo delle Soledades. Machado crea la sua nuova visione della poesia, in cui fissa il valore dell’autenticità, della vibrazione del reale e la nuova coscienza si accompagna ad una profonda riflessione
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sulla terra castigliana, ed esonda in un sogno di “rigenerazione etica” della Spagna. Campos de Castilla sarà pubblicato poco prima della morte di Leonor. La perdita condurrà il poeta ad una “nuova” solitudine e ad una crisi poetica. Chiede il trasferimento presso il liceo di Baeza, piccola città andalusa e dove insegnerà fino al 1919, ma fa fatica a scrivere. Allora, si lascia andare ad una ulteriore visione filosofica, attuando una sorta di ripensamento della sua poesia, dove le solitudini andaluse fluiscono in una poetica del silenzio, nata da orpelli purificati del suo sentire. Da Baeza, a Segovia, Machado è uno dei fondatori della Liga de Educacìon Politica Espanola per una rigenerazione nazionale. Nel 1919, infatti, si trasferisce a Segovia, ove continua ad insegnare, a scrivere testi teatrali con Manuel, suo fratello, ed entra in contatto con l’ambiente degli intellettuali della ca-pitale. Nel 1929, conosce la poetessa Pilar de Valderrama, una donna sposata e molto conosciuta nella società madrilena che riesce a coinvolgere il poeta in un rapporto passionale che la guerra civile interromperà. Per il poeta significherà una ulteriore perdita causata dal destino, d’altronde “si vive nel dolore”. Machado cerca disperatamente di impegnare tutte le sue forze per appoggiare la causa della repubblica, ma la dittatura di Franco elimina la resistenza repubblicana ed il poeta accusa tutto il peso della sconfitta, Così, nel 1939, ormai gravemente malato, intraprende il viaggio dell’esilio e muore a Collioure in un paesino nel sud della Francia. Ad un intervistatore, oggi, così Machado avrebbe risposto: « Se guardiamo fuori e cerchiamo di penetrare le cose, il nostro mondo esterno perde in solidità, e finisce per dissiparsi, quan-do arriviamo a credere che non esiste per se stesso, ma
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per noi. Ma se ci guardiamo dentro, allora tutto sembra venir fuori e ciò che svanisce è il nostro mondo interiore con noi stessi... Ed allora che fare? Sognare il nostro sogno, vivere; solo così potremo operare il miracolo della creazione. Un uomo attento a se stesso e che bada ad ascoltare soffoca l’unica voce che potrebbe sentire: la sua... Poi, pensai che la missione del poeta era inventare nuove poesie dell’eterna umanità, storie animate che, pur essendo sue, vivessero ugualmente per se stesse... Ho percorso molte strade,/ e aperto molti sentieri; /cento mari ho traversato/e attraccato in cento rive.... Se io fossi un poeta/ galante canterei/ai vostri occhi un canto così puro / come su bianco marmo l’acqua chiara»: ecco allora i respiri più puri della vita, l’illusione candida e antica, un’ombra sul muro bianco che diventa ricordo, “sogni d’ar-gento” alla finestra, il suono di vecchie campane, antiche mu-raglie, piazze deserte e labirinti di stradine, bianchi gelsomini ed “edera che si estende sui muri”, acqua di fonte e una notte di stelle e di luna». --------Federico è 'stato arrestato dai soldati franchisti, e il 19 agosto, dopo alcuni giorni di carcere, i soldati, arrivati al cimitero, trascinarono García Lorca fuori dalla macchina. Lo colpirono con il calcio dei fucili e il suo corpo crivellato di pallottole. I suoi libri sono stati bruciati a Granada Plaza del Carmen e sono stati banditi dalla Spagna franchista. Fino ad oggi, nessuno sa dove il corpo di Federico García Lorca riposa. Come poeta, la sua precoce reputazione nasce con il il Romancero gitano (Madrid, 1928; tr. R. Humphries, I Gypsy Ballads di García Lorca , Bloomington, 1953), le poesie di Poema del Cante Jondo (Madrid, 1931), e Llanto por Ignacio Sanchez Mejias (Madrid, 1935. tr AL Lloyd, nel Lamento per la morte di un torero, e altre poesie , Londra, 1937), tutte profondamente andaluse, riccamente cupe nel loro stato d'animo e nel-
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l'immaginario, inquietanti nella loro proiezione di un mondo privato e primitivo del mito, mosso da forze oscure non ben definiti ; ma, sotto gli orpelli di flamenco, vi è, oltre una profonda angoscia, un superbo senso ritmico e linguistico, non per nulla “il Llanto” è uno delle quattro migliori elegie in lingua spagnola. La sua fama di drammaturgo poggia, principalmente, su tre "tragedie folk", Bodas de sangre (Madrid, 1935 Nozze di sangue ), Yerma (Buenos Aires, 1937) e La casa de Bernarda Alba (Buenos Aires, 1940, The Casa di Bernarda Alba, le cui impostazioni richiamano il Romancero gitano , infatti, le forze oscure (terra, sangue,sesso, acqua, fertilità / infertilità, la morte, e la luna) sembrano manipolare i personaggi di Bodas de sangre e Yerma . Il tutto immerso in una vera poesia, con un primitivismo quasi ritualizzato (Lorca era altamente superstizioso, e le sue forze oscure non erano meri stratagemmi drammatici). La casa de Bernarda Alba è più netta: opera volutamente prosaica, più facilmente interpretabile come critica sociale (cioè la pressione della convenzione, l'effetto dell’ imprigionamento dei costumi , la frustrazione della sessualità femminile per la necessità di attendere una corrispondenza). Ogni tragedia ha un eccezionale ruolo femminile, quelli di Yerma e Bernarda essendo state scritte per la grande attrice tragica Margarita Xirgu.
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Bibliografia Andrea Galgano. "Le solitudini di Antonio Machado", in "Mosaico", Aracne, Roma 2013, pp.377-381. Antonio Machado, poesie, Proverbios y cantares, introduzione e traduzione a cura di Clau-dio Rendina, Newton Compton Ed. s.r.l., Roma, prima ed. 1971 Manuel Tuñón de Lara: Antonio Machado, poeta del pueblo. Madrid, TaurusSantillana, 1997. José Antonio Serrano Segura, Sevilla (España) 2000 y siguientes
Antonio López Alonso, La angustia de García Lorca, Madrid, Algaba, 2002, ISBN 84-96107-01-9.
Paolo Pignata, voce Federico García Lorca in AA.VV., L'Enciclopedia, vol. 9, Roma, La Repubblica/UTET/De Agostini, 2003, pp. 19-22.
Paolo Caucci von Saucken, I Seis poemas galegos di Federico García Lorca, Benucci editore, Perugia 1977, 46 pp.
Treccani enciclopedia. Claudio Rendina, Nota biografica, in Federico García Lorca, Poesie (Libro de poemas), Roma.
Paolo Caucci von Saucken, Tradizione ed ispanità in Federico García Lorca, in Dialoghi, XXI, (1-2, 1977), pp. 23-34.
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Machado - Liriche
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‘O MARE
Frèmme e ride ‘o mare, tra ll’ònne azzurre e ‘a scùmme, làtte ‘e argiénte, frèmme ‘o mare e rìde sott’a ‘stu ciéle azzùrre. Si’ cumm’o latte, mare, scùmma brillànte! S’addorme ll’aria ‘ncantata e ‘nu gabbiàno, dìnt’’e raggi do sole, scumpare luntàne.
_____________ Il mare – Ribolle e canta il mare / sogno sonoro sotto il sole d‟aprile./con onde turchine e spume di latte e argento / ribolle e ride il mare / sotto il cielo Turchino. / Il mare come latte, / il mare brillante... Palpita il gabbiano nell‟aria assopita, e al tardo/sonnolento volare, si spicca e si perde nella foschia del sole. El mar - El mar hierve y canta… / El mar es un sueño de sonido / bajo el sol de abril. / El mar hierve y se ríe / con las olas y la espuma de leche azul y plata, / el mar hierve y se ríe / bajo el cielo azul. / El mar de leche, / brillante del mar, / azul risas risa que en sus arpas de plata … /Mejor que la gaviota en el aire dormido, y fines de la /volar sueño, se destaca y se pierde en la bruma del sol. (A. Machado)
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‘A STAGGIÓNE
‘A nacerte, ncòpp’o mure assìcche, carde do sole bruciàte, cénnere, vrìte affummàte ... canta ‘nu grillo annaccuvàte e l’arboreta, ‘nsilenzio, ‘o sta a sentì, annammuràte. Brìllen’‘e lucciole cumm’a perle ‘e brina. ‘A cicàle arròte ‘ndo’ ciardìne, ‘e mmièze ‘o vverde, sta ‘na vipera assassina.
_____________ Paesaggio estivo - Lucertola sul muro. Fonte disseccata. / Car-do bruciato, cenere, /vetro affumicato, / rosolaccio sullo stelo lanoso. / Fugge una stella.... / Il grillo nascosto canta. / E l'ar-boreta mormora / una frase, una sola: / Poi ritorna a restarsi in silenzio. / Lucciola o brina? / Arrota la cicala / silenzio.... / Tra i fusti del giardino, percepiamo verde anche la vipera. Paisaje estival - Lagartija en la tapia... Fuente seca. /Cardo abrasado, ceniza,/ vidrio ahumado, /amapola en el tallo peludo... / Corre una estrella... / El grillo canta oculto. / Y la arboleda dice / una frase, una sola. Y vuelve /a quedarse callada. / Luciérnaga o rocío /Asierra la cigarra el silencio. /Entre los tallos del jardín, sabemos /-verde también- la víbora. (A. Machado)
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“Richiami e suoni”
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PRIMMAVÈRA
C’è aria ‘e primmavèra mmiéze ‘e ccase e a campàgna n’è cchiù fredda e nfòsa; ‘o sciùmme parle ‘e piànte e canta ’o core aràpre a porta zenniànne ammòre. Pe’ tte’, ‘a natura torna guagliuncèlla, cagnànne veste e cagnànn’addòre, ‘o viénte porta in giro ‘sta nuvèlla, ‘a primma margarìta allègre ‘o còre. Allora sì arrivata finalmente! Mo stai assieme a me, mane ‘ndà mane, rinàsce a vita e ‘nu pensiére vene: chiù forte scòrre ‘o sànghe dinte ‘e vvène. _______________ Primaverile - Nuvole, sole, prato verde ... case / sull'altura, confusi. Primavera / argine. Ha messo nell'aria fredda dei cam-pi / la grazia di quei pioppi lungo l'argine. / Dalla valle i sen-tieri conducono al fiume: / sul ciglio dell'acqua, là, amore aspetta. / Per te i campi indossano questa veste / Di giovane, oh invisibile compagna? / E quest'odore del faceto al vento? / E quella prima bianca margherita? / Sei con me dunque? Nella mano /Sento un doppio battito e il cuore mi grida / E nelle tempie mi assorda il pensiero: / si, sei tu che fiorisci, che resusciti. Primaveral -. Nubes, sol, prado verde y caserìo / en la soma reueltos / Primavera puso en el aire de este campo frio / La opacia de sus chopos de ribera / Los caminos del valle van al rio [...] Y ese perfume del habar al viento / Yesa primera blan-ca margarita [...].(A. Machado)
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L’AMMÓRE È FANTASIA
Fantasia è l’ammòre ca lavòra po’ core: cónte ll’òre e’o mumènte ‘e campa’ cchiù felice e ‘a giòia se ’nvènta e ‘nu vase ca dice: - Mo’ te voglie assai bbene ! ‘O calore ‘ndé vvéne pe’ ‘sta vòcca ‘e curàlle è ‘na smania ca mèna, e ‘o cerviélle te sbàlla. Si fantasma o si ovère? E a me che me ‘mpòrta, si ‘e vase staséra me ne facce ‘na scorta e ‘ndò suònne me porte azzeccùse accussì? __________________ Ogni amore è fantasia - Ogni amore è fantasia; / inventa l'anno, il giorno, / l'ora e la sua melodia; / inventa l'amante e anche l'amata. Non è una prova / contro l'amore che l'amata / non sia mai esistita. Todo amor es fantasía - Todo amor es fantasía; él inventa el año, el día, la hora y su mediodía; inventa el amante; y más la amada. No prueba nada contra el Amor, que la amada no haya existido jamás. (A. Machado)
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“Van Gogh e le proiezioni ellittiche�.
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ME MÀNC ‘O SCIÀTE
Cùmm’a ‘na vàmpa, m’appìccia e m’arravòglia st’addòre ‘e fémmene, stu desidèrie ‘e vàse, ca dinte trase, trase e i’ te tèng mmòcche e dinte ‘o nase. Me manch ‘o sciàte e so tutte nfùse, fémmena mia ... ammòre mie azzeccùse.
______________ Non respiro più - Non respiro più, nella tiepida aria/ d'estate, / i profumi del tuo corpo e dei tuoi capelli; / ma come una vampa segreta al fondo di un bruciore / il desiderio delle tue labbra è restato fra le mie labbra! No se puede respirar, el aire caliente / verano / el olor de su cuerpo y el cabello; / Pero como un secreto de la llama en el interior de un ardor / el deseo de tus labios se mantuvo entre mis labios! (A. Machado)
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‘NU IUÓRNE
Pare ‘na via longa ca corre... corre e nu’ fernèsce mai. Fai chelle ca può, te spare ‘e pose, ma ‘o turmiénte è ‘na sola cosa: ‘o tiémpe passe e alla fine, ... pe’ sempe, t’arrepuòse.
______________ In margine al sentiero - In margine al sentiero un giorno ci sediamo./ Tempo è la nostra vita, e nostro unico affanno / le pose disperate in cui per aspettare / ci atteggiamo... / Ma Lei non mancherà al convegno. Al borde del sendero - Al borde del sendero un dìa nos sentamos./ Ya nuestra vida sola cuita son las desesperantes postura/ que tomaio para aguardar .../ Mas ella no faltarà a la cita. (A. Machado)
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“Sovraesposizioni”
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NOTTE D’ESTATE So’ apiérte ‘e balcune ‘ncòpp’a ‘sta nott’affatàte. Cùmm’a ‘nu fantàsme, ‘nmièz’a via, Cammìne sùle, cu l’anima mia. Ncòpp ‘e panchìne, dìnt’a l’aria bruna, da cimm’a torre brìllene ‘e raggi ‘e luna. S’aràpre ‘a piazza nmièze ‘e case antiche, ma cammìne i’ sùle ‘mmiéze ‘e vìche.
__________________ Notte d'estate - E' una notte bellissima d'estate./Nelle alte case stanno spalancati i balconi /del vecchio borgo sulla vasta piazza. / In quell'ampio rettangolo deserto, / panchine di pietra, evonimi, acacie / disegnano in simmetria / le nere ombre sulla bianca arena./ Allo zenit, la luna, e sulla torre / col quadrante alla luce l'orologio./In questo vecchio borgo vado a zonzo / solo, come un fantasma. Noche de verano - Es una hermosa noche de verano. /Tienen las altas casas / abiertos los balcones / del viejo pueblo a la anchurosa plaza./ En el amplio rectángulo desierto,/ bancos de piedra, evóni-mos y acacias / simétricos dibujan / us negras sombras en la arena blanca. / En el cenit, la luna y en la torre / la esfera del reloj iluminada./Yo en este viejo pueblo paseando / solo, como un fantasma. (A.Machado)
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SULITUDINE Parle sule cu té, signora bella! Nun c’è cchiù sfizio a parlà cu’ l’ate, e senz’amici ‘na cosa vale ‘n’ate. Sulitùdine ... si’ tu la nuova amante, nascosta, silenziosa, distaccata, vulesse vedè stuòcchie ‘e diamante po’ dirte ‘ndà fàccia: -Vatténne, va cu’ n’ate! Song cagnate? No! So’ semp ‘o stesse: ‘a stessa faccia, l’uòcchie, ‘e chesta vocca Sul‘o surrìse pare ca nu’ vvène e attuòrne sta tristezza c’e tanta pena.
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Solitudine - Solitudine, mia compagna sola,dea del prodigio,/ che hai voluto farlo/ non richiesta!,/ di dare la parola alla mia voce,/ dimmi:con chi parlo?/ Rifuggo ormai la chiassosa brigata / e senza amici solo pena c'è /con te, signora, nel viso velata, / sempre velata se parli con me./ Non muterò per quanto mi rinnovi, penso; non è l'enigma quel / sembiante che nell'intimo specchio appare nuovo,/ altro è il mistero: la tua voce amante. Discoprimi il tuo volto ch'io li /trovi fissi su me i tuoi occhi di diamante. Soledad - Oh soledad, mi sola compañía, / oh musa del portento, que el voca-blo / diste a mi voz que nunca te pedía!, / responde a mi pregunta: ¿con quién hablo? / Ausente de ruidosa mascarada, divierto mi tristeza sin amigo, / contigo, dueña de la faz velada,siempre velada al dialogar conmigo. / Hoy pienso: este que soy será quien sea; / no es ya mi grave enigma este semblante / que en el íntimo espejo se recrea, / sino el misterio de tu voz amante. / Descúbreme tu rostro, que yo vea / fijos en mí tus ojos de diamante. (A. Machado)
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NOTTE DE MAGGIO Murmurave l’acqua ‘ndo’ ciardìne, nu murmurìe ca sembràve chiànte, nisciùne passave mmiéz’à via, sott’a nu ciéle ca parèva mànte. Mièzze respìre e ‘nu sciùsce ’e viénte purtàie dint’all’aria ‘nu lamiénte: era ‘nu sfoch’e còre, dint’a notte, ‘e nu viulìno ca cantava ammòre e giuvunézza, ca fernésce ‘e bòtte, e ‘na voce accumpagnava cu’ dulòre. Poi, ‘e ddòie voce se spegnère ‘nsiéme e ‘o silenzio riturnaie ancòra, cu na’ tristezza, ‘na malinconia... a fonte chiacchierava cull’aurora; nisciùne passave mmiéz’à via. _______________ Notte di maggio - Era una notte del mese /di maggio, azzurra e serena./ Sull'azzurro cipresso / il plenilunio brillava, / illuminando la fonte / dove l'acqua zampillava / or si' or no singhiozzando./ Solo la fonte udiva. / Poi d'occulto usignolo / si senti' il motivo. / Ruppe raffica di vento la curva dello zampillo. E una dolce melodia vagò' per tutto il giardino:/ un musicante tra i mirti/ il suo violino suonava./ Era un lamento accordato / di giovinezza e amore / volto alla luna e al vento, / l‟acqua e l‟usignolo./ «Il giardino ha una fonte / e la fonte una chimera…» / Cantava voce dolente, / anima di primavera. / Tacque la voce, il violino / frenò la sua melodia. / Restò la malin-conia / vagante per il giardino. S‟udiva solo la fonte. Noche de mayo - Era una noche del mes de mayo, azul y se-rena. /Sobre el agudo ciprés / brillaba la luna llena, / iluminando la fuente / en donde el agua surtía / sollozando intermitente. / Sólo la fuente se oía. / Después, se escuchó el acento / de un oculto ruiseñor./ Quebró una racha de viento / la curva del surtidor. / Y una dulce melodía / vagó por todo el jardín: / entre los mirtos tañía / un músico su violín./ Era un acorde lamento / de juventud y de amor / para la luna y el viento, / el agua y el ruiseñor. / El jardín tiene una fuente / y la fuente una quimera...» / Cantaba una voz doliente, / alma de la primavera. / Calló la voz y el
violín / apagó su melodía. / Quedó la melancolía / vagando por el jardín. / Sólo la fuente se oía.(A. Machado)
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SETTEMBRE Viénte, vient’ ‘e settembre, ca t’arravuòglie cu’ sti foglie gialle, dint’e ciardine, addu l’acqua volle, mentre luntane passe ‘o sciarabàlle. Tu t’annarie, dispettùse e allère, attuòrne a vesta e ‘na figliòla bella, ca fissa ll’aria doce della sera... e mentre régne a giàrra d’acqua pura, se ravvia ‘e capille ‘e seta nera. I’ chiùre ll’uòcchie ... e pense a primmavèra.
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Settembre - Verdi giardinetti,/ chiare piazzole, / fonte verdognola/ dove l'acqua sogna,/ dove l'acqua muta / finisce sulla pietra.../Le foglie d'un verde / vizzo, quasi nere / dell'acacia, il vento / di set-tembre le bacia, / e alcune si porta via / gialle, secche, / giocando, tra la bianca / polvere della terra. [...] graziosa cameriera che /la brocca riempi /d‟acqua pulita,.../ i capelli, / distrattamente riavvii / con la mano bruna, / poi nel pulito vetro ti contempli ... Godi l‟aria della bella sera, / mentre d'acqua chiara / riempi la brocca. Septiembre - Verdes jardincillos, / claras plazoletas, / fuente verdinosa / donde el agua sueña, / donde el agua muda / resbala en la piedra!… / Las hojas de un verde / mustio, casi negras / de la acacia, el viento / de septiembre besa, / y se lleva algunas / amarillas, secas, / jugando, entre el polvo / blanco de la tierra. Linda doncellita/ que el cántaro llenas / de agua transparente, /tú, al verme, no llevas / a los negros bucles / de tu cabellera, / distraídamente, / la mano morena, / ni, luego, en el limpio / cristal te contemplas… / Tú miras al aire / de la tarde bella, / mientras de agua clara / el cántaro llenas. (A. Machado)
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‘O CIARDÌNE Tramonte ‘o sole e vene ‘a primma sera, Il tuo giardino l’accìse ‘nu barbiére. Ogni frescura allor mi sembra vana, al centro na pazzièlla e palma nana; pe nu’ parlà de’ mirti ritagliati e ‘n’arancino ‘ndo’ bidone chiantàte. Scurrènne dint’a conca, l’acqua da fonte, continua a ridere, cumme ‘a na capèra, mentre, fore ‘o ciardine, arde ancòre ‘a sera.
______________ Giardino - Lungi dal tuo giardino arde la sera / incensi d‟oro in fiamme porporine, / dietro il bosco di cenere e di rame / Dalie del tuo giardino. / Malnato il tuo giardino!. Oggi mi sembra / l‟opera d‟un barbiere, / con quella miserina palma nana / e l‟aiuola di mirti ritagliati… / e l‟arancino nel barile… L‟acqua / della fonte di pietra non cessa il riso nella conca bianca. JARDIN - Lejos de tu jardín quema la tarde / inciensos de oro en purpurinas llamas, / tras el bosque de cobre y de ceniza. / En tu jardín hay dalias. / ¡Malhaya tu jardín!… Hoy me parece / la obra de un peluquero, / con esa pobre palmerilla enana, / y ese cuadro de mirtos recortados… / y el naranjito en su tonel… El agua / de la fuente de piedra / no cesa de reír sobre la concha blanca. (A. Machado)
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SI FOSSE ‘NU POETA Si fosse ‘nu poeta senza cura, i’ ve cantàsse cumme l’acqua pura e ve disesse ca chist’uocchie miei nu’ so cùmm’ e vuoste, senza paura, bell’uòcchie chiari ca nu’ vònne niente tranne bellezza e luce sulamente: bellezza e luce di natura in fiore, cumme ‘nu iuòrne ‘a vedètte chìstu core, ingenuo e chìne di poesia, stritte ndé bracce ‘e chélla mamma mia.
_____________ Se fossi un poeta - Se io fossi un poeta / alante, canterei / agli occhi vostri un canto così puro / come sul marmo bianco l‟acqua chiara. / E in una strofa d‟acqua / tutto il canto direbbe: / “So già che non rispondono ai miei occhi, / che vedono e guardando nulla chie-dono, / i vostri chiari; hanno i vostri occhi / la calma buona luce, luce del mondo in fiore, che un mattino / ho visto dalle braccia di mia madre”. SI YO FUERA UN POETA - Si yo fuera un poeta / galante, can-taría / a vuestros ojos un cantar tan puro / como en el mármol blanco el agua limpia. / Y en una estrofa de agua todo el cantar sería: / “Ya sé que no responden a mis ojos, / que ven y no preguntan cuando miran, / los vuestros claros, vuestros ojos tienen / la buena luz tranquila, / la buena luz del mundo en flor, que he visto / desde los brazos de mi madre un día”. (A. Machado)
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Liriche di G.Lorca
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ALBA All’alba, stu core malate d’ammore se scéte annaspànne, murènn’e dulore. Mpruvvìse, ritòrnene e cose luntane, suspire già avute d’ammòre fernùte. Cu’ lume e lampàre, ‘o chiaròre do’ iuòrne stute a luce de’ stelle e a notte scumpàre. Cumme ‘na stella stutàte, s’arròte ogni notte ‘stu core asseccàte; e chist’uòcchie le manca ‘o calore, ca ndé notte d’ammore ‘o faceve murì. _____________
Alba - Il mio cuore oppresso / con l'alba avverte / il dolore del suo amore e il sogno delle lontananze./ La luce dell'aurora porta /del midollo dell'anima. /Il sepolcro della notte /distende il nero velo /per nascondere col giorno /l'immensa sommità stellata. /Che farò in questi campi /cogliendo nidi e rami, /rimpianti a non finire /e tristezza senza occhi /circondato dall'aurora /e con un'anima carica di notte! /Che farò se con le chiare luci /i tuoi occhi sono morti /e la mia carne non sentirà /il calore dei tuoi sguardi! /Perchè per sempre ti ho perduta /in quella chiara sera? /Oggi il mio petto è arido /come una stella spenta.
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Alba - Mi corazón oprimido / Siente junto a la alborada / El dolor de sus amores / Y el sueño de las distancias. / La luz de la aurora lleva / Semilleros de nostalgias / Y la tristeza sin ojos / Qué haré yo sobre estos campos / Cogiendo nidos y ramas, / De la médula del alma. / La gran tumba de la noche / Su negro velo levanta/ Para ocultar con el día / La inmensa cumbre estrellada. / ¡ Rodeado de la aurora / Y llena de noche el alma! / ¡Qué haré si tienes tus ojos / Muertos a las luces claras / Y no ha de sentir mi carne / El calor de tus miradas! / Por qué te perdí por siempre / En aquella tarde clara? / Hoy mi pecho está reseco / Como una estrella apagada. (Granada, abril de 1919, Federico Garcia Lorca )
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L’URDEMA ILLUSIONE So’ nu’ fantasme ca cammine a via, tra chiànte e tanta nustalgìa, libre, suònne, parole ... tutte tramonta, sotte e ‘sti stelle o mànte. Nu’ ‘nc’è cchiù niente , sule ‘a raggiòne, ancòra, me sustène mente ca l’urdema illusiòne se ne vène. Ije nunn’o sacce di’ si è ammòre, e tu, auciélle mie, cante ancòra? _____________ L'ombra della mia anima! - L'ombra della mia anima / è in fuga in un tramonto d'alfabeti, /nebbia di libri /e di parole. / L'ombra della mia anima! / Sono giunto alla linea dove cessa / la nostalgia, e la goccia di pianto si trasforma alabastro di spirito. / La conocchia del dolore / sta finendo, / ma resta la ragione e la sostanza / del mio vecchio mezzogiorno di labbra, / del mio vecchio mezzogiorno / di sguardi. / Un fosco labirinto di stelle affumicate / m'intrica l'illusio-ne quasi appassita. / L'ombra della mia anima! / E un'allucinazione / munge i miei sguardi. / Vedo la parola amore / diroccata. / Usignolo mio! Usignolo! / Canti ancora?
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La sombra de mi alma - La sombra de mi alma / Huye por un ocaso de alfabetos, / Niebla de libros / Y palabras. /¡La sombra de mi alma! / He llegado a la línea donde cesa/ La nostalgia, / Y la gota de llanto se trasforma, / Alabastro de espíritu. / (¡La sombra de mi alma!) / El copo del dolor/ Se acaba, /Pero queda la razón y la sustancia/ De mi viejo mediodía de labios, / De mi viejo mediodía/ De miradas. / Un turbio laberinto / De estrellas ahumadas/ Enreda mi ilusión / Casi marchita. / ¡La sombra de mi alma! / Y una alucinación/ Me ordeña las miradas. / Veo la palabra amor/ Desmoronada. / ¡Ruiseñor mío! / ¡Ruiseñor! / Aún cantas? (Madrid, diciembre de 1919)
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“Armonie dantesche”.
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CUMM’A NU DIAMANTE Cumm’a ‘nu diamànte, ‘na stella ha rigat’ò ciéle : è ‘n’aucèlle ‘e fuòche ca vò lascià ‘st’univèrso, chìne ‘e cacciatore suvrumàne che albe cacciano e cigni d’argiénte. Ndò munne nu’ nc’è cchiù musica e lentamente si spegne l’urdema parola. Sule è muorte jòchene a carte, ndò cimitère do’ mùnne! Scetàteve! Faciteme sentì ch’ancora c’è vita, dinte a ‘st’altalena de’ juòrne!
________________ Il diamamte - Il diamante di una stella \ ha rigato il profondo cielo, \ uccello di luce che vuole \ scappare dall‟universo \ e fugge dall‟enorme nido \ dove stava prigioniero \ senza sapere che portava legato \ al collo una catena. \ Cacciatori sovraumani \ stanno cacciando albe, \ cigni di argento massiccio \ nell‟acqua del silenzio. \ I piccoli pioppi recitano \ il proprio sillabario; il maestro è \ un pioppo antico che muove \ tranquillo le sue braccia morte. \ Adesso sul monte lontano \ giocano tutti i morti \ a carte. È tanto triste \ la vita nel cimitero! \ Rana, inizia il tuo canto! \ Grillo, esci dalla tua buca! \ Generate un bosco sonoro \ con i vostri flauti. Io torno \ verso la mia casa inquieto. \ Si agitano nel mio cervello \ due piccioni contadini \ e nell‟orizzonte, lontano!, \ si immerge il doccione del giorno. \ Terribile noria del tempo!
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El diamante - El diamante de una estrella \ Ha rayado el hondo cielo. \ Pájaro de luz que quiere \ Escapar del universo \ Y huye del enorme nido \ Donde estaba prisionero \ Sin saber que lleva atada \ Una cadena en el cuello.\ Cazadores extrahumanos \ Están ca-zando luceros, \ Cisnes de plata maciza \ En el agua del silencio. \ Los chopos niños recitan \ Su cartilla; es el maestro \ Un chopo anti-guo que mueve \ Tranquilo sus brazos muertos. \ Ahora, en el monte lejano, \ Jugarán todos los muertos \ A la baraja. ¡Es tan triste \ La vida en el cementerio! \ ¡Rana, empieza tu cantar! \ ¡Grillo, sal de tu agujero! \ Haced un bosque sonoro \ Con vuestras flautas. Yo vuelvo \ Hacia mi casa intranquilo. \ Se agitan en mi cerebro \ Dos palomas campesinas \ Y en el horizonte, ¡lejos!, \ Se hunde el arcaduz del día. \ ¡Terrible noria del tiempo! (Fuente Vaqueros, Granada Noviembre de 1920)
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‘O NOMME TUÓIE Quanne s’addòrme a luna e a notte è nera e senza stelle, gira, ‘nd’‘o scùre. ‘na malincunìa ca tutte strùje: mùseca e puisìa, è allòra ca te chiàmme, vita mia. Quantu tiémpe è passàte! Cchiù luntàne de’ stelle è ‘o nomme tuoie, ca me martèlla st’anema malata. Starràje ancora dinte ‘o core mie, o ‘n’at’ammòre me farà sunnà? Tutto po’ jèsse, chi po ‘nduvinà! Sule ‘a luna ‘o sàpe stu segreto, ma se sta zìtta e nu’ vvò parlà. _________________
Pronuncio il tuo nome - Io pronuncio il tuo nome /nelle notti oscure, /quando giungono gli astri /a bere nella luna, / e dormono i rami /delle fronde occulte. / Ed io mi sento vuoto / di passione e di musica. / Folle orologio che canta / antiche ore defunte. / Io pronuncio il tuo nome /in questa notte oscura, /e il tuo nome mi suona/ più lontano che mai. /Più lontano di tutte le stelle /e più dolente della mite pioggia. /Ti amerò come allora /qualche volta? Che colpa /ha commesso il mio cuore? /Se la nebbia si scioglie /quale nuova passione mi aspetta? /Sarà tranquilla e pura? /Se potessi sfogliare /con le dita la luna! Yo pronuncio tu nombre - Yo pronuncio tu nombre / En las noches oscuras/ Cuando vienen los astros/ A beber en la luna/ Y duermen los ramajes/ De las frondas ocultas. / Y yo me siento hueco/ De pasión y de música. /Loco reloj que canta/ Muertas horas antiguas. / Yo pronuncio tu nombre, /En esta noche oscura, /Y tu nombre me suena/ Más lejano que nunca. /Más lejano que todas las estrellas/ Y más doliente que la mansa lluvia. / Te querré como entonces/ Alguna vez? Qué culpa/Tiene mi corazón? /Si la niebla se esfuma, /Qué otra pasión me espera? / Será tranquila y pura? /Si mis dedos pudieran/ Deshojar a la luna! /(Granada,10 de noviembre de 1919)
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MARE „NCANTATE Mare ‘ncantàte, ch’a spiagge vase e ride, cu ‘nu nastr’ e schium’argiènte, all’orizzonte t’accarezza ‘o ciéle. Figliòle ca vennite acqua ‘e mare Cu sti bellézze sotte o sole a fore, chest’aria porta lacreme e dulòre cu na tristezza ca me brucia ‘o core. ‘O mare ride, ride da luntane, ‘O nastre e schiuma storce ncopp’a réna, cumme a ‘na vòcca busciàrda, ‘na vòcca ‘e cièle.
____________ La ballata dell’acqua di mare - Il mare sorride lontano./Denti si spuma, /labbra di cielo. /– Che cosa vendi, fosca fanciulla, /con i seni al vento ? /– Vendo, signore, l‟acqua/dei mari. / – Che cos‟hai, giovane negro/ mescolato nel sangue ? /– Ho, signore, l‟acqua dei mari. /– Queste lacrime salmastre, /da dove vengono ? /– Vengono, signore, dall‟acqua /dei mari. / – Cuore, questa amarezza/profonda, da dove nasce? /-Dall‟amara acqua/dei mari./ Il mare/sorride lontano /Denti di spuma/labbra di cielo.. / La Balada del agua del mar - l mar/sonríe a lo lejos. /Dientes de espuma, /labios de cielo. /- Qué vendes, oh joven turbia, /con los senos al aire?/ -Vendo, señor, el agua/de los mares. /-Qué llevas, oh negro joven, /mezclado con tu sangre? /-Llevo, señor, el agua / de los mares. / - Esas lágrimas salubre /¿de dónde vienen, madre? /-Lloro, señor, el agua/ de los mares. /-Corazón, y esta argura / seria, de dónde nace? / - Amarga mucho el agua/ de los mares! / El mar/ sonríe a lo lejos. /Dientes de espuma, /labios de cielo.
(dal Libro de Poemas -1921)
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”Visioni”
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VOCCA SUNNÀTA Cumme a „na stella stutàte, l‟anema mia vacànte cerca, ndo‟ ciéle stellàte, a vocca toja ammantàta e st‟uòcchie, ca l‟agge perdute, „na sera chiàra d‟aprile, lasciànneme sule e sperdùte „nda‟ chesta luce spietata. Che facce e st‟ammòre fernute? Sto ccà silenzioso, aridùto, cumme a „na stella stutàta... sunnànne, nde‟ sére chiarùte, sta vocca sunnata e perdute. ____________ Alba 2 - Il mio cuore oppresso /con l'alba avverte/ il dolore del suo amore e il sogno delle lontananze. / La luce dell'aurora porta/ rimpianti a non finire/ e tristezza senza occhi/ del midollo dell'anima. /Il sepolcro della notte/ distende il nero velo/ per nascondere col giorno/ l'immensa sommità stellata. /Che farò in questi campi/ cogliendo nidi e rami, / circondato dall'aurora/ e con un'anima carica di notte! / Che farò se con le chiare luci/ i tuoi occhi sono morti/ e la mia carne non sentirà/ il calore dei tuoi sguardi! / Perché per sempre ti ho perduta/ in quella chiara sera? /Oggi il mio petto è arido/ come una stella spenta. Alba 2 - Mi corazón oprimido/ Siente junto a la alborada/ El dolor de sus amores/ Y el sueño de las distancias. / La luz de la aurora lleva/ Semilleros de nostalgias/ Y la tristeza sin ojos/ De la médula del alma. / La gran tumba de la noche/ Su ne-gro velo levanta/ Para ocultar con el día/ La inmensa cumbre estrellada. / ¡Qué haré yo sobre estos campos/ Cogiendo nidos y ramas, / Rodeado de la aurora/ Y llena de noche el alma! / ¡Qué haré si tienes tus ojos/ Muertos a las luces cla-ras/ Y no ha de sentir mi carne/ El calor de tus miradas! / ¿Por qué te perdí por siempre/ En aquella tarde clara? / Hoy mi pecho está reseco/ Como una estrella apagada. (Granada abril de 1919)
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„O CORE MIE Vicine „a „na surgènte, „o core mie mo s‟arrepose e nu‟ pense a niénte, parle cull‟acqua e „nu luntane ammòre cu „na canzòne ricca „e sentimiénte. Vulesse addiventà acqua „e surgènte ca chiara e fredda me rapisce „o core, me salve a stiènte, all‟urdeme muménte, sule „o ricorde e nu luntane ammore. __________ Il mio cuore - Il mio cuore riposa vicino alla fredda sorgente / riempila dei tuoi fili, ragno dell’oblio / e l’acqua della fonte gli cantava la sua canzone / riempila dei tuoi fili, ragno dell’oblio / il mio cuore sveglio diceva i suoi amori / tessi il tuo mistero, ragno dell’oblio / e l’acqua della fonte cupa l’ascoltava / tessi il tuo mistero, ragno dell’oblio / scivola il mio cuore sulla fredda fonte / trattenete l’acqua mani bianche e lontane. Mi corazón - Mi corazón reposa junto a la fuente fría. /(Llénala con tus hilos, /Araña del olvido.) /El agua de la fuente su canción le decía. /(Llénala con tus hilos, /Araña del olvido.) /Mi corazón despierto sus amores decía. / (Araña del silencio, / Téjele tu misterio) / El agua de la fuente lo escuchaba sombría. /Araña del silencio, /Téjele tu misterio.) / Mi corazón se vuelca sobre la fuente fría. / (Manos blancas, lejanas, / Detened a las aguas.) / Y el agua se lo lleva cantando de alegría. / (¡Manos blancas, lejanas, / Nada queda en las aguas!) – ( Granada,Mayo de 1919 )
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DES IDER IE Voglio nu munne d‟ammòre, senza foglie, né viénte, senza acqua e surgènte, Nu munn „e vase, ... e susìre, cu chist‟uòcchie pe‟ stelle e a passiòne pe‟ sole, ca me luce „ndo‟ core. Che voglio? Voglio stu core sultante, stu core belle ca tiène e ... niente cchiù.
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Desiderio - Solo il tuo cuore appassionato /e niente più. /Il mio paradiso un campo/ senza usignolo /né lire, /con un lento corso d’acqua/e una piccola sorgente. /Senza il fruscio del vento / tra i rami, /né la stella che desidera /essere foglia. /Una immensa luce/ che fosse lucciola /di un’altra, /in un campo di/ sguardi evanescenti. / Una limpida quiete/ e i nostri baci là, /– sonori vezzi dell’eco-/ si schiuderebbero assai lontano. /Il tuo cuore appassionato/ e niente più. Deseo - Solo tu corazón caliente, / y nada más. / Mi paraíso un campo / sin ruiseñor / ni liras, /con un río discreto / y una fuentecilla. /Sin la espuela del viento /sobre la fronda, /ni la estrella que quiere /ser hoja. / Una enorme luz /que fuera / luciérnaga /de otra, /en un campo de /miradas rotas. / Un reposo claro /y allí nuestros besos, / lunares sonoros/ del eco, /se abrirían muy lejos. / Y tu corazón caliente, /nada más. (Granada 1920)
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QUANNE SPONTE A LUNA Quanne sponte a luna ndò ciéle, nun se sente nisciuna campane nu mistere vivine e luntane tutt‟attuòrne se vene a pusà. E guardannete attuòne che siénte? Stai al centro e nu munne infinito Fatte e mare e scùmma d‟argiènte, pure a terra sotte all‟acqua vo sta. Quanne spònte a luna ndò ciéle, allummanne „stu mùnne affatàte, essa è una, ma ciente sò e facce ncòpp‟ò mare, da ciéle girate. Quanne spònte a luna ndò ciéle, nun se sente nisciuna campane e „na musica e mille funtane tutt‟attuòrne se sente sunà.
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Quando spunta la luna - Quando spunta la luna/tacciono le campane/e i sentieri sembrano/impenetrabili/Quando spunta la luna/il mare copre la terra/e il cuore diventa/isola nell’infinito/Nessuno mangia arance/sotto la luna piena/Bisogna mangiare frutta verde e gelata/Quando spunta la luna/dai cento volti uguali, /la moneta d’argento/singhiozza nel taschino. Cuando sale la luna - Cuando sale la luna / se pierden las campañas / y aparecen las sendas / impenetrables. / Cuando sale la luna, / el mar cubre la tierra / y el corazón se siente / isla en el infinito. / Nadie come naranjas / bajo la luna llena./ Es preciso comer / fruta verde y helada./ Cuando sale la luna/ de cién rostros iguales, / la moneda de plata / solloza en el bolsillo.
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FOG LIE MORTE Ncoppe a sti foglie gialle chiagne o core, ‘o viente sciòsce e s’alluntane ammòre Tremme ‘a vetrata st’ammòre se n’è jùte Mo vène vièrne e ‘o rame s’è nseccùte. ‘Sta musica luntana nu’ fernèsce, trèmmene ‘e vrìte e o core mie patisce. Ammore mie è fernute e sciòsce ‘o viénte, quante t’avesse amate, mo ... si’ turmiénte. s’aràpre ‘o nido e cade ndò sentiére a pioggia scénne e bagna chìstu core o rame n’è cchiù verde, s’è ‘nseccùte, ammore mie luntane, mo, è fernute. ________________ Le foglie morte - Ho tanta paura / delle foglie morte, / paura dei prati / gonfi di rugiada. / Vado a dormire; / se non mi sveglierai / lascerò al tuo fianco / il mio freddo cuore. / Che cosa suona / così lontano? Amore. / Il vento sulle vetrate, / amor mio! / Ti cinsi collane / con gemme d'aurora. / Perché mi abbandoni / su questo cammino? / Se vai tanto lontana / il mio
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uccello piange / e la vigna verde / non darà vino. / Che cosa suona / così lontano? / Amore. Il vento sulle vetrate, / amor mio! / Non saprai mai / o mia sfinge di neve, / quanto / t'avrei amata / quei mattini / quando a lungo piove / e sul ramo secco / si disfa il nido. / Che cosa suona / così lontano? Amore. / Il vento sulle vetrate, / amore mio!
Las hojas muertas - Tengo mucho miedo / de las hojas muertas, / miedo de los prados / llenos de rocío./ Yo voy a dormirme; / si no me despiertas, / dejaré a tu lado mi corazón frió./ Qué es eso que suena / muy lejos? / Amor. El viento en las vidrieras, / ¡amor mío! / Te puse collares / con gemas de aurora./ Por qué me abbandona / en este camino? / Si te vas muy lejos, / mi pájaro llora / y la verde viña / no dará su vino./ Qué es eso que suena / muy lejos? / Amor. El viento en las vidrieras, / ¡amor mío! / Tú no sabrás nunca, / esfinge de nieve, / lo mucho que yo / te hubiera querido / esas madrugadas / cuando tanto llueve / y en la rama seca / se deshace el nido. / Qué es eso que suena / muy lejos? / Amor. El viento en las vidrieras, / ¡amor mío! (1919)
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NOTE BIOGRAFICHE DELL’AUTORE Nato a San Valentino Torio, ha frequentato gli studi presso il Liceo Tito Lucrezio Caro Di Sarno. Trasferitosi con la famiglia a Salerno, negli anni settanta, Nel 1971, iniziava a collaborare con lo scrittore Arnaldo Di Matteo, scrivendo sul periodico “Verso il 2000”. Di poi, entra a far parte dell’equipe del Varo, la galleria d’arte di Vito Giocoli, sostenuta dal giornalista napoletano Saverio Natale, che lo veicola verso la critica d’arte. Intanto diviene un punto di riferimento nella famiglia di “Verso il 2000”, colla-borando con il Prof. Zazo dell’Ateneo napoletano, il preside Marino Serini, il pittore Luigi Grieco, Achille Cardasco, Nicola Napoli-tano, Renato Ungaro, Luigi Fiorentino ed altre personalità della cultura, come l’attore Franco Angrisano, Domenico Rea e GaetanoRispoli. Fu appunto Rispoli a presentarlo a Carlo Levi, a Roma, nel dicembre del 1971 e, nel 1979, Domenico Rea, presso la Camera di Commercio di Salerno, presentava alla stampa il libro di estetica morale Il Vangelo di Matteo (Roma - n. 136 del 12/6/ 1980), che il Pastore scriveva, nel 1979), con Liana Annarumma (Il Giorno - 23 marzo 1980). Intanto, Franco Angrisano lo presentava ad Eduardo De Filippo, nel periodo in cui l’attore recitava nella sua compagnia. Fu allora che in Franco Pastore si rafforzò l’amore per il teatro. Frattanto, grazie al Grieco, conosceva Lucia Apicella di Cava (Mamma Lucia), per la quale pubblicava su Verso il 2000 una serie di racconti, raccolti poi nel libro “Mamma Lucia ed altre novelle” (L’Eco della stampa - gennaio 1980 / Il Faro del 13/2/1980), con le illustrazioni del Grieco. Seguiva, sempre sull’eroina cavese,“Mutter der Toten”, un radiodramma, pubblicato dalla Palladio, che Angrisano drammatizzò nel salone dei marmi del Comune di Salerno (la Voce del Sud - 12/7/1980 Roma 11 giugno 1980 52 n.135), il giorno in cui Mamma Lucia fu
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Premiata con medaglia d’oro del Presidente della Repubblica nel luglio del 1980 (Il Secolo d'Italia - Anno XXIX - dell'11/07/1980). Dopo il suo primo romanzo “L’ira del Sud” (verso il 2000 - anno XXIII - n.82 del 1983, con nota autografa di Nilde Iotti) scrisse per Franco Angrisano “La moglie dell’oste”, ispirata alla XII novella de Il Novellino, di Masuccio Salernitano; seguì “Terra amara”, sul problema del caporalato nel sud. Negli anni novanta, viene trasferito al Liceo di Piaggine. Fu in quegli anni che scrisse “All’ombra del Cervati” una raccolta di liriche e “Fabellae”, un testo di drammatizzazione per la scuola elementare. Sono gli anni in cui si accosta all’informatica, è docente di sociologia e psicologia di gruppo nell’Ospe-dale Tortora di Pagani. Inizia un dialogo stretto con il teatro, grazie alla disponibilità dell’auditorium del Centro Sociale paganese ed all’incontro con la compagnia teatrale “02”, diretta da Enzo Fabbricatore. Nascono così le commedie: “Un giorno come un altro”, “Un maledetto amore”, “Una strana Famiglia” ( Le Figaro / Education, samedi 4 juin 2005). Tra il 1995 ed il 2000, è direttore di Corsi di alfabetizzazione informatica per il M.I. e tiene, al Centro sociale di Pagani, Corsi di Pedagogia speciale (metodi: Decroly e Froebel). Alla fine degli anni novanta, si abilita per l'insegnamento delle lettere negli istituti superiori e, nel 2000, il commediografo passa dalla pedagogia (didattica e metodologia), all’insegna-mento di italiano e storia nell’Istituto “G. Fortunato” di Angri. Nello stesso anno, ritorna nella sua Salerno, in via Posidonia. Oramai ha perso tutti gli amici di un tempo. Intensifica il suo interesse per il teatro, entra in rapporto con alcune compagnie salernitane e conosce Gaetano Stella e Matteo Salsano della compagnia di Luca De Filippo. Con questi ultimi, ripropone “La moglie dell’oste” che viene rappresentata nel 2006, al teatro dei Barbuti, nel Centro storico. Il successo dell’opera lo spinge a scrivere altre tre commedie, ispirate al Novellino del Masuccio: Le brache di San Griffone , “Un vescovo una monaca ed una badessa” e “Lo papa a Roma”. Intanto, inizia il ciclo de’ “I Signori della guerra”, ovvero “La Saga dei Longobardi”, un insieme di cinque drammi storici, sulla Salerno longobarda e normanna, che completa il 29 gennaio del 2011. Dopo la pubblicazione delle raccolte di racconti “Il gusto della vita” (ed. Palladio) e di “Ciomma” (edito dalla Ed. Antitesi di Roma), va
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in scena, a Pagani, il primo dei drammi storici “L’Adelchi”, replicato il 25 febbraio 2011 al Diana di Nocera Inf., con il patrocinio della Provincia di Salerno (Dentro Salerno, 25 febbr. 2011). Dunque, nelle sue opere, traviamo profonde tracce delle sue radici: le figure ed i personaggi delle sue commedie e dei racconti ci riportano all’agro nocerino-sarnese, ricco di caratteristiche peculiari, artisticamente incastonati in situazioni socio antropologiche sui generis. E’ il caso di “Peppe Tracchia”, così come di “Ciomma” o “Luciano Valosta”, per non citare tante altre figure, prese dai campi o dalle fabbriche di pomodori. Nemmeno l’agro si dimentica di lui, con la consegna dell’Award dell’Agro, per la letteratura. (Cronache del Salernitano, del 27 agosto 2013) e la pubblicazione di “Oltre le stelle”, presentata al palazzo formosa, il 12 febbraio del 2014 (Dentro Salerno, 13.02.2014) Fin dagli inizi del suo percorso artistico, Pastore, pur avendo acquisito una formazione classica (Euripide, i lirici greci, Aristofane e la commedia antica, Omero, Esopo e Fedro), si trova ad essere rivolto verso il presente del nostro tempo. La sua narrativa si può ritenere, in alcune sfumature, neorealista, con testimonianze forti sulle difficoltà di una Italia degli anni della ricostruzione. Così, nel teatro, nel mentre delinea il dramma di antiche dominazioni, passa alla commedia di denuncia ed alla farsa. (1)
------------------------1) Da UNA VITA DEDITA AL TEATRO ED ALLA POOESIA, di R.M.Pastore – A..I.T.W. Edizioni – Salerno luglio 2015 - SBN GGKEY:FC2NG9E5TXK E
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Hanno scritto di lui: Il Giorno - La Nuova Frontiera - L’Eco della Stampa - Verso il 2000 - La Voce del Sud - La Gazzetta di Salerno - La Gazzetta di Frosinone - Candido Nuovo - Il Secolo - Il Faro - L’Amico del popolo - La Città - Cronache di Potenza - Dentro Salerno - La gazzetta di Teramo - Le Figaro - La Lampada - Dossier Sud - Il Roma - La gazzetta di Pescara - Areapago Cirals - La Gazzetta di Matera - La Tribuna dell’Irpinia - Settimanale Unico - Corriere del Mezzogiorno - Cancello ed Arnone News - Cronache del Mezzogiorno L’Osservatore dell’Agro - Dentro Salerno - Agire - Il Mattino - Cronache del salernitano - Epucanostra - Brontolo - Tvoggi Salerno - Cilento Notizie - Il Basilisco - Unico - Cronache Cilentane - Euterpe ed altre testate. Hanno parlato di lui: L. Fiorentino (Ateneo di Siena) - Nicola Napolitano - Nilde Iotti - Saverio Natale - A. Di Matteo - Gualdoni (del Giorno, Mi) - Lucia Salvatore - N. Ammaturo (Ateneo di Salerno) – Renato Ungaro - Domenico Rea - Laura Vichi (Roma) - A. Mirabella - R. Nicodemo - Giuffrida Farina - Luigi Crescibene - R. Ungaro - A. Palumbo - Paolo Romano - G. Rispoli - Anna Burdua – Anna Maria Scheible – L. Spurio – Rocco Risolia ed altri. Trasmissioni radio-televisive: TLC Campania, Serata napoletana - Presentazione del libro di racconti “Il gusto della vita” ( 13 ottobre 2006); Telecolore, Ore dodici - Present. Rivista “Antropos in the world; Telecolore, Ore dodici - Presentaz. lir. “Il profumo di Ermione”; Telecolore, Trasmiss.ne del dramma ARECHI II (sabato 9 marzo 2013); Telecolore, Trasmissione dramma ARECHI II ( dom. 10 marzo 2013 ); Telediocesi , presentaz. de “La Saga dei Longobardi” ( 14 ag. 2013 ); Telediocesi , presentaz. de “La Saga dei Longobardi” ( 15 ag. 2013 ). Radio Italia uno, Piemonte, trasmissione “Lisola che non c’è” presentazione dell’autore e lettura liriche. (5-26 giugno 2014).
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Altre Opere Poesia
VOGLIA D’AMARE - Sa. 1974 - Cod. SBN - IT\ICCU\BIA\0018357 OMBRE DI CAPELVENERE; 1989 Codice SBN UBO1787585 - Bibl. ca Univ. Cagliari SORRISI D’AMORE, liriche, 1994 Cod. SBN IT\ICCU\ CFI\0059-162 ALL’OMBRA DEL CERVATI - Na 1995 Cod. IT\ICCU\MIL\0837501 LE TUE LABBRA, liriche d’amore - A.I.T.W. 2010 - Cod SBN IT\ICCU\PAL\0256056 IL PROFUMO D’ERMIONE, poesia A.I.T.W. edizioni, Salerno, marzo 2013 -SBN IT\ICCU\NAP\0568671 SALERNO DAL CONCORD - 1a Ed. 2003 - 2a Ed.., Salerno sett. 2013 A.I.T.W - Cod. SBN IT\ICCU\PAL\0262623 IL PROFUMO DEGLI ANGELI – Ebook free, Salerno 2004 ACQUA ELECTA - A.I.T.W edizioni, Sa 2013 – Cod. IT\ICCU\ MIL\0854762 OLTRE LE STELLE, dedicato a S. Valentino T. - A.I.T.W. edizioni, Sa 2014 – cod. IT\ICCU\MOD\1628173 OMBRE DI SOGNO, riflessioni in versi – A.I.T.W. Edizioni – Sa 2014 cod. IT\ICCU\MO1\0037932 SALERNO DAL CONCORD, e.book free 4, Salerno 2004. Con codice GGKEY:WZP8J2DWL3U E RICORDI DEL TEMPO, A.I.T.W. edizioni – Salerno 2015 BALUGINAR DI LUNA, A.I.T.W. edizioni – Salerno 2015 SUNOUSIA, A.I.T.W. ed. – Sa 2015 SBN GGKEY:4GCK0EXX6XC E
Videoliriche Oltre duecento, presenti su yutube, Google e sul Web; tra esse: Ombre di sogno, La lupa, Frastagli di notte, Come le foglie, Come un sogno che muore, Ad Alfonso Gatto, a Freddy Mercury, a papa Francesco, Le tue labbra, L’amante, Sorrisi d’amore, Aspettando l’alba, Resurrectio, Morbidezze, Commiato, Oltre le stelle, E ancora domani, La nostra favola, Guardandoti, L’odore del mare, Indietro, Senza sosta, Fantasmi, Il sembiante, Fuga d’inverno, Le tue mani, Vaghezze, La Capinera, Ho raccolto, Cosa tu sei, La mimosa, Lilium, Come in prece, Come perdermi, La via del mare, Donna,
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Lucania, Hipatia, Mater coeli, Ananes, La giostra, Dove sei, Quale alito di vento, Al tempo della ginestra, Donnez moi ma vie, Se questi occhi, Impulso, Marcinelle, Solo vento, Nedda, L’isola che non c’è, La tua musica, Emozione, Odori di bosco, Sulle tue labbra, On my way, Quando il sole declina, Respiro con le stelle, Vento d’autunno, Approdo, Nuvole,Marianna de Leyva, Francesca da Rimini, Giuliet-ta dei Capuleti, Comparando, Anche se piove, Sul far del mattino, Il sorriso degli angeli, Ritorno in famiglia, Solitudine, La favola della vita, Laura, Il tuo fiato, Con la mi vida, Conbien je vous aime, Simbiosi, Mirando, Se amessi fiato, Non so cantare, Come un gabbiano, Sussurri, Ritual, Dolce contesa, Germogli, Come il sole al tramonto, Mentre imbruna la sera, Panta rei, Come un raggio di sole, Solo tu, Andando a fichi, notte, Senza fiato, All’alba, La colpa più grande ed altre, Noi siam meteore, Non è più tempo di favole, Una eco lontana, Come un raggio di luna, Senza chiedere e sulle mie mani. Poesia monografica AMORE E MITO, favole della lett. lat. in versi - Ediz. Penne Pazze e- book 2006 - II ed. luglio del 2013. Cod. IT\ICCU\MO1\0035687 Il NAZARENO, lauda sulla morte di Cristo, A.I.T.W. ed. - Sa, 2009 Cod, SBN IT\ICCU\NAP\0563067 LE STELLE DELLA STORIA, Sidera Historiae, donne che hanno fatto storia, Salerno 2006, rist.pa 2013 cod. IT\ICCU\MO1\0035683 UN UNICO GRANDE SOGNO, poesia d’amore in odi dedicate ai personaggi femminili celebri, da Isotta a Giulietta, alla Lupa, a Nedda e alla Peppa del Gramigna - Ediz. Poetilandia ebook 2006 cd. Sbn IT\ICCU\MO1\0035686 EL CID CAMPEADOR, un’ode al cid di Spagna - A.I.T.W. Edizioni, Salerno 2014
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Prosa L’IRA DEL SUD (romanzo) edizioni Palladio - 1982. Codice SBN CFI0020645 - Bibl. Univ. Cagliari LA SIGNORA DELLA MORTE (radiodramma)- Palladio Editrice Salerno 1978 Codice SBN IT\ICCU\SBL\0625441 SETTE STORIE PER PIERINO, racconti per ragazzi -Ediz. Verso il 2000, Sa 1978 - Cod. SBN SBL\0628217 - Bibl.che: Ca, Tr, Na, MAMMA LUCIA ed altre novelle, Sa 1979 Codice SBN PAL0159227 – Bibl. Univ. Cagliari SAN MARZANO nella pianura campana (storiografia), Ed. Palladio, Sa 1983. Cod. SBN IT\ICCU\CFI\0032994 IL GUSTO DELLA VITA,- racconti, Ediz. Poetilandia ebook 2005 – Ed. Palladio, Sa 2006 . Codice SBN IT\ICCU\PUV\1362615 IL GUSTO DELLA VITA, racconti, II Ediz. IT\ICCU\NAP\0640292 CIOMMA, racconti dell’agro sarnese - Ed. Antitesi, Roma 2008 – Cod ISBN IT\ICCU\PUV\1363319 I TEMPLARI, dramma storico - A.I.T.W. ediz. - Sa 2010, cod. IT\ ICCU\- MO1\0035682 I Templari , fumetto, Centro Stampa ed. Pagani 2008 NUNZIATINA, romanzo breve, estratto e rielaborato da L’ira del sud del 1989 – A.I.T.W. Edizioni, Salerno 2014 - ISBN 9788868143053 RADICI – A.I.T.W. Ed. – Pubblicazione in e - book Google play, gennaio 2015 – cod. Sbn IT\ICCU\MOD\1644687 Saggistica Il VANGELO DI MATTEO ( estetica morale, con prefazione di Domenico Rea) De Luca ed.- Amalfi 1979 cod. SBN IT\ICCU|PUV\1368781 IL CORAGGIO DELLA VERITÀ, libro inchiesta sulla tragedia di Ustica - A.I.T.W. Ed., giugno 2012 Cod. SBN IT\ICCU\NAP\0544907 HERACLES IN MAGNA GRECIA,iconografia ragionata. Cod. SBN IT\IC CU\MO1\0035548 ME NE JEVE PE’ CASO, contaminatio in napoletano della 1,9 satira di P.Orazio Flacco - A.I.T.W. Ed. - Sa 2013 IT\ICCU\ NAP\0595558 ‘O VIAGGIO PE’ BRINNESE contaminatio in napol. 1,6 della satira di
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Orazio Flacco - A.I.T.W. Ediz. - Sa 2013 Cod. IT\ICCU\RML\0361796 LA SIGNORA DELLA MORTE ( Mutter der toten ) radiodramma Ed. Palladio, Sa. 1980; ( La Nuova Frontiera del 30/7/81) Biblioteca Fond. Siotto Alghero - Codice SBN SBL065441 FAEDRUS, le favole latine di Faedrus in versi napoletani - A.I.T.W. Ediz., giugno 2011- Cod SBN IT\ICCU\NAP\0568756 AISOPOS, le favole greche di Esopo in versi napoletani - A.I.T.W. Edizioni, sett. 2011 cod. SBN IT\ICCU\NAP\0568683 LE PROBLEMATICHE DELL’ ADOLESCENZA verso la formazione del sé- A.I.T.W. Ed. - Sa 2013. Cod. SBN IT\ICCU\MO1-\0035831 LE PROBLEMATICHE DELL’ ADOLESCENZA i comportamenti a ririschio – A.I.T.W. Ed. - Sa 2013. Cod. SBN IT\ICCU\MOD\- 1622636 FILOSOFIA ARISTOTELICA, schiavitù ed oikonomìa - A.I.T.W. Ed. - Sa 2014, II stampa. Cod. ISBN IT\ICCU\MOD\1628166 IL CANCELLERI Tommaso Guardati - A.I.T.W. Ed. - Sa 2014. LUCIA APICELLA, la madre di tutti i caduti – A.I.T.W. –Sa 2014. LE PROBLEMATICHE DELLA VECCHIAIA E LA MUSICOTERAPIA- pubblicato su google play il 25 genn.2015, con codice n. GGKEY:K6C9CH8SW3Q E CATULLO A NAPOLI, i carmi tradotti in napoletano – A.I.T.W. ediz.ni Salerno, febbraio 2015 - IT\ICCU\MO1\0038568 LA MORTE DI CESARE A.I.T.W. ediz.ni - Salerno, febbraio 2015
Drammi TERRA AMARA - 1979. Cod SBN IT\ICCU\MO1\0035757 LUISA CAMMARANO - 2004 - Cod. SBN IT\ICCU\MO1\0036201 UN MALEDETTO AMORE - 2001 -Cod.SBN IT\ICCU\MIL\0851139 UN GIORNO COME UN ALTRO - 1998 - Cod SBN [IT\ICCU\-MIL\0839578 Commedie LA MOGLIE DELL’OSTE - 1974. Cod SBN IT\ICCU\MO1\0035688 LO PAPA A ROMA - 2003 – Codice SBN IT\ICCU\NAP\0582008 UNA STRANA FAMIGLIA - 2005. Codice SBN IT\ICCU\NAP\0590201 IL MENACHER - 2005 O VESCOVO, A MONACA E L’ABBADESSA -2004 - cod. SBN IT\ICC-
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U\MO1\0035684 LE BRACHE DI SAN GRIFFONE - 2005- codiceIT\ICCU\NAP\0584683 MASUCCIO IN TEATRO - A.I.T.W. Edizioni - Salerno 2014 - codice IT\ICCU\NAP\0646027
Drammi storici: GAITA, la moglie del Guiscardo,Sa 2007 - IT\ICCU\MO1\0035550 I TEMPLARI - Salerno 2008 Codice SBN IT\ICCU\MO1\0035688 ARECHI II – Salerno 2008 - Codice SBN IT\ICCU\MIL\0844100 IL NAZARENO - Salerno 2009 - cod. SBN [IT\ICCU\MO1\0035682 LA BATTAGLIA DELLA CARNALE - 2010 cod. SBN [IT\ICCU\MO1\0035682] GUAIMARIO IV - Salerno 2010 - codice SBN IT\ICCU\NAP\0582008 ROBERT D’HAUTEVILLE LA GUICHARD, Sa. 2011 - cod. SBN IT\CCU\MO1\0035551 PIU’ FORTE DELLA MORTE- A.I.T.W. Ediz. Sa. 2011 - Cod. SBN IT\ICCU\NAP\0563051 IPPOLITO PASTINA - A.I.T.W. Edizioni, 2012 – Cod SBN IT\ICCU\MIL\0844104 ISABELLA SANSEVERINO - A.I.T.W. Edizioni – Salerno 2014 – cod. IT\ICCU\NAP\0633689 LA SAGA DEI LONGOBARDI - A.I.T.W. Edizioni – Sa. 2014 – Codice IT\ICCU\MO1\0037976] Farse UNA FAMIGLIA IN ANALISI - 2006 - SBN: IT\ICCU\MO1\01003205 UN CASO DI NECESSITÀ - A.I.T.W. Edizioni, Salerno2008 - Codice SBN IT\ICCU\NAP\0590700 PEPPE TRACCHIA - Salerno2008. Cod. SBN IT\ICCU\MO1\0035841 CONCETTA QUAGLIARULO - 2009 ( una contaminatio sullo sbarco di Salerno). Cod. SBN IT\ICCU\MO1\0035758 VÁSE ARRUBBÁTE - A.I.T.W. Sa 2010 - Cod. SBN IT\ICCU\MO1\003204 BERNARDAS GLORIOSAS - Salerno 2011 – ISBN IT\ICCU\MOD\1628171 COLLOQUIO con un segretario di onorevole - Salerno 2010. Cod.
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SBN ITCCU\MO1\0036202 IL BREVETTO, in tre scene, del gennaio 2005, cod. GGKEY-:731WGTQNLLC E, pubblicato su google play, il 24 gennaio del 2015.
Fiabe on line – Fiabe in pubblicazioni e teatro per ragazzi: FABELLAE- antologia di drammatizzazione per la scuola primaria‚ Paes, 1988. Cod. SBN IT\ICCU\CFI\0154255 LA MARGHERITA SCIOCCA - S.W. anno 2004 – filmato IL PAPERO INGRATO - S.W. anno 2006 – filmato ORFEO GATTO MARAMEO - S.W. anno 2006 – filmato IL VERME ED IL CALABRONE – S.W. anno 206 – filmato IL PAPPAGALLO FILOSOFO - Sul Web anno 2006 /7 – filmato LA LEPRE E LA TARTARUGA - Sul Web anno 2006 /7 – filmato IL BRUCO ED IL CALABRONE - Sul Web anno 2006 /7– filmato IL PAPPAGALLO FILOSOFO - Sul Web anno 2006 /7 – filmato LA GALLINA SCIOCCA - Sul Web anno 2006 /7 – filmato CANIS PARTURIENS – filmato 2005/6 – Riduz. in napoletano CAMELUS QUI PETEBAT CORNUA – filmato 2005/6 – in napoletano PISCATOR QUI AQUAM PERCUTEBAT – filmato2005/6 – in napoletano VOLPES ET CORVUS – filmato 2005/6 – Riduz. in napoletano VULPES LEO ET SIMIO – filmato 2005/6 – Riduz. in napoletano RANAE AD SOLEM – filmato 2005/6 – Riduz. in napoletano RANAE PETUNT REGEM – filmato 2005/6 – Riduz. in napoletano FRATER ET SOROR – filmato 2005/6– Riduz. in napoletano CALIMERO E LE SETTE NANE,UNA STORIA ALL’INCONTRARIO A.I.T.W. Edizioni - Salerno genn. 2014 - ISBN: 9788891133052
IL PRINCIPE FIORITO, UNA STORIA ALL‟INCONTRARIO - A.I.T.W.
Edizioni - Salerno, nov. 2014 PINOCCHIO IN TRIBUNALE ; La civetta, la cicala e la formica ; Una gara della stupidità; La capretta Genoveffa : quattro drammatizzazioni per le scuole elementari - Paes, 1987 ( Cava de’Tirreni, Palumbo & Esposito) Monografia - Testo a stampa - SBN IT\ICCU\CFI\0105947 Le FIABE DI MAMMA DORA – A.I.T.W. Ed. – Sa 2015-02-03 SBN IT\ICCU\MO1\0038517
Opere multimediali - Documentari didattici VERSO LA RELIGIONE EGIZIA – Documentario didattico
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LA RELIGIONE GRECA - Documentario didattico ROMA PAGANA – Documentario didattico IL MIRACOLO DI BETLEMME – Documentario didattico ABRAMO - Documentario IL CANTICO DEI CANTICI – Documentario IL SS. CORPO DI CRISTO – Documentario LA CRIPTA DEL SS. Corpo di Cristo - Documentario
Pubblicazioni in Ebook (pdf, epub e mobi, PC, Mac Os, Linux, iPho-ne, iPad, Android, HTC, Blackbarry, eReaders), su store italiani ed internazionali:
NUNZIATINA, romanzo breve, sul caporalato nel sud dell’Italia d’inizio secolo, 2013. – cod ISBN 9788868143053. IL PROFUMO D’ERMIONE, liriche, anno 2013; cod ISBN 9788891-
129031. AQUA ELECTA, liriche dedicate a Quaglietta di Calabritto ed all’alta valle del
Sele. Anno 2013 – cod ISBN 9788891130945. CALIMERO E LE SETTE NANE, una storia all’incontrario, anno 2014. cod ISBN 9788891133052. IL VERME ED IL CALABRONE – S.W. anno 2006 – filmato IL PAPPAGALLO FILOSOFO - Sul Web anno 2006 /7 – filmato LA LEPRE E LA TARTARUGA - Sul Web anno 2006 /7 – filmato IL BRUCO ED IL CALABRONE - Sul Web anno 2006 /7– filmato IL PAPPAGALLO FILOSOFO - Sul Web anno 2006 /7 – filmato LA GALLINA SCIOCCA - Sul Web anno 2006 /7 – filmato SALERNO DAL Concord, liriche dedicate a Salerno - Cod. SBN IT\ICCU\PAL\0262623. OLTRE LE STELLE, liriche dedicate al paese dell’amore, San Valentino Torio. Anno 20014 – cod. SBN. 978889113420. IL SORRISO DEGLI ANGELI, liriche, Salerno 2004. UN UNICO GRANDE SOGNO, poesia monografica, Catanzaro 2006. IL GUSTO DELLA VITA,racconti, Catanzaro 2006. CRONACA CONTADINA Sa. 2006 - cod. SBN 9788868144067 LE TUE LABBRA – google libri IL BELLO ADDORMENTATO – google libri Ἡρακλῆς IN MAGNA GRAECIA – google libri MASUCCIO IN TEATRO – google libri LA SAGA DEI LONGOBARDI – google libri
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LE PROBLEMATICHE DELLA a dolescenza – google libri LE PROBLEMATICHE DELLA VECCHIAIA e la musicoterapia Google Play
Alcuni premi ed Onorificenze Roma - Medaglia d’oro per la poesia - S.Barbara 1971 ( Scuola Genio Pionieri) Roma- Accademia Int.le Tommaso Campanella - medaglia d’oro e nomina a Membro Honoris Causa 1975. Salerno - Salone dei Marmi del Palazzo Città - Trofeo “ Verso il 2000 ”, consegnato a Domenico Rea e Franco Pastore dal Ministero Turismo e Spettacolo e dall’Assessorato alla P. Istruzione del Comune di Salerno (La Voce del Sud, del 12. 7.1980 - La Nuova Frontiera, 30.6.1980 e del 15/12/1980 - Candido, 18 sett. 80). Roma - Acc. Gentium Pro Pace - nomina ad “ Academicum ex classe legitima”, 1980. Accademia delle Scienze di Roma - nomina ad Accad.co d’onore, 1982. Melbourne - Accadem. Lett. Italo - Australiana (A.L.I.AS.) - Primo premio internazionale per la narrativa, 2008. Melbourne – Accademia Lett. Italo-Australiana (A.L.I.AS.) - Primo premio internazionale per la narrativa 2011. Viterbo - Targa della città di Viterbo alla carriera - Accademia Francesco Petrarca, maggio 2012. Germany - Accreditation Correspondance Jornalistique - G.N.S. Presse Association, dicembre 2011. San Valentino T. - Award dell’Agro, per la letteratura. (Cronache del Salernitano, del 27 agosto 2013) Premio Silarus 2014, II posto per la narrativa, luglio 2014. Diffusione pubblicazioni: - In Italia, nelle biblioteche universitarie e nazionali di Padova, Trieste, Pavia, Pescara, Biella, Torino, Alghero, Milano, Firenze, Bologna, Urbino, Modena, Cesena, Cassino, Quartu Sant’Elena, Genova, Roma, Lucca, Napoli,
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Salerno, Bari, Palermo, Sassarri, Parma, Cagliari, Catania, Lerici, Roccadaspide e Campobasso. A Salerno: nella biblioteca dell’Archivio storico del Comune. - All’estero: Presso l’Ist. It.Cultura di Barcellona . - Internet: su google play, google libri e iussu.com
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INDICE Introductio ............................................................................................................ pag.5 Esplicatio ........................................................................................................... pag.10 Bibliografia ....................................................................................................... pag.16 Liriche di Machado: ‘O O mare .................................................................................................................. pag.19 A stagiòne .............................................................................................................. pag.20 Primmavere ......................................................................................................... pag.22 L’ammore è fantasia ......................................................................................... pag.23 Me manc’o sciàte ................................................................................................ pag.25 Nu iuòrne ............................................................................................................... pag.26 Notte d’estate ....................................................................................................... pag.28 Solitudine ............................................................................................................... pag.29 Era de maggio ................................................................................................... pag.30 Settembre ............................................................................................................ pag.31 ‘Ociardine ............................................................................................................ pag.32 Si fosse nu poeta ................................................................................................ pag.33 Liriche di Lorca: Alba ............................................................................................................................. pag.37 L’urdema illusione ............................................................................................... pag.39 Cumme a nu diamante ....................................................................................... pag.42 O nomme tuoie ...................................................................................................... pag.44 Mare ncantate.. .................................................................................................... pag.45 Vocca sunnata ...................................................................................................... pag.47 O core mie ................................................................................................................ pag.48 Desiderie ................................................................................................................... pag.49 Quanne sponte a luna ........................................................................................ pag.50 E foglie morte ......................................................................................................... pag.51 Note biografiche ................................................................................................. pag.54 Altre opere ........................................................................................................... pag.58
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Finito di stampare il 10 agosto 2015 SBN GGKEY:0J1P6G3FFZ5 E
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