Isotta di cornovaglia

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FRANCO PASTORE

IL PIANTO DI TRISTANO

A.I.T.W. Edizioni Collana Poesia Monografica

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DI

FRANCO PASTORE

© Agosto 2004 by Franco Pastore Una realizzazione A. I. T. W. Da “Un unico grande sogno” ISBN IT\ICCU\MO1\0035686

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INTRODUCTIO

Il capolavoro di Goffredo di Strasburgo, poeta tedesco del. XII secolo, Il Tristano, è un poema cavalleresco, composto in-torno al 1210 e rimasto incompiuto, che si ispira all’opera dello scrittore anglo-normanno Thomas, vissuto alla corte di Enrico II Plantageneto. Quest’ultimo, nel 1150, aveva narrato la leggenda bretone di Tristano e Isotta. Ma mentre in Thomas l’amore tra i due amanti è sentito come voluto dal fato, nel poema di G. di Strasburgo, la passione è idealizzata come disposizione dello spirito verso ciò che vi è di più nobile e più alto, fondendosi con l’esaltazione dei valori della società feudale. È il romanzo più bello e più celebre di tutta la letteratura cortese, che parla della tragica storia d’amore di Isotta, una principessa irlandese, che sposa per motivi politici un re normanno, e di Tristano, un nobile cavaliere bretone della tavola rotonda. L’HISTORIA Tristano nasce dall'amore tra Rivalen e Blancheflor, sorella di re Marco, signore della Cornovaglia e dell'Inghilterra, presso il quale Rivalen era stato ospite. Per questa loro passione i due amanti debbono fuggire a Canoel, capitale dell'Ermenia, di cui Rivalen è il legittimo signore, e qui si sposano, su consiglio di Roal, le Foitenant, il mantenitore di fede. Ma Rivalen è ucciso in battaglia dal rivale Morgan; quattro giorni dopo muore Blancheflor, dando alla luce il frutto dei suoi brevi amori: Tristano, appunto, che viene sottratto alla cattura da Roald, ed è quindi re in esilio di un regno occupato illegittimamente. Diventato ormai grandicello, Conosciuta la sua identità, viene armato cavaliere, torna nelle sue terre, uccide l'usurpatore e restaura la monarchia legittima. Quindi, restaurato l'ordine, lascia il potere nelle mani di Roald e torna da Marco, nel paese di là dal mare. Un giorno, Isotta, principessa d'Irlanda dai capelli biondi, trovò sulla spiaggia il giovane Tristano, moribondo per una ferita. Ne ebbe pietà e lo curò amorevolmente fino a guarirlo. Il giovane cavaliere, ormai rimessosi, dovette ripar-tire per recarsi da suo zio, il re Marco di Cornovaglia. Lo zio lo accolse a braccia aperte e, dato che non aveva eredi al tro-no, lo volle designare suo successore. Ma i nobili del regno si opposero ed il re Marco acconsentì a sposarsi, ma solo con la donna cui era appartenuta la ciocca di capelli biondi che una rondine aveva appena deposto dinanzi a lui. Tristano riconobbe immediatamente i capelli di Isotta e si offrì di recarsi in Irlanda, per chiederla in sposa per conto del re. In Irlanda, terrorizzata da un drago, lo affrontò ed uccise liberando il paese, ma fu ridotto in fin di vita dal suo alito velenoso, ed un altro cavaliere gli sottrasse il merito dell'impresa. Isotta e la madre scoprirono l’inganno e soccorsero il giovane cavaliere morente, salvandolo per la seconda volta. Quando Tristano guarì e la chiese in sposa per conto dello zio Marco di Cornovaglia, Isotta fu colta dalla disperazione, ma dovette accettare, perché suo padre confidava in quel matrimonio per riportare la pace tra i regni di Irlanda e Cornovaglia. Isotta sposò comunque re Marco, ma continuò ad incontrare, in segre-

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to,Tristano. Un giorno, re Marco, sorprese i due amanti, mentre dormivano, ma come segno di castità, vi era la spada di Tristano in mezzo ai due. Il re dapprima voleva ucciderli, poi, toccato da quel particolare, rinunciò alla sua vendetta. Ma prima di andarsene, lasciandoli addormentati, volle avvertirli che erano stati scoperti e, sostituì la spada di Tristano con la sua. Trovata fra loro la spada del re, i due amanti capirono e furono sopraffatti dalla vergogna. Tristano, allora, convinse Isotta a tornare dal re e per sè scelse l'esilio in Bretagna. Ma Tristano non poteva vivere a lungo lontano da Isotta. Così egli tornò ancora una volta dal re Marco, il quale, tormentato dai sospetti e dalla gelosia, spiò Tristano sino a che non lo sorprese nuovamente con la regina. Questa volta fece uccidere Tristano. Ma ciò determinò la morte di Isotta, che si trafisse il cuore sul corpo del suo amato.

PROLOGO

O dolce fiore dell’amor cortese, o premio ambito di mille e più contese, di notte, adorni lieve i sogni miei, coprendomi di baci appassionati. Tormento e amore negli occhi seducenti, il seno brama ognor d’esser baciato, solo Tristano è il bene desiato. La seta delle chiome ed il sorriso, la bocca e il tondo di quel dolce viso, la rosea carezza dei seni tuoi recano vita a questi giorni miei. O bionda Isotta, alito di vita, piacer sublime che ognor mi esalta sogno perduto e ritrovato ancora,

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amor che invita a vivere l’aurora.

EPILOGO Ma, quando la speranza viene meno, che gioia c’è lontano dal tuo cuore? Nego la vita, allor e muoio per amore! Rimane sol, nell’aria, il mio dolore, col pianto che si mesce al tuo, infin che i corpi, avvinti nella morte, giacciono insieme per l’eternità.

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L’Autore Franco Pastore nasce a San Valentino Torio, frequenta il ginnasio ed il Liceo nella vicina Sarno, il paese dei nonni materni, e completa gli studi presso l’Ateneo salernitano. Fin da giovanissimo, inizia a scrivere racconti, poesie ed articoli su periodici e giornali locali. Dopo il servizio militare, si trasferisce con la famiglia a Salerno, dove, nel 1971, inizia a collaborare con lo scrittore Arnaldo Di Matteo, scrivendo sul periodico “Verso il 2000”. Di poi, entra a far parte dell’equipe del Varo, la galleria d’arte di Vito Giocoli, sostenuta dal giornalista napoletano Saverio Natale, che lo veicola verso la critica d’arte. Intanto diviene un punto di riferimento nella famiglia di “Verso il 2000”, collaborando con il Prof. Zazo dell’Ateneo napoletano, il preside Marino Serini, il pittore Luigi Grieco, Achille Cardasco, Nicola Napolitano, Renato Ungaro, Luigi Fiorentino ed altre personalità della cultura, come Franco Angrisano Domenico Rea e Gaetano Rispoli. Fu appunto Rispoli a presentarlo a Carlo Levi, a Roma, nel dicembre del 1971. Alla metà degli anni settanta, sarà Domenico Rea, presso la Camera di Com-mercio di Salerno, a presentare alla stampa il libro di estetica morale Il Vangelo di Matteo (Roma - n. 136 del 12/6/1980), che il Pastore scriveva, nel 1979 (Il Giorno - 23 marzo 1980), con Liana Annarumma. Intanto, Franco Angrisano lo presentava ad Eduardo De Filippo, nel pe-riodo in cui l’attore recitava nella sua compagnia. Fu allora che in Franco Pastore si rafforzò l’amore per il teatro. Frattanto, grazie al Grieco, conosceva Lucia Apicella di Cava (Mamma Lucia), per la quale pubblicava su Verso il 2000 una serie di racconti, raccolti poi nel libro “Mamma Lucia ed altre novelle” (L’Eco della stampa - gennaio 1980 / Il Faro del 13/2/1980), con le illustrazioni del Grieco. Seguiva, sempre sull’eroina cavese,“Mutter der Toten”, un radiodramma, pubblicato dalla Palladio, che Angrisano drammatizzò nel salone dei marmi del Comune di Salerno (la Voce del Sud - 12/7/1980 - Roma 11 giugno 1980 52 n.135), il giorno in cui Mamma Lucia fu Premiata con medaglia d’oro del Presidente della Repubblica nel luglio del 1980 (Il Secolo d'Italia - Anno XXIX - dell'11/07/1980). Dopo il suo primo romanzo “L’ira del Sud” (verso il 2000 - anno XXIII - n.82 del 1983, con nota autografa di Nilde Iotti) scrisse per Franco Angrisano “La moglie dell’oste”, ispirata alla XII novella de Il Novellino, di Masuccio Salernitano; seguì “Terra amara”, sul problema del caporalato nel sud. Negli anni novanta, viene trasferito al Liceo di Piaggine. Fu in quegli anni che scrisse “All’ombra del Cervati” una raccolta di liriche e “Fabellae”, un testo di drammatizzazione per la scuola elementare. Sono gli anni in cui si accosta all’informatica, è docente di sociologia e psicologia di gruppo nell’Ospedale Tortora di Pagani. Inizia un dialogo stretto con il teatro, grazie alla disponibilità dell’auditorium del Centro Sociale paganese ed all’incontro con la compagnia teatrale “02”, diretta da Enzo Fabbricatore. Nascono così le commedie: “Un giorno come un altro”, “Un maledetto amore”, “Una strana Famiglia” ( Le Figaro / Education, samedi 4 juin 2005). Tra il 1995 ed il 2000, è direttore di Corsi di alfabetizzazione informatica per il M.I. e tiene, al Centro sociale di Pagani, Corsi di Pedagogia speciale (metodi: Decroly e Froebel). Alla fine degli anni novanta, si abilita per l'insegnamento delle lettere negli istituti superiori e, nel 2000, il commediografo passa dalla pedagogia (didattica e metodologia), all’insegnamento di italiano e storia nell’Istituto “G. Fortunato” di Angri. Nello stesso anno, ritorna nella sua Salerno, in via Posidonia. Oramai ha perso tutti gli amici di un tempo. Intensifica il suo interesse per il teatro, entra in rapporto con alcune compagnie salernitane e conosce Gaetano Stella e Matteo Salsano della compagnia di Luca De Filippo. Con questi ultimi, ripropone “La moglie dell’oste” che viene rappresentata nel 2006, al teatro dei Barbuti, nel Centro storico. Il successo dell’opera lo spinge a scrivere altre tre commedie, ispirate al Novellino del Masuccio: Le brache di San Griffone , “Un vescovo una monaca ed una badessa” e “Lo papa a Roma”. Oramai l’insegnamento non lo interessa più e dà le dimissioni, nel settem-bre del 2005, chiudendo innanzi tempo il suo impegno con la scuola, per dedicarsi completamente al Teatro. Come European journalist (GNS Press Association), fonda, con il patroci-nio del Comune e della Provincia di Salerno, la rivista virtuale di lettere ed arti “ Antropos in the world”, alla quale collaborano l’on.Michele Rallo da Trapani, Anna Burdua da Erice, Maria imparato da Bergamo e Gaetano Rispoli, l’ulti-mo maestro di pittura, amico di Carlo levi e di Domenico Rea. Intanto, inizia il ciclo de’ “I Signori della guerra”, ovvero “La Saga dei Longobardi”, un insieme di cinque drammi storici, sulla Salerno longobarda e normanna, che completa il 29 gennaio del 2011. Dopo la pubblicazione delle raccolte di racconti “Il gusto della vita” (ed. Palladio) e di “Ciomma” (edito dalla Ed. Antitesi di Roma), va in scena, a Pagani, il primo dei drammi storici “L’Adelchi”, replicato il 25

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febbraio 2011 al Diana di Nocera Inf., con il patrocinio della Provincia di Salerno (Dentro Salerno, 25 febbr. 2011). Dunque, nelle sue opere, traviamo profonde tracce delle sue radici: le figure ed i personaggi delle sue commedie e dei racconti ci riportano all’agro nocerino-sarnese, ricco di caratteristiche peculiari, artisticamente incasto-nati in situazioni socio antropologiche sui generis. E’ il caso di “Peppe Trac-chia”, così come di “Ciomma” o “Luciano Valosta”, per non citare tante altre figure, prese dai campi o dalle fabbriche di pomodori. Nemmeno l’agro si dimentica di lui, con la consegna dell’Award dell’Agro, per la letteratura. (Cronache del Salernitano, del 27 agosto 2013) e la pubblicazione di “Oltre le stelle”, presentata al palazzo formosa, il 12 febbraio del 2014 (Dentro Salerno, 13.02.2014) Nel settembre del 2014, ha bisogno di una pausa e rallenta le fatiche letterarie, ritornando alla scuola come preside (coordinatore didattico) di un istituto superiore parificato, ma continua a dirigere “Antropos in the world”, la rivista letteraria da lui fondata nel 2004, con il patrocinio del Comuni di Salerno, Pagani, San Valentino Torio, nonché della Provincia di Avellino. Fin dagli inizi del suo percorso artistico, Pastore, pur avendo acquisito una formazione classica (Euripide, i lirici greci, Aristofane e la commedia antica, Omero, Esopo e Fedro), si trova ad essere rivolto verso il presente del nostro tempo. La sua narrativa si può ritenere, in alcune sfumature, neorealista, con testimonianze forti sulle difficoltà di una Italia degli anni della ricostruzione. Così, nel teatro, nel mentre delinea il dramma di antiche dominazioni, passa alla commedia di denuncia ed alla farsa.

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Poesia monografica AMORE E MITO, favole della lett. lat. in versi - Ediz. Penne Pazze e- book 2006 - II ed. luglio del 2013. Cod. IT\ICCU\MO1\0035687

Il NAZARENO, lauda sulla morte di Cristo, A.I.T.W. ed. - Sa, 2009 Cod, SBN IT\ICCU\NAP\0563067

LE STELLE DELLA STORIA, Sidera Historiae, donne che hanno fatto storia, Salerno 2006, rist.pa 2013 cod. IT\ICCU\MO1\0035683

UN UNICO GRANDE SOGNO, poesia d’amore in odi dedicate ai personaggi femminili celebri, da Isotta a Giulietta, alla Lupa, a Nedda e alla Peppa del Gramigna - Ediz. Poetilandia ebook 2006 cd. Sbn IT\ICCU\MO1\0035686

EL CID CAMPEADOR, un’ode al cid di Spagna - A.I.T.W. Edizioni, Salerno 2014

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© Agosto 2004 by Franco Pastore Una realizzazione A. I. T. W. Da “Un unico grande sogno” ISBN IT\ICCU\MO1\0035686

Nellle biblioteche universitarie in formato cartaceo In formato ebook dal 2014

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