La morte di cesare

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Franco Pastore

Radiocronaca in napoletano

A.I.T.W Edizioni Collana Saggi 1


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Radiocronaca in napoletano dalla Curia di Pompeo di FRANCO PASTORE

Copyright Š By Franco Pastore A.I.T.W. Edizioni 2015

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"Così egli operò e creò, come mai nessun altro mortale prima e dopo di lui, e come operatore e creatore Cesare vive ancora, dopo tanti secoli, nel pensiero delle nazioni, il primo e veramente unico imperatore" (Th. Mommsen, Storia di Roma antica – L. V - Cap. XI)

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ANTE FACTUM - «Cesare, chetate le guerre civili in tutto il mondo, tornò a Ro-

ma. Cominciò a trattare troppo arrogantemente e contro la consuetudine della libertà Romana. Siccome dunque e dava di sua volontà gli onori che prima erano conferiti dal popolo e non s'alzava quando il senato veniva da lui, e faceva altre cose da re e quasi da tiranno, congiurarono contro di lui sessanta o più senatori e cavalieri Romani.» ( Eutropio - Breviarium - 6 - 25 )

CONIURATI - Marco Giunio Bruto era figlio di Marco Giunio Bruto, tribuno della plebe nell'83 a.C. Nacque verso l'85 a.C. da Servilia, sorellastra di Catone Uticense, e venne adottato dallo zio Quintus Servilius Caepio. Servilia era stata uno degli amori giovanili di Giulio Cesare e i rapporti tra i due si mantennero sempre abbastanza intimi. Non è certo se il vero padre di Bruto fosse proprio Cesare. Bruto stu-diò in Grecia. Venne considerato un filosofo di tendenze stoiche. Fu stimato da Cicerone, che gli dedicò tre opere (De finibus bonorum et malorum; Orator, un gruppo di Lettere). Nel 53 fu questore di Appio Claudio in Cilicia. Bruto prestava denaro ad usura, anche del 48 per cento quando il tasso normale era del 12, e non mancava di utilizzare i soldati romani per riavere indietro i denari prestati. Cicerone, divenuto governatore della Cilicia, si rifiutò di mandare i militari romani a riscuotere un debito contratto dalla città di Salamina a Cipro, nonostante le reiterate insistenze di Bruto, che tra l'altro aveva cercato di nascondersi dietro due prestanome (Marco Scapzio e Publio Matinio) ingannando lo stesso Cicerone. Bruto non era insolito a gesti del genere. Quando Appio Claudio era governatore della Cilicia, prima di Cicerone, aveva potuto godere di ogni appoggio militare in quanto Appio era suo suocero. Infatti Bruto in prime nozze aveva sposato sua figlia. Nella guerra civile tra Cesare e Pompeo fu sostenitore di Pompeo, nonostante questi, nel 77, avesse fatto uccidere suo padre, nonostante si fosse arreso a Modena. Dopo Farsalo (48 a.C.), venne perdonato da Cesare ed entrò a far parte del suo stato maggiore, abbandonando Pompeo in fuga verso l'Egitto. Nel 46 divorziò dalla moglie Claudia, figlia di Appio Claudio, e sposò Porcia, figlia di Catone Uticense, che era stato acerrimo ne7


mico di Cesare. Porcia fu l'unica donna a conoscenza della congiura. Nel 46 ebbe il governo della Gallia Cisalpina. Nel 44 fu nominato praetor urbanus da Cesare. Alle Idi di marzo, mentre aspettava Cesare nella Curia, gli giunse la notizia che sua moglie Porcia stava morendo. Bruto mantenne la calma e decise di non andare a casa. In realtà Porcia era solo svenuta a causa di un attacco d’ansia non avendo notizie del marito, ma questo Bruto non lo poteva sapere. Dopo la morte di Cesare fu, insieme a Cassio, il capo della guerra contro Ottaviano e Antonio. Nel 42 morì suicida a Filippi. Caio Cassio Longino (prima dell'85 - 42 a.C.) fu questore di Crasso, nella spedizione contro i Parti, nel 53 a.C. Dopo la sconfitta, ebbe l'incarico di difendere la Siria. Fu cognato di Bruto, avendone sposato la sorella Iunia Tertia. Nel 49 fu tribuno della plebe. Fu dalla parte di Pompeo durante la guerra civile che oppose questi a Cesare. Venne perdonato da Cesare dopo Farsalo (48 a.C.). Divenne praetor peregrinus. Cesare gli aveva promesso il consolato entro tre anni. Nel 42, morì suicida a Filippi, dove comandava l'ala sinistra dello schieramento dei congiurati. Cassio stava per essere sconfitto e non sapeva che, all'ala destra, Bruto stava vincendo. Decimo Giunio Bruto era figlio di Decimo Bruto, console nel 77 a.C. Venne adottato da Postumio Albino. Poco più giovane di Marco Bruto partecipò alla guerra in Gallia. Molto stimato da Cesare, riportò la vittoria sulla tribù dei Veneti. Cesare gli aveva affidato la Gallia Cisalpina e lo aveva designato console per l'anno seguente. Nel suo testamento Cesare lo aveva dichiarato tutore di OttaDecimo Bruto viano e suo erede. Dopo l'assas8


sinio di Cesare e la guerra di Modena, si rifugiò nella Gallia Comata. Non essendo riuscito a trascinare dalla sua parte il governatore Planco, tentò di raggiungere la Macedonia per ricongiungersi con Bruto e Cassio. Ma venne catturato ed ucciso per ordine di Antonio. Gaio Trebonio fu tribuno della plebe nel 55 a.C., Luogotenente di Cesare in Gallia, negli anni 55-50. Nel 49, condusse l'assedio di Marsiglia. Dopo l'uccisione di Cesare fu proconsole in Asia, dove morì ucciso da Dolabella. Fu amico di Cicerone. PRAEMONITA - Nella primavera del 44 a.C., Cesare è il solo a non accorgersi dei segnali premonitori della fine imminente, ed uno di essi è il suicidio dei Cavalli sacri. Erano gli equini con i quali Cesare passò in armi il fiume Rubicone, nel 49 a.C., al tempo delle Guerre civili. Vittorioso, rifiutò di immolarli a Marte come chiedeva la tradizione, e preferì consacrarli al dio, curandone da allora a sue spese il mantenimento, lasciandoli al pascolo brado nelle sue terre in Riva destra, protetti dall’inviolabilità delle bestie sacre. Riferisce Cicerone che da inizio marzo del 44, fino alla vigilia delle tragiche Idi, i cavalli rifiutano cibo e acqua, abbandonandosi ad un pianto struggente e ininterrotto e lasciandosi infine morire di inedia: accompagneranno il loro condottiero nell’ultimo passaggio, quello dell’Acheronte infernale. Ma Cesare, in quel 15 marzo, non può certo sentire i lamenti delle bestie sacre, né preoccuparsi delle lamentele di Cleopatra, che a causa dei cavalli non riesce a dormire. Complesse Vicende politiche lo trattengono alla Reggia palatina. Gli storici si sono variamente interrogati sui progetti di Cesare in quei giorni, egli che , nei due anni precedenti, aveva fatto incetta, di tutti gli onori possibili: pater Patriae, console a vita, capo delle finanze, capo degli eserciti, capo della guerra e, dal 14 febbraio, il titolo di dictator perpetuus, gli manca solo il titolo di rex. Di qui la motivazione della congiutra dei patrizi repubblicani, capeggiati da Marco Giunio Bruto e Caio Cassio Longino: occorreva uccidere il tiranno, per la salute pubblica . E se i reali inten9


dimenti di Cesare appaiono un enigma, quelli dei congiurati sono molto più semplici: vogliono riappropriarsi, in rappresentanza della classe senatoria, dei poteri di cui Cesare li ha spogliati. La congiura patrizia, in effetti, è una controrivoluzione. Cicerone, avversario per principio di ogni congiura, forse sa, ma decide di non intervenire, né prendendovi parte, né avvertendo Cesare. Alla fine, qualcuno parla e fa a Cesare il nome del cospiratore: Bruto. Cesare, allora, risponde: - Bruto saprà attendere la fine naturale di questo corpo malaticcio -. Ma un’aria grave opprime Roma. Ancora presagi, di cui prende nota il puntuale Cicerone. Sul Campidoglio piove di tutto: acqua, sangue e palle di fuoco. Sulle Alpi c’è un terremoto, ci sono fiumi che si fermano e scorrono al contrario e pozzi che grondano acqua rossa. E non solo i cavalli portuensi si mettono a piangere, ma pare che anche varie bestie del Campidoglio, di fronte alla sordità di Cesare, si siano messe a parlare. I Romani si convincono che gravi lutti sono in arrivo. Ma non Cesare, che con fatalismo mette in licenza la fidata Guardia iberica ed esclama: «Ho vissuto abbastanza sia in anni che in gloria». Amici ed uomini illustri provano a metterlo in guardia. Il mimo Publilio Siro glielo dice addirittura in versi: «Fortuna vitrea est, tum cum splendet frangitur»: la fortuna è di vetro, più splende più si rompe facile. L’aruspice Spurinna è quanto mai preciso: gli dice di non uscire di casa alle Idi di marzo, il 15. La vigilia, il 14, la sobria Calpurnia ha un sogno luttuoso. Cesare risponde alla amata consorte con parole eroiche, passate alla storia: « Non dobbiamo aver paura che della paura, gli uomini coraggiosi muoiono una volta sola». Caesar E quella mattina Cesare si reca in Senato, al Campo Marzio (perché il Palazzo senatorio era da poco andato a fuoco). Lungo la via incontra di nuovo Spurinna, al 10


quale dice: «Profeta di sventure, eccomi qui, sebbene le Idi siano arrivate». L’indovino risponde severo: «Sì Cesare, e non sono ancora finite». Ad attenderlo, infatti, sotto la statua di Pompeo trova 60 cospiratori. FACTUM - Più di 60 persone presero parte alla congiura. I capi erano ex-pompeiani, come Caio Cassio, praetor peregrinus, e Marco Bruto, praetor urbanus, ma anche alcuni cesariani, come Decimo Bruto, console designato per l'anno seguente, e Trebonio, uno dei migliori generali di Cesare destinato al consolato nel 42. Il promotore e vero capo della congiura era Cassio, mentre Marco Bruto, considerato un filosofo stoico, al di sopra degli interessi personali o di classe, benché facesse l'usuraio, aderì poco prima dell'assassinio. I congiurati furono a lungo incerti se trucidarlo in Campo Marzio mentre faceva l'appello delle tribù in occasione delle votazioni, oppure se aggredirlo sulla via Sacra o all'ingresso del teatro. Ma quando il Senato venne convocato nella Curia di Pompeo, il15 marzo del 44 a.C., preferirono quel tempo e quel luogo. Portarono in Senato delle casse con le armi, facendo finta che fossero documenti ed appostarono un gran numero di gladiatori nel teatro di Pompeo, a poca distanza dalla Curia. Il giorno delle Idi Cesare non si sentiva bene. Calpurnia, sua moglie, aveva avuto dei tristi presentimenti e lo scongiurava di non andare in Senato. Gli indovini avevano fatto dei sacrifici e l'esito era stato sfavorevole. Cesare pensò di mandare Marco Antonio ad annullare la seduta del Senato. A questo punto, i congiurati inviarono Decimo Bruto ad esortare Cesare a presentarsi in Senato, perchè i senatori erano già da tempo arrivati e lo stavano aspettando. Come avrebbe potuto non andare? Annullare la seduta sarebbe stata un'offesa per i magistrati. E poi, lì era Decimo Bruto, amico fedelissimo, nominato addirittura nel testamento, quale suo secondo erede. E fu così che verso le undici del mattino (ora quinta), Cesare si mise in cammino. Effettuò le pratiche religiose previste ed entrò

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nella Curia. Mentre il console Marco Antonio rimase fuori trattenuto a bella posta da Trebonio. Cesare era senza la guardia del corpo di soldati ispanici perchè poco tempo prima aveva deciso di abolirla. Solo senatori e cavalieri erano i suoi accompagnatori. Appena si fu seduto, i congiurati lo attorniarono come volessero rendergli onore. Cimbro Tillio prese a perorare una sua causa. Cesare fece il gesto di allontanarlo per rinviare la discussione. Allora Tillio lo afferrò per la toga. Era il segnale convenuto per l'assassinio. Publio Servilio Casca colpì Cesare alla gola. Cesare reagì, afferrò il braccio di Casca e lo trapassò con lo stilo, cercando di alzarsi in piedi, ma venne colpito di nuovo. Cesare vide i pugnali avvicinarsi da ogni parte. Allora si coprì la testa con la toga e con la mano sinistra la distese fino ai piedi. Voleva che la morte lo cogliesse dignitosamente coperto. Publio Servilio Casca Ricevette 23 ferite. Solo al primo colpo si era lamentato. Poi solo silenzio. Cadde a terra esanime. I senatori fuggirono in preda al panico. Rimasero solo i congiurati. Tre schiavi deposero il cadavere su di una lettiga e lo riportarono a casa. Cesare aveva 56 anni. La vigilia delle Idi, discutendo su quale fosse la morte migliore, aveva detto a Marco Lepido "Ad ogni altra ne preferisco una rapida ed improvvisa". E così era stato. Inutilmente Bruto cercò di fermare i senatori terrorizzati. Antonio sfuggì alla morte, perché Bruto fermò Cassio intenzionato a far fuori anche il console. Di poi, i congiurati, con i pugnali insanguinati, si riversarono nel Foro inneggiando alla libertà e a Cicerone. La notizia della morte di Cesare si sparse per Roma. I negozi vennero chiusi. Le strade divennero deserte. La gente si chiuse in 12


casa. A sera, nonostante i tentativi di Bruto, la calma non era ritornata in città e i congiurati decisero di ritirarsi in posizione sicura sul Campidoglio. Alcuni, che non avevano preso parte alla congiura, decisero di unirsi agli assassini sperando di averne vantaggio. Gaio Ottavio e Lentulo Spintere furono tra questi. Durante la notte del sedici Lepido, comandante della cavalleria (magister equitum), venuto a conoscenza di quanto era avvenuto occupò il Foro con i soldati e all'alba parlò al popolo contro gli assassini, che rimanevano rinchiusi sul Campidoglio. Il console Marco Antonio, che era per poco sfuggito alla morte e aveva trascorso la notte travestito da schiavo, saputo che Lepido aveva preso il controllo della situazione, convocò il Senato nel tempio della dea Tellus. Alla riunione partecipò anche Cicerone, la cui presenza durante l'assassinio è invece dubbia. Si dice che non fosse stato nemmeno informato dai congiurati, perché ritenèto non molto affidabile. L'oratore, alla notizia della morte di Cesare, aveva scritto a Minucio Basilo, uno dei congiurati: "Tibi gratulor, mihi gaudeo", ossia "Mi congratulo. Io sono felice". E un mese dopo, il 27 aprile del 44, scriverà ad Attico di: "gioia assaporata con gli occhi, per la giusta morte del tiranno". In Senato si raggiunse un compromesso tra le varie componenti. Marco Lepido avrebbe voluto sfruttare la forza di cui disponeva, ma Marco Antonio, privo di soldati, non intendeva lasciare il Cicero potere a Lepido, per cui si accordò con gli ex-pompeiani. Il Senato concesse l'amnistia agli assassini, decretò onoranze solenni per Cesare, confermò tutti i decreti e le nomine di Cesare, assegnò a Bruto e ai suoi incarichi prestigiosi fuori Roma.Tuttavia i congiurati non si fidavano a scendere dal Campidoglio e chiesero in ostaggio il figlio di Lepido e il figlio 13


di Antonio. Poi Bruto andò a cena da Lepido, di cui era parente e Cassio a cena da Antonio. CAESARIS VOLUNTATEM - Su richiesta del suocero Lucio Pisone, in casa del console Antonio, venne aperto il testamento di Cesare, scritto alle Idi di settembre del 45 nella sua villa sulla via Labicana e affidato in custodia alla Vestale Maggiore. Eredi erano nominati i suoi tre pronipoti per parte delle sorelle: Caio Ottavio ereditava i tre quarti, Lucio Pinario e Quinto Pedio il quarto residuo. Caio Ottavio veniva adottato. Tra i tutori venivano nominati molti di coloro che poi l'avrebbero ucciso. Decimo Bruto era indicato secondo erede, ossia sarebbe subentrato ad Ottavio qualora questi non fosse venuto in possesso dell'eredità . Al popolo vennero lasciati i giardini intorno al Tevere e 300 sesterzi furono assegnati ad ogni cittadino romano. EXSEQUIAE CAESARIS - Davanti ai Rostri, nel Foro, fu costruita una edicola dorata, che riprendeva le forme del tempio di Venere Genitrice. All'interno su di un trofeo venne esposta la toga insanguinata che Cesare indossava al momento dell'assassinio. Su di un cataletto d'avorio, coperto di porpora e d'oro, il corpo di Cesare venne portato a spalla dai magistrati, davanti ai Rostri e deAntonio posto all'interno dell'edicola. Durante i ludi funerari furono cantati dei versi, tra cui: "E io ne avrei salvati tanti per conservare chi perdesse me?" (Pacuvio, Giudizio delle armi) Antonio fece leggere il senatoconsulto con cui i senatori si erano impegnati per la salvezza di Cesare. Poi tenne il discorso funebre. Si discusse se cremare il corpo nel tempio di Giove Capitolino o nella Curia di Pompeo. Ma improvvisamente 14


due uomini, con la spada al fianco e armati di giavellotto, gettarono due ceri accesi sul cataletto. Immediatamente il popolo alimentò il fuoco portanto fascine e distruggendo le tribune di legno che erano state innalzate per la cerimonia. I veterani delle legioni gettarono nelle fiamme le loro armi, le matrone i loro gioielli, i musicisti e gli attori, che avevano rappresentato gli antenati del defunto, le vesti indossate per l'ultimo trionfo di Cesare. (1) Intorno al rogo si avvicendarono anche gli stranieri ed in particolare i Giudei riconoscenti verso Cesare, che li aveva liberati dall'oppressione di Pompeo. Intanto il popolo aveva preso dei tizzoni ardenti e si era diretto verso le case di Bruto e di Cassio per incendiarle, ma venne bloccato dai soldati. POST FACTUM - Il giorno dopo le ceneri di Cesare furono raccolte sopra un altare e venerate come cose divine. La Curia dove era avvenuto l'assassinio venne murata. Le Idi di marzo presero il nome del "Giorno del parricidio". Venne proibito di convocare il Senato in quel giorno. Nel Foro venne innalzata una colonna di marmo con la scritta "Parenti Patriae", al Padre della Patria. Tutto Il popolo di Roma pianse Cesare. L’autore ________________

1) Funere indicto rogus extructus est in Martio campo iuxta Iuliae tumulum et pro rostris aurata aedes ad simulacrum templi Veneris Genetricis collocata; intraque lectus eburneus auro ac purpura stratus et ad caput tropaeum cum veste, in qua fuerat occisus. Inter ludos cantata sunt quaedam ad miserationem et invidiam caedis eius accommodata. Lectum pro rostris in forum magistratus et honoribus functi detulerunt. Quem cum pars in Capitolini Iovis cella cremare vellet pars in curia Pompei destinaret, repente duo quidam gladiis succincti ac bina iacula gestantes ardentibus cereis succenderunt confestimque circumstantium turba virgulta arida et tri bunalium subsellia, quicquid praeterea ad donum aderat, congessit. Deinde tibicin?es et scaenici artific?es vestem, quam ex triumphorum instrumento ad praesentem usum induerant, detractam sibi atque discissam iniecer?e flammae et veteranorum militum legionarii arma sua , quibus exculti funus celebrabant. [Svetonio – la morte di Cesare)

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Bibliografia: Caio Velleio Patercolo Storia romana Rizzoli Canfora L. Giulio Cesare - Il dittatore democratico Laterza Carcopino Giulio Cesare Rusconi Cassio Dione Storia romana Rizzoli Floro Epitome di storia romana Rusconi I. Cazzaniga, Storia della letteratura latina Jehne M. Giulio Cesare Il Mulino John Hazel, Who's Who in Roman World, Routledge, 2002, p.55 Plutarco Vite parallele Mondadori Scullard H. H. Storia del mondo romano Rizzoli Svetonio Vite dei Cesari Rizzoli Th. Mommsen Storia di Roma antica Sansoni Tito Livio – Ab Urbe condita Utet- cronologia universal Wayne G. Sayles, Ancient Coin Collecting III: The Roman World-Politics and Propaganda, Krause Publications, 2007, p.16 William George Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology: Abaeus-Dysponteus, p.618

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PROLOGUS (In una località segreta di proprietà di Cassio)

-‘A ddu l’avìmm’accìdere?- dicètte Bruto, strignènne ‘e pugne cu ‘na brutta faccia, - ndo’ Campo Marzio, mènte che fa l’appello 4 o per la via alzaria quanne va dalla sua bella? Allora Cassio propose infervorato: Sabato quindici in Curia va il senato 7 e ìsse ha da venì, questo è scontato! E allora, annànz’a tutti i senatori tagliàmme ‘e cannarìne al traditore-. 10 Acconsentirono tutti, cu voce ‘e ghiaccio, si strinsero i congiurati l’avambraccio. 1

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Chéste fu ditte e questo fu deciso, 13 tutti furono d’accordo all’improvviso. E ie ca steve llà ebbi paura: tremmàvene pure ‘e prète dint’è mura. Nunn’ascì! – Calpurnia ‘e dicètte - C’è ‘nu munne nemico e scorretto, una vrànca di mappìni acclarati, 19 finti amici, già da tempo scornàti -. Rispunnètte Cesarino:- Hai ragione, prego Antonio di dire in senato, 22 ch’ogni incontro è testé rinviato …Fu allora che Decimo Bruto: -Tu si pazze, ‘o senato t’aspetta!25 ‘e dicètte, com’era convenuto. Cesarine ‘e rispònne:- Hai raggiòne, già e ‘ngiùce se ne fanne abbastanza: 28 su Cleopatra, ‘o potere, arrogànza, m’hanne rùtte ‘e gioièlli ad oltranza!Fu così , che parlando d’ingiurie 31 Giulio Cesare arrivàie alla Curia. 16 -

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FACTA

Là nce stévene ll’àti fetiénte ch’aspettavene come cani in attesa tutti amici, compagni e pariénti 35 ch’’o vulevene muòrte disteso. 32

Fuori curia se fermaie Marc’Antonio, trattenuto dal vile Trebonio, 38 Cesarìne, ch’era sùlo e senza scorta, camminàie incontro alla sorte. Quanne fu sotto a statua ‘e Pompeio 41 s’assettàie senza essere accorto, circondato dalla brutta frattaglia, 19


con la scusa di porgergli onori l’accerrchiarono comme ‘o fuoco la paglia. Cicerone dagli scanni gli scaglia brutte occhiate, ma è senza colore. 47 Cimbra Tillio gli afferra la veste perorando ‘na certa sua impresa Publio Servio da vigliacco e nun sùle, 50 dalle spalle ‘o trafigge alla gola. Cesarino acchiàppa quel braccio trafiggendolo cu ‘na ponta di stilo, 53 poi s’aìza, ma ricade tra i vili. 44

A quel punto, sissanta pugnali s’avvicinano minacciosi e mortali … 56 Comprendendo ch’è giunta la fine, Giulio Cesare si copre decente, senza un gemito, ‘na sillaba, niente . 59 Vintitrè pugnalate arrivère, Cesarine s’accasciàie pe’ terra Senature e crestiàne fujère, 62 tutt’attuòrne sembràve ‘na guerra. Vuleve ‘na morte ‘mpruvvìsa E, pe’ Giòve, accussì era stato! 65 In silenzio, a sott’o mantièlle, con dignità, l’aveva aspettata. Giulio Cesare là steve , muòrte, Marc’Antonio l’aveva scampata; il più grande romano era muòrte la Repubblica era salvata. 68

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POST FACTA

Dint’ò Foro currère alluccànne: -Libbertà, essa sola ce manch!Chiù nisciùne ce stéve ndé scanne 74 e pugnali grundàvene sàngh 71

Se spannètte a nutizia pe’ Roma, e negozie sprangàren’e porte, 77 Tutt’a ggente se stévene accorte dint’e ccase aspettànne ‘e vedè. Era sera ch’e strade deserte, 80 ‘A città era molto agitata: Bruto e Cassio cu paura e cordoglio,

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p’evitare ‘a plebe incazzata riparava sul Campidoglio. Ndà nuttàta arrivère ‘e surdate, Marco Emilio l’aveve purtate, 86 pe’ punì cu ‘na lancia ‘ndé rìne chélla vrànca ‘e spietàti assassìni. Fu allora che Antonio, fuggiasco, 89 ripigliànne culòre e curaggio, cunvucàje ‘o senato c’arràgge; mmiéze all’àte, tra tante poltrone, 92 s’assettàje Marco Tullio Cicerone. 83

Per gestire le cose con tatto, in accordo, fu scelta ‘na via: 95 rununciando a feroci vendette, ai rei fu cuncessa l’amnistia. Per intant’ò cadavere ‘e Cesare, c’’o vulévene vuttà d’int’ò Tevere, pe’ l’arrivo d’Emilio ’e surdàte, da Calpurnia fu, infine, mannàte. 101 Poi, a casa di Lucio Pisone, fu aperto il suo testamento, Tanta rròbba avèttere ‘e pariénte, 104 m’altrettanto l’avère ‘e fetiénte: e Pinario e Pendio e Bruto, Caio Ottavio fu persino adottato. 107 Già allora, ci dice la Storia, tutti i salmi fernévene in gloria.

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EPILOGUS CUM EXSEQUIAE

Ncòpp’a ‘nu cataletto appurpuràte, 110 purtàine ‘o corpo e Cesare e magistrate. ‘A vesta soia, co’ sangh, spertusàte, ncòpp’a ‘n’edicola avévene appreparàte. I ludi funerari accummincère, quanta versi po’ muòrte ca cantèrene: che Cesare avéve salvato tanta ggènte 116 e mmiéze a loro c’èrano‘e fetiènte. Calpurnia, che pena ca faceva, ‘a furia da’ ggènte ca crescèva. 119 Poi, Marc’Antonio inizia l’orazione, 113

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po’ popolo fu tutta un’emozione: - Qui Cassio infilò il suo pugnale, 122 qui l’infilò Casca il malignòne; Chèsta è ‘a ferita inferta dal buon Bruto verìte quanta sangh, ch’è asciùto! 125 Chèsta è pugnalata ch’ accìse Cesare: quanne vedette ‘o figlio cu l’arràggia, allargaie e braccia e si coprì la faccia. 128 Chìste è o mantelle suoie, tutte pertòse, che dà l’idea reale del massacro, di un eroe muòrte trucidato-. A chistu punto, a ggente ascette a fòre, e femmene chiagnevene cumm’è pazze, vendetta gridavano contro i traditori, 134 vulévene appiccià case e palàzze. 131

Poi, dalla folla ascèttere ddòie perzòne, che torce mmàne e armàte ’e giavellotto, 137 dèttere fuòche al corpo sul cataletto e ‘o popolo tanta rròbbe nce mettètte: a legna de’ tribune, fatte a piézze, 140 le matrone vi lanciarono i gioielli Gli eroi delle Gallie, i veterani, le armi ve lanciàrene ch’é mane; gli attori bruciarono i costumi 143 ed i giudei, ch’é lacrime, i trofei. -Vigliacchi, tradeture, gent’è niente!Accummincère ad alluccà con astio,

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- Jàmm’appiccià a casa e Bruto e Cassio!Partirono sparati ma, a metà via, ‘e blucchère ‘e surdate, e così sia. 149 Il ventitré raccolsero le ceneri e sull’altare furono sistemate. 146

Se da vive Cesare fu onorato, 152 quanne fu muòrte, venne venerato; e pure oggi, che ne parlo anch’io, nu’ sto parlànne ‘e ‘n’òmme, ma ’e nu’ Die.

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NOTE BIOGRAFICHE Franco Pastore nasce a San Valentino Torio, frequenta il ginnasio ed il Liceo nella vicina Sarno, il paese dei nonni materni, e completa gli studi presso l’Ateneo salernitano. La sua sensibilità lo porta, fin da giovanissimo, a scrivere racconti, poesie ed articoli che vengono pubblicati su giornali locali. Dopo il servizio militare, si trasferisce con la famiglia a Salerno, in via Camillo Sorgente, 21, dove, nel 1972, inizia la sua collaborazione con lo scrittore Arnaldo Di Matteo, scrivendo racconti ed articoli sul periodico “Verso il 2000”. L’anno successivo, entra a far parte dell’equipe del Varo, una galleria d’arte di Vito Giocoli e sostenuta dal giornalista napoletano Saverio Natale, che lo veicolano verso la critica d’arte. Intanto diviene un punto di riferimento nella famiglia di “Verso il 2000”, collaborando con il Prof. Zazo dell’Ateneo napoletano, il preside Marino Serini, il pittore Luigi Grieco, Achille Cardasco ed altre personalità della cultura campana, come Franco Angrisano, Gaetano Rispoli, amico di Carlo Levi, che aveva personalmente conosciuto a Roma, nel dicembre del 1971, e Domenico Rea. Alla metà degli anni settanta, sarà proprio Rea, presso la Camera di Commercio di Salerno, a presentare alla stampa il libro di estetica morale Il Vangelo di Matteo (Roma - n. 136 del 12/6/1980), che il Pastore scriveva, nel 1979 (Il Giorno - 23 marzo 1980), con Liana Annarumma. Intanto, Franco Angrisano lo presentava ad Eduardo De Filippo, nel periodo in cui l’attore recitava nella sua compagnia. Fu allora che in Franco Pastore si rafforzò l’amore per il teatro. Frattanto, conosceva Lucia Apicella di Cava (Mamma Lucia), per la quale pubblicava su Verso il 2000 una serie di racconti, raccolti poi nel libro “Mamma Lucia ed altre novelle” (L’Eco della stampa - gennaio 1980 / Il Faro del 13/2/1980), con le illustrazioni del Grieco. Seguiva, sempre sull’eroina cavese,“Mutter der Toten”, un radiodramma, pubblicato dalla Palladio, che Angrisano dramma-tizzò nel salone dei marmi del Comune di Salerno (la Voce del Sud - 12/7/1980 - Roma 11 giugno 1980 52 n.135), il giorno in cui Mamma Lucia fu Premiata con medaglia d’oro del Presidente della Repubblica nel luglio del 1980 (Il Secolo d'Italia - Anno XXIX - dell'11/07/1980). Dopo il suo primo romanzo “L’ira del Sud” (verso il 2000 - anno XXIII - n.82 del 1983, con nota autografa di Nilde Iotti) scrisse per Franco An-grisano “La

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moglie dell’oste”, ispirata alla XII novella de Il Novellino, di Masuccio Salernitano; seguì “Terra amara”, sul problema del caporalato nel sud. Negli anni novanta, viene trasferito al Liceo di Piaggine. Fu in quegli anni che scrisse “All’ombra del Cervati” una raccolta di liriche e “Fabellae”, un testo di drammatizzazione per la scuola elementare. Sono gli anni in cui si accosta all’informatica, è docente di sociologia e psicologia di gruppo nell’Ospedale Tortora di Pagani. Inizia un dialogo stretto con il teatro, grazie alla disponibilità dell’auditorium del Centro Sociale paganese ed all’incontro con la compagnia teatrale “02”, diretta da Enzo Fabbricatore. Nascono così le commedie: “Un giorno come un altro”, “Un maledetto amore”, “Una strana Famiglia” ( Le Figaro / Education, samedi 4 juin 2005). Tra il 1995 ed il 2000, è direttore di Corsi di alfabetizzazione informatica per il M.I. e tiene, al Centro sociale di Pagani, Corsi di Pedagogia speciale (metodi: Decroly e Froebel). Alla fine degli anni novanta, si abilita per l'insegnamento delle lettere negli istituti superiori e, nel 2000, il commediografo passa dalla peda-gogia (didattica e metodologia), all’insegnamento di italiano e storia nell’Istituto “G. Fortunato” di Angri. Nello stesso anno, ritorna nella sua Salerno, in via Posidonia. Oramai ha perso tutti gli amici di un tempo. Intensifica il suo interesse per il teatro, entra in rapporto con alcune compagnie salernitane e conosce Gaetano Stella e Matteo Salsano della compagnia di Luca De Filippo. Con questi ultimi, ripropone “La moglie dell’oste” che viene rappresentata nel 2006, al teatro dei Barbuti, nel Centro storico. Il successo dell’opera lo spinge a scrivere altre tre commedie, ispirate al Novellino del Masuccio: Le brache di San Griffone , “Un vescovo una monaca ed una badessa” e “Lo papa a Roma”. Oramai l’insegnamento non lo interessa più e dà le dimissioni, nel settembre del 2005, chiudendo innanzi tempo il suo impegno con la scuola, per dedicarsi completamente al Teatro. Come European journalist (GNS Press Association), fonda, con il patroci-nio del Comune e della Provincia di Salerno, la rivista virtuale di lettere ed arti “ Antropos in the world”, alla quale collaborano l’on.Michele Rallo da Trapani, Anna Burdua da Erice, Maria imparato da Bergamo e Gaetano Rispoli, l’ultimo maestro di pittura, amico di Carlo levi e di Domenico Rea. Intanto, inizia il ciclo de’ “I Signori della guerra”, ovvero “La Saga dei Longobardi”, un insieme di cinque drammi storici, sulla Salerno longobar-da e normanna, che completa il 29 gennaio del 2011.

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Dopo la pubblicazione delle raccolte di racconti “Il gusto della vita” (ed. Palladio) e di “Ciomma” (edito dalla Ed. Antitesi di Roma), va in scena, a Pagani, il primo dei drammi storici “L’Adelchi”, replicato il 25 febbraio 2011 al Diana di Nocera Inf., con il patrocinio della Provincia di Salerno (Dentro Salerno, 25 febbr. 2011). Dunque, nelle sue opere, traviamo profonde tracce delle sue radici: le figure ed i personaggi delle sue commedie e dei racconti ci riportano all’agro nocerino-sarnese, ricco di caratteristiche peculiari, artistica-mente incastonati in situazioni socio antropologiche sui generis. E’ il caso di “Peppe Tracchia”, così come di “Ciomma” o “Luciano Valosta”, per non citare tante altre figure, prese dai campi o dalle fabbriche di pomodori. Nemmeno l’agro si dimentica di lui, con la consegna dell’Award dell’Agro, per la letteratura. (Cronache del Salernitano, del 27 agosto 2013) e la pubblicazione di “Oltre le stelle”, presentata al palazzo formosa, il 12 febbraio del 2014 (Dentro Salerno, 13.02.2014) Fin dagli inizi del suo percorso artistico, Pastore, pur avendo acquisito una formazione classica (Euripide, i lirici greci, Aristofane e la commedia antica, Omero, Esopo e Fedro), si trova ad essere rivolto verso il presente del nostro tempo. La sua narrativa si può ritenere, in alcune sfumature, neorealista, con testimonianze forti, sulle difficoltà di una Italia degli anni della ricostruzione. Così, nel teatro, nel mentre delinea il dramma di antiche dominazioni, passa alla commedia di denuncia ed alla farsa.

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Hanno scritto di lui: Il Giorno - La Nuova Frontiera - L’Eco della Stampa - Verso il 2000 - La Voce del Sud - La Gazzetta di Salerno - La Gazzetta di Frosinone - Candido Nuovo - Il Secolo - Il Faro - L’Amico del popolo - La Città - Cronache di Potenza - Dentro Salerno - La gazzetta di Teramo - Le Figaro - La Lampada - Dossier Sud - Il Roma - La gazzetta di Pescara - Areapago Cirals - La Gazzetta di Matera - La Tribuna dell’Irpinia - Settimanale Unico - Corriere del Mezzogiorno - Cancello ed Arnone News - Cronache del Mezzogiorno - L’Osservatore dell’Agro Dentro Salerno - Agire - Il Mattino - Cronache del salernitano - Epucanostra Brontolo - Tvoggi Salerno - Cilento Notizie - Il Basilisco - Unico - Cronache Cilentane - Euterpe ed altre testate. Hanno parlato di lui: L. Fiorentino (Ateneo di Siena) - Nicola Napolitano - Nilde Iotti - Saverio Natale - A. Di Matteo - Gualdoni (del Giorno, Mi) - Lucia Salvatore - N. Ammaturo (Ateneo di Salerno) – Renato Ungaro - Domenico Rea - Laura Vichi (Roma) - A. Mirabella - R. Nicodemo - Giuffrida Farina - Luigi Crescibene - R. Ungaro - A. Palumbo - Paolo Romano - G. Rispoli - Anna Burdua – Anna Maria Scheible – L. Spurio – Rocco Risolia ed altri. Trasmissioni radio-televisive: TLC Campania, Serata napoletana - Presentazione del libro di racconti “Il gusto della vita” ( 13 ottobre 2006); Telecolore, Ore dodici - Present. Rivista “Antropos in the world; Telecolore, Ore dodici - Presentaz. lir. “Il profumo di Ermione”; Telecolore, Trasmiss.ne del dramma ARECHI II (sabato 9 marzo 2013); Telecolore, Trasmissione dramma ARECHI II ( dom. 10 marzo 2013 ); Telediocesi , presentaz. de “La Saga dei Longobardi” ( 14 ag. 2013 ); Telediocesi , presentaz. de “La Saga dei Longobardi” ( 15 ag. 2013 ). Radio Italia uno, Piemonte, trasmissione “Lisola che non c’è” presen-tazione dell’autore e lettura liriche. (5-26 giugno 2014).

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Altre Opere Poesia             

VOGLIA D’AMARE - Sa. 1974 - Cod. SBN - IT\ICCU\BIA\0018357 OMBRE DI CAPELVENERE; 1989 Codice SBN UBO1787585 - Bibl. ca Univ. Cagliari SORRISI D’AMORE, liriche, 1994 Cod. SBN IT\ICCU\ CFI\0059-162 ALL’OMBRA DEL CERVATI - Na 1995 Cod. IT\ICCU\MIL\0837501 LE TUE LABBRA, liriche d’amore - A.I.T.W. 2010 - Cod SBN IT\ICCU\PAL\0256056 IL PROFUMO D’ERMIONE, poesia A.I.T.W. edizioni, Salerno, marzo 2013 -SBN IT\ICCU\NAP\0568671 SALERNO DAL CONCORD - 1a Ed. 2003 - 2a Ed.., Salerno sett. 2013 A.I.T.W - Cod. SBN IT\ICCU\PAL\0262623 IL PROFUMO DEGLI ANGELI – Ebook free, Salerno 2004 ACQUA ELECTA - A.I.T.W edizioni, Sa 2013 – Cod. IT\ICCU\ MIL\0854762 OLTRE LE STELLE, dedicato a S. Valentino T. - A.I.T.W. edizioni, Sa 2014 – cod. IT\ICCU\MOD\1628173 OMBRE DI SOGNO, riflessioni in versi – A.I.T.W. Edizioni – Sa 2014 cod. IT\ICCU\MO1\0037932 SALERNO DAL CONCORD, e.book free 4, Salerno 2004. Con codice GGKEY:W ZP8J2DW L3U E RICORDI DEL TEMPO, A.I.T.W. edizioni – Salerno 2015

Videoliriche Oltre centosettanta, presenti su yutube, Google e sul Web; tra esse: Ombre di sogno, La lupa, Frastagli di notte, Come le foglie, Come un sogno che muore, Ad Alfonso Gatto, a Freddy Mercury, a papa Francesco, Le tue labbra, L’amante, Sorrisi d’amore, Aspettando l’alba, Resurrectio, Morbidezze, Commiato, Oltre le stelle, E ancora domani, La nostra favola, Guardandoti, L’odore del mare, Indietro, Senza sosta, Fantasmi, Il sembiante, Fuga d’inverno, Le tue mani, Vaghezze, La Capinera, Ho raccolto, Cosa tu sei, La mimosa, Lilium, Come in prece, Come perdermi, La via del mare, Donna, Lucania, Hipatia, Mater coeli, Ananes, La giostra, Dove sei, Quale alito di vento, Al tempo della ginestra, Donnez moi ma vie, Se questi occhi, Impulso,

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Marcinelle, Solo vento, Nedda, L’isola che non c’è, La tua musica, Emozione, Odori di bosco, Sulle tue labbra, On my way, Quando il sole declina, Respiro con le stelle, Vento d’autunno, Appro-do, Nuvole,Marianna de Leyva, Francesca da Rimini, Giuliet-ta dei Capuleti, Comparando, Anche se piove, Sul far del mattino, Il sorriso degli angeli, Ritorno in famiglia, Solitudine, La favola della vita, Laura, Il tuo fiato, Con la mi vida, Conbien je vous aime, Simbiosi, Mirando, Se amessi fiato, Non so cantare, Come un gabbiano, Sussurri, Ritual, Dolce contesa, Germogli, Come il sole al tramonto, Mentre imbruna la sera, Panta rei, Come un raggio di sole, Solo tu, Andando a fichi, notte, Senza fiato, All’alba, La colpa più grande ed altre, Noi siam meteore, Non è più tempo di favole, Una eco lontana e Come un raggio di luna. Poesia monografica  AMORE E MITO, favole della lett. lat. in versi - Ediz. Penne Pazze e- book 2006 - II ed. luglio del 2013. Cod. IT\ICCU\MO1\0035687  Il NAZARENO, lauda sulla morte di Cristo, A.I.T.W. ed. - Sa, 2009 Cod, SBN IT\ICCU\NAP\0563067  LE STELLE DELLA STORIA, Sidera Historiae, donne che hanno fatto storia, Salerno 2006, rist.pa 2013 cod. IT\ICCU\MO1\0035683  UN UNICO GRANDE SOGNO, poesia d’amore in odi dedicate ai personaggi femminili celebri, da Isotta a Giulietta, alla Lupa, a Nedda e alla Peppa del Gramigna - Ediz. Poetilandia ebook 2006 cd. Sbn IT\ICCU\MO1\0035686  EL CID CAMPEADOR, un’ode al cid di Spagna - A.I.T.W. Edizioni, Salerno 2014

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Prosa  L’IRA DEL SUD (romanzo) edizioni Palladio - 1982. Codice SBN CFI0020645 - Bibl. Univ. Cagliari  LA SIGNORA DELLA MORTE (radiodramma)- Palladio Editrice Salerno 1978 Codice SBN IT\ICCU\SBL\0625441  SETTE STORIE PER PIERINO, racconti per ragazzi -Ediz. Verso il 2000, Sa 1978 - Cod. SBN SBL\0628217 - Bibl.che: Ca, Tr, Na,  MAMMA LUCIA ed altre novelle, Sa 1979 Codice SBN PAL0159227 – Bibl. Univ. Cagliari  SAN MARZANO nella pianura campana (storiografia), Ed. Palladio, Sa 1983. Cod. SBN IT\ICCU\CFI\0032994   IL GUSTO DELLA VITA,- racconti, Ediz. Poetilandia ebook 2005 – Ed. Palladio, Sa 2006 . Codice SBN IT\ICCU\PUV\1362615  IL GUSTO DELLA VITA, racconti, II Ediz. IT\ICCU\NAP\0640292  CIOMMA, racconti dell’agro sarnese - Ed. Antitesi, Roma 2008 – Cod ISBN IT\ICCU\PUV\1363319  I TEMPLARI, dramma storico - A.I.T.W. ediz. - Sa 2010, cod. IT\ ICCU\- MO1\0035682  I Templari , fumetto, Centro Stampa ed. Pagani 2008  NUNZIATINA, romanzo breve, estratto e rielaborato da L’ira del sud del 1989 – A.I.T.W. Edizioni, Salerno 2014 - ISBN 9788868143053  RADICI – A.I.T.W. Ed. – Pubblicazione in e - book Google play, gennaio 2015 Saggistica  Il VANGELO DI MATTEO ( estetica morale, con prefazione di Domenico Rea) De Luca ed.- Amalfi 1979 cod. SBN IT\ICCU|PUV\1368781  IL CORAGGIO DELLA VERITÀ, libro inchiesta sulla tragedia di Ustica - A.I.T.W. Ed., giugno 2012 Cod. SBN IT\ICCU\NAP\0544907  HERACLES IN MAGNA GRECIA,iconografia ragionata. Cod. SBN IT\IC CU\MO1\0035548  ME NE JEVE PE’ CASO, contaminatio in napoletano della 1,9 satira di Orazio Flacco - A.I.T.W. Ed. - Sa 2013 IT\ICCU\ NAP\0595558  ‘O VIAGGIO PE’ BRINNESE contaminatio in napol. 1,6 della satira

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di Orazio Flacco - A.I.T.W. Ediz. - Sa 2013 Cod. IT\ICCU\RML\0361796 LA SIGNORA DELLA MORTE ( Mutter der toten ) radiodramma Ed. Palladio, Sa. 1980; ( La Nuova Frontiera del 30/7/81) Biblioteca Fond. Siotto Alghero - Codice SBN SBL065441 FAEDRUS, le favole latine di Faedrus in versi napoletani - A.I.T.W. Ediz., giugno 2011- Cod SBN IT\ICCU\NAP\0568756 AISOPOS, le favole greche di Esopo in versi napoletani - A.I.T.W. Edizioni, sett. 2011 cod. SBN IT\ICCU\NAP\0568683 LE PROBLEMATICHE DELL’ ADOLESCENZA verso la formazione del sé- A.I.T.W. Ed. - Sa 2013. Cod. SBN IT\ICCU\MO1-\0035831 LE PROBLEMATICHE DELL’ ADOLESCENZA i comportamenti a ririschio – A.I.T.W. Ed. - Sa 2013. Cod. SBN IT\ICCU\MOD\- 1622636 FILOSOFIA ARISTOTELICA, schiavitù ed oikonomìa - A.I.T.W. Ed. - Sa 2014, II stampa. Cod. ISBN IT\ICCU\MOD\1628166 IL CANCELLERI Tommaso Guardati - A.I.T.W. Ed. - Sa 2014. LUCIA APICELLA, la madre di tutti i caduti – A.I.T.W. –Sa 2014. LE PROBLEMATICHE DELLA VECCHIAIA E LA MUSICOTERAPIA- pubblicato su google play il 25 genn.2015, con codice n. GGKEY:K6C9CH8SW 3Q E CATULLO A NAPOLI, i carmi tradotti in napoletano – A.I.T.W. ediz.ni Salerno, febbraio 2015 LA MORTE DI CESARE A.I.T.W. ediz.ni - Salerno, febbraio 2015

Drammi  TERRA AMARA - 1979. Cod SBN IT\ICCU\MO1\0035757  LUISA CAMMARANO - 2004 - Cod. SBN IT\ICCU\MO1\0036201  UN MALEDETTO AMORE - 2001 -Cod.SBN IT\ICCU\MIL\0851139  UN GIORNO COME UN ALTRO - 1998 - Cod SBN [IT\ICCU\-MIL\0839578 Commedie  LA MOGLIE DELL’OSTE - 1974. Cod SBN IT\ICCU\MO1\0035688  LO PAPA A ROMA - 2003 – Codice SBN IT\ICCU\NAP\0582008  UNA STRANA FAMIGLIA - 2005. Codice SBN IT\ICCU\NAP\0590201  IL MENACHER - 2005  O VESCOVO, A MONACA E L’ABBADESSA -2004 - cod. SBN IT\ICC-

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U\MO1\0035684 LE BRACHE DI SAN GRIFFONE - 2005- codiceIT\ICCU\NAP\0584683 MASUCCIO IN TEATRO - A.I.T.W. Edizioni - Salerno 2014 - codice IT\ICCU\NAP\0646027

Drammi storici:  GAITA, la moglie del Guiscardo,Sa 2007 - IT\ICCU\MO1\0035550  I TEMPLARI - Salerno 2008 Codice SBN IT\ICCU\MO1\0035688  ARECHI II – Salerno 2008 - Codice SBN IT\ICCU\MIL\0844100  IL NAZARENO - Salerno 2009 - cod. SBN [IT\ICCU\MO1\0035682  LA BATTAGLIA DELLA CARNALE - 2010 cod. SBN [IT\ICCU\MO1\0035682]  GUAIMARIO IV - Salerno 2010 - codice SBN IT\ICCU\NAP\0582008  ROBERT D’HAUTEVILLE LA GUICHARD, Sa. 2011 - cod. SBN IT\CCU\MO1\0035551  PIU’ FORTE DELLA MORTE- A.I.T.W. Ediz. Sa. 2011 - Cod. SBN IT\ICCU\NAP\0563051  IPPOLITO PASTINA - A.I.T.W. Edizioni, 2012 – Cod SBN IT\ICCU\MIL\0844104  ISABELLA SANSEVERINO - A.I.T.W. Edizioni – Salerno 2014 – cod. IT\ICCU\NAP\0633689  LA SAGA DEI LONGOBARDI - A.I.T.W. Edizioni – Sa. 2014 – Codice IT\ICCU\MO1\0037976] Farse  UNA FAMIGLIA IN ANALISI - 2006 - SBN: IT\ICCU\MO1\01003205  UN CASO DI NECESSITÀ - A.I.T.W. Edizioni, Salerno2008 - Codice SBN IT\ICCU\NAP\0590700  PEPPE TRACCHIA - Salerno2008. Cod. SBN IT\ICCU\MO1\0035841  CONCETTA QUAGLIARULO - 2009 ( una contaminatio sullo sbarco di Salerno). Cod. SBN IT\ICCU\MO1\0035758  VÁSE ARRUBBÁTE - A.I.T.W. Sa 2010 - Cod. SBN IT\ICCU\MO1\003204  BERNARDAS GLORIOSAS - Salerno 2011 – ISBN IT\ICCU\MOD\1628171  COLLOQUIO con un segretario di onorevole - Salerno 2010. Cod. SBN ITCCU\MO1\0036202

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IL BREVETTO, in tre scene, del gennaio 2005, cod. GGKEY-:731W GTQNLLC E, pubblicato su google play, il 24 gennaio del 2015.

Fiabe on line – Fiabe in pubblicazioni e teatro per ragazzi:  FABELLAE- antologia di drammatizzazione per la scuola primaria‚  Paes, 1988. Cod. SBN IT\ICCU\CFI\0154255  LA MARGHERITA SCIOCCA - S.W. anno 2004 – filmato  IL PAPERO INGRATO - S.W. anno 2006 – filmato  ORFEO GATTO MARAMEO - S.W. anno 2006 – filmato  IL VERME ED IL CALABRONE – S.W. anno 206 – filmato  IL PAPPAGALLO FILOSOFO - Sul Web anno 2006 /7 – filmato  LA LEPRE E LA TARTARUGA - Sul Web anno 2006 /7 – filmato  IL BRUCO ED IL CALABRONE - Sul Web anno 2006 /7– filmato  IL PAPPAGALLO FILOSOFO - Sul Web anno 2006 /7 – filmato  LA GALLINA SCIOCCA - Sul Web anno 2006 /7 – filmato  CANIS PARTURIENS – filmato 2005/6 – Riduz. in napoletano  CAMELUS QUI PETEBAT CORNUA – filmato 2005/6 – in napoletano  PISCATOR QUI AQUAM PERCUTEBAT – filmato2005/6 – in napoletano  VOLPES ET CORVUS – filmato 2005/6 – Riduz. in napoletano  VULPES LEO ET SIMIO – filmato 2005/6 – Riduz. in napoletano  RANAE AD SOLEM – filmato 2005/6 – Riduz. in napoletano  RANAE PETUNT REGEM – filmato 2005/6 – Riduz. in napoletano  FRATER ET SOROR – filmato 2005/6– Riduz. in napoletano  CALIMERO E LE SETTE NANE,UNA STORIA ALL’INCONTRARIO A.I.T.W. Edizioni - Salerno genn. 2014 - ISBN: 9788891133052 

IL PRINCIPE FIORITO, UNA STORIA ALL’INCONTRARIO - A.I.T.W .

Edizioni - Salerno, nov. 2014 PINOCCHIO IN TRIBUNALE ; La civetta, la cicala e la formica ; Una gara della stupidità; La capretta Genoveffa : quattro drammatizzazioni per le scuole elementari - Paes, 1987 ( Cava de’Tirreni, Palumbo & Esposito) Monografia - Testo a stampa - SBN IT\ICCU\CFI\0105947 I RACCONTI DI MAMMA DORA – A.I.T.W. Ed. – Sa 2015-02-03

Opere multimediali - Documentari didattici  VERSO LA RELIGIONE EGIZIA – Documentario didattico  LA RELIGIONE GRECA - Documentario didattico  ROMA PAGANA – Documentario didattico

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IL MIRACOLO DI BETLEMME – Documentario didattico ABRAMO - Documentario IL CANTICO DEI CANTICI – Documentario IL SS. CORPO DI CRISTO – Documentario LA CRIPTA DEL SS. Corpo di Cristo - Documentario

Pubblicazioni in Ebook (pdf, epub e mobi, PC, Mac Os, Linux, iPho-ne, iPad, Android, HTC, Blackbarry, eReaders), su store italiani ed internazionali:                       

NUNZIATINA, romanzo breve, sul caporalato nel sud dell’Italia d’inizio secolo, 2013. – cod ISBN 9788868143053. IL PROFUMO D’ERMIONE, liriche, anno 2013; cod ISBN 9788891129031. AQUA ELECTA, liriche dedicate a Quaglietta di Calabritto ed all’alta valle del Sele. Anno 2013 – cod ISBN 9788891130945. CALIMERO E LE SETTE NANE, una storia all’incontrario, anno 2014. cod ISBN 9788891133052. IL VERME ED IL CALABRONE – S.W. anno 2006 – filmato IL PAPPAGALLO FILOSOFO - Sul Web anno 2006 /7 – filmato LA LEPRE E LA TARTARUGA - Sul Web anno 2006 /7 – filmato IL BRUCO ED IL CALABRONE - Sul Web anno 2006 /7– filmato IL PAPPAGALLO FILOSOFO - Sul Web anno 2006 /7 – filmato LA GALLINA SCIOCCA - Sul Web anno 2006 /7 – filmato SALERNO DAL Concord, liriche dedicate a Salerno - Cod. SBN IT\ICCU\PAL\0262623. OLTRE LE STELLE, liriche dedicate al paese dell’amore, San Valentino Torio. Anno 20014 – cod. SBN. 978889113420. IL SORRISO DEGLI ANGELI, liriche, Salerno 2004. UN UNICO GRANDE SOGNO, poesia monografica, Catanzaro 2006. IL GUSTO DELLA VITA,racconti, Catanzaro 2006. CRONACA CONTADINA Sa. 2006 - cod. SBN 9788868144067 LE TUE LABBRA – google libri IL BELLO ADDORMENTATO – google libri Ἡρακλῆς IN MAGNA GRAECIA – google libri MASUCCIO IN TEATRO – google libri LA SAGA DEI LONGOBARDI – google libri LE PROBLEMATICHE DELLA a dolescenza – google libri LE PROBLEMATICHE DELLA VECCHIAIA e la musicoterapia -

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Google libri Alcuni premi ed Onorificenze   

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Roma - Medaglia d’oro per la poesia - S.Barbara 1971 ( Scuola Genio Pionieri) Roma- Accademia Int.le Tommaso Campanella - medaglia d’oro e nomina a Membro Honoris Causa 1975. Salerno - Salone dei Marmi del Palazzo Città - Trofeo “ Verso il 2000 ”, consegnato a Domenico Rea e Franco Pastore dal Ministero Turismo e Spettacolo e dall’Assessorato alla P. Istruzione del Comune di Salerno (La Voce del Sud, del 12. 7.1980 - La Nuova Frontiera, 30.6. 1980 e del 15/12/1980 - Candido, 18 sett. 80). Roma - Acc. Gentium Pro Pace - nomina ad “ Academicum ex classe legitima”, 1980. Accademia delle Scienze di Roma - nomina ad Accad.co d’onore, 1982. Melbourne - Accadem. Lett. Italo - Australiana (A.L.I.AS.) - Primo premio internazionale per la narrativa, 2008. Melbourne – Accademia Lett. Italo-Australiana (A.L.I.AS.) - Primo premio internazionale per la narrativa 2011. Viterbo - Targa della città di Viterbo alla carriera - Accademia Francesco Petrarca, maggio 2012. Germany - Accreditation Correspondance Jornalistique - G.N.S. Presse Association, dicembre 2011. San Valentino T. - Award dell’Agro, per la letteratura. (Cronache del Salernitano, del 27 agosto 2013) Premio Silarus 2014, II posto per la narrativa, luglio 2014.

Diffusione pubblicazioni: - In Italia, nelle biblioteche universitarie e nazionali di Padova, Trieste, Pavia, Pescara, Biella, Torino, Alghero, Milano, Firenze, Bologna, Urbino, Modena, Cesena, Cassino, Quartu Sant’Elena, Genova, Roma, Lucca, Napoli, Salerno, Bari, Palermo, Sassarri, Par-ma, Cagliari, Catania, Lerici, Roccadaspide e Campobasso. A Salerno: nella biblioteca dell’Archivio storico del Comune. - All’estero: Presso l’Ist. It.Cultura di Barcellona . - Internet: su google play e google libri.

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INDICE Epigrafe

…………………………………………………………………pag.5

Ante factum e Coniurati Praemonita Factum

……………………………………….pag.7

…………………………………………………………..pag.9

…………………………………………………………………. pag.11

Cesaris vuluntatem cun exsequiae Caersaris

…………… pag.14

Post factum

…………………………………………………………..pag.15

Bibliografia

……………………………………………………………pag.16

Radiocronaca in napoletano L’autore

…………………………………..pag.17

……………………………………………………………….pag.27

39


Stampato nel marzo del 2015 A.I.T.W edizioni Salerno

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