Apitalia 5/2018

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Professione apicoltore

Coprifavo in polietilene: 15 anni di esperienza

di Giulio Loglio

In base ai risultati positivi riscontrati nelle prime prove effettuate in via sperimentale, l’autore, veterinario presso la ASL di Bergamo, ha gradualmente esteso l’utilizzo del coprifavo in polietilene a tutto l’apiario. I vantaggi sono parsi da subito evidenti, in tutti i periodi dell’anno ma soprattutto nel periodo invernale, e nel presente articolo verranno analizzati nel dettaglio

UN PO’ DI STORIA ape è un insetto originario delle regioni tropicali dell’Asia sud orientale e appartiene all’ordine degli Imenotteri, alla famiglia Apidi, al genere Apis, alla specie Mellifera. Dal sud-est asiatico si è progressivamente spostato colonizzando i territori dell’Asia Occidentale, dell’Europa e dell’Africa. L’uomo primitivo si procurava il miele saccheggiando e staccan-

L’

do pezzi di favo dai nidi delle api selvatiche dopo aver cercato di allontanare gli insetti con il fumo ottenuto dalla combustione di arbusti e vegetali. La stessa strategia viene ancora oggi adottata dai “cacciatori di miele” che abitano in quegli stati dell’estremo oriente (India, Filippine e Sud-Est asiatico) dove vive e si riproduce l’Apis dorsata o gigante, un’ape molto aggressiva che ha le dimensioni di un nostro calabrone. Costruisce

Foto 1-2. Un bugno restaurato di recente.

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un unico grande favo a forma di mezzaluna, lungo anche 2 metri, appendendolo alle rocce sporgenti o ai rami di piante d’alto fusto. I “cacciatori di miele”, per procurarsi miele e cera, raggiungono il favo con rudimentali corde e scale e con bastoni ne staccano grandi porzioni. I Babilonesi, gli Egizi, i Greci e i Romani, dopo aver osservato che l’Apis mellifica, per ripararsi dalle intemperie, nidificava all’interno di cavità hanno imparato ad assecondare questo suo istinto mettendole a disposizione strutture cave realizzate in legno, sughero, terracotta, paglia intrecciata, cesti di vimini. A quei tempi l’apicoltura si era particolarmente evoluta tanto che alcuni apicoltori avevano imparato ad utilizzare contenitori che chiudevano nella parte superiore con listelli di legno larghi 35 mm: a questi listelli le api attaccavano i loro favi permettendo all’apicoltore di estrarli alla stregua di come fanno ai giorni nostri gli apicoltori che utilizzano le arnie “top bar hive” e “Warré”. 43


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