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Il farmaco veterinario in Italia, in Europa e nel mondo

IL FARMACO VETERINARIO: IN ITALIA, IN EUROPA E NEL MONDO

Claudia Garrido Biologa, Ricercatrice Apistica BeeSafe

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La situazione dei farmaci veterinari per le api mellifere non è semplice: la scelta di formulati non è abbondante come per gli altri animali gestiti dall’uomo. Trattandosi di animali di produzione di alimenti, i trattamenti per le api sono regolati da leggi di sanità veterinaria. Comunque, le regole e pratiche divergono in molti paesi del mondo. Ogni medicinale ha effetti desiderati (l’efficacia contro la malattia oppure il parassita trattato), ma anche indesiderati. Ci vuole, quindi, l’attenta valutazione di efficacia e tollerabilità per le famiglie per mantenere la salute delle api. L’efficacia, il vantaggio, deve sempre superare i possibili svantaggi per la tollerabilità delle api. Questo principio è applicato in ogni valutazione di registrazione di medicinali - siano veterinari oppure umani. Sono sempre regolati delle autorità per garantire sia efficacia che tollerabilità. Nel mondo apistico i trattamenti di varroa sono i prodotti più comuni. In Europa sono infatti gli unici farmaci registrati per le api; invece, in altre parti del mondo ci sono anche altri prodotti. Per esempio, in America del Nord gli apicoltori possono usare antibiotici contro il Nosema, la peste europea e americana. In Europa invece, l’uso di antibiotici è proibito in apicoltura. Ci sono buone ragioni: negli Stati Uniti e anche in Canada i problemi con la peste americana sono molto più diffusi che da noi. Gli apicoltori usano gli antibiotici in modo preventivo, anche se hanno bisogno di una ricetta veterinaria per usare questi prodotti. Questi continui trattamenti, l’uso preventivo e sicuramente anche a volte non seguendo le indicazioni di etichetta causano resistenze. Quindi, i trattamenti con antibiotici rinforzano il problema che gli apicoltori vorrebbero curare. Oltre a ciò, gli antibiotici causano anche residui nel miele danneggiando la qualità del principale prodotto apistico. Questo esempio dimostra che è soprattutto l’interpretazione del principio di efficacia e sicurezza che diverge fra diverse parti del mondo. Gli standard in Europa sono molto alti e ciò porta al rifiuto di prodotti ammessi in altri paesi. Di seguito vedremo anche altri esempi per i vantaggi di un alto livello di sicurezza.

In aggiunta ai trattamenti contro le malattie batteriche, un antibiotico, la fumagillina, si usa per i trattamenti contro il Nosema ceranae. Il caso più famoso è forse la registrazione di emergenza in Spagna dopo molti casi di spopolamento di famiglie senza mortalità evidente. Nel 2004, il 90% dei campioni su 3000 focolai diede esiti di prova positivi per questo parassita. Per controllare la situazione ed evitare ulteriori perdite, la fumagillina ha ricevuto una registrazione di emergenza. Nonostante Nosema ceranae sia ancora presente in molte famiglie e che sia una malattia importante ma trascurata, questa registrazione oggi è scaduta. Ci sono considerazioni da fare anche in questo caso. Prima di tutto, la fumagillina è tossica per i mammiferi e quindi anche per gli umani. Inoltre, studi recenti indicano che il parassita produce più spore in presenza dell’antibiotico. In questo stadio il Nosema non è suscettibile ai trattamenti e quindi l’efficacia desiderata contro questo agente patogeno non viene mai raggiunta. Oltre a ciò, è stato dimostrato che la fumagillina ha effetti negativi sul metabolismo delle api che si vedono soprattutto nella sfera del metabolismo delle proteine. Quindi, gli antibiotici rinforzano il danno già causato dal Nosema. Ciò non corrisponde al principio che gli effetti desiderati devono superare i possibili danni alla salute delle api.

L’UE ha regole molto rigide per i farmaci veterinari. Le reazioni degli apicoltori a volte sono di fastidio e senza capire perché altri paesi possono usare prodotti vietati in Europa. È vero che sarebbero necessari farmaci per il Nosema e altre malattie delle api. Comunque, non siamo senza opzioni. La peste americana di solito in Europa è meno diffusa. Ci sono misure biotecniche e di quarantena che possono controllare in modo efficace il problema senza gli effetti nocivi degli antibiotici. Nel caso del Nosema il mercato offre una varietà di mangimi a base di estratti vegetali che riducono il numero di spore e quindi il peso dell’infestazione. Nella tabella si vedono i prodotti più comuni con le descrizioni dei componenti e degli effetti che queste determinano sulle famiglie di api. Ma anche chi tratta la varroa con l’acido ossalico protegge le famiglie contro il Nosema. Una prova recente dimostra che l’Api-Bioxal riduce il numero di spore a più del 95%. La prova ha confermato l’efficacia di ApiHerb, riducendo il numero di spore a quasi 100%. Quindi, ci sono prodotti che proteggono e curano le famiglie contro il Nosema senza Prova comparativa sull’effetto di Api-Bioxal e ApiHerb contro Nosema ceranae. I due prodotti riducono il numero di spore quasi completamente mentre senza trattare il numero di spore nelle famiglie aumenta.

necessità di usare antibiotici e doversi esporre ai rischi conseguenti. Come si diceva all’inizio, i trattamenti contro la varroa sono i medicinali più diffusi in apicoltura. La ricerca ha trovato diverse sostanze efficaci contro l’acaro e ci sono diversi prodotti sul mercato. Anche in questo caso abbiamo un esempio per le differenze fra l’UE e altri parti del mondo: negli Stati Uniti e il Canada è registrata una sostanza non permessa in Europa. Una azienda specializzata in prodotti a base di acidi di luppolo ha sviluppato un prodotto che è dichiarato efficace contro la varroa. Comunque, nel processo di registrazione europeo, l’autorità ha considerato diversi aspetti insufficienti: l’efficacia troppo bassa e gli effetti indesiderati troppo frequenti. Mancavano dati per una valutazione

completa oppure i formulati non avevano la qualità necessaria. Anche in questo caso, quindi, la decisione dell’autorità europea può sembrare fastidiosa a prima vista. Ma come nel caso degli antibiotici è nell’interesse degli apicoltori, la salute delle api e la qualità dei prodotti apistici. Nonostante la frustrazione di non aver accesso a un prodotto venduto in altri paesi, anche in Italia e altri Paesi europei, abbiamo diversi prodotti efficaci e sicuri contro la varroa, elencati nella tabella assieme alle loro proprietà principali. Come tutti i medicinali, anche i trattamenti contro la varroa si devono usare correttamente. L’etichetta dei prodotti indica la dose, il tempo di trattamento e altre modalità. Queste indicazioni non sono una proposta, ma un’urgente raccomandazione per raggiungere l’efficacia necessaria e mantenere la sicurezza per le famiglie. Errori di applicazione spesso portano a un’efficacia minore.

In apicoltura siamo in una posizione particolare in comparazione ad altri allevamenti di animali. Siamo fortunati, ad esempio, che le sostanze di origine naturale (acido ossalico, acido formico, timolo) siano più efficaci che i trattamenti sintetici. Soprattutto l’acido ossalico raggiunge un’efficacia superiore al 95% se usato correttamente e nella concentrazione giusta. La concentrazione è il punto più importante in questo caso. Alcuni prodotti come il Varromed hanno una concentrazione troppo bassa per raggiungere livelli di efficacia sufficienti. Questo è stato dimostrato in prove messe a punto dall’Associazione nazionale francese FNOSAD. Sotto condizioni pratiche è possibile che un prodotto registrato sia insufficiente. In questi casi è importante segnalare i problemi alla farmacovigilanza per poter verificare i casi e cambiare l’etichetta o lo stato di registrazione di un prodotto.

Assieme all’applicazione corretta dobbiamo anche rispettare i tempi di trattamento per ogni prodotto. L’acido ossalico, per esempio, agisce solo su varroe presenti sulle api adulte. Non può entrare nelle celle opercolate dove le varroe si riproducono. Quindi, i prodotti a base di acido ossalico si usano in assenza di covata, sia naturale in inverno oppure artificiale dopo l’ingabbiamento della regina in estate. Dall’altra parte c’è l’acido formico che è l’unica sostanza che agisce anche nella covata, ma deve evaporare con temperature esterne fra 15-18 °C. Con temperature più alte l’evaporazione è troppo veloce e produce gravi danni sulla covata e aumenta il rischio di perdita di regina. Quindi, l’acido formico funziona

L’acido ossalico è la sostanza più efficace per la lotta della varroa - se usata correttamente. bene in regioni più fredde, ma non è consigliabile in regioni più calde come l’Italia. In Europa centrale e del nord invece si usa spesso come trattamento di estate. I tempi di trattamento ideali sono l’estate e l’inverno. In estate si diminuisce il carico di infestazione per aiutare le famiglie ad allevare api invernali sane. Con questo trattamento si abbassa anche il carico virale, come il virus delle ali deformi (DWV) prima che questo possa danneggiare le famiglie. Il trattamento invernale invece garantisce che le famiglie rimangano sane durante la stagione produttiva. Durante il flusso mellifero non sono permessi trattamenti per assicurare la qualità del miele. Quindi, è importante ridurre l’infestazione al massimo prima che le famiglie comincino la loro attività in primavera.

Purtroppo molti apicoltori non usano i prodotti registrati ma stecche prodotte in casa ed altre “soluzioni” fai da te. Spesso ritengono i costi del trattamento troppo alto, considerando il prezzo della materia prima.

Questo calcolo, purtroppo, è sbagliato. Abbiamo già parlato dell’importanza di un trattamento corretto. Per sviluppare un prodotto - facile da usare e attendibile, con risultati ripetibili e sicuro per le api e l’apicoltore - ci vuole molto lavoro. Solo questo giustifica il prezzo dei trattamenti sul mercato. Ma ci sono due punti più importanti a livello pratico e non considerati dagli apicoltori: il primo è il costo delle famiglie perse per la varroa e le virosi associate. Un trattamento costa attorno a 5€ per famiglia. Una famiglia e la raccolta persa per un trattamento mancato o sbagliato è molto più alto. Ma anche se le famiglie sopravvivono la convenienza non c’è: uno studio francese mostra che una famiglia altamente infestata (quindi non trattata) produce attorno ai 5 kg meno di miele rispetto ad una famiglia di cui l’apicoltore si è preso cura correttamente. Assumendo un prezzo di 3€ per chilo di miele questo è un costo di 15 € - invece dei 5 € per il trattamento.

Infine, c’è anche la responsabilità dell’apicoltore per i suoi animali. Facciamo il paragone con i medicinali umani. Anche l’acido salicilico dell’aspirina, solo come principio attivo, costa alcuni centesimi se lo comprate su Internet. Ma lo prendereste contro il mal di testa senza preoccupazioni? Oppure lo dareste ai vostri figli contro la febbre? Credo di no. L’apicoltore sfrutta le sue famiglie raccogliendo il miele ed altri prodotti. Questo gli dà la responsabilità per l’animale da lui gestito e per i prodotti utilizzati a fini sanitari. Questa responsabilità include anche l’impegno etico di trattare correttamente le colonie di api contro malattie potenzialmente mortali come la varroosi.

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