Il gioiello nell'Antichità: il significato e il senso di questo "oggetto" di lusso Premessa Il fascino e la bellezza dei gioielli da sempre offre uno spunto per cercare una funzione o un significato interiore di questi oggetti che spesso sono un emblema di lusso e status symbol della società nella storia e attraverso le culture. È un qualcosa a cui la civiltà Occidentale sembra non volere rinunciare: una cosa preziosa. Questa visione e concezione al riguardo non è sempre così; nelle civiltà etnologiche o nelle culture Preistoriche, Protostoriche ed Arcaiche ci sono oggetti che non sono proprio come li definisce la civiltà contemporanea capitalista preziosi, ma ci sono oggetti considerati tali, forse per distinzione rispetto alle altre specie animali o per ribadirne una superiorità "culturale". Questi materiali particolari sono unici e a loro sono confidate numerose peculiarità, funzioni o significati; sono probabilmente queste loro particolarità a seconda del patrimonio antropologico di appartenenza che fanno gola a tutti quanti. È davvero interessante per me, illustrare la diversità semantica del gioiello e il valore che acquista di volta in volta. Il light motiv della ricerca è la stima differente o analoga di valori delle varie civiltà,soprattutto Antiche come quella Classica.
a cura di Alessandra Pignotti Introduzione Lo studio del gioiello è un'ambito che copre sia discipline umanistiche che tecnico scientifiche. Questo deriva dal fatto che può essere affrontato su vari livelli e con diverse prospettive. Dal punto di vista tecnico, riguarda i gioielli veri e propri con le loro produzioni artigianali locali o oggetti che sono anche della sfera naturale(piume) usati per decorare ed impreziosire. Dal punto di vista etimologico, il termine gioiello non è di origine classica, ma deriva dal francese jeu, gioco. Il termine pone radici storico religiose sulla ritualità del Gioco. I ludi e i giochi della Grecia classica sono momenti ricreativi della sfera cultuale dedicati a divinità e che con le azioni e le attività iterano Miti e Riti . Il Cristianesimo trasforma il Gioco ad attività poco seria e inutile, dei bambini e laica. È l'ambiguità del Gioco che si conserva nel Gioiello. Il Gioiello etimologicamente si lega al Gioco secondo la traduzione dal francese antico. Questa doppia valenza investe anche il significato e il senso che assume il gioiello nelle diverse società. È il duplice senso: 1) oggetto importante quasi sacro 2) oggetto inutile simile al gioco che il gioiello proietta nella sua essenza etimologica. Quando questo gingillo diviene importante come sacro allora si parla di cosa preziosa e quindi diviene automaticamente cara economicamente e di lusso. Nel corso del tempo il gioiello assume forme, materiali e dimensioni disparate, caricandosi di valori civilizzatori e di "orpello" culturale. Nella civiltà classica si vincola al Mito e grazie alle interpretazioni storico religiose è possibile comprenderne il significato e la funzione che oggi ha mano a mano ha acquisito. Il "rapporto" con il gioiello nel mondo classico è documentato dalle fonti indirette giuridiche e letterarie che lasciano evincere una definizione etimologica del Gioiello molto diversa dall'attuale; sono inseriti tra i i gioielli: 1) spadini 2) insegne militari 3) anelli a sigillo 4) scudi
5) belletti per donne 6) strumenti sciamanici 7) ornamenti per il corpo femminili come collane, anelli, bracciali, cinte, crune, fermacapelli, fibule, decorazioni ornamentali di abiti ecc. 8) Fibule maschili 9) armi ed armature. Nel catalogo dei gioielli ci sono anche: 1) oggetti magici divini a punta e non come scettri, folgori, archi, coppe e reti usati dagli Dei con poteri soprannaturali 2) armature mitiche come quella di Achille e quella di Enea 3) personaggi come Pandora, bambola divina preziosa per la punizione di Prometeo e dei mortali o figli della matrona Cornelia 4) oggetti simili al pomo delle Esperidi e a quello di Paride 5) "i pignora imperii" 6) "i crepundia" 7) opere d'arte del Mito come la Ragnatela di Aracne e i suoi tessuti 8) "feticci" .
La civiltà Classica: L' Antica Grecia
In Greco Antico gioiello si traduce in κοσμαιον/ια= ordine delle cose belle /buone /ordinate ecc. Il concetto di Gioiello nella Grecia Antica ha a che vedere con la cosmologia e cosmogonia, rientra quindi nell'ordine cosmico della civiltà. La mitologia Greca antica affida a oggetti disparati le caratteristiche di Gioielli; ci sono fonti letterarie che alludono a valori e funzioni varie per diverse categorie di gioiello. I gioielli per antonomasia nella cultura di questo periodo sono in materiali metallici e in pietre dure, semidure e colorate note come preziose e semipreziose. I metalli e le pietre sono materiali assai costosi e, per lo meno nel periodo Arcaico, rari nelle civiltà antiche. Quella Greca, è la prima tra le culture Occidentali a mostrare una coscienza collettiva ed una rielaborazione intellettuale degli aspetti della vita umana e sociale, compresi strumenti, materiali e "utensili" ed affini. Perciò, al gioiello la civiltà Greca affida valori, concetti, aspirazioni, ambizioni, funzioni e destinazioni di varia natura, creando una gamma di ambiti, dovuta al processo di astrazione filosofica e scientifica che contraddistingue la Grecia Classica( il Logos). Il gioiello però, per la sua natura molteplice e mutevole a seconda dell'ambito funzionale di indirizzo. I materiali preziosi subiscono l'andamento delle borse economiche nazionali in campo commerciale e economico; infatti, essi aumentano il loro valore economico e sociale con la crescita del prezzo di vendita degli stessi e il diminuire delle materie prime o la rarità e la difficoltà di reperimento delle stesse. A livelloarcheologici le materie prime più commerciate e anche considerate più ricercate sono: 1) l'ossidiana nel periodo neolitico 2) le pietre dure provenienti dal Vicino Oriente, dal Medio Oriente e dall'Estremo Oriente 3) i marmi e alcune pietre calcaree dall'Egitto 4) le perle dell'Oceano Indiano, proveniente dalla pesca sulle coste dell'India del Sud 5) il turchese e i lapislazzuli proveniente dall'Afganistan come si può confermare dagli scavi effettuati sulla città di Ai Khanum che hanno restituito inestimabili oggetti di lapislazzulo e
materie prime grezze 6) l'ambra che fino all'epoca dei metalli era emblema di ricchezza, importata dall'area del Mar Nero ( nella mitologia è il sito geografico del vello d'oro delle Argonautiche, il regno del padre della Maga Medea) 7) le sete originarie della Cina 8) le spezie provenienti dall'oriente 9) i trucchi in polvere rari e costosi 10) il rame dal periodo omonimo, diffuso in Occidente 11) lo stagno dal periodo dei metalli 12) il ferro, molto diffuso in Occidente e rarissimo in Oriente 13) l'argento diffuso in Occidente e raro in Occidente 14) l'Oro con cave e zone di estrazione in Oriente molto richiesto per la sua inalterabilità al tempo e al processo di ossidazione naturale. La reperibilità delle materie prime per gli oggetti artigianali, opere d'arte, culti, ornamenti, essenze e pietanze esotiche è secondo me il motivo principale per definire alcune cose gioielli; la complessa rete carovaniera o mercantile marittima ha determato la ricercatezza di alcuni Beni in favore di altri. Dal punto di vista Storico Religioso è possibile notare una mentalità contraddittoria e "capitalista" che porta alla tesaurizzazione di oggetti di artigianato artistico e materie prime. Si nota prima una ricerca legata alla devozione rituale dei culti del politeismo templare greco; successivamente diviene un processo laico. Si formano tesori, donazioni delle leghe greche alle città stato al potere( la lega achea per la lega delio attica guidata da Atene). La nascita a livello antropologico di una classe sociale che sia in grado di manipolare materie prime che mutano forma e aspetto attraverso processi chimici come l'alterazione con l'esposizione alle fiamme di fornaci crea uno status di questi artigiani che sono considerati come esseri dotati di capacità magiche per le conoscenze alchemiche che gli permettono di creare oggetti in metallo o in cuoio o gioielli con pietre dure ecc..come dei maghi. Le città più antiche archeologicamente mostrano la creazione di centri urbanistici con quartieri divisi in classi;gli artigiani che lavorano con il fuoco, temibile per incendi ecc sono relegati alle estremità della città, insieme con botteghe vicine,
strutturalmente speculari. Sono isolati, temuti e quasi venerati. Al livello storico religioso sono figure margine tra quelle magiche e quelle mitiche. Le radici e i retaggi antropologici che ho appena descritto, sono rintracciabili nelle opere mitologiche letterarie. Le fonti letterarie più autorevoli nel campo sono quelle epico- mitologiche, spiccano Omero ed Esiodo. Questa "ambiguità" culturale tra progresso e culto, tra tradizione e retaggio e tra realtà storica e atteggiamento etico culturale mostra nel Gioiello un processo duplice di Tesaurizzazione -Demonizzazione. La demonizzazione è un atteggiamento opposto a quello di accumulo di Beni di lusso e di ricchezze con una svalutazione dei Beni materiali ed economici a favore di valori etici, culturali e politici simbolici e propagandistici. Come nel settore meramente economico, commerciale e dell'impresa, la Grecia Antica è attirata e portata alla crescita e all'aumento delle ricchezze e del lusso, contrapposto allo spirito filosofico razionalistico di ricerca della perfezione attraverso l'amore della ricerca e della conoscenza che tenta di superare le contigenze storiche e della vita. È il pensiero Umano intellettuale che porta la società greca ad auto nobilitarsi nel piano dell'Esistenza, a mio parere,ad annullare i desideri materiali della vita come il denaro, il potere, il lusso e la gloria. È questa tendenza "mistica" che carica di valori nobili e aulici cose preziose note come gioielli; si affidano ad esso valori alti e nobilitanti. Ma si trovano anche una serie di "gioielli" che sono usati come nel rito pagano e nelle altre religioni che lo applicano con scopo propiziatorio, apotropaico, profilattico ed espiatorio. Su di loro si investono funzioni e visioni culturali che "esorcizzano" e "demonizzano" i gioielli materiali, svilendo e svalutando l'aspetto economico e governativo delle materie prime costitutive di questo tipo di oggetti preziosi. La Grecia conquista per il possesso delle materie prime come la maggior parte delle Civiltà Antiche e umane, ma sul piano intellettuale "nega" l'evidenza economica e mercantile delle sue ambizioni. Questo " predicar bene e razzolar male" è un atteggiamento tipico della maggior parte delle popolazioni Occidentali che spiegano la loro ambizione e la loro espansione difronte
alle altre società. Il gioiello diviene per riflesso anche uno strumento per l'affermazione dei valori culturali e delle scelte sociali e non solo del mondo Greco. È un veicolo di idee e culture che creano un'immagine sociale di una civiltà che ha come vero valore per antonomasia, nella sua realtà storica classica, della Polis, la città greca con le sue istituzioni, merci ecc. Ogni gioiello è un'espressione della città; sono emanazioni della cultura delle città stato che si trasformano poi nelle città ellenistiche, poli civili dell'espressione sociale, politica e artistica dei propri regnanti. È la città il sommo valore della vita nella Grecia Antica. È anche un concetto che è poi trasferito fino al mondo attuale che si esprime attraverso le città del capitalismo contemporaneo. È un modello sacro e laico quello della città Greca che si esplica nella concezione ingegneristica di Ippodamo di Mileto; viene concepita una città rigorosamente razionalizzata. Si tratta di una pianta ortogonale con una divisione assiale precisa, regolare e a maglia. La polis è guidata in campo filosofico da saggi e filosofi che guidano la città secondo la Ragione. L'arte è l'espressione della Ragione; è la concretizzazione dell'Ordine, del Bello e del Bene divino ed Umano. Il gioiello è la versione sublime di arte e simbolo della filosofia e della cultura di questo popolo che si fa baluardo della conoscenza e della civilizzazione. I Greci riconoscono nella struttura della città il modello perfetto del vivere sociale dell'Uomo, soprattutto se Greco, del progresso e della Ragione. È la città l'habitat dell'essere umano che lo distingue dal resto del "creato". Il gioiello proietta su diversi piani le utopie del genere umano che sono state indagate e messe in luce dagli antichi Greci.
La civiltà Classica: Roma Se nel mondo Greco il gioiello è un "gingillo" di materiale vario ed è catalogato culturalmente come un qualcosa che fa parte del Cosmo, dell'Ordine del Bene spesso, a volte del Male, a Roma esso è considerato in maniera differente. La classificazione Latina dell'Ornamentum/a è giuridicamente eseguita in primo luogo per sesso. Esistono ornamenta per Uomini e quelli per Donne. Viene poi applicata una disntinzione funzionale e materiale di questi oggetti. Mostra una disparità sessuale tipica della società Romana; vengono sminuite le qualità e le virtù del gioiello femminile. Le fonti indirette mostrano la forte concretezza sociale e culturale del popolo Romano che descrive scientificamente i materiali di alcuni gioielli; Plinio nella sua enciclopedia si occupa di mineralogia e gioielli. Nel testo poi si lascia affascinare da interpretazioni favolistiche intorno alle pietre. Le materie prime sono a volte svilite al fine di rofforzare il concetto della Pietas erga deos ed erga parentes(familias) come nel racconto della matrona Cornelia tramandato da Valerio Massimo. Definendo gioiello i figli, persone come Pandora che è una donna-gioiello, creata per la vendetta divina di Zeus in Grecia o come la bambola di Elena o anche quella di Pigmalione che si sposa con Galatea, opera d'arte, scultura di Afrodite che diviene donna per volere divino. Anche a Roma l'immagine etica più importante del gioiello oltre ad essere idee e concetti sociali che sono espressione del Mos Maiorum è la città: la civitas o civis Romana. Infatti le colonie latine e romane sono concepite secondo modelli regolari e ortogonali. Dal punto di vista storico Religioso è fondamentale per Roma il pomerio, la cinta sacra della città religiosa riconosciuta dagli Dei per i Romani. Archeologicamente si notano aree di rispetto che fanno ricreare la cinta immaginaria del pomerio. Il modello di Romano Buono, cioè giuridicamente e eticamente corretto è l'uomo che per legge è Romano e segue i dettami delle leggi e delle tradizioni di Roma. Nella tradizione della mitografia o nelle fonti letterarie si evince l'utopia della Città Romana; l'epopea Romana è il tramite che sostituisce il mito a Roma. È attestato che
non ci sono miti cosmogonici, cosmologici, teogonici ed eziologici. L'unico "mito" è rappresentato della tradizione sul ciclo troiano e sull'ecismo di Roma dei gemelli, considerato dai Romani come un evento storico degli antenati per antonomasia di Roma, anche se circondato da un'aurea favolistica, retaggio di riti arcaici e nebulosità dovuta alla mancanza di fonti affidabili, dirette ed indirette, così lontane nel tempo. Il grande vate di Roma, Virgilio, è il poeta epico che riporta, secondo la variante "mitologica" della storia delle Origini urbane della civiltà Latina, approvata dal governo. Mostra,imitando Omero, un'innata abilita poetica, inoltre egli, riprendendo il topos letterario dello scudo(Omero e successori, riesce, con fantasia e concretezza Romane ,a creare un'immagine dello scudo di Enea unica e irripetibile: una città-gioiello con gli eventi che l'hanno creata e quelli che la renderanno immortale( la battaglia di Azio). È una città-mondo; un centro urbano che coincide con il mundus che si sviluppa intorno al grande fiume Oceano. È una città che è la terra circondata dal Mare, secondo la geografia Omerica, arcaica. Diviene il prototipo della Città;non è più Roma, ma la "Roma delle Idee". Dal punto di vista archeologico, i gioielli di Roma sono anche i tesori che si sono creati all'interno dell'economia templare; i tesori del perduto Tempio di Cibele ad Efeso, del Tempio di Iside a File e molti altri mostrano il processo di tesaurizzazione delle donazioni, delle tasse cultuali e degli ex voto. La gioielleria Romana tra abilità medioitalica con influsso Etrusco o Greco e le importazioni del Vicino Oriente è una produzione di altissima precisione e di lusso che mostra lo sviluppo artistico e la diffusione degli ornamenti nell'abbigliamento delle Aristocrazie Romane fino al V secolo d.C. Ci sono tesori, oggetti preziosi nascosti da schiavi e da nobili prima di fuggire nella progressiva fuga dei Romani a seguito dei saccheggi operati dai Barbari. L'interesse economico per i metalli e oggetti preziosi è negato a livello intellettuale come nel mondo Greco. I gioielli maschili come armi, anelli a sigillo ecc sono emblemi di status e distinzione sociale. Alcuni anelli e fibule dividono socialmente l'aristocrazia senatoria da quella equestre. All'infuori del senso antropologico di
gerarchia statale e sociale nel mondo Romano i gioielli sono solo ornamenti di prestigio. Roma in più punti ribadisce sul piano culturale la preminenza dei valori civili ecc sull'accumulo di ricchezze e ori , inutile e adatto solo a corrompere la probità degli animi. Il messaggio etico si accentua, prima quando Roma si espande con enormi ricchezze incamerate e poi con la struttura imperiale, quando le province danno il lusso alla capitale. Fino alla dissoluzione dell'impero la politica Romana cultura cerca di controllare tutto ciò che non può essere sistemato dalle altre discipline della propria civiltà. Il gioiello, con il fascino dell'esotico, spesso mina alla integrità morale e tradizionale di Roma che si apre all'Oriente, al lusso e alle ricchezze. Come per i Greci,(con Persia molle e corrotta),si crea infatti, una corrente di demonizzazione del gioiello e dell'Oriente. L' est del Mondo è esorcizzato come la terra prima di animali fantastici e mostri, poi di cose magiche e strane ed infine di Oro, corrotto. Roma è l'Occidente come nel settore religioso e culturale cerca di abbattere e normalizzare le anamolie. Roma abbatte anche sul piano intellettuale e delle idee quello che potrei definire la devianza. Ogni devianza culturale è reclusa e viene scartata; questo concetto permane anche nell'idea latina di gioiello che è tutelato nelle leggi(Digestum di Giustiniano , XXXII, 100- XXXIV, 2,25) . La civiltà classica in generale applica i propri schemi e le proprie credenze al gioiello; a volte lo nobilita, altre lo demonizza. Questo mostra il fascino e l'amore per le ricchezze e il prezioso dell'Uomo. Le ambiguità, le contraddizioni o le aporie dimostrano che il pensiero umano dal punto di vista psicologico e mutevole e cambia. La struttura patriarcale e maschilista della società classica mostra i retaggi e il ricordo della femminilità dominante con i culti femminini e la catalogazione sessista delle pietre o il ruolo strano o "magico" della figura femminile nel mondo epico o mitologico. Gli ornamenti femminili che hanno solo un fine estetico sono anche simboli dell'antica importanza e del dominio o del ruolo fondamentale sul piano biologico, a livello culturale negato e soppresso. Il topos dello scudo, dell'oggetto magico in materiali preziosi e le armi come gioielli è
una ferma volontà di sottolineare l'importanza della lavorazione dei metalli nella storia e l'attaccamento e il desiderio di ricchezze anche in età Antiche. Il topos della città -gioiello è l'unico tramandato in Occidente nel Cristianesimo senza demonizzazioni e mutilazioni culturali della matrice classica. Amore -Odio del gioiello sono una costante in altre civiltà e periodi storici per me causata dalla seduzione che il gioiello del momento culturale ha operato e attua sul genere Umano, spesso in realtà connesso alla ricerca di quello che realmente è prezioso e conta per sè stesso.
Bibliografia: Si ringrazia la professoressa Piccaluga per i suggerimenti e per lo studio storico religioso al riguardo che ha condiviso con la lettura di alcuni classici in un corso monografico alla "Sapienza" del 2005/2006 sul "Gioiello nella mitologia Greca: la città come valore".