Il Mondo Vegetale: La Palma

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L’ACQUA E IL MONDO VEGETALE Selezione di una Pianta in esame di Alessandra Pignotti Studi e Interpretazione di Egittologia e Civiltà Copta Elaborato del 25/05/2005


EGITTO FARAONICO: LA PALMA

introduzione

Le varie specie botaniche della Palma e la sua distribuzione geografica Le varie specie La palma appartiene alla famiglia delle piante Monocotiledoni; presenta generalmente delle foglie disposte in un ciuffo terminale, fiori in c.d. spadici al disotto del ciuffo o nel suo mezzo dai frutti a bacca o a drupa (datteri).Si riproduce grazie a dei polloni basali che nascono ai piedi del suo tronco. In botanica esistono varie specie di palma: -la specie mediterranea, la Chamaerops Humilis detta volgarmente palma nana con le tipiche foglie e i polloni a ventaglio e di tipo per lo più cespuglioso, -il genere Washintonia a cui appartengono due specie di cui la Philyphera è simile nella forma selvatica alla Camerops o più comunemente nota come palma Nana per il tronco molle e ricco di foglie secche; invece la W. Robusta è la tipica palma californiana, -il tipo Phoenix Dactyliphera o palma da dattero sin dall’epoca preistorica, diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo in parte dell’Africa e dell’Asia. La coltivazione della palma risale già all’epoca del popolo Nabateo nella zona tra i due fiumi con l’impollinazione artificiale. La palma dattilifera, coltivata inizialmente per i suoi frutti, (che maturano in Egitto durante la piena del Nilo e lì in origine sono l’unico mezzo di sostentamento in questa fase del fiume) diviene un mezzo di sostentamento per le popolazioni magrebine e arabiche; con il tempo si diffonde per altre ragioni in occidente e nei paesi mediterranei sempre più a nord dove per via del clima freddo non fruttifica. -La Hyphaene Thebaica e la Phytelephas macrocarpa sono caratteristiche per i loro frutti drupacei eduli; tale tipo di palma è detta comunemente anche palma dum.

-il tipo P. Cocos Nucifera, palma tropicale del clima marino con stipite recante all’estremità un ciuffo di foglie grandi pennate ; i frutti sono commestibili e da questi si ricavano latte, olio ; dalla parte fibrosa tessuti delle drupe. È una pianta nota soprattutto in età moderna. La palma da dattero la Phoenix Dactyliphera è un grande albero dioico. Il tronco è un fusto cilindrico che può arrivare ad elevarsi fino a 20 m. all’ascella di questo albero un pollone avventizio può dare vita ad una inflorescenza nella parte superiore, un ricaccio dalla base, un succhione nella zona mediana . il fusto porta sulla sua sommità un pollone terminale dove ci sono le foglie pinnate composte a corona; nella sezione inferiore delle foglie ci sono delle spine. Dalle inflorescenze, di forma allungata, si schiudono i polloni ausiliari della corona .il casco produce circa 200 datteri . il sistema di radici è fascicolato: le singole radici non si ramificano e hanno poche radichette; il bulbo voluminoso emerge parzialmente al sole. L’area di distribuzione della palma da dattero ingloba il Sahara, tutti i territori della stessa fascia geografica. Si trova oggi anche diffuso nel mediterraneo, Africa meridionale nel Nuovo Mondo e in Australia. In Egitto si incontra nella Valle del Nilo, nelle oasi del deserto libico , negli umidi wadi del deserto arabico e sulle coste del Mar Rosso. Si tratta, per l’Egitto, sicuramente di specie coltivate dall’uomo che in un secondo momento, dopo l’abbandono dei siti , si sono adattate perfettamente per clima e temperatura ai nuovi habitat ,forse meglio che nel loro areale di provenienza. Tale pianta cresce di solito in un terreno con una falda acquifera in profondità, di percentuale di 1

Le notizie che seguono sono tratte e rielaborate da Baum, 1988 pp. 90-95. 1


salinità non superiore al 20‰per evitare la riduzione della raccolta dei datteri. L’alto tasso di umidità del sottosuolo potrebbe nuocere ai frutti che divengono acquosi molli e mediocri. La pioggia è un esogeno catastrofico perché determina l’impoverimento del frutto. È una specie termofila ed eliofila , vive in biomi dalle alte temperature in una nicchia dell’habitat vicino al sole. Alla palma dattilifera è indispensabile una forte luminosità per favorire la maturazione dei datteri. Un detto arabo dice che la pianta ha i piedi nell’acqua e la testa al sole,sottolineando il tipo di terreno in cui cresce e le condizioni di grande sviluppo dell’albero sotto il sole al caldo. La palma da dattero soffre l’azione di erosione del vento, dello spostamento delle dune e dei cristalli di sale che si possono evitare con siepi e muri . La sua riproduzione avviene per semi e per via vegetativa ; il primo metodo era molto lento in passato. Il secondo è raramente praticato grazie ai ricacci dei polloni . Allo stato spontaneo l’impollinazione si attua per la forza del vento anche se gli individui maschili sono pochi rispetto a quelli femminili. L’impollinazione artificiale è il metodo più facile per far fecondare da un solo maschio 20 piante femminili . il processo manuale e tradizionale consiste nell’introdurre nel casco di una femmina una spighetta d’inflorescenza maschile, che ci puù essere legata. Questo metodo è noto nell’Antichità, in Mesopotamia e forse adottato anche in Egitto ( documenti scritti). in epoca romana è certamente noto e ne parla scientificamente Plinio Il Vecchio nella sua Nat. Hist. , XIII, 7 . Dopo la maturazione dei datteri la raccolta ha luogo da Agosto a Settembre con 12-20 caschi . La specie in analisi vive tra gli 80 e i 100 anni con un tasso ottimale di produzione sui 40 . Rinnova dalle 12 alle 20 foglie per anno e ogni foglia resiste dai 4 ai 7 anni. La questione, ancora in parte irrisolta su questa specie botanica, riguarda la sua origine e crea una grande discrepanza tra i botanici con varie ipotesi che qui sintetizzeremo :2 1- origine sahariana avanzata da De Candolle e seguaci , 2- origine mesopotamica ipotizzata da un certo Hehn, 3- origine iranica proposta da Boissier ,

4- origine persico- indiana indicata da Caty , 5- origine indiana portata da Hamiliton , 6- origine nelle isole Canarie ipotizzata da Fischer e 7- origine medio- orientale del Zohary. i primi fossili di palma simili a questa risalgono al Eocene e al Miocene provenienti dalla Francia, Svizzera, Italia ed Europa Centrale. Quindi probabilmente deve essersi sviluppata nel Terziario in un’Europa tropicale e poi si sia spinta più a sud con la glaciazione e il raffreddamento del clima europeo. Nel Pleistocene(epoca preistorica) ci sono testimonianze fossili di Thera nel Mar Egeo e di Cantorini. Nel Paleolitico la palma da dattero risulta un ottima risorsa alimentare dei gruppi umani , anche in Egitto . La palma Dum La palma Dum è un albero dioico di 15(20) m di altezza con fogliame. Il tronco può essere semplice o con biforcazione dicoctonica a mezza altezza che può produrre due o più foglie. Presenta spine e ha foglie lanceolate lineari palmate segmentate: anche quando sono morte, come nel caso della Washintonia spontanea non coltivata,pendono sull’albero, ma si possono vedere penzolanti dal tronco di questa palma del Nuovo Mondo durante un periodo non superiore a sei mesi . Qualche ramo porta una corona terminale da 20 a 30 foglie e un casco di 40 foglie all’incirca . I frutti sono un drupi secchi , oblunghi, ovoidali o a bozzoli irregolari( ovuli atrofizzati) di colore bruno rossastro . La noce-dum è un frutto con la polpa dal sapore quasi immangiabile vicino a quello del pan pepato e dal seme duro e fibroso. La fioritura si svolge tra Aprile e Novembre; la fruttificazione dura 8-12 mesi. La riproduzione avviene per impollinazione naturale del vento, per semi e per ricacci. Quest’ultima sembrerebbe dare meno buoni risultati . il tipo maschile è riconoscibile per la forma più piccola e sviluppata verso l’alto destinato a vivere meno a lungo. Il riconoscimento è facilitato al momento dell’appassire dei fiori . Hyphaene Thebaica è una specie altamente termofila , cresce in valli calda con le radici vicine alle falde acquifere, zone abbastanza compatte. 3

Le notizie che seguono sono tratte e rielaborate da Baum, 1988, pp.106-109 33

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Le ipotesi s Baum, 1988 , pp 93-94


È collocata nella zona tropicale dell’Africa(centromeridionale). si può osservare una palma Dum nelle oasi, nei Wadi dei territori desertici o nelle regioni arboree della regione sudanese. È comune nell’Alto Egitto ,nella Valle del Nilo, ma anche a Wuadi el Dum presso il Mar Rosso e a AIN el Doum A 71 Km da de Kharga . L’abero costruisce una densa popolazione botanica nel deserto della Nubia . Il limite dell’area di distribuzione geografica cambia nei vari autori . Si ammette che questa è la specie di palma tipica dell’Egitto(Alto Egitto); il fossile più antico risale tra il Pliocene superiore e l’Epipaleolitico ( 9360-8680) e viveva intorno al 29 º parallelo . L’etimologia della palma Il termine palma deriva dal latino palma/ae; nel suo impiego figurato,4 che nei testi latini indica più il ramo della palma che la pianta per esteso. Oggi per estensione indica l’albero delle Monocotiledoni con delle foglie disposte in un ciuffo terminale, fiori in c.d. spadici al disotto del ciuffo o nel suo mezzo dai frutti a bacca o a drupa (datteri).5 La nomenclatura binomia, introdotta da Linneo(1734) e tutt’ora in vigore, per alcune specie vegetali presenta una tradizione storico- scientifica che risale all’Antichità. Infatti, la palma da dattero è chiamata Φοινιξ dai Greci poiché era considerato l’albero del popolo Fenicio(Fenicia)data la frequente rappresentazione di questa tra glia alberi sacri e simbolici nell’arte e sulle monete .6 L’etimologia nel mondo egiziano potrebbe derivare da Bnw , il geroglifico che rappresenta un uccello , la fenicie, da cui, forse il Φοινιξ greco.7 Il secondo termine della nomenclatura binomia della palma dattilifera ha origine nel mondo romano è forse il nome latino che deriva da tamar termine semitico della pianta. Questo indica una forte influenza commerciale tra i Fenici e i Romani . Il primo termine tradotto in latino Phoenix associa la pianta alla fenice perché si riteneva una pianta auto rigeneratrice(per la sua capacità di rigenerarsi dai polloni basali) come l’ uccello mitologico che rinasceva dalle proprie ceneri. Legato a questa Devoto, 1968, p.300 .in Baum, 1988. V,d. p. 1 della presente argomentazione. 6 Benxi, 1999, p.102 . 7 Servajean, 1999, pp. 230-231.

falsa credenza scientifica, è il fatto tramandato da Plinio sul ciclo vitale della pianta: secondo Plinio l’albero si riproduce miracolosamente seguendo il ciclo della fenice di 1461 anni.8 Questa specie è l’unica con uno studio botanico con nomi della botanica dell’Antichità classica. Nel mondo antico compare anche nei testi faraonici della prima dinastia e in liste della seconda dinastia : bnrt.9 La palma dum presenta una sua onomastica antica in testi egiziani in geroglifico ed è la specie oggetto di studi dei botanici egiziani antichi dall’epoca faraonica “M’‚m’‚”soprattutto dal Nuovo Regno.10 Le altre specie di palma, la palma nana e quelle più esotiche sembrerebbe siano state studiate e abbiano ricevuto la nomenclatura in epoca moderna, anche se della Chamaerops Humilis ne parla Teofrasto(studioso della corte tolemaica) che la distingue dalla palma da dattero, il tipo tropicale sempreverde che produce datteri, notandone le differenze vegetative e per la sua forma nana (succ. lat. Chamae) Inoltre sempre sulla palma nana,Cicerone ci tramanda che questa era il principale nutrimento delle popolazioni sicule che ne traevano farina dalle radici e ne cuocevano il cuore. Per quanto riguarda la palma dum nota nei testi faraonici con la scrittura geroglifica -M‚’m‛‚-non trova distinzione chiara nella terminologia Latina tra le altre specie di palma; questa mantiene sempre una certa confusione con la palma da dattero. Plinio Il Vecchio chiama il frutto della palma dum Cuci , vocabolo che è trascritto dal greco Xoυχι, noce-dum 11. Il greco pare più adatto a stabilire la differenza tra queste due specie , la prima è detta Φοινιξ e la seconda è detta Xουχoυφορον. introduzione alla rappresentazione della palma La palma è l’albero più rappresentato nelle culture antiche che più si addiceva alle esigenze delle singole popolazioni e molto significativo nella storia delle religioni, mostrando punti di contatto, di continuità e di sincretismo culturale.

Plinio, Nat. Hist., XIII, 6-9 . Baum,1988, p.95. 10 Baum,1988, p110. 11 Le notizie sono riscontrabili in Servajean, 1999, pp. 230231.

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Le specie più rappresentate di palma ,nel mondo antico e medioevale, sono la palma nana e la palma da dattero. La prima è più tipica del mondo classico. Si trova in rappresentazioni di “giardini”delle coste meridionali del mediterraneo, a volte con scopo decorativo esotico ininterrottamente fino al quattrocento di cui un esemplare è “ Santa Maria Maddalena fra San Pietro Martire e Santa Caterina da Siena “ di Gherardo Del Flora(Tav II Fig. 4 )dove la palma Phoenix Dactytiphera di viene un elemento vegetale simbolico cristiano del messaggio di Cristo. 12In epoca moderna fino al XIX secolo tale albero diviene un elemento esotico. È rappresentata sempre a cespuglio con le foglie a ventaglio; le foglie spesso sono bicolori tra verde chiaro e quello scuro per mostrare le ombre e quelle dritte e le altre rovesciate come quella sullo sfondo nella raffigurazione di “Santa Maria Maddalena fra San Pietro Martire e Santa Caterina da Siena “. La seconda è la specie che è rappresentata sia in occidente sia in oriente con varie simbologie: nel Medio Oriente è l’albero della vita (v.d. mondo fenicio e sasanide) nella mitologa del Vicino Oriente assira il Dio Assur , Dio della guerra e consorte della dea Ishtar è raffigurato sulla chioma della palma, nel mondo faraonico ha doppia valenza simbolica solare e funerario-escatologico, ma anche di rinascita della vegetazione ,nel mondo classico assume valore trionfalistico di vittoria e con simile valore trasposto arriva ai cristiani,nel mondo ebraico è simbolo di Israele (Is, 19,15),nel cristianesimo e la vittoria del Cristo sui peccati e sulla morte, vittoria del martirio, il trionfo di Cristo a Gerusalemme e simbolo della vita eremitica,nel mondo copto( qualcosa di più preciso sarà indicato successivamente), i valori simbolici e il modo di rappresentare tale albero, si mescolano tra le tradizioni pre-cristiane e la tradizione cristiana ,nel Medioevo nell’Islam e diviene l’Axis mundi( v.d. monete bizantine e la Cupola della Roccia a Gerusalemme) come albero della vita e della Resurrezione, una probabile derivazione della visione mediatrice di questa pianta tra il modo del Creatore e quello del Creato( già documentata nell’Egitto faraonico e forse non solo). Questa specie si diffonde maggiormente nella cultura mediterranea dopo la conquista dell’Egitto come elemento decorativo naturalistico. La 12

Benzi,1999, p. 51.

troviamo in grande frequenza in affreschi, stucchi, mosaici e bassorilievi. La palma dum è, invece, una specie rappresentata solo nel mondo egiziano. Le altre specie compaiono nel periodo moderno e contemporaneo in paesaggi atti a delineare un’idea un po’ distorta dell’architettura del paesaggio del mediterraneo dal 1500 ad oggi, ricca di echi e richiami esotici con specie botaniche non mediterranee.Sono specie introdotte nell’Ottocento nel Mediterraneo che modificano e contribuiscono notevolmente a creare l’immagine fisica e nell’arte dell’architettura del paesaggio Mediterraneo attuale.13 Sono state prese per il loro straordinario slancio del fusto vero l’alto durante il periodo del Romanticismo. Come si è potuto vedere non è facile ridurre a poco il bagaglio artistico che raffigura la palma nel Mediterraneo ed interessante notare come l’Egitto direttamente o indirettamente ha concorso a tramandare e diffondere splendide immagini su questa pianta nel “mondo vegetale dell’arte”.

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Benzi,1999, p. 147 .


Glossario : Ammun. È il dio del sole “che si nasconde” associato presto a R’ nel mondo ellenistico è assimilato a Zeus.

R’/ “Ra”: è l’occhio di R’ il perno del culto solare dell’Egitto faraonico e del simbolismo solare della palma in quanto è spesso specificato come il dio del sole nascente.

Areale: Luogo di diffusione geografica di una specie vivente.

Stipite: termine botanico che indica il fusto della palma da non confondere con quello di radice architettonica.

Aton: è il Dio del disco Solare non direttamente legato alla palma. Buto: dea sorella di Nekhbet; nome greco della dea cobra Uadjit. Avrebbe aiutata secondo la mitologia faraonica a fuggire Iside da Seth e nascondere la grande dea agli occhi di Seth tra la vegetazione. Donna dalla corona del Basso Egitto con uno scettro ornato da un serpente attorcigliato o serpente con la corona. Da il nome al luogo ipotetico della nascita dell’occhio di R’ e “della resurrezione delle linfe di Osiride”. Drupa: termine botanico con si indicano i frutti della palma. Horus: figlio di Osiride e Iside è la figura portante della resurrezione osiriana . Si nutre dei datteri o dalla dea palma. È raffigurato bambino e giovane , nel mondo tolemaico a volte coinciderà con Apollo. Iside: dea madre del culto popolare , fondamentale per la rinascita del marito soprattutto nella variante di dea dell’albero della palma associata ad Hathor e Nut.( dea dell’amore,del cielo, della danza e la dea del cielo) Loto: pianta nel mito primordiale di R’ spesso intercambiabile con la palma. Necrofagia: necros dal greco morto fagos nutrimento; è il nutrirsi del defunto. Sono noti nel mondo antico es. e riportati dalla letteratura, ma questa è legata alla palma perché Horus si ciba indirettamente delle linfe del padre. Pollone basale: parte della palma che serva per la rigenerazione e la riproduzione della stessa .


La palma in Egitto Premessa Ora vedremo più in specifico come l’Egitto abbia rappresentato e usato nella propria cultura la palma. Però, non è facile trattare brevemente sulle notizie e la storia della rappresentazione della palma in Egitto data l’estrema vastità della materia. Si tenterà un piccolo approfondimento sulle immagini faraoniche e poi anche copte nei tratti più salienti in un “capitolo” successivo. La palma da dattero nel periodo faraonico La palma da dattero è rappresentata a partire dall’epoca predinastica , ma è nel Nuovo Regno che la si vede frequentemente. È rappresentata anche nel giardino della T T 81 . La descrizione iconografica più evidente è fondata da circa 70 scene che sono già state analizzate nel testo della Baum14 Le rappresentazioni più antiche raffigurano questo albero così : è una palma dal tronco alto , sottile e flessibile oppure spesso e corto (Carthage 139, Qsr Ibrim192.14.4 , TT 158,273, turin 144) con foglie alla base a volte squamate( Edfu 649) o dentellate o marcate da righe orizzontali , più raramente verticali o con il tronco privo di tutto questo( TT 81) In alcune immagini dal tronco alle fronde non è raffigurato alcun elemento di passaggio. Le fronde spesso sono rappresentate di profilo (TT93 in fig. 9 tav VI del repertorio iconografico dell’argomentazione medesima), raggiate o dentellate(TT93) . Tale pianta è soventemente raffigurata con due caschi,ma il loro numero può variare da tre a sette ; in alcune scene sono enormi. Numerosi sono gli esempi di questi caschi a Tebe –Luxor , al Cairo e altri siti dell’Egitto faraonico. I ricacci ,correntemente riprodotti ,si sviluppano al punto di ottenere bouquet di due o tre palme da dattero15.Le tre palme spesso indicano nell’immagine faraonica una pluralità e talvolta si legano al valore magico e religioso della triade divina (Osiride, Iside e Horus o la triade alessandrina d’epoca tolemaica). Tutto ciò che segue è una assimilazione da Baum,1988, p. 96. 15 TT 93 Fig . 9 Tav VI della parte iconografica .

La studiosa Natalie Baum nel suo studio sul mondo vegetale dell’antico Egitto si pone anche dei problemi sulla realtà botanica che viene rappresentata nelle scene faraoniche;si chiede se dalle immagini che abbiamo si possa vedere la differenza tra la palma maschio e quella femmina , ipotizza con un po’ di perplessità che la palma della tomba texana 93 ad es. sia maschile. Altre posizioni e immagini riportano una visione davvero unica e originale ; ad es. una scena di Debaira 16 mostra un uomo che raccoglie i datteri da una palma cline verso di lui rappresentata con un senso naturalistico se non forse per questo piegamento innaturale verso il raccoglitore. Questa scena è una legittimazione del tema del nutrimento eterno o si vuole solo comunicare che la pianta è talmente carica di frutta da piegarsi per il peso dei datteri , pronta per la raccolta ? Forse si tratta di una licenza poetica dell’artista ? Non si può negare il legame simbolico della palma come nutrimento del b’ , ma non si può ricondurre tutto a simbolismo. Non sappiamo se si trattasse di un riferimento agricolo o di una scena quotidiana del defunto per cui si può dire che ci si trova di fronte un modo unico e esteticamente bello della raccolta di datteri , di cui non conosciamo il reale significato , ma che sicuramente cela un riferimento al benessere nell’aldilà dello scomparso. C’è addirittura però ,chi ha ritenuto che la palma del dipinto di Debaira come Laville 17fosse affetta da una malattia criptogamica di impoverimento e affaticamento del pollone terminale. Ci sono altri esempi in cui l’artista deforma la pianta per effetto del vento come a Dakhla con torsioni brutali. La palma da dattero decora le tavolozze predinastiche , i piatti e i vasi della XVIII dinastia fino ad un’epoca piuttosto tarda. Sugli amuleti , sui sigilli e sugli scarabei , per la maggior parte datati al Nuovo Regno e della Bassa Epoca, il motivo dell’albero riquadra un augurio di buon anno. Il mondo religioso conferisce un simbolo di eternità perciò spesso un ramo di palma è posato sui sarcofagi e sul petto del mummia tra le offerte . un ramo di palma è usato da Thot per segnalare ilo

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Baum, 1988pp.101-102 V.d. Baum, 1988, nota 544 e p.102 .


scorrere degli anni di regno del re nelle scene di incoronazione e di festa. La palma da dattero è una delle specie botaniche che costituiscono il paesaggio, le piantagioni e i giardini al tempio funerario di Niuserra a Abu Gurob, nel “Giardino Botanico “ del Tempio di Tutsmosi III a Karnak, nelle tombe del Medio Regno a Beni Hassan , nel Nuovo Regno a Debeira , Tebe , Amarna , Menfi e nella Bassa Epoca a Dakhla . Si trova spesso nelle necropoli tebane, sulle steli del Cairo del Terzo Periodo Intermedio . Ha significato di nutrimento eterno nei Testi delle Piramidi , Testo dei Sarcofagi e a Turin 22037 nella tavola delle offerte . In una pittura parietale di una tomba a Tebe ovest la palma da dattero è rappresentata in un giardino. La tomba di questa scena doveva appartenere ad un contabile del grano un tale Nebamon forse proprietario della tenuta della scena In cui sono rappresentati alberi con al centro un laghetto popolato da una fitta fauna che creano un giardino di pace e di fresca ombra. La scena è realizzata mediante la tecnica della “scatola aperta”; nel giardino sono raffigurati:palme da dattero e palme dum , sicomori , acacie, ,mandragole e viti che circondano un laghetto con animali acquatici e piante di palude. È una scena che riproduce un particolare 3 D di un giardino legato al tema funerario con un forte naturalismo nella resa dell’ambiente. Risale al 1390 a .C. e si lega ad un simbolismo funerario di illustrazione al defunto dell’acqua e di augurio di vita paradisiaca . Un'altra raffigurazione importante si trova a Luxor nella Tomba di Sennedjem (XIX dinastia ) ; la scena rappresenta “i campi sacri di Yalu” mettendo in linea come un elenco le essenze botaniche tra cui la palma robusta bassa e spessa rispetto alle altre raffigurazioni fin’ora citate.18(Tav I Fig. 2) È notevolmente sfruttata come pianta raffigurata sui capitelli vegetali detti palmiformi. Questi con le colonne decorano i templi faraonici , se pur meno frequenti di altri tipi ; sono colonne dal fusto cilindrico sormontate da capitelli costituito da un fascio di rami di palma legati a nastri che si piegano verso l’esterno . le più antiche colonne palmiformi sono nel Tempio funerario di Sahura(2490-75 a .C.)ad Abusir (16 originarie

colonne di cui rimangono resti sparsi ) 19Le colonne vegetali,tra cui quelle palmiformi ,soprattutto nel periodo più antico riproducono gli alberi e sono l’elemento di connessione tra il creato e il “cosmo” con le foglie verso l’alto ( il cielo ) e le radici ( la terra e l’aldilà. In questo senso gli alberi sono sacri e talvolta si popolano all’interno delle fronde della dea dell’albero rappresentata per intero o di cui compaiono le braccia con le mani che portano frutti. L’albero come essenza vegetale, per le su caratteristiche botaniche,permette una spiegazione simbolica di tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti ; ciò si ritrova in molte civiltà antiche tra cui quella celtica che attribuisce valore di da dattero in un’interpretazione più sostegno al cielo, senza il quale sarebbe caduto il cielo in testa. Le caratteristiche botaniche proprie della palma concedono una interpretazione simbolica che nelle varie culture antiche si addice alle varie esigenze sacre e profane, tutta la speculazione “cultuale”antica è sorta intorno al concetto derivato dall’ecologia della pianta : “le dattier vit les pieds dans l’eau et la tête au feu du soleil“(proverbio poi diffuso tra gli arabi)20 È considerato,con un valore non molto diverso,tra gli antichi egizi l’albero sacro di una serie di località di cui presta il suo nome a diversi toponimi .( Matboul vicino a Xois nel sesto nomo)21 La palma nella cultura faraonica, infatti,ha una doppia valenza religiosa e simbolica: da una parte ha una connotazione solare per la sua propensione verso l’alto dell’apparato fogliare , “perché ha la testa al sole,” e simbolizza la collina primordiale emersa, che mostra un palmeto sacro da cui è nato l’occhio di R’ –Atoum, posta chiaramente al limite tra la terra immersa e quella emersa. Essa rappresenta dal punto di vista vegetale , il poggio primordiale;nel sincretismo tolemaico R’ si caratterizza come il dio greco Apollo e la palma diviene la pianta sotto la quale Leto partorisce questo dio,Apollo(R’ ). Dall’altra ha una connotazione funeraria vincolata al culto di Osiride e al suo profondo significato nel mondo vegetale di rinascita e di resurrezione delle piante dalle linfe del Dio e dalla forza auto rigeneratrice che è attribuita alla palma a causa Baedeker, 2002, p. 81 e p. 145 . Servajean., 1999, p.233 e note 47 e 48 della medesima pagina . 21 Baum,1988,p.104. 19 20

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Benzi, 1999. p. 14-15.


della sua riproduzione e per la sua capacità di rigenerarsi che avvengono per polloni basali. La sua ecologia, quindi,favorisce un collegamento con le leggende di Osiride e delle sue linfe.( Palmeto di Buto). La palma oltre alle rappresentazioni della lista di Ineni ( TT 81)è citata e raffigurata insieme ad altre specie con cui il mondo egizio faraonico fa condividere il simbolismo e il significato interiore,si trova affiancata a : 1. dinastia )nelle Tombe Menfite 2. Ficus Sycomorus ( debutto nella XIX Ficus Sycomorus e Hyphaene Thebaica(XVIII dinastia, epoca ramesside) 3. Ficus Sycomorus, Maerua Crassifolia 4. Ficus Carica, Ficus Sycomorus, Hyphaene Thebaica, Tamarix Spp. , VtisVinIfera, Ziziphus Spina Christi. Sono tutte piante che assolvono una funzione analoga, molto diffuse e portano generalmente dei frutti commestibili (a partire dalla XVIII dinastia e nei templi tolemaici ).22 È riportata con queste piante su steli (Cairo, Tav X Figg. 13-14-15). Alla XVIII dinastia appartengono giardini raffiguranti tali specie in un contesto del rituale funerario e dei luoghi sacri di culto di Eliopoli ; citazioni del valore funerario di queste essenze si ritrovano in dei frammenti del Libro dei Morti . In numerose immagini è ribadito il ruolo di alimento di vita eterna che i frutti di questi alberi portano con per il defunto. Il periodo Tolemaico vive di due mondi culturali. 1)l’esperienza saitica 2) il mondo ellenistico (la cultura alessandrina ). Il pantheon greco subisce un influsso da quello faraonico e viceversa,influsso che nelle rappresentazioni vegetali si traduce in rafforzamento di Apollo- R’ e di Dioniso – Osiride che ricalca tradizioni precedenti con un moltiplicarsi delle versioni mitiche fino allora meno percorse , in linea con una cultura ellenistica elitaria e raffinata. La conquista romana segna la fine del regno faraonico definitivamente e la nascita di un’arte imperiale “provinciale “ della provincia imperiale di stampo equestre di Roma che pone un distacco e una ripresa dell’arte del passato. Per quanto riguarda la palma non abbiamo una rottura con il passato,ma una assimilazione con la cultura romana. Il mito di Apollo e Latona si permea dalla 22

Baum, 1988, pp. 275-338.

cultura tolemaica e greco-romana nell’arte egiziana di questa nuova era. In tal modo diviene la pianta sacra ad Apollo, dove sua madre l’avrebbe generato. Legata così ad Apollo la palma diventa simbolo della Vittoria dedicata al dio Febo- Apollo, la c.d. Palma della Vittoria. Il ramo della vittoria compare nelle mani delle Vittorie ai lati della fronte dei sarcofagi o sugli edifici trionfali. Ma , tutto questo esula il periodo faraonico e per motivi tematici sarà qui tralasciato. Il Palmeto di Buto Tra il valore funerario e quello della rinascita vegetale si colloca il Palmeto di Buto, come si è accennato di sopra, vincolato al suo simbolismo funerario. Espressione vegetale della creazione , il palmeto non mostra necessariamente gli aspetti positivi. In effetti le tre principali cappelle funerarie presentano Buto come un luogo dove i defunti e gli dei possono nutrirsi. È qui che Horus mangia i datteri del suo palmeto, rifiutando le linfe del “grande dio” . Buto è anche il luogo dove si cucinano gli alimenti dei morti .Ma torniamo al palmeto, la sua funzione deriva dalle sue caratteristiche botaniche . La funzione simbolica dell’albero, è mirata a concedere l’acqua, ma anche il nutrimento . si sazia a questo palmeto R’ dalla V dinastia e nel corso della XVIII dinastia il dio è rimpiazzato da Hathor . La palma da dattero nel suo significato di cibo per il defunto appare associata ad altre piante, come si è già detto, tra cui la palma dum figurate nei Campi di Yalu ( tav i Fig. 2 )e con essa lega Min, dio associato a quest’altra palma e Hathor . Il palmeto di Buto è fondamentale per il nutrimento di Horus che rifiuta le linfe del padre. Secondo una visione le linfe producono le palme da dattero di cui si nutre il dio, ma l’assimilazione della dea Iside all’albero ha una funzione di resurrezione della vita per mezzo dei datteri e non dalle linfe. Secondo questa altra interpretazione, su dipinto ad intonaco, nella Tomba di Tebe ovest, della Valle dei Re l’allattamento di Iside come dea dell’albero è la descrizione del nutrimento di Thutsmosi III(1425 a. C. Tav IX Fig . 16) che rappresenta la manifestazione del dio Horus in terra da Iside albero con braccio e seni umani, attributi anche


legati alla connessione della grande dea con le dee Hathor e Nut . Non è facile in effetti capire per noi se i datteri o le linfe producano la resurrezione vegetale annuale e siano il nutrimento eterno del defunto e la nuova vita nell’aldilà simbolizzata dai nuovi ricacci della palma . Il palmeto di Buto diviene il luogo che contribuisce e mantiene i grandi cicli cosmici. L’esistenza del palmeto nel Tempio di Horus a Buto è attestato da qualche rappresentazione funeraria ; è rapidamente descritta anche da Erodoto, il bosco sacro è spesso messo in relazione con l’ipotetico pellegrinaggio a Buto e con la festa Sed(Gibileo) . il lavoro di Servajean , il primo di una serie di studi , che mettono in evidenza la funzione funeraria del boschetto, ( nato dalle linfe di Osiride e dai defunti osirianizzati che hanno fatto un viaggio fittizio a Buto). Gli alberi e il palmeto hanno nutrito – in verità necrofagia indiretta- i vivi e i morti. Quando Osiride offre i suoi frutti , egli rivive e ritorna nel suo corpo, i suoi umori innescano la ricrescita , la resurrezione vegetale e quella dei morti .23 La palma Dum nel periodo faraonico L’albero è rappresentato a patire dal Nuovo Regno di cui si contano una quarantina di scene. Le rappresentazioni di questa specie sono straordinariamente realistiche: la pianta presenta una biforcazione semplice o doppia , i rami possono intersecarsi . il tronco è anche diviso in tre o cinque rami , che si ramificano a loro volta. La biforcazione può essere alta o La contrario bassa . la corona è normalmente composta da più foglie . le foglie possono avere una forma triangolare e un bordo dentato . i ricacci consistono in foglie palmate con segmenti e foglie identiche a quelle della palma da dattero . Questa pianta è caratteristica di : - giardini e paesaggi egiziani di tombe private tebane - paesaggi nubiani e di Punt - dei templi di Hatshepsut a Deir el Bahari e di Rmases II A Bet el Wali - della Tomba di Djehouty –hetep a Debeira. Si ritrova anche nellETT93 e100 con una e più foglie della corona, tronco diviso in tre , le basi dei Le notizie sono riscontrabili in Servajean, 1999, pp. 227247. 23

piccioli visibili nella parte coronaria( TT93 Vedi tavola della parte iconografica corrispondente). La palma dum compare ugualmente nella Tomba di Petosiri nell’oasi di Dakhla all’epoca grecoromana e su una tavola degli offerenti di Karanog della civiltà meiotica . Gioca un ruolo importante nel mondo funerario ; si lega in questo campo al dio Min. Esiste il culto di Tueris delle palme dum e a Tebe ovest nell’epoca ramesside. Thot si lega ad una palmeto dum come Horus con il palmeto da dattero , ma il palmeto di Thot è l’Habitat desertico del babbuino, un forma del dio Thot. È un simbolo araldico delle terre del Sud dell’Egitto con valore apotropaico . Spesso si trova come pianta del nutrimento del defunto associata a : 1- Ficus Sycomorus e alla Phoenix Dactyliphera, 2- Phoenix Dactyliphera, 3- Ficus Carica, Ficus Sycomorus, Tamarix Spp. , VtisVinIfera, Ziziphus Spina Christi. Sono tutte piante che assolvono una funzione analoga, molto diffuse e portano generalmente dei frutti commestibili (a partire dalla XVIII dinastia e nei templi tolemaici ).


Bibliografia:  Baedeker, 2002 Baedeker, “Egitto”, Novara ,2002  Baum, 1988, N. Baum,“ Arbres et arbuste de l’Egypte Ancienne” , 1988  Benzi, 1999 F. Benzi, “Paesaggio Mediterraneo” Motta,1999  Damiano, 2001 M.Damiano, “Antico Egitto”Milano, 2001  Durante, 2003 Durante e F. Tiradritti, Egitto , Hong Kong, 1003 .  Servajean , 1999 Servajean, “ Enquête sur la palmraie de Bouto” da L’Encyclopedie religieuse de l’Univers vegetal Croyances de l’Egypte ancienne ( ERUV)i Or Monsp, X, 1999,pp 227-247.  S. Mercatante , 1988 S. Mercatante, “Dizionario Universale dei miti e d


EGITTO COPTO La palma nell’arte copta Premessa Ora vedremo più in specifico come l’Egitto poi abbia rappresentato e usato nella propria cultura la palma. Però, non è facile trattare brevemente sulle notizie e la storia della rappresentazione della palma in Egitto data l’estrema vastità della materia. Si tenterà un brevissimo approfondimento sulle immagini post- faraoniche copte, per renderci conto dell’evoluzione iconografica e culturale dopo il lungo periodo faraonico, nel “capitolo” precedente dedicato a tale epoca . Cenni al periodo post faraonico Romano e poi Copto sulla palma in generale Tra i Romani, il ramo di palma tradizionalmente sarà il simbolo della Vittoria. Questo significato sarà trasportato nel simbolismo Cristiano , dove il ramoscello di questa pianta sarà usato per suggerire il trionfo del martire sulla morte. I martiri spesso sono dipinti con la palma vicino o è presente in aggiunta agli strumenti del loro martirio. Cristo verrà sempre rappresentato con un ramo di palma come un simbolo del suo trionfo sul Peccato e sulla Morte .Più spesso, essa è associata alla scena della Venuta di Gesù a Gerusalemme, (quando il popolo lo accoglie in città come un trionfatore tra rami di palma intonando l’Osanna). Un vestito fatto di foglie di palma sarà un attributo di San Paolo l’Eremita. Bibliografia:  Baedeker, 2002 Baedeker, “Egitto”, Novara ,2002  Baum, 1988, N. Baum,“ Arbres et arbuste de l’Egypte Ancienne” , 1988  Benzi, 1999 F. Benzi, “Paesaggio Mediterraneo” Motta,1999  Damiano, 2001 M.Damiano, “Antico Egitto”Milano, 2001  Durante, 2003 Durante e F. Tiradritti, Egitto , Hong Kong, 1003 .  Servajean , 1999 Servajean, “ Enquête sur la palmraie de Bouto” da L’Encyclopedie religieuse de l’Univers vegetal

Croyances de l’Egypte ancienne ( ERUV)i Or Monsp, X, 1999,pp 227-247.  S. Mercatante , 1988 S. Mercatante, “Dizionario Universale dei miti e delle leggende”, 1988.


Repertorio iconografico delle varie specie di Palma

Le rappresentazioni della Palma soprattutto in Egitto nel periodo faraonico e copto


Introduzione alla rappresentazione della palma 1

2

Tav I


4

3

Tav II


5

Tav III


L a distribuzione geografica della palma e le specie botaniche

6

5

Tav IV


7

8

Tav V


La rappresentazione nel periodo faraonico della palma

La P. Phoenix Dactyliphera

9

Tav VI


10

Tav VII


11

Tav VIII


12

Tav IX


13

14

15

Tav X


16

Tav XI


17

La P. Hyphaene Thebaica 18

Tav XII


19

20

Tav XIII


21

Tav XIIII


22

Tav XV


Tav XVI

23

BIBLIOGRAGIA: Tav I Fig. 1 e 2 da Benzi, 1999, p.102 per la n1 e p. 15 per le n 2. Tav II Fig. 3 e 4 da Benzi,1999, p.22 per la n3 e p. 51 per la n4. Tav III da Benzi,1999, p.148. Tav IV da Baum,1988, p. 91 n22. Tav V da Baum,1988, p. 109 n 26 per la 7 e p. 107 n 25 per la 8. TavVI da Baum,1988, p.98 n 23. Tav VII da Baum,1988,p.101 n 24. Tav VIII da da Baum,1988, p. 290 n 67. Tav IX da Duramti,3003, p. 160. Tav X da Baum,1988,p. 275n 60 per la n 13 p. 276 la n61 per la n 14p.281 n 64 per la n 15 Tav XI daDuramti,3003, p..147. Tav XII da Baum,198, p. 281 n 63 per la n 17 p. 115 n 29 per la n 18. Tav XIII da Baum, 1988, p. 113 n 27 e 28. Tav XIIII da Baum,1988, p.116 n 30 e 31. Tav XV da Duramti,3003, p. 248. Tav XVI Fig. 23 da Baum, 1988, p. 117n 32.


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