Le immagini dello spettacolo a Roma nel basso impero:le rappresentazioni dei ludi(scenici e circensi), agoni, damnationes ad bestias, munera gladiatoria e delle venationes con l’avvento del cristianesimo.
a cura della dott.ssa Alessandra Pignotti
INDICE PRIMA PARTE
Premessa
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Introduzione:
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Gli eventi più significativi dalle origini agli inizi del III secolo d.C La situazione dal I al III secolo Il cambiamento nella società basso imperiale. le fonti e le immagini
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SECONDA PARTE
1. Il contesto architettonico del teatro
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2. Il contesto del circo
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3. Il contesto architettonico dello stadio
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4. Il contesto architettonico dell’anfiteatro
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5. La situazione nel basso impero: le fonti
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6. Le immagini dello spettacolo
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Il Teatro: ludi scenici
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Epilogo delle immagini dei ludi scenici
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Il Circo: ludi circensi
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Epilogo delle immagini dei ludi circensi
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Lo Stadio: gli Agoni
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Epilogo delle immagini degli agoni
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L’Anfiteatro:le damnationes ad bestias
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Epilogo delle immagini delle damnationes ad bestias
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L’Anfiteatro i munera gladiatoria
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Epilogo delle immagini dei munera gladiatoria
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L’Anfiteatro le venationes
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Epilogo delle immagini delle venationes
Conclusioni
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Elenco abbreviazioni del testo e delle abbreviazioni bibliografiche
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Bibliografia
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LE
IMMAGINI
DELLO
SPETTACOLO
A
ROMA
NEL
BASSO
IMPERO:LE
RAPPRESENTAZIONI DEI LUDI(SCENICI E CIRCENSI), AGONI, DAMNATIONES AD BESTIAS, MUNERA GLADIATORIA E DELLE VENATIONES CON L’AVVENTO DEL CRISTIANESIMO. PRIMA PARTE Premessa Il tema dello spettacolo nell’antichità, è un argomento che in ogni sua forma e in ogni suo aspetto, ha destato grande curiosità e interesse perfino tra i non addetti, inducendo anche un settore del cinema a sfruttare o dare largo spazio a questa attività culturale per la realizzazione di pellicole cinematografiche monografiche dal 1926 a oggi, di cui ricordiamo Benhur, Spartacus e “Il Gladiatore1”. Vanno poi annoverati i film con fotogrammi che riproducono scene del mondo dello spettacolo dell’antica Roma - come il Quo Vadis Domine di Marvin Le Roy (1951) - dove non mancano damnationes ad bestias nel Colosseo,2 esibizioni eccentriche dell’imperatore in ludi scenici di corte e in ludi scenici pubblici.3 Il fascino che suscita questa tematica spazia dalla letteratura all’arte, al cinema e alle ricerche scientifiche di vari settori umanistici e non solo. Infatti lo studio del mondo dello spettacolo a Roma ha interessato e coinvolge vari ambiti della cultura antica dalla letteratura all’archeologia, ma l’indagine delle immagini è un percorso piuttosto recente. Su queste ci sono, nella storia degli studi, lavori monografici riguardanti la storia dei settori dello spettacolo o lo svolgimento delle attività ludiche o alcuni aspetti di questi spettacoli, senza una particolare riflessione sulle figurazioni. I recenti studi invece, cercano di studiare le immagini “iconografiche”, affiancandole a fonti materiali, ad esempio frammenti archeologici di vario tipo. È questo studio dei monumenti, delle fonti e delle immagini,messe in relazione tra loro in senso parallelo e incrociato che intendo seguire per la visione, che questi offrono, ciascuno con il proprio linguaggio, del mondo dello spettacolo romano nel basso impero. 1
Uno studio filologico sul film è condotto da Meijer, 2004, pp. 291 e seguenti.. In questi fotogrammi anfiteatrali, viene peraltro commesso un anacronismo storico perché il Colosseo non esiste sotto Nerone , ma è un’opera Flavia successiva a questo imperatore. La ricostruzione 3 D della città di Roma, esempio di diffusione dei uso dilagante della tecnologia digitale nella cinematografia, è per altro arbitraria, ma si tratta di un film di trama romanzata quindi non sottoponobile a una critica storico archeologica. 3 Assai nota infatti, è la passione di Nerone per gli spettacoli teatrali e per simili esibizioni provenenti dal mondo greco . 2
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Ho scelto il basso impero perché è un’era di transizione tra la cultura romana classica e quella cristiana alto medioevale, ricca di parallelismi, sincretismi, contraddizioni, novità e correnti arcaicizzanti. È in tale epoca, che, nonostante la crescente diffusione del Cristianesimo e la sua opposizione alle forme di spettacolo del paganesimo, attraverso la Chiesa e suoi padri, compaiono raffigurati con grande eloquenza scontri gladiatori, scene circensi ecc. nell’ambito privato e nell’ambito pubblico, secondo un gusto tipicamente romano. Nello stesso tempo, si manifesta uno strano boom edilizio che è contrario alla crisi e al lento tramonto del modello degli spettacoli concepito nel periodo imperiale: tutti gli edifici destinati ai giochi, che prima sono edificati o costruiti da privati e magistrati,ora sono commissionati dall’imperatore; è lui che si prende la responsabilità della costruzione di nuove strutture, utilizzandole come luoghi di rappresentanza pubblica e di auto rappresentazione nello stesso modo in cui in precedenti imperatori dell’alto e medio impero si auto celebravano nel Foro. Prima di affrontare il tema vero e proprio, farò una breve introduzione generale sul fenomeno riguardante i settori dello spettacolo nella civiltà romana, in particolare dal I al III secolo d .C, precedente la tarda antichità (che si pone solo alla fine della romanità e all’inizio dell’alto medioevo o meglio precedente l’alto medioevo). Mi occuperò del contesto architettonico del teatro, del circo e dell’ ippodromo, dello stadio e dell’anfiteatro. Spiegherò la situazione delle fonti nella tardo antichità relative all’attività dello spettacolo in tutte le sue forme. Quindi tratterò delle rappresentazioni vere e proprie che riproducono una particolare storia figurata dell’intrattenimento, che non sempre coincide o si evince dall’immagine urbanistica e architettonica delle città romane in quest’epoca. Queste nel loro insieme sono figurazioni conservate su diversi tipi di supporto; alcuni sono di uso comune e funzionali alla vita quotidiana, come lanterne o vetri, di cui una buona parte corrisponde ai moderni gadget; altri invece sono vere e proprie opere realizzate con lo scopo di creare delle decorazioni. Riportano in forma figurata vari elementi, aspetti e componenti dello spettacolo romano secondo i principi, le convenzioni e/o le scelte degli artisti che le hanno realizzate. Queste immagini sono vincolate al tipo di destinazione (pubblico, privato o più specificatamente funerario, onorario, ornamentale ecc.), al tipo di supporto materiale, al messaggio che l’artista vuole comunicare, alla varietà e alla diversità di committenze, al tipo di linguaggio simbolico (apotropaico, benessere, buon augurio ecc), all’aspetto formale, iconografico, iconologico e stilistico dovuto alle capacità, al gusto e alle scelte dei loro realizzatori o dei loro committenti e al tipo di spettatore a cui sono destinate, se è previsto.
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Per una migliore comodità e precisione le immagini dello spettacolo possono essere catalogate secondo i seguenti settori:
ludi scenici e circensi
agoni (agones/certamina)
munera gladiatoria
venationes
damnationes ad bestias.
Intendo approfondire questo aspetto della vita dell’antichità, perché oggi siamo immersi nel mondo dello spettacolo che si manifesta sotto forme nuove e nello stesso tempo diverse dal passato, ma che in certe espressioni eredita una parte del bagaglio culturale dell’antica Roma. Quindi cercherò di analizzare le originali forme di espressione del mondo antico studiandole attraverso le innumerevoli immagini pervenute sino ad oggi. Avvicinando Roma al nostro mondo, tenterò di andare oltre il semplice dato materiale e di spiegare cosa significhino, cosa dicano queste rappresentazioni al di là della semplice descrizione oggettiva. Sarebbe interessante, con ciò, potere aggiornare lo spettacolo di Roma antica e riviverlo attraverso le immagini come uno spaccato di vita simile a una pellicola cinematografica polimorfa e di diverso materiale. Seguirò un percorso possibilmente cronologico del periodo basso imperiale(dalla fine II secoloprima metà del III secolo, alla caduta dell’impero romano e all’ inizio del periodo paleobizantino e alto medioevale), dalle testimonianze più antiche alla dissoluzione di queste; le analizzerò distinguendole in sezioni, a seconda dei tipi di spettacolo (ludi, agoni ecc.) . .Le immagini relative allo spettacolo del basso impero segnalano il perdurare di una mentalità e di un gusto estranei al mondo cristiano in una fase culturale di crisi del paganesimo e della romanità classica. Questo dimostra la continuità di una cultura, nonostante la nascita di una nuova visione portata dalla cristianizzazione dell’impero che, in certi aspetti, diviene nostalgia di un passato glorioso, della classicità del medio e alto impero, in un periodo di dissoluzione dello stato romano. Offrono in certi casi termini di datazione post quem e ante quem ricavabili dal gusto e dagli elementi usati nella riproduzione.4 Queste immagini riproducono tipi e generi di spettacolo che sono a volte quasi sconosciuti e poco documentati dal tradizionale materiale letterario; questo materiale figurativo integra insieme al mondo delle epigrafi e ai resti archeologici(armi, maschere, edifici come teatri anfiteatri ecc.) la conoscenza dei vari settori ludici.
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I reperti sono databili in periodi precedenti(ante quem) o successivi(post quem) a eventi a o fenomeni noti attraverso la documentazione letteraria.
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Presentano reperti che ribadiscono la volontà e la ritrosia dello stato a chiudere repentinamente i teatri o ad abbandonare l’uso di certi spettacoli, o quella della società ad abbandonare certe consuetudini e attività abitudinarie legato allo spettacolo. Illustrano la scelta di cambiare usi o la caduta in disuso di alcuni elementi dello spettacolo, per mutamento del gusto popolare. Indicano il periodo di uso o disuso di certi costumi . Mi soffermerò sul significato e sul ruolo di queste immagini nella società romana sottolineando l’importanza in sé delle immagini medesime.
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Introduzione Gli eventi più significativi del mondo dello spettacolo dalle origini agli inizi del III secolo VIII- VII secolo a. C.b Fondazione tradizionale dei Ludi Capitolini con gare di corsa e di pugilato VI-V secolo a .C. Manifestazioni di spettacoli con gare atletiche sono attestati nelle pitture parietali delle tombe : Tomba delle Olimpiadi, Tomba delle Bighe presso Tarquinia- Tomba della scimmia a Chiusi V a. C. Ludi votivi di Aulo Postumio con prove atletiche, musicali ed equestri simili agli agoni 394 a..C Datazione liviana dei primordi dei Ludi scenici 370 a .C. Tombe campane attestanti l’origine campana della gladiatura 364 a. .C Inserimento di spettacoli teatrali nei Ludi Romani 264 a.C. Documentazione letteraria dei più antichi munera gladiatoria svoltisi in occasione di funerali aristocratici (Val. Max) 252 a. .C. Prima venatio nel circo con elefanti provenienti dalla Sicilia 240 a . C. Prima rappresentazione di fabula tradotta dal greco da Livio Andronico 235 a C. Inizio della produzione drammatica di Nevio 228 a.C. I Romani sono invitati a partecipare agli agoni Isthmia e poco dopo agli altri agoni greci 220-130 a.C. Attività tragica di Pacuvio con 12 cothurnatae e 1 praetexta 206 a. C. Scontro tra Nevio e la famiglia dei Metelli con incarcerazione del drammaturgo e liberazione grazie ai tribuni della plebe Prima messa in scena de Miles gloriosus di Plauto 200 a C Rappresentazione dello Stichus di Plauto 197 a. C. Esibizione di struzzi nel circo nelle venationes 191 a.C. Prima dello “Pseudolus” di Plauto 186 a.C. Ludi votivi di M. Fulvio Nobiliore con venatio di leoni, leopardi e pantere e agone di atleti 185-170 a .C Attività tragica di Accio con 4 cothurnatae e 2praetextae 185/184 a. C. + Esordio teatrale di “Casina” di Plauto 169 a .C. Rappresentazione del “Thyestes” di Ennio 167 a .C. Agoni epinici di L. Anicio Gallo Lucio Emilio Paolo fa calpestare dagli elefanti i disertori stranieri. 166 a. C. Allestimento dell’”Andria” di Terenzio 7
165 a.C. Prima messa in scena dell’”Hecyra” 163 a.C. Rappresentazione dell’”Heautontimorumenos” di Terenzio 160 a. C. Seconda e terza rappresentazione dell’”Hecyra” e sceneggiatura dell’”Adelphoe” di Terenzio 146 a.C Spettacolo offerto da L. Mummio A partire dalla metà del II secolo produce fabulae togatae Lucio Afranio con ambientazione italica e costumi alla romana, mettendo in scena il quotidiano con trame e schemi che, però, rinviano comunque ai modelli greci della neà. 101 a.C. Scontri alla greca tenuti per i secondo trionfo da Gaio Mario 89 a.C. Si Esibisce nelle Atellane Pomponio, di cui sono giunti 70 titoli e 200 vv e sempre nel primo decennio del I secolo a.C . si esprime Novio di cui restano 40 titoli e 100vv. 80 a .C. Manifestazioni volute da Silla con gare di atleti 58 a .C M. Emilio Scauro indice durante la sua edilità un agone ginnico. Sono esibiti in un fossato apposito nel Circo Massimo 1 ippopotamo e 5 coccodrilli e 50 anni dopo sono uccisi 26 coccodrilli nel Circo Flaminio. 55 a .C. Cn. Pompeo in occasione dell’inaugurazione del primo teatro in muratura per la città di Roma, indice nel Circo venationes tra belve composta di 400 pantere, scimmie etiopi e un rinoceronte, un’elefantomachia, uno spettacolo equestre, un agone musicale e uno ginnico … 53 a.C. Scribonio Curione offre per la morte del padre nel doppio teatro ligneo mobile, struttura eretta da costui, giochi di atleti e di gladiatori 46 a.C. In occasione del suo quadruplice trionfo Cesare offre un programma di spettacoli che prevede un munus gladiatorium, ludi scenici, ludi circenses, agoni per atleti nello stadio, una naumachia e venationes per cinque giorni con 400 leoni, alcuni tori, e la prima giraffa in occidente e venti elefanti. Si esibisce tra gli attori di mimo Publilio Siro che vince il primo premio e di cui si conservano 2 titoli dubbi, 2 frammenti, un brano di 16 vv citato nella cena di Trimalcione da Petronio nel “Satyricon”, 55,5 Appartenente all’età di Cesare è l’opera mimica di Decimo Laberio, nel periodo di culmine e di successo . 30 a..C Ludi pro valetudine Caesaris con struttura vicina agli agoni greci 28 a .C. 1ed consolare dei 228 a.C. Ludi pro valetudine Caesaris 24 a C. 2 ed con pontefici presidenti dei Ludi pro valetudine Caesaris 22 a.C. Secondo le fonti storiche è importato il pantomimo dalla Grecia. 20 a.C. 3 ed con auguri presidenti dei Ludi pro valetudine Caesaris 16 a.C .4ed. con quindecemviri presidenti dei Ludi pro valetudine Caesaris 30-27 a..C 8
Istituzione degli Actia di Nicopoli 13 a C. Venatio di Augusto 2 a .C Venatio augustea 2 a.C.-2 d.C Augusto per benemerenza istituisce a Napoli i Sebastà con giochi alla greca(agone musicale, ginnico, equestre ippico e con i carri. 9 d.C Edizione dei Ludi pro valetudine Caesaris 12 d.c Venatio augustea 14 d.C Fine dei Ludi pro valetudine Caesaris 60 d.C Istituzione dei Neronia da Nerone a Roma 64-65 d .C Ultima edizione dei Neronia 30 a. C- 69 d. C circa periodo giulio – claudio Attività del pantomimo Gaio Giulio Pilade(I) e di Apolausto I 84 d.C Domiziano istituisce due fazioni del circo che verranno subito abolite la Aurata e la Purpurea 86 d.C. Domiziano fonda a Roma i Capitolia, primi agoni alla greca completi e tra i più durevoli della capitale II secolo d ,.C Attività di M.Ulpio Pilade e di Publio Elio Pilade tra i pantomimi anche nei capitolia 142 d.C Sono istituiti a Pozzuoli gli Eusebeia dai magistrati locali(sistarchi) in onore di a Antonino Pio, chiudendo le manifestazioni della nea periodos degli agoni alla greca dell’impero romano 146 d .C 16 ed. dei Capitolia del 9- 12 Giugno dei Fasti Ostiensi Fasti Ostiensi 162-165 d.C Accesso ai pantomimi alle gare dei Capitolia Attività teatrale del pantomimo Lucio Apolausto Memfio IV o Senior ( il più famoso) 166-180 a.C Curriculum agonistico completo delle province orientali di pancraziate professionista Marco Aurelio Dimostrato Dama con 114 agoni di cui 46 certi, 68 agoni sacri e 46 con premio in denaro conservato su una base onoraria di Delfi e su frammenti di lastre epigrafiche di base onoraria con statua della città di Sert II III d .C. Attività dei restanti personaggi con il cognome Apolausto e di Settentrione(198-210) tra pantomimi. Crisi del mondo dello spettacolo con declino di alcune discipline e successo di altre dovute al nuovo gusto e alla questione politica dell’impero dopo gli Antonimi e con l’avvento dei Severi.
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La situazione dal I al III secolo d. .C Il teatro pone esempi alla rovescia; l’anfiteatro mostra esempi atroci di pena, della correttezza della giustizia penale o sottopone i condannati a morte a scene tragiche per le ricostruzioni di storie nell’arena; il circo e l’ippodromo sono modelli di spietata rivalità e di grandi investimenti economici. Lo stadio mostra attività sportive in cui brillano talenti ginnici o di lotta, che intrattengono i Romani,non c’è la rivendicazione elitaria, sociale e cittadina dei greci. La libertà di espressione, la vitalità di queste manifestazioni si va affievolendo con la costituzione dell’ Impero, quando lo spettacolo diviene prevalentemente uno strumento del potere per manovrare le folle e della politica sociale. La situazione nel I secolo d.C. è differenziata nei vari settori dello spettacolo. Nel mondo del teatro, la tragedia subisce dei mutamenti in itinere, continua ad essere messa in scena, ma perde il suo contenuto aristocratico oligarchico fino a diventare delle recitationes. Si segnala il declino della commedia che scema nelle recitazioni assieme alla prima. Il pantomimo diventa sempre più licenzioso, ma più elegante, tanto da essere inserito negli agoni, in particolare nei Capitolia di Roma, nella seconda metà del II secolo d.C. dal 162/165 circa.5 L’epigrafia conserva documenti del III secolo d.C. molto interessanti legati ai Capitolia e all’agone musicale di partecipanti professionisti. Le recitazioni, invece sono un mero ricordo dei drammi che compare con l’impero. Sono drammi letterari destinati alla recitazione di corte. Presentano la nostalgia del periodo repubblicano con una vena antitirannica come nell’Octavia pseudosenechiana. Continuano le esibizioni musicali che si svolgono nell’odeon, in cui compaiono anche donne a cantare e suonare. Nell’agonistica romana, il vecchio circuito di agoni costituito dai giochi di Grecia Asia Africa ellenistiche è affiancato con Augusto da un nuovo ciclo di gare con gli Actia a Nicopoli in Epiro, gli Heraia ad Argo, poco dopo i Sebastà a Napoli in Italia e i Ludi pro valetudine Caesaris a Roma, forme embrionali queste ultime di agoni alla greca con ippodromia, agone ginnico e una oplomachia,(gara estranea ai greci)istituite nel 30 a .C e di prosecuzione incerta dopo Augusto. Nerone e la sua passione per il mondo greco costituiscono la tappa successiva ad Augusto attraverso l’istituzione dei Neronia, giochi alla greca di effimera durata a Roma, perché cessano dopo la morte dello stesso imperatore . Quasi dieci anni dopo il tentativo di Nerone si colloca quello più fortunato e duraturo di Domiziano.
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M. L. Caldelli , 1993, pp.74-78 e p.114.
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Con lui sono fondati i Capitolia, agoni multipli o meglio un Agone triplice completo 6 nel 83 d,C. Presentano un programma articolato diviso in 3 settori con regole precise e una amministrazione gerarchizzata delle competenze; ha una cadenza di esibizione quinquennale come le olimpiadi. Si presenta come una manifestazione sportiva che in quasi tutto riprende quella greca. Non mi dilungherò sulle singole discipline e sulle modalità dell’esecuzione di questi sport per i quali rimando al catalogo Nike7, ma è da notare come sia lento il processo di acquisizione di questi a Roma. I Capitolia sono un agone triplice, di carattere sacro dedicato al culto di Iiuppiter Capitolinus, da spiegarsi solo con la teologia di Iuppiter Optimus Maximus Capitolinus dello stato romano, del dio supremo di Roma cui sono rivolti i ritus patrias, che incarna Roma. È evidente una linea politica precisa di Domiziano tra la sua figura e quella di Iuppiter . Fuori Roma a Pozzuoli in onore di A.Pio sono istituiti gli Eusebeia nel 142 d.C . arricchendo il curriculum della nea periodos. Sempre a Roma si conoscono i nomi di altri agoni alla greca dopo i Capitolia: A. gli Antoneinia Pythia.fondati da Elagabalo(218-222) e scomparsi con il loro ideatore, dedicati ad Apollo, B. l’Agon Herculeus, in onore di Alessandro Magno, creato da Severo Alessandro(222-235) . Il mondo romano non conferisce mai agli atleti lo stesso valore dei suoi soldati come invece avviene in Grecia. Ai vari agoni del mondo italico e al vecchio circuito dei giochi, il modello agonistico della capitale conferisce un ruolo do secondo piano, ponendosi alla pari delle Olimpiadi, che sole con i Capitolia sono al primo posto di importanza. Questi creano uno spirito emulativo nelle province per l’ideazione di manifestazioni locali come nel corso dell’epoca imperiale avviene, in particolare dal II secolo in occidente in Africa Proconsolare, in Gallia Narbonense, in Gallia Lugdunense e in Oriente in Siria e Asia Minore, laddove l’ellenismo non ha già lascito tracce di questi. Non ci sono studi adeguati sulla presenza
certa dell’agonistica in Spagna, Portogallo e in
Germania. L’archeologia avvalora le fonti letterarie ed epigrafiche dalle origini fino alla tarda antichità,affidando un’immagine urbanistica di una città che continua a elargire spettacoli fino all’ultimo, nonostante la crescita di edifici e strutture cristiane.
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Cioè un agone che presenta l’agone ginnico, quello equestre e quello musicale nella forma più completa ed esauriente come avviene nelle gare greche. 7 La Regina, 2003, pp.9-17 .
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Anche le monete ricostruiscono un’immagine di edifici dello spettacolo frontale o a volo d’uccello, mostrando le modifiche di questi nel tempo, come i rovesci che riproducono il Colosseo con le modifiche agli avancorpi laterali ecc. Nel I secolo d.C. sono sicuramente attestati, inoltre casi di organizzatori di giochi che cercano di procurarsi dei noxii per le damnationes ad bestias. A Roma questi sono inviati su esplicita e specifica richiesta con un versamento cauzionale. Si può immaginare quindi, che nel corso del II secolo d.C si sia affermato un vero e proprio commercio di noxii.
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Queste esibizioni continuano
con versioni sempre più bizzarre di condanne a morte. I munera e le venationes nel I secolo d .C, conoscono il periodo aureo; si tratta prevalentemente di giochi gestiti da questori e dall’imperatore con rarissime edizioni elargite da privati, rispetto al periodo repubblicano,; questo è dovuto alle disposizioni di Augusto del consenso senatorio per la promozione di manifestazioni ludiche. Con Augusto si compie definitivamente il processo di desacralizzazione dei munera gladiatoria, con la rarefazione di giochi funerari. Nel corso del I e del II secolo si susseguono editti per evitare che i nobili partecipino attivamente a ogni spettacolo sulla scena o sull’arena. Le classi di gladiatori nel corso del periodo augusteo si stabilizzano e standardizzano, con l’esclusione di alcune tipologie come il Sannita. Il medio impero rappresenta un periodo di stallo per tutti questi spettacoli, non ci sono eventi significativi. Continuano giochi e spettacoli concepiti secondo l’impostazione che gli hanno conferito Augusto e i Flavi senza modifiche strutturali. Dalla fine del II secolo la crisi di Roma si avverte anche nei giochi, che diventano una consuetudine senza novità fino a Diocleziano con l’avvento di riforme e la diffusione del Cristianesimo che inizia a minare la stabilità ,la struttura organizzativa e amministrativa degli stessi. Se per quanto riguarda la vitalità e l’impulso di queste manifestazioni ludiche, in Italia si segnala un declino per tutta l’epoca imperiale,è invece durante il Principato che in ogni provincia dell’impero nasce e si diffonde ogni settore dell’intrattenimento, per emulazione della capitale e per ambizione municipale, delle province, dei magistrati e delle famiglie emergenti locali. Tale concezione si comprende molto bene attraverso la documentazione archeologica delle province romane con i resti urbanistici degli edifici teatrali e affini. Notevoli e autorevoli sono le fonti scritte che descrivono le città e i loro edifici dello spettacolo, la struttura e lo svolgimento delle rappresentazioni; ricordiamo in particolare le notizie del biografo Svetonio, il testo “Liber de Spectaculis” di Marziale e il “De Spectaculis” di Tertulliano, le notizie 8
Gabucci, 1999, p.73.
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che si evincono Nel I secolo d.C. sono sicuramente attestati casi di organizzatori di giochi che cercano di procurarsi dei noxii. A Roma questi sono inviati su esplicita e specifica richiesta con un versamento cauzionale. Si può immaginare quindi, che nel corso del II secolo d.C si sia affermato un vero e proprio commercio di noxii. 9 Le strutture architettoniche dello spettacolo nelle diverse città dell’impero documentano interventi di restauro fino alla fine di questo. L’epigrafia conferma e integra le informazioni della letteratura e le evidenze architettoniche, con frammenti di gradini relativi a posti assegnati, testi di costruzione e restauri, pubblicità dei giochi, testi sepolcrali o onorari che ricordano personaggi delle differenti classi che hanno lavorato in un settore piuttosto che in un altro. Le iscrizioni inducono a pensare a una distinzione delle classi della società di Roma in base all’affidamento di certi incarichi, di alcuni lavori e all’assegnazione dei posti del pubblico partecipante. A volte sono discrepanti per tempo luogo e contesto e possono creare dei problemi di lettura e non si può fare una ricostruzione cronologica lineare continua, ma solo una cronologia relativa.
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Gabucci, 1999, p.73.
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Il cambiamento nella società basso imperiale: le fonti e le immagini 10
I primi due secoli rappresentano, indubbiamente,come si è premesso, l’età aurea dei giochi e del
teatro. Nel corso del III secolo d.C ,numerosi fattori concorrono a sancire inesorabilmente la crisi definitiva dei giochi, che già nel corso dell’impero hanno subito trasformazioni e modifiche, adattandosi ai gusti e alle esigenze dello stato romano. I giochi, come sono concepiti nel periodo augusteo, si trovano così ad essere ammodernati per la destinazione ad una nuova società. Il rarefarsi dei finanziamenti privati, l’anarchia militare e una inflazione economica senza precedenti investono lo stato romano, influendo fortemente sui settori dello spettacolo. Le manifestazioni ludiche o sportive commissionate dall’imperatore sono sempre più rare. Se fino al IV secolo d.C, in quasi tutti i settori è segnalata attività d’intrattenimento, con sovvenzioni statali, sgravi fiscali e un commercio fiorente di oggetti, di persone e di animali, la posizione della novella Chiesa e dello stato romano, in oriente e in occidente, muta in maniera considerevole a partire dal 325 d C. in poi. Sinodi, concili, riforme, leggi di proibizione e di chiusura delle strutture dello spettacolo sono il modo con cui ufficialmente la tardo romanità rinuncia a tutte le manifestazioni pubbliche pagane, fatta eccezione delle venationes e delle gare circensi riformate fino al VI secolo in Occidente e tra VI e VII secolo a Costantinopoli . Le fonti epigrafiche, archeologiche e letterarie non riportano infatti,scontri verbali o reali tra i cristiani e i pagani per questi spettacoli, se non in documenti isolati come -Tertulliano, autore cristiano di II-III secolo, di cui ho già riportato il pensiero per la sua avversione verso tutti i giochi, da lui definiti opera del demonio- la Traditio Apostolica di Pseudo-Ippolito, di fine II secolo, che si oppone ai pagani impedendo la comunione ai membri del settore dell’intrattenimento. Gli scritti dei padri della Chiesa attaccano non un solo settore ludico, ma l’intero sistema di giochi e spettacoli, con anatemi anche verso quelle forme(come i ludi circensi), meno cruente dei munera gladiatoria, delle venationes e delle condanne capitali per uccisione ad opera delle fiere . Dal III secolo d.C fino al declino di questi, differenziati nel tempo come ho descritto prima, spettacoli, gare, duelli e esecuzioni capitali in anfiteatro o circo, sono elargiti dallo stato e da privati con lo scopo di intrattenere le masse, di pagani e cristiani assieme, senza badare a spese. I settori dello spettacolo del Dominato hanno delle caratteristiche che ricordano lontanamente oppure imitano lo splendore di quelli dell’alto e del medio impero, ma talvolta sono ridotti a poche esibizioni e stravolti nello svolgimento, privati di alcuni elementi costitutivi. I mimi passano a forme violente e sanguinose di rappresentazione; i pantomimi seguono la scia dei primi pur mantenendo la loro eleganza di origine; le mime e le pantomime compaiono sempre meno vestite.
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Paolucci, 2003, pp. 104-123.
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Le condanne capitali dopo la fine delle persecuzioni dei cristiani scompaiono nel programma dei ludi. I combattimenti tra gladiatori subiscono un contraccolpo a seguito dell’editto di Berytus, che vieta di usare schiavi o prigionieri per i giochi, ma li relega ai lavori forzati in miniera. Le cacce resistono più a lungo degli altri settori, ma perdono la prerogativa di violenza gratuita acquisendo sempre di più fino alla fine una propensione a esercizi di funambolismo e numeri di acrobazia simili a quelli dei circhi odierni. La società tardo imperiale modifica l’intrattenimento e lo conserva fino all’ultimo per il fascino che esercita sin dalle origini sul popolo sia pagano che cristiano. Ammiano Marcellino, storico latino educato nella parte orientale dell’impero del IV/V secolo, ricostruisce bene la situazione del basso impero, non solo mostrando l’assuefazione del popolo romano ai giochi(vedi il paragrafo del capitolo precedente), ma anche l’inconciliabilità della tradizione romana con la cultura cristiana dei padri della chiesa e quella dei barbari ai confini dell’impero. 11 Roma,nel dare ludi e manifestazioni simili,annega i problemi che investono il suo mondo; ormai la grande capitale della latinità vede disfare sotto i suoi occhi increduli e stanchi il suo grande impero, dopo guerre civili di, confine e contro i mercenari. La disunità e la decentralizzazione del potere portano una condizione di frammentarietà della cultura e della romanità. A simbolo però, della città di Roma nei secoli è assunto proprio il Colosseo, legando per traslato il destino dell’anfiteatro a quello della capitale. Il celebre oracolo del venerabile Beda dice: “ quando stat Colysaeum stat et Roma, quando cadet Colysaeum cadet et Roma , quando cadet et Roma cadet et mundus”.Come mai? Le strutture più monumentali dello spettacolo sono arrivate fino a oggi perché progettate per resistere e perchè continuamente restaurate come il Colosseo. La crisi non blocca perciò lo stato romano a intervenire dove può, anche mentre va dissolvendosi lentamente. 12I luoghi dello spettacolo, fino al loro divieto imposto dallo stato e dalla Chiesa, sono considerati dai cristiani pari alla chiesa. Non è perciò strano che il popolo cristiano vada in chiesa e poi al circo o viceversa. Solo gli intellettuali e i credenti, che professano in maniera rigorosa la fede cristiana, si oppongono e non partecipano alle rappresentazioni Il peso della condanna morale della Chiesa è una rielaborazione successiva che inizia in questa epoca, ma che diviene più netto dopo il IV secolo, concorrendo, insieme al crollo dello stato romano di epoca classica, a sancirne la fine.
11 12
Mancioli, 1987, pp. 5-93. La Regina, 2001, versione ridotta, p. 4.
15
Nel campo dell’arte ci sono soluzioni che seguono questo cambiamento, con nuove forme, dal gusto estetico diverso da quello del periodo precedente; la produzione artistica dal III secolo procede verso un’altra direzione. Le immagini sono da contestualizzare, in questo periodo, quando la sfera dello spettacolo subisce delle modifiche strutturali e trova gli ultimi momenti di espressione, avviandosi al suo tramonto. Il basso impero vede una generazione che è nata e cresciuta in un ambiente ricco di immagini, ma che pur producendone ancora, procede a contestarle attraverso l’etica cristiana. Si tratta di un’arte realizzata per i ceti pagani che, come ho accennato,rievocano il passato o desiderano distaccarsi dalla triste realtà dello disfacimento della loro società, concretizzatosi definitivamente con il sacco di Roma nel 476 d.C . È un recupero inteso come nostalgia di un impero unitario e florido in netta contrapposizione alla nuova realtà politica, nella quale le province periferiche occidentali e orientali si distaccano progressivamente dal centro del potere; prima la Britannia e le due Germanie in occidente, la Tracia la Bitinia e l’Egitto (395) in oriente, poi le altre province dell’occidente e quelle orientali dell’impero romano d’oriente. Queste si dividono dapprima in diocesi, infine in province bizantine a oriente e in futuri regni romano-barbarici a occidente( IV-VI secolo d .C.). Ci sono però, una serie di catastrofi precedenti il 476d.C, che mutano l’assetto del basso impero, tra cui il sacco di Roma del 410 d.C L’effetto del 410 si traduce in un’arte nuova,che si rivolge ad un pubblico a vari livelli applicando delle scelte diverse dal passato, in cui, spesso,il bello viene negato o concepito in maniera nuova, facendo contare sempre di più il contenuto delle scene raffigurate rispetto alla forma. Occorre sottolineare che tale periodo artistico non è affatto, come in precedenza si è ritenuto, una fase di decadenza, ma un’epoca di fioritura di un nuovo linguaggio figurativo che non si cura sempre dell’aspetto formale, in cui spesso il contenuto travalica la forma.. L’arte del V secolo registra i cambiamenti dell’intrattenimento romano, vede lo spegnersi delle committenze senatorie di recupero del classico e del paganesimo in campo privato. Gli edifici pubblici sono restaurati per poco poi finiscono in preda alle intemperie.
16
SECONDA PARTE 1)Il contesto architettonico del teatro e dell’odeon nella tarda antichità in oriente e in occidente Nel mondo romano gli edifici adibiti allo spettacolo hanno lasciato tracce notevoli con resti architettonici di imponenti dimensioni Il teatro13 è l’edificio romano che mostra in maniera particolare il cambiamento di abitudini e lo sviluppo del settore dell’intrattenimento.Nel basso impero si nota come questi edifici cambino la loro struttura architettonica in funzione del tipo di spettacolo che ospitano. Si conoscono 3 tipi di teatro: 1- il teatro inframurario come quello di Ostia14 2- il teatro extra muros 3- il teatro a ridosso delle mura come a Ferentino. Si segnalano restauri e modifiche come nel caso del teatro di Corinto; in cui dal II e soprattutto dal III secolo d.C l’architettura dell’edificio si piega alle esigenze di riprodurre l’arena per i munera gladiatoria e non solo per le esibizioni di mimi e pantomimi. Questi cambiamenti non sono omogenei e si differenziano in oriente e in occidente; il teatro delle province orientali si mostra con una chiusura dell’orchestra e l’abolizione dei posti vicini a questa, seguita dalla creazione di muretti per fare esibire le fiere e i gladiatori come è testimoniato per Corinto in Grecia tra III e IV secolo d .C. In Occidente ci sono casi di interventi in città che non possiedono anfiteatri es. Ostia, dove un’iscrizione ci riporta che da Settimio Severo a Caracalla, vengono eseguiti lavori per l’allestimento di naumachie o di tetimimi, con la creazione di due vani adiacenti l’ingresso, che costituiscono presumibilmente i bacini per l’approvvigionamento delle acque . Le tipologie architettoniche strutturali rimangono invariate; troviamo due tipi 1- quello orientale, molto monumentalizzato nella parte del fondo scenico che si articola in più piani 2- quello occidentale che presenta 3 varianti di costruzione della scena: con podio, nicchie a fondo liscio; con fondale munito di un esedra semicircolare al centro e due esedre rettangolari ai lati; con esedre del fondale scenico sia semicircolari che rettangolari.
13 14
Arias, 1970, Vol VII, pp. 640.650 e Isler, Vol, V, Suppl,. II, pp. 549-563 . Per lo studio degli edifici per spettacoli dell’Italia, Tosi, 2003.
La scena è concepita lontana dagli attori, diventa sempre più un elemento decorativo per ludi scenici in cui dominano mimi e pantomimi che non usano i fondali di scena per ambientare come i drammi greci e repubblicani . L’ascesa dei pantomimi, documentata dalle fonti storiche e dalle epigrafi, è ribadita dalla tipologia del resti architettonici. Quindi il teatro nella tardo antichità diviene un edificio per spettacoli non semplicemente teatrali, con funzioni e usi diversificati a seconda delle esigenze cittadine. Ricevono nuove strutture e a volte nuove decorazioni con fini e modalità diverse per ciascun edificio. L’elemento comune è la modifica dei settori inferiori vicino all’orchestra spostati più in alto per questioni di sicurezza e la connotazione della scena distante dal palcoscenico dove si esibiscono gli attori e altri, gladiatori e venatores. A Roma15, il teatro di Pompeo in età basso imperiale è interessato da interventi strutturali di mantenimento e di restauro: -nel 210 d .C testimoniato da un’epigrafe -nel 247 d.C in occasione dei Ludi secolari, -nel 282/5.C a causa di un incendio cittadino, -durante il governo di Arcadio e di Onorio(395-405) - nel V secolo Simmaco riporta le spese per gli interventi in occasione dei ludi della celebrazione della pretura del figlio. Il teatro di Balbo è restaurato da A. Acilio Glabrione Fausto nel 412—423 d.C; nella prima metà del V secolo viene abbandonato assieme a tutti i teatri del mondo romano e di Roma per disposizioni ufficiati di chiusura di templi e teatri . Il teatro di Marcello conserva i resti dei restauri di Alessandro Severo, statue della prima metà del IV secolo,ma dopo il 370 d.C non ci sono tracce di un suo utilizzo. L’odeon diverso architettonicamente dal teatro solo per avere un tetto sui sedili, è usato per spettacoli che sono di carattere musicale o veri e propri concerti di musica. Questo nel Dominato subisce la medesima sorte del teatro, infatti a Corinto nel 225 d.C la scena diviene un’arena . 2)Il contesto dell’ippodromo / circo nel basso impero Il secondo edificio per i ludi di Roma è l’ippodromo/circo16. Per essere precisi abbiamo nelle province orientali, di tradizione ellenica o ellenistica l’ippodromo, dove almeno nella forma greca 15 16
Per i teatri di Roma, Tosi, 2003, pp. 11-39. Sommella, 1959, vol. II , pp. 649-655; Rossetto, 1970, Vol. II Suppl. II, pp. 157- 162.
non sono presenti i cancelli di partenza, ma una linea immaginaria da cui i campioni partono simultaneamente per compiere i giri in una pista curva. Nelle province occidentali invece dominano i circhi, simili ai primi, ma con i carceres, box di partenza e una spina bene articolata. Diventa nel basso impero un elemento per capire il legame tra architettura e potere e l’immagine urbanistica dello spettacolo. È il sovrano in persona che si prende la responsabilità della sua costruzione o del restauro di quelli già esistenti. Non è sempre lui invece, che si occupa del finanziamento dei ludi. In occidente i ludi nel circo non sono una prerogativa soltanto dell’imperatore, ci sono ancora membri della nobiltà romana che adoperano gli edifici per offrirli in occasione di elezioni e particolari motivi celebrativi. Costantino costringe alcuni aristocratici a ricoprire la pretura affinché questi alleggeriscano le spese statali pagando i ludi con propri fondi. In oriente è strumento del potere e della visibilità del potere; la costruzione, il restauro delle strutture e l’elargizione di giochi sono finalizzati alla politica demagogica e a una esaltazione della sua figura. Si legano a una concezione del potere tipicamente orientale, in cui l’imperatore è divinizzato o vicino alla divinità, che va celebrato nella cerimonia di inizio dei giochi con una lunga pompa trionfale con una forte enfasi . Esistono due modelli di circo, che rimangono invariati dalle origini della romanità: •
quello in zone isolate, poco fuori della città(es Gerash e Antinoe 17) o a ridosso delle mura (es.
Milano18) •
quello palaziale. come il circo di Massenzio a Roma o l’ippodromo a forma di circo a
Costantinopoli. Il secondo tipo è entro la città in alcuni casi e in altri fuori,è il nuovo modo di auto rappresentazione del dominus, che soprattutto dal IV secolo d .C si mostra al popolo in occasione dei ludi circensi. Questo è più evidente in oriente, dove la figura dell’imperatore sembra più presente che in occidente, (dove lo si trova saltuariamente). Roma tramanda una immagine del circo con entrambe le tipologie urbanistiche; sono quattro i circhi urbani e altrettanti quelli extra urbani. Si notano cambiamenti funzionali nel Circo Massimo, dove sono elargiti non solo ludi circensi e agonistici, ma anche i giochi tipici dell’ambito anfiteatrale, sia in periodi in cui il Colosseo è in restauro sia in altri momenti, poiché è qui che compare l’imperatore, nel pulvinare. Già dal III secolo e poi nel successivo, lo stesso imperatore diviene garante dello stato di conservazione degli 17
L’ippodromo della città di Antinoe è importante perché è l’unico esemplare dell’Egitto dell’epoca romana, forse eretto contemporaneamente alla fondazione della città, durante l’età adrianea. Di questo edificio è visibile la forma planimetrica nel terreno; purtroppo la struttura è ancora sepolta sotto la sabbia, non è ancora stata riportata alla luce. Non esistono infatti, scavi di questa area o studi con saggi al riguardo. 18 Sommella, 1988, pp. 203-204. Tosi, 2003.
edifici e costruisce edifici circensi ex novo, sostituendosi ai magistrati e a figure repubblicane private. Non ci sono cambiamenti strutturali nel modello del circo, ma sia il circo che l’ippodromo indicano anche il livello delle maglie urbane; a Milano il circo, a ridosso delle mura indica una riqualificazione territoriale dell’area extra urbana e una sicurezza difensiva dagli attacchi di barbari che cominciano a diffondersi in tutto l’impero, cose che non tutte le città hanno. Come alcune altre città Roma mostra modifiche strutturali del circo, nel Circo Massimo c’è un ampliamento dei cancelli e sono attestate gare fino al 549 d.C. Al contrario, il circo Variano, di fondazione Severiana, viene abbandonato ben presto e in parte inglobato nei fortilizi delle mura aureliane. I più noti e raffigurati in questo periodo, sono quello Massimo a Roma e l’ippodromo di Costantinopoli. Il circo Massimo 19 conosce una evoluzione della sua riproduzione iconografica sui rovesci delle monete da Settimio Severo a Filippo l’Arabo.
19
Tosi, 2003, pp. 11-39.
3)Il contesto architettonico dello stadio nella tarda antichità I giochi atletici, su influsso e influenza dei modelli greci di sport, entrano a fare parte degli intrattenenti romani dalla fine della repubblica e in particolare dall’alto impero. Una conseguenza immediata è la costruzione di stadi.20 Quelli romani presentano due lati curvi e due rettilinei, ben delineati; si distinguono in 3 tipologie: 1- edificato sulla pendice di una collina come quello di Efeso 2- sorretto da due contrafforti come quello di Delfi 3- collocato tra due declivi naturali come quello di Atene. Le gradinate sono realizzate con la divisione in settori e concepite come la cavea degli anfiteatri. La pista di questi stadi non è usata come quella greca solo per Agoni, ma anche per altri tipi di giochi romani. Le dimensioni sono notevoli rispetto a quelli greci e sono utilizzati e restaurati fino alla tardo antichità. In oriente, si conoscono stadi che sono edificati dagli imperatori proprio tra il III e il VI secolo d. C Ad Antiochia sull’Oronte è costruito uno stadio nel V-VI secolo d,C. Roma non riceve uno stadio nuovo, ma Alessandro Severo nel 228 d C opera il restauro di quello di Domiziano. Non ci sono informazioni ulteriori, ma le fonti letterarie ed epigrafiche documentano Agoni a Roma fino agli inizi del VI secolo, seppure in forma edulcorata e non nella dimensione dei Capitolia.21 Le province orientali usano stadi, teatri e circhi per tutte le forme di spettacolo. Qui le forme di questi tre si adattano alle esigenze locali delle esibizioni . Anche nel caso dello stadio, ci sono città che presentano questo fuori la città, altre entro il centro storico, alcune a ridosso delle mura. Le funzioni e i fini sono i medesimi Efeso mostra un’immagine dell’atletica che perdura nella tardo antichità e nel mondo bizantino. È uno stadio enorme costruito su un lato scosceso e adattato all’allestimento di munera e venationes. L’attaccamento all’atletica, in oriente si vincola anche alla risonanza della figura imperiale . Allo stadio e al circo/ippodromo l’imperatore si mostra al popolo con tutta la sua corte. In occidente lo stadio accoglie la folla che vede esibire un ostentato professionismo sportivo;si perpetua una tradizione in un mondo che va cambiando e in cui il cristianesimo e la sua etica cominciano ad avere peso in queste situazioni. Il nuovo circuito di agoni, rispetto a quello ellenistico, non presenta questa componente di ambizione dei ceti sociali, che nel basso impero è rivendicata dal princeps. 22 20
Sommella, 1966, Vol. VII, pp. 464-468. Tosi, 2003, pp. 11-39. 22 Tantillo, in La Rocca, 2000, pp. 120- 129. 21
Si crea un’immagine urbanistica che divide l’occidente dall’oriente, privilegiando l’oriente. 4)Il contesto architettonico dell’anfiteatro nel Dominato Il celebre oracolo del venerabile Beda dice: “ quando stat Colysaeum stat et Roma, quando cadet Colysaeum cadet et Roma , quando cadet et Roma cadet et mundus”.23 Le strutture architettoniche dello spettacolo più evidenti e più studiate sono gli anfiteatri24. Concepiti originariamente dai Romani con la forma ovoidale per la possibilità di fare esibire numerose coppie gladiatorie e fiere senza la perdita della spettacolarità e della potenzialità di mostrare tante cose davanti e dietro allo stesso modo, questi raggiungono il boom edilizio nel III secolo d .C Si creano subito delle varianti e differenze che vengono confermate per tutta l’età antica : -
la forma teatro-anfiteatro rotonda
-
il semianfiteatro(a metà col teatro).
In Asia Minore sono rari gli esempi tradizionali ovoidali e a volte gli anfiteatri sono sostituiti da altri edifici dello spettacolo. Il Colosseo25 è nel basso impero simbolo di Roma stessa. La società tardo imperiale modifica l’intrattenimento e lo conserva fino all’ultimo per il fascino che esercita sin dalle origini sul popolo sia pagano che cristiano. Nel basso impero si trovano 2 tipi di anfiteatro: 1) pubblico fuori le mura o dentro il centro storico della città 2) privato dell’imperatore che porta con sè un piccolo stuolo di cortigiani a vedere i giochi es. quello Castrense di Roma. In occidente c’è un proliferare di anfiteatri che sono restaurati verso la fine dell’impero romano fino al IV-V secolo d.C. Il Colosseo modifica il suo aspetto con l’aggiunta di avancorpi laterali in epoca Severiana, sono rifatti i gradini e il podio nel corso del III e IV secolo d..C; Teodorico rifà le terrazze. Dopo di lui non ci sono più restauri e questo per via dei barbari e della decadenza della città pagana di fronte alla crisi e al crollo dell’impero. Gli ultimi giochi del 523 a.C sono fatti in un edificio quasi inagibile. Infatti gli spettacoli del barbaro Totila sono allestiti nel 549 al Circo Massimo. Le province galliche attraverso le testimonianze epigrafiche ci restituiscono con i resti archeologici le varianti anfiteatrali e il loro uso fino alla tardo antichità.
23
La Regina, 2001, versione ridotta p. 4 . Forni, 1958, Vol. I, pp. 374-388 e Golvin, 1994, Vol I Suppl, II, pp. 233-235. 25 La storia sul Colosseo si ritrova in Gabucci, 1999; in La Regina, 2001e in Tosi, 2003, pp. 11-39. 24
L’anfiteatro di Lione è un esempio di edificio per spettacolo di tipo federale; fino al suo crollo il suo compito è quello di riunire il popolo romanizzato delle tribù celtiche della Gallia Lugdunense. Si mostra come l’edificio da spettacolo occidentale per antonomasia; l’Italia risulta esserne la patria e la nazione dove questi sono di più restaurati fino al IV/V secolo. La seguente tabella illustra la distribuzione geografica degli edifici per spettacolo nell’impero romano:
Tutti gli edifici per spettacolo presentano materiali e tecniche locali mescolate con il modello esportato da Roma. L’originalità è legata alla ricezione locale dei paradigmi. L’anfiteatro ha sempre, anche nella tardo antichità, la sua presenza monumentale. Quello di corte ha dimensioni ridotte e destinazione privata,elitaria, riservata alla cerchia vicina al sovrano.
5)La situazione nella tardo antichità: le fonti Nel basso impero le fonti26 ricostruiscono il cambiamento culturale e la nuova mentalità dell’impero romano dal III al VI secolo d .C. Le fonti latine più autorevoli del Dominato sono:
Tertulliano II /III secolo
Ambrogio IV secolo
Agostino IV 7V
Simmaco V.
Historia Augusta di cronologia discussa con biografie imperiali da Adriano a Carino.27
Non mancano autori di lingua greca come Procopio ed Eusebio che rappresentano l’impero e lo spettacolo secondo una mentalità e una prospettiva della parte orientale, parte che risulta diversa dalla occidentale e va ormai verso la nascita dello stato paleo bizantino. Le fonti epigrafiche offrono invece uno spaccato più spontaneo e più diretto. Sono una testimonianza molto particolare che permette di ricostruire le cariche dello spettacolo, le famiglie teatrali e ludiche più illustri, attraverso le serie onomastiche presenti nelle iscrizioni di diversa destinazione(sepolcrale, onoraria, sacre, di opere pubbliche, atti di collegi, domestiche). Si dividono in due mondi : -quello Orientale in lingua prevalentemente greca con casi bilingui, -quello Occidentale in lingua latina con casi di attestazioni in lingua greca e altri bilingui. La tradizione Orientale vanta una lunga consuetudine nella trascrizione monumentale 28 o semplicemente scritta delle attività del mondo dello spettacolo, esaltando le virtù degli attori e paragonando le virtù atletiche a quelle militari. Mette in evidenza il ruolo pubblico e culturale del teatro e dell’agonistica, ponendo un accento sulla competitività delle manifestazioni, sull’importanza di rappresentare l’elite, di auto rappresentarsi nell’elite stessa con esibizioni in gare fisiche e culturali e di occupare la proedria29 negli spettacoli. La tradizione Occidentale, invece in certi campi dello spettacolo è lacunosa e frammentaria come per il fenomeno agonistico; in altri casi presenta informazioni più precise sulla vita dei personaggi, sulle datazioni e le titolature imperiali. Da questa si evince che a Roma ogni settore del mondo dello spettacolo è rivolto all’intrattenimento e non alla rivendicazione sociale dell’elite, sviluppa la classe dei professionisti nell’ambito e vede esibirsi membri delle classi sociali inferiori nel teatro come 26
Mancioli, 1987, pp. 5- 20; Tantillo,in La Rocca, 2000, pp. 120- 129; Augenti, 2001 e La Regina 2003. È datata da alcuni studiosi nel IV secolo e sembrerebbe redatta da senatori opposti al potere imperiale di Teodosio. 28 Non vanno trascurate le iscrizioni (lapidee o in marmo) in lingua greca delle regioni occidentali concepite come quelle orientali. Per queste vedere Guarducci, 2001, pp. 410-417. 29 Sono i posti d’onore del teatro per elite cittadina greca. 27
nelle altre attività ludiche. Inoltre le persone di rango superiore sono più volte invitate con leggi e divieti a non esibirsi in pubblico, infatti sono la classe privilegiata negli spalti degli edifici appositi con posti d’onore. Questo tipo di documentazione presenta lacune temporali e non sempre è facile inquadrarla nei settori in maniera certa e non risulta semplice datarla entro periodi ben precisi. Spesso ci sono iscrizioni datate con sistemi cronologici relativi, non assoluti e in taluni casi ci sono esempi non databili fuori la sfera temporale, privi di elementi interni o esterni di collocazione storica. La divisione in due è simile anche nelle fonti letterarie . Le fonti numismatiche offrono nella storia di Roma, una panoramica sugli eventi che accadono a breve e lunga distanza; la maniera di rendere le immagini sulle monete risulta ritrattistica nella resa dei personaggi, ad esempio imperatori o le auguste, è realistica e sintetica con una riduzione degli elementi architettonici all’essenziale,pur inserendo delle parti che possono non solo datare la moneta, ma anche i monumenti riprodotti sul loro rovescio.30 La numismatica offre maggiore numero di testimonianze di immagini dello spettacolo in età imperiale, ma non mancano informazioni su periodi precedenti con rappresentazioni sui rovesci anche di edifici lignei che dopo le manifestazioni ludiche sono smontati, ma rimangono immortalati nelle fonti letterarie. PANEM ET CIRCENSES È il termine legato al mondo degli spettacoli che più e usato e citato dalle fonti letterarie,tanto da diventare un idioma e oltrepassare il tempo attraverso la sua utilizzazione nelle pellicole cinematografiche dell’antica Roma. Circense, in realtà, indica in specifico solo i ludi circensi , ma in senso ampio tutti gli spettacoli romani. Le fonti sono molto attente a cogliere queste sfumature eppure anche loro usano circenses per indicare gli spettacoli in senso generico. Esaminando31 i calendari, è possibile notare però, la presenza costante di ludi nella vita dei Romani; si può anche vedere come dai 77 giorni tra la fine della Repubblica e l’inizio dell’Impero si arrivi al IV secolo a ben 177 giorni all’ anno di giochi. Marco Aurelio tenta di contenere i giorni di ludi. Nonostante l’opposizione degli imperatori Nerva, Settimio Severo e Macrino,documentata in Dione Cassio, nella biografia di Pertinace dell’Historia Augusta, i giorni aumentano sino al calendario di 30
Per precisione sono raffigurati i cambiamenti apportati nel tempo in alcuni edifici, offrendo una cronologia ante quem dei restauri e post quem dei lavori apportati, se pur ci sono monete che circolano nel tempo oltre il loro periodo di conio e di circolazione “ufficiale”. 31 Mancioli, 1987, pp. 5-20.
Filocalo del 354 d.C A 177, di cui 101 per i ludi scenici, 66 per quelli circensi, e 10 munera gladiatoria(ufficializzati nel IV secolo). Secondo Ammiano Marcellino, autore di IV secolo, i Romani sono dediti solo a ludi e giochi. Sempre Ammiano Marcellino sostiene che originariamente i ludi sono gestiti dalla classe sacerdotale, ma in breve nel periodo repubblicano diventano una funzione dei magistrati. Nel basso impero tocca a imperatori e pretori prevalentemente questo compito, l’Historia Augusta né descrive i finanziamenti con dettagli e notizie di corte.. In questa epoca le fonti a vote sono un po’ confuse, ma nel oro insieme registrano il declino dello spettacolo e gli interventi e le costruzioni di edifici fino al V VI secolo. Tutte descrivono le reazioni del pubblico ai giochi; Lattanzio ci dice come sia assetato di sangue il popolo che si spazientisce quando il vincitore dei munera o delle venationes si attarda a sferrare il colpo di grazia sullo sconfitto. All’inizio del basso impero tra il II E il III secolo d,C Dione Cassio(LXX, II, 19,5)afferma che Caracalla si rifiuta di dare lui l’ordine al vincitore della grazia o della morte del suo avversario, affidando la sorte del perdente al nemico dello scontro. Questa usanza sembra abbia seguito nel basso impero e ci siano immagini che documentino il perdente stante che attende la decisione del suo avversario. Tertulliano sostiene che i giochi siano dati al popolo per evitare la noia e per distrarlo dalla fame. Prudenzio(“Contro Simmaco”, II, 1095e 1099) parla della procedura della missione dei gladiatori e dice che il popolo ha peso nella decisione della grazia concessa dall’imperatore. Il pubblico urlando decreta la salvezza o la morte del gladiatore, andando a volte contro la decisione del sovrano. Nelle venationes la grazia degli animali è data dai lembi delle toghe della folla tra gli spalti, secondo quanto si ricava da Tertulliano(de spect. XIII, 100).Sempre da altri passi dello stesso sappiamo che gli incitatori delle arene usano ferri arroventati sui gladiatori per spingerli a battersi(“Ad nationes”, I, 10,46- Apologeticum, 15,5) M.Prudenzio Clemente descrive il comportamento delle sacerdotesse ai munera, mostrando la contraddizione di non vedere il sangue e il gridare con gli altri la sorte dei duellanti. L’Historia Augusta, nella voce di A. Volpisco di Siracusa riporta i cambiamenti delle esibizioni nei giochi di Elagabalo, Caro, Carino, Numeriano, Probo. Altre notizie si evincono per la storia anche della conservazione degli edifici dei cataloghi Regionari. Non meno importante è la lastra ridotta in 256 frammenti ca della Forma urbis Severiana, che ricostruisce Roma nella prima metà del III secolo d.C.
6)Le immagini dello spettacolo a Roma nel basso impero:le rappresentazioni dei ludi(scenici e circensi), agoni, damnationes ad bestias, munera gladiatoria e delle venationes con l’avvento del cristianesimo Il Teatro:Ludi scenici 1- Bassorilievo con attore tragico
posa naturale, poiché si vede il profilo interno intero come se la gamba dell’attore fosse torta. L’altro piede è reso frontalmente mostrando la punta fuori dalla pseudo- tunica. Le pieghe dell’abito sono scolpite con panneggi che seguono le volumetrie del corpo del personaggio e il peso dell’abito, rendendo la corposità della stoffa; la parte dal ginocchio al piede è quasi trasparente, lascia intravedere
Si tratta di un bassorilievo che rappresenta un
le gambe e sembra aderire completamente a
attore. Lo stato di conservazione è piuttosto
queste .
buono, considerando che la lastra presenta
Il panneggio pare confuso sul torace, dove
intorno
non è facile capire come vadano le parti del
all’immagine
delle
microfratture
lineari, precedenti la lavorazione .
costume scenico.
L’attore è raffigurato con un lungo bastone
Le scarpe sembrerebbero degli stivali attici,
nella mano destra, (sinistra per chi guarda la
forse perché si vuole indicare un attore greco
foto), gradiente verso destra, (sempre sinistra
come farebbe pensare il costume scenico .
per chi guarda),con il tipico abito teatrale
Non sono scolpiti altri particolari riguardanti
delle
una
la scena e l’ambiente; non si può sapere se
maschera con parrucca con i capelli lunghi.
l’attore è inserito in un contesto scenico o
La maschera presenta la bocca deforme e
nella realtà quotidiana fuori dal palcoscenico.
aperta con gli angoli verso il basso, i
È
lineamenti del volto sono esagerati.
temporale in “splendid isolation”, svincolata
L’abito è caratterizzato da un himation e un
dal mondo teatrale, se pur connotata almeno
chitone molto rivisitati dall’artista e che si
dal punto di vista drammaturgico.
possono scambiare per una tunica un pò
L’aspetto formale con cui è scolpita la figura
strana a maniche lunghe e lunga fino ai piedi.
e lo stile che si evince dalla resa formale
Dalla “veste” fuoriescono i piedi resi uno
rimandano al II –III secolo d .C 32. La scelta di
frontalmente e l’altro di profilo. Il piede
32
scene
drammatiche.
Indossa
destro di profilo non è realizzato secondo una
un’immagine
fuori
dalla
dimensione
La dinamica nel basso impero tra le correnti artistiche di Roma è affrontata nel volume Bianchi Bandinelli, 2001.
questo artista è per un linguaggio espressivo
lontano dalla mentalità cristiana che va
non aulico. Non so il motivo di tale scelta
diffondendosi nell’impero romano già dal I
verso un aspetto formale legato alla corrente
secolo d .C . Sembra che nel campo dell’arte
più genuina dell’arte romana, definita da
non ci sia una cesura netta tra paganesimo e
Bianchi Bandinelli plebea. Non è detto però,
cristianesimo
che l’opera non sia di qualità. Sebbene le
parallelamente fino agli editti di IV secolo,
varie
siano
che rendono ufficiale la religione cristiana ed
schema
emarginano il paganesimo fino a considerarlo
parti
del
rappresentate
personaggio
seguendo
non
uno
anatomico regolare o vicino alla realtà,
espressione
l’immagine
nel
queste
demonio
convivano
come
prima
dà
avveniva per il cristianesimo. Non sembra
di
una
infatti,che questa immagine sia stata rovinata
deformazione spaziale o di una figura
o toccata da cristiani per essere distrutta o
deforme, ma conferisce l’idea di una semplice
mutilata.
“foto” di attore .
contemporanea, il fatto che non abbia subito
Un calco di questo bassorilievo è conservato
danni da parte dei cristiani, risulta molto
nel Museo della Civiltà Romana a Roma.
curioso, visti i provvedimenti drastici nei
Mancando il contesto archeologico del reperto
confronti del mondo dello spettacolo.34
è
Come mai non è stato distrutto ? Forse non è
l’
impossibile
insieme
del
che
non
all’osservatore
suo
e
impressione
fare
supposizione
sulla
destinazione di questo e sull’ artista.
Agli
occhi
della
società
capitato mai tra le mani dei cristiani?
La resa delle mani e l’imperfezione di alcuni particolari indurrebbero a supporre che non sai un prodotto di massa o in serie. È
interessante
notare
che
questa
raffigurazione di un attore nei panni tragici sia realizzata nel II –III secolo d.C.,nel periodo di crisi del teatro tradizionale classico di derivazione greca. Inoltre è contemporanea a Tertulliano33,
quell’autore
cristiano
che
condanna con grande energia il mondo del teatro, ritenendolo espressione del demonio. Questo bassorilievo è un documento di una mentalità e di un gusto tipicamente romano, 34 33
Mancioli, 1987, pp. 43-49 .
Vedi le leggi dal 325 al 404 confluite nel Codice Guistinianeo e nel Teodosiano.
2- Mosaico con due attori
Dalle due maschere, ma soprattutto dai costumi si evince che sono due attori di teatro di due generi opposti. Il primo è un tragico per l’abito bianco con una banda rossa porpora che ricorda la toga praetexta e i sandali romani, usati sia dall’ordo senatorius sia dagli attori che recitano nelle tragedie di ambientazione romana. Il secondo è un comico che indossa un abito
Il mosaico, in buono stato, 6 m x 6 m, proveniente
da
Susa(Adrumento)e
ivi
conservato, è attinente a una decorazione musiva della Casa delle maschere dell’antica Adrumento, città africana della provincia La decorazione presenta un medaglione figurato inserito in un motivo di cubi tridimensionali giallo, bianco, nero, bruno, che sembrano avere una forza centrifuga
e aspetto fisico più anziano dell’altro. L’aspetto formale del mosaico è molto plastico; il musivarius e la sua equipe hanno le volumetrie con l’uso sapiente della linea di contorno dei personaggi, che crea il disegno delle figure come in un dipinto. Inoltre sebbene i personaggi siano frontali rivolti verso lo spettatore, la mobilia e i
rispetto al medaglione. Quest’ultimo è realizzato con un cerchio di tessere di colore scuro su sfondo bianco; in esso compaiono due attori con abiti scenici e
panneggi
fungono
da
elementi
di
connotazione spaziale della terza dimensione e producono l’impressione di una foto. Oltre alla mobilia non esistono altri elementi di
maschere. Il primo attore a sinistra è seduto su una sedia posta sopra un suppedaneo in atteggiamento riflessivo con la maschera tragica posata su
connotazione spaziale, lo sfondo è infatti neutro. Non c’è una volontà di ambientazione dei personaggi, né di narrazione di una scena. Non si tratta di un’icona né di scena
un baule. Il secondo attore in piedi, appoggiato su un col
braccio
destro
leggermente
posizionato in obliquo, se pur Lui sia frontale; con la mano sinistra tiene una maschera comica.
Il primo attore sembrerebbe per acconciatura
realizzato un’immagine quasi reale rendendo
Cizacena.
mobile
colorato attraversato da una banda bianca.
narrativa;è
per
questo
che,a
mio
avviso,ricorda un po’ le attuali foto di persone. Lo stile di questo mosaico è eccezionale: rende bene la tridimensionalità come nella
scultura, le tessere sono regolari e posizionate
manifestazione in particolare e sapere chi
creando non solo il disegno, ma anche i
siano le due figure rappresentate,nonostante
chiaroscuri che richiamano lo studio sulla
l’attenzione del musivarius e del pictor
cadenza
immaginarius
della
luce
della
pittura.
La
nella
tridimensionalità è sottolineata da una resa di
dell’aspetto
scorcio del baule, dal profilo dell’altro mobile
ritrattistica);quindi è probabile che gli attori
su cui poggia il comico, dalla frontalità della
raffigurati siano proprio attori dell’epoca che
pedana, dalla postura delle gambe del comico,
abbiano
(una avanti e una dietro), dalla posizione di¾
mosaico.36 È certo che non si sa chi fossero
della sedia e dall’attore sedutovi sopra con
questi personaggi, né ci si può servire di altre
volto frontale.
fonti per conoscerne i nomi e la carriera
Le maschere sono riprodotte come se fossero
scenica. Questo però ai fini dell’immagine
reale; sono diverse tra loro sono ben
conta poco;è la scoperta di questo reperto che
connotate.
ha invece importanza in una stagione teatrale
Il mosaico è databile al III secolo d.C. 35
di crisi del settore, almeno nella capitale dove
Questo è un caso di immagine privata di
fisico
rappresentazione
deciso
padroneggiano
dei
di
mimi
due.(intento
posare
e
per
di
questo
pantomimi,
che
teatro, in un contesto domestico e in una
oscurano i comici e i tragediografi. Questi già
provincia
dell’Africa
con la nascita del principato hanno subito una
Cizacena, del III secolo d .C Presenta una
modifica a vantaggio di una forma meno
cultura nata dalla mistione tra la indigena
spettacolare, le recitationes con rare e
preromana, la fenicia e la romana –italica-. La
occasionali produzioni drammatiche come
città di Adrumento,dalla quale proviene,è una
quelle repubblicane.
colonia romana, a da Traviano,che ha radici
Nel III secolo comincia a esprimersi in
molto
della
maniera più marcata l’etica cristiana contraria
colonizzazione costiera; molti sono però,i
alla rappresentazioni teatrali come a tutto il
resti della colonia romana. Relativi al mondo
mondo pagano. Se pur le voci siano
dello spettacolo, sono i resti anfiteatrali.
poche,ormai il teatro è al tramonto; qualche
In campo privato la casa delle Maschere
immagine però continua a tramandare scene
documenta archeologicamente un mosaico
o elementi di questo mondo. È un modo di
con attori di teatro, con lo scopo di fare un
espressione della
omaggio al teatro. È difficile stabilire se
cristianesimo?
occidentale,quella
più
l’immagine 35
antiche,
possa
fenicie,
legarsi
a
una
Il mosaico è raffigurato e preso in considerazione da Foucher, in H. Fantar, 1995, p. 197.
36
società
pagana vs
il
Questa ipotesi è già proposta da Foucher nel 1965, citata in H. Fantar, 1995, note bibliografiche dell’immagine.
È una volontà di ricordare in un periodo di crisi dei valori e dei costumi romani, l’intrattenimento come una parte della vita del romano? 37
Augusto si chiedeva spesso se avesse
recitato bene il dramma della vita;è possibile che nel tempo questo concetto sia stato interiorizzato da tutta la romanità. Perciò, il teatro potrebbe far parte della vita del romano come una proiezione fittizia del teatro della vita. La straordinarietà di questo mosaico risiede nella immediatezza della figurazione come accade in una fotografia. Il valore documentario è innegabile; è la testimonianza di una decorazione musiva teatrale del III d .C di una casa di Adrumento, nell’Africa romana . È interessante perché nell’Africa romana è riscontrato un successo incredibile del teatro come istituzione e intrattenimento; il gusto nei confronti di questo settore teatrale si rispecchia nelle immagini che riproducono i loro beniamini. In età medio imperiale è attestata una fervente attività teatrale e di edilizia teatrale;in quest’epoca Cartagine è dotata di un odeon e un teatro. Adrumento si trova proprio vicino a questa città, non si sono perciò improbabili scambi e influssi culturali. 3- Mosaico con maschere comiche
Il mosaico, proveniente da una casa romana di Adrumento, conservato nel Museo del Bardo, 2,45 m x 0,56 m, riproduce tre maschere comiche con tre espressioni differenti di risata. Il mosaico è ben conservato, anche se intorno alle maschere le tessere sono sbiadite . È una immagine che colloca le maschere poggiate su una striscia marrone. Sono inserite in uno sfondo bianco. La resa delle maschere ricorda la maniera delle terrecotte, con uno spiccato senso plastico. Sono rivolte in tre direzioni diverse: frontale, verso destra e verso sinistra. Una è raffigurata con la bocca allargata, gli occhi rivolti verso l’alto; presenta foglie tra i capelli e uno strano copricapo. La seconda, al centro, barbata è molto più espressiva. Ha le sopracciglia aggrottate, i denti sporgenti dalla bocca. Ha i capelli pettinati all’indietro, come se avessero la gelatina. La terza è sbarbata e sembra una variante iconografica della seconda. I colori di queste maschere sono molto violenti e accesi, giocano con le varie tonalità marroni- beige; in alcuni punti le tessere sono incastonate creando degli effetti luministici. Sulla fronte della maschera centrale pare batta
37
Questo pensiero di Augusto è studiato da Mancioli, 1987, pp. 30-49. È ripreso anche da H. Fantar, 1995, pp. 155-177.
la luce.
Queste sono riquadrate in un rettangolo,
interpretare e ampliare la loro voce. La loro
costituito di fasce marroni.
funzione
L’aspetto formale e lo stile datano la
probabilmente
decorazione al III secolo d.C38
originariamente
Si tratta di una rappresentazione privata in
soprannaturale di tramite con la divinità, in
ambito domestico, che usa questi elementi del
quanto nelle figure tragiche impersona il
teatro
Romani
mitico progenitore o fa parlare la divinità
ritengono che la risata di queste possa
stessa. Si devono essere mescolate la funzione
allontanare e respingere spiriti maligni,
scenica con quella soprannaturale, vicina alla
demoni e entità malvagie dalla casa. Molto
sfera sacra e rituale. Nel contesto domestico
sentita in Africa, è questa credenza vicina alla
infatti, il confine tra sacro e profano non è
superstizione; qui la “demonologia” pagana si
netto. I Romani tengono molto alla fortuna e
incontra con quella dei popoli indigeni di fede
sono molto superstiziosi in alcuni casi; non
sciamanica o di religione etnografica. Lascia
deve stupire quindi se questo mosaico
molto spazio alle figure extraumane che
simboleggi la volontà del padrone di casa di
vivono nel presente e possono infestare i
scacciare i demoni o il malocchio.
luoghi o infierire sulle persone.39
Questa mentalità si scontra con quella
Databili più o meno alla stessa epoca ci sono
cristiana, che va formandosi in questo
nella produzione romana, in altre province o
periodo, che nega e considera il teatro, “il
località dell’impero, maschere isolate che
tempio del demonio”.41
hanno il compito di allontanare il male o di
Anche questa immagine però, si mostra come
accompagnare bene il trapasso del defunto, ad
espressione
esempio nei sarcofagi. Si tratta di un comune
influenzato dal cristianesimo, tipico del basso
sentire che si riaccende nel basso impero,
impero.
a
scopo
apotropaico.
I
di
di
“amuleti”
si
al
che
è
un
fatto legato
gusto
ricollega l’attore
alla
romano,
sfera
non
quando si verificano eventi terribili, culminati nei saccheggi delle città romane da parte di
4- Mosaico con due maschere
barbari e soldati romani anarchici . 40
Si affidano quindi forti capacità “magiche” a
oggetti che sono usati dagli attori per immedesimarsi
nel
personaggio
da
38
Vedi Foucher,in H. Fantar, 1995, p.217. Per le religioni di tipo etnografico e le loro tradizioni consultare Brelich, 1995, pp. 1- 150. 40 Per informazioni sulla superstizione dei Romani, Giorcelli, 2004, pp. 231-263. 39
41
Vedere la posizione di Tertulliano nel “De Spectaculis”.
mascherine. Inoltre possono alludere al teatro della vita,in quanto espressione di una esistenza recitata con successo. Con queste, la famiglia che ha commissionato il lavoro, desidera augurarsi una vita serena, divertente e priva di tragedie. Non si esclude la volontà di omaggiare il Il mosaico, 0,40m x 0,32m, di Uthina(Oudna), oggi al museo del Bardo, raffigura due maschere incorniciate da un doppia fascia rettangolare, gialla all’esterno, bruno-nera all’interno.
42
L’incastonatura
di
tessere
grossolane è regolare, ma lascia intravedere gli spazi bianchi. È in buono stato di
teatro come espressione della cultura, intesa però come le finte librerie(che sono fatte in casa per abbellire gli ambienti e fingere che il dominus sia colto) per affermare di essere amanti del teatro o forse si vuole dire: “Ognuno indossa una maschera nella società con cui ci si mostra agli altri”.
preservazione, se pur sgretolato ai bordi esterni della cornice .
5-Mosaico con scena teatrale
Il disegno delle maschere è creato dalla disposizione delle tessere che danno la forma all’immagine come a volte le pennellate in una pittura . La prima maschera sembra di un personaggio femminile con i capelli lunghi acconciati con un nastro bianco, i lineamenti stondati e la bocca atteggiata a sorpresa. L’altra è maschile con i capelli diradati, dal
Il mosaico, lungh, 148 cm x largh. 55 cm, è
naso schiacciato, molto pronunciato, la forma
una decorazione policroma che ricopriva il
degli occhi è piccola e la bocca esprime una
pavimento di una sala absidata appartenente
risata quasi caricaturale.
ad un palazzo imperiale tardo antico, vicino
È datato al III secolo d.C
alla basilica, nel cortile interno del palazzo
Il senso e il significato della rappresentazione,
principesco Mustrasse di Trier, scoperta nel
oltre all’aspetto ornamentale, risiedono nella
1985. 43
funzione apotropaica cui sono destinate le due 43 42
Vedi bibliografia della scheda prec.
Il mosaico è già edito in Karin Gothert,in La Rocca,2000, pp. 444-445 n°3.
Il reperto, conservato al Rheinisches Landes
retrospiciente, a cui manca il viso caduto in
Museum di Trier, è solo il lato occidentale di
lacuna.Una lacuna diagonale è visibile davanti
un tappeto musivo della sala diviso in cinque
all’uomo sulla destra.
riquadri decorativi; ne sono ricostruibili solo
Tra i due suonatori di lira è raffigurata una
quattro con una prospettiva a scacchi.
“capanna” resa con due colori giallo e nero,
Originariamente
con apertura superiore , circondata da canne.
c’erano
questi
motivi
alternati a scene figurate, come è ricostruibile
Il terreno è segnato da una linea gialla .
per l’ingresso sul lato nord. Rimane solo una
I personaggi sono riprodotti come dei super
scena teatrale.
deformed, sono piccoli e privi di proporzioni
Il mosaico al momento della scoperta
anatomiche,come se fossero scomposti e
presentava il lato ovest e quello nord in situ,
ricomposti. Sono di profilo, ma ci sono degli
mentre erano distrutti il centro e il lato
elementi frontali come i due busti, la
meridionale,
capigliatura dell’uomo e la spalla di lei
tagliato
e
distrutto
dalle
costruzioni medioevali. L’immagine
giunta
rispetto al braccio. Il risultato finale non è una sino
a
noi,
è
un
deformità, ma una rappresentazione che va
“quadro”teatrale circondato da quattro fasce
osservata
continue di motivi a treccia alternati a quelli a
altrimenti si notano le
onde marine; il tutto è su sfondo bianco e reso
omogenee. La mancanza di proporzioni è
con tessere grossolane e irregolari con una
dettata anche dall’edificio che sembra più
concezione
piccolo
spaziale
piatta
e
lineare,
completamente 2D. Si
alternano
con
delle
uno
sguardo
d’insieme,
singole parti non
persone,
forse
è
una
convenzione del musivarius e del pictor
le
fasce
a
treccia
immaginarius per indicare che le figure
policrome( bruno-nero rosso grigio-bianco)
umane sono davanti e in primo piano, mentre
con quelle
l’edificio fa da sfondo ambientale.
a onde bicromatiche(bianche e
nere).
Le lire sono rese con dimensioni e forme
La scena del “quadro” illustra un atto di un
diverse nei due, una risulta più grande. Questa
episodio scenico non ben definibile in cui la
potrebbe essere una semplice variatio dello
lettura dell’azione procede da sinistra a destra.
strumento per motivi estetici.
Compaiono due personaggi: una donna con
Ci sono linee di contorno delle figure in
abito rosso lungo e una lira tra le mani e un
alcuni punti più marcate di altre.
uomo con abito corto bianco e anche esso con
Le tonalità rosse sono rese con frammenti di
una lira. Lui è in movimento, sembra
mattone, come nei mosaici di Treviri e in
allontanarsi
quelli con scene gladiatorie della Spagna.
in
tutta
fretta
col
capo
La tecnica musiva e il ricorso a frammenti di
intrattenimento in cui sono ammessi ruoli di
mattone per il rosso collocano il mosaico nel
sesso femminile.
IV secolo d,C
A Roma mime, pantomime e suonatrici sono
La gradazione dei colori e la resa 2D sono
le uniche donne del teatro. Quello che è
degli elementi dei mosaici della seconda metà
rappresentato nel mosaico non è sufficiente
del IV secolo d C.
per stabilire, quale tipo di star fosse la
Un follis di Costante Augusto(337-341)data il
signorina in abito rosso.
mosaico della sala alla medesima epoca.
Penso che questo esemplare sia molto
Le strutture e il contesto archeologico
particolare in quanto, sebbene non si presenti
suggeriscono che il palazzo imperiale tardo
con la bellezza classica dei mosaici di epoca
antico deve essere stato concluso nella
precedente, trasmette una sua armonia e ha un
seconda metà del IV secolo d.C Il mosaico
suo decoro. Non è espressione di un’arte
pertanto è coevo a questi.
decadente, ma, come ho accennato, è una
Questa immagine mostra il nuovo linguaggio
nuova forma. Nonostante il disegno piatto,
espressivo in cui non conta più l’eleganza
non è assolutamente negato il dinamismo
delle forme e l’ispirazione ai modelli classici,
dell’azione scenica.
ma
contenuto
Questo “quadro” assomiglia a una sequenza di
dell’immagine. È sorprendente trovare questo
una pellicola di uno spettacolo. Il movimento
mosaico in un contesto imperiale in un secolo
è bloccato come sono bloccati e poi rivisti i
in cui si cominciano a chiudere i teatri e a
goal con la moviola.
proibire esibizioni di tale genere.
L’immagine restituisce una scena che però, è
La fortuna e il successo del teatro romano
fuori dal tempo; l’intento dell’omaggio
evidentemente presentano una eco fino al IV
teatrale è puramente decorativo o di tipo
secolo d.C.. È un motivo che fa omaggio allo
commemorativo come il caso del vetro dei
spettacolo, in particolari alle esibizioni con la
Capitolia.44
lira.
Essendo in ambito imperiale il motivo
L’aspetto formale appare più semplice e
potrebbe richiamare la cultura e la sfarzosità
diretto, quindi di immediata lettura.
della corte, che si può tradurre in spettacoli, di
Il cristianesimo che ormai è dominante non
aria cortense.“Ognuno indossa una maschera
sembra sia coinvolto nella sorte di questa
nella società con cui ci si mostra agli altri.”
l’espressività
e
il
rappresentazione. La presenza di una donna in scena indica che non siamo davanti a drammi, ma a forme di
44
Per la destinazione del vetro dorato, Caldelli, 1993, in Archeologia classica, Vol. XLV,1, pp. 399-407.
Epilogo delle immagini dei ludi scenici Gli esempi delle immagini scelte dei ludi scenici sono uniche nel loro genere e restituiscono una visione del teatro molto particolare. Non vi sono raffigurate le fabule45, messe in scena in senso narrativo o non, ma sono cataloghi di attori e suonatori. Sono cioè ritratti in posa o in una azione “pseudo-scenica,” (oggi non si può riconoscere cosa sia inscenato ad es. nel mosaico di Trier) per omaggiare un settore dello spettacolo, che a Roma durante l’impero si connota ricco di contaminazioni di varie culture e di modifiche, dovute in parte a una crisi professionale, denunciata già dallo stesso illustre Terenzio, segnalata dall’aumentare degli svaghi dei Romani e dal cambiamento di gusto o dalle tendenze momentanee. Non sono riprodotte le architetture del teatro; è un altro silenzio, che si giustifica solo con il privilegiare “gli spettacoli” o gli attori o le maschere. Documenti dei teatri provengono dalla riproduzione di piante delle città romane. Si nota come il piacere e l’amore per i ludi scenici non conosca confini nelle regioni dell’impero romano. La tardo antichità riporta come un “telegiornale le notizie sui desideri, i piaceri, le ambizioni e gli eventi attraverso il mondo delle immagini; i ludi scenici sono considerati ancora una parte della cultura romana. Gli spettacoli teatrali sono in quest’epoca più popolari di quanto non si possa immaginare. Il Pantomimo è il genere che sopravvive nel basso impero, fondendo in sé alcune caratteristiche della commedia, del mimo e dell’atellana , con attori mascherati accompagnati da musica. È una tipologia in cui gli attori non cantano e non recitano vocalmente. Accanto a questi rimangono i concerti musicali, allestiti in odeon. Tutto questo però, non si può evincere dalle fonti iconografiche, ma da quelle letterarie e epigrafiche. C’è un silenzio sugli allestimenti scenici del basso impero. Sono però, attestate le attrici e suonatrici; questo permette di sapere che il teatro tardo antico non è più prerogativa maschile, ma è bisessuale, con parti femminili recitate da donne e non da uomini. Nelle immagini compaiono sia elementi di originalità artistica, che quelli di ricorrenza. Infatti, alcuni elementi si standardizzano e divengono semplici motivi decorativi, di connotazione tipologica delle parti interpretate come le maschere al di fuori del contesto scenico. Il trovare gli attori in splendid isolation come delle foto di star del teatro(rilievo con attore tragico e mosaico con attore tragico e comico) indica anche che nel basso impero il popolo crea i suoi idoli del mondo della finzione.
45
Mancioli, 1987.
Le fonti storiche riportano un fatto strano: a Roma nel basso impero alcuni pantomimi sono sotto il patrocinio delle fazioni del circo; nel 509 d. .C. riferiscono disordini violenti per una disputa intorno ad un pantomimo. Le immagini non rivolgono attenzione ai fatti di cronaca, infatti, spesso sono mute,cioè non riportano alcun evento. Non raffigurano risse o altri episodi di fanatismo teatrale, ma da queste si possono evincere altri aspetti del mondo romano, che altrimenti sarebbero perduti. Sono invece molto eloquenti le identificazioni che consentono di ricostruire la moda dei costumi di scena: abiti lunghi,corti, colorati. L’ironia della finzione è talvolta celata nel fatto che gli attori raffigurati mettono in mostra la maschera che li caratterizza e individua. Questa nasconde la volontà di immedesimarsi nella personaggio che la star recita,pur sapendo che non si tratta della realtà. È un mondo che nasconde, capovolge la realtà, permettendo al Romano di dimenticare i propri problemi e anche quelli che la società del basso impero si trova davanti: la crisi dell’intero sistema economico, sociale, culturale, territoriale e non solo, che segnano la fine della Roma Antica. Con queste immagini non posso escludere che i Romani si volessero illudere che nulla fosse cambiato. Le immagini del teatro, a mio avviso, diventano come una quinta scenica del teatro della vita di un Romano, visto che poi le manifestazioni ludiche sono un occasione per esibirsi come in un palcoscenico, seguendo delle regole tipiche del settore dello spettacolo. In questo mondo della finzione infatti contano le apparenze; quale apparenza più grande può esserci della munificenza dell’aristocrazia romana che la porta ad acquistare la piena “visibilità” nella società tardo antica? e nel partecipare tra gli spalti pubblicamente, secondo l’assegnazione ufficiale dei posti, ignorando l’insegnamento e la morale cristiana, pur di adempiere al compito di mantenere uno degli aspetti indispensabili della vita urbana? Queste rappresentazioni rientrano in questo concetto, scandendo e accompagnando la vita urbana come gli spettacoli che riproducono. Sono pertanto anche testimoni di questa cultura. Sono lo specchio di questo mondo. La rappresentazione di maschere a scopo apotropaico è inoltre una fonte ulteriore delle superstizioni e del culto profano privato della religione romana, che si carica in tale frangente storico di un valore intellettuale, come ogni aspetto religioso e filosofico, cioè diviene un elemento di discussione e citazioni colta. Emerge la dialettica che nel basso impero si colora di sincretismi o contraddizioni.
Il Circo: I Ludi circensi 1- Rilievo con scena di corsa nel circo
Dal modo in cui è reso il circo scomposto tra esterno e interno è possibile dire che si tratta del circo di Roma, in cui si svolgono, nel rilievo i ludi circensi. L’azione è il momento che precede la fine della gara, l’ultimo giro in
Il Rilievo, conservato nel Museo di Foligno, presenta una scena di corse di circo in basso rilievo. è ricostruito con tre frammenti di cui oggi si vedono le fratture che sono state fatte combaciare.46 L’azione si legge da sinistra a destra. Competono nel circo: 1- otto quadrighe, quattro in primo paino, raffigurate davanti e quattro in secondo, di cui due sembrano dietro la spina; 2- due cavalli montati; 3- sparsi nella pista sono gli hortatores, che incitano e regolano il percorso e la velocità dei gareggianti 4-
non mancano gli arbitri e altri membri
dello staff. Al centro della lastra c’è la spina con l’obelisco e l’erme; sui due lati del rilievo sono resi gli esterni del circo: a sinistra sono raffigurati sopra le gradinate gli spettatori, con la tribuna d’onore distinta da una struttura architettonica che copre i magistrati e le figure più importanti dello stato. A destra sono riprodotte esemplificate delle arcate relative a parti dell’esterno del circo. 46
Edito in Sommella, 1959, pp. 649-665; vedere la parte relativa alle immagini.
velocità delle quadrighe. È il momento ricco di suspance che viene abilmente ricreato. Lo scultore ha riprodotto otto quadrighe in gara e due cavalli in corsa di profilo;nelle figure non sono rappresentate tutte le parti; infatti alcune delle quadrighe sembrano trighe. Inoltre la lastra verso il centro è abrasa; le braccia e le parti degli aurighi sono logorati. Tutti gli aurighi indossano l’abito tradizionale della loro professione;si tratta di una veste quadrigaria, una tunica manicata, con un corpetto di cinghie di cuoio a protezione del petto, un casco di cuoio e i gambali anch’essi in cuoio. Tengono con la mano sinistra la funalis, briglia del cavallo e con al destra la frusta . È impossibile, data la perdita del colore di rivestimento,
risalire
alle
fazioni
di
appartenenza dei singoli agitatores. Alcune ruote posteriori dei carri sono rese di scorcio per rendere la loro parte interna. Le
architetture,
se
pur
esemplificate,
espongono in maniera esauriente la struttura dell’edificio.
Si possono distinguere nel senso della corsa:
ma da altre fonti si sa che è un numero
l’ingresso principale, la spina articolata nelle
variabile .
sue parti, il pulvinare
Il circo, che in questo caso è non un circo
Le figure sono plastiche e dinamiche;
qualsiasi di Roma, ma il Circo Massimo, con
nonostante il rilievo sia basso, l’artista riesce
questa ardua veduta a volo d’uccello, secondo
a conferire tridimensionalità alla scena.
Becatti è usato come soggetto di allusione
La vicenda è unica ed è eseguita come un
all’agone del vita, di cui la forma circolare è
fregio.
un’immagine simbolica del tempo eterno e
Non ci sono proporzioni matematiche tra gli
ciclico.47
elementi, in cui i carri appaiono più grandi
Sempre secondo Becatti il tema metaforico
rispetto alle architetture.
della vita è molto presente e nel basso impero
È impostata una scena con più punti di
torna con la medesima valenza anche nei
prospettiva, per questo la forma ellittica del
giochi che l’imperatore ancora offre nella
circo è molto accentuata. Questa è per metà
cristianissima Costantinopoli/Bisanzio nel VI
aperta, mostrando l’’interno e per metà
d .C. Le immagini di quest’ultimo periodo
esterna come se l’immagine si possa guardare
quindi, illustrando la rappresentazione del
per intero dall’alto.
mondo reale, compresi ludi scenici affermano
L’aspetto formale e lo stile collocano questa
allegorie di valori trascendenti e a volte
raffigurazione alla fine del II d .C e inizio III
ultraterreni. Ritengo però,che tra il II e il III
d C.( 180-190).
secolo d .C.il rilievo di Foligno sia una scena
Il reperto è interessante per questa resa del
quotidiana dello spettacolo, molto amata
circo nel pieno di una corsa con un numero
.
preciso di aurighi. È una dimostrazione della passione dei Romani per i giochi del circo.
2 Mosaico con cavalli vincitori affrontati
Si tratta di un’immagine di passaggio tra l’arte medio imperiale e l’inizio del basso impero, con dei manierismi stilistici della Colonna
Traiana
e
convenzioni
che
l’accomunano al linguaggio più semplice delle monete. L’informazione più attraente del rilievo riguarda il numero di quadrighe che possono esibirsi in un solo curriculum. Qui sono otto,
47
Il pensiero di Becatti è citato in AAVV, 2006, pp. 210-211.
Il
mosaico,
parte
di
una
decorazione
Victor(Vincitore = colui che è un vincente) o
policroma di una domus di Adrumento, presso
Amabilis(Amabile).
Sousse, oggi al museo di Sousse(Tunisi)
Già Salomonson nello studio della Maison
presenta, entro un medaglione con doppio
aux chevaux negli anni ’60 afferma che sia
cerchio
numerosa la documentazione di iscrizioni sui
su
sfondo
bianco,
due
cavalli
affrontati con al centro un’esile palma. 48
cavalli nelle decorazioni delle case dell’Africa
Uno dei cavalli ha una lacuna sul dorso, ma il
settentrionale,
resto del mosaico sembra in buone condizioni.
pedante. In realtà è espressione di un orgoglio
Si tratta di un’immagine che si collega ai ludi
dei padroni per i loro allevamenti di cavalli. È
circensi, ritraendo due cavalli imbrigliati per
un vanto che si traduce in promozione
le corse. Non sono equini qualunque, ma
pubblicitaria dei loro campioni del circo.49
purosangue
scuderia
I cavalli sono resi di profilo, di fronte a
specializzata nell’addestramento di questi
un’esile palma sfrondata con fusto molto alto.
animali, di cui il dominus della casa è il
Il pictor quanto il musivaruius sono riusciti a
presidente e il proprietario.
rendere plasticamente i corpi, usando le
Questi due splendidi campioni sono vincitori
tessere in modo da indurre l’osservatore a
ai giochi; questo viene espressamente indicato
guardare le bestie che mostrano un manto
con la palma tra i due. Particolarità di questo
liscio e lucente.
che poi si riscontra in altri esemplari
50
dell’Africa settentrionale, soprattutto tunisini,
accordo con il committente e siano stati
è la presenza di due epigrafi,,collocate sopra i
rispettati
dorsi dei cavalli e realizzate con tessere scure
richiedente. Secondo me si è visto che,
con i nomi di questi animali: Adorandus e
osservando
Crinitus, che oggi suonano un po’ come
considerazione da Yacoub e da Salomonson ci
“Adorabile e Bella Chioma “
sono delle varianti e le immagini presentano
I nomi sono abbastanza eccentrici e strani,
un loro originalità artistica.
come tutti i nomi che vengono dati dai
È data attenzione sia alla forma che alle
Romani ai cavalli da corsa, che spesso
sfumature del colore, che privilegiano tonalità
rimandano
ocra.
allevati
alle
virtù
da
una
o
caratteristiche
tanto
da
sembrare
quasi
Yacoub si chiede se ci sia stato o meno un il
gusto i
vari
e le
intenzioni
mosaici
presi
del in
dell’animale. Ci sono poi dei nomi parlanti es.
48
Il mosaico è già preso in esame da Foucher nel 1960 e ripreso negli studi di Yacoub, in H.Fantar,I995, pp. 177-195.
49
Per maggiori informazioni sul numero e la stori8a dei nomi dei cavalli consultare Salomonson, 1965. 50 Yacoub, in H.Fantar,1995, pp. 177-1195.
L’opera è databile tra il II e il III secolo d.C,
I cavalli, invece, lavorano dai cinque ai venti
anche perché mostra affinità artistiche simili
anni; dopo sono destinati alla riproduzione
al mosaico del circo di Cartagine.
della specie, per la selezione dei successivi
Qui è pubblicizzata la scuderia e i cavalli del
campioni di purosangue di valore atti a
padrone di casa, noto come Sorothus. Il suo
garantire tipi gagliardi per le gare, come
allevamento di equini è uno dei tanti
sembrano questi due esemplari rappresentati.
dell’Africa che assieme alla Spagna forniva
Come
campioni per i ludi circensi locali e di Roma.
cristianesimo non ha preso provvedimenti
Ignoro se questo Sorothus abbia fornito
contro questo mosaico nè si è espresso a
cavalli per la capitale o per le manifestazioni
riguardo; ci sono anzi esempi di cristiani che
locali o per entrambi.
non negano la loro passione per i ludi
La
giusta
alimentazione
e
il
corretto
negli
altri
casi
precedenti,
il
circensi.
mantenimento e addestramento di questi
È uno straordinario poster pubblicitario,
animali
nell’aspetto di un mosaico privato.
procura
fortuna
e
denaro
all’allevatore.
Questo rientra anche nella più generica
I più prestigiosi sono quelli che sono portati
volontà di auto rappresentazione dei privati,
nel vivario di stato a Roma e che a volte
attraverso le proprie attività nel mondo dello
hanno l’onore di essere montati dal princeps
spettacolo.
in persona. 51
Non si può affermare che questa immagine si
Non è sicuro se l’addestramento fosse
leghi a un evento ludico in particolare né che
differenziato per quelli da tiro per i carri e
questo sia il ricordo del padrone per il
quelli da corsa con o senza sella.
finanziamento di un gioco.
Le categorie di partecipazione alle gare sono stabilite in base all’età dei fantini, degli aurighi e dei cavalli. 52
Le principali categorie di questo tipo di
atleti sono due come in Grecia: -
senior o homines cioè gli adulti dopo la
pubertà -
juniores o fanciulli prima della maggior
età. 51
Rea, in La Regina,2001, pp. 251-274. Le informazioni si possono ritrovare Mancioli,1987, pp. 15-29. 52
in
3-Mosaico con corsa dei carri nel circo
Il mosaico policromo rinvenuto a Cartagine e
La prospettiva non ha un unico punto di fuga
conservato nel museo del Bardo, 2,70 m x
e l’interno è visto a volo d’uccello.
2,25m, raffigura una corsa del circo su sfondo
La pista è raffigurata con la solita forma
bianco entro una doppia cornice dentellata
ellittica; a destra ci sono la porta principale e
nero-giallo-rossa.(i
gli otto cancelli di partenza. È centinata sul
dentelli
sono
verso
l’esterno).53
lato dell’arena;in alto sono rappresentate le
.La decorazione figurata è in buono stato,
sette uscite monumentali del circo.
anche se presenta una grossa lacuna nella
La spina è riprodotta con tutti gli elementi
parte sinistra della spina e in quella inferiore
costitutivi: il contagiri, le erme e le sculture
del mosaico, dove risultano
mutilati un
di Cibele Caelestis(Tanit). Cibele è posta nel
auriga e le teste dei cavalli del mezzo di
uogo in cui, in altre immagini, come quella
trasporto.
precedente
Si legge da sinistra verso destra.
l’obelisco. Questo elemento indica che non è
Si tratta del trionfo di un auriga, che sfila
raffigurato il Circo Massimo, ma un circo
vittorioso tra gli applausi della folla; avanza
locale, quello di Cartagine, che presenta la
oltre la linea di passaggio,seguito da altre tre
statua della dea
quadrighe.
raffigurato,
Per rendere la profondità, si è fatto ricorso a
postumo all’ultimo giro ricco di suspance,
.inclinazioni diverse dei cavalli, come si vede
non è quello più euforico, anche se rimane
nelle
importante perchè segna la festa del vincitore
Alessandro.
Il
momento
qui
che si mostra al pubblico entusiasta della
aste
di
Foligno,
del
mosaico
viene
collocato
ellenistico
di
Al disotto dei carri sono accennate in giallo
corsa.
le ombre portate delle quadrighe, come ad
Non sono raffigurati i cancelli in fase di
indicare che il sole in questa manifestazione è
chiusura, ma nella fase precedente.
già alto e fa ombra.
54
L’architettura del circo è realizzata in modo
Un membro dello staff all’angolo destro, tenta
da mostrare da una parte frontalmente
di far frenare le altre quadrighe ancora in
l’esterno, con facciate sul basamento e due
velocità dietro il trionfatore; anche lui
piani di arcate, e dall’altra l’interno dove si
presenta l’ombra portata.
svolge la scena.
Le tonalità dominati sono i colori caldi e le terre rese con diverse sfumature delle tessere.
53
Il mosaico è studiato in precedenza da Picard, 1960, pp. 17- 49 e da Jacoub, in H.Fantar,1995, pp. 155-ò160 ca. 54 L’architettura del circo nel mosaico è descritto già da Sommella , 1959, pp. 649- 655.
Le figure umane e i cavalli hanno una plasticità e una dinamicità sorprendente.
Le immagini non sono create dai colori delle
documentario come fonte iconografica della
tessere, ma queste sono disposte in modo da
topografia del circo della città di Cartagine.
configurare un disegno entro cui altre tessere
I ludi circensi sono delle specialità dello
colorano con sfumature le figure.
spettacolo che trovano fortuna in tutte le parti
L’strema cura dei particolari e la vivacità
dell’impero e che hanno un ruolo importante
dell’immagine fanno presupporre che l’opera
in Africa e in Spagna. È in queste due
sia commissionata da un privato agiato.
province
La cura narrativa della scena fa ipotizzare che
purosangue più veloci dell’impero romano. È
si tratti di un’immagine commemorativa di
naturale quindi,che sia raffigurata una corsa in
una manifestazione in particolare dei ludi
piena velocità, con la resa della tensione
scenici o che si tratti del ricordo di una
muscolare delle zampe degli equini.
che
sono
allevati
i
cavalli
elargizione di ludi circensi, generosamente offerta dal committente del mosaico. L’aspetto formale, le convenzioni spaziali con cui è rappresentato il circo, lo stile e la tecnica delle tessere inducono a collocare il tappeto
particolare dell’auriga vincitore
musivo al III secolo d .C, poco dopo l’esempio di Foligno( prima metà del secolo). Jacoub
cerca
anche
di
4- Rilievo scolpito con i carceres del circo
ricostruire
l’appartenenza ad una fazione del circo dell’agitator vincitore: sarebbe la fazione Blu(Veneta). 55 Il proprietario è forse un editore di giochi di
Il rilievo, conservato nel museo nazionale di
Cartagine, che vuole ricordare questa sua
Napoli, appartenente alla collezione Borgia di
munificenza in un’immagine.
Velletri e poi Bianconi, alt.24,5 cm x largh.
Inoltre, il circo di Cartagine eretto nel II d C,
46 cm x sp. max. 7 cm, rappresenta i carceres
dagli antonini, in un territorio poco fuori la
del circo.56 La decorazione si svolge a fregio
città a ovest con l’anfiteatro, deve aver avuto
continuo frontalmente con più piani di
una intensa attività ludica, ma oggi è distrutto.
figurazione della scena.
Quindi tale scena è ancora più importante per
È frammentaria a sinistra e a destra, con
la riproduzione della struttura architettonica di
fratture e scheggiature sul primo piano di
questo edificio. Assume perciò, un valore
raffigurazione. La superficie del rilievo è 56
55
Jacoub, in H.Fantar,1995, pp. 177—195.
Il reperto è edito da Luschi, in La Rocca, 2000, pp. 442-443, n 28 .
corrosa, incrostata; sono visibili qua e là
Quindi è probabile che la scena riproduca
tracce del colore rosso che originariamente
l’attimo prima del rientro dei partecipanti e
era steso sopra il fregio.
non i due momenti iniziali o finali della corsa.
Un braccio di un personaggio è ricostruito in
I cancelli sono di sfondo e perciò indicano
occasione della mostra Aurea Roma nel
solo grossolanamente che è il circo.
2000.57
Questa interpretazione, già proposta da L.
L’intera immagine però, è ancora ben
Lunghi nel 2000 risolverebbe le aporie di
leggibile nella parte conservata del rilievo. È
funzionamento reale delle cancellate.58
visibile una struttura architettonica di cinque
La destinazione è di fregio di una architrave
arcate con cancelli lignei, grate sopra le
di una porta, viste le dimensioni ridotte del
volute, pilastri e erme(un volto di un putto
reperto troppo piccolo per un sarcofago o per
con capelli corti ripetuto) che fanno pensare ai
altro.
cancelli di un circo, un box di partenza per le
Lo scultore non conferisce minimamente una
corse detti appunto carceres
proporzionalità
Ci sono sei figure umane che sono in cattivo
disposizione spaziale dei piani prospettici, il
stato di conservazione. Sono abbigliate come
davanti risulta il primo piano, il dietro lo
aurighi: tunica corta stretta in vita, cinta di
sfondo.
strisce di cuoio, gambali di cuoioresi a spina
L’immagine è troppo rovinata per delle
di pesce.
considerazioni precise sullo stile.
L’azione che si svolge con i carceres sullo
Il momento ripreso non è entusiasmante, ma
sfondo è di difficile lettura; si discute se sia
spiega bene il lavoro dei subalterni nella pista
rappresentata la chiusura dei cancelli o la loro
e illustra il modello del box di un circo
apertura. Mancano degli elementi iconografici
romano;. questo è il fulcro del circo da dove
che risolverebbero il dubbio: i congegni per la
partono e rientrano i campioni dei ludi.
chiusura e apertura. Di solito le immagini
È datato al III secolo d. C.
presentano un meccanismo che consente
Il pezzo è noto dalle incisioni del 1700, che
l’apertura e la chiusura sincronica dei
riproducono questo in migliore stato di
cancelli, marchingegno che qui non compare.
conservazione.
I personaggi davanti hanno in mano secchi di
È un documento che aiuta a ricostruire le
acqua e fruste, forse sono gli sparsores o
dinamiche di svolgimento delle gare, se pur
hortatores che incitano o frenano i carri al
con quel problema dei cancelli.
delle
figure
passaggio verso i cancelli. 57
Luschi, in La Rocca, 2000, catalogo della mostra.
58
Vedi le due note di poco precedenti.
né
una
Si ignora quale sia il senso di una decorazione
maniera da far pensare a una prospettiva
circense sopra una porta, di cui bisogna
dall’alto in basso dei personaggi in un
stabilire le reali dimensioni e l’ambiente cui
ambiente esterno,forse il trigarium;gli altri
dava originariamente accesso.
due cavalli e i loro palafrenieri sono ripresi frontalmente.
5-Mosaico con quattro cavalli e rispettivi palafrenieri
Le tessere seguono la forma dei corpi, dando anche effetti di luce e ombre alle figure. Cupido spicca per il colore diverso del suo manto rispetto agli altri tre animali, è nero. Aspetto formale, stile e tecniche inseriscono l’opera nel III secolo d.C La scelta di questo motivo piuttosto che un
Il mosaico, proveniente da Adrumento,
altro è senz’altro voluta.
conservato nel museo di Sousse, 1,90 m x
Come per i cavalli rappresentati su altri
1,10 m, rappresenta quattro cavalli con i loro
mosaici, di cui si è già parlato,questi hanno
palafrenieri, muniti sopra di didascalia che
trascritti i loro nomi; questo uso sembra
indica i nomi degli animali.
59
essere una cosa pedante, ma forse l’orgoglio
Si tratta di un’immagine policroma su sfondo
degli allevatori è molto accentuato perché gli
bianco che riproduce tre cavalli al trotto,
animali sono esemplari degni di vanto e di
Pupillus, Aura e Amator, e uno al passo,
essere sponsorizzati.
Cupido.
Si nota anche la cura delle figure e una ricerca
I due cavalli in alto sono danneggiati da una
di dinamismo. È presente una vivacità
ampia lacuna sul corpo che colpisce il dorso e
cromatica con tonalità calde.
le zampe anteriori. Le tessere sono cadute
L’ambiente non è caratterizzato, è un luogo
anche in corrispondenza del dorso e delle
aperto con il sole viste le ombre,forse è il
braccia
trigarium per l’addestramento o la tenuta dove
degli
uomini,
ma
questo
non
pregiudica la qualità e la lettura del mosaico.
sono allevati gli equini.
Gli abiti dei palafrenieri sono simili a quelli
L’attenzione è posta sui cavalli, per questo il
dei jockey e dei charioter .
resto della figurazione non è realizzata al
La resa spaziale colloca Pupillus e Amator in
dettaglio.
alto,con una luce che incide sui corpi, visibile
Qui non si vuole narrare un episodio del circo,
per la presenza delle ombre portate, in
ma mostrare quali sono alcuni campioni che si
59
Yacoub, in H.Fantar,1995, pp. 193-195.
esibiscono nella pista.
Si può interpretare come una pubblicità
La qualità della moneta è buona, la coniatura
privata, a mo di catalogo musivo di questi
non presenta difetti di fabbrica.
animali.
Lo stato di conservazione è discreto.
La passione del circo e la fortuna del lavoro di
Presenta due piani prospettici davanti, in
allevatore hanno un’eco nelle immagini.
primo
I nomi anche in questo caso sono stravaganti
agonistiche(corsa, lotta, pancrazio, pugilato,
e fantasiosi.
oplomachia,) svolte da dieci personaggi, in
Pure in questo tappeto musivo si cela
secondo compare la spina del circo e dietro le
l’ambizione del committente e la sua volontà
corse dei carri.
di
Spicca in alto la balconata dei magistrati.
strumentalizzare
l’immagine
per
piano
ci
sono
specialità
promuovere il suo allevamento.
È dell’epoca di Gordiano III, nel suo secondo
Il prestigio della presente decorazione è
anniversario al consolato.
notevole e non sminuisce la preziosità
Il circo è rappresentato con l’obelisco e in
ornamentale dello stessa.
maniera esemplificata, come usuale nelle
L’impostazione e il messaggio trasmessi non
monete.
sono casuali.
Questa
immagine
testimone 6- Moneta con scena di ludi circensi
datato,
è
uno
che
straordinario
documenta
lo
svolgimento di gare non solo prettamente circensi nel circo all’epoca di Gordiano III . A Roma e in altri territori dell’impero Romano non è raro che giochi misti hanno luogo nel circo. Questo avviene anche quando ci sono gli stadi e gli ippodromi. Non esiste una regola specifica per l’allestimento in uno
Si tratta di una moneta coniata come ricordo
dei due edifici in particolare.
dei ludi circensi e di altre gare svoltesi nel
Questa
Circo, che riproduce in legenda le cariche
essenziale dell’edificio per le corse di carri e
ricoperte dall’imperatore nell’anno di conio, e
non l’intera struttura. Le immagini sono
iconograficamente, una scena di circo con
coniate a rilievo, sul rovescio della moneta.
varie specialità dell’intrattenimento.60
Scene di questo genere compaiono solo
immagine
riproduce
solo
parte
esclusivamente sul rovescio del numisma e nel sul retto, che ospita sempre ritratti 60
La moneta è studiata da Sommella, 1959, pp. 649655. e da Mancioli, 1987, pp. 14- 29.
imperiali o raffigurazioni ufficiali dello stato.
È una fonte importante di datazione assoluta,
Questa è uno spot di una edizione elargita
colloca nel governo di questo imperatore lo
dallo stato romano al popolo; vi si cela un
svolgimento di una serie di spettacoli
messaggio subliminale per ingraziarsi la
pubblici.
popolarità e il favore dei Romani. È una
Gordiano III è famoso per l’edizione di ludi
manovra politica dell’imperatore per farsi
circensi nel suo governo, in una fase storica
sostenere dalla plebe e dai cittadini, attraverso
del mondo dello spettacolo che è in discesa.
la celebrazione di giochi straordinari concessi
Non tutti gli imperatori della tardo antichità
al di fuori del calendario festivo romano e
favoriscono i giochi, sapendo del ruolo e della
dalle scadenze del suo potere(come gli
posizione sempre più emergente dei cristiani,
anniversari della salita al soglio imperiale,
se pure gli stessi cristiani provano una
delle nomine delle cariche ricoperte dal
profonda passione e attrazione per le gare dei
princeps ecc).
carri. Infatti, questo genere di esibizioni
Nel basso impero questa mossa è ancora più
perdura fino al 549 d.C., data in cui sono noti
enfatica e importante, strumento di potere per
i ludi circensi del barbaro Totila.
il consenso delle masse
Gli anatemi di quest’ultimo periodo della
È un oggetto che circola per tutto l’impero e
Chiesa contro i ludi non fermano questi, ma
che trasmette lo stesso messaggio in tutto il
nel corso del VI secolo in occidente perdono
territorio romano, fornendo la stessa linea
la loro popolarità tramontando come gli altri
politica del sovrano.
settori dello spettacolo romano. In oriente a Costantinopoli si esibiscono campioni fino al VI-VII secolo d.C L’eco del successo di questi si percepisce
7-Mosaico raffigurante due cavalli legati ad un “cilindro di premio”
nelle raffigurazioni lasciate nell’arte. Questa moneta rientra in tale discorso; unisce il valore economico al significato politico e sociale nella scena del rovescio. Si tratta di una moneta di conio imperiale e non senatorio, ridotto notevolmente peraltro nel principato e nominale nel basso impero, che
è
anche
economica
che
interessato incide
monetarie dello stato.
da sulle
una
crisi
coniazioni
Si tratta di una decorazione musiva policroma su
sfondo
bianco,
1,75m
x
0,69
m,appartenente alla collezione del museo del Bardo, rinvenuta a Biserta, raffigurante due
cavalli affrontati con al centro un “cilindro di
spingono ad una datazione agli inizi del IV
premio”.61
secolo d.C
Lo stato dell’immagine è buono; il mosaico
La
risulta lacunoso in corrispondenza del cilindro
nell’esporre i suoi capi in una riproduzione
e superiormente a destra, tagliando uno dei
artistica è innegabile e confermata dalla
rami della palma.
pedante presenza dei nomi di questi.
Presenta due purosangue con èpigrafi sopra i
Questo mosaico è un altro esempio di
loro dorsi, ma non a contatto con i corpi dei
eternizzazione non dei ludi in sè, ma dei
due; esse sono la didascalia dei nomi dei due
campioni allevati da personale altamente
palafreni, legati ad un cilindro decorato da cui
specializzato. È anche lo stesso addestratore o
fuoriescono rami di palma stilizzati.
il padrone della scuderia che promuove i suoi
I due si chiamano Diomedes e Aicides, nomi
membri, inserendovi inoltre un messaggio di
di origine greca e ricordanti la sfera mitica. È
ambizione sociale. Rivendica così, la propria
probabile che il loro signore voglia dire che
posizione di proprietario e investitore di
sono due esemplari mitici, unici e quindi
vincenti dello spettacolo.
invincibili, mostrando il premio da loro
Dalle figure non si può sapere se siano
ottenuto con questa strana forma di cilindro. È
campioni del circo locale o di Roma.
detto cilindro di premio e si ritrova in altre
La prestigiosità di questi animali è ribadita dal
immagini del mondo circense.
modo con cui il musivarius e il pictor hanno
Alla buona resa del contorno dei personaggi si
concepito il disegno, la resa formale e lo stile
somma la discreta incastonatura delle tessere,
degli stessi.
con un risultato di colori caldi sfumati e
Esprimono vigore, un forte potenziale, buona
plasticismo delle parti in movimento.
prestanza fisica e ottima preparazione atletica.
L’immagine è tutt’altro che rigida; non
La palma ribadisce il loro valore e sottolinea
sembra
che sono reduci da una vittoria schiacciante,
serializzata,
ma
concepita
fierezza
dell’allevatore
di
Biserta
appositamente per questo caso.
viste le dimensioni e la ricercatezza della
Si nota anche una cura per il dettaglio e una
gratifica conferitagli.
tendenza a inserimento di piccoli elementi
I premi nel mondo del circo non sono cosa da
come le foglie di acanto di tipo ornamentale.
poco; aurighi e cavalli ottengono onori,
Gli
scelta
privilegi, a livello simbolico la palma e
stilistica, la presenza del “cilindro di premio”e
sostanziose somme di denaro. Il cilindro, con
il
questa sua stravaganza potrebbe alludere a
61
espedienti confronto
convenzionali, con
altri
reperti
la
analoghi
È preso in esame da Yacoub, H.Fantar,1995, ‘pp. 177-195, a proposito dei cavalli affrontati..
questo.
Ciò dimostra una continuità di mentalità e di
realizzazione; ma da altre fonti si sa che
gusto di una classe che insiste nell’auto
procede oltre fino al VI secolo d.C.
rappresentarsi con le immagini legate al settore dell’intrattenimento, direttamente o
8- Opus sectile con biga in pompa circense
indirettamente, riportando spaccati di un ambiente
competitivo,
aggressivo
nella
maniera di imporsi verso gli altri, mirando a prevaricare il più debole o il meno prepotente. Si ricostruisce lo scenario di un settore che pare all’apparenza poco violento e pericoloso, ma che cela un agonismo molto spinto e una spietata concorrenza con trucchi, inganni e scorrettezze
per
ottenere
il
titolo
di
L’opus sectile, alt.73 cm x largh. 111 cm x sp.
campioni.62
14 cm rinvenuto nella Domus di Giunio
È Plinio il Vecchio che si esprime come una
Basso63a Roma, (Esquilino),oggi al museo
voce esterna al coro, dissonante e contraria a
nazionale Romano, sede di Palazzo Massimo,
tali esibizioni(Ep.IX,6),a spiegare come si
raffigura un personaggio in toga picta in
svolgano al suo tempo le gare e descrive le
pompa circense L’auriga porta gli accessori
barbarie
del
tifo
settore,mostrando
e
dei
una
membri
del
del mestiere; è in posizione frontale, rigida,
naturalezza
e
con la mano sinistra appoggiata sul fianco e
indifferenza estreme. Egli trova inutile tifare per un colore piuttosto che per un altro e sostiene che sono giochi che non cambiano mai, sono ripetitivi. Questo è un dissenso senza successione dell’alto impero e che mostra esempi simili solo nei padri della Chiesa e in Tertulliano, che rimangono per lo più inauditi. Questa
rappresentazione
continuazione
di
una
perdura
lo
meno
62
per
quindi
è
consuetudine fino
Consultare Mancioli, 1987, pp. 26-27.
alla
la che sua
63
È nota come la cosiddetta Basilica di Giunio Basso, perché al momento della scoperta le strutture più evidenti facevano pensare ad una basilica paleocristiana e gli archeologi l’hanno continuata a chiamare con questo nome per convenzione seppure la pianta sia a metà tra una domus e una chiesa. Probabilmente la proprietà della casa è donata dal padrone al papato nel V secolo o negli ultimi anni della sua vita o per testamento. La pianta presenta un edificio molto simile alle domus ecclesiae, ma mescola ambienti privati con quelli chiesastici. È difficile capire il processo di trasformazione da casa a luogo di culto cristiano; non si sa se tutti le vecchie sale siano state sfruttate dai cristiani né se le decorazioni private non danneggiate fossero visibili. In altri casi sono documentati esempi di tolleranza delle immagini da parte dei cristiani, quindi questo potrebbe legarsi agli altri. Becatti, 1948; 2, pp. 102-108 e 3, pp. 197-224; Becatti, 1969.;Bianchi Bandinelli, 2001, pp. 277-298; per il motivo “egizio” e il mito di Hylas; Sapelli, in La Rocca,2000, pp. 120139 e p. 536, n° 178.
nella destra reca la frusta. Il carro è frontale, ma i cavalli sono impostati a 180°. Le loro teste sono girate verso sinistra e verso destra. La decorazione è mancante della parte inferiore; si vedono rimaneggiamenti in antico su cavalli, carro e bordo superiore.64 Questo pannello riproduce Giunio Basso come patrono della cerimonia di apertura dei ludi circensi. Riscontri cospicui della scena si evincono
da
una
serie
di
documenti
Il mosaico, attinente a una decorazione della
iconografici nella produzione di IV e poi di V
Maison de les courses di Cartagine, 2,80 m x
secolo d .C.
2,17m,raffigura una scena di corse di carri.65
La scena è databile al secondo quarto del IV
La figurazione è di buona qualità e in buono
secolo.
stato.
La funzione di questo mosaico è duplice: da
Sono incastonate due corse sovrapposte di
un lato si rivendica l’ambizione del padrone,
strani carri condotti da insoliti animali da
dall’altro si ricorre al valore simbolico della
corsa: uccelli.
pompa circense, di trionfo sul male e sulla
Il mosaicista e la sua squadra di artisti danno
morte, cui parrebbe alludere anche l’altro
dimostrazione
pannello della casa con il mito di Hylas.
rappresentativa sostituendo i tradizionali carri
Per me, prevale la prima funzione sulla
con vetture fantasiose trainate da uccelli di
seconda.
specie diverse e dimensioni anormali
Il senso generale dei pannelli della casa si
Si tratta di animali cui vengono alterate le
legherebbe al desiderio di benessere, bellezza
dimensioni corporee e presentati con i
e di ambizione sociale del suo proprietario.
finimenti dei cavalli.
di
estro
e
originalità
Infatti, è creata un’immagine che vede 9- Mosaico rappresentante carri trainati da volatili
affrontarsi carri che sono condotti in velocità in una pista circense da uccelli, spronati da aurighi, che sono connotati con i colori delle squadre reali del circo su due file, un registro superiore e uno inferiore.
64
Nel 2000, in occasione della mostra è privato dei ritocchi degli anni 50’ Sapelli, in La Rocca, 2000, pp. 120-139 e p. 536, n 178.
65
È già analizzato per gli spettacoli del circo da Yacoub, in H.Fantar,1995, pp. 177-195.
La lettura procede dall’alto verso il basso,
In Africa settentrionale si conoscono alcuni
seppure non ci sono elementi di suddivisione
esempi con carri di uccelli o fantasiosi
spaziale del mosaico per la storia delle scene.
analoghi a questo. È pertanto un motivo che
Sul
tenta
diventa di moda in questa provincia. Jacoub e
disperatamente di controllare l’andatura dei
altri studiosi sostengono che compare solo in
suoi uccelli grassi, che sembrano muoversi
questa provincia66, come una originalità delle
appesantiti. Sono goffi e non veloci come
maestranze africane, nel corso del IV secolo
dovrebbero essere gli animali da corsa .
d.C.
Sotto a sinistra un agitator con la veste dei
È indubbia la particolarità della decorazione
bianchi incalza due equipaggi con il carro
che acquista una destinazione ornamentale
trainato da due uccelli bianchi dal becco
bizzarra, ma non mostruosa, che cela un gusto
adunco(a volte visti come pappagalli altre
estetico che no si può mescolare con la massa.
volte come fagiani).
Il motivo di questa immagine e di quelle
A destra c’è un charioter della fazione
coeve africane deve essere senz’altro prodotto
Prasina(Verde).
artigianale su commissione individuale e non
I personaggi sono rappresentati di profilo e
serializzato poiché non trova confronti pari
danno attenzione agli animali, grandi e quasi
altrove.
disegnati.
A mio avviso si può sostenere che viene
registro
L’immagine
in
alto
riproduce
un
auriga
questa
scena
offerta
una
immagine
dello
spettacolo
inverosimile in maniera realistica.
alternativa a quello reale, in senso puramente
La sua struttura e la tecnica di composizione
parodistico e auto ironico.
collocano il mosaico alla metà del IV secolo
La ricerca per una variatio di temi noti è una
d.C.
componente della cultura pagana che si
Appare come un modello di satira del settore
esprime con vari linguaggi nelle diverse
circense, in particolare della velocità e
attività dell’intelletto. Questo mosaico rientra
dell’agilità dei cavalli.
per me in tale ottica.
È possibile sia una polemica con i fanatici e
Solo personaggi agiati o con disponibilità
gli allevatori di equini da corsa e delle
finanziare possono però, permettersi tali
prestazioni di questi in sede di gara. È senza
decorazioni nelle proprie abitazioni. Ritorna
altro voluta questa ironia della scena.
perciò
Sembra una iconografia molto acuta riguardo
rappresentazione
al messaggio che vuole esplicitare.
diviene 66
anche
l’esigenza attraverso
strumento
Vedi nota prec.
di l’arte.
dell’ambizione
auto Essa e
dell’affermazione del prestigio di famiglie o
1- la prima figura, di cui resta la parte
classi di una romanità della Africa, che sino al
inferiore del corpo e le code caudali,
crollo dell’impero concorrerà per rientrare
2- la parte anteriore dei pesci della seconda
nell’orbita della cittadinanza romana a pieni
biga,
voti ed emergere nell’elite di questa civiltà del
3- la testa del secondo personaggio.
mondo antico.
È una scena
Dietro all’ironia potrebbe anche nascondersi
enormi in mezzo alle onde del mare. Si tratta
un vincolo con il mondo del circo, tutt’altro
di una decorazione concepita in senso
che comico, ma velato da questo costume
continuo da destra a sinistra, o meglio con i
bizzarro per denunciare il degrado e la
personaggi che corrono verso sinistra entro
degenerazione dei giochi che nel IV secolo
una cornice rettangolare. Gli eroti sono
d.C sono diventati una buffonata, privi della
connotati con quattro colori differenti: rosso,
competitività, dell’azione e della preparazione
verde, blu, bianco.
atletica( allusa nella pesantezza degli uccelli) .
Il quadretto figurato è su sfondo bianco con le
Potrei affermare che tale immagine circense si
onde del mare: le increspature sono rese con
presenti sotto l’aspetto di una farsa che ha del
linee ondulate nere.
teatrale. È inscenata una gara di circo con
Gli eroti sono abbigliati con le vesti da
carri
sanno
auriga(indossano l’abito tradizionale della
sono
professione);si tratta della veste quadrigaria,
aggraziati e sono i migliori solo negli spazi
una tunica manicata, con un corpetto di
sconfinati del cielo quando si librano in volo.
cinghie di cuoio a protezione del petto, un
“Sono come uccelli fuor di cielo”.
casco di cuoio e i gambali anch’essi in cuoio.
trainati
difficilmente
da correre,
uccelli,
che
perché
loro
di eroti che cavalcano pesci
Tengono con la mano sinistra la funalis, 10-Mosaico con scena circense nautica
briglia del cavallo e con al destra la frusta. L’ anatomia degli amorini si intravede sotto le vesti. È disegnata con una abile conoscenza
Il mosaico, 2,20 m x 0,79 m, rinvenuto ad Adrumento(Sousse), conservato al museo del Louvre,
rappresenta
una
stravagante
immagine di circo.67 La narrazione è interrotta da una grossa lacuna nella porzione sinistra, tagliando: 67
Yacoub, in H.Fantar,1995, pp. 177-195.
della struttura del corpo, realizzando le curve e le morbidezze tipiche di queste figure con l’aggiunta di muscoli e tensioni muscolari, visto che sono in movimento e in velocità. Le vesti svolazzano come se ci fosse il vento. Mi chiedo se questi corrano solcando la superficie del mare o sotto il fondale marino,
dato che non ci sono riferimenti spaziali di un
(naumachie)Non è questo il caso, confermato
fondale o il cielo per indicare a quale altezza
dai pesci con le briglie e dagli abiti da aurighi
dell’acqua si battano per la vittoria del più
dei
veloce.
testimoniata una corsa inscenata così in un
Non ci sono altre indicazioni ambientali oltre
edificio per spettacolo.
le onde accennate e la presenza di pesci che
Come nel mosaico precedente, di carri trainati
seguono gli eroti-agitatores sopra le loro
da uccelli, anche questo ancora più ardito con
bighe marine.
eroti e pesci, è una parodia delle corse.
L’intera vicenda viene narrata frontalmente,
In tale raffigurazione però, si percepisce
ma i personaggi sono resi di profilo rivolti in
un’eleganza e un’armonia che nell’altro, pur
posizioni e atteggiamenti diversi verso lo
essendo un opera di pregio, non si avverte.
spettatore: uno sprona i pesci con il volto e il
Gli abiti qui sono leggeri, soffici, svolazzanti
corpo diretto in avanti, nella direzione della
e in certi punti trasparenti. Nell’altro sono
corsa, un altro in piedi con le gambe
corposi e pesanti addosso alle figure.
divaricate, gli occhi verso il concorrente che
I colori usati raggiungono tonalità e sfumature
gli sta di fronte, dietro un amorino segue al
tenui ed eleganti.
galoppo con entrambi le mani sulle redini.
C’è una corrispondenza cromatica tra i pesci e
I pesci da corsa sono diversi:
i loro cocchieri.
1) la prima coppia è caduta in lacuna; sembra
È databile alla seconda metà del IV secolo
una specie con code molto complesse
d.C.
2) la seconda coppia ha macchie su una parte
loro
condottieri.
Non
è,
infatti,
Secondo me, è illustrato un giro di corsa in
del dorso simili a quelle delle trote
cui primeggia un erote della fazione blu,
3) al centro ci sono due pesci dalla
seguito dal bianco, dal rosso e chiuso dal
squamatura rossa, forse triglie
verde.
4) gli ultimi sono allungati e verde scuro,
L’ immagine, a mio avviso, prende in giro
con la forma della bocca analoga a quella dei
una vittoria, forse non molto corretta della
lucci.
scuderia blu. Si vuole cioè sostenere che solo
Qui
sono
senza
dubbio
sostituite
le
se gli aurighi fossero eroti la squadra blu
tradizionali bighe da corsa con i colori delle
avrebbe vinto.
fazioni del circo, con bighe condotte da eroti
Oppure il committente desidera affermare che
in un circo nautico. Esistono a Roma delle
i blu sono dei campioni tali da sembrare che
gare che si svolgono in acqua, ma si svolgono
le bighe siano condotte da pesci e eroti. Ma
negli anfiteatri e sono delle battaglie navali.
questo
che
significherebbe?
Che
senso
avrebbe paragonare gli aurighi a eroti? E i cavalli a pesci? Nella cultura romana che senso avrebbe? Forse che sono incontrollabili e irrefrenabili come gli eroti e infidi come i pesci? L’unico dato certo è che sia una sorta di immagine satirica, ma sulla sua funzione e sul suo senso, aldilà della portata decorativa non saprei come spiegarla
La decorazione musiva, 2,60m x 2,42
È sicuro che il proprietario della casa con
m,proveniente
questo mosaico avesse una grande fantasia e
conservato
fosse in grado di permettersi un motivo così
raffigura un auriga vincitore inserito in un
eccentrico e ben curato.
tondo affiancato ai quattro lati da cavalli con i
È chiaro che la veste mitologica affidata agli
loro
amorini cela il messaggio e i desideri del
all’interno di una ornamentazione variata e
padrone, moda coeva al mosaico e tipica della
divisa in settori come se lo spazio a
tardo antichità.68
disposizione fosse curvo(cupola o volta) di
nomi
da
al
museo
nei
Thugga(Dougga), del
riquadri
Bardo(1936),
rettangolari;
è
tipo vegetale a tralci continui di vario tipo. 69 È in buona conservazione con una lacuna sulla spalla destra e parte del torace dell’uomo e uno sbiadimento dei colori sui piedi dello 11-Mosaico
rappresentante
un
auriga
trionfatore
stesso. I tralci vegetali sono girali di acanto, vite e piante fiorite che si avviluppano intorno a cinque emblemata, uno circolare e quattro rettangolari. Alternati in fasce ci sono sempre altri vegetali, tra cui rami di palma che insistono a ribadire il tema della vittoria. Lo sfondo è bianco con tessere colorate delle
68
Vedi le pitture delle domus sotto la basilica di San Giovanni e Paolo sul Celio, dove la padrona è raffigurata come una Venere in un contesto acquatico, per esprimere il desiderio di benessere, erotismo e bellezza della matrona.
tonalità della flora. 69
Il mosaico è già descritto da Yaocub, in H. Fantar,1995, pp. 188-191 ca .
Jacoub70 sostiene che è rappresentato un
È un documento della viva partecipazione del
auriga vincitore sulle quattro fazioni del circo
Romano ai giochi che si traduce in un
e le quattro stagioni della natura. Afferma che
appassionato tifo per le fazioni. La figura
esiste una corrispondenza tra le quattro
conferma questo;come nel caso degli attori
stagioni e le quattro fazioni, indicata dai
forse pure qui il vincitore ha accettato di farsi
colori delle tessere. Inoltre, i colori delle
raffigurare nel mosaico per il committente che
fazioni alludono all’alternanza delle stagioni.
è un suo ammiratore.
Queste stagioni sono indicate per ribadire la
Potrebbe essere o come una figurina di un
loro importanza per la vita agricola e sono un
calciatore dei nostri giorni, in formato
buon auspicio per lo svolgimento dell’anno
maggiore su mosaico o come una “foto” del
sia per i padroni di casa sia per la loro attività
vincitore dell’epoca.
agricola nelle ville.
Salomonson72
L’auriga è rappresentato in posizione stante
dell’auriga vincitore abbia molto successo
con una tunica quadrigaria verde, manicata,
nelle immagini dell’Africa settentrionale,
con un corpetto di cinghie di cuoio a
tanto da creare una evoluzione del modo di
protezione del petto, un casco di cuoio e i
rappresentarlo,
gambali anch’essi in cuoio.
iconografiche della sua posizione e del tipo di
Con la mano destra tiene la funalis, con la
premio che reca nelle mani o accanto. Inoltre
sinistra un ramo di palma, simbolo della
si
recente vittoria.
committenza,
Un ramo di acanto dalle
accorge
fa
notare
attraverso
come
le
il
tema
varianti
che
dipende
dal
tipo
dal
periodo
in cui
di sono
foglie cuoriformi, tipiche di una specie
realizzate le figurazioni e dal gusto delle
mediterranea, che oggi è spontanea nelle isole
maestranze che assecondano o meno la
Cicladi, è collocato alla destra dell’auriga.
volontà del cliente e il proprio gusto
Forse allude al valore simbolico dell’acanto
personale.
che significa eternizzare la vittoria del
Il concetto che si cela dietro il tema romano
campione.
della vittoria e in particolare nello spettacolo è
È datato alla fine del IV secolo d.C.
che i trionfi che si fanno in vita riecheggiano
71
Merlin in occasione del 65° anniversario
per l’eternità. L’immagine potrebbe essere
degli studi sui mosaici tunisini. si occupa
collegata a questo concetto. Il privato, a mio
anche di questo esemplare, ma non gli
avviso, desidera con tale figurazione
attribuisce il valore che possiede nella storia
augurarsi successo nella gara della vita come
delle immagini del mondo del circo.
questo trionfatore nel circo.
70 71
Yacoub, in H. Fantar 1995, pp. 188-191 ca . Merlin, in Jacoub, H. Fantar 1995, pp. 177-195.
72
Per dettagli Salomonson, 1965.
Il charioter è quindi in primo piano con lo 12-Mosaico con scena di pompa circense
sfondo del circo alle spalle. Le tonalità prevalenti sono calde. La composizione e lo stile del mosaico collocano il reperto nella fine del IV secolo d.C Le rappresentazioni di aurighi e delle corse del circo sono piuttosto in questo periodo. A mio avviso è raffigurato un auriga in
Il mosaico, 1,25 m x 0,82 m, rinvenuto a
pompa circense, che sfila nel corteo del
Thugga, conservato al museo del Bardo,
cerimoniale di ingresso.
presenta una scena di pompa circense.73
Le architetture alle spalle del campione
La decorazione è mutila ai lati; sono cadute in
riproducono i cancelli del circo; quel poco che
lacuna le tessere che costituivano la parte
è accennato non può ambientare questa sfilata
inferiore dell’immagine(la parte inferiore dei
in un circo ben preciso. Non si esclude che sia
corpi dei cavalli).
raffigurata una manifestazione locale, dato
È raffigurato un auriga in pompa circense che
che la spina74 non è rappresentata.
riceve le acclamazioni del pubblico; sullo
13- Placca con agitator
sfondo, a destra, si vedono le architetture del circo. Delle epigrafi in rosso riportano i nomi dei cavalli: Amabile, Eros, Gioviale(Frunitus). Del “carro” rimangono tre cavalli, di cui il terzo è frammentario, c’è solo la testa. L’auriga indossa la veste quadrigaria;con gli accessori del mestiere; è in posizione frontale, rigida, con la mano sinistra appoggiata sul fianco e nella destra reca la frusta. Il carro è frontale, ma i cavalli sono impostati a 180°. Le teste sono girate verso sinistra e verso destra.
73
Yacoub, in H.Fantar,1995, pp. 189-191.
La placca, conservata nel museo del Louvre, di provenienza ignota, forse di Roma, alt. 17 74
Di solito la spina è un elemento che presenta una decorazione complessa, diversa per ogni circo dell’impero con sculture che servono, nelle immagini a capire se si tratti di quello di Roma piuttosto che di un altro.
cm x lung.8,5 cm, presenta un ritratto di auriga.75 È la raffigurazione di un palafreniere con la veste quadrigaria come usuale nel circo. È riprodotto un vincitore isolato dal resto del contesto circense con la frusta in mano e la palma accanto in posizione stante. Presenta due epigrafi frammentarie in alto. La resa stilistica e formale datano questa placca in bronzo con rame e argento alla fine del IV secolo d.C. È un oggetto di piccole dimensioni la cui destinazione è di applique. È una testimonianza dell’importanza dei giochi circensi nell’arte romana. Non è un’immagine che riproduce una scena circense, ma una figura del circo che è rappresentata per decorare un oggetto. A mio avviso dimostra come i ludi facciano parte
della
quotidianità
del
Romano.
Conferma quanto il Romano ami questi e afferma la continuità di questo gusto e dell’allestimento, edulcorato
rispetto alla
forma imperiale, dei ludi circensi nella tardo antichità. 14- Coppa raffigurante trionfo di un auriga
La coppa, diam. 19 cm, conservata al museo centrale della Germania Romana di Mainz, lavorata al tornio, terra sigillata africana C 3, è decorata sulla superficie interna da due motivi figurati a rilievo applicato inquadrati da due sottili scanalature incise al di sotto dell’orlo.76 È in buono stato; è stata ricomposta da frammenti combacianti. Il motivo principale, che interessa in questa sede, è costituito dalla resa frontale dell’ agitator trionfatore con la sua quadriga, i cui cavalli sono ai suoi lati, gradienti di profilo, a coppie. L’ aspetto formale ricorda quello del mosaico di Thugga con auriga in pompa circense. È databile tra il 350 e 430 d.C Il motivo della vittoria nei ludi circensi ha molta diffusione nel basso impero; la fortuna del tema va associata alla complessa ideologia politica e religiosa del consenso. A mio avviso, rientra nella teologia della vittoria, pregna di significati sia per il
76 75
Metzger, in La Rocca,2000, p. 438 n°35.
Edita da Del Moro, in La Rocca, 2000, pp. 448-449, n°36 e in studi di Salomonson, 1962.
versante pagano che cristiano, parte integrante
vedono plutei esterni con statue atletiche. Alle
dell’immaginario collettivo.
estremità ci sono due mete. A sinistra del
La scelta di questo motivo in una coppa può
mosaico, nella parte curva, un arco trifornice
indicare la volontà di trasmettere il messaggio
fiancheggiato da due tribune del podio. A
di vittoria e buon augurio per il proprietario
destra 12 carceres e sopra tre templi, di cui il
dell’oggetto. Non nego anche che questa
centrale presenta il frontone decorato.
preferenza sia una decisione estetica.
A sinistra e davanti la meta compaiono un suonatore di tuba dal mantello rosso frangiato
15- Mosaico con corsa di carri
e un togato, un senatore che consegna il premio
simbolico,
la
palma,
all’auriga
trionfante sugli altri carri. Questi sono raffigurati dopo la meta ancora in pista intorno
alla
spina,
poco
visibile
nell’immagine interessata da lacune numerose intorno ai carri in velocità. È datato nel periodo 350- 404 ca .79 È un altro straordinario esemplare policromo con una colorazione mista tra quella spagnola e quella africana, che riproduce i ludi circensi del Circo Massimo. Si tratta di un mosaico pavimentale rinvenuto nella sala biabsidata,(complesso termale) della Villa del Casale di piazza Armerina.
77
Sono raffigurate più scene a
fregio continuo delle corse del circo. Il circo78 è ripreso a volo d’uccello con i bacini d’acqua, euripi, colonne circolari a doppio portico, architravi su colonne, piccole architetture cubiche, forse are e il gruppo scultoreo della spina di Cibele e il leone. Si
Questa
non
è
l’unica
immagine
dello
spettacolo del complesso della casa; ci sono anche scene di cattura di fiere per le venationes della capitale, inerenti il lavoro del proprietario che era procuratore di animali per Roma. È possibile che il dominus abbia dato anche giochi e che qui sia commemorata una gara di ludus circensis binarium, una corsa con
due
carri
per
fazione,
da
lui
generosamente offerta a Roma. Non mi sento di escludere che il mosaico sia commissionato
77
Una delle più vecchie pubblicazioni che descrivono la villa è di Gentili, 1959, 78 Una descrizione topografica del mosaico si trova in Sommella, 1959, pp. 649-655.
79
Sulla questione della datazione dei mosaico di Piazza Armerina vedere Carandini, 1964 n°7; Ragona,1966; Carandini, 1967, pp. 93-120.
per raffigurare un motivo di moda e che
destro. Inoltre manca parte del bordo inferiore
piacesse al committente; quindi non è detto
destro. È raffigurata una corsa di quadrighe
che debba avere uno scopo commemorativo o
nel Circo Massimo, scomposto in due
altro. L’eccezionalità di questo mosaico
elementi architettonici:
risiede nella rappresentazione sia del circo sia
1)in alto li pulvinare e il console dei Lampadii
dei
con il suo seguito,affacciati frontalmente alla
suoi
spettacoli,
con
attenzione
ai
particolari.
balconata
rappresentata
da
transenne
marmoree decorate con motivi a croci di 16 Dittico con giochi del circo
Sant’Andrea
e
a
squame,
tipici
delle
recinzioni basso imperiali. Alle loro spalle tre arcatelle ribadiscono la pertinenza di una parte coperta del circo riservata ai magistrati vari e all’imperatore. 2) Sotto c’è la scena della corsa dei carri concepiti di profilo,attorno alla spina, resa in posizione trasversale. L’aspetto formale ritrattistico delle figure umane rimanda alla ritrattistica costantiniana con volti tozzi e occhi grandi sgranati: La moda degli abiti e il giovane console datano al
Si tratta di un pannello rettangolare di dittico in avorio intagliato80 a basso rilievo riusato come libro nell’VIII secolo d.C. È una valva del c.d. dittico dei Lampadii, conservata al museo della città di Brescia, alt.29,5 cm x largh.12 cm x sp. cm 1, alt. Lett. 0,8 cm eccetto la D, 0,6 cm. 81È curvata; rotta sui lati con la perdita della metà superiore del bordo sul lato sinistro e di parte del bordo superiore 80
Studi importantissimi su questo avorio e su tutti i dittici consolari con scene circensi sono in Delbruch, 1929; in Volbach, 1952 e in Belloni, 1958. 81 La seguente descrizione è edita da Painter, in La Rocca, 2000, pp. 445-447 n°33.
396 d.C.82 ca.83 C’è stasi in alto e dinamismo in basso. La rigidità delle persone in alto per me sta ad indicare la solennità del dittico e il carattere auto celebrativo, sottolineato dalle figure stesse; è un momento ufficiale: il console si mostra al pubblico come fa l’imperatore in occasione dei giochi. Le corse invece devono essere
in
movimento
per
indicare
lo
svolgimento in atto delle gare. È una 82
Ci sono studiosi che fanno oscillare la datazione dal 390 al 530 d.C. per questioni non solo iconografiche, ma epigrafiche. 83 Ci sono anche dittici di IV-V secolo con affinità stilistiche a questo.
promozione consolare con immagine di ludi
umana e di un cavallo.. L’aspetto formale
circensi a cui forse lo stesso console ha
delle figure non si differenzia molto dal poster
partecipato(nel posto d’onore).È un’immagine
per i giochi gladiatori di Pompei del I d..C.
politica di un console di Roma, che sceglie di
Questo non significa che vada datato alla
avere prestigio attraverso la rappresentazione
stessa epoca, ma che nelle forme di arte
del circo.
popolare o spontanee, le rese sono simili. L’importanza di questa maledizione85, oltre
17- Lamina metallica con maledizione di auriga contro i propri avversari
che per la presenza di campioni del circo, consiste nel perdurare di una consuetudine rituale pagana nel basso impero: il defigere ad personam, con invocazione a divinità della vendetta e ad esseri extra umani che possono infierire analogamente. Questo è un documento del culto delle divinità orientali e dei demoni nell’età tardo antica, strettamente connesso con il settore
La lamina, 16 cm x 12,5 cm, scoperta nel
dello spettacolo, dell’agonismo e dei giochi.
1850 sulla via Appia, in un colombario fuori
A mio avviso, è testimone del proseguire del
Porta San Sebastiano,conservata al museo
culto pagano accanto alla diffusione del
nazionale Romano, museo epigrafico delle
cristianesimo. Inoltre questo si pone come un
Terme
una
esempio di un usanza nell’auspicare la vittoria
defixiones in greco di un agitator contro i suoi
così come noi oggi facciamo le corna di
nemici, indirizzata ai demoni e divinità
scongiuro o incrociamo le dita per augurarci
orientali, tra cui quelle egizie84. Gli epigrafisti
una buona riuscita nella vita.
datano il reperto alla fine del IV secolo, inizi
Penso che sia anche un reperto che dimostra
del V secolo.
la riluttanza del popolo ad abbandonare le
Ritengo interessante questa lamina per la
superstizioni pagane, benchè fosse quasi del
raffigurazione degli avversari dell’auriga,
tutto cristianizzato.
di
Diocleziano,
presenta
forse della fazione dei Bianchi.Presentano sopra le teste le iscrizioni dei loro nomi; hanno le gambe e le braccia legate ai ceppi. Sono visibili anche frammenti di una figura 85 84
Friggeri 2003, pp. 178.
Audellent, 1904. n°8, vedi note a piè di pagina di Friggeri 2003, pp. 178.
18 Base con scene circensi
A mio parere, invece, l’intera decorazione scultorea potrebbe essere realizzata dalla stessa mano, solo in due fasi diverse. Questo scultore avrebbe prima optato per uno stile
Si tratta della base dell’obelisco marmoreo di Teodosio I, parte della spina dell’Ippodromo di Costantinopoli, eretto nel 390 d.C. 86 Sono raffigurate scene di circo di tipo ufficiale, di auto rappresentanza imperiale verso il popolo e la città: la figura dell’imperatore si mostra ai suoi sudditi con la corona in mano nel pulvinare e pronto a incoronare il migliore nelle corse. 1. il fregio principale riprende l’imperatore che assiste ai ludi circensi, 2. il fregio dello zoccolo della base, la parte in basso, riproduce la pista con i carri e i cavalli in corsa, su uno sfondo spaziale non definito e con le figure che sono appena delineate a basso rilievo. Viene datata all’ultimo decennio del IV secolo(390-396), da una fonte che riporta la data di erezione dell’obelisco. La figurazione della base presenta, secondo gli studiosi due mani diverse; la scena del pulvinare frontale, ma con una discreta concezione spaziale sarebbe opera di uno A),
mentre
l’altra
decorazione sembrerebbe eseguita da un altro artista (scultore B)successivo al primo.87 86
spazialità, poi avrebbe scelto, per lo zoccolo, un po’ per questioni di estensione della base e perché non riteneva fondamentale dare agli spettacoli importanza, tridimensionalità e connotazione precisa dell’ippodromo, una retorica figurativa più semplice e piatta. La ragione per la rinuncia alla descrizione ambientale del circo, consiste nel fatto che la base appartenga all’obelisco dell’ippodromo
La decorazione è divisa in due parti:
scultore(scultore
che riproduce le simmetrie e rende la
È edita già in Bruns, 1935, VII. È Ripresa da Kilerich, 1998. 87 Vedi Bianchi Bandinelli, 2001, pp. 350-357.
di Costantinopoli. Credo fosse scontato che la gente pensasse a una riproduzione di uno dei giochi del “circo” medesimo. È un motivo che inneggia alla figura imperiale, molto presente nella città e in oriente e che usa il circo come il palcoscenico personale e come edificio di rappresentanza. Il circo è concepito come una sala delle udienze. La rigidità delle figure attorno e dentro il pulvinare indica la solennità del momento:l’ultimo giro delle corse con la designazione del vincitore che poi sarà premiato, forse proprio dal principe e la presenza del sovrano e dei dignitari.
La datazione è dubbia; alcuni studiosi la 19- Mosaico rappresentante corse del circo
datano tra il IV e il V secolo d. C. altri tra il V e il VI secolo d.C 91 La resa formale è tipicamente tardo antica; è una narrazione semplice ripetitiva e con un declino della policromia. È l’ultimo capolavoro dell’arte provinciale musiva africana con una scena di circo che sembra ormai un motivo di repertorio, senza perdere l’espressività data dalla semplicità della narrazione e dalla ripetitività degli
Il mosaico, proveniente da Gafsa(Tunisi),
elementi decorativi(le erme e le teste) .
conservato nel museo del Bardo,4,70 m x
È un documento dell’uso del circo e della
3,40 m, molto frammentario ai lati e nella
continuazione dei ludi circensi oltre le
decorazione, rappresenta una corsa di bighe
proibizioni statali e il moralismo cristiano.
nel circo, secondo uno schema tradizionale di
È un mosaico contemporaneo alla fine di
svolgimento e di raffigurazione.88
questi giochi: nel corso del VI secolo, in
È un’immagine a volo d’uccello del circo 89,
maniera disomogenea, nell’impero cade in
ulteriormente esemplificata nella resa delle
disuso il circo e non sono più allestiti
parti architettoniche e del pubblico, che
spettacoli di carri e cavalli, sia per i veti sia
assiste, raffigurato, in balconate irreali, con
per la fine di una moda.
solo teste “ammucchiate” tra loro.
È interessante vedere che qui sono riprodotte
90
gare tradizionali e non esibizioni acrobatiche
La pista è ovale stilizzata con la spina al
centro
molto
sono
e strane cacce, che sono messe in scena nel
purtroppo cadute in lacuna; si salvano alcune
basso impero a fianco o in sostituzione delle
vetture,
corse.
la
rovinata; decorazione
le
bighe
purtroppo
è
compromessa.
I medaglioni in alto, che inquadrano la scena, sono
il
accentuato
segnale e
di
di una
un
decorativismo92
funzione
estetica
dell’immagine. Non so se il committente 88
È citato in Bianchi Bandinelli, 2001, pp. 251-252.. Si ignora che circo sia,non è possibile evincerlo dal mosaico . 90 Si tratta di una raffigurazione di circo che è già studiata da Sommella, 1959, pp. 649- 655 89
91
Per i primi vedi Yacoub, in H.Fantar,1995, pp. 177195; per i secondi vedi Bianchi Bandinelli, 2001, pp. 251-252. 92 Già notato da Bianchi Bandinelli, 2001, pp. 251-252.
volesse ricordare una vera edizione di giochi
Non posso inoltre escludere che sia espressa,
di cui è stato editore o se intendesse rendere
da un cliente pagano, nostalgia per un passato
omaggio al circo da “fan”.
in cui si allestivano grandi giochi.
Epilogo delle immagini dei ludi circensi Le immagini dei ludi circensi sono assai particolari; esse forniscono una documentazione iconografica dell’aspetto dei circhi nel periodo tardo antico. Riproducono le architetture seguendo delle convenzioni che sono ripetute in varie decorazioni; la resa a volo d’uccello mostra per una metà l’esterno e per l’altra metà l’interno e comincia a comparire in mosaici e rilievi nel III secolo diffondendosi per tutto il basso impero. Dividono la romanità non solo in occidente e in oriente, ma in singole raffigurazioni. Ognuna, a mio avviso, seppure con resa standardizzata, esprime qualcosa di proprio . Questi spettacoli sono raffigurati in tre maniere che si alternano: 1) solo le gare senza le architetture come sfondo o ambientazione 2) le gare dentro il circo con tutte le sue parti 3) le gare intorno alla spina o presso le mete o il pulvinare con il pubblico, cioè il circo rappresentato solo in alcune parti. Ci sono inoltre due modi per realizzarle: 1- raffigurare un circo qualsiasi senza connotazioni architettoniche o decorative 2- rappresentare un circo o un ippodromo di una città,(i più noti sono l’ippodromo di Costantinopoli e il Circo Massimo). L’aspetto formale delle immagini è simile in tutte con varianti stilistiche e del secolo: •
i personaggi del pulvinare sono frontali come se guardassero l’osservatore
•
gli aurighi e i loro carri sono sempre in velocità e di profilo
•
i trionfatori sono sempre stanti con il carro o da soli con la palma o il premio in mano
•
la spina ha quasi sempre due obelischi.
L’aspetto di queste raffigurazioni però, non presenta solo elementi di ricorrenza .e convezioni di riproduzione volumetrica e spaziale, ma anche particolari e scelte espressive e stilistiche che rendono uniche e irripetibili queste opere d’arte. Credo non sia dovuto alle diverse maestranze e scuole d’arte e d’artigianato che hanno lavorato, ma anche alle committenze che desideravano immagini diverse tra loro, seppure attinenti allo stesso tema. Nei mosaici. la bicromia del bianco e nero predominante a Roma e la policromia delle province. crea anche differenze sul risultato finale della decorazione.
Nei rilievi e nelle sculture le diverse tecniche di lavorazione creano raffigurazioni di diversa espressività, non pregiudicando la qualità e l’abilità dell’artista. Si avvicendano scene di spettacolo a personaggi immobili come in una foto. Emergono diverse realtà:
la dimensione pubblicitaria pubblica e privata
la “visibilità sociale” di elite e imperatori
la passione per tali manifestazioni
la funzione commemorativa di certe opere
il fanatismo delle fazioni, nell’attenzione dei colori degli agitatores
la popolarità dei ludi
le ambizioni dei Romani
l’allegoria delle corse competitive e spietate come nella vita
la funzione simbolica del tema della vittoria nei giochi, tema che sta a cuore a pagani e a
cristiani
in alcuni casi espressione di una paganità nostalgica che vede cambiare e crollare il proprio
mondo. Si possono studiare i costumi e la moda in vigore all’epoca di un rilievo; si può vedere la dinamica delle gare. I piatti, le coppe e altri oggetti ci suggeriscono che anche nel basso impero esistono i gadget e c’è un florido commercio attorno a questi souvenir. Sembrerebbe esserci una sola società romana omogenea e compatta, ma in realtà è una civiltà che va sempre di più cristianizzandosi, perdendo lentamente le abitudini e le consuetudini pagane. L’amore per i ludi circensi coinvolge però, anche cristiani e porta imperatori e membri dell’elite a finanziare il loro allestimento. Fino al V –VI secolo in occidente e al VI-VII in oriente ci sono tali esibizioni; il circo è palcoscenico per la società che ritiene che esso faccia parte della civiltà urbana. Le immagini dimostrano come la cristianità non ha potuto e non ha voluto ostacolare questi spettacoli, tranne negli interventi ufficiali e della Chiesa, che emergono soprattutto dal IV secolo d..C. Le forme parodistiche del settore sono indice di una vivacità della cultura romana che cela in queste o una denuncia o una mentalità originale che noi oggi non riusciamo a ricostruire. Queste sono come un gioco iconografico dei giochi, una forma di “meta-circo”(mosaici tunisini con gare circensi marine o di volatili)
Sono quindi interessanti le informazioni che si possono dedurre dalle rappresentazioni; in alcune si evincono anche i funzionamenti dei cancelli;solo un rilievo, mette in dubbio la procedura di questi perchÊ non la raffigura. Esistono, infatti, silenzi nelle immagini, che sono colmabili solo ricorrendo ad altro tipo di fonti; infatti non tutti gli spettacoli sono reali o si riferiscono a edizioni storiche. Non ci è concesso sempre distinguerli. Testimoniano però, un gusto che continua fino alla fine della romanità ; sono come pellicole che a volte parlano, altre sono prive del sonoro come il cinema muto, impedendoci di capire cosa sia detto.
Lo Stadio: Gli Agoni 1 Sarcofago con scene di agoni
concorrenti. L’ultima scena è di pugilato; un pugile mette k0 l’avversario, a terra. Hanno i guantoni lunghi usati in epoca imperiale. Tutti gli atleti presentano il cirrus in vertice,
Il sarcofago, 124 cm x 33 cm x 50 cm, di
simbolo dell’atletica nel periodo imperiale,
provenienza ignota, trovato a Roma presso la
inizialmente
sacrestia della chiesa di Santo Stefano in
vincitori. 94
Piscinola, conservato ai musei Vaticani, è
Seppure esistano altre figurazioni con agoni
scolpito con scene di agoni alla greca in senso
simili a queste, è unico nell’aspetto formale e
occidentale.
93
usato
per indicare
solo
i
stilistico. È visibile una cura e attenzione alle
Si tratta di una decorazione sulla fronte di un
anatomie che ricordano le figure umane del V
sarcofago, destinato ad un bambino, con
secolo a.C in Grecia.
grifoni sui lati brevi.
È datato in età severiana .
È
di
È uno straordinario documento degli agoni
un’ambientazione spaziale e di elementi di
ginnici del basso impero, prima dei divieti di
separazione delle scene che si susseguono; si
stato e chiesa.
riconoscono quattro scene e quattro coppie di
È interpretato come un “monumento” volto
atleti, con figure alternate di profilo e frontali.
all’eroizzazione del defunto.
La prima è caratterizzata da un araldo che è
Questo è un esempio della romanizzazione
pronto a dichiarare il vincitore e da un atleta
degli agoni; testimonia come all’inizio del
con la palma in mano. La seconda è una gara
basso impero sia ormai noto il mondo
di pancrazio, in cui compaiono: un giudice
dell’atletica, sia praticato e piaccia anche al
che indossa un himation, con la barba e la
mondo occidentale, non solo alle province di
palma nella mano destra, una coppia di
tradizione greca o ellenistica.
pancraziasti che parano il primo colpo
Sostengo che questa immagine sia un
dell’incontro. Segue una coppia di lottatori
possibile
documento
con il giudice recante una palma nella mano
occidente
e
sinistra ; la scena riproduce l’inizio della gara.
nell’educazione della paideia romana, ormai
C’è un cesto rovesciato tra i due campioni;
avvezza allo studio del mondo greco per la
conteneva della sabbia usata per le prese dai
raffinatezza della sua cultura e per la bellezza
93
un
fregio
continuo
privo
Il sarcofago è edito da M.Cadard, in La Regina,2003, p. 314, n°56.
94
dell’agonistica
dell’inserimento
di
in
questa
Il cirrus è un riporto di capelli annodati nella regione occipitale delle teste degli atleti .
della sua arte. A Roma sono noti i Capitolia,
per la figura, 7 mm per la decorazione
forse
geometrica.95 Raffigura un busto di atleta
il
bambino
potrebbe
essere
un
capitolinico tra i fanciulli, o i suoi genitori
imberbe nudo.
avrebbero voluto che lo fosse, prima che la
È
morte prematura lo strappasse alla vita. Mi
capigliatura corta, da cui non si può vedere il
sembra
cirrus in vertice, occhi grandi, bocca larga,
strano
e
ardito
pensare
rappresentato
di
come
¾
verso
se
fossero
sinistra,
all’eroizzazione di un bambino con l’atletica
sopracciglia
state
nella Roma tardo imperiale, dato che esempi
“danneggiate in precedenza da colpi di
simili risalgono al mondo italico pre-romano,
guantone” e muscolatura molto sviluppata e
con tombe di falsi atleti inneggiati come
tozza. Il suo busto è inserito in un bordo
guerrieri sul modello greco. È probabile che
guarnito a treccia policroma a quattro capi tra
le figure siano le espressioni delle attività
due linee dentellate superiormente a sinistra.
amate dal bambino o, come già detto, della
L’spetto fisico rimanda ad un pugile.
sua vocazione.
La qualità è buona; ci sono tessere che
Penso che tali scene possano avere soprattutto
seguono i lineamenti del personaggio, dando
un valore simbolico legato al defunto: si vuole
sfumature e chiaro scuri.
augurare la vittoria nell’altra vita come negli
È databile al periodo di Severo Alessandro.
agoni e un benessere dell’anima pari a quello
È un esempio termale di agonistica romana;
del corpo.
questo tipo di decorazioni diventa di grande moda nelle terme romane durante il corso del
2 Mosaico raffigurante un busto di atleta
III secolo. Il culto del corpo e delle attività ginniche, che si svolgono nelle palestre delle terme in occidente e dei ginnasi in oriente, è sottolineato da queste immagini pavimentali policrome o bicrome. È evidenziato il professionismo di questo sport dalla rappresentazione di uno sportivo dalle forme perfette e dalla prestanza fisica
Si tratta di un mosaico rinvenuto nel 1824
eccezionale,
dovuta
ad
allenamenti
assieme ad altri frammenti nelle due esedre
specialistici.
delle Terme di Caracalla a Roma, conservato
È uno slogan pubblicitario per i Romani che
nel museo nazionale Romano, alt. 140 cm x
frequentano le terme.
largh. 120 cm, alt. testa 52 cm, tessere 5mm
95
Edito da De Matteis, in La Regina, 2003, pp. 316317, n°57.
Caupona di Alexander Helix ,del III secolo anch’esso. La lotta tra i due pancraziasti è
3 Mosaico con duello agonistico
ridotta
ai
due
protagonisti
e
presenta
didascalie dei loro nomi. Questi sono noti anche in un altro mosaico pavimentale con un'altra coppia in Campania; la prosopografia Sono due frammenti del mosaico bianco e
della
nero
professionisti dei giochi italici e forse anche
pavimentale
delle
Terme
delle
96
loro
onomastica
riporta
nomi
di
Trinacria di Ostia; sono quasi completamene
dei Capitolia.
danneggiati dall’erbe che li ha ricoperti,
In questi lacerti di mosaico non possiamo
lasciando visibili solo la parte superiore di un
ricostruire una storia come in quello della
arbitro frontale con la palma nella mano
Caupona, ma non escluderei la possibilità di
destra e la testa di profilo di un atleta.
una “foto” di due veri campioni e non di una
Le terme sono datate alla prima metà del III
immagine ideale di attività ginniche.
secolo, in età Severiana; le figure sono coeve alla struttura e ripetono moduli iconografici degli atleti in lotta con l’arbitro molto
4 Moneta raffigurante lo Stadio di Domiziano
frequenti in questo periodo negli impianti termali e riscontrabili in altre figurazioni. Sono un ulteriore conferma del successo degli Agoni a Roma nel corso del periodo imperiale e della moda decorativa termale all’inizio del basso impero. Il bianco e nero del mosaico imita i mosaici bicromi di Roma, emulando la capitale. È peraltro certo che se si tratta di coppie di agoni reali, siano atleti degli scontri di Roma È documentato che i vip dello spettacolo romano di qualsiasi genere sono ricordati nei di
Ostia.
Un esempio
conservato al British museum di Londra.97 È in buono stato, il rovescio presenta lo Stadio di Domiziano; questo ricorda i giochi
o del circuito di gare italico.
mosaici
La moneta è un aureo di diametro 19 cm,
meglio
agonistici dati nel 202-203 d.C celebrati per il rientro di Settimio Severo e Caracalla a Roma e il matrimonio di quest’ultimo con Plautilla.
conservato proviene dal pavimento della 96
Per la documentazione di Ostia Calza, Becatti, 1987 13° ed.
97
Banchi Bandinelli, 2001, fig. 334. e pag. 395 bibliografia .
Si tratta di un immagine commemorativa
edificio per spettacolo oppure l’uso di un
ufficiale che circolava in tutto l’impero sopra
edificio, fornendo informazioni interessanti.
una
commercio
Ribadisce anche la volontà dello stato a
romano. Il fatto che sia in oro indica che è una
continuare a allestire agoni nel basso impero,
moneta molto importante del primo sistema di
anche non legati strettamente ai circuiti
commercio; è in base al valore e al peso della
agonistici ufficiali; possono essere indette
monetazione aurea che viene regolata la
singole manifestazioni nello stadio come
ponderazione argentea e bronzea dell’impero.
visibile nella moneta in questione o come
È in età severiana che si segnala la prima
documenta un’altra moneta Severiana di poco
inflazione
successiva a questa, gare atletiche mescolate
moneta,
e
strumento
crisi
del
monetaria;
è
uno
straordinario reperto di coniazione aurea del
ai ludi circensi nel Circo o nell’ Ippodromo.
periodo con figurazione architettonica dello stadio. È reso a volo d’uccello, mostrando
5 Mosaico con allenamenti di atleti
l’esterno di un lato lungo con un ingresso, l’interno dell’altro lato lungo. Si vedono le doppie arcate sulla fronte del lato lungo in avanti. Al di sopra e al di sotto dell’edificio corre la legenda con la titolatura imperiale. Sul fondo del lato lungo interno seguono più
Il mosaico del pavimento relativo alla sala
scene agonistiche di atleti nelle discipline
dello spogliatoio della palestra nelle Terme di
pesanti(lotta,pugilato,pancrazio).Sembrerebbe
Nettuno a Ostia, mutilo di una scena figurata,
ro seguire iniziando da sinistra:
riproduce degli allenamenti di atletica pesante
o un arbitro e una coppia di lottatori
romana entro una doppia fascia nera.98
o un arbitro e una coppia di pugili
Sono
o una coppia di pancraziasti.
rappresentano allenamenti di duelli tra atleti
La sequenza delle scene è simile a quella del
di tre discipline:
sarcofago di Santo Stefano in Piscinola,
1)pugilato con guanti a fascia con i puntelli di
seppure
ferro, usati per ferire e sfregiare nello sferrare
con
varianti
nell’ordine
e
immagini
bianco
nell’esecuzione
un gancio all’avversario
La documentazione monetaria registra come
2) lotta a mani nude
e
nero
un sismografo gli eventi e i cambiamenti della società romana; si può evincere da una moneta un edizione di giochi o i restauri di un
98
Tra i mosaci ostiensi, Becatti, 1961,IV, 2 Vol.
che
3)pancrazio di cui rimangono solo un
tale per un complesso termale, comprensivo
duellante in posizione di spingere l’altro e la
di palestra.
testa del secondo. La coppia di lottatori è all’inizio dello scontro
6 Mosaico con scene agonistiche
pronta a battersi e già in posizione di difesa per parare e contrattaccare. La scena di pugilato è alla fine: un pugile ha già messo a terra il suo avversario. L’altra specialità è raffigurata nel momento di inizio delle prese, ma è mutila. È integro solo un partecipante pronto a fare pressione sull’altro. I corpi sono curati e si alternano i profili alla frontalità con più punti di vista . La decorazione risale all’inizio del III secolo d.C. A mio avviso sono ripresi, come in una telecamera, gli allenamenti in una palestra, in cui si preparano lottatori e pugili insieme. Come
nella
realtà
non
tutti
iniziano
contemporaneamente e sono allo stesso livello di preparazione fisica. Trovare tali immagini nello spogliatoio di una palestra è come avere un insegna iconografica e della pubblicità per ciò che vi viene insegnato. Sono dei modelli a cui aspirano gli allievi e spingono i maestri a preparare esercizi simili per i loro atleti. Anche qui c’è una
sottile
indicazione
e
spinta
al
professionismo che caratterizza l’atletica e le sue manifestazioni a Roma e in occidente. Non nego la bellezza estetica di un pavimento
Si tratta di un mosaico con tessere policrome rinvenuto nel 1966 nella place Saint-Pierre a Vienne nella Gallia Narbonense, all’interno di una domus di un ricco privato e conservato al museo Lapidario Romano della città.99 Ha una complessa decorazione geometrica con ottagoni circoscritti a atleti in diversi atteggiamenti e di diverse specialità, e triangoli con le stagioni. Le immagini che mi interessano, in diverso stato di consersazione, sono gli ottagoni figurati. Al centro del mosaico c’è un ottagono con Hercules e il leone di Nemea, simbolo e patrono dell’agone ginnico. Ai lati intorno a questo, come un orologio, ci sono altri ottagoni di dimensioni inferiori. Sono questi che presentano al loro interno figure di atleti; sono riconoscibili: 1) un discobolo di ¾ con anfora su un vicino piedistallo 2) un corridore di ¾ vittorioso con palma 3) un pugile slanciato verso il successivo riquadro 4) secondo pugile in relazione al precedente 99
Caldelli, 1997, pp. 391-481.
5) un arbitro barbato che si poggia su una
romanizzatosi
palma e accanto a un’erma
antichità.
che
perdura
nella
tardo
6) guasto 7) un lottatore con accanto un anfora e rivolto verso la figura seguente
7 Fronte di sarcofago attico con scene di palestra
8) un lottatore con una coppa accanto legato al campione precedente. È datato all’inizio del III secolo d.C A Vienne sono documentati con vicende alterne agoni locali alla greca con una sezione di agon
Nel museo Gregoriano Profano102 si conserva
gynnicus fino al II secolo d.C Il ritrovamento
una fronte di sarcofago attico con scene di
di questo mosaico e di un ciclo pittorico
palestra, rinvenuto nel 1817 a Roma sulla via
coevo100 di sezione ginnica all’inizio del III
Appia, vicino alla Tomba di Cecilia Metella; è
secolo d.C ,a mio avviso, è un segnale del
in marmo bianco a grana fine, alt. 84 cm x
ripristino dell’agone atletico a Vienne, se è
largh. 85 cm x sp. 16 cm.103
accaduto, come M. Letizia Caldelli sostiene
La decorazione è ricomposta da una decina di
che sia stato interrotto dopo Traiano.
frammenti; a parte rimane un frammento della
Per me è un esemplare di arte musiva
cornice. Dell’intera lastra resta solo una parte
domestica della Gallia Narbonense molto
scolpita con due coppie di atleti di seguito e
legato agli
greca, vista la
un fregio a volute vegetali, un kyma lesbio
rappresentazione di discipline ginniche varie
trilobato, un kyma ionico e uno a perline e
sia leggere sia pesanti. È molto preciso e
doppi astragali. Inferiormente si vede una
dettagliato per cui si potrebbe legare a una
parte della decorazione a dentelli della base
edizione
di
del fregio.
funzione
commemorativa
agoni alla
questi(finanziamento) oppure
con essere
La prima coppia di atleti è in lotta, secondo le
un’immagine colta e ricercata per sottolineare
regole del pancrazio, usa mani e piedi come
la volontà di distinzione sociale del dominus
alcune arti marziali moderne e senza pietà.
senza indicare giochi reali.101
La seconda scena mostra un pugile vincitore
Comunque è evidente una passione per un
-che ha nella mano destra i caesti, i guantoni
settore dello spettacolo originariamente greco
con i punzoni metallici- e parti del vinto
100
caduto in lacuna(gamba e braccio destro
Vedi pittura 11 . M. Letizia Caldelli mette in dubbio la committenza e pensa che possa legarsi ai sinodi del culto di Ercole della sezione ginnica. Fornisce delle ricerche molto dettagliate. 101
102
Musei Vaticani. Edito da Luschi, in La Rocca,2000, pp. 440-441, n°25. 103
sollevato verso la testa in senso di dolore). In
È in buono stato ed è un fregio continuo
piccole porzioni si vede un terzo atleta .
separato da un tavolo che sembra essere
È datato al secondo quarto di III secolo d.C
raffigurato in assonometria cavaliera con uno
È un documento della via Appia che continua
strano “premio” sopra.
una tradizione della zona di scene reali di
La tensione muscolare dei contendenti e il
spettacolo o allusive alla gloria dei defunti
dinamismo della scena sono bene realizzati.
vincitori come in un agone.
Le tonalità prevalenti sono quelle calde e
È inserito nell’epoca in cui si diffondono i
accese.
sarcofagi nella capitale e nell’impero con la
È databile al III secolo d.C.
standardizzazione dei motivi decorativi, ma è
Questo rappresento un modello africano di
di eccezionale fattura, anche se i moduli
immagini agonistiche all’inizio del basso
rappresentativi sono già visti. Il tema e lo
impero, in linea con la moda della capitale,
schema
la
con la variante locale e la fantasia del pictor e
continuità di un gusto nel corso dell’età tardo
del musivarius per la concezione del premio e
antica e la sua completa assimilazione alla
l’aspetto di bambino dei campioni .
romanità, essendo l’agonistica un settore di
Si tratta di competizioni professionistiche di
importazione greco ellenistica.
juniores o di una satira dell’atletica pesante
non
sono
nuovi,
ribadisce
romana ? È certo che il committente ha 8 Mosaico con gare agonistiche
richiesto un mosaico unico nel suo genere e molto raffinato. Mi chiedo se per gli studiosi che si occupano di maestranze diverse e di scuole musive, questo sia da collegare ai mosaici parodistici
Il mosaico, scoperto in una domus nel 1913 a
del circo della bighe guidata da volatili o da
Utica, nel pavimento di collegamento tra il
pesci .È curioso però, che in Tunisia sia
portico e la camera da letto, 1,72m x 0,77 m,
sviluppato un filone ironico dei giochi sia del
conservato al museo del Bardo, riproduce in
circo sia dello stadio .
un riquadro policromo due scene a colori su
È un chiaro esempio di spettacoli ginnici
fondo bianco , una di pancrazio l’altra di lotta,
professionistici;è difficile stabilire se si tratti
con atleti in sembianze infantili.104
di una parodia o di un edizione per giovani talenti. È in ogni modo un omaggio allo sport,
104
Il mosaico è già studiato per la rappresentazione di spettacoli atletici tunisini da Khanoussi,in H.Fantar,1995, pp. 170-175.
all’atletica di arte provinciale occidentale africana.
A mio avviso la qualità del disegno, della 9 Mosaico con atleti
tecnica e l’attenzione ai particolari fa supporre una commissione fatta appositamente e non in serie. È un quadrato che sembra un quadretto o una foto di uno scontro di lotta alla greca. I corpi sono di due professionisti con caratteristiche di uomini maturi, non di fanciulli alle prime esibizioni.
Il mosaico, proveniente da Gigthis, o,58m x 0,58 m, conservato al museo del Bardo raffigura una presa immobilizzante di un lottatore ai danni dell’avversario.105 C’è, infatti, un atleta che sottomette l’altro bloccandogli la testa con le gambe; il mal capitato è a terra, in avanti, rannicchiato e incurvato sulle sue ginocchia, disegnato di profilo con il volto rivolto all’ indietro. I due campioni sono distinti anche dalle carnagioni: uno, il vittorioso è chiaro e sembra illuminato, l’altro è scuro , forse un africano. Le tessere seguono le anatomie dei due
e
creano
effetti
luministici
e
chiaroscurali- Si alternano varie tonalità marroni e gialle, comunque calde, tra le vivaci e le tenui. È rappresentato un sistema di atterramento di un lottatore sulle ginocchia per la vittoria di una delle tre riprese, da questo non si può capire se fosse la prima o l’ultima. E datato al III secolo d.C
105
Khanoussi,in H. Fantar,1995, pp. 170-175.
La spontaneità e la vivacità della scena mi portano
a
considerarla
come
una
raffigurazione di un duello reale o di ispirazione realistica: sembrano veri! La capacità artistica delle figure esprime una committenza ben pagata e che ama il dettaglio e qualcosa che sa di mondo reale . La finzione musiva è fuori dal comune da apparire come dipinta, non si vedono nei due le singole tessere, quasi reale nell’aspetto formale della scena. Sono dei ritratti in movimento; il vinto ormai a terra sulle ginocchia
mostra le spalle a chi guarda;
l’altro di profilo, rivolto allo sfidante, lo preme tenendolo fermo per immobilizzarlo. Mi sembra quasi di entrare nel quadro o meglio è come se fossero ripresi due campioni del moderno wrestling con una telecamera . Questa immagine più delle precedenti trasuda competitività e agonismo sportivo antico senza esclusione di colpi o prese . 10 Mosaico con busto di pugile
la novità di allestire cicli musivi con motivi agonistici con più frequenza e vivacità di prima. L’intento è realistico, potrebbe trattarsi di un beniamino del popolo romano. 11 Pittura raffigurante atleti Il mosaico, ritrovato a Roma nei pressi di Porta Maggiore nel 1879, pertinente ad un pavimento con atleti di uno degli ambienti delle Terme Eleniane, in buono stato, alt. 108 cm x lung. 96 cm, oggi nell’Antiquarium Comunale di Roma, conserva un busto di un pugile con tessere policrome, entro una cornice a treccia a due capi colorata.106 Lo schema e il motivo sono simile ai frammenti
di mosaico
delle
Terme
di
Caracalla; si data alla prima metà del III secolo d.C. È realizzato con palombino bianco, selce per i neri, calcari per i marroni, grigi, gialli e verdi. È un esempio di boom del tema dell’atletica nella decorazione pavimentale delle terme romane nel primo trentennio del III secolo d.C. È straordinario il ricorso alla policromia in queste
immagini,quando
a
Ostia
le
decorazioni sono in bianco e nero come il classico modello della capitale. È chiaro che aldilà della moda dei colori dei
Questo è il secondo rinvenimento importante per il settore ginnico degli agoni di Vienne, coevo al mosaico con ottagoni, raffiguranti al loro interno specialità ginniche:è il ciclo pittorico con atleti vincitori.107 Sono dipinti: una coppia inserita in una architettura fittizia di palestra un arbitro isolato in un altro riquadro. L’intero
ciclo
pittorico
doveva
essere
completato con varie scene di atletica. La pittura, molto lacunosa, decorava le terme della città di Vienne, si estendeva lungo le pareti sud est e ovest della latrina. La
resa
“impressionistica”
e
il
tema
rimandano all’epoca Severiana .I colori sono vivaci e corposi, malgrado siano danneggiati .
mosaici del III secolo. qui si voglia affermare 107 106
Edita già da Salvetti, in La Rocca,2000, pp. 435436, n°17 e da De Matteis, in La Regina, 2003, pp318319, n°58.
Caldelli, 1997, pp. 391.481.e I.Baldassarre, A. Pontrandolfo, A. Rouveret, M.Salvatori, 2002, pp. 358359.
Mi chiedo se il degrado sia cominciato in
Il secondo è più giovane, in piedi, di profilo
antico , visto che le latrine raccolgono umidità
verso sinistra, con una gamba portata in
e sono un posto non molto adatto per delle
avanti e l’altra indietro come se stesse per
pitture, ma forse è una questione di soldi. Il
attaccare l’altro, con le braccia allungate
committente non aveva il denaro per fare una
verso sinistra e con la testa frontale.
intera decorazione in marmo, dato che lo
Non
zoccolo è di lastre marmoree. È una scelta
indichino l’ambiente.
strana, che valorizza solo il lato estetico e non
I pugili sono realizzati come se fossero
quello pratico .
fotografati mentre si allenano, mantenendo
Il gusto è comune alle precedenti immagini pubbliche .
sono
raffigurate
architetture
che
una posa dell’agone. Le tessere danno effetti luministici ai corpi, grazie anche alla resa dei chiaro scuri.
12 Mosaico raffigurante scontro di pugili
È collocato nel IV secolo d.C Si tratta di una immagine di agoni ginnici in piena età basso imperiale in Africa. È testimonianza della trasmissione delle decorazioni di atleti nel IV secolo. La maniera di raffigurazione è simile a quella del mosaico con attori, sono professionisti dello sport in posa per i loro fan. È forse
Il mosaico di Thiburbo Maius, proveniente da
possibile che due pugili locali abbiano
Henchir Kasbe, o,80 m x 1,05 m, conservato
accettato di farsi ritrarre nei loro allenamenti
al museo del Bardo, offre una decorazione
o si siano messi appositamente a riprodurre un
figurata policroma a tessere grossolane,
duello per la rappresentazione. Non posso dire
regolari di due pugili in posa come in una
che si tratti di una scena di agone dello stadio,
“foto “nudi con i guantoni lunghi tipici del
perché il mosaico non dà elementi per
periodo imperiale. Un
a
sinistra
suffragarlo, anzi potrei escluderlo. Forse sono è
due sportivi che hanno concesso all’artista di
inginocchiato di profilo, rivolto con il busto e
farsi “riprendere”, imitando le mosse che
il volto verso chi guarda; sembra più anziano
questi compiono durante una gara alla greca
dell’altro per la barba e l’acconciatura dei
nello stadio o in sede di allenamento. Al
capelli.
committente
108
atleta,
108
del
mosaico,
Studi di Khanoussi, in H. Fantar, 1995, pp. 170-175.
quindi
non
devono
essere
estranei; la connotazione ritrattistica propende
a considerare i due, dei veri pugili del IV
penso si riferiscano alle parate di apertura
secolo d.C. È quasi superfluo di conseguenza
delle gare atletiche nello stadio.
affermare che è un prodotto pagano, nel
La sequenza delle scene risulta casuale,
secolo di ufficializzazione del Cristianesimo
sembra non seguire un ordine preciso delle
nello stato romano basso imperiale sia in
gare dell’agone.
occidente che in oriente.
Al centro della prima fila ci sono due togati: o forse l’editor che è in atto di salutare i
13 Mosaico rappresentante agone ginnico completo
vincitori che arrivano da sinistra al traguardo o un suonatore di tuba. Da destra la seconda fila illustra: •
una gara arbitrata di pancrazio,
•
due pugili in contrasto e il loro arbitro,
•
un discobolo dai capelli rossi nell’atto di
Il mosaico, 6,60 m x 6,50 m, proveniente da
lanciare il disco, assieme ad un altro visibile
Baten Zemmour(Gafsa), conservato al museo
nel momento precedente o successivo al
archeologico di Gafsa, è una decorazione
lancio. Con loro ci sono altri membri dello
figurata di agone ginnico con tutte le
staff dello stadio, parzialmente caduti in
discipline delle gare alla greca.109
lacuna, affiancati dall’ arbitro recante un
È mutilo ai quattro angoli.
sacchetto di soldi, forse quelli investiti nella
È articolato su più file sovrapposte, senza una
manifestazione.
vera divisione spaziale delle scene che sono
Nella terza fila c’è una lacuna a sinistra con
concepite come quattro file dal basso verso
frammento del salto in lungo; segue un atleta
l’alto;
lettura
tra suonatori di tuba e a destra si conservano
bustrofedica e con alternanza di figure di
due atleti frammentari con le palme in mano,
profilo e frontali.
alla fine della loro gara.
È una immagine con prevalenza di tonalità
L’ultimo fregio in alto è molto lacunoso;
ocra e giallo su fondo bianco e entro una
presenta due scene di corsa: un arrivo al
cornice a intreccio multiplo simile agli
traguardo e una gara con due corridori, che si
intrecci di vimini.
tengono per mano, forse quella simile alla
Sono visibili in basso, forse in primo piano,
moderna corsa a staffetta.
scene di corsa, lotta e lampadedromia che
Le carnagioni degli atleti sono diverse tra
sono
quattro
fregi
di
loro. 109
È analizzato da Khanoussi,in H.Fantar, 1995, pp. 170-175.
I sacchetti nella scena contengono 25.000
di lauro con diadema al centro, usate per
denari.
dichiarare vincitori i partecipanti.
L’aspetto formale e lo stile datano il mosaico
Le corone di foglie di lauro, utilizzate in
all’inizio del IV secolo d.C.
precedenza,
È una vera edizione di agone ginnico:
metalliche già dai Greci, con medesima forma
editor
e decorazione per
denaro per l’allestimento
prestigio e valore economico agli agoni .
atletica leggera
La forma è mantenuta invariata per il valore
atletica pesante
simbolico legato all’ alloro nella mentalità
processioni iniziali e finali delle gare.
antica con l’allusione ad Apollo, patrono della
14 Frammento di vetro commemorativo di Capitolia ed Ilia
sezione musicale delle gare.
sono state sostituite da quelle conferire maggiore
Il pilastro alla sua sinistra è sormontato da una maschera teatrale e iscritto.Le iscrizioni sono corredate dalle immagini di due corone di cui quella più in alto di foglie è provvista di tenia. Dopo un dibattito acceso sull’interpretazione
Si tratta del fondo di un recipiente vitreo a
dell’immagine di questo vetro e sulla lettura
forma aperta, trovato in un cimitero romano
dei due termini del pilastro, si è giunti alla
non specificato e attualmente conservato nei
conclusione che si tratti di un ricordo di
Musei Vaticani(Museo Sacro)raffigurante un
giochi alla greca con personaggio e elementi
ricordo degli agoni di Roma.
110
vicini a lui di diversa lettura.
Al centro del vetro dorato un “capitolinico e
A mio avviso il personaggio è un capitolinico
protagonista degli Ilia”indossa una veste,
e un partecipante agli Ilia, con specialità non
scarpe e
costume che ricordano gli abiti
indicata, quindi non è né una personificazione
scenici degli attori. Tiene nella mano destra
dell’Agone, né un “tragicomico”, né un auleta
sollevata una palma, simile alle palmette
come alcuni studiosi hanno supposto.111
cipriote per la sua forma simbolo di vittoria e
L’ immagine presenta allusioni a tutte e tre le
a sinistra due tibie. Alla sua destra un pilastro
sezioni
sostiene
domizianeo e quello di Aureliano:
cinque
corone
metalliche
sovrapposte, che riproducono corone a foglie
dei
due agoni
ricordati
quello
il pilastro di destra rimanda alla sezione
equestre, 110
Edito in versione più approfondita:Cadelli, in Archeologia classica, Vol. XLV, 1, 1993, 399-407.
111
Le diverse interpretazioni sono riportate in Caldelli, Archeologia classica, Vol. XLV, 1,1993, 399-407.
il pilastro di sinistra ricorda l’atletica,
il capitolinico richiama con il suo costume
assieme alla maschera il settore musicale (pantomimo basso imperiale, auleta o poeta). È un vetro commemorativo di una edizione di Capitolia e di Ilia, nella Roma di IV secolo d.C. È un prodotto artigianale, forse relativo ai missilia o gadget che sono eseguiti o in occasione dell’edizione dei giochi o dopo di essi come souvenir. È chiaro che si riferisce all’ultima edizione dei
Capitolia,
immagini
ed
conosciuta è
una
attraverso
le
documentazione
dell’esistenza del Solis /Helia/Ilia, istituito da Aureliano nel 274 d.C. e ancora in vita fino al regno di Giuliano. Non è una scena narrativa né un’icona, ma una commemorazione di agoni romani alla greca nel periodo basso imperiale a Roma, che ignora le disposizioni di divieto di spettacoli nello stadio. A nulla servono le leggi che in maniera vigorosa si oppongono al mondo degli spettacoli dal 325 al 404 d.C.
Epilogo delle immagini degli agoni La documentazione da me descritta e studiata propone delle rappresentazioni provenienti dalle province e dalle regioni occidentali dell’impero, perché mostrano più genuinamente il gusto romano. Queste non risultano contaminate dalla passata tradizione greca o ellenistica, come avviene nelle province che costituivano i regni ellenistici o i luoghi della grecità. Il settore musicale degli agoni è difficile da individuare nelle pitture,nei mosaici ecc. perché appare uguale ai ludi scenici. Il settore equestre presenta lo stesso problema dei ludi scenici poiché ha una forma affine ai ludi circensi.+ La sezione ginnica invece è ben distinguibile e trova un numero sufficiente di figurazioni nel mondo occidentale. Le immagini che rappresentano l’atletica romana si dividono in due orizzonti culturali: 1) il professionismo occidentale, che sviluppa un mercato di gadget e di artisti che rappresentano atleti famosi, che si specializzano nel loro settore, diventando i beniamini del popolo romano, creando una classe di sportivi, senza nobili o persone libere che rivendicassero le loro virtù nello stadio 2) quello dell’Oriente in cui è predominante l’ambizione sociale dell’elite nella partecipazione attiva ai giochi e la volontà di poter gareggiare tra i migliori uomini liberi con i privilegi e il prestigio legati ad essi. Le raffigurazioni nel basso impero si moltiplicano sui sarcofagi con allusione simbolica all’aldilà e nelle terme con una trasmissione di un modello di giovani palestrati e di agonisti di diverse età, sviluppando un culto del corpo, delle forme sportive e della competitività, in parte comune alle altre forme dello spettacolo. Sono ribadite le modalità di svolgimento delle singole discipline e sono scandite a volte secondo l’ordine di allestimento. Rare e minori di altre immagini dei giochi romani, sono le raffigurazioni dello stadio che compare in una moneta di Caracalla con sullo sfondo le gare che ivi si svolgono. La cronologia è piuttosto alta nella tardo antichità; in Occidente si trovano decorazioni con atleti o scene agonistiche dal III fino al IV secolo. In Oriente invece, ci sono raffigurati rari casi di gare alla greca, quelli relativi al vecchio circuito di agoni che dal III al VI d .C. sono banditi dagli imperatori d’oriente, anche se continuano ad essere editi. Sono pertanto una continuazione adeguata ai tempi dell’agonismo sportivo greco. Tutte le immagini sottolineano l’importanza del misurarsi con l’avversario e della vittoria.
Il tema della vittoria è fondamentale:in un agone: l’importante è vincere e non partecipare come sostiene De Coubertin. Il cirrus in vertice su quasi tutti gli atleti suffraga questa visione. Le discipline pesanti risultano quelle più amate; il numero di scene con lottatori, pugili e pancraziasti è superiore a quello con l’atletica leggera(le corse, il lancio del disco, il salto in lungo, il lancio dell’asta ecc.) L’attenzione alla fisionomia degli atleti è rivolta all’individuazione, nelle immagini di campioni stanti, delle discipline praticate. La raffigurazione dei corpi è ribadita dallo studio paleontologico sugli scheletri conservatisi degli atleti dell’età tardo antica; la riproduzione di forme quadrate o massicce delle teste indica la deformazione, la forma massiccia e in pochi casi anche il danneggiamento del cranio;sono queste, ad esempio, le caratteristiche di alcuni lottatori e pugili. La presenza dei caesti nelle mani dei pugili sui mosaici conferma l’uso di questi pericolosi guanti, conservati in certi casi a livello archeologico, nel basso impero. Non viene diminuita, nonostante la cristianizzazione dell’impero, la violenza del duello, né viene mostrata pietà verso l’avversario. Quest’ultimo atteggiamento è affermato da mosaici e sculture di sarcofago, con scene di atterramento del vinto; il perdente rimane a terra dolorante e vinto nell’orgoglio. Le palme e le corone di lauro sono i premi frequentemente raffigurati negli agoni. Come negli altri spettacoli romani, queste manifestazioni sportive si caricano di una funzione di intrattenimento e sono concepite come forme di spettacolo e non sportive come oggi avviene per le Olimpiadi e tutti gli sport contemporanei. Il concetto della sfida e del mettersi in gioco accomuna queste decorazioni e questi sport in tutto il mondo dello spettacolo. Sono indice di una continuazione oltre i divieti imperiali delle gare; forniscono una storia seppure frammentaria degli agoni di Roma e di quelli locali.(vedi Vienne) Non ci sono molti esempi commemorativi di finanziamenti pubblici o privati delle attività. Alcune immagini riproducono gare che non si legano a agoni triplici e completi come quello capitolino, ma duelli singoli allestiti nello stadio per festeggiare particolari eventi, come quello ricordato nella moneta di Caracalla, o inseriti in un programma diverso di giochi come quelli del circo, documentato in una altra moneta di epoca Severiana. Altre sono scene di palestra come quelle dei mosaici ostiensi e di Vienne, dove sono realizzate architetture della palestra in maniera fittizia. Ci sono poi i ricordi di vere manifestazioni come il vetro dorato romano; queste sono gadget o souvenir che eternizzano un’edizione agonale.
Gli atleti sono tutti rappresentati in piena forma fisica e con convezioni raffigurative comuni, ma ogni decorazione inserisce un dettaglio, uno stile proprio(ad esempio gli atleti bambini africani). La cura dei dettagli e le varianti provinciali, di tecnica, stile e committenza rompono la monotonia delle immagini che si creerebbe per via degli elementi di ricorrenza o di certi repertori comuni a tutte, come nei ludi. Queste sono: a) una documentazione iconografica dell’atletica alla fine della romanità invariata rispetto alle origini b) la perpetrazione di una tradizione agonistica romana che è contraria alla nuova cultura cristiana che va consolidandosi c) una pubblicità per gli atleti e le palestre d) un’espressione di competitività e di voglia di sfida e) un augurio di benessere fisico al pari dell’intellettuale e dell’anima f) una manifestazione di fanatismo verso i campioni del settore g) un desiderio di ambizione sociale del committente nei rari casi di raffigurazione di agoni completi con editor h) un’esteriorizzazione di un indiscusso senso estetico del bello romano, tramandato con belle ornamentazioni i) un’ indicazione del forte sviluppo del professionismo nel basso impero j) una duratura e solida romanizzazione del modello greco k) una prosecuzione dei giochi, seppure in declino e di rappresentazioni che si oppone alle voci cristiane che in particolare dal IV secolo, si scagliano contro l’atletica, considerata sport dell’omosessualità, dell’inneggiamento alla nudità e alla cura del corpo in senso fanatico. Le immagini quindi, ci offrono informazioni interessanti, ma non ricostruiscono le architetture e il processo di allestimento delle stesse. Parlano solo degli spettacoli, tranne nella numismatica. Li descrivono con attenzione solo ai campioni e agli arbitri, trascurando l’ambientazione e la presenza o meno degli spettatori. Alcune sono come dei fotogrammi di una pellicola in movimento; altre ricordano le foto e i ritratti che riprendono solo gli atleti stanti o che praticano le loro discipline in posa. Tutte seppure con aspetto formale e stile diverso contribuiscono a fornire dei flash sugli spettacoli ginnici della Roma tardo antica, inseriti nella vita urbana delle città.
L’Anfiteatro: le damnationes ad bestias 1-Mosaico con damnationes
È datato tra il II e il III secolo d.C. È di eccezionale fattura. 113 A mio avviso è un modello di uno spettacolo anfiteatrale che si carica di un significato pari ai modelli negativi dei miti nelle pitture. Non
Il
mosaico,
proveniente
da
El-
escludo che sia una decorazione di moda e
Diem(Thisydrus), dalla Domus Sollertiana,
che
illustra
committente.
una
nell’anfiteatro.
condanna
capitale
112
ricordi
un’edizione
offerta
dal
Questo mosaico offre una rappresentazione in
È un’immagine policroma di attacco di felini
primo piano di uno spettacolo con i noxii; è
a condannati nudi;i malcapitati vengono
una raffigurazione occidentale africana che
sospinti verso le fiere da personale dell’arena
mostra il mondo dello spettacolo come una
per essere sbranati.
parte che accompagna e completa la civiltà
Sono rappresentati solo i protagonisti di
urbana tardo antica.
questa anomala forma di spettacolo,cioè gli
È un esemplare di committenza di signorotti
uomini giudicati colpevoli e destinati alla
aristocratici delle province con una voluptas
pena di morte.
spectandi114 che è diversa da quella del
L’unico elemento
periodo precedente, in cui l’immagine mostra
Architettonico è costituito da un vano
uno spettacolo come una fiction, una attività
rettangolare che si suppone servisse per la
che piace al committente e che si bea di
cattura e l’uscita delle belve a spettacolo
offrire agli ospiti
ultimato. .La fauna felina è proprio quella locale, anche
2- Mosaico di condanne capitali
se,non essendoci strutture architettoniche alle spalle o ben definite,non si può
risalire a
quale manifestazione fosse;se locale o di
Il mosaico è una decorazione molto estesa,
Roma.
pertinente ad una villa di Dar Buc Ammera a
La scena è vivace con resa delle volumetrie e
Zliten in Tripolitania collegata con Leptis
della drammaticità della scena, molto evidente
Magna e con alcuni paesi della Cirenaica.115
per il sangue delle vittime.
113
112
È preso in considerazione da Papini, 2004, pp. 1314.
Potrebbe appartenere all’aristocrazia del buon gusto di Papini, 2004, p.93. 114 Papini, 2004, pp. 7-93. 115 Papini, 2004, pp. 178- 184.
Presenta una complessa immagine di una
Tranne l’harenarius o il bestiarius che spinge
giornata classica di spettacoli in anfiteatro,
uno dei due condannati, tutti gli altri elementi
puntando l’attenzione solo all’arena e ai suoi
della figurazione sono resi di profilo-
“attori”; è importante per vari motivi:
La datazione oscilla tra il I e il III secolo d.C
1)perché rappresenta un giorno di giochi
A mio avviso, il privato ricorda per auto
completo
rappresentarsi
2)perché
è
l’unico
caso
tunisino
con
un’immagine completa di spettacoli 3)perché
è
un
esempio
di
una
edizione
di
giochi
anfiteatrali locali, mostrando con abbondanza di figure e scene la sua munificenza. Ciò
edizione
sembra confermato dall’attenzione al dettaglio
commemorativa su un ciclo musivo privato
e alla realtà.
4)perché la sua unicità e raffinatezza mettono
Sembra di vedere il video di una giornata di
in difficoltà gli studiosi sulla cronologia della
intrattenimento romano provinciale.
rappresentazione che fanno oscillare la sua esecuzione di tre secoli per la validità del
3 Terracotta fittile con condannata
soggetto, l’aspetto formale e la moda dei costumi delle figure. Sul lato di levante, ai due lati opposti, si conservano due scene narrative; a sinistra la condanna capitale è collocata sull’angolo come intermezzo tra un duello gladiatorio e
La terracotta, proveniente da una necropoli di
una caccia. A destra il supplizio è raffigurato
Kalaa Srira, in Siria, una delle province
tra due venationes.
orientali, oggi conservata a Louvre a Parigi,
Quella di sinistra espone la vittima legata ad
rappresenta
un cocchio senza cavalli e dilaniata da un
anfiteatrale.116
leopardo;
il
Rappresenta una figura che per acconciatura e
condannato,senza difese, spinto contro un
fattezze sembrerebbe una dannata mentre
leone.
viene dilaniata da un grosso felino stando in
Sono narrati due episodi non molto frequenti
groppa ad un toro con le mani legate. A terra,
nell’arte romana e tardo romana: due diversi
in primo piano coperto da uno scudo ovale
modi di esecuzione di condanna capitale
con ambone circolare, c’è un bestarius o un
quella
di
destra
mostra
una
scena
di
supplizio
nell’anfiteatro. 116
Vismara, 1990, p. 49 , fig. 23; Gabucci, 1999, p. 78. ;La Regina, 2001,p. 400, n°136 .
harenarius . Di questo ultimo spuntano dallo
d’ingresso della Galleria Borghese, raffigura
scudo testa e gambe.
una strana condanna capitale .117
L’immagine
presenta:una
di
È raffigurata una esposizione al toro e a vari
profilo e ¾ (come sembra il corpo della
animali di sette personaggi con strani camici
vittima). Lo scudo,leggermente obliquo,è reso
di forza, di cui sei morti e uno che lotta
di scorcio. È dinamica è plastica
tenendo le corna del toro; due venatores
E databile tra III e IV secolo d.C.
tengono a bada le bestie, e due/tre harenarii,
È un gadget della parte orientale dell’impero,
controllano lo stato di decesso dei morti.
un reperto di continuazione di immagini di
L’impostazione di questa immagine è di
uno spettacolo ritenuto di intrattenimento tra
profilo con i soli due venatores con il busto e
le venationes e i munera; è inserito ne
il volto completamene frontali.
programma
diverse
Presenta una condanna come una venatio in
performance, una esotica, talvolta violenta e
cui a essere uccise non sono le fiere, ma gli
l’altra sanguinaria.
uomini che indossano uno strano abito, un po’
Questa terracotta dimostra che le damnationes
camicia di forza, un po’ casacca dei venatores
sono uno spettacolo a sé, non dipendente né
più scura cromaticamente e priva di protezioni
dalle cacce né dai duelli gladiatori.
per gli attacchi delle belve. Inoltre seguono, a
Sono rese pubbliche e inscenate le condanne
destra, altri animali di diverse specie erbivori
capitali; questa è la classica condanna alla
e carnivori che sono respinti come in una
mercè delle fiere con vittima impossibilitata a
battuta di caccia inscenata nell’arena. Non ci
difendersi .
sono connotazioni ambientali se non l’arena
A mio avviso è paragonabile ai gadget in
beige sotto i piedi(le tessere bianco sporco).
America della morte sulla sedia elettrica .
È databile tra III e IV secolo d.C 118
anfiteatrale
prospettiva
tra
due
Per me si mescolano, condensate in una 4- Mosaico con condanna capitale –venatio
scena, due vicende dell’arena: a destra c’è la caccia e a sinistra il supplizio; il toro e il leone sono protagonisti non ripetuti di entrambe. È una particolare scena sinottica conflata; le due
Il mosaico pertinente al pavimento di una
belve sono partecipi di entrambi le scene.
villa di lungh. 140 palmi x largh. 12 palmi,
La lettura in questo caso è orizzontale da
rinvenuto
destra a sinistra.
presso
Torrenova
nel
1834,
conservato nella pavimentazione della sala 117 118
Papini, 2004, p.22 , fig.7, pp. 170-175. Papini,2004, pp. 170-171, in particolare nota 150.
L’ultimo condannato sopra al toro è partecipe
5 Coppa con supplizio come spettacolo
della scena successiva; è una prolepsis, anticipazione della scena seguente. La condanna è presentata secondo una variante originale:la concessione di una tenue speranza per i condannati. Secondo me, la descrizione è priva della
La coppa, di provenienza sicula, terra sigillata
componente etica soffocante imposta dal
Africana
cristianesimo, illustrando una giornata di
Karslruhe Badisches Landes, alt. 4, 2 cm x
spettacoli completa come quella di Zliten, per
diam 18,2 cm, conserva in uno spazio
scopo commemorativo di un’edizione elargita
delimitato da bisolcature verso il centro e la
forse dallo stesso committente,. Non si
parte sinistra un dannato legato ad un palo e il
nasconde
suo assalitore, un grosso leone affamato.119
quindi
la
funzione
auto
C3,
conservata
al
museo
di
rappresentativa dell’immagine, ma è ribadita
La decorazione è in buono stato; la superficie
una volontà di sfruttamento di un tema dello
è percorsa da una fenditura.
spettacolo per la visibilità del privato. Il
L’iconografia del colpevole è di un barbaro
dominus si presenta agli altri nel mosaico
coperto dal solo perizoma, muscoloso, che
come amante dei giochi e di conseguenza
tenta di divincolarsi, con la testa resa in ¾,
questo è il suo palcoscenico. Nel basso
retrospiciente.
impero la crudezza di queste scene è sintomo
Il leone è ruotato di 90° stante, nel momento
di una paganità che si oppone al moralismo e
precedente la carica contro l’uomo, con la
che
bocca spalancata.
si
auto
celebra
con
decorazioni
“dell’anfiteatro”, palco delle ambizioni, dei
È datato alla seconda metà del IV secolo d.C .
desideri e di un tipo di intrattenimento
È un motivo molto diffuso nel IV secolo nella
tradizionale che acquista, a mio parere, valore
variante del” barbaro e il leone” sulla
di civilizzazione del paganesimo e della
ceramica africana.
urbanità.
È un gadget dello spettacolo come sono oggi,
È come vedere oggi i film di violenza al
ad esempio i personaggi stampati sulla
cinema, il wrestling, le fiction, i reality, le
magliette o impressi su vari oggetti dei film
esecuzioni capitali nei paesi dove la pena dei
della Walt Disney o delle squadre di calcio,
morte non é stata abolita, le partite di calcio, i
Il tema della condanna alle belve sarà riusata
concerti e le opere teatrali.
successivamente per l’iconografia dei martiri 119
Del Moro,in La Rocca, 2000, pp. 595-596, n°292.
cristiani, sviluppandola per il messaggio della parola di Cristo. Questo è uno dei tanti spettacoli e delle diverse
forme
di
esecuzione
capitale
nell’anfiteatro, tra le più classiche . Manca della violenza e della crudezza che si ritrova in altre figurazioni, dove si vedono anche i fiotti di sangue degli uomini e delle belve coinvolte. Sembrerebbe che le scene di questi spettacoli arrivino fino al IV secolo quando tali intrattenimenti
si
vanno
affievolendo
e
terminano. Queste rappresentazioni del tardo impero sono basi per le immagini dei martiri dell’arte paleocristiana .
Epilogo delle immagini delle damnationes ad bestias Un caso a sé, seppure rientrI nell’ambito anfiteatrale, sono le immagini delle damnationes; costituiscono
120
un catalogo di figurazioni su diversi supporti materiali(coppe,mosaici, ecc) che
ricostruiscono le modalità di uccisione pubblica dei rifiuti della società, in senso spettacolare. È mostrata una crudeltà e una freddezza nell’allestire, assistere a questi scenari di sangue e morte, che in altri contesti farebbe senso. Sono delle testimonianze di un gusto che va dal II-III secolo fino a tutto il IV secolo d.C; un tipo di manifestazione visibile in tutti gli edifici per spettacoli romani, in particolare negli anfiteatri inserito tra i duelli gladiatori e le cacce. È una cultura che mostra anche la spettacolarità della condanna inflitta dal potere esecutivo e giudiziario che in maniera meticolosa usa la pena di morte come intrattenimento. Roma la ostenta e fa vedere anche quale tipo di morte spetta ai colpevoli, creando una classe di noxii. Le immagini sono silenziose sui reati commessi da coloro che sono destinati alle fiere e sul ceto sociale degli stessi . Tutto questo va integrato con altre fonti. Ci forniscono delle informazioni interessanti sui tipi di allestimento dell’arena e delle esecuzioni ivi eseguite e in certi casi, come quello di Zliten e quello di Terranova, ricostruiscono la giornata tipo dell’anfiteatro. Confermano quello che sostengono le fonti letterarie. Sono delle illustrazioni dove mancano le architetture sceniche, gli esterni delle strutture, perfino gli spettatori, che si suppone siano presenti. Non si possono vedere le differenze tra occidente e oriente, ma solo quelle formali e stilistiche. Si nota un modello unico dei vari tipi di supplizi noto in tutto l’impero; paiono dei film, delle foto in cui si nega o non si vuole ci sia un commento moralistico, ma vi si veda uno dei tanti intrattenimenti della vita urbana del basso impero. L’ambizione e l’auto rappresentazione che si celano dietro alcune di esse, specie nei mosaici, sono espresse in un mondo di finzione,. come è una realtà di palcoscenico, quella seguita dalla società nell’anfiteatro. A mio avviso, l’aristocrazia pagana e le classi abbienti del basso impero si sostituiscono in occidente alla figura dell’imperatore, e in oriente si equiparano a lui nella corsa all’auto celebrazione e al prestigio. I Romani di quest’epoca vorrebbero avere il potere, controllandolo con il settore dello spettacolo. È chiaro dalle fonti storiche e dalle altre testimonianze che questi giochi nella tardo antichità sono strumenti di condizionamento politico.
120
La documentazione precedente su questo tipo di intrattenimento e le informazioni qui esposte sono confrontabili o integrabili nel volume Vismara, 1990.
L’Anfiteatro: I munera gladiatoria 1 Mosaico rappresentante una giornata di spettacoli anfiteatrali con duelli gladiatori nord
•
duello tra due gladiatori tunicati,
•
reziario che implora la grazia a scontro
ultimato davanti al suo avversario sud
•
trace vs murmillo in pieno duello,
•
oplomaco trionfante vs murmillo sconfitto
in gesto di richiesta di missio, •
scontro incerto tra due provocatores.
Il mosaico è già stato analizzato in occasione
Sul lato meridionale sono rappresentati
dell’illustrazione
o orchestra con il primo duello reziario-
delle
immagini
delle
condanne capitali anfiteatrali. Ora riprendo la
secutor
suddetta decorazione per approfondire le
o lotta aperta tra due essediari
scene dei duelli gladiatori. 121 L’immagine è concepita secondo uno schema di narrazione continua; gli spettacoli si svolgono con una sequenza dei tipi di intrattenimento come in una vera giornata di giochi. Sono raffigurati solo i duelli e l’orchestra; come nelle scene con damnationes si dà importanza allo spettacolo in sé e al dinamismo delle figure che sono concepite come i fotogrammi di una pellicola. La rappresentazione è resa prevalentemente di profilo. Sul lato settentrionale del complesso mosaico seguono: • 121
apertura dei giochi,
Per la descrizione completa rimando alla scheda 2 delle condanne capitali. Comunque il mosaico è edito anche in Papini, 2004, pp. 175-184
o
trace che ha ferito un murmillo alla coscia
o
scena mutila di oplomachus vs murmiillo
o
retiarius vs un secutor mutilati dalla
caduta delle tessere. Lo schema compositivo è speculare; gli spettacoli si ripetono identici sui quattro lati con variazioni di tipologie di gladiatori e di altri giochi. I munera sono intervallati dalla venationes e dalle damnationes, facendo intuire all’osservatore che si svolgono dopo le venationes e le condanne.122 È importante perché è l’unico esemplare di arte musiva africana con una immagine con una giornata intera di spettacoli anfiteatrali. Questa è resa come un film; non ci sono pause 122
Per la datazione, lo stile e l’aspetto formale vedere scheda 2 delle damnationes e Papini, 2004, pp. 175184.
nei giochi, né elementi figurativi di pausa, né
5) un secutor e un retiarius in atto di sferrare
elementi concerti l’edificio in cui si svolgono
colpi.
queste manifestazioni .
Due coppie sono al termine della battaglia,
È probabile che si tratti di un ricordo di una
due invece sono in pieno combattimento
edizione reale, cui forse ha partecipato o
senza risparmio di colpi. Sono realizzati in
elargito denaro il committente di questo
modo da sembrare uno zoom degli scontri con
tappeto musivo .
i profili e le ombre portate come in un dipinto.
Non escludo la possibilità di conferire
I colori sono tutti vivaci con prevalenza delle
espressione alla voluptas spectandi, già
tonalità ocra. Le tessere sono grosse, ma
visibile in altre immagini del settore dello
disposte ordinate in modo da creare effetti
spettacolo romano, anche di età tardo
pittorici e volumetrici, seguendo una linea
antica.123
fatta dai colori delle varie parti come se il mosaico fosse realizzato disegnando le figure
2 Mosaico con scene gladiatorie
con attenzione al 3 D e alla luce È databile con l’ambiente al III secolo d.C. Sono
decorazioni
secondarie
con
tema
anfiteatrale di contesto privato provenienti da una
delle
province
occidentali,
dalla
Germania Superior, poco prima che queste Il mosaico, rivenuto ad Augusta Raurica, (Svizzera) nell’insula 30 nel pavimento dell’oecus 1 o estivo, conservato a al museo Romano di August, 6,55m x 9,8m (64 metri quadrati), rappresenta un quadro policromo circondato da cinque pannelli con duelli gladiatori :124 1) una coppia di tunicati, 2) un oplomaco vincitore su un murmillo 3) un secutor vs un retiarius 4) un murmillo vs un traex
regioni del Reno e del Danubio fossero interessate dalle invasioni di tribù “barbare” e si modificassero i confini dell’impero in questa area nord delle province occidentali. È straordinario come in un territorio di ceppi germanici e celtici misti il modello della romanizzazione abbai coinvolto anche il settore dell’anfiteatro sia con edifici di notevoli dimensioni conservati in situ sia con immagini d questo tipo. Si nota l’attenzione verso i dettagli di costume seppure le figure siano concepite con una posa che si ritrova frequentemente usata per i
123 124
Papini, 2004, p. 184. È edito recentemente da Papini, 2004, pp. 56-61
munera gladiatoria in tutto l’impero romano.
Sembra una foto di beniamini dell’anfiteatro
La legenda e le tre persone forniscono la
in azione; l’alta qualità e il tipo di figurazione
lettura e la datazione della vicenda ricordata .
suggeriscono un enorme prestigio e una
La commemorazione riguarda la dedicatio del
notevole volontà di auto rappresentazione che
Colosseo agli dei officiata sotto il regno di
evidenziano l’ambizione del committente di
Alessandro Severo nel 222 d C
stupire ed emozionare gli ospiti e la sua
È una moneta di zecca senatoria; questa
passione verso questi duelli. Con ciò non
immagine si ritrova in una serie di sesterzi
posso
aurei, denari e assi bronzei.
affermare
che
sia
un’immagine
commemorativa di un
È
uno
straordinario
testimone
dei
edizione muneraria in particolare(finanziata o
cambiamenti strutturali del Colosseo in epoca
vista dal proprietario).
Severiana e della continuità di munera
3 Moneta con anfiteatro
imperiali in tale periodo storico. È un’immagine di spettacolo ufficiale inserita nell’edificio idoneo a tale duello. Questa è vincolata
all’unica
edizione
dei
Severi
ricordata, ben collocata cronologicamente all’inizio del basso impero. Documenta l’aspetto del Colosseo nella prima La moneta, conservata al British Museum di
metà del III secolo d..C e la continuità del suo
Londra,
uso per lo meno fino alla datazione di questa
commemora
la
riapertura
del
Colosseo dopo che questo è stato restaurato
moneta.
da Elagabalo e Alessandro Severo. 125
Fornisce una datazione ante quem per il
Sul rovescio della moneta è raffigurato
restauro
frontalmente e a volo d’uccello l’edificio, di
sappiamo che è rinnovato senza dubbio prima
cui si vede l’interno con uno spettacolo
del 222 d.C
severiano
dell’edificio,
gladiatorio in atto nell’arena schiacciata e ovale per la resa dall’alto.
4 Mosaico con scontri gladiatori
L’Anfiteatro Flavio è rappresentato con due
particolare di uno dei duelli
avancorpi laterali; quello a sinistra
è
affiancato dalla Meta Sudans e da tre persone che guardano l’edificio . 125
Analizzata rec. da Bosso, Moesch, in La Regina, 2001, p.327 n° 17 .
cioè
le immagini erotiche e che risveglino nei romani le stesse pulsioni o sentimenti simili e che provochino ammirazione e volontà di “spectare”.127. Io però penso che non sia proprio così; l’unico dato certo è che è una decorazione Il mosaico pertinente ad un pavimento di una
scelta appositamente dal dominus perché gli
villa suburbana di Bad Kreuznach, collegata
piaceva.
con Mainz, oggi al museo delle terre Renane di Treviri, 7,40 m x 6,72 m,. conserva una
5 Mosaico con duelli gladiatori
immagine con decorazione geometrica e vegetale interrotta al centro da un medaglione rotondo figurato mutilo circondato da otto lunette con scene anfiteatrali, di cui quattro Il mosaico policromo, proveniente da Villa
sono scontri gladiatori.126 Vi sono raffigurate le seguenti
coppie di
Nenning, decora un oecus dotato di fontana di
gladiatori in duello:
marmo, le sue dimensioni sono ciclopiche
1) retiarius vs secutor
15,65m x 10,30 m . Rappresenta losanghe e
2) due gladiatori tunicati
riquadri geometrici e vegetali alternati a otto
3) un par tra trace e murmillo
emblemata, tra cui tre scene di munera
4) un oplomaco vs il murmillo.
gladiatoria: 128
Le pose sono ricorrenti come le coppie
1) entro un poligono una suonatrice di
rappresentate.
organo idraulico e un suonatore di “tuba” che
Appartiene alla fase di ristrutturazione della
sintetizzano l’orchestra di accompagno dei
casa, al 234 d..C
giochi
Più che il tipo di immagine, mi incuriosisce il
2) entro un quadro rettangolare si affrontano
fatto che i munera siano riprodotti in una sala
un reziario e un secutor sorvegliati dal primo
da pranzo; mi sembra un gusto al quanto
arbitro
bizzarro, ma che si riscontra nel basso impero
3) entro un altro poligono si scontrano due
in parecchie ville.
paegnarii.
Che senso ha in ambiente da banchetto della
È databile al 230-240 d C .
casa? Papini sostiene che queste siano come 127
Papini,2004, p. 63. È analizzata negli ultimi anni da Papini, 2004, pp.63 –68. 128
126
È rec. indagato da Papini, 2004, pp. 61-63.
Abbiamo un esempio di scomposizione di una
6 Monumento funerario con gladiatore
giornata di spettacoli nelle sue parti . Le scene sono ricorrenti in altre immagini, ma la qualità e la resa sono uniche nel loro genere. La tecnica è realizzata con rese stilistiche che conferiscono le volumetrie, i chiaro-scuri, le sfumature cromatiche e le ombre portate dei gladiatori La notevole dimensione della decorazione non può che far risaltare l’ambizione del padrone della villa . Per me si colloca nella nuova mentalità di sfruttamento delle immagini dello spettacolo per inscenare la propria ambizione e volontà di auto rappresentazione rispetto all’elite provinciale della Gallia Belgica e della capitale. È una retorica che si esprime anche
Si tratta di un monumento funerario di
negli ambienti della villa riservati al padrone
provenienza ignota, oggi a Roma nella
e alla sua famiglia.
Galleria Doria, 129, 1,85m x 1,20, appartenente ad un gladiatore; il defunto è un secutor di nome Batone raffigurato negli abiti della sua professione, Il personaggio è noto grazie agli studi epigrafici che hanno inserito l’iscrizione sepolcrale ‘in CIL VI, 10188. Il secutor porta le armi in mano ma l’elmo è poggiato su un palo. La resa formale e stilistica rimandano alla Scultura di epoca Severiana È datato agli inizi del III secolo d.C
129
Gabucci, 1999, p. 62 .
È da questo genere di immagini che è possibile risalire alle reali caratteristiche delle classi gladiatorie e ai nomi dei personaggi . Questo è noto anche dalle fonti storiche che lo riportano come beniamino di Caracalla. L’epigrafe fornisce le informazioni che la figura non dà . Nel monumento funerario si celano l’orgoglio e il prestigio che circondano i gladiatori, la posa usuale è quella della condizione di vincitori In genere nel basso impero, nel mondo dell’anfiteatro.sono documentati secutores, traci, reziari; certe classi sono abolite o
Si tratta di un manico di coltello in osso
scomparse e di conseguenza anche le relative
rinvenuto
tombe e monumenti sepocrali.
(Avenches), oggi al museo Romano di
Qui si sottolinea il tema della vittoria che, a
Avenches, raffigurante un par tra secutor e
mio avviso, allude anche al desiderio che il
reziario; il secutor presenta una fessura per
trapassato abbia nell’aldilà.la medesima sorte.
l’alloggio della lama, il cui meccanismo è alla
negli
scavi
ad
Aventicum
base del capitello, (zoccolo per le figure).130 Il secutor ha il capo coperto dall’elmo, la spada e protezioni addosso per i colpi; il reziario ha il capo scoperto è ha perso le armi, ma tenta ugualmente di difendersi . È datato alla seconda metà del III secolo d.C. Si
tratta
di
un
gadget
del
mondo
dell’anfiteatro molto raffinato e di alto artigianato . È un prodotto delle province galliche che rappresenta i beniamini dei munera; non so stabilire se fossero dei beniamini di giochi 7 Manico di coltello in osso rappresentante a tutto tondo un combattimento gladiatorio
130
Edito rec da Bosso, Moesch, in La Regina, 2001, p362 n°78.
locali o della capitale e quanto fossero contemporanei rispetto alla scena del manico. Il successo di questi spettacoli è ribadito dalla diffusione di oggetti d’uso quotidiano o di suppellettili con duelli tra coppie standard di combattenti. Nel basso impero continua questa produzione di souvenir, che sembrerebbe opporsi alla mentalità cristiana e alla nuova cultura della non violenza, con la sua morale . In realtà penso che le due culture, pagana e cristiana, almeno nel III secolo siano vissute parallelamente con scambi o influssi. Non esistono atti o leggi ancora all’inizio del basso impero che vietino o aboliscano gli spettacoli a Roma e nell’impero. Inoltre i cristiani, come i pagani nella maggior parte dei casi fino alla emanazione dei divieti, partecipano, come ho già detto, alle manifestazioni ludiche .
8 Frammenti di un monumento di gladiatore
Si tratta di quattro frammenti rinvenuti lungo
Dalle epigrafi si evince che sono rilievi di un
la via Appia, (Roma) che hanno subito
monumento funerario; non si conserva il
diverse sorti, ma riconducibili ad un unico
nome del gladiatore, ma rimangono i dati
monumento
anonimo
della sua carriera fino a 13 battaglie.È
gladiatore, da alcuni interpretato come un
tramandato un cursus honorum raffigurato
reziario con 13 vittorie, da altri come
con didascalia .
funerario
di
un
un
secutor.131Questo è dovuto al fatto che in due
Le
sembra spiccare un reziario e in altri due un
convenzioni simili per tutte le scene di
secutor .In realtà, sono raffigurate scene di
munera gladiatoria .
paria tra secutores e reziari su registri verticali
Il monumento è databile tra la fine del III
sovrapposti scanditi da fasce che recano
secolo e l’inizio del IV secolo d.C
iscrizioni. Ogni registro è concepito come un
È confrontabile con dei frammenti provenienti
fregio continuo da sinistra a destra.
da via Arenula ad esso coevi con un aspetto
Le immagini sono frammentarie: tre rilievi
formale e uno stile analoghi.
sono lacunosi su tre lati, mutilati o sopra o
Eternizza le battaglie del trapassato con una
sotto e il quarto basso rilievo è mutilo su tutti
serie fitta di figure che si battono.viste di
i lati. La frammentarietà non permette una
profilo
ricostruzione
le
Credo che dietro a ciò si nasconda una
sono
volontà:”quello che si fa in vita riecheggia per
rappresentazioni
delle
scene,
conservatisi
ma non
immagini
sono
seppure
realizzate
polvere
secondo
danneggiate e sono leggibili. Le dimensioni
l’eternità,
si
sono diverse perché alcune hanno subito un
ritorna”.Documenta infine il perdurare e la
riuso che ha ridotto e alterato le misure.
consuetudine di erigere monumenti funerari abbelliti da immagini della vita trascorsa, in
131
Editi in CILVI,n 33988, 33988 a, 33988 b, 12107 e rec.in De Stefanis, in La Rocca, 2000, pp. 441-442 n 26 e 27, Bosso, Moesch, in La Regina, 2001, p. 361 n°76.
particolare dello spettacolo nel basso impero,
quando il paganesimo e la cultura tardo antica
Quello che per me conta è la presenza di
sono ridotti visibilmente.
questa decorazione in un contesto “privato “ nel
periodo
di
Costantino,
quando
il
cristianesimo ufficiale ormai predominante
9 Mosaico con cronaca di combattimenti gladiatori
aborre i munera e gli spettacoli romani, tentando di vietarli attraverso l’autorità della chiesa e dei suoi padri con divieti, anatemi ecc. .La posizione del potere imperiale o delle classi senatorie è ambigua: da un lato ci sono leggi ed editti contro queste esibizioni e una condanna intellettuale alla violenza, dall’altra sono espresse sia una tradizione appartenente
Il mosaico, rinvenuto nel 1670 a Roma, fuori
al mos maiorum sia una visione della urbanità
Porta Capena, alla sinistra dell’antica via
concepita come una serie di componenti, tra
Appia, oggi al museo archeologico nazionale
cui il settore dello spettacolo.
di Madrid, alt. 58 cm x largh. 58 cm, in buono
Rappresentare due episodi di un duello, a mio
stato di conservazione, rappresenta una scena
avviso, significa immortalare in “fumetti”
132
gladiatoria . Descrive dal basso verso l’alto
scene di uno spettacolo come momenti di
due momenti dello stesso duello.
espressione della civiltà urbana tardo antica .
Sembrano due scene di vignette fumettistiche
Dietro questa immagine si cela anche il
munite di didascalia in cui si battono i
desiderio del committente di inserirsi nella
gladiatori, si crea suspance rovesciando le
società “recitando” una parte nell’anfiteatro
sorti dell’incontro, favorevoli prima ad un
come
personaggio che si trova poi ad essere
decorazione musiva. È come oggi per noi il
sconfitto
meta teatro, finzione nella finzione, in cui si
Non mi dilungo sui problemi di destinazione
nasconde la realtà. Nel basso impero si
del
al
sviluppa e si evolve pertanto una mentalità
un
legata ad immagini che esprime tali concetti.
particolare giorno di giochi e finanziato da
Inoltre, come l’anfiteatro ospita nella realtà i
una particolare famiglia.
munera gladiatoria e in tale occasione è luogo
mosaico,
collocamento
né di
su
quelli
questo
relativi
duello
in
palcoscenico,riprodotto
in
una
di auto rappresentazione, così nell’arte i 132
Per una descrizione più dettagliata vedere Gregori, in La Rocca,2000, p.443 n 29; Papini, 2004, pp. 165170.
munera e il loro edifico, raffigurato o meno,
diventano testimoni della visibilità sociale del
della gladiatura e che dura fino al basso
committente.
impero. La
10 Mosaico con munera gladiatoria
decorazione
rimanda
al
precedente
mosaico. Cambia il tipo di duello, ma la maniera ricorda l’altro. Questo emblema policromo si lega secondo alcuni archeologi al precedente. È interessante comunque notare i motivi di
Il mosaico, rinvenuto a Roma fuori Porta Capena, a sinistra della vecchia via Appia, alt. 58 cm x largh. 58 cm, oggi al museo nazionale di Madrid, conserva in buono stato, entro una cornice dentellata, uno scontro tra due gladiatori tunicati affiancati da due arbitri; è diviso in due fasi raffigurate in due episodi, uno in basso e l’altro in alto.133 Si tratta di un duello, che, come nel mosaico precedente, è rappresentato in due momenti
ricorrenza nella resa e nel risultato .134 La sua unicità è ribadita dalla qualità del mosaico e dalla volontà quasi ritrattistica dell’aspetto
degli
arbitri,
visibile
dai
lineamenti del volto. È databile tra III e IV secolo d.C. 135 A mio avviso, è un’altra immagine da elencare tra le riproduzioni di spettacoli che parla della volontà di sfruttarle per dare voce al committente.
salienti : 1. la contesa 2. la fine. Le scene sono corredate da iscrizioni che aiutano a leggere e a sapere i nomi dei due combattenti
in
armatura
leggera
tunicata(tipica secondo alcuni studiosi degli allenatori dei gladiatori, maestri esperti, che però non sarebbero stati molto considerati nel loro ambiente).Sono una classe che, come si può vedere dall’immagine, combatte solo tra simili; è una prassi che è in uso dall’inizio 134
133
Gregori, in La Rocca,2000, pp. 443-444 n 30 e Papini, 2004, pp. 165-170.
Vedere Gregori, in La Rocca 2000, pp. 443-444 n 30 e Papini, 2004, pp. 165-170. 135 I problemi di cronologia si ritrovano sempre da Gregori, in La Rocca 2000, pp. 443-444 n 30 e Papini, 2004, pp. 165-170.
Epilogo delle immagini dei munera In sintesi, il quadro culturale iconografico dei munera si presenta con le stesse modalità e intenzioni delle altre immagini del mondo dello spettacolo; ci sono informazioni molto utili ma anche omissioni e silenzi che si possono integrare con il ricorso ad altre fonti, come quelle letterarie, che parallelamente contribuiscono alla ricostruzione del settore anfiteatrale. Il caso ci ha restituito, soprattutto nelle province occidentali, dei monumenti sepolcrali iscritti relativi ai membri dell’arena, gladiatori, venatores, editori ecc. Questo ha contribuito alla costituzione di una visione completa e gerarchica delle amministrazioni, delle leggi e dell’allestimento degli spettacoli, nonché della sequenza degli stessi, delle tipologie dei duelli, dei costumi. Inoltre ha permesso una ricostruzione storica delle parti dei munera, mostrando come si evolvano e cambino rispetto al periodo precedente. Questo tipo di reperti reca immagini vincolate al defunto e spesso statiche o ripetitive, seppure esistano variazioni e novità in alcuni elementi. Nei mosaici, nei rilievi o nei gadget al centro dell’attenzione sono i gladiatori e le loro gare. Esistono nei mosaici del basso impero due atteggiamenti diversi che si celano dietro la figurazione: uno violento e antimoralistico con accentuazione dello spargimento di sangue l’altro tradizionalistico e puramente narrativo con combattenti in lotta, che o non mostra le ferite o non evidenzia la perdita di sangue. A quest’ultimo si legano immagini con gladiatori che hanno armi non molto appuntite, come i mosaici conservati a Madrid. Come nelle altre immagini dello spettacolo, anche le decorazioni musive dei munera sono realizzate con tessere di varia natura spesso pezzi di mattone, marmo e vetro di riuso, non solo materiali ex novo scelti appositamente. Questo dimostra la presenza di una crisi del reperimento di materiali nobili per i mosaici, che a volte è affiancata da una volontà, espressa dalle maestranze o dal committente, di ricorrere a materiali diversi dal periodo precedente. La qualità delle raffigurazioni non è pregiudicata dalle tecniche e/ o dai materiali più semplici; la ricerca della semplicità, che a volte si ravvisa nell’aspetto formale o nello stile sia in queste che nelle rappresentazioni del settore dell’intrattenimento in generale, è una delle novità artistiche del dominato, che risulta una scelta degli artisti/artigiani che non influisce sul rendimento delle opere e non sempre nega la tradizione precendente. Il contenuto è ciò che conta; in queste raffigurazioni i murena acquistano un valore “civile” e culturale. L’etica, introdotta dai cristiani, viene evitata o con duelli di combattenti con armi non
appuntite e con ferite che non grondano o negata o addirittura contestata attraverso un incremento del sangue nelle immagini, che diventano brutali e violente.136 Le monete, come negli altri tipi di gioco, riportano i cambiamenti, le date di alcune edizioni e le modifiche degli anfiteatri; queste registrano gli eventi come l’ago dei sismografi le onde dei terremoti. Alcune immagini creano dei problemi di datazione dovuti alla rappresentazione dei costumi e degli abiti; ci possono essere vestiti usati nel periodo predente la decorazione, per cui alcuni studiosi parlano di uso di “cartoni” vecchi, altri abiti di scena sono contemporanei all’opera, quindi non destano molte discussioni. Un altro filone è quello dei costumi “fantastici” che non permettono una collocazione cronologica della moda, dato che non è ricostruibile un excursus del ricorso a certi finti costumi o costumi fantasiosi piuttosto di altri. In altri casi, come per l’uso di eroti, si crea una cronologia vaga e si brancola nel buio più o meno come per i costumi fantastici. Tutto questo dipende dalla casualità dei rinvenimenti in certi periodi invece che in altri del corpus delle immagini inerenti il mondo della gladiatura. In comune con gli altri “ludi” presentano la disomogeneità della documentazione e la mancanza di una continuità storica più marcata e precisa. Assieme agli agoni e alle condanne, le immagini di questo tipo di scontri occupano uno spazio cronologico dall II-III secolo al IV d C. Le testimonianze archeologiche di raffigurazioni di munera gladiatoria, non prosegue oltre la prima metà o gli inizi del IV secolo d.C. Le informazioni del IV- V secolo d-C sui duelli gladiatori sono recuperabili dai resti di intervento o costruzione di anfiteatri e dalle notizie fornite dalle altre fonti scritte fino al V in occidente, soprattutto in Italia e al IV secolo in oriente, dove la loro crisi è collocata a favore delle venationes.
136
Vedere il volume di Papini, 2004.
L’Anfiteatro: le immagini raffiguranti le venationes 1
Mosaico con dell’anfiteatro
scene
venatorie
giavellotto; un venator vs un orso; un toro vs un altro cacciatore. Le vicende sui due lati sono rese in senso quasi speculare; una scena con cacce plurime tra altri due spettacoli e un’altra che si svolge
f
verso l’angolo del mosaico. Le venationes come i munera pongono una certa attenzione alla delineazione dei dettagli, in particolare al sangue dei duellanti.139 Aldilà del semplice significato realistico legato alla riproduzione di questa forma di scontri, credo che il senso dell’immagine vada
Nelle scene di anfiteatro illustrate nel mosaico
ricercato nel valore allegorico o simbolico
Zliten137,
delle virtù dei cacciatori che sono esaltate dal
già
descritto
della
villa
di
compaiono anche le cacce.138
significato allegorico e allusivo degli animali.
Queste sono raffigurate secondo uno schema
La sfida dell’uomo contro gli animali
di narrazione continua, prima delle condanne
selvatici, in particolare i predatori, rimanda
capitali
e dei duelli gladiatori; infatti,
alla posizione egemone dell’uomo sul mondo
nell’arena, dovevano rappresentarsi tra i ludi
animale e penso che indirettamente alluda alla
mattutini- per questo anche la scuola di
capacità di Roma di liberare l’impero dalle
addestramento dei venatores ha un nome
bestie feroci, rendendolo più sicuro. Inoltre è
omonimo(Ludus Mattutini).
una volontà auto celebratrice della superiorità
Sono raffigurate venationes di uomini vs
dei Romani -che hanno sottomesso tutti i
leopardi(pantherae); un onagro ferito con un
popoli che costituiscono le province del loro dominio- nell’esibizione di tutti gli animali
137
Per una studio completo del settore delle venationes rimando agli studi, seppure datati, di Beinach, Lafaye, 1908, pp.700-711. A proposito delle varie fasi delle venationes consultare Mancioli, 1987, pp. 66- 69; Rea, in La Regina, 2001, pp. 245-274 . Per le caratteristiche del mosaico vedere la scheda 2 delle condanne capitali e la scheda 1 dei munera gladiatoria. 138 Per una descrizione dettagliata consultare Papini, 2004, pp.178-184.
comuni, rari ed esotici. (Questa per lo meno è la mentalità con cui penso che a Roma, 139
Tutti gli elementi del mosaico non conferiscono all’opera una sicurezza di datazione; infatti, come ho già detto, oscilla tra il I e il III secolo d..C. Ciò è gia evidente in: Vismara, 1990, pp 48-51;Picard, in H.Fantar, 1995, pp. 23-25;. Augenti, 2001, pp. 33-37, p. 84 n 46 e p. 98 n 56.
tramite gli influssi dei greci e magno greci,
2 Moneta con elefantomachia
siano state allestite e raffigurate le cacce). Nel basso impero è resa anche una paganità rivolta al passato e alla grandezza di Roma, che si esprime meglio nei suoi sontuosi e meravigliosi spettacoli. È una scelta diretta a
Si tratta di una moneta raffigurante sul
considerare le cacce, come gli altri giochi, una
rovescio l’Anfiteatro Flavio, nella cui arena si
delle componenti della civiltà urbana tardo
scorgono
antica.
elefantomachia.140
Le immagini eternizzano queste concezioni.
L’edificio è reso come è convezione nelle
I leopardi sono gli animali feroci e pericolosi
monete: frontalmente per una facciata, il resto
che vengono domati dagli esperti venatores e
a volo d’uccello, mostrando al centro i suoi
che
spettacoli.
rimandano
all’inciviltà,
agli
istinti
un
duello
gladiatorio
Presenta
una
e
un
struttura
bestiali. Sono la specie animale temuta e
architettonica che mostra due avancorpi ai
ammirata dai cittadini, quando si trova a
lati della fronte e parti che sono restaurate dai
predare vicino alle città e, in caso di fame, ad
Severi e poi da Gordiano III.
attaccare la popolazione inerme; gli attacchi
La moneta,grazie anche alla legenda del
sono molto frequenti nel basso impero e
contornio, si data al regno di Gordiano III.È
quindi catturare queste bestie e ucciderle
un testimone degli interventi dello stesso sul
nell’arena è un modo per proteggere le città,
Colosseo
che, spesso,. non riescono a difendersi.
rappresentata con elefante armato e venatores
È chiaro che tale tipo di immagine si lega
che si scagliano contro di esso.
anche al gusto del padrone della villa, in cui
Questa immagine
questo mosaico è eseguito, quindi al valore
venationes molto ricercato e dispendioso per
estetico.
le spese di cattura, acquisto, trasporto,
Infine questo mosaico cela l’ambizione del
mantenimento
committente e non escludo, che insieme alle
pachidermi. Si tratta di uno spettacolo
altre scene del mondo dello spettacolo, abbia
imperiale, quindi può ambire a esibizioni
una funzione commemorativa di un’edizione,
molto particolari come questo.
di cui noi ignoriamo la data di allestimento e
È
non sappiamo in quale anfiteatro si sia svolta.
un’edizione di Gordiano III e documenta lo
e
dell’
e
un’immagine
elefantomachia,
rappresenta un tipo di
addestramento
di
commemorativa
dei
di
svolgimento di venationes all’inizio del basso 140
È edita nel volume di Gabucci, 1999, p.176 e in Ensoli, La Rocca, 2000, p. 69.
impero, la consuetudine dell’imperatore di
l’allestimento dei giochi.141 Si tratta di una
dare giochi a Roma.
splendida decorazione policroma con più
È inoltre testimone della usualità negli
punti di vista, con volontà narrativa e con
spettacoli imperiali di cacce come questa che,
intento
nel periodo precedente, sono più rare o
sottolineato dalla didascalia. Si evince che è
iniziano a diffondersi tra le varie tipologie di
un’immagine commemorativa di Magerius, in
venationes.
cui sono esaltate le virtù dei cacciatori della
Si tratta di una delle edizioni ancora sfarzose,
agenzia specializzata all’ addestramento dei
prima della crisi del settore dello spettacolo
bestiarii, del personale dei giochi e degli
che conduce ad una riduzione o rarefazione
animali dei Telegenii
dei giochi a partire dal III secolo d C.
Questa raffigurazione è un po’ come una
A mio avviso, potrebbe considerarsi una foto
pagina di un giornale dell’epoca, e per giunta
ufficiale di spettacoli nel basso impero,
di parte, che celebra la figura di Magerius
impressa su una moneta, che, circolando in
come di un editore ricco di magnanimità
ogni
verso il popolo, per vil quale allestisce
parte
dell’impero
e
celebrando
l’avvenimento, magnifica Gordiano III.
di
documentazione
di
cronaca,
venationes con leopardi. È databile tra il 230 e il 250 d.C, ed è una
3 Mosaico con cronaca di venationes
decorazione unica nel suo genere, sebbene l’iconografia non sia nuova. La figura del finanziatore(il togato) rimane isolata e giganteggia al centro in mezzo al suo spettacolo;
l’ambizione
è
chiaramente
evidenziata. Non credo sia alluso qualche altro significato, reale o simbolico dietro queste scene. Penso sia espresso propriamente un momento Il mosaico, proveniente da Smirat, Tunisia,
chiave della carriera del dominus della villa
oggi al museo di Sousse, 4,20 m x 2,20 m,
abbellita da questo mosaico. 142
conserva una scena di caccia nell’arena di quattro venatores, con al centro un togato munito di didascalia, recante i soldi usati per 141
Edito rec. da Papini, 2004, pp. 163-165., già studiata da Khanoussi, in H. Fantar, 1995, pp. 159 –164.e da Gabucci, 1999, p. 66. 142 Del medesimo parere è Papini, 2004, pp. 163-165.
4Mosaico con venatio
loro potere e hanno anche inglobato specie animali provenienti dagli estremi confini dell’impero o dal limite delle zone abitate. Gli animali diventano trofei di caccia e di conquista e su di essi, come sul leone, si trasferiscono valori che vanno oltre quello naturalistico. Esaltano le virtù del cacciatore, attraverso le valenze che vengono attribuite agli animali raffigurati che sono polisemici,
Il mosaico policromo, rinvenuto a Thelepte,
variabili a seconda dei contesti.
oggi al museo del Bardo, Tunisi, conserva una
Il duello tra uomo e leone è seguito dalla folla
scena di venatio.143
che è raffigurata, lungo i lati del mosaico,
È raffigurato un cacciatore contro un leone; la
come fosse affacciata a finestre. Il sangue
sfida tra l’uomo e questo animale è un
gronda dal felino colpito al petto. In questo
iconografia che attraversa trasversalmente il
contesto quindi prevale il contenuto realistico
panorama dell’arte antica da occidente a
di
oriente e viceversa. La novità della civiltà
dell’anfiteatro, legandosi al senso e al
romana è di associarla e usarla in spettacoli
significato delle immagini dello spettacolo
dell’arena che inscenano cacce al leone in un
romano tardo antico.(è databile alla seconda
ambiente che non è quello naturale. L’intento
metà del III secolo d. C.)
iniziale della caccia al leone credo fosse
La centralità della scena mi spinge a ritenere
quello di mostrare e uccidere il re degli
che si nasconda un valore diverso da quello
animali delle terre semidesertiche del Nilo,
puramente realistico e decorativo. Forse si
dell’Africa e dell’Asia, raro o assente in
tratta di monito simile a quello che si cela
Europa,quindi di esibire una specie faunistica
dietro alcuni miti raffigurati nelle decorazioni
esotica. Con il tempo suppongo si sia voluto
domestiche:
dimostrare che Roma difende i suoi cittadini
passioni,dagli
dalle belve, che spesso compiono incursioni
probabilmente indicate le valenze negative del
nelle zone abitate, spinti dalla fame. Inoltre
leone.144Non
ritengo che si volesse dimostrare il valore dei
commemorativa di uno spettacolo elargito dal
Romani
committente.
che
oltre
a
provvedere
alla
riproduzione
non
delle
farsi
istinti
e
nego
protezione civile, hanno esteso e conservato il 143
Edito da Khanoussi, in H. Fantar, 1995, pp. 159-154 e Gabucci, 1999, p. 70.
144
Mercatante, 2001, pp. 392-394.
venationes
sopraffare
dalle
batterli.
Sono
la
funzione
5 Pannelli di mosaico raffiguranti venationes in una giornata di spettacoli
3- un pannello di cacce multiple di leopardi. La
più
completa
e
interessante
delle
decorazioni del mosaico, che originariamente decorava il pavimento di una villa tardo antica di Terranova, è la terza, caratterizzata da più scontri con leopardi. Inferiormente, davanti o in primo piano, sono due cacciatori che infilzano i leopardi, fiancheggiati da altri due leopardi che non partecipano alla scena. In alto o in secondo piano ci sono tre pantherae, a terra, trafitte dalle lance,ormai vinte e I pannelli del museo di Villa Borghese 145, già
uccise. In posizione retrocessa, ma non vicino
da me trattati negli altri settori dello
ai cadaveri, un altro animale si accascia a
spettacolo, sono un jolly come lo è il mosaico
terra ferito mortalmente. C’è un duello cadut
di Zliten nella ricerca del significato e del
o in lacuna, di cui resta la parte inferiore dei
senso delle immagini nel basso impero con
protagonisti e la didascalia .
tema “il mondo dello spettacolo “.Ora
Per me, questa immagine, oltre a documentare
riesamino queste scene a proposito delle
all’inizio del IV secolo d.C. il prolungarsi di
venationes, che sono conservate per intero su
una
un frammento, e mutile o inserite in altre
giornaliero dei giochi dell’anfiteatro e della
scene negli altri rimanenti pannelli. In realtà
loro riproduzione artistica, segnala la volontà
compaiono solo su tre dei cinque pannelli
del committente dell’uso del tema anfiteatrale.
quasi integri, che oggi sono parte della
Questa scelta è voluta e marcata dal gusto dei
pavimentazione
dettagli e dall’inserimento di elementi di
d’ingresso
del
museo
consuetudine
dello
svolgimento
Borghese:
realistici e drammatici, come ferite e fiotti di
1-quella che ritengo sia una scena sinottica
sangue. A questo si somma una sorta di
conflata di venatio e poi di condanna capitale,
volontà di cronaca espressa dalle iscrizioni, di
da destra verso sinistra;
cui oggi restano poche parti, come nel
2-una lotta di venator e leopardo/panthera a
modello africano di Magerius.
destra dei duelli gladiatori; al di sopra reca
L’evidente espressione di violenza e crudezza,
una lotta di un cacciatore con una fiera
oltre a riallacciarsi allo spirito del dominato,
145
Vedere indicazioni bibliografiche delle schede prec. In cui compaiono questi frammenti. Augenti, 2001, pp. 50-52e pp. 56-57. Papini, 2004,pp. 20 –22 e pp. 170175 .
di cui già ho parlato, è una scelta di immedesimazione che vuole probabilmente
escludere
qualsiasi
Non posso escludere che una visione simile di
interpretazione allegorica o simbolica delle
rivendicazione sociale sia resa con una caccia
scene e degli animali che vi sono raffigurati.
anfiteatrale. Penso che non sia del tutto
Non si può però, non notare l’abilità e la
sbagliato ritenere le immagini di venationes
facilità con cui i venatores si battono, quindi
tra uomini e belve come una esaltazione delle
potrebbe esservi celato un omaggio a questi
virtù del committente:
membri dell’arena, come quello riservato ai
-
gladiatori, i beniamini della folla. Il fatto che
solo i migliori cacciatori dal lui selezionati
affrontino dei leopardi li esalta perché:
per gli scontri
Sono, per Roma, ,predatori feroci che sono
-
temuti, sono una specie selvatica esotica al
cacciatori – beniamini- e quindi come un
pari del leone e altri felini simili
trionfatore sulle belve
sono
o
evitare
animali
una
di
difficile
-
che è stato editore di giochi in cui vincono
che può essere identificato in uno dei suoi
che intende, con tali scene, accattivarsi la
gestione(addestramento, controllo ecc.).
folla, come un personaggio emergente della
I venatores per i Romani compiono quello che
località di Terranova dall’aristocrazia locale,
riescono a fare Orfeo e Dioniso con le
da quella romana e dal resto della società,
belve.146 In senso allusivo, quindi, questi
sfruttando una tematica del settore dello
potrebbero rappresentare i Romani in grado di
spettacolo.
vincere la ferocia dei leopardi.147
Non va poi esclusa la potenza decorativa di
La caccia è il momento di “svago ludico”
una siffatta immagine dovuta anche alla
dove il venator mette in luce le proprie doti
diffusione di iconografie del campo di
fisiche, sfidando la natura attraverso il duello
battaglia nel basso impero.
coll’animale.
È un immagine che piaceva al proprietario e si
Nel mondo orientale e egiziano pre romano la
contestualizza in un filone di moda al
caccia ai felini nell’arte, legittima il valore
momento dell’esecuzione.
regale del sovrano e quello elitario dei nobili. 146
Sul ruolo del venator in part.vedere una pubblicazione seppure datata di Lafaye, in Saglio, 1908, tomo V, pp. 708-711, ca , voce venator . 147 La caccia nell’antica Roma oltre che motivi pratici è usata per ragioni cultuali e spettacolarizzata nel contesto ludico sia per influsso greco sia per la tendenza romana a rendere pubblico e “teatrale” ogni attività religiosa o civile. Nel corso dell’impero, come in tutta la cultura romana si perde il volare religioso e cultuale assumendo un volare legato alla visione di urbanitas del tardo impero. Beinach, in Saglio 1908, tomo V, pp. 700 –711.
6 Pannelli di Opus sectile con scena di venatio anfiteatrale dubbia
Si tratta di due panelli parietali in opus sectile della Basilica romana di Giunio Basso; il
primo, alt. 1,24 m x largh. 1,85 m, oggi ai
Qui sono sottolineate le capacità del predatore
musei capitolini, raffigurante un assalto di una
su quelle del predato.
tigre ai danni di un vitello; il secondo,
L’iconografia è diffusa e di moda nel periodo
anch’esso
dalle
in cui è realizzato questo intarsio marmoreo,
dimensioni simili al primo e medesimo
ma è notevolmente preziosa la tecnica con cui
schema compositivo, rappresentante una tigre
è creata l’immagine149di questi pannelli.
che caccia un agnellino.148
A differenza di alcune immagini, queste
Sono databili al 331 d.C. ca, come il pannello
celano un messaggio e un allusione che vanno
con pompa circense.
oltre le semplici scene di battuta di caccia tra
Le immagini sono di dubbia appartenenza alle
due animali, suggerite da una parte dal tipo di
venationes dell’anfiteatro, poiché mancano
animali raffigurati, dall’altra dalla tecnica
dati
decorativa.
al
certi,
musei
come
architettonico,l’indicazione
capitolini,
lo
sfondo
dell’arena,
il
Le due tigri sono animali che incutono paura,
personale specializzato e altro. Ci sono
terrore e vincono sulle due specie erbivore,
dettagli naturalistici che rimandano ad una
mansuete e buone. In chiave simbolica, a mio
sfera non artificiale del mondo animale;
avviso, le tigri sono la personificazione ferina
questa però, non è un motivo ragionevole per
dello stato romano, ormai in crisi, che
non considerarla uno spettacolo. Infatti, è
divorando l’agnellino e il vitello,allegorie
noto, che sono ricostruiti sfondi naturalistici
della società ormai debole che rimane ferita
nell’arena e che le venationes possano
mortalmente, uccidono anche se stesse.
svolgersi in quasi tutte gli edifici per
Quindi questa scena raffigurerebbe il conflitto
spettacolo. La decisione spetta all’editore;
interno della tardo antichità; l’omicidio della
inoltre questo pannello va inserito in un
società commesso dallo stato in modo
contesto di immagini miste mitiche e del
bestiale, conduce Roma alla crisi e al declino.
circo, per cui non giudico debba essere da
Potrebbe
eliminare a priori dal settore. Penso che forse
femminile della tigre che vince sull’elemento
sono venationes allestite nel circo dopo le
maschile rapprehsentato dalle prede: la lotta si
corse dei carri cui partecipò lo stesso Giunio
traduce nelle dicotomie vita-morte, bene-
Basso in pompa circense.
male, che sono celate sia dietro le tigri, sia
Queste cacce sono tra due animali: un
dietro gli erbivori, per via del valore
erbivoro e un carnivoro,tipologia abbastanza
149
consueta alternata a quella tra uomini e fiere. 148
I due reperti sono editi rec da Sapelli, in La Rocca, 2000, pp. 137-139.
anche
indicare
la
fecondità
Nella Roma basso imperiale, non tutti possono permettersi il lusso di usare frammenti di lastre di marmo di riuso o frantumate ad hoc, come credo sia stato fatto per i panelli della villa di questo aristocratico romano.
polisemico di questi animali o meglio della
che nasconde un messaggio più profondo e
loro caratteristica bipolare.150
interiorizzato dell’immagine in sé.
A seconda della lettura “non letterale” che si
È rappresentata una caccia,ma si vuole dire
sceglie,questa diventa:
anche qualcos’altro, che non è leggibile alla
un’immagine di denuncia sociale -politica
prima osservazione di questo opus sectile di
della crisi,accentuata dall’avvicendarsi di
pregiata fattura.
lastre
intere
a
quelle
frammentate
e
dall’alternanza di colori violenti a quelli tenui,
7 Opus sectile con caccia tra due animali
un desiderio di vittoria dello stato e del bene, alluso o con una rappresentazione della vittoria del bene o con una decorazione apotropaica che riproduce la condizione di perdita del bene, simile ad uno scongiuro, un ricordo del periodo aulico dei giochi con uno spettacolo di caccia anfiteatrale vs la crisi attuale di Roma, un’espressione di un momento dell’urbanitas basso imperiale
vs
quella
del
periodo
precedente, un concetto legato ai ritmi della natura che si riflette nella società romana, cioè della vittoria del dominatore e del più forte. Penso che possano essere valide tutte queste visioni contemporaneamente o la maggior parte di esse, secondo la mentalità complessa, dialettica,
contraddittoria,
sincretica
e
filosofica della tardo antichità. Ritengo sia una decorazione del settore dello spettacolo che riproduce una realtà dell’intrattenimento e
Si tratta di una decorazione a lastre marmoree battute e frammentate che presentano una scena di caccia speculare nella zona mediana della parete. La decorazione campiva la parete di una ricca domus tardo antica di Ostia, non lontana da Porta Marina; oggi le lastre sono ricomposte in una sala del museo dell’alto medioevo in attesa di una sua collocazione definitiva.151 Come nel caso precedente, si dà importanza alle due specie animali, con uno studio attento nell’allettamento delle lastre più grandi alternate a quelle che sono frantumate in parti più ridotte e irregolari. In questa ornamentazione sono visibili dei finimenti preziosi sul corpo dei leoni, elementi che indicano belve addestrate o in
150
Sia la tigre che gli erbivori qui raffigurati possono ricoprire valore negativo e valore positivo; quindi sta a noi scegliere nelle due cacce quale specie indica la valenza negativa e quale quella positiva.
151
L’intarsio è stato studiato da molti studiosi; interessanti considerazioni sono contenute nelle ricerche di Guidobaldi,in La Rocca, 2000, pp. 134-137 e p.530 n 173.
cattività nell’antica Roma, usate per le
bosco come il leone nelle aree semidesertiche.
venationes nell’arena. Sono due felini che
Sia il cervo quanto l’antilope godono di una
predano e azzannano due cervidi. Questi
considerazione molto positiva nella Roma
ultimi
variamente
antica; sono animali saggi e le loro corna sono
interpretati come cervi, antilopi, gazzelle,
simbolo, come quelle del toro, di fertilità e
cerbiatti, stambecchi ecc Il dubbio è creato dal
fecondità. La loro grazia e agilità nei salti fa
colore blu, irreale del manto e dal fatto che
di loro bestie nobili. Premesso questo, la
l’immagine è interessata da una lacuna che
decorazione esprime con tali animali o” uno
investe la parte superiore degli animali,
scontro tra titani” non molto diverso da alcuni
rendendo difficile la lettura dei dettagli;
miti cosmologici o una denuncia della crisi,
questo tipo di animale è realizzato con uno
caricando
stile unico che si riallaccia vagamente alle
speculari. A livello sociale forse esprime la
decorazioni del mausoleo di Santa Costanza,
lotta tra le classi dell’elite, che ancora si
-a Roma presso la zona della basilica di S.
scontrano,seppure con una nobiltà infoltita di
Agnese,- di eroti vendemmianti con la pelle
membri della classe equestre, prima fuori
blu raffigurati nei mosaici delle parti curve
dalla corsa al potere e poi sempre più
della copertura laterale di ingresso.
emergente.
È una testimonianza di arte aulica, di prestigio
immagine
e di elite ostiense nel corso del dominato.
committente nei panni del leone; in questo
È datato al IV secolo d.C.
caso allusione alla regalità e nobiltà 152, che si
I finimenti richiamano l’anfiteatro, ma questa
batte con un erbivoro, sua preda naturale.
scena si trasforma, come quella di Giunio
Sarebbe un trionfo del proprietario come
Basso, in un palcoscenico animato, in cui alle
predatore sovrano,re della propria dimora.
animali
sono
stati
negativamente
Potrebbe di
auto
le
anche
due
scene
essere
rappresentazione
una del
fiere viene attribuito un significato e un 152
valore, legato alla sfera naturalistica, ma che esula la realtà: un messaggio simbolico. È una tendenza all’allegoria della classe intellettuale del IV secolo d.C. tipica del basso impero, che coinvolge diverse tematiche dell’arte romana. Il leone è il re degli animali che porta con sé valori opposti ed è vincitore sul cervide. Il cervide è un erbivoro mansueto che regna nel
Questi valori sono presenti nelle culture pre – romane egiziana e orientali che si fondono poi nell’impero e riaffiorano successivamente con il crollo dello stesso, dando luogo ad un arte provinciale romana, in cui il sostrato riemerge, maturato dalle esperienze classiche, ma con espressioni artistiche che superano la tradizione antica. A Roma nel IV secolo d C confluiscono nella cultura romana in generale,molte correnti orientali, orientalistiche o orientaleggianti; non posso escludere che questo sia avvenuto in altre parti dell’impero,dato che ci sono nelle province occidentali e in Italia culti di tradizione e stampo orientali. Questi si tramandano parallelamente al cristianesimo, all’interno del paganesimo tardo antico e del suo mondo dello spettacolo. A Ostia, c’è una cultura basso imperiale molto complessa e articolata che produce anche immagini di questo tipo.
Va aggiunto infine, che, come
nelle altre
nell’anfiteatro sponsorizzato su supporti in
decorazioni del settore, il prestigio delle
materiali pregiati e di ottima fattura.
venationes e il ruolo di queste immagini a
Conserva una tradizione di decorazioni
Roma sono il
dell’intrattenimento,
palco della società basso
imperiale.
in
particolare
dell’anfiteatro, che corrisponde a un perdurare delle manifestazioni, nel V secolo, nonostante
8 Dittico con caccia all’orso
i divieti e le leggi contro questo settore Questa
immagine
ci
conferma
che
le
venationes durano fino alla fine della tardo antichità, che sono le ultime manifestazioni, con i ludi circensi in parte, a sparire nella storia della civiltà Romana. Il processo è lungo e segna cambiamenti nelle strutture e Questo è un dittico consolare costituito da due
nello svolgimento.Questa vede cacce di tipo
valve d’avorio raffigurante scene di caccia
tradizionale e ormai di routine .
all’orso nell’arena.
153
Attraverso
i
dittici
è
manifestata
una
La narrazione si svolge su due registri
propaganda che si serve di scene delle attività
sovrapposti che fanno pensare o a due episodi
ludiche per accattivarsi il consenso delle
diversi o a due duelli che si svolgono in
masse, che risultano fino all’ultimo, assuefatte
contemporanea nello stesso luogo.
a questi giochi come fossero una droga.
Sono due tipi di caccia:
Penso sia un altro reperto che contribuisce a
1-tra due animali(orsi)
ricostruire la mentalità dei Romani e la loro
2- tra un venator, che scaglia la lancia e un
sensibilità vs le venationes. nel corso del
orso.
basso impero.
Si vede anche la balaustra di separazione tra l’arena e la cavea. L’esemplare,conservato al Louvre a Parigi, è datato agli inizi del V secolo d.C. Come negli altri dittici del circo, è un documento
153
di
una
edizione
di
giochi
Studi importantissimi su questo avorio e su tutti i dittici consolari con scene circensi sono in Delbruch, 1929; in Volbach, 1952 e in Belloni, 1958.
9 Dittico con giochi pericolosi
Le
vicende
sono variate
e raccontano
venationes del basso impero, con una esecuzione nuova. Non ci sono questi giochi in epoca precedente; sono completamente autonomi e tra gli ultimi rimasti, dopo tutte le repressioni di spettacoli da parte di chiesa e stato con leggi, proibizioni e chiusura di edifici del paganesimo. È un esemplare eseguito in oriente, dove di
durano fino agli inizi del VII secolo d.C
Costantinopoli, conservato a Parigi, nel
Mentre da altre fonti sappiamo che le ultime
museo di Cluny, con scene di giochi
cacce anfiteatrali sono del 523 d.C in un
dell’anfiteatro. Sono un genere di spettacolo
Colosseo quasi inagibile, e del 549 d.C nei
non tradizionale, basato su numeri acrobatici
giochi del barbaro Totila allestiti nel circo.
e funambolici che rientrano nelle venationes.
Chiude
la
Questi numeri sono a metà tra le condanne
romano
con
capitali e le venationes con esercizi ginnici.154
consolare
In una immagine che ripropone la forma
successioni.
ellittica dell’arena, sono rappresentati:entro la
Penso che queste venationes si leghino, come
pista, i venatores, il contobolon e gli animali;
nel dittico trattato nella precedente scheda,
sulla cavea, di cui si vede la balconata di
alla politica demagogica attraverso scene di
separazione dal campo di battaglia, sono gli
anfiteatro.
Si
tratta
di
un
dittico
in
avorio
stagione una
senza
dell’intrattenimento
immagine
di
dittico
precedenti
e
senza
spettatori con i volti e i busti direzionati vs gli spettacoli. La raffigurazione delle cacce è densa e
10 Dittico con cacce di inseguimento e uso di colchlea
affollata; prevalgono profili e corpi di spalle . La scena è dinamica e curata; la tecnica di lavorazione è molto raffinata. È datato al 506 d.C e attribuito ad Aerobindo., Interessante 154
Studi importantissimi su questo avorio e su tutti i dittici consolari con scene circensi sono in Delbruch, 1929; in Volbach, 1952 e in Belloni, 1958. Rec. edito da Vismara, 1990, pp. 55-60; Gabucci, 1999, p.94.
e
ultima
immagine
delle
venaiones e del mondo dello spettacolo è il dittico, oggi al gabinetto delle medaglie di
Parigi, con arena semicircolare e cacce multiple di leoni e felini, in cui si fa ricorso alla colchlea. Meno variata del precedente, ma più vivace, ricorda un edizione di Anastasio del 517 d.C. 155 È un dono di notevole pregio artigianale e documento delle venationes alla fine delle stesse, testimonianza di una commemorazione per immagini dello spettacolo. Per me, è un narrare per immagini(nel periodo di crisi e tramonto del settore degli spettacoli dell’anfiteatro
nell’impero
romano)
le
venationea, nel loro svolgimento e secondo la loro struttura evolutasi nel tempo, come si doveva presentare nelle rare edizioni di intrattenimenti della tardo antichità all’interno della civiltà urbana dell’epoca. Racconta storie che si eternizzano in questi dittici eburnei. I dittici, sono gli antenati delle foto, delle riprese
cinematografiche,
dei
poster
pubblicitari e dei moderni gadget, che mostrano un attaccamento fino all’ultimo a queste manifestazioni, anche in un mondo ormai cristiano; sono come parte di una visione della società nata nel basso impero, che vive in una organizzazione urbana con giochi e spettacoli pubblici parte, espressione e cuore della stessa.
155
Studi importantissimi su questo avorio e su tutti i dittici consolari con scene circensi sono in Delbruch, 1929; in Volbach, 1952 e in Belloni, 1958. . Rec. edito da Vismara, 1990, pp. 55-60; Gabucci, 1999, p.94.
Epilogo delle immagini delle venationes dell’anfiteatro Nel catalogo di immagini indagate sono state volutamente escluse le scene di attività venatoria non legata al settore dell’anfiteatro e quelle relative alle fasi di allestimento delle manifestazioni: scene di cattura,herbarii, scene di trasporto, vivarii e addestramento degli animali. Queste ultime sono una documentazione molto ricca, che è già stata analizzata in varie pubblicazioni, sottolineando, nella ricerca iconografica della cattura delle bestie, il ruolo di spicco dell’Africa e di Piazza Armerina. La storia degli studi sul tema, afferma che, in Spagna e nelle Gallie, esiste una notevole attestazione di rappresentazioni di immagini con scene di lavoro para- venatorie, come l’elenco degli animali da catturare o presi da una agenzia, i vivarii, le fasi di trasporto e di custodia delle fiere. Sul trasporto degli animali, rilievi e fonti storiche tracciano un percorso dinamico e preciso nel Mediterraneo, mostrando, col passare del tempo vs la fine dell’impero, una sempre maggiore difficoltà di reperimento degli esemplari e una spesa sempre più gravosa per lo stato e i privati. Le province occidentali, rispetto alle orientali, forniscono un’ampia documentazione delle immagini venatorie dell’anfiteatro, che è inversamente proporzionale a ciò che accade nella realtà, cioè alla rarefazione di queste venationes rispetto alle immagini; le province orientali, invece, attestano una tendenza al perdurare degli spettacoli, seppure con modifiche, pari alle loro riproduzioni artistiche. Esistono nei mosaici del basso impero due atteggiamenti diversi che si celano dietro la figurazione: uno violento e antimoralistico con accentuazione dello spargimento di sangue l’altro tradizionalistico e puramente narrativo con combattenti in lotta, che o non mostra le ferite o non evidenzia la perdita di sangue. Inoltre compaiono figurazioni con giochi nuovi funambolici o di destrezza,pericolosi, vicini ai numeri del moderno circo; cominciano in età Severiana, sostituiscono gli altri nel VI secolo d.C e sono. visibili negli intagli eburnei policromi dei dittici consolari. 156 Altre immagini a volte celano un messaggio allegorico di ampio respiro che è scelto dal committente per i suoi scopi.157 In sintesi, il quadro culturale iconografico delle venationes si presenta con le stesse modalità e intenzioni delle altre immagini del mondo dello spettacolo; ci sono informazioni molto utili ma anche omissioni e silenzi che si possono integrare con il ricorso ad altre fonti, come quelle letterarie, che parallelamente contribuiscono alla ricostruzione del settore anfiteatrale.
156 157
Vismara, 1990, pp. 55-60 . Vedi le decorazioni in opus sectile.
Conclusioni I ruderi degli edifici per spettacolo romano di periodo basso imperiale o di restauro di questa fase sono solo le vestigia dei tempi che furono; le mura rimaste raccontano storie di città che si valorizzano e vivono intorno ad essi, scandendo la vita cittadina. Mostrano le ambizioni e il desiderio di partecipazione all’emancipazione della cittadinanza romana e della sua elite. Sono strutture che non badano a spese, anche in un momento di crisi della società romana classica, che deve fare i conti con la Storia. Parlano di intense e diversificate immagini urbanistiche. Sono la massima espressione artistica della civiltà Romana, del progresso , della tecnologia avanzata . È qui che sono realizzate le macchine di scena e ascensori, di cui purtroppo rimangono ricordi nelle fonti scritte e in qualche decorazione come la colchlea. È all’interno di questi che si mescolano il passato e il futuro di Roma. Sono imponenti e sono solo l’eco della grandezza di Roma, che diviene un’idea piuttosto che una città, la capitale della cultura pagana e di quella cristiana: Roma caput mundi. A suo emblema si erge il Colosseo, edificio che condivide con la città la medesima sorte e che più di ogni altro sintetizza come in un simbolo la città stessa. È esso stesso uno spettacolo per le esibizioni con la sua monumentale presenza scenica nell’immagini della città eterna. Così avviene nell’impero romano che l’immagine topografica coincida con abitati dominati da circhi, ippodromi, ecc. luoghi di svago, di controllo politico, della visibilità e del consenso del potere e delle classi dominanti, differenziato in occidente in oriente. Il materiale iconografico selezionato e studiato riguarda il mondo dello spettacoli in tutti i suoi settori a Roma e nell’impero: ludi, agoni, condanne capitali, duelli gladiatori e cacce. Tocca il periodo storico del basso impero in maniera a tratti disomogenea e non lineare. Racconta per immagini lo svolgimento e l’evoluzione degli spettacoli fino alla loro estinzione. Si alternano scene complesse o dense a quelle semplici e più popolari, fornendo vari livelli di laboratori artistici e artigianali. A volte sembrano vignette fumettistiche o fotogrammi, altre volte foto o dipinti di uno spaccato della finzione scenica o delle manifestazioni sportive. Sono molto sentite: la romanità (orgoglio “nazionalistico) la storicizzazione delle scene. Offrono diversi punti di vista e soluzioni che nel loro piccolo obbediscono a schemi, mode, convenzioni. Mostrano la composizione sociale romana e la lotta per l’auto rappresentazione; una sola società , seppure divisa dal culto in cristiani e pagani.
Ostentano la voluptas spectandi, i desideri, le ambizioni e il gusto dei committenti nella società; considerano l’intrattenimento un momento in cui la società crea una immagine di urbanitas con giochi, palco della vita e delle classi. In occidente si arrampicano magistrati e ricchi privati come fossero dei sovrani vs le masse , in oriente si battono alla pari l’imperatore e la nobiltà. Dichiarano una volontà di distaccarsi dalla crisi dell’impero, guardano al passato e al diletto; si oppongono o ignorano la diffusione del pensiero cristiano. Narrano per immagini la realtà degli spettacoli e ne costruiscono una virtuale nell’insieme delle raffigurazioni stesse che va oltre quello che si vede; celano un nucleo di valori misti vecchi e nuovi che appaiono “mascherati in scene di teatro, corse, duelli “Trasmettono come i messaggi subliminali” una mentalità tardo antica che è la summa del periodo precedente, ma anche la sua negazione, mostra cioè una dialettica di pensieri, culture ecc che non viene detta da altre fonti. Parlano di una civiltà contraddistinta da una cultura e un gusto eclettico e in continua mutazione, in cui le figure storiche non sono che pedine di una società che cerca se stessa, vuole una propria posizione, in un periodo storico ricco di incertezze, di progressi e ricorsi . Nascondono delle tradizioni a noi spesso oscure come quelle legate all’importanza e al valore del sangue nella maggior parte dei giochi. Il sangue viene visto come un qualcosa di “magico” che può curare o uccidere, sede dell’anima o elemento vitale dei viventi ; è strumentalizzato, canalizzato nella violenza spettacolarizzata Va ribadito il ruolo non più rituale di tutte le manifestazioni ludiche romane; restano solo delle dediche esteriori a divinità che sono a volte indicate nelle immagini con erme o busti nimbati. Questa è una diretta conseguenza della metamorfosi del paganesimo in età basso imperiale; diventa una cultura dialettica e sincretica che basa le sue considerazioni e le sue convenzioni su una visione filosofica molto colta, ma priva del sentimento religioso e della religiosità ufficiale e privata che caratterizza la cultura classica e la religione romana. Sembra una società privata dei suoi contenuti più profondi; in realtà non è così. La cultura romana di quest’epoca si è adeguata alle nuove esigenze politiche e intellettuali, per sopravvivere e poter opporsi o continuare ad esistere parallelamente al Cristianesimo. Le arti figurative raccolgono le briciole della nuova mentalità con illustrazioni di un intrattenimento che apparentemente sembra non minimamente invariato, nelle modalità di svolgimento, allestimento e nel tipo di spettacoli, ma che invece diventano un’appendice colta dell’immagine che i Romani vogliono tramandare di se stessi e di una delle attività culturali della loro civiltà. Il perdurare degli spettacoli nei limiti e nelle date di cui ho già parlato, è indice della riluttanza del paganesimo ad abbandonare certe abitudini, ma anche l’appropriazione “indebita” della società
tardo antica dell’intrattenimento come espressione di una civiltà urbana che è scandita e personificata da giochi che sono sorti e sono stati diffusi nel corso del periodo imperiale dalla paganità romana classica. Non si capirebbe altrimenti, la risonanza, la ricezione di tale mondo, in un’età lontana da quella classica e in una società che non si riconosce più nella diffusione e prosecuzione di spettacoli e che si nasconde dietro la costruzione o il restauro di edifici per intrattenimento del periodo precedente, seppure usi motivi, temi, e altro appartenenti alla tradizione. La fortuna, il successo e il gusto di certi numeri piuttosto di altri si lega alla ricezione positiva delle masse alle manifestazioni. Gli edifici per spettacolo e i loro “ludi”diventano, come a più riprese ho detto, un palcoscenico; qui si rispettano certi comportamenti che sono sanciti da norme e tradizioni; il popolo, l’imperatore(poco presente in occidente e partecipe ad ogni gioco in oriente, come fosse ad una sala delle udienze) e l’aristocrazia sono disposti in una distribuzione dei loca secondo la loro condizione sociale, creando una struttura gerarchica, anche se spesso mista a livello sessuale, al contrario della situazione dell’antica Grecia, cui Roma deve l’introduzione di alcuni generi di spettacolo. Oltre a tutto questo, sono messe in scena la retorica imperiale, l’ambizione dell’elite romana della capitale e di quelle locali; altresì dà voce alle masse, che gridano, spasimano per i loro beniamini, criticano e partecipano alle gare. Sembrano assuefatte a queste tanto che le fonti letterarie dicono che i Romani desiderano solo “panem et circenses” ; sfruttando questa debolezza, fino al loro tramonto per il disuso, le proibizioni, mancanza di fondi, cambiamento dei gusti ecc. tutti gli spettacoli tardo antichi sono anche strumento di controllo e potere delle stesse. Il Potere li usa per manipolare le masse, che non distinte da credo e classe partecipano per passione, fanatismo, compimento del dovere cittadino e per trascinamento altrui. Sono forse queste le ragioni per cui i Principes fino alla fine tergiversano con la Chiesa e i cristiani più fervidi, perseverando nella gestione, amministrazione e allestimento di spettacoli, nonostante il crollo delle finanze; costoro obbligano anche magistrati, consoli, privati eminenti e i loro collaboratori a ricoprire le munificenze teatrali, circensi, anfiteatrali e degli agoni. Le immagini pubbliche ribadiscono queste intenzioni, celebrando in forma aulica e ridondante con fregi, decorazioni mono sceniche, edizioni anche di minore importanza e che sono di tono inferiore a quello delle grandi gare dell’alto e del medio impero; sono una retorica e uno stile confrontabile con le battaglie delle colonne di Onorio e di Arcadio, che esagerano sul contenuto delle vicende, di importanza storica minima, trasformandole in guerre fondamentali come quelle delle conquiste nel periodo alto imperiale.
Le decorazioni private si muovono tra mos maiorum e innovazione; mostrano un eccellente gusto estetico; le rappresentazioni tardo antiche ostentano un concetto molto marcato del bello e del piacevole, affermando una voluptas spectandi più enfatizzata rispetto al passato. È visibile una predisposizione a edificare ville e domus di dimensioni maggiori del passato con l’accentuazione di certi ambienti, quelli destinati all’accoglienza di ospiti e clienti. Si moltiplicano, secondo una moda crescente dell’epoca, le absidi o le esedre negli ambienti. Aumentano le raffigurazioni in mosaico, favorite anche nell’arte paleocristiana soprattutto a partire dal IV secolo d.C. Non mancano intarsi, in ambito aristocratico e imperiale. La diffusione dei sarcofagi dal III secolo d.C. intensifica i fregi, i rilievi allegorici del circo e degli agoni, vede il comparire di cacce del settore dell’anfiteatro e quelle dell’ambito quotidiano, con valore simbolico; tutte queste sono illustrazioni apotropaiche o di augurio per la vita ultraterrena del defunto. Viene di conseguenza plasmata una moda, con decorazioni di svago, che nel suo aspetto più generale rimanda all’eternizzazione di ciò che si fa in vita. Sono scene da cui traspare la passione e il fanatismo sportivo e degli spettacoli dei committenti e degli artisti, esecutori di una volontà comune adeguata alle richieste individuali del cliente. Non mancano esempi della presenza della superstizione, atteggiamento magico- religioso in comune con la plebe, riscontrabile in tutti i ranghi della società con maschere apotropaiche, maledizioni degli avversari di gara, allegorie ludiche ecc. Assai moderno è il ramo dei gadget: piatti, bottiglie, manici di pugnali, coppe, dadi, pedine, placche,statuine(moderni pupazzi, portachiavi) lucerne a forma di elmi o con duelli gladiatori; si moltiplicano in quest’epoca, fornendo anche dati sulle rotte commerciali, sui centri di produzione artigianale, di cui alcuni sono altamente sviluppati con esemplari che assomigliano ai nostri prodotti industriali. Esiste quindi una produzione seriale di carattere popolare a fianco di quella elitaria, che viene commissionata appositamente dal nobile che pretende un’opera unica e irripetibile. Come nelle raffigurazioni pubbliche, in quelle private, sono esteriorizzate le ambizioni del committente; a differenza delle prime, compare una libertà formale e stilistica che un privato può permettersi perché padrone in casa sua per cui non deve riferire a nessuno del suo operato e delle sue decisioni. Inoltre esprime i suoi desideri sia nelle sale aperte al pubblico in sia quelle intime. Nella scelta delle ornamentazioni, troviamo immagini dello spettacolo ambiziose in uguale maniera nelle stanze private e in quelle pubbliche perché per il committente, come per l’imperatore, non conta che le figurazioni siano visibili e leggibili da tutti, ma che venga detto il suo messaggio,come concetto fine a se stesso. L’imperatore può permettersi scene come quelle della colonna Traiana, non visibili tutte insieme e nei dettagli dallo spettatore, ma che dicono al popolo che è una opera
grandiosa con battaglie memorabili delle guerre Daciche. Come costui, i privati fanno eseguire immagini per loro unico diletto, alludendo alle loro aspirazioni senza curarsi di chi o di quanti possano leggere e interpretare certe decorazioni. Sono indicate le loro volontà, che tutte insieme ricostruiscono una visione dell’intrattenimento dei privati del periodo tardo antico. È un’immagine che non coincide perfettamente con quella che si evince dalle rappresentazioni pubbliche e come quelle risulta una rielaborazione della società pagana dell’epoca. Non è detto che siano riprodotti infatti fedelmente tutti i duelli, le gare o le esibizioni che si svolgono nella realtà; questo è possibile affermarlo, perché le fonti letterarie descrivono degli spettacoli che non sono rappresentati e ci sono dei numeri delle venationes raffigurati solo nel V –VI secolo d.C. che le fonti letterarie sostengono sia introdotti nelle gare anfiteatrali già dal III secolo d.C. Tutto ciò è sottolineato dal fatto che non sempre sono rappresentate tutte le parti degli spettacoli, anzi sono selezionati solo certi elementi, considerati importanti per i committenti e per gli artisti. Le differenze di ciascuna immagine sono maggiormente evidenziate dalla provenienza geografica, dalle maestranze, dalle finanze spese per la realizzazione, dai periodi( se sono più vicine al III secolo d.C o sono più vicine al V –VI secolo d. C) che vedono la divulgazione di correnti stilistiche diverse( “coloristica.classicistica, aulica, plebea,narrativa, allegorica ecc.). Quindi il panorama offerto dagli edifici e dalle riproduzioni artistiche offre un’immagine composita come un puzzle, in cui ciascun elemento contribuisce all’unità figurativa; è una visione del mondo dello spettacolo, non turbata dal contatto col Cristianesimo in maniera distruttiva, di immagine nelle immagini e delle immagini, che tramanda questo settore della cultura così come i Romani del basso impero hanno voluto concepirlo e tramandarlo;è diverso dal periodo classico, ma apparentemente prosecuzione diretta di quello. Infatti presenta modifiche, riforme e innovazioni, non tutte subito percepibili,che sono una evoluzione e una novità che trae solo spunto dal passato, per evitare di estinguersi prima. La fine di questi è segnata da una serie di eventi a catena, che portano la matura società degli spettacoli prima ad una riduzione e riforma e poi al crollo inevitabile. Piccoli elementi di questi diventano “sotterranei” e riemergono rielaborati nello spettacolo medioevale e in quello moderno fino all’epoca contemporanea, cioè a oggi. Le immagini pervenuteci, a differenza della civiltà che le ha prodotte, continuano a parlare attraverso i secoli di questo mondo spesso contraddittorio, ma così “tollerante” e aperto alle novità e alle metamorfosi delle sue tradizioni, ciò è dovuto al carattere cosmopolita, multi etnico,eclettico, multi culturale e multi religioso di Roma sin dalle origini e che si nota platealmente alla fine della romanità, quando la disgregazione delle province, del potere e della società tradizionale portano in
parecchi casi al riemergere di culture, visioni e ideali aborigene precedenti la romanizzazione sia in oriente che in occidente con risultati locali diversificati dalla storia locale del territorio. Infatti, le immagini del mondo dello spettacolo del periodo tardo antico tramandano una fitta e numerosa serie di spettacoli che non coincide con al cadenza e la loro frequenza nella realtà storica; vorrei essere riuscita a far notare come si assista ad una moltiplicazione e serializzazione delle decorazioni, che non perdono in maniera unica e inaspettata la loro identità e qualità artistica. In un modo nuovo e sensazionale decontestualizzano il settore in questione, rimodellandolo e ricontestualizzandolo, secondo una volontà che non prende atto dei veri contesti delle gare e del loro allestimento in tutte le loro forme. Viene sottolineato il legame dei Romani con le immagini, che già in epoca precedente lo esplicavano suscitando una voluptas spectandi nell’osservatore delle loro opere. Questa è evidente nel basso impero, ma a ciò si somma una volontà di impressionare le masse e l’elite con immagini emozionati e fittizie. Sono spettacoli impressionati, che sembrano a volte reali, altre volte sono molto fittizi, ma sono tutti frutto di una stessa cultura, culla di un patrimonio iconografico straordinario che si basa sull’esteriorizzazione delle proprie aspettative . Il desiderio di realizzazione completa del Romano di quest’epoca si concretizza nelle decorazioni artistiche o nell’artigianato; alcuni temi come lo spettacolo subiscono una metamorfosi in veicoli di comunicazione e dell’auto rappresentazione. Questo rapporto tra i Romani e le rappresentazioni sembra inscindibile e molto moderno. Le raffigurazioni giganteggiano come le nostra pubblicità, scandendo ogni aspetto della vita del Romano del dominato. Queste però, riflettono scelte e ambizioni tipici del periodo in considerazione; la decisione per certe tematiche, tra cui quella dell’evasione scenica di vario tipo(teatrale, circense ecc) è voluta e rientra nella mentalità sopradescritta. In sintesi finiscono per:
marcare e accompagnare la vita del Romano parallelamente ai giochi, parte della sua civiltà
urbana
testimoniare l’esplosione di un motivo su varie rappresentazioni, inerente la sfera del
“divertissement “che acquista un valore diverso da quello di semplice svago,che si legge come nei messaggi subliminali .
diventare un cartellino da visita per i contemporanei e per i posteri,
trasformarsi in filmini muti di un mondo virtuale dell’intrattenimento romano basso imperiale,
apparire come istantanee di spettacoli vari,
mostrare “falsi negativi”158 della realtà dello spettacolo, come documenti iconografici del settore
ludico Romano dal II- III al V- VI secolo d.C.
essere eccezionali espressioni di arte decorativa di vario genere, che non nascondono la
propensione per il bello159 dei Romani e dell’arte romana, anche nel periodo del suo tramonto.
158
Sono falsi negativi perché non tutti riproducono eventi reali e seguono le fantasie e l’estro dell’artista che manipola il materiale a proprio piacimento, seppure vincolato dalle richieste del committente o di mercato. 159 In certi casi mi sembra di vedere una collezione di immagini dello spettacolo o di duelli/gare , oltre che di animali rari delle venationes, di oggetti d’arte ecc.
Elenco abbreviazioni del testo e delle abbreviazioni bibliografiche Alt.= altezza Ca=circa Cm = centimetri Diam =Diametro Dim = dimensioni EAA= Enciclopedia dell’Arte Antica Ecc.= eccetera h. = altezza Largh. = Larghezza La Rocca = Ensoli, La Rocca , 2000 Lungh.=Lunghezza M=metri MFR = Melanges de l’archeolige Francaise de Rome, Antiquites Nb= nota bene Prec= precedenti p.=pagina pp. =pagine R.A.=Rave Archeologique succ.=successivo/e rec.=recentemente /recente in nota . RMSR = Rivista Materiali Studi storico Religiosi Sp. =spessore Suppl. =Supplemento v.d. = vedi Vol.=volume.
Bibliografia PRIMA PARTE Premessa
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SECONDA PARTE
1)Il contesto architettonico del teatro Arias,, 1970 Arias, in EAA, Vol VII voce “teatro e odeon”, pp.640-650, Roma 1970 Augenti, 2001 D.Augenti, “Spettacoli del Colosseo nelle cronache degli antichi, Roma 2001
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A. Cameron, “Circus factiones” , Oxford 1976 La Regina, 2001 La Regina, “Sangue e Arena”, Milano 2001. Mancioli, 1987 D. Mancioli, in Vita e costumi dei Romani antichi- - Museo della civiltà romana, 4 “Giochi e Spettacoli”, Roma 1987 Rossetto, 1994 P.C. Rossetto, in EAA, Vol. II, Suppl. II, voce “Circo e ippodromo”, pp. 157-162, Roma 1994 Salomonson, 1966
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3)Il contesto architettonico dello stadio Khanoussi,in H. Fantar, 1995 Khanuossi, in H: Fantar, I mosaici Romani di Tunisia- “ i giochi dell’anfiteatro e gli spettacoli atletici”,Tunisi 1995. La Regina, 2003 La Regina, “Nike” catalogo della mostra, Roma 2003 Mancioli, 1987 D. Mancioli, in Vita e costumi dei Romani antichi- - Museo della civiltà romana, 4 “Giochi e Spettacoli”. , Roma 1987 Sommella, 1966 P.Sommella, in EAA, Vol VII voce “Stadio”, pp. 464-468, Roma 1966 Tosi, 2003 G. Tosi, “Gli edifici per spettacoli nell’Italia romana,” Roma 2003 4)Il contesto architettonico dell’anfiteatro Forni, 1958 Forni, in EAA, Vol I Voce “Anfiteatro”, pp. 374-388, Roma 1958. Gabucci, 1999 Gabucci, “Il Colosseo,” Milano 1999 Golvin, 1988 J.C.Golvin, “L’Anphiteatre romain. Essai sur la theorisation de sa forme et de ses fonction, 2 voll.Paris 1988 Golvin, 1990 J.C. Golvin – C. Landes Ch. ,“Amphiteratres et Gladiateures″, presse du CNRS , ‘Paris 1990 Golvin, 1994 J.C.Golvin, in EAA, Vol. I Suppl. II, voce « Anfiteatro , pp. 233-235, 1994 Grant, 1995
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