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Persone, luoghi e mestieri: il presepe della stazione

PERSONE, LUOGHI E MESTIERI Nella memoria cittadina: Gelmino De Antoni, Luigi Poto e il presepe della stazione

Sono passati più di quarant’anni da quando i colleghi e amici Gelmino De Antoni e Luigi Poto iniziarono ad ampliare insieme il presepe della stazione che tutti i Vipitenesi ricordano. Gelmino e Luigi hanno poi continuato fino al 2007 ad allestire e a curare la manutenzione del grande presepe meccanizzato che occupava più di metà sala d’aspetto. Nel periodo natalizio, con l’atmosfera particolare che creava, il presepe attirava in stazione molti Vipitenesi ma anche tanti visitatori che arrivavano apposta per ammirarlo dal resto della Provincia e, di volta in volta, le offerte raccolte grazie al presepe venivano devolute a scopo benefico. Ogni anno, il montaggio impegnava i due amici per almeno tre settimane. Visto da dietro, il presepe semovente era infatti un groviglio di fili e un intrico di collegamenti che solo Gelmino e Luigi erano in grado di montare. Con effetti sonori e visivi erano riusciti a creare l’alba e il tramonto, il cielo stellato, la pioggia e la neve; oltre alla segheria, al mulino e al ruscello, avevano meccanizzato anche diverse statuine: il panettiere infornava il pane, il calzolaio aggiustava le scarpe, i pastori passavano con il gregge al seguito e l’arcangelo Gabriele sorvolava la capanna. Tutte le componenti del presepe erano materiali di recupero che i due amici avevano assemblato con perizia e ingegno, ad esempio, l’automazione degli effetti meteorologici era azionata da un timer meccanico di una vecchia lavatrice. Pur lavorando in squadra, ciascuno aveva la propria specializzazione, De Antoni si occupava infatti di tutta la parte elettrica, mentre Poto si dedicava soprattutto degli aspetti di falegnameria. Il presepe della stazione ha una

storia peregrina. Il suo nucleo originale era stato costruito da Gelmino e sistemato in una stanza in casa propria, poi, tramite l’interesse di Flavio Cera, il presepe fu esposto per un periodo nella chiesa di Santo Spirito, in seguito fu trasferito nella caserma del Morbegno e, infine, trovò la sua decennale collocazione nella sala d’aspetto della stazione ferroviaria. “Andai a casa di De Antoni e, vedendo il presepe, gli proposi di metterlo in chiesa.” - racconta Flavio Cera - “Nell’autunno del 1978 ci mettemmo a lavorare nella sala dell’oratorio Maria Schutz. Gelmino e Luigi ampliarono la struttura originale e il professor Fantoni fece le casette e la scenografia per lo sfondo. Ogni tanto la signora Pesce passava e ci portava un caffè caldo. Lo smontammo e lo rimontammo a Santo Spirito per un paio d’anni, poi fu portato in caserma.” Dal 2007 non fu più possibile esporre il presepe in stazione e non si riuscì a trovare un posto alternativo in cui collocare la grande struttura semovente in modo stabile. Gelmino e Luigi speravano infatti che fosse possibile trovare un posto da aprire al pubblico in concomitanza con i mercatini di Natale, senza dover più smontare e rimontare il presepe, che con l’avanzare dell’età diventava per loro un’incombenza sempre più impegnativa. Il Comune di Vipiteno offrì il deposito temporaneo del presepe nel magazzino dell’ex Consorzio Agrario ma, al momento della demolizione dell’edificio, fu necessario sgombrarlo e il figlio di Gelmino, Marco De Antoni, poté conservare solo una parte della grande struttura. Del lungo lavoro e della passione dedicati da Gelmino e Luigi allo straordinario presepe della stazione rimangono un video, un servizio del 1990 per il TG3 di Maurizio Ferrandi e delle fotografie. Tuttavia, grazie al presepe, resta soprattutto l’aiuto concreto fornito nel corso degli anni con adozioni a distanza, con contributi alla Lega per la lotta contro i tumori, con donazioni a famiglie in difficoltà, dall’Alta Val d’Isarco al Brasile, dalla Val di Vizze alla Thailandia. E vivido nel suo fascino rimane il ricordo del presepe nella memoria dei Vipitenesi. cf Gelmino De Antoni (1930-2020) arriva a Vipiteno all’inizio degli anni Sessanta da Legnago (VR) con la moglie Mirella Montebello e lavora per le FFSS come tecnico degli impianti nella sottostazione elettrica di Vipiteno-Val di Vizze. A Vipiteno nascono i figli Marco e Rita.

Luigi Annunziato Poto (1925) originario della provincia di Lecce, vince un concorso per le FFSS e gli viene assegnata la sede di Vipiteno. Nel 1960 giunge dunque da Roma, dove lavorava come ebanista, insieme alla moglie Giuseppina Spagna e ai figli Nicola e Patrizia. Luigi lavora nella sottostazione elettrica di Vipiteno-Val di Vizze e nel 1970 la moglie Giuseppina apre un negozio di cartoleria, articoli da regalo e cornici.

In piazza Alexander Langer una grande opera dedicata alla convivenza

Il 18.10.2019 è stato inaugurato, dopo lavori di ristrutturazione e ampliamento, il Polo Scolastico in lingua Italiana “Alexander Langer”, centro di riferimento per apprendimento e insegnamento che comprende scuole elementari, medie e superiori. In fase di programmazione dell’opera, cofinanziata dal Comune di Vipiteno e dalla Provincia Autonoma di Bolzano, sono stati previsti anche interventi per l’abbellimento artistico dell’edificio e dei suoi spazi esterni. All’interno della scuola è stato quindi deciso di restaurare sette dipinti esistenti, importanti opere di artisti locali, che sicuramente chi ha frequentato l’istituto ricorda e che era importante fare rinascere in quanto una delle prime manifestazioni di opere d’arte in edifici pubblici nella storia dell’Alto Adige. Negli spazi aperti circostanti invece l’intento era dare nuovo splendore alla Piazza Alexander Langer realizzando un’opera artistica dal tema “plurilinguismo, convivenza e interculturalità”. Attraverso l’arte si voleva trasmettere ai giovani studenti e a tutti gli utenti della scuola la cultura della convivenza fra diversi gruppi linguistici e popolazioni, richiamando così il pensiero di Alexander Langer il quale, prima di essere politico, giornalista o insegnante era Mediatore, Ponte tra mondi lontani, tra lingue e culture diverse, tra i “grandi” e i “piccoli”. Nel 2019 la Ripartizione 11 - Edilizia e Servizio Tecnico della Provincia Autonoma di Bolzano ha bandito il “Concorso ad inviti per l’arte negli edifici pubblici - Polo scolastico in lingua italiana a Vipiteno”. Oggetto del concorso, coordinato dall’architetto Stefania Saracino, era l’elaborazione di un progetto per un’opera d’arte da realizzare negli spazi esterni della scuola. Ogni partecipante al concorso po98

teva scegliere liberamente la forma za” e rappresenta due teste, una artistica, la tecnica costruttiva, i femminile in granito nero e una materiali e l’ambito d’intervento maschile in granito bianco, dispoin funzione del proprio concetto ste una di fronte all’altra. Teste e artistico, tenendo però in partico- granito, due elementi ricorrenti nel lare considerazione gli spazi antistanti l’accesso principale dell’istituto, ovvero piazza Alexander Langer. Al concorso sono stati invitati 5 artisti: Markus Gasser, Robert Engl, Christoph Hofer, Lois Anvidalfarei e Antonio Luigi De Paoli. La commissione giudicatrice era composta da Andrea Sega, Direttore Ufficio Edilizia Est, P.A Bolzano, da Gabriele Lorenzoni, Exhibition curator del MART, Museo di Fonti fornite da arch. Stefania Saracino Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e da percorso artistico di Markus, che Fabio Cola, assessore alla cultura, descrive così i suoi lavori: “Scolpire scuola e scuola materna in lingua la pietra non è solo un atto artigiaitaliana del Comune di Vipiteno. nale, ma più ancora filosofico. Nel Al termine della valutazione delle lungo tempo in cui si lavora su un proposte pervenute, la commissio- blocco di pietra trascorre una fase della vita in cui comincia la battaglia tra materiale e idea. Con il duro granito mi rendo conto della sua transitorietà, ma l’attimo fa parte dell’eternità. Mi esprimo attraverso la scultura, ma è l’uomo, e sempre l’uomo, che mi interessa. Voglio rappresentare le due facce dell’uomo, il bene e il male che convivono dentro di lui, e per farlo uso forme, superfici e colori così da raggiungere un senso d’armonia partendo dagli opposti che si uniscono. Negli ultimi anni mi sono occupato della testa, tene giudicatrice ha nominato vinci- ste che dialogano e hanno radici tore il progetto dell’artista Markus nella terra come fiori nel prato.” Gasser. Secondo il giudizio della comMarkus Gasser è uno scultore di missione giudicatrice la proposta Bressanone, ha frequentato la dell’artista si caratterizza come scuola artistica di Ortisei e si è di- un’opera scultorea monumentale, plomato all’Accademia di Brera a che colpisce per l’alta qualità della Milano. La sua opera vincitrice del sintesi formale e per i riferimenti concorso, è intitolata “Conviven- mai banali ai modelli della scultura figurativa del ‘900. Le sculture sono stata posizionate nella primavera del 2020, nella piazza antistante il Polo Scolastico, purtroppo senza nessuna cerimo-

nia ufficiale a causa del difficile periodo legato alle restrizioni causate dal Covid e si inserisce perfettamente in quel contesto invitando tutti all’interazione e alla convivenza. Questi volti danno l’impressione di dialogare tra loro in piena armonia, senza tensioni, infondono speranza e trasmettono il senso di appartenenza alla terra come le radici degli alberi tra cui sono perfettamente collocati. L’opera interpreta in modo originale il tema del concorso e la filosofia di vita di Alexander Langer. Il tempo accrescerà ulteriormente l’importanza ed il significato di questo intervento artistico, quando passata la pandemia, i bambini e tutti gli studenti potranno tornare a correre e giocare liberamente in Piazza Langer, in compagnia delle due teste, bianche e nere, diverse per colori ma uguali complici del loro tempo libero, con la certezza che una volta cresciuti l’arte avrà saputo insegnare loro, senza ricorrere a parole, valori fondamentali per l’uomo. gc

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