Giornale web Arcicaccia Agosto 2015

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Agosto 2015

Le parole si incontrano per il tempo della ragione e della passione

E’ l’Apertura... lì ci porta il cuore Ai cacciatori italiani un “in bocca al lupo”, quest’anno unitario, corale e senza confini “E’ l’Apertura” …. lì ci porta il cuore… E’ allora le parole si incontrano per il tempo della ragione e della passione. Ai cacciatori italiani un “in bocca al lupo” quest’anno unitario, corale e senza confini. Osvaldo Veneziano Condividiamo e pubblichiamo Editoriale di Marco Ramanzini tratto da Il Cacciatore Italiano, organo ufficiale della Federazione Italiana della Caccia Poche altre attività come la caccia sono scandite da riti e momenti particolari. Sono il frutto di una storia e di una pratica che affonda le radici nei primordi del genere umano, con questo è cresciuta ed evoluta. Le incisioni rupestri propiziatorie delle prime tribù, come ci ha ricordato Cristoph Gasser all'ultima assemblea Uncza, sono lì a testimoniarlo, cosi come la pittura, la scultura, la musica, la letteratura ... La cultura venatori a è, per chi la vuole leggere, fenomeno complesso, ricca e feconda. Meglio, e a nostro giudizio più esatto, la cultura dell'uomo in generale è ricca di riferimenti alla caccia. Perché non esiste una cultura che sia solo venatoria o qualsiasi altra connotazione le si voglia attribuire. La cultura è una, raccoglie quello che l'uomo è, la sua essenza, e appartiene a tutti solo che, come dicevamo, si abbia la voglia e la mente aperta per leggerla e comprenderla. E a volte riconoscerlo. Magari senza condividerla, ma comunque tributandole il rispetto che merita. Caccia patrimonio immateriale dell'umanità dunque, come il paesaggio, il linguaggio, le tradizioni … È un po' che se ne parla, ma le chiusure e l'ostilità, quando l'argomento è l'attività venatoria non mancano. Su questo ceppo antico si vanno a innestare i rami di un futuro che è già presente, fatto di applicazioni per lo smartphone - ormai oggetto comune – per ricevere e dare informazioni le più svariate su territorio, ambiente, fauna o rendersi protagonisti della lotta alla perdita di suolo e distruzione degli habitat, principali cause della diminuzione di specie selva-

tiche e di biodiversità. O di droni per effettuare monitoraggi, censimenti è combattere il bracconaggio. Di questo vi raccontiamo nelle prossime pagine, frutto di un periodo particolarmente fecondo attorno a questi temi. Passato, presente e futuro si mescolano, uniti da un filo rosso che non si è mai interrotto. È una caccia che cresce, che cambia, lo abbiamo detto più volte, proiettata verso un domani che non appare sempre roseo, ma che in gran parte dipende anche dalla nostra capacità di sviluppare ancor più il nostro ruolo di gestori, di raccoglitori di dati, di osservatori di fauna e ambiente. Così saremo sempre più protagonisti inuna società in cui -

raccontiamo anche questo - possiamo avere un ruolo sociale ed economico di tutto rispetto, non più come meri consumatori, ma come creatori di posti di lavoro ad esempio.Ma parlando di riti, il pensiero non può non andare all'apertura ormai prossima. Sempre uguale e sempre diversa, emozionante alla prima come alla sessantesima licenza. Celebriamolo col rispetto che merita questo rito, agendo secondo etica, scienza e conoscenza, facendone un momento di festa, in cui lo stare con gli amici, i figli, i padri, sia più importante del voler a tutti i costi far carniere. E che questo filo rosso che preannuncia nel buio della notte l'alba rappresenti quel filo che ci unisce e che ci guida verso un futuro migliore. In bocca al lupo!

Caccia: si scrive Arci Caccia e si legge Unità delle Associazioni Venatorie Anche quest'anno, agli albori di una nuova stagione venatoria, caccia si scrive ARCI Caccia. Le scelte degli ultimi mesi hanno permesso alla nostra associazione di traguardare grandi appuntamenti nella consapevolezza di dare forza e futuro alla nostra grande passione, la caccia. Altri anni, ormai passati controcorrente, in un dialogo diretto con la società, siamo riusciti a contrapporci soli alle "sirene" di chi con la demagogia ha minato la stabilità dei calendari venatori, aprendo alla stagione dei ricorsi da parte di un mondo animalista sempre più retrivo e aggressivo, mentre oggi più che mai il nostro ruolo, con le nostre scelte lungimiranti, ci ha aperto la strada dei grandi mezzi di comunicazione, anche se non ancora in modo sufficiente . Adesso dobbiamo fare un piccolo sforzo e coordinare le azioni, le nostre azioni, regione per regione: l'ARCI Caccia deve avere un voce sola, ovunque. Oggi abbiamo un'occasione storica, le nostre coerenti posizioni di dialogo con il mondo ambientalista responsabile, con il protocollo d'intesa

firmato con Legambiente, ANUU e Federcaccia possono prevalere nella società e mettere fine al "germe" del populismo venatorio: che tanti danni ha fatto alla nostra grande passione. Dobbiamo quindi promuovere la gestione della fauna, nel solco dei 5 progetti della filiera ambientale che nascono "dal protocollo", trovando il sistema per vincere l'equazione ignobile caccia uguale sterminio ambientale valorizzando quanto facciamo nei nostri ATC e CA. Siamo protagonisti insieme al CNCN, a Federparchi, alle Università del Gusto, di Milano, di Napoli, di Urbino, a Federcaccia, Legambiente, ANUU, EPS, Coldiretti di una rete positivamente accolta dall’opinione pubblica anche se siamo solo all’inizio. Nel solco di quanto descritto, le Regioni del Nord hanno una grande responsabilità di riuscita o meno di quella che diventa sempre più una "battaglia culturale" di sopravvivenza e proiezione futura della ... Giuliano Ezzelini Storti (continua a pag.3)

I contenuti dell’unità nelle Regioni del Mezzogiorno

Qui non ci sono le “manovre annessionistiche” La legge di istituzione dei Parchi in Italia a cui si sono conformate le varie Regioni è la L.394/91 che è antecedente alla L.157/92 (ancorché di poche settimane). Una congiunta, contestuale ed equilibrata applicazione delle due leggi non realizzate, è uno dei problemi della caccia nelle regioni dell’Italia meridionale e nelle regioni in generale laddove non si è rispettato il limite posto alle aree protette dalla L.157/92. Credo che si possa, con il supporto della scienza, ridefinire le percentuali differenziando tra zone di tutela integrale (parchi) e aree in cui è possibile praticare un’attività venatoria ecocompatibile e controllata. Potrebbe essere rivista la normativa delle Aree Contigue, in cui definire le condizioni di residenza venatoria di tutti i cacciatori e creare quelle per più superficie a disposizione del prelievo programmato, sempre più ineludibile, di contenimento di specie selvatiche che arrecano danni all’economia agricola, in aumento, quando non danni per la vita di uomini e donne. La presenza rinnovata della “caccia” sul territorio passa per la proposta alle Associazioni Venatorie corresponsa-

bili a “un patto per l’ambiente”; con gli agricoltori ed il volontariato ambientalista avremo delle “sentinelle dell’ambiente” organizzate e coordinate. Guardare al futuro, auspicando che la Polizia Provinciale venga trasferita alle Regioni, potrà significare costruire un nuovo modello di sicurezza nelle campagne. Agli Enti preposti (Regioni, Corpo Forestale dello Stato) il compito di organizzare un’attività pubblica di controllo con il personale dipendente ma anche la direzione del volontariato delle GGV ambientali, da riqualificare: sia quelle delle associazioni venatorie e anche ambientali, ma coinvolgendo anche quelle campestri e dei parchi. Avere così una rete di prevenzione attiva dei reati nelle campagne, per contrastare inquinamento, consumo del suolo, eco-reati, bracconaggio. Gli strumenti normativi messi a disposizione dalla legge recentemente approvata si debbono valorizzare. Altro punto critico dell’Italia meridionale è la dimensione degli A.T.C. Sergio Sorrentino (continua a pag.3)


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Il Consiglio Nazionale ha deciso di convocare per il 19/20 marzo 2016 il Congresso dell’Arci Caccia

Valorizzazione dei soci, volontariato, la caccia nella società, l’unità del mondo venatorio e il modello organizzativo: i temi della discussione

Il Consiglio Nazionale dell’Arci caccia, riunito a Roma il 21 marzo 2015, ha approvato a maggioranza (10 voti contrari), l’ordine del giorno con il quale viene convocato il Congresso dell’Associazione. Di seguito il testo completo dell’ordine del giorno. Il Consiglio Nazionale dell’Arci Caccia si impegna sulle seguenti finalità prioritarie: definire il modello organizzativo del prossimo quadriennio dell’Arci Caccia, Associazione Venatoria riconosciuta ai sensi della Legge 157/92, articolata attraverso i Comitati Regionali (strutture dell’Associazione) organi di rappresentanza degli indirizzi decisi dagli organismi eletti previsti dallo Statuto nazionale; valorizzare i soci quale patrimonio dell’Arci Caccia Nazionale che affidano a questa la tutela dei loro diritti di cacciatori e del loro rapporto con la Società; riconoscere il volontariato quale ricchezza e forza principale dell’Associazione a tutti i livelli e conseguente modifica statutaria che preveda che gli incarichi elettivi dell’Arci Caccia

siano svolti a titolo gratuito; riconquistare un più ampio consenso alla “caccia” tra i cittadini e con le nuove generazioni. L’Associazione, nelle sue articolazioni presenti sul territorio, si impegna a sostenere in

ogni Regione, il sistema dei rapporti già apertisi con Università, agricoltori, imprenditori delle armi sportive, ambientalisti, Ispra, attraverso il “Tavolo della Filiera Ambientale”. a partecipare alla Federazione Na-

zionale delle Associazioni Venatorie Riconosciute (Fe.N.A.Ve.Ri). Promuoverà: iniziative e attività utili in tutte le Regioni al fine di contribuire alla costituzione dei Comitati previsti nello Statuto nazionale della Federazione. La Federazione Nazionale e il suo radicamento in Italia in ogni Regione sono il punto di partenza per avviare una nuova radicale e alternativa nell’organizzazione della rappresentanza delle Associazioni Venatorie che, a questo processo, saranno interessate. nel quadriennio del prossimo mandato congressuale, un confronto più serrato con la Federcaccia affinché, archiviate ipotesi annessionistiche, si possa discutere insieme di un progetto per la “costituzione” di una nuova Associazione venatoria che iscriva i cacciatori per interesse specifico dell’attività venatoria praticata. In questo modo, recuperando i diversi interessi di caccia, ci si potrà ritrovare in un’unica Associazione di primo grado, per realizzare la gestione faunistica del territorio a tutela del “bene comune”. L’Arci Caccia

auspica una contestuale evoluzione e della Federazione unitaria e del rapporto diretto con la FIdC e l’Anuu per avviare una riflessione che porti al superamento delle stesse Associazioni così da poter offrire ai soci e ai cacciatori tutti, un nuovo soggetto al quale aderire, alternativo alle Associazioni Venatorie, così come si presentano nelle modalità organizzative di oggi; all’attenzione alla fauna selvatica, patrimonio da governare nel rispetto dell’economia del Paese e del lavoro degli agricoltori, si propone al Congresso di contribuire positivamente affinché la rappresentanza del lavoro e dei “saperi” presenti al “tavolo ambientale” producano intese utili al Parlamento per affrontare, in un contesto sociale meno avverso, il tema della modifica delle leggi 157/92 e 394/91 dando priorità assoluta al tema dei danni da fauna selvatica, in particolare alla nostra agricoltura. Delibera di avviare il percorso per svolgere il proprio Congresso Nazionale a Roma il 19/20 marzo 2016

Norme per la convocazione e la partecipazione 1. Sulla base delle norme approvate dal Consiglio Nazionale del 11 luglio 2015 i Congressi delle Federazioni Provinciali, provvedono ad approvare i documenti politici ed organizzativi nonché ad eleggere i delegati al Congresso Nazionale. 2. Le dimensioni territoriali di svolgimento dei Congressi Provinciali, al fine di garantire la presenza di tutte le Federazioni Provinciali, saranno individuate sulla base del “Codice Federazione” e riscontrato dall’organo statutario preposto, che definirà il numero dei delegati da eleggere sulla base degli iscritti dell’anno 2014, che insistono in ogni singola area. 3. Resta inteso che ad ognuno dei 104 Codici Federazione in cui è ripartito il territorio nazionale, corrisponderà un solo Congresso Provinciale corrispondente alla relativa area individuata e che, pertanto, i Congressi Provinciali che verranno effettuati su tutto il territorio nazionale saranno in totale centoquattro. 4. Possono essere svolti Congressi di Circolo formalmente costituiti, prima di quelli di Federazione, designando dei delegati a svolgere il Congresso provinciale. Tale decisione deve essere assunta di concerto fra Direzione Regionale e Direzione Provinciale. 5. Si dà facoltà ai Comitati Regionali, di concerto con i Comitati Provinciali, di accorpare geograficamente alcuni Congressi di Federazione, esclusivamente fra Codici Federazione che risultassero essere inferiori a 150 iscritti. 6.Spetta alla Commissione Nazionale per il Congresso designare, per i Congressi di Federazione, un Garante Nazionale che concluderà e garantirà la regolarità dell’Assise, mentre nei Congressi di Circolo spetterà al Provinciale nominare un Garante con le medesime funzioni. 7. Entro il 15 febbraio 2016 dovranno essere conclusi i Congressi Provinciali delle aree soprarichiamate. 8. Il Congresso Nazionale si svolgerà su documenti a tesi emendabili, ma sulle singole tesi è vietato calibrare la rappresentanza dei delegati. La rappresentanza al Congresso Nazionale sarà frutto del voto delle singole Federazioni che, al loro interno, dovranno calibrare la rappresentanza proporzionale degli eventuali documenti politici. La Commissione Nazionale per il Congresso, alla fine dei Congressi di Federazione, calcola un riequilibrio in base ai voti conseguiti. 9. Per essere presentato, ogni documento politico dovrà essere supportato da almeno 20 firme di componenti eletti dal Congresso nel Consiglio Nazionale; in alternativa, ogni Comitato Provinciale o Territoriale potrà supportare (tramite voto a maggioranza assoluta del proprio organismo dirigente attualmente in carica) un documento nazionale che, per essere presentato, dovrà avere il sostegno di almeno 12 Federazioni ripartite su minimo 2 Regioni; in alternativa 300 firme di soci con regolare tessera 2014, raccolte almeno in 3 Regioni. Ogni documento Politico potrà indicare al proprio interno una proposta di candidato alla Presidenza Nazionale dell'Associazione. 10. Per essere presentata ogni Tesi emendativa dovrà essere supportata da almeno 15 componenti il Consiglio Nazionale. 11. La presentazione di un documento

politico nazionale, a pena di inammissibilità, dovrà essere presentato all’Associazione Nazionale, entro e non oltre le ore 12.00 del giorno 30 Settembre 2015, correlato di firme dei componenti il Consiglio Nazionale, eventuali verbali di votazione dei Comitati Provinciali a sostegno, oppure correlato delle 300 firme necessarie oltre che con una sintesi del documento leggibile in 15 minuti. 12. La presentazione di una o più tesi emendative dovrà essere presentata all’Associazione Nazionale, entro e non oltre le ore 12.00 del 5 Ottobre 2015 correlata di firme dei Componenti il Consiglio Nazionale. 13. La distribuzione dei delegati è ripartita su base Provinciale e si basa sulla proporzione di 1 ogni 150 iscritti o frazione superiore a 75, con un minimo di delegato per codice Federazione. Nel caso si svolgano i Congressi di Circolo i delegati al Congresso Federale sono ripartiti sulla proporzione di 1 ogni 15 iscritti con frazione superiore a 8. 14. I delegati complessivamente sono ripartiti sulla base degli iscritti al 31 dicembre 2014. 15. Ogni documento politico sarà inviato entro il giorno 1 ottobre 2015 ad ogni Federazione Provinciale, mentre eventuali emendamenti saranno inviati il giorno 6 Ottobre. 16. Ogni Comitato Provinciale dovrà comunicare alla Direziona Nazionale entro e non oltre il giorno 20 ottobre 2015 la data del proprio Congresso Provinciale al fine di consentire la nomina e la presenza di un Garante, nominato dalla Commissione Nazionale per il Congresso e la possibilità, ai presentatori di ogni singolo documento, di poter organizzare la propria presenza nei vari Congressi di Federazione. 17. La data del Congresso Provinciale dovrà essere portata a conoscenza del corpo sociale mediante affissione all’Albo dell’Associazione o con comunicati stampa e mediante ogni mezzo utile ad assicurare la massima diffusione al fine di garantire il più alto grado di partecipazione dei soci con almeno 5 giorni di preavviso, pena non validità del Congresso. Sono invitati ai Congressi i componenti dei Direttivi provinciali uscenti che operano nell’area. 18. Qualora uno o più Congressi Territoriali non vengano celebrati nei termini temporali suindicati tale mancanza non costituirà irregolarità nella celebrazione del Congresso Nazionale. 19. E’ possibile prevedere uno o più delegati supplenti per il numero massimo dei delegati effettivi. I delegati supplenti subentreranno in ordine progressivo ed eventualmente per lista, come da trascrizione sul verbale, in sostituzione dei delegati effettivi impossibilitati a partecipare al Congresso Nazionale. Possono essere eletti anche delegati non iscritti nelle Federazioni in cui si svolge il Congresso compreso il Garante Nazionale, purchè in possesso di regolare iscrizione nel Dicembre 2015. 20. I Congressi di Federazione o di Circolo si svolgeranno nelle seguenti modalità: a) elezione da parte degli iscritti o dei delegati di un Presidente del Congresso e di una Presidenza di cui fanno parte di diritto i Garanti e i presentatori di docu-

mento; b) elezione della commissione verifica poteri, elettorale e politica; c) relazione del Presidente Uscente di Federazione o di Circolo per un massimo di 15 minuti; d) ad ogni Presentatore di documento sono riservati 15 minuti, in mancanza del relatore di documento, il Garante legge la sintesi del documento politico che non avesse relatore, l’ordine di presentazione è in base alla presentazione nazionale; e) relazione e voto sulla relazione in merito alla regolarità del Congresso svolta dalla Commissione Verifica Poteri; f) dibattito; g) eventuali repliche dei presentatori di documento, in ordine inverso, per un massimo di 5 minuti; h) votazioni dei documenti o del documento nazionale; i) votazione di eventuali emendamenti nazionali o locali sui documenti da parte dei votanti i singoli documenti; j) elezione dei delegati; k) elezione degli organismi dirigenti; l) conclusioni del Garante. 21. Il Congresso Nazionale si svolgerà a Roma. I costi di ospitalità dei delegati presenti saranno a carico della Direzione Nazionale per il tempo strettamente necessario allo svolgimento dei lavori. 22. Al termine di ogni Assemblea verrà redatto apposito verbale, su modello pre-

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disposto dalla Direzione Nazionale, che andrà compilato e inviato alla Direzione Nazionale e alla Commissione Nazionale per il Congresso. 23. Ogni delegato ha diritto ad esprimere un solo voto e non è possibile il cumulo delle deleghe. 24. Il Congresso eleggerà un Presidente dell’Assemblea ed un Segretario verbalizzante. 25. Al Congresso sono invitati i componenti il Consiglio Nazionale uscente. 26. Gli Statuti delle aree territoriali avranno valenza costitutiva, ove necessario saranno ispirati al vigente Statuto ed ai gruppi dirigenti eletti sarà delegato di adeguare il proprio statuto a quello approvato, in via definitiva, dal Congresso Nazionale e a quelli Regionali che andranno convocati dal giugno 2016 per adeguare il loro statuto a quello nazionale. 27. I Congressi Regionali avranno luogo al massimo entro un anno dalla celebrazione del Congresso Nazionale e i delegati saranno eletti dalle Federazioni con un rapporto iscritti/delegati deciso dalla Direzione regionale uscente. I Congressi Regionali saranno convocati dalle Direzioni Regionali uscenti e le date saranno approvate dal Consiglio dei Presidenti Regionali uscenti in modo tale da evitare accavallamenti. 28. La Conferenza dei Presidenti Regio-

nali valuterà eventuali inviti di rappresentanti di Associazioni, Enti, Forze Sociali e Politiche; rappresentanti di Governo nazionali, regionali locali e stabilirà l’ordine del Giorno per lo svolgimento del Congresso Nazionale. 29. Viene convocato il Consiglio Nazionale entro e non oltre la data del 10 Ottobre 2015 per ratificare i documenti nazionali, che saranno ivi presentati e votati, per eleggere la Commissione Nazionale per il Congresso (composta da 7 membri) che sovraintenderà allo svolgimento regolare delle assise locali e nella sua composizione terrà conto proporzionale del voto ai singoli documenti o emendamenti. 30. Vanno inviati alla Commissione Nazionale per il Congresso gli eventuali ricorsi o richieste di chiarimenti sulle regole nazionali, la Commissione si esprimerà massimo entro 5 giorni con voto a maggioranza dei propri componenti presenti. 31. La Commissione Nazionale per il Congresso termina il proprio lavoro con l’inizio del Congresso Nazionale. 32. Fino alla celebrazione del Congresso Nazionale, durante l’apertura del quale decadranno automaticamente, tutte le cariche nazionali rimango con pieni poteri. Norme approvate a maggioranza dal Consiglio Nazionale dell’11 luglio 2015 in forma aperta


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(prosegue dalla prima pagina)

caccia, perché nei Comprensori Alpini, nei Distretti, nelle Riserve Alpine risiedono quegli esempi positivi di gestione della flora e della fauna che erano e restano negli scopi della legge 157. Per questa ragione non vogliamo perdere tempo e nonostante ci troviamo già nella fase Congressuale della nostra associazione, l'obiettivo è che nell'arco di quest'anno si gettino le basi per lo svolgimento della riunione interregionale del Nord, che consenta anche una strutturazione organica. L'interregionale del Nord che non vuole dire una semplice riunione della nostra associazione e di tutte le sue articolazioni territoriali (circoli, federazioni, comitati regionali), ma un appuntamento che cerchi di strutturare un programma di "cose da fare" per costruire calendari venatori omogenei, non le "arlecchinate" di adesso, per imporre un dialogo con le istituzioni e il resto del mondo venatorio che non si concluda con gli infruttuosi ricorsi alla magistratura e lo scontro perdente con la società, ma produca risultati veri per i cacciatori. Ma interregionale significa anche partecipazione, dialogo e confronto: per questo progetto auspichiamo suggerimenti della organizzazione e dei nostri singoli iscritti. In questi mesi dovremmo inoltre strutturare maggiormente il nostro lavoro nei Comprensori Alpini, il nostro coordinamento in questo ambiti di caccia, non in una presenza fine a se stessa, ma nel condividere esperienze e portare contributi alla gestione come sappiamo fare e che poco è stato valo-

Caccia: si scrive Arci Caccia e si legge Unità delle Associazioni Venatorie

rizzato. Realizzeremo prima e meglio gli obiettivi richiamati se lavoreremo all'unità del mondo venatorio, e questo importante atto si chiama Federazione nazionale delle associazioni venatorie: si è iniziato il

percorso, e sottoscritto lo statuto, ora è il tempo dei fatti. Il lavoro che dobbiamo fare è sicuramente tanto, ma la forza e la volontà non ci mancano; scegliere la nostra tessera in Italia è andare oltre la “buona assicurazione”, i

servizi, e ne siamo orgogliosi, ma è anche riconoscere che ogni iscritto con noi è protagonista della caccia del futuro non di la da venire ma che comincia da oggi. Giuliano Ezzelini Storti

Finalmente a Roma e Provincia un atteggiamento concreto e di buon senso “La decisione assunta dal Consigliere delegato all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Città Metropolitana di Roma Marco Palumbo, a seguito delle criticità riscontrate nelle aree urbane, di dare mandato alla dirigenza dell’ufficio preposto di attivare, nel più breve tempo possibile il controllo tramite abbattimento dei cinghiali va nella giusta direzione. Finalmente un amministratore, senza pregiudizi e retro pensieri ideologici ha avuto il buon senso di ascoltare i cittadini e gli esperti del settori preoccupati di una situazione ormai non più gestibile con i normali mezzi a disposizione”: è il commento di Andrea Severi, Presidente dell’Arci caccia di Roma e Provincia. “Ora l’impegno deve essere quello di passare dalla carta stampata ai fatti; non dubito che il piglio operativo intrapreso garantisca una rapida ed efficace soluzione al problema, che beninteso non significa sterminio delle popolazione di cinghiali esistenti ma porsi l’obiettivo di risolvere il problema del sovrannumero senza ipotizzare idee singolari e salottiere, potenzialmente costosissime ed inefficaci, utili al massimo a catturare o sterilizzare qualche controfigura di cinghiale e non già femmine alpha assai pericolose e difficili da accostare. Per avviare l’operazione è necessaria una task force di esperti in tecniche di abbattimento e di sicurezza sotto l’attenta supervisione del Corpo Forestale dello Stato e della Polizia Provinciale. L’Arci Caccia è pronta a collaborare e non farà mancare l’apporto delle migliori competenze a disposizione. Per questo chiediamo che si convochi il Comitato per la Sicurezza”.

I contenuti dell’unità nelle regioni del Mezzogiorno

Qui non ci sono le “manovre annessionistiche” (prosegue dalla prima pagina) hanno alcuni molti ettari da gestire con aree urbane che incidono per la presenza dei cacciatori, nonché ATC che ricorrono a criteri discriminatori per impedire la mobilità programmata dei praticanti la caccia. Alla luce di ciò si potrebbe pensare ad una semplificazione con una programmazione scientifica del territorio: ridisegnare i confini degli A.T.C. tenendo conto del concetto di aree omogenee dal punto di vista orografico e faunistico come elemento di riflessione. Semplificheremmo la vita e gli oneri alle Istituzioni e ai cacciatori, ottenendo, inoltre, un grande risultato: un più produttivo rapporto predefinito cacciatore/territorio (così come era nell’intenzione del legislatore della L. 157/92). Coordinando le Aree protette e gli A.T.C., diventa anche più agevole affrontare il problema delle squadre di cacciatori specializzate nella caccia al cinghiale nelle aree interessate. Si potrebbe, in questo caso specifico, vista da un lato l’emergenza “danni da cinghiale” all’agricoltura alla viabilità e alle persone derivanti dall’eccessiva proliferazione. Ipotizzare la definizione di aree di caccia specifiche che inglobino territori,attualmente,negati alla caccia , che tengano conto di legare stabilmente questi cacciatori al proprio territorio. Ne guadagnerebbe la sicurezza ed la gestione oculata,dal punto di vista faunistico ed ambientale. Nelle regioni del Sud è non risolta la difficoltà dei cacciatori migratoristi, per la mobilità programmata, soprattutto in particolari periodi dell’anno (in genere tra il 1° di Ottobre ed il 30° di Novembre) per potersi spostare orientati dalle linee di migrazione sul territorio regionale ed interregionale mantenendo un prelievo programmato. Vi è un valore economico in questi “spostamenti” invernali: piccole realtà interne delle nostre Regioni giovano

di queste presenze (attività ricettive, commercianti, piccoli produttori agricoli, etc). E’ una piccola economia che concorre alle risorse di donne e uomini e li aiutano a continuare a risiedere nelle aree svantaggiate. Se il problema “mobilità regionale” è stato parzialmente risolta grazie alla creazione di un sito WEB dedicato che permette di prenotare 50 giornate di spostamento sul territorio campano; il problema sussiste per la mobilità interregionale. L’assenza di dialogo istituzionale in materia, tra le Regioni confinanti non permette di mettere a sistema contiguità culturale nell’esercizio dell’attività venatoria tra le Regioni del Sud che hanno molte tradizioni comuni. Le Regioni più interessate sono: Puglia, Basilicata, Calabria, Molise. Mentre le Regioni del Centro-Italia: Toscana, Umbria, Lazio, Emilia Romagna, hanno parzialmente affrontato il problema con un patto di interscambio governato da strumenti informatici; ciò non è stato mai affrontato nel Sud –Italia. Dalle Regioni meridionali potrebbe partire una proposta di interscambio, per un numero limitato di giornate venatorie, alla sola selvaggina migratoria. Si pensi che i migratoristi rappresentano il 90% dei cacciatori Meridionali! In attesa di una programmazione telematica promossa dai Ministeri competenti con la creazione di un “Albo dei Migratoristi” di facile gestione e valido nell’intero territorio nazionale, occorrerebbe far incontrare le Regioni meridionali per affrontare il tema con le leggi vigenti. Molte cose si possono fare. Ci permettiamo, di richiamare l’attenzione sul Progetto Selvatici e buoni. Una filiera alimentare da valorizzare che, al momento vede quali interlococutori l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in collaborazione con il Dipartimento di Veterinaria dell’Università di Milano e la Società Italiana di Veterinaria Preven-

tiva Proposta in sintesi, dell’individuazione di due/tre territori specifici idonei, (sulla base di una valutazione che coinvolga associazioni venatorie e ambientaliste che dovranno essere parte integrante del progetto), per procedere a: una indagine per definire i numeri esatti della presenza di fauna selvatica, in particolare di ungulati, sul territorio, alla verifica della qualità e quantità dei possibili prelievi al fine di mantenere l’equilibrio ambientale e un corretto rapporto con le attività agricole e sviluppare un programma di caccia sostenibile. Il progetto prevede inoltre la realizzazione di attività di formazione per operatori della filiera di lavorazione e cacciatori per sviluppare conoscenze e competenze per la corretta gestione degli animali cacciati e delle carcasse. Tracciabilità e sicurezza alimentare saranno i punti centrali per garantire trasparenza e legalità in questo settore. Verrà altresì affrontato lo studio di un modello di comunicazione efficace fruibile dai ristoratori, nonché attraverso l’intero progetto si cercherà di creare nuovi posti di lavoro in aree in cui si assiste all’inesorabile abbandono dei giovani. Credo sia opportuno rivendicare l’interesse delle regioni del sud a questi progetti nei quali la cultura dell’ARCI Caccia si avverte, senza ipocrisia, in tutti i suoi contenuti. Se iscriversi non è solo prendere l’assicurazione, la nostra tessera equivale ad un investimento ben riuscito: siamo il “titolo” più accreditato che ispira l’iniziativa del sistema caccia italiano e apre spazi al protagonismo delle associazioni venatorie almeno di quelle che non vivono di passato o che fanno fatica a prendere consapevolezza che, “conoscere è potere” e i cacciatori hanno diritto ad avere un informazione che non oscuri e non censuri. La caccia vince nella trasparenza! Sergio Sorrentino

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Cefalù: Arci Caccia, su cinghiali anche responsabilità venatorie, serve legge (Mst/AdnKronos) Sull'allarme cinghiali "le responsabilità sono anche del mondo venatorio e della politica. In passato sono stati immessi questi animali sapendo che sarebbe esploso l'allarme del sovrannumero. Oggi abbiamo bisogno di intervenire in modo determinato per ridurre la

pressione sull'agricoltura e per farlo occorre una normativa straordinaria, al di fuori delle normali regole". Così all'Adnkronos Osvaldo Veneziano, presidente nazionale Arci Caccia, che sottolinea la necessità "di affrontare la questione a monte: l'uso delle carni, facendo emergere il nero per trasformarle in una risorsa dei territori". Per Veneziano serve una legge "che metta nelle condizioni di conoscere la quantità delle popolazione e di agire, superando i limiti delle aree protette, con tempi indipendenti. C'è una legge ferma in Senato - aggiunge Veneziano - la commissione Agricol-

Osvaldo Veneziano tura aveva individuato la gravità del tema, ma non ha dato seguito con gli interventi necessari". Con una situazione ormai fuori controllo, il mondo della caccia chiede una legge che "possa operare alle dipendenze di chi deve affrontare i danni, agricoltori compresi, e che consenta di utilizzare la carne di cinghiale non più al nero, legalizzandone il commercio e con i conseguenti controlli sanitari", conclude Veneziano.


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Approvata la legge comunitaria 2014. Dichiarazione congiunta di Fidc, Enalcaccia, Arci Caccia e Libera Caccia

Europa, due pesi e due misure ? Con l’approvazione definitiva al Senato del Ddl n. 1962, recante disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2014, il Parlamento ha regolamentato la cattura dei richiami vivi da impiegare nella caccia alla migratoria autorizzando mezzi e metodi non vietati dalla Direttiva 2009/147/UE. Le Associazioni Venatorie Federcaccia, Enalcaccia, Arci Caccia e ANLC, sottolineano come la norma, così come approvata, consenta l’utilizzo degli impianti di cattura da parte di privati, ad esempio per la cattura degli uccelli da destinare e/o cedere agli allevamenti. E ciò anche quando, come gli storici “roccoli”, detti impianti siano dotati di reti verticali selettive e non lesive, dal momento che la Direttiva “Uccelli” non vieta in modo assoluto ogni tipo di rete così come confermato dal fatto che la Direttiva “Habitat”, non a caso, consente la cattura dei mammiferi con reti selettive. Sicché per non perpetuare le solite incongruenze in danno dell’Italia, la lettura coordinata delle due direttive consente di affermare che l’art. 21 del D.D.L. n. 1962 non comporta alcuna limitazione ed è semmai destinato a recedere rispetto alla corretta e ragionevole interpretazione delle norme comunitarie. Le Associazioni Venatorie nazionali firmatarie ritengono comunque che la decisione assunta dal Senato abbia omesso di considerare il ruolo di testimonianze culturali e paesaggistiche che rivestono gli impianti di cattura, alcuni di essi secolari “monumenti verdi”, che ormai caratterizzano il quadro ambientale di alcune Regioni italiane. Vengono così calpestate tradizioni

La norma così come approvata consente l’utilizzo degli impianti di cattura dotati di reti verticali e non lesive. Per le Associazioni Venatorie il Senato ha omesso di considerare il ruolo culturale e paesaggistico degli impianti. Serve interpretazione Governo

secolari, perpetuate con l’utilizzo di impianti cui è da riconoscere il valore di “bene culturale” tutelato, che rischiano ora l’abbandono e l’oblio causando altresì un irreparabile danno al paesaggio. Gli impianti esprimono tradizioni e culture importanti, che in altri Stati membri non solo sono assunti quali valori meritevoli di tutela assoluta, ma altresì vengono giustamente considerate espressioni dei valori di civiltà delle Comunità locali,

riconosciute e condivise dalle Istituzioni Nazionali ed Europee. Il testo approvato ieri nulla risolve e anzi rappresenta una mancata presa di distanza del nostro Legislatore dalle discriminazioni comunitarie nei confronti del nostro Paese, tanto che contestualmente il Senato ha sentito il dovere di impegnare il Governo ad introdurre modifiche normative volte finalmente a definire l’espressione “impianti”, ipotizzando l’impiego misurato e rigida-

mente controllato anche di reti selettive, avuto altresì presente che essi rappresentano ormai elementi tipici e tradizionali del paesaggio di molte Regioni. Permane quindi l’equivoco politicamente voluto di mortificare le tradizioni italiane con la complicità del nefando uso dei “due pesi” praticati per i diversi Stati dalla Comunità Europea. Le Associazioni Venatorie firmatarie chiedono dunque al Governo una interpretazione chiara, non più equivocabile, per superare una condizione di interpretazione di parte di cui il Governo si è reso responsabile non avendo ottemperato alla delega affidatagli un anno fa dal Parlamento per scrivere un Decreto risolutivo di queste problematiche. Le stesse Associazioni invitano le

Regioni, in particolare quelle interessate dalla presenza, sui loro territori degli impianti di cattura, ad attivarsi verso le Istituzioni italiane ed europee per tutelare gli interessi dei cittadini tutti – non solo dei cacciatori – che in queste vivono e per i quali questa legge non esprime una bella pagina di storia. Federcaccia, Enalcaccia, Arci Caccia e Libera Caccia sono fermamente convinte a interessare la magistratura europea fino al massimo grado, affinché le Direttive trovino applicazione omogenea in tutti gli Stati. Se in Europa, la legge non è uguale per tutti i cittadini c’è da chiedersi infatti: cosa è allora l’Unione Europea? Federcaccia, Enalcaccia, Arci Caccia, ANLC

Senatori: il Governo chiarisca l’espressione “impianti” ODG G/1962/12/14 testo 2 Legge europea G/1962/12/14 (testo 2) CALEO, VACCARI, MARINELLO, LUCIANO ROSSI, CARDINALI

Stralcio norme approvate Art. 21. (Disposizioni relative alla cattura di richiami vivi. Procedura di infrazione n. 2014/2006) 1. Il comma 3 dell’articolo 4 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, è sostituito dal seguente: «3. L’attività di cattura per l’inanellamento e per la cessione ai fini di richiamo può essere svolta esclusivamente con mezzi, impianti o metodi di cattura che non sono vietati ai sensi dell’allegato IV alla direttiva 2009/147/CE da impianti della cui autorizzazione siano titolari le province e che siano gestiti da personale qualificato e valutato idoneo dall’ISPRA. L’autorizzazione alla gestione di tali impianti è concessa dalle regioni su parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, il quale svolge altresì compiti di controllo e di certificazione dell’attività svolta dagli impianti stessi e ne determina il periodo di attività». 2. I commi 1-bis e 1-ter dell’articolo 16 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116, sono abrogati. Art. 22. 1. La lettera cc) del comma 1 dell’arti-colo 21 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, e successive modificazioni, è sosti-tuita dalla seguente: «cc) il commercio di esemplari vivi, non provenienti da allevamenti, di specie di uccelli viventi naturalmente allo stato sel-vatico nel territorio europeo degli Stati membri dell’Unione europea, anche se im-portati dall’estero». (Divieto di commercio di specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo. Caso EU Pilot 5391/13/ENVI)

Il Senato in sede di esame dell'A.S. 1962, recante Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2014, premesso che: il disegno di legge europea, prevista dalla legge 24 dicembre 2012, n. 234, recante «Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea», reca tutte le norme, diverse dalle deleghe, necessarie ad adempiere ad obblighi europei, finalizzate a superare il non corretto recepimento della normativa europea nell'ordinamento nazionale e i casi di pre-infrazione o le procedure di infrazione aperte nei confronti del nostro Paese, anche al fine di evitare oneri a carico dello Stato a seguito di sentenze di condanna della Corte di giustizia UE; l'articolo 21 del disegno di legge in esame interviene sulla disciplina relativa alla cattura degli uccelli a fini di richiamo, di cui all'articolo 4 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, così come modificata, da ultimo dal decreto-legge n. 91 del 2014; considerato che: la direttiva n. 2009/147/UE, la cosiddetta «Direttiva uccelli», non ha inteso in alcun modo vietare l'uso di richiami vivi, così come risulta dalla Guida Interpretativa della Direttiva Uccelli – Comm. UE/Env. 2008; gli uccelli possono essere prelevati in piccole quantità, con l'uso dei mezzi e metodi previsti all'articolo 8, ovvero in modo selettivo e non 4

Approvato un ordine del giorno a firma dei senatori Caleo, Vaccari, Marinello, Rossi, Cardinali massivo, quale attività non di caccia, per il suo impiego misurato e pertanto lecito ai sensi dell'undicesimo considerando della direttiva, tramite l'uso di determinate reti, quali ad esempio quelle per l'attività di indagine ornitologica (mist-net), che va integrato con le competenze e l'esperienza degli operatori addetti, sia per il controllo diretto da parte del medesimo, che indiretto sotto la sorveglianza pubblica preposta, già da anni in atto; a queste condizioni, non può sussistere alcun livello di rischio, perché la cattura è finalizzata alla cessione degli uccelli quali richiami vivi entro i contingenti prefissati, e comunque con ampia garanzia di totale verificabilità delle cessioni, così come previsto al punto 3.5.51 della citata Guida Interpretativa Direttiva Uccelli; questo tipo di deroga è altresì con-

nesso all'articolo 8 della Direttiva, che indica la necessità di evitare la cattura e l'uccisione in massa o non selettiva e, in particolare, con i metodi dell'allegato IV della Direttiva stessa; inoltre, gli impianti gestiti su autorizzazione regionale, soprattutto quelli a reti verticali, rappresentano elementi tipici e tradizionali in molte regioni, gestite con professionalità e competenza; impegna il Governo: a valutare la possibilità di introdurre le idonee modifiche normative, compatibili con il diritto dell'Unione europea, volte a definire la portata interpretativa dell'espressione «impianti» prevista all'articolo 21 del disegno di legge in esame, cui le istituzioni dovranno attenersi, con particolare riferimento all'uso ragionevole delle piccole quantità, alla vigilanza che offra garanzie verificabili rispetto alla selettività del metodo di cattura, all'impiego misurato e alle condizioni rigidamente controllate, venendo ragionevolmente meno ogni rischio di superare il contingente di catture annualmente ammesso nonché il rischio nell'uso di reti espressamente indicate e da tempo autorizzate, garantendo così l'immediato rilascio di eventuali soggetti di altre specie non consentite".

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Ambiente, legalità, nutrizione. Fauna selvatica come risorsa Un grande impegno congiunto tra diverse istituzioni pubbliche e private per avere in Italia diffusi e aggiornati dati scientifici e georeferenziati, sulla base dei quali costruire la sfida della migliore governance della fauna selvatica, ridurre i conflitti con le attività umane ed esaltare la ricchezza dell’intreccio tra biodiversità e potenzialità territoriali. Ecco il messaggio innovativo dell’accordo firmato tra ISPRA, Legambiente, Federcaccia, Arcicaccia e Anuu presentato nell’ambito dell’iniziativa intitolata “Ambiente, legalità e nutrizione. Fauna selvatica come risorsa”, organizzata da CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura) in collaborazione con Grosseto Fiere e Fiera di Vicenza, che si è svolta sabato 30 maggio nell’ambito del Game Fair 2015 di Grosseto. Con questo appuntamento prosegue il percorso finalizzato a creare una nuova cultura ambientale, avviato a gennaio a Roma con l’iniziativa “Ambiente, legalità, lavoro: progetti per una nuova qualità della vita”, alla presenza del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e proseguito con l’evento “L’Unione fa l’ambiente”, tenutosi a febbraio durante la manifestazione HIT Show presso Fiera di Vicenza, alla presenza del Sottosegretario Barbara Degani e dei rappresentanti della Commissione Europea. Da tali convergenze sono nati cinque progetti concreti in favore dell’ambiente, tra cui quello oggetto di questa iniziativa. Protagonista dell’iniziativa di Grosseto è stato il rapporto tra uomo e fauna selvatica, affrontato con l’ausilio delle testimonianze dei più autorevoli esponenti del mondo di associazioni e soggetti con storie e identità diverse, uniti però dalla comune consapevolezza che l’ambiente rappresenta una risorsa preziosa, le cui potenzialità non possono e non devono essere svilite da illegalità e preconcetti culturali e che in questo ambito serve una grande alleanza. Quella auspicata dall’on. Luca Sani – Presidente Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati – che sostiene “se si tro-

L’accordo tra Ispra, Legambiente, Federcaccia, Arci Caccia ed Anuu

vano sintesi unitarie su questi argomenti all’interno della società civile poi per la politica è più facile prendere decisioni” e poi continua “Sappiamo che l’impianto normativo di riferimento è ormai datato, la legge sulla caccia ha ormai molti anni sulle spalle ma si fa sempre molta fatica ad affrontare la questione, ci sono aspetti emotivi trasversali che impediscono una discussione seria e un confronto vero. Tuttavia la caccia è un elemento che non si può eliminare, come altri aspetti della nostra società chiede di essere regolato, garantendo la pratica degli appassionati da una parte e gli equilibri ambientali dall’altra. Va trovato un equilibrio non solo ambientale, ma anche

“Figli di un Dio minore” In Italia fauna di “serie A” e di “serie B”

La ricerca di Federico Merli Un’accurata ricerca curata da Federico Merli mette in fila numeri e considerazioni mostrando il diverso trattamento riservato alla fauna che nasce in territorio libero, affidata alla gestione ed alle tasche dei cacciatori – che prelevano poche specie e in quantità contingentate pagando però per migliorare l’ambiente a favore di tutta la fauna – e quella di Parchi, Centri di recupero, canili e via esemplificando. Significativa anche la parte dello studio che Merli dedica alle associazioni ambientaliste: il Ministero dell’Ambiente ne riconosce ben 78 e la legge riconosce loro diversi diritti; uno strano elenco che va dall’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia ai Rangers d’Italia, alle Giacche Verdi fino alla Federazione Nazionale della Proprietà Edilizia (!) altrimenti detta Federproprietà. I soldi dei contribuenti sono una delle fonti fondamentali del loro sostentamento, leggere per credere i dati tratti dai bilanci ufficiali. Una bella differenza con le Associazioni Venatorie che rendono disponibile volontariato e risorse economiche per gestire la fauna nei territori non adibiti ad area protetta! Sul sito dell’Arci Caccia è possibile scaricare la pubblicazione

sociale ed economico”. Il tema della forza di questa alleanza ha trovato il supporto anche di Antonino Morabito – Responsabile Fauna e Biodiversità di Legambiente – che ha sostenuto “Piuttosto che fare un confronto sulle tematiche che ci vedono separati forse la strada maestra è quella che deriva dalla forza del nostro territorio, ovvero delle comunità. Affrontare i problemi in uno spirito di gruppo territoriale nel quale le diversità si uniscono. La comunità rappresenta l’insieme delle esperienze utile a costruire e non ad alzare muri”. Nel corso dell’iniziativa si è posta l’attenzione su un’urgenza non più prorogabile: il monitoraggio costante delle specie selvatiche presenti sul nostro territorio per una governance che sia allo stesso tempo garanzia della biodiversità nel pieno rispetto delle attività umane. “Siamo a buon punto. – sostiene Piero Genovesi, Responsabile del servizio di consulenza ISPRA – Sugli ungulati, grazie anche al concorso dei cacciatori che fanno la maggior parte dei censimenti, abbiamo una fotografia più accurata di altri Paesi europei. I dati sono accurati ma dobbiamo fare uno sforzo per rendere il patrimonio di informazioni più dinamico e trasparente. La rete di conoscenze del mondo venatorio è fondamentale, possiamo crearne una mettendo a sistema le varie competenze per arrivare ad avere aggiornamenti annuali e immessi liberamente nel database. L’approccio dell’evento di oggi è fondamentale per mostrare un nuovo modello che parte da chi opera sul territorio. L’Italia ha visto negli ultimi decenni un incremento di molte specie selvatiche, per esempio degli ungulati, favoriti dall’incremento delle aree protette, da una maggior regolamentazione della caccia, e dall’abbandono di un’agricoltura anche estesa alle aree collinari e montane. La presenza indiscriminata di alcune specie, però, può rappresentare un potenziale pericolo per tutta la filiera agricola e alimentare. Nel solo quinquennio 2005-2009 si sono registrati danni all’agricoltura per oltre 35 milioni di euro, e un incremento esponenziale degli incidenti stradali. Per questo, occorre attuare una profonda riflessione sulla governance del fenomeno, a partire del suo monitoraggio, attività in cui è centrale il ruolo positivo dei cacciatori che vanno riconsiderati nel loro ruolo ancestrale di tutori dell’ambiente”. Su queste tematiche si sono confrontati tutti gli ospiti presenti, a partire da Stefano Masini – Responsabile Area Ambiente e Territorio di Coldiretti – che nel suo intervento si è così espresso: “Quello che è certo è che stiamo andando nella direzione giusta, per trovare un posto nella società 5

alla caccia dobbiamo puntare sull’agricoltura. Più agricoltura fa bene alla caccia e questo territorio ne è una prova. Qui ancora si va a caccia in modo sano, si va al ristorante e si mangia il cinghiale, esiste una cultura rurale forte e spesso il cacciatore condivide la discussione su questi problemi in comunità con gli agricoltori. La somma delle diversità fa la forza di questo sistema, senza rischiare l’omologazione la caccia ha un suo posto fondamentale, ma fatto di territori e tradizioni. Credo che da questo assemblaggio di istanze diverse possa derivare un metodo di lavoro nuovo, che ci vede collaborare con ambientalisti e cacciatori. In questo senso lavorare insieme significa anche risolvere il problema degli

ungulati e difficilmente questo avverrà nei palazzi di Roma, ci riusciremo se saremo compatti sui territori e chiedendo alla scienza di fare la scienza”. Il suo intervento è stato avvalorato anche dagli interventi dei rappresentanti delle associazioni venatorie presenti Gian Luca Dall’Olio (Presidente Federcaccia) e Osvaldo Veneziano (Presidente Arci Caccia) consapevoli del ruolo che i cacciatori hanno da sempre del monitoraggio del patrimonio naturale e faunistico del territorio, un ruolo riconosciuto anche dalla Commissione Europea che considera la caccia una attività funzionale al mantenimento dell’equilibrio faunistico. Maurizio Zipponi – Coordinatore del gruppo di lavoro “Filiera Ambientale” – ha plaudito all’iniziativa sottolineando “Abbiamo preso un ritmo, ora dobbiamo accelerare. Il ritmo è considerare l’attività venatoria e chi la svolge protagonisti di una proposta che fa bene alla società e che dal punto di vista ambientale esprime un bilancio positivo. La prima pietra è stata essa a Roma dove abbiamo lanciato i 5 progetti in favore dell’ambiente, e proseguita a Vicenza. Ora presentiamo il primo risultato concreto”. Sul prosieguo del tavolo di lavoro Zipponi ha poi continuato sottolineando che i successi iniziano a manifestarsi come è “evidenziato anche dal fatto che EXPO che fino a poco tempo fa ci vedeva fuori e che ora, grazie anche a Coldiretti e al Ministero dell’Ambiente, ci vede protagonisti di un appuntamento il prossimo 17 giugno proprio nello spazio Coldiretti”. L’iniziativa si è chiusa con il commento del Presidente del CNCN, avvocato Giovanni Ghini: “Dobbiamo puntare a far vivere l’insieme, caccia e agricoltura fanno parte allo stesso modo della natura. Io credo che al di là dell’utilizzo delle risorse ambientali c’è un dovere di conservazione per le generazioni future. Con le varie sensibilità, in questa ottica di preminenza del naturale, c’è un minimo comune denominatore su alcuni punti fermi, il primo dei quali è la legalità e il secondo l’importanza dell’ambiente. In questo senso mi piace descrivere il cacciatore come un ambientalista che vive all’interno della natura. Al netto degli estremismi e delle ideologie la scienza e l’economia devono essere utilizzati nell’interesse comune. Dobbiamo allontanare gli estremismi e continuare su questa strada. Come CNCN favoriremo sempre chi ha questa idea di svi-

Azione di controllo della “processionaria” Apprezzato l’intervento dell’Arci Caccia di Passignano

La “processionaria” (Thaumatopoea pityocampa) è un lepidottero appartenente alla famiglia dei Notodontidi. Attacca diverse specie di pino, con predilezione per il Pino nero e il Pino silvestre. Più raramente infesta larici e cedri. La sua presenza mette a rischio la vita delle conifere ed è considerato uno dei fattori limitanti per lo sviluppo delle piante del Mediterraneo. La processionaria può costituire un pericolo per l’uomo e gli altri animali. I peli urticanti dell’insetto allo stato larvale sono velenosi, e in alcuni casi possono provocare una grave reazione allergica. Nei giorni scorsi i soci del circolo Arci Caccia di Passignano sul Trasimeno, a seguito di un accordo firmato con il comune della città lacustre, sono interventi, coordinati dalla polizia municipale (che ha garantito lo svolgimento dell’azione in assoluta sicurezza) con un intervento di lotta balistica alla processionaria

che aveva infestato gran parte dei pini presenti nei parchi pubblici e lungo le strade di Passignano, sopratutto nella zona del lungolago e della Frazione di Castel Rigone. I cittadini, che hanno assistito alle operazioni incuriositi dagli spari, hanno apprezzato l’intervento dei cacciatori che ha portato all’eliminazione dei nidi presenti sulle piante dei giardini. E’ questo un buon esempio di collaborazione tra enti locali e cacciatori che promuove la figura del cacciatore nello svolgimento della fondamentale attività di gestione e di salvagu ardia dell’ambiente e della fauna. Lo stesso intervento, negli anni passati, era stato garantito dalle Comunità Montane. I cacciatori sempre di più, e più di quanto si pensi o venga comunicato, sono impegnati in attività socialmente utili quali la difesa delle colture agricole per prevenire i danni da fauna selvatica od anche il contenimento di specie come i piccioni che invadono città e paesi causando danni a monumenti e costi elevati nella ripulitura degli stessi. La moderna figura del cacciatore è sempre più necessaria nel riequilibrio faunistico e nella conservazione della biodiversità e garantisce quel presidio del territorio frutto di conoscenze ed esperienze derivanti dallo svolgimento della pratica venatoria.


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Al Parlamento Europeo si parla di caccia italiana Gli europarlamentari PD incontrano i vertici del mondo venatorio italiano a Bruxelles I Deputati europei del Partito Democratico e i vertici delle associazioni venatorie italiane si sono incontrati lo scorso 16 giugno al Parlamento europeo di Bruxelles per parlare di caccia. La riunione è stata convocata e presieduta da Renata Briano, Vice Presidente dell’Intergruppo Biodiversità, Caccia e Attività Rurali. Accanto a lei gli europarlamentari Paolo De Castro, David Sassoli, Damiano Zoffoli, Elena Gentile, Luigi Morgano, Nicola Danti, Alessia Mosca e Brando Benifei, tutti interessati ad ascoltare le istanze del mondo venatorio. Rappresentativa e folta la delegazione dei cacciatori composta dal Presidente di Federcaccia Gianluca Dall’Olio, dal Presidente di Arci Caccia Osvaldo Veneziano, dal Presidente di Enalcaccia Lamberto Cardia, dal Presidente dell’EPS Martin

Osvaldo Veneziano Ganner, dal Presidente di Italcaccia Gianni Corsetti, dal Presidente di Libera Caccia Paolo Sparvoli. A rappresentare la FACE, Federazione delle Associazioni per la Caccia e la Conservazione dell’EU, c’erano il Vice Presidente Giovanni Bana (in rappresentanza anche dell’ANUU) e il Segretario Generale Filippo Segato. Il problema dello storno e le questioni dei calendari venatori italiani sono stati al centro della discussione. Renata Briano ha messo in risalto le discrepanze tra l’Italia e altri paesi del bacino del Mediterraneo, come Francia e Grecia, sottolineando la necessità di avviare un percorso con la Commissione europea affinché i calendari tengano effettivamente conto delle evidenze scientifiche sulle migrazioni degli uccelli. Inoltre anche sullo storno bisogna trovare soluzioni soddisfacenti e realistiche anche perché la stessa ISPRA ha fornito dati scientifici che confermano

L’autobiografia del bomber Pruzzo I grandi successi e il “soccorso” dei suoi grandi amici cacciatori nei momenti di crisi on. Renata Briano il buono stato di conservazione della specie. Riguardo alle procedure d’infrazione avviate nei confronti dell’Italia l’eurodeputata PD ha osservato: “Le decisioni della Commissione europea vanno rispettate. Ma su fatti acquisiti, come le sentenze dei tribunali che hanno dato ragione alle Regioni e i dati scientifici che stabiliscono con chiarezza i periodi di migrazione prenuziale, non si può negoziare ed è necessario difendersi”. I problemi che affliggono la caccia italiana sono il sintomo del bisogno di fare rete tra le istituzioni. Per questa ragione tutti gli eurodeputati si sono impegnati ad avviare un confronto tra la Commissione europea, il Governo italiano e le associazioni venatorie. “Occorre presidiare meglio le istitu-

Gianluca Dall’Olio zioni europee – ha detto Bana – con una presenza costante impostando le discussioni sul valore anche economico della caccia. A tal fine i cacciatori hanno a disposizione il canale privilegiato dell’Intergruppo Biodi-

Lamberto Cardia versità, Caccia e Attività Rurali che ha lo scopo di portare le istanze dei cacciatori all’attenzione delle istituzioni europee”. Ad inserire le vicende italiane nel più ampio quadro europeo è stato Filippo Segato, che ha ricordato il Fitness Check attualmente condotto dalla Commissione Europea per valutare se le direttive Habitat e Uccelli siano ancora adatte allo scopo. Esistono chiari segnali della Commissione Juncker che indicano una “fusione e modernizzazione” delle Direttive. Una revisione delle Direttive però è tutt’altro che scontata negli esiti e la FACE, pur consapevole dei difetti nella trasposizione in legge nazionale, non è favorevole a una loro riscrittura. Anche il Presidente dell’Intergruppo Biodiversità, Caccia e attività Rurali, il tedesco Karl-Heinz Florenz ha portato il suo saluto alla delegazione italiana, complimentandosi per la riuscita dell’iniziativa e dicendosi disponibile a dare alle istanze dei cacciatori italiani il rilievo che meritano nel contesto europeo.

Ha deciso di svelare se stesso anche quei momenti particolari di depressione quando “l’uomo nero mi è venuto a trovare”. E’ appena uscita l’autobiografia di Roberto Pruzzo, “bomber “ nel calcio e nel titolo del libro. Una vita costellata di grandi successi e di una grande popolarità, prima nel Genoa e poi nella Roma dove ha vinto tre volte il titolo di capocannoniere, lo scudetto nel 1983 e quattro Coppe Italia realizzando 106 reti. Ai momenti felici, però, come racconta lo stesso Pruzzo nel libro si sono contrapposti momenti di crisi e addirittura come lui stesso confessa il pensiero “che sia giunto il momento di togliermi dai co…, un po’ perché sono stanco, un po’ perché ho voglia di non rompere più le palle a nessuno. Ma poi accadono quelle cose che ti fanno pensare che è più forte lo spirito di sopravvivenza”. In quei momenti così delicati per la psiche di una persona (a Roma si ricorda il gesto estremo di un altro campione, il capitano “Ago” Di Bartolomei”) vanno in “soccorso” di Roberto Pruzzo gli affetti e gli amici. E’ lo stesso bomber a raccontarlo “i miei amici di Dezza, cacciatori di un paese vicino a Lucca. Amici di tutta una vita – racconta Pruzzo -, che mi invitano a mangiare i tordi e le bec-

cacce, quelli con cui ‘cazzeggiamo’ tra uomini, gli stessi che riescono a farmi tornare il sorriso”. Pruzzo commentando dai microfoni dell’emittente romana Radio Radio di cui è opinionista, ha spiegato che “sapevo bene a cosa andavo incontro. Ma ho deciso di dire chi sono veramente, poi uno ne fa l’uso che vuole. La realtà è scritta lì. Non mi sento imbarazzato, quando dici la verità probabilmente la gente non se l’aspetta, ma sapevo benissimo che sarebbe scoppiata una situazione di questo tipo. L’avevo detto anche all’editore: voglio dire fino in fondo quello che sono”.

Rapporto Ispra sullo stato di conservazione dell’avifauna italiana

Voler Bene all’Italia 2015 E’ dal 2004 che ogni primavera si rinnova l’appuntamento con Voler Bene all’Italia – un grande evento di ospitalità e accoglienza che vede protagonisti migliaia di territori – realizzato da Legambiente con un grande Comitato promotore permanente sui temi della PiccolaGrandeItalia . L’iniziativa, conseguita con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Ministero per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione,

Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Corpo Forestale dello Stato, vedrà ancora una volta i territori e in particolare i Piccoli Comuni protagonisti, con l’intento di promuoverli in una grande giornata di scoperta che riceverà quest’anno un riconoscimento del nuovo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Oggi sono molti i territori e le comunità della bellezza da cui nascono le ricette per reagire alla crisi, dove si scommette su qualità e innovazione contro il declino, cultura e arte contro la perdita di identità e vocazioni, made in Italy e green economy contro la delocalizzazione e la crisi in-

dustriale, paesaggio e natura contro la cementificazione e il consumo di suolo, creatività contro la rassegnazione. VOLER BENE ALL’ITALIA – le giornate della bellezza si sono svolte dal dal 27 maggio al 2 giugno in tutta la Penisola e si sono concluse con la festa dei Piccoli Comuni il 2 giugno. L’Arci Caccia ha confermato l’adesione per concorrere a consolidare quel vasto consenso e quella intensa partecipazione che caratterizzano questa importante iniziativa, soprattutto in una stagione in cui partirà, per quei territori, la nuova programmazione europea. 6

E’ stato pubblicato dall’Ispra il “Rapporto sull’applicazione della Direttiva 147/2009/CE in Italia. Dimensione, distribuzione e trend delle popolazioni di uccelli (2008-2012). “Questo rapporto, si legge nella nota ufficiale dell’Ispra, è la prima valutazione degli effetti della Direttiva Uccelli sullo stato di conservazione dell’avifauna italiana. Tale attività viene richiesta dalla Commissione europea in ottemperanza dell’art. 12 della Direttiva Uccelli ed è prevista una sua ripetizione ogni 6 anni, in analogia e sincronia con la Direttiva Habitat. Il rapporto raccoglie le migliori informazioni disponibili sulla

demografia (dimensione di popolazione, andamenti a breve e lungo termine) e sulla distribuzione geografica di 306 popolazioni italiane. Vengono inoltre esaminate le principali minacce per la conservazione ed identificate le carenze conoscitive, risultate nel complesso molto gravi ed estese. Particolare attenzione è stata rivolta alla valutazione dell’importanza e del ruolo delle Zone a Protezione Speciale della Rete Natura 2000 per la conservazione dell’avifauna”. Sul sito dell’Ispra è possibile scaricare i due link della pubblicazione.


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Arci Caccia Puglia. Passo ufficiale nei confronti della Regione

Calendario venatorio: rivedere le norme sulla caccia alla beccaccia Passo ufficiale dell’Arci Caccia della Puglia nei confronti della Regione Puglia per chiedere il riesame in autotutela del calendario venatorio 2015/2016 laddove prevede la caccia alla specie beccaccia condizionata al possesso di un cane da cerca o da cerca. Per l’Arci Caccia si tratta di una evidente illegittimità ed è per questo che l’avv. Giuseppe De Bartolomeo a nome del presidente regionale dell’Arci Caccia, Antonio De Bartolomeo ha inviato una lunga missiva al presidente della regione motivando le ragioni per le quali l’associazione chiede la modifica della norma. Per l’Arci Caccia la previsione normativa “appare quanto mai “originale” prima che illegittima ed infondata in fatto e diritto per i seguenti motivi” VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE SU LEGGE QUADRO NAZIONALE; LIMITAZIONI DI LEGGE REGIONALE CONSENTITE SOLO DURANTE DETERMINATI PERIODI ED IN CIRCOSTANZE ECCEZIONALI. Com’è noto la ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni, ha avuto un notevole cambiamento negli ultimi anni sia sotto un punto di vista legislativo, sia, inevitabilmente, anche a causa della genericità delle disposizioni legislative stesse, da un punto di vista giurisprudenziale. Ed infatti, risultano ancora oggi altisonanti le sentenze numero 536/2002, della Corte Costituzionale riguardanti la competenza esclusiva/ripartita tra Stato e Regioni in merito alle materie “caccia e pesca” e “ambiente e territorio”. La ratio decidendi sottesa alla sentenza n. 536 del 2002 si ripropone in modo integrale nella sentenza n. 226 del 2003, recante la declaratoria di incostituzionalità della legge della Regione Puglia 21 maggio 2002, n. 7 (che individua le specie di uccelli “cacciabili dalla terza domenica di settembre all’ultimo giorno di febbraio”), ritenuta lesiva di uno standard di tutela uniforme che deve essere rispettato nell’ intero territorio nazionale. Da ciò ne discende che l’ente Regione, nell’ambito della legge “quadro” 157/92, potrà apportare quelle modifiche che di volta in volta, riterrà e si renderanno necessarie, ai fini della salvaguardia della fauna omeoterma e/o della corretta applicazione della caccia programmata, tenendo ben distinti gli ambiti di applicazione e i confini, ben marcati, di tali “macro materie”.

Giuseppe De Bartolomeo

E’ vero infatti che la Regione potrà, in presenza di “straordinarie circostanze”, adottare misure interdittive dell’attività venatoria, (si pensi a periodi particolarmente freddi o a periodi interessati da particolari precipitazioni nevose) e/o misure interdittive di prelievo venatorio di alcune specie (si pensi ad esempio alla specie marzaiola resa temporaneamente protetta in passato), ma giammai la Regione, né tanto meno una Legge Statale, potrà prevedere mezzi e modi di prelievo venatorio condizionandoli alla proprietà e/o detenzione e/o possesso di un cane da ferma o da cerca. Ebbene, nel caso di specie, la Regione ha previsto l’esercizio di caccia ed il successivo prelievo venatorio di una specie cacciabile, funzionale e condizionato all’ “ausilio del cane da ferma o da cerca”. Non vi è dubbio che tale previsione sia ben lungi quell’autonomia spettante all’Ente Regione e travalichi gli standard di tutela uniforme che devono essere rispettati su tutto il territorio nazionale così come dettati dalla legge 157/92 e dalla normativa vigente in tema di modifiche a leggi quadro nazionali. VIOLAZIONE DI LEGGE SOTTO ALTRO ASPETTO, PROFILI DI INCOSTITUZIONALITA’ ART. 3 COSTITUZIONE. ILLOGICITA’ MANIFESTA, PREVISIONE LEGISLATIVA DISCRIMINANTE. In tali premesse, non vi è chi non veda come detta previsione contrasti inequivocabilmente con l’art. 3 della nostra Carta Costituzionale laddove condiziona, l’esercizio venatorio alla proprietà/possesso/detenzione (l’incertezza sul temine

specifico è diretta conseguenza dell’incertezza ed indeterminatezza della norma per cui si discute) di un cane da ferma o da cerca, creando di fatto un discrimen tra il cacciatore in possesso di un cane da caccia ed il cacciatore sprovvistone. Tale discriminazione, non attiene solo al possesso e/o detenzione del cane da seguita e da ferma, ma attiene anche al libero arbitrio del cacciatore che sceglie liberamente di esercitare una particolare tipologia di caccia piuttosto che un’altra. In particolare, tale norma avvantaggia il cacciatore che sceglie di esercitare la caccia vagante con il cane, piuttosto che quello che sceglie di esercitare la caccia da appostamento senza cane, consentendo al primo, di prelevare specie cacciabili in più rispetto al secondo, nonostante siano entrambi portatori degli stessi interessi legittimi, soggiacenti alla stessa legge quadro nazionale e contribuenti delle stesse tasse ed imposte. Quello che sostanzialmente emerge è che nonostante tutti i cacciatori siano titolari del medesimo porto di fucile per uso caccia e della medesima autorizzazione all’esercizio venatorio nel proprio ambito di caccia senza alcuna differenziazione, di fatto emerge una legittimazione ad esercitare la caccia alla specie beccaccia a seconda della proprietà, possesso o detenzione di un cane da ferma o da cerca. MANCANZA DI MOTIVAZIONE E ASSENZA DELLA SANZIONE CORRISPONDENTE. Tale illogicità è ancora più stridente laddove la previsione di tale norma restrittiva, non prevede alcuna motivazione in ordine all’adozione di tale restrizione. Non vi è contezza infatti se tale norma sia finalizzata alla salvaguardia di una particolare specie (la beccaccia, appunto) o sia finalizzata a costituire un deterrente alla caccia di frodo alla specie beccaccia con una forte azione di prevenzione della “posta”. Ebbene, la prima motivazione non potrà essere presa in considerazione dal momento che, se la specie beccaccia necessitasse di una particolare tutela ai fini della sua salvaguardia, non si comprende come tale prelievo sia comunque consentito solo ad una particolare categoria di cacciatori, ossia quella in possesso di un cane da ferma o da cerca. Sotto altro aspetto, se tale previsione legislativa sia da etichettare come un una norma a contrasto al bracconaggio e al contrasto della così detta “posta alla beccaccia”,

Accordo tra l’azienda XValue e l’Arci Caccia

Nasce il progetto XCACCIA Accordo tra l’azienda XValue S.r.l.e l’Arci Caccia per dare un contributo alla crescita del mondo venatorio italiano, sia in riferimento agli attori nazionali che internazionali. Nasce così il “progettoXCACCIA” con alcuni significativi obiettivi definiti nel patto sottoscritto: fornire supporto al cacciatore con l'ausilio della tecnologia durante l’attività venatoria e non, per il pieno rispetto della normativa vigente e dell’ambiente; contribuire a promuovere il livello culturale del cacciatore per facilitare la sua corretta interpretazione della normativa in ambito venatorio e, più in generale, in ambito ambientale; dare un contributo alla crescita organizzativa e culturale del settore venatorio, anche sostenendo gli studi scientifici formulati dai vari Enti e Associazioni a ciò preposte, attraverso informazioni rese disponibili in modo preciso e tempestivo. Il progetto XCACCIA è costituito da vari moduli tecnologici cooperanti tra di loro, ovvero:il portale web

xcaccia.it, raggiungibile dall’url www.xcaccia.itattraverso cui vengono resi i servizi web al cacciatore e agli enti/aziende nelle rispettive aree riservate; i data base cartografici contenenti confini amministrativi, aree protette e nonché aree aggiuntive, rese disponibili dagli ATC/CA/DV (quali mappe per la caccia al cinghiale, zone incendio, ripopolamento e cattura, addestramento cani ecc..); la banca dati dei

calendari venatori di ciascuna regione/provincia italiana ; l'APP XCACCIA, attualmente disponibile per smartphone Android, IOS e presto anche W8, già utilizzata da migliaia di cacciatori in Italia; che la parte scientifica del progetto XCACCIA è attualmente sviluppata in collaborazione con docenti universitari. I dettagli del progetto sono consultabili sui siti delle parti contraenti.

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quindi una norma ad integrazione delle norme sanzionatorie penali o amministrative, non vi è dubbio che la Regione non sia legittimata ad integrare il codice penale o a integrare gli articoli che riguardano le sanzioni della legge quadro 157/92, con le modalità adottate per la norma in oggetto. Tale eccezione ha rilevanza anche sotto altro aspetto, quello sanzionatorio. Ed infatti, incredibilmente, per tale violazione non è prevista alcuna sanzione amministrativa o penale corrispondente. Tale vuoto legislativo, non potrà che causare enorme confusione in ordine all’applicazione della sanzione da irrogare, con conseguente impugnazione dei relativi verbali di accertamento e successivo accoglimento dell’impugnazione per genericità della sanzione amministrativa e/o assoluzione dalla sanzione penale perché il fatto non sussiste o non è previsto dalla legge come reato. Tutto ciò quindi contribuirà a creare una enorme confusione, una discriminazione tra cacciatori, e non avrà contribuito minimamente a combattere il fenomeno della “posta alla beccaccia” (forse fine ultimo, ancorchè illegittimo nel metodo, della norma per cui si discute). VIOLAZIONE DI LEGGE E FALSA APPLICAZIONE Art. 5 comma 7 e 8 L.R. 27/98; ININFLUENZA, AI FINI LEGISLATIVI, DELLA VOTAZIONE DEL COMITATO TECNICO FAUNISTICO REGIONALE. A questo punto, volendo anticipare le eccezioni di merito, si vuole spo-

stare l’attenzione sul percorso giuridico-amministrativo che ha portato all’adozione della presente normativa: la votazione di tale norma in seno al Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Regionale. Com’è noto la votazione nel comitato tecnico faunistico ha funzione meramente consultiva e pertanto non vincolante, né, tantomeno, legislativa. Infatti l’articolo 5 comma 7 e 8 della Legge Regionale 27/1998 così recita: “Il Comitato si riunisce, su convocazione dei Presidente. per esprimere pareri e formulare proposte in relazione all’attività della regione nelle materie di cui alla presente legge. 8. I pareri e/o le proposte sono espressi a maggioranza di voti; in caso di parità prevale il voto del Presidente e, comunque, fatte salve le norme stabilite con il regolamento interno. A tal proposito è il caso di evidenziare come assolutamente ininfluente ai fini dell’adozione definitiva della norma in oggetto, sia la votazione di un organo consultivo che non enumera tra le sue numerose competenze, quello legislativo che spetta comunque alla Regione, per quanto di sua competenza. Tutto ciò premesso si invita codesta Amministrazione al riesame urgente in autotutela, della Delibera di Giunta del 26 maggio 2015, numero 1169 - Calendario Venatorio 2015/2016, Articolo 4, lettera “m”, consentendo il prelievo venatorio alla specie beccaccia senza alcun vincolo e/o condizione. Tanto si doveva. Avv. Giuseppe De Bartolomeo


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E’ stato presentato a milano in occasione del World Dog Show 2015, la più attesa e prestigiosa manifestazione cinofila a livello mondiale, allestita presso Milano Fiera (Rho) l’accordo tra l’Enci e Legambiente. In conferenza stampa erano presenti Dino Muto, Presidente ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana); Rafael de Santiago, Presidente FCI (Fédération Cynologique Internationale); Guido Perosino, Giudice Internazionale, Rappresentante Italiano in FCI; Andrea Poggio, Vicedirettore Nazionale Legambiente; Antonino Morabito, membro del direttivo nazionale di Legambiente; Flavio Morchi, Direttore Comunicazione Scientifica Royal Canin Italia. Si tratta di una partnership che si propone di operare per il miglioramento del rapporto uomo/natura e, in particolare, tra uomo e animali d’affezione, favorendo un rinnovato senso civico che promuova la gestione della vita quotidiana canina nei centri urbani e rurali, oltre che una maggiore sensibilizzazione delle Istituzioni. “ENCI ritiene fondamentale muovere azioni concrete per diffondere tra gli operatori e gli esperti del comparto cinofilo, tra gli appassionati e, soprattutto tra i giovani, la cultura del rispetto verso i nostri amici a quattro zampe – commenta Dino Muto - focalizzando l’attenzione sulle buone pratiche del benessere animale e sulla qualità del rapporto uomo/cane”. La partnership tra ENCI e Legambiente rappresenta il primo passo di un cammino virtuoso che trova presentazione ideale durante il World Dog Show, un evento unico che dopo 15 anni torna in Italia dove l’uomo e il cane sono protagonisti indiscussi. Un’imponente cassa di risonanza di un impegno comune. “Il miglior amico dell’uomo, datoci in prestito dalla natura, da sempre rappresenta un gradissimo aiuto per la vita umana – dichiara Antonino Morabito, Responsabile Legambiente Nazionale

Accordo e partnership tra Enci e Legambiente

Energie ed amore per i cani unito all’impegno per la natura

Fauna e benessere animale. Oggi, in una società con sempre meno occasioni di contatto quotidiano con l’ambiente naturale è il miglior alleato per ricordarci la grande responsabilità che abbiamo nella conservazione del nostro pianeta per le attuali e future generazioni. L’accordo Legambiente-ENCI intende valorizzare l’opera di coloro che dedicano energie e amore ai cani assumendosi un fondamentale impegno per la società e la natura”. La prima azione concreta relativa all’ac-

cordo con ENCI è la partecipazione in occasione del WDS2015 a Nature Alert, la campagna europea a difesa delle norme a tutela della Natura (direttive Habitat e Uccelli) che si pone tre grandi obiettivi: 1) evitare l’indebolimento delle regole europee a difesa della Natura; 2) rendere visibile alla Commissione europea l’amore per la Natura dei cittadini europei; 3) difendere i servizi ecosistemici, i benefici socio-economici e il benessere per

la popolazione umana offerti dalla Natura. Tutti possono partecipare dedicando un minuto per sottoscrivere la campagna accedendo al sito www.naturealert.eu e inserendo la propria email insieme a nome e cognome. Da oggi i volontari di Legambiente coinvolgeranno i partecipanti del WDS2015 in una simpatica raccolta di scatti e selfie per diffondere la campagna attraverso i social media con i due hashtag #AllarmeNatura – #itsmynature.

Expo Universale di Milano 2015. Iniziativa del Cncn

Carta di Milano, cibo diritto umano fondamentale Il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, ha reso pubblica “La Carta di Milano” ovvero come richiamano i promotori “ un Manifesto concreto e attuabile che coinvolge tutti, donne e uomini, cittadini di questo pianeta, nel combattere la denutrizione, la malnutrizione e lo spreco, promuovere un equo accesso alle risorse naturali e garantire una gestione sostenibile dei processi produttivi. La Carta di Milano, infatti, esplora il tema di Expo Milano 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” attraverso quattro prospettive interconnesse: cibo, energia, identità e dinamiche della convivenza”. “La Carta inizia con l’analisi della realtà del nostro mondo globalizzato e un esame di come stanno le cose: è il momento della consapevolezza e della ricognizione delle ingiustizie del mondo contemporaneo. Quindi la Carta si snoda attraverso una riflessione e una discussione su come vorremmo che la situazione si sviluppasse e che cosa dobbiamo fare affinché il pianeta si avvii sulla strada di una dimensione più sostenibile: questa è la parte degli impegni delle cittadine e dei cittadini, delle associazioni e delle imprese che si assumono responsabilità in prima persona e chiedono anche ai governi e alle istituzioni di impegnarsi, al fine di contriMaurizio Martina

Alle origini del gusto. L’equilibrio tra natura e gastronomia

Una riflessione sul corretto equilibrio tra salvaguardia dell'ambiente e della biodiversità in un contesto di utilizzo responsabile e legale delle risorse naturali. Ecco il senso dell'iniziativa svoltasi il 18 giugno presso la Terrazza Coldiretti di Expo Milano 2015, a cui hanno partecipato Silvio Barbero, vicepresidente dell'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Nicola Perrotti, neopresidente CNCN, Ettore Prandini, vicepresidente nazionale Coldiretti e presidente Coldiretti Lombardia, Maurizio Zipponi, coordinatore del gruppo di lavoro "Filiera ambientale". L'evento ha sancito l'ingresso di CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura) nell'"Osservatorio sulla Criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare" di Coldiretti, un'adesione che nasce dalla visione convergente ed inclusiva sulle tematiche ambientali e faunistiche in cui associazioni venatorie, mondo produttivo e agricoltori possono trovare nuove occasioni di proficua collaborazione."Con la sinergia fra CNCN e l'osservatorio sulle agromafie di Coldiretti – ha dichiarato il vice Presidente di Coldiretti Prandini – si potrà arrivare alla chiarezza e alla tracciabilità dei prodotti derivanti dalla cacciagione, preservando la sicurezza alimentare e liberando preziose potenzialità economiche. Spesso agricoltori e associazioni venatorie hanno lavorato a distanza, senza risultati concreti. Eppure la quantificazione dei danni ascrivibili a specie invasive cresce anno dopo anno, con danni all'agricoltura superiori ai 200 milioni di euro negli ultimi 10 anni. Adesso, finalmente – ha concluso Prandini – si cerca una strada insieme attraverso progetti concreti, come quello che riguarda la tracciabilità della filiera relativa alla selvaggina". Tali considerazioni sono all'origine del tavolo di lavoro "Filiera Ambientale e Territoriale", un'alleanza progettuale istituita nel gennaio 2015 tra esponenti del mondo venatorio, ambientale, agri-

colo, dei parchi, della ricerca e fondata su 5 progetti concreti, tra cui uno proprio a cura dell'Osservatorio e del CNCN su valorizzazione della biodiversità e della legalità nella filiera alimentare della fauna selvatica. "Ci sono già notevoli basi di convergenza tra il mondo ambientalista e quello venatorio – ha dichiarato il neo presidente di CNCN Nicola Perrotti – come dimostrato dal comune intento di gestire la fauna selvatica, causa di notevoli danni all'agricoltura in molte regioni italiane. Quest'alleanza testimonia ulteriormente il ruolo attivo che le associazioni venatorie possono avere all'interno di un percorso virtuoso come quello della filiera ambientale. La decisione presa da CNCN di partecipare attivamente all'osservatorio nazionale per le agromafie – ha concluso Perrotti – è stata una scelta giusta, che siamo fermamente convinti possa portare a dei risultati". Durante l'evento si è parlato di come la gestione delle tematiche ambientali e faunistiche in una chiave di salvaguardia della biodiversità, possa essere un occasione per creare nuove opportunità economiche. "Questa è la direzione seguita dal progetto dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzio che nasce – ha spiegato il prof. Silvio Barbero – per unire competenze scientifiche in ambito gastronomico, rispetto della legalità e sicurezza alimentare. Seguendo questa strada si trasforma un problema (le specie aliene) in una risorsa, costruendo una nuova alleanza tra tutti i soggetti coinvolti (cacciatori, associazioni ambientaliste, agricoltori e mondo universitario). In molti territori italiani abbiamo risorse alimentari che vengono sprecate. In questo senso valorizzare la carne – ha concluso Barbero – va nella direzione giusta, quella della sostenibilità tra uomo e ambiente, creando anche nuove opportunità economiche". A dimostrarlo sono i numeri. In Italia, infatti, il consumo di carne di selvaggina è in forte crescita, 8

in particolare con riferimento agli ungulati selvatici, il cui sovrannumero rappresenta una vera e propria emergenza nazionale per via dei danni arrecati alle colture e alla sicurezza stradale (ad es. nel solo quinquennio 2005-2009 si sono registrati danni all'agricoltura per oltre 35 milioni di euro e un incremento esponenziale degli incidenti stradali). In questo contesto di nuova valorizzazione della selvaggina anche in ambito alimentare è quanto mai necessario definire un percorso di tracciabilità certo per il controllo sanitario dei capi di cacciagione abbattuti nell'esercizio venatorio, fino alla immissione in commercio delle loro carni. Un percorso che da un lato potrà creare nuove opportunità economiche e dall'altro permetterà la progressiva erosione del mercato non tracciato della selvaggina, in linea con quanto già avviene in molti altri paesi europei. Questa convergenza, come tutte quelle che fanno parte del tavolo di lavoro sulla filiera ambientale, testimonia come le tematiche di salvaguardia e valorizzazione dell'ambiente non possono che basarsi su un comune e condiviso impegno da parte di tutti gli attori in campo, in un quadro di regole certe che chiama in gioco anche il ruolo delle istituzioni. "Con la filiera ambientale scriviamo una nuovo racconto per l'Italia, intitolato 'Uomo, natura e ambiente' – ha commentato il coordinatore Maurizio Zipponi - in questo percorso soggetti con storie ed identità diverse si mettono insieme verso un obiettivo comune e lo fanno in maniera concreta, come dimostrano i 5 progetti che già si stanno attuando e che presto presenteremo a Bruxelles. Attraverso la filiera ambientale – ha concluso Zipponi – il mondo venatorio ha finalmente i titoli per di sedersi al tavolo per partecipare alle questioni legate alla salvaguardia e alla valorizzazione del nostro ecosistema". L'evento si è concluso con una degustazione offerta da Coldiretti Umbria con proposte a base di selvaggina degli chef Petronilla Angelucci e Daniele Giangiordano.

buire agli Obiettivi per uno Sviluppo Sostenibile individuati dalle Nazioni Unite”. Nel presentare la “Carta di Milano” il ministro Martina ha sottolineato come la «Carta di Milano», non è un documento intergovernativo fra addetti ai lavori, ma come vero e proprio strumento di cittadinanza globale. Per la prima volta nella sua storia una Esposizione universale promuove un atto d’impegno verso i governi, che tutti i cittadini potranno sottoscrivere contribuendo alla definizione di precise responsabilità dei singoli, delle imprese e delle associazioni.Il fondamento della Carta è tanto ambizioso quanto urgente: il diritto al cibo deve essere considerato diritto umano fondamentale e occorre, oggi più che mai, una mobilitazione diffusa per garantire l’equo accesso al cibo per tutti. Gli impegni proposti altrettanto cruciali: lotta allo spreco e alle perdite alimentari, difesa del suolo agricolo e della biodiversità, tutela del reddito di contadini, allevatori e pescatori, investimento in educazione alimentare e ambientale a partire dall’infanzia, riconoscimento e valorizzazione, più di quanto non sia stato fatto sino a qui, del contributo essenziale delle donne nella produzione agricola e nella nutrizione. E ancora: investire nella ricerca e in tecnologie con un rapporto nuovo tra pubblico e privato, favorire l’accesso all’energia pulita e lavorare per una sempre più corretta gestione delle cruciali risorse idriche, promuovere il riciclo e il riutilizzo, adottare azioni per la salvaguardia dell’ecosistema marino, proteggere con legislazioni adeguate il cibo da contraffazioni e frodi e contrastare il lavoro minorile e irregolare ancora drammaticamente diffuso.” “La Carta di Milano” è un “documento aperto” che potrà essere sottoscritto, anche da singoli cittadini oltre che da enti, organizzazioni, governi, imprese, etcetc, e si “arricchirà”, come annuncia il ministro Martina, “nei sei mesi espositivi per arrivare alla consegna ufficiale del testo nell’ottobre prossimo, quando il segretario generale dell’Onu farà tappa a Milano.”


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Approvato il calendario venatorio della regione Campania

Certezze, luci ed ombre e la gioia per l’apertura ufficiale della caccia 2015 Dalla famigerata approvazione della “Comunitaria” si sono rese precarie le date dei Calendari Venatori nel nostro Paese. I danni che, complici altre Associazioni venatorie e una parte di Associazioni ambientaliste, si sono determinati per i cacciatori italiani con la legge4 giugno 2010, n. 96 non sono rimediabili con illusori Comunicati Stampa o per l’opera di “apprendisti stregoni” della scienza casareccia. Ricostruire rapporti e relazioni sociali che consentano di avere punti fermi per una nuova normativa che permetta calendari per grandi aree interregionali omogenee con stesse date e specie e date le dimensioni delle Regioni italiane, è indispensabile, al fine di assicurare una più snello e meno burocratico spostamento programmato dei cacciatori. Il calendario venatorio.2015/2016 della Campania ricalca quello della stagione precedente che si è dimo-

strato non “permeabile” alla pratica dei Ricorsi consentendo certezza alla stagione venatoria e una discreta pace sociale. L’Arci Caccia della Campania si sente, da oggi, ancora più impegnata a realizzare la Federazione delle Associazioni Venatorie Nazionali che faccia sintesi del lavoro che, si auspica, verrà portato avanti coerentemente dalle diverse Associazioni che partecipano al patto, lasciando al passato integralismi e sterili velleità di annessione di quanti, malgrado la flessione del numero dei cacciatori, vivono nel ricordo di un lontano passato, defunto, dimenticando l’importanza di guardare al futuro e di operare oggi per vincere nella cultura imperante dei social e delle nuove tecnologie della comunicazione. L’impegno assunto da tempo dall’Associazione che ha più iscritti tra quelle riconosciute e non ha realizzato, è quello di sciogliersi irreversi-

Tante aree per allenare i nostri cani

Con l’Arci Caccia un tour insieme all’amico Fido

Nel numero 36 (Agosto e Settembre) di Cinghiali & Cani che sarà in Edicola da oggi 20 luglio, la Rivista da spazio alla presentazione di un Progetto nato in Umbria per l’impegno importante di Giorgio Filippucci coordinatore, per l’Arci Caccia Nazionale, della cinofilia venatoria. Il tentativo, che ci auguriamo trovi riscontro e consenso, prova a ricostruire, in Italia, a partire dalla Regione Umbria, un circuito di occasioni in Aziende Agrituristiche, Zone Addestramento Cani, Zone di Ripopolamento e Cattura e, perché no,

anche Aree Protette. Anche così si migliora la qualità della vita del nostro amico cane e quelle di donne e uomini attenti a costruire migliori condizioni di vita comuni a uomini e cani. Prima in un Convegno a Norcia, poi a Caccia Village, si è iniziato un lavoro di contatti, di convegni, di relazioni che ha permesso di individuare prime bellissime aree disponibili. Per informazioni rivolgersi all’Arci Caccia Nazionale tel. 06 4067413 06 4067413 o all’Arci Caccia Umbra, tel. 0742 354738 0742 354738. Buona lettura di Cinghiali e Cani

bilmente, al più presto. Sarà la condizione per offrire un nuovo sistema associativo diverso e altro, privo di ogni legame con l’Associazione di oggi così da poter essere forti di una capacità aggregativa e rappresentativa di tutte le forme di caccia. Tocca alle associazioni farsi riconoscere utili dai cittadini ed in particolare dalle nuove generazioni. Dovremo dotarci di un associazionismo italiano radicalmente nuovo, forte di competenze e con credibile capacità di interlocuzione con istituti scienti-

fici perche finalmente le associazioni venatorie saranno produttori e portatori di “ricerca” condivisa dagli enti preposti e riconosciuta dalle Istituzioni italiane ed europee. Il cammino del riconoscimento della caccia non è più ….di là da venire… e il patrimonio di idee e di dialogo costruito e riconducibile all’Arci Caccia e al suo ruolo coerente, è risorsa indispensabile e prioritaria del sistema caccia, per proseguire nel percorso sul quale anche altri si stanno incamminando .

Arci Caccia Molise, bene Regione su protocollo monitoraggio della beccaccia L’Arci Caccia del Molise, nel ringraziare il vice presidente del Consiglio regionale con delega alla Caccia Cristiano Di Pietro, il presidente, la Giunta e la struttura della Regione, informa i cacciatori molisani che con delibera regionale dello scorso 20 marzo è stato approvato il “Protocollo operativo relativo al monitoraggio della beccaccia (Scolopax rusticola) nelle aree di svernamento, mediante cane da ferma”. «Tale protocollo ha già ottenuto il parere favorevole dell’Ispra, in cui si stabilisce che gli Atc organizzano i censimenti della beccaccia, secondo le disposizioni impartite dalla Regione Molise e nel rispetto delle direttive dell’Ispra, mediante corsi per l’abilitazione al monitoraggio di questa specie. L’obiettivo è formare cacciatori esperti ai quali affidare appunto compiti di ricerca e monitoraggio in periodi e su aree vocate specificamente destinate – si legge nella nota dell’Arcicaccia – Si auspica per il futuro l’organizzazione di ulteriori iniziative di monitoraggio e censimento, sempre con l’intento primario di realizzare una corretta gestione faunistica del territorio e a tutela del bene comune».

Una nota della Presidenza regionale dell’Arci Caccia

Nel Piemonte il Calendario venatorio è ancora da cambiare La Giunta Regionale, recependo l’ordinanza del TAR, il 31 Luglio ha approvato un nuovo calendario venatorio che è largamente non condivisibile. E’ stato il ricorso al TAR promosso da Federcaccia e da altre associazioni venatorie che ha prodotto questo risultato. Rifiutando il confronto e imboccando la via dello scontro con l’Istituzione regionale è stato fatto un danno grave a tutti i cacciatori piemontesi, a qualsiasi associazione appartengano. La disponibilità più volte dichiarata dall’Assessore Giorgio Ferrero ad approvare significative modifiche al calendario del 13 Aprile 2015 e confermata nell’incontro al tavolo di concertazione a cui hanno partecipato ARCICACCIA, AMBIENTALISTI E ASSOCIAZIONI AGRICOLE, deve ora tradursi in una delibera che approvi un nuovo calendario venatorio che consenta l’apertura generale della caccia il 27 Settembre alle specie FAGIANO -LEPRE COMUNE -MINILEPRE-CINGHIALE-QUAGLI A-COLOMBACCIO e confermi l’apertura anticipata alla TORTORA, possibilmente concedendo più giornate rispetto a quelle ora fissate, oltre che ai corvidi. Per quest’ultima specie è necessario mettere in atto strategie di contenimento più efficaci. ARCICACCIA ribadisce le proprie valutazioni e chiede all’Assessore Ferrero di riportare equità nel trattamento di tutti i cacciatori nel pieno rispetto della legge. A questo scopo abbiamo già richiesto un incontro con l’Assessore, con l’auspi-

Gli attacchi all’Associazione dimostrano una grave miopia politica

Lino Rava cio che l’ordinanza del TAR non infici il percorso di dialogo e confronto che noi abbiamo voluto sostenere anche in difformità dalle altre associazioni, per le quali, ribadiamo, permane il massimo rispetto. Purtroppo non registriamo un analogo atteggiamento da parte di FEDERCACCIA, che, da mesi porta attacchi scomposti ed insulti ad ARCICACCIA e ai suoi dirigenti, dimostrando una grave miopia politica ed una mancanza di strategia utile e necessaria a far avanzare un progetto di unità del mondo venatorio, oggi più che mai necessario. Questi attacchi e persino denigrazioni, non ci preoccupano, ce ne faremo una ragione…..; siamo convinti che i cacciatori capiranno che, ragionando ed agendo con razionalità, si opera nel loro interesse.

Il processo unitario va perseguito, ma non a scapito dei propri valori fondanti; un minimo di ragionevolezza e di rispetto per le idee altrui, soprattutto quando possono portare a risultati migliori, sarebbe auspicabile, ma tant’è quando si imbocca la strada della conflittualità, nascondendosi dietro il paravento dell’apoliticità, è difficile far prevalere la ragione sulla pancia… ed è facile cadere su posizioni virtuali che sono solo nella mente di chi scrive i proclami e i “decreti”… La presidenza Regionale Arci Caccia

Positivo il giudizio di Fidc, Arci Caccia ed Anuu sul calendario venatorio di Grosseto

“Finalmente ascoltati. Un buon segnale”

“E’ un calendario venatorio che rispetta le leggi nazionali ed europee, che tiene conto delle indicazioni della scienza e che valorizza le tradizioni venatorie del nostro territorio. Per questo esprimiamo un giudizio positivo”: così commentano i presidenti della Federcaccia (Luciano Monaci), dell’Arci Caccia (Claudio Sozzi) e dell’Anuu (Maurizio Capitini) aderenti alla CCT dopo l’approvazione del calendario venatorio integrativo per la stagione 2015/2016 da parte della Provincia di Grosseto.“Il calendario presenta importanti novità a cominciare

dall’inserimento del colombaccio tra le specie oggetto di prelievo in pre apertura. Questa volta siamo stati ascoltati e si è tenuto conto, finalmente, delle evidenze scientifiche che da anni sostenevamo allorché segnalavamo, senza essere ascoltati, che la caccia al colombaccio a partire dal primo giorno utile di settembre era compatibile con l’esigenza di conservazione della specie. D’altronde le province limitrofe alla nostra l’avevano sempre prevista. La politica e le istituzioni , in questo modo, anche per altri accorgimenti presenti nel calendario, hanno dato un

segnale positivo di attenzione alle nostre richieste. Un grazie al presidente della Provincia Emilio Bonifazi e a tutti i sindaci impegnati nell’amministrazione . Ci auguriamo ora, come da impegno preso, che con un decreto del presidente, possa essere anche aggiornato il regolamento della caccia al cinghiale riportando a 18 il numero minino dei cacciatori necessari per la composizione della squadre”. “Seguiremo da vicino l’evolversi della situazione – continuano i presidenti di Federcaccia, Arci Caccia e Anuu – fino al raggiungimento dell’obiettivo, così 9

come sosterremo in un rapporto di giusta autonomia il lavoro del comitato di gestione dell’Ambito territoriale di caccia, unico per la provincia di Grosseto, perché la buona gestione possa far ottenere risultati utili e concreti nel rapporto con l’agricoltura, con l’esigenza di una migliore tutela ambientale e per promuovere una caccia di qualità e sostenibile. La partenza del lavoro dell’Atc è stato davvero convincente, si tratta ora di programmare tutte le fasi gestionali chiamando alla partecipazione cacciatori, agricoltori ed ambientali insieme agli enti locali”.


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Di seguito pubblichiamo un comunicato dell’Arci Caccia, dell’Enalcaccia e dell’Urca di Teramo che intervengono sul tema dei “danni provocati dai cinghiali” a seguito dell’appello, sullo stesso argomento, promosso dalla Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) di Teramo. “In via preliminare si rimarca che le sopracitate associazioni venatorie si sono esposte in modo nitido in aiuto degli agricoltori e nella protezione dei loro raccolti appoggiando il piano di selecontrollo emanato dalla Provincia di Teramo Le tre Associazioni ricordano alla CIA il proprio incondizionato appoggio agli abbattimenti dei cinghiali pianificato dalla Provincia fin dall’inizio, riconoscendo l’urgenza di intervenire per contrastare i forti danni che nella provincia sono in aumento da diversi anni, e per ricostruire un buon rapporto collaborativo con gli agricoltori finanche a protezione delle cacce tradizionali alla stanziale. Ad colorandum, una massiccia presenza del cinghiale sul territorio potrebbe costituire finanche una emergenza sanitaria sia per le potenzialità di malattie infettive/contagiose che per la pericolosità dello stesso animale ormai incrociato con altri ceppi erratici e particolarmente aggressivi del nord Europa. La Provincia dopo un lungo percorso aveva approvato in aprile all’unanimità del Consiglio provinciale un Piano di abbattimento dei cinghiali, validato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca dell’Ambiente (ISPRA), con

Teramo. Comunicato congiunto di Arci Caccia, Enalcaccia ed Urca

Emergenza cinghiale: le nostre valutazioni il pieno consenso di tutti i partecipanti alle Conferenze di servizi (Associazioni Venatori, Agricole e Ambientalisti, Comuni, Parco nazionale Gran Sasso, ecc.) ad eccezione dei due ATC Teramani, Salinello e Vomano, che non avevano dato il loro “consenso” al Piano. Nelle prime settimane di applicazione del piano hanno partecipato numerosi cacciatori i quali hanno dimostrato grande senso di responsabilità, come richiesto nell’appello dalla CIA. In pochi giorni sono stati abbattuti circa 200 cinghiali cioè perfettamente in linea con i 500 capi previsti dagli obiettivi prefissati dal Piano. In questa prima fase i cacciatori hanno operato malgrado il forte ostruzionismo degli ATC (ricostituiti durante l’amministrazione di centrodestra di W. Catarra e la provincia non ha ancora proceduto con lo spoil-system) e di pochissime squadre di cacciatori di cinghiale che, guarda caso, cacciano nei territori del Comune di Teramo (località di Rapino, Spiano, Mezzanotte) che sono quelle maggiormente colpite dai danni provocati dal cinghiale. Al termine di questa prima fase, però, qualcosa cambia improvvisamente: la Provincia dietro la forte spinta (anche mediatica) degli ATC “modifica” il Piano bloccando inspiegabilmente le battute in girata previste all’interno delle Zone di Ri-

popolamento e Cattura, dove c’è una massiva presenza di cinghiali e di danni all’agricoltura.Il paradosso di questo bizzarro cambio di passo della Provincia spinta dagli ATC e del “freno” sugli abbattimenti sta proprio nel fatto che malgrado la necessità (visti gli ingenti danni) e la legittimità degli abbattimenti (avallati anche dal parere favorevole ISPRA) questi sono stati fortemente limitati proprio nelle zone di ripopolamento, cioè in quelle aree individuate dal Piano come a “tolleranza zero” per la specie per la forte presenza di coltivazioni e finanche vicinioni a rilevanti centri abitati.

Allora le 3 Associazioni si chiedono perché la Provincia ha invertito tale rotta, spinta e pressata dagli ATC (al cui interno si ricorda siedono, tramite loro delegati, tutte le Associazioni agricole, tra cui CIA compresa), bloccando un metodo così efficace come la girata rendendo il Piano meno efficace ? Mentre i rappresentanti delle tre associazioni sono in minoranza ovviamente a fare opposizione, mentre i rappresentanti della CIA votano a sostegno dei Presidenti degli ATC eletti con l’amministrazione Catarra. Forse si è voluto tutelare interessi venatori di alcune squadre di caccia al cinghiale che

cacciano in prossimità di queste riserve diventate inesauribili serbatoi di cinghiali ? Tutto questo ovviamente in barba agli agricoltori che in queste, come in altre zone della Provincia, continuano a subire forti danni da parte dei cinghiali”. Presidente ARCI Caccia Dott. Massimo Sordini Presidente Enalcaccia Avv. Giuseppe Olivieri Presidente URCA Dott. Giovanni Muzi

Commento dell’Arci Caccia Lazio sul nuovo calendario venatorio

Siamo soddisfatti nel merito e per l’avvio della nuova fase Dichiarazione di Claudio Terribili, Andrea Severi e Giancarlo Siddera per la Presidenza regionale dell’Arci Caccia del Lazio “L’approvazione del calendario venatorio regionale in tempi rapidi e nel rispetto delle indicazioni formulate attesta, se mai ve ne fosse bisogno, che l’incontro con l’assessore regionale alla caccia Sonia Ricci ha sortito gli effetti sperati e per questo esprimiamo soddisfazione. Chi afferma il contrario è un pasdaran o un ciarlatano della democrazia. Avevamo chiesto un incontro all’assessore Ricci per sollecitare l’avvio di una fase di concertazione tra le parti interessate e perché si ripristinasse la legalità con la pubblicazione (seppur tardiva) del calendario venatorio. Abbiamo portato al tavolo istituzionale, come ARCICACCIA, tre richieste chiare: la valorizzazione e il rispetto del principio di certezza del diritto per i cacciatori laziali; l’apertura nel decreto di uno spazio di interlocuzione anche in

Giuliano Ezzelini Storti

Calendario venatorio del Veneto

Claudio Terribili

“corso d’opera” in merito alle valutazioni tecnico scientifiche su alcune specie oggetto di prelievo (tordo e beccaccia) e quindi la non esclusiva centralità dell’ISPRA nella valutazione giuridica di eventuali ulteriori deroghe; la richiesta della preapertura, per più giornate, alla specie Tortora. L’assessore Sonia Ricci, nonostante la presenza di pareri contra-

stanti con le organizzazioni ambientaliste e animaliste, ha saputo governare le scelte, approvando un calendario venatorio che, con gradualità, ha saputo tener conto delle proposte dell’ARCICACCIA. Per quanto riguarda la preapertura rimaniamo in attesa di ufficialità e della pubblicazione del decreto prima della pausa estiva”.

Venezia, Parco della Laguna Nord

Arci Caccia: condividiamo proposta abolizione “Ripensare il Parco della Laguna Nord fino a prevederne l’abolizione è una proposta che abbiamo sostenuto ed ora il fatto che in tal senso sia intervenuto il neo sindaco di Venezia non può che farci piacere”: lo sostengono Piergiorgio Fassini, vice presidente regionale dell’Arci Caccia e Sandro Niero, presidente della Federazione provinciale dell’Arci Caccia di Venezia. “Pensiamo che la tutela della biodiversità e la corretta gestione della laguna possano essere fatte anche senza ricorrere al sistema dei vincoli che porta con se l’istituzione di un parco. Peraltro se ancora oggi quell’area ha mantenuta intatta tutta la sua bellezza e produttività è per me-

rito di coloro che l’hanno curata e conservata nel rispetto delle tradizioni e di una giusta produttività senza che ci sia stato bisogno di ricorrere a strumenti di blindatura così perentori”. “Per di più – concludono Piergiorgio Fassini e Sandro Niero –

l’istituzione del Parco ha garantito l’esercizio di troppi privilegi, come quello sulla caccia da parte delle aziende faunistiche circostanti. Noi dell’Arci Caccia siamo per salvaguardare gli interessi di tutti e non di pochi privilegiati”. 10

Ezzelini Storti: luci ed ombre. Si lavori per migliorarlo “Calendario venatorio in fotocopia. Si è persa l’occasione di guardare al futuro”. E’ il primo commento di Giuliano Ezzelini Storti, presidente dell’Arci Caccia del Veneto dopo l’approvazione del calendario venatorio da parte della nuova Giunta Regionale. “E’ innegabile che l’assessore all’Agricoltura e alla Caccia Giuseppe Pan – continua Ezzelini Storti – non ha avuto il tempo necessario dopo la sua nomina ma è altrettanto vero, come da sempre ripetiamo, che occorre partire per tempo per poter introdurre i necessari miglioramenti. Per noi dell’Arci Caccia rimane quindi un provvedimento con luci ed ombre e ci auguriamo che non dia il pretesto dell’impugnativa ai vari animalisti di turno” “La nostra volontà è collaborativa – continua il presidente dell’Arci Caccia del Veneto – sia con l’amministrazione regionale che con il resto del mondo venatorio e nel ringraziare l’assessore

per il lavoro svolto lo invitiamo a creare presto le condizioni di un rapporto stabile con tutte le forze interessate. Solo così si potrà preparare al meglio la prossima stagione venatoria”. “Nel frattempo apprezziamo il fatto – conclude Giuliano Ezzelini Storti – che siano stati confermati i tempi di caccia per alcune specie a partire dalla cesena fino al 31 gennaio dando così la possibilità di una pratica venatoria tanto amata e nel novero delle trazioni delle nostre terre. Augurando buon lavoro all’assessore rinnoviamo la nostra disponibilità alla collaborazione, senza preconcetti, per il bene della caccia e dei cacciatori”.


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Una nota delle associazioni venatorie riunite

Sicurezza nelle campagne. Tema qualificante, da riprendere Il Decreto di riordino degli Enti territoriali elude il problema destinando ai Comuni le funzioni della Polizia provinciale: è necessario un ripensamento e trasferire quelle competenze e professionalità alle Regioni. Questa la posizione delle principali Associazioni Venatorie di fronte a un rischio concreto per il territorio rurale Federcaccia, Enalcaccia, ANUUMigratoristi e Arci Caccia hanno in più occasioni denunciato i rischi di un abbassamento dei livelli di sorveglianza e tutela dei nostri boschi e della ricchezza del nostro paesaggio rurale, già in occasione del dibattito sulla riorganizzazione del Corpo Forestale dello Stato. Ora la preoccupazione si fa ancora più forte pensando ad Ambiti Venatori e Istituti di protezione interni agli stessi, Parchi, Rifugi Oasi, Riserve Naturali, lotta al bracconaggio e più in generale, ma non meno im-

portante, gestione e cura della fauna selvatica. La scelta del Governo di azzerare le funzioni di tutela ambientale delle Polizie provinciali per destinarne il personale a compiti di Polizia municipale provocherebbe un vuoto totale di vigilanza e di controlli e dunque un danno all’ambiente. Le Associazioni Venatorie firmatarie rilanciano il tema di regionalizzare urgentemente i corpi di Polizia provinciale e chiedono al Parlamento di modificare il DL 78/2015 riguardante “Misure urgenti in materia di enti territoriali”, preservando competenze e professionalità preziose che rischiano di essere annullate in altri impieghi. La cultura ambientale riceve grande attenzione da parte dei cittadini. Temi quali lo smaltimento dei rifiuti, la difesa del suolo, la tutela della qualità dell’aria, l’inquinamento acustico e delle acque, la vigilanza su

Una nuova governance per la tutela della biodiversità in Europa

caccia e pesca, la tutela della flora e della fauna beni comuni della collettività, non possono essere considerate marginali in una prospettiva di miglioramento della qualità della vita di donne e uomini, di oggi e delle future generazioni. È evidente oltre ogni dubbio che quelle della Polizia provinciale sono funzioni essenziali, che non troverebbero possibilità di supplenza, con rischi ambientali incalcolabili. A questo si aggiunge, che l’impossibilità di vigilare sulla corretta applicazione delle norme ambientali comunitarie, metterebbe a rischio la credibilità dell’Italia verso le altre nazioni dell’Unione. Il Parlamento corregga dunque il Decreto, anche nell’interesse del miglior impiego e del riconoscimento dell’impegno concreto, anche se spesso silenzioso, delle migliaia di guardie volontarie delle Associazioni Venatorie, Ittiche e Ambientaliste,

patrimonio faunistico e ambientale. Alla luce di tutto questo, l’auspicio dunque, è che il Parlamento operi per trasferire intanto Polizia provinciale e poteri alle Regioni, cosi da superare “equivoci” dannosi per il Paese. Roma, 26 giugno 2015 Federcaccia, Enalcaccia, ANUUMigratoristi, Arci Caccia

CCT: salvaguardare competenze guardie venatorie provinciali Sull’incerto destino delle guardie venatorie molte le ipotesi in ballo, compresa quella dello scioglimento e destinazione ad altre mansioni. “Sarebbe una grave iattura – sostiene la Confederazione Cacciatori Toscani, cui aderiscono Federcaccia, Arcicaccia ed Anuu – lo scioglimento di questo corpo o il suo assorbimento,come sta accadendo altrove, all’interno delle polizie municipali”. Tra le ragioni di questa presa di posizione, decisa e netta, pesa una valutazione di fondo, dettata dall’esperienza, sulle competenze di una compagine, la “venatoria” come si usadire, forse poco meno che centenaria: “Le polizie provinciali destinate alle attività venatoria ma anche ittica sono dotate di competenze specifiche e di conoscenze che hanno consentito nel corso degli anni di contribuire in modo sostanziale alle attività di gestione del patrimonio faunistico della nostra regione. Rinunciare a questa importante risorsa non conduce ad alcun risparmio, se questa fosse la ratio delle ipotesi che circolano e depaupererebbe il potenziale non solo di controllo ma anche di tutela e prevenzione”. Di qui l’appello della CCT: “Auspichiamo che gli amministratori pub-

Toscana. Con l’Arci Caccia è festa di popolo da maggio a settembre .Otto giugno 2015, una giornata importante per la tutela della biodiversità. Tre Università: Napoli Federico II, Leon e Košice hanno siglato un accordo attraverso il quale saranno analizzati i punti critici ed i punti di forza della gestione faunistico-ambientale nei 28 Paesi Comunitari, producendo quindi un vademecum condiviso da cacciatori, ambientalisti, agricoltori e, principalmente dai Governi e dalle Amministrazioni locali per una Governance Europea e un codice di buona pratica finalizzati alla tutela della biodiversità. L’accordo interuniversitario è stato firmato dal ProRettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II (Italia) Prof. De Vivo, il Vicerettore della Universidad de Leòn (Spagna), Prof. José Luis Chamosa Gonzalez, e il Rettore della University of Veterinary Medicine and Pharmacy in Košice (Slovacchia) Jana Mojžišová. Una tavola rotonda, coordinata dal Dott. Simone Di Meo ha espresso i diversi punti di vista delle categorie direttamente interessate alla gestione faunistica. Anna Savarese della Legambiente, ha illustrato i successi e gli insuccessi legati alla gestione protezionistica nelle aree protette; il dott. Pasquale Raia del Centro di Recupero Animali Selvatici “ex Frullone”, ha messo in evidenza l’importanza dei CRAS per assicurare assistenza alla fauna in difficoltà; il Dott. Gian Luca Dall’Olio Presidente di Federcaccia, ha sottolineato come dai tempi remoti l’azione dell’uomo ha determinato gli attuali scenari naturali; il dott. Pietro Pietrafesa del CNCN ha indicato nella filiera ambientale la strada da seguire per otenere risultati sostenibili ed economicamente validi; il dott. Osvaldo Veneziano dell’Arci Caccia ha descritto le grandi possibilità per la fauna stanziale e migratoria in un conteso gestionale collaborativi tra le parti; il dott. Sergio Sorrentino Presidente dell’ATC della Città Metropolitana di Napoli ha confermato la volontà dei cacciatori a collaborare con le rappresentanze ambientaliste per una gestione in grado di garantire uno stato di salute agli habitat della Campania e dell’Europa.

affinché ci sia certezza di competenze e una chiara titolarità dell’Istituzione che sarà delegata a governare i loro compiti di vigilanza, funzione ad oggi anch’essa affidata dallo Stato alle Province. Con le norme approvate dal Governo non è dato sapere infatti quale è l’Ente che autorizza quanti dedicano gratuitamente il loro tempo libero ad una meritoria presenza nei territori per prevenire e reprimere reati contro il

Da maggio a settembre è Festa di Popolo con l’Arci Caccia. Non ci sarà angolo della Toscana che nei weekend e nei mesi estivi le bandiere gialle dei “compagni della natura” non sventoleranno per annunciare una sagra, una serata musicale, una iniziativa ludica, un avvenimento sportivo e cinofilo, un momento di approfondimento. Una miriade di occasioni che da Rignano sull’Arno, per la XX Sagra del Cinghiale dal 21 maggio al 31 maggio ci porta alla Fiera degli Uccelli il 27 settembre a Colle Val d’Elsa passando per Chianacce di Cortona (Festa interprovinciale “la Caccia in Chiana” dal 5 al 7 giugno), Fornacette/Calcinaia (Festa provinciale del Cacciatore di Pisa il 6 e 7 giugno), Donoratico (Festa del Cacciatore dal 25 al 28 giugno), Tre Berte/Montepulciano (XV Festa della Madonna del Cerro dal 3 al 12 luglio), Massa Marittima (Festa dell’Arci Caccia dall’8 al 12 luglio), Chianciano (Festa della Musica e Selvaggina in Tavola dal 22 al 26 luglio), Sarteano (XLIII Sagra della Quaglia dal 24 al 26 luglio), I Lagoni/Pistoia (XXII Festa regionale del Cacciatore dal 25 luglio al 15 agosto), Cecina Mare (Sagra del Cinghiale al mare dal 29 luglio al 2 agosto), Bagno di Gavoranno (Festa del Cane dall’1 al 7 agosto), Scarlino (V Festa dell’Arci Scarlino dal 14 al 16 agosto). Tre Berte (Tre Berte in festa dal 14 al 23 agosto), Torrita di Siena (VI Festa del cacciatore dal 28 al 30 agosto), Ribolla (I Festa del Cacciatore dall’11 al 13 settembre). 11

blici sappiano trovare il modo giusto per conservare e valorizzare il patrimonio di esperienza e competenza connesso a questo comparto”.

“Un tour impegnativo – dichiara Fabio Lupi, presidente regionale dell’Arci Cac cia – che ci consegna lo spaccato di una Associazione viva ed integrata con le comunità locali e che poggia la propria forza sull’enorme mole di lavoro volontario che un piccolo esercito di uomini e donne svolgono con passione sul proprio territorio”. Quest’anno peraltro insieme alle Feste, l’Arci Ccaccia della Toscana ha voluto creare un primo percorso enogastronomico intitolato “A tavola con l’Arci Caccia” per mettere in luce come la caccia sia fortemente collegata all’alimentazione di qualità e come aggregazione, socialità e convivialità siano frutto di questo storico ed importante connubio. Si è già svolta la cena a Siena, Circolo Casetta, lo scorso 8 maggio e gli altri appuntamenti saranno a Bucine (Arezzo) il 30 maggio, a Bagno a Ripoli (Firenze) il 2 giugno, a Pistoia (Circolo La Coppiola il 25 giugno), a Bagno di Gavorrano (il 3 luglio), a Capannoli (Pisa) il 17 giugno, a San Giovanni Valdarno (Arezzo) il 13 settembre e a Coverciano (Firenze) il 12 dicembre. Questa esperienza, destinata ad allargarsi con altre località che si aggiungeranno, – dichiara Fabio Lupi –è anche un buon esempio di filiera corta alimentare. Dal produttore, in questo caso il cacciatore, tenendo conto che la maggior parte delle materie prime sarà reperita nelle località dove si svolgeranno i pranzi e le cene, al cittadino/consumatore. Le Feste e il percorso gastronomico, ognuna nel proprio genere, hanno lo scopo di stabilire un nesso virtuoso tra caccia e società poiché la gran parte dei visitatori non essendo cacciatori ha la possibilità di conoscere direttamente, e non attraverso l’informazione paludata, ruolo e funzioni del cacciatore moderno nella conservazione del paesaggio e della fauna oltre che degustare prelibatezze culinarie che quasi mai sono sulle tavole degli italiani”. E’ possibile consultare i programma dettagliati delle Feste sul sito dell’Arci Caccia Toscana www.arrcicacciatoscana.it

Confederazione Cacciatori Toscani (Federcaccia – Arcicaccia – ANUU)

Ezio Cardinale, il sindaco con la passione per la caccia Ezio Cardinale è il nuovo sindaco del comune di Diano d’Alba, in provincia di Cuneo. A capo della lista civica “Famiglia, pace e lavoro” ha riscosso oltre il 50% dei consensi degli elettori ed ora sarà primo cittadino a Diano d’Alba per i prossimi cinque anni. Ezio Cardinale ha 53 anni e dal 1983 presta servizio nella Polizia di Stato (Giudiziaria) ed insieme alle tante attività professionali svolte, che gli hanno procurato l’affetto e la stima dei suoi colleghi e dei suoi cittadini, ha una grande passione per la caccia tanto che i cacciatori della provincia di Cuneo lo avevano già eletto presidente della Federazione provinciale. Il “beccacciaio” Enzo (così è conosciuto sui blog venatori e sui social network) non si è di certo risparmiato in questi anni: sempre in prima fila, con la sua onestà intellettuale, a condurre, con il sostegno di tanti amici e del comitato regionale piemontese dell’Arci Caccia, importanti battaglie per ricondurre a equità e trasparenza la gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia. Cardinale ha sempre operato nel mondo venatorio per promuovere e rafforzare l’unità di intenti e non ha mai nascosto di considerare le cariche elettive da lui ricoperte quale servizio per il prossimo e non certo quale prestigio personale o assunzione di potere. A Cardinale il più sincero “in bocca al lupo” da parte della grande famiglia dell’Arci Caccia, sapendo per di più che “Diana, la dea cacciatrice” è raffigurata nel logo del Comune che ora lo vedrà protagonista da Sindaco


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Tanta convinta partecipazione all’iniziativa dell’Arci Caccia Csaa

A Bagno di Gavorrano, per la Festa del Cane, premiati i ragazzi delle scuole Una vera e propria festa di popolo. A Bagno di Gavorrano una gran moltitudine di famiglie è accorsa per partecipare alla premiazione dei ragazzi delle scuole che hanno preso parte al progetto “conoscere la fauna delle nostre campagne” voluto e realizzato dall’Arci Caccia Csaa con il patrocinio del Comune ed il pieno coinvolgimento degli insegnanti e delle direzioni didattiche delle scuole interessate: Scarlino, Scarlino Scalo, Bagno di Gavorrano, Gavorrano, Caldana e Giuncarico. L’iniziativa si è svolta all’interno della Festa del Cane che è in pieno svolgimento dal primo di agosto e si concluderà il 7 di agosto, per l’organizzazione dell’Arci Caccia di Gavorrano e della federazione provinciale dell’Arci Caccia di Grosseto. La serata è stata animata dall’allegria e dalla spensieratezza di tanti ragazzi che si sono cimentati anche nella recitazione, nel canto e nel ballo. Gli occhi lucidi dei genitori si contrapponevano alla solarità degli sguardi dei ragazzi che hanno ricevuto dalle loro insegnanti un attestato di partecipazione al corso, predisposto dall’Arci caccia Csaa. “Una iniziativa da ripetere coinvol-

gendo anche altri plessi scolastici” hanno detto all’unisono coloro che si sono alternati al microfono: dalla professoressa Susanna Lorenzini all’assessore comunale all’istruzione Ester Tutini (presente anche l’assessore Giorgia Bettaccini), da Leonardo Bertocci, tecnico faunistico e dirigente dell’Arci Caccia regionale, che ha seguito il corso, a Claudio Sozzi, presidente dell’Arci Caccia provinciale di Grosseto e a Marco

Ciarafoni, presidente del Consiglio nazionale dell’Arci Caccia. Commosso l’intervento di Piero Bettaccini, presidente dell’Arci Caccia di Gavorrano che per tutto l’anno insieme al circolo ha seguito la preparazione e lo svolgimento del progetto.“Abbiamo risposto alle polemiche, artatamente sollevate in nome di un pregiudizio assolutamente dannoso per i ragazzi – hanno sottolineato Sozzi, Bettaccini, Ber-

tocci e Ciarafoni – continuando a lavorare con serenità e determinazione per cercare di offrire ai ragazzi quel patrimonio di conoscenze faunistiche che è utile che sappiano apprezzare per accrescere in ciascuno di loro il rispetto per la natura e la responsabilità di una corretta gestione della fauna. Non abbiamo imposto il nostro punto di vista, come in realtà tentano di fare coloro che vorrebbero distruggere tradizioni e culture dei

nostri territorio, ma aiutare i ragazzi ad allargare le loro conoscenze, oltre i libri di testo. In piena libertà sapranno formare, da grandi, il loro libero pensiero”. Gli organizzatori hanno rivolto un ringraziamento particolare al Corpo Forestale della provincia di Grosseto e al suo comandante Alessandro Baglioni per la collaborazione e l’assistenza che hanno riservato al progetto dell’Arci Caccia Csaa.

Per la caccia è tempo d’Arci Caccia Si è svolta a Recoaro Terme, Provincia di Vicenza, giovedì 30 Luglio, l’Assemblea pubblica annuale promossa dal Circolo ARCI Caccia, ormai appuntamento tradizionale per affrontare le tematiche che riguardano il mondo venatorio nazionale e regionale, sia quelle più antiche e non risolte, sia quelle più attuali. Assente quest’anno, per motivi di salute, il Presidente Provinciale Gian Emilio Coltro, e a lui è andato il caloroso saluto dell’Assemblea. Relatore della serata è stato Giuliano Ezzelini Storti Presidente Regionale e Vice Presidente Nazionale. La relazione introduttiva, è stata approfondita ed esauriente di tutti gli argomenti oggi all’attenzione dei cacciatori e conseguenti all’applicazione di leggi regionali, nazionali ed europee. A seguire i lavori era presente un pubblico di più di 100 appassionati che hanno riempito la Sala concessa dall’Oratorio del Paese. Apprezzamenti sono giunti dalla platea sul protocollo d’intesa sottoscritto tra ARCI Caccia, Federcaccia e Anuu e altri portatori d’interesse. Quando il Vice presidente nazionale Ezzelini ha sottolineato i primi, concreti, risultati del lavoro della Filiera Ambientale ha destato interesse e apprezzamento. La collaborazione con ISPRA e i rapporti con le Università, la valorizzazione della cultura delle tradizioni alimentari legate alla selvaggina e la costruzione di una banca dati degli ungulati sono stati i “Progetti” presentati all’Assemblea. Una rete ampia, supportata da collaborazioni nella ricerca scientifica e che trova insieme su proposte condivise i produttori di armi sportive e altri portatori d’interesse, in primis tra questi gli agricoltori, per tentare di togliere il cacciatore dall’angolo. La battaglia culturale nei confronti della Società per la rivalutazione del ruolo dell’attività venatoria, troppo spesso ridotta all’equazione cacciatore-distruttore, siamo nelle condizioni di promuoverla per emarginare i nostri detrattori. Consenso, ha inoltre ottenuto, la convinta volontà dell’ARCI Caccia di realizzare un percorso unitario per dare forza alla Federazione delle Associazioni Venatorie nazionali da costruire in ogni Regione e per la quale, altri, hanno troppi tentennamenti. Si potrà andare oltre con una nuova Associazione venatoria altra e diversa da quella attuale? Si avranno nuove forme di rappresentanza interpreti e sintesi dei diversi interessi di caccia? Le condizioni per fare questa svolta ci sono, occorrerà che la FIdC abbandoni la nostalgia del vecchio e sterile modello unico del 1942 per affrontare il futuro con una nuova, democratica, ove conti il voto dell’iscritto, che parta da zero e sia completamente nuova. Per far questo è necessaria la coerenza della FIdC che, più volte ha annunciato e deciso il suo auto scioglimento e che ha il dovere di concretizzarlo e presto ai sensi del nuovo statuto dopo che da anni, i suoi organi-

Affollata Assemblea a Recoaro Terme ed apprezzamenti per il lavoro svolto dall’Associazione

Atc unico della provincia di Siena

Massimo Logi eletto presidente

Gli auguri di buon lavoro di tutta l’Arci Caccia

smi dirigenti nazionali deliberano “a vuoto” in materia. Amarezza nei convenuti ha invece provocato la notizia che per quest’anno, causa il voto definitivo del Parlamento, i Roccoli per la cattura dei richiami vivi ad uso venatorio non saranno aperti. La speranza manifestata nella relazione fa riferimento all’Ordine del Giorno approvato in contemporanea alla Legge Comunitaria, testimonia le contraddizioni della politica e aiuta a tenere aperto quello spiraglio su cui le Associazioni, compresa l’ARCI Caccia continueranno a lavorare. E’ certo, per onestà, che rispetto allo scorso anno il Parlamento ha ancora più ristretto la possibilità di una prospettiva. Parlando di politiche regionali l’intervento di Ezzelini ha posto l’accento sul fatto che, il Calendario Venatorio del Veneto 2015/2016 è lo stesso dell’anno scorso nonostante in Consiglio Regionale sieda colui che da decenni annuncia di essere il salvatore della caccia e ha, inoltre, sottolineato l’incoerenza di altri che oggi tacciono e che gli anni passati criticavano “abbaiando alla luna”. Confermiamo il nostro giudizio di luci e ombre sul “calendario” e che, purtroppo, non si proietta nel futuro. L’Augurio dell’ARCI Caccia è: “Consiglio Regionale nuovo, vita nuova”. Allora si lavori uniti

a prescindere dal passato perché, con senso di responsabilità, si migliorino le regole della caccia in Veneto; chi non ci sta, sia escluso. La discussione finale si è concentrata sulle questioni locali e sul fatto che, nonostante a Recoaro si immaginasse di avere un’amministrazione “amica” dei cacciatori, nei Piani d’intervento del PAT Il Sindaco e l’Assessore hanno ben pensato di complicare la vita agli appassionati protetti da “DIANA”. L’ARCI Caccia con le altre Associazioni, sta lavorando localmente per migliorare e far cambiare idea al Sindaco nell’interesse del territorio. Una bella Assemblea, piena di contenuti e dialogo, anche una simpatica nota di colore. All’Assemblea dell’ARCI Caccia hanno partecipato un gruppo dell’Associazione Cacciatori Veneti – CONFAVI che sono intervenuti cercando di contestare gli inconfutabili risultati e i fatti riportati dalla relazione: la miglior risposta è stato l’allegro chiacchiericcio che ha sormontato la polemica. Se una linea politico venatoria funziona e smaschera gli insuccessi dei falsi profeti che si preoccupano del tesseramento e non della caccia e dei cacciatori, se ne facciano una ragione i “demagoghi” e i “cantastorie” che ancora si agitano nel mondo venatorio. 12

Massimo Logi è il nuovo presidente dell’Atc unico di Siena. E’ stato eletto dal comitato di gestione ottenendo il voto favorevole di sette componenti su 10 (Federcaccia, Coldiretti, Confagricoltura, CIA, Urca e i due rappresentanti della Provincia). Due le astensioni (Liberacaccia e lo stesso Logi) mentre l’Enpa non ha partecipato al voto. “Vi informo che Massimo Logi è appena stato eletto Presidente dell’ATC Unico di Siena. Una bella soddisfazione, una personalità di rilievo adatta a risollevare le grandi difficoltà della gestione faunistico venatoria della provincia simbolo della caccia italiana”. Con queste parole il presidente regionale Arci Caccia Fabio Lupi ha comunicato ieri sera a tutta l’Associazione – appena terminata la riunione di insediamento – l’elezione di Massimo Logi. “In bocca al lupo presidente” è l’augurio che ha inviato al neo eletto, il presidente Alessandro Ferretti a nome della Federazione Arci Caccia di Siena. L’elezione di Logi, sostiene Ferretti, sta a “comprovare se ce ne fosse bisogno il valore di esperienza, competenza e capacità che sono largamente riconosciute alla persona di Massimo Logi, oltre alle qualità di correttezza e moralità che noi tutti sappiamo e che oggi ci rendono contenti e orgogliosi di aver avuto la possibilità come Arci Caccia e come CCT di investire in questa scelta per il rilancio della caccia a Siena”. “ Grande soddisfazione ci deriva anche dal fatto – prosegue Alessandro Ferretti nella sua nota -di aver ricompattato attorno al progetto della CCT la totalità del mondo agricolo anch’esso da anni in difficoltà per i noti problemi legati al rapporto fauna selvatica e produzioni agricole e per i quali avevano abbandonato gli ATC se-

Massimo Logi

nesi, mentre oggi scommettono insieme a noi sul futuro entrando con convinzione nel nuovo ATC ed esprimendo anche la Vice presidenza . Da oggi si riparte, servirà grande impegno, grande volontà, molta pazienza (ma quella già abbiamo dimostrato di averne!!) e grande collaborazione da parte di tutti. Che la buona caccia torni ad unire tutti gli appassionati regalando ai cacciatori le soddisfazioni che ci meritiamo” Vice presidente dell’Atc è stato eletto Vivarelli (Confagricoltura) mentre Pericoli (Federcaccia) ricoprirà la carica di segretario e Bonechi (Provincia) terrà i rapporti con l’amministrazione provinciale. Gli auguri di buon lavoro sono arrivati dall’Arci Caccia nazionale a firma del presidente Osvaldo Veneziano: “Vincere la scommessa della gestione faunistica della terra di Siena darà energia preziosa alla caccia italiana. I più sentiti auguri di buon lavoro, personali e degli organismi dirigenti dell’Arci Caccia, per l’importante responsabilità dell’Atc di Siena”.


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Per iniziativa dell’Associazione CPF convenzionata Arci Caccia

Corsi di approfondimento sulla falconeria. Benessere, caccia, storia, veterinaria

Arci Caccia Veneto: Ulteriori balzelli per cittadini e cacciatori Fassini: “Rendere gratuita la convalida dei contrassegni delle barche a motore” “La solita politica che predica bene e razzola male”: è severo il giudizio del vice presidente regionale dell’Arci Caccia del Veneto Piergiorgio Fassini sulla procedura adottata dalla Regione per la convalida dei contrassegni di identificazione delle barche a motore sopra i 10 hp. “La scelta adottata – spiega Piergiorgio Fassini – comporterà un aggravio economico nelle tasche di 50.000 cittadini possessori di tale imbarcazioni. Una spesa del tutto sproporzionata rispetto alla possibilità di poter far convalidare i contrassegni già rilasciati dagli Ispettorati di porto. Si trattava di trovare un sistema che permettesse di confermare i dati già in possesso delle Amministrazioni pubbliche e niente di più; invece di agevolare i cittadini con un metodo semplice a attivabile da casa compare l’ennesimo balzello, che maschera una tassa vera e propria che andrà a colpire sopratutto cacciatori e pescatori, molti dei quali pensionati”. “Si parla tanto di razionalizzazione della spesa e di riorganizzazione della Pubblica amministrazione attraverso la semplificazione amministrativa in modo da renderla più trasparente, efficace ed efficiente nonché della semplificazione delle procedure utilizzando al meglio la gestione telematica ed invece lo sport di chi governa la nostra collettività è quello di mettere le mani nelle tasche dei contribuenti.” “I proprietari di quelle imbarcazioni saranno costretti a pagare una gabella fino a 50 euro – sottolinea il vice presidente dell’Arci Caccia – sarebbe bastato che ai singoli utenti fosse stato concesso di effettuare on line la convalida del contrassegno, previa registrazione e comunicazione di un codice PIN da parte dell’Amministrazione Regionale”. “Non si discute sull’importanza dei contrassegni, che consentono di mantenere aggiornato il sistema di rilevamento dei natanti circolanti in laguna. Ma invece di semplificazione si può proprio parlare di aggravamento burocratico. Siamo quindi d’accordo con il vice presidente del Consiglio regionale Bruno Pigozzo che in questi giorni ha presentato un’interrogazione regionale in tal senso – conclude il rappresentante dei cacciatori – e ci attiveremo presso le amministrazioni di tutti i comuni di gronda affinché venga presentato un ordine del giorno che chieda il riordino, la semplificazione e la gratuità attraverso l’adozione di specifiche procedure telematiche della convalida dei contrassegni per la navigazione della laguna veneta”.

Andrea Severi, presidente Arci Caccia Roma

Tesserino di prelievo Atc Rm1? Prelievo solo di soldi in tasca ai cacciatori

Andrea Severi “Il rinnovato ma sempre non obbligatorio tesserino di prelievo venatorio predisposto dall’ATC di Roma1 alla luce dei risultati, a dir poco scarni, presentati pochi giorni fa e ora anche pubblicati sul sito istituzionale, sembra essere solo un inutile e seppur poco comunque costoso dispendio di risorse economiche dell’Ambito”. Andrea Severi Presidente dell’Arci Caccia di Roma dichiara inoltre: “Se poi si considera il tempo la benzina e la complicata e dispendiosa socializzazione a tutti i cacciatori sulla non obbligatorietà

dello stesso attraverso mail telefonate e quant’altro il costo economico indiretto diventa anche consistente e tutto ciò per cosa? Una scarna tabella con la raccolta di qualche dato presa in maniera randomica e senza una vera campionatura rappresentativa, mancanza di un campione significativo e anche dell’elaborazione dati con la creazione di indici per il confronto tra immissioni e prelievi e la creazione di un benchmark per il confronto dei dati anno per anno. Mi sento piuttosto di fare appello all’organo di gestione dell’ATC affinché si chieda ancora una volta tutti insieme alla Regione Lazio di utilizzare finalmente i dati raccolti con il tesserino regionale a lettura ottica ora che la sperimentazione è finita, data la complessità di compilazione meglio non fare inutili duplicati figli di un Dio minore. La mia associazione tutelerà pertanto con ogni azione legale possibile l’eventuale accanimento di guardie volontarie sprovvedute che dovessero elevare verbali a cacciatori sprovvisti di un tesserino inutile e dannoso oltre che facoltativo”.

.Il tratto di strada è breve ma c’è da dire che dalla sua costituzione, avvenuta un anno fa, sono state molte le iniziative avviate e portate a termine dall’associazione CPF/Conservazione, Progresso, Falconeria che fin dall’inizio ha stretto un patto di collaborazione con l’Arci Caccia. Ora il gruppo dirigente dell’associazione ha programmato per la fine di agosto ed i primi di settembre una serie di corsi di approfondimento sulla falconeria: dall’avvio ad una giusta pratica al lavoro in prova e in caccia, dal benessere e dai temi di or-

dine veterinario agli excursus storici. Gli incontri si terranno presso l’Azienda Venatoria di Torre Masino a Sorgà (Verona) e sono stati programmati per il 26 e 30 agosto e per il 6 e il 13 settembre. I relatori saranno il maestro falconieri Giovanni Casati, il medico veterinario dott. Crosta e Giancarlo Malacarne, storico e giornalista, autore tra l’altro del libro “I Signori del cielo: la falconeria a Mantova ai tempi dei Gonzaga”. Come sottolinea Fabio Sella, presidente della CPF, annunciando

l’evento e riferendosi ai possibili partecipanti, “la falconeria è fatta di poche regole, noi cercheremo di trasmetterle. Per le sfumature ci vuole la vostra sensibilità”. Per ulteriori informazioni e per avere maggiori informazioni sui corsi è possibile consultare il sito web dell’associazione: www.cpf-falconry.it E’ possibile altresì contattare Denis Caneva (3408307870), Luca Valente (3469677180) ed Enrico Brocchetto (3462412869). Disponibili anche le mail: segreteria@cpf-falconry.it oppure cpf.falconry@gmail.com

Isole del Golfo, al via il piano Arci Caccia prevenzione incendi Alla stagione estiva vengono comunemente associati sole, allegria, spensieratezza, meritate vacanze. Purtroppo in Italia le cronache ci raccontano di interi territori devastati da incendi per responsabilità che spesso sono da attribuire alla mano criminale di uomini senza scrupoli. “La natura e l’ambiente vanni rispettati e protetti perché se non c’è una giusta e concreta tutela degli habitat, della flora e della fauna non ci potrà essere futuro”: a parlare è Emilio Galano, presidente e responsabile delle guardie particolari giurate venatorie volontarie dell’Arci Caccia Isole del Golfo di Napoli. Per iniziativa dell’associazione, sensibile da sempre al rispetto delle leggi, al buon governo del territorio ed al prelievo venatorio sostenibile, è stato definito, sulle Isole del Golfo, un piano di vigilanza ambientale per prevenire gli incendi boschivi. Il Piano, a decorrere dal 5 luglio, potrà contare sulla collaborazione delle guardie venatorie volontarie distaccate sull’Isola di Ischia e coordinate dal capo squadra, Salvatore Sarpa e sui volontari-osservatori am-

Teramo. Corsi specialistici per i cacciatori nell’interesse della comunità Arci Caccia, Enalcaccia ed Urca, sezioni provinciali di Teramo, hanno programmato la realizzazione di due corsi destinati alla formazione dei cacciatori. Il primo corso consentirà di ottenere l’abilitazione a “cacciatore di cinghiale in forma collettiva con la tecnica della girata”, mentre l’altro corso è per “conduttori di ausiliari con funzione di cane da limiere” I corsi inizieranno a Villavomano (Te) il 7agosto e non sono certo una novità per le tre associazioni che ormai da anni lavorano fianco a fianco per offrire unitariamente i migliori servizi ai cacciatori della provincia. Un impegno che proseguirà anche nel futuro per rafforzare, con le iniziative che saranno prese, ruolo e funzioni dei cacciatori nella società e per dare alla caccia e alla gestione faunistica un rilievo di prima piano nel contesto della salvaguardia della biodiversità. 13

Emilio Galano bientali che hanno dato la loro disponibilità. Si effettueranno turni di vigilanza e ronda h24 sia sul territorio dell’Isola di Ischia che sulle isole di Capri e Procida. “L’intento – sottolinea Emilio Galano – è quello di scoraggiare chi non ha rispetto dell’ambiente e provoca con atteggiamenti illegali veri e propri disa-

stri. Saremo al fianco di carabinieri, polizia, corpo forestale per prevenire e denunciare i piromani”. L’Arci Caccia ricorda che la legge prevede per i piromani l’arresto in flagranza di reato ed una pena fino a dieci anni di reclusione. L’Arci Caccia è altresì pronta a costituirsi parte civile.

XXIV edizione del Trofeo Francesco Caratelli

Arci Caccia Ardea, tante attività e tanti successi. Già al lavoro per il prossimo anno

Grande successo per la ventiquattresima edizione del Trofeo “Francesco Caratelli” che si è tenuto ad Ardea, in piazza del Popolo, dal 3 al 5 luglio. Tre giornate intense, organizzate dal circolo Arci Caccia, caratterizzate da molti appuntamenti sportivi e ricreativi che hanno visto la partecipazione di tanti cittadini ed appassionati. I visitatori hanno potuto anche apprezzare le prelibatezze gastronomiche preparate in appositi stand e tutte le sere la musica dal vivo ha portato allegria e voglia di cimentarsi nel ballo e nel karaoke. Tiro alla fionda, gare di biliardino, torneo di poker Texas Holdem e tanto altro ancora hanno riempito le giornate e le serate. Primo al tiro con la fionda da 10 mt è risultato Marco Porciatti (marcusitto) con 4 centri su 10. Di contro, primo al Poker Texas Holdem Luigi Mastrorilli. Non sono mancati, evidentemente, tra vinti e vincitori, sfottò ed impegni di rivincita. Il tutto con quella sana e genuina sportività ed amicizia che caratterizza da sempre l’attività dell’Arci Caccia di Ardea. Lo sanno bene Santino Tortora, segretario del

circolo ed animatore della vita dell’associazione fin dall’inizio e Luigi Mastrorilli, presidente dell’Arci Caccia che già sono al lavoro per far si che il prossimo anno si potranno festeggiare i venticinque anni del Trofeo con un evento di grande spessore. L’Arci Caccia di Ardea, con il patrocinio del Comune di Ardea, ha inoltre organizzato due seminari di studio a partecipazione gratuita, sullo sviluppo del lavoro giovanile nel territorio comunale.


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SOS gabbiani, successo per il progetto dell’Atc di Napoli

Sergio Sorrentino: un servizio per la comunità che intendiamo proseguire con il contributo dell’amministrazione pubblica Il gabbiano evoca nell’immaginario collettivo la bellezza del mare e delle nostre coste rocciose o ancor di più il celebre romanzo di Richard Bach che narra la storia del gabbiano Jonathan Livingston alla ricerca incessante della perfezione nel volo, non tanto per esigenza di procacciarsi meglio il cibo e garantirsi la sopravvivenza, ma per conquistare la libertà prossima alla perfezione e la comprensione della bontà e dell’amore. Una metafora della vita che oggi, parlando di gabbiani, si scontra con una realtà che rappresenta una sempre più difficile convivenza con il genere umano. A riportarci con i piedi nella realtà è l’Ambito Territoriale di Caccia di Napoli, presieduto da Sergio Sorrentino, vice presidente nazionale dell’Arci Caccia, che da due anni ormai si sta occupando, unico ente in Italia, con il progetto “Sos Gabbiani”, di gestire l’emergenza dettata dalla presenza sempre più numerosa dei gabbiani nelle città e nell’entroterra. “Nelle nostre città – scrive Sergio Sorrentino nella presentazione della pubblicazione che tratta del progetto – si sono aperte nuovi e sterminati spazi di ospitalità dove i gabbiani, da aprile fino a luglio, si possono insediare, nidificare e offrire tanta prole

Sergio Sorrentino alla comunità. E’ la natura che fa il suo corso. Resta il fatto però i gabbiani, che sono pur sempre predatori e di una certa dimensione difendono il nido con aggressività e così donne e uomini, non per loro colpa si trovano, sempre più spesso, sul balcone di casa a coabitare con un inquilino irascibile e a volte pure pericoloso. Per questo l’Atc, in tutte le sue rappresentanze, ha deciso di offrire un servizio di assistenza, il primo in Italia, alle persone coinvolte in problemi di convivenza con i gabbiani”. E in molti si sono rivolti all’Atc, a Fabio Procaccini, vicepresidente dell’Atc e delegato della Lipu, coordinatore del progetto “Sos Gabbiani”, agli ornitologi Davide Zeccolella e

Marco Dinetti e a tanti altri tecnici e collaboratori dell’Atc per chiedere “consigli e soluzioni compatibili con le esigenze etiche e rispettose delle normative a tutela dei gabbiani e dei loro nidi”. Decine e decine di richieste non solo a Napoli e in Campania e non solo da privati cittadini ma anche da Istituzioni pubbliche che hanno consentito di perseguire con successo tutti i risultati prefissati: studiare il fenomeno della nidificazione in città del gabbiano reale e il suo “approccio” con l’uomo; affiancare le persone che si trovano in difficoltà ed aiutarle a gestire il problema “gabbiani”, sperimentare ed individuare il più efficace sistema di dissuasori per evitare

La Federico II promuove il progetto “GoFauna”

Costruzione di una comune governance europea in materia faunistica Una importante tavola rotonda sì è svolta all’Università degli Studi “Federico II” di Napoli alla quale hanno partecipato Anna Savarese della Legambiente, Pasquale Raia del Centro di Recupero Animali Selvatici “ex Frullone”, Gian Luca Dall’Olio Federcaccia, Pietro Pietrafesa del CNCN e Osvaldo Veneziano dell’Arci Caccia. Al centro del dibattito l’accordo tra le Università di Napoli, Leon e Košice per formulare una Governance Europea e un codice di buona pratica finalizzata alla tutela della biodiversità. Una giornata nella quale i Magnifici Rettori dell’Università degli Studi di Napoli Federico II (Italia) Prof. Gaetano Manfredi, la Universidad de Leòn (Spagna), Prof. José Ángel Hermida Alonso e la University of Veterinary Medicine and Pharmacy in Košice (Slovacchia) Jana Mojžišová hanno firmato un accordo di cooperazione internazionale per raggiunge obiettivi didatticoscientifici comuni e di portata europea. Per la sua realizzazione, il progetto “Go Fauna” ha necessità di collaborazioni tecniche multidisciplinare ma principalmente di un confronto critico tra le parti coinvolte nella gestione e nell’uso della fauna selvatica autoctona. “Go Fauna” intende porre ordine all’uso delle risorse naturali secondo la filosofia ed i principi della Carta Europea per lo sviluppo del Turismo Sostenibile negli Spazi Naturali Protetti di Natura 2000 e come già indicato dal VI Programma dell’Unione Europea per l’Ambiente Naturale operando azioni condivise dall’ONU secondo

il “decennio della Biodiversità 20112020”. Il risultato sperato nella stesura del documento di base è possibile solo attraverso il confronto tra le Amministrazioni locali e Nazionali (ministeri, regioni, città metropolitane, comuni), gli Enti parco Nazionali e Regionali, gli Ambiti Territoriali di Caccia e i Comprensori Alpini, gli agricoltori e l’associazionismo venatorio ed ecologista con la supervisione ed il coordinamento del mondo scientifico, unico mezzo in grado di riuscire a mobilitare pienamente e in modo consapevole tutte le espressioni sociali, generazionali, culturali e istituzionali della società. Le differenti applicazioni delle Direttive europee da parte dei 28 Paesi EU indicano la necessità di uno scheletro legislativo chiaro, coerente e condiviso in materia faunisticoambientale. Nell’anno 2015, ad un

quinquennio che ci separa dalla prossima verifica mondiale (Decade della biodiversità 2011-2020 promossa dall’ONU, siamo ancora lontani dalla piena attuazione delle Convenzioni internazionali e dal recepimento integrale delle Direttive Comunitarie in materia di conservazione della natura. Il protocollo di collaborazione per la realizzazione del progetto “Costruzione di una comune Governance Europea in Materia Faunistica” è l’inizio del percorso sopraindicato grazie alle firme di Alessandro Fioretti dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, José Manuel Gonzalo Orden e José Luis Chamosa Gonzàlez dell’Universidad de Leòn; Martin Tomko dell’University of Veterinary Medicine and Pharmacy in Kosice, Luigi Esposito della Wild Animals Vigilance Euromediterranean Society. 14

le interazioni con le persone e il ripetersi, in futuro, di nidificazioni ritenute indesiderate; approntare un protocollo operativo efficace per la gestione del problema. Una cosa comunque è certa: il gabbiano reale non è altro che un indicatore ambientale dello squilibrio del modello di vita dell’attuale società e considerando che circa la metà degli alimenti prodotti e commercializzati finisce nella spazzatura il gabbiano può essere considerato un indicatore di risposta dell’adeguatezza o meno dell’efficienza delle politiche di smaltimento dei rifiuti urbani, secondo il modello degli indicatori di sostenibilità. Insomma la crescita esponenziale del gabbiano (ma

anche di altre specie) viene innescata da stili di vita basati sul consumismo e sull’usa e getta e pertanto la prima prevenzione sarebbe quella di riportare in equilibrio le cattive abitudini degli uomini correggendo le scelte sbagliate fin qui fatte. Anche nel 2015 – come annuncia il presidente Sergio Sorrentino – il progetto proseguirà con difficoltà economiche legate ad una riduzione del finanziamento. “Però – conclude Sorrentino – ci rendiamo conto di non poter abbandonare il campo e facciamo quindi appello a tutte le pubbliche amministrazioni di farsi carico con noi del problema e di essere operativamente al nostro fianco”.

Bocconi avvelenati, unire le forze per sconfiggere i delinquenti della natura Durante una prova di lavoro per cani da lepre senza abbattimento del selvatico che si stava svolgendo a San Zino di Città di Castello (ex Zona di Ripopolamento e cattura), una Segugia Italiana, di proprietà del Sig.Carlo Calzola, Bella nel corso della ricerca della lepre, ha ingerito un boccone avvelenato. Nonostante sia stata tempestivamente soccorsa e prestate tutte le cure necessarie, la cagna, putroppo, è deceduta. Il Circolo Arci caccia di Città di Castello, organizzatore della maEmanuele Bennati nifestazione, insieme all’Arci Caccia Regionale ha ritenuto, con sofferenza, di annullare tutte le ulteriori manifestazioni che si dovevano tenere all’interno della stessa zona, fra queste il Campionato Italiano Arci Caccia su Beccacce senza abbattimento, che è una delle prove più amate dai cinofili italiani, tanto è che già risultavano iscritti tantissimi concorrenti, provenienti da tutta Italia che avevano prenotato diversi posti letto negli alberghi locali. Si aspettavano circa 200 concorrenti ma il “delittuoso crimine” di colui che ha “lasciato” i bocconi avvelenati e che condanniamo senza tolleranza alcuna, ha recato anche un ulteriore danno all’immagine del meraviglioso territorio che ospitava la manifestazione e offeso i cittadini residenti. L’Arci Caccia di Città di Castello oltre ad aver ha già provveduto a sporgere denuncia, sta organizzando con le proprie guardie giurate volontarie un’attività di prima bonifica della zona. Nei prossimi giorni chiederà alle istituzioni un incontro per concordare le azioni da intraprendere a difesa dei cittadini residenti e dei loro interessi. Purtroppo il completo abbandono, la mancanza di tabellazione, ma soprattutto la mancanza di una gestione attenta di queste zone fa si che un’area come quella di San Zino, dall’inestimabile valore naturalistico, sia aggredita dai bracconieri e delinquenti senza scrupoli come già accaduto lo scorso anno laddove l’Arci Caccia ha sporto denuncia contro ignoti dopo che, nello stesso territorio, erano stati rinvenuti i resti di due cervi abbattuti dai bracconieri. Non è più tempo di parole: occorre unire tutte le forze per sconfiggere questi “delinquenti della Natura”. Bennati Emanuele presidente regionale dell’Arci Caccia dell’Umbria


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Arci Caccia Umbria: soppressione polizia provinciale?

Non è utile al Paese

In merito all’approvazione da parte del Governo del Decreto Legge n° 78 del 19 giugno 2015, il Presidente regionale dell’Arci Caccia dell’Umbria, Emanuele Bennati, ha rilasciato la seguente dichiarazione: Esprimiamo profonda preoccupazione in merito alla scelta fatta con il Decreto Legge del Governo di destinare ai Corpi di Polizia Municipale il personale della Polizia Provinciale eliminando, di fatto, la storica figura del “Guardia Caccia e Pesca”. Chi contrasterà i reati ambientali, chi perseguirà i bracconieri, che colpiscono non solo specie cacciabili ma, ancor più spesso, specie protette e particolarmente protette? La Polizia Provinciale ha svolto controlli in materie molto delicate, tra le quali: lo smaltimento dei rifiuti, la difesa del suolo, la tutela della qualità dell’aria, l’inquinamento acustico e delle acque. Insieme al Corpo Forestale dello Stato ha acquisito una particolare professionalità e specializzazione in materie, come pochi altri corpi di polizia. In un momento dove la tutela dell’ambiente, della biodiversità sono ormai al centro degli interessi diffusi dei cittadini italiani e non solo, mentre il Parlamento ha, finalmente, prodotto una buona legge di contrasto degli eco-reati, ora che ci sono le norme di contrasto, si cancella una storia e un ruolo di un Corpo di Polizia che forse andava ristrutturato, ma sicuramente non smantellato. Le belle “campagne” italiane sono a rischio sicurezza perché i “corpi di polizia” che hanno specializzazioni rurali non ci sono più.

Auspichiamo che il Parlamento, nella fase di conversione, definisca con certezza le materie di competenza e il campo di azione delle Polizie Locali e delle Guardie Volontarie venatorie, ittiche e ambientaliste che fino a ieri erano di nomina delle Province scegliendo, magari, di farle coordinare da un Corpo di Polizia Ambientale alle dipendenze della Regione Umbria. La tutela del paesaggio, della fauna, delle acque e di tutti quei beni ambientali che rappresentano una inestimabile risorsa per i cittadini di oggi e del futuro non può essere frutto di improvvisazioni.

Festa annuale dell’Arci Caccia a Venezia

Successo per una serata allegra e partecipata A Venezia i cacciatori e le loro famiglie hanno fatto Festa. Una grande serata in allegria come ormai avviene per tradizione dal 1998. Oltre duecento persone hanno raccolto l’invito dell’Arci Caccia provinciale e sono state accolte dal presidente provinciale Sandro Niero e dal presidente onorario Raffaele Guerrieri. Il prestigioso “Hotel Ristorante Poppi”, il ricco menù a base di pesce di pregevole qualità e diversi intermezzi durante i quali si sono svolte una serie di significative premiazioni hanno accompagnato dall’inizio alla fine la serata conviviale. In particolare sono stati premiati alcuni soci cacciatori che si sono distinti durante l’anno per le loro nobili azioni o per motivi spiccatamente venatori. Riconoscimenti sono stati consegnati a persone diversamente abili e alcune targhe hanno reso omaggio alla memoria di chi non c’è più. Una ricca sottoscrizione, peraltro, ha permesso di poter contare su un sostanzioso montepremi per i convenuti. Al termine della Festa proclamata “Lady Diana” con un sorteggio tra tutte le signore presenti. Infine ballo liscio fino a notte fonda. Alla Festa ha partecipato il presidente regionale dell’Arci Caccia, Giuliano Ezzelini Storti che nell’esprimere l’apprezzamento dell’associazione per la splendida iniziativa ha ricordato le molte attività che vedono coinvolta e protagonista l’Arci Caccia nel Veneto tese ad affermare il ruolo sociale del cacciatore nella buona gestione del territorio e nella conservazione del patrimonio faunistico. Ezzelini ha ricordato con orgoglio il sempre più forte radicamento dell’Arci Caccia nei diversi territori e la scelta consapevole dei cacciatori nel dare fiducia ad una associazione che preferisce i fatti alle chiacchiere.

Congresso Arci Caccia di Brescia, tempo di rinnovamento Presso il circolo ARCI Caccia di Cologne, si è svolto domenica 3 maggio, il Congresso per l’elezione del nuovo Direttivo Provinciale dell’ARCI Caccia di Brescia.Svolti gli adempimenti necessari per la regolarità della celebrazione del Congresso, ha aperto l’Assemblea un breve intervento introduttivo del Presidente uscente Adriano Pizzini. A seguire c’è stata la relazione del Vice Presidente Nazionale Giuliano Ezzelini Storti che ha rappresentato ai partecipanti il lavoro avviato nazionalmente per riprendere le relazioni e i rapporti con la società civile e con i “portatori d’interesse emergenti” che si avvicinano per la prima volta a queste tematiche.Ezzelini Storti ha sottolineato la necessità della costituzione di un luogo di confronto formale e permanente con le rappresentanze di altre categorie impegnate a ridefinire uno spazio culturale nuovo e credibile all’attività di gestione faunistica e venatoria. Il dialogo è attivo: dall’associazione degli imprenditori delle armi sportive da caccia, da esperti di comunicazione all’associazione dei veterinari, dalle Università – compresa quella del Gusto – a Legambiente e a Federparchi. Queste iniziative hanno prodotto già alcuni formali Protocolli di Lavoro sottoscritti da Legambiente, ANUU, FIDC, ARCI CACCIA, ISPRA per dare corso alla costituzione e all’aggiornamento di una “banca dati italiana per gli ungulati”. Il Vice Presidente Nazionale ha, inoltre, espresso soddisfazione perché è stato finalmente “scritto” e “condiviso” l’Atto Costitutivo e lo Statuto della FE.NA.VE.RI., la più ampia Federazione unitaria di rappresentanza dei cacciatori italiani oggi possibile. (FIDC, ENALCACCIA, ARCI CACCIA, ANUU Migratoristi, EPS).La discussione ha evidenziato le concrete possibilità per uscire dall’isolamento, così come maturate, sottolineando che occorre moltiplicare l’impegno comune affinché si consolidi, nelle Regioni, sia la nuova Federazione Unitaria delle Associazioni Venatorie Nazionali, sia il Tavolo della Filiera Ambientale nelle componenti già richiamate, al fine di concretizzare i “progetti” individuati.Le problematiche regionali sono state esposte negli interventi del Presidente ARCI Caccia della Lombardia Vittorio Mainardi e dal Vice Presidente Vincenzo Botta. Il tema prioritario da risolvere in Regione è la definizione delle competenze che deriveranno agli Ambiti Venatori e ai Comprensori Alpini con il superamento delle Province, così come previsto dalla “Legge Delrio” con le nuove responsabilità che

saranno affidate alle “aree vaste” e in parte alla Regione Lombardia.Si sono succeduti, interessanti valutazioni dei delegati dei circoli di Brescia, e tra questi citiamo sia quelli del Vice Presidente uscente Luigi Vecchio e del Presidente di Ome Gianni Biasutti, nonché quanto detto da Orio. Il dibattito ha confortato i contenuti delle relazioni. L’impegno comune registrato è stato quello di costruire, già entro la fine del 2015, una ARCI Caccia organizzata a dimensione di “area vasta” con un unico Gruppo Dirigente, da eleggere insieme, coinvolgendo le Federazioni di Brescia, Cremona e Mantova. Le finalità della riorganizzazione sono: ottimizzare le risorse per rendere più rappresentativa, incisiva ed efficiente l’attività dell’Associazione nei confronti dei soci ma anche quale più credibile interlocutore dei cittadini e delle istituzioni. A tal fine occorrerà dare continuità e trarre conseguenze organizzative delle Assemblee svolte anche impegnando maggiormente un Coordinamento costituito delle Regioni del Nord dell’ARCI Caccia anche dedicando maggiore attenzione alle problematiche della caccia in zona Alpi, in parte sottovalutata dall’Associazione in passato.Nelle riflessioni congressuali ha avuto rilievo l’esigenza di rinnovamento generazionale e di radicale cambiamento della natura e del modo di essere associazione. Non può essere lasciata decadere l’opportunità d’innovazione che deriva dalla riorganizzazione congressuale delle Federazioni Provinciali dell’ARCI Caccia in “area vasta”, appuntamento che avrà il compito di eleggere i delegati al Congresso Nazionale.Attraverso questo percorso democratico si intende perseguire .senza tentennamenti, l’obiettivo di un miglior futuro della caccia sostenuto con tutte le energie dell’Associazione. Il voto unanime dei presenti ha incoraggiato a proseguire con grande determinazione nelle scelte di cui dovrà farsi carico il Gruppo Dirigente che accompagnerà l’Associazione fino ad ottobre, per preparare l’Assemblea costitutiva dell’area Brescia, Cremona e Mantova. Il Comitato Direttivo eletto, in attesa di alcune cooptazioni, risulta così composto:Bertagna Mattia, Bianchetti Giuseppe, Bianco Walter, Biasutti Gianni, Chiari Renato, Frer Giovanni, Fustini Giovanbattista, Pizzini Adriano, Ranzetti Ezio, Romano Renato, Serlini Giuseppe,Vecchio Luigi, Zamboni Claudio, Zanini Antonio. Il Collegio dei Revisori: Zanini Michele, Peli Florian e Bendinelli Massimo.

Fiera di Macerata. Successo dello stand dell’Arci Caccia Fiera di Macerata del 18/19 aprile 4ª Edizione Wild Nature Expo – Centro Fiere – Villa Potenza di Macerata Un gran numero di visitatori si è ritrovato presso lo stand dell’ARCI Caccia apprezzare la documentazione e i manifesti che sono stati distribuiti, nonché l’assistenza fornita loro dai volontari dell’ARCI Caccia. Le domande e le richieste più frequenti che sono state rivolte dai cacciatori hanno riguardato i futuri calendari venatori del 2015 e l’esigenza di definirli per grandi aree omogenee interregionali, affinché questi possano dare maggiore certezza di diritto ai praticanti l’attività venatoria. Critiche sono state rivolte al passato per calendari non rispondenti alle indicazioni dell’”Europa” così aver poi subito “tagli” ed “in15

cursioni” a stagione venatoria inoltrata. Molte domande sono state fatte anche in merito alla costituzione della nuova, federazione delle associazioni venatorie nazionali luogo di rappresentanza unitario per definire la sintesi delle posizioni espresse dall’associazionismo dei cacciatori italiani. La “squadra” dell’ARCI Caccia che si è confrontata con i visitatori era composta da: Domenico Verdecchia vice presidente regionale Marche, Luigi Marzi Presidente dell’ARCI Caccia di Macerata nonché dei rappresentanti dei circoli ARCI Caccia di Recanati, Monte Fano e di Corridonia. Mentre a qualificare le GG.VV. è stato sempre impegnato il bravo Rodolfo Calamanti.Appuntamento al prossimo anno.


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La storia di una donna che dall’ostilità preconcetta ora dirige il circolo dell’Arci Caccia di Mareno

Wilma, la cacciatrice con un passato da anticaccia “E pensare che ero stata sempre contro la caccia…”. Confessa il suo “peccato originale”, che l’ha accompagnata per oltre quarant’anni, Wilma Vettorel, trevigiana, dal 2010 cacciatrice e da quest’anno presidente del circolo Arci Caccia di Mareno che conta 104 cacciatori, tutti uomini. Simbolicamente e convintamente, a ridosso dell’8 marzo, nell’assemblea congressuale, all’unanimità dei presenti, l’hanno voluta a capo dell’Associazione. “Una scelta difficile – ci dice Wilma – perché si trattava di prendere il posto di Ferruccio Carnielli, indimenticabile dirigente dell’associazione che ha segnato positivamente, per più lustri, con le battaglie dell’Arci Caccia che lo hanno visto in prima fila, la storia della caccia come piace a me: responsabile, legata alla gestione e alla conservazione della fauna” “Di Carnielli – continua a raccontare Wilma a tavola con Pier Luigi Pittarello, Paolo Sponchiado e Giuliano Ezzelini Storti – ricordo il primo incontro dopo che mi associai al circolo Arci Caccia di Mareno e mi iscrissi all’Atc n.4. Avvertii subito la sua passione e la sua ostinazione nel promuovere la caccia popolare e sostenibile. Mi colpì. E’ stato un grande presidente e un grande uomo pur con i difetti, ad iniziare dal suo particolare carattere, che hanno tutti gli esseri umani. Con Ferruccio sono andata a caccia per due anni. Imparo da lui la caccia col cane a lepri e a fagiani, a rispettare le regole e le distanze, a conoscere le zone, a considerare il lavoro degli agricoltori, a capire sempre di più cos’è la caccia, chi sono i cacciatori e perché occorre combattere i bracconieri e la cultura della rapina e della distruzione che portano con sé”. “E poi ..”.- si ferma un attimo Wilma. Con lo sguardo rivolto al-

l’orizzonte sembra rivivere quei momenti e il suo volto si illumina. “Ho partecipato alle catture delle lepri nelle zone ripopolamento e ho scoperto la gioia e l’amarezza degli uomini a seconda dei risultati conseguiti perché quelle catture rappresentano la palese testimonianza del buon lavoro di gestione fatto e di quanto sia utili i cacciatori nella tutela della biodiversità. In quelle circostanze capisco cos’è la caccia: tradizione, rispetto per l’ambiente, impegno sociale, sano divertimento, amicizia vera e genuina ma anche sana rivalità e competizione. Durante le operazioni di cattura guardi gli occhi e la fatica di quelle persone, che sacrificano tempo e denaro alla loro famiglia, e avverti la devozione per la natura da parte dei cacciatori. Molto di più di certe persone che amano definirsi ambientalisti ma che poi dalle piccole cose quotidiane dimostrano, purtroppo, il contrario”. Aveva ragione il maestro Rigoni

caccia e di pesca tra la laguna di Venezia e di Bibione. Con lui conosco le valli e le tecniche della caccia in botte. Davvero magica ma sento, e so di dargli un dispiacere, che non è nelle mie corde, non mi entusiasma. Nel frattempo faccio allenamento al tiro al piattello per prepararmi, ma… con le anatre non ci so proprio fare. Roberto ha anche passione per la caccia agli ungulati e mi coinvolge in questa nuova esperienza. Per un’intera stagione lo seguo zitta e attenta in altana, alla cerca nei boschi al tempo del bramito dei cervi e nelle grandi battute ai cinghiali. Sono affascinata, anche se la sveglia è alle 3 del mattino e fa un freddo cane. Ora si, mi piace tutto. Dopo aver ottenuto la licenza ungherese e una carabina mi cimento nella caccia ai cinghiali. Non so quale sarà la reazione di fronte al primo abbattimento. Succede dopo qualche tempo, è un cinghiale intorno ai 50 chili, lo colpisco al posto giusto, rimane fermo. Il guardiacaccia ungherese dice ” bono sparato, cinghiale kaputt”. Faccio un salto di gioia e di soddiStern quando scriveva che “la caccia è libertà, sole, spazi, tempeste” e Dio sa quanto sarebbe importante che tutti lo comprendessero per restituire la dignità che spetta a questa ancestrale passione che ha accompagnato la vita di intere comunità” “Nel 2013 dopo la morte di Ferruccio – continua Wilma – prendo temporaneamente il suo posto in qualità di vice presidente. Non me la sento questa responsabilità, ho timore di non essere all’altezza e poi succede che ero diventata nonna. Ho ripensato spesso ai fatti della vita: nello stesso ospedale dove mia figlia ci stava dando una gioia immensa c’era nel piano superiore Ferruccio che ci stava lasciando ma che continuava a preoccuparsi della caccia, dell’Arci Caccia e delle sca-

denze burocratiche dei cacciatori. Rimarrà nel mio cuore – Wilma lo dice guardando Paolo Sponchiado, l’attuale presidente dell’Arci Caccia di Treviso, allora segretario – quando Ferruccio Carnielli che andai a trovare per dargli la felice notizia mi chiese di telefonare a Paolo per alcune questioni venatorie”. “Paolo non risponde…dissi io”… “Torna a chiamarlo fin che te eo trova…” rispose Ferruccio in dialetto stretto. “E’ ricordando quel momento che, a marzo di quest’anno, lusingata da una votazione unanime dei soci divento presidente del circolo nel quale entrai per la prima volta spinta da Dario Buscema, responsabile dell’Accademia Faunistica della Provincia di Pordenone”. “Grazie a Dario ho cambiato opinione sulla caccia e sono diventata cacciatrice” ci dice Wilma Vettorel. “Un percorso davvero lungo visto che anche nella famiglia c’era una certa ostilità. Fin da bambina sen-

tivo il mio papà che ne diceva di tutti i colori contro i cacciatori che attraversavano i suoi territori e dall’orto e dagli alberi sparivano anche ortaggi e frutti. Chissà se poi la colpa era da attribuire sempre e comunque ai cacciatori”. “Poi un giorno – racconta Wilma – incontro per caso un giovanotto che parla di caccia e tiene i corsi per l’abilitazione venatoria vicino a casa nostra. Mio figlio appassionato di armi inizia a frequentare le lezioni di Dario Buscema che ad un certo punto mi invita a seguire il corso che approfondiva i temi dell’ecologia, dell’ambiente, della biologia, della caccia sostenibile e dell’etica venatoria”. “Inizia dunque per caso la mia storia di cacciatrice. Da allora mi si è aperto un nuovo mondo che prima non conoscevo se non per sentito dire e che disprezzavo apertamente. A dicembre del 2010 ho preso la licenza di caccia, quella base perché il permesso per la zona Alpi l’ho ottenuto dopo e ancor più successivamente, in Friuli, l’abilitazione per la caccia di selezione oltre che nella forma tradizionale”. “Grazie a questo straordinario docente e a quello che poi ho visto che prendo coscienza di una cosa fondamentale: la caccia non è il male, anzi se gestita nel modo giusto e responsabile contribuisce al mantenimento e alla conservazione delle specie selvatiche e degli habitat e può essere decisiva nel controllo delle specie invasive ed opportuniste. Ha ragione il contadino quando segnala i danni per colpa dell’imperizia (e non solo) dei cacciatori ma si rivolge, almeno nei nostri territori, all’amico cacciatore quando volpi, cinghiali, nutrie ed altre specie diventano un grave problema per le sue coltivazioni”. “Lo dico con fermezza e vorrei che fosse chiaro a tutti – prosegue Wilma – uno dei grandi problemi oltre al bracconaggio è il cacciatore non corretto, spesso arrogante e poco informato, che attraverso comportamenti e azioni di cattiva gestione, anche in contrasto con la legge, fornisce all’opinione pubblica un’immagine odiosa del mondo venatorio. Quei cacciatori sono da educare o da fermare. Fanno male alla caccia” A questo punto Wilma si lascia andare nei ricordi venatori, quelli belli e quelli meno entusiasmanti. “La mia caccia inizia nel 2011. Sempre attraverso Dario conosco un cacciatore di professione, Roberto. Un’amante della caccia in valle che gestisce e coordina diverse valli di 16

sfazione che non riuscivo nemmeno a spiegarmi. Abbraccio Jula che sarà poi al mio fianco nella caccia agli ungulati nella riserva di Gobosmajor per tutta la stagione”. “Dalla scorsa stagione vado a caccia nella Riserva Alpina di Sernaglia della Battaglia spesso vado al Centro addestramento Brait di Falze’ di Piave, gestito da Giordano, all’interno della riserva”. Partecipo per scherzo, con la mia Greta, alla prima gara cinofila con i cani da ferma. Vinciamo. Grazie a Roberto e a Renato , grazie a tutti i cacciatori della RA 26 !” E’ un fiume in piena Wilma ma prima di salutarci non manca di ricordare al cronista e a tutti quanti: “Il futuro della caccia dipende da noi e dalle azioni che il mondo venatorio farà per dare rilievo all’utilità sociale del cacciatore. Non dobbiamo raccontarci addosso che siamo incensurati e bravi ma dimostrarlo tutti i giorni con i comportamenti e le scelte che si fanno. La gente capirà. D’altronde è già successo a me!” Fox Red

Vince la solidarietà al quagliodromo di Ginestreto

Al quagliodromo di Ginestreto questa volta ha vinto la solidarietà. Per l’organizzazione del circolo Arci Caccia di Siena Centro, presieduto da Fiorenzo Barbetti, infatti si è svolta una gara combinata su quaglie liberate il cui ricavato è stato devoluto alla Lega italiana per la lotta contro i tumori di Siena. Tanta partecipazione di cacciatori e cinofili con i loro cani ma anche tanti appassionati e tanti cittadini che pur non gareggiando hanno voluto simbolicamente versare la quota di iscrizione per sostenere la causa benefica. Il coordinatore della Zac di Ginestreto, Giovanni Butini fa presente che l’iniziativa nasce per raccogliere l’appello che il prof. Franco Nobile, oncologo e cacciatore, presidente della LILT di Siena, aveva rivolto ai cacciatori qualche mese fa. Nobile infatti allora scrisse “vado a caccia sin da ragazzo: essendo del 1931 lascio a Voi il conto delle licenze. Molti mi hanno conosciuto come direttore di Habitat, un mensile di gestione faunistica e come scrittore di narrativa venatoria: dal mitico “Vivamaria”, e dal “Tesoro di Borgovecchio” alla “Buca del Paradiso” e “Intervista con la volpe” fino al Premio Bancarella vinto con un volume su “Il cinghiale”. Di professione faccio lo specialista oncologo: cioè invece di inseguire saltuariamente lepri e cinghiali do a tempo pieno la caccia ai tumori. Usando il bisturi anziché la doppietta per combatterli, e gli apparecchi diagnostici anziché i cani per stanarli: cioè l’ecografo invece del setter, il gastroscopio come un pointer, il coloscopio come un segugio e il mammografo come un bracco. Come il dressaggio dei nostri ausiliari, più perfezionati sono questi strumenti, più facile sarà stanare la preda, cioè i tumori, che sono in continuo aumento”. La difficile congiuntura economica sta influendo negativamente anche sull’acquisto delle attrezzature per questo Centro Mobile, rivelandosi un ostacolo piuttosto serio per una strategia che invece basa la riuscita proprio sulla massima tempestività diagnostica possibile. Come si fa infatti a cacciare i tumori senza i cani più adatti, cioè senza certi strumenti, come potrebbe essere ad esempio un moderno ecografo portatile? Perciò abbiamo deciso di aprire una pubblica sottoscrizione fra gli amici cacciatori intenzionati a dotarci del cane necessario, cioè un ecografo portatile per scovare il maggior numero possibile di tumori. Ci volete aiutare?” L’appello è stato raccolto dall’Arci Caccia e a Ginestreto, domenica 16 maggio, si sono presentati in tanti. A quelli che sono scesi sul terreno di gara, anche se le classifiche non sono state fatte, i giudici Luigi Caselli e Gianfranco Lazzerini hanno dispensato i loro giudizi così come ha fatto Barbara Magi durante la verifica morfologica di tutti i cani presenti. Non c’è da raccontare, dunque, nessun podio e tantomeno magnificare le gesta venatorie di questo o quel cane. Ai concorrenti e ai sottoscrittori è stato consegnato dalla dottoressa Renata Alleva il libro di Franco Nobile e Giorgia Romeo “La salute vien mangiando. La qualità dei cibi per la qualità della vita”.


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Sintesi delle condizioni assicurative

Polizze attività venatoria valide in tutto il mondo € 2.000 Per morte cani iscritti LOI o LIR ed in possesso di qualifica ENCI € 160 Per rimborsi relativi a cure veterinarie in caso di ferimento del cane

NORMALE Caso Morte € 52.000 I.P. € 52.000 Franchigia nessuna Diaria da ricovero € 21,00 max 90 gg – franchigia 5 gg Diaria da Gesso € 21,00 max 60 gg – franchigia 5 gg

COPERTURE COMUNI SILVER E GOLD PER INFORTUNIO E MORTE CANE

R. C. T. € 1.500.000 per sinistro con il limite di: € 414.000 per persona € 130.000 per danni a cose ed animali RCT Cani da caccia tutto l’anno in ogni occasione con i massimali sopra riportati. Estesa alla RC del figlio e/padre non proprietario. TUTELA LEGALE: € 15.000 per sinistro e per anno assicurativo

NORMALE SUPER Caso Morte € 80.000 I.P. € 80.000 Franchigia 5% oltre i 52.000 euro Diaria da ricovero € 21,00 max 90 gg – franchigia 5 gg Diaria da gesso € 21,00 max 60 gg – franchigia 5 gg R. C. T. € 1.500.000 per sinistro con il limite di: € 750.000 per persona € 130.000 per danni a cose ed animali RCT Cani da caccia tutto l’anno in ogni occasione con i massimali sopra riportati. Estesa alla RC del figlio e/padre non proprietario. TUTELA LEGALE: € 15.000 per sinistro e per anno assicurativo

SILVER SENZA CANE Caso Morte € 100.000 I.P. € 100.000 Franchigia 5% oltre i 52.000 euro. Diaria da ricovero € 30,00 fino al 60° gg – franchigia 5 gg € 40,00 dal 61° al 90° gg - € 50,00 dal 91° al 120° gg Diaria da gesso € 30,00 max 90 gg – franchigia 5 gg R. C. T. € 3.000.000 per sinistro con il limite di: € 1.500.000 per persona € 750.000 per danni a cose ed animali RCT Cani da caccia tutto l’anno in ogni occasione con i massimali sopra riportati. Estesa alla RC del figlio e/padre non proprietario. TUTELA LEGALE: € 15.000 per sinistro e per anno assicurativo

SILVER Caso Morte € 100.000 I.P. € 100.000 Franchigia 5% oltre i 52.000 euro. Diaria da ricovero € 30,00 fino al 60° gg – franchigia 5 gg € 40,00 - dal 61° al 90° gg - € 50,00 dal 91° al 120° gg Diaria da gesso € 30,00 max 90 gg – franchigia 5 gg R. C. T. € 3.000.000 per sinistro con il limite di: € 1.500.000 per persona € 750.000 per danni a cose ed animali RCT Cani da caccia tutto l’anno in ogni occasione con i massimali sopra riportati. Estesa alla RC del figlio e/padre non proprietario. TUTELA LEGALE: € 15.000 per sinistro e per anno assicurativo

MORTE DEL CANE € 260 Per morte cani non iscritti LOI o LIR né registrati ENCI € 550 Per morte cani iscritti LOI o LIR € 550 Per morte cani non iscritti LOI o LIR ma con qualifica in fase di Campionato Italiano (Provinciale, Regionale o Interregionale) di BUONO – MOLTO BUONO – ECCELLENTE (compresi campionati Arci Caccia CSAA, Fidc ed Anuu) € 1.100 Per morte cani iscritti LOI o LIR ed in possesso di qualifica ENCI

GOLD SENZA CANE

Il punto d) opera a condizione che il responsabile del veicolo non debba il risarcimento o che non sia identificato L’Assicurazione è estesa anche in occasione di: a) Allenamento ed addestramento dei cani nelle aree e nei tempi autorizzati dalla legge anche qualora sia consentito lo sparo b) Partecipazione a gare ed esposizioni cinofile

Caso Morte € 200.000 I.P. € 200.000 Franchigia 5% oltre i 52.000 euro Diaria da ricovero € 50,00 fino al 60° gg – franchigia 5 gg € 70,00 dal 61° al 90° gg - € 100,00 dal 91° al 120° gg Diaria da gesso € 50,00 max 90 gg – franchigia 5 gg

VIENE ASSICURATO ANCHE IL CANE DA TARTUFI PER a) Attacco di ungulati selvatici b) Morsi di vipere e punture di insetti c) Avvelenamento da assorbimento di sostanze (escluso il dolo di terzi) d) Annegamento

R. C. T. € 3.000.000 per sinistro con il limite di: € 2.000.000 per persona € 1.500.000 per danni a cose ed animali

- In caso di morte di cani di età inferiore ai 2 anni e superiore a 8 le somme assicurate per la morte si intendono ridotte del 50%. - Si precisa che l’indennizzo è dovuto per un solo cane per annualità.

RCT Cani da caccia tutto l’anno in ogni occasione con i massimali sopra riportati. Estesa alla RC del figlio e/padre non proprietario.

LE TESSERE ARCI CACCIA PREVEDONO: SCOPPIO, RAPINA E FURTO DEL FUCILE

TUTELA LEGALE: € 15.000 per sinistro e per anno assicurativo

ESTENSIONI:le garanzie sono estese per le attività di addestramento cani, partecipazione a gare ed esposizioni, tiro a volo e tiro a segno, attività di censimento, tabellatura e recupero ambientale,costruzione e/o sistemazione di capanni di caccia, pulizia e manutenzione delle armi, protezione civile organizzata da Arci Caccia,attività di gestione faunistica organizzata da Arci Caccia o dagli Enti preposti, raccolta funghi e tartufi, pesca sportiva con canna ed ami.

GOLD Caso Morte € 200.000 I.P. € 200.000 Franchigia 5% oltre i 52.000 euro Diaria da ricovero € 50,00 fino al 60° gg – franchigia 5 gg € 70,00 dal 61° al 90° gg - € 100,00 dal 91° al 120° gg Diaria da gesso € 50,00 max 90 gg – franchigia 5 gg

Sono assicurabili i titolari di porto d’armi uso sportivo ed i tartufai e coloro che svolgono attività cinotecnica solo con polizze SILVER e GOLD (comprendenti morte cane),anche nel caso di non Possesso di porto d’armi

R. C. T. € 3.000.000 per sinistro con il limite di: € 2.000.000 per persona € 1.500.000 per danni a cose ed animali RCT Cani da caccia tutto l’anno in ogni occasione con i massimali sopra riportati. Estesa alla RC del figlio e/padre non proprietario. TUTELA LEGALE: € 15.000 per sinistro e per anno assicurativo MORTE E FERIMENTO DEL CANE € 400 Per morte cani non iscritti LOI o LIR né registrati ENCI € 800 Per morte cani iscritti LOI o LIR € 800 Per morte cani non iscritti LOI o LIR ma con qualifica in fase di Campionato Italiano (Provinciale, Regionale o Interregionale) di BUONO – MOLTO BUONO – ECCELLENTE (compresi campionati Arci Caccia CSAA, Fidc ed Anuu)

Progetto dell’Atc di Napoli sulle malattie trasmesse dalle zecche

Promuovere la conoscenza per tutelare la salute dei cani e dei cittadini

“Prima di tutto benessere e salute”: non hanno avuto dubbi all’Ambito Territoriale di Caccia di Napoli nel promuovere il progetto di “Studio clinico-epidemiologico sulla principali malattie trasmesse da zecche ed altri artropodi nel cane da caccia” in un periodo nel quale, tra l’altro, pulci, zecche, flebotomi e zanzare rappresentano una dura realtà difficile da prevenire e contrastare. L’iniziativa fortemente voluta da Sergio Sorrentino, presidente dell’Atc e sostenuta con vivo interesse da tutto il Consiglio dell’Ambito, vedrà impegnati, nella fase di coordinamento, un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Ateneo Federico II di Napoli insieme a Giovanni De Stefano, responsabile del CREM (Centro Ricerca e Monitoraggio ) dell’ATC. “L’attività che intraprenderemo e che inizierà nel prossimo mese – spiega il presidente Sorrentino – ha il fine di indagare, per la prima volta nel territorio della nostra provincia, gli aspetti clinici e parassitologici di alcune patologie infettive (Ehrlichiosi, Anaplasmosi e Borreliosi) e parassitarie (Filariosi) trasmesse da artropodi vettori in una consistente parte di popolazione canina utilizzata anche per l’attività venatoria. Infatti malattie infettive ed infestive trasmesse dagli artropodi (zecche, pulci e zanzare) al cane – alcune delle

a) Attacco di ungulati selvatici cacciabili b) Morsi di vipere e punture di insetti c) Avvelenamento d) Investimento da veicolo e) Annegamento f) Scatti di lacci e tagliole g) ferite da taglio h) Cadute in burroni o crepacci

quali responsabili di malattia anche nell’uomo – appaiono molto temibili sotto il profilo clinico nel cane, soprattutto con l’avvento della stagione estiva. Peraltro i sintomi – continua Sorrentino – possono mostrarsi anche a distanza di mesi o anni dal contatto del cane con il vettore, a seguito dell’intervento di un fattore scatenante (ad es. stress da lavoro o malattie occasionali di scarso rilievo clinico). Allo stesso tempo, l’iniziativa rappresenta una occasione importante di tutela e profilassi per i cacciatori dell’ATC di Napoli, in quanto i cani utilizzati per l’attività venatoria (essendo un reservoir/serbatoio di agenti patogeni per il loro contatto con l’ambiente silvestre) sono da

considerarsi ad elevato rischio per le malattie”. Di notevole interesse è anche la ricerca e la tipizzazione delle diverse specie di filarie (insidiosi parassiti sottocutanei e cardiovascolari) che possono parassitare il cane da caccia e procurargli un calo delle performance durante l’attività venatoria. Ogni cacciatore regolarmente iscritto all’ATC di Napoli, ed ivi residente anagraficamente, potrà far testare per tali malattie gratuitamente il proprio cane. Il progetto si articolerà in una serie di incontri (in strutture veterinarie accreditate) che si stanno calendarizzando e che saranno pubblicati con le relative informazioni sul sito internet dell’ATC (www.atcnapoli.it). 17

Le GGVV, nell’espletamento delle funzioni di vigilanza, sono assicurate ESCLUSIVAMENTE con le speciali tessere SILVER GGVV e GOLD GGVV

Copia integrale della polizza disponibile per la consultazione presso Sede nazionale, Comitati Regionali Arcicaccia e Provinciali. La garanzia ha validità di 365 gg. dalle ore 24.00 della data del timbro postale

L’Amaca di Michele Serra: gli umani, quando vogliono, sanno essere molto più aggressivi delle bestie Il problema della ragazza animalista che strilla «io sono vegana» agli allevatori della Coldiretti (in piazza perché faticano a tirare avanti) è che un sacco di gente, al mondo, vegana non è; e dunque beve latte animale (di mucca, di pecora, di capra, di cammella) e mangia formaggi e yogurt senza sentirsi “assassina”, così come la ragazza di cui sopra ha urlato agli allevatori. Il problema dei fanatici è uno solo, e sempre lo stesso: non sopportano che il mondo non sia fatto a loro immagine e somiglianza. È un problema tecnico, non ideologico: nel senso che qualunque causa diventa sopportabile o insopportabile a seconda che chi ne è portatore tolleri la differenza oppure no. Essere vegani non è obbligatorio per legge. È una scelta. Rispettabile, come tutte le scelte, fino a che non diventa ragione di disprezzo e di esclusione nei confronti degli altri. La causa animalista è piena di ottime intenzioni e di qualche buona ragione. Ma diventa odiosa quando viene brandita come una clava: mungere una mucca e vendere il suo latte è una pratica avvertita come lecita almeno dal 999 per mille degli umani, e offendere chi lo fa per lavoro è una gratuita volgarità e una pessima pubblicità al movimento animalista. Che di animalista, spesso, ha soprattutto questo: conferma che gli umani, quando vogliono, sanno essere molto più aggressivi delle bestie. Da la Repubblica del 7 febbraio 2015


Progettotempod'arcicaccia2015:tempod'arcicaccia2014luglioagosto 12/08/2015 15:46 Pagina 3

Arci Caccia Veneto e Stati Generali. Report di una bella giornata

Prima tappa per portare la caccia in Europa

Il 7 febbraio è iniziata la nuova stagione della caccia italiana. Rompere ogni indugio per portare irreversibilmente il metodo del “confronto”nell’identità e nel permanente stile di vita delle Associazioni Venatorie italiane. Essere parte della ruralità è indispensabile - e da costruire nella quotidianità - scegliendo la strategia delle relazioni con la società così complessa come si rappresenta. Chi si isola è perdente, i cacciatori italiani lo hanno già sperimentato. Dobbiamo mettere gli agricoltori italiani – parte attiva nella tutela dell’ambiente, dei nostri boschi, delle campagne – nelle condizioni di riconoscerci utili alla valorizzazione dei paesaggi rurali e a concorrere a produrre profitto di quanti nelle campagne lavorano. Anche i cacciatori devono cambiare per essere recepiti come necessari ed insostituibili al presidio degli ambienti naturali, anche nell’interesse delle future generazioni. Ora è il tempo di cambiare anche in Veneto dopo l’isolamento dell’attività venatoria, causato dalle politiche della Regione nelle precedenti legislature per scelte corporative e demagogiche, confortate da una parte dell’associazionismo “urlante”che ha marginalizzato i cacciatori veneti agli occhi del Paese. Con gli “Stati Generali della Caccia” promossi dall’ARCI Caccia, grazie agli apprezzamenti incontrati c’è la speranza concreta di aprire una stagione di dialogo per allargare il consenso attorno all’attività venatoria. Questa l’estrema sintesi dei contenuti che hanno caratterizzato la relazione di Giuliano Ezzelini Storti, Presidente Regionale del Veneto e coordinatore dell’ARCI Caccia delle Regioni del Nord, alla folta platea degli appassionati partecipanti. I protagonisti della svolta in corso sono i coraggiosi militanti organizzatori dell’ARCI Caccia del Veneto che non cedendo ieri alle sirene delle annunciazioni venatorie, rivelatesi in tutta la loro negatività, oggi, dopo quel passato in prima linea, consentono le condizioni per una fattiva collaborazione con le istituzioni regionali per avere norme meno attaccabili dai ricorsi animalisti. Grazie anche a loro è possibile sperare di avere più positivi rapporti con le altre categorie interessate alla gestione faunistico venatoria. E a questi dirigenti ha portato sostegno e apprezzamento delle regioni del meridione il Vice Presidente nazionale, Sergio Sorrentino. Presenti rappresentanti della Lega Nord, del Partito Democratico, delle Associazioni venatorie regionali malgrado il maltempo che invece ha impedito la presenza di invitati in rappresentanza di altre categorie.

Quattro giorni di eventi e appuntamenti dedicati alle tradizioni rurali della regione

L’Assemblea ha riconosciuto le novità positive così come riportato nel suo intervento dall’assessore Daniele Stival, ascoltato da tutti nella consapevolezza che ha dovuto recuperare i limiti delle precedenti gestioni ispirate alla propaganda e all’istigazione del “conflitto perpetuo”. Saluti al Convegno sono pervenuti, dal Vice Presidente della Commissione caccia della Regione Veneto Graziano Azzalin e anche dall’europarlamentare Mara Bizzotto che hanno auspicato la buona riuscita, e le disponibilità a portare avanti le battaglie a difesa dei nostri territori, coniugando diversi interessi messi insieme al Convegno. Presente in sala anche la senatrice leghista vicentina Stefani Erika. Nel merito si è trovata sintonia negli interventi del Vice Capogruppo in Regione del PD Stefano Fracasso che ha invitato la maggioranza in Regione a sciogliere le contraddizioni e a portare in aula il Piano Faunistico Regionale e in quello dell’onorevole De Menech (faunista e deputato) che ha assicurato il suo impegno in Parlamento a sostegno del percorso di “confronto” unico strumento credibile al rilancio della conoscenza del valore dell’attività venatoria. Emblematico del nuovo che avanza, è stato l’intervento di Maurizio Zipponi a nome della Beretta (e del CNCN), Azienda che esporta il 95 per cento delle sue armi sportive in Nord Europa, Usa, Sudafrica, dove il conflitto tra il mondo della caccia, quello degli ambientalisti e dell’agricoltura è un’anomalia e la pratica venatoria è parte di una nuova Filiera Ambientale. E così gli amici vorrebbero accadesse anche in Italia. Alla prossima Fiera Vicentina della caccia domenica 15 febbraio si presenteranno i progetti in studio con Università e Federparchi, così come elaborati in un anno di collaborazione al Tavolo con l’ARCI Caccia, la FIdC, l’AnuuMigratoristi, le Associazioni dei Veterinari, Legambiente e altri che saranno alla Fiera di

Arci Caccia Puglia, passo ufficiale per sostenere monitoraggio flussi migratori

Iniziativa condivisa dal consigliere regionale Giovanni Epifani L’Arci Caccia della Puglia ha proposto al Consigliere Giovanni Epifani il tema del mancato monitoraggio di flussi migratori da parte di alcune Province. Il Consigliere regionale PD Giovanni Epifani ha raccolto l’istanza ed ha fatto un’interrogazione all’assessore all’agricoltura della Puglia, Fabrizio Nardoni, riguardo il problema creato nelle campagne dallo storno. Nell’interpellanza il Consigliere chiede alla Regione di revocare i finanziamenti a quelle Province che ne hanno usufruito senza però ottemperare all’obbligo di monitoraggio dei flussi migratori. Secondo il consigliere Epifani dovrebbe essere la Regione stessa a procedere all’attività di osservazione in presenza di inadempienza delle Province. Come denunciato dal Consigliere, “la Regione ha concesso finanziamenti alle Province affinchè avviassero un’attività di monitoraggio delle migrazioni degli uccelli durante la

stagione venatoria”, ma l’impegno è stato quasi ovunque disatteso. Senza questi censimenti non è possibile avviare la consulenza tecnica degli esperti dell’Università di Bari per redigere una valida documentazione di supporto da portare sui tavoli nazionali ed europei per aprire la questione dello “storno” da reintrodurre nelle specie oggetto di prelievo venatorio. Senza monitoraggio e conseguenti valutazioni tecniche, mancano gli elementi scientifici per ottenere dal Governo il reinserimento della specie, tra quelle cacciabili. Il volatile infatti, con la Direttiva 79/409/CEE fu inserito tra le specie protette perché allora considerato in via di estinzione. L’eccessiva e incontrollata proliferazione della specie, che si nutre di grosse quantità di diverse colture, soprattutto di olive, sta creando rilevanti danni agli agricoltori e olivicoltori pugliesi, già oggi penalizzati dalla Xylella fastidiosa.

Vicenza. Forti e chiari i richiami del Presidente regionale della ANLC e del CRAV Mariano Trevisan a marciare spediti per la Confederazione unitaria delle Associazioni Venatorie con l’ambizione di parlare a tutti i cacciatori, anche non equivocabili i contenuti dell’intervento del vice Presidente Regionale della FIDC Giancarlo Bonavigo: unità delle associazioni, apertura all’ambientalismo della ragione, riconoscimento del ruolo determinante nella gestione delle imprese agricole, ATC e CA a misura di buon governo del territorio e tanta, tanta certezza normativa a tutti i livelli istituzionali che oggi non c’è. Gaspari dell’Anuu di Vicenza ha spinto perché Stival porti a casa il PFRV a cui anche la sua Associazione, assieme a tutte quelle del CRAVN, ha contribuito a migliorare. Armonici e all’unisono gli interventi conclusivi del Presidente Nazionale Osvaldo Veneziano e del Presidente dell’ARCI Caccia del Veneto, Giuliano Ezzelini Storti che hanno chiesto alle forze politiche di approvare il Nuovo Piano Faunistico Regionale prima della fine della Legislatura e chiesto a Stival di farsi portavoce di un messaggio al Governo e alle Regioni: “andiamo a trattare in Europa con una sola voce italiana e facciamolo subito”. Ezzelini, dedicando l’iniziativa allo scomparso Ferruccio Carnielli, fondatore dell’ARCI Caccia ha sfidato tutte le Associazioni Venatorie ma anche gli imprenditori del settore, gli agricoltori e quanti vogliono vincere senza competizione per gestire il territorio, per affascinare i giovani, per superare la ghettizzazione, a mettersi in gioco, a superare “qualunquismi”, al far di “tutta un erba un fascio”, a trovare le cose che ci uniscono, al posto di guardare i particolarismi che ci dividono per scegliere, senza nostalgie, il futuro della caccia ricordando il celebre vicentino Mario Rigoni Stern: “la caccia e’ ….. Libertà, sole, spazi, tempeste”, una poesia bellissima.

Arci Caccia Caltanissetta. Corsi per Capo battuta al cinghiale Si è svolto a Caltanissetta il “corso per Capo battuta al cinghiale” organizzato dalla Federazione Arci Caccia Provinciale, presieduta da Leopoldo Vernagallo. Il corso della durata di un giorno (quattro ore più quattro) è stato intramezzato dal pranzo conviviale di lavoro. Tre gli esperti e i docenti del corso: Francesco D’Elia, Nicolò Milazzo e Oliva Onofrio. Naturalmente gli esperti si sono soffermati su diversi temi a cominciare dalla biologia del cinghiale in tutti i suoi aspetti fino ad affrontare le questioni riferibili alle normative, al trattamento e al trasporto dei capi catturati e alle prescrizioni della polizia veterinaria. Sono stati inoltre trattati quali argomenti di approfondimento: la caccia in battuta, il tiro e la balistica, le norme di sicurezza, le armi e il munizionamento, la girata e la tracciatura. 18

Tanti consensi per la kermesse di Valserra, Territorio e Tradizioni Quattro giorni di eventi, spettacoli e degustazioni nel cuore della Valserra, all’interno dell’area attrezzata di Poggio Lavarino, immersi nel verde della campagna umbra e in totale simbiosi con la natura. ‘Valserra, territorio e tradizioni’ si è svolta da giovedì 4 a domenica 7 giugno per dare spazio alla grande cultura rurale della regione e valorizzare i suoi borghi e le sue eccellenze, turistiche e ambientali. Organizzata da Arcicaccia e Arcipesca in collaborazione con la Eventi Srl e la Proloco di Poggio Lavarino, la manifestazione – che può contare su una mostra mercato permanente dedicata allo sport ed agli hobby – si è presentata ai nastri di partenza con tante interessanti novità. Il dibattito Nella prima edizione, quella del 2014, il confronto era stato incentrato sull’unità del mondo venatorio, argomento ancora attuale. Quest’anno il tema del dibattito – che si è svolto sabato 6 giugno alle 10.30 – è stato ‘Gestione del territorio, oltre le enunciazioni’ ed ha visto contributi dei tre presidenti degli Ambiti territoriali di caccia dell’Umbria – Igor Cruciani, Luciano Calabresi e Leonardo Fontanella -, del segretario nazionale di Arcipesca Michele Cappiello e del presidente nazionale di Arcicaccia Osvaldo Veneziano. Il dibattito è stato coordinato dal presidente regionale di Arcicaccia Emanuele Bennati. Esibizioni Importante è la sinergia che si è venuta a creare con le scuole del territorio e che si realizzata nell’esposizione didattica di falconeria, accompagnata da vere e proprie esibizioni di volo. A queste si sono aggiunte le attività di ‘agility dog’ curate da We Dogs e le prove di lavoro dei cani da tartufo. Non sono mancate poi le esibizioni di pesca alla trota in torrente a cura della Scuola nazionale di pesca a mosca e quelle di tiro a piattello e caccia simulata con l’arco grazie al contributo del Gruppo

arcieri città di Terni. Gare Particolarmente partecipate le competizioni di tiro a volo e tiro cinghiale corrente con il 1° Trofeo Valserra che è stato assegnato al termine manifestazione. Ci sono poi state le prove di lavoro dei cani da tartufo con una gara, domenica 7 giugno, valida per il campionato centro-sud Italia, un’interessante esposizione nazionale di razze canine e le qualificazioni al campionato italiano di prova lavoro di cani da ferma e da cerca su quaglie liberate. Spettacoli Musica e divertimento ogni sera, dalle 21.30, con orchestre di livello nazionale Soddisfati gli organizzatori a cominciare dal vicepresidente regionale di Arcicaccia Giampiero Amici e il presidente regionale di Arcipesca Claudio Vici. “Non si tratta della solita sagra o di una festa commerciale – hanno spiegato -, ma di una mostra mercato promossa da soggetti che si impegnano a gestire in positivo l’ambiente, salvaguardare il territorio e tutelare la fauna. ‘Valserra, Territorio e Tradizioni’ punta a sostenere una politica di rilancio e valorizzazione delle zone montane e collinari, i loro paesaggi, i borghi spesso colpevolmente dimenticati ma che sono un vero patrimonio per la nostra regione. L’iniziativa è promossa da Arcicaccia e Arcipesca – hanno detto Giampiero Amici e Claudio Vici – ma è aperta a tutti, in primis alle scuole del territorio, e si configura come una manifestazione autenticamente popolare, che punta a riscoprire le tradizioni rurali all’interno di un’area di straordinaria bellezza e ancora oggi poco conosciuta”.

Arci Caccia: eradicare il bracconaggio “La Direzione Nazionale dell’ARCI CACCIA e i Comitati che operano nei territori più direttamente feriti dal bracconaggio nelle regioni Abruzzo, Lazio e Molise sentono il bisogno di esprimere in modo forte e chiaro la ferma condanna dei responsabili degli inqualificabili delittuosi accadimenti che hanno portato all’uccisione, da parte di criminali della natura, di animali nel Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise. Da notizie stampa risulta che al momento sono state denunciate 12 persone per i suddetti reati. L’ARCI CACCIA, orgogliosa di rappresentare i cacciatori, auspica una rapida attività investigativa e puntuali accertamenti della giustizia che consentano di individuare i colpevoli così da punirli con condanne esemplari. L’ARCI CACCIA ha attivato i suoi legali per verificare la possibilità di costituirsi parte civile nel procedimento contro i “bracconieri” tra i più infimi nemici dell’attività venatoria e per chiedere che la comunità venga anche risarcita dei danni arrecati al patrimonio faunistico bene comune. Gli scempi ambientali riportati dai “media” offendono noi e i cittadini tutti e ci portano a riproporre la piena disponibilità dell’Associazione e delle sue Guardie Venatorie Volontarie per mettersi al servizio del Corpo Forestale dello Stato, da sempre in prima linea in queste battaglie, per concorrere al meglio anche noi sotto la direzione della “Forestale”, cui va la più convinta gratitudine, ad un’azione preventiva di più intenso e diffuso presidio del territorio, con l’obiettivo di eradicare il bracconaggio, piaga delle nostre meravigliose campagne, ricchezza inestimabile del “bel Paese”.


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Arci Caccia. Assegnate le borse di studio “Gianni Pericoli”

Ritrovare l’orgoglio venatorio nella caccia “colta” e nella capacità di saper parlare alle giovani generazioni Giovedì 19 febbraio, a Chianciano Terme, si è svolta la premiazione della terza edizione della borsa di studio intitolata a Gianni Pericoli, dirigente dell’Arci Caccia di Chianciano e di quella senense, prematuramente scomparso il 19 febbraio 2012 per un incidente stradale avvenuto al termine delle operazioni di cattura

nella zona di ripopolamento della cittadina termale. Alla presenza del Sindaco, della dirigenza scolastica e del gruppo dirigente dell’Arci Caccia locale, provinciale e regionale, dei familiari di Gianni – la moglie e le sorelle – è avvenuta la premiazione di fronte ad una fol-

tissima platea dei bambini delle classi terze e delle quarte delle scuole elementari Mencarelli e De Amicis e di tanti genitori e dei tantissimi amici di Gianni. La borsa di studio, messa in palio dal Circolo Arci Caccia di Chianciano, è stata assegnata alle varie classi partecipanti a seguito della va-

lutazione dei lavori eseguiti dai ragazzi dopo aver seguito una serie di lezioni in classe, tenute dal tecnico faunistico dell’Arci Caccia Toscana, ed una uscita durante le catture delle lepri. Anche quest’anno abbiamo potuto rivedere l’entusiasmo e la felicità dei tanti bambini che hanno partecipato all’iniziativa, segno che le attività legate alla natura ed alla sua conoscenza – di cui la caccia è un aspetto fondamentale – suscitano grande interesse e coinvolgimento. Negli interventi dei dirigenti dell’Associazione, Gianni è stato ricordato per la sua capacità di trasmettere l’amore per la natura e per l’attività venatoria, non in termini corporativi ed autoreferenziali, ma sapendola veicolare come una attività densa di conoscenza e di significati culturali. Gianni sicuramente pensava che all’animalismo sempre più dominante e portatore di una visione emotiva ed irrazionale non si dovesse rispondere ergendo il muro dell’incomunicabilità ma neanche appiattendosi silentemente ad una cultura che, per essere contrastata, non deve essere assecondata nella sua becera violenza. L’orgoglio identitario della caccia passa attraverso una rivendicazione colta e motivata di una attività che può essere utile alla conservazione dell’ambiente sapendo riscoprire le sue radici popolari e rifuggendo un elitarismo culturale sterile e dannoso. Per parlare con il mondo occorre ricostruire una propria autonomia culturale che non deve essere mai scambiata per una chiusura all’interno dei propri steccati. Tutti gli intervenuti si sono dati l’impegno di proseguire negli anni questa bella iniziativa, certamente tra le più importanti e significative dell’Arci Caccia.

Colfiorito. Coppa Campioni attitudinale su quaglie

Roberto Scarpecci trionfa sia nelle razze continentali che in quelle inglesi “Colfiorito” è di per se uno spettacolo della natura: con la “Coppa dei Campioni” ARCI CACCIA gli appassionati di cinofilia venatoria sperimentano il “Paradiso” del cane da caccia. La “palestra” dei cani da ferma di Colfiorito (PG) è speciale perché perfettamente curata dal Gruppo Cinofilo Perugino. Per questa edizione l’Arci Caccia grazie all’impegno di tanti dirigenti valorosi presenti nei territori è riuscita a portare ai “nastri di partenza”, ben 97 cani, tutti detentori dell’ECC conseguito nei 12 mesi precedenti. L’organizzazione è stata efficiente fin nei minimi particolari a merito in primis dei volontari dell’Arci Caccia di Foligno. Fra tutti citiamo ma solo perché ne rappresentano convintamente molti più iscritti il Presidente Bruno Broccolo il Vice Massimo Cavaterra. ARCI Caccia Umbria è stata tutta impegnata sotto la sapiente e consolidata guida del coordinatore nazionale Giorgio Filippucci. Con lui agli altri ottimi collaboratori sono stati: Giorgio Torti, Carlo Trabalza, Gianpaolo Zandrini, Roberto Tognoloni, Giancarlo Massari, Francesco Fioravanti, Federico Centanni, Giuseppe Pilli, Marcello Maltempi e altri che da sempre sono l’orgoglio di tanti circoli Arci Caccia per la dedizione alla cinofilia e per l’impegno nel costruire e sostenere l’associazione in tutta Italia. I cani sono stati veramente notevoli per doti venatorie e preparazione: ben 31 in classifica. Le coppie si susseguivano e sotto gli sguardi attenti di spettatori incantati – dagli “Inglesi” e dai “Continentali”. Così si è trascorsa una giornata meravigliosa che ha visto protrarre le prove fino a sera. Un solo piccolo neo: l’assenza degli Italiani: un solo soggetto in prova. In entrambe le categorie – pur con la presenza di “dresseur” di notevole caratura – ripetendosi così come lo scorso anno, ha dato la sua “zampata da leone” Roberto Scarpecci vincendo con pieno merito e dando prova di assoluta competenza e grande maestria. Anche Moreno Pasqualetti ha condotto in campo soggetti di sicuro prestigio tanto che si è aggiudicato il 2° posto negli Inglesi e ha vinto con pieno merito il Trofeo

Attilio De Sanctis. Grandi qualità vanno riconosciute anche a tutti quelli che hanno avuto cani in classifica e anche a coloro a cui la “dea bendata” non ha concesso il successo completo. Bravi tutti perché insieme hanno contribuito a dare prestigio ad uno dei più importanti eventi della cinofilia italiana. Una bellissima domenica vissuta in serenità e gioia, possibile perché è stato forte il “feeling” tra conduttori e giudici che con calma e concretezza hanno svolto la loro opera. I giudizi sono stati inoppugnabili, tanto è che le relazioni e le classifiche sono state condivise da tutti e

molto applaudite. Al termine delle prove, il Presidente Nazionale Osvaldo Veneziano, elogiando l’organizzazione, i giudici, i partecipanti ha auspicato un crescente e sempre più solido connubio tra cinofila, agricoltura, ambiente, caccia e società e ha dato a tutti appuntamento al prossimo anno sempre più numerosi insieme all’ARCI Caccia. COLFIORITO 21 GIUGNO 2015 Classifica Libera Continentali Giuria: De Matteis Goffredo – Moretti Tulio 19

1° ECC LAKI M K SCARPECCI ROBERTO 2° ECC TEA F K NICHINONNI FRANCESCO 3° ECC MESI STOPANJSKI M K SCARPECCI ROBERTO ECC BRIO M EB BENIGNI TARCISIO MB PABLO M EB MORICHI DARIO MB KIRA EB SCATIZZI ENRICO MB LUPIN M EB RINALDI SIMMACO Inglesi Giuria: Berlingozzi Paolo – Bianconi Sergio 1° ECC OLMO M PT SCARPECCI

ROBERTO 2° ECC AMBRA F SI PASQUALETTI MORENO 3° ECC MONDO M SI PASQUALETTI MORENO ECC BACH M SI MERCANTI GILBERTO ECC CRISS M SI CACCIAMANI MAURO ECC GEO DEL ZAGNIS M SI NIKOLIC ECC BALE M SI CHIANELLA WALTER ECC RIBO’ M SI BRAVI GABRIELE ECC TANGO M SI GALLERINI GIANFRANCO ECC THOR M SI FABBROCILE TIZIANO ECC TANGO M SI CACCIAMANI MAURO ECC DANTE M SI CODINI ENZO ECC KANDISKY DELL’AD MONTES M SI AGLIANI LANFRANCO ECC PIANIGIANI’S CADDY M SI PIANIGIANI STEFANO ECC BARAK M SI LA PORTA ISIDORO ECC NEYMAR M SI CHIANELLA WALTER ECC MIRNA DEL DUDA F SI SCARPECCI ROBERTO MB PIANIGIANI’S JIGEN M SI PIANIGIANI STEFANO MB BRIGA F SI PASQUALETTI MORENO MB JUDO M SI CHIANELLA WALTER MB DERO M SI BENIGNI TARCISIO MB PIANIGIANI’S ULISSE M SI CAPRIOTTI FABIO MB PIANIGIANI’S BILLY M SI PIANIGIANI STEFANO MB PIANIGIANI’S ANAKIN M SI PIANIGIANI STEFANO MB KIM M SI PROIETTI ANTONIO MB BIRBA F SI MAGIONANNI PAOLO MB AROL M SI SANTINI LUCIANO MB ARON M SI FARIOLI SAVERIO MB DARK DI VAL DI CONELLA M SI BRUGNANI LUCIANO MB CUCCA’S HICTON M SI SETTIMI NICOLA MB FIAMMA F SI CACCIAMANI MAURO


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Campionato regionale toscano di caccia su beccacce

Dea, setter inglese di Francesco Morelli, “addomestica” la regina del bosco e sale sul gradino più alto del podio Sabato 14 marzo scorso si è svolto il Campionato Regionale Arci Caccia e CSAA Toscana su beccacce in prova unica. Come ogni anno, i terreni in cui si è tenuta la gara sono stati quelli dell’area addestramento cani Viamaggio, Comune di Badia Tedalda nella Valtiberina Toscana. Terreni sicuramenti ottimali per la sosta dello scaltro scolopacide anche nel periodo del ripasso primaverile. Ci troviamo infatti nel pieno dell’appennino toscano, nell’Alpe della Luna per precisione, ad una altitudine che varia tra gli 800 e i 1200 metri dove le ampie e maestose faggete sono intervallate da prati, alcuni utilizzati per il pascolo del bestiame altri invece, non utilizzati, presentano qua e la macchiole di pruni ideali per la sosta della beccaccia. E’ stato proprio questo lo scenario che ha visto confrontarsi 40 cani provenienti da Marche, Umbria e Toscana, divisi in quattro batterie tutte di inglesi. La quiete dopo la tempesta, è proprio il caso di dirlo dopo il funesto vento che nei giorni scorsi ha sconvolto anche la Valtiberina come altri territori toscani, ha permesso di svolgere nel migliore dei modi la gara, infatti la giornata è stata bella, parzialmente velata da nuvole che non hanno però impedito di far uscire ogni tanto il sole che, con i suoi raggi, ha spesso deliziato giudici, organizzatori e concorrenti che di prima mattina si sono trovati con temperature sicuramente più invernali che primaverili. Il maltempo dei giorni scorsi ha lasciato qua e la le

sue tracce, boschi e prati presentano ancora sprazzi di neve che hanno fatto da cornice a questa bella giornata. Il Comitato organizzatore, come ogni anno, è stato il Circolo Arci Caccia di Sansepolcro in collaborazione con il Circolo di Badia Tedalda che ha in gestione l’area addestramento. Diego, Mariano, Andreino, Lorenzo, Vittorio, Luca e Libero, tutti soci del Circolo insieme al loro Presidente Saverio, non si sono certo risparmiati accompagnando i giudici e i concorrenti nelle rispettive batterie, cercando di fare in modo che filasse tutto liscio. E così è andata, ai buoni terreni è corrisposta una bella presenza di beccacce,

più di dieci fra tutte. Quattro di loro, in due batterie diverse, hanno permesso ad altrettanti cani di poter dimostrare la loro dimestichezza con la regina del bosco. I quattro cani in questione hanno fatto, come si dice in gergo “il Punto”, fermando e successivamente facendo involare correttamente le agognate prede. A completare il buon esito della manifestazione ha contribuito poi l’operato ineccepibile dei qualificatissimi giudici, Rocchi Silvano, Pettorali Fabio, Baldaccini Walter e del sempre più giovane, almeno a vederlo nel bosco, Borchi Giampiero, che era anche il delegato Arci Caccia – CSAA. Difficilissimo è

stato il loro compito poiché, oltre ai cani in classifica per avere incontrato la beccaccia, si sono trovati di fronte un notevole lotto di cani che hanno dimostrato di conoscere bene il selvatico e di saperlo cercare nei posti giusti. Nelle due batterie dove non si sono fatti punti, i premi di merito per i cani che hanno dimostrato di conoscere bene la materia e hanno svolto in modo migliore il turno sono andati a Jonh, setter inglese di Tontini Omero in una e Duma, setter inglese di Baronti Franco nell’altra. Mentre per le due batterie dove invece i punti sono stati fatti, hanno vinto Cuci, setter inglese di Del Teglia Marino in una e Dea, Setter inglese

di Morelli Francesco nell’altra. A fine mattinata, meglio dire primo pomeriggio poiché il tutto è finito alle 15, tra i vincitori delle due batterie è stato svolto il barrage per decretare il Campione Regionale Toscano Arci Caccia Csaa 2015 su beccacce che è andato alla setter inglese Dea di Morelli Francesco. Dopo la premiazione, vista anche l’ora tarda, giudici, organizzatori e i concorrenti rimasti si sono ritrovati tutti a tavola soddisfatti di aver trascorso una bella giornata all’aria aperta ed è stato ovviamente anche il momento di tirare le somme della bella manifestazione che ha dato veramente tantissime emozioni a tutti.

Arci Caccia Umbria e Gubbio. Prove su beccacce

Il migliore è Alba, setter inglese di Walter Alunno

Bella Expo a Sesto Fiorentino. Il ricavato devoluto ad un progetto di solidarietà Domenica 24 maggio, nell’ambito della Fiera di primavera l’Arci Caccia e la Federcaccia di Sesto Fiorentino, sotto le bandiera della Confederazione Cacciatori Toscani, hanno organizzato una bella e partecipata esposizione canina. Il meteo, capriccioso nei giorni precedenti, ha voluto invece salutare questa iniziativa con un po’ di sole ed un clima ideale sia per i conduttori che per i veri protagonisti. Perfetta l’organizzazione e molto competente il corpo giudicante a corollario di una esposizione veramente ben riuscita. Da sottolineare come le due associazioni venatorie di Sesto siano protagoniste della vita della loro comunità, non solo impegnate nel fornire servizi ai cacciatori ed occuparsi, molto bene, della gestione della fauna sul territorio ma anche attori principali della vita sociale e delle molteplici iniziative organizzate nel comune di Sesto Fiorentino. Il riconoscimento di questo è dato dalla presenza alle premiazioni dei vincitori dell’esposizione del Sindaco, Sara Biagiotti, e dell’Assessore all’Ambiente che hanno potuto, anch’essi, valutare positivamente l’ottima riuscita dell’esposizione. Il ricavato della manifestazione è stato devoluto al progetto di solidarietà per il Nepal di Base Camp-Solidarity e Associazione Comunale Anziani.

Con la Prova Nazionale su beccacce del 15 marzo scorso l’ARCI Caccia dell’Umbria e l’ARCI Caccia di Gubbio hanno consegnato al mondo della Cinofilia una giornata di prestigio difficile da dimenticare: tanta passione, tanta voglia di caccia, tante emozioni. Una tappa per tutti gli appassionati delle prove sulla “regina del bosco” che alimenta il desiderio per le prossime prove. Sono questi appuntamenti che fanno sperare in un futuro migliore. Il raduno fissato alle ore 6 al bar Mocaiana di Gubbio ha visto arrivare un folto gruppo di giovani, in maggioranza neofiti alla loro prima esperienza in una grande manifestazione. Divisi in due batterie, i concorrenti hanno potuto sciogliere i loro ausiliari nel territorio del Parco Demaniale di Gubbio. Parco tipico con un paesaggio non di alta montagna ma collinare con boschi bellissimi intramezzati da una miriade di ruscelli e da terreni adatti al pascolo. La prima batteria ha avuto qualche possibilità minore di incontro: quattro beccacce di cui solo due utilizzate dai concorrenti. La seconda batteria, più vicina al pubblico, è stata più fortunata. Ben sei le beccacce incontrate sul suo percorso. Al terzo turno con la setter inglese Alba, vincitrice della batteria, gli spettatori e i concorrenti in attesa del turno hanno potuto assistere alla realizzazione del punto e di osservare da vicino il volo della bec20

caccia che nella sua tipica traiettoria sembrava volesse salutare tutti augurando pieno successo alla prova. Momento veramente molto bello, tanto che è scattato, improvviso l’applauso pieno di entusiasmo. Alla fine ben tre cani in classifica e un CQN. Quindi due batterie di ottimo successo. Tutto ciò non è avvenuto per caso: la presenza delle “regine” e gli ottimi terreni hanno dato sicurezza all’evento. Merito anche per la tanta competenza e capacità organizzativa. Il gruppo capitanato da Roberto Tognoloni è riuscito a mettere insieme collaboratori qualificati e di grande competenza. Giampaolo Zandrini da tutti conosciuto e molto stimato per le grandi capacità di manager delle prove. Lando Loredoni presidente della ANLC insieme a Ricci Fiorella, Alessio Allegrucci e Mattia Margutti, tutti grandi appassionati, hanno dato un grande impegno organizzativo e di conoscenza nella preparazione e durante la manifestazione. Onore al merito per le capacità degli accompagnatori Walter Alunno, Flavio Costanzi e Luca Maticchi che hanno guidato le batterie in maniera encomiabile. Bravi i giudici Sergio Bianconi, Maurizio Barbieri, Gianluigi Arcangeli, Pietro Giuseppe Pignataro che alle loro tradizionali e indiscusse competenze hanno dato fondo, in questa particolare occasione, a tutte le loro capacità, riconosciute con convinti applausi durante le premiazioni. Giorgio Filippucci

Nella foto. Da sinistra: Sergio Bianconi, Giorgio Filippucci, Giampaolo Zandrini, Fiorella Ricci, Pietro Giuseppe Pignataro, Agnese Ragni, Lando Loredoni, Gianluigi Arcangeli, Walter Alunno. In ginocchio: Roberto Tognoloni. LE CLASSIFICHE 1ª Batteria Inglesi Giudici: Gianluigi Arcangeli, Pietro Giuseppe Pignataro 1° MB Zelinda SI F prop. e conduttore Rodda Marco 2° MB Mia SI F prop. e conduttore Passeri Michele Richiami Burgos SI M prop. e conduttore Piroli Marco Hermes del Sassovivo SI F prop. e conduttore Allegrucci Alessio Alice degli Uberti SI F prop. e conduttore Boscolini Diego 2ª Batteria Inglesi Giudici: Maurizio Barbieri, Sergio Bianconi 1° ECC. Alba SI F prop. e conduttore Alunno Walter 2° MB Alpinensis Mercedes SI F prop. e conduttore Paparelli David 3° MB Orange SI F prop. e conduttore Pericolini Andrea Richiami Kos del Frangio SI M prop. e conduttore Alessandrini Leonardo Bea SI F prop. e conduttore Ciucci Andrea


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Rapporto Legambiente su gestione e benessere animale

Pochi controlli e scarsa informazione: le politiche e i servizi per gli animali ancora troppo disomogenee o addirittura ignorate

Di razza o meticci, piccolissimi o enormi, domestici o vaganti, sono tantissimi i cani e i gatti che vivono nel nostro Paese. Moltissimi in famiglia, tanti nelle colonie controllate, decisamente troppi per strada, nei canili o nei rifugi d’emergenza. E se cani e gatti sono le specie animali più diffuse nelle nostre case, sono moltissimi anche i conigli nani e i piccoli roditori, pesci, rettili più o meno innocui, uccelli autoctoni o tropicali. Le nostre città, inoltre, risultano essere sempre più popolate da animali selvatici come il gabbiano reale, storni, cornacchie ma anche volpi e cinghiali, attratti dal cibo disponibile e dalla minore presenza di predatori. Per conoscere la situazione delle politiche per la gestione e il benessere degli animali in Italia, Legambiente, per il quarto anno consecutivo, ha sottoposto uno specifico questionario a tutte le Amministrazioni dei comuni capoluogo di provincia e alle Aziende sanitarie locali italiane: dalle risposte ottenute (85 Comuni capoluogo di provincia, il 77% del campione e 74 Aziende sanitarie locali, ossia il 50% delle 146 Aziende sanitarie del campione contattato), emerge che il 90% dei Comuni capoluoghi che ha risposto al questionario ha dichiarato di aver attivato l’assessorato e/o l’ufficio appositamente dedicato al settore, mentre l’82% delle Aziende sanitarie locali ha dichiarato di avere almeno il canile sanitario e/o l’ufficio di igiene urbana veterinaria (in due casi anche l’ospedale veterinario) appositamente dedicati. Nonostante ciò, sono pochissimi gli enti in grado di assicurare servizi di qualità agli amici a quattro e due zampe e corrette informazioni ai cittadini che se ne prendono cura: solo il 35% delle città del campione raggiunge un punteggio sufficiente (30 punti su 100), il 3,5 % (Modena, Ferrara e Verona) raggiunge una performance buona e il 2,5% ottiene una performance ottima (Terni e Prato), mentre il restante 59% raccoglie punteggi decisamente insufficienti. Tra le Aziende sanitarie (novità di questa edizione), raggiungono una performance sufficiente 22 aziende su 74, pari al 30% del campione, mentre hanno una performance buona, ossia almeno 40 punti su 100, 13 aziende sanitarie (Asur 3 Macerata, Asur 1, Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Firenze, Brescia, Asti, Roma G, Mantova, Milano, Ausl Umbria 2, Como, Bergamo, Lecco), pari al 17,5% del campione. Solo una, Napoli 1 Centro, supera i 50 punti su 100 raggiungendo una performance ottima. “Con il IV rapporto nazionale Animali in Città – ha dichiarato la direttrice generale di Legambiente Rossella Muroni -, vorremmo dare un concretissimo contributo alla crescita della corretta gestione dei milioni di amici a quattro zampe e dell’effettivo rispetto del loro benessere. Per far ciò, è evidente che le politiche del settore in Italia devono saper passare da una fase pioneristica, dove solo alcune realtà hanno saputo costruire esperienze positive ad una in cui tali esperienze diventino patrimonio diffuso e pratica viva in tutto il Paese”. Dall’analisi dei dati ricevuti, infatti, emergono grandi differenze tra una città e l’altra e tra le aziende sanitarie delle diverse regioni: la spesa pubblica dichiarata dagli 85 Comuni capoluogo per esempio, assomma a 27.083.871,71 euro/anno nel 2013, con un costo medio di 1,74 euro/cittadino e picchi di spesa fino a 13,15 euro/cittadino a Matera o a 10,3 euro a Terni, opposti ai 10 centesimi spesi da Padova o ai 17 centesimi di Bolzano. La spesa a carico delle aziende sanitarie locali risulta più difficile da calcolare ma verosimilmente stimabile, per il 2013, intorno ai 151.956.670,00 euro/anno, con un costo medio di 2,5 euro/cittadino. La gran parte degli attuali costi è dovuta proprio alla gestione dei cani presso i canili rifugio, strutture indispensabili per il modello attuale, ma oggettivamente fallimentari rispetto ad obiettivi credibili tanto di benessere animale che di contenimento dei costi a carico delle pubbliche amministrazioni. Nello specifico, i Comuni dichiarano di spendere oltre l’80% del bilancio destinato al settore per i canili (circa 85.000.000,00 di euro per il 2013), gestiti, nel 12% dei casi in proprio, tramite ditte o cooperative con appalto pubblico nel 30% dei

casi e tramite associazioni in convenzione nel rimanente 58% dei casi. Preoccupa il fatto che solo due terzi dei Comuni dichiari di sapere quante e quali siano le strutture autorizzate (77,6%), che risultano così divise: 58 canili sanitari, 24 gattili sanitari, 87 canili rifugio, 6.988 colonie feline, 422 aree urbane per cani, 45 pensioni per cani, 51 allevamenti di cani, 61 campi di educazione e addestramento cani. Più alto, ovviamente, il numero denunciato dalle Aziende sanitarie (il 96% conosce le strutture), ma non tutte effettuano i necessari controlli (89%) presso i 181 canili sanitari, 45 gattili sanitari, 311 canili rifugio, 17.303 colonie feline, 581 aree urbane per cani, 365 pensioni per cani, 488 allevamenti di cani, 161 campi di educazione e addestramento cani e 68 altre tipologie di strutture. Rispetto alle colonie feline diffuse sul territorio, che variano, a seconda delle due fonti tra 14.659 (aziende) e 17.500 (amministrazioni comunali), il 68% dei Comuni e il 73% delle aziende dichiara di effettuare i monitoraggi. Tra le città più amiche dei gatti troviamo Roma (4.415 colonie e 55.725 gatti), Torino (1.424 colonie e 26.000 gatti), Napoli (1.242 colonie e 12.008 gatti) e Milano (700 colonie e 7.000 gatti). Altro tema scottante e sul quale è urgente intervenire con controlli e sanzioni è quello dell’anagrafe canina, unica anagrafe animale ad oggi obbligatoria per gli animali in città, di competenza delle Aziende sanitarie locali, eccezion fatta per le regioni Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia: dall’indagine è emerso che il 68,2% dei Comuni dichiara di conoscere il numero complessivo dei cani iscritti nella anagrafe del proprio territorio, ed il 70% di conoscere il numero delle nuove iscrizioni avvenute nell’anno 2013. Tra le Aziende sanitarie locali, l’82% dichiara di conoscere il numero complessivo dei cani iscritti nel proprio territorio e l’81% di conoscere il numero delle nuove iscrizioni. I cani vaganti, siano essi padronali o randagi, coincidono con il principale elemento di conflittualità e sofferenza nell’ambito degli animali d’affezione ed il più significativo costo economico a carico della collettività: in media, nei Comuni capoluogo nel 2013, ogni 4 cani catturati 3 hanno trovato felice soluzione tra restituiti ai proprietari, dati in adozione e/o reimmessi come cani liberi controllati, ma anche in questo caso i dati di dettaglio mostrano situazioni molto differenti che spaziano tra il caso peggiori registrati a Catanzaro, dove trova una soluzione positiva meno di un cane ogni 11 catturati in libertà o ad Avellino (un cane adottato o riconsegnato ogni 8 catturati) e l’eccellenza di Verbania dove per 1 cane catturato trovano soluzione 10 cani (seguita da Udine e poi da Pistoia). Nel caso delle Aziende sanitarie locali, in media nel 2013, ogni 3 cani catturati 2 hanno trovato felice soluzione tra esemplari restituiti ai proprietari, dati in adozione e/o reimmessi come cani liberi controllati, anche qui con situazioni molto differenti, che vanno dal caso della ASL di Cremona dove ogni 10 cani catturati meno di 2 trova positiva soluzione, alla ASUR 2 di Ancona dove per 1 cane catturato trovano soluzione per 5 cani. Per la gestione dei cosiddetti cani di quartiere o liberi controllati è indispensabile una costruttiva condivisione di responsabilità e oneri tra Comune, ASL e cittadini incaricati al fine di una piena e positiva accettazione sociale, mentre scarsissime sono le possibilità di successo in assenza di equilibrio tra il numero dei cani, il numero dei cittadini specificamente incaricati e la distribuzione della presenza in aree idonee. Tali esperienze sono presenti in meno di 1 Comune su 5. In generale i Comuni che hanno dichiarato di avere cani liberi controllati sono nell’87,5% dei casi al sud, nel 12,5% al centro e in zero casi al nord Italia. Sono stati dichiarati complessivamente 7.118 cani liberi controllati dai Comuni capoluogo con 954 cittadini specificamente impegnati, ma di questi ben 5.907 sono in città capoluogo siciliane (83% del totale). Ma se i dati generali risultano sostanzialmente confermati dalle aziende sanitarie locali,

stupisce che i numeri per i medesimi territori non coincidano: ad esempio, Napoli non segnala alcun cane libero controllato mentre l’ASL Napoli 1 Centro indica la presenza di 566 cani e 32 cittadini specificamente incaricati, al contrario il comune di Roma segnala 400 cani e 300 cittadini incaricati mentre le ASL Roma A e Roma E dichiarano complessivamente solo 32 cani e 5 cittadini incaricati. Ma chi tutela gli animali e interviene in caso di necessità? Il 74% dei Comuni dichiara di avere un nucleo di Polizia municipale destinato ad effettuare specifici controlli e ben il 60% dichiara di aver dotato il proprio personale di lettore microchip necessario per leggere la “targa” del cane, mentre andando a calcolare quanti lettori di microchip sono stati effettivamente distribuiti dai Comuni questi risultano essere solo 135 in tutta Italia, ossia in media 1,2 per Comune capoluogo, coerentemente col numero dei controlli effettuati: 2.967 in totale, ossia un controllo in un anno ad 1 cittadino ogni 5.255 residenti. Di pari passo, l’importo delle somme recuperate attraverso le specifiche sanzioni amministrative che ammontano in tutta Italia, nel 2013, a 103.278,78 euro, di cui ben il 60,3%, ossia 62.303,4 euro, frutto di sanzioni elevate in sole tre città: Prato, Perugia e Pistoia. Quasi tutte le Aziende sanitarie locali dichiarano di intervenire per il rispetto delle regole e il contrasto del maltrattamento degli animali (89%) e praticamente tutte dichiarano di aver fornito di lettori microchip il proprio personale (97,2%) per un numero complessivo di 899 lettori in tutta Italia, ma i numeri relativi alle sanzioni dicono altro: in totale 4.462 controlli effettuati, ossia un controllo in un anno ad 1 cittadino ogni 6.796 residenti. Chi chiama il Comune o la Asl per avere informazioni o aiuto in caso di animali selvatici in difficoltà, feriti o debilitati o abbandonati (dal rondone caduto dal nido alla testuggine o all’iguana abbandonata), avrà un’indicazione utile dal 57,5% dei Comuni e nello specifico, le risposte rinvieranno nel 29,4% dei casi alle ASL, nel 28,2% alla Polizia Provinciale e nel 23,5% dei casi a Corpo Forestale e Associazioni di protezione degli animali. Nel caso delle Aziende sanitarie locali, 2 su 3 danno risposta (il 66,2% dei casi), anche se soltanto 1 su 5 dichiara di intervenire con proprio personale (nel 19% dei casi). Ancora inferiore risulta il livello di conoscenza della biodiversità animale che abita sempre più spesso i territori urbanizzati, nonostante questa conoscenza sia la necessaria premessa per le più idonee azioni di prevenzione al fine di ridurre conflitti e danni, anche in termini di zoonosi. Solo il 18,8% dei Comuni capoluogo, meno di 1 su 5, ha una mappatura delle specie animali presenti e meno di 1 Comune su 3 mette in atto azioni di prevenzione (il 28,2% dei casi). Tra le Aziende sanitarie, 2 su 3 non monitorano le specie sinantrope (il 62,1% dei casi), e quando ciò avviene riguarda nel 29,7% dei casi l’avifauna. Una buona qualità della vita degli amici animali non può prescindere dalla presenza di spazi dedicati. Il 50,5% dei Comuni ha dichiarato di avere spazi aperti dedicati agli animali d’affezione: 422 aree dedicate ai cani che corrispondono, in media, ad uno spazio dedicato ogni 15.413 cittadini residenti e una distribuzione spaziale di un’area ogni 16,88 kmq. Anche in questo caso i dati di dettaglio mostrano una realtà assai differenziata tra i due estremi rappresentati da Napoli, dove risulta un’area dedicata ogni 191.914 cittadini e una distribuzione spaziale ogni 23,4 kmq, e Siena dove risulta un’area dedicata ogni 3.636 cittadini e una distribuzione spaziale ogni 7,9 kmq. Per una civile convivenza, molto importante è il rispetto e l’adozione di regole mirate: il 90% dei Comuni capoluogo dichiara di avere un regolamento per la corretta detenzione degli animali in città; l’accesso ai locali pubblici e negli uffici è regolamentato in 2 Comuni su 3 (nel 62,3% dei casi). Per la fruizione delle coste, tra i 35 Comuni capoluogo costieri che hanno risposto al questionario solo il 28,5% ha adottato un regolamento per l’accesso degli animali. Pochi anche i Comuni capoluogo che hanno 21

Ciao Flavio, indimenticabile compagno di tante battaglie La notizia della morte di Flavio Gasparini ci è giunta ieri sera, inaspettata per chi pensa che gli amici e i compagni di una intera vita possano superare la barriera del tempo che trascorre inesorabilmente. Così purtroppo non è e in molti luoghi e in molte persone si scava ora nei ricordi per fissare nella memoria gli episodi che hanno visto presente e protagonista l’indimenticabile Flavio. C’è un filo rosso che lega i molteplici impegni di Flavio: affermare dovunque i diritti. Due esempi sui tanti. Alla buona politica (lui orgogliosamente di sinistra) perché fosse in grado di interpretare i bisogni e le aspettative della gente a cominciare dagli Ultimi spesso abbandonati al destino cinico e baro. Alla giusta informazione (lui da sempre giornalista de l’Unità) perché fosse in grado di formare coscienza critica in tutti, premessa di qualsiasi libera e motivata scelta. La sua giornata era piena e se ti avventuravi nel cuore della notte per prendere, in Via dei Taurini, la prima edizione de l’Unità lo trovavi alla sua scrivania spesso “inconsapevole” dell’alba ormai prossima. Erano i momenti più piacevoli per parlare con Flavio. Le tensioni della giornata erano alle spalle e con Flavio si commentava degli aspetti politici più rilevanti, dei risultati del calcio (lui laziale fino al midollo) od anche dell’altra sua grande passione, la caccia, che aveva ereditato dalla sua terra, le marche. E’ stato uno dei fondatori dell’Arci Caccia e fin dal primo istante portò il suo contributo alla nascita dell’associazione e al suo radicamento. La sua penna, essenziale ma anche graffiante quando serviva, ha consentito all’Arci Caccia di comunicare meglio i progetti che venivano messi in campo. Ha fatto parte degli organismi dirigenti e di garanzia per più lustri ma la sua “creatura” era Politica Venatoria, il periodico dell’Associazione che ha diretto fino alla fine. Non si firmava ma i lettori attenti trovavano nei titoli d’apertura e nei pezzi più importanti la sua traccia. Se poi c’era da dire cose fuori dal coro allora ci pensava “Ubaldo Tirasassi”. La sua caccia era quella popolare e legata al territorio contro qualsivoglia deriva consumistica e speculativa. Affrontò con energia e determinazione, con successo, insieme ai suoi compagni le battaglie referendarie prima di giungere ad una legislazione avanzata in materia. E’ stato uno dei promotori del primo gruppo sport del Pci e ha fatto parte degli organismi dirigenti dell’Uisp nazionale e dell’Arci di Roma. Nel mondo dell’informazione è stato a lungo impegnato nel sindacato, nell’Ordine dei giornalisti, nelle Casse e negli Istituti di previdenza. Sempre pronto alla tutela e all’ascolto di qualunque persona che si rivolgesse a Flavio per trovare le giuste soluzioni. I giornalisti italiani lo consideravano un punto di riferimento tanto che a lui delegavano la rappresentanza nei vari organismi. All’Unità metteva in campo professionalità e tanto cuore. Scrive Pietro Spataro, vice direttore de l’Unità: “Flavio è stato un pezzo importante della storia e della passione dell’Unità. Uomo apparentemente burbero ma buono, una bella persona che ha attraversato le nostre vite sia quando dirigeva le pagine dello sport sia soprattutto quando, per lungo tempo, ha svolto il delicato e complicato lavoro di segretario di redazione. In ogni momento di difficoltà, anche privata, Flavio c’era sempre e si faceva in quattro per aiutarti. Ha amato il giornale di un amore grande e forse dal giornale non ha ricevuto tutto quel che lui ha dato. Quante volte sono entrato nella sua stanza per un’autorizzazione e quante volte mi sono fermato a parlare con lui di noi, della sinistra, del giornale, di quel che volevamo e forse non abbiamo mai avuto. Lui ti guardava con il suo sorriso buono e poi ti diceva: dai, ora al lavoro. Se l’Unità è stato un grande giornale è anche grazie a persone come lui che hanno dedicato il loro tempo e la loro passione a far marciare le cose come si doveva senza lasciare nulla al caso”. A Flavio noi dell’Arci Caccia diciamo grazie e continueremo a sventolare le nostre bandiere per onorare la sua memoria e di tutti quelli che hanno dato prestigio alla storia dell’Arci Caccia. (mc) adottato un regolamento per facilitare inumazione, cremazione e tumulazione ossia il dopo fine vita dei milioni di nostri amici a quattro zampe (solo il 29,4%). Davvero pochi sono finora i Comuni che hanno approvato regolamenti e agevolazioni fiscali per facilitare le adozioni dai canili (solo il 9,4%); ancor meno quelli che hanno adottato un regolamento (4,7%) per facilitare, con agevolazioni fiscali o sostegni economici la sterilizzazione di cani e gatti, o contrastare, con oneri fiscali, l’attuale incontrollata popolazione riproduttiva canina e felina. Tra le aziende sanitarie, ben il 75,67% del campione, dichiara di effettuare

azioni di prevenzione del randagismo canino tramite sterilizzazione delle popolazioni di cani e gatti. “Sebbene la sensibilità sia aumentata negli ultimi anni, c’è ancora moltissimo da fare – ha dichiarato Antonino Morabito, responsabile nazionale Fauna e Benessere animale di Legambiente -. Le Istituzioni potrebbero fare molto per i nostri amici a quattro zampe anche spendendo cifre contenute. In diverse città e Aziende sanitarie questo già avviene grazie a regole chiare e incentivanti unite a controlli efficaci e frequenti. La sinergia tra le diverse Istituzioni e tra esse e i privati, inoltre, risulta palesemente la condicio sine qua non per la miglior riuscita”.


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Cinofilia e Tiro al piattello sugli scudi a Padragone Caivano

Carandente, Costanzo e Castiello vincono con merito Grande festa della cinofilia in contrada Padragone Caivano (Na), domenica 24 maggio, per il venticinquesimo campionato regionale dell’Arci Caccia, gara di caccia su quaglie con abbattimento per i cani delle razze da ferma. I concorrenti con la loro presenza, la loro sportività e, naturalmente, la loro bravura hanno onorato il “quarto di secolo” di una manifestazione che ha sempre riscosso le attenzioni dei cacciatori e dei cinofili. In contemporanea si è anche svolta una gara di percorso di caccia in pedana sulla distanza dei 25 piattelli con una partecipazione significativa. Vediamo la cronaca dei due eventi. Di prima mattina sul campo addestramento cani Arci Caccia “Campo Castiello” si concentrano le attenzioni dei cinofili. Due le batterie, una per le razze inglesi ed una per le razze continentali. In una giostra di lacet e rientri nel vento si susseguono le ferme e i taccuini dei giudici si riempiono di dati e sensazioni. Non è mai facile stilare una classifica e il più delle volte sono i dettagli che fanno la differenza: la cerca ordinata, il galoppo in tipo, l’ampiezza degli affondi a destra e a sinistra, la presa di punto, l’espressività, la guidata e la conclusione con l’immobilità al frullo. I vincitori delle due batterie, infine, hanno dovuto effettuare il barrage per il primo posto assoluto. Al termine della gara al momento clou arrivano Mattia Carandente con il setter inglese Rocky e Nicola Costanzo con il kurzhaar Alba. Hanno avuto ragione di un lotto di cani e conduttori di assoluto prestigio. La vittoria finale va a Carandente con Rocky. Da segnalare inoltre che nelle due specialità si sono piazzati sul podio degli “inglesi” (al secondo e terzo posto rispettivamente) Saverio Carandente con il setter inglese Vick

e Donato Blasi con il setter inglese Ruben. A seguire ancora tre setter inglesi. Giovanni Baiano con Dark, Giuseppe Casoria con Diana e Pasquale Falco con Diana. Di contro nei continentali al secondo posto si piazza Macchia, epagneul breton, condotto da Antonio Romano e al terzo posto il Kurzhaar Ala di Luigi Turboli. Sui piattelli d’argilla invece

lotta all’ultimo colpo per Marco Castiello e Michele Picardi con il primo che prevale per il “miglior zero” avendo chiuso entrambi con 24/25. Al terzo posto si è classificato Generoso Pignatelli (23/25). Seguono nell’ordine Salvatore Rea, Luigi Settembre, Crescenzo Casaburo, Pasquale Ferraro, Pasquale Napoli.

Ceprano. Una gran bella festa nel segno della sportività e della “pecora al sugo”

A Ceprano, il 6 e 7 giugno, prima ancora che una manifestazione sportiva, è stata una gran bella festa della caccia e dei tiratori con i loro amici e le loro famiglie. In realtà così l’avevano pensata i dirigenti del circolo Arci Caccia di Ceprano, a cominciare dal presidente Franco Di Domenico, insieme a quello provinciale Giuseppe Gesuale. E che sia stata una festa lo si è vissuto concretamente con una cena superfantastica, ospite d’onore la “Pecora al

Prove di caccia e speciali per cani da ferma e da cerca a Pisa, Siena e Livorno dal 27 agosto all’1 settembre

Effluvi, la grande cinofilia in Terra di Toscana

Il grande appuntamento cinofilo di fine agosto, organizzato ogni anno dall’Arci Caccia Toscana, conosciuto a tutti come “Master della cinofilia”, quest’anno si rinnova e si amplia. Cambia anche nome: “Effluvi, la grande cinofilia in terra di Toscana” nome che vuole evocare non solo le emanazioni della selvaggina che entusiasmano ed appassionano i cani ed i loro conduttori, ma anche le fragranze che si propagano nell’aria Toscana, territorio famoso per la bellezza, l’arte, la natura, il buon vivere ed anche, cosa che ci riguarda da

vicino, la corretta ed attenta gestione della fauna selvatica. “Effluvi” diviene quindi contenitore di una sei giorni di grande cinofilia (con i tradizionali Master a fare da punto centrale) tra le Province di Siena, Pisa e Livorno dal 27 agosto al 1° settembre, accompagnata da convegni, premiazioni, approfondimenti tra esperti cinofili, il tutto negli ambienti naturali che tutto il mondo ci invidia. Una manifestazione che lancia anche uno sguardo oltre al circuito della cinofilia e si lega ad altre iniziative di primo livello come la Fiera della Zootecnia di Bibbona (LI).

Un appuntamento, riconosciuto dall’ENCI, organizzato dall’Arci Caccia Toscana in collaborazione con i Gruppi cinofili delle province interessate e varie Società specialistiche, che vedrà impegnati decine di volontari dell’Associazione nell’organizzazione dell’evento ed interessate le migliori Zone di Ripopolamento e Cattura del territorio, altro fiore all’occhiello della Toscana. Sul sito dell’Arci Caccia Toscana e dell’Arci caccia nazionale è possibile scaricare il programma completo dell’evento

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Sugo”. Una cena che ha fatto dimenticare di inviare alla nostra redazione le classifiche della gara. Ha forse importanza? “Vincitori e Vinti”, tutti insieme in allegria per dimenticare qualche “zero” di troppo sui piattelli e per rilanciare la sfida alla prossima occasione. Bravi, è così che si vive in serenità il gesto sportivo ed è così che avvertiamo l’appartenenza alla grande famiglia dell’Arci Caccia


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Catanzaro, circolo Arci Caccia Capizzaglie. Gara amatoriale attitudinale su quaglie

Rembo ed Ufo mettono d’accordo tutti. Sono primi L’epagneul breton Rembo del signor Rizzo, nella categoria continentali, e il setter inglese Ufo del signor Saffiotti, nella categoria inglesi, hanno vinto la terza gara amatoriale attitudinale su quaglie organizzata domenica 10 maggio dal circolo Arci Caccia Capizzaglie, in provincia di Catanzaro. All’appuntamento, di prima mattina, in località Valle Monaci di Lamezia Terme, si sono presentanti una cinquantina di concorrenti che con grande spirito sportivo ma anche con una sana rivalità agonistica si sono cimentati nella prova cinofila giudicati dal signor Spoleti. Ne è scaturita una gran bella giornata, ben organizzata dal presidente del circolo Angelo Torcasio e dai suoi collaboratori. Alle spalle di rempo si sono piazzati nell’ordine Alba, kurzhaar del signor Cristiano e Italo, bracco italiano del signor Ferraiolo. Tutti setter inglesi, di contro, si sono piazzati alle spalle di Ufo: nell’ordine, Nerone del signor Critelli e Morgana del signor Citrato. Previste anche alcune classifiche speciali. Il cane più “elegante” è risultato essere Nik, pointer del signor Panzarella. Tra i giovani ha vinto Molinaro con il bracco italiano Italo mentre tra le lady la signora Greco con il setter inglese Selly.

Arci Caccia Campania. Campionato di caccia pratica su starne liberate

Adriano Romano e il breton Diana sbaragliano il campo

Luciano Giovannetti e Andrea Benelli tra le leggende dello sport italiano Ci sono anche Luciano Giovannetti e Andrea Benelli tra “Le 100 Leggende dello Sport Italiano”. A decidere l’inserimento dei due tiratori nell’elenco dei più grandi atleti del passato è stata la Commissione atleti del CONI, che ha valutato i loro curricula sportivi decretandone ufficialmente la definitiva consacrazione alla fama. Giovannetti, pistoiese classe 1945, si diplomò Campione Olimpico nei Giochi di Mosca 1980 e Los Angeles 1984, mentre Benelli, fiorentino classe 1960, salì sul podio olimpico per mettersi al collo la medaglia di bronzo nei Giochi di Atlanta 1996 e quella d’oro in quella di Atene 2004. “Con questo riconosci-

mento il mondo dello Sport ha voluto rendere il giusto omaggio alla vostra straordinaria carriera di atleti e di persone”. Con queste parole il Presidente del Coni Giovanni Malagò ha comunicato la notizia ai due tiratori. L’elenco delle 100 Leggende dello Sport Italiano verrà incrementato anno dopo anno sulla base di precisi criteri che non consentono comunque l’inserimento ad atleti ancora in attività. Il prossimo atto ufficiale sarà la creazione di una “walk of fame” lungo il viale delle Olimpiadi del Foro Italico a Roma, in cui ognuno dei 100 miti dello sport verrà ricordato con una icona a lui dedicata.

Gino Bartali, Giusto tra le Nazioni Riconosciuto il suo impegno come corriere dei partigiani durante l’occupazione tedesca

Antonio Romano con l’epagneul breton Diana è il campione regionale dell’Arci Caccia della Campania nella specialità “caccia pratica su starne liberate”. La manifestazione, alla sedicesima edizione, si è svolta domenica 7 giugno nel campo addestramento cani dell’Arci caccia “Contrada Padragone” di Caivano in provincia di Napoli. Il vincitore ha avuto ragione di un lotto di cani davvero importante. Alle spalle del campione regionale, sui gradini più bassi del podio, si sono piazzati nell’ordine Mattia Carandente con il setter

inglese Alex e Luigi Turboli con il kurzhaar Ala. La classifica finale vede inoltre al quarto posto sempre Antonio Romano con l’epagneul breton Nero, al quinto posto Domenico Maisto con l’epagneul breton Laky e al sesto posto Salvatore Petrone con il setter inglese Zidane. La grande sportività dimostrata in campo si è poi tradotta negli applausi per tutti durante la premiazione alla quale ha partecipato Sergio Sorrentino, presidente regionale e vice presidente nazionale dell’Arci Caccia

Gino Bartali, il grande campione di ciclismo, e’ stato dichiarato ‘Giusto tra le nazioni’ da Yad Vashem, il sacrario della Memoria di Gerusalemme. Bartali è stato riconosciuto per il suo impegno come corriere dei partigiani durante l’occupazione tedesca: il ciclista nascondeva i documenti falsi per gli ebrei nella canna e nel sellino della sua bicicletta. Yad Vashem spiega che Bartali, ”un cattolico devoto, nel corso dell’occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l’Arcivescovo della citta’ cardinale Elia Angelo Dalla Costa”. ”Questa rete ebraico-cristiana, messa in piedi a seguito dell’occupazione tedesca e all’avvio della deportazione degli ebrei, ha salvato – prosegue Yad Vashem – centinaia di ebrei locali ed ebrei rifugiati dai territori 23

prima sotto controllo italiano, principalmente in Francia e Yugoslavia”. Gino Bartali “non è stato solo un grande campione”, ma anche un uomo semplice che ha “fatto cose straordinarie” spiega il presidente di Yad Vashem Avner Shalev, il Sacrario della Memoria di Gerusalemme. “La sua attività durante la guerra a favore degli ebrei – ha aggiunto – si staglia in contrasto netto con la vasta maggioranza degli altri. Il suo retaggio continuerà a vivere come esempio per la gente di ogni luogo”.

Da oggi, dunque, ricorderemo “Ginettaccio” non solo per le grandi imprese sportive che ha condiviso in quel periodo con il suo amico rivale, il campionissimo, Fausto Coppi ma anche per il coraggio e l’opera meritoria che lo ha visto protagonista durante la guerra di liberazione. A noi piace ricordarlo anche per la sua grande passione per la caccia che nei momenti di libertà e nel dopo guerra spesso divideva con Fausto Coppi come ci raccontano le cronache e le foto dell’epoca.


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Rilanciare la cultura venatoria come risorsa utile alla società

La Caccia è impegno e passione Un ulteriore passo avanti verso l’unità organica del mondo venatorio toscano: è questo il significato della Card Sostenitore della Confederazione cacciatori Toscani, la nuova iniziativa che invita tutti a contribuire convintamente al processo unitario avviato con la costituzione della CCT e offre esclusivi vantaggi aggiuntivi ai cacciatori che vi aderiranno. La card, proposta in una elegante veste grafica che riprende i colori ed il marchio della Confederazione, racconta sin dal frontespizio l’obiettivo centrale di questa fase: “Uniti per la casa comune dei cacciatori” è lo slogan che viene articolato poi attraverso brevi stralci allo statuto. La card sostenitore, in distribuzione a tutti gli iscritti delle associazioni aderenti alla CCT e a chiunque ritenga importante rafforzare il percorso unitario del mondo venatorio, verrà consegnata previo un contributo volontario, simbolico e facoltativo, da tutte le strutture territoriali che curano il tesseramento. “Con questa iniziativa – ha commentato il gruppo dirigente della CCT – vogliamo dare forma alla grande richiesta di unità che sale dal territorio e alla grande spinta alla coesione che la Confederazione, in questo anno e mezzo di attività, ha saputo seminare nella base dei cacciatori”. La tessera sostenitore rappresenta un importante passaggio che consente adesso di aderire direttamente alla Confederazione dei cacciatori Toscani e al suo progetto, in questa fase intermedia in cui permane il tesseramento alle Associazioni storiche (che garantiscono le necessarie coperture assicurative). “Farlo significa dare forza all’unità – spiega il segretario della CCT, Marco Romagnoli – rilanciare la cultura venatoria come risorsa utile alla società e restituire ai cacciatori l’orgoglio dell’appartenenza, perché, come diciamo con i manifesti affissi in questi giorni sui muri di tutte le città toscane, la caccia è impegno e passione”.

Emilia Romagna. Nasce la Federazione delle Associazioni Venatorie Riconosciute Le associazioni venatorie della regione Emilia Romagna, Federazione Italiana della Caccia, Arci Caccia, Enalcaccia, Ente Produttori Selvaggina ed ANUU, dando seguito ad accordi intervenuti fra i loro rispettivi vertici nazionali e concretizzando la ferma volontà dei loro associati, hanno costituito la “Federazione Regionale Associazioni Venatorie Riconosciute”. Non si può non apprezzare, nel momento in cui il Paese vive molteplici divisioni sociali, il fatto che importanti corpi intermedi come le Associazioni Venatorie, sostanzialmente tutte quelle riconosciute dalla legge 157/92, abbiano scelto di creare un’unica Federazione dove insieme lavorare e che le rappresenti unitariamente, portando la voce di ben 40.000 cittadini della nostra regione.Sarà così possibile essere unico interlocutore delle Istituzioni e comunque unico interlocutore per tutti gli organismi ed altre associazioni che a vario titolo svolgono un ruolo nell’ambito della gestione ambientale e faunistica del territorio regionale. Acclarato come i cacciatori del XXI secolo abbiano e svolgano un’importante ruolo nella società che corrisponde, non alla sola pratica di una grande passione, ma in molteplici azioni di volontariato svolte attraverso il ruolo primario degli ambiti territoriali di caccia e in importanti attività per gli enti territoriali preposti, la nuova Federazione si candida a svolgere una funzione centrale nella gestione del territorio, per la tutela dell’ambiente, della fauna e della flora, ovvero per il mantenimento della biodiversità come patrimonio di tutti i cittadini. Con la convinzione che, con la forza di volontà che contraddistingue i nostri associati e con l’esperienza maturata in decenni di gestione, sarà possibile raggiungere grandi obiettivi, confidiamo a che i nostri interlocutori, in primo luogo le Istituzioni, vogliano cogliere questa nostra disponibilità a lavorare insieme per migliorare l’ambiente in cui viviamo e le modalità di esercizio dell’attività venatoria. La Federazione è già stata presentata alla Regione, nella persona dell’Assessore Simona Caselli, che ne ha apprezzato la costituzione sia in considerazione degli impegni che la Federazione ha manifestato di voler assumere, sia per il fatto di poter contare ed interagire con un unico soggetto in rappresentanza di numerosi cittadini.

CCT pronta all’azione legale se la Commissione Europea non adeguerà i Key Concepts su beccaccia, tordo bottaccio e cesena In scadenza i 60 giorni per la risposta della Commissione Europea alla diffida presentata dalla Confederazione Cacciatori Toscani. “Se la Commissione non adegua i Key Concepts per l’Italia su beccaccia, tordo e cesena ai tempi degli altri Paesi dell’Europa Mediterranea la Confederazione procederà con tutte le azioni legali necessarie.” La Confederazione dei Cacciatori Toscani (Federcaccia, Arcicaccia, Anuu) ha inviato alla Commissione Europea, a fine maggio scorso, una diffida affinché la Commissione stessa provveda “entro e non oltre 60 giorni dalla data di ricevimento della presente, all’aggiornamento dei Key Concepts relativi all’Italia ed alla conseguente modifica dell’indicazione della data di inizio della migrazione prenuziale delle specie beccaccia, tordo bottaccio e cesena individuando tale inizio nella seconda decade del mese di febbraio tenendo conto degli studi scientifici” documentati nella diffida medesima. Le Associazioni della Confederazione avvertono che “una volta decorso inutilmente il suddetto termine di 60 giorni senza che la Commissione Europea abbia provveduto al doveroso ed indefettibile aggiornamento dei Key Concepts italiani nei termini sopra indicati, le scriventi Associazioni venatorie si riservano ogni ulteriore iniziativa, a tutela delle proprie posizioni, anche ai sensi dell’art. 265 T.F.U.E.” (azione legale per carenza di intervento da parte delle Istituzioni competenti e correlate denunce dei responsabili). L’esposto conclude denunciando, in via subordinata qualora la Commissione Europea non accogliesse la richiesta, “la violazione dell’art. 7, paragrafo 4, Direttiva 2009/147/CE da parte della Francia e della Spagna ove la caccia alle specie beccaccia, tordo e cesena è consentita fino al 20 febbraio posto che non sussiste alcun dato scientificamente idoneo ad introdurre alcuna plausibile e motivata differenziazione nell’unitario areale di diffusione e svernamento costituito dall’omogeneo sistema geografico mediterraneo”. L’iniziativa verso la Commissione (analoga diffida è stata presentata dalle consorelle Associazioni venatorie della Liguria) si è resa indispensabile e non rinviabile dopo che il Governo italiano, lo scorso gennaio, assunse il provvedimento di chiusura anticipata della caccia alle specie beccaccia, tordo e cesena in molte regioni, fra le quali la Toscana, spacciando una semplice richiesta di informazioni da parte dell’Europa (questo è il procedimento Eupilot) per avvio di una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese:

un atto immotivato ed incongruo, sul quale dovrà pronunciarsi il TAR del Lazio a seguito dei ricorsi delle Associazioni e delle Regioni ma che era necessario contestare nei suoi stessi presupposti, vale a dire nei documenti europei (Key Concepts) che ne rappresentano secondo il Governo italiano la base presunta. La questione, fuori da tecnicismi, è in realtà molto semplice: o i Key Concepts sono sbagliati per l’Italia stabilendo l’inizio della migrazione prenuziale a metà gennaio, o sono sbagliati per Francia e Spagna, da cui le stesse popolazioni di migratori iniziano il volo di ritorno ai luoghi di nidificazione quasi a fine febbraio. Lo stesso ufficio legislativo del Ministero dell’Ambiente, peraltro, scrive di “incongruenze difficili da spiegare fra Paesi confinanti” ma nonostante questa constatazione il Governo italiano addirittura impone date di chiusura della caccia anticipate rispetto alle disposizioni della Legge, la 157/92, che fissa i termini al 31 di gennaio. I cacciatori vogliono certezze e, soprattutto, vogliono che le regole siano rispettate e siano uguali per tutti. In Italia ed in Europa. Non si tratta di rivendicare l’ampliamento dei tempi di caccia rispetto a quelli della 157, ma di affermare principi elementari di giustizia e correttezza, a fronte di un Paese, il nostro purtroppo, i cui Governi, non da ora, sembrano piegare ad inconfessabili pulsioni anticaccia persino i dati della ricerca scientifica, che pure testimoniano in maniera incontrovertibile come la migrazione, in Italia, segua le medesime cadenze delle altre nazioni del Mediterraneo: Sardegna e Corsica del resto (ma pure l’Isola d’Elba o la Maremma e tutta la Toscana) costituiscono scientificamente, come è ricordato nella diffida, “un unico e indifferenziato areale denominato Massiccio SardoCorso”. Da queste considerazioni la decisione della Confederazione dei Cacciatori Toscani di presentare la diffida alla Commissione e, in mancanza di risposte positive, adire tutte le altre vie necessarie: l’obbiettivo è costringere l’Europa ad aggiornare i Key Concepts traducendo nella re-

altà anche per l’Italia le affermazioni finora astratte in ordine alle politiche transnazionali sulle quali dovrebbe basarsi la gestione della migratoria, che come è scritto nella direttiva è “problema ambientale tipicamente transnazionale”. L’auspicio è che la Commissione Europea si dimostri meno sorda e più attenta e coerente di quanto fino ad oggi si sono dimostrati il Governo ed il Parlamento Italiani, che affermano nei documenti dei Ministeri l’esistenza di “incongruenze difficili da spiegare” ma poi non adottano alcuna iniziativa per risolvere i problemi, lasciando che i Key Concepts per l’Italia restino vincolati a dati (forniti da Ispra per lo Stato Italiano, del resto) evidentemente incompleti e carenti o del tutto sbagliati ed agendo, al contrario, addirittura utilizzando il potere sostitutivo contro quelle Regioni e quei Calendari venatori che, oltre a rispettare la legge, una ricchissima messe di dati scientificamente dimostrati l’hanno prodotta e documentata. Sosteniamo da sempre che le scelte di gestione della fauna debbano essere assunte , prima di tutto , sulla base di scienza e conoscenza. I cacciatori non hanno timore dei risultati della ricerca scientifica, che non sono patrimonio esclusivo di alcuno e non possono essere piegati al servizio di questa o quella componente sociale. Speriamo, nonostante le non poche esperienze negative passate, che questo nostro approccio sia condiviso in primo luogo dal mondo ambientalista, col quale vogliamo continuare ed estendere la ricerca di confronto e collaborazione, con il solo discrimine, a valere per tutti, che non vi sia pretesa di supremazia etica e culturale né di possesso esclusivo della verità. Siamo convinti che la chiara risoluzione delle questioni che formano oggetto e contenuto della diffida alla Commissione Europea contribuirà, sgombrando il campo da equivoci ed inadeguatezze, a positivi passi avanti anche in questa direzione. Confederazione Cacciatori Toscani (Federcaccia – Arcicaccia – ANUU) 24

Giornata storica per il mondo venatorio toscano Una giornata storica per Castelfiorentino e per il mondo venatorio toscano; nella piazza centrale del paese è stata inaugurata la sede unitaria della CCT. Con una decisione generosa e lungimirante, i dirigenti locali di Arci Caccia e Federcaccia hanno aperto la prima sede unitaria della CCT compiendo, nei fatti, un salto di qualità che esprime visivamente l’intenzione di giungere al più presto a quell’unità vera, e non generica, richiesta a gran voce dai cacciatori. Le due Associazioni, con l’apporto decisivo dell’ANUU Migratoristi, da sempre protagoniste indiscusse del mondo venatorio di Castelfiorentino, hanno deciso di rendere ufficiale il processo unitario in corso per dare seguito alla positiva collaborazione che, da sempre, caratterizza l’attività locale tra le due organizzazioni; con il progetto unitario, nato a livello regionale, che offre respiro e prospettiva all’unità del mondo venatorio, ci è sembrato naturale – hanno affermato i presidenti locali di Arcicaccia e Federcaccia – compiere il passo definitivo verso la vera unita’. In un clima di festa e di generale soddisfazione, la giornata è stata impreziosita da un abbondante rinfresco a salutare nella convivialità. Una giornata che rimarrà nella mente di tutti i cacciatori intervenuti. All’iniziativa hanno preso parte, a sottolineare l’importanza dell’evento, il Presidente Regionale dell’Arci Caccia, Fabio Lupi e il Segretario di Federcaccia Toscana, Paolo Cerdini . Molto apprezzata e significativa la presenza dell’Amministrazione Comunale. Prossimo appuntamento un’assemblea generale dei cacciatori in prossimità dell’apertura della caccia.


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Il Consiglio di Stato conferma il potere discrezionale che deve essere riconosciuto all’Amministrazione nell’autorizzare il rilascio porto d’armi Con la sentenza n.05595 del 14 novembre 2014 il Consiglio di Stato ha di fatto riconfermato, secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale del Consiglio di Stato stesso, il potere discrezionale che deve essere riconosciuto all’amministrazione di non autorizzare l’uso delle armi a soggetti ritenuti capaci di abusarne. Per il Consiglio di Stato trattasi “di un potere connotato da elevata discrezionalità, in considerazione delle finalità per cui il potere è attribuito, ovverosia la tutela dell’ordine pubblico, non solo in caso di accertata lesione, ma anche in caso di pericolo di lesione”. Per il Consiglio di Stato tale potere rimane immutato anche di fronte alla “formale estinzione del reato” (era il caso in questione sollevato dal ricorrente) poiché per il Consiglio di Stato “a riabilitazione e l’estinzione del reato non sono decisive ai fini della positiva valutazione del diniego di rilascio della licenza o del relativo rinnovo, giacché l’autorità amministrativa può comunque valorizzare nella loro oggettività i fatti-reato concretamente avvenuti per desumerne la pericolosità o, comunque, la non completa affidabilità di colui che li ha commessi”. Il Consiglio di Stato sottolinea che “a norma degli art. 39 e 43 r.d. n. 773 del 1931, infatti, le licenze di porto d’armi possono essere legittimamente negate alle persone ritenute capaci di abusarne, e la valutazione di un tale tipo di capacità non sconta, necessariamente, l’esistenza di precedenti penali in capo al ri-

Caccia in Campania: con la calura meglio liquefarsi che sopravvivere in condizioni confusionali chiedente (ed in tal senso l’intervenuta riabilitazione ottenuta dal ricorrente non comporta l’obbligo di rilasciare l’autorizzazione, ma elimina solamente la condizione ostativa determinata dalla condanna), ben potendo basarsi su un giudizio probabilistico dedotto da circostanze di fatto, fermo restando che il sindacato sull’opportunità di concedere o meno la licenza si arresta, per il giudice, al limite della ragionevolezza (v. su tali principi, per tutte, Cons. St., Sez. VI, 18 novembre 2010, n. 8102; Cons. St., Sez. III, 6 settembre 2012, n. 4731; Cons. St., Sez. III, 1 agosto 2014, n. 4121)”. In allegato la sentenza completa.

“A Siena la gestione della fauna e della caccia è allo sfascio” Le responsabilità della Provincia. Le valutazioni e le proposte della Confederazione per uscire dalla palude Da anni la gestione faunistica e venatoria a Siena è in crisi profonda. La Provincia ha rinunciato a governare, non compiendo scelte o assumendo decisioni contraddittorie: una latitanza che ha cancellato le esperienze virtuose che avevano fatto di Siena un modello per l’intero Paese. La vicenda dei mancati interventi di controllo sulla volpe ( la Provincia che revoca, nel 2013, l’attuazione del piano, nonostante il parere positivo di Ispra e la pronuncia favorevole del Tar, per le proteste di pochi animalisti) segna un momento emblematico, la dichiarazione pubblica della incapacità o della mancanza di volontà di governo, dimostrata peraltro da tanti fatti successivi: la non realizzazione degli interventi di controllo sugli ungulati e sulle altre specie, unico caso in Toscana, è oramai una costante. Situazione ulteriormente compromessa nelle ultime settimane, con l’ingiustificabile dilazione dei tempi di avvio della caccia di selezione al capriolo e l’adozione di una delibera per gli interventi di controllo del cinghiale con il metodo della selezione che non risolve alcunché, scontenta tutti, semina incertezze, non assicura la benché minima efficacia. La conseguenza – ormai non si tratta più di allarmi e preoccupazioni ma di fatti – è l’aumento drammatico degli squilibri sul territorio, il peggioramento della condizione ambientale, la crescita e la diffusione territoriale dei danneggiamenti alle colture agricole (danni, va ricordato, risarciti solo ed esclusivamente con i soldi versati dai cacciatori) e dunque ad una componente fondamentale dell’economia senese. Le Associazioni della Confederazione dei Cacciatori Toscani hanno denunciato da tempo e ripetutamente l’insostenibilità di questa situazione, impegnandosi quotidianamente nel confronto e presentando proposte puntuali che l’Amministrazione ha prima affermato di apprezzare e condividere e poi ha sempre completamente disatteso. Le nuove norme regionali sulla governance del settore, con la costituzione dei nuovi Comitati degli Ambiti Territoriali di Caccia e la garanzia (grazie alla riduzione della tassa regionale e alla destinazione diretta agli ATC di analogo importo) di quantità e tempi certi nella disponibilità di risorse economiche per la gestione, costituivano occasione preziosa per una svolta decisa, per rilan-

ciare su queste basi programmazione e gestione. Neppure questa occasione è stata colta dalla politica e dalle Istituzioni provinciali: la legge disponeva la nomina del Comitato dell’Atc entro il 30 aprile, la Provincia ha deliberato il 23 giugno e pubblicato l’atto addirittura il 30 giugno; il Comitato non è dunque ad oggi ancora insediato; le nomine, almeno per quanto riguarda la componente venatoria, sono state decise in totale dispregio del criterio della rappresentatività delle Associazioni stabilito dalla Legge. Ritardi e scelte che compromettono ulteriormente una situazione già gravissima, che costringeranno fra l’altro ad agire nelle sedi giudiziarie deputate per la indispensabile e doverosa verifica di legittimità. Le Associazioni aderenti alla Confederazione dei Cacciatori Toscani , nel mentre si attivano per tutelare il rispetto della legge e di principi elementari di democrazia rappresentativa, vogliono ancora esprimere il massimo dell’impegno possibile per garantire che comunque, anche in questa situazione difficilissima, il territorio, la fauna, la caccia a Siena non siano lasciati senza alcuna gestione. Con grande senso di responsabilità faremo quanto in nostro potere perché l’ATC funzioni, dia risposte ai tanti problemi sul tavolo, non permetta che l’inerzia o l’incapacità ne determinino altri. Ad ottobre, finalmente, è annunciata la conclusione dell’iter per l’effettivo trasferimento alla Regione delle deleghe in materia faunistica e venatoria fino ad oggi esercitate dalle Province. Una prospettiva ormai ravvicinata, un processo che dovrà essere governato e regolato con attenzione, ma che apre uno scenario nuovo che vogliamo diventi l’avvio della riconquista, a

Siena, del terreno perduto in questi anni. La Confederazione lavora e lavorerà per questo, con l’auspicio che anche le altre componenti sociali, in primo luogo gli Agricoltori , affrontino l’impegno con il medesimo spirito e l’invito pressante a tutti i cacciatori ad unire le forze per l’obbiettivo comune.E’ comprensibile che scontento e malumore siano diffusi fra i cacciatori , che hanno visto disconosciuti e vanificati gli sforzi compiuti negli anni per gestire la fauna ed i suoi equilibri, prevenire i danni all’agricoltura, migliorare l’ambiente nell’interesse, oltre che della loro passione, della comunità in generale. Dalla palude però non si esce alimentando polemiche artificiose e interessate contro le Associazioni venatorie della CCT, le sole ad aver sempre coerentemente avanzato proposte e contrastato le scelte sbagliate, né ha alcun futuro un atteggiamento che solletica qualunquismo e disfattismo. Dalla palude, al contrario, si esce con la capacità di presentare idee e programmi e di schierare sul campo le risorse umane ed organizzative indispensabili per sostenerli e realizzarli: è quanto la Confederazione ha l’ambizione e la convinzione di fare.

CCT a Massa Carrara A Massa Carrara, si sono riuniti i rappresentanti di Fidc, Anuu, Arci Caccia per costituire il coordinamento provinciale della CCT (Confederazione Cacciatori Toscani). Il Coordinamento svolgerà funzioni di iniziativa politico-venatoria e di rappresentanza della CCT sul territorio provinciale, interagendo con le istituzioni locali, con l’Ambito Territoriale di Caccia (ATC) e con le altre categorie portatrici di interesse (agricoltori e ambientalisti) in materia faunistico venatoria ed ambientale. Il Coordinamento promuoverà le azioni utili per una adeguata comunicazione e le iniziative finalizzate a sostenere l’identità e l’unità del mondo venatorio. Il Comitato è composto da: Fabrizio Basteri, Franco Bernardini, Corrado Bertoloni, Piero Bongi, Emiliano Centofanti, Giuseppe Costa, Alberto Ratti, Carlo Romanelli, Massimo Rossi. Coordinatore del Comitato è stato eletto all’unanimità Carlo Romanelli. 25

Alle persone sagge e ragionevoli interessano le certezze ed i risultati tanto più se sono giovani che per loro natura sono allergici ad annunciazioni miracolistiche anche se fatte in terra di santi e profeti. Nella nostra regione poi i profeti hanno prodotto una lunga sequela di sventure, “ricorsi” interruzioni alle stagioni venatorie; tutti prezzi pagati dai cacciatori. Sedicenti adolescenti, (dirigenti venatori di fatto di primo piano) che si pavoneggiano in associazioni per i loro grandi numeri, ma che sentono il limite di essere nella più vecchia e datata delle esistenti associazioni tanto da aver deciso, e non da oggi il loro auto scioglimento. Non citiamo l’associazione per rispetto delle persone che gli inquisitori hanno coinvolto e che, i giovanotti di secondo e terzo pelo, disconoscono dopo averli eletti accusandoli oggi a giochi fatti di gravi responsabilità per aver mediato a fatica le condizioni per un calendario solido ed inoppugnabile, valido da inizio a fine stagione venatoria. Ma non discutono nella loro Presidenza? Vivaddio in Italia vigono regole democratiche e ogni associazione elegge liberamente i rappresentanti e i cacciatori aderiscono sempre liberamente alla loro squadra venatoria anche in base ai dirigenti preposti. Il mondo venatorio reiteratamente negli anni, (novità “zero”) ha visto di molti combattenti armati di demagogia che hanno “pugnato” ma al solo fine di impallinare gli appassionati di attività venatoria. Ma quante ne hanno dette!!! Lo dicono i risultati altro che le illusorie promesse da tesseramento. Oggi una via nuova è stata presa e finalmente anche da altri che non è solo l’ARCI Caccia: si chiamano FIdC, Legambiente, ISPRA, Federparchi, Università, Veterinari, CNCN. Questi sono ad un tavolo di confronto permanente che auspichiamo si strutturi anche più organicamente e che lavora, nel rispetto delle diversità, a realizzare punti di incontro condivisi e riconosciuti da tutti. Ci auguriamo che un giorno quel tavolo scriva anche le regole per calendari venatori, riconosciuti in tutte le regioni con punti fermi utili a migliorare la mobilità dei cacciatori dei diversi territori limitrofi, chiudendo così per sempre l’arlecchino delle date di apertura e chiusura e delle diverse specie tra regioni confinanti contraddizione mortale, acuita dalla legge del 2010 della quale si autocompiacciono reduci della scienza fatta in casa e vecchie “mammane della fauna che di certo non hanno prodotto gioie e piaceri venatori ne’ ai giovani e neppure ad anziani. L’ARCI CACCIA della Campania Quando le generazioni si amano

Storno. CCT sollecita provvedimento prelievo in deroga per la preapertura Dopo l’approvazione in Giunta Regionale del provvedimento per il prelievo in deroga di storno e piccione la Confederazione Cacciatori Toscani rileva la mancanza di atti puntuali e conseguenti per il prelievo dello storno sin dalla preapertura e apertura della caccia.Una grave lacuna che chiude la porta alle richieste del mondo agricolo, provato economicamente dai danni alle colture stagionali da questa specie e delude le aspettative del mondo venatorio. La CCT sollecita la Giunta ad approvare tempestivamente un provvedimento che consenta di dare soluzione a questa grave situazione consentendo il prelievo in deroga dello storno, come già lo scorso anno, sin dalla preapertura e dalla apertura della stagione venatoria. Nei prossimi giorni la CCT formulerà formalmente e come sempre dati alla mano, la propria proposta alla Giunta La CCT segnala anche i gravi disagi creati dalla macchina amministrativa della Regione che ad oggi non ha ancora

dato avvio alla consegna dei tesserini, rinviandola addirittura a dopo ferragosto. La CCT auspica che si possa tornare in tempi celeri al clima di collaborazione fattiva che ha sin qui contraddistinto i rapporti con le istituzioni; un confronto che ha consentito di conseguire positivi risultati, nell’interesse della caccia ma anche della collettività e delle categorie economiche interessate in particolare dai provvedimenti di prelievo in deroga, nell’ottica della prevenzione dei danni alle colture

ATC RM2, Severi (ARCI CACCIA): caldo africano da un mese e campagne allo stremo per siccità, “criminale” immettere selvaggina sul “deserto” Così Andrea Severi presidente romano dell’ARCI CACCIA “Reputo senza senso da un punto di vista venatorio, totalmente inefficiente dal punto di vista economico e financo criminale immettere migliaia di fagiani non ambientati sull’agro romano in giorni che vedranno probabilmente l’agricoltura in grave difficoltà a causa di una siccità che non ha precedenti nell’ultimo secolo e un calore che tocca e talvolta supera i 40 gradi percepiti (anche per i fagiani..). Avevo preso atto con soddisfazione del rinvio delle immissioni di lepri, non capisco

perché così non è stato per i fagiani soprattutto in vista di un probabile imminente cambio del clima e forse la presenza, entro qualche giorno, di precipitazioni. Per una volta tanto che se sarebbe stato utile a superare la bolla africana, il “pronta caccia” avrebbe garantito almeno la sopravvivenza di molti capi di selvaggina mi verrebbe da dire con una battuta. Mi auguro che anche le associazioni agricole possano associarsi a questo appello a partire dagli organi direttivi dell’ATC


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Protocollo d’Intesa tra Federcaccia, Arci Caccia e Anuu

ASSICURAZIONE COMUNE, PIU’ FORTI LE RAGIONI DELLA CACCIA Protocollo di intesa tra Fidc, Anuu e Arci Caccia Dopo l’accordo sull’assicurazione l’impegno per la costituzione di un unico soggetto “federale” Tra le seguenti Associazioni Venatorie: a) Federazione Italiana Della Caccia con sede in Roma Via Salaria 298/a Codice Fiscale 97015310580 nella persona del Presidente rappresentante legale pro-tempore Sig. Gianluca Dall’Olio e b) Anuu Associazione Nazionale dei Migratoristi con sede in Bergamo Via Baschenis 11/c Codice Fiscale 80031380167, nella persona del Presidente rappresentante legale protempore Sig. Mario Castellani e c) Arci Caccia con sede in Roma Largo Franchellucci 63 Codice Fiscale 97044280580, nella persona del Presidente rappresentante legale pro-tempore Sig. Osvaldo Veneziano Premesso che 1. E’ interesse delle Associazioni a costituire un unico “soggetto” federale tra le diverse Associazioni venatorie nazionali riconosciute dalla legge 157/92 (art. 34) 2. Le suddette Associazioni hanno deciso di concordare assieme i costi di vendita delle tessera associative offerte ai tesserati;

3. Le suddette Associazioni a tale scopo hanno deciso: • di proporre ai propri tesserati servizi assicurativi identici; • di procedere pertanto alla stipula di contratti assicurativi identici per condizioni di servizio e costi; 4. A tale scopo hanno conferito ognuna per proprio conto incarico, in esclusiva, al broker Marsh S.p.a ; Si impegnano a A. Non sottoscrivere, per tutta la durata del presente accordo, convenzioni assicurative che si differenzino per costi e condizioni impegnando di conseguenza il Broker incaricato e, suo tramite, le Compagnie interessate, a fornire stesse condizioni e costi ai soci di FIdC, Arci Caccia e Anuu e a non fornire dette coperture ad altre Associazioni Venatorie senza preventiva accettazione delle sottoscriventi il presente accordo; B. Conferire collegialmente un incarico di consulenza, di stessi contenuti, in esclusiva alla Marsh S.p.a. una volta definiti i programmi assicurativi relativi alla stagione venatoria 2014, di identica durata e comunque fino al 31 gennaio 2017; C. Prevedere, previa collegiale valutazione dei dati dei sinistri, interventi comuni di adeguamento delle coperture per costi e variazioni, atti a : • riportare il rapporto servizi, costibenefici in equilibrio con identica ripartizione calcolata pro-capite tra i soci delle tre Associazioni, dell’incremento dei costi e/o variazione del normativo di ogni singola copertura assicurativa stipulata, qualora il rapporto sinistri premi fosse negativo; • beneficiare, con le stesse modalità soprarichiamate, di eventuali sconti e/o miglioramenti normativi accordati dai mercati assicurativi in caso di rapporto sinistri/premi positivo. D. In riferimento alla copertura per la “Morte e ferimento del Cane” della prossima stagione venatoria

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2014, a valutare congiuntamente e nel rispetto del parametro pro-capite per il numero dei soci, gli eventuali interventi necessari al riequilibrio e dal 2015, impegnandosi a “stabilizzare” la predetta copertura anche per gli anni a seguire; E. A corrispondere alle procedure oggetto del protocollo, così come ri portato, e ad armonizzare tutte le scadenze contrattuali con le compagnie di Assicurazioni con riferimento alla possibilità di far confluire le singole coperture assicurative stipulate da ogni singola Associazione in un unico contratto assicurativo definito dalla Confederazione e sottoscritto

dalle Associazioni Venatorie; F. A promuovere l’estensione del presente accordo alle altre Associazioni Venatorie nazionali riconosciute aderenti; Il presente accordo viene stipulato in data 30 dicembre 2013 ed ha durata fino al 31 gennaio 2017. Federazione Italiana Della Caccia, il presidente Gianluca Dall’Olio Anuu Associazione Nazionale Migratoristi, il presidente Marco Castellani Arci Caccia, il presidente Osvaldo Veneziano Roma 30 dicembre 2013


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ARCI CACCIA AOSTA c/o CRAL Cogne Corso Battaglione Aosta, 18 11100 AOSTA Tel: 0165/26.23.19 Fax: 0165/40.432 m.monteleone@regione.vda.it ARCI CACCIA PIEMONTE Federazione ALESSANDRIA Piazza Torriani, 21 15100 Alessandria Tel e fax: 0131/22.53.98 arcicaccia.al@libero.it ARCI CACCIA TORINO Via dei Platani, 11 10156 FALCHERA - TO Tel e fax: 011/26.20.552 calcagnoremo@libero.it ARCI CACCIA ASTI Via Roma, 1/B 14051 BUBBIO - AT Tel e fax: 0144/83543 Capra Giuseppe cell. 328/32.84.546 caprag.bubbio@gmail.com ARCI CACCIA NOVARA C.na Comunità 1 28064 Carpignano Sesia (No) Tel e fax: 0321/824241 Raimondi Giancarlo cell. 340/95.78.002 allevamento@danogara.it ARCI CACCIA VERCELLI c/o Tosi Rinaldo Fraz. Prati di Cervarolo, 4 13019 Varallo Sesia (VC) Tel: 0163/560774 ARCI CACCIA BIELLA c/o Giorsa Elvio Via Provinciale 1 13867 PRAY (BI) ARCI CACCIA CUNEO Via Vivaro, 2 12051 Alba - CN eziocardinale@gmail.com ARCI CACCIA VERBANIA CUSIO OSSOLA Via Verdi, 5 28844 Pallanzeno - VB danilomanfrin@alice.it Danilo Manfrin cell. 339/433.88.66 Ettore Onori cell. 347/04.25.843 ARCI CACCIA LOMBARDIA c/o Vittorio Mainardi Tel: 333/6124538 mainardi.vittorio@libero.it ARCI CACCIA BRESCIA c/o Adriano Pizzini Tel. 349/8792533 arcicaccia.bs@email.it ARCI CACCIA COMO Via Magni, 23 22100 COMO - CO Tel e fax: 031/59.21.36 arcp.arcipescafisa@tiscali.it ARCI CACCIA CREMONA c/o Circolo ARCI "Signorini" Via Castelleone 7 26100 CREMONA - CR Tel e fax: 0372/803080 ivanm26@fastpiu.it ARCI CACCIA MANTOVA Strada Chiesanuova, 1/F 46100 MANTOVA MN Tel e fax: 0375/780854 Cell: 339/6914777 arcicaccia.mantova@gmail.com anselmiengel@alice.it ARCI CACCIA MILANO c/o Edoardo Viganò Via Pontaccio 2 20121 - Milano Tel: 02 80.54.832 edozebrawinken@virgilio.it ARCI CACCIA VARESE Via Madonna in Campagna, 10/A 21013 GALLARATE VA Tel: 0331/79.81.00 botta.vincent@libero.it ARCI CACCIA PAVIA Piazza Salvatore Allende 24/b 27100 PAVIA Tel e Fax: 0382/304710 Cell. 345/5117689 arcicaccia1@virgilio.it ARCI CACCIA LECCO c/o Lindo Colombo Via delle Rose, 5 23873 MISSAGLIA (LC) Tel: 0362/23.00.80 Fax: 0362/32.86.98 christian.vagni@cisl.it ARCI CACCIA BERGAMO c/o Giuseppe Rossi Via Rimembranze, 281 24059 URGNANO (BG) Tel: 035/89.80.11 Fax: 035/89.14.84 giuseppe.rossi@provincia.bergamo.it

ARCI CACCIA VICENZA c/o Gianemilio Coltro Via Palladio 15 36030 Villaverla (VI) Cell. 340/3440139 gsvillaverla@libero.it

TrovARCI CACCIA

ARCI CACCIA BELLUNO c/o Battorti Elio Via G. Dassi, 7 32100 BELLUNO Cell. 333/3226082 belluno.arcicaccia@gmail.com ARCI CACCIA ROVIGO Viale Argine Valle, 2088 45039 - STIENTA (RO) Cell: 349/73.93.301 ferdinandostienta@gmail.com ARCI CACCIA TREVISO Via Milano, 8 31030 - CARBONERA (TV) Cell. 328/1558090 icra@libero.it

ARCI CACCIA FRIULI VENEZIA GIULIA c/o Busettini Graziano Via San Martino, 8/2 33010 Osoppo (Ud) Tel: 0432/975927 Fax: 0432/989363 Mail: busettini@gmail.com Mail: v.pituelli@gmail.com ARCI CACCIA LIGURIA e Federazione GENOVA Via Cerusa, 29 Rosso 16158 - GENOVA VOLTRI (GE) Tel e fax: 010/690365 arcicacciage@libero.it epicicloide3@libero.it ARCI CACCIA IMPERIA Via Vecchia Piemonte, 83/4 18100 IMPERIA Tel e fax: 0183/650327 Cell. 329/2994203 ingmar62@libero.it ARCI CACCIA LA SPEZIA Via XXIV Maggio, 351 19125 - La Spezia Tel: 0187/50.17.75 Fax: 0187/50.17.70 Cell. 347/5619013 laspezia@arci.it ARCI CACCIA SAVONA Lungomare Matteotti, 1 Uff. M 17100 SAVONA Tel e fax: 019/7701603 Cell. 335/5737263 arcicacciasv@libero.it ARCI CACCIA EMILIA ROMAGNA Via Corticella, 145 40128 BOLOGNA BO Tel: 051/35.79.13 Fax: 051/35.57.32 Cell. 331/2770938

arcicacciaemiliaromagna@gmail.com

ARCI CACCIA BOLOGNA Via Corticella, 145 40128 BOLOGNA BO Tel e fax: 051/35.79.13 arcaccia@iperbole.bologna.it ARCI CACCIA FERRARA Via Giovanni Verga, 4 44124 FERRARA - FE Tel: 0532/90.76.25 Fax: 0532/90.76.01 neddi.mantovani@uispfe.it g.felisatti@arcicaccia.it ARCI CACCIA FORLI' Via P. Maroncelli, 24 47121 FORLI' - FC Tel e Fax: 0543/30.861 arcicacciafo@libero.it ARCI CACCIA MODENA Via IV Novembre, 40L 41123 - MODENA (MO) Tel: 059/29.24.767 Fax: 059/29.24.770 info@arcicacciamodena.it ARCI CACCIA PARMA Strada Baganzola n°7 43126 PARMA -PR Cell.328/4265341 nello.maccini@alice.it ARCI CACCIA PIACENZA Via Serravalle Libarna, 5 29121 PIACENZA - PC Tel: 0523/49.91.99 Fax: 0523/49.96.01 piacenza@arci.it

ARCI CACCIA VENETO Stadio Euganeo - Tribuna Ovest Viale Nereo Rocco, 60 35131 PADOVA PD tel. 3351690577 arcicacciaveneto@gmail.com www.arcicacciaveneto.it

ARCI CACCIA RAVENNA Via Rasponi, 5 48124 RAVENNA RA Tel: 0544/21.97.21 Fax: 0544/21.97.22 ravenna@arci.it

ARCI CACCIA PADOVA Stadio Euganeo - Tribuna Ovest Viale Nereo Rocco, 60 35131 PADOVA PD Tel: 049/61.80.58 Fax: 049/864.17.56 tel. 3490560180 lepre.insalsa@gmail.com

ARCI CACCIA REGGIO EMILIA Via Martiri della Bettola, 45 42123 REGGIO EMILIA RE Tel: 0522/32.65.02 Fax: 0522/32.63.42 arcicacciare@libero.it Morellini Demos

Clementi Giampaolo cell. 336/531549 arcicacciaperugia@libero.it

ARCI CACCIA RIMINI Via dei Forzieri 6 47921 RIMINI RN Tel e fax: 0541/54.570 arcicaccia-rn@libero.it

ARCI CACCIA TERNI Via dei Tulipani, 9 05100 TERNI - TR Tel e fax: 0744/58.384 arcicacciaterni@libero.it

ARCI CACCIA CESENA Via Cavalcavia, 709 47521 CESENA - FO Tel e fax: 0547/61.18.18 Cell. 348/9018791 angeloscarpellini@blubai.it

ARCI CACCIA CITTA' DI CASTELLO Parco dei Cigni Rignaldello 06012 CITTA' DI CASTELLO - PG Tel e fax 075/85.21.558 g.zandrini@hotmail.it

ARCI CACCIA TOSCANA Via Mercadante, 28 50144 FIRENZE FI Tel: 055/36.88.13-36.84.87 Fax: 055/5270084 info@arcicacciatoscana.it Sito: www.arcicacciatoscana.it

ARCI CACCIA SPOLETO Via Pietro Conti, 22 06049 SPOLETO - PG Tel e fax: 0743/44722 arcicacciaspoleto@gmail.com

ARCI CACCIA FIRENZE Via Mercadante, 28 50144 FIRENZE FI Tel: 055/36.88.13-36.84.87 Fax: 055/5270084 arcicacciafirenze@libero.it

ARCI CACCIA FOLIGNO Via Gramsci 58 06034 FOLIGNO - PG Tel e fax: 0742/35.47.38 Cell. 329/1896423 info@arcicacciafoligno.org

ARCI CACCIA AREZZO Corso Italia, 205 52100 AREZZO AR Tel: 0575/35.15.30 Fax: 0575/40.97.83 arcicacciaarezzo@email.it

ARCI CACCIA ORVIETO Via I Maggio, 95 05019 ORVIETO SCALO - TR Tel: 0763/61.65.12 Fax: 0763/34.15.68 arcicacciaorvieto@libero.it

ARCI CACCIA GROSSETO Via Ravel, 19 58100 GROSSETO - GR Tel e fax: 0564/29.205 federazione.grosseto@arcicaccia.it Sito: www.arcicacciagr.it

ARCI CACCIA MARCHE Via Marina, 52 63821 Porto S. Elpidio (FM) Tel e fax: 0734/90.19.79 marinozzi.sauro@tiscali.it

ARCI CACCIA LIVORNO Via Provinciale Pisana, 417 57121 LIVORNO LI Tel e fax: 0586/40.92.72 arcicacciafedlivorno@virgilio.it

ARCI CACCIA ANCONA Corso Barchiesi, 33 60030 - Belvedere Ostrense (AN) fax: 0731/62.906 cel. 333/9636691 arcicaccia.ancona@virgilio.it

ARCI CACCIA MASSA CARRARA Via provinciale Avenza Sarzana, 56 54031 Avenza di Carrara MS Tel. 0585/55716 Fax: 0585/88.70.19 alb.ratti@tiscali.it

ARCI CACCIA MACERATA c/o Marzi Luigi Via Pacifico Massi, 6 62029 TOLENTINO (MC) Cell: 334/18.56.133 luigi.marzi56@libero.it

ARCI CACCIA PISA Via Galimberti 1/a 56025 Pontedera (PI) Tel: 0587/689261 Fax: 0587/474923 arcicacciapisa@gmail.com

ARCI CACCIA FERMO Via Marina, 52 63821 Porto S. Elpidio (FM) Tel e fax: 0734/90.19.79 cossy68@virgilio.it ARCI CACCIA PESARO Via Diaz, 23 61100 PESARO PS Tel: 0721/68.593 Fax: 0721/37.58.04 Cell. 338/4235097 dir.pesaro@arcicaccia.it

ARCI CACCIA PISTOIA Via Giovanni da Verrazzano, 1 51032 - BOTTEGONE (PT) Tel: 0573/94.64.82 Fax: 0573/1745201 arcicacciapt@yahoo.it ARCI CACCIA SIENA St. Massetana Romana, 18 Lotto 3 53100 SIENA SI Tel: 0577/27.15.71 Fax: 0577/27.11.51 arcicaccia@interfree.it ARCI CACCIA PRATO Via Galeotti, 67 50047 PRATO FI Tel e fax: 0574/69.24.37 arcicaccia.prato@virgilio.it ARCI CACCIA LUCCA c/o Circolo ARCI Via Solaio, 64/a 55040 Loc. Vallecchia Pietrasanta LU Tel e fax: 0584/79.38.94 arcicacciapescalucca@alice.it ARCI CACCIA UMBRIA Via Gramsci 58 06034 Foligno (PG) Tel e fax: 0742/354738 cell. 339/4239453 bennati76@gmail.com arcicacciaumbria@arcicaccia.it ARCI CACCIA PERUGIA Via delle Cornacchie, 29 06063 - MAGIONE (PG) Tel: 075/843856 Fax: 075/8478406 27

ARCI CACCIA ASCOLI PICENO c/o Giudici Dario Via S. Lazzaro, 130 63035 - OFFIDA (AP) Tel: 336/322127 giudici.dario@libero.it ARCI CACCIA LAZIO Largo Nino Franchellucci, 65 00155 ROMA - RM Tel: 06/40.63.258 Fax: 06/40800345 arcicaccialazio@arcicaccia.it ARCI CACCIA ROMA Largo Nino Franchellucci, 65 00155 ROMA - RM Tel: 06/40.63.258 Fax: 06/40.800.345 arcicacciaroma@arcicaccia.it ARCI CACCIA FROSINONE c/o Gesuale Giuseppe Via Carpine, 36 03027 - Ripi (FR) Cell. 328/8269238 Arcicaccia.fr@alice.it

arcicacciaprovincialebat@gmail.com

ARCI CACCIA CALABRIA e Federazione CATANZARO Via Matarazzo 2 - 88046 LAMEZIA TERME/Sambiase - CZ Tel e fax: 0968/43.73.71 cell. 345 5397267 Email: arcicacciacalabria@libero.it

ARCI CACCIA ABRUZZO Via Nazionale, 567 64026 Roseto degli Abruzzi Massimiliano Di Luca cell. 342/9059946 arcicaccia.abruzzo@arcicaccia.it

ARCI CACCIA COSENZA Via Popilia 13 87100 COSENZA - CS Tel e fax: 0984/41.17.86 adel.iannuzzi@libero.it Vincenzo Iannuzzi 339/4244428

ARCI CACCIA TERAMO Via Nazionale, 567 64026 Roseto degli Abruzzi massimo.sordini@live.it

ARCI CACCIA REGGIO CALABRIA Strada Statale 112 - Pellegrina 89011 BAGNARACALABRA- RC Tel: 0966/33.73.64 Giuseppe Spoleti cell. 338/81.63.747 spoletigiuseppe@libero.it

ARCI CACCIA PESCARA c/o Cardone Gabriele Tel: 334/3174978 prof.g.cardone@gmail.com cell. 335/81.50.310

70031 ANDRIA BT Cell. 338/6344390

ARCI CACCIA VITERBO Via della Pettinara, 4 01100 VITERBO - VT Tel e fax: 0761/30.90.06 luigi.casarin@gmail.com giuseppe.pilli@virgilio.it

Federazione CHIETI Casella Postale 174 66054 Vasto CH Tel: 338/3508980 Fax: 0873/372470 angelopessolano@gmail.com

ARCI CACCIA VERONA c/o Giuseppe Foresti via Olivè, 61 37141 - MONTORIO (VR) Tel: 340/2346531 ARCI CACCIA VENEZIA c/o Sandro Niero Via Porara, 166 35035 - MIRANO (VE) Tel: 340/4965393 Fax: 041/43.47.11 niero_luca@libero.it

02040 Poggio Mirteto (RI) Fax: 0765/44.60.02 cel. 338 8304566 mauro.capparella@libero.it

ARCI CACCIA L'AQUILA c/o Di Giorgio Gabriele Colli di Barete Faz. Basanello - 67100 Barete AQ

Cell. 348/66.61.170 - 339/2710422

gabriele.digiorgio@live.it

ARCI CACCIA MOLISE Via Monte San Gabriele, 9 86100 - CAMPOBASSO (CB) Tel e fax: 0874/64.085 arcicacciamolise@libero.it

ARCI CACCIA VIBO VALENTIA Via Tiro a Segno - Coop. Daila 89900 VIBO VALENTIA - VV Domenico Pitimada cell. 338/99.69.187 domenico.pitimada@alice.it ARCI CACCIA CROTONE Via Capo Rizzuto 88841 Isola Capo Rizzuto – KR Calabretta Antonio cell.: 328/8733585 antoniocalabretta@virgilio.it ARCI CACCIA SICILIA Via Vittorio Emanuele, 78 90030 ALTOFONTE - PA Tel: 091/61.24.128 - 345/6608077 arcicacciasicilia@libero.it Sito: www.arcicacciasicilia.it

ARCI CACCIA CAMPOBASSO Via Achille Grandi, 7 86100 - CAMPOBASSO (CB) Tel: 330/31.13.87 arcicacciacb@gmail.com

ARCI CACCIA PALERMO Via Vittorio Emanuele, 78 90030 ALTOFONTE - PA cell: 320/89.68.602 - 338/7460731 mimmoparrino@gmail.com

ARCI CACCIA ISERNIA c/o Leva Dante Via L. da Vinci, 7 86170 Isernia danteleva@libero.it

ARCI CACCIA AGRIGENTO 92025 Ravanusa - AG Tornambè Mario cell: 320/89.84.298 mario.tornambe@live.it

ARCI CACCIA CAMPANIA e Federazione NAPOLI Via Rossi, 194 - 1° piano 80040 - VOLLA (NA) Tel e fax: 081/77.46.813 sorrentino.ser@libero.it volla.arci@libero.it ARCI CACCIA BENEVENTO Viale Libertà, 10 82020 - PADULI (BN) Tel: 0824/92.80.09 Fax 0824/927628 Luongo Luigi 333/1926836 arcicacciabenevento@gmail.com ARCI CACCIA AVELLINO c/o Caseificio Antico Casaro Strada Statale Ofantina, Km. 5.500 83050 PAROLISE (AV) Sarno Gerardo tel 348/37.40.585 gerardo@anticocasaro.it gianfranco.ferrara@alice.it Coordinamento Provinciale ARCI CACCIA CASERTA c/o Enrico Rosiello Via Brodolini, 3 - 81030 PARETE (CE) Cell: 339 5238125 - 366/4692373 enrico.rosiello@virgilio.it ARCI CACCIA SALERNO Via F. Spinelli, 90 84088 SIANO - SA Tel e fax: 081/51.44.919 Cell. 366/2876108 arcicacciasalerno@libero.it ARCI CACCIA BASILICATA e Federazione POTENZA Via Tirreno, 52 85100 POTENZA - PZ Tel e fax: 0971/57.356 arciacacciabasilicata@tiscali.it damatoalfonso@tiscali.it ARCI CACCIA MATERA c/o Nino Nota Via Vincenzo Caropreso, 7 75100 MATERA Cell. 339/7287965 ARCI CACCIA PUGLIA e Federazione LECCE Via Leverano, 86 73010 VEGLIE - LE Tel: 0832 967243 giuseppedebartolomeo@libero.it ARCI CACCIA BRINDISI Via Martina 73 72013 - CEGLIE MESSAPICA (BR) Tel e fax: 0831/30.26.66 vivavitale@libero.it ARCI CACCIA FOGGIA c/o Giuseppe Mastrodonato Via FEBO, 17/B 71016 - S.SEVERO (FG) Cell. 328/8354392 mastrodonatogiuseppe@hotmail.it

ARCI CACCIA LATINA Via Valle Viola, 28 04020 MONTE S. BIAGIO - LT Elio Trani 393/6826511 eliotra@libero.it

ARCI CACCIA TARANTO Viale Magna Grecia, 285 74100 TARANTO - TA Tel: 099/59.00.655 Michele Sgobio cell. 393/42.69.374 sgobio1950@libero.it

ARCI CACCIA RIETI Via Mameli, 45

ARCI CACCIA BAT Via Savonarola, 102

ARCI CACCIA CALTANISSETTA Vernagallo Leopoldo 393/9505835 - 328/9058914 federazione.prov.caltanissetta@a rcicaccia.it ARCI CACCIA CATANIA Piazza Agostino Pennisi, 24 95024 ACIREALE - CT Tel e fax: 095/76.36.105 nvpc@mail.gte.it ARCI CACCIA RAGUSA Via Giudice Salvatore, 35 97010 - SCOGLITTI (RG) Amarù Giuseppe cell: 331/74.51.878 giuseppeamaru@alice.it ARCI CACCIA SIRACUSA c/o Vacante Rosario Via A. Da Messina, 4 PALAZ. 2 R5 96016 LENTINI - SR Vacante Rosario cell. 320/89.84.185 g.commendatore@hotmail.it ARCI CACCIA TRAPANI Via C/da F. Michele Rifugio, 236/a 91025 - MARSALA (TP) Milazzo Nicolò cell. 328/68.63.756 arcicacciatp@libero.it ARCI CACCIA ENNA Rinnone Roberto Patrizio Cell. 393/9505673 rrinnone@tiscali.it arcicaccia.enna@virgilio.it ARCI CACCIA SARDEGNA e Federazione SASSARI c/o Columbano Giovanni Maria Via Caniga.41 07100 SASSARI - SS Tel. 335/54.56.984 nannicolumbano@gmail.com ARCI CACCIA CAGLIARI c/o Manis Gianfranco Cell. 348/37.21.883 Via E. d'Arborea, 19 09030 - GERGEI (CA) arcigergei@tiscali.it ARCI CACCIA NUORO Via Fiume, 34 08100 NUORO - NU Brotza Franco cell. 328 8012412 francobrotza@live.it ARCI CACCIA ORISTANO c/o Olia Gianfranco Via Marche19 09077 Solarussa OR Cell. 345/44.43.007 gianfranco.olia@hotmail.it

ARCI CACCIA DIREZIONE NAZIONALE L.go Nino Franchellucci, 65 00155 ROMA TEL. 06 4067413 FAX 06 40800345 info@arcicaccia.it www.arcicaccia.it


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