Arcicaccia Informa 2013

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2013: Arci Caccia E’ tempo di caccia I Comuni cominciano a distribuire i tesserini venatori, le Province rendono pubblici i tanto sofferti e sofferenti calendari venatori. Sarà l’ultimo anno? Tra mille contraddizioni, in queste ore sono stati approvati gli ultimi piani faunistici provinciali (chissà se ci saranno ricorsi?) mentre ci sono ancora Regioni senza leggi e conseguentemente con stagioni venatorie a rischio. E poi, ancora problemi per gli appostamenti fissi per incomprensibili Sentenze (quattro pali piantati, alterano quale paesaggio?). Ma c’è anche dell’altro, inutile dilungarsi nell’elencazione. Voglio ringraziare i dirigenti dell’Arci Caccia che, nelle Regioni, stanno cercando di porre rimedio per quanto possibile (con tutte le loro energie e la loro intelligenza) al clima di contenzioso esasperato che ha trovato il terreno più fertile grazie alla modifica intervenuta nella famigerata “Comunitaria”, complici altre Associazioni Venatorie, anche ispiratesi all’accordo tra Face e BirdLife (Lipu in Italia). Per onestà va detto che nel mondo venatorio c’è un nuovo spirito di collaborazione che nei territori aiuta a correggere errori come quello soprarichiamato. Ci auguriamo sia stato l’ultimo. Con tanta preoccupazione, con malessere, “incazzature” torna l’emozione dell’Apertura, mentre anche i cacciatori, in particolare i pensionati, i lavoratori, i cassa integrati, gli esodati, i disocuppati o quelli appartenenti ai ceti medi, sono aggrediti dalla dura crisi economica. Per la fine di agosto tornerà la “prova dei cani” in quasi tutte le Regioni e poi arriverà, incrociamo le dita per scaramanzia, la “pre-apertura”. Tralasciamo nelle seguenti brevi considerazioni le “luci” e le “ombre” relative agli interventi di contenimento degli ungulati e alle difficoltà che in questi mesi sono state frapposte a queste attività di controllo da alcune pubbliche amministrazioni che, di fatto, hanno contrastato la gestione faunistica, animate talvolta da “piccolo cabotaggio animalista”, altre

per avvantaggiare i mercanti di fauna selvatica a seconda delle convenienze del momento. Questa è stata la politica di alcune Province, purtroppo. Ora vogliamo pensare all’“Apertura”, alle tradizionali cacce che anche nel 2013 si ripeteranno malgrado gli attacchi dei media, spesso totalmente subalterni all’animalismo di città. Anche quest’anno la storia da ragione a quella

politica con la “P” maiuscola che scrisse la 157 nel 1992. Oggi è più che mai doveroso, dopo quanto sta accadendo per la caccia in Italia, quanti scrissero le regole per la gestione sociale che disciplina e obbliga comunione di intenti - in particolare tra Associazioni venatorie e agricole – per farne insieme inscindibili, produttori e gestori di fauna e ambiente.

Certo è una convivenza che va “rafforzata” e sostenuta scientificamente per trovare la collaborazione del mondo ambientalista più evoluto ed evitare che questo venga fagocitato dal fondamentalismo animalista che alimenta Associazioni e Forze Politiche. Oggi più di ieri onore al merito alla “caccia sociale” che ci è stata data nel 1992, da rivedere certo, ma comunque la migliore d’Eu-

ropa. Grazie lo diciamo agli agricoltori che ospitano ai quali occorre dar risposte concrete per i danni da fauna selvatica di “ieri”. Occorre corrispondere attenzione alle loro richieste quando rivendicano un ruolo più protagonista nelle scelte di gestione e nella tutela della colture. Non so quando diremo basta a chi pensa che “gestione” debba continuare ad essere sinonimo del “buttare fagiani”, “lepri” o addirittura “cinghiali” e poi magari “inseguirli” per le lamentele degli agricoltori. Quando smetteremo sarà sempre troppo tardi. Solo allora noi cacciatori, “servitori utili” e indispensabili alla qualità faunistica del nostro Paese, avremo riscontro nell’opinione pubblica e benemerenze per l’ attività venatoria produttiva di vita, di ambienti, di miglioramenti paesaggistici. Senza indugi dobbiamo concorrere attivamente e concretamente attivi alla salvaguardia delle produzioni agricole del nostro Paese che non possono che essere di qualità e che, sempre più, noi vogliamo che lo diventino. Ragioniamo per cambiare in meglio condizioni e regole ma non dimentichiamo le passioni, la qualità della vita che viene dall’andare a caccia. Anche nelle più “brutte” condizioni si eserciti, la caccia emoziona. Diciamo questo consapevoli che si può qualificarla e di molto. Senza “caccia” umanamente soffriamo. Restare a casa il giorno dell’Apertura fa male. Anche per metterci nelle migliori condizioni di serenità in quelle “benedette” ore che trascorriamo in campagna abbiamo scelto di dare ai nostri soci la copertura di una grande Compagnia di Assicurazione – Generali Italia – che opera in 60 Paesi e ha 65 milioni di clienti. Anche così vogliamo far sentire i cacciatori più sicuri e protetti. La caccia è vita, è gioia di godimento di boschi dimora amica, è sentimento, è umanità. Molto ho imparato e altrettanto avrei voluto apprendere da un amico appassionato cinofilo che quest’anno, immaturamente e improvvisamente è scomparso. Lui non ci sarà per la prova dei cani, non ci sarà per l’Apertura. Sarà sempre nel ricordo dei dirigenti dell’Arci Caccia e della cinofili di Siena ma anche dei i cacciatori di Cetona e non solo. Dedico a voi, cari lettori, una poesia che un amico ha dedicato a lui, spero vi trasferisca amore, tanto amore per la caccia.

AD UN AMICO “BECCACCIAIO” …….E’ bello ricordare che ci ha uniti una grande passione e che per lei abbiamo vissuto momenti indimenticabili, immersi nella natura in paesaggi mozzafiato, in compagnia dei nostri inseparabili Setter, sempre con il solo ed unico fine: la ricerca di …………. “quell’attimo e quel frullo”!! Una profonda passione che col tempo diventa una piacevole ossessione! Ciao caro Steno, che ……”in un attimo ed in un frullo”…… …..ci hai lasciati. Carlo Leggere la breve dedica mi riporta alla mente altre sofferenze, alcune molto note, come quelle di Piergiorgio Welby che la malattia ha costretto ad abbandonare la caccia e i suoi cani. Quanto avrà sofferto per la sua immobilità lontano dai suoi bracchi? Ricordando la “nobiltà alta” di tante storie di vita, ricordo quanti hanno dato la loro “anima”, il loro cuore alla caccia, e sono tanti Un pensiero a Viller Venara e Piero Mazzoni che prematuramente ci hanno lasciato. A quanti disonestamente ci aggrediscono ricordiamo che hanno il dovere di portare rispetto ad una cultura, come quella venatoria, che è anche una straordinaria lezione di umanità e di vita di cui l’Italia non può che essere fiera.

Osvaldo Veneziano

E’ online il nuovo sito dell’Arci Caccia

www.arcicaccia.it


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