48 Ripasso con la mappa 49 Scrivo anch'io! 50 Verifica in itinere Storia INEDITA di... Giuseppe Bordi
Un’amicizia inaspettata
BIOGRAFIA 55 Leggere, che passione! 56 La bicicletta 58 La prima donna nello spazio
59 Una stella della danza
60 Il signore della Mela 62 Ripasso con la mappa
Scrivo anch'io!
Verifica in itinere
IL DIARIO 67
Un regalo inaspettato
Caro diario
Un'incredibile scoperta
Verifica in itinere
72 LA LETTERA
Cara nonna
Un'amica di penna
Caro professor Einstein
L'E-MAIL
76
Oggetto: Parigi e Piccolo Principe
Oggetto: Invidia 78 Ripasso con la mappa 79 Scrivo anch'io!
80 Verifica in itinere
Quante emozioni!
INVERNO
84 Fiocchetti bianchi
86 Una storia di neve e di Natale
87 Abeti innevati
88 M I N D F U L N E S S
90 IL RACCONTO FANTASTICO
91 Il gigante goloso
92 L'armadio incantato
94 I denti del nonno
95 L'unico difetto
96 Tema: il rientro dalle vacanze
97 Un freddo polare
98 Ripasso con la mappa
99 Scrivo anch'io!
100 Verifica in itinere
102 IL RACCONTO DI AVVENTURA
103 Incontri nella foresta
104 Un'avventura nel deserto
106 In balia del mare
108 Ripasso con la mappa
109 Scrivo anch'io!
110 Verifica in itinere
Storia INEDITA di... Giuseppe Bordi
112 Avventura nel bosco
114 IL RACCONTO UMORISTICO
115 Cercasi panettiere
116 Giochi di prestigio
118 Che sconfitta!
120 Ripasso con la mappa
121 Scrivo anch'io!
122 Verifica in itinere
124 IL RACCONTO DI PAURA
125 Una bella lezione 126 La casa degli spiriti 128 Casa Strip
130 Ripasso con la mappa 131 Scrivo anch'io! 132 Verifica in itinere
Storia INEDITA di... Giuseppe Bordi 134 Una avventura da brivido
IL TESTO DESCRITTIVO
La sorella maggiore
Mio nonno
Sembra un folletto
Matilda
Gaspare
Il volpacchiotto
La casetta
Lo studio dello zio
La baia del silenzio 147 Un pomeriggio incantevole
La foresta muore
Libri antichi
Il mio coniglietto di peluche Il fischietto
L'uragano
La neve - La pioggia
A caccia con zia Ross
Una casa da sogno
Laboratorio di ascolto
Ripasso con la mappa
Scrivo anch'io!
Verifica in itinere
PRIMAVERA
160 Primavera
162 Sorprese di Pasqua
163 Segnalibro di Pasqua
164 M I N D F U L N E S S
166 Per non dimenticare
IL TESTO POETICO
169 Addio tempesta
170 La filastrocca
171 La similitudine
172 La metafora
173 La personificazione
174 L'allitterazione
175 L'onomatopea
176 II nonsense
177 Il limerick
178 Parole, musica e... Movimento
180 Laboratorio di ascolto
182 Ripasso con la mappa
183 Scrivo anch'io!
184 Verifica in itinere
IL TESTO INFORMATIVO
187 La specie umana
188 Le tombe degli antichi Egizi
IL TESTO REGOLATIVO
205 Il gioco dello zaino
206 Palline di cocco
207 Come difendersi da un bullo
208 Laboratorio di ascolto
210 Ripasso con la mappa
211 Scrivo anch'io!
212 Verifica in itinere
214 CITTADINANZA DIGITALE Il galateo su Internet
Il testo ARGOMENTATIVO
DEBATE in classe
216 Boschi addio
218 L'importanza delle regole
219 È giusto avere il cellulare?
220 Chi legge... ha una marcia in più!
222 La pubblicità
224 La pubblicità progresso
ESTATE
226 L’alfabeto delle vacanze
189 Il Nilo e le imbarcazioni
190 Anche gli animali si curano
192 Le foreste
193 Il baobab
194 I fiumi italiani
196 Laboratorio di ascolto
198 Ripasso con la mappa
199 Scrivo anch'io!
200 Verifica in itinere
202 Il plogging
228 Finalmente si parte! in collaborazione con
Dalla parte dei bambini e delle bambine
230 Lettera a un bambino in guerra
232 La storia di Bristy
234 Le guerre degli uomini
235 Stop alla guerra! Sì alla Pace!
236 I bambini e la schiavitù
237 I bambini nelle miniere
238 Convenzione Internazionale dei Diritti dell’infanzia
240 Filastrocca per un mondo diritto
Leggere …
QUANDO…
... QUANDO?
Si può leggere in qualsiasi momento della giornata, secondo le proprie preferenze. Alcuni amano leggere al mattino, quando la mente è fresca, altri preferiscono la sera per rilassarsi. Molti leggono durante le pause pranzo o nei viaggi. Ogni momento offre un'esperienza di lettura diversa.
• E tu, in quale momento della gior nata preferisci leggere?
... DOVE?
La lettura può avvenire ovunque ci sia tranquillità e comfort. Alcuni preferiscono la casa, con una poltrona comoda e buona illuminazione. Altri preferiscono parchi o giardini all'aperto. Biblioteche e caffetterie sono luoghi popolari per un'atmosfera calma. L'importante è un ambiente che favorisca la concentrazione.
• Dove preferisci leggere?
DOVE… PERCHÉ…
... Perché?
La lettura offre molti benefici: stimola la mente, espande il vocabolario e migliora la scrittura. Riduce lo stress immergendoci in mondi diversi. Arricchisce la conoscenza e amplia gli orizzonti culturali. Ogni libro può ispirare, educare e intrattenere, rendendo la lettura preziosa e gratificante.
• Secondo te perché è importante leggere?
Leggere ad alta voce
Leggere ad alta voce è un'attività divertente e utile che aiuta a migliorare la pronuncia e la comprensione dei testi. Che si tratti di un pubblico di bambini, di amici o di un evento speciale. La lettura ad alta voce diventa un momento di connessione, capace di suscitare emozioni intense e memorabili.
• Ti piace leggere?
Molto Abbastanza Poco
• Che cosa preferisci leggere?
Racconti di avventura
Fiabe e favole Fumetti Altro
• Qual è l'ultimo libro che hai letto? ....................................................................................................................................................................
• Qual è il titolo del tuo libro preferito?
Leggere INSIEME PER…
SOGNARE SCOPRIRE
PENSARE
CRESCERE DIVENTARE
GRANDI
Sarà come riprendere un viaggio pieno di inaspettate sorprese, di emozioni, di strade da percorrere insieme.
Leggendo, sbocceranno nuove idee e, pagina dopo pagina, scoprirai i segreti che si nascondono dentro le parole.
Nel tuo libro troverai letture per tutti i gusti: interessanti, avventurose, allegre, di fantasia, di amicizia, di affetti che vincono la noia e stimolano l'immaginazione e la conversazione.
Il racconto realistico narra storie realmente accadute o storie che possono accadere.
Una domenica dalla nonna
Quella domenica la mamma di Michele portò il figlio dalla nonna.
La nonna viveva sola in campagna ed era sempre molto felice di quelle visite: fin dal mattino cominciava ad aspettarli sulla porta.
Appena l’auto si fermò davanti alla casa della nonna, Michele scese di corsa ad abbracciarla.
– Tesoro! – esclamò la nonna, baciandolo. – Vieni dentro, ho appena fatto una torta di frutta.
– Mamma! – gridò Angelica. – Quante volte te lo devo dire di non esagerare, lo sai che i dolci vanno mangiati con moderazione.
– Ma no, Angelica, ti sbagli e poi la torta è di frutta.
Dopo essere rimasti soli, la nonna e Michele mangiarono tre fette di torta a testa.
Poi, siccome cominciava a fare un po’ freddo, la nonna preparò una bella cioccolata calda.
La bevvero davanti al caminetto acceso dove, a un certo punto, la nonna sospirò e chiese:
– Ma… la mamma è sempre così nervosa?
⻓ Susanna Tamaro, Cuore di ciccia, Mondadori
* Completa le frasi.
La mamma accompagnò Michele .....................................................................................................................................................................
Appena arrivarono Michele .
La mamma di Michele fece presente alla nonna ma la nonna ............................................................................................................................................................................................................................................
Rimasti soli la nonna e Michele mangiarono e bevvero
UN TUFFO NEI TESTI
Il soldato e il gufo
C’era una volta un soldato di nome Sbadiglio, che una volta alla settimana doveva fare la guardia sulle mura del castello. Questo era un guaio perché Sbadiglio, di notte, non riusciva proprio a stare sveglio.
Il capitano delle guardie gli disse: – Se ti trovo addormentato un’altra volta, starai in prigione tre mesi, a pane duro e acqua!
Il povero Sbadiglio, al suo turno, fece di tutto per non addormentarsi, però sentiva che il sonno stava per arrivare, e allora si mise a piangere.
– Perché piangi? – disse una voce. Un gufo lo osservava da una fessura del muro, con i suoi occhi tondi.
Il soldato gli raccontò i suoi guai.
– Io di notte sto con gli occhi aperti e vedo ogni cosa – disse il gufo – farò la guardia al posto tuo e se ci sarà qualcosa di strano ti sveglierò con una beccatina.
– Grazie, gufo! – disse il soldato – però se starai qui a fare la guardia per me non potrai andare a caccia… E se non andrai a caccia cosa mangerai?
– Hai ragione, non ci avevo pensato – disse il gufo. – A meno che… tu non mi dia una parte della tua pagnotta!
– Te la darò tutta intera! – disse il soldato. – Io soffro molto di più per il sonno che per la fame!
– Me ne basterà mezza! – disse il gufo. E così, da quella notte, finirono i guai di Sbadiglio: lui dormiva beato e il gufo faceva la guardia per lui, becchettando contento la sua mezza pagnotta.
⻓ Roberto Piumini, Storie in un fiato, Einaudi Ragazzi
UN TUFFO NEI TESTI
* Rispondi alle domande.
• Chi sono i personaggi del racconto?
• Quale problema ha il soldato Sbadiglio?
• In che modo riesce a risolverlo?
• Qual è l’elemento fantastico?
Il racconto fantastico narra storie che non possono accadere nella realtà.
Il testo descrittivo ha lo scopo di far vedere con le parole le persone, i luoghi, gli animali, gli oggetti.
Il paese
Arrivare in quel paese sperduto in mezzo ai boschi, un paese di mezza montagna che lo scorrere del tempo sembrava non aver neanche sfiorato, era stato per Matteo come sbarcare sulla luna. Una manciata di case di pietra, una chiesa, una scuola elementare, un emporio e un bar, qualche negozietto di artigiani; solo una mezza dozzina di antenne della televisione che svettavano dai tetti, le strade mal lastricate con l’erba che spuntava da ogni fessura.
E subito fuori del paese, tutto intorno, il bosco. Scuro, fitto, impenetrabile come i boschi delle fiabe, con qualche raro spiazzo erboso dove pascolavano le pecore.
Un silenzio profondo, scalfito solo dalle voci della natura: il vento tra gli alberi, il belato di un agnello, il frinire delle cicale.
⻓ Rossana Guarnieri, Messaggi dal bosco, Ugo Mursia Editore
* Quali elementi vengono descritti? Sottolineali nel testo.
* Quali sensazioni prova Matteo appena giunge nel paesino? Segna con una X . Sorpresa Gioia Tristezza Paura
UN TUFFO NEI TESTI
RIPASSIAMO...
Il tempo
Questo tempo che cos'è
Io lo cerco e lui non c’è!
Non lo tocco, non lo vedo, non lo sento, non ci credo.
Vedo sol cambiar le cose vedo nascere le rose, poi le vedo alte e fiorite ed infine già appassite.
Forse il tempo è un cavaliere che nessuno può vedere, invisibile e leggero lui percorre ogni sentiero:
La filastrocca è un testo poetico con rime facili, caratterizzato da ritmo e musicalità. È composta da versi raggruppati in strofe.
UN TUFFO NEI TESTI
* Nella filastrocca sono presenti parole in rima. Sottolineale.
* Rispondi.
• Di che cosa parla la filastrocca?
• Da che cosa si capisce che il tempo esiste?
• Da quante strofe è formata la filastrocca?
Il testo informativo è scritto con lo scopo di fornire notizie, informazioni su un preciso argomento.
Il segreto della ghiandaia
Nelle estese pinete di pini domestici (quelli che producono i pinoli) capita spesso di vedere qualche quercia che spunta proprio alla base di un pino. Perché queste querce crescono in un posto così scomodo? Il colpevole è un uccello: la ghiandaia, che è ghiottissima di ghiande. Quando in autunno le querce sono cariche di ghiande, la ghiandaia le raccoglie e prepara delle scorte per le altre stagioni seppellendole ai piedi di qualche pino. Il pino serve alla ghiandaia come punto di riferimento per ritrovare il suo “magazzino”. Talvolta, però, può succedere che l’uccello si dimentichi la posizione del
Allora le ghiande germinano, dando origine a una nuova quercia, costretta a crescere in quella scomoda posizione.
* Segna con una X le affermazioni corrette.
La ghiandaia seppellisce le ghiande ai piedi di un abete.
Il pino serve alla ghiandaia come punto di riferimento per trovare le sue ghiande. Capita che la ghiandaia si dimentichi dove abbia nascosto le sue ghiande, che germinando danno vita a una quercia.
UN TUFFO NEI TESTI
Il testo regolativo fornisce istruzioni per realizzare qualcosa (un oggetto, una ricetta…) o regole di comportamento (in piscina, in biblioteca, durante un gioco…).
Un biglietto di auguri
OCCORRENTE
• cartoncino formato 21 x 30 cm, di color g iallo;
• ritagli di cartoncino color arancio, turchese, verde, marrone chiaro, marrone scuro;
• forbici, colla;
• un pennarello nero.
PROCEDIMENTO
• Ritagliare dal cartoncino giallo un rettangolo 21 × 18 cm e piegare in due la parte più lunga.
• Tagliare una striscia alta 6 cm dalla facciata esterna e, sotto la linea di taglio, incollare un angolo di cartoncino turchese.
• Ritagliare le parti del coniglio e le carote e incollare come mostra il disegno.
• Disegnare gli occhi del coniglio con il pennarello. Il ciuffo verde in cima alle carote e i baffi del coniglio vanno tagliati accuratamente prima dell'incollaggio.
⻓ AA.VV., Progetti per la primavera e l'estate, Hobby & Work
UN TUFFO NEI TESTI
* Segna con una X il completamento corretto.
• Le istruzioni del testo servono per: usare un oggetto realizzare un oggetto
• Le informazioni sulle cose da fare: si succedono con un ordine preciso sono un elenco senza un ordine preciso
• Il testo è accompagnato da disegni che: aiutano a comprendere abbelliscono il testo
Benvenuti in… QUARTA!
Un anno a COLORI
Il nuovo anno è appena iniziato pagine bianche sparse sul prato, pagine bianche, che se ci lavori, puoi decorarle con mille matite, sarebbe un peccato lasciarle pulite.
Con l’ arancione dei sentimenti crei giorni speciali, sempre differenti, con il verde del grande impegno su ciascun foglio fai un bel disegno.
Con il rosso del gran coraggio puoi chiudere la porta e rimetterti in viaggio, con l’azzurro della pazienza saprai donare la tua presenza.
Con il giallo della determinazione trasformi ogni foglio in un cartellone, con il rosa del rispetto darai l’amore, darai affetto, e con matite d’argento e d’oro farai di ogni giorno un capolavoro.
Anche se non sarai perfetto e preciso metti su ogni foglio almeno un sorriso.
⻓ Monica Sorti
Voglio un anno…
* Segui il volo delle farfalle... e scrivi i propositi o i tuoi desideri per l'anno di scuola appena iniziato.
Un anno di stelle e di sole per dare luce alle parole.
Voglio un anno di amici e sorrisi che ci rendano uniti e felici.
Un anno di nidi e di voli e aule piene di fiori.
Un anno di scuola sereno con un arcobaleno.bellissimo
Comprendo
Perché Fiorenza è amata dai compagni e dalle compagne di classe? Cosa pensa Fiorenza quando scopre che i suoi compagni e le sue compagne hanno consegnato il foglio in bianco? Sottolinea le risposte nel testo.
Mi passi un'idea?
Era gentilissima, non diceva mai di no. Quando in classe un compagno o una compagna le diceva: – Mi passi la biro? – Fiorenza gliela dava subito.
Non diceva mai di no, neanche durante i compiti in classe quando qualcuno le sussurrava: – Mi passi un’idea?
Di idee, infatti, Fiorenza ne aveva tante. Su qualsiasi tema dato dalla maestra, sulla natura, sugli animali o su un personaggio storico, gliene venivano a grappoli.
Così, quando un compagno o una compagna gliene chiedeva una, lei la pensava in un attimo, l’appallottolava e gliela lanciava di nascosto.
Tutti perciò prendevano sempre dei bei voti e l’insegnante si stupiva che i suoi alunni fossero così bravi.
Un giorno, per metterli alla prova, diede un compito più difficile del solito. Siccome nessuno sapeva svolgerlo, tutti sussurrarono a Fiorenza: – Mi passi un’idea?
Quella mattina Fiorenza aveva mal di testa ma, gentilissima com’era, non disse di no a nessuno. Malgrado faticasse a pensare, non fece che appallottolare e lanciare idee.
Quando però si mise a svolgere il suo tema, in testa non gliene era rimasta neanche una, e fu l’unica a consegnare il foglio in bianco.
– Fiorenza, – disse la maestra – solo tu non hai saputo fare il compito: è chiaro che finora le idee te le hanno suggerite i tuoi compagni.
Fiorenza ci rimase assai male e, offesissima, neanche ascoltò i compagni che, dispiaciuti, cercavano di consolarla.
Per mettere di nuovo alla prova i suoi alunni, qualche giorno dopo la maestra assegnò un tema ancora più difficile.
Fiorenza gioì e subito pensò di vendicarsi: per dimostrare che era lei la più brava della classe, decise di non aiutare nessuno e fare un compito bellissimo.
Si impegnò talmente a svolgerlo che neanche si accorse che nessuno le chiedeva di passarle un’idea.
Suonò la campanella e la maestra, appena entrata nell’aula, si rivolse a Fiorenza:
– Scusami Fiorenza, ti ho giudicata male, sei tu la più brava di tutti, l’unica che ha saputo fare il compito… – ma mentre Fiorenza già si inorgogliva, la maestra aggiunse: – … gli altri neppure sono riusciti a scrivere una riga.
Tutti i compagni, ricordando quanto Fiorenza era stata gentile con loro, avevano consegnato il foglio in bianco perché la maestra capisse che era lei la migliore della classe.
Fiorenza arrossì, vergognandosi di aver pensato di vendicarsi, e da allora non disse mai di no quando qualche compagno le chiedeva di passargli un’idea.
⻓ Marcello Argilli, Che idea!, Giunti
Scrivo
Prova a descrivere anche tu un compagno o una compagna di classe aiutandoti con le domande.
• Come si chiama?
• Come si comporta di solito a scuola?
• In che cosa siete uguali?
• In che cosa siete diversi?
PARLIAMONE
Dico la mia
Leggi ed esprimi la tua opinione confrontandoti con i compagni e le compagne.
Essere amici non vuol dire essere uguali, fare e amare le stesse cose: l’amicizia nella differenza è forse anche più bella, perché è colorata e sorprendente.
E D U C AZIONE CIVICA
A scuola tra diritti e doveri
La ricreazione è un diritto perché anche a scuola ho bisogno di tempi di gioco e riposo.
Quando mi impegno nella lezione fuma il cervello sotto pressione. Per evitare che vada a fuoco gli devo dare riposo e gioco.
Ma ho il dovere di stare attento, quando riprendiamo a studiare.
Ma quando è l’ora che il maestro spiega non posso fare nemmeno una piega. E se si affaccia qualche sbadiglio lo tengo chiuso nel mio nascondiglio.
Ho il diritto di ricevere un pranzo sano e dal buon sapore quando sto a scuola tutto il giorno.
Cara scuola, che ogni giorno prepari sapori gustosi per noi scolari… Offrici anche lasagne e polenta, perché la mente lavori contenta!
Ho il dovere di accettare il pasto che mi viene preparato, ricordando che la scuola non è un ristorante.
Mi piace la scuola ma… aiuto, che puzzo, quando la invade l’odor di merluzzo!
E mentre ingoio i bocconi aborriti sogno un vassoio di panini imbottiti.
DIRITTO
DOVERE
DIRITTO
DOVERE
EDUCAZIONE C I V ICA
Ho il diritto di avere uno spazio tutto per me, anche piccolo, per i miei oggetti personali.
L’attaccapanni per sciarpa e giacchetta, il sottobanco, il mio zainetto: ho pochi spazi ma negli angolini posso nascondere i segreti piccini.
Ho il dovere di rispettare gli spazi comuni.
Aule, giardini e corridoi bagni, palestra e spogliatoi… Come mi dice sempre lo zio: «Quel che è di tutti, è un pochino anche mio!».
⻓ Anna Sarfatti, Chiama il diritto, risponde il dovere, Mondadori
DIRITTO
DOVERE
* Con i compagni e le compagne di classe prova a spiegare il significato di diritto e dovere. Poi completa la tabella, trascrivendo i diritti e i doveri presenti nel testo poetico e aggiungendone altri che ritieni siano importanti.
PARLIAMONE
Dico la mia
* Credi che ci siano dei diritti che i bambini e le bambine dovrebbero avere ma che vengono rinnegati? Quali? Confrontati con i compagni e le compagne.
HO IL DIRITTO DI…
HO IL DOVERE DI…
AUTUNNO
La foglia
Rotea, oscilla la foglia danzando strisciando sognando.
L’accoglie la terra l’incalza il vento rimbalza s’innalza.
“Addio splendori di sole, addio amori di luna, addio rugiade, addio ridenti contrade!”
Ritorna, si posa, riposa. L’autunno, tremando, gli occhi le chiude sognando.
⻓ Rita Tunisini
LE MIE EMOZIONI
* Rispondi alle domande.
• Che emozioni provi osservando le immagini?
• E leggendo la poesia?
• Quali colori prevalgono nel dipinto?
• Quali elementi lo caratterizzano?
SCRIVIAMO IN COPPIA
* Dopo aver osservato le immagini lavora in coppia con un compagno/a e, immaginando di fare una passeggiata nel bosco, descrivete l’autunno con i suoi colori intensi e la sua luce dorata.
IO ARTISTA
* Rappresenta, con la tecnica pittorica che preferisci, le emozioni da te provate osservando le meraviglie dell’autunno.
PICCOLI POETI
* Dopo aver letto il testo poetico e osservato il dipinto, scrivi nel riquadro una breve poesia sull’autunno.
Paul Gauguin, Autunno
Comprendo
Sottolinea nel testo le risposte e utilizza le stesse per fare il riassunto sul quaderno.
• Dove abitava Gerardo?
• Perché viveva isolato?
• Cosa diceva la gente di lui?
• Cosa successe un giorno al castello?
• Cosa fece Gerardo?
• In cosa si trasformò?
• Cosa fecero i bambini quando lo videro?
• Cosa regalò loro Gerardo?
La candela magica
C’era una volta, molto tempo fa, un uomo che si chiamava Gerardo. Sua moglie era morta e non aveva figli. Odiava tutti e quindi aveva deciso di vivere isolato in un cupo castello dove c’era sempre buio e dove pioveva sempre, sia in primavera che d’inverno. La gente lo evitava e si diceva che di notte l’uomo andasse in un campo di zucche per raccoglierle tutte e portarsele a casa. Si cibava solo di quelle: succo di zucca, pasta alla zucca, ravioli di zucca, marmellata di zucca…
Un giorno si spensero le candele del castello e Gerardo aveva finito tutti i fiammiferi e così decise di scendere giù nei sotterranei, dove sapeva che erano rimasti almeno una candela e un fiammifero. Scese nel buio e a tastoni trovò il tavolo dove c’era sopra la candela con accanto il fiammifero.
Gerardo l’accese e, non sapendo dove appoggiarla, la mise dentro ad una delle tante zucche vuote di cui i sotterranei del castello erano pieni. Gerardo non sapeva di avere in mano una candela proibita: chiunque la toccasse poteva esaudire un desiderio. Il desiderio dell’uomo era sempre stato quello di spaventare tutta la gente che sparlava di lui.
Detto e fatto, Gerardo si trasformò in una strega. Salì su una scopa magica e partì per raggiungere il paese. Atterrò davanti alla porta di una delle tante case e bussò tre volte di seguito. Aprirono due bambini che si trovarono di fronte ad un’orrenda strega. Gerardo pronunciò parole magiche per trasformare i bambini in topolini, ma la magia non funzionò perché le magie cattive non avevano potere sui bambini.
Gerardo si zittì ed i bambini, non sapendo cosa fare, gli offrirono dei cioccolatini e gli fecero compagnia. L’uomo allora regalò loro la candela dentro alla zucca e gli insegnò la formula magica. I bambini decisero di usarla, non per trasformare le persone che aprivano la porta, ma per ottenere qualche dolcetto.
La zucca di Halloween
Realizza con i tuoi compagni e compagne di classe la zucca di Halloween.
OCCORRENTE
• una zucca;
• un coltello;
• un pennarello;
• un cucchiaio di acciaio
PROCEDIMENTO
1 Disegnate un cerchio attorno al picciolo della zucca e, con l'aiuto di un adulto, intagliatelo col coltello, diventerà il coperchio.
2 Svuotate la zucca con un cucchiaio d'acciaio fino a togliere quanta più polpa possibile. Fate lo stesso per il coperchio.
3 Disegnate sulla zucca con un pennarello gli occhi, il naso e la bocca e fate asciugare per qualche minuto.
4 Poi fate intagliare da un adulto con il coltello occhi, naso e bocca.
5 La zucca è pronta, ma prima asciugatela e poi inserite il lumino in un vasetto di vetro e collocatelo sul fondo della zucca.
3
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Un mondo di Storie e
Il testo NARRATIVO
● Il racconto REALISTIC O
● Il racconto AUTOBIOGRAFICO
● Il racconto BIO GRAFICO
● Il DIARIO
● La LET TERA e la E-MAIL
● Il racconto FANTASTICO
● Il racconto di AVVENTURA
● Il racconto UMORISTIC O
● Il racconto di PAURA
Il racconto REALISTICO
Il racconto realistico è un testo narrativo che racconta vicende reali, o verosimili se sono inventate ma che potrebbero accadere nella realtà.
Chi? PERSONAGGI
I personaggi sono animali e persone realistici, quelli che potresti incontrare nella vita quotidiana, a scuola, a casa: bambini, genitori, insegnanti…
Quando? TEMPO
Il tempo è il momento in cui si svolgono le vicende; può essere definito nel passato, nel presente o nel futuro.
Dove? LUOGHI
I luoghi sono gli ambienti in cui si svolgono i fatti. Sono reali o verosimili a quelli esistenti, ma creati dalla fantasia dello scrittore.
FATTI Come? Perché? Che cosa?
I fatti narrati sono vicende reali o verosimili, che possono accadere nella quotidianità. Possono essere narrati in ordine temporale o cronologico (fabula) o si può inserire nella narrazione un flashback (salto all’indietro nel tempo) per raccontare un fatto avvenuto nel passato.
NARRATORE
I fatti possono essere narrati in prima o in terza persona.
La frittata!
Tonino, il protagonista del brano, racconta la sua vacanza estiva in campagna a casa dei nonni.
Per fare lo zabaione, tutte le sere io e il nonno andavamo a prendere le uova da un contadino che si chiamava Emilio e abitava a un paio di chilometri da noi.
Un giorno il nonno volle prendersi un uovo solo, perché diceva che lo zabaione doveva essere così fresco da odorare ancora di gallina. Se lo infilò dentro la camicia, mi fece sedere sul tubo della bicicletta e partimmo.
Emilio gli aveva detto: – Ma proprio lì lo devi mettere?
– E dove dovrei metterlo secondo te? – gli aveva risposto il nonno.
Ma dopo un chilometro circa si sentì uno strano rumore. Allora il nonno si fermò.
– Fammi dare un’occhiata, Tonino – disse. Guardò dentro la camicia e annunciò: – Abbiamo fatto la frittata!
Infatti la camicia era tutta impiastricciata di giallo, ma lui non si scompose.
– Niente paura, adesso ritorniamo indietro e di uova ce ne prendiamo due. Così, se uno si rompe, abbiamo quello di ricambio.
⻓ da A. Nanetti, Mio nonno era un ciliegio, Einaudi Ragazzi
* Rispondi a voce alle domande, ma prima sottolinea nel brano gli elementi del racconto realistico.
Quando si svolge la storia?
Dove è ambientata?
Chi la racconta?
La storia è scritta in prima o in terza persona?
In un tempo definito o indefinito?
LE PAROLE LEGAME
Le parti che compongono un testo sono collegate dalle parole legame, dette anche connettivi. Queste parole possono avere diverse funzioni: indicano il tempo in cui accadono i fatti (poi, dopo, quando…) e stabiliscono legami logici tra le parole o le frasi (ma, o, e, però, dunque, quindi, infatti…).
EDU C AZ I O N E CIVICA
faccio spallucce: è un gesto che fa capire che non ci si aspetta una risposta.
provetto: fa capire che è una persona esperta nel fare qualcosa.
assorto: è una persona immersa nei suoi pensieri.
Cosa da maschi o da femmine?
Ciondolo per casa e penso: “Chi decide cosa è o cosa non è da maschi?”. Poi vado in cucina, dove la mamma sta mettendo in ordine la spesa.
– Tu lo sapresti guidare un camion? – le domando.
– Direi di no. Fatico a parcheggiare l’auto… – ride la mamma. – In ogni caso per guidare quel veicolo si deve prendere la patente C.
– Quindi potresti?
– Se mi interessasse credo di sì. Perché?
Mamma fa una pausa e poi, in un lampo, mi legge nel pensiero. – Credi che ci siano delle cose che le femmine non possono fare?
Faccio spallucce. In effetti forse lei non è proprio la persona adatta con cui parlarne. O forse sì?
La mamma lascia aperto lo sportello e fruga nella sua borsa. Trova il suo portafogli e tira fuori un biglietto un po’ sgualcito. Davanti c’è un’immagine in bianco e nero.
– Quando mi sono laureata papà mi ha regalato questo biglietto. Questa donna si chiama Ada Lovelace. Quando studiavo era la mia eroina! E sai perché?
Scuoto la testa. Mamma lavora nell’informatica e non pensavo che gli informatici potessero avere degli eroi! – È stata il primo programmatore informatico.
– Una femmina?
– E papà saprebbe fare il pane? – rilancio.
– Oh, il papà era un cuoco provetto quando eravamo fidanzati – ricorda la mamma, mettendosi in punta di piedi per aprire lo sportello più alto.
– Davvero? – Stento a crederlo. Mio padre è un uomo che ama correre, fare sport. A volte si mette a riparare la vecchia moto del nonno e torna a casa tutto sporco di grasso.
Parole Nuove
– Al primo appuntamento mi cucinò degli gnocchi meravigliosi.
– E poi che cosa è successo?
– Il lavoro, gli orari… Sono io quella che rientra prima e allora, dato che cucinare piace anche a me, lo faccio io. Adesso che mi ci fai pensare, sarebbe ora che riprendesse a stare ai fornelli, perché a volte è pesante pensare a tutto: dalla spesa prima di cucinare alla lavastoviglie a fine pasto.
– Ma papà dà una mano, no?
In effetti, ricostruendo movimenti e incarichi in casa nostra, sì, papà si dà da fare. Ma quello non conta per il discorso che ho in mente. Insomma, dare una mano è sicuramente una cosa che in famiglia va fatta.
Quello che mi interessa però è sapere se c’è qualcosa che rende i maschi meno maschi e le femmine meno femmine.
– Ti ricordi quando ha fatto le tagliatelle? – chiede la mamma all’improvviso mentre sono ancora assorto
– Chi? Papà?!
– Quella volta che si è chiuso in cucina… – fa la mamma, nella speranza che io riacchiappi qualche particolare nella mia memoria.
Cavoli… è vero! Dovevo essere molto piccolo, ma ricordo perfettamente che una domenica mattina mio padre si era chiuso a chiave in cucina perché voleva farci una sorpresa.
Sì, proprio così. Fece davvero le tagliatelle stendendo la pasta con il mattarello. Ricordo la sua soddisfazione quando ha aperto la porta e ce le ha mostrate nella zuppiera. Erano irregolari, però erano buonissime. Sì, ora ricordo proprio tutto. Anche che si era messo il grembiule!
⻓ Silvia Vecchini, Maschi contro femmine, A. Mondadori
Riflessione linguistica
Sottolinea nel testo di rosso le parole legame che indicano il tempo e di verde quelle che stabiliscono legami logici. Poi utilizzale per scrivere alcune frasi sul quaderno.
PARLIAMONE
Dico la mia
Pensi che ci siano lavori adatti alle femmine e lavori adatti ai maschi?
Confrontati con i compagni e le compagne di classe. Avete espresso tutti la stessa opinione? Rileggete insieme il testo. Quali altre riflessioni si possono fare?
I TRUCCHI
DEL LETTORE
Per ricavare le informazioni del testo tieni presente le seguenti domande:
CHI?
Di chi si parla?
QUANDO?
Quando è avvenuto il fatto?
DOVE?
In quale luogo si è verificato?
CHE COSA?
Che cosa è accaduto?
PERCHÉ?
Per quale motivo?
Nonno Giacinto racconta
Oggi Giacomo, Alma e Tommi sono proprio contenti: vanno a passare il pomeriggio dal signor Giacinto, il nonno di Giacomo, che racconta sempre tante storie.
– Ciao – dice nonno Giacinto sulla porta – la merenda è in cucina. Finisco di vedere una cosa alla tivù e vi raggiungo.
I tre amici afferrano la merenda ed entrano alle spalle del nonno. Lui non se ne accorge: sta guardando la televisione.
La voce spiega: – Tra qualche settimana in molte scuole si celebra il Giorno della Memoria. La Shoah e la Seconda Guerra Mondiale sono state tragedie terribili.
– Che vuol dire “Shoah”? – chiede Alma.
– Che c’entra la Seconda Guerra Mondiale con il Giorno della Memoria a scuola? – aggiunge Tommi.
Sentendo le voci dei bambini il signor Giacinto si volta, spegne il televisore e li guarda con faccia seria: – Vi avevo detto di restare in cucina, non volevo che vedeste queste immagini.
– Signor Giacinto, ma lei ci dice sempre che siamo in gamba, un terzetto fantastico! – insiste Alma. Nonno Giacinto li guarda incerto e non sa cosa fare.
– Va bene! Si tratta di una storia di molto tempo fa. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il mondo era in guerra e non c’era un posto dove le persone potessero vivere in pace. Qualcuno ha sofferto ancora più degli altri ed è di questo che parlava la televisione.
Comprendo
Rispondi alle domande esplicite e implicite.
• Nonno Giacinto desidera che i tre amici restino in cucina. Perché?
• Come ti sembrano Giacomo, Alma e Tommi, interessati o distratti? Spiega.
• Che cos'è la Shoah?
• Che cosa sono le leggi razziali?
In Italia c’era il fascismo e comandava Mussolini e tutti dovevano pensarla come lui altrimenti andavano in prigione…
– Anche i grandi? – domanda Tommi. – O solo i bambini?
– No, proprio tutti…
– Ma cosa c’entra la Seconda Guerra Mondiale con quel nome, Sciò…?
– Giacomino, il nome è Shoah. È una parola ebraica che significa “distruzione”.
Infatti quello che accadde durante la Seconda Guerra Mondiale è stata una vera distruzione e vennero uccise tantissime persone. Talmente tante che è un numero che non si riesce a capire: sei milioni di persone. Uomini, donne, bambini e bambine.
– Dai nonno racconta!
– A un certo punto i fascisti e i nazisti decisero che c’era una razza superiore a tutte le altre; decisero che gli ebrei erano inferiori e li cacciarono dalle scuole, dai posti di lavoro, dai luoghi di vacanza. Per farlo scrissero delle leggi che si chiamano “razziali”.
– Nonno, ma la nostra compagna Sara è ebrea ed è proprio come noi. Ha i capelli ricci come Alma, è più alta di me ed è brava in matematica come Tommi…
– Lo so Giacomino, erano leggi senza senso – concluse il nonno rammaricandosi.
⻓ Lia Tagliacozzo, La Shoah e il Giorno della Memoria, Edizioni EL
LE INFORMAZIONI
NASCOSTE
Per comprendere bene un testo bisogna scoprire le informazioni esplicite e anche quelle nascoste o implicite, cioè quelle informazioni che non sono chiaramente dette, ma che possono essere ricavate da altre presenti nel testo o da esperienze personali.
L'ORDINE DEI FATTI
LA FABULA
La fabula è la narrazione dei fatti così come sono accaduti in ordine cronologico.
L’ordine cronologico è indicato dalle parole del tempo.
Un cane per amico
Un giorno i miei mi hanno portato al lago d’Orta sull’isola di San Giulio. Ci siamo arrivati in barca, e quello è stato il mio primo contatto con l’acqua. Da un lato ero spaventato dalla sua profondità, dall’altro mi sarebbe piaciuto tuffarmi e nuotare come un pesce. Ma nessuno mi aveva mai insegnato a farlo.
Quando siamo sbarcati sull’isola, mi sono tolto la maglietta e mi sono messo a camminare lungo un minuscolo tratto di spiaggia.
– Resta sul bordo della riva – si è raccomandata la mamma.
Quando lei e mio padre si sono seduti ai piedi di un albero e hanno chiuso gli occhi, sono entrato in acqua, allontanandomi piano piano dalla riva. Prima mezzo metro, poi un metro, poi due…
Comprendo
Completa.
• Un giorno
• Quando sono sbarcati sull’isola
• Quando i genitori .......................................................................................................................................................................................................
• A un certo punto
• All’improvviso
• Dopo un po’ di tempo ............................................................................................................................................................................................
A un certo punto ho gettato un urlo e sono sprofondato: ho cominciato a sbracciarmi e ad agitare le gambe… L’urlo non era abbastanza forte da svegliare i miei e ogni volta che aprivo la bocca per chiamarli, la gola si riempiva d’acqua e mi mancava il respiro.
All’improvviso ho sentito uno sciacquio alla mia destra e ho visto un cane che nuotava verso di me. Quando è arrivato a tiro, gli ho gettato le braccia al collo e mi sono lasciato trascinare da lui.
Dopo un po’ di tempo, che mi è parso interminabile, abbiamo raggiunto la riva, il cane ha scosso il pelo e se n’è andato.
Mio padre e mia madre dormivano ancora e non si erano accorti di niente. Ecco come ho imparato a nuotare e ad amare i cani.
⻓ Angelo Petrosino, Quattro gatti per Valentina, Piemme
Analizzo
Rispondi alle domande.
• Il testo è scritto in prima o in terza persona?
In prima persona
In terza persona
• I fatti di questo racconto sono in ordine cronologico?
Sì No
Sottolinea nel testo le parole che te lo fanno capire. Il lavoro è già avviato.
Alla scoperta delle EMOZIONI
Rispondi a voce.
• Cosa prova il bambino del racconto?
• Le sue emozioni ti hanno coinvolto nella situazione da lui vissuta?
EDUCAZI O N E C IVICA
Come giudichi il comportamento del protagonista?
È stato responsabile?
Hai mai compiuto un’imprudenza? Racconta.
L’ORDINE DEI FATTI
L'ORDINE DEI FATTI IL FLASHBACK
La tecnica del flashback consiste nell’interrompere lo sviluppo cronologico della narrazione per inserirvi un episodio del passato collegato con il racconto stesso.
Il temine flashback significa “salto nel passato”.
* Il flashback presente nel testo è un ricordo di:
Melissa Titti papà
Parole Nuove
aveva mugugnato: si era lamentata.
Il vestito della festa
Era sabato, il giorno preferito di Titti.
– Oggi c’è la festa di compleanno di Melissa – disse la mamma. – Te ne eri dimenticata?
Titti sbuffò. Ricordava bene l’ultima festa a casa di Melissa. Due ore prima di uscire, la mamma l’aveva ficcata nella vasca e l’aveva sfregata per farla risplendere di pulito.
Le aveva lavato i capelli e glieli aveva pettinati e, alla fine, l’aveva costretta a indossare quel nuovo vestitino.
Era celeste a fiorellini bianchi, con colletto e polsini di pizzo candido. Calze bianche e scarpette eleganti avevano completato l’opera. La mamma poi l’aveva piazzata davanti allo specchio.
– Ecco fatto – le aveva detto. – Visto come sei carina?
– Sono disgustosa – aveva mugugnato Titti, fissandosi inorridita.
Comprendo
Tutto questo era accaduto un anno prima.
Così Titti ci pensò un po’ su e disse: – Ma il vestito non mi andrà più bene, adesso.
– Certo che sì! – la rassicurò la mamma. – L’anno scorso ti andava un po’ grande. Quest’anno sarà perfetto.
Dunque non c’era scampo. O forse sì.
La giornata trascorse rapidamente e presto fu ora di prepararsi. Dopo il bagno la mamma le disse: – Ora corri in camera tua e porta QUI IL VESTITINO.
Sottolinea nel racconto il flashback. Poi segna con una X solo i fatti narrati nel testo.
Titti non vuole indossare il vestitino celeste a fiorellini bianchi.
La mamma rivolgendosi a Titti le dice di prepararsi per andare alla festa.
Titti fa finta di cercare il vestito in camera.
Titti, pur controvoglia, indossa il vestito celeste.
Il papà invita Titti a indossare i vestiti sporchi.
Le bambine ridono di Titti.
In macchina il papà di Titti fischietta una canzone.
Titti ha scoperto che è divertente essere trasandati.
Titti obbedì, ma dopo un po’ gridò: – Non trovo più il vestito della festa!
La mamma controllò nell’armadio. – Ma dove può essere? – si chiese.
Papà fece il suo ingresso nella stanza proprio in quel momento. La mamma gli spiegò il problema e il papà guardò Titti. Lei tentò di frenare il sorriso che cercava di esplodere sulla sua faccia e finse invece un’espressione tristissima.
– Be’, non lo so – disse il papà, continuando a fissarla.
– Io penso che dovrebbe andarci comunque, con i vestiti che aveva addosso prima.
Titti guardò i suoi vestiti sporchi. La felpa era ricoperta di creta, sul jeans ci si era pulita le mani e le scarpe da ginnastica vecchie erano incrostate di fango secco.
Quella era la sua divisa preferita.
Ma per la festa di Melissa… – Bene. In macchina, ora! – esclamò il papà.
Melissa, che si vestiva sempre bene, per la sua festa di compleanno indossava un abito stile bomboniera. Sulla porta di casa c’erano altre sei bambine, con i loro vestiti della festa. Quando videro Titti, si misero a ridacchiare e lei si sentì terribilmente imbarazzata.
– Certo che mia cugina è proprio una stracciona – commentò Melissa.
– Dopo i giochi, la merenda e altri giochi, arrivò l’ora in cui il papà tornò a prendere Titti, la quale non spiccicò parola per tutto il tempo che impiegarono a tornare a casa.
– Bene – disse allora il papà, con l’aria di chi la sa lunga.
– Forse oggi non sei riuscita a trovare il vestito… però hai trovato qualcos’altro. Hai scoperto che non è divertente essere trasandati quando gli altri si aspettano che tu non lo sia. E forse scoprirai anche che non è bello raccontare frottole. Ho ragione?
– Certo, papà – fu d’accordo Titti.
⻓ Bel Mooney, Uffa! Non lo trovo, A. Mondadori
Ti è capitato di comportarti come Titti? Racconta. Parlo di me
LE SEQUENZE
Un racconto può essere diviso in scene o sequenze. Esse sono parti di senso compiuto in cui può essere diviso un testo narrativo. Di solito la prima sequenza corrisponde all’inizio del racconto e l’ultima alla conclusione. Il passaggio da una sequenza all’altra avviene quando cambia il luogo o il tempo dell’azione o quando entra o esce di scena un personaggio o quando si verifica un fatto nuovo.
Una domenica emozionante
1A SEQUENZA
Inizio
2A SEQUENZA
C’è un fatto nuovo
Quella domenica mattina Mela non voleva proprio alzarsi. – Allora Mela, ti vuoi sbrigare? Dai, va’ a mangiare, che poi andiamo giù al prato. Vengono anche Elia e Leo con noi – le disse Mino, scuotendola dai suoi sogni.
3A SEQUENZA
3 a SEQUENZA
Entrano in scena nuovi personaggi e avvengono fatti nuovi.
Mela non se lo fece ripetere: si alzò e corse alla ciotola, scodinzolando.
L’idea di trascorrere la giornata con Mino la rendeva allegra.
La giornata fu esaltante: Mela, Mino, Elia e Leo, giocarono ai cowboy.
Fecero finta di essere in una grande prateria del West. Mela era un puledro selvaggio che i tre cowboy volevano catturare. Correva e correva, inseguita dai tre ragazzini scatenati che tentarono di prenderla al lazo. Mela si nascondeva tra l’erba alta, poi si appiattiva e strisciava sulla pancia. Quando i cowboy si avvicinavano, balzava fuori e fuggiva via abbaiando. Oppure aspettava che i tre fossero vicino a una pozzanghera e ci saltava dentro, schizzandoli tutti.
Cambia il luogo e il tempo. Entra in scena la mamma. 4A SEQUENZA
Quella sera, però, la mamma era meno divertita.
– Ma come vi siete conciati voi due? – esclamò inorridita quando vide entrare in casa Mino e Mela, pieni di fango dalla testa ai piedi.
– Mino, fila in bagno e mettiti sotto la doccia!
5A SEQUENZA
Conclusione
Poi si rivolse a Mela e continuò: – E tu, signorina, non credere di passarla liscia. A lavarti, subito! Giacomo, lavala tu, per favore.
E così Mela venne lavata per bene dal papà di Mino. Ma lei era contenta: altra acqua… altro divertimento!
⻓ Paola Parazzoli, I sogni di Mela, Fabbri Editori, Rizzoli Education
* Numera le frasi che sintetizzano il contenuto di ogni sequenza e racconta a voce la storia.
Mela si alza dopo aver capito che andrà al prato.
Mela, Mino, Elia e Leo giocano all’aperto per tutto il giorno.
Al mattino Mela non vuole alzarsi.
Mela è contenta di essere lavata.
A sera la mamma pretende che Mino e Mela si lavino.
Come potrebbe continuare la storia? Immagina e scrivi sul quaderno. Scrivo
LE SEQUENZE
La divisione di un testo in sequenze serve a:
• capire la struttura;
• comprendere il contenuto;
• utilizzare la struttura per scrivere nuove storie.
All’interno delle storie si trovano vari tipi di sequenze:
NARRATIVE
Vi accadono i fatti più importanti che compongono la narrazione.
DESCRITTIVE
Interrompono lo svolgersi dei fatti per soffermarsi sul paesaggio, sull’aspetto dei personaggi, dei luoghi, sugli stati d’animo.
DIALOGICHE
Riportano i dialoghi fra i personaggi.
RIFLESSIVE
Vengono riferiti i pensieri, le riflessioni dei personaggi o dello stesso autore.
Al mare
Non è facile spingere il passeggino sulla sabbia, ma bene o male arriviamo al nostro ombrellone.
Sabrina lo apre, mette la pupa all'ombra, si getta su una sdraio e apre il suo libro giallo. Io prendo il pallone e vado a giocare con Cane.
La spiaggia deserta è bellissima. Tutto sembra pulito, sembra lavato di fresco. In cielo i gabbiani litigano strillando forte. Le onde sulla riva fanno “sciac… sciacq”. Noi due corriamo dietro la palla gridando di felicità. Io grido, Cane abbaia.
Che cosa darei per avere il permesso per portarmelo a casa alla fine delle vacanze. Mi viene fra le gambe, mi fa inciampare, mi lecca. Mi rialzo tutta sporca di sabbia, corriamo lontano lontano.
Arrivati alla rete dobbiamo girare per tornare indietro, è allora che, all’altezza del nostro ombrellone, vedo una cosa strana, una macchia rosso vivo nell’acqua, a circa un metro dalla riva. Una macchia che appare e scompare.
Margherita non è in braccio a Sabrina, che è immersa nel suo libro giallo e non è neppure seduta sulla sabbia a pasticciare con le formine. Dov’è? Quella macchia rossa. Il suo pagliaccetto. Mi metto a gridare con tutta l’aria che ho nei polmoni, ma Sabrina non sente. Il bagnino è una macchia scura all’altra estremità del lido. Neppure lui mi può sentire. Mi metto a correre, ma sono troppo lontana, non arriverò in tempo.
Un’angoscia tremenda mi martella nel petto. Quanto ci mette una persona ad affogare? Il pagliaccetto rosso scompare sott’acqua. Corro e mi sembra di non avanzare neppure di un centimetro, come in quelle pubblicità girate al rallentatore. Corro, ma non so se arriverò in tempo.
Poi sento uno strillo altissimo e vedo il pagliaccetto rosso a riva, tra le zampe di Cane, che ne tiene un lembo in bocca. Il bagnino, che è arrivato di corsa, dice con la sua voce profonda da uomo muscoloso: – Non è niente, non è niente. Ha solo bevuto un po’.
Sabrina con uno sguardo supplichevole: – Lo dirai a tua madre?
Faccio di no con la testa. Non sono una spia.
Quello che mi dispiace è che a Cane non daranno una medaglia e che, neppure adesso che è un eroe, potrò farlo entrare in casa.
⻓ B. Pitzorno, Popotus
Analizzo
Il testo è stato diviso in sequenze. Indica con colori diversi la tipologia di ognuna.
NARRATIVE
DESCRITTIVE
In quale luogo avviene la vicenda?
Alla scoperta delle EMOZIONI
Quale coppia di aggettivi rende meglio lo stato d’animo dei protagonisti?
Paura e disperazione
Preoccupazione e timore
Immagina di essere Sabrina e descrivi il suo stato d'animo.
PER RIASSUMERE
Ecco alcuni suggerimenti per riassumere il testo e acquisire un buon metodo di studio.
• Leggi tutto il testo per comprendere ciò di cui si parla.
• Dividi il testo in sequenze e sottolinea in ogni sequenza le informazioni più importanti.
• Ricorda che nel riassunto devi usare la terza persona.
• Collega tra loro le frasi usando i connettivi logici o temporali (quindi, perché, perciò poi, quando, infine…).
• Trasforma i discorsi diretti in discorsi indiretti.
* Il testo è stato diviso in sequenze. Sottolinea in ognuna di esse le informazioni più importanti.
Il pappagallo… parlante
Era un bel pappagallo verde che le sorelle avevano regalato al nonno tre anni prima, in occasione del suo onomastico.
Il negoziante da cui lo avevano comprato aveva garantito che si trattava di un pappagallo parlante e per questo motivo lo aveva fatto pagare molto caro.
Anche Thabita, che era andata a ritirarlo al negozio, giurava di aver sentito l’uccello, ancora in vetrina, pronunciare chiaramente alcune frasi in buon italiano.
– E ne imparerà molte altre! Tutte quelle che vorrete insegnargli! – aveva assicurato il venditore.
Ma da quando era entrato in casa Zep, il pappagallo, si era chiuso nel silenzio più ostinato.
– Come ti chiami? – chiedevano. E lui zitto.
– Di’ buon giorno al tuo padrone! – supplicava il nonno. E quello niente.
– Eppure sa parlare. Vi giuro che l’ho sentito con le mie orecchie – protestava Thabita.
– Tacerà per spirito di contraddizione – concluse finalmente Diomira.
E, forte della sua esperienza con i bambini testardi, decise di dargli un ordine contrario a quello che voleva fargli fare.
Gli si mise davanti e, guardandolo con cipiglio severo, disse: – Zitto!
– Zitta tu! – rispose pronto l’uccello.
– Sa parlare! Sa parlare! – gridarono le bambine esultanti, contente di non aver sprecato i soldi che avevano risparmiato con tanta pazienza per il regalo del nonno.
Ma la loro gioia risultò esagerata e prematura. Infatti né con le lusinghe né con le minacce il pappagallo si lasciò convincere a dire né una frase, né una parola, né una sillaba diversa da quel “Zitta tu”.
Anzi, per l’esattezza, quando ad apostrofarlo era un maschio, come il nonno o il papà, si concedeva una leggerissima variante e rispondeva “Zitto”.
E così “Zitto” diventò il nome proprio dell’animale.
⻓ Bianca Pitzorno, Streghetta mia, Edizioni Elle
Alla scoperta delle EMOZIONI
Cosa provano le sorelle quando scoprono la testardaggine del pappagallo?
PER RIASSUMERE UN TESTO
Con le frasi significative di ciascuna sequenza scrivi il riassunto del testo.
Le sorelle avevano regalato al nonno un pappagallo. Il venditore aveva garantito loro che era un pappagallo parlante. Thabita, che era andata al negozio a ritirarlo, lo sentì pronunciare alcune frasi.
* Dividi il testo in quattro sequenze evidenziandole nella barra laterale del testo con colori diversi.
Un papà speciale
Danny ha passato l’infanzia con il padre. Vivevano in un vecchio carrozzone dietro il distributore di benzina di cui era proprietario suo padre.
In compagnia di mio padre era impossibile annoiarsi. Era un uomo troppo stimolante.
– Oggi il vento è buono – mi disse un sabato mattina.
– Proprio quello che ci vuole per far volare un aquilone. Fabbrichiamoci un aquilone, Danny.
Così costruimmo un aquilone. Mio padre mi mostrò come giuntare insieme a forma di stella quattro bastoncini sottili con al centro due bastoncini a mo’ di rinforzo. Poi tagliammo una sua vecchia camicia azzurra e tendemmo la stoffa sullo scheletro dell’aquilone. Aggiungemmo una lunga coda di filo da cucito a cui legammo a intervalli regolari una serie di fiocchettini ricavati dagli avanzi della camicia. In officina trovammo un rotolo di spago e lui mi fece vedere come legare lo spago allo scheletro in modo che l’aquilone restasse perfettamente equilibrato durante il volo.
Per far volare l’aquilone salimmo in cima alla collinetta dietro la stazione di servizio.
Mi era difficile credere che un oggetto simile, fatto con pochi bastoncini e un pezzo di stoffa ricavato da una vecchia camicia potesse volare per davvero. Io reggevo lo spago e mio padre teneva l’aquilone.
Non appena lui lo lasciò andare, l’aquilone prese il vento innalzandosi verso il cielo come un uccello azzurro.
– Dagli ancora un po’ di spago, Danny! – esclamò mio padre. – Forza! Dagliene quanto vuoi!
L’aquilone si alzava sempre più. Ben presto fu solo un minuscolo puntino azzurro che danzava nel cielo, chilometri sopra la mia testa, ed era emozionante starsene lì a reggere qualcosa di così lontano e così vivo che lottava e tirava all’estremità dello spago come un grosso pesce.
⻓ Roald Dahl, Danny il campione del mondo, Salani
Analizzo
Segna con una X l'affermazione corretta.
• La storia che hai letto è: realistica fantastica
• I personaggi del racconto sono: Danny
Danny e il padre
• I fatti avvengono: nel passato, in un giorno preciso in un momento del passato non precisato
• Il racconto è narrato: in terza persona in prima persona
PER RIASSUMERE UN TESTO
Scrivi per ogni scena la relativa didascalia. Poi racconta a voce la storia.
Laboratorio di ASCOLTO
Il nuovo ospite
1 Ascolta il testo con attenzione.
Quel pomeriggio Sara, Peter e Patty erano andati insieme al Green Life e avevano deciso di passare dalla sezione di Oceanografia, dove sapevano che i biologi marini erano alle prese con un delfino.
Peter si incamminò insieme alle due ragazze lungo la sala, dove c’era una serie infinita di vasche protette da vetri alti fino al soffitto. Dentro nuotavano pesci di ogni forma…
⻓ C. Fiengo, C. Stringer, Un lupo da salvare, Piemme
Brano completo in Guida
2 Segna con una X il completamento corretto.
• Il testo che hai appena ascoltato è: realistico fantastico
• I personaggi sono: reali fantastici
• Il tempo è: definito indefinito
• Il testo è narrato: in prima persona in terza persona
3 Indica con una X le affermazioni corrette.
I tre amici videro pesci di tutti i tipi.
I biologi del Green Life addestravano le creature marine.
I tre ragazzi decisero di recarsi al Green Life per visitare l’enorme edificio.
Sara salutò la mamma e insieme agli altri due si avvicinò alla piscina.
Azul è un delfino ospite del Green Life da molti anni.
Dei pescatori avevano trovato Azul impigliato nelle loro reti.
Azul aveva la coda ferita.
I tre amici trascorsero una buona mezz’ora con Azul.
I ragazzi si diressero poi verso l’uscita dell’acquario.
ASCOLTA IL BRANO
4 Riordina le scene numerandole da 1 a 6.
5 Dopo aver riascoltato il testo e svolto le attività racconta a voce la storia.
AUTOVALUTAZIONE
ᄗ Hai capito il testo letto dall’insegnante?
Completamente
Un po’ No
ᄗ Segna con una X . Riconosco le caratteristiche del racconto di avventura
ᄗ Ti sei distratto durante l’ascolto?
Sì
Un po’ No
Devo esercitarmi sul racconto di avventura
Ripasso con la MAPPA
È un testo narrativo che racconta vicende reali, o verosimili se sono inventate ma che potrebbero accadere nella realtà.
Sono persone e animali realistici.
I luoghi in cui sono ambientati i fatti sono reali o verosimili.
PERSONAGGI
IL RACCONTO REALISTICO
Può essere interno (se racconta in prima persona) o esterno (se racconta in terza persona).
Il tempo è definito, cioè espresso con chiarezza al presente, passato o al futuro.
I fatti sono reali o verosimili, cioè inventati ma che potrebbero accadere nella realtà.
Le vicende possono essere narrate secondo un ordine:
• LINEARE quando i fatti vengono presentati in ordine cronologico con la tecnica della FABULA .
• NON LINEARE quando l'autore decide di raccontare gli avvenimenti con ritorni al passato, utilizzando la tecnica del FLASHBACK .
CHE COS'È
* Scrivi un racconto realistico seguendo la traccia.
1 Decidi se narrare: In prima persona In terza persona
2 Stabilisci un TEMPO: Presente Passato Definito Indefinito
3 Scegli un titolo da dare al tuo racconto.
4
5
Personaggi secondari Protagonisti
• Racconta utilizzando le parole del tempo.
• Arricchisci il testo con le descrizioni.
• Non dimenticare di esprimere le emozioni dei personaggi.
VERIFICA in itinere
Un incarico delicato
Poco dopo il suo decimo compleanno, a Peter fu affidato dai genitori il delicato incarico di accompagnare a scuola la sorellina Kate di sette anni. Peter e Kate frequentavano la stessa scuola. Ci voleva un quarto d’ora a piedi e pochi minuti con l’autobus per arrivarci. La sera prima ricevette istruzioni. Al risveglio gli toccò risentirle tutte. A colazione, poi, gli fecero un mucchio di raccomandazioni: non doveva mai lasciare la manina di Kate, sull’autobus non doveva mai distrarsi, come al solito, e stare attento a scendere.
Peter si avviò alla fermata con sua sorella. Lungo tutto il tragitto si tennero per mano. Ecco l’autobus. Salirono e presero posto.
Peter era piuttosto fiero di sé: Kate poteva contare su di lui!
Per esempio… Se si fossero trovati soli su un valico di montagna, davanti a un branco di lupi affamati, lui avrebbe saputo come comportarsi: sarebbe indietreggiato con Kate, in modo da avere le spalle contro la roccia, così i lupi non li avrebbero circondati.
Poi avrebbe tirato fuori un coltello e… “Basta fantasticare!” si disse Peter, “Rischio di dimenticare la fermata!”. L’autobus, intanto, si era fermato. Peter scattò in piedi e fece appena in tempo a saltare giù prima che ripartisse.
Solo dopo una ventina di metri si accorse di aver dimenticato qualcosa: sua sorella!
L’aveva salvata dai lupi ma l’aveva dimenticata sull’autobus!
Per un momento rimase come paralizzato per lo sgomento.
Poi si mise a correre dietro l’autobus, che era già a trecento metri e stava rallentando per la fermata successiva. Peter accelerò la corsa. Alcuni passeggeri stavano già scendendo e l’autobus stava ripartendo…
Quando Peter finalmente arrivò, una bambina, che stava sotto la tettoia della fermata, gli gridò: – Peter! Ehi, Peter! Peter non ebbe la forza di voltarsi e continuò a correre ansimando.
– Peter, fermati! Sono io, Kate! Mettendosi una mano sul petto, Peter crollò a terra.
⻓ Ian McEwan, L’inventore di sogni, Einaudi
Comprendo
ᄗ Segna con una X .
• Quali raccomandazioni ricevette Peter dai genitori?
Di non distrarsi sull'autobus
Di raccontare le storie a Kate
Di stare attento a scendere dall'autobus
• Che cosa dimenticò sull'autobus Peter?
Lo zainetto
La sorellina Kate
La sciarpa
ᄗ Segna con una X le informazioni corrette.
I genitori di Peter sono preoccupati per il primo viaggio in bus che faranno i loro figli.
Una volta salito sull’autobus con la sorellina, Peter incomincia a brontolare.
Peter dimentica la sorellina sull’autobus.
Peter telefona alla mamma e racconta l’accaduto.
Peter, correndo, raggiunge l’autobus.
Sotto la tettoia della fermata c’è Kate che chiama più volte il fratellino.
Mettendosi una mano sul petto, Peter rimprovera la sorellina.
Verso l'INVALSI
ᄗ L'aggettivo adatto a definire Peter è:
A. affidabile
B. responsabile
C. distratto
D. attento
AUTOVALUTAZIONE
ᄗ Come hai svolto la verifica?
Con facilità
Con qualche difficoltà
Con difficoltà
Analizzo
ᄗ Segna con una X .
• In questo racconto i fatti sono narrati: secondo l'ordine cronologico non seguendo l'ordine cronologico
• Il testo è scritto: in prima persona in terza persona
• È un racconto: realistico fantastico
• Il protagonista del racconto è: Peter la mamma di Peter
• I personaggi sono: realistici fantastici
• La vicenda si svolge in un tempo: definito indefinito
• I fatti narrati durano: una sera una sera e una mattina
• I luoghi in cui si svolgono i fatti sono: scuola casa e strada
ᄗ L'aggettivo adatto a definire Kate è:
A. responsabile
B. irresponsabile
C. distratta
D. irrequieta
ᄗ Segna con una X . Conosco le caratteristiche del racconto realistico
Devo approfondire il racconto realistico
Storia INEDITA di... Giuseppe Bordi
Giuseppe Bordi nasce a Roma il 21 giugno del 1969. Cresce in una casa con pochi libri e tanti sogni. A cinque anni decide che da grande farà lo scrittore e non cambia più idea. È autore di fiabe, favole, romanzi per ragazzi, libri di testo per le scuole primarie, opere teatrali, filastrocche e poesie. Insegna scrittura creativa nelle scuole.
Scrittori si diventa
• Olivia e Oliver sono molto diversi: com'è lui? Com’è lei?
• Secondo te diventeranno amici?
• Quando Kevin e Brando schiacciano la merenda, Oliver abbassa lo sguardo. Tu come avresti reagito al suo posto?
• Olivia ha una reazione diversa. Ti sembra giusta?
* Immaginate che questo atto di prepotenza sia avvenuto nella vostra classe. Mettetevi in cerchio e discutetene, confrontando le vostre opinioni.
Un’amicizia inaspettata
Oliver alzò lo sguardo verso la nuova arrivata. Era minuta, con un viso delicato, due occhi grandi e curiosi, un taglio sbarazzino dai capelli fucsia.
– Lei è Olivia – disse la maestra. – E viene da molto lontano! Siate accoglienti.
Olivia arricciò il nasino, sorrise alla classe si andò a sedere nell’unico posto libero, accanto a Oliver.
– Ciao! – lo salutò.
Il ragazzino non rispose, si affrettò a toglierle lo sguardo di dosso e a rivolgerlo altrove.
Quando suonò la campanella della ricreazione tutti scattarono in piedi e iniziarono a giocare, a parlare di programmi televisivi, a fare merenda. Oliver frugò nello zaino ed estrasse un fagotto. Lo aprì e dentro c’era una fetta di torta di mele.
– Wow! – esclamò meravigliata Olivia, mentre prendeva la sua merendina confezionata. – Hai qualcuno che ti cucina le torte?
Due ragazzini si portarono davanti al banco.
– È un campagnolo! – disse uno di loro.
– Ha le mele, le uova e la farina, ma non ha i soldi per le merendine – spiegò l’altro – Questa è l’unica merenda che si può permettere.
Il primo fece le presentazioni: – Io sono Brando e lui è Kevin – disse indicandolo.
“Non mi piacciono affatto” pensò Olivia abbozzando un mezzo sorriso.
– Hai fame? – chiese Brando a Oliver.
Mentre lo diceva, Kevin afferrò la torta di mele e la buttò a terra. Poi la calpestò fino a sbriciolarla.
– Se hai fame – gli disse, – mangia! – e incominciò a ridere rumorosamente.
Oliver non reagì. Abbassò lo sguardo sul banco e rimase a fissare il quaderno aperto. La vista si annebbiò e a stento riuscì a trattenere le lacrime. Kevin e Brando si allontanarono sghignazzando.
Olivia scattò in piedi e guardò i compagni.
– È anche colpa vostra, se loro si comportano così – esclamò con tono deciso. In quel momento rientrò la maestra.
– Che cosa succede qui? – chiese.
Olivia guardò a terra e la maestra seguendo il suo sguardo vide la torta sbriciolata.
– Chi è stato? – chiese a Oliver.
Il bambino non rispose. La maestra scosse il capo contrariata.
– La ricreazione finisce qui! – dichiarò.
All’uscita di scuola Oliver salì sullo scuolabus e tornò a casa. Abitava in campagna, lontano dagli altri compagni, perciò non aveva mai nessuno con cui giocare. Non c'erano altre abitazioni, soltanto un grande casale disabitato. Da quando era nato, dieci anni prima, non l’aveva mai visto aperto, così quando quel pomeriggio scoprì il cancello spalancato e una grande automobile nel giardino, il cuore gli saltò in gola. Si avvicinò e si accorse che c’erano delle persone in giardino. Un uomo e una donna sorseggiavano un tè nel patio e una ragazzina correva dietro a un grosso cane. Era girata di spalle, ma non ebbe bisogno di guardarla in viso per riconoscerla. Era minuta con un taglio sbarazzino dai capelli fucsia. Oliver rimase a guardarla a lungo, mentre una piacevole euforia gli cresceva dentro, accelerando i battiti del suo cuore.
* Oliver torna dalla scuola e scopre che ha dei nuovi vicini. Prova un'emozione indescrivibile nel vedere Olivia, la loro figlia. Pensa e descrivi questa emozione.
L'AUTOBIOGRAFIA
• L'autobiografia è un testo scritto in prima persona dove l’autore o l'autrice racconta la propria vita scegliendo i fatti che hanno avuto un'importanza particolare. Spesso l’autore inserisce nella narrazione riflessioni ed esprime i sentimenti che ha provato.
• La biografia è un racconto scritto in terza persona. Narra la vita di una persona famosa del mondo dello sport, dell’arte, della musica, realmente vissuto nel presente o nel passato.
Chi? PERSONAGGI
I personaggi sono persone realmente esistite nel passato o viventi ai nostri giorni.
Quando? TEMPO
I fatti narrati sono avvenuti nel passato in un tempo definito dalle date.
Dove? LUOGHI
I luoghi sono reali e indicati con precisione.
FATTI Come? Perché? Che cosa?
Le azioni che i personaggi compiono e gli eventi sono realmente accaduti.
E LA BIOGRAFIA
Leggere, che passione!
Quando avevo la tua età, la mia passione erano i libri. Leggevo fino a sfinirmi, immergendomi nei libri come in un'acqua amica e benigna. Leggevo in ogni momento della giornata, tanto da ricevere i rimproveri dei miei insegnanti a scuola e dei miei genitori a casa quando pretendevo di rimanere sui libri pure a tavola mentre mangiavo.
Per leggere più tranquilla, a scuola, mi mettevo sempre negli ultimi banchi. L'insegnante qualche volta diceva: – Maraini, che fai, dormi? –, perché mi vedeva con la testa china e gli occhi bassi che da lontano sembravano chiusi. In realtà leggevo, ma non potevo dirlo e perciò mi prendevo in silenzio i rimproveri per il mio presunto sonno. Anche quando non sapevo ancora leggere ero appassionata di storie e chiedevo a tutti di raccontarmele. Mia madre era la sola che avesse la pazienza di raccontarmene sempre una nuova. Ma a me piaceva anche sentirle una seconda volta. Appena finiva di narrarmi una storia le dicevo: – Ancora! – Ma la storia è finita – protestava lei.
E io, insistente: – Ricomincia da capo, ti prego. Qualche volta lei ricominciava, qualche volta no, perché era stanca.
Mi piaceva ripercorrere le emozioni che avevo provato al primo ascolto di quella favola.
⻓ D. Maraini, Quando avevo la tua età, Bompiani
• Il testo è scritto: in terza persona in prima persona
• Chi scrive: parla di sé non parla di sé
• Il testo è: un'autobiografia una biografia
• L’autrice prova una grande passione. Quale?
• Elenca a voce tre ragioni per cui leggere è bello.
Parole Nuove
“ Tenere il berretto sulle ventitré” vuol dire tenere il cappello leggermente inclinato da una parte.
La bicicletta
Ricordo molto poco dei due anni in cui frequentai la scuola della Cattedrale di Llandaff, tra i sette e i nove anni, ma un episodio è rimasto impresso nella memoria. Non durò che cinque secondi, ma non lo dimenticherò mai.
Era il primo trimestre e tornavo da solo a piedi da scuola attraverso il parco, quando improvvisamente, uno degli alunni più grandi, sui dodici anni, scese la strada a tutta velocità sulla sua bicicletta, a neanche venti metri da me.
La strada scendeva da una collina e il ragazzo, sfrecciando per la discesa, si mise a pedalare rapidissimo all’indietro, così che il meccanismo a ruota libera della bicicletta emise un forte suono sibilante. Nello stesso momento lui tolse le mani dal manubrio e se le incrociò con noncuranza sul petto. Mi fermai di botto e lo fissai affascinato.
Era sublime! Così agile e coraggioso ed elegante nei suoi pantaloni lunghi, stretti in fondo con una molletta e il berretto scolastico scarlatto spavaldamente inclinato sulle ventitré!
Analizzo
Il racconto è narrato: in terza persona in prima persona
Sottolinea nel testo le parole che te lo fanno capire.
Il testo racconta: alcuni episodi della vita di Roald Dahl
tutta la vita di Roald Dahl
Sottolinea nel testo le parole che descrivono il ragazzo in bicicletta e quelle da cui capisci che questo testo è un’autobiografia.
Quale altro titolo potresti assegnare al brano?
Il mio più grande desiderio
Una super bici
“Un giorno”, mi dissi, “un fantastico giorno, avrò una bicicletta come quella e porterò calzoni lunghi con le mollette in fondo e il berretto scolastico sulle ventitré, e me ne andrò sibilando giù per la collina, pedalando all’indietro e senza mani!”. Vi assicuro che se qualcuno mi avesse messo in quel momento una mano sulla spalla e mi avesse chiesto: “Qual è il tuo più grande desiderio nella vita, bambino? La tua più grande ambizione? Diventare dottore? Un grande musicista? Pittore? Scrittore?”, gli avrei risposto senza esitazione che la mia unica ambizione, la mia speranza, il mio desiderio, era di avere una bicicletta come quella e di sibilare giù dalla collina, senza mani. Sarebbe stato fantastico. Al solo pensarci mi viene ancora la pelle d’oca.
⻓ Roald Dahl, Boy, Salani
Comprendo
Rispondi alle domande.
• Quanti anni aveva il protagonista quando avvenne l’episodio narrato?
• Che cosa accadde?
• Che cosa sognò in quel momento?
Alla scoperta delle EMOZIONI
Quale sentimento prova l’autore nei confronti del ragazzo?
Rabbia
Desiderio
Invidia
EDUCAZI O N E C IVICA
* Il comportamento del ragazzo, che suscita nell’autore tanta ammirazione, non è da imitare. Sei d’accordo?
* Quando si va in bici bisogna rispettare alcune regole, scoprile con i compagni e le compagne di classe.
La prima donna nello spazio
Valentina Tereshkova nacque in Unione Sovietica nel 1937. La sua famiglia era così povera che non poteva permettersi il pane.
Da ragazza lavorò in una fabbrica e poi in un'industria tessile, ma sognava di viaggiare e di esplorare il mondo.
Quando cominciò la corsa allo Spazio con gli Stati Uniti, l'Unione Sovietica voleva essere la prima a mandare una donna nello Spazio. Valentina fu selezionata per competere con altre quattro donne. L'addestramento fu molto impegnativo, ma Valentina prevalse.
Nel 1963 Valentina volò nello Spazio in solitaria, su una navicella chiamata Vostok V. Percorse l'orbita intorno alla Terra 48 volte, stabilendo un nuovo record. Le fotografie che scattò nello Spazio diedero un importante contributo alla comprensione dell'atmosfera. Dopo quel volo prese un dottorato in ingegneria e continuò a collaborare con gli ingegneri del programma spaziale.
Analizzo
Il testo è narrato in: prima persona terza persona
I fatti narrati sono: accaduti nel passato contemporanei
Il tempo verbale è: passato presente
Comprendo
⻓ Rachel Ignotofsky, Donne di scienza - 50 donne che hanno cambiato il mondo, Nord-Sud Edizioni Completa.
• Valentina Tereshkova nacque nel in Unione Sovietica.
• Nel volò da sola nello Spazio.
• Dopo quel volo prese un dottorato in ingegneria e continuò a collaborare con gli
Approfondisci la biografia di Valentina Tereshkova cercando in Internet altre informazioni.
Una stella della danza
Roberto Bolle nasce il 26 marzo a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, da padre meccanico e madre casalinga.
Roberto manifesta sin da piccolo la passione per la danza. La mamma lo incoraggia e, a undici anni, lo porta a Milano per sostenere l'esame di ingresso all'autorevole scuola del Teatro alla Scala e Roberto viene ammesso.
Da questo momento inizia una vita molto impegnativa: ogni mattina alle 8 ha gli allenamenti e la sera segue i corsi scolastici, tanto che riesce a conseguire la maturità scientifica.
A diciannove anni entra a far parte della compagnia di ballo della Scala e due anni dopo viene nominato primo ballerino, divenendo così uno dei più giovani primi ballerini nella storia del teatro scaligero. Nel 1996 lascia la compagnia per diventare ballerino freelance.
A ventidue anni, in seguito a un infortunio del protagonista, che Roberto sostituisce, interpreta il principe Sigfrido al Royal Albert Hall di Londra ed è un grande successo. Da allora ricopre il ruolo principale nei balletti più famosi e balla nei teatri più celebri del mondo.
⻓ www. biografieonline.it
Comprendo
Rispondi alle domande.
• Quale tipo di testo hai letto?
• Chi è Roberto Bolle?
• Che cosa puoi capire della sua carriera?
Quali aspetti della personalità di Bolle emergono? Segna con una X . Puoi indicare più scelte.
La debolezza
La determinazione
Il sacrificio
Il talento
La superbia L'arroganza
Il signore della Mela
Se oggi sono il computer e lo smartphone (non più il cane) a essere i migliori amici dell’uomo, se è cambiato il modo in cui ascoltiamo la musica, se il cellulare è diventato un apparecchio tuttofare, molto del merito è suo. Di un californiano geniale e irascibile, Steve Jobs, l’inventore della Apple, che il 5 ottobre 2011 ci ha lasciato, a soli 56 anni. Era nato infatti a San Francisco, il 24 febbraio 1955. Il padre era uno studente siriano, che sarebbe diventato in seguito un professore di scienze politiche; la madre biologica era una studentessa universitaria che, temendo di non potergli garantire un futuro dignitoso, lo diede in adozione. “Voleva che fossi affidato a una coppia di laureati” raccontò Jobs in un discorso. “Quando scoprì che la mia madre adottiva non aveva finito il college, e il marito neppure il liceo, si rifiutò di firmare le carte. Finché non le garantirono che sarei andato all’università”. Come stabilito molti anni prima, nel 1972 Steve Jobs si iscrisse all’università, al Reed College, in Oregon.
Steve Jobs durante la presentazione del primo Iphone nel 2007.
Segna con una X . Analizzo
• Il racconto è narrato: in prima persona in terza persona
• Il racconto è: biografico autobiografico
• Il linguaggio è: preciso impreciso
• I fatti narrati sono: inventati e non potrebbero accadere nella realtà realmente accaduti al protagonista
• I fatti avvengono: in ordine cronologico senza un ordine preciso
• L'espressione “smanettoni da laboratorio” si riferisce: ai docenti ai tecnici informatici
A che cosa si riferiscono le parole “ forse le mele gli portarono fortuna? ”
Il logo della Apple è una mela, un simbolo semplice e famoso in tutto il mondo.
Ben presto capì che quei corsi non erano poi tanto interessanti e che la vita del college era troppo costosa per le casse di famiglia. Così iniziò ad affidarsi a due consiglieri che non lo avrebbero più abbandonato: la curiosità e l’intuizione. Decise di mollare i corsi ufficiali e di seguire solo quelli che gli interessavano. Come quello di calligrafia, dove imparò tutto su scrittura, lettere e caratteri: queste conoscenze sarebbero state alla base, molti anni dopo, delle capacità tipografiche del Macintosh, il primo computer “per tutti” e non solo per “smanettoni da laboratorio”. Per risparmiare lasciò la camera del dormitorio e si fece ospitare da amici; iniziò a raccogliere bottiglie di Coca-Cola vuote, per restituirle ai venditori e avere in cambio cinque centesimi di cauzione; arrivò perfino a farsi 10 chilometri a piedi per raggiungere il tempio Hare Krishna dove, la domenica, si mangiava gratis. Secondo Leander Kahney (autore di una biografia non autorizzata) provò pure una dieta di sole mele, nella speranza che ciò (chissà perché) gli permettesse di non lavarsi. Non funzionò, ma forse quelle mele gli portarono fortuna…
⻓ www.focus.it
* Elenca le date indicate nel testo e i relativi avvenimenti.
DATA
AVVENIMENTO
Ripasso con la MAPPA
Persone realmente esistite nel passato o viventi ai nostri giorni.
Sono testi narrativi.
• Nell'autobiografia l'autore è il protagonista.
• Nella biografia il protagonista è il personaggio di cui si narra la vita.
PERSONAGGI
IL RACCONTO
AUTOBIOGRAFICO
E BIOGRAFICO
I fatti narrati sono avvenuti in luoghi reali.
Sono scritti: in prima persona nell'autobiografia; in terza persona nella biografia .
Passato più o meno lontano definito di solito dalle date .
Sono eventi realmente accaduti. Nel racconto autobiografico spesso l’autore inserisce nella narrazione riflessioni ed esprime i sentimenti che ha provato.
LUOGHI
TEMPO
FATTI
NARRATORE
CHE COSA SONO
* Completa sul quaderno il racconto autobiografico
Stamattina, mentre andavo a scuola, sono scivolata su una pozza di acqua ghiacciata. Veramente volevo sperimentare se il ghiaccio avrebbe retto il mio peso, senza spaccarsi. Ma forse mi sono sbilanciata troppo e sono caduta all’indietro. Non solo mi sono fatta male ma, per il colpo, la lastra di ghiaccio si è frantumata in mille pezzi e io mi sono bagnata jeans, cappotto e tutto. Mia nonna che mi accompagnava era furibonda…
⻓ Angelo Petrosino, Un anno con Jessica
* Scrivi un racconto biografico.
SCRIVO anch’io!
1 Scegli fra i conoscenti qualcuno che abbia una caratteristica particolare e che sia diventato famoso oppure un personaggio storico realmente esistito o un personaggio dello sport, della musica…
2 Raccogli le informazioni che ti servono:
Data di nascita
Professione
Luoghi in cui ha vissuto
3 Riassumi i fatti più importanti della vita del protagonista scrivendo le date che indicano l’ordine cronologico degli eventi. Ricorda che gli eventi devono essere narrati in terza persona e al tempo passato.
4 Scrivi nella biografia le caratteristiche della personalità del protagonista che intendi evidenziare.
VERIFICA in itinere
Henri Matisse
Il pittore Henri Matisse nacque nel 1869 a Cateau-Cambrésis, nel nord della Francia. Terminata la scuola si impiegò in uno studio legale per diventare avvocato. Un bel giorno, aveva vent’anni, si ammalò gravemente. È strano chiamare “bello” il giorno in cui qualcuno si ammala. Ma quella malattia fu la sua fortuna. Difatti dovette restare a letto per quasi un anno e cominciò a dipingere con tanta passione che, appena guarito, comunicò al padre che aveva deciso di diventare pittore. Immediatamente dopo, partì per Parigi. Qui si mise a dipingere e disegnare, senza smettere mai. Lavorava con ardore dalla mattina alla sera, talvolta anche di notte.
E fu proprio questo impegno a fare di lui un grande pittore, il più importante del suo tempo, insieme a Pablo Picasso. Con altri artisti scoprì a poco a poco un nuovo modo di dipingere, a colori forti, intensi, mai usati prima, pieni di luce. E come li scopriva quei colori? Adoperava quelli che potevano far sentire proprio ciò che sentiva lui. Si può dire che Matisse usava il colore con la naturalezza dei bambini, perché i bambini tendono a dipingere utilizzando le tinte che preferiscono, non quelle che corrispondono alla realtà delle cose. Tant’è vero che Matisse diceva: – Bisogna rimanere bambini tutta la vita, pur essendo uomini.
⻓ Pinin Carpi, Matisse, Le finestre del sole, Vallardi
Comprendo
ᄗ Segna con una X le affermazioni corrette.
Henri Matisse nacque nel 1869 in Inghilterra.
Terminata la scuola si impiegò in uno studio legale.
A vent’anni si ammalò, dovette restare a letto per molto tempo così incominciò a dipingere.
Appena guarito si iscrisse all’università.
Partì per Londra e incominciò a dipingere senza smettere mai.
Diventò molto famoso insieme a Pablo Picasso.
Lavorava con molto entusiasmo per poche ore al giorno.
Scoprì con altri artisti un nuovo modo di dipingere.
Adoperava i colori che meglio esprimevano ciò che lui sentiva.
Matisse usava il colore con la naturalezza dei bambini.
Matisse diceva che bisogna rimanere bambini per tutta la vita.
Verso l'INVALSI
ᄗ “Il pittore Henri Matisse nacque nel 1869 a Cateau-Cambrésis...”. Il complemento di luogo è:
A. Il pittore
B. Henri Matisse
C. nacque
D. a Cateau-Cambrésis
AUTOVALUTAZIONE
ᄗ Come hai svolto la verifica?
Con facilità
Con qualche difficoltà
Con difficoltà
Analizzo
ᄗ Segna con una X .
• Il testo è: un’autobiografia una biografia
• Il testo è scritto da: un narratore ester no dal protagonista
• Il tempo è: presente passato definito indefinito
• I luoghi dei fatti narrati sono: inventati reali
• I fatti vengono narrati: in ordine cronologico senza un ordine preciso
ᄗ “Lavorava con ardore dalla mattina alla sera...”. Il complemento di tempo è:
A. Lavorava
B. con
C. ardore
D. dalla mattina alla sera
ᄗ Segna con una X . Conosco le caratteristiche del racconto biografico
Devo approfondire il racconto biografico
Il DIARIO
Il diario è un testo narrativo realistico scritto in prima persona in cui l'autore o l'autrice narra i fatti realmente accaduti esprimendo sentimenti e opinioni.
Chi? PERSONAGGI
Il protagonista è anche l'autore del diario, mentre i personaggi secondari sono persone della vita del protagonista.
TEMPO
Quando?
Il tempo è definito con precisione dalla data in cui l'autore scrive.
Dove? LUOGHI
I luoghi dove avvengono i fatti sono reali e ben definiti.
FATTI Come? Perché? Che cosa?
Vengono narrati episodi nei quali il narratore confida i propri sentimenti, stati d’animo e opinioni.
LINGUAGGIO
È confidenziale perché l’autore si rivolge al diario come se si confidasse a un amico.
Un regalo inaspettato
Caro il mio diario,
1 marzo
oggi per il mio compleanno c'erano parenti e amici. Di regali ne ho avuti davvero tanti e, quando ti ho ricevuto tra le mani, non mi sei sembrato un granché.
Io mi aspettavo un telefonino, un videogame nuovo, scarpe da ginnastica con cuscinetti d’aria… E invece sei arrivato tu. Il primo istinto è stato quello di buttarti via alla prima occasione.
Però mia madre mi ha letto nel pensiero e mi ha chiesto di non farlo. Ha detto: – Giulio, prova per un po’. Per un mese, almeno.
Poi mi ha spiegato che non ti dovevo considerare come un impegno, ma come un amico di carta, e che potevo raccontarti tutte le cose che non direi mai agli altri amici, quelli di carne e ossa, intendo.
Allora non ti ho buttato, perché di cose che non posso dire a voce alta ne ho tante, ma proprio tante.
Insomma, caro diario, per farla breve ho fatto un patto con mia madre: ti scriverò per un mese e un mese solo, poi deciderò. Se scrivere sulle tue pagine i miei pensieri sarà stato divertente e, soprattutto, se tu avrai tenuto la bocca chiusa, non è escluso che io continui a farlo. Per il momento credo che un mese di bla-bla basti e avanzi. Passo e chiudo.
⻓ S. Bordiglioni, Diario di Giulio top secret, Edizioni EL
* Rispondi.
• Chi è l’autore di questa pagina di diario?
• In quale occasione riceve il diario?
• Con quali argomenti la madre convince suo figlio a tenere il diario?
Giulio
Analizzo
Segna con una X .
• Il brano che hai letto è: una lettera un diario personale
• Il brano è scritto in: prima persona terza persona
• Il linguaggio è: formale confidenziale
• Il diario personale ha lo scopo di: informare confidare le proprie emozioni
Le informazioni nascoste
Dai pensieri della bambina puoi ricavare una informazione nascosta. La bambina: è soddisfatta di aver cambiato casa e di trovarsi a Milano. accetta mal volentieri il cambiamento.
Caro diario
Milano 14 settembre Ecco, già a scrivere “Milano” mi si riempiono gli occhi di lacrime. E pensare che stamattina, quando mi sono alzata, ero a Dorgo, nella mia camera a casa del nonno, dove ho trascorso le vacanze.
E c’era il papà che mi chiamava per la colazione. Poi, subito dopo, siamo dovuti partire. Sono tornata a Milano perché domani è il primo giorno di scuola. Anche Vittoria e Valentina sono tornate ad Alaria, ma loro erano tutte contente, perché non hanno cambiato casa come me e anche quest’anno saranno in classe con la signorina Pancaldi, e sanno cosa le aspetta.
Io… chissà dove andrò a finire?
La mamma è già andata alla nuova scuola e si è fatta dare l’elenco dei libri. Molti li ha già comprati. Mi ha comprato anche un maglione nuovo, arancione, proprio il colore che detesto, e mi ha detto che domani pomeriggio usciremo insieme per rifarmi tutto il guardaroba, perché nei vestiti dell’anno scorso non c’entro più. Sono sicura che le verrà un accidente quando scoprirà quanto sono cresciuta.
E intanto domani per andare a scuola cosa mi metto?
⻓ B. Pitzorno, Principessa Laurentina, Mondadori
Scrivo
Scrivi una pagina di diario in cui racconti una giornata particolare o una bella avventura che hai vissuto con la tua famiglia.
Cosa prova la protagonista del racconto? Alla scoperta delle EMOZIONI
Un'incredibile scoperta
12 gennaio
Caro diario, oggi ho scoperto una cosa incredibile: la mia mamma non è sempre stata quella persona seria e precisa che conosco!
Negli spogliatoi della piscina, infatti, ieri abbiamo incontrato una signora che alle medie è stata sua compagna di banco. Si chiama Miranda.
Dopo i soliti «Come stai?», «Che bella bambina hai!»... hanno cominciato a ricordare i vecchi tempi della scuola.
A un certo punto Miranda dice: – Ricordi quella volta che hai fatto finta di avere un attacco di appendicite perché non avevi studiato latino? E il professor Franz ci ha creduto!
– Ah sì? No! Cioè sì, quasi non me lo ricordavo più! – ha balbettato la mamma arrossendo imbarazzata.
Poi ha cambiato discorso. Ero sbalordita: la mamma che faceva trucchi a scuola, proprio come noi?
Magari copiava anche! E adesso mi dice che devo studiare, che non devo copiare, che non devo raccontare bugie…
Non vedo l’ora di raccontarlo a papà. Chissà se anche lui era davvero uno studente modello come vuol far credere.
Martina
⻓ S. Bordiglioni, M. Badocco, Diario di una bambina troppo occupata, Einaudi
Comprendo
Rispondi alle domande.
• Chi scrive il diario?
• Che cosa racconta?
Alla scoperta delle EMOZIONI
L’autrice ti sembra: triste contenta sbalordita annoiata invidiosa
Spiega a voce il perché della tua scelta.
VERIFICA in itinere
Aria di burrasca
Oggi mare mosso e vento forza quattro.
20 Ottobre
Oggi navigazione difficile: il mare è piuttosto mosso e tira da nord-ovest un forte vento di “maestrale”. Nel senso che il maestro Quinto oggi urla come un matto e non si riesce a stare tranquilli un secondo.
Credo che abbia dormito male: tutto sembra dargli fastidio. Certo, Mario poteva risparmiarsi di far cadere la sedia di Luca con Luca sopra. Luca poteva risparmiarsi di tirare un pugno a Mario tanto per vendicarsi. Michele poi poteva provare fuori il suo nuovo aeroplano di carta, soprattutto se costruisce modelli così poco sicuri: è finito proprio in faccia a Valentina e per poco non le cavava un occhio. Per fortuna non è successo niente e Valentina poteva quindi risparmiarsi tutte quelle lacrime e la lagna che ha fatto per mezz’ora.
Infine Emanuele poteva risparmiarsi lo sgambetto a Nicolò e Nicolò poteva risparmiarsi di sputare addosso a Emanuele. Tutti potevano risparmiarsi qualcosa. Una classe dove tutti strillano e litigano assomiglia tanto ad una gabbia di matti. Io, a dire il vero, una gabbia di matti non l’ho mai vista, ma immagino che sia proprio così. Insomma oggi, per la nostra nave, c’era vento forte e mare così mosso che avevo quasi voglia di vomitare. Se mi impegno ci riesco davvero: una volta siccome non avevo studiato una poesia, mi sono fatto venire il vomito in classe. Il maestro ha subito telefonato alla mamma.
Lei mi è venuta a prendere, mi ha portato a casa e mi ha coccolato come quando ero piccolo. La poesia non me l’ha chiesta nessuno!
⻓ S. Bordiglioni, Il capitano e la sua nave, Einaudi Ragazzi
Comprendo
ᄗ Cosa pensa del suo insegnante l'alunno che scrive la pagina di diario?
Urla come un matto perché ha dormito male
È nervoso perché gli alunni sono distratti
ᄗ Cosa è successo in classe? Completa.
Mario fa
Luca dà un pugno a Mario ...............................................................
Valentina piange perché Michele
Emanuele fa lo
Nicolò sputa addosso
ᄗ Quale episodio ricorda l’alunno che racconta?
Non aveva studiato la poesia e si fece venire
il vomito in classe
Fece uno scherzo al suo amico di banco
Fu lodato dal maestro
Verso l'INVALSI
ᄗ “... il maestro Quinto oggi urla...”. Il predicato verbale è:
A. Quinto
B. oggi
C. il maestro
D. urla
AUTOVALUTAZIONE
ᄗ Come hai svolto la verifica?
Con facilità
Con qualche difficoltà
Con difficoltà
ᄗ Segna con una X .
• La classe è paragonata ad una: nave
barca scialuppa
• Chi è il capitano della nave?
Un alunno
Il maestro Un’alunna
• Come sono raccontati i fatti?
In prima persona In terza persona
• Chi scrive il diario?
Un alunno e non si dice il nome
Un alunno che si chiama Mario
Un alunno che si chiama Michele
• Il linguaggio utilizzato è: distaccato colloquiale
• L’autore racconta i fatti: in ordine cronologico in ordine non cronologico Analizzo
ᄗ “Il maestro ha telefonato subito alla mamma”. Il soggetto della frase è:
A. ha telefonato
B. subito
C. alla mamma
D. il maestro
ᄗ Segna con una X . Riconosco le caratteristiche del diario
Devo esercitarmi sulle caratteristiche del diario
La LETTERA
e L'E-MAIL
• La lettera è un testo che ha lo scopo di mettere in comunicazione due persone lontane. La lettera è personale se il destinatario è una persona che si conosce; è formale se è indirizzata a una persona sconosciuta, importante o è rivolta a un giornale.
• La e-mail, come la lettera, può essere personale o formale.
MITTENTE
Chi?
• Il mittente è chi scrive la lettera;
• il destinatario è chi la riceve.
Quando?CONTENUTO
• Nella lettera personale vengono raccontati esperienze, pensieri, desideri.
• Nella lettera formale vengono avanzate richieste ed esposti problemi.
Dove?LINGUAGGIO
• La lettera personale è scritta con un linguaggio semplice e amichevole; si usa il “tu”;
• La lettera formale è scritta con un linguaggio accurato, serio e rispettoso; si usa il “lei” o il “voi”.
STRUTTURA Come? Perché? Che cosa?
La lettera presenta:
• giorno, mese e anno in cui il mittente scrive;
• formula di apertura rivolta al destinatario (Caro/a);
• contenuto, cioè il messaggio della lettera;
• formula di chiusura con i saluti di chi scrive;
• la firma di chi scrive;
• il P.S. (post scriptum cioè “scritto dopo”) è un'aggiunta di qualcosa dopo la firma.
Contenuto
Cara nonna
Formula di apertura
Cara nonna Mizzi, oggi il cielo è grigio invece che azzurro.
Però fa sempre molto caldo.
Luogo e data
Issopyxos, 7 agosto
Ho litigato con il papà e la mamma. Il papà dice che sono una lagna perché non gioco con gli altri bambini.
Ma sono gli altri bambini che non giocano con me!
Fanno tutto quello che dice una bambina antipatica che si chiama Anita.
La mamma poi si arrabbia perché non mi piace il mangiare. Anche a te, nonna, non piacerebbe: nei pomodori mettono una strana spezia, l’insalata naviga nell’olio, il pesce è pieno di lische.
Solo le patatine fritte sono OK e il pasticcere vicino alla nostra pensione fa dei budini alla vaniglia niente male! Se tu fossi qui, potresti spiegare alla mamma che, per una volta, un bambino può vivere tranquillamente per quattro settimane mangiando budini, patatine fritte e pesche.
A me la mamma non vuole credere.
Domani arriva la nave del giovedì.
Cara nonna, incrocia le dita perché il mio amico Paul sia su quella nave!
Tanti bacini, la tua Susi
Formula di chiusura e firma
P.S. Quando ti arriverà la mia lettera, Paul sarà già qui da un pezzo.
Puoi tranquillamente fare a meno di incrociare le dita!
⻓ Christine Nöstlinger, Cara nonna, la tua Susi, Piemme
* A chi scrive la lettera Susi?
A un parente
A un’agenzia
* Qual è lo scopo della lettera?
A un’amica
Alla sua insegnante
Raccontare le proprie esperienze
Chiedere notizie della nonna
* Che linguaggio usa Susi?
Confidenziale
Distaccato
* Oltre al testo quali elementi sono presenti nella lettera?
P.S. Si usa se si vuole aggiungere qualcosa.
Immagina di essere la nonna di Susi e di scrivere una lettera di risposta alla sua nipotina.
Scrivo
Analizzo
Rispondi alle domande.
• Quando è stata scritta la lettera?
• Da dove è stata scritta?
• La lettera è stata scritta in prima persona?
Sì No
• Chi è il mittente della lettera?
Stefania
Lara
• Chi è il destinatario?
Stefania
Lara
• Com’è il linguaggio?
Confidenziale
Formale
• Chi è “un'amica di penna?”
Un’amica con la quale si comunica tramite lettera
Un’amica a cui piace scrivere
Un'amica di penna
Bologna 20 dicembre 2025
Cara Stefania,
riesco a scriverti solo adesso perché sono stata impegnata sia per le prove di danza, sia per la scuola a causa delle verifiche e dei verbi che sono il mio tormento, per non parlare delle tabelline che detesto dal profondo del cuore; le imparo e poi come per magia le dimentico. Che rabbia!
Come se non bastasse, ieri ho litigato con la mamma perché pretendeva che indossassi il cappotto di lana che mi ingrassa e mi fa sembrare una pecora e poi mi fa venire il prurito dappertutto, ma lei non mi crede e mi dice puntualmente che invento mille scuse per averla vinta. Ti garantisco che non sono affatto scuse, non so più cosa fare per convincerla. Ora ti lascio a malincuore. Un forte abbraccio. Approfitto per farti gli auguri di Buon Natale. Rispondimi presto.
Lara
Caro Professor Einstein
New York. 19 maggio 1938 Egregio professor Einstein, anche se nessuno di noi ha avuto la fortuna di incontrarla di persona, abbiamo sentito parlare così tanto di lei e del suo meraviglioso lavoro di scienziato e di matematico che la signora Bernstein, la nostra insegnante di matematica, ha fondato un club per i ragazzi interessati agli studi avanzati di matematica, scienze, astronomia e argomenti simili. L'ha chiamato “Club Einstein” ed è nato soltanto quest'anno, ma conta già all'incirca diciassette membri, tutti molto entusiasti.
Il nostro club si riunisce il mercoledì. Ogni volta che sentiamo di un suo nuovo successo, ne discutiamo nei nostri incontri.
È naturale che, frequentando ancora la scuola media, non sempre capiamo al volo le idee delle sue teorie, ma visto che siamo dei ragazzi piuttosto svegli, ci facciamo un'idea abbastanza chiara di molti punti con l'aiuto dei nostri insegnanti. Abbiamo scoperto che due giorni fa lei ha compiuto gli anni e perciò, anche se siamo in ritardo, speriamo davvero che abbia passato un buon compleanno e che ne festeggerà molti altri ancora.
Rispettosamente
I membri dell'“Einstein Club” della Junior High School
⻓ A. Cataprice, Caro Professor Einstein, Archinto
Analizzo
Rispondi.
• Chi è il mittente?
• Chi è il destinatario della lettera?
• Quando è stata scritta e da dove?
• Quale scopo ha la lettera?
• Il linguaggio adoperato è: formale confidenziale
Sottolinea la formula di apertura e di chiusura.
Scrivo
Scrivi anche tu con i compagni di classe una lettera a un giornale evidenziando un problema che vi sta particolarmente a cuore.
• Quale linguaggio utilizzerete?
Formale
Confidenziale
L' E-MAIL
L’e-mail è una lettera inviata tramite posta elettronica.
Anche nell’e-mail il linguaggio cambia in base al rapporto tra mittente e destinatario. Nell’e-mail è presente l’oggetto, cioè un’anticipazione dell’argomento trattato nel testo.
* Sottolinea nella e-mail con colori diversi: il mittente il destinatario l'oggetto
Oggetto: Parigi e Piccolo Principe
Da: piccolo-principe@libero.it A: silviam@gmail.com
Caro Alberto, che bello sentirti! Ma lì, a Parigi, studi solo o reciti anche? Ne avete già fatte di scene? E chi è che fa il pilota che atterra per un incidente nel deserto del Sahara e ti incontra (cioè la parte dell’autore che incontra il Piccolo Principe?). Dovrebbe essere l’altro personaggio principale, sempre se rispettate il libro. A proposito, guarda che l’autore si chiama Antoine de Saint-Exupéry e io lo so che è precipitato e, poveretto, non l’ha neanche saputo che il suo libro è diventato così famoso. Ma adesso ho da darti una grande notizia. L’insegnante di italiano ieri ci ha annunciato: – Ragazzi, siccome il vostro compagno Raballoni Alberto sta girando in Francia il film tratto dal Piccolo Principe, ho deciso di adottare questo libro come testo di lettura. Siete contenti? Sarà un modo per sentirci più vicini ad Alberto. Mi raccomando, quando hai un po’ di tempo rispondimi! Non fare il prezioso come tutte le star, non lo sopporterei!
Ciao, alla prossima
Silvia
⻓ Silvia Roncaglia, Sebastiano Ruiz Mignone, 31 e-mail per un piccolo principe, Edizioni EL
INVIA
Oggetto: Invidia
Da: michele.crismani@italic.it
A: fotispower@minerva.it
Caro Fotis, un po’ ti invidio perché a te succedono avventure straordinarie e io invece… Il massimo di eccitante che mi succede nella vita sono le puntate di qualche telefilm. Non ti offendi se ti dico che alcune cose di italiano le sbagli? Alcune doppie le sbagli di brutto (“colleggio” e “terazzo” non si scrivono così). Invece di “tra poco sono uscito”, dovevi scrivere “dopo un po’ sono uscito”. Io non conosco tanto bene le regole sintattiche (si dice così?) della grammatica italiana, perciò non so spiegarti il motivo. Però fidati: in questo caso ho ragione io.
Vado un po’ di fretta perché devo andare con mia madre a comprare un paio di pantaloni; quelli vecchi sono ormai tutti mezzi stracciati e sono anche diventati piccoli. Si vede che cresco.
Ciao, Michele
⻓ L. Comida e V. Iliopoulos, Da Michele Crismani (Italia) a Fotis Pasko (Grecia), Edizioni EL
CITTADINANZA DIGITALE
Comprendo
Rispondi alle domande.
• A chi si rivolge Michele?
• Che cosa gli comunica?
• Come ti sembra il linguaggio della e-mail?
Immagina di essere Fotis e rispondi con una e-mail a Michele. Scrivo
* Quali pericoli potete correre quando vi collegate alla rete? Parlatene in classe con l’insegnante e scoprite i comportamenti corretti da seguire. Scrivili qui di seguito.
Ripasso con la MAPPA
Il diario è un testo narrativo realistico scritto in prima persona dall'autore, che è anche il protagonista dei fatti narrati.
Vengono narrati episodi vissuti dal protagonista.
CHE COS'È
FATTI
LINGUAGGIO
IL DIARIO
È confidenziale perché l’autore si rivolge al diario come se si confidasse a un amico.
La lettera e l'e-mail hanno lo scopo di comunicare a distanza . Chi scrive la lettera è il mittente, chi la riceve è il destinatario.
LA LETTERA E L'E-MAIL
CHE COS'È
LINGUAGGIO
Il linguaggio è confidenziale, ricco di espressioni colloquiali, se il destinatario è un amico; formale se il destinatario è una persona sconosciuta, importante o se è rivolta a un giornale.
LUOGHI
TEMPO
I luoghi, dove avvengono i fatti, sono reali e ben definiti.
Il tempo è definito con precisione dalla data in cui l'autore scrive.
STRUTTURA
Ogni lettera presenta:
• in alto, il luogo e la data in cui viene scritta;
• la formula di apertura (“Cara Luisa,”);
• nella parte centrale, il messaggio vero e proprio;
• la formula di chiusura, cioè la frase di saluto;
• la firma;
• il P.S. per aggiungere qualcosa dopo la firma. Nell’e-mail è presente l’oggetto, cioè un’anticipazione dell’argomento trattato nel testo.
* Scrivi una pagina di diario e una e-mail.
1 Scegli uno dei seguenti inizi e poi scrivi una pagina di diario.
Caro diario ieri è stato il mio compleanno, la mamma e il papà mi hanno regalato...
Caro diario ieri sera a notte tarda ho sentito uno strano rumore, col cuore che mi martellava in petto...
SCRIVO anch’io!
Caro diario stanotte ho fatto un sogno molto strano, sbarcavo su un'isola...
2 Completa sul quaderno la e-mail. Ricorda di utilizzare un linguaggio confidenziale.
Indirizzo del mittente
Indirizzo del destinatario
Oggetto dell'e-mail
Cara Carla ho passato una settimana orrenda; interrogazioni a raffica e niente di bello. Meno male che hanno inventato i computer così parlo con te.
Quello svalvolato di mio cugino è andato da sua madre (che poi è mia zia) a spifferare la storia della mia posta elettronica e…
⻓ A. Lavatelli e A. Vivarelli, Cara C@rla, tua Daian@, Edizioni Piemme
VERIFICA in itinere
Caccia al tesoro…
con imprevisto
Carissimo Roberto, come stai?
Ti scrivo perché voglio raccontarti che cosa mi è successo ieri qui in campeggio, dove mi trovo con gli scout.
Il mio gruppo, quello degli Scoiattoli, aveva organizzato una mega caccia al tesoro. Giacomo, Davide, Manuela e io avevamo preparato delle prove veramente originali e divertenti, tipo costruire un arco con dei pezzi di legno o cercare delle tracce di animali.
Ma sai che cosa è successo a metà gara? Quella invidiosa di Anna, per rovinarci tutto, si è allontanata dal campo per nascondersi nel bosco.
Così noi abbiamo dovuto fermare il gioco per andare a cercarla.
Quella stupida, però, a forza di camminare si è persa per davvero. Indovina quanto tempo abbiamo impiegato per trovarla: due ore!!!
Allora io, che ero arrabbiata nera, gliene ho dette di tutti i colori: che è insopportabile e antipatica, che ha un cervello di gallina e che ci aveva fatto prendere un colpo.
Lei è diventata tutta rossa per la vergogna, ha balbettato qualche scusa e poi si è rifugiata nella sua tenda a piangere. Ben le sta, così impara la prossima volta!
Dopo esserci tranquillizzati un po’, abbiamo ripreso la caccia al tesoro e ci siamo divertiti come dei matti per il resto del pomeriggio.
Un milione di baci dalla tua grande amica, compagna di scuola e vicina di casa.
Alla prossima. Francesca
Comprendo
ᄗ Completa.
Francesca scrive a Roberto per ......................................................................................................................................
Il gruppo di Francesca ha .................................................................
Analizzo
ᄗ Completa.
• Il destinatario è la persona a cui
• Il mittente è la persona che
Le prove sono state preparate da
A metà gara Anna per rovinare .....................................................................................................
Per trovare Anna gli amici hanno ......................................................................................................................................
Quando ritrovano Anna, Francesca .......................................
Anna è diventata rossa per la vergogna e ........................
ᄗ Sottolinea nel testo con colori diversi la formula di apertura, i saluti e la formula di chiusura.
ᄗ La lettera è stata scritta per: raccontare informare comunicare istruzioni
ᄗ Questa lettera utilizza un linguaggio: formale confidenziale
I ragazzini per il resto del pomeriggio
Verso l'INVALSI
ᄗ “... ci aveva fatto prendere un colpo”, significa:
A. ci aveva meravigliati
B. ci aveva spaventati
C. ci aveva rallegrati
D. ci aveva umiliati
AUTOVALUTAZIONE
ᄗ Come hai svolto la verifica?
Con facilità
Con qualche difficoltà
Con difficoltà
ᄗ Che rapporto c’è tra il mittente e il destinatario?
ᄗ “... gliene ho dette di tutti i colori”, significa:
A. l’ho rimproverata aspramente
B. le ho ridato i colori
C. le ho comprato i colori
D. le ho nascosto i colori
ᄗ Segna con una X . Riconosco le caratteristiche della lettera
Devo esercitarmi sulle caratteristiche della lettera
Nella vita ci sono giorni
pieni di vento e pieni di rabbia, ci sono giorni pieni di pioggia e pieni di dolore, ci sono giorni pieni di lacrime; ma poi ci sono giorni pieni d’amore e che ci danno il coraggio per tutti gli altri giorni.
⻓ Romano Battaglia, Notte infinita, BUR
* Ci sono parole che nascono nel cuore, sono le emozioni che ti comunicano un messaggio a volte piacevole a volte spiacevole. Esse accompagnano le nostre esperienze a casa, a scuola, con gli amici. Quando hai provato una di queste emozioni come la rabbia, la tristezza e la noia? Racconta, poi confrontati con la classe.
* Le emozioni sono tante, ecco i nomi di alcune di esse. Per ognuna scegli il colore che ti sembra più adatto e colora il cartellino che la contiene.
RABBIA NOIA TRISTEZZA DELUSIONE PAURA GELOSIA
* Rifletti e trova con i compagni e le compagne di classe un comportamento adatto alle seguenti situazioni per aiutare questi bambini.
INVERNO Le stagi oni
Fiocchetti bianchi
Candida, lieve morbida, fina questa mattina scende la neve.
I fiocchi bianchi sembrano ali sui davanzali si posano stanchi. In girotondo copron la siepe; adesso il mondo pare un presepe.
Dal grigio cielo su prati e fonti su chiese e ponti stendono un velo.
⻓ C. Ronchi
LE MIE EMOZIONI
* Rispondi alle domande.
• Che emozioni provi osservando le immagini?
• E leggendo la poesia?
• Cosa rappresenta il dipinto?
• Immagina di essere il personaggio presente nel dipinto e descrivi il tuo stato d’animo.
SCRIVIAMO IN COPPIA
* Dopo aver osservato le immagini lavora in coppia con un compagno/a e, immaginando di fare una passeggiata in un parco durante una leggera nevicata, descrivete le vostre sensazioni in una pagina di diario.
IO ARTISTA
* Rappresenta, con la tecnica pittorica che preferisci, un paesaggio innevato esprimendo a lavoro ultimato le tue emozioni.
PICCOLI POETI
* Dopo aver letto il testo poetico e osservato il dipinto, scrivi nel riquadro una breve poesia sull’inverno.
Camille Pissarro, Strada per Versailles
Il racconto FANTASTICO
È un testo narrativo che racconta fatti impossibili che non potrebbero mai accadere nella realtà.
Chi? PERSONAGGI
Possono essere fantastici come fantasmi, draghi, gnomi o persone normali a cui capitano esperienze impossibili.
Quando? TEMPO
Il tempo in cui si svolgono le vicende di solito è indefinito. Dove? LUOGHI
I luoghi possono essere reali o fantastici.
FATTI Come? Perché? Che cosa?
I fatti sono immaginari, frutto della fantasia dell’autore.
NARRATORE
I fatti possono essere narrati in prima o in terza persona.
Il gigante goloso
Un gigante molto goloso di cibo speciale porta lo scompiglio in un paese di accaniti lettori.
Una sera a Zibaldonia la terra cominciò a tremare e tutti incominciarono a fuggire credendo che fosse un terremoto. Poi la terra si fermò e alzando gli occhi al cielo lo videro: enorme, ma con abiti fatti di carta di giornale e un libro aperto sulla testa come fosse un cappello. E tutti cominciarono a scappare, cercando di salvarsi da quello che ritenevano, senza ombra di dubbio, uno di quei terribili giganti carnivori che imperversavano da anni nelle campagne.
In realtà il gigante in questione trovava la carne degli uomini piuttosto disgustosa. Preferiva alla lunga il sapore della carta: illustrata, patinata, con immagini a colori o in bianco e nero, decorata con fregi dorati, lucida, crocchiante, perfino un po’ ammuffita.
Gli abitati di Zibaldonia sbirciavano terrorizzati dalle finestre le mosse del gigante, lo videro dirigersi verso la biblioteca. La sua manona si infilò nella finestra, arrivò allo scaffale e afferrò un volume sugli uccelli. Il gigante poi si sedette nella piazza principale del paese e cominciò a strappare una pagina dopo l’altra cacciandosele nella bocca rapidamente. Una volta esaurite le pietanze scientifiche, come dessert raccolse un libro di fiabe caduto a un bambino nel momento della fuga. Lo buttò giù in un boccone, ma prima di allontanarsi arraffò una scorta di romanzi di avventure per la cena.
⻓ F. Degl’Innocenti, Celluloso gigante goloso, Città Nuova
Rispondi alle domande.
• Quando si svolge la vicenda?
• Dove?
• Chi è il personaggio fantastico?
• Nel testo avvengono fatti inverosimili. Racconta.
L'armadio incantato
Edmund, Peter, Susan e Lucy arrivarono in una stanza quasi vuota: c’era soltanto un grande armadio appoggiato al muro, e una piantina di fiordalisi sul davanzale della finestra. L’armadio conteneva soprabiti e pellicce.
La piccola Lucy saltò subito dentro l’armadio, lasciandosi però la porta aperta perché sapeva benissimo che entrare in un armadio e chiudersi la porta alle spalle è la cosa più stupida che si possa fare.
Cominciò ad accarezzare le pellicce, e scoprì che dietro alla prima fila ce n’era un’altra.
“Questo armadione è semplicemente enorme” disse tra sé e sé e scivolò dalla prima fila per raggiungere la seconda. Che ce ne fosse un’altra ancora? Lucy fece qualche passo, tenendo però le braccia tese in avanti: non voleva sbattere il viso contro la parete di fondo dell’armadio.
Un passo, due, un altro passo. Era buio, là dentro, Lucy non ci vedeva niente e, per quanto annaspasse con le manine, non incontrava che il vuoto.
Analizzo
Rispondi alle domande.
• Chi sono i personaggi del racconto?
• Quali sono gli elementi fantastici presenti nel testo?
• Il racconto è narrato in prima o in terza persona?
Poi incominciò a sentire qualcosa che scricchiolava sotto le sue scarpe.
– Ancora naftalina! – esclamò. Si chinò per sentire con le mani e toccò qualcosa di morbido, sottile come la sabbia più fine, ma anche molto freddo.
– Questa sì che è bella, sembra proprio neve – mormorò, e un attimo dopo sentì contro il viso e contro il corpo qualcosa di duro, ruvido, perfino pungente.
– Sembrerebbero rami d’albero – mormorò ancora Lucy, sempre più sbigottita. Allora vide una piccola luce che brillava lontano ma proprio dritto davanti a lei.
Lucy capì che dove avrebbe dovuto esserci la parete di quel grande armadio guardaroba c’erano invece degli alberi! Quello era un bosco e nel bosco c’era un sentiero. Nevicava. Era già buio e nevicava.
Voltò la testa un attimo e tra i neri tronchi degli alberi riuscì ancora a vedere la porta spalancata dell’armadio (l’aveva lasciata così, ricordate vero?). Vide anche un pezzetto della stanza vuota dalla quale era venuta. In quella stanza c’era la luce del giorno.
⻓ C. S. Lewis, Il leone, la strega e l’armadio, Mondadori
Comprendo
Leggi le domande e sottolinea nel testo le risposte.
• Dove arrivarono Edmund, Peter, Susan e Lucy?
• Cosa fece Lucy?
• Cosa scoprì?
GIOCHIAMO CON…
LA FANTASIA
Immagina e continua sul quaderno la storia.
Lucy, spinta dalla curiosità, imboccò quel sentiero e, nonostante nevicasse, continuò a camminare finché…
Inserisci alcuni strani personaggi e inventa delle situazioni fantastiche.
GIOCHIAMO CON…
LA FANTASIA
Cosa accadrà
l’indomani quando il nonno cercherà di mettersi la dentiera? Immagina e continua la storia sul quaderno. Poi confrontati con la classe.
I denti del nonno
Nino con sua madre, suo padre e suo nonno sono andati in vacanza in Egitto.
Il nonno è rimasto a bocca aperta davanti alle piramidi e la sua dentiera è caduta nella sabbia. I denti sono immediatamente sprofondati e nessuno li ha mai più visti.
Così il nonno ha comprato dei denti di ricambio al Bazar
Bizzar dove si vende di tutto, dalle gambe di legno ai coprigobbe per i cammelli.
Ma andavano bene quei denti nuovi?
Be', potevano dare dei bei morsi. Potevano persino masticare la colla senza attaccarsi.
Ma il problema era che battevano.
E allora? Potreste dire. I denti battono se hai freddo o paura.
Ma non ti viene freddo nel caldo afoso dell'Egitto.
E il nonno di Nino era un ex lottatore che non si era mai spaventato in vita sua.
Nino e il nonno dormivano nella stessa stanza al Fuzzy
Fez Hotel, e fu lì, nel cuore della notte, che i denti cominciarono per la prima volta a battere. Prima di andare a letto, il nonno li aveva messi sul comodino, in un bicchiere di ignobile acqua del Nilo. Ma, appena passata la mezzanotte, Nino fu svegliato da uno strambo gorgoglio proveniente dal bicchiere.
Sembrava che i denti del nonno facessero le bolle!
Facevano tanto rumore che Nino li tolse dall'acqua e li poggiò su un bel fazzolettino pulito. Al che i denti dissero: – Grazie mille. Non hai idea di quanto sia difficile battere sott'acqua, specialmente quando è così inquinata.
⻓ H. Townson, La storia dei denti assassini, Mondadori
Rispondi alle domande.
• Con chi è andato Nino in vacanza?
• Che cosa è successo ai denti del nonno davanti alle piramidi?
• Dove ha comprato il nonno i suoi denti nuovi?
• Quale era il problema dei nuovi denti del nonno?
Comprendo
L'unico difetto
Nessuno era tanto affezionato quanto lui a un ombrello. Alberto lo portava sempre con sé, tenendolo aperto anche se il sole splendeva. Era infatti un ombrello straordinario, che riparava da tutto: dai raggi del sole, dal vento, dai vasi che cadevano dai balconi, dai fulmini e all’occorrenza persino dai colpi di pistola e di fucile. Insomma era resistentissimo, un ombrello che non aveva paura di nulla. Solo una cosa temeva.
Alberto se ne accorse la prima volta che uscì con il cielo nuvoloso. Naturalmente con un ombrello simile non aveva messo l’impermeabile. Appena caddero le prime gocce l’ombrello iniziò a starnutire, chiudendosi e riaprendosi di scatto.
– Incosciente – gli gridava, – vuoi farmi prendere il raffreddore, la bronchite, o addirittura la polmonite? –Infatti solo l’acqua temeva.
Per non bagnarsi, l’ombrello si chiuse definitivamente e non ci fu più modo di aprirlo. Neanche a dirlo, Alberto rientrò a casa fradicio.
Nonostante ciò il proprietario continuò a portarlo con sé.
Prese solo una precauzione, quella di indossare anche l’impermeabile. Appena cominciava a piovere, la sua prima preoccupazione era infatti quella di richiudere l’ombrello e ripararlo sotto l’impermeabile.
– Beh – si diceva, – non si può pretendere la perfezione da nessuno, figuriamoci da un ombrello.
⻓ Marcello Argilli, 23 novelle moderne, 2011 Carlo Gallucci editore
PER RIASSUMERE UN TESTO
* Il racconto è stato diviso in sequenze. Riassumi il testo scrivendo sul quaderno una frase significativa per ognuna di esse e collegandole poi con i connettivi giusti.
GIOCHIAMO CON…
LA FANTASIA
Manipola il testo inventando nuove situazioni legate ai comportamenti dello strano ombrello, poi confrontati con la classe.
* Sottolinea nel testo i fatti che non possono accadere nella realtà.
L'informazione nascosta
Indica con una X l’informazione implicita.
Una piccola strega morde sulla mano il bidello.
Le maestre Pippìa, Lucia e la direttrice sono streghe.
Tema: il rientro
dalle
vacanze
Oggi al rientro a scuola abbiamo trovato una gran confusione. La solita storia di ogni anno. Da quando l’edificio è stato ceduto nel periodo delle vacanze al Raduno Estivo degli Orchi e delle Streghe, non c’è un settembre che cominci come si deve. Pentoloni di liquidi giallo-verde-moccio in palestra; ragnatele mucoviscido-vischiose sulle pareti; code mozze di lucertola sotto i banchi e viscere di scarafaggi dappertutto.
Per di più quest’anno gli Orchi e le Streghe si sono dimenticati di sciogliere tutti gli incantesimi. Lavagne che pendevano dai soffitti, cattedre al galoppo nei corridoi, computer che pattinavano negli atri.
Sembra che nell’armadio della quarta C abbiano trovato una streghetta stordita piccola piccola con i lunghi capelli bianchi, con mille rughe sulla fronte e con i denti appuntiti. Ha morso sulla mano il bidello Antonio e non mollava la presa. Mia mamma dice sempre che è tutta colpa del signor Sindaco perché non dovrebbe permettere agli Orchi e alle Streghe di far festa nell’ultima notte prima della riapertura della scuola.
Non so se anche maestra Pippìa la pensa così. Oggi è arrivata a scuola un po’ in ritardo. Aveva una faccia di sonno e due brutte occhiaie sotto gli occhi.
– Scusatemi bambini – ha detto, – ma ho avuto una nottataccia.
Poi è arrivata la maestra Lucia. – Ahaaaag… – ha detto sbadigliando.
Infine è arrivata la direttrice. In mano aveva due cappellacci neri da strega.
– Ho trovato queste cose nel mio ufficio – ha detto.
– Grazie – hanno sospirato la maestra Lucia e la maestra Pippìa.
– L’anno prossimo state più attente – le ha rimproverate la direttrice, prima di volare via sulla sua scopa.
⻓ Gianfranco Liori, Alberto Melis, Storie sconclusionate, La Spiga
Un freddo polare
Il 16 luglio il signor Pino e la signora Pina andarono al mercato. In mezzo a tante bancarelle, videro un giapponese che vendeva frigoriferi.
– Fligolifeli fleschi, fligolifeli fleschi – gridava il venditore giapponese. Senza pensarci molto il signor Pino e la signora
Pina ne comprarono uno. Era un frigorifero molto strano, e il signor Pino e la signora Pina se ne accorsero quando glielo portarono a casa: invece di raffreddare all’interno, mandava freddo all’esterno, diffondendo per casa una temperatura gelida.
Dentro il frigorifero il burro si scioglieva, l’insalata ingialliva, il latte cagliava, mentre per casa faceva un freddo da Polo Nord. Sul lampadario e in alcuni punti del soffitto si formarono lunghi ghiaccioli che sembravano fantasiose sculture di cristallo. Il signor Pino e la signora
Pina erano costretti a girare per casa con pesanti cappotti, lunghe sciarpe, cuffie di lana e guanti foderati di pelo.
Dopo alcuni giorni la signora Pina disse: – Perché non accendiamo la stufetta elettrica?
Si sentì finalmente un po’ di tepore in quella estate gelida. La povera stufetta elettrica ce la mise tutta. Arroventò le sue tre spirali e divenne quasi incandescente. Sembrava fondersi per lo sforzo. Metà della casa venne conquistata dal caldo.
Nell’altra metà il ghiaccio incominciò a gocciolare e a scricchiolare. Proprio quando sembrava lì lì per vincere, la povera stufetta elettrica, troppo tesa per lo sforzo, esplose con rumore di viti rotte e di lamiere contorte. Il freddo subito riconquistò la casa.
Il signor Pino e la signora Pina chiamarono Luciano l’elettricista, che si diede da fare con il suo cacciavite attorno allo strano frigorifero. Dopo soli dieci minuti il frigorifero fu aggiustato e cominciò a mandare freddo all’interno invece che all’esterno.
⻓ Borsani, La casa Asac, Einaudi
Comprendo
Di che cosa parla questa storia? Segna con una X .
Di uno strano frigorifero che mandava freddo all’esterno costringendo il signor Pino e la signora Pina a girare per casa completamente imbacuccati.
Di un frigorifero che chiunque potrebbe avere.
È un testo narrativo che racconta fatti immaginari che non potrebbero mai accadere nella realtà.
Esseri fantastici con poteri magici o persone comuni a cui accadono vicende impossibili.
PERSONAGGI
IL RACCONTO FANTASTICO
NARRATORE
I fatti possono essere narrati in prima o in terza persona .
I fatti sono immaginari, frutto della fantasia dell’autore.
I luoghi in cui sono ambientati i fatti sono reali o fantastici.
TEMPO
Il tempo è indefinito, cioè non espresso con chiarezza.
LUOGHI
FATTI
CHE COS'È
* Scrivi un racconto fantastico seguendo la traccia.
1 Decidi se narrare: In prima persona In terza persona
2 Stabilisci un TEMPO: Un giorno... Tanto tempo fa... Una volta...
3 Scegli un titolo da dare al tuo racconto.
4 Scegli i PERSONAGGI.
* Decidi e scrivi quali altri personaggi vuoi che agiscano nel racconto.
5 Scegli il LUOGO.
Suggerimenti
• Racconta i fatti che accadono utilizzando gli indicatori temporali: A un certo punto…, Allora…, Quando…, Improvvisamente….
• Arricchisci il testo con le descrizioni e le emozioni dei personaggi.
VERIFICA in itinere
La scuola di magia
L’insegnante della scuola di magia si chiamava Rosmarino Argento ed era un signore rotondetto di una certa età che portava sul naso un paio di minuscoli occhiali e sul capo un cilindro azzurro. Sorrideva spesso e aveva l’aspetto di uno a cui è molto difficile far perdere la pazienza.
Quel giorno la classe era intenta a mettere in pratica la primissima lezione, che consisteva nel far muovere un oggetto senza toccarlo, usando soltanto la propria forza del desiderio. Mug aveva davanti a sé un fiammifero e Mali un pennino; gli altri bambini stavano tentando con spilli, matite o stuzzicadenti.
Il signor Argento mostrava ai suoi scolari come funzionava la cosa, facendo volare il suo cilindro prima sull’appendiabiti e poi di nuovo sul suo capo, oppure facendo scrivere da solo alla lavagna un pezzetto di gesso. I bambini se ne stavano seduti impegnandosi con tutte le loro forze fino a diventare rossi in volto, ma quell’esercizio non voleva saperne di riuscire. I bambini cambiarono oggetti. Mug cercò di indurre un piccolo innaffiatoio a bagnare un vaso di fiori posto sul davanzale. Ma era tutto inutile.
– Su provate, è facilissimo! – disse il signor Argento. E come altro esempio fece volare per la classe un quaderno che svolazzò intorno alla testa di Mug e gli diede un paio di scappellotti.
In quel momento l’innaffiatoio si alzò all’improvviso e volò sopra la testa del signor Argento, dove si rovesciò lasciando cadere su di lui l’acqua che conteneva.
– Ops! – mormorò Mug spaventato. – Mi scusi, signor maestro, non volevo.
– Certo che lo volevi – ridacchiò il maestro – altrimenti non sarebbe accaduto.
⻓ M. Ende, A scuola di magia e altre storie, Salani
Comprendo
ᄗ Segna Vero (V) o Falso (F).
F V Rosmarino Argento è l’insegnante di scuola di magia.
F V Mug è l’aiutante del maestro.
F V La lezione di magia consiste nel far apparire un oggetto.
F V Mug si esercita con un pennino.
F V Mali si esercita con un fiammifero.
F V Gli altri bambini si esercitano con spille, matite o stuzzicadenti.
F V Il maestro a scopo dimostrativo fa volare il suo cilindro dalla finestra.
F V Mug cerca di indurre un piccolo innaffiatoio a bagnare un vaso di fiori.
F V Il maestro fa volare un quaderno che dà due scappellotti a Mug.
F V Il maestro sorride mentre Mug cerca di scusarsi.
Analizzo
ᄗ Segna con una X .
• I personaggi sono: realistici fantastici
• Il luogo è: realistico fantastico
• Il tempo è: determinato indeterminato
• Il testo inizia: con una descrizione con una narrazione
ᄗ Sottolinea nel testo le parole che descrivono l’insegnante Rosmarino Argento. Poi completa.
ᄗ “L’insegnante della scuola di magia si chiamava Rosmarino Argento ed era un signore rotondetto di una certa età che portava sul naso un paio di minuscoli occhiali e sul capo un cilindro azzurro”. I nomi comuni sono:
A. dieci
B. dodici
C. nove
D. otto
AUTOVALUTAZIONE
ᄗ Come hai svolto la verifica?
Con facilità
Con qualche difficoltà
Con difficoltà
ᄗ Segna con una X . Riconosco le caratteristiche del racconto fantastico
Devo esercitarmi sul racconto fantastico
Il racconto di AVVENTURA
È un testo narrativo che racconta vicende rischiose. Lo scopo è quello di coinvolgere ed emozionare il lettore.
Chi? PERSONAGGI
Persone coraggiose dotate di intelligenza, forza fisica e ricche di iniziativa.
Quando? TEMPO
Il racconto può essere ambientato in un tempo definito, passato o presente.
Dove? LUOGHI
I luoghi sono selvaggi e pieni di pericoli.
FATTI Come? Perché? Che cosa?
I fatti narrati sono imprese avvincenti con ostacoli da superare, colpi di scena, imprevisti e lieto fine.
LINGUAGGIO
È caratterizzato da frasi brevi che danno un ritmo incalzante alla storia. È ricco di descrizioni di personaggi, luoghi ed emozioni.
NARRATORE
I fatti possono essere narrati in prima o in terza persona.
Incontri nella foresta
All’improvviso Yanez e Sandokan fuggirono nella foresta.
La fuga non era facile: gli enormi e intricati rami degli alberi formavano delle vere reti che resistevano persino alle lame dei coltelli.
Allora decisero di imitare le scimmie, e così, aggrappati ai rami più bassi e alle liane, si misero a scalare il muro verde con un’agilità sorprendente.
Poi si fermarono a riposare e, ad un tratto, sentirono un latrato lontano: erano i cani che i soldati inglesi avevano messo sulle loro tracce. I due si misero in guardia.
Dal folto della foresta uscì un cagnaccio nero, dal pelo irto e dai denti aguzzi. Vedendo i due pirati si fermò, li fissò con gli occhi ardenti, poi, balzando sulle radici con uno slancio da leopardo, li attaccò, mandando un ringhio pauroso.
Sandokan teneva il pugnale pronto, mentre Yanez aveva afferrato la carabina per la canna: voleva usarla come mazza, perché se avesse sparato avrebbe fatto capire la loro posizione agli inglesi.
Il cagnaccio cadde addosso a Sandokan e cercò di azzannargli la gola. Ma il pirata gli disse: – Guardami, io sono la Tigre della Malesia!
Poi lo colpì senza pietà e l’animale cadde al suolo, ferito a morte.
Segna con una X il completamento corretto
• Il tempo in cui si svolge la vicenda è: definito indefinito
• Sandokan vive la sua avventura: nella foresta sulle montagne
• La vegetazione di questo ambiente è: intricata e rigogliosa molto scarsa
Spiega a voce i fatti avventurosi presenti nel testo.
⻓ adatt. da E. Salgari, Le Tigri di Mompracem, RCS Libri
Parole Nuove
Un'avventura nel deserto
Il giovane Indiana Jones (Indy) e la sua insegnante, Miss Seymour, esplorano l’area archeologica delle piramidi.
La scalata alla sommità della piramide occupò Indy e Miss Seymour quasi fino al tramonto, quando guardarono il deserto sconfinato intorno a loro, infuocato dagli ultimi raggi del sole.
– Questo è uno spettacolo che vale la pena di attendere per un’intera vita – disse Miss Seymour.
– Guardi, Miss Seymour! Il cammelliere se ne sta andando!
– Oh, mio Dio! Si sta portando via in nostri cammelli! – gridò Miss Seymour.
Indy cominciò a scendere dalla piramide il più rapidamente possibile.
– Ehi, aspetti – urlava al cammelliere. – Non ci lasci qui!
Ma Indy capì che era inutile. Il miserabile aveva deliberatamente aspettato che fossero sulla cima della piramide e quindi se ne era andato. I piedi di Indy scivolavano sulla superficie sgretolata della piramide. Quando si aggrappava per fermarsi, gli angoli di arenaria si frantumavano nelle sue mani. Finalmente raggiunse il suolo, respirando affannosamente e inzuppato di sudore. Ma tutto quello che poté fare era guardare inerme la guida, i cammelli, le borracce e le provviste allontanarsi.
Venti minuti dopo Miss Seymour giunse alla base della piramide e cadde nella sabbia, malferma sulle vecchie gambe, esausta.
– Oh, caro… – disse quietamente.
– Ora dovremo tornare indietro a piedi.
– Indietro a piedi? Al Cairo? – disse Miss Seymour. – Oh no, non potremo mai… deliberatamente: intenzionalmente.
predoni: ladri.
Non finì la frase, ma Indy avrebbe potuto aggiungere le parole perdute. Non avrebbero mai potuto farcela.
Erano bloccati in pieno deserto, soli. Miss Seymour vide l’espressione sulla faccia di Indy e si schiarì la gola. – Ciò che intendevo dire era che sarebbe insensato partire ora, perché presto sarà buio. Questo era vero. Il giallo deserto era diventato grigio.
E mentre il sole scendeva all’orizzonte, le ombre delle piramidi si allungavano e rendevano la sabbia più scura. Indy le guardava con circospezione.
Sembravano muoversi lentamente verso di lui, come se tentassero di afferrarlo.
– Non possiamo fermarci qui tutta la notte, Miss Seymour – disse Indy, cercando di apparire pratico. – Che cosa avverrebbe se fossimo attaccati da banditi oppure da predoni di tombe?
– Indy, ascoltami attentamente: non c’è assolutamente niente da temere. Stai calmo per un momento e lasciami pensare. Ella si sedette sulla sabbia appoggiando la schiena alla piramide. Il vento turbinava intorno a loro e gemeva nelle orecchie di Indy.
– Miss Seymour, sta venendo qualcuno – disse Indy, guardando fisso nelle ombre che si allungavano. Il suo cuore prese a battere un poco più veloce mentre cercava di vedere chi poteva essere. Predoni? Banditi?
– Cosa facciamo se è qualcuno che vuole ucciderci?
⻓ Megan Stine e H. William Stine, Le avventure del giovane Indiana Jones: La maledizione della mummia, Fabbri
Il luogo in cui si svolge il racconto è:
Il tempo della vicenda è: passato presente determinato indeterminato Indy e Miss Seymour affrontano diversi imprevisti e pericoli. Sottolineali nel testo.
Scrivo
Analizzo Come potrebbe continuare la storia?
Pensa e scrivi sul quaderno.
Scopri il titolo
Quale altro titolo potresti dare al testo? Segna con una X .
Un tragico naufragio
Sull’isola deserta
Una terribile tempesta
In balia del mare
Questo brano narra il naufragio della nave su cui era imbarcato il giovane Robinson Crusoe. Dopo essere approdato su un’isola deserta, vi è rimasto per ben 28 anni.
Mentre ancora perdurava la furia del vento, uno dei nostri uomini si mise a gridare: – Terra! – Non facemmo in tempo a precipitarci fuori dalle cabine, per vedere dove fossimo capitati, che la nave s’incagliò in un banco di sabbia: le onde presero a infrangersi contro di essa con tale violenza che tememmo di morire da un momento all’altro. Sapevamo che la nave non avrebbe retto ancora a lungo. L’ufficiale in seconda corse verso la scialuppa e, con l’aiuto del resto dell’equipaggio, la gettò fuori bordo; poi tutti e undici vi salimmo. Non avevamo vela e, anche se l’avessimo avuta, non ci sarebbe servita a nulla; così continuammo a fare forza sui remi, con la morte nel cuore, certi che, quando fossimo stati vicini a riva, la scialuppa sarebbe andata in mille pezzi sotto l’urto delle onde. Continuammo a remare per circa un miglio e mezzo, quand’ecco un’onda alta come una montagna ci piombò addosso con tanta violenza da capovolgere la barca e ci separò l’uno dall’altro.
Fummo inghiottiti dalle onde.
È impossibile descrivere i pensieri e le sensazioni che provai mentre venivo risucchiato dal mare: pur essendo un buon nuotatore, non riuscivo a sottrarmi al vortice dell’onda per riprendere fiato, finché essa mi trascinò verso la riva, lasciandomi mezzo morto per l’acqua che avevo inghiottito.
Ebbi la presenza di spirito di rimettermi in piedi prima che un’altra onda mi risucchiasse.
Presto mi resi conto che era impossibile evitarla: il mare saliva dietro di me, alto come una collina; non mi restava che trattenere il respiro e cercare di mantenere la testa fuori dall’acqua, nuotando verso la riva senza sprecare fiato.
Quando già stavo correndo per raggiungere la terraferma e mi credevo in salvo, il mare mi scaraventò contro una roccia con un tale impeto da lasciarmi privo di sensi. Fortunatamente mi ripresi un attimo prima che l’onda ritornasse e mi travolgesse e mi aggrappai con forza a uno spuntone di roccia.
Mantenni la presa finché l’onda rifluì, poi con una corsa raggiunsi la riva, mi arrampicai oltre le rocce e mi lasciai cadere sull’erba, finalmente in salvo.
⻓ D. Defoe, Robinson Crusoe, Einaudi Ragazzi
Comprendo
Sottolinea nel testo le riposte alle domande. Poi fai il riassunto sul quaderno.
• Dove s’incagliò la nave su cui viaggiava Robinson?
• Cosa fece l’ufficiale in seconda?
• In quanti salirono sulla scialuppa?
• Cosa successe poi?
• Com’era il mare?
• Come arrivò a riva Robinson?
Immagina di essere naufragato su un’isola deserta e di affrontare una situazione di pericolo.
• Come ti difenderesti?
• Di che cosa avresti bisogno per sopravvivere?
• Quali sarebbero le tue emozioni? Racconta.
Scrivo
Ripasso con la MAPPA
Persone coraggiose dotate di intelligenza, forza fisica e ricche di iniziativa .
È un testo narrativo che racconta fatti avvincenti ed emozionanti che tengono il lettore col fiato sospeso.
Il testo può essere scritto in prima o in terza persona .
IL RACCONTO
DI AVVENTURA
I luoghi in cui sono ambientati i fatti possono essere naturali e selvaggi e vi si nascondono insidie e pericoli.
Il tempo è definito con precisione, in generale è il passato o il presente.
Vengono narrate vicende insolite caratterizzate da rischi, pericoli e ostacoli da superare. Le storie si concludono con un lieto fine . Il linguaggio è caratterizzato da frasi brevi e descrizioni.
PERSONAGGI
LUOGHI
CHE COS'È
* Scrivi un racconto di avventura seguendo la traccia.
SCRIVO anch’io!
1 Decidi se narrare: In prima persona In terza persona
2 Stabilisci un TEMPO: Presente Passato
3 Scegli un titolo da dare al tuo racconto.
4 Scegli i PERSONAGGI.
Protagonisti
5 Scegli il LUOGO.
Antagonista
Suggerimenti
• Racconta con ordine.
• Utilizza un linguaggio che crei l’effetto suspense: i rumori, ostacoli inaspettati e difficoltà.
• Descrivi il luogo in cui i personaggi agiscono.
• Descrivi che cosa vedono e le loro emozioni.
• Racconta che cosa fanno i personaggi.
• Pensa a un colpo di scena e a un lieto fine.
VERIFICA in itinere
Parole Nuove
machete:
coltello molto grande.
La prima volta nella giungla
Era la prima volta nella mia vita che camminavo in mezzo alla giungla. Perché questa sì che era una giungla, come avevo visto nei film d’avventura. Lo zio camminava rapido davanti a me. Smosse un arbusto e lo tenne scostato dal sentiero per farmi passare. – Sta’ attento a queste spine. Non devi toccarle. Sono velenose! – Erano enormi e sporgevano come coltelli ricurvi da rami carnosi e contorti. – Ci sono serpenti? – chiesi intimidito.
– Sì, ma non sono velenosi. Piuttosto guardati dagli scorpioni.
– E dalle zanzare – ribattei schiaffeggiandomi il collo. – Mi stanno divorando! – Poco dopo mi misi a gridare: – Sto andando a fuoco!
Un bruciore intenso mi trafiggeva le caviglie, i polpacci, le cosce.
Feci cadere lo zaino per saltare qua e là in una danza insensata. – Svelto! Togliti i jeans! Hai calpestato un nido di formiche! Piangendo mi sfilai i pantaloni. Formiche nere e lunghe si erano arrampicate chissà come su per i miei stivali e adesso camminavano sulle mie cosce. Mordevano come piraña. Cominciai a saltare come un indemoniato per levarmele di dosso.
Lo zio mi aiutò schiaffeggiandomi le cosce, finché il grosso se ne fu andato. Ero pieno di segni rossi, anche sui miei poveri piedi.
Indossai di nuovo i jeans e mi affrettai a seguire zio Pepe. Non volevo rimanere solo nemmeno per un istante in quella giungla dannata.
Finalmente si arrestò.
– Siamo arrivati – disse indicandomi una collinetta ricoperta di felci. Zio Pepe toccò col machete un punto nel fianco della collinetta erbosa. Lì, dove la lama scintillava, potevo scorgere alcune pietre di un giallo rossastro. Erano porose e sembravano molto antiche.
– È la piramide degli antichi Maya, rimasta sepolta per secoli nella giungla.
⻓ Silvana Gandolfi, La memoria dell’acqua, Salani
Comprendo
ᄗ Segna con una X le affermazioni corrette.
Il protagonista e suo zio si addentrano nel bosco.
Il protagonista si addentra per la prima volta nella giungla.
Il protagonista teme che nella giungla ci siano serpenti.
Lo zio lo mette in guardia dalle spine velenose e dagli scorpioni.
Il protagonista viene morso da un serpente.
Lo zio Pepe toccò con il machete il tronco di un maestoso albero.
Insieme raggiungono la piramide degli antichi Maya.
ᄗ Scopri l’informazione nascosta.
• Perché il protagonista è molto spaventato? Da che cosa si capisce la sua paura?
Verso l'INVALSI
ᄗ “– Sto andando a fuoco!” significa:
A. sto attento al fuoco
B. ho acceso un fuoco
C. mi sento bruciare
D. sto davanti al fuoco
AUTOVALUTAZIONE
ᄗ Come hai svolto la verifica?
Con facilità
Con qualche difficoltà
Con difficoltà
Analizzo
ᄗ Segna con una X .
• I personaggi sono: un ragazzino un ragazzino e suo zio
• Il racconto è narrato: in prima persona in terza persona
• Il tempo è: passato presente
• La vicenda si svolge in: un deserto una giungla
ᄗ Scrivi sotto a ogni frase il nome di chi la pronuncia.
– Stai attento a queste spine. Non devi toccarle. Sono velenose!
– È la piramide degli antichi Maya, rimasta sepolta per secoli nella giungla.
– Sto andando a fuoco! .............................................................................................................................
– Ci sono serpenti?
ᄗ “– E dalle zanzare – ribattei schiaffeggiandomi il collo. – Mi stanno divorando! – Poco dopo mi misi a gridare…”, I pronomi sono:
A. dimostrativi
B. possessivi C. indefiniti D. personali
ᄗ Segna con una X . Riconosco le caratteristiche del racconto di avventura
Devo esercitarmi sul racconto di avventura
Storia INEDITA di... Giuseppe Bordi
Avventura nel bosco
Scrittori si diventa
* Descrivi l’amicizia tra Oliver e Olivia.
• Cosa ti piace e cosa non ti piace di questa amicizia?
* Descrivi l’amicizia tra Kevin e Brando.
• Cosa ti piace e cosa non ti piace di questa amicizia?
• Leggi il racconto fino alla fine. Secondo te, Brando cambierà atteggiamento nei confronti di Oliver? Diventeranno amici?
* Immagina il comportamento di Kevin e Brando nei confronti di Oliver il giorno seguente a ricreazione e scrivilo.
Olivia si affacciò alla finestra della sua stanza. Oltre la siepe del giardino vide un cespuglio di capelli ricci e neri.
– Oliver! – urlò.
Il ragazzino si girò verso di lei, sgranando i grandi occhi neri. Aveva la pelle del viso scurita dal sole e un sorriso gentile.
Alzò la mano in saluto.
– Aspettami! – gli disse la compagna di classe. Si precipitò giù per le scale, fuori dalla porta, oltre il giardino e lo raggiunse.
– Ti va di fare una passeggiata nel bosco? – gli chiese.
Mentre si inoltravano, la vegetazione si faceva sempre più fitta e i sentieri si ramificavano in diverse direzioni. Olivia camminava annusando l’aria del bosco che sapeva di muffa, e ascoltando i rumori. Sentiva il canto delle cicale, il cinguettio degli uccelli e, a distanza, il rumore dell’acqua corrente.
– C’è un ruscello? – chiese al compagno d’avventura.
– Sì! – rispose Oliver.
– Andiamoci – decise Olivia.
Mentre si avvicinava, il rumore dell’acqua si faceva sempre più forte. In quel momento si accorse delle risate. Alzò lo sguardo e vide due bambini sulla riva del ruscello.
Li riconobbe subito. Erano Kevin e Brando, i due prepotenti della classe. Brando teneva in mano un piccolo riccio e minacciava di buttarlo nel torrente.
– Vediamo come se la cava con il nuoto! – disse.
– Per me fa il pesce palla – provò a indovinare Kevin.
Leggere e scrivere con l’autore
– È più probabile che faccia il morto a galla – replicò Brando. – Vediamo. Stava per lanciare il riccio in acqua, quando Oliver urlò. – Fermo! Corse verso di lui, gli saltò addosso e lo fece cadere a terra. Poi gli tolse di mano il riccio.
– Wow! – esclamò Brando. – Il campagnolo vuole fare l’eroe. Si rimise in piedi, strinse i pugni e, mentre si avvicinava a Oliver con aria minacciosa, inciampò su una radice e cadde. Rotolò a terra e finì nel torrente. Andò sotto l’acqua, riemerse, cominciò ad annaspare cercando di tenersi a galla, ma non ci riuscì. La corrente lo trascinava sotto e, quando riemergeva, tornava subito giù.
Kevin guardava la scena impotente ed era completamente paralizzato dalla paura. Oliver si mosse in fretta. Poggiò il riccio a terra e corse lungo la riva, cercando il punto migliore per raggiungere Brando, e si tuffò.
Era un abile nuotatore e, seguendo il flusso della corrente, raggiunse il compagno. Lo afferrò poco prima che andasse a sbattere contro la roccia e lo trascinò con sé. Afferrò un ramo che toccava la superficie e riuscì a fermarsi.
– Non stare lì impalato! – urlò Olivia a Kevin. – Aiutami a tirarli fuori! Insieme afferrarono il ramo e con grande fatica lo avvicinarono alla riva. Poi presero Brando per le mani. Finalmente era salvo. Oliver uscì da solo.
Per un lungo momento nessuno parlò. Brando era sdraiato sul prato senza forze. Si sollevò mettendosi a sedere, aveva il fiato grosso e un tremolio che non riusciva a fermare. La sua aria da prepotente era sparita. Si girò verso Oliver e lo guardò pieno di gratitudine. Poi scoppiò a piangere.
Il racconto UMORISTICO
È un racconto narrativo che ha lo scopo di far divertire il lettore.
Chi? PERSONAGGI
Hanno caratteristiche esagerate, sono troppo ingenui o pasticcioni e si comportano in modo strano.
Quando? TEMPO
Il tempo in cui si svolgono le vicende può essere definito o indefinito, passato o presente.
Dove? LUOGHI
I luoghi sono di solito reali: infatti, situazioni normali possono diventare divertenti in qualsiasi luogo.
FATTI Come? Perché? Che cosa?
Sono situazioni buffe che si risolvono con un lieto fine.
LINGUAGGIO
È fresco ed è reso divertente. L’autore utilizza equivoci, battute spiritose…
NARRATORE
I fatti possono essere narrati in prima o in terza persona.
Cercasi panettiere
Il signor Veneranda lesse un cartello nella vetrina di un negozio: «CERCO GARZONE PANETTIERE» . Entrò nel negozio e, al proprietario che gli venne incontro chiese, indicando il cartello: – Scusi, è lei che cerca un garzone panettiere?
– Sì, – rispose il proprietario del negozio – sono io.
– Ha provato – disse il signor Veneranda – a guardare sotto il letto?
– Sotto il letto? – chiese il proprietario del negozio stupito.
– Sì, sotto il letto – rispose il signor Veneranda. – Non c’è nulla di strano, può darsi che il garzone panettiere che cerca lei sia andato a nascondersi sotto il letto oppure nella dispensa. Ha provato a guardare nella dispensa?
– Ma io… – balbettò il proprietario del negozio confuso –lo cerco perché non ce l’ho.
– Non ce l’ha? – chiese il signor Veneranda sbalordito. –Ah, questa non me l’immaginavo! Lei non ha smarrito un garzone panettiere? E come fa a cercarlo se non lo ha smarrito? Ma dico io! Sfido che non lo trova. Come se io mi mettessi a cercare affannosamente mio fratello: se non ce l’ho, non lo troverei certamente. Io volevo aiutarla nelle ricerche, ma se lei è impazzito non so proprio cosa farci. Se lo cerchi pure da solo e se è capace di trovarlo mi scriva! E uscì sbatacchiando l’uscio e brontolando.
⻓ C. Manzoni, Il signor Veneranda, Rizzoli
* Segna con una X .
• Questo racconto è: umoristico fantastico
• La comicità nasce da: una situazione assurda un malinteso
* Come si è sentito il proprietario del negozio nel sentire le domande del signor Veneranda? Segna con una X . Divertito Incredulo Confuso
GIOCHIAMO CON…
LA STORIA
Riuscirà Gian
Burrasca a stupire i suoi amici?
In che modo?
Manipola il testo aggiungendo una nuova situazione divertente.
Giochi di prestigio
Ho deciso che quando sarò grande farò il prestigiatore. Ieri sera mi sono divertito immensamente a teatro.
Quel Morgan è molto bravo e ha fatto dei bei giochi. Io, in tutto il tempo che è durata la rappresentazione, non gli ho levato gli occhi di dosso per scoprire il segreto dei suoi giochi, ma molti sono troppo difficili. Qualcuno però, scommetto che lo saprei fare anche io, come per esempio quello delle uova, di ingoiare una spada e di prendere in prestito dalle signore un orologio e poi pestarlo in un mortaio e farlo sparire…
Oggi, tanto per provare, ho dato una piccola rappresentazione in giardino ai miei amici Renzo e Carluccio e a Fofo e Marinella, che stanno di casa accanto a noi e sono figli della signora Olga, che scrive i libri stampati ed è sempre distratta e sempre affaccendata. Il biglietto d'ingresso era di un soldo a testa.
– Mi farebbe la gentilezza qualche signora – ho detto – di prestarmi un orologio d’oro?
– Io non ce l’ho – ha risposto Marinella – ma posso vedere se mi riesce di pigliare quello della mamma.
Infatti è corsa in casa ed è tornata in giardino con un bell’orologino tutto d’oro.
Io, che avevo portato con me un piccolo mortaio, vi ho buttato dentro l’orologio della signora Olga e col pestello ho cominciato a pestarlo ben bene come fa il Morgan; ma l’orologio era molto duro e non s’è tritato bene, meno il cristallo, che si è stritolato subito in mille briciole.
– Osservino, signori! – ho detto. – Come loro vedono, l’orologio della signora Marinella non è più riconoscibile…
– È vero! – hanno detto tutti.
– Ma noi – ho soggiunto io – lo faremo riapparire com’era prima!
Infatti ho rovesciato il mortaio in un fazzoletto dove ho legato strettamente i pezzi dell’orologio che mi aveva dato Marinella e con molta sveltezza mi sono cacciato il fagottino in tasca. Poi, facendo finta di niente, ho cavato fuori del petto un altro fagottino che m’ero preparato prima, e cioè l’orologio della mamma che avevo già involtato in un fazzoletto simile al primo, e mostrandolo agli invitati ho detto:
– E là, signori, osservino l’orologio ritornato intatto! Tutti hanno applaudito, rimanendo molto contenti dello spettacolo, e Marinella ha preso l’orologio della mia mamma credendolo quello della sua mamma, e così mi sono fatto molto onore.
⻓ Vamba, Il giornalino di Gian Burrasca, De Agostini Ragazzi
Analizzo
Segna con una X .
• Il racconto è narrato: in prima persona in terza persona
• Il protagonista del racconto è: un ragazzino Morgan
• La vicenda si svolge: in un luogo definito indefinito
Qual è il fatto che suscita divertimento? Raccontalo con poche parole.
Da chi sono raccontati i fatti?
Da un narratore ester no
Da un narratore inter no
Che sconfitta!
Oggi abbiamo giocato contro la quinta A e il maestro ha fatto l’arbitro.
Lo sapevamo già che avremmo perso.
Lo sapeva benissimo anche il maestro, visto che ci ha insegnato lui a giocare a calcio.
Nell’altra classe ci sono quattro o cinque campioncini. Noi preferiamo giocare a pallavolo visto che tre delle nostre compagne sono brave. Ma niente!
– Oggi impariamo a perdere – ha detto il maestro con il tono di chi dice una cosa importante.
Io non credo di aver nulla da imparare in proposito: sono uno dei più grandi “perditori” che conosco! Perdo a carte con mia cugina, a dama con la mamma e a scacchi con il nonno.
Abbiamo perso diciassette a zero ed è successo di tutto: io mi sono fatto male a un ginocchio, Deborah ha preso una pallonata in faccia, Lorenzo, Marco e Gianluca si sono stancati così tanto che dopo giuravano di avere la febbre.
Camilla e Valentina non erano stanche per niente.
La quinta A vince nonostante l’impegno della quarta B. Analizzo
Che cosa crea la comicità in questo testo?
La presenza di equivoci
Il linguaggio e situazioni divertenti
Questo racconto quindi è scritto in persona. Completa.
Il protagonista è convinto che la sua squadra avrebbe perso la partita perché ...................................................
Il maestro vuole insegnare ai sui alunni a .............................................................. perciò organizza la partita contro la fortissima .
Camilla perché corre come un cammello, Valentina perché non ha corso per niente.
Quelli di quinta A hanno fatto almeno un gol a testa, anche il portiere. Noi non ne abbiamo fatto neppure uno, a parte un clamoroso autogol di Giacomo, il nostro portiere, che si è sparato la palla dalla parte sbagliata. Marco gli ha detto che ha il piede “a banana” e Giacomo ci è rimasto molto male, perché ha capito che doveva essere un’offesa.
Secondo me tutti noi della quinta B abbiamo i piedi a forma di frutta. C’è chi ce li ha ad ananas e chi a pera. Quando siamo rientrati in classe, il maestro ha fatto i complimenti a tutti. Ha detto: – Bravi! Siete stati molto sportivi. Bravi davvero!
Mentre diceva così, però, aveva una strana espressione: mi ricordava quella che fa mia madre quando va dal pescivendolo a comprare i molluschi e scopre che quelli freschi sono finiti.
⻓ Stefano Bordiglioni, Il capitano e la sua nave, Einaudi
Comprendo
Leggi le frasi e segna una X per ogni riga.
• Hanno quattro o cinque campioncini. 5a A 5a B
• Hanno compagne brave a pallavolo. 5a A 5a B
• Devono imparare a perdere. 5a A 5a B
• Hanno perso diciassette a zero. 5a A 5a B
• Il loro portiere ha fatto gol. 5a A 5a B
• Il loro portiere ha fatto autogol. 5a A 5a B
• Deborah ha preso una pallonata in faccia. 5a A 5a B
• Camilla corre come un cammello. 5a A 5a B
• Ha il piede “a banana”. 5a A 5a B
• Tutti hanno i piedi a forma di frutta. 5a A 5a B
Ripasso con la MAPPA
Hanno caratteristiche esagerate, sono troppo ingenui o pasticcioni e si comportano in modo strano.
PERSONAGGI
È un testo narrativo che racconta fatti che suscitano nel lettore il divertimento.
Il testo può essere scritto in prima o in terza persona .
IL RACCONTO
UMORISTICO
I fatti avvengono di solito in luoghi reali, ambienti comuni della vita di tutti i giorni.
Il tempo è definito o indefinito.
La vicenda può avvenire in un tempo passato o presente .
I fatti si trasformano in situazioni fuori dal comune . Accadono cose strane: colpi di scena, malintesi, sorprese, equivoci. Il linguaggio è fresco e divertente.
LUOGHI
TEMPO
FATTI NARRATORE
CHE COS'È
* Quale inizio ha catturato di più la tua attenzione? Completa la storia sul quaderno. Poi confrontati con la classe.
Uno strano telefono
In via Perù fu messa una nuova cabina telefonica. Dentro c'era un telefono che nascondeva un piccolo difetto: era curioso e ascoltava tutte le conversazioni che venivano fatte da quella cabina.
⻓ Gabriella Bordoli
Il vermetto
Un vermetto di campagna lungo e nero nero decise di fare uno scherzo a un contadino.
Durante la notte il vermetto si arrampicò a fatica su per le scale della casa e arrivò alla camera da letto del contadino.
Sotto il letto c’erano le sue scarpe. Il vermetto sfilò il legaccio nero di una scarpa e si mise al suo posto infilandosi dentro ai buchi.
⻓ Luigi Malerba
L'aereo dipinto
Il signor Pino e la signora Pina si fermarono davanti al quadro appoggiato sulla bicicletta di un pittore. Rappresentava un aereo da combattimento in mezzo a due nuvole bianche.
I coniugi lo acquistarono e lo appesero alla parete. Una sera, stavano sul divano a guardare la televisione, quando sentirono uno strano ronzio. Si guardarono intorno e videro che il piccolo aereo si era staccato dal quadro e volava facendo acrobazie.
⻓ Ambrogio Borsani, Henryco in casa Asac, Einaudi Scuola
Suggerimenti
• Ricorda di mettere in rilievo, attraverso la descrizione, i comportamenti insoliti dei personaggi e di narrare situazioni fuori dal comune.
VERIFICA in itinere
Vermicelli fumanti
La signora Sporcelli uscì quatta quatta in giardino e si mise a scavare in cerca di vermi.
Scelse i più lunghi e grossi, li infilò in un barattolo e se ne tornò a casa con il barattolo nascosto sotto il grembiule.
All’una, preparò degli spaghetti per pranzo e mischiò i vermi agli spaghetti, ma solo nella scodella del marito.
I vermi non si vedevano perché il tutto era ricoperto di salsa di pomodoro e cosparso di parmigiano.
– Ehi, i miei spaghetti si muovono! – esclamò il signor Sporcelli, frugando nel piatto con la forchetta.
– Sono di un tipo speciale – gli spiegò la moglie, mettendosi in bocca una forchettata dei suoi, che naturalmente non erano mischiati ai vermi.
– Sono vermicelli veraci. Squisiti. Mangiali finché sono belli caldi e al dente!
Il Signor Sporcelli cominciò a mangiare con avidità, arrotolando sulla forchetta i lunghi fili ricoperti di pomodoro e cacciandoseli in bocca.
Presto buona parte della salsa di pomodoro gli era finita nel mento peloso.
– Sono meno buoni dei soliti – disse con la bocca piena, – e per nulla al
– Io li trovo una squisitezza – ribatté la signora
Sporcelli, osservandolo dall’altro capo del tavolo e godendosela un mondo a vederlo ingoiare vermi!
– E sono anche un po’ amarognoli – disse il signor Sporcelli. – Uno strano saporaccio amaro. Compra la solita qualità la prossima volta!
La signora Sporcelli aspettò che lui avesse vuotato il
Poi disse: – Vuoi sapere perché ti pareva una poltiglia?
Il signor Sporcelli si pulì la salsa di pomodoro dalla barba dove erano incastrati pezzi di cibo con un lembo della tovaglia.
– Perché erano vermi!!! – esclamò la signora Sporcelli scoppiando in una risataccia roca e sguaiata, battendo le mani e pestando i piedi.
⻓ Roald Dahl, Gli Sporcelli, Salani Editore
Comprendo
ᄗ Segna con una X le affermazioni corrette.
La signora Sporcelli andò in giardino e si mise a scavare in cerca di vermi.
La signora entrò in casa con un barattolo di piselli.
La signora Sporcelli mischiò i vermi ai piselli.
Il signor Sporcelli disse alla moglie che gli spaghetti erano molto buoni.
La moglie del signor Sporcelli puntualizzò dicendo che gli spaghetti erano amarognoli.
La signora Sporcelli rivelò al marito di avergli servito gli spaghetti con i vermi.
La signora Sporcelli scoppiò in una risataccia roca e sguaiata.
ᄗ Scopri l’informazione nascosta.
• In che modo si manifesta l’indole malvagia della signora Sporcelli?
Analizzo
ᄗ Segna con una X .
• I personaggi sono: realistici fantastici
• Il luogo della vicenda è: realistico fantastico
• Il testo è narrato: in prima persona in terza persona
• Che cosa rende comico il racconto?
L’equivoco
Situazioni assurde Giochi di parole
ᄗ Scrivi sotto a ogni frase il nome di chi la pronuncia.
– Ehi, i miei spaghetti si muovono!
– Sono vermicelli veraci. Squisiti. Mangiali finché sono belli caldi e al dente!
• Secondo te perché l’autore ha scelto di chiamare i coniugi Sporcelli?
Verso l'INVALSI
ᄗ “La signora Sporcelli uscì quatta quatta in giardino”, significa che:
A. uscì in giardino senza farsi vedere
B. andò controvoglia in giardino
C. si nascose in giardino
D. rimase a lungo in giardino
AUTOVALUTAZIONE
ᄗ Come hai svolto la verifica?
Con facilità
Con qualche difficoltà
Con difficoltà
– Sono meno buoni dei soliti – disse con la bocca piena, – e per nulla al dente, anzi, è tutta una poltiglia!
ᄗ Le parole “saporaccio” e “risataccia” sono nomi:
A. collettivi
B. composti
C. astratti
D. alterati
ᄗ Segna con una X . Riconosco le caratteristiche del racconto umoristico
Devo esercitarmi sul racconto umoristico
Il racconto di PAURA
È un testo narrativo che racconta vicende che suscitano paura nel lettore.
PERSONAGGI
Chi?
I personaggi sono esseri realistici o fantastici come fantasmi, mostri, streghe, zombie…
TEMPO
Il tempo in cui si svolgono le vicende può essere definito o indefinito, presente o passato.
LUOGHI
Dove?
Solitamente il racconto di paura è ambientato in luoghi bui e spaventosi come case abbandonate, vecchi castelli, cimiteri, boschi, paludi…
FATTI Come? Perché? Che cosa?
I fatti narrati sono vicende molto spaventose a cui spesso non si riesce a dare una spiegazione.
LINGUAGGIO
È ricco di aggettivi e di similitudini per esprimere gli stati d’animo dei personaggi. Quando?
NARRATORE
I fatti possono essere narrati in prima o in terza persona
Una bella lezione
Una volta noi, le Allodole, sfidammo i Guerrieri a incontrarci al cimitero, a mezzanotte.
Era una notte fredda, con nuvole grosse che si muovevano velocemente. Per qualche istante il cimitero si colorò d’argento, piombando nella più totale oscurità appena le nuvole coprirono la bianca faccia della luna. Era la notte giusta per far venire i brividi. Dimitri, che conosceva il cimitero come le sue tasche, ci portò nei pressi di uno scavo che aveva fatto quella mattina. Là mettemmo a punto il nostro piano per terrorizzare i Guerrieri.
Prendemmo un vecchio lenzuolo bianco, che Gina aveva chiesto alla madre, e coprimmo Dimitri che si era accucciato. Poi, andammo a nasconderci dietro i cespugli.
Non dovemmo aspettare molto.
A mezzanotte, i Guerrieri entrarono dal cancello in fila indiana, volgendo intorno gli occhi terrorizzati.
Si vedeva da lontano che erano spaventati a morte. Quello che successe fu davvero spassoso. Improvvisamente, proprio mentre la luna scompariva dietro una grossa nuvola, Dimitri spuntò fuori dalla buca dove era nascosto. Fu una scena orripilante. Le luci, le ombre… ma la cosa più orribile era Dimitri. Molto lentamente, con una calma spettrale, il viso illuminato da una torcia che teneva sotto il mento, si incamminò verso Aristo e la sua banda.
Era davvero spaventoso, fin troppo per i Guerrieri. Piagnucolando e singhiozzando, alzarono i tacchi e si precipitarono verso il cancello correndo come pazzi.
⻓ Billi Rosen, La guerra di Anna, Mondadori
* I personaggi sono: realistici fantastici
* I fatti avvengono: di giorno di notte
* Il luogo dove accadono i fatti è: una casa disabitata un cimitero
* La storia è narrata: in prima persona in terza persona
cantone: angolo. serape: abito messicano. Parole Nuove
La casa degli spiriti
Tom e l’amico Huck si avventurano nella casa detta “degli spiriti” alla ricerca di un tesoro nascosto.
Quando raggiunsero la casa degli spiriti, c’era qualcosa di tanto misterioso e sinistro nella desolazione di quel luogo, che i due ragazzi ebbero paura di avventurarsi nell’interno. Poi avanzarono lentamente fino alla porta e diedero, tremando, una sbirciata.
Videro una stanza senza il pavimento, invasa da erbacce, un antico focolare, una scala in rovina; e dappertutto pendevano ragnatele lacere. Entrarono, pian piano, col cuore che aveva affrettato i battiti, parlando sottovoce, pronti a cogliere il minimo rumore e alla ritirata.
Fieri della loro audacia, vollero dare un’occhiata al piano di sopra. Buttarono gli arnesi in un cantone e risalirono. Lassù c’erano le stesse tracce di abbandono. Stavano per scendere e mettersi al lavoro quando…
– Ssst! – disse Tom.
– Cosa c’è? – sussurrò Huck, sbiancando di paura.
– Ssst! Ecco! Senti?
– Sì! Oh, mio Dio! Scappiamo!
– Sta’ fermo! Non ti muovere! Stanno venendo proprio verso la porta. I ragazzi si sdraiarono sul pavimento e attesero, sconvolti dal terrore.
Entrarono due uomini. Uno era il vecchio spagnolo, l'altro era Joe l'indiano.
Lo spagnolo era avvolto in un serape; aveva due baffi bianchi e cespugliosi, lunghi capelli bianchi che gli spuntavano da sotto il sombrero, e portava occhiali verdi. Si sedettero per terra, tirarono fuori un po’ di roba da mangiare e fecero uno spuntino.
Poco dopo si misero a sbadigliare e cominciarono a russare. Quando i due si destarono, decisero di seppellire il loro malloppo di seicentocinquanta dollari d’argento.
– Seppelliamolo in un buco bello fondo – disse uno.
– Buona idea – disse il compare, che si mise in ginocchio, sollevò una pietra del focolare, tirò fuori un sacchetto che mandava un allegro tintinnio e lo passò a Joe, che era in ginocchio nell’angolo e stava scavando col suo lungo coltello da caccia.
I ragazzi, con occhi gongolanti, seguivano ogni movimento.
Il coltello di Joe urtò contro un ostacolo. – Ehi – disse lui.
– Cosa c’è? – disse il suo compare.
– C’è una cassa. Vediamo che roba è, ho fatto un buco.
Vi ficcò dentro una mano: – Per la miseria, sono quattrini! Erano monete d’oro. I ragazzi sopra la loro testa erano eccitati come loro, e altrettanto felici.
Il compare di Joe disse: – Questo lo sbrighiamo in un lampo.
C’è un vecchio piccone arrugginito tra le erbacce, l’ho visto un momento fa.
Corse a prendere il piccone e la vanga dei ragazzi. Lo guardò con aria critica e poi cominciò a usarlo.
La cassa venne dissotterrata e gli uomini contemplarono il tesoro. – Me n’ero quasi dimenticato, – disse uno – c’era della terra fresca su quel piccone!
I ragazzi furono ripresi dal terrore.
– Chi ha portato qui una vanga e un piccone? Credi che possa essere sopra?
– Che t’importa? Perché ti scaldi tanto? Secondo me chi ha portato questi arnesi ci ha visto, e ci ha preso per fantasmi o diavoli.
I due sgusciarono fuori della casa con la loro preziosa cassetta.
Tom e Huck si alzarono, fiacchi sulle gambe, e furono ben contenti di prendere il sentiero che portava in paese.
⻓ Mark Twain, Le avventure di Tom Sawyer, Mondadori
Analizzo
In quale luogo si svolge la vicenda? Sottolinea nel testo le parole che te lo fanno capire.
• Qual è lo stato d’animo dei due ragazzi?
• Qual è stato l’indizio che ha insospettito uno dei due uomini e messo in pericolo Tom e Huck?
Scopri l'argomento
Segna con una X l'argomento della storia.
Tom e l'amico Huck trascorrono la notte nella casa detta “degli spiriti” per ripararsi dalla tempesta.
Tom e l'amico Huck si avventurano nella casa detta “degli spiriti” alla ricerca del tesoro nascosto, ma rischiano di essere scoperti da due tipi molto pericolosi.
Analizzo
La storia è raccontata: in prima persona in terza persona
Casa Strip
Quella sera era festa in casa Strip: Mamma Strip, davanti allo specchio, si rimirava e si disegnava dei tratti a matita sulle palpebre. Aveva lunghi capelli neri che le arrivavano fin quasi alle ginocchia, labbra blu e colorito bianco livido. Gli occhi erano profondamente infossati nelle orbite. Tra le dita delle mani le cresceva del muschio, ma il suo aspetto era più che presentabile per una che stava per festeggiare il suo centocinquantesimo complemorte.
In quel mentre, Jimi uscì dalla cucina con un pacchetto sotto il braccio. Non portava vestiti, ma questo non si notava per via del lungo pelame che lo ricopriva interamente. I suoi denti erano notevolmente lunghi e ricurvi.
– Ehi, piccolo mio – esclamò Mamma Strip, accarezzando dolcemente Jimi sul muso – hai già la tua bella barba sul collo. Come cresci! Eh sì, ricordo come fosse ieri in che stato ti ho trovato: un povero esserino peloso, tutto solo sul ciglio della strada, che piangeva alla luna piena! Mamma Strip sbatté un paio di volte gli occhi, il che produsse un crepitìo come di foglie secche o di ali di farfalle notturne svolazzanti contro il vetro di una finestra.
– Che cos’è quel pacchetto che hai lì? – chiese.
– Un pensierino per Ernesto – ringhiò Jimi. Si mise l’involto fra i denti e corse carponi al primo piano. Ernesto stava lustrando la sua bara con la cera per mobili, quando Jimi entrò nella camera semibuia. Si udiva un discreto sottofondo di musica classica: la Sonata n. 4, Sanguigna, di Infelix Mordensson.
Perché il testo che hai letto è un racconto di paura?
Sottolinea nel testo con lo stesso colore il nome di ogni personaggio e le sue caratteristiche.
– Cosa vuoi? – soffiò Ernesto, con un lampo rosso negli occhi. Era ancora infuriato per via della bottiglietta di sangue sintetico che Jimi gli aveva rotto la sera prima.
– Ho un regalo per te – rispose Jimi. – Ti dovevo un risarcimento per ieri sera.
A Ernesto spuntarono le lacrime agli occhi: – Molto carino da parte tua.
Poi, incuriosito, prese il pacchetto e, con le unghie, strappò la carta.
Jimi, invece, richiuse in fretta la porta e scese le scale ma si fermò nell’ingresso finché non gli giunse l’urlo di Ernesto.
– Canaglia! Peste! Che scherzi da porci!
Dopo di che si udì qualcosa andare in frantumi.
Jimi entrò ghignando in cucina, allungò gli artigli e si lasciò cadere sulle zampe davanti.
– Perché Ernesto grida così? – chiese Mamma Strip.
– Il mio regalo non gli è piaciuto, credo – ringhiò Jimi e aggiunse: – Peccato, era un bellissimo specchio.
– Ma via, Jimi! – sospirò Mamma Strip. – Sai che Ernesto odia gli specchi, visto che non ha immagine riflessa.
– Potrà sempre incollarci sopra il suo ritratto.
Le ultime parole di Jimi si persero in un ringhio incomprensibile.
La luna, nel cielo, era bianca e tonda come un pallone, Jimi sollevò la testa irsuta e il muso appuntito e ululò al bianco disco oltre la finestra.
⻓ Paul Van Loon, Mai mordere i vicini, Salani
Immagina di incontrare una creatura terrificante. Descrivi sul quaderno alcuni particolari significativi del suo aspetto fisico esprimendo le emozioni che suscitano in te.
Comprendo
Completa.
Mamma Strip festeggia il suo ....................................................................... complemorte.
Ernesto è intento a lustrare e ad ascoltare quando Jimi entrò per consegnargli ......................................................................................................................................................................
Ernesto prese il pacchetto e strappò la carta. Subito dopo si udì
Scrivo
Ripasso con la MAPPA
Persone comuni si trovano ad affrontare creature spaventose, come mostri, fantasmi, vampiri…
È un testo narrativo che racconta strane e spaventose storie che suscitano nel lettore paura e tensione.
Il testo può essere scritto in prima o in terza persona .
IL RACCONTO DI PAURA
I fatti che accadono nel racconto di paura sono spaventosi e misteriosi a cui spesso non è possibile dare una spiegazione razionale. Il linguaggio è ricco di aggettivi e di similitudini per esprimere gli stati d’animo dei personaggi.
I luoghi in cui sono ambientati i fatti sono bui e spaventosi…
Il tempo a volte è definito, a volte indefinito.
* Scrivi un racconto di paura seguendo la traccia.
SCRIVO anch’io!
1 Decidi se narrare: In prima persona In terza persona
2 Stabilisci un TEMPO: PRESENTE PASSATO DEFINITO INDEFINITO
3 Scegli un titolo da dare al tuo racconto.
4 Scegli i PERSONAGGI.
5 Scegli il LUOGO.
6 Scegli il TEMPO ATMOSFERICO.
Suggerimenti
• Racconta con ordine i fatti che accadono.
• Descrivi brevemente i personaggi e i luoghi in cui essi agiscono.
• Descrivi le emozioni e le reazioni dei personaggi.
• Pensa a come concludere la storia.
VERIFICA in itinere
La baita misteriosa
Avevano corso a perdifiato nel bosco, sorpresi dal temporale, e ora non sapevano più dove si trovavano.
– Misericordia! Dove siamo finiti? – si udì la voce tremante di Tizi.
– Non possiamo stare sotto il temporale! – protestò Raffaella che era fradicia.
– Io ho visto una casa – affermò Marco.
– Svelti! – urlò Maurizio sotto il fragore del tuono. Con il cuore in tumulto, i quattro ragazzi corsero verso la baita e si affacciarono al vetro rigato di pioggia. Una vecchina curva, con un fazzoletto sulla testa, stava seduta davanti al camino e rimescolava qualcosa che bolliva nel paiolo appeso alla catena. Si consultarono con un’occhiata, poi bussarono. La vecchina si voltò. Aveva il volto magro e ossuto, incredibilmente rugoso, il naso grosso e adunco e il mento sporgente. La vecchina, vedendo i ragazzi incorniciati nel vetro, ciabattò verso la porta, che si aprì cigolando. – Siete bagnati, entrate… – li invitò.
“Che strano ambiente… sembra l’antro delle streghe…” riflettè Raffi, guardandosi intorno. Il paiolo che bolliva sul fuoco, il grosso gatto nero che dormiva sulle pietre del camino, la ramazza in un angolo… c’era persino la civetta impagliata in una nicchia del muro. Ma, a rassicurarla, fu il profumo di polenta che c’era nell’aria. Le streghe non cucinano polenta. Un minuto dopo si godevano il tepore del fuoco. Mangiarono la polenta e bevvero il latte caldo. Combatterono inutilmente contro il sonno, in quel misterioso torpore che li aveva assaliti, e caddero profondamente addormentati.
Maurizio si risvegliò per primo. Gli ci volle qualche istante per capire dove si trovava. Già, nella baita della vecchina… Il temporale era passato, anzi, era tornato addirittura il sereno. Guardò l’orologio e scoprì che aveva dormito soltanto poco più di mezz’ora: meglio così. Destò i suoi compagni. Nel camino la cenere era fredda, come se il fuoco non fosse mai stato acceso. Il paiolo pendeva vuoto sulla mensola, come se non fossero stati usati da anni. E nella baita non c’era nessuno.
– Bisogna salutare la padrona di casa – ricordò Tizi. – Ma non c’è. –Sarà qui intorno, nella stalla, nell’orto… Non la trovarono.
– Se ne è andata disse Maurizio. Ma avrebbe voluto dire: “È sparita”. Quando era uscito all’aperto, aveva riconosciuto la baita in cui si erano rifugiati: era quella in cui, secondo una leggenda, abitava la “masca”, la strega di quel bosco, alla quale nessuno osava avvicinarsi.
⻓ Gianni Padoan, Il Fantasma di Monte Che-Barba
Comprendo
ᄗ Segna con una X le affermazioni corrette.
Quattro ragazzi di nome: Tizi, Raffi, Marco, Maurizio, trovarono una baita dove ripararsi da un temporale.
Dalla finestra della baita videro una vecchina che cucinava la polenta.
La vecchina che somigliava a una strega mandò via i ragazzi.
Videro all’interno della baita il camino spento.
I ragazzi mangiarono la polenta e bevvero latte caldo.
I ragazzi si addormentarono.
Al loro risveglio la vecchia era scomparsa.
I ragazzi si accorsero che ogni cosa sembrava non fosse stata usata da anni.
I ragazzi uscirono dalla baita e raggiunsero la stalla dove c’era la vecchina.
Maurizio aveva riconosciuto la baita che secondo la leggenda era abitata dalla “strega” del bosco.
Verso l'INVALSI
Analizzo
ᄗ Segna con una X l'elemento estraneo alla storia.
La baita in cui accade qualcosa di misterioso.
L’apparizione di un personaggio spaventoso.
Un fantasma che si aggira nel bosco.
L'ambientazione notturna.
Le condizioni atmosferiche (il temporale).
ᄗ Sottolinea nel testo le parole che descrivono l’aspetto fisico della vecchina e trascrivile qui di seguito.
ᄗ “Aveva il volto magro e ossuto, incredibilmente rugoso, il naso grosso e adunco e il mento sporgente.”
Gli aggettivi qualificativi sono:
A. cinque
B. sette
C. nove
D. sei
AUTOVALUTAZIONE
ᄗ Come hai svolto la verifica?
Con facilità
Con qualche difficoltà
Con difficoltà
ᄗ Segna con una X . Riconosco le caratteristiche del racconto di paura
ᄗ “Con il cuore in tumulto” significa:
A. sentirsi annoiati
B. sentirsi molto agitati
C. provare rabbia
D. provare tristezza
Devo esercitarmi sul racconto di paura
Storia INEDITA di... Giuseppe Bordi
Scrittori si diventa
* Dopo aver letto il testo, concludi la storia e rispondi alle domande. Poi confrontati con la classe.
1. Racconta come Oliver e Olivia riescono a tor nare a casa.
2. Fai ripercorrere lo stesso tratto di bosco a Oliver, Olivia e Frida il giorno dopo con la luce del sole rispondendo a queste domande:
Chi era l’uomo?
Perché era sporco?
Perché aveva portato l’ascia con sé?
Le vostre risposte potrebbero mostrare una verità completamente diversa da quella vissuta da Oliver e Olivia e diventare spunti per scrivere una nuova storia.
Una avventura da brivido
Frida era ancora una cucciola piena di energia. Come ogni Labrador era giocherellona e adorava i bambini. Seguiva Olivia ovunque e ormai partecipava a tutte le avventure che la sua padroncina faceva in compagnia del suo amico Oliver. Quel pomeriggio erano usciti tardi di casa per inoltrarsi nel bosco ed erano stati sorpresi dal buio.
– Andiamo a casa – propose Oliver. Conosceva il bosco e sapeva che di notte poteva diventare pericoloso.
La cagnolina annusò l’aria e poi scappò.
– Torna qui! – le ordinò Olivia.
– Andiamo a casa – ripeté Oliver. – Frida ci raggiungerà.
– No! – protestò Olivia. – Non la lascio sola nel bosco.
E senza esitare s’incamminò. Oliver sbuffò, alzò gli occhi al cielo e poi la seguì. La cagnolina abbaiava felice e indicava ai due amici la direzione. Poi smise e calò il silenzio. E soltanto in quel momento Olivia si rese conto di essere in un luogo buio e sconosciuto. Cercò la mano di Oliver e la strinse forte.
Un lieve calpestìo di foglie li fece sobbalzare. Si girarono e un’ombra scura scivolò dietro un albero.
– L’hai vista anche tu? – chiese Oliver. L’amica annuì. – Ho paura – disse sbiancando. Un vento fresco si sollevò e diede voce al bosco: il fruscìo delle foglie secche, il cigolìo dei rami, il gracidare delle cicale e persino il bubolare di un gufo. In lontananza si sentì un ululato. – Ci sono i lupi? – chiese Olivia.
Leggere e scrivere con l’autore
– Non lo so! – rispose Oliver. – Dobbiamo tornare a casa.
– Ecco Frida!
Davanti ai loro occhi c’era la cagnolina illuminata da una luce fioca che usciva dalla finestra di una piccola abitazione fatta di sassi.
In quel momento sentirono di nuovo il calpestìo di foglie alle loro spalle.
– Ho la sensazione che qualcuno ci stia seguendo! – bisbigliò il ragazzo alla sua amica. – Prendiamo il cane e andiamocene.
Frida girava intorno alla piccola casa. Oliver sbirciò dentro la finestra e scoprì che la luce era il fuoco quasi spento nel camino. Frida spinse la porta d’ingresso con il muso, l’aprì e s’infilò dentro.
– No! Frida – la richiamò Olivia, a voce bassa. – Torna qui!
Poi guardò Oliver implorante.
– Scordatelo! – disse il ragazzo. – Io non entro.
Olivia aveva ancora la mano nella sua mano.
Lo trascinò fino all’ingresso e spinse la porta, che si aprì con un cigolìo.
– Frida! – chiamarono. – Dove sei? Vieni!
Fuori dalla finestra videro una luce che si avvicinava. Era una torcia, in mano a un uomo. Nell’altra mano c’era un’ascia.
– Scappiamo! – disse Oliver, cercando di non farsi sentire. Mentre l’uomo girava l’angolo della casa, i ragazzi si precipitarono fuori e, fortunatamente, Frida li seguì.
Raggiunsero una grande quercia e si nascosero dietro, mentre l’uomo con voce bassa e roca si lamentava.
– Ho la camicia sporca! Devo lavarla.
Solo in quel momento Olivia si accorse della macchia rossa sulla camicia dell’uomo. Lo vide entrare e si alzò. Con il movimento urtò qualcosa. Si abbassò e lo afferrò. Si trattava di un osso e a terra ce n’erano altri. Stava per urlare, ma Oliver le tappò la bocca.
Poi la condusse lontano, nel buio quasi rassicurante del bosco.
Il testo DESCRITTIVO
È un testo che vuol spiegare con le parole la realtà che ci circonda. Lo scopo è quello di arricchire di particolari la narrazione e aiutare chi legge a immaginare ciò di cui si parla. Si possono descrivere:
• persone
• emozioni
• animali
• luoghi
• oggetti
• fenomeni atmosferici
Chi?
TIPO DI DESCRIZIONE
La descrizione può essere:
• soggettiva se contiene impressioni, emozioni e giudizi personali.
• oggettiva se è descritta così com'è, senza considerazioni personali.
Quando?
ORDINE DESCRITTIVO
ORDINE LOGICO
• dal generale al particolare
• dal particolare al generale
ORDINE SPAZIALE
• usando gli indicatori spaziali
ORDINE TEMPORALE
• descrivendo i cambiamenti nel tempo (com'era prima, com'è dopo)
LINGUAGGIO
L'autore utilizza dati sensoriali (visivi, uditivi, olfattivi, gustativi e tattili), aggettivi e similitudini.
Descrivere PERSONE
La sorella maggiore
Mia sorella Isabella ha due anni più di me. Ha due occhi brillanti, un po’ grigi e un po’ verdi; ha un modo tutto suo di guardare gli adulti, con la massa di riccioli bruni che le incorniciano il viso come un’aureola: davanti al suo sguardo i grandi restano senza parole.
Quando ride, il suo viso è raggiante di gioia. Il suo sorriso contagia tutti e riempie il cuore di allegria.
Mia sorella fa di me quello che vuole. Ma non solo perché è la più grande.
Fin da piccolo mi rendevo conto che era più forte di me, senza paura e sicura di sé.
Ricordo che eravamo in campagna a casa dei nonni e, durante un terribile temporale, tutti avevamo gli occhi fuori dalle orbite per lo spavento, tranne lei che, di tanto in tanto, ci regalava sorrisi per tranquillizzarci.
È bravissima a inventare giochi: una volta, per esempio, ha trasformato il tappeto del soggiorno in una mappa complicatissima che, una volta capita, ci avrebbe fatto scoprire il tesoro; ogni volta che giocavamo io facevo finta di aver trovato il percorso giusto, ma lei scuoteva la testa esclamando: – No, troppo facile! È molto più complicato arrivare al tesoro!
A Isa non piacevano le soluzioni facili per risolvere un mistero!
⻓ Francesca Marciano, Casa rossa, Longanesi
• Davanti allo sguardo di Isa «i grandi restano senza parole». Perché?
È uno sguardo penetrante
È uno sguardo minaccioso
• Il gioco del tappeto fa capire che Isa è una bambina: misteriosa fantasiosa
• Questa è una descrizione: oggettiva soggettiva
PER DESCRIVERE PERSONE
Per descrivere una persona si presentano:
• l'aspetto fisico: corporatura, statura, caratteristiche del viso, abbigliamento;
• comportamento e carattere: atteggiamenti, relazioni con gli altri, pregi o difetti;
• abitudini e interessi: cosa fa di solito, cosa gli piace fare.
Teresina
Teresina era una bambina dai capelli rossi. Si dice che chi ha i capelli rossi sia di carattere vivace e difatti
Teresina lo era. Era dispettosa, chiacchierona, non stava mai ferma, ma non era cattiva. Abitava in un grattacielo insieme ai suoi genitori, a due zii, due nonni e un fratello più grande di lei.
Come abbiamo detto, Teresina amava fare dispetti.
Mentre il nonno leggeva il giornale, lei lo disturbava e gli faceva perdere il segno; la nonna, quando leggeva, usava gli occhiali e Teresina glieli appannava col fiato, divertendosi quando lei diceva: “Che nebbia!”.
Mentre il fratello maggiore studiava, gli spegneva la luce; scambiava la tuta da ginnastica del fratello con la sua, facendogli fare delle brutte figure in palestra.
Altre volte, quando la nonna lavorava a maglia, Teresina le disfaceva i lavori, oppure mentre gli zii guardavano la televisione lei si nascondeva sotto il divano e faceva loro il solletico sotto i piedi.
Era proprio una piccola peste!
⻓ R. e G. Ferrarotti, Diciotto storie scritte da noi, La Scuola
Mio nonno
Mio nonno è un simpatico vecchietto dai capelli di un bianco particolare.
Ha un gran naso a patata e due baffoni bianchi e grigi.
Da lì sotto, la bocca sembra sorridere in continuazione. Gli occhi sono di un azzurro che, con il cattivo tempo, tende al grigio.
È capace di fermarsi nel bel mezzo di un discorso e chinarsi a vedere una colonia di formiche al lavoro.
– Chissà se le formiche alzano gli occhi per vedere il nostro mondo di giganti… – ha detto una volta.
È simpatico, anche. È capace di spiegarti tutta la storia dei
Sumeri partendo dai somari che trasportavano comari per monti, mari e valli.
È alto, robusto e la pancia forma un bel pallone, sul quale da piccolina mi addormentavo senza problemi.
È goloso di torte alla ricotta, ma non lo ammette volentieri.
Preferisce dire che mangia dolci per non veder diminuire il proprio pancione: si sacrifica per i nipotini… per farli dormire comodi.
Non credo di averlo visto mai arrabbiato, ma ha pianto a lungo quando la nonna se ne è andata.
Ha una cicatrice sotto il polso della mano sinistra: sapessi quante avventure ho immaginato per quel taglio.
⻓ I. Sciapeconi
Analizzo
Completa lo schema.
Seguendo la stessa struttura del testo descrivi anche tu una persona anziana. Scrivo
ASPETTO FISICO
Analizzo
La descrizione è: soggettiva oggettiva
Sottolinea nel testo con colori diversi le parole che descrivono l’aspetto fisico e il comportamento dello scoiattolo. Per arricchire la descrizione l’autore ha inserito delle similitudini, evidenziale di rosso.
Descrivi anche tu l’aspetto fisico e il comportamento di un animale che conosci. Scrivo
PER DESCRIVERE ANIMALI
Per descrivere un animale, l'autore presenta l'aspetto fisico: corporatura, muso, occhi, coda, movimenti; il carattere: vivace, tranquillo, affettuoso; le abitudini e il comportamento: atteggiamenti, che cosa fa di solito, dove dorme, come si rapporta di solito con gli altri…
Sembra un folletto
Sul gruppo di bambini era sceso il silenzio; si sentiva solo il rumore dei loro passi sul terreno. Ma il bosco aveva ancora in serbo un'ultima sorpresa. Fu Filippo a rallentare il passo e a fermarsi sbigottito. – Guardate là – disse con un filo di voce per non rompere la magia che si presentava ai suoi occhi. Un “Ooooh” di stupore scappò a tutti gli altri. Uno scoiattolo stava saltellando davanti a loro. Era lì, sul ramo basso di un albero. Magnifico e inaspettato. Uno scoiattolo rosso, piuttosto piccolo, con la sua folta coda zampettava senza alcun timore. Sembrava li volesse accompagnare lungo il sentiero, perché dal ramo era balzato sul terreno, quasi fosse un acrobata, e li precedeva a piccoli scatti. – Uno scoiattolo. Che bello! – disse Lorenzo, il più piccolo del gruppo. Vedendolo saltare e guizzare qua e là, Filippo ebbe una felice immagine: – Sembra un folletto – e questo portò il sorriso sul viso di tutti. Intanto lo scoiattolo continuava a dare spettacolo di sé: dal sentiero era salito su un ramo trasversale e lo percorreva con corsa sicura e veloce, come un equilibrista sulla corda tesa. Poi balzò su un altro ramo: la coda lo aiutava a mantenere l'equilibrio. La muoveva in continuazione e fu allora che nonno Ulisse intervenne: – Guardate come agita la coda, sembra volervi salutare. In coro i bambini risposero: – Ciao, scoiattolo! L'escursione nel bosco volgeva al termine. I bambini apparivano stanchi, più per le emozioni vissute che per la fatica sostenuta.
⻓ N. Perego, I segreti del bosco, Paoline
DESCRIZIONE OGGETTIVA E SOGGETTIVA
• Nella descrizione soggettiva l’autore presenta l’animale in modo personale esprimendo le proprie sensazioni ed impressioni.
• Nella descrizione oggettiva si forniscono informazioni con termini scientifici precisi.
Matilda
Matilda è la mia tartaruga, anche se il padrone del negozio mi ha detto che il suo vero nome è “testuggine greca”.
Può anche darsi che sia greca, come Ulisse –quello che continuava a navigare e non voleva più tornare a casa – però, se è greca, capisce benissimo l’italiano perché quando la chiamo e le parlo, lei viene. È lunga ventisette centimetri e mezzo, misurati con il righello del mio astuccio, dalla testa alla punta della coda; è tutta verde scuro con delle macchie gialle e nere sulla corazza. Una di queste macchie ha la forma di un cono gelato, e allora io ho pensato che a lei il gelato deve piacere.
E infatti le piace.
Eccome se le piace! Tutte le volte che io vado in giardino a mangiarmi un gelato in santa pace, dopo due minuti sento il suo campanellino “DIN! DIN!” e dopo altri due (o anche tre, perché non è che vada così veloce, lei) eccola lì che arriva. Secondo me sente il profumo della crema o della vaniglia.
⻓ F. Bosco, Super Giovanni, Giunti Junior
Leggi e descrivi sul quaderno.
UNA DESCRIZIONE SOGGETTIVA
• Possiedi un animale o ne conosci uno in particolare?
Fai una descrizione soggettiva: descrivi il suo aspetto fisico, il suo carattere, le sue abitudini e le emozioni che suscita in te.
* Sottolinea nel testo le parole che descrivono l’aspetto fisico e il comportamento di Matilda.
* Cosa prova l’autore per la sua tartaruga?
UNA DESCRIZIONE OGGETTIVA
• Scrivi sul quaderno la descrizione oggettiva della tartaruga. Raccogli notizie e spiega, con un linguaggio scientifico, le sue caratteristiche.
Scrivo
Descrivere ANIMALI
Gaspare
Analizzo
Sottolinea nel testo le parole che descrivono il comportamento di Gaspare.
Scrivo
Arricchisci la descrizione con altri particolari significativi dell'aspetto fisico di Gaspare utilizzando qualche similitudine.
Comprendo
Quale sentimento prova la protagonista quando si accorge che Gaspare è andato via?
Quando ero piccola avevo un gatto di nome Gaspare. Rimase nella nostra casa cinque anni, addormentandosi sul divano con me e facendomi compagnia durante i pomeriggi; il suo arrivo era sempre annunciato da un lungo miagolìo e dallo strusciare della sua coda contro le mie gambe. Poi venne il giorno in cui Gaspare decise di lasciarci e di proseguire la sua vita per conto proprio, o magari cercando la compagnia di altri gatti. Fatto sta che quel giorno mi svegliai e lui non c’era più.
Per fortuna, tra i tanti doni che ci fa la mente, uno accorse in mio aiuto: il ricordo. Chiusi gli occhi, pensai a Gaspare e in un baleno lui mi comparve con il suo pelo tigrato, la sua coda e il suo miagolìo. Quando li riaprii non c’era traccia del gatto, ma già mi sentivo meno sola. I ricordi fanno ricomparire le cose e le persone assenti, anche gli animali, almeno per un po’. E nella magia di questi momenti, il passato torna a farci visita.
⻓ Lilith Moscon, Vedo, non vedo, vedo più in là, Einaudi Ragazzi
Il volpacchiotto
Verso la fine del pomeriggio, papà e io ci siamo accorti che dietro la casa, vicino al pollaio, c'era una volpe. Era un volpacchiotto piccolo e magro, sembrava un cagnolino rossiccio. Aveva un musetto simpatico e due occhi lucidi, vispi, che esprimevano tanta intelligenza e tanta furbizia.
La folta coda si muoveva con calma ed eleganza.
Si era fermato a pochi passi da noi e aveva sbadigliato, emettendo un mugolìo triste. Avrei voluto accarezzarlo, come si fa con i cani, ma il papà non me l'ha permesso. – È un animale selvatico, – ha detto – non gli farebbe piacere. – Così dicendo, gli ha gettato alcuni pezzetti di pane.
Il volpacchiotto guardava il cibo con sospetto. si avvicinava e poi si ritraeva. Alla fine ha allungato il muso, afferrando un boccone e balzando subito indietro. Sono rimasta un bel po' a guardare il volpacchiotto, che continuava a balzare avanti e indietro, afferrando un bocconcino alla volta.
Quando si è sentito sazio, ci ha guardati tutti e due, come per salutarci, poi si è girato ed è sparito tra i cespugli che fiancheggiano il sentiero che va al fiume.
⻓ Stefano Bordiglioni, Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, Edizioni EL
Analizzo
La descrizione è: soggettiva oggettiva
Sottolinea nel testo con colori differenti l'aspetto fisico, il carattere e il comportamento del volpacchiotto.
Quali dati sensoriali sono presenti nel testo? Segna con una X .
Uditivi
Tattili
Visivi
Olfattivi
Gustativi
Descrivi brevemente un animale che conosci molto bene seguendo la struttura del testo. Esprimi le tue emozioni. Arricchisci il testo con aggettivi e similitudini.
Scrivo
PER DESCRIVERE LUOGHI
La descrizione di un luogo può seguire un ordine spaziale (dall’alto al basso e viceversa, da sinistra a destra, da lontano a vicino), un ordine logico (dal generale al particolare e viceversa), un ordine temporale (che descrive i cambiamenti nel tempo).
La casetta
Erano saltati in sella alle loro poltrone a pedali e dopo appena due curve trovarono qualcosa che li costrinse a fermarsi.
Davanti ai loro occhi sorgeva una casetta che sembrava uscita da una fiaba.
Era un edificio basso con le pareti dipinte di un bianco accecante, sulle quali crescevano ordinatamente fiori rampicanti.
Intorno alla casa correva una lunga cancellata nera di ferro battuto che gettava un’ombra così netta sul prato davanti all’ingresso da sembrare quasi ricamata nell’erba con fili di seta blu.
Attraverso le sbarre Iole vide una signora elegante, con gli occhiali quadrati, seduta accanto a un cavalletto da pittore su cui troneggiava un’enorme tela.
Sul tavolino davanti a lei c’era un fiore blu con un pistillo rosso corallo immerso in un vaso di vetro. Lo stesso fiore stava comparendo piano piano sulla tela, disegnato dal pennello veloce di quella donna bella come una dama di un quadro di cento anni fa.
⻓ Miriam Dubini, Lo zio riciclatutto, Mondadori
Sottolinea con colori diversi gli indicatori spaziali e le parole che descrivono la casetta, la signora e il fiore. Analizzo
La descrizione segue un ordine logico che procede:
dal generale al particolare
dal particolare al generale
Trasforma la graziosa casetta in un'abitazione abbandonata circondata da un giardino poco curato. Utilizza opportunamente i dati sensoriali e arricchisci la descrizione con le similitudini.
Scrivo
Descrivere LUOGHI
Lo studio dello zio
Lo studio di mio zio era una grande stanza tappezzata di scaffali stipati di libri e di rarità accumulate durante i suoi viaggi.
Le pareti erano costellate di stampe e dipinti, e pesanti tende opprimevano le finestre. Poco importava che fosse ancora pomeriggio: lo studio era tetro come una grotta. Il pavimento era coperto da un lussuoso tappeto persiano e la tinta dominante di quel tappeto era un rosso intenso, uguale a quello delle decorazioni sulle pareti e del damasco dei tendaggi. Nel focolare ardeva un grande fuoco che rendeva quel colore ancora più vivido palpitando al ritmo delle fiamme, come se quella stanza fosse il cuore pulsante della casa.
Certo, era l’unica parte della casa che avessi visto e che avrei potuto definire confortevole, ma a questo punto dovrei dire che, malgrado fossi stato molte volte in casa di mio zio, quella era l’unica stanza in cui fossi mai entrato, fatta eccezione per il bagno.
⻓ Chris Priestley, Le terrificanti storie di zio Montague, trad. Chiara Manfrinato, Newton Compton
Analizzo
Sottolinea la similitudine presente nel testo.
Nella descrizione sono presenti molti dati visivi. Utilizzali anche tu per descrivere un ambiente della tua casa. Arricchisci la descrizione con qualche similitudine.
Descrivere LUOGHI
Comprendo
Rispondi alle domande.
• Che cosa seguono i marinai per trovare l’approdo?
• Dove si trova?
• Perché gli uccelli si alzarono in volo?
L’autore utilizza i dati sensoriali (visivi, uditivi e olfattivi).
Sottolineali nel testo con colori differenti.
La baia del silenzio
Approdammo esattamente nel luogo indicato sulla carta, a circa mezzo chilometro dalle due coste, quella dell’isola principale da una parte e quella dello Scheletro dall’altra.
Il fondale era di sabbia pulita. Il tonfo della nostra ancora fece levare nugoli di uccelli, che si misero a volteggiare stridendo sulla boscaglia; ma in meno di un minuto tornarono a posarsi, e tutto fu nuovamente in silenzio.
Il luogo era riparato dai boschi; le cime delle colline che si ergevano qua e là tutto intorno formavano una sorta di anfiteatro.
Due fiumiciattoli si riversavano in quella specie di stagno in cui ci trovavamo. Non fosse stato per la carta custodita in cabina, avremmo potuto pensare di essere i primi a gettare l’ancora in quella baia. Non spirava un alito di vento, né si udiva alcun rumore al di fuori di quello delle onde che si infrangevano contro le scogliere. L’aria era impregnata di un odore stagnante, un odore di foglie fradice e di tronchi d’albero imputriditi.
⻓ Robert Louis Stevenson, L’isola del tesoro, Giunti Editore
Descrivere LUOGHI
Un pomeriggio incantevole
Era un pomeriggio meraviglioso. I campi coperti di stoppie candide erano divisi da lunghe file di siepi brune che lasciavano filtrare, qua e là, brillanti raggi di sole.
Le lunghe ombre degli olmi si protendevano verso la collina e le sagome eleganti degli alberi, contro il cielo chiaro, ornavano tutto l’arco dell’orizzonte.
⻓ Penelope Lively
• Come ti sembra questo paesaggio di campagna?
• Quali dati ha utilizzato l’autrice?
* Sottolinea gli aggettivi qualificativi presenti nel testo.
La foresta muore
Tutto il giorno con lamento acuto stridevano le seghe che tagliavano i tronchi.
Prima si sentiva il colpo profondo dell’albero che cadeva.
Ogni cinque o dieci minuti la terra si scuoteva come un oscuro tamburo quando la percorreva il rovinìo dei larici, opere colossali della natura, alberi piantati là dal vento da mille anni.
Poi si alzava il lamento della sega che tagliava il corpo dei giganti. La foresta moriva. Io udivo sgomento i suoi lamenti.
⻓ Pablo Neruda
Che cosa esprime il testo?
La descrizione segue un ordine: temporale logico spaziale
Analizzo
PER DESCRIVERE OGGETTI
Per descrivere un oggetto bisogna tener presente i seguenti aspetti:
• aspetto esteriore: forma, dimensione colore…
• materiale: di che cosa è fatto, superficie, consistenza…
• utilizzo: qual è la sua funzione, a che cosa serve…
Analizzo
Sottolinea nel testo le parole che descrivono i libri antichi.
Segna con una X i dati sensoriali utilizzati dall'autrice.
Visivi
Uditivi
Gustativi
Tattili
Olfattivi
Quale sensazione prova Doriano?
Stupore
Disinteresse
Libri antichi
Doriano si guardò attorno: su quel piano i libri avevano un'aria diversa.
– Non avevo mai visto questa parte della biblioteca. Brunilde prese il tono da guida turistica: – Qui ci sono solo i libri preziosi, i libri antichi.
Doriano guardò meglio i libri per capire che cosa avessero di così speciale. I dorsi erano larghi, con le cuciture orizzontali sporgenti, e alcuni non avevano la copertina di carta ma di un materiale che sembrava pelle.
– Ne posso toccare uno? – Brunilde annuì – Trattali con molta delicatezza! Alcuni sono vecchi come i personaggi dei libri di storia! – Doriano ne prese uno e lo annusò. Aveva uno strano odore che non era puzza ma nemmeno profumo: sapeva un po' di carta, un po' di pelle e perfino un po d'inchiostro. Le pagine avevano i bordi scuriti e, qua e là, delle chiazze giallognole. Le lettere delle parole sembravano disegnate e il colore nero in alcuni punti era sfumato nel rossastro oppure trapassato dietro, come quando usi un pennarello nuovo sul quadernone di scuola. Doriano lo ripose e ne prese un altro; lo aprì come se si trattasse di uno scrigno. A voltarle, le pagine scricchiolavano un po'. Non si capiva una sola parola, ma la cosa meravigliosa era che le lettere iniziali di ogni capitolo erano veri e propri disegni: piccoli ma perfetti. C'erano addirittura delle parti in oro, tutte scintillanti. – È bellissimo! Mi piacerebbe averne uno così.
Doriano non poteva ancora dire che i libri fossero interessanti quanto un gioco elettronico, ma gli era venuta voglia di vedere altre rarità.
⻓ Annalisa Strada, Abbasso i libri! Viva i libri!, Fabbri Editori
Il mio coniglietto di peluche
Adoro abbracciare il mio coniglietto di peluche. Profuma di mela, di liquirizia, di sapone, di rosa, di profumo della mamma, di riso, di pane tostato, di cera, di cane bagnato. E poi, soprattutto, mi ricorda l’odore del mio letto che di notte è tutto caldo. È soffice come una coccola e, quando lo guardo, i suoi occhi neri come l’inchiostro della mia penna preferita mi sorridono. Quando ero piccola gli mangiucchiavo le orecchie, che sapevano di zucchero filato, e lo sollevavo per la coda soffice come un batuffolo di cotone. E se gli schiaccio la pancia si mette a ridere!
⻓ Brigitte Minne – Natali Fortier, Adoro…, Ape Junior
Il fischietto
Toni ha un fischietto nuovo. È lucido, come d'argento, con l'imboccatura stretta, rettangolare. Dentro c'è una pallina che tintinna, in fondo finisce con un anello, per tenerlo in mano. È davvero un bellissimo fischietto.
Lo ha portato a casa il papà, e da due giorni Toni se lo tiene sempre con sé. La sera quando si spoglia lo mette sotto il cuscino, per essere sicuro di ritrovarlo subito quando si risveglierà il mattino dopo. Ha un suono così bello che mette di colpo allegria: è un suono così forte che sembra quello di un vigile quando vuole fermare una macchina.
⻓ Beatrice Garau, Toni, la bici, la pizza, Giunti
Descrivi anche tu sul quaderno un oggetto a te caro. Scrivo Descrivere
• Quali dati sensoriali sono presenti nel testo?
* Sottolinea di rosso le similitudini.
Analizzo
Sottolinea nel testo le parole che descrivono come è fatto l'oggetto e il paragone utilizzato dall'autore per descriverne il suono.
PER DESCRIVERE FENOMENI ATMOSFERICI
Analizzo
Per descrivere i fenomeni atmosferici si utilizzano le parole del tempo per evidenziare i cambiamenti subiti nei diversi momenti della giornata. Si utilizzano, inoltre, dati sensoriali, aggettivi, similitudini e metafore.
L'uragano
Una sera in cui gli uccelli volavano bassi e le formiche si agitavano più del solito per portare a termine in fretta il lavoro del giorno, il cielo si fece di piombo.
Dall’orizzonte cominciarono a salire nuvole immense, livide e gonfie da scoppiare.
All’improvviso si sollevò un vento impetuoso che fece stormire le fronde più alte degli alberi. Poi cominciò a piovere. Dapprima caddero alcune gocce tiepide e larghe, poi le gocce si tramutarono in scrosci violenti, che formarono ampie pozzanghere negli avvallamenti del terreno sulle margherite.
L’uragano durò a lungo, sempre più forte e rabbioso. Si udiva solo il sibilo del vento e il martellare dell’acqua sui tronchi e sui sassi.
Quando il tumulto cessò, il prato aveva l’aspetto di un pantano. Rivoli fangosi scorrevano dappertutto, portando carcasse di chiocciole, ragni e lombrichi insieme a foglie secche, detriti di legno e aghi di pino. Una desolazione.
⻓ Marisa Madieri, La radura, Einaudi
Sottolinea nel testo le parole che indicano lo scorrere del tempo.
Rispondi alle domande.
• Quali dati sensoriali sono presenti nel testo?
• Quale sensazione esprime l’autore?
Segna con una X .
• L’espressione “il cielo si fece di piombo” cosa significa?
Il cielo ha il colore del piombo
Il cielo è pesante come il piombo
• La descrizione dell’uragano è: oggettiva soggettiva
La neve
La neve continua a cadere, lenta, verticale, uniforme, e lo strato bianco si fa insensibilmente più spesso sugli orli dei davanzali, sulle soglie dei portoni, sui rilievi dei lampioni neri, sulla strada senza veicoli, sui marciapiedi deserti, dove i sentieri giallognoli, tracciati dai passanti nel corso della giornata, sono già scomparsi. E di nuovo si sta facendo notte.
⻓ Alain Robbe Grillet
Descrivi anche tu le emozioni provate osservando un paesaggio innevato, utilizzando opportunamente i cinque sensi.
La pioggia
La pioggia cade sempre più forte. I brillantini di acqua spariscono.
Tutto è diventato di un colore grigio, triste.
E adesso tutto mi sembra noioso. Guardo la pioggia cadere sempre uguale; intanto sogno cose meravigliose.
Sull’asfalto gli schizzi d’acqua sono chicchi di luce che rimbalzano, simpatici, qua e là.
Gli schizzi sembrano piccoli pesciolini guizzanti in un grande mare nero.
Non smette di piovere, le nuvole coprono di nuovo il sole e tutto torna grigio e nebbioso come prima.
⻓ Alice Sturiale, Il libro di Alice, Edizioni Polistampa
Analizzo
Sottolinea nel testo la similitudine e le metafore.
Descrivi anche tu sul quaderno la pioggia, esprimendo le tue sensazioni e utilizzando opportunamente i dati sensoriali. Arricchisci il testo con similitudini e metafore.
Scrivo
Descrivere FENOMENI ATMOSFERICI
LA DESCRIZIONE NELLA NARRAZIONE
LE SEQUENZE DESCRITTIVE
In ogni tipo di testo narrativo si possono incontrare delle sequenze descrittive che arricchiscono il racconto, evidenziando le caratteristiche dei personaggi e delle loro emozioni, di un animale, di un luogo, di un oggetto, di un fenomeno atmosferico.
A caccia con zia Ross
Io e zia Ross, per diverse estati, abbiamo trascorso insieme una settimana in Sardegna, in una località che si chiama Rena Majore. Il posto era davvero stupendo: casette immerse nel verde e un mare dal colore smeraldo. Tutte le mattine, preparavamo le borse della spiaggia e andavamo nella insenatura di Rena Matteu, la nostra preferita e, prima di fare il bagno… iniziava la caccia!
Analizzo
Sottolinea nel racconto le parole che descrivono il luogo, l'oggetto e le emozioni provate dalla nipote di zia Ross.
La sabbia, morbida e “borotalcosa”, infatti, nascondeva microscopici dischetti bianchi di forma ovale e molto duri al tatto, quasi impossibili da trovare ad occhio nudo! La prima volta che ne ho trovato uno, la zia mi ha spiegato che si trattava di piccoli coperchi calcarei di conchiglia, utilizzati dall’animale che vive all’interno per chiudersi dentro la sua “casetta”. – Una specie di tappo! – Ho detto alla zia e lei è scoppiata a ridere e ha annuito.
La parte superiore di questo coperchietto è morbida al tatto, arancione con un ghirigoro beige a forma di occhietto disegnato sopra, per questo motivo li chiamano: “Occhi di Santa Lucia”. Io e la zia facevamo a gara a chi ne trovava di più e vincevo sempre io! Alla fine delle vacanze tornavamo a casa con il nostro ricco bottino. Da qualche anno però, non vado più a Rena Majore, perché la zia è volata in cielo all'improvviso…
Il giorno che mamma me l’ha detto, ho cercato l’occhietto più bello e profumato e le ho chiesto di farmi un ciondolo da tenere al collo. Quando mi manca la zia, accarezzo il mio ciondolo e all’improvviso sento il sole caldo sulla pelle e vedo il verde del mare e so che la zia è sempre là, che raccoglie occhietti sulla spiaggia e mi sorride.
⻓ P. Gentile
Una casa da sogno
Il papà è partito per fare i lanci con il paracadute e la mamma lo ha accompagnato. Perciò Tim è andato a dormire dalla nonna.
Passa spesso da lei i mercoledì pomeriggio e i fine settimana. È proprio felice di andare in quella casa col pavimento di piastrelle colorate, con i muri e i soffitti dipinti con decori, lacche e velature.
Anche i vetri delle porte e delle finestre sono decorati con disegni accuratissimi. In trasparenza si vedono un airone che pesca una rana in un acquitrino e due bambini che raccolgono ciliegie in un frutteto.
Quella della nonna è una piccola casa, ma per Tim è una «piccola casa da sogno!».
La cosa che Tim ama di più, quando è dalla nonna, è il fatto di poter dormire con lei nel lettone. La camera da letto è nera come il cuore della notte e protetta da pesanti tende di velluto. Là, cullato dal ticchettìo rassicurante della sveglia, Tim non fatica ad addormentarsi: sprofonda nel sonno con piacere, come una biglia di vetro casca in un sacco di piume.
Il bambino adora vedere la nonna alzarsi al mattino con quella sua lunga camicia da notte. Apre piano piano la porta del bagno e il sole, come una polvere di luce, entra nel buio della stanza con un fascio di raggi gioiosi.
Tim si diverte a sentire là fuori il gallo che risponde a un colombo che tuba. L’aria è intrisa di profumo di caffè.
– Colazione, tesoro? – gli chiede la nonna.
Allora Tim salta giù dal letto, avvolto in una calda coperta. Scende le scale, tenendo in mano un lembo di tessuto per non inciampare, atterra al piano di sotto e si siede al tavolo della cucina. Davanti a lui, la nonna appoggia una grande tazza di caffellatte e un bel po’ di pane imburrato. Poi si siede accanto al nipote e si serve, a sua volta, una grande tazza di caffè.
Così, completamente in disordine e spettinati, mangiano ascoltando distrattamente la radio. Questa per Tim è felicità!
⻓ Marie Desplechin, Una goccia d’amore in un mare d’amicizia, San Paolo
LA DESCRIZIONE NELLA NARRAZIONE
Analizzo
Rispondi alle domande.
• Che cosa viene descritto nel racconto?
• Le descrizioni presenti nel testo sono soggettive. Qual è la loro funzione?
• Quali emozioni prova T im quando va a casa della nonna?
Nel testo sono presenti alcune similitudini, sottolineale.
Laboratorio di ASCOLTO
Mrs. Granger
1 Ascolta il testo con attenzione.
Mrs. Granger aveva i capelli quasi bianchi, tirati e raccolti dietro alla testa in una cosa che assomigliava a un nido. Non portava mai i pantaloni a scuola. Aveva due completi gonna e giacca che portava sempre con sotto una camicia bianca…
⻓ A. Clements, Drilla, Bompiani
Brano completo in Guida
2 Come definiresti il carattere di Mrs. Granger?
Severa
Simpatica
Comprensiva
3 Rispondi.
• A cosa si riferisce l’espressione “quando li accendeva al massimo riuscivano a farti sentire un granello di polvere”?
• Qual è il significato “Mrs. Granger aveva la vista a raggi X?”
Aveva la vista annebbiata Non le sfuggiva nulla
4 Segna con una X le informazioni corrette relative all’aspetto fisico e all'abbigliamento di Mrs. Granger.
CAPELLI
Neri
Quasi bianchi
STATURA
Alta e robusta
Piccolina
OCCHI
Azzurri
Grigio scuro
ABBIGLIAMENTO
Pantaloni
Gonna e giacca
ASCOLTA IL BRANO
Il parco
1 Ascolta il testo con attenzione.
Il parco era quadrato e verde.
I prati erano attraversati da neri e orribili sentieri asfaltati.
Nel parco c'erano cespugli, verdi e folti d'estate, spogli e neri d'inverno.
D'estate quando Giacomo si metteva sotto gli aceri folti e alzava gli occhi, osservava il cielo verde e ascoltava gli uccelli che cantavano divinamente.
⻓ T. Haugen
Brano completo in Guida
2 Quali dati sensoriali sono presenti nel testo?
Segna con una X .
Gustativi
Visivi
Olfattivi
3
Tattili
Uditivi
Segna con una X le affermazioni corrette.
Il parco era quadrato e verde.
In estate il parco era pieno di alberi e cespugli spogli e neri.
D'estate Giacomo si metteva sotto gli aceri e guardava il cielo.
In inverno il cielo sopra quegli stessi aceri era sempre nuvoloso.
Prima che le foglie cadessero, i cespugli erano pieni di nascondigli.
D'estate il parco era frequentato solo dai nonni.
Il parco d'estate era pieno di rumori provocati dai bambini.
Giacomo riusciva a vedere e a sentire il vento che abitava nelle chiome degli alberi.
AUTOVALUTAZIONE
ᄗ Hai capito i testi letti dall’insegnante?
Completamente
Un po’
No
ᄗ Segna con una X . Riconosco le caratteristiche del racconto di avventura
ᄗ Ti sei distratto durante l’ascolto?
Sì
Un po’ No
Devo esercitarmi sul racconto di avventura
Ripasso con la MAPPA
È un testo che vuol spiegare con le parole la realtà che ci circonda . Lo scopo è quello di arricchire di particolari la narrazione .
Si possono descrivere, persone, emozioni, animali, oggetti…
CHE COSA DESCRIVE
CHE COS'È
Si utilizzano i dati sensoriali visivi, uditivi, olfattivi, gustativi, tattili, aggettivi e similitudini.
CHE COSA UTILIZZA
IL TESTO
DESCRITTIVO
ORDINE DESCRITTIVO
TIPO DI DESCRIZIONE
ORDINE LOGICO
• dal generale al particolare
• dal particolare al generale
ORDINE SPAZIALE
• usando gli indicatori spaziali
ORDINE TEMPORALE
• descrivendo i cambiamenti nel tempo (com'era prima, com'è dopo)
• Soggettiva se contiene impressioni, emozioni e giudizi personali.
• Og gettiva se è descritta così com'è, senza considerazioni personali.
SCRIVO anch’io!
DESCRIVERE PERSONE
* Per ciascun personaggio fai sul quaderno una breve descrizione aiutandoti con le illustrazioni.
Suggerimenti
• Il modo migliore per descrivere una persona è quello di cogliere alcuni aspetti del fisico, del carattere e dell’abbigliamento.
DESCRIVERE LUOGHI
* Per ciascun luogo fai sul quaderno una breve descrizione aiutandoti con le illustrazioni.
Suggerimenti
• Per descrivere il parco e la spiaggia utilizza i dati visivi (forma, posizione, movimento, colori), olfattivi (odori, profumi) e uditivi (il rumore del vento, delle onde…).
• Può essere utile utilizzare gli indicatori spaziali: davanti, a sinistra, a destra, più vicino, più lontano…
VERIFICA in itinere
Il giardino segreto
Che cos’era quella cosa quadrata e metallica che le sue mani sentirono e in cui le sue dita trovarono un buco?
Era la serratura di una porta che era stata chiusa per dieci anni. Mary allora mise una mano in tasca, tirò fuori la chiave e l’infilò nella toppa. Poi provò a girare. Le ci vollero tutte e due le mani per farlo, ma riuscì a girarla.
Respirò profondamente e si guardò alle spalle, ma non c’era nessuno. Fece un altro respiro profondo, perché non poteva farne a meno, spostò il sipario di foglie e spinse la porta che, piano piano, si aprì. Allora scivolò all’interno e chiuse la porta dietro di sé, rimanendovi appoggiata con la schiena, e si guardò intorno mentre il suo respiro si faceva sempre più rapido per l’eccitazione, la meraviglia e il piacere. Era dentro il giardino segreto.
Era il posto più bello e misterioso che si possa immaginare. Gli alti muri che lo racchiudevano erano coperti di rami nudi di rose rampicanti, così fitti che si erano intricati fra loro. Mary Lennox riconobbe le piante perché ne aveva viste molte in India. Tutto il terreno era coperto di erba scura invernale e di cespugli. C’erano anche altri alberi nel giardino, e una delle cose che rendeva quel luogo così strano e affascinante era che le rose rampicanti li avevano ricoperti e cadevano verso terra, formando dei festoni leggeri e svolazzanti che, qua e là, si erano attaccati l’uno all’altro o a un ramo più lontano, così da unire alberi diversi e formare dei deliziosi ponti. Non c’erano né foglie né rose sulle piante e Mary non sapeva se fossero morte o vive, ma i loro rami di un grigio leggero o marrone sembravano un mantello che coprisse ogni cosa, muri, alberi e anche l’erba scura, perché molte piante erano cadute dai loro sostegni e si erano sviluppate sul terreno. Era questa confusa massa che legava albero ad albero a rendere il giardino così misterioso.
Mary si allontanò dalla porta, camminando con cautela come se avesse paura di svegliare qualcuno. Era contenta che ci fosse dell’erba sotto i suoi piedi così da non fare rumore.
⻓ F. Burnett, Il giardino segreto, Giunti Jr
Comprendo
ᄗ Segna con una X .
• Cosa trova Mary oltre la porta?
Un giardino segreto
Un piccolo giardino
Un giardino abbandonato
• Cosa significa l’espressione “sipario di foglie?”
Un sipario copriva la porta
Le foglie formavano un sipario davanti alla porta
• Come diventa il respiro di Mary quando è dentro il giardino?
Sempre più rapido
Molto affaticato
• Cosa prova Mary quando scopre il giardino?
Meraviglia
Piacere Tristezza
• In quale stagione è descritto il giardino?
Primavera
Inverno Autunno Estate
Verso l'INVALSI
ᄗ L'aggettivo adatto a definire Mary è:
A. sensibile
B. prudente
C. paurosa
D. allegra
AUTOVALUTAZIONE
ᄗ Come hai svolto la verifica?
Con facilità
Con qualche difficoltà
Con difficoltà
ᄗ Segna con una X .
• Il testo è: narrativo informativo descrittivo poetico
• La descrizione è: oggettiva soggettiva
• Il linguaggio è: ricco di aggettivi e di paragoni preciso e tecnico
• A che cosa vengono paragonate alcune piante di rose?
A festoni leggeri e svolazzanti
A piccoli alberi
• Quali dati sensoriali prevalgono nel testo?
Uditivi Analizzo
Olfattivi
Visivi
Gustativi
Tattili
ᄗ Il sinonimo della parola “meraviglia” è:
A. squallido
B. incantevole
C. spaventoso
D. misterioso
ᄗ Segna con una X . Riconosco le caratteristiche del testo descrittivo
Devo esercitarmi sul testo descrittivo
PRIMAVERA Le stagi oni
Primavera
Quando il cielo ritorna sereno come l’occhio di una bambina, la primavera si sveglia. E cammina per le mormoranti foreste, sfiorando appena con la sua veste color del sole i bei tappeti di borraccina. Ogni filo d’erba reca un diadema, ogni stilla trema. Qualche gemma sboccia un po’ timorosa, e porge la boccuccia color di rosa per bere una goccia di rugiada…
⻓ U. Betti
LE MIE EMOZIONI
* Rispondi alle domande.
• Che emozioni provi osservando le immagini?
• E leggendo la poesia?
• Cosa rappresenta il dipinto?
• Quali sono gli elementi che ti colpiscono di più?
SCRIVIAMO IN COPPIA
* Dopo aver osservato le immagini lavora in coppia con un compagno/a e, immaginando di stare in un bellissimo giardino, descrivete gli aspetti della primavera: fiori, colori, profumi, canti di uccelli, voli di rondini, esprimendo le emozioni che suscitano in voi. Poi confrontatevi con la classe.
IO ARTISTA
* Rappresenta, con la tecnica pittorica che preferisci, un giardino fiorito esprimendo con i colori le tue sensazioni.
PICCOLI POETI
* Dopo aver letto il testo poetico e osservato il dipinto, scrivi nel riquadro una breve poesia sulla primavera.
Giuseppe Faraone, La primavera
Comprendo
Rispondi alle domande.
• Quale sorpresa fecero i nonni a Camilla il giorno di Pasqua?
• Cosa mostrò la nonna a Camilla entrando in cucina?
• Secondo te per Camilla fu una Pasqua speciale? Perché?
• Quale sorpresa hai ricevuto il giorno di Pasqua? Racconta. Parlo di me
Sorprese di Pasqua
Camilla era andata a trascorrere le vacanze di Pasqua dai nonni Andrea e Carolina, che abitavano in un paesino di montagna. Era tanto contenta quando poteva stare con loro, e poi quella vita in montagna, contrariamente a quella di città, la incuriosiva e la divertiva molto.
Quanti alberi e quanti fiori da scoprire e da ammirare durante le passeggiate nel bosco: ciclamini, viole e graziosi fiorellini bianchi a forma di stella, altri gialli simili a margherite.
– Nonno, perché sorridi? – gli chiese una mattina Camilla.
– Ora non posso dirtelo, ma presto ti faremo una bella sorpresa.
Camilla rimase perplessa. Quale sorpresa poteva mai ricevere dai nonni se non l’uovo di cioccolata?
La mattina di Pasqua se ne restò a letto, tutta rannicchiata sotto le coperte, pensando al buon pranzetto e alle sorprese dell’uovo di cioccolato, quando suo nonno entrò in camera sorridente, tenendo tra le braccia un meraviglioso coniglietto.
Era un batuffolo di lana bianca che aveva al collo un collarino rosso fiammante su cui c'era scritto: “A Camilla da nonno Andrea e nonna Carolina”.
Dopo un po’, nonna Carolina entrò in cucina con una grande cesta.
– Che splendore! Sembra una nuvola d’oro – esclamò Camilla osservando con stupore i pulcini che pigolavano agitando le alucce e accarezzando il coniglietto, che si era appena addormentato tra le sue braccia. Poi disse: – Ti chiamerò Fiocco – e gli sussurrò dolcissime parole.
Ogni ora, ogni giorno che passava, Camilla osservava Fiocco.
Il piccolino era una sorpresa continua. Gli si era così affezionata che pensava con rammarico alla partenza, questa volta aveva un motivo in più per rattristarsi!
E D U C AZIONE CIVICA
LIFE SKILLS
* Questa testimonianza racconta una delle situazioni in cui potevano trovarsi gli ebrei in Italia a partire dal 1938, quando entrarono in vigore le leggi razziali contro di loro.
• Riesci a immaginarti nei panni di Liliana Segre? Che cosa avresti provato?
• Come ti saresti comportato/a? Confrontati con la classe.
* Scopri con i compagni e le compagne gli ingredienti della pace: accoglienza, dialogo, nonviolenza, rispetto e utilizzali ogni giorno per superare alcune situazioni difficili come i litigi.
Per non dimenticare
Binario
21
In fondo al binario senza ritorno. L’ultima volta che vidi papà.
«Poi un giorno a tavola tuo padre ti dice che non puoi più frequentare la scuola, che non andrai in terza elementare. Hai 8 anni e non capisci. Ti dicono che ci sono “nuove leggi” e che per gli ebrei ora è così. E pazienza se per te essere ebrea fino a quel momento significa soltanto l’esonero dall'ora di religione cattolica. Ma c'è qualcosa di peggio del non poter più andare a scuola: è l'indifferenza degli altri, il silenzio, l'alzata di spalle della maestra Cesarina che, invitata a casa per darti conforto, dice: “Non le ho mica fatte io le leggi”. E poi le compagne che non ti cercano più, il vicino di casa che smette di salutare la tua famiglia, gli amici che spariscono. Io mi ricordo quando il 30 gennaio del 1944, a tredici anni, fui costretta a salire sul camion che attraversava Milano per raggiungere i sotterranei della stazione Centrale. Partii con mio papà. Quando arrivammo a destinazione, io mi ricordo gli ordini dei soldati: “Uomini a destra e donne a sinistra”. E poi mio papà non lo vidi mai più. E imparai a non concedere ai miei carcerieri il dominio della mente». Liliana Segre è sopravvissuta. Il 27 gennaio 1945 le sbarre del cancello di Auschwitz vengono abbattute. Per oltre quarant’anni Liliana Segre ha vissuto nel silenzio, poi ha cominciato a raccontare e a testimoniare nelle scuole, nei convegni. Lo fa ancora oggi: «Quando giro per le scuole, io invito sempre i ragazzi a non essere indifferenti. È peggio della violenza. L’indifferenza è come una nuvola grigia, è terribile perché non si può far nulla a chi si gira dall’altra parte. Per questo è necessario trasmettere. Parlare e mettere al bando l’indifferenza».
⻓ Corriere del 13/01/2015
EDUCAZIONE C I V ICA
Le pietre di inciampo
Dal 1993 l’artista tedesco Gunter Demnig ha ideato il progetto delle “pietre di inciampo”. Ce ne sono 50.000 sparse in tutta Europa. Su ogni pietra sono incisi pochissimi dati: il nome della persona, la data di nascita e il luogo e, quando è nota, la data di morte.
Le pietre di inciampo riportano alla memoria le persone deportate nei campi di sterminio.
A Milano ci sono le pietre di inciampo.
La prima pietra è stata posata in corso Magenta 55, dove abitava Alberto Segre.
I graffiti raccontano
Banksy è un artista e writer inglese, di cui non si conosce l’identità, che con i suoi graffiti ha ricoperto i muri di tutto il mondo. Molte le sue opere ispirate alla pace.
* Banksy è un famoso esponente della street art. Divisi in gruppi, ricercate notizie su questa forma d’arte e le opere più famose nel mondo. Poi, ognuno di voi realizzi un disegno sulla pace, arricchito da riflessioni. Con i vostri lavori realizzate una mostra di fine anno.
⻓ Banksy, Il bambino che mette il fiore nel fucile del soldato
COMPITO DI REALTÀ
Il testo POETICO
La poesia è un testo che usa parole in modo originale per esprimere emozioni, sentimenti, idee, per descrivere persone, luoghi, per comunicare un messaggio.
Chi? STRUTTURA
È scritto in versi liberi o in rima (baciata, alternata, incrociata) raggruppati in strofe.
LINGUAGGIO
Il linguaggio della poesia è ricco di figure retoriche che creano immagini.
SIMILITUDINE
Un paragone fatto tra due elementi. È introdotta da “sembra”, “somiglia a”, “come”...
METAFORA
Il significato di una parola viene trasferito ad un’altra con caratteristiche comuni. È una similitudine abbreviata senza l’utilizzo delle parole “sembra”, “somiglia a”, “come”.
PERSONIFICAZIONE
L’attribuzione di caratteristiche umane ad animali, ambienti e oggetti.
ALLITTERAZIONE
La ripetizione di suoni identici all’interno di parole diverse, nello stesso verso o in versi successivi.
ONOMATOPEA
Parole che riproducono suoni, rumori di oggetti, versi di animali.
Dove? TIPOLOGIE
Sono testi poetici:
• filastrocca
• poesia
• nonsense
• limerick
Addio tempesta
Addio, rabbia di tempesta!
Addio, strepitìo di tuoni!
Vanno in fuga i nuvoloni e pulito il cielo resta.
Addio pioggia! Qualche stilla dai molli alberi si stacca: ogni foglia, fiore o bacca al novello sole brilla.
Consolato il mondo tace.
Su ciascuna afflitta cosa come un balsamo si posa la serena amica pace.
⻓ S. Novaro
Rispondi alle domande.
• Da quante strofe è composta la poesia?
• Quanti versi ci sono in ogni strofa?
Sottolinea le rime presenti nella filastrocca.
LA FILASTROCCA
La filastrocca è un testo poetico che diverte, è scritto in rima. La ripetizione dei suoni dà al testo ritmo e musicalità. Le rime sono ripetizioni di suoni tra le parti finali delle parole che compongono i versi di una poesia. I versi possono rimare tra loro in maniera diversa secondo vari schemi.
Una scuola nel bosco
Oggi ho sognato una scuola nel bosco
Parlavo a un albero che non conosco
Guardavo un cielo di un altro colore
Senza sentire nemmeno un motore
Avevo in tasca un immenso quaderno
Per conservare le foglie d’inverno
A un certo punto, a darci lezione
C’erano un fungo, una lepre e un piccione
Sarà durato pochi minuti
E noi nel bosco, felici e seduti.
⻓ Sabrina Giarratana, Filascuola, Nuove edizioni romane
RIMA BACIATA
Il verso rima con quello seguente secondo lo schema A A B B .
Sognare un viaggio A
verso un miraggio A di colline ardenti B
cieli splendenti B
⻓ M. Argilli
RIMA ALTERNATA
Il primo verso rima con il terzo, il secondo con il quarto, secondo lo schema A B A B
Ti fermi e rimani , A ti siedi e mi vedi B
Calmatevi mani , A fermatevi piedi . B
⻓ Bruno Tognolini
Sottolinea nella poesia le parole in rima.
• Nella poesia “Una scuola nel bosco” la rima è: baciata alternata incrociata Analizzo
RIMA INCROCIATA
Il primo verso rima con il quarto, e il secondo con il terzo seguendo lo schema A B B A .
Avrò gusti superati A e vi chiedo perdono : B per me i grattacieli sono B più comodi sdraiati A
⻓ G. Rodari
LA SIMILITUDINE
La similitudine è un paragone tra immagini che hanno delle qualità e delle caratteristiche in comune. È introdotta da: come, sembra, pare, somiglia a, è simile a… Esse creano immagini espressive capaci di suscitare emozioni.
Ballerina
L'elegantissima vanessa che s'allontana e si avvicina a questo fresco fiore di peonia è come una stupenda ballerina che turbina magicamente su un tappeto di fuoco e di profumo sulla punta delle dita, e, tra cuscini morbidi di rosa, cade sfinita.
⻓ Corrado Govoni
Analizzo
• Il poeta paragona la farfalla
• Che cosa hanno in comune la farfalla e una ballerina?
L'aspetto
Il movimento
LA METAFORA
La metafora è una similitudine abbreviata: due elementi vengono paragonati tra loro, ma senza utilizzare le parole come o sembra.
La luna al guinzaglio
Con te la luna è buona, mia savia bambina: se cammini, cammina e se ti fermi tu si ferma anche la luna ubbidiente lassù.
È un piccolo cane bianco che tu tieni al guinzaglio, è un docile palloncino che tieni per il filo: andando a dormire lo leghi al cuscino, la luna tutta notte sta appesa al tuo lettino.
⻓ G. Rodari, Filastrocche in cielo e in terra, Feltrinelli
* Nella seconda strofa ci sono due metafore, sottolineale e utilizzale per scrivere una poesia.
* Questa poesia è: in rima in versi liberi
* Sottolinea la metafora presente nella poesia.
La rugiada
La luce dell’alba svela un incanto: le stelle sono cadute nel giardino e scintillano una a una.
⻓ C. Broutin, Filastrocche del tempo che fa, Motta Junior
LA PERSONIFICAZIONE
La personificazione è un'immagine p oetica che consiste nell'attribuire delle caratteristiche umane ad animali, oggetti, luoghi o elementi della natura.
Mi piace il vento
Mi piace il vento perché spettina il mondo.
Mi piace il vento
Perché gioca con tutto
E ride anche da solo E parla con le foglie
E se gli viene da piangere non importa se qualcuno lo vede si siede e piange e nessuno riesce a consolarlo se lui non vuole.
⻓ G. Quarenghi, E sulle case il cielo, Topipittori
* Sottolinea le personificazioni presenti nella poesia.
* Scrivi anche tu una poesia sul vento attribuendogli azioni tipiche delle persone. Puoi iniziare così:
Mi piace il vento quando mi spettina quando corre nei giardini e soffia sulle foglie.
L'abete
Mi piace stiracchiarmi quando la neve sta zitta mi piace addormentarmi quando cade più fitta.
⻓ AA.VV., Pin Pidìn, Feltrinelli
* Quali azioni umane compie l'abete?
L'ALLITTERAZIONE
L’allitterazione è la ripetizione di suoni identici all’interno di parole diverse, nello stesso verso o in versi successivi. Lo scopo di questa ripetizione è di stabilire un legame tra il suono e il significato della parola.
E l'acqua
E l’acqua fresca nasce fa ruscelli scende casca sui sassi scroscia e frusciando fa il fiume.
⻓ Roberto Piumini
Quali lettere o gruppi di lettere si ripetono nella poesia?
A quale suono rimandano?
Le parole adatte
Quando fa caldo caldo molto caldo se mi parlate per favore usate solo parole con molte effe e vi fffresche e vvventose.
Parlatemi con soffi, con affetto, parlatemi davvero, siate affabili, parlatemi di tuffi, stoffe, staffe, avventure, avvocati con i baffi e quando finirete le parole per favore ditemi solo ffff e vvvv, ma tanto, fin quando viene sera e cala il sole.
⻓ R. Piumini, Io mi ricordo quieto patato… Nuove edizioni Romane
Nella poesia quali consonanti vengono ripetute più volte?
Cosa producono?
Analizzo
Analizzo
L'ONOMATOPEA
L’onomatopea è una parola che riproduce dei suoni (voci, rumori, versi di animali).
* Sottolinea nella poesia le onomatopee.
La pioggia
Tic tac
La pioggia cade cade svelta sulle strade. Balla e canta: tic e tac.
Con l’ombrello vo bel bello nelle pozze a far cic ciac. Scendi scendi pioggia bella, canta a tutti la novella della nuvola piccina che s’è sciolta stamattina.
⻓ Gianni Rodari
* Scrivi tu la parola onomatopeica.
• Rombo di una moto H
• Applauso H
• Tuffo H
• Grandine H ...................................................................
GIOCHIAMO CON…
L'ONOMATOPEA
Pensa a un suono o a un rumore (la pentola che bolle, il suono della sveglia, di un campanello) e prova a inventare con alcuni di essi una breve poesia.
Il nonsense è un tipo particolare di filastrocca, privo di logica. È scritto per divertire con giochi di parole che rappresentano situazioni assurde.
1. La tartaruga
Questa sarta tartaruga fa modelli in cartasuga sotto gli occhi ha qualche ruga con due foglie di lattuga se le bagna e se le asciuga ma non sogna che la fuga.
⻓ T. Scialoja
2. Il pesce
Un pesce incravattato entrò al supermercato con scarpe di vernice e chiese all’inserviente (che del supermercato sapeva tutto e niente) due bisce al mascarpone per farci colazione.
⻓ A. Molesini
3. La giraffa
Una giraffa assai dispettosa mostrava la lingua senza posa. Ma un giorno che c’era troppo vento la ritirò in un solo momento.
⻓ Emme Erre
* Completa la tabella con le informazioni che ricavi dai testi poetici.
IL LIMERICK
Il limerick è un breve componimento poetico tipico della lingua inglese. Segue regole precise: è formato da cinque versi.
• 1° verso: presenta il protagonista.
• 2° verso: descrive una caratteristica o azione bizzarra.
• 3° e 4° verso: precisano le conseguenze di tale azione.
• 5° verso: definisce il protagonista attraverso l’aggiunta di aggettivi.
C'era una signorina
di Tarcento
C’era una signorina di Tarcento che suonava col suo flauto d’argento; modulava ballabili con brìo ai porcellini bianchi di suo zio, quella spassosa signorina di Tarcento.
⻓ Edward Lear, Il libro dei nonsense, Mondadori
La signorina di Milano
C'era una signorina di Milano che mangiava il risotto piano piano, esaminava i chicchi uno a uno correggendo gli errori di ciascuno, quella pedante signorina di Milano.
⻓ Paolo De Benedetti, Nonsense e altro, Libri Scheiwiller
Compito di REALTÀ
Si scelgono dieci limerick.
• Ciascun componimento viene diviso in versi, che verranno tagliati e messi in una scatola.
• Ogni alunno ne sceglierà due che utilizzerà per comporre un limerick.
• Poi a turno ognuno reciterà il suo testo poetico.
• Selezionare, infine, i limerick più divertenti e partecipare a un concorso di poesia.
Parole, musica e…
LA CANZONE
La canzone è una forma d'arte che unisce la musica alla poesia, creando un'esperienza emotiva e sensoriale unica. Le parole di una canzone sono composte con attenzione ai suoni, ai ritmi e ai significati, proprio come i versi di una poesia.
Supereroi
di Mr Rain
[...]
Camminerò
A un passo da te
E fermeremo il vento come dentro gli uragani
Supereroi
Come io e te
Se avrai paura allora stringimi le mani
Perché siamo invincibili vicini
E ovunque andrò sarai con me
Supereroi
Solo io e te
Due gocce di pioggia
Mr Rain, Mattia Balardi, è un cantautore e rapper italiano nato a Desenzano del Garda nel 1991. Ha iniziato la sua carriera musicale pubblicando brani su YouTube, guadagnando rapidamente popolarità grazie al suo stile unico e alle liriche profonde.
Che salvano il mondo dalle nuvole
[...]
* Scegli la canzone che ti ha maggiormente colpito e rappresentala con un disegno usando la tecnica pittorica che preferisci.
* Con i tuoi compagni e compagne mentre ascolti le canzoni, esprimi le tue emozioni con il movimento.
... Movimento
Mondo
di Cesare Cremonini
Ho visto un posto che mi piace si chiama Mondo
Ci cammino, lo respiro, la mia vita
è sempre intorno
Più la guardo, più la canto più la incontro
Più lei mi spinge a camminare come un gatto vagabondo
Ma questo è il posto che mi piace si chiama Mondo…
Quando mi vieni a prendere?
di Ligabue […]
Quando mi vieni a prendere?
Quando finisce scuola?
Quando torniamo ancora insieme a casa?
Quando mi vieni a prendere?
Dammi la tua parola
Vieni un po' prima, fammi una sorpresa
Cesare Cremonini è un cantautore e musicista italiano nato a Bologna il 27 marzo 1980. È diventato famoso come frontman del gruppo musicale Lùnapop con il successo del singolo “50 Special”. Dopo lo scioglimento del gruppo, ha intrapreso una carriera solista di successo.
Luciano Ligabue cantautore, regista e scrittore italiano nato a Correggio il 13 marzo 1960. Debutta nel mondo della musica nel 1990 con l'album omonimo “Ligabue”, e da allora ha pubblicato numerosi album di successo, diventando uno degli artisti più amati in Italia.
Sono solo e abbandonato
1 Ascolta il testo con attenzione.
Sono solo e abbandonato, tutto intorno è fosco e scuro, tra la mamma e la mia stanza c’è di mezzo questo muro.
Sono certo, sotto il letto, sul tappeto accovacciato, si nasconde un vecchio orchetto, con il gran naso schiacciato.
⻓
Simona Bonariva
Brano completo in Guida
2 Com’è il ritmo della filastrocca?
Lento
Veloce
3 Nella filastrocca ci sono parole che rimano tra di loro. Collegale correttamente con una freccia.
STANZA
SCURO ACCOVACCIATO LETTO
VECCHIO
MURO ORCHETTO
SCHIACCIATO
TAPPETO
4 Segna con una X la risposta corretta.
• I versi sono in rima?
Sì No
• Com'è la rima?
Baciata
Alternata
• Di che cosa parla la poesia?
Di un bambino solo e abbandonato
Di un bambino che è convinto di trovare sotto il letto un vecchio orchetto
• Cosa pensa il bambino del vecchio orchetto?
Che è simpatico
Che si sente solo
• Cosa decide di fare il bambino?
Di cacciare l’orchetto
Di invitarlo a dormire nel suo letto
• Cosa hai provato ascoltando il testo?
Sorpresa
Divertimento
Curiosità
Ripasso con la MAPPA
È un testo che usa parole in modo originale per esprimere emozioni, sentimenti, idee, per descrivere persone, luoghi, per comunicare un messaggio.
• Filastrocca
• Poesia
• Nonsense
• Limerick
TIPOLOGIE
SIMILITUDINE
Un paragone fatto tra due elementi. È introdotta da “sembra”, “somiglia a”, “come”...
CHE COS'È
È scritto in versi liberi o in rima baciata (AABB); alternata (ABAB); incrociata (ABBA). I versi possono essere raggruppati in strofe .
STRUTTURA
IL TESTO POETICO
LINGUAGGIO
Il linguaggio della poesia è ricco di effetti sonori creati dalle parole e di figure retoriche che creano immagini.
METAFORA
Il significato di una parola viene dato ad un’altra con caratteristiche comuni. È una similitudine abbreviata senza l’utilizzo delle parole “sembra”, “somiglia a“, “come”
ALLITTERAZIONE
La ripetizione di suoni identici all’interno di parole diverse, nello stesso verso o in versi successivi.
PERSONIFICAZIONE
L’attribuzione di caratteristiche umane ad animali, ambienti e oggetti.
ONOMATOPEA
Parole che riproducono suoni, rumori di oggetti e versi di animali.
1 Completa la filastrocca con le seguenti parole.
arriverà cammina niente dritto
Filastrocca impertinente
chi sta zitto non dice chi sta fermo non chi va lontano non si avvicina.
Chi si siede non sta ritto; chi va storto non sta e chi non parte, in verità, in nessun posto
⻓ G. Rodari, Filastrocche in cielo e in terra, Einaudi
2 Completa i nonsense.
Un signore di Forlì piangeva sempre di venerdì.
Una signorina di Torino si addormentò in un panino.
SCRIVO anch’io!
La zanzara Caterina balla il tango ogni mattina.
Una signorina col naso a spillo si innamorò di un coccodrillo.
Suggerimenti
Tu e i compagni e le compagne costruite un rimario. Il divertimento è assicurato!
Tanti, tanti anni fa
Tanti, tanti anni fa, ma non poi così tanti, stavo, grande rettangolo, nella classe dei nonni.
Sul grande piede di legno, ero nera e solenne.
Volendo, mi voltavano: su un lato ero nera a quadretti, dall’altro buio vuoto.
Veniva la maestra, veniva ogni bambino, con il gessetto in mano.
Scrivevano, scrivevano, ogni tanto il gessetto strideva, come un pianto.
Scriveva la maestra scriveva ogni bambino i segni del pensiero, bianco su nero.
Appeso al mio fianco, tondo, tutto ingessato, pendeva il cancellino.
⻓ Roberto Piumini, Che meraviglia, un ponte!, Einaudi Ragazzi
ᄗ Tra le seguenti parole: gessetto, cancellino, quadretti, il falso alterato è:
A. gessetto
B. cancellino
C. quadretti
D. nessuna
AUTOVALUTAZIONE
ᄗ Come hai svolto la verifica?
Con facilità
Con qualche difficoltà
Con difficoltà
Analizzo
ᄗ Rispondi alle domande.
• Da quante strofe è composta la poesia? ........................................................................................................................................
• Quanti versi in ogni strofa?
• Quanti versi in tutto?
• La poesia è scritta in versi liberi o in rima? ........................................................................................................................................
• Trascrivi la similitudine presente nella poesia.
ᄗ Ti sembra corretto l'utilizzo del tempo dei verbi presenti nel testo poetico?
Sì No
ᄗ Indica con una X quali delle seguenti parole non è un aggettivo:
A. grande
B. solenne
C. rettangolo
D. nera
ᄗ Segna con una X . Riconosco le caratteristiche del testo poetico
Devo esercitarmi sul testo poetico
Il testo INFORMATIVO
Il testo ha lo scopo di dare informazioni su argomenti di vario genere: storici, geografici, scientifici e di cultura generale.
STRUTTURA
Chi?
Titolo, sequenze informative o paragrafi, immagini e didascalie, schemi, tabelle e tutto ciò che aiuta a comprendere.
ORDINE
Dove?
Le informazioni possono essere esposte secondo l’ordine:
• CRONOLOGICO: quando i dati vengono esposti in successione temporale.
• LOGICO: quando vengono esposte prima le informazioni generali, poi quelle particolari.
• LOGICO-CAUSALE: quando si mettono in evidenza le relazioni di causa-effetto che legano tra loro le diverse informazioni.
LINGUAGGIO
Il linguaggio è chiaro e preciso. Si utilizzano termini specifici dell’argomento affrontato e parolechiave scritte in grassetto facilmente individuabili. Esse possono essere particolarmente utili quando si studia.
* Leggi il testo e rispondi alle domande.
La specie umana
Abbiamo molte cose in comune! Facciamo tutti parte della specie umana . La Scienza ha dimostrato, infatti, che discendiamo tutti dai primi esseri umani che vivevano in Africa . Questo però non significa che siamo uguali nel modo di pensare o di comportarci. Nel corso di migliaia di anni, distribuendosi sull’intero pianeta, gli esseri umani hanno sviluppato differenti linguaggi , tradizioni e credenze religiose . Oggi, dunque, il mondo è abitato da diversi gruppi umani, persone che condividono storia e cultura.
Condividere una stessa cultura vuol dire avere valori , conoscenze e comportamenti sociali comuni. Di una cultura fanno parte anche la lingua e il modo di pensare , le festività e la religione , l’ arte e la musica , il cibo , il modo di vestire
Grazie ai moderni mezzi di trasporto , possiamo viaggiare facilmente, portando con noi la nostra cultura e conservandola anche se viviamo lontano dal nostro
Paese d’origine . Molte nazioni oggi sono multiculturali , cioè abitate da persone provenienti da varie parti del mondo.
⻓ M. Hunter - Bone, T. Feldman. In giro per il mondo, Disney Libri
PER CAPIRE UN TESTO INFORMATIVO
• Leggi con attenzione il testo.
• Cerca sul vocabolario il significato delle parole che non conosci.
• Sottolinea le parole-chiave o le informazioni più importanti.
• Riassumi con frasi brevi, legando fra loro le informazioni.
• Ripeti più volte in modo da esporre in modo sicuro.
• Di che cosa parla il testo?
• Cosa ha dimostrato la Scienza?
• Da chi è abitato il mondo?
• Che vuol dire avere la stessa cultura?
• Che significa “Molte nazioni oggi sono multiculturali?”
* Aiutandoti con le parole-chiave evidenziate, esponi a voce il testo.
Utilizza le informazioni per fare il riassunto sul quaderno. Comprendo
Sottolinea nel testo le informazioni sulle caratteristiche delle tombe degli antichi Egizi.
Le tombe degli antichi Egizi
In un primo tempo, in Egitto, i faraoni, i nobili e i ricchi venivano sepolti in tombe costruite con mattoni di fango. Si chiamavano mastaba, una parola araba che significa “panchina di pietra”, e in effetti somigliavano a enormi panchine di pietra. Avevano il tetto piatto e le pareti inclinate.
La mummia non veniva deposta nella mastaba, ma sotto di essa, in una stanza chiamata camera sepolcrale. Era possibile che la camera sepolcrale si trovasse a più di 20 metri di profondità. Le mastabe venivano spesso costruite una vicina all'altra, il luogo in cui erano costruite più mastaba veniva chiamato “città dei morti”.
La prima piramide fu costruita da un architetto e sacerdote egizio chiamato Imhotep. Il faraone di Imhotep, Gioser (o Zoser), chiese al suo architetto di realizzare il più splendido monumento sepolcrale mai costruito. Così Imhotep progettò un'enorme mastaba di pietra. Sarebbe stata la più grande di tutto l'Egitto. Mentre la gigantesca tomba veniva costruita, il faraone Gioser decise che voleva di più, Imhotep cominciò a ingrandire la mastaba di pietra, poi gli venne un'idea. Decise di sovrapporre una seconda mastaba, più piccola, sopra alla prima, più grande. Poi, non contento, vi sovrappose una terza mastaba, e poi un'altra e un'altra ancora. Alla fine, il monumento sepolcrale di Gioser era formato da 6 mastabe sovrapposte. Era nata la prima piramide, alta quasi 60 metri.
Alla morte di Imhotep, gli Egizi lo onorarono come un dio. Piramidi a gradoni furono costruite anche per molti altri faraoni che regnarono dopo Gioser.
In seguito, gli Egizi cominciarono a costruire un altro tipo di piramide. Questo nuovo modello era inizialmente simile a una piramide a gradoni. Poi i gradoni venivano riempiti in modo che le pareti laterali della piramide risultassero perfettamente lisce.
⻓ Will Osborne, Mary Pope Osborne, Guida all'antico Egitto, Piemme Edizioni
Il Nilo e le imbarcazioni
Fin dai tempi preistorici, il Nilo era la principale “strada” dell'Egitto. Anche nella stagione in cui le acque erano più basse, il Nilo restava facilmente navigabile.
Le prime imbarcazioni che solcarono il Nilo erano semplici zattere costruite con fibre di papiro intrecciate. Il papiro, leggerissimo, consentiva un agile galleggiamento sull'acqua, un rematore spingeva l'imbarcazione con una pagaia.
In tempi successivi divennero di uso comune le barche di legno, più resistenti e sicure per il trasporto commerciale. Le barche venivano mosse dalla forza dei remi; le vele avevano forma rettangolare o, più raramente, triangolare ed erano decorate con disegni a stella o motivi geometrici. Più tardi le imbarcazioni divennero sempre più elaborate e sicure. Spesso avevano un ponte di legno rialzato, con al centro una cabina per il passeggero. Barche eleganti e veloci erano usate dai faraoni per le battute di pesca o di caccia all'ippopotamo. Grandi chiatte, manovrate da decine di rematori, trasportavano i blocchi di pietra necessari alla costruzione dei templi e delle piramidi. Quando si trattava di oggetti ancora più grandi (obelischi, statue monumentali…), il carico veniva sistemato su una grande zattera in legno duro che doveva essere trainata da una serie di imbarcazioni più piccole.
⻓ AA.VV., Gli antichi Egiziani, Giunti
Comprendo
Analizzo
Sottolinea nel testo le informazioni sulle caratteristiche delle imbarcazioni degli antichi Egizi.
Le informazioni sono esposte secondo un ordine: cronologico di causa-effetto
Completa.
Il Nilo era
Le prime imbarcazioni erano costruite
In tempi successivi le barche furono costruite , più resistenti e sicure. Più tardi le imbarcazioni avevano
Barche eleganti e veloci venivano
Grandi chiatte
Anche gli animali
si curano
Forse non tutti sanno che anche gli animali si curano, scegliendo fra centinaia e centinaia di specie di piante particolari che hanno il potere di guarire i loro mali o di sanare le loro ferite.
Ebbene, gli animali, a seconda del loro habitat, sanno cercare e scoprire le prodigiose sostanze in grado di ridare la salute e, non di rado, gli uomini si sono valsi dell'esperienza delle piccole creature del bosco o dell'aria e l'hanno fatta propria, utilizzando le stesse “medicine”.
Un esempio, tra i più significativi, dell'oculata scelta operata dagli animali nella ricerca delle piante curative, è quello rappresentato dai cervi, dalle pernici, dalle cicogne e dai colombi selvatici. Queste specie, quando sentono qualche malessere, prendono a mangiare avidamente le foglie dell'origano o del timo. Essi ricorrono a queste piante anche quando vengono trafitti da una spina, se colpiti non gravemente da una fucilata o da una freccia; in questi casi, gli animali ingurgitano grandi quantità di foglie e di fiori di origano o di timo e continuano a cibarsi quasi esclusivamente di queste piante fino a quando spine, frecce, piombo o schegge fuoriescono spontaneamente dalle ferite, che subito prendono a rimarginarsi.
Evidentemente gli oli essenziali contenuti nelle due pianticelle, provocando la formazione di nuovi tessuti, determinano un'azione di spinta verso il corpo estraneo e finiscono per espellerlo. Inoltre, le sostanze contenute nell'origano e nel timo, note per il loro potere disinfettante, evitano qualsiasi infezione derivante dalla ferita stessa.
Un altro esempio è la cura disintossicante che l'orso fa a primavera, al momento del risveglio dal letargo invernale, quando esce dalla sua tana indebolito e affamato; ancora prima di cominciare la ricerca del cibo e di dissetarsi, l'orso si mette a girare quasi con frenesìa per tutto il bosco e, finalmente, riesce a individuare la tenera vegetazione appena spuntata di un Arum.
Il grosso bestione comincia allora a scavare, mette allo scoperto il rizoma della pianta e lo rosicchia incurante del sapore acre, amarissimo, veramente disgustoso, quasi consapevole di dover ingurgitare la “medicina” che avrà il potere di liberare il suo sangue e i suoi visceri da tutte le tossine accumulate durante il letargo.
⻓ da “Scoprire”
* Per ogni sequenza informativa sottolinea e scrivi le informazioni più importanti, poi utilizzale per esporre a voce il contenuto del testo.
Le foreste
Le foreste sono il polmone della Terra: questi ambienti, infatti, producono ossigeno, senza il quale non potremmo sopravvivere.
�� Che cos'è una foresta?
La foresta è un'area naturale la cui superficie è ricoperta da alberi ad alto fusto. Attenzione: a volte usiamo il termine foresta come sinonimo di bosco e viceversa. Le foreste, però, sono aree molto più vaste e spesso più antiche rispetto ai boschi!
�� Quanti tipi di foreste esistono?
Le foreste mondiali vengono classificate secondo criteri geografici e botanici. Dal punto di vista geografico abbiamo le foreste: boreali , temperate , tropicali e subtropicali . Dal punto di vista botanico abbiamo invece: foreste di conifere, foreste di piante decidue (cioè quelle che perdono le foglie in autunno), foreste di piante sclerofille (con alberi bassi e arbusti a foglie dure e coriacee), foreste tropicali e pluviali .
La foresta è la casa della biodiversità: l'80% delle specie di animali terrestri si concentra proprio all'interno di questo meraviglioso habitat.
�� Le specie minacciate
Il leopardo dell'Amur si trova nelle foreste temperate di Corea, Cina nord-orientale e Russia orientale. Oggi purtroppo ne restano solo poche decine di esemplari. Nelle foreste dell'Africa centrale, i gorilla sono fortemente minacciati dal bracconaggio, dalle malattie e dalla deforestazione. L' ornitorinco è un mammifero particolare perché depone le uova. La sua sopravvivenza è minacciata dalle frequenti siccità australiane. La tigre di Sumatra è il principale predatore delle foreste dell'isola di Sumatra. Oggi conta sempre meno esemplari. Il rinoceronte è a rischio di estinzione per “colpa” del suo preziosissimo corno: i bracconieri, infatti, lo cercano per poterlo vendere a prezzi esorbitanti nel mercato nero. In Cina, metà delle foreste sono state abbattute. Qui vive il panda , che si nutre quasi esclusivamente di bambù. A causa della deforestazione, questa specie rischia l'estinzione.
⻓ M.W., Cosa, come, perché. La Terra, Sassi Junior
Leggi le domande e sottolinea con i colori corrispondenti le risposte nel testo. Cosa rappresentano le foreste?
Perché sono importanti? Secondo quali criteri vengono classificate?
Quante sono le specie di animali a rischio di estinzione?
Quali di queste specie sono minacciate dal bracconaggio?
Comprendo
Il baobab
I baobab sono alberi iconici e maestosi, noti per il loro aspetto unico e le loro molteplici utilità. Originari delle regioni aride dell'Africa, questi alberi sono venerati non solo per la loro longevità e resistenza, ma anche per i numerosi benefici che offrono alle comunità locali. Il baobab, appartenente alla famiglia delle Malvaceae, è uno degli alberi più antichi e longevi del mondo. Può vivere per migliaia di anni e raggiungere 25-30 metri di altezza. Il tronco può avere un diametro che varia da 7 a 11 metri, immagazzinando grandi quantità d'acqua, fino a 120.000 litri, che gli permettono di resistere alla siccità. Le radici si estendono per decine di metri, assorbendo acqua da strati profondi del suolo. Le foglie sono di colore verde brillante. I fiori sono grandi, bianchi e pendenti, con un profumo intenso che attira pipistrelli e insetti notturni, principali impollinatori dell'albero. Il frutto del baobab è una capsula ovale e legnosa, contenente una polpa ricca di vitamina C. Ogni parte dell'albero ha un'utilità specifica: la corteccia per produrre fibre e corde, le foglie come verdura o per infusi medicinali, i frutti consumati freschi o in polvere e i semi utilizzati per estrarre olio. Il baobab è un simbolo di resistenza, adattabilità e generosità della natura, fondamentale per la vita nelle regioni aride dell'Africa.
Comprendo
Completa la scheda informativa del baobab.
Famiglia
Habitat
Altezza
Tronco
Foglie
Fiori
Frutto
Usi
Il testo informativo in questo caso è un testo misto perché è integrato da immagini specifiche che chiariscono e ampliano le informazioni.
I fiumi italiani
I fiumi italiani si possono suddividere in tre gruppi.
• I fiumi alpini nascono dalle Alpi; presentano abbondanza d’acqua durante tutto l’anno, perché sono alimentati dalle piogge, dalle nevi e dai ghiacciai. Il maggiore di tutti i fiumi d’Italia è il Po con i suoi 652 chilometri di lunghezza. Nasce dal gruppo montuoso del Monviso, in Piemonte, e arriva in pianura dove si ingrossa rapidamente dopo aver raccolto le acque dei suoi numerosi affluenti. Essi costituiscono il suo bacino idrografico, che copre circa un quarto dell’intero territorio italiano. Scorre poi attraverso la Pianura Padana e sfocia nel Mare Adriatico, come l’Adige, il Brenta, il Piave,il Tagliamento e l’Isonzo.
• I fiumi appenninici nascono negli Appennini e spesso sono brevi; nelle stagioni piovose la loro portata d’acqua è elevata, mentre nei periodi di siccità risulta ridotta e perciò si dice che hanno carattere torrentizio. Solo due fiumi appenninici fanno eccezione: l’Arno, che nasce dal monte Falterona e bagna Firenze, e il Tevere, che nasce dal monte Fumaiolo e attraversa Roma. Entrambi versano le loro acque nel Mar Tirreno.
• I fiumi delle isole sono caratterizzati da corsi brevi e poveri d’acqua per gran parte dell’anno.
Un tratto del fiume Po nei pressi di Torino.
Comprendo
Rispondi alle domande.
• Quali informazioni ricavi dal testo?
• Quali dalla carta tematica dei fiumi d'Italia e dalla tabella?
Po 652 km
Adige 410 km
Tevere 405 km
Adda 313 km
Oglio 280 km
Tanaro 276 km
Ticino 248 km
Arno 241 km
Piave 220 km
Reno 211 km
Fiume
Lunghezza
Nasce dalle Alpi
Nasce dagli Appennini
Un tratto del fiume Adda.
Laboratorio di ASCOLTO
La biblioteca di Assurbanipal
1 Ascolta il testo con attenzione.
Questa immensa biblioteca era stata voluta nel palazzo reale di Ninive dal grande re assiro Assurbanipal, che amava la cultura e l’arte.
Il re volle allestirla per celebrare soprattutto la sua grandezza e il suo valore in battaglia, ma gran parte delle circa 20.000 tavolette di argilla che vi erano conservate, ci permettono anche di ricostruire la storia e il modo di vivere degli Assiri.
⻓ deagostiniscuola.it
Brano completo in Guida
2 Il titolo del testo spiega chiaramente l'argomento di cui si parla?
3 Qual è lo scopo del testo?
4 I termini appartengono al linguaggio: storico scientifico
5 Alcune parole sono tratte dal testo. Cancella quelle che non vi appartengono.
testi di canzoni testamenti o contratti matrimoniali antiche fiabe
disposizioni o ordini del re testi teatrali
6 Segna con una X la risposta corretta.
• Quello che hai ascoltato è: un testo narrativo un testo informativo
• Ninive è: il nome del palazzo reale il nome della città
7 Segna se queste frasi sono vere (V) o false (F).
• Assurbanipal non era un re Assiro.
• Assurbanipal fece allestire una biblioteca a Ninive.
• Assurbanipal non amava la cultura e l’arte.
• Le tavolette conservate sono circa 12.000.
V F
V F
V F
V F
• Le tavolette ci permettono di ricostruire la storia degli Assiri. V F
• Le tavolette rappresentano importanti documenti. V F
• C’erano alcune tavolette con narrazioni mitologiche. V F
• 20 tavolette raccontano la saga di Gilgamesh. V F
• Le tavolette ritrovate erano molto rovinate.
V F
8 Dopo aver riascoltato il testo e svolto le attività, riferisci a voce le informazioni principali.
AUTOVALUTAZIONE
ᄗ Hai capito il testo letto dall’insegnante?
Completamente
ᄗ Segna con una X . Riconosco le caratteristiche del racconto di avventura
ᄗ Ti sei distratto durante l’ascolto?
Sì
Un po’ No
Devo esercitarmi sul racconto di avventura
Ripasso con la MAPPA
È molto chiaro e preciso, usa termini specifici propri della materia trattata (storia, scienze, matematica…).
LINGUAGGIO
È un testo che ha lo scopo di dare informazioni su argomenti di vario genere: storici, geografici, scientifici e di cultura generale.
CHE COS'È
Titolo, sequenze informative o paragrafi, immagini e didascalie, schemi, tabelle e tutto ciò che aiuta a comprendere.
STRUTTURA
IL TESTO INFORMATIVO
ORDINE
Le informazioni possono essere esposte secondo l’ordine:
• CRONOLOGICO: quando i dati vengono esposti in successione temporale.
• LOGICO: quando vengono esposte prima le informazioni generali, poi quelle particolari.
• LOGICO-CAUSALE: quando si mettono in evidenza le relazioni di causa-effetto che legano tra loro le diverse informazioni.
* Con le informazioni scritte in tabella scrivi sul quaderno i testi informativi.
La marmotta
Genere Roditore-mammifero
Ambiente di vita Montagna
• Testa grossa, vista acuta, orecchie piccole e rotonde.
Caratteristiche fisiche
Alimentazione
Comportamento
• Denti incisivi molto sviluppati, coda lunga e scura, nera nella punta, pelliccia folta.
• Artigli provvisti di unghioni.
Vegetali: bacche, radici, erbe e fiori.
Vive in gruppo; in inverno dorme sotto terra; in estate all’aperto.
Emette un fischio acutissimo in caso di pericolo.
Peso
Altezza
Vita sociale
Carattere
Dove vive
60 chili
1 metro e 35 centimetri
Vive solo o in piccoli gruppi
Solitario ma pacifico
Vive nelle foreste del Borneo e di Sumatra
140 chili
1 metro e 70 centimetri
Vive in gruppi composti da un maschio, più femmine e i piccoli
Timido e pacifico
Vive nelle foreste dell'Africa centrale
L'ORANGO
IL GORILLA
VERIFICA in itinere
Le marionette
Le marionette sono bambole che si possono far muovere. Con loro ci si diverte prima a costruirle e poi a farle recitare. Esistono i burattini che s’infilano nella mano, i pupi che si manovrano con le bacchette e le marionette vere e proprie che si reggono con i fili.
Si pensa che il teatro delle marionette sia nato in India e in Cina migliaia di anni fa, per poi diffondersi in tutto il mondo. In certi luoghi sono ancora vive le tradizioni più antiche. In India i burattinai tradizionali si costruiscono da soli le marionette utilizzando stoffa, cuoio, legno e bambù. Ci vogliono anni e anni per apprendere bene la loro arte.
Nei tempi antichi il teatro delle marionette era la forma più popolare di spettacolo. Tutti conoscevano bene le storie del passato e il divertimento stava nel rappresentarle sempre in modo diverso.
Ai nostri giorni gli spettacoli di marionette e di burattini sono molto rari. Intanto, con la comparsa del cinema e della televisione, sempre meno gente va a vederli e preferisce altre forme di spettacolo.
Così i burattinai non riescono più a vivere del proprio lavoro e molti preferiscono fare altri mestieri.
Ma l’arte del burattinaio non è del tutto scomparsa.
⻓ Geta Wolf, Anushka Ravishankar, Marionette, burattini e pupi, Movimenti Cambiamenti
Comprendo
ᄗ Qual è l’argomento del testo?
ᄗ Le marionette sono: bambole di legno bambole simili a bambini veri bambole che si possono far muovere
ᄗ Completa.
Esistono tre tipi di marionette:
• i burattini che si infilano nella mano
ᄗ Indica con una X se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).
F V Si pensa che il teatro delle marionette sia nato in India e in Cina.
F V In India i burattinai si costruiscono da soli le marionette.
F V Nei tempi antichi il teatro delle marionette era poco conosciuto.
F V Ai nostri tempi lo spettacolo dei burattini e delle marionette è molto diffuso.
F V L’arte del burattinaio è del tutto scomparsa.
Verso
l'INVALSI
ᄗ Il sinonimo di “rari” è:
A. curiosi
B. accettabili
C. introvabili
D. costosi
AUTOVALUTAZIONE
ᄗ Come hai svolto la verifica?
Con facilità
Con qualche difficoltà
Con difficoltà
Analizzo
ᄗ Segna con una X .
• Il testo che hai letto ha lo scopo di: informare divertire
• L’autrice usa: parole ed espressioni che suscitano emozioni in chi legge parole chiare e specifiche relative all’argomento trattato
• Questo testo è: descrittivo narrativo regolativo informativo
• Il titolo: indica l'argomento trattato non indica l'argomento trattato
• Le informazioni sono esposte secondo un ordine: logico logico-causale cronologico
• Le immagini: abbelliscono il testo aiutano a comprendere il testo
ᄗ “In India i burattinai tradizionali si costruiscono da soli le marionette.”
Il soggetto è:
A. le marionette
B. in India
ᄗ Segna con una X . Ho compreso il testo informativo
C. i burattinai
D. si costruiscono
Devo esercitarmi sul testo informativo
E D U C AZIONE CIVICA
Il plogging
Non partecipa ancora alle Olimpiadi, ma è già considerato uno sport: si chiama plogging e viene dalla Svezia. Il nome deriva dalle parole jogging, che in inglese indica la corsa come esercizio fisico, e plocka upp, che in svedese significa “raccogliere”. Si tratta di un'attività semplice ma geniale inventata da Erik Ahlstrom, che consiste nel fare una bella corsetta... armati di sacchi della spazzatura.
Sì, perché il bello del plogging è che unisce la salute di chi lo pratica con quella dell'ambiente! Non serve correre spediti come in una gara: basta fermarsi a ogni pacchetto di caramelle, lattina o cartaccia trovata sul cammino. Come? Torniamo al nostro Erik Ahlstrom: è il 2016 e lui decide di trasferirsi in un'altra città della Svezia. Prima di far fagotto, però, vuole ripulire per bene l'area in cui si è sempre allenato. Così fa un'ultima corsa, ma con un sacco in spalla. La gente lo osserva correre come al solito, ma nota che Erik si china a raccogliere tutto quel che trova sulla strada. Le persone capiscono che il suo comportamento non è stravagante, ma si tratta di un atto di amore verso il territorio che lo ha visto crescere. E molti iniziano a imitarlo…
�� Benefici di tutti i tipi
Anche considerandolo solo come un'attività di fitness, il plogging procura tanti benefici al corpo e alla mente. Lo sai già: mentre pratichiamo uno sport aumentiamo la produzione di sostanze, come le endorfine, che producono un senso di benessere a tutto il nostro corpo. In questo caso, ciò è moltiplicato dalla consapevolezza che stiamo facendo qualcosa in difesa della natura. Come in tutte le discipline sportive, anche in questa ci vuole un po' di preparazione e un minimo di attrezzatura. Indispensabili non sono solo le scarpe da running e una borraccia di acqua fresca, ma anche i guanti da lavoro, con cui potrai raccogliere i rifiuti senza correre rischi (non toccarli mai a mani nude: potresti ferirti con oggetti metallici arrugginiti o contaminarti con sostanze tossiche!). Inoltre, ovviamente, avrai bisogno di una borsa per la raccolta, che poi dovrai lavare insieme al resto del tuo equipaggiamento.
EDUCAZIONE C I V ICA
�� Un gioco divertente
Il plogging alterna corsa e raccolta, ma... qual è la tecnica migliore per non stancarsi? Il trucco sta nel chinarsi in modo corretto: quando scovi una cartaccia, non piegare la schiena per raccoglierla, ma fletti le gambe, mantenendo il busto eretto.
Per rendere il plogging ancora più divertente puoi praticarlo con gli amici e, se vuoi, organizzarlo come una vera gara, dandovi un tempo massimo, dopodiché ognuno dovrà pesare la propria borsa: chi raccoglie la maggiore quantità di rifiuti sarà il vincitore!
Ma il plogging non si esaurisce con la raccolta: bisogna anche differenziare quel che si raccatta. Per farlo devi avere chiare le regole del tuo Comune a proposito dei rifiuti e preparare i vari sacchi che poi dovranno essere inseriti negli appositi cassonetti.
Alcuni appassionati di questa disciplina diventano anche gli angeli custodi di un pezzetto di natura vicino a casa. Può trattarsi di un parchetto, di una porzione di spiaggia o della riva di un torrente… l'importante è avere cura dell'area prescelta. Se lo farai ti accorgerai che il tuo esempio e la tua opera provocheranno una reazione positiva tra le persone. Sì, perché un ambiente pulito stimola a comportarsi meglio e a non gettare cartacce qua e là, rendendoci cittadini migliori e più consapevoli del valore del verde e della natura che ci circonda. Come vedi, i benefici del plogging non finiscono mai: è un'attività davvero contagiosa!
⻓ Eco Geo Kids, Sprea Editori
* Dopo aver letto il testo rispondi alle domande.
• Che cos'è il plogging?
• Come consideri questa nuova attività sportiva?
PARLIAMONE
Dico la mia
Quali sono i piccoli gesti che si possono fare in favore dell'ambiente?
* Confrontati con la classe.
Il testo REGOLATIVO
Il testo regolativo può fornire:
• istruzioni per fare qualcosa, ad esempio una ricetta, un esperimento, montare un oggetto, eseguire un gioco;
• regole di comportamento, per esempio codici (stradale, della legge…) e regolamenti (di piscine, palestre…);
• consigli e suggerimenti da applicare in determinate situazioni.
Chi? STRUTTURA
È spesso scritto utilizzando un elenco puntato o numerato.
Di solito è diviso in due parti: per esempio, nelle ricette, materiale occorrente e ingredienti da una parte, e procedimento dall’altra.
Il testo è accompagnato da immagini o fotografie che illustrano le fasi di esecuzione da compiere.
Dove? ORDINE
Le istruzioni vengono fornite seguendo un ordine cronologico.
LINGUAGGIO
È essenziale e chiaro, contiene termini precisi. Le frasi sono brevi. I verbi di solito sono espressi al modo imperativo o al modo infinito.
1
Il gioco dello zaino
Distribuitevi in cerchio e immaginate di avere un grande zaino con dentro tante cose diverse. Chi inizia il gioco va al centro e dice: – Sono in viaggio e nel mio zaino ho messo…
Dopo una pausa dice il nome di un oggetto a suo piacere, per esempio una maniglia.
2
Passa poi lo zaino immaginario al giocatore seduto alla sua destra, il quale deve ripetere la frase aggiungendo un altro oggetto:
– Sono in viaggio e nel mio zaino ho messo una maniglia, una ciabatta… – e così via.
3
Lo zaino immaginario passa a tutti i giocatori che, a turno, aggiungeranno un oggetto. Il gioco continua fino a quando un concorrente dimentica o sbaglia il nome di un oggetto dell'elenco che via via sarà sempre più lungo.
⻓ Leggi, gioca e indovina, AMZ Editrice
* Indica con una X la risposta corretta.
• L’argomento del testo è: una ricetta un gioco un’attività manuale
* Spiega perché questo testo è regolativo.
Come difendersi da un bullo
Per chi è vittima di bullismo non è facile reagire alle prepotenze.
Ci sono però alcuni comportamenti che possono essere d’aiuto. Ecco alcuni utili consigli.
• Quando il bullo vuole provocarti fai finta di niente e allontanati.
• Se vuole costringerti a fare ciò che non vuoi rispondi “NO” con voce decisa.
• Se gli altri pensano che hai paura del bullo e stai scappando da lui, non preoccuparti. Ricordati che il bullo non può prendersela con te se non vuoi ascoltarlo.
• Il bullo si diverte quando reagisci, se ti arrabbi o piangi. Se ti provoca cerca di mantenere la calma, non farti vedere spaventato o triste. Senza la tua reazione il bullo si annoierà e ti lascerà stare.
• Se il bullo vuole le tue cose, non bisticciare. Al momento lasciagli pure prendere ciò che vuole, però poi raccontalo subito ad un adulto.
• Molte volte il bullo ti provoca quando sei da solo. Se stai vicino agli adulti e ai compagni che possono aiutarti, sarà per lui difficile infastidirti.
⻓ Polizia di Stato
PARLIAMONE
Dico la mia
• Quali spunti di riflessione sono emersi dalla lettura del testo?
* Confrontati con i compagni e le compagne di classe.
EDUCAZI O N E C IVICA
* In che modo è possibile difendersi da un bullo? Sottolinea nel testo i comportamenti che possono essere d’aiuto.
Laboratorio di ASCOLTO
Cosa posso fare per aiutare il pianeta?
1 Ascolta il testo con attenzione.
1. Io mi ricordo di spegnere la luce quando esco dalla stanza . Spegnere la luce fa risparmiare energia preziosa e le lampadine a basso consumo utilizzano meno elettricità.
2. Io cerco di chiudere il rubinetto quando mi lavo i denti Ogni volta che fai così risparmi 30 brocche d’acqua.
3. Sempre io getto l’immondizia nel cestino . Gettare l’immondizia nel cestino mantiene il mondo in salute e pulito.
⻓ Melanie Walsh, Dieci cose che posso fare per aiutare il mio pianeta, Editoriale Scienza Brano completo in Guida
2 Completa.
• Questo testo regolativo for nisce…
• È stato scritto sotto forma di…
• Il linguaggio è… ..............................................................................................................................
3
Dopo aver ascoltato il testo, completa con la regola da rispettare per aiutare il pianeta.
Spengo la luce quando esco dalla stanza.
Uso entrambi i lati di un foglio di carta.
Aiuto a riciclare i rifiuti.
Vado a scuola a piedi per far risparmiare carburante e ridurre l'inquinamento.
4 Ci sono altre piccole azioni quotidiane per aiutare il pianeta? Scrivile insieme ai tuoi compagni e alle tue compagne di classe.
ᄗ Hai capito il testo letto dall’insegnante?
Completamente
ᄗ Segna con una X . Riconosco le caratteristiche del racconto di avventura
ᄗ Ti sei distratto durante l’ascolto?
Devo esercitarmi sul racconto di avventura
Ripasso con la MAPPA
Il testo regolativo ha lo scopo di fornire istruzioni per costruire oggetti, realizzare ricette, esperimenti, per eseguire giochi e seguire regole di comportamento, consigli e suggerimenti.
• È essenziale e chiaro, contiene termini precisi.
• Le frasi sono brevi.
CHE COS'È
Le istruzioni vengono fornite seguendo un ordine cronologico.
LINGUAGGIO
IL TESTO REGOLATIVO
ORDINE
STRUTTURA
È spesso scritto utilizzando un elenco puntato o numerato. Il testo è accompagnato da immagini o fotografie .
SCRIVO anch’io!
* Scrivi un gioco seguendo la traccia e poi spiegalo ai compagni.
Scrivi il nome del gioco: ..........................................................................................................................................................................................
Indica il numero dei giocatori:
Il luogo in cui si gioca:
In un parco In cortile In palestra
Materiale occorrente:
Regole del gioco:
• Spiega le regole del gioco numerandole.
• Utilizza un linguaggio semplice e chiaro.
• Scegli quale modo dei verbi usare, se imperativo o infinito. Suggerimenti
VERIFICA in itinere
Baci della corsara
UTENSILI
• pentolino,
• teglia da forno.
TEMPO DI PREPARAZIONE
• un’ora + due ore per il raffreddamento
PROCEDIMENTO
1 Fai tostare le mandorle nel forno per una decina di minuti. Spellale e tritale.
2 Trita finemente una scorza di arancia e mettila in un recipiente, unisci lo zucchero, il burro a pezzetti, la farina e le mandorle. Lavora gli ingredienti aggiungendo a poco a poco il latte.
3 Con le dita fai delle palline delle dimensioni di una noce, infarinale leggermente e disponile in una teglia da forno imburrata.
4 Metti a cuocere in forno per circa mezz’ora alla temperatura di 160 gradi. Nel frattempo nel pentolino fai fondere il cioccolato.
5 Sforna i biscotti e falli raffreddare, poi spennellali con la crema di cioccolato.
6 Infine unisci i biscotti due a due per formare i baci della Corsara.
⻓ Paola Gerevini, Bontà di cioccolata nella cambusa del pirata. Giunti
INGREDIENTI
• 125 g di cioccolato fondente;
• 125 g di farina;
• 125 g di scorza di arancia candita;
• 2 bicchieri di latte;
• 125 g di zucchero;
• 125 g di mandorle sgusciate.
Comprendo
ᄗ Segna con una X .
• L’argomento di questo testo è:
• Gli utensili nominati nella ricetta sono necessari perché:
• Il tempo di preparazione è menzionato perché:
• Qual è la funzione delle immagini?
• Perché secondo te il testo è definito regolativo?
• Perché è importante seguire le istruzioni della ricetta?
Verso l'INVALSI
ᄗ I verbi sono espressi:
A. all’imperativo
B. all’infinito
C. al congiuntivo
D. al condizionale
AUTOVALUTAZIONE
ᄗ Come hai svolto la verifica?
Con facilità
Con qualche difficoltà
Con difficoltà
Analizzo
ᄗ Segna con una X .
• Il testo è: una descrizione una ricetta un racconto
• Le fasi di lavoro sono presentate: in ordine cronologico senza un ordine preciso
• Questo testo espone: regole istruzioni suggerimenti
• Il testo è scritto: sotto forma di elenco in versi
• Il linguaggio è: ricco di paragoni chiaro e preciso
• Il testo ha lo scopo di: descrivere i biscotti fornire istruzioni per realizzare i biscotti
ᄗ I disegni a lato del testo:
A. servono solo a decorare la pagina
B. sono utili per la comprensione delle istruzioni
C. non sono utili per la comprensione del testo
D. servono a confondere chi legge
ᄗ Segna con una X . Riconosco le caratteristiche del testo regolativo
Devo esercitarmi sul testo regolativo
E D U C AZIONE CIVICA CITTADINANZA DIGITALE
Il galateo su Internet
Anche per usare Internet ci sono delle regole importanti da seguire.
1
1. NON SCRIVERE IN MAIUSCOLO, NON SERVE!
Usa le lettere maiuscole solo per le iniziali del tuo nome, per iniziare una frase, se scrivi il punto e vai a capo. Altrimenti, vuol dire URLARE e non va proprio bene.
2
2. LE IMMAGINI SU INTERNET RESTANO PER SEMPRE
Quando stai per caricare in un gioco, una app, uno spazio su Internet, una tua foto, FERMATI E CONTA FINO A 10! Una volta che l'avrai pubblicata, anche se poi la eliminerai, non sarà più tua. Chiedi sempre consiglio a un genitore, al tuo o alla tua insegnante, prima di mettere una tua immagine su internet.
3
3. CON I VIDEOGIOCHI NON USARE LA CHAT
Divertiti con il telefono, il tablet o la tua console preferita: sfida gli amici e le amiche, quelli in carne e ossa, oppure se giochi online non usare la chat. Non sai a chi scrivi per davvero. NON SCRIVERE MAI IL TUO INDIRIZZO O IL TUO NUMERO DI TELEFONO.
5
5. PRIMA DI FOTOGRAFARE
UNA PERSONA, CHIEDI
SEMPRE IL PERMESSO
Puoi sempre fotografare un bel paesaggio, ma prima di fotografare una persona chiedi sempre il permesso. Così anche tu potrai decidere quando e da chi vuoi essere fotografato/a.
4
4. GOOGLE REGALA TANTE NOTIZIE, MA NON DICE SEMPRE LA VERITÀ
I motori di ricerca ci spiegano ciò che non conosciamo. Se cerchiamo “come è fatta la Terra” o “dove vivono i pinguini”... leggiamo, per bene, le notizie su almeno 3 siti Internet e controlliamo che dicano la stessa cosa.
Non fidiamoci del primo risultato.
7. SE QUALCUNO CHE NON CONOSCI
TI SCRIVE SU GIOCHI O ALTRO NON RISPONDERE
Non preoccuparti, non penserà che sei maleducato/a. Quando hai dei dubbi mostra senza paura il telefono, il tablet o lo schermo del computer a un genitore o all'insegnante: potrà consigliarti e, magari, potrà BLOCCARE quel numero se nel frattempo non ha dimostrato di appartenere a un contatto fidato.
EDUCAZIONE C I V ICA
9. È BELLO SCEGLIERE CHE COSA SCRIVERE E DIRE
6
6. QUATTRO REGOLE D'ORO PER SC RIVERE UNA MAIL
Scrivi sempre l'indirizzo del tuo destinatario con attenzione; non lasciare vuota la riga “oggetto”, ma scrivi brevemente di che cosa vuoi parlare (per esempio: AUGURI DI COMPLEANNO); scrivi il messaggio facendo attenzione all'ortografia e ricorda SEMPRE di firmarti.
8. OCCHIO A QUELLO CHE SCARICHI!
Prendere un virus su computer, tablet o telefono è decisamente fastidioso: NON scaricare musica, programmi, giochi, da siti Internet che non conosci e se sai che si tratta di una operazione illegale. Sai che rischi di perdere tutte le tue foto e i tuoi documenti? 8
NON SCRIVERE MAI: dove abiti, con chi abiti, se andate insieme in vacanza o allo stadio, dove vai a scuola, quanti anni hai e il tuo numero di telefono. 9
10. RICORDA: NAVIGARE È FANTASTICO!
Andare su Internet ti fa imparare tante cose, ti fa scoprire il mondo, ti diverte... e ti fa anche emozionare!
MA SOLO SE SEI TU CHE GUIDI IL GIOCO.
⻓ Adatt. da Andrea Cartotto, Il Galateo di Mister INTERNET
• Hai mai navigato in Inter net? Quando sei online, c’è qualche adulto con te? Come ti comporti di solito?
• Quali di questi consigli metti già in pratica?
• Confrontati con la classe. Parlo di me
In un testo argomentativo possiamo distinguere:
�� un problema, cioè un argomento su cui riflettere;
�� la tesi, un’opinione sull’argomento che si vuole affrontare;
�� l'antitesi, un'opinione che si contrappone alla tesi;
�� le argomentazioni o prove per sostenere la tesi e convincere i lettori della validità di quanto si è sostenuto. Nel testo argomentativo si utilizzano i connettivi logici (ma, perciò, quindi, pertanto, infatti, dunque) per sottolineare i legami tra la tesi e le varie argomentazioni.
Boschi addio
Quando un bosco viene tagliato completamente, molte specie vegetali e animali perdono la casa: se ne vanno o muoiono.
Perfino il terreno se ne va.
L’acqua piovana scorre sul terreno e, se non ci sono le radici a trattenerlo, si porta via il suo strato superficiale. Così dei rivoletti di fango si riversano nei fiumi e il terreno dell’area dove una volta c’era un bosco diventa più povero: la pioggia ha portato via con sé gran parte del nutrimento per le piante.
Ma tutto questo si può evitare. Infatti si possono salvaguardare i boschi.
Per esempio, se in una parte del bosco i taglialegna tagliano solo alcuni alberi, secondo il metodo del taglio selettivo, possono tornare in quella zona ed eliminare ogni volta solo gli alberi più vecchi, quelli danneggiati o in eccesso, che rendono il bosco troppo fitto. Questi sistemi richiedono più tempo e denaro, ma permettono una rigenerazione naturale del bosco. Tagliare gli alberi in modo selettivo è un esempio di sfruttamento intelligente delle risorse: usiamo la natura, ma diamole il modo di riprendersi dopo le nostre visite.
⻓ Savan, Intorno al mondo in ecociclo, Editoriale Scienza
• Quale problema viene affrontato?
• Cosa si intende per “taglio selettivo?”
• Qual è l'argomentazione a favore del taglio selettivo?
* Qual è la tua opinione in merito? Confrontati con la classe. Dico la mia
PARLIAMONE
L'importanza delle regole
Per poter vivere insieme agli altri, le regole sono proprio necessarie. Per esempio, prova a immaginare se non ci fossero delle regole in classe: i bambini passerebbero tutto il tempo a chiacchierare e giocare, ma anche a urlare e magari a fare cose pericolose. Ben presto ci sarebbe un caos assoluto, qualcuno potrebbe anche farsi male e nessuno imparerebbe un bel niente. Ecco, le regole sono proprio questo: un accordo su cosa fare e come farlo, e se tutti le discutono, le decidono e le rispettano, allora le cose funzionano bene. E poi, quando ci si accorge che una regola non è più tanto giusta, si può sempre cambiare.
⻓ Simona Bonariva
* Leggi il testo e completa la tabella.
Problema L'importanza delle regole
Tesi
Argomentazioni
Conclusione
È giusto avere il cellulare?
⻓ Da Focus junior web, maggio 2018
È giusto che un bambino di dieci anni abbia già il cellulare?
Ciao Eri, io ho appena compiuto 11 anni e non ho il cellulare ma molti miei compagni lo hanno già da molto tempo, lo hanno da quando avevano 8 anni. Secondo me non è molto giusto, magari però, alcuni bambini che ce l’hanno, lo hanno per una buona ragione, ad esempio perché devono tornare a scuola da soli, e se lo usano in maniera
Volevo rispondere a Eri dicendo che secondo me è normale avere un cellulare a 10 anni perché così quando non hai niente da fare ti metti lì e cerchi quello che ti pare su Internet o su YouTube. Però anche se hai il cellulare non devi abbandonare lo studio e le tue passioni e devi continuare ad andare a giocare fuori con i tuoi amici oppure
mia
Sei a favore o contrario all’uso del cellulare a dieci anni? Esprimi la tua opinione e confrontati con la classe.
L'opinione di SARA
L'opinione di leo
PARLIAMONE Dico la
Chi legge… ha una marcia in più!
Leggere dà un gran vantaggio nella vita!
In Italia si legge poco, lo dicono le statistiche: più di 49 persone su 100 non leggono nemmeno un libro all’anno.
I bambini e i ragazzi sono i cosiddetti “forti lettori”, cioè quelli che leggono di più. Ma è solo una questione di abitudine. Infatti, se in casa ci sono altri lettori, viene naturale leggere. Per chi, invece, a casa non ha libri, la scuola offre un’alternativa organizzando la biblioteca di classe e mettendo a disposizione dei bambini i libri da prendere in prestito.
Ecco i benefici che si ottengono con la lettura.
1. Arricchisce il vocabolario. Fa conoscere sempre più parole e quindi si parla più correttamente. Inoltre si è avvantaggiati anche nello studio di una lingua straniera!
2. Allena la fantasia e l'espressività. Tenere in allenamento la fantasia ci fa capire e apprezzare il mondo.
3. Ci aiuta a cogliere le sfumature delle emozioni e a vivere meglio con gli altri. Ci aiuta a conoscere il mondo e noi stessi.
4. Attraverso le storie che leggi puoi comprendere perché certe cose ti fanno paura e capire come comportarti di conseguenza. Così sarai più consapevole e coraggioso.
5. È anche dimostrato che chi diventa lettore da ragazzo
TEMA O PROBLEMA
�� L'importanza della lettura
TESI
�� Leggere dà un gran vantaggio nella vita
ARGOMENTAZIONI
Argomenti o prove a favore della lettura
Chi legge:
�� arricchisce il proprio vocabolario;
�� allena la fantasia e l’espressività;
�� coglie le emozioni e impara a vivere meglio con gli altri;
�� comprende ed affronta le paure;
�� continua ad essere lettore anche da grande e avrà più successo nella vita.
• Secondo l’autrice chi legge ha una marcia in più. Esprimi la tua opinione sull’argomento in base alla tua esperienza di scolaro/a.
Leggiamo la pubblicità
La pubblicità è un particolare testo argomentativo. Nella pubblicità ci sono immagini e parole. Lo scopo del messaggio pubblicitario è quello di persuadere all’acquisto di un prodotto o di orientare verso un comportamento o un modo di pensare.
Lo slogan: breve frase che ha lo scopo di attirare l’attenzione sull’oggetto della pubblicità.
Il testo: fornisce indicazioni specifiche sull'oggetto della pubblicità.
L'immagine: ha lo scopo di rafforzare il messaggio pubblicitario.
Emittente, cioè i soggetti interessati a diffondere il messaggio pubblicitario.
* Completa.
Prodotto pubblicizzato
Immagine (che cosa mostra?)
Slogan
Qualità evidenziata nel testo
Emittente (qual è il marchio?)
Destinatari (a chi si rivolge?)
Una colazione di bontà con i biscotti
Biscotti realizzati con ingredienti selezionati e di qualità.
Scopriamo la bellezza della crociera
* Rispondi.
Vi attende un'esperienza ricca di emozioni!
• Qual è lo scopo della pubblicità?
• Leggi lo slogan: pensi sia efficace? Perché?
• A chi è rivolto il messaggio?
A persone di tutte le età Agli adulti
Leggiamo la pubblicità progresso
La pubblicità progresso non ha interessi commerciali, ha lo scopo di farci riflettere su problemi sociali al fine di diffondere comportamenti corretti e responsabili che migliorino la qualità della vita e della convivenza civile.
• Che cosa rappresenta l'immagine?
Leggere è cibo per la mente!
• Qual è il significato dello slogan?
• Perché questa pubblicità rientra nella campagna di pubblicità progresso?
Dividetevi in piccoli gruppi e ciascun gruppo elaborerà una “pubblicità progresso” per diffondere un messaggio su un problema ambientale scegliendolo tra i seguenti:
• l’inquinamento dell’aria
• l’importanza della raccolta differenziata
Lavoro di SQUADRA
Amici a quattro zampe
Un amico non si abbandona mai e merita rispetto!
• Su quale tema questa pubblicità vuole sensibilizzare le persone?
• A chi è rivolto il messaggio?
Solo ai bambini
Ai bambini e agli adulti
• Com'è il linguaggio?
Difficile
Chiaro
Lavoro di SQUADRA
Lavora con i compagni e create un manifesto pubblicitario sul fenomeno dell'abbandono degli animali.
ESTATE Le stagi oni
L’alfabeto delle vacanze
A arriva l’estate!
B bello il mare
C con le onde!
D dobbiamo riposarci un po’
E divertirci!
F facciamo castelli di sabbia,
G giochiamo con le formine
H… silenzio e pace
I in acqua osserviamo i pesciolini,
L la maschera ce li fa vedere bene!
M ma anche la montagna non è male,
N neve anche in estate
O oasi di pace,
P pesca nei torrenti
Q quasi quasi vado al lago,
R remo sulla barchetta,
S sento il venticello che mi spinge…
T tutto è bello,
U unico!
V viva l’estate anche se ci sono le
Z zzzzzzzzanzare!
⻓ Marzia Cabano LE MIE EMOZIONI
• Che emozioni provi osservando le immagini?
• E leggendo la poesia?
• Cosa rappresenta il dipinto?
• Quali colori ha utilizzato l’artista?
SCRIVIAMO IN COPPIA
* Dopo aver osservato le immagini lavora in coppia con un compagno/a e, immaginando di stare sulla spiaggia in piena estate, fate una breve descrizione. Prestate attenzione al colore della sabbia, del mare e del cielo, al suono delle onde e al volo dei gabbiani. Poi confrontatevi con la classe.
IO ARTISTA
* Rappresenta, con la tecnica pittorica che preferisci, un paesaggio marino in un giorno d’estate e, a lavoro ultimato, esprimi le tue emozioni.
PICCOLI POETI
* Dopo aver letto il testo poetico e osservato il dipinto, scrivi nel riquadro una breve poesia sull’estate.
Claude Monet, Sentiero nel grano a Pourville
Parlo di me
• Quali progetti hai per l’estate che sta arrivando?
• Sai già dove trascorrerai le vacanze?
Finalmente si parte!
Mamma e papà hanno deciso di portarci in Sicilia per le vacanze.
– E Riccione??? – ha piagnucolato quell’antipatica di mia sorella Valentina.
Lei ha diciannove anni e pensa solo a ballare, a truccarsi e a dare fastidio ai ragazzi!
– Quest’anno niente Riccione, vi portiamo in un posto dove il mare ha il colore del blu cobalto! – ha risposto mia madre tutta sorridente. – La località si chiama
Costa Saracena. Pensate che sorge su rocce di pietra lavica!
Io avevo già le mie belle difficoltà a immaginarmi il cobalto, ma la pietra lavica…
Così, per farmi vedere interessato, ho aperto un atlante di geografia e ho cercato la località. Ma niente, nemmeno l’ombra del più piccolo puntino che indicasse
Costa Saracena!
– Che schifo di posto! – ha continuato a lamentarsi Valentina. – E i miei amici? Le pizzerie, i negozi, i gelati… ci saranno i gelati laggiù?
Ai gelati non avevo pensato e a quel punto anche io mi sono fatto prendere dal panico…
– Matteo e Valentina, smettetela di frignare, starete bene anche lì! – ha esclamato mio padre.
Comunque, il 3 agosto siamo arrivati a Costa Saracena.
Era una giornata limpidissima e davanti a noi si vedeva Racconta.
in lontananza addirittura l’Etna.
Disfatte le valigie, ci siamo infilati il costume da bagno e siamo scesi fino al mare da una scaletta fatta di pietra.
Tutto attorno, rocce nere e mare.
Era proprio come aveva detto la mamma: l’acqua era meravigliosa, aveva il colore delle tempere che uso a scuola, blu cobalto! Valentina era sempre più insopportabile con le sue lamentele.
Io e papà invece abbiamo trovato un posto sicuro dal quale tuffarci e splash!
Quando sono emerso mi sono trovato circondato da un gruppo di ragazzi della mia età. Facevano una carovana con materassini, canotti e tavole da surf.
– Ehi! Vieni con noi! – ha esclamato uno di loro.
Papà mi ha dato il permesso e sono salito su un canotto. Poi ho guardato verso gli scogli e ho visto mia sorella circondata da un gruppetto di ragazze e ragazzi della sua età; non la smetteva di gesticolare tutta soddisfatta. Forse aveva fatto amicizia anche lei! Poveri ragazzi, non sapevano a cosa andavano incontro!
⻓ P. Gentile
Molla gli ormeggi
Molla gli ormeggi, esci dal tuo porto sicuro, e lascia che il vento gonfi le tue vele. Esplora, sogna, scopri.
⻓ Mark Twain
* Descrivi anche tu con pochi versi la tua estate poetica.
Lettera a un bambino in guerra
Lo so che la guerra non è un videogioco, si muore per sempre non solo per poco.
Lo so che fuggire ti dà tanto dolore, la casa, il tuo cane sono strappi del cuore.
Lo so che il mio aiuto è solo un granello, ma vieni, ti aspetto. Ho un letto a castello.
⻓ J. Carioli, A. Rivola, Il cammino dei diritti, Fatatrac
• Perché il bambino a cui è indirizzata la lettera è costretto a fuggire?
• Da che cosa si deve separare per fuggire dalla guerra?
• Cosa offre il bambino che ha scritto la lettera al suo coetaneo?
Nelle guerre vengono impegnati bambini e bambine soldato e ciò rappresenta la più grave violazione dei diritti dell’infanzia.
Vengono sfruttati per combattere o per trasportare materiale da un accampamento all’altro: cibo, acqua e informazioni. L’ Africa è considerata l’epicentro di questo fenomeno.
Dalla parte dei bambini e delle bambine
Sono un ex bambino soldato della Repubblica Democratica del Congo, mi chiamo Kalami e ho 12 anni. Sono stato arruolato con l’inganno tornando da scuola. Alcuni soldati fingevano di riparare una gomma della loro auto, i miei amici ed io ci siamo avvicinati. Ci hanno afferrato, ci hanno gettato nel cassone e ci hanno condotto al campo di addestramento. Dopo pochi giorni mi hanno consegnato un fucile, così pesante che per sparare dovevo mettermi in ginocchio. Sì, ho ucciso, ho incendiato villaggi, ma se mi rifiutavo mi avrebbero picchiato duramente. Un giorno, durante un trasferimento ho visto mia sorella, stava pulendo un grande pentolone e piangeva. Anche lei era stata rapita. Durante una perlustrazione mi sono allontanato dal gruppo, sono riuscito a fuggire e sono stato accolto in un centro delle Nazioni Unite. Oggi ho paura. Non so dove sia la mia famiglia, continuo a pensare a quelle cose orribili che ho visto e fatto quando ero soldato. Voglio tornare a scuola e questo forse mi aiuterà a dimenticare.
⻓ Storia liberamente tratta da “Children at war: Democratic Republic of Congo Amnesty International
PARLIAMONE
Dico la mia
• Secondo te la guerra risolve veramente i problemi dei popoli?
• Perché allora ci sono tante stragi?
• Quali sono le conseguenze?
• Affronta l’argomento in classe con l’insegnante, i compagni e le compagne.
africa
La storia di Bristy
Ciao, mi chiamo Bristy, ho dodici anni e sono nata in un villaggio del Myanmar. Faccio parte del popolo Rohingya. A differenza degli altri abitanti del Paese, noi professiamo la religione musulmana e parliamo una nostra lingua. Per questi motivi vogliono allontanarci dalla nostra terra. Vivevo in una grande famiglia, con nonni, zii, cugini, mamma, papà e due fratelli. Al villaggio avevo tante amiche e compagne di scuola. Nelle notti illuminate dalla luna, i nonni ci radunavano attorno a loro e ci raccontavano storie antiche che ricordo ancora. Ma una notte i militari irruppero nel villaggio, lo incendiarono e noi fummo costretti a scappare. Tutto è stato bruciato, le nostre cose, i nostri ricordi. Sono riuscita a salvare solo una foto della nostra famiglia. Dopo aver camminato a lungo fummo accolti in un luogo che chiamavano “campo profughi”: una immensa distesa di tende, rivoli d’acqua sporca, bambini scalzi, ma siamo stati costretti a vivere in quel luogo desolato. Siamo qui da molto tempo, ormai, i grandi non lavorano, non c’è la scuola, manca tutto, cibo, acqua, medicine. Io e le mie amiche più grandi abbiamo inventato il “gioco della scuola”. Siamo le maestre di un piccolo gruppo di bambine e bambini, con un bastoncino disegniamo sulla sabbia numeri e lettere, raccontiamo le storie dei nonni e cantiamo le nostre canzoni. Vorrei tanto poter andare a scuola, diventare una insegnante vera, perché tutte le bambine e tutti i bambini Rohingya possano diventare delle persone istruite.
⻓ Storia liberamente tratta da: https://www.amnesty.org.au/the-inhumane-conditions-in-coxs-bazar-and-what-must-be-done-tosupport-refugees-looking-for-a-dignified-hopeful-future-b-test
• Come si sentiva Bristy quando è arrivata nel campo profughi?
• Cosa pensate che le manchi di più della sua casa e della sua vita di prima?
• Quanto è importante per Bristy il diritto all’istruzione? Perché?
Dalla parte dei bambini e delle bambine
E se dovessi partire TU, Cosa METTERESTI NELLO ZAINO?
MOTIVA LA TUA SCELTA.
Dico la mia
• Cosa ti mancherebbe di più di casa tua e del tuo Paese se fossi costretto/a ad andartene? Poi confrontati con la classe. Cosa è emerso al riguardo?
PARLIAMONE
STOP ALLA GUERRA! Sì ALLA PACE!
Il 21 settembre è la Giornata Internazionale della Pace . È stata istituita
dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Questa Giornata offre lo spunto per riflettere sulla pericolosità della guerra e sull’importanza della pace.
Colora di VERDE le parole della pace e di ROSSO le parole della guerra.
Nonostante le vittorie temporanee, la violenza non porta mai pace permanente.
⻓ Martin Luther King PARLIAMONE
Dico la mia
• Commenta con i compagni e le compagne questa affermazione. Poi scrivi le tue riflessioni sul quaderno.
I bambini e la schiavitù
Iqbal Masih è il bambino pakistano di dodici anni che ha osato ribellarsi alla sua condizione di semi schiavitù come tessitore di tappeti, denunciando i suoi sfruttatori. Nasce nel 1983 a Muridke, a 5 anni è stato venduto dai genitori, costretti a pagarsi i debiti, a un fabbricante di tappeti e per 6 anni è stato tenuto legato al suo telaio dopo che aveva tentato di sfuggire ai suoi sfruttatori; la sua paga era di 1 rupia (circa 1 centesimo di euro!) per 12 ore di lavoro al giorno. Come Iqbal ancora oggi in Pakistan 6 milioni di bambini sotto i 10 anni sono sfruttati e, come in Pakistan, in tanti altri Paesi del mondo, anche in Italia. Fuori dalla fabbrica Iqbal ha conosciuto il leader del Fronte di Liberazione dal Lavoro forzato e ha incominciato a viaggiare e a tenere conferenze. Iqbal diceva: – Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite.
E diceva anche: – Non ho paura del mio padrone; ora è lui ad aver paura di me. – Sognava di diventare avvocato per difendere i deboli e gli indifesi.
Per la sua attività di denuncia le autorità pachistane furono costrette a chiudere decine di fabbriche di tappeti; ma Iqbal era un pericolo, un personaggio scomodo per chi sul lavoro dei bambini si arricchisce.
Dopo le prime minacce di morte, nel 1995, a 12 anni, Iqbal fu ucciso mentre correva in bicicletta, vittima di un colpo di fucile, sparato da un assassino rimasto ignoto.
⻓ Bambini in guerra, Il colibrì, Loescher
• La storia di Iqbal è famosa nel mondo, perché ha saputo combattere per i propri diritti, pur essendo piccolo.
E tu? Prova a chiederti: a cosa non rinunceresti per nulla al mondo?
Dalla parte dei bambini e delle bambine
I BAMBINI NELLE MINIERE
Tutti noi possediamo cellulari, tablet, computer portatili e altri dispositivi elettronici, ne conosciamo le funzioni e ci informiamo per sapere se nei negozi sono in vendita nuovi modelli. Pochi di noi però sanno che le batterie di questi dispositivi si producono con il cobalto, una sostanza che si estrae dalle miniere attraverso il lavoro sottopagato e inumano di adulti e bambini. Proprio così: il processo di estrazione dei minerali con cui si fabbricano gli smartphone coinvolge il lavoro di bambini piccoli! Da un’indagine di Amnesty International si è scoperto che i principali marchi di elettronica, tra cui Apple, Samsung e Sony, non attuano i dovuti controlli di base per garantire che il cobalto usato nei loro prodotti non passi attraverso lo sfruttamento e il lavoro minorile.
Nelle miniere del Congo uomini e bambini lavorano in condizioni estremamente insicure e dannose per la salute: nei cunicoli sotterranei non si respira e ci si ammala, inoltre i crolli sono frequenti e provocano centinaia di morti all’anno. I bambini intervistati dai ricercatori di Amnesty hanno detto di aver lavorato fino a 12 ore al giorno nelle miniere guadagnando in media uno o due dollari, cioè circa 1 euro al giorno.
⻓ Adatt. da www.amnesty.it
Lo sfruttamento minorile è un grave problema diffuso in molti Paesi del mondo.
• Cosa si è scoperto da una indagine fatta da Amnesty International?
• Che cosa hanno detto i bambini intervistati dai ricercatori di Amnesty?
CONVENZIONE INTERNAZIONALE
DEI DIRITTI DELL’INFANZIA
Leggete e commentate insieme e con l’insegnante questi diritti che sono importanti per le bambine e i bambini di tutto il mondo.
Art. 6
Gli Stati riconoscono che ogni bambino ha il diritto alla vita e assicurano
Art. 7
Il bambino ha il diritto ad acquisire una cittadinanza e, nella misura possibile, a conoscere i suoi genitori e
Art. 24
Gli Stati dovranno assicurare a tutti i bambini l’assistenza
In molti Paesi del mondo, soprattutto in quelli a basso reddito (India, Nepal, Filippine, Pakistan…), i bambini e le bambine vengono sfruttati e costretti a lavorare per 10-12 ore al giorno come schiavi. A questi ultimi vengono negati alcuni dei più importanti diritti che la Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia ha sancito.
Art. 37
Diritto alla non violenza
Il bambino deve essere protetto contro ogni forma di crudeltà.
Dalla parte dei bambini e delle bambine
Art. 28
Gli Stati riconoscono il diritto del bambino all’educazione e rendono l’insegnamento primario obbligatorio e garantito per tutti.
Art. 31
Gli Stati riconoscono il diritto al tempo libero e il diritto al gioco e ad attività culturali e artistiche.
Art. 38
Gli Stati garantiscono di non arruolare nelle forze armate e in conflitti bambini e bambine al di sotto dei 15 anni.
PARLIAMONE
Dico la mia
• È importante che vengano rispettati questi articoli. Perché?
Art. 27
Diritto al necessario per vivere
Ogni bambino ha diritto a vivere in modo adeguato il suo sviluppo fisico, mentale e sociale. Se i genitori non ne hanno la possibilità, gli
Stati devono aiutare le famiglie soprattutto per quel che riguarda il cibo, il vestiario e l’alloggio…
Art. 32
Diritto di non essere sfruttato
Il bambino deve essere protetto contro lo sfruttamento economico e non deve essere costretto ad alcun lavoro che comporti rischi alla sua salute e al suo sviluppo fisico e mentale.
FILASTROCCA PER UN MONDO DIRITTO
Diritto per davvero e non soltanto scritto.
Diritto di amore al di là di ogni colore.
Diritto di rispetto e diritto di un tetto.
Diritto di mangiare e diritto di studiare.
Diritto di guarire e diritto di giocare.
Diritto di sapere e diritto di pensare.
Diritto di crescere e diritto di sbagliare.
Diritto di famiglia, che io sia figlio o figlia.
Diritto di difendere i diritti dei bambini e non soltanto dentro i miei confini.
Diritto di parlare e non di stare zitto.
Diritto anche di urlare il mio diritto.
⻓ S. Giarratana
Prendendo spunto dalla poesia, tu e i tuoi compagni/e illustrate alcuni diritti e, per ognuno di essi, scrivete l’articolo corrispondente della
Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Poi completate il lavoro con le vostre riflessioni ed infine confrontatevi.
AMNESTY KIDS
Sai che anche tu, insieme alla tua classe, puoi difendere concretamente i diritti umani e cambiare le cose che non ti sembrano giuste nel mondo?
Attraverso il progetto Amnesty kids potrai partecipare anche alle Azioni Urgenti kids, veri e propri appelli di Amnesty International pensati per attivarsi in maniera pratica in difesa dei diritti umani. Già tante classi in tutta Italia si sono impegnate. Per scoprire come partecipare, chiedi all’insegnante di visitare il sito: www.amnesty.it/amnesty-kids