Doctor Os #1_gennaio_2011

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ATTUALITÀ NELLE RIABILITAZIONI IMPLANTOPROTESICHE DEL MASCELLARE ATROFICO ORE

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6 10/03/2011AL 16/12/2011 Dott. Stefano Zandonella Necca Stefano Zandonella Necca, Paolo Folegatti

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10/01/2011AL 16/12/2011 Dott. Loris Prosper RELATORI Loris Prosper, Marco Maria Cappello, Maura Mocchi, Edoardo Valenti DISPONIBILE DAL

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31/01/2011AL 16/12/2011 Dott.ssa Elisabetta Polizzi RELATORI E TUTOR Elisabetta Polizzi DISPONIBILE DAL

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MEMBRI COMITATO SCIENTIFICO

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Prof. Luca Levrini (coordinatore) Università degli Studi dell’Insubria, Dirigente Medico Universitario Ospedale di Circolo di Varese; Prof.ssa Maria Antonietta Blasi Responsabile del Centro di Oncologia Oculare, Università Cattolica del Sacro Cuore, Policlinico A. Gemelli; Dott.ssa Agata Maira Farmacista



editoriale 1-11

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EDUCARE CON RESPONSABILITÀ: IL VALORE DELL’ESEMPIO Carissimi colleghi, la Formazione Universitaria e l’etica pubblica svolgono un importante ruolo nello sviluppo: solo con più ricerca e più formazione si può preservare la competitività. L’attività di formazione, che vede nella classe Docente un interprete fondamentale, deve mirare a rafforzare nelle future classi dirigenti il senso pubblico della Loro responsabilità attraverso trasparenza, meritocrazia, cultura della valutazione praticando l’etica quotidianamente. “Longum iter est per praecepta, breve et efficax per exempla” - Lunga la strada dei precetti, breve ed efficace quella degli esempi. Le parole di Seneca sono semplici, chiare e non lasciano spazio ad equivoci. Al Professore Universitario, che è un educatore, è richiesta coerenza: si educa con le pratiche. La legittimazione in questo nostro ruolo passa attraverso autorevolezza, spessore umano, credibilità. Guidare i nostri Giovani alla cultura della responsabilità verso il “bene comune” è un dovere ed un grande impegno: la Scuola e l’Università sono “palestre di vita civile e di saperi” che devono trascendere i fini utilitaristici dei soli singoli volti al conseguimento

seppur legittimo di aspettative di crescita professionale e socioeconomica. L’Università deve divenire sempre di più un luogo di formazione alla responsabilità collettiva insita in ogni professione affinché i singoli diventino non solo buoni professionisti ma persone che sappiano integrare la loro attività nella società civile per il “bene comune”. Il valore di una classe dirigente è direttamente proporzionale a quanto saprà garantire il futuro con nuove generazioni selezionate secondo meritocrazia, responsabilità e trasparenza. Meritocrazia declina il rispetto per la qualità e per l’impegno delle persone. Responsabilità è sinonimo di onere, non di onori. Trasparenza significa privilegiare chi si comporta con correttezza, pretendendo comportamenti coerenti e conseguenti. Se dovessimo fare una ricerca su cosa significhi il valore dell’esempio, queste sarebbero le parole chiave. Antonella Polimeni PRESIDENTE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI DI ODONTOIATRIA

2011 Gen; 22 (1):

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21-12-2010

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La Commissione Scientifica, composta da Prof. Mario Bondi, Prof. Damaso Caprioglio, Dott. Giuseppe Cozzani, dott.ssa Elsa Di Malta e dott.ssa Mila Fedi, ha assegnato il

Premio

Aurelio Levrini

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›››

CATEGORIA “ORTODONZIA INTERCETTIVA E MIOFUNZIONALE” 1° CLASSIFICATO

Modificazioni dei parametri cefalometrici lineari indotte da trattamento funzionale in pazienti di II classe da retrusione mandibolare Armando Silvestrini Biavati, Marco Migliorati, Carola Aldiano, Alessio Signori, Francesca Poli, Francesca Silvestrini Biavati

CATEGORIA “ORTODONZIA”

1° CLASSIFICATO Effetti della protrazione mascellare con maschera di Delaire con o senza espansione del palato Tommaso Avventi, Antonio Cesta, Claudia Berto, Francesca A. Miotti

Tutti gli articoli partecipanti saranno pubblicati in un fascicolo dal titolo Premio Aurelio Levrini CATEGORIA

CATEGORIA

“ORTODONZIA INTERCETTIVA E MIOFUNZIONALE”

“ORTODONZIA”

› Ortodonzia intercettiva in un caso di agenesia multipla Walter D’Apolito, Isabella D’apolito

Trasposizioni dentali: valutazione dei protocolli terapeutici Alessandro Ambrosoli, Lucia Tettamanti

L’evoluzione della terapia mio funzionale dal XVII al XXI secolo Daniele Francioli

Temporary anchorage devices e trattamento ortodontico: complicanze e loro frequenza in un campione di 94 miniviti inserite consecutivamente Valentina Denise Measnicov Tommasini, Marcello Maddalone, Nadia Squarzoni, Anna Stanizzi, Lara Zanon

Caso clinico: terapia con bionator in paziente in crescita con disturbi cranio-mandibolari Erika Schioppa, Alessandro De Carlo “Ariesdue ringrazia la Commissione Scientifica per il lavoro svolto”

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“Recupero del leeway space”. Nuova strategia terapeutica Paolo Pasquali Recontouring dentale in pazienti ortodontici Nadia Squarzoni, Marcello Maddalone, Federica Bellinzona, Valentina Denise Measnicov Tommasini, Paolo Zorzella Meccaniche di distalizzazione friction less con l’utilizzo di TADs Paolo Zorzella, Paola Arrigoni, Silvia Barrilà, Marcello Maddalone, Lara Zanon


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Il valore della professionalità

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L’Orthosystem prende forma nella prima metà degli anni ‘90 con l’intento di consociare tre laboratori ortodontici di Milano, Roma e Torino. Lo spirito costruttivo e l’immancabile voglia di “fare bene” sono tra le caratteristiche che spingono Dario Lanzani, Stefano Della Vecchia e Luciano Rufino con Carlo Fasola, rappresentanti di questi laboratori, a unirsi per dare struttura ad un qualcosa di unico nel panorama ortodontico italiano. Competenza, ricerca e sviluppo del-

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le procedure di laboratorio sono i valori che aziende leader del settore come Ormco, Invisalign, Sweden&Martina e GAC hanno riconosciuto per affidare a Orthosystem prodotti di punta relativi alla tecnica ortodontica. I laboratori Orthosystem amano definirsi “specializzati” poiché del settore odontotecnico hanno coltivato da sempre ed in maniera esclusiva la parte ortodontica, ampliando ed affinando le varie tecniche di costruzione per dispositivi coadiuvanti la terapia ortopedico-ortodontica. Anche per questo, da molti anni, sono stati scelti come partner delle Scuole di Specializzazione in Ortognatodonzia site nelle loro sedi. Il servizio, l’evoluzione tecnica e l’innovazione sono gli obiettivi che Orthosystem si prefigge senza rinunciare ad un impronta familiare, offrendo il valore della professionalità che le è propria.

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sOmmario Lavori originaliOriginal papers

60

Meglio Sapere/Interesting information

Ricerca clinicaClinical research

66

Odontoscatto/Dental photography

68

Vistosistampi/Book review

71

Caleidoscopio/News

81

Corsi e congressi/Agenda

35

Strutture anatomiche craniofacciali: correlazioni tra cefalometria in proiezione laterolaterale e posteroanteriore Cranio-facial structures: correlations between cephalometry in latero-lateral and postero-anterior projection

C. Maspero, G. Galbiati, R. Biagi, L. Giannini Ricerca sperimentaleExperimental research

GestioneManagement

41

62

Presupposti/Fiscal aspects

65

A proposito di legge/Legal questions

79

Cerco e Offro/Offers and demands

Chiusura degli spazi estrattivi anteriori mediante ansa di chiusura: valutazione sperimentale della forza da essa esercitata Extraction space closure with closing loops: experimental evaluation of the force exerted

G. Colicchia, S. Carderi

Casi cliniciCase reports

AssociazioniAssociation

47

20

AIDI/Association of dental hygienists

21

Amici di Brugg/News from Amici di Brugg

F.G. Franceschini, E. Pozzi, R. Monguzzi

22

COCI/Dental culture association

Aggiornamento professionale Professional Updating

23

FONDAZIONE ANDI/ANDI Foundation

24

IDEA/Italian Dental Assistant

Utilizzo dello zirconio per la realizzazione di un’arcata completa su impianti ed elementi naturali. Caso clinico Use of zirconia for a full-arch on implants and natural teeth. Case report

15

Notizie dai Ministeri/News from the Governament

30

Le interviste/Interviews

25

SICOI/Society of oral surgery and implantology

54

L’esperienza dei colleghi/Sharing experience

26

SIOI/Italian society of paediatric dentistry

55

Osservatorio/Products and materials

28

SISCOO/Society of dentists specialized in oral surgery

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Direttore emerito Giovanni Dolci

Direttore scientifico

Mensile edito da Ariesdue S.r.l. Copyright © Ariesdue S.r.l. Registrazione del Tribunale di Milano n. 741 del 16.10.1989.

Enrico Gherlone: professore ordinario di Clinica Odontoiatrica - Università Vita-Salute San Raffaele Milano

Direttore responsabile Dino Sergio Porro

Redazione, marketing e pubblicità Angela Battaglia a.battaglia@ariesdue.it Barbara Bono b.bono@ariesdue.it Cristina Calchera farma@ariesdue.it Paola Cappelletti p.cappelletti@ariesdue.it Franco De Fazio f.defazio@ariesdue.it Simona Marelli doctoros@ariesdue.it

Ufficio abbonamenti Antonella Lambertoni abbonamenti@ariesdue.it

Grafica e web Michele Moscatelli grafica@ariesdue.it Simone Porro simone@ariesdue.it

Direzione e redazione Ariesdue S.r.l. Via Airoldi, 11 - 22060 Carimate (Co) Tel. 031 792135 - Fax 031 790743 www.ariesdue.it info@ariesdue.it Organo Ufficiale OCI - Odontoiatri Cattolici Italiani

Comitato scientifico Antonio Bascones: professore di Medicina Orale e Parodontologia - Università di Madrid Egidio Bertelli: professore ordinario di Odontoiatria restaurativa I - Università degli Studi di Siena Stefano Carossa: professore ordinario di Odontoiatria restaurativa - Università degli Studi di Torino Ugo Covani: professore straordinario di Protesi Dentaria - Università degli Studi di Pisa Elettra De Stefano Dorigo:professore ordinario di Materiali Dentari - Università degli Studi di Trieste Vito Antonio Malagnino: professore ordinario di Endodonzia - Università degli Studi di Chieti Giuseppe Resta: professore ordinario di Pedodonzia - Università degli Studi di Pavia Araceli Morales Sánchez:presidente Sociedad Española de Implantes Franco Santoro: professore ordinario di Odontostomatologia I - Università degli Studi di Milano Manuel Alfonso Villa Vigil: presidente Ilustre Consejo General de Colegios Oficiales de Odontólogos y Estomatólogos

Coordinamento scientifico

Stampa

Massimo Lotito: professore associato di Ortognatodonzia - Università degli Studi di Perugia Giuseppe Marzo: professore ordinario di Parodontologia - Università degli Studi dell’Aquila

SATE s.r.l. - Zingonia-Verdellino (Bg)

Comitato di lettura

Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 196/03, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente sia con strumenti informatici e utilizzati per l’invio di questa e altre pubblicazioni o materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art.11 D.Lgs.196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Ariesdue srl intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Ariesdue srl, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.Lgs. 196/03. In base alle norme sulla pubblicità l’editore non è tenuto al controllo dei messaggi ospitati negli spazi a pagamento. Gli inserzionisti rispondono in proprio per quanto contenuto nei testi pubblicitari.

ISSN 1120-7140

International Standard Serial Number

Testata associata Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata

Ariesdue S.r.l. dichiara di accettare, senza riserve, il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale. Dichiara altresì di accettare la competenza e le decisioni del Comitato di Controllo e del Giurì dell’Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, anche in ordine alla loro eventuale pubblicazione.

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Vincenzo Campanella: professore associato di Odontoiatria Conservatrice - Università degli Studi di Roma Tor Vergata Mario Capogreco: professore ordinario di Patologia Speciale Odontostomatologica - Università degli Studi dell’Aquila Domenico Cicciù: professore ordinario di Materiali Dentari - Università degli Studi di Messina Marco Dolci: professore ordinario di Chirurgia Maxillofacciale - Università degli Studi di Chieti Giampietro Farronato: professore ordinario di Ortognatodonzia - Università degli Studi di Milano Gianantonio Favero: professore ordinario di Pedodonzia - Università degli Studi di Padova Lorenzo Favero: professore ordinario di Protesi e Gnatologia Clinica - Università degli Studi di Padova Giuseppe Gallina: professore ordinario di Odontoiatria conservatrice - Università degli Studi di Palermo Roberto Gatto: professore ordinario di Pedodonzia Università degli Studi dell’Aquila Mario Giannoni: professore ordinario di Clinica Odontostomatologica I e II- Università degli Studi dell’Aquila

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abbonamenti@ariesdue.it

Aldo Bruno Giannì: professore straordinario di Chirurgia Maxillo-Facciale I - Università degli Studi di Milano Maria Rita Giuca: professore associato di Odontoiatria Infantile - Università degli Studi di Pisa Carlo Maiorana:professore associato di Chirurgia speciale odontostomatologica - Università degli Studi di Milano Carmen Mortellaro: professore ordinario - Università degli Studi Piemonte Orientale Pier Francesco Nocini: professore ordinario di Chirurgia Maxillofacciale - Università degli Studi di Verona Sandro Pelo: professore associato di Clinica odontostomatologica I - Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Paolo Pera: professore ordinario di Malattie odontostomatologiche - Università degli Studi di Genova Adriano Piattelli: professore ordinario di Patologia speciale odontostomatologica - Università degli Studi di Chieti Angelo Putignano: professore straordinario di Odontoiatria restaurativa - Università Politecnica delle Marche Silvana Rizzo: professore ordinario di Chirurgia speciale odontostomatologica - Università degli Studi di Pavia Ruggero Rodriguèz y Baena: professore associato di Patologia speciale odontostomatologica - Università degli Studi di Pavia Laura Strohmenger:professore ordinario di Pedodonzia - Università degli Studi di Milano Stefano Teté: professore associato di Chirurgia speciale odontostomatologica- Università degli Studi di Chieti Roberto Weinstein: professore ordinario di Parodontologia - Università degli Studi di Milano

Comitato di lettura Igiene Dentale Marialice Boldi: presidente AIDI Ignazia Casula: coordinatrice CLID - Università degli Studi di Brescia Anna Maria Genovesi: coordinatrice CLID - Università degli Studi di Genova Gianna Nardi: ricercatrice - La Sapienza Università di Roma Elisabetta Polizzi: coordinatrice CLID - Università Vita-Salute San Raffaele Milano Gianfranco Sorgente: presidente UNID

Consulenza redazionale Angelo Calderini: professore a contratto di Anatomia dentale - Università Vita-Salute San Raffaele Milano Giampaolo Folegatti: professore a contratto di Protesi dentale - Università Vita-Salute San Raffaele Milano Carlo Fossati: professore a contratto Università degli Studi di Brescia Luca Levrini: professore associato di Malattie odontostomatologiche - Università degli Studi dell’Insubria Paolo Monestiroli: professore a contratto di Odontologia Forense - Università Vita-Salute San Raffaele Milano Massimo Pasi: professore a contratto di Patologia Orale - Università Vita-Salute San Raffaele Milano Maria Teresa Sberna: professore a contratto di Endodonzia - Università Vita-Salute San Raffaele Milano Raffaele Vinci: professore a contratto di Chirurgia orale maggiore - Università Vita-Salute San Raffaele Milano Stefano Zandonella Necca: professore a contratto di Chirurgia orale - Università Vita-Salute San Raffaele Milano

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Consiglio dei Ministri

DELLA SALUTE

MINISTERO

NUOVO SISTEMA DI FORMAZIONE CONTINUA IN MEDICINA

NOTIZIE dai MINISTERI Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 luglio 2010 è stato recepito l’Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano stipulato il 5 novembre 2009. L’Accordo in questione ha tratto dal precedente Accordo del 1° agosto 2007 i principi e le regole generali integrandolo e specificandone i rispettivi istituti. Come noto, il programma di Educazione Continua in Medicina ha avuto un lungo periodo di sperimentazione, dovuto soprattutto alla complessità che caratterizza l’attività di aggiornamento continuo. L’Educazione Continua in Medicina (ECM) è, per legge, rivolta a tutte le professioni sanitarie, quindi, la complessità della sua applicazione si estende anche al fatto che le istituzioni coinvolte sono altrettanto numerose e complesse: le Regioni, gli Ordini, i Collegi e le Associazioni professionali, nonché le Università, gli Istituti di Ricerca nell’ambito sanitario e lo stesso Ministero della Salute. Il punto di forza del nuovo Sistema di formazione continua è rappresentato dalla governance su cui si fonda: la Commissione nazionale per la formazione continua, rispetto alla precedente, è maggiormente rappresentativa in quanto i suoi componenti derivano dalla

designazione non solo del Ministero e delle Regioni, ma sono state coinvolte tutte le professioni sanitarie. Per l’avvio del nuovo Sistema, la Commissione ha definito alcune priorità e, tra queste, quella di maggiore evidenza è il superamento dell’accreditamento dei singoli eventi formativi passando all’accreditamento dei provider . L’obiettivo è quello di privilegiare la valutazione, a cura della Commissione, di un soggetto giuridico “responsabile” dell’offerta formativa che intende erogare. I p r o v i d e r a v r a n n o u n profilo regionale - con accreditamento regionale - e un profilo nazionale con accreditamento della Commissione nazionale per la formazione continua. Non sono ammessi accreditamenti nazionali e regionali per lo stesso provider.

Tra i punti più emergenti del nuovo sistema di formazione continua occorre annoverare la qualità Tra i criteri che la Commissione ha elaborato per il nuovo sistema di formazione continua, non poteva essere esclusa la valutazione della qualità del prodotto formativo. Tale valutazione è affidata all’Osservatorio nazionale che si avvale degli Osservatori regionali per

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il riscontro e la valutazione del provider stesso che ha programmato un piano formativo. Sarà quest’ultimo ad essere oggetto di valutazione, sia sotto il profilo dell’efficienza, sia sotto il profilo dell’efficacia (relazione annuale consuntiva del provider). Attualmente l’Osservatorio sta definendo un progetto di formazione che sarà rivolto ad una rete di qualificati valutatori deputati ad effettuare gli audit presso i provider per riscontrare le corrispondenze dei criteri indicati dalla Commissione rispetto a quello che effettivamente è stato posto in essere. L’esito dei valutatori sarà esaminato dall’Osservatorio che relazionerà alla Commissione nazionale affinché quest’ultima possa assumere ogni necessario provvedimento di rettifica o di richiamo in ordine agli specifici risultati.

L’indipendenza del contenuto formativo rispetto agli interessi commerciali degli sponsor Oltre alla qualità, il nuovo Sistema di formazione continua ha posto una significativa attenzione alla garanzia in favore dei partecipanti dell’indipendenza dagli interessi commerciali rispetto al contenuto formativo trasmesso in occasione dei corsi accreditati. Il Comitato di Garanzia è stato istituito con il recente Accordo (5 novembre 2009) proprio per procedere ad effettuare controlli e verifiche nei confronti dei provider che si avvalgono di sponsorizzazioni. Il settore sarà particolarmente esaminato e gli esiti dei controlli saranno sottoposti alla Commissione nazionale affinché la stessa possa

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procedere nel diffidare e, nei casi reiterati, a revocare l’accreditamento nei confronti dei provider che violano le regole definite dalla Commissione stessa, inerenti i rapporti che devono essere di massima trasparenza e correttezza con gli sponsor. Il Sistema di formazione continua, per gli obiettivi che si pone, è da considerarsi “settore strategico” in quanto è teso a migliorare l’efficacia e l’efficienza del Sistema Sanitario Nazionale a favore della salute dei cittadini. In tal senso, deve verificare la concreta indipendenza dei contenuti formativi dagli interessi commerciali presenti nell’area sanitaria. In occasione della II Conferenza nazionale sulla formazione continua, svoltasi a Cernobbio lo scorso 18-20 ottobre 2010, a margine dei lavori della Commissione nazionale per la formazione continua si è insediato il Comitato di Garanzia per l’avvio dei lavori in corrispondenza con l’erogazione dei piani formativi presentati dai provider per l’anno 2011.

Il professionista sanitario e il curriculum formativo, individuale e di gruppo, quale strumento per la certificazione dei crediti formativi Con il nuovo Sistema di formazione continua la Commissione ha curato anche gli strumenti che devono essere posti in essere per il riscontro dei crediti formativi del singolo professionista e della struttura sanitaria di riferimento: il dossier formativo individuale e il dossier di gruppo. Il dossier individuale è un documento a disposizione del professionista nel quale devono

essere riportati i corsi e le esperienze formative accreditate nel sistema ECM; il dossier di gruppo è, invece, un documento a disposizione della struttura sanitaria, dove il professionista esercita la professione, che eroga prestazioni sanitarie e che organizza momenti formativi di gruppo all’interno della struttura in favore dell’attività sanitaria svolta. Il dossier formativo individuale deve essere str utturato su tre aree formative . Le aree corrispondono sostanzialmente a: ❖ obiettivi formativi finalizzati allo sviluppo delle competenze e delle conoscenze tecnico professionali individuali, comprese nel settore specifico di attività: “obiettivi formativi tecnico-professionali” ; ❖ obiettivi formativi finalizzati allo sviluppo delle competenze e delle conoscenze nelle attività e nelle procedure idonee a promuovere il miglioramento della qualità dell’efficienza, dell’efficacia, appropriatezza e sicurezza degli specifici processi di produzione delle attività sanitarie: “obiettivi formativi, di processo” ; ❖ obiettivi finalizzati allo sviluppo delle conoscenze e competenze nelle attività e nelle procedure idonee a promuovere il miglioramento della qualità, efficienza, efficacia, appropriatezza e sicurezza dei sistemi sanitari. Quest’ultimo gruppo di obiettivi interessa tutti gli operatori indipendentemente dalla professione o dalla disciplina di appartenenza e ha caratteristiche interprofessionali, quindi possiamo definirli “obiettivi formativi di sistema” .


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L’importante ruolo degli ordini, dei collegi e delle associazioni professionali per la certificazione dei crediti formativi Il dossier formativo individuale rappresenta l’unità di misura dell’effettiva partecipazione del professionista al Sistema di formazione continua ed è direttamente collegato all’ordine, al collegio o all’associazione di riferimento dove il professionista è iscritto. Sono, infatti, le istituzioni ordinistiche che dovranno “certificare” l’avvenuto compimento del debito formativo attraverso l’acquisizione dei crediti formativi previsti e definiti dalla Commissione nazionale nel triennio. Gli ordini, i collegi e le associazioni, dunque, sono doppiamente coinvolti nel sistema di formazione continua, sia nella stessa governance della Commissione nazionale, sia nel sistema di certificazione dei crediti formativi nel territorio. Gli ordini, i collegi e le associazioni per adempiere ai compiti di certificazione si sono organizzati in un consorzio istituito appositamente per creare un sistema sinergico di raccolta dei dati relativi ai crediti formativi certificati dai provider ai singoli professionisti in occasione della loro partecipazione ai corsi, per poi rivolgerli agli ordini, collegi e associazioni territoriali dove i professionisti sono registrati: l’acronimo del consorzio è CO.GE.A.P.S. , Consorzio per la Gestione dell’Anagrafe delle Professioni Sanitarie . Il COGEAPS dispone già di tutta l’anagrafica resa disponibile dalle professioni consorziate (90% delle

professioni) e dei dati contenenti i crediti formativi trasmessi dalla Segreteria della Commissione nazionale fin dal 2001, data di avvio della sperimentazione ECM. Si tratta di una entità di dati di indubbio interesse e valore perché fornisce risposte interessanti per la gestione del Sistema di formazione continua. Fornisce, infatti, i dati corrispondenti all’esito di una procedura che parte dall’offerta formativa e termina con la certificazione dei crediti formativi attraverso l’attestazione dei crediti stessi ai partecipanti dei corsi accreditati ECM, ed è affidata ai provider.

Le tipologie formative e il bando di sperimentazione per l’individuazione di nuove tipologie Tra le novità del nuovo Sistema va ricompresa l’offerta formativa. Saranno oggetto di crediti formativi tutte le tipologie formative attualmente in uso per l’aggiornamento continuo: dalla formazione a distanza agli stage, dalla formazione sul campo all’autoformazione. Un sistema, quindi, che non rinuncia ad offrire la massima libertà e flessibilità di strumentazione per l’aggiornamento e che dovrà incidere in favore del professionista anche sotto il profilo economico fornendo, al tempo stesso, un’offerta formativa qualitativamente garantita. Per consentire ai professionisti sanitari di scegliere il prodotto formativo maggiormente attinente le proprie esigenze, la Commissione ha rilasciato una griglia di criteri a disposizione dei provider per

attribuire crediti formativi alle diverse tipologie formative. Ma tutto ciò non ha soddisfatto la Commissione che, in un clima di necessario aggiornamento e innovazione tecnologica propria del sistema di formazione continua da essa stessa coniato, ha voluto definire uno strumento di “reclutamento” di nuove idee proprio per l’erogazione della formazione . Il Bando è stato presentato a Cernobbio ed è stato rivolto alle maggiori istituzioni presenti sul territorio (università, centri di ricerca, istituti di ricerca eccetera), la scadenza del 20 novembre 2010 ha consentito alla Commissione di avviare nei primi mesi del 2011 le prime esperienze sperimentali sulla materia.

I rapporti tra le società scientifiche, le industrie presenti nel settore della salute e i professionisti sanitari La Commissione nazionale per la formazione continua ha adottato un Regolamento contenente i requisiti che un soggetto deve avere all’atto della richiesta di accreditamento nazionale in qualità di provider . Oltre ai requisiti di indipendenza dal mondo economico industriale delle aziende farmaceutiche e dai produttori di dispositivi medicali, la Commissione ha sottolineato la necessità di rendere manifesti tutti i rapporti intercorrenti tra i soggetti che comunque intervengono nel sistema di formazione continua e l’indipendenza del contenuto formativo . Con l’avvio del nuovo sistema la Commissione ha previsto che i soggetti che hanno in corso rapporti

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con le imprese commerciali dichiarino espressamente il tipo di rapporto in essere per consentire ai professionisti “discenti” di valutare l’eventuale impatto rispetto al contenuto formativo che si intende erogare. Il ruolo fondamentale delle società scientifiche, nell’ambito del nuovo sistema, ha incontrato difficoltà in ordine alle rispettive ragioni sociali (generalmente onlus o non profit) e i rapporti con le imprese sanitarie in occasione delle manifestazioni congressuali. L’argomento - affrontato con grande trasparenza e apertura da parte della Commissione nazionale per la formazione continua - è attualmente al vaglio degli esperti che dovranno preparare un documento da sottoporre alle società scientifiche per la d e f i n i z i o n e d e l l e r e g o l e , d e i ruoli e dei compiti che i soggetti interessati possono svolgere all’interno dell’ECM . La Commissione ha altresì voluto regolare il divieto di reclutamento , da parte delle richiamate industrie, di professionisti invitati a partecipare ai corsi ECM, ospiti delle imprese stesse. Dal prossimo anno tutti i professionisti dovranno disporre di autorizzazione a partecipare ai congressi e agli eventi in qualità di ospite dello sponsor da parte del proprio Direttore Generale. L’autorizzazione, unitamente all’invito dello sponsor, dovrà essere presentata in copia al provider all’atto dell’iscrizione alla manifestazione formativa. Il provider è tenuto a stilare un elenco speciale per la Commissione nazionale e per il CO.GE.A.P.S. dove devono essere analiticamente

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riportati i nominativi, le autorizzazioni, lo sponsor e i crediti formativi attestati alla manifestazione. L’ordine, il collegio o l’associazione di categoria di riferimento potrà attestare nell’arco del triennio formativo, complessivamente, n. 50 crediti formativi in favore dello stesso professionista . I crediti formativi sponsorizzati in eccesso non potranno essere compresi come debito formativo assolto.

Gli incentivi e le sanzioni per i professionisti della salute nel nuovo sistema di formazione continua Sempre a Cernobbio è stata creata l’occasione per avviare la trattazione di un nuovo e importante capitolo del sistema di formazione continua: la definizione di incentivi e di eventuali sanzioni a carico dei professionisti che si aggiornano. Le parti sociali presenti e i rappresentanti dei professionisti hanno aderito all’invito della Commissione di formare un tavolo di lavoro dove tracciare un documento contenente le ipotesi di soluzione per incentivare la formazione continua in favore dei professionisti aggiornati. L’avviso della Commissione è di trovare strumenti che possano favorevolmente incidere nel percorso operativo e di efficacia del servizio sanitario anche grazie alla definizione di incentivi che dovranno produrre favorevoli risultati sia per il professionista, sia per il “sistema salute” generale. Concludendo, il nuovo Sistema di formazione continua fonda i suoi

obiettivi nel definire, grazie alle sinergie delle Istituzioni componenti la Commissione nazionale per la formazione continua, le importanti tematiche su cui si fonda, quali: ❖ la qualità dei contenuti formativi; ❖ la certificazione dei crediti formativi; ❖ la trasparenza dei rapporti tra provider e sponsor; ❖ l’appropriatezza del contenuto formativo sia dal punto di vista del progetto formativo (evento, manifestazione) che dal punto di vista del fruitore (professionista sanitario); ❖ l’appropriatezza dell’aggiornamento continuo rispetto alle singole necessità e rispetto alle esigenze del sistema sanitario di riferimento (dossier individuale - professionista - e dossier di gruppo - azienda). Quanto fin qui illustrato ha l’ambizione di creare le condizioni affinché i professionisti della salute si riconoscano nel nuovo Sistema di formazione continua e collaborino “direttamente” con la Commissione nazionale, frequentando corsi utili al proprio aggiornamento e all’attività sanitaria svolta, fornendo anche indicazioni critiche necessarie al miglioramento del sistema stesso; collaborando anche “indirettamente” con la Commissione n azionale, attraverso i rispettivirappresentanti presenti nella Commissione nazionale stessa, quali gli ordini, i collegi e le associazioni professionali. DOTT.SSA MARIA LINETTI Direttore Ufficio Formazione Continua DG Risorse umane e Professioni sanitarie Ministero della salute


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AIDI 1-11

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Il presidente Marialice Boldi

Associazione Igienisti Dentali Italiani

Un premio alla carriera per la dottoressa Marialice Boldi

AIDI

Si tratta del premio alla carriera “Vincenzo Guerini”, conferito al professor Adolfo Ferro, ortodontista della Seconda Università di Napoli, e alla dottoressa Marialice Boldi, Presidente nazionale AIDI, in occasione del 10° Dentalgo meeting, tenutosi a Napoli lo scorso novembre.

Cara Licia, dire che meriti un premio alla carriera per quanto hai fatto per la nostra professione mi pare scontato. Ugualmente mi pare superfluo elencare i tuoi titoli, i traguardi conseguiti, i premi vinti, le cariche ricoperte: rischierei di fare un freddo copia-incolla del tuo ricchissimo curriculum. E allora che scrivo? Ci siamo conosciute a Milano nel dicembre 2002 ad un “Corso di perfezionamento in prevenzione odontostomatologica”. Io ero una professionalmente giovane igienista dentale e mi trovavo lì come tutor in una sezione di esercitazioni pratiche. Ricordo di avere provato un certo imbarazzo iniziale, anche perché nel gruppo c’era più di un nome impegnativo, ma la tensione si è subito sciolta e si è trasformata in una sensazione di simpatia reciproca. Per qualche anno i rapporti si sono limitati agli incontri ufficiali, fino al giorno della tua prima elezione a presidente nazionale che, più o meno, corrisponde alla mia prima nomina a presidente regionale. Da quel giorno i contatti si sono fatti sempre più frequenti e, poco a poco, da colleghe ci siamo ritrovate amiche. Ti ho invitato a Padova più di una volta a parlare dell’AIDI e l’ultima è stata in occasione delle elezioni del nostro consiglio regionale, quando mi hai autorevolmente invitata a candidar2011 Gen; 22 (1):

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mi per il consiglio nazionale. Con autorevolezza, sì, perché questa è una caratteristica che ti è propria. Mi hai cercata e voluta nel tuo gruppo di lavoro e questo non solo mi ha fatto molto piacere ma mi ha dato sicurezza ed ha contribuito a creare in me un po’ più di autostima. Ho imparato a conoscerti, a prendere nel verso giusto le tirate d’orecchi e le strapazzate, ben sapendo che sarebbero arrivate anche le lodi. Si capisce che sei stata un’insegnante di scuola, una brava insegnante: hai metodo, capisci le persone, sai quando e come aiutarle, non ti manca mai l’entusiasmo. Non ti mancano nemmeno le debolezze delle persone generose: ti ho vista piangere quando avevi paura di non riuscire in quello che ti eri prefissata, ti ho sentita inconsolabilmente delusa quando il risultato non era pari alle aspettative. Non per te, si intende, ma per tutti i soci per i quali ti batti tutti i giorni. E questa è una parte del tuo lato pubblico, ma tu sei ancora una figlia premurosa, una mamma presente e una nonna fantastica. Dove trovi il tempo e l’energia per portare a termine tutti i compiti? Solo una ferma convinzione e una passione vera per la Vita sono in grado di farti sopportare le fatiche cui ti sottoponi. Credo che questo basti a meritare un premio. MARA

Consiglio direttivo Presidente

Marialice Boldi Vicepresidente

Clelia Mazza Segretario Nazionale

Caterina Di Marco Consiglieri

Antonella Abbinante Monica Castellaro Rossella Ferraroni Mara Ziliotto Probiviri

Irene Riccitelli Guarrella Michela Rossini Maria Franca Setzu Revisori dei conti

Roberto Carriere Patrizia Corbascio Rappresentanti IFDH

Marialice Boldi Mary Rose Pincelli Rappresentanti EDHF

Ignazia Casula Stefano Checchi Per informazioni AIDI Via de’ Tornabuoni, 1a 50123 Firenze Tel. 347.8734511 (dottoressa Boldi) segreteria@aiditalia.it


Amici di brugg 1-11

16-12-2010

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Il presidente Mario Iorio

Associazione Amici di Brugg

Nel vivo del bello Definito il programma del 54° Congresso degli Amici di Brugg del prossimo maggio

Consiglio direttivo Presidente

Mario Iorio Presidenti onorari

Carlo De Chiesa Fabio Toffenetti

bulatoriale trattato dal professor Matteo Chiapasco di Milano. Ma ecco anche l’opportunità per il team di studio di seguire il corso protesico multidisciplinare che si svolge in contemporanea affidato a coppie miste di relatori: un odontoiatra, un odontotecnico e qualche volta anche un terzo vertice operativo, ossia il chirurgo specialista. Nel merito. Al secondo anno di trattazione si entra nel vivo dell’argomento estetico: dai casi complessi, dalle riabilitazioni importanti (Persichetti-Mariotti) ai rapporti estetici (l’armonia tra gli elementi dentali, tessuti molli, labbra e viso con i fratelli Broseghini e il dottor Dell’Acqua), al “compromesso” da raggiungere fra estetica e funzione illustrato da un coppia (Bassetti-Camaioni) di grandi conoscitori della tecnica Slavicek e quindi dei profili gnatologici. Venerdì è giornata clou a Rimini. Gli odontoiatri “calano” subito un poker d’assi con quattro nomi importanti dell’odontoiatria italiana. In mattinata Calesini, Mangani, Nicastro, Putignano compiranno insieme un excursus attraverso il “Recupero della funzione dalle tecniche adesive agli impianti”che praticamente abbraccia tutta l’odontoiatria conservativa. A seguire Carlo Mangano su un argomento sempre più “indagato” come l’utilizzo dei biomateriali e delle staminali nella rigenerazione ossea. Per ora mi fermo qui. Gli argomenti sono ancora tanti, li completeremo in una prossima occasione.

Vicepresidenti

Nicola Perrini Luigi Scaiola Segretario

Renato Scotti di Uccio Tesoriere

Guido Garotti Consiglieri

Cesare Robello Gian Edilio Solimei Revisori effettivi

Stefano Biacchessi Massimo Nuvina Revisore supplente

amici di brugg

Secondo appuntamento del trittico dedicato all’estetica interdisciplinare per il 54° Congresso degli Amici di Brugg, in svolgimento a Rimini Fiera da giovedì 26 a sabato 28 maggio 2011. Il programma è pressoché definito; le figure professionali interessate - tutte, storicamente, per questo grande happening della cultura e della tecnologia dentale nazionale: odontoiatri, odontotecnici, igienisti e assistenti dentali, uomini d’azienda e operatori del mercato - daranno corpo e sostanza ad un congresso dai multiformi aspetti e dai molteplici interessi. Lo si è detto tante volte, ma vale ripeterlo: in realtà a Rimini si svolgono in contemporanea almeno cinque congressi racchiusi in un unico prestigioso contenitore scientifico. Una delle maggiori novità 2011 viene subito in apertura e riguarda la struttura del corso gratuito precongressuale del giovedì, momento di grosso impatto sia per la tradizione che ha alle spalle, sia per l’attenzione con cui viene preparato. Da quest’anno la Commissione scientifico-culturale, che è presieduta per la parte odontoiatrica dal dottor Nicola Perrini e per quella odontotecnica da Stefano Biacchessi, ha optato per una scelta tematica basata non più su una rigida distinzione per categorie e competenze ma su argomenti “aperti” che ben si prestano ad una fruizione più generalizzata. Ecco dunque un tema molto richiesto dagli odontoiatri come la chirurgia am-

Francesco De Simone Per informazioni Segreteria Amici di Brugg Via Circonvallazione, 69 47923 Rimini Tel. 0541.774363 - 0541.316199 segreteria@amicidibrugg.it www.amicidibrugg.it

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COCI 1-11

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COCI Il presidente 2011 Giuseppe Greco

Confederazione odontostomatologica culturale italiana

Riflessioni: odontoiatria e crisi economica Osservando lo scenario economico globale si evince che come altri settori anche quello odontoiatrico non sfugge alla perdurante crisi.

Associazioni Accademia di Implantologia - Chieri Lorenzo Ravera

Accademia di sotto, Milano Marco Gnalducci

Accademia Italiana Stomatologia Implantoprotesica (AISI)

coci

Pier Luigi Floris

Una domanda che ognuno può porsi è se sono ipotizzabili delle scelte governative che possano rilanciare il settore aiutando sia i pazienti, sia gli odontoiatri. È innegabile che tutti i provvedimenti che facilitano economicamente il lavoro del professionista indirettamente aiutano il paziente; è pertanto necessario fare delle proposte concrete per evitare che il discorso rimanga campato in aria. Scenari possibili da proporre potrebbero essere: la detrazione fiscale del 50% per tutte le cure comprese le correzioni protesiche; l’IVA al 4% per l’acquisto delle attrezzature ed i prodotti ad uso medico; lo snellimento degli obblighi burocratici riguardanti la gestione dello studio, salvaguardando comunque la sicurezza; la semplificazione della gestione fiscale e del personale; la riduzione dell’IVA al 4% sui costi dei corsi di aggiornamento. Entrando nel dettaglio, facciamo qualche esempio. Se i pazienti potessero detrarre dalle tasse il 50% del costo delle prestazioni odontoiatriche, gli stessi avrebbero tutto l’interesse: a pretendere la fattura; a non migrare all’estero per 2011 Gen; 22 (1):

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farsi curare, perché verrebbe meno il presupposto della convenienza economica; inoltre: sarebbe ridimensionato l’abusivismo, ‘ in quanto chi non è in regola non può fatturare; tutti i medici che dall’estero vengono a curare in Italia sarebbero obbligati ad emettere fattura. Per quanto riguarda la gestione dello studio odontoiatrico ci sono un’enormità di adempimenti riguardanti la sicurezza, la privacy eccetera, dietro ognuno dei quali c’è un esperto che per lo studio rappresenta un costo. Aggiungiamo che per la gestione fiscale e del personale dipendente necessitano altri due consulenti ed anche in questo caso sarebbe auspicabile una gestione semplificata per evitare costi aggiuntivi. Di esempi ce ne sarebbero tanti e poi tanti da aggiungere. Non è giusto che uno studio sia gravato da una miriade di spese che in fin dei conti incidono sul costo della prestazione. Mi chiedo: è ancora sopportabile tutto ciò? Personalmente credo proprio di no. È chiaro che, se si vogliono rendere più accessibili le cure ai pazienti, è necessario che lo stato agevoli la libera professione, anche perché, è il caso di ripeterlo, è sempre il paziente l’ultimo a pagare.

Accademia Odontostomatologica Veneta Gaetano Caponnetto

Associazione Dentisti Varese Dino Azzalin

Cenacolo Cagliaritano Gianpiero Fois

Cenacolo Ligure Kamran Sadeghi

Cenacolo Novarese Massimo Rossi

Cenacolo Odontostomatologico dell’Adriatico Alessandro Palumbo

Cenacolo Pavese Giulio Leardi

Cenacolo Salentino Giuseppe Greco

Cenacolo Triveneto Gianni Nicoletti

Società Italiana di Ergonomia Dentale Sergio Nucci

Presidente COCI 2011 Giuseppe Greco pinucciogr@libero.it

Per informazioni www.confederazionecoci.it


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Il presidente Marco Landi

Fondazione ANDI Onlus

Prevenzione e controllo del Papilloma Virus

Consiglio di amministrazione

Diffusi i primi risultati di una ricerca unica al mondo per caratteristiche e per il campione prescelto, svolta in collaborazione con università, istituti di ricerca e con la comunità di San Patrignano.

Stefano Mirenghi

Uno stile di vita sano, completamente smoke e alcol free, e una corretta igiene orale potrebbero prevenire, controllare ed eliminare la presenza del Papilloma virus (HPV), uno dei principali fattori di rischio del tumore del cavo orale. Lo annuncia Fondazione ANDI Onlus come uno dei risultati più eclatanti della ricerca “Oral prevalence and clearance of high-risk human papilloma virus (HR-HPV) in healthy people in San Patrignano, a rehabilitation community for substance abusers”, che ha appena chiuso la sua prima fase. Lo studio, frutto di una partnership tra Fondazione ANDI, centro medico di San Patrignano, università di Cagliari, Istituto Nazionale dei Tumori e Istituto Mario Negri di Milano, presenta profili di assoluta originalità: in primis un “campione” del tutto particolare, i 194 ospiti della comunità di accoglienza e recupero di San Patrignano, unico per le sue caratteristiche: l’alto numero in rapporto alla popolazione totale (circa 1.800) della comunità, la presenza dell’HR-HPV nel 13% dei soggetti doppio della media- e lo stile di vita controllato dopo l’ingresso in comunità, in particolare per tutti completamente smoke free. I risultati, a un anno dallo screening, parlano di una clearance

del virus del 100%. Si tratta di un dato al momento assolutamente unico nella letteratura internazionale. Una prossima validazione della ricerca significherebbe dimostrare che uno stile di vita sano, in particolare senza fumo e alcol, l’eliminazione di ogni abuso di sostanze stupefacenti, una corretta igiene orale, visite e terapie riabilitative odontoiatriche possono prevenire o far recedere il Papilloma Virus. Il prossimo step del lavoro, già in corso a San Patrignano, consisterà nel testare nuovamente i pazienti HPV positivi che hanno lasciato la comunità per verificare l’ipotesi formulata. La ricerca è stata presentata a San Patrignano lo scorso novembre, nell’ambito del convegno “Possibilità e limiti delle terapie odontoiatriche: dal singolo elemento all’arcata dentaria”, dal presidente della Fondazione dottor Marco Landi, che ha promosso e coordinato il lavoro, e dai dottori Bruno Davide Pugliese e Giacomo Bruzzesi, che hanno effettuato lo screening all’interno della comunità. La ricerca anticipa inoltre l’appuntamento dell’Oral Cancer Day che nel mese di maggio 2011 porterà in piazza dentisti e volontari per promuovere l’importanza della prevenzione ad ogni livello.

Presidente

Marco Landi Vicepresidente Tesoriere

Massimo Castelli Consiglio

Luigi Burruano Roberto Callioni Vito Clemente Giovanni Evangelista Mancini Revisori dei conti

Nicola Lorito Guido Corradi Michele Mangiucca Comitato tecnico Carlo Carlini Pietro Floris Michele Mangiucca Roberto Santopadre Giancarlo Vecchiati Alessandro Vitali Per informazioni Fondazione ANDI Onlus Via Ripamonti, 44 20141 Milano Tel. 02.30461080 Fax 02.30461009 www.fondazioneandi.org

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FONDAZIONE andi ONLUS

fondazione ANDI 1-11


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Il presidente Paola Barbera

Italian Dental Assistant

Qualcosa bolle in pentola

Consiglio direttivo

Mentre scrivo, e siamo in novembre, le ASO, e non solo, sono in attesa di qualcosa che dovrebbe cambiare la posizione giuridica della loro figura professionale all’interno degli studi odontoiatrici.

Paola Barbera

Presidente Segretario

Gabriella Scaturro Tesoriere

idea

Rosi Ostuni

Progetti di legge o speranza di decreti dovrebbero cambiare l’attuale posizione delle ASO ma al momento non ci è dato sapere con quali modalità. Le assistenti si chiedono a quale prezzo, economico e organizzativo, verranno in possesso dell’attestato di qualifica, e quali sacrifici in ordine di denaro e tempo saranno richiesti. Corsi a carico delle ASO? Frequenza serale o il sabato? D’altra parte abbiamo ripetuto spesso che esiste da molti anni una situazione divenuta insostenibile. Occorrono regole precise che riqualifichino il lavoro e le competenze di chi presta tuttora la sua opera negli studi odontoiatrici. Per le nuove leve il percorso formativo è già pronto e in attuazione presso diverse strutture riconosciute dalla Regione Lombardia. La crescita culturale e la regolarizzazione, la meno penosa possibile, dovrebbero rendere alle ASO che tanto hanno dato in termini di dedizione al loro lavoro le soddisfazioni meritate, anche in termini economici. Questo argomento, che spaventa spesso il mondo odontoiatrico, deve invece diventare incentivo a portare negli studi personale “scelto”, preparato e motivato e, da che mondo è mondo, una buona motivazione è anche quella di un adeguato stipendio. Smettiamola di ritenere questo ar2011 Gen; 22 (1):

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gomento un tabù e guardiamo in faccia la realtà: se si ha un po’ più di agio economico si lavora più sereni e incentivati alla produttività dello studio. Questo è vero per tutti e dico tutti i settori, e non vedo perché l’assistente dovrebbe fare eccezione. E poi ci sono i contratti nazionali, che tutelano alla grande i datori di lavoro, perciò niente paura. L’invito è sempre quello di unirsi alle associazioni di categoria che tutelano e uniscono gli interessi dei soci, mantengono le relazioni e traggono la loro forza dal numero delle adesioni. Il 2011 ci porterà bene? Dipenderà molto da noi stessi, come sempre nella vita. Buon anno a tutti!

Per informazioni IDEA Paola Barbera Tel. 347.1659327 www.assistenteidea.eu

L’incontro delle ASO lo scorso ottobre presso la Clinica Mangiagalli dell’Università degli Studi di Milano


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Il presidente Andrea Edoardo Bianchi

Società Italiana di Chirurgia Orale ed Implantologia

Consiglio direttivo

Attività SICOI 2011

Presidente

Un intenso programma culturale per affrontare le tematiche chirurgiche principali dell’attività quotidiana del professionista

Andrea Edoardo Bianchi Presidente Eletto

Antonio Barone Vicepresidente

L’anniversario dei vent’anni della SICOI si è aperto con l’insediamento del nuovo Consiglio Direttivo della società presieduto dal dottor Andrea E. Bianchi, affiancato dai dottori Antonio Barone (presidente eletto), Francesco Vedove (vicepresidente), Alfonso Caiazzo (tesoriere) e Jason Motta Jones (segretario). L’intenso programma culturale della Società Italiana di Chirurgia Orale e Implantologia per l’anno 2011 svilupperà alcune tematiche estremamente attuali nello scenario chirurgico di tutti i giorni, con l’obiettivo di porre chiarezza in merito ad alcuni aspetti chirurgici spesso confusi dalla soggettività d’interpretazione clinica e terapeutica degli operatori del settore. L’idea della società è quella di organizzare incontri monotematici tipo “consensus conference” in modo da fornire ai colleghi delle vere e proprie linee guida terapeutiche. Il primo incontro, che si terrà a Cavaion Veronese (VR) il 29 gennaio, verterà su un tema estremamente attuale come quello delle perimplantiti, definendo il razionale del trattamento. L’argomento verrà trattato da relatori di spicco nazionali ed internazionali, analizzando l’aspetto eziopatogenetico, le modifiche istologiche dei tessuti molli e duri periimplantari fino agli attuali orientamenti terapeutici.

Il 2 aprile si terrà a Milano il Memorial Merlini, voluto per ricordare il past president e fondatore della SICOI, che sarà incentrato sulle linee guida in chirurgia orale ambulatoriale. Il terzo appuntamento è un corso di aggiornamento sul trattamento implantare del paziente totalmente edentulo, che si svolgerà a Rimini l’11 giugno. L’obiettivo sarà fornire ai partecipanti le indicazioni più attuali nella formulazione di un corretto piano di trattamento del paziente totalmente edentulo, analizzando le indicazioni per l’utilizzo degli impianti tradizionalmente posizionati paralleli a quelli invece oggi proposti inclinati, sia a carico dilazionato sia immediato. Il Congresso Internazionale si svolgerà a Milano il 7 e 8 ottobre, prevedendo una “consensus conference” sulla gestione delle atrofie ossee, focalizzando l’attenzione sulle procedure terapeutiche più indicate per ogni specifico difetto osseo. L’argomento verrà affrontato dai massimi esperti del settore, sia nazionali sia internazionali, analizzando tecniche tradizionali rigenerative, mediante blocchi ossei e membrane, e procedure più innovative sull’utilizzo delle cellule staminali. Tutte le informazioni dettagliate e i contatti possono essere consultati sul sito ufficiale della società www.sicoi.it

Francesco Vedove Tesoriere

Alfonso Caiazzo Segretario

Jason Motta Jones Relazioni esterne

Francesco Scarparo Commissione scientifica

Mauro Billi Danilo Di Stefano Edoardo Foce Giulio Leghissa Francesco Zuffetti Commissione accettazione soci attivi

Roberto Briguglio Ugo Covani Mauro Bovi Roberto Mazzanti Achille Bassetti Commissione editoriale

Matteo Capelli Davide Farronato Vincenzo La Scala Alessandro Rossi Per informazioni www.sicoi.it

Il Consiglio Direttivo 2011-2012

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Il presidente Roberto Ferro

Società Italiana di Odontoiatria Infantile

Partecipazione e successo della SIOI al 7° Congresso delle Società Mediterranee di Odontoiatria Infantile

Consiglio direttivo Presidente

Roberto Ferro Vicepresidente

Silvia Pizzi Segretario

Edoardo Stellini Tesoriere

Gloria Denotti Consiglieri

SIOI

Si è svolto a Beirut, capitale del Libano, il Congresso delle Società Mediterranee di Odontoiatria Infantile

La Società Italiana di Odontoiatria Infantile è stata rappresentata dal professor Giuliano Falcolini e dal dottor Giovanni Olivi. Quest’ultimo ha presentato una comunicazione orale in collaborazione con altri due soci SIOI, le dottoresse Claudia Caprioglio e Marina Vitale. Il testo della comunicazione riguardava il “Laser in traumatologia dentale”, argomento inserito tra le relazioni riguardanti le possibilità e i limiti dell’utilizzo del laser in odontoiatria pediatrica. Il dottor Olivi ha presentato tutte le possibilità che oggi la moderna tecnologia del laser può offrire nel trattamento dei traumatisti dentali con notevoli riduzioni delle complicazioni associate e un netto miglioramento dei risultati estetici e della stabilità a lungo termine. Nell’ambito del congresso, bisogna segnalare la nomina del professor Giuliano Falcolini nel consiglio direttivo delle Società Mediterranee di O-

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Giuliano Falcolini

Maurizio Bossù Claudia Caprioglio Patrizia Defabianis Lorenzo Franchi Maria Rita Giuca Giuseppe Marzo Domenico Tripodi Revisori dei conti

Milena Cadenaro Mariagrazia Cagetti Elena Bardellini Probiviri

Gabriela Piana Giuseppe Resta Antonino Antonini Per informazioni SIOI www.sioi.it info@sioi.it

dontoiatria Infantile con la carica di segretario. Al professor Falcolini vanno gli auguri e le felicitazioni per l’importante incarico ottenuto a testimonianza della sua dedizione ultracinquantennale all’odontoiatria pediatrica ed alla SIOI.

L’intervento del dottor Giovanni Olivi



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Il presidente Franco Santoro

Società Italiana Specializzati in Chirurgia Odontostomatologica ed Orale

Perché una nuova società di Chirurgia Orale?

Consiglio direttivo

La SISCOO è stata fondata nel 2009 dagli specialisti e specializzandi della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Odontostomatologica dell’Università degli Studi di Milano

Carlo Maiorana

Presidente

Franco Santoro Vicepresidente Segretario

Umberto Garagiola Tesoriere

Davide Farronato

SISCOO

Sin dall’avvio delle attività, questa società si propone come finalità quella di promuovere la figura dello specialista nelle branche chirurgiche orali, diffondendone le conoscenze scientifiche e le competenze cliniche in campo chirurgico, parodontale ed implantare. Perché una nuova società di Chirurgia Orale? Da circa venti anni esistono in Italia le Scuole di Chirurgia Odontostomatologica che a breve assumeranno, con le nuove disposizioni di legge, la denominazione di Scuola di Specializzazione in Chirurgia Orale. Tali scuole, presenti in undici atenei con la disponibilità di ammettere 68 specializzandi all’anno, prevedono un iter formativo di tre anni nei qua-

li lo specializzando viene preparato attraverso l’acquisizione di conoscenze approfondite sia teoriche, sia cliniche, nonché sulle tecniche più sofisticate di chirurgia orale, implantare e parodontale. La SISCOO è organo ufficiale della rivista JOS (European Journal of Oral Surgery), una delle pubblicazioni di riferimento su parodontologia clinica, odontoiatria conservativa e chirurgia implantare. JOS è disponibile on line sul sito www.ejos.eu e sul sito dell’associazione www.siscoo.eu. Per il 2011 la SISCOO sta mettendo a punto un calendario di eventi e iniziative di promozione scientifica; da maggio ad ottobre è previsto un ciclo di corsi monotematici, mentre il II Congresso SISCOO si terrà nel 2012.

I Congresso SISCOO Milano, 24 settembre 2010 “Attualità in Chirurgia Odontostomatologica”: è questo il titolo del primo convegno che la SISCOO ha organizzato a Milano lo scorso 24 settembre presso il Centro ospedaliero militare. L’inaugurazione dell’incontro è stata fatta dal Gen. Prof. Samuele Valentino (Comandante del Centro Ospedaliero di Milano) e dal Col.

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(me) Dr. Luigi Marino (Vice Comandante del Centro Ospedaliero di Milano). I lavori sono stati aperti da Franco Santoro, Direttore della Clinica Odontoiatrica dell’Università di Milano e Presidente della SISCOO. È seguito l’intervento di Maurizio Silvestri, docente di Parodontologia presso l’Università

Revisori dei conti

Rachele Censi Francesca Ferrari Cesare Mauro Probiviri

Sabina Mantovani Claudio Procopio Marco Rasia dal Polo Ufficio Stampa

Francesco Briguglio Claudia Maggipinto Lorenzo Mercatali Giacomo Santoro

Per informazioni SISCOO www.siscoo.eu segreteria@siscoo.eu


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degli Studi di Pavia, dal titolo “Attualità nella gestione dei tessuti molli perimplantari”. Il relatore oltre a descrivere la biologia del profilo mucoso condizionante il successo implantoprotesico, si è soffermato sulle tecniche utilizzate per ottimizzarne la qualità ed il timing della loro applicazione. Paolo Vescovi, professore associato di Clinica Odontostomatologica dell’Università di Parma, nella relazione “Attualità nella terapia delle osteonecrosi da bifosfonati”, ha fornito valide risposte alla dibattuta scelta terapeutica dell’osteonecrosi attraverso un parallelo fra i vantaggi e gli svantaggi delle svariate terapie farmacologiche e chirurgiche disponibili e fornendo alcune linee guida nell’approccio alla patologia, fino a trovare nel laser una gestione miniinvasiva nella forme precoci. “Attualità in piezosurgery” è stato il titolo della relazione di Tomaso Vercellotti, docente di Parodontologia e Implantologia dell’Università di Genova, che ha trattato in modo monografico due argomenti: le caratteristiche chirurgiche, cliniche ed istologiche della preparazione ultrasonica del sito implantare e la microchirurgia ortodontica per la terapia del paziente adulto. Ha concluso l’evento l’intervento di Silvio Taschieri, docente di Endodonzia e Chirurgia Endodontica presso l’Istituto Ortopedico Galeazzi, su “Attualità in chirurgia endodontica”, con cui il relatore ha analizzato l’utilizzo razionale di materiali osteoconduttivi nella rigenerazione dei tessuti periradicolari. Il convegno ha rappresentato un’occasione di dibattito professionale sull’attività di ricerca scientifica, clinica, didattica e di divulgazione nell’ambito della chirurgia odontostomatologica ed orale.

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interv. nidoli

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i grandi maestri: la voce dell’esperienza

GIORGIO NIDOLI Nato il 9 agosto 1932, laureato in Medicina e Chirurgia nel dicembre 1957 e specializzato in Odontoiatria nel 1959. Nel novembre del 1959 entra a far parte del corpo insegnanti della Scuola di Specializzazione di Odontoiatria e Protesi Dentaria dell’Università di Pavia, sede della sua carriera universitaria. In questo ateneo, nel 1960 è nominato Assistente Volontario presso la Cattedra di Clinica Odontoiatrica. Nel 1975 partecipa al Concorso per titoli ed esami per un posto di Primario presso l’Ospedale Multizonale di Varese, risultandone vincitore. Nel 1980 consegue il Diploma di Specializzazione in Ortognatodonzia presso l’Università degli Studi di Milano. Presso l’Università degli Studi di Pavia: nel 1987 gli viene affidato l’insegnamento del corso libero pareggiato di Clinica Odontoiatrica nel Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia; nel 1990 è nominato Professore Straordinario di Ortognatodonzia e Gnatologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia; nel 1991 è trasferito sul posto di ruolo di I fascia per la disciplina di Clinica Odontostomatologica presso la II Facoltà di Medicina e Chirurgia; dal 1993 è Direttore della Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia e Gnatologia della II Facoltà di Medicina e Chirurgia. Visiting Professor presso le Università di Napoli, Perugia, Ulm (Germania) e Barcellona (Spagna). È stato Presidente della Società Italiana di Ortodonzia nel biennio 1992-93 e della Società Italiana di Odontostomatologia e Chirurgia Maxillo Facciale. Nel 2000 è stato Presidente del Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria e Presidente del Corso di Laurea per il Diploma Universitario di Igienista Dentale dell’Università dell’Insubria di Varese.

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Cosa ne pensa di...?

Professore, quali sono le novità scientifiche importanti che hanno cambiato la salute orale del cittadino? In questi ultimi cinquanta anni non c’è branca odontoiatrica che non abbia avuto notevoli progressi e primo fra questi la prevenzione della carie. Fino a qualche anno fa l’igiene orale e la prevenzione in generale erano affidate agli specialisti che erano troppo impegnati a curare piuttosto che a prevenire. Oggi non c’è professionista che non sia affiancato da un igienista e questo ha praticamente ridotto in modo sensibile le patologie cariose e parodontali. Fino a pochi anni fa le statistiche rilevavano che nella popolazione circa il 98% era affetto da carie, oggi non è infrequente osservare individui con tutti i denti sani. Ma tutte le branche hanno avuto notevoli progressi. Basti pensare che quando ho iniziato la professione l’amalgama d’argento veniva preparato a mano in un piccolo mortaio con conseguente eccessivo dosaggio di mercurio che ha causato senz’altro eccessivo assorbimento nell’organismo e che ha indotto a sconsigliare l’uso di questo prodotto, peraltro ancora il più semplice e meno costoso nelle ricostruzioni dentali. Oggi un ampio impiego di elementi compositi ha praticamente eliminato il mercurio dalla pratica quotidiana. Ricordo ancora che gli ortodontisti dovevano costruire le bande direttamente sui denti dei pazienti e piegare più di 70 volte l’arco di acciaio. Oggi i bracket vengono applicati direttamente sui denti con appositi cementi e l’arco super elastico al nichel non deve essere più piegato. In parodontologia ci si limitava ad eliminare il tartaro sopragengivale, oggi il curettage sottogengivale e i lembi liberi di mucosa hanno dato la possibilità di guarire, in molti casi, la parodontopatia.


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a cura della redazione

L’università italiana sembra essere in una posizione di stallo viste le recenti polemiche, i tentativi di riforma della politica ed il cambio generazionale. Cosa ci può rispondere al riguardo? Con l’istituzione del Corso di Laurea in Odontoiatria l’università italiana si è messa alla pari con le università straniere. Ora dobbiamo aspettare che il cambio generazionale faccia sì che si ritorni a tempi migliori. Sono sicuro che i giovani insegnanti che ci hanno sostituito saranno in grado di compiere questo miracolo.

Agli attori della filiera appare che l’odontoiatria accademica abbia perso il peso politico nazionale o comunque sia diminuito notevolmente: è una sensazione sbagliata o è vero? Tutto dipende dal fatto che l’età media dei professori universitari si è notevolmente ridotta. Non ci sono più i cosiddetti baroni che qualche merito l’hanno certamente avuto. Sono certo che l’odontoiatria accademica anno per anno riprenderà il posto che le compete. Lei che è stato ed è uno dei grandi

maestri dell’odontoiatria ha dei suggerimenti per chi, in un momento così delicato, vive l’accademia odontoiatrica in forma attiva? Ai giovani colleghi non posso che suggerire di dare l’esempio agli studenti che vedono in loro l’ideale da raggiungere. E poi di non tralasciare la ricerca che è la base di un insegnamento ideale. Con i tempi che corrono non devono sperare di avere fondi speciali per la ricerca, ma sono certo che le doti che li distinguono li aiuteranno a superare questo periodo in attesa di tempi migliori.


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interviste

a cura della redazione

I n t e r v i s t a a To r u N i k a i d o Toru Nikaido riveste l’incarico di Senior lecturer in cariologia e odontoiatria operativa presso il dipartimento di Scienze conservative presso la Graduate school of medical and dental sciences della Tokyo Medical and Dental University, dove ha conseguito il dottorato sotto la guida del professor Nakabayashi. Da oltre 20 anni si occupa di ricerca clinica nel campo dell’odontoiatria adesiva, di cui è un esperto a livello internazionale. Lo abbiamo incontrato in occasione di una conferenza svoltasi a Milano per rivolgergli alcune domande. Professor Nikaido, per oltre 20 anni Lei ha studiato gli adesivi odontoiatrici: quali sono i momenti più importanti che hanno portato ai risultati odierni? Quando ho iniziato a studiare gli adesivi per l’odontoiatria, verso la fine degli anni Ottanta, il problema dell’adesione con lo smalto era già stato risolto grazie agli studi di Buonocore; non era ancora stato risolto, però, il problema dell’adesione alla dentina. All’inizio degli anni Novanta risale l’introduzione del primer, che ha determinato a sua volta la nascita dei sistemi adesivi dentinali a tre componenti: mordenzante, priming e adesivo. Con questo tipo di prodotti abbiamo ottenuto valori ottimali in termini di forza di adesione, ma ci siamo presto resi conto che per il clinico un sistema adesivo in tre passaggi risultava piuttosto complicato e dispendioso in termini di tempo. Il grande passo avanti è stato la creazione dei sistemi con primer automordenzante. Il primo sistema di questo tipo è stato sviluppato proprio dalla Kuraray con il Clearfil Liner Bond 2, lanciato nel 1993. Con questo tipo di prodotto è stato possibile ottenere un lega-

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me con la dentina assolutamente affidabile. La durata a lungo termine di questi restauri è tuttora oggetto di studio, ma i dati a oggi disponibili confermano che i risultati sono ottimali. Dopo gli anni Novanta, anche per l’ingresso di altri produttori in questo settore, è stato possibile semplificare ulteriormente le tecniche di odontoiatria adesiva giungendo ai sistemi duali e ai monocomponenti. Ci si potrebbe quindi chiedere perché ancora oggi il clinico si trovi a scegliere tra sistemi a una, due e tre fasi, self-etching e primer, sistemi adesivi all in one e two steps etch and rinse. Il fatto è che si tratta di materiali molto vari nella tecnica e nei componenti di base, che determinano quindi risultati diversi. La scelta del tipo di sistema dipende quindi dalle abitudini del dentista, in base alla tecnica con cui ha maggiore dimestichezza e gli dà maggior sicurezza. Per fare un esempio, gli adesivi che prevedono la mordenzatura con acido fosforico, i cosiddetti etch and rinse, presentano il problema della presenza di acqua derivante dalla tecnica di adesione umida e l’umidità sulla superficie della dentina è un fattore critico: il pericolo è quello

di asciugare eccessivamente la superficie creando il fenomeno della mancanza di umidità o, al contrario, che sia eccessiva; in entrambi i casi la forza di adesione si riduce ed è quindi fondamentale l’esperienza dell’operatore nell’eseguire il restauro. Contemporaneamente vi sono sistemi self-etching primer a due fasi che dipendono molto meno dall’abilità clinica, consentendo risultati più affidabili. È interessante notare come queste scelte caratterizzino le varie aree geografiche. Per esempio ho notato che da voi sono più diffusi i sistemi totaletching, mentre in Giappone preferiamo i sistemi self-etching primer. Recentemente si è interessato al monomero MDP: quali vantaggi presenta per l’utilizzatore finale? La molecola MDP, il Methacryloyloxydecyl dihydrogen phosphate, è un un monomero funzionale brevetto esclusivo di Kuraray. Vi sono due tipi di monomeri funzionali: dell’acido fosforico e dell’acido carbossilico, entrambi originariamente sviluppati presso la Tokyo Medical and Dental University;


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in seguito la società Kuraray ha focalizzato la produzione dei monomeri dell’acido fosforico, MDP, appunto. Esso ha un ruolo determinante in odontoiatria adesiva, perché svolge tre funzioni chiave: agisce nella rimozione dello strato ibrido, funzione etching; promuove la penetrazione del monomero nella dentina; ha una forte interazione con l’idrossiapatite, importantissima ai fini della durata del restauro. Kuraray ha introdotto diversi materiali contenenti MDP; per esempio, il sistema atomordenzante primer a due passaggi Clearfil SE Bond lo contiene sia nel primer sia nel bond. Quale area di interesse la coinvolge attualmente? Io faccio parte del dipartimento di Clinica, ma mi sono occupato anche di ricerca di base durante il dottorato di ricerca, il mio mentore è stato il professor Nakabayashi. L’attività è triplice: ovviamente la docenza, poi vi è la pratica clinica direttamente sui pazienti e anche la ricerca. Personalmente sono molto coinvolto nella ricerca sugli adesivi: quando ho iniziato a studiare l’adesione alla dentina, i valori non erano ancora soddisfacenti, mentre oggi il bonding è ottimale; le mie ricerche non sono finalizzate alla valutazione della forza di resistenza alla trazione o forza di desione, ma dell’analisi dell’interfaccia adesiva a livello di dentina e smalto. Per esempio, analizzando restauri con primer automordenzanti abbiamo constatato vicino alla

dentina la formazione di una zona con caratteristiche particolari: la acid base resistant zone (ABRZ). Il meccanismo di formazione non è ancora del tutto chiarito, quello che è certo è che esso ha luogo con i sistemi self-etching e non con quelli total-etching. Questo strato ABRZ è caratterizzato da una struttura molto simile alla dentina, come confermano le nostre osservazioni al TEM (microscopio elettronico a trasmissione). Abbiamo denominato Superdentina questo strato al di sotto dello strato ibrido: esso è resistente agli acidi e ha proprietà chimiche e meccaniche superiori rispetto alla dentina normale, in definitiva è più duro; analogamente abbiamo identificato anche uno strato simile per lo smalto: il Supersmalto. Ciò significa che è possibile rinforzare e modificare le strutture del dente attraverso la tecnologia e i materiali adesivi per renderle più resistenti alla carie. L’obiettivo futuro adesso è lavorare verso il concetto di Superdente. Tutto ciò ha importanti ripercussioni sociali: in Giappone, come in Occidente la popolazione sta invecchiando e la preservazione del dente è un passo strategico per migliorare la qualità della vita.

anche prevenire la carie radicolare; anche l’usura dentale è un altro problema che stiamo cercando di risolvere, identificando nuove tecniche e materali. Lei ha una collaborazione attiva con la società Kuraray, quali sono i passi che vanno dall’individuazione dell’idea di base fino alla produzione finale?

Ho partecipato ad alcuni esperimenti prima del lancio sul mercato di alcuni prodotti Kuraray, per esempio dei biomateriali. È molto difficile sviluppare un nuovo prodotto; a volte capita anche di partecipare a incontri in cui ciascuno propone una idea, ma il concetto di base generalmente scaturisce dalle richieste degli utilizzatori e dalle ricerche dei chimici e a noi vengono richieste delle analisi sulle prestazioni in laboratorio. Per esempio è stato molto interessante quando abbiamo lavorato per passare dalle tecniche a tre fasi a quelle a due, in cui le richieste degli utilizzatori sono state il fattore che ha determinato lo studio in questo senso. Attualmente stiamo lavorando a Secondo Lei, quale nuova scomateriali con potenziale di rimiperta è oggi necessaria in odon- neralizzazione e inibizione deltoiatria conservativa? l’adesione della placca batterica alle superfici, ma, a parte i Ormai disponiamo di buone tec- nuovi progetti, la nostra attività niche e materiali per restaurare i è prevalentemente finalizzata a denti cariati. Ora dobbiamo rendere sempre migliori e perfocalizzarci anche sulla riminera- fette le prestazioni dei prodotti lizzazione dei tessuti cariati e esistenti.

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BERNARD AUBERTIN DESSIN DE FEU - FIAMMIFERI BRUCIATI SU TELA cm 35 x 35 - 2010


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ricerca clinica clinical research Cinzia Maspero Guido Galbiati Roberto Biagi Lucia Giannini Università degli Studi di Milano, Fondazione IRCCS Cà Granda - Ospedale Maggiore Policlinico Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Ricostruttive e Diagnostiche, Direttore: professor F. Santoro Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia, Direttore: professor G. Farronato Corso di Laurea in Igiene Dentale, Presidente: professor G. Farronato

Strutture anatomiche craniofacciali: correlazioni tra cefalometria in proiezione laterolaterale e posteroanteriore Cranio-facial structures: correlations between cephalometry in latero-lateral and postero-anterior projection RIASSUNTO Scopo del lavoro. Lo scopo di questo lavoro consiste nel valutare se esiste una relazione fra dimensioni lineari di alcune strutture anatomiche craniofacciali in proiezione laterolaterale e posteroanteriore. Materiali e metodi. Sono stati presi in considerazione i tracciati cefalometrici condotti sulle teleradiografie del cranio in proiezione laterolaterale e posteroanteriore di 100 pazienti che si sono presentati al Reparto di Ortognatodonzia dell’Università degli Studi di Milano. Sulla teleradiografia del cranio in proiezione laterolaterale sono state considerate le dimensioni lineari della base cranica (S-N), del mascellare superiore (SNP-A) e della mandibola (GO-ME); sulla proiezione posteroanteriore sono state analizzate una distanza rilevata a livello della base cranica (PASdx-PASsx), una del mascellare superiore (MXdx-MXsin) e una mandibolare (GOdx-GOsx). Risultati. L’analisi delle dimensioni lineari di alcune strutture anatomiche craniofacciali in proiezione laterolaterale e posteroanteriore consente di individuare una relazione tra le strutture considerate. Tuttavia le teleradiografie del cranio in proiezione laterolaterale e posteroanteriore forniscono una rappresentazione bidimensionale di una struttura tridimensionale. Conclusioni. È possibile individuare una relazione lineare fra le misure delle stesse strutture anatomiche in due proiezioni diverse. I dati ottenuti sono considerati significativi a livello del mascellare superiore e della mandibola, non per la relazione PASdx-PASsx e S-N. Infatti questi valori non rappresentano le stesse strutture anatomiche, bensì sono solo misure di controllo fra strutture diverse.

PAROLE CHIAVE: cefalometria, teleradiografia posteroanteriore, teleradiografia laterolaterale.

ABSTRACT Aim of the work. The aim of this work consists in evaluating the relationship between linear dimensions of some craniofacial structures in lateral and frontal vision. Materials and methods. Cephalometric tracings done on lateral and frontal radiography of 100 patient of the Orthodontic Department (University of Milan) were analyzeded. On lateral teleradiographs, the linear dimension of cranial base (S-N), maxilla (SNP-A) and mandible (GO-ME) were considered. On frontal tracing the same measurements were performed at a definite distance from: cranial base (PASdx-PASsx), maxillary bone (MXdx-MXsin) and mandibular bone (GOdx-GOsx). Results. The analysis of linear dimensions of some anatomic cranio-facial structures in lateral and frontal projection allows to individuate their relationship. However, lateral and frontal radiographs gave a bidimensional representation of a tridimensional structure. Conclusions. it is possible to individuate a linear relationship between the measures of the same anatomic structures in two different projections. Data obtained are significative for the upper maxilla and lower jaw, but not for PASdx-PASsx and S-N. In fact, these values don’t represent the same anatomic structures but they are control values among different structures.

KEY WORDS: cephalometry, postero-anterior projection, latero-lateral projection.

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Introduzione e scopo È noto che la cefalometria fa parte degli esami che vengono effettuati in fase diagnostica e di programmazione terapeutica. Essa affianca l’esame clinico, le valutazioni strumentali e gli esami funzionali, tra i quali degni di nota sono l’elettromiografia, la stabilometria e la kinesiografia. La cefalometria è uno degli strumenti di studio e analisi delle strutture scheletriche del distretto craniofacciale più versatili, grazie alla sua praticità, validità clinica e basso costo biologico (1, 2). Nonostante sia stata introdotta nella pratica ortodontica nel 1931, numerosi sono gli studi condotti in ambito cefalometrico, tanto che essa è una pratica ancora molto moderna ed aggiornata (3). Per quanto concerne la cefalometria bidimensionale, è ancora oggi difficile individuare una relazione numerica del distretto craniofacciale attraverso di essa, in quanto non è semplice individuare strutture tra loro distinte che a causa della proiezione radiografica vengono a sovrapporsi (1, 4). Lo scopo di questo lavoro consiste nel valutare se esiste una relazione fra dimensioni lineari di alcune strutture anatomiche craniofacciali in proiezione laterolaterale e posteroanteriore.

Materiali e metodi Sono stati presi in considerazione i tracciati cefalometrici condotti sulle teleradiografie del cranio in proiezione laterolaterale e posteroanteriore di 100 pazienti che si sono presentati al Reparto di Ortognatodonzia dell’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Ricostruttive e Diagnostiche IRCCS Cà Granda - Ospedale Maggiore Policlinico. Dei 100 pazienti, 62 erano femmine di età media 12 anni e 38 erano maschi di età media 11,2 anni. Le teleradiografie del cranio in proiezione laterolaterale e posteroanteriore sono state effettuate prima di

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Tab. 1 VARIABILI grandezza del campione media mediana modo media geometrica varianza deviazione standard errore standard minimo massimo variazione quartile inferiore quartile superiore variazione interquartile skewness kurtosis

S-N 100 69,56 69 72 69,45 15,05 3,88 0,38 58 83 25 67 72 5 0,22 1

SNP-A 100 46,02 46 45 45,89 11,95 3,45 3,45 38 54 16 44 48,5 4,5 -8,23 -0,37

GO-ME 100 63,52 63 64 63,2 41,02 6,4 0,64 49 82 33 59 68 9 0,4 0,35

Tab. 1: grandezze statistiche relative a S-N, SNP-A, GO-ME.

ogni intervento terapeutico. Sono quindi stati eseguiti i tracciati cefalometrici secondo la Scuola di Milano in entrambe le proiezioni (5, 6). Sulla teleradiografia del cranio in proiezione laterolaterale sono state considerate le dimensioni lineari della base cranica (S-N), del mascellare superiore (SNP-A) e della mandibola (GO-ME); sulla proiezione posteroanteriore sono stati analizzate una distanza rilevata a livello della base cranica (PASdx-PASsx), una del mascellare superiore (MXdx-MXsin) e una mandibolare (GOdx-GOsx). In questo modo è stato possibile confrontare le dimensioni lineari di strutture tra loro uguali ma in diversa proiezione. Per favorire un’uniformità di lettura i tracciati sono stati effettuati dallo stesso operatore. Dopo avere misurato le dimensioni lineari sono state calcolate per ciascuna di esse: la media, la mediana, la media geometrica, il modo, la varianza, la deviazione standard, l’errore standard, il minimo, il massimo, la variazione, il quartile superiore ed inferiore, la variazione interquartile, il kurtosis e lo skewness (tabb. 1 e 2). È stata quindi cercata una relazione

tra le misure delle stesse strutture anatomiche effettuate su due proiezioni diverse.

Risultati Dei parametri statistici utilizzati per descrivere S-N, SNP-A, GO-ME, PASdx-PASsx, MXdx-MXsin e GOdx-GOsx, è particolarmente rilevante lo skewness, che descrive la simmetria della distribuzione delle misure intorno alla media. La simmetria è perfetta se tale valore è uguale a zero. L’unica grandezza distribuita simmetricamente intorno alla propria media è SNP-A; tutti gli altri valori, ed in particolare GO-ME, sono distribuiti asimmetricamente. Si è quindi cercato di individuare una relazione che leghi misure delle strutture anatomiche effettuate nelle due diverse proiezioni. Sono stati costruiti dei grafici in cui sono riportati in ascissa i dati rilevati sulla laterolaterale ed in ordinata quelli rilevati sulla posteroanteriore. La distribuzione dei dati ottenuti appare molto dispersa e non permette di individuare una valida relazione grafica.


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ricerca clinica clinical research Tab. 2 VARIABILI grandezza del campione media mediana modo media geometrica varianza deviazione standard errore standard minimo massimo variazione quartile inferiore quartile superiore variazione interquartile skewness kurtosis

Godx-GOsx 100 91,11 91,5 95 90,83 50,76 7,12 0,71 73 112 39 86 95 9 0,35 0,83

PASdx-PASsx 100 84,49 84 84 84,28 35,22 5,93 0,59 70 100 30 80,5 88 7,5 0,19 -0,37

MXdx-MXsin 100 60,83 61 64 60,68 18,02 4,24 0,42 47 70 23 58 64 6 -0,21 0,2

Tab. 2: grandezze statistiche relative a GOdx-GOsx, PASdx-PASsx, MXdx-MXsin.

Il passo successivo è stato di calcolare se il nostro campione corrisponde ad uno preso a caso. È stata studiata la adattabilità della distribuzione delle singole lunghezze ricavate rispetto ad un modello di popolazione costruito con metodi matematici. Data la sovrapponibilità dei tracciati ottenuti, il nostro campione è risultato numericamente sufficiente a descrivere la popolazione generale. Il test del “chi quadrato” ha permesso di confermare i risultati ottenuti. Tale valore descrive la distanza fra la curva di distribuzione presa in esame e la gaussiana, costruita con metodi matematici, per lo stesso dato. Maggiore è il “chi quadrato”, maggiore sarà la differenza fra le frequenze osservate e le frequenze attese; in questo studio la differenza è risultata poco importante. Un altro dato significativo è il “Sig. Level”, che esprime in percentuale la probabilità che il valore considerato sia presente in una distribuzione normale. Tutti i parametri considerati presentano per questo indice un valore buono, ovvero superiore al 50 per cento. Le uniche eccezioni sono rappresentate da PAS e GO. Sono state infine confrontate le due

misurazioni della stessa struttura nei due piani dello spazio. È stato costruito un campo cartesiano in cui i valori ricavati dal radiogramma in proiezione laterolaterale sono stati inseriti in ascissa e in ordinata quelli ricavati dalla posteroanteriore. È stato quindi possibile valutare come varia y in funzione di x. Per tutte le tre strutture anatomiche prese in considerazione il computer è riuscito a stabilire una relazione lineare, come confermato da Slope. Questo parametro rappresenta il valore dell’angolo compreso fra la retta e l’asse delle ascisse. Se è uguale a zero non esiste una relazione lineare fra le due variabili. Nei grafici considerati il valore di Slope è sempre maggiore di zero; esiste quindi un rapporto di proporzionalità diretta tra i valori ricavati dal radiogramma in proiezione laterolaterale e posteroanteriore; all’aumentare degli uni aumentano anche gli altri. È stato inoltre considerato l’R quadrato, che esprime in percentuale quanto i dati considerati possono rappresentare la variabilità totale, in questo caso la percentuale dei dati considerati che può avere esattamente la relazione lineare costruita dal com-

puter. Tale valore è pari a 14,80 per GOdx-GOsx e GO-ME, a 11,90 per MXdx-MXsin e SNP-A e a 0,55 per PASdx-PASsx e S-N. Tali valori di R quadrato, diversi fra loro, confermano ulteriormente la possibilità di paragonare il nostro campione ad uno casuale e quindi statisticamente valido.

Discussione L’analisi delle dimensioni lineari di alcune strutture anatomiche craniofacciali in proiezione laterolaterale e posteroanteriore consente di individuare una relazione tra le strutture considerate. Tuttavia le teleradiografie del cranio in proiezione laterolaterale e posteroanteriore forniscono una rappresentazione bidimensionale di una struttura tridimensionale (analisi 2D). Non forniscono il reale valore lineare o angolare ma solo una rappresentazione di esso, in quanto non sono considerati punti anatomici, ma cefalometrici. Solo l’analisi cefalometrica 3D permette di ottenere delle misure reali riproducibili nei tre piani dello spazio, fedeli riproduzioni dell’anatomia del cranio. Attualmente, grazie all’introduzione in odontoiatria di alcune TC volumetriche che si avvalgono dell’uso di un fascio conico di raggi anziché del fascio a ventaglio delle TC Multislice, l’analisi cefalometrica 3D del cranio si sta diffondendo in modo crescente (7-11). Infatti tale metodica permette un’interpretazione più immediata rispetto alla cefalometria tradizionale, in quanto oltre a valutare misure lineari e angolari offre una verifica visiva dei risultati ottenuti grazie all’analisi di valori volumetrici (3). Consente inoltre di ridurre le variabilità intra e interoperatore, aumentando la ripetibilità e la predicibilità dei risultati senza ridurre la quantità di informazioni e la precisione (3).

Conclusioni È possibile individuare una relazione lineare fra le misure delle stesse strut-

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ture anatomiche in due proiezioni diverse, la teleradiografia laterolaterale e la posteroanteriore. I dati ottenuti sono considerati discretamente significativi a livello del mascellare superiore e della mandibola, non per la relazione PASdxPASsx e S-N. Infatti questi valori non rappresentano le stesse strutture anatomiche che devono quindi presentare dimensioni relativamente omogenee nello spazio, come per GOdx-GOsx e GO-ME e MXdx-MXsin e SNP-A, bensì sono solo misure di controllo fra strutture diverse, quali la parte anteriore della fossa cranica media e la base cranica. Dalle analisi statistiche effettuate il campione considerato risulta significativo; in ulteriori indagini statistiche non sarebbe quindi utile ampliare il campione considerato, bensì limitare le variabili sui dati raccolti. Tali valori sono fortemente influenzati dall’età, dalla classe scheletrica e dalla dimensione verticale. Analizzando un campione più omogeneo sarebbe quindi possibile ricercare rapporti numerici fra le dimensioni lineari considerate.

Bibliografia 1) McIntyre G, Mossey P. Size and shape measurement in contemporary cephalometrics. European Journal of Orthodontics 2003;25:231-42. 2) Melsen B, Baumrind S. Clinical research applications of cephalometry. In: Athanasiou A E (ed.) Orthodontic cephalometry. London: Mosby-Wolfe; 1995. 3) Dominici A, De Nardi S, Luini G, Dickers C, Garagiola U, Farronato G. Analisi cefalometrica 3D dei «10 punti» con T.C. Cone Beam a basso dosaggio. Il dentista moderno 2008;12:42-50. 4) Chen SY, Lestrel PE, Kerr WJ, McColl JH. Describing shape changes in the human mandible using elliptical Fourier functions. European Journal of Orthodontics 2000;22: 205-216. 5) Giannì E. La nuova ortognatodonzia. Padova: Piccin; 1980. 6) Giannì E, Cerchiari U, Segù F. Valutazione del rischio radiogeno in ortognatodonzia. Ann Stomat 1978;27:73. 7) Stratemann SA, Huang JC, Maki K, Miller AJ, Ha TC. Comparison of cone beam computed tomography imaging with physical measures. Dentomaxillofac Radiol 2008;37(2):80-93. 8) Suomalainen A, Vehmas T, Kortesniemi M, Robinson S, Peltola J. Accuracy of linear measurements using dental cone beam and conventional multislice computed tomography. Dentomaxillofac Radiol 2008;37(1):10-7. 9) Kumar V, Ludlow JB, Mol A, Cevidanes L. Comparison of conventional and cone beam CT synthesized cephalograms. Dentomaxillofac Radiol 2007;36(5):263-9. 10) Periago DR, Scarfe WC, Moshiri M, Scheetz JP, Silveira AM, Farman AG. Linear accuracy and reliability of cone beam CT derived 3-dimensional images constructed using an orthodontic volumetric rendering program. Angle Orthod 2008;78(3):387-95. 11) Pinsky HM, Dyda S, Pinsky RW, Misch KA, Sarment DP. Accuracy of three-dimensional measurements using cone-beam CT. Dentomaxillofac Radiol 2006;35(6):410-6.

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BERNARD AUBERTIN DESSIN DE FEU - FIAMMIFERI BRUCIATI SU TELA cm 50 x 50 - 2010


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ricerca sperimentale experimental research Gianluca Colicchia Stefano Carderi Liberi professionisti

Chiusura degli spazi estrattivi anteriori mediante ansa di chiusura: valutazione sperimentale della forza da essa esercitata Extraction space closure with closing loops: experimental evaluation of the force exerted

RIASSUNTO Scopo del lavoro. Lo scopo di questo studio è valutare la forza esercitata da anse di chiusura modellate su archi differenti per sezione e per natura del metallo. Materiali e metodi. Sono stati utilizzati 10 archi di 3 differenti leghe: acciaio (SS), nichel-titanio (Ni-Ti) e beta-titanio (Ti-Mo). Sugli archi in acciaio e beta-titanio sono state modellate anse “a goccia” differenti per altezza e diametro; per gli archi in Ni-Ti sono state utilizzate anse preformate di dimensioni note. Per la valutazione delle forze sono stati utilizzati 2 differenti dinamometri, uno per la valutazione di forze inferiori ai 100 grammi, il secondo per la valutazione di forze di grado maggiore. Risultati e conclusioni. Alla luce dei recenti studi sull’utilizzo di forze “leggere”, le forze generate dalle anse costruite su fili in acciaio secondo i dettami classici di Tweed si sono dimostrate essere troppo elevate. Le anse modellate su archi in Ti-Mo hanno invece sviluppato forze di bassa entità quindi maggiormente biocompatibili.

PAROLE CHIAVE: ansa di chiusura, bassa frizione, forza ottimale, arco beta-titanio.

ABSTRACT Aim of the work: The purpose of this study was to evaluate the force of closing loop made on wires having different size and alloy composition. Materials and methods: Ten wires of three different alloy were used in this study: stainless steel (SS), Nichel-Titanium (Ni-Ti), and beta-Titanium (Ti-Mo). Closing loops different for size and height were made on stainless steel and beta-Titanium wires. For the Ni-Ti alloy preformed closing loop wires were used. Two different dynamometers were used to evaluate the force of closing loops, the first to evaluate forces minor than 100 g, the second to evaluate higher forces. Results and conclusions: Closing loops made on stainless steel wires according to Tweed’s principles, generated too high forces. Otherwise beta-Titanium closing loops generated lower forces biologically more compatible.

KEY WORDS:Closing loop, low friction, optimal force, beta-Titanium wire.

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Introduzione Nella pratica ortodontica può nascere l’esigenza di dover ricorrere all’estrazione dei primi premolari al fine di creare lo spazio necessario per risolvere problemi di varia natura e gravità. Lo spazio estrattivo così prodotto nella maggior parte dei casi dev’essere poi seguito da distalizzazione del gruppo anteriore (1). Questo, in ortodonzia fissa, può essere ottenuto mediante differenti metodiche biomeccaniche che possono essere distinte in frizionanti e non frizionanti (2). Le prime prevedono che il movimento dentale avvenga per scorrimento di uno o più attacchi su un arco continuo o su un segmento di filo (sezionale) (3). La forza frizionante che si viene a creare lungo l’interfaccia filo/slot dipende dalla natura dei materiali a contatto, dall’entità della forza che agisce ortogonalmente allo scivolamento, dall’inclinazione del bracket rispetto al filo (gripping) conseguente all’applicazione della forza distalizzante (4). Tutti questi fattori fanno sì che il sistema di forze sviluppato all’attacco di un dente sia altamente imprevedibile da un punto di vista biomeccanico. Per poter spostare un dente facendolo “scivolare” lungo un arco è necessario quindi applicare una forza di entità tale da vincere la frizione e provocare pertanto lo spostamento del dente. La difficoltà di questo sistema è quindi quella di valutare la corretta forza distalizzante (5). Se questa viene sovrastimata, si può avere una perdita di ancoraggio posteriore e arrecare un danno iatrogeno a livello parodontale (6, 7).

La meccanica non frizionante è caratterizzata dalla presenza di anse di chiusura e presenta vari vantaggi: • non essendoci scorrimento dell’arco nello slot, non si generano forze frizionanti; • la forza generata viene interamente trasmessa ai denti ed è valutabile clinicamente; • si ha un miglior controllo del torque durante il movimento di arretramento del gruppo anteriore; • richiede una minima cooperazione da parte del paziente (non necessita dell’uso di elastici o TEO) (8). Le prestazioni di un’ansa di chiusura dipendono da tre fattori: le proprietà elastiche, il momento prodotto per il controllo delle radici, la sede che occupa rispetto ai denti adiacenti (9, 10). Nel presente studio si è voluto unicamente indagare riguardo alla proprietà elastica dell’ansa con configurazione “a goccia” e quindi alla forza da essa generata. I parametri che la influenzano sono rappresentati dal materiale di cui è costituito il filo ortodontico, dalla sezione del filo stesso, dalla geometria dell’ansa, ossia dalla sua forma, altezza e larghezza (9).

Materiali e metodi Per questo studio sono state utilizzate 10 sezioni di archi ortodontici, di cui 5 in acciaio (Stainless Steel, Ultimate Wireform, Inc), 3 in betatitanio (79 per cento Ti, 11 per cento Mo, 6 per cento Zr, e 4 per cento Sn; Ultimate Wireform, Inc) e 2 in nichel-titanio (Lancer Ortho-

Fig. 1: rappresentazione di ansa di chiusura “a goccia”.

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dontics Corporate). Per quanto riguarda gli archi in acciaio sono state utilizzate due sezioni differenti. Sul primo, con sezione 0,018 x 0,025 pollici, sono state modellate 3 anse con configurazione “a goccia” (fig. 1), di cui la prima di altezza 7 mm e diametro 3 mm, la seconda con altezza 9 mm e diametro 3 mm, la terza di altezza 9 mm e diametro 4 mm. Sul filo in acciaio 0,020 x 0,025 pollici, sono state modellate due anse: la prima di altezza 7 mm e diametro 3 mm, la seconda di altezza 8,5 mm e diametro 3 mm. Sugli archi in beta-titanio sono state modellate 3 anse con configurazione “a goccia”, di cui la prima con altezza 7 mm e diametro 3 mm, la seconda con altezza 9 mm e diametro 3 mm, la terza con altezza 9 mm e diametro 4 mm. Gli archi in Ni-Ti presentavano anse preformate con forma “a fungo” di altezza 5 mm e larghezza 4 mm. Di questi archi sono state testate due sezioni: 0,020 x 0,025 pollici e 0,017 x 0,025 pollici. La misurazione della forza che l’ansa esercita in chiusura una volta aperta, è stata effettuata bloccando un’estremità dell’ansa in un morsetto e trazionando l’altra estremità per mezzo di un dinamometro, fino a raggiungere la distanza di 1 mm tra la gamba mesiale e quella distale dell’ansa (fig. 2). Per effettuare questo test dinamico sono stati utilizzati due differenti dinamometri (Pesola, Svizzera): il primo su scala 100 g con una sensibilità di +/- 1 g, il secondo su scala 450 g con sensibilità di +/- 15 g. La scelta tra i due è avvenuta a seconda dell’intensità della forza generata dall’ansa (fig. 3).

Fig. 2: rappresentazione di ansa di chiusura attivata.


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ricerca sperimentale experimental research Tab. 1 Materiale filo

Sezione filo (inch)

Altezza ansa (mm)

Larghezza ansa (mm)

Forza richiesta (g) Attivazione di 1 mm

Acciaio Acciaio Acciaio Acciaio Acciaio Ni-Ti Ni-Ti Ti-Mo Ti-Mo Ti-Mo

0.020 x 0.025 0.018 x 0.025 0.020 x 0.025 0.018 x 0.025 0.018 x 0.025 0.020 x 0.025 0.017 x 0.025 0.018 x 0.025 0.018 x 0.025 0.018 x 0.025

7 7 8.5 9 9 5 5 7 9 9

3 3 3 3 4 4 4 3 3 4

550 450 300 225 125 350 280 200 70 47 Attivazione di 0.5 mm

Acciaio Ti Mo Ti Mo Fig. 3: dinamometri.

Risultati I risultati del test dinamico sono stati riportati nella tabella 1. La lettura della forza servita per distanziare le due gambe è stata effettuata a 1 mm per tutti gli archi. Un’ulteriore lettura è stata effettuata a 0,5 mm nei 3 archi riportati nella parte inferiore della tabella per valutare l’intensità della forza residua dell’ansa. Secondo A. Stoller (11), in una meccanica priva di frizione l’intensità della forza necessaria per distalizzare il gruppo anteriore superiore è compresa tra i 55 ed i 70 grammi per emiarcata nel caso in cui si facciano arretrare canino, incisivo laterale e incisivo centrale. Se invece è stata effettutata preventivamente la distalizzazione del canino con una meccanica di scorrimento, l’arretramento del gruppo anteriore formato dai quattro incisivi richiederà una forza compresa tra i 30 e i 40 grammi per emiarcata. Da questi dati si evince come l’ansa di chiusura costruita secondo i dettami di Tweed (12) con arco in acciaio 0,020 x 0,025 pollici e anse di altezza 7 mm e diametro 3 mm esplichi una forza pari a 550 g, quin-

0.018 x 0.025 0.018 x 0.025 0.018 x 0.025

9 9 9

3 3 4

110 37 32

Tab. : risultati del test dinamometrico.

di di gran lunga maggiore rispetto alla forza consigliata da Stoller (11), con possibilità di arrecare un danno parodontale iatrogeno. Dalla tabella si può inoltre notare come, aumentando l’altezza e il diametro dell’ansa, quindi incorporando una maggiore quantità di filo, la forza esercitata dall’ansa sia notevolmente minore. Un ulteriore decremento si ottiene infine variando la natura del metallo. L’ansa in beta-titanio con un’altezza di 9 mm e un diametro di 4 mm, infatti, esercita la forza minore, pari a 47 g con un’attivazione di 1 mm e 32 g con un’attivazione di 0,5 mm . I test effettuati evidenziano inoltre come gli archi in Ni-Ti con geometria “a fungo” esercitino una forza compresa tra 280 e 350 grammi, a seconda della sezione del filo, comunque troppo elevata per il movimento di distalizzazione del gruppo anteriore secondo Stoller (11).

Discussione e conclusioni Osservando i risultati ottenuti è chiaro come le anse di chiusura effettuate su fili in acciaio esercitino

forze troppo elevate, tanto quelle realizzate secondo i dettami di Tweed, quanto quelle costruite modificando tali parametri al fine di aumentare l’elasticità dell’ansa. Per quel che concerne le anse realizzate su fili in Ni-Ti, le forze da esse esercitate risultano inferiori a quelle prodotte dai fili in acciaio, tuttavia ancora superiori ai parametri di Stoller (11). Anse “a goccia”, modellate su fili in Ti-Mo, hanno sviluppato forze idonee, rispettose della biologia parodontale, tanto minori quanto maggiore è stata la quantità di filo incorporata nell’ansa stessa. Secondo Proffit (13), forze eccessivamente pesanti non favoriscono il movimento desiderato ma sollecitano il movimento dei denti di ancoraggio. La forza ortodontica ottimale è quindi quella appena al di sopra della soglia necessaria per ottenere il movimento dentario (13). Una minore intensità distalizzante consente un miglior controllo del torque durante il movimento di arretramento del gruppo anteriore e un miglior controllo dell’ancoraggio (14). A livello parodontale, una forza di entità inferiore rispetto alla pressione capillare ematica (30 mg/mm2) (15), previene la ialinizzazione del legamento paro-

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dontale, producendo un’ottimizzazione della risposta cellulare con un più efficiente processo di apposizione/riassorbimento osseo (16). Alla luce dei dati ottenuti con questo studio, è possibile affermare che meccaniche a bassa frizione associate all’utilizzo di forze biologicamente compatibili permettono trattamenti ortodontici che danno i migliori risultati col minor costo biologico.

Bibliografia

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BERNARD AUBERTIN LIVRE BRULÈ - LIBRO BRUCIATO SU TAVOLA cm 60 x 60 - 2010


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caso clinico case report Fabio Giulio Franceschini Edoardo Pozzi Riccardo Monguzzi Università degli Studi di Milano-Bicocca Istituto Clinico Universitario di Verano Brianza (MB) - Policlinico di Monza

Utilizzo dello zirconio per la realizzazione di un’arcata completa su impianti ed elementi naturali. Caso clinico Use of zirconia for a full-arch on implants and natural teeth. Case report RIASSUNTO Scopo del lavoro. Valutare le proprietà strutturali dello zirconio, finora considerato un materiale dall’alto valore estetico, ma poco resistente e quindi scarsamente applicato per la riabilitazione di elementi posteriori. Materiali e metodi. Il caso clinico riguarda un paziente di sesso maschile di 55 anni con elementi dentari posteriori compromessi da un punto di vista parodontale ed uno fratturato. Al paziente sono stati estratti gli elementi compromessi, trattando endodonticamente gli elementi anteriori e riabilitandolo con un’arcata completa in zirconio. Risultati. Il caso clinico esaminato mette in evidenza le proprietà strutturali ed estetiche dello zirconio, che hanno permesso di riabilitare completamente l’arcata superiore, con risultati estetici e funzionali ottimamente accettati dal paziente. Conclusioni. Le corone in zirconio garantiscono una riabilitazione completa con ottimi risultati sia estetici sia funzionali, che consentono di solidarizzare elementi naturali ed impianti anche su pazienti parafunzionali. È comunque importante monitorare nel tempo questo tipo di manufatto da un punto di vista parodontale.

PAROLE CHIAVE: zirconio, malattia parodontale, implantologia.

ABSTRACT Aim of the work. To evaluate structural properties of of zirconia, in the past considered a highly aesthetic material, without adequate resistance and therefore not applied for rehabilitation of posterior elements. Materials e methods. This case-report describes a 55 years old male patientl, with 3 posterior periodontally compromised teeth and 1 fractured tooth. The compromised elements were extracted and anterior tooth underwent endodontic treatment. The patient was rehabilitated with a zirconia full-arch. Results. This case-report highlights structural and aesthetic aspects of zirconia, which allows a complete patient rehabilitation, with functional and aesthetic results well accepted by the patient. Conclusions. Zirconium crowns permit a full rehabilitation, with optimal functional and aesthetic results, which allow a functional union among natural elements and implants also in parafunctional patients. Periodical periodontal controls are important in this type of rehabilitation.

KEY WORDS: zirconia, periodontal disease, implantology.

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Introduzione Studi sulla biocompatibilità dello zirconio sono stati effettuati già dagli anni Ottanta, sia in vivo che in vitro, ed hanno messo in evidenza prima di tutto l’assenza di forme di citotossicità a livello cellulare (1, 2), poi, per quanto riguarda la stabilità genetica, hanno riportato che lo zirconio non produce alcuna reazione avversa nei confronti del genotipo delle cellule con cui entra in contatto (3). Lo zirconio è da tempo ampiamente utilizzato per effettuare riabilitazioni protesiche ad alto valore estetico, in quanto può essere utilizzato per realizzare corone e ponti, con la possibilità di effettuare la preparazione protesica a livello iuxta-gengivale e riuscendo così ad evitare la presenza di un alone a livello sulculare, particolarmente evidente su pazienti che presentano riabilitazioni protesiche in metallo-ceramica (4, 5, 6). Per quanto riguarda la tolleranza di questo materiale da parte dei tessuti parodontali, essa è addirittura superiore rispetto al titanio, ampiamente utilizzato in ambito implantare (7, 8). Da un confronto con il titanio, inoltre, è si è osservata una quantità minore di infiltrato infiammatorio, oltre che una ridotta predisposizione alla colonizzazione batterica (9). Non da molto tempo la letteratura si sta occupando dello studio dell’applicazione dello zirconio anche in quanto materiale dalle ottime proprietà fisiche e meccaniche (10-15). In passato lo si utilizzava solamente per la riabilitazione dei settori anteriori, quindi degli elementi sottoposti a ridotto carico masticatorio, mentre oggi questo materiale è preso in considerazione anche per la realizzazione di riabilitazioni complesse grazie anche all’utilizzo delle metodiche CADCAM (12, 13). Lo zirconio viene utilizzato quindi per la realizzazioni di monconi su impianti e per la riabilitazione nei settori posteriori, con ottimi risultati anche per quanto riguar-

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da la resistenza ai carichi masticatori (16-22). È stato inoltre dimostrato che tale resistenza è simile a quella delle tradizionali corone in metallo-ceramica e superiore a quella delle corone in ceramica integrale (23). Anche per quanto riguarda l’applicazione dello zirconio in campo implantare, bisogna ricordare la realizzazione degli abutment, che rispetto ai manufatti in titanio hanno la caratteristica di impedire, soprattutto nei biotipi gengivali sottili, che sia visibile una pigmentazione intrasulculare, oltre a presentare una resistenza maggiore alla compressione e ai carichi masticatori (24). Lo zirconio inoltre facilita rispetto al titanio la stabilizzazione dei tessuti gengivali in corrispondenza dell’abutment e tale aspetto è evidenziabile anche a livello radiologico. Questa caratteristica consente di mantenere in uno stato ottimale i tessuti duri e molli perimplantari, favorendo anche l’osteointegrazione (25). È comunque importante ricordare che ancora oggi non esistono studi che descrivono una casistica completa di riabilitazioni implantoprotesiche attraverso mesostrutture in zirconio che superino i 5 elementi di lunghezza (26). In questo caso clinico viene descritta la riabilitazione superiore di un paziente attraverso un bloccaggio in zirconio da 15 a 25. Gli elementi da canino a canino sono naturali, mentre i sostituti dei premolari sono pilastri implantari.

Materiali e metodi Un paziente di 55 anni di sesso maschile, non fumatore, con anamnesi sistemica negativa, si presenta alla nostra attenzione. Si effettua l’anamnesi, l’esame obiettivo, l’ortopantomografia iniziale e si presentano i necessari consensi informati; dall’anamnesi orale si rileva la presenza di bruxismo, che negli anni ha contribuito alla perdita degli elementi posteriori e all’usura delle superfici occlusali

di quelli residui. Il paziente evidenzia la compromissione parodontale di 27 e 17 e la frattura di 24 ed anche gli elementi dentari residui presentano una significativa perdita di supporto parodontale. L’elemento dentale 12 è stato precedentemente riabilitato attraverso una corona in oro-ceramica, che negli anni si è distaccata (fig. 1). Il paziente comunque non è soddisfatto del proprio livello di salute orale da un punto di vista estetico e funzionale. Nonostante la perdita progressiva di attacco parodontale, gli elementi dentari residui non presentano alcun segno di mobilità né alcun problema di natura endodontica, per cui possono essere mantenuti per una riabilitazione protesica. Il paziente esprime la propria volontà nel risolvere sia esteticamente che funzionalmente che la propria situazione attraverso una riabilitazione implantoprotesica che permetta l’aggiunta di due impianti per ogni lato (14, 15, 24 e 25), senza chirurgie aggiuntive di rialzo del pavimento del seno mascellare. Sarà importante considerare inoltre le caratteristiche parafunzionali del soggetto, che hanno significativamente contribuito alla perdita degli elementi dentari posteriori, impostando così una riabilitazione protesica adeguata. Il paziente ha quindi accettato l’utilizzo di corone in zirconio su elementi naturali e su impianti, in modo da completare l’intera arcata superiore fino ai secondi premolari. Le corone saranno solidarizzate reciprocamente, permettendo agli elementi residui ed agli impianti di resistere alle abitudini parafunzionali del paziente. In una prima fase si rilevano le impronte per la mascherina chirurgica e per i provvisori degli elementi anteriori. Durante il primo appuntamento si effettua l’estrazione di 17, 24 e 27 ed il contemporaneo inserimento di tutti e quattro gli impianti (Premium, Sweden & Martina SpA) con tecnica


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caso clinico case report

Fig. 1: situazione clinica iniziale.

Fig. 2: ortopantomografia dopo un mese dall’inserimento degli impianti.

Fig. 3: inserimento dei transfer implantari per l’impronta definitiva. Figg. 4, 5 e 6: applicazione dei monconi individualizzati.

sommersa: 4,25 mm di diametro x 13 mm di lunghezza in sede 14; 4,25 mm di diametro x 11,5 mm di lunghezza in sede 15; 3,3 mm di diametro x 13 mm di lunghezza in se-

de 25; 4,25 mm di diametro x 13 mm di lunghezza in sede 24 postestrattivo. Si effettua poi chiusura dei siti postestrattivi ed implantari con vi-

cryl 4-0 (fig. 2). Dopo una settimana si effettua la rimozione dei punti di sutura e la terapia endodontica degli elementi del settore anteriore.

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Fig. 7: registrazione della dimensione verticale attraverso arco facciale.

Fig. 8: inserimento dei modelli in articolatore a valori medi.

Fig. 9: prova della mesostruttura.

Fig. 10 ortopantomografia finale.

Figg. 11 e 12: riabilitazione protesica definitiva.

Dopo 6 mesi si effettua lo scappucciamento degli impianti e si procede alla protesizzazione seguendo il protocollo della casa produttrice, che ha permesso la realizzazione di monconi indivi-

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duali in titanio grazie alla tecnica CAD-CAM sia per gli elementi implantari che per l’elemento 13 (figg. 3-6). Dopo un’ulteriore settimana si procede alla verifica della meso-

struttura, valutando il colore, la passivazione e la dimensione verticale seguendo il progetto protesico predefinito. La registrazione della dimensione verticale inferiore viene effettuata grazie ad


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un arco facciale per l’inserimento dei modelli in articolatore a valori medi (figg. 7 e 8). Durante un altro appuntamento si effettua quindi sia la prova estetica delle corone in zirconio e quindi si passa alla cementazione definitiva (fig. 9). Il manufatto è stato monitorato nei primi sei mesi, verificando l’eventuale presenza di tasche parodontali, sanguinamento al sondaggio e mobilità. Come ulteriore conferma dell’efficacia della riabilitazione protesica, è stata eseguita un’ortopantomografia di controllo, per valutare la positività o meno ai suddetti parametri clinici e per confermare l’assenza di problemi a livello periimplantare.

Risultati Grazie al protocollo protesico, il paziente viene completamente riabilitato attraverso una struttura fissa in zirconio da 15 a 25, che consente la solidarizzazione di tutti gli elementi tra loro, allo scopo di meglio tollerare tutte le possibili interferenze dovute alle abitudini parafunzionali del paziente. Il nostro protocollo ha consentito il mantenimento di buoni livelli di salute parodontale, che migliorano la prognosi della riabilitazione. Le aspettative del paziente sono ampiamente soddisfatte da un punto di vista estetico e funzionale (figg. 10, 11, 12). Una volta cementato il manufatto, si è effettuata una verifica dei livelli di salute mucosa e parodontale degli elementi naturali e degli impianti. Tale verifica è stata effettuata osservando l’eventuale presenza di tasche parodontali, sanguinamento al sondaggio e mobilità. Non è stata comunque rilevata alcuna positività ai suddetti parametri clinici nei 6 mesi successivi di follow-up. Anche da un punto di vista radiologico è possibile rilevare l’integrità dentoparodontale degli elementi naturali e la perfetta osteointegrazione degli impianti. Il presente caso clinico conferma

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quanto già evidenziato da altri lavori. Lo zirconio consente la realizzazione di manufatti protesici con caratteristiche di resistenza e stabilità strutturale oltre che un ottimale risultato estetico (18, 23, 26). Gli elementi naturali e gli impianti non presentano problemi a livello mucoso, in quanto l’igiene è facilmente mantenibile. Nonostante la presenza di un residuo di perno moncone in materiale metallico, non sono evidenti segni di discromie nella colorazione degli elementi (4, 24). Sarà comunque importante monitorare il paziente nel tempo, considerando le sue abitudini parafunzionali. La necessità di effettuare una solidarizzazione di tutti gli elementi a scopo protettivo ha reso necessaria la creazione di una mesostruttura su 10 elementi, su cui ancora non esistono studi circa l’integrità nel tempo (26, 27). Va comunque segnalato che in questo caso non esistono strutture a ponte, in quanto gli elementi tra 15 e 25 sono tutti presenti grazie alla riabilitazione implantare. Sarà comunque importante valutare nel tempo l’integrità del manufatto.

Conclusioni L’attuazione del protocollo utilizzato consente di ottenere manufatti protesici con ottime caratteristiche funzionali. È anche importante considerare le qualità estetiche dello zirconio, che hanno permesso il raggiungimento di risultati eccellenti. La solidarizzazione degli elementi prevede una monitorizzazione dei tessuti parodontali anche grazie a sedute di igiene professionale ogni 4 mesi, durante le quali si verificano i livelli di igiene domiciliare. Sarà di fondamentale importanza poter verificare l’integrità del manufatto anche da un punto di vista radiologico, che consentirà l’osservazione dei livelli ossei periimplatari e parodontali anche a distanza di tempo (28, 29).

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zirconia ceramic in vivo. J Prosthet Dent 1992;68:322-6. 16) Covacci V, Bruzzese N, Maccauro G, Andreassi C, Ricci GA, Piconi C, Marmo E, Burger W, Cittadini A. In vitro evaluation of the mutagenic and carcinogenic power of high purity zirconia ceramic. Biomaterials 1999 Feb;20(4):371-6. 17) Lee CY, Hasegawa H. Immediate load and esthetic zone considerations to replace maxillary incisor teeth using a new zirconia implant abutment in the bone grafted anterior maxilla. J Oral Implantol 2008;34(5):259-67. 18) Pirker W, Kocher A. Immediate, nonsubmerged, root-analogue zirconia implant in single tooth replacement. Int J Oral Maxillofac Surg 2008 Mar;37(3):293-5. Epub 2008 Feb 12. 19) Balmer S, Mericske-Stern R. Rehabilitation of a periodontally compromised dentition with implant-supported zirconia bridges. Case report. Schweiz Monatsschr Zahnmed. 2009;119(1):23-44. 20) Rosentritt M, Kolbeck C, Ries S, Gross M, Behr M, Handel G. Zirconia resin-bonded fixed partial dentures in the anterior maxilla. Quintessence Int 2008 Apr; 39(4):313-9. 21) Reich S, Kappe K, Teschner H, Schmitt J. Clinical fit of four-unit zirconia posterior fixed dental prostheses. Eur J Oral Sci 2008 Dec;116(6):579-84. 22) Franceschini FG, Pozzi E, Monguzzi R, Lauritano D, Mingardi M. Valutazioni parodontali di protesi in zirconio. Protech 2009;2:1-7. 23) Raigrodski AJ. Contemporary materials and technologies for all-ceramic fixed partial dentures: a review of the literature. Journal of Prosthetic Dentistry 2004;92:557-62. 24) Yildirim M, Edelhoff D, Hanisch O, Spiekermann H. Ceramic abutments - a new era in achieving optimal esthetics in implant dentistry. International Journal of Periodontics Restorative Dentistry 2000;20:81-91. 25) Bianchi AE, Bosetti M, Dolci G, Sberna MT, Sanfilippo F, Cannas M. In vitro and in vivo follow-up of titanium transmucosal implants with zirconia collar. J Appl Biomater Biomech 2004;2:143-50. 26) Butz F, Heydecke G, Okutan M, Strub JR. Survival rate, fracture strength and failure mode of ceramic implantc abutments after chewing simulation. Journal of Oral Rehabilitation 2005;32:838-43. 27) Kollar A, Huber S, Mericske E, MericskeStern R. Zirconia for teeth and implants: a case series. Int J Periodontics Restorative Dent 2008 Oct;28(5):479-87. 28) Manicone PF, Rossi Iommetti P, Raffaelli L. An overview of zirconia ceramics: Basic properties and clinical applications. J Dent 2007 Nov;35(11):819-26. Epub 2007 Sep 6. 29) Vigolo P, Fonzi F. An in vitro evaluation of fit of zirconium-oxide-based ceramic four-unit fixed partial dentures, generated with three different CAD/CAM systems, before and after porcelain firing cycles and after glaze cycles. J Prosthodont 2008 Dec;17(8):621-6. Epub 2008 Sep 16.

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L’ESPERIENZA DEI COLLEGHI a cura di Pier Michele Mandrillo

I colleghi che hanno condiviso su Doctor Os la propria esperienza clinica quotidiana Ricostruzione ossea preprotesica mediante innesto di osso autologo sostenuto da griglia in titanio BENITO CAPOBIANCO Doctor Os 2010 Gen; 21(1): 60-1

First step. Chirurgia implantare software guidata nell’arcata superiore di destra RENATO TURRINI

Frenulo laterale. Trattamento ambulatoriale combinato con laser ad erbio e a diodo

NUNZIO TEMPESTA

Doctor Os 2010 Feb; 21(2): 170-1

I restauri adesivi indiretti: utilizzo nella pratica clinica quotidiana

MASSIMO F. MANFREDONIA Doctor Os 2010 Set; 21(7): 860-1

Ricostruzione preimplantare di un difetto osseo orizzontale con l’utilizzo di prelievo osseo a blocco dal ramo della mandibola STEFANO BELLANDI

Doctor Os 2010 Apr; 21(4): 422-3

C. RUSSO E. BARBALONGA

Riassorbimento radicolare infiammatorio progressivo interno: soluzione di un caso clinico

GIUSEPPE SQUEO

Doctor Os 2010 Mag; 21(5): 570-1

Doctor Os 2010 Giu; 21(6): 718-9

Alveolo postestrattivo: tecnica chirurgica piezoelettrica di estrazione e preparazione del sito implantare

Doctor Os 2010 Ott; 21(8): 1018-9

Metodica di rimozione delle calcificazioni pulpari

ALFONSO D’ALESSANDRO Doctor Os 2010 Nov-Dic; 21(9): 1164-5

Fatelo anche voi! Gli articoli dovranno essere inviati presso la redazione di Doctor Os (doctoros@ariesdue.it) e dovranno rispettare scrupolosamente le indicazioni di format: curriculum vitae dell’autore max 500 battute articolo clinico max 2.800 battute foto autore (300 dpi) iconografia 8/10 foto (300 dpi)

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La lunghezza ridotta, per esempio, permette di operare in totale sicurezza, evitando il rischio di ledere strutture vitali e rendendo spesso superfluo eseguire un’innesto osseo. Inoltre, con gli impianti corti aumentano le possi-

bilità di inserimento implantare e la disponibilità del paziente al trattamento. Il protocollo di lavoro risulta così semplificato. Gli impianti corti o Short Implant di Bicon offrono pertanto soluzioni clinicamente testate.

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di TiLobe, la connessione interna a sei lobi che fornisce resistenza, stabilità ed una maggiore flessibilità clinica con la superficie fino alla sommità. Arcitexture Surface Technology è la tecnologia che permette di ottenere una superficie ruvida mediante fosfato di calcio ceramico, con trama complessa di mac ro /m i c ro r u v i d i t à p e r u n ’o steointegrazione ottimale e predicibile. Il fosfato di calcio ceramico è biocompatibile e sicuro poiché non contiene acidi. Il collegamento protesico medializzato tiene conto dei principi biologici della stabilità della cresta ossea e del sostegno al tessuto. L’interfaccia interna conica dell’impianto garantisce una sede di ricopertura precisa e stabile eliminando i micromovimenti. La guarnizione conica minimizza l’area dei microinterstizi e il cattivo odore che deriva dalla colonizzazione dei batteri. Le caratteristiche di autoallineamento semplificano la manipolazione, fornendo sicurezza nel posizionamento della ricopertura. Con Prima Implant System la selezione dei componenti è estremamente facile: un’unica vite di ricostruzione ed un unico cacciavite gestiscono l’intera linea protesica.

programma garanzia “Smile Trust” per tutti i sistemi implantari e le soluzioni protesiche. Prima Implant System offre un’elevata flessibilità in un unico sistema implantare. Prima Connex è l’impianto dotato

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megliOSapere A l d o M a c c h i , S a m u e l e P o z z i Ta u b e r t , P i e r o A n t o n i o Z e c c a Università degli Studi dell’Insubria, Clinica Odontostomatologica

I vantaggi della diagnosi con Cone Beam rispetto alla tradizionale OPT in un caso di riassorbimento radicolare del secondo molare causato da terzo molare incluso. Caso clinico

Il riassorbimento radicolare dei secondi molari in corrispondenza di terzi molari inclusi è stato largamente descritto in letteratura (1, 2, 3, 4, 5). Con il seguente caso clinico vogliamo sottolineare l’importanza di una diagnosi accurata basata su acquisizioni volumetriche prima dell’atto chirurgico. Caso clinico Paziente di sesso femminile, 24 anni. L’esame ortopantomografico (fig. 1) evidenzia elementi 3.8 e 4.8 inclusi, in posizione orizzontale ed in rapporto di contiguità con le ra-

dici distali degli elementi 3.7 e 4.7. L’immagine OPT fa supporre un posizionamento vestibolare degli elementi inclusi rispetto ai secondi molari. Per le frequenti disodontiasi viene programmato intervento di estrazione di 3.8 e 4.8; a causa della vicinanaza della componente radicolare con il canale del nervo alveolare inferiore, viene eseguita una scansione TC Cone Beam con l’apparecchiatura 9000 3D (Kodak). Esaminando le cross section (fig. 2) ed il volume rendering (fig. 3) ottenuti, notiamo che le radici distali di 3.7 e 4.7 hanno subito un notevole riassorbimento e per-

Fig. 1: OPT all’età di 23 anni.

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Fig. 2: cross sections di 3.8 e 4.8 ottenute da CBCT.

Fig. 3: volume rendering di 3.8 e 4.8 ottenuti da CBCT.

tanto i due elementi risultano compromessi. Una germectomia preventiva di 3.8 e 4.8 all’età di 13-14 anni avrebbe evitato la lesione dei secondi molari, mentre l’attuale avulsione dei terzi molari impattati risulterebbe nella perdita sia degli elementi inclusi che di quelli adiacenti, a causa della compromissione per il riassorbimento radicolare. In questo caso l’indagine CBCT ha permesso di evitare errori dia-

megliOSapere

gnostici che non potevano essere visualizzati altrimenti con l’OPT e di tutelarci, così, a livello medico legale. Bibliografia 1. Sealey VT. Impacted lower third molar causing neuralgia and absorption of lower second molar. DJ Australia 1946;50:109-10. 2. Romero C. Root resorption of a 2nd molar related to impacted 3rd molar. Oral Surgery Oral Me-

dicine Oral Pathology 1971;32:502. 3. Nitzan D, Keren T, Marmary Y. Does an impacted tooth cause root resorption of the adjacent one? Oral Surg 1981;51:221-4. 4. Coombs MT, Moore SK. Root resorption caused by impacted permanent teeth. Australian Dental Journal 1989;34:205-8. 5. Minoru Yamaoka et al. Root resorption of mandibular second molar teeth associated with the presence of the third molars. Australian Dental Journal 1999;44:(2):112-6.

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S t u d i o

I finanziamenti e l’odontoiatra: concetti di base per orientarsi meglio

Te r z u o l o - B r u n e r o

Sempre più frequentemente l’odontoiatra si trova a dover scegliere tra forme diverse di finanziamento, spesso molto complesse e non sempre agevolmente comprensibili e trasparenti. L’argomento non è certo di facile ed immediata comprensione; tuttavia lo scopo del presente articolo è quello di fornire le nozioni ed i concetti di base necessari all’odontoiatra (ma non solo!) per orientarsi e valutare, con il proprio giudizio, le proposte che gli vengono presentate. Che cosa si intende per finanziamento? In termini generali, per “finanziamento” si intende l’apporto di liquidità da parte di un soggetto terzo rispetto all’odontoiatra. Solitamente questi soggetti terzi possono essere: istituti di credito (banche); società di leasing; società finanziarie; chiunque sia disposto a fornire un capitale in cambio della restituzione del medesimo a determinate scadenze. Oltre al capitale prestato, si deve, nella maggior parte dei casi, restituire anche un “rendimento” chiamato interesse. Quando si richiede un finanziamento? Ordinariamente, si prende in considerazione l’ipotesi di un finanziamento quando si ha intenzione di: acquistare un immobile da adibire a studio professionale o da utilizzare come propria abitazione; effettuare importanti opere di ristrutturazione sull’immobile in cui si svolge l’attività; acquistare un riunito; acquistare un macchinario o un’attrezzatura dall’importo ri-

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e

A s s o c i a t i

levante (ad esempio TAC). In sostanza ci si pone nell’ottica di richiedere un finanziamento quando si necessita di somme di denaro rilevanti. Molto spesso però ci si dimentica che, quando si stipula un contratto di leasing o si utilizza il fido bancario (anche detto affidamento o fido di cassa) si sta, magari senza rendersene conto, prendendo in prestito una somma di denaro. Concetti fondamentali Una prima regola da tenere ben a mente riguarda l’impossibilità di stabilire a priori quale sia la forma di finanziamento migliore. Ogni forma di finanziamento può essere più o meno adatta alle proprie esigenze di liquidità. I finanziamenti (bancari e non) sono strutturati in funzione di due principali variabili: il tempo di restituzione della somma presa in prestito; le garanzie prestate dal debitore (odontoiatra). Se si considera il lasso di tempo in cui il finanziamento (il prestito di denaro) deve essere restituito, si potranno distinguere i finanziamenti in: a breve termine; a lungo termine. La prima domanda da porsi è quindi chiedersi se necessita un finanziamento a breve o a lungo termine. La scelta della durata del prestito dovrà pertanto essere collegata alla possibilità di restituzione della somma ricevuta. Ad esempio, se si richiede un prestito di denaro (o si stipula un contratto di leasing) per un investimento che produrrà i suoi frutti in dieci anni, si dovrà teoricamente stipulare un finanziamento della durata di dieci anni. Il tutto per mantenere il cosiddetto “equilibrio finanziario” ed evitare, ad esempio, che un in-


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vestimento di 100.000 euro che produce incassi in dieci anni (12.000 euro all’anno, sempre per ipotesi) debba essere restituito magari in due soli anni, con dei pagamenti di 50.000 euro all’anno. Realizzare questo collegamento tra i pagamenti (le uscite finanziarie) e gli incassi (le entrate finanziarie) significa evitare crisi di liquidità che, nella migliore delle ipotesi, comportano interessi passivi elevati e spese bancarie. La seconda variabile fondamentale per la valutazione dei finanziamenti è rappresentata dalle garanzie prestate. Più il soggetto finanziatore (la banca, ad esempio) avrà a disposizione garanzie a tutela del denaro prestato, più sarà disposto a concedere un tasso di interesse conveniente. Un tasso di interesse “basso” permetterà di risparmiare interessi passivi, ottenendo quindi un costo ridotto dell’attività di finanziamento. Vi sono differenti tipologie di garanzie a tutela di un debito: queste possono essere personali (ad esempio le fidejussioni) o legate a beni immobili (ad esempio l’ipoteca immobiliare) o a beni mobili (ad esempio il pegno). Esistono inoltre finanziamenti o prestiti che non sono assistiti da alcun tipo di garanzia. Tali finanziamenti, tendenzialmente più costosi, sono tecnicamente chiamati chirografari. Quanto costa un finanziamento? Oltre alla durata ed alle garanzie prestate, altra variabile fondamentale da valutare è il “costo” del finanziamento, ossia il tasso di interesse passivo che dovrà essere restituito in aggiunta al capitale prestato. Vi sono numerosi e complessi indicatori del tasso di interesse. Il più obiettivo e onnicomprensivo è il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale), anche denominato ISC (Indice Sintentico di Costo), che considera non solo gli interessi passivi ma anche i costi accessori che gravano sul prestito. Questi, spesso molto rilevanti, a titolo esemplificativo sono: le spese di istruttoria della pratica, le commissioni d’incasso, le assicurazioni obbligatorie eccetera.

presuppOSti

Tasso variabile o tasso fisso? Il tasso di interesse di un finanziamento può essere “fisso” o “variabile”. In sede di stipula del finanziamento si può decidere infatti di pagare, per tutta la durata del prestito, un tasso di interesse fisso che non subirà alcuna variazione ma sarà probabilmente più oneroso del tasso variabile. In alternativa, si può corrispondere un tasso di interesse variabile composto dalla somma di: tasso Euribor (Euro Inter Bank Offered Rate, tasso interbancario di offerta in euro); “spread”, che rappresenta il margine di guadagno della banca. Per maggiore chiarezza, si riporta un esempio pratico di un finanziamento a tasso variabile del 3% per la durata di 10 anni. Questo 3% sarà composto da: spread del 2%, che rimarrà fisso per tutta la durata del finanziamento; Euribor (sempre per ipotesi, l’1%) che invece è un valore variabile nel tempo. Qualora, nei 10 anni di finanziamento, l’Euribor salga al valore ipotetico del 3,5%, il tasso d’interesse “finito” per il cliente sarà del 5,5% (composto cioè dallo spread fisso del 2%, più il 3,5% dell’Euribor). L’importante scelta tra un tasso fisso ed un tasso variabile va quindi effettuata sulla base di un evento ignoto: le variazioni nel tempo dell’Euribor. Per comprendere quanto possa essere variabile il valore dell’Euribor basti pensare che dal 1999 (data in cui nacque questo tasso di riferimento) ad oggi si sono verificate variazioni da un minimo di circa lo 0,7% (Euribor a tre mesi) ad un massimo di più del 5% (Euribor a tre mesi). Tale dinamica si è per giunta verificata con variazioni di diversi punti percentuali nel giro di qualche mese. Come è possibile quindi scegliere la soluzione più adatta? È in primo luogo necessario considerare la durata temporale del finanziamento e, in secondo luogo, le proprie future disponibilità economiche in termini di reddito e patrimonio. Se si possiede un reddito tendenzialmente stabile ed un patrimonio non

in grado di fungere da “ammortizzatore” ad eventuali rialzi dell’Euribor, sarà quindi consigliabile optare per un tasso fisso anche se più elevato del tasso variabile. Se invece si possiede un alto reddito od un patrimonio rilevante, si potrà più tranquillamente optare per un tasso variabile, ricordando che questo potrà subire variazioni in aumento o in diminuzione. Come orientarsi tra le più frequenti categorie di finanziamento? Ribadendo che non esiste la forma di finanziamento “perfetta” ma che questa va scelta in ragione delle specifiche esigenze finanziarie, riassumiamo le tipologie più frequenti. Fido (di cassa) bancario Nato per necessità di liquidità momentanee e di breve periodo, non prevede tempi di restituzione definiti ma comporta, solitamente, un tasso di interesse elevato. Inoltre il fido può essere revocato a discrezione della banca con, di conseguenza, l’obbligo di restituzione del denaro in tempi molto brevi. A garanzia del fido possono essere forniti alcuni beni mobili quali, ad esempio, titoli finanziari o simili. Tale garanzia ha il vantaggio di ridurre il tasso di interesse praticato. Pro: strumento molto elastico. Contro: strumento solitamente “caro” (interessi alti). Finanziamento a lungo termine, ad esempio un mutuo bancario Solitamente assistito da garanzie immobiliari o personali, prevede un piano di restituzione rigido ed un tasso di interesse definito. Quest’ultimo potrà essere fisso (non subirà alcuna variazione per tutta la durata del finanziamento) oppure variabile, in base a determinate condizioni stabilite in sede di stipula del finanziamento. È molto adatto per investimenti che comportano incassi (flussi finanziari attivi) in un lungo periodo; solitamente ha tassi di interesse concorrenziali. Pro: strumento solitamente meno “caro” (interessi bassi). Contro: strumento alquanto rigido e con alcuni costi fissi. Leasing finanziario Con il leasing finanziario non vie-

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Biomateriali Alos pasta e Alos blocco

La modellabilità nell’utilizzo, la certezza del risultato ad un costo contenuto sono la soluzione viincente.

ne messa a disposizione una somma di denaro, bensì uno specifico bene. È uno strumento molto utilizzato per acquisire attrezzature e macchinari (ad esempio riuniti, ortopantomografi, Tac eccetera); consente di pagare canoni di leasing scadenzati nel tempo e, al termine della durata del contratto, si ha la possibilità di diventare proprietari del bene dietro pagamento di una determinata somma. È consigliabile in situazioni di incertezza sull’utilità futura del bene e consente di essere “parametrato” all’ipotesi di durata del bene stesso. Pro: strumento meno rigido rispetto ad un finanziamento/mutuo. Contro: strumento solitamente più “caro” (in termini di tasso di interesse) rispetto al mutuo, ma comunque meno “caro” del fido.

• Indicati per innesti e rimodellamenti ossei • Biocompatibili • Osteoconduttivi • Leggermente radiopachi • Totalmente sintetici • Riassorbibili al 100% • A base di acido PLA, PGA e Ha porosa

Leasing operativo Strumento molto simile al leasing finanziario senza però la possibilità di diventare proprietari del bene. Nella sostanza è simile ad un noleggio ed è particolarmente adatto nel caso di beni a “rapida obsolescenza”. Infatti, qualora venga stipulato per beni che nell’arco di qualche anno necessitino di essere sostituiti perché obsoleti, consente di aggiornare e mantenere a buon livello la dotazione tecnologica dello studio odontoiatrico. Pro: strumento adatto per beni le cui tecnologie si evolvono rapidamente. Contro: strumento che non consente di effettuare un investimento ma rappresenta unicamente un costo.

Analisi istologica e in microscopia a scansione di biopsia ossea a 5 mesi con Alos Blocco e Pasta. (Univ. di Modena e R. Emilia, Lab. di Biomateriali - Resp. Dr.ssa A. M. Gatti).

Pagamento rateale Strumento che consente di dilazionare il pagamento nel tempo entro però un periodo relativamente breve. La possibilità di ottenere un pagamento rateale dipende molto dalla “disponibilità” del venditore-fornitore. Pro: strumento molto semplice. Contro: strumento solitamente oneroso che raramente permette di essere “parametrato” rispetto alla durata del bene.

Ampia documentazione clinica ed istologica disponibile a richiesta.

genze del proprio studio (o, in alcuni casi, personali) è alquanto complessa. Spesso si opta per una specifica tipologia decidendo in base a motivi di supposta convenienza fiscale o, magari, perché consigliati dal venditore del bene o dall’istituto di credito. La decisione, invece, dovrebbe essere presa valutando i diversi aspetti dell’operazione. Si dovrà giudicare, quindi: sicuramente in funzione del costo reale del finanziamento (tasso d’interesse); valutando se si è disposti a “rischiare” o meno con un tasso di interesse variabile (che può diminuire nel tempo ma potrebbe anche aumentare); tenendo presente che eventuali garanzie fornite (ipoteca, pegno, fidejussione) possono diminuire sensibilmente il tasso di interesse applicato. Inoltre, dovrà essere scelta la durata più consona all’utilizzo del bene o all’impiego del denaro preso in prestito, per realizzare il suddetto “equilibrio finanziario”. Infine, oltre ai possibili vantaggi fiscali non dovranno essere dimenticati alcuni aspetti personali, quali la scarsa propensione al rischio o il bisogno di avere certezze nei debiti contratti, circostanze che mal si adattano, ad esempio, a finanziamenti a tassi d’interesse variabile o all’utilizzo del fido. Come sempre, il consiglio è di farsi assistere da persone preparate e competenti in materia, considerando, con un po’ di malizia, se queste possano avere qualche interesse a consigliare una soluzione piuttosto che un’altra. Ruolo chiave, a nostro parere, deve essere svolto proprio dal commercialista il quale, oltre ad avere le competenze necessarie per valutare la bontà delle proposte, ben conosce la realtà dello studio del proprio cliente nonché le sue esigenze finanziarie e personali. L A BANCA E UN POSTO DOVE TI PRESTANO DENARO SE PUOI DIMOSTRARE DI NON AVERNE BISOGNO

Bob Hope

Allmed

evoluzione odontoiatrica

Via Nobel, 33 Lissone (Mi) Italy tel +39.039.481123 www.allmed.it e-mail info@allmed.it

Conclusioni critiche La scelta di quale strumento di finanziamento utilizzare per le esi-

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ALESSANDRO TERZUOLO UMBERTO TERZUOLO

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a propOSito di legge a

La presenza di dolore a seguito di svolgimento di attività endodontica, può essere considerata elemento di colpa professionale?

In caso di lesione di branca trigeminale, a seguito di manovre chirurgiche odontoiatriche, come devo comportarmi?

c u r a

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M a r c o

S c a r p e l l i

Il dato in sé e per sé, il dolore post trattamento endodontico, non può costituire elemento di accertamento di colpa professionale per imperizia. È infatti noto in letteratura che la terapia endodontica, in misura percentuale significativa, può essere accompagnata da insorgenza di dolore, ciò a prescindere dalla correttezza nell’esecuzione delle manovre endodontiche svolte. È tuttavia corretto e necessario informare il paziente su detta complicanza, preliminarmente all’atto chirurgico endodontico, altresì predisponendo gli opportuni controlli di carattere farmacologico atti a

prevenire ovvero trattare detta complicanza. Il sanitario, nel caso di eventuale contestazione, potrà fronteggiare la medesima non solo privilegiando l’esposizione di quanto svolto (sia documentando la diagnosi che la terapia effettuata nei passaggi principali) ma anche dimostrando, attraverso la cartella clinica ed i suoi accessori, che detta complicanza era stata segnalata preliminarmente alle cure. Abbiamo, in questo caso, trattato l’argomento della “complicanza” prevedibile ma non prevenibile che, come tale, prevede informazione preliminare.

Premessa la differenza, in termini clinici, di approccio a dette lesioni (siano esse, per i casi principali, relative ad interessamento del nervo mandibolare, mentoniero, linguale o infraorbitario), in generale si può affermare che il paziente va in ogni caso gestito, tranquillizzandolo sul fatto che in alta percentuale le lesioni con solo parziale perdita di sensibilità hanno una regressione spontanea nel tempo. In particolare ciò è riferibile alle lesioni da compressione, ad e-

sempio in corso di anestesia del nervo linguale. Comunque sia, conviene attendere un periodo di 3/4 settimane per verificare se vi sia una regressione spontanea e quindi, in caso negativo, consultare il chirurgo maxillofacciale. L’effettuazione di esami elettroneurografici di verifica della sensibilità, appare certamente consigliabile per seguire l’andamento della sindrome, tuttavia, la lesione può considerarsi stabilizzata non prima di dodici mesi circa.

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Novità: Panasonic FZ-45

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C a r l o

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A l e s s a n d r o

Come di consueto, ogni qual volta il mercato propone una novità che può essere utile per la documentazione medica e odontotecnica, è mia premura informarvi. Quasi tutte le aziende che producono macchine fotografiche realizzano ormai con frequenza apparecchiature compatte, adatte soprattutto per le fotografie amatoriali. Ne esistono di vario tipo, per dare la possibilità a chiunque di poter utilizzare una macchina fotografica digitale: la scelta si basa sulle prestazioni e sui costi. I prezzi delle macchine fotografiche digitali, dalle più semplici alle più sofisticate, variano da 100 a 600-700 euro. Oggi il mercato propone circa 250 modelli, di tutte le case produttrici, ed è dunque molto difficile capire quella che più si addice alle nostre esigenze. Per quanto mi riguarda escludo a priori gli apparecchi decisamente compatti, con obiettivi, sensori e pixel molto piccoli. La qualità delle immagini prodotte è ottima se visualizzate a computer, mediocre se proiettate per fini amatoriali, scarsa per proiezioni mediche o per la stampa di pubblicazioni. La mia scelta, normalmente, ricade sulle macchine “bridge”, che si collocano tra una reflex e una compatta e che offrono un sensore più grande, un’ottica di diametro maggiore, attraverso cui p a s s a p i ù l u ce , e u n a q u a l i t à d’immagine superiore. Inoltre, tutti i componenti interni alla macchina non sono miniaturizzati, come nelle compatte, e a mio giudizio offrono una resistenza e durata maggiore, oltre ad una buo-

P i a c q u a d i o

na maneggevolezza, grazie alla forma simile alle reflex. Per le foto odontoiatriche sono decisamente migliori. L a Pa n a s o n i c h a i m m e s s o s u l mercato due ottime apparecchiature: FZ-45 e FZ-100. Si tratta di due macchine eccezionali per un utilizzo amatoriale, ma che offrono al medico o al tecnico, che vogliono iniziare a documentare senza effettuare grossi investimenti, un’ottima qualità e praticità, con ingombro e peso nettamente inferiori alle reflex. Tra le due, che comunque si somigliano molto, ho preso in considerazione la Panasonic FZ-45, che costa circa 100 euro in meno. Le differenze con la sorella minore FZ-38 (ormai fuori commercio) riguardano innanzitutto l’escursione ottica che passa dai 38485 mm della FZ-38 ai 25-600 mm della FZ-45. Con obiettivi zoom così potenti si possono scattare tutti i tipi di foto e per tutte le esigenze; anche se, forse, rispetto alla FZ-38, la potenza maggiore dell’obiettivo crea una leggera difficoltà nella messa a fuoco, soprattutto a forti ingrandimenti (immagini di due o tre denti). Il problema si pone non tanto quando mettiamo a fuoco e appoggiamo l’occhio al mirino (fig. 1), ma quando effettuiamo la messa a fuoco tramite il monitor: tenendo la macchina distante e a mano libera, si amplifica l’effetto sfuocato, anche perché il monitor, rispetto alle precedenti versioni, si è ingrandito diventando di 3 pollici e 230.000 punti (fig. 2). Tuttavia, con un po’ di pratica si riesce a sopperire a questo problema, anche se il mio consiglio e di effettuare la messa a fuoco trami-


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Fig. 1

Fig. 2

Fig. 3

Fig. 4

odontOScatto

te il mirino, come fosse una reflex. La caratteristica che maggiormente interessa per la documentazione medica riguarda l’utilizzo a priorità di diaframmi (fig. 3). Per le foto odontoiatriche utilizzeremo il diaframma tutto chiuso che, una volta impostato, può essere mantenuto per realizzare tutte le foto, dal viso ai particolari di un dente. La nostra unica eventuale preoccupazione riguarderà l’intervento sul flash per ottenere immagini più chiare o più scure a nostro piacimento. Nelle foto della bocca occlusale inferiore completa normalmente dobbiamo schiarire, mentre nelle foto dei due o quattro denti frontali si cerca di scurire leggermente per poter leggere i particolari del dente. Tra le varie caratteristiche, una delle più utili è la possibilità di inserire sul monitor delle linee orizzontali o verticali (fig. 4), che permettono di realizzare sempre foto dritte sul piano occlusale, sia del viso che della bocca. La FZ-45, inoltre, può realizzare anche filmati di tipo amatoriale e, se vogliamo registrare un commento del paziente per la fonica, o per altri motivi, lo possiamo fare. Se poi la utilizziamo fuori dallo studio, l’ingombro e il peso sono ridotti rispetto a una reflex: possiamo tenerla in una borsa o a cintura con appositi astucci che troviamo in qualsiasi supermercato e a prezzi bassissimi. Per quanto riguarda le foto amatoriali, la macchina dispone di svariati programmi per tutte le esigenze; è sufficiente leggere il manuale d’istruzioni. Tra le tante, il riconoscimento viso, opzione che consente di mettere sempre prima a fuoco il viso di una determinata persona. La qualità ottica non è da discutere, utilizzando ottiche Leica, tra le migliori al mondo. Il costo di questa “bridge” si aggira intorno ai 450 euro con la lente addizionale. Non si possono aggiungere flash esterni. La FZ-45 è consigliata a chi vuole documentare, ma non desidera una reflex e l’impegno che essa comporta.

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Dens sanus in corpore sano L’odontoiatria nei francobolli WILLIAM SUSI Editore Andi Servizi Srl

Con grande piacere presento al mondo odontoiatrico, ai cultori di opere esclusive e a tutti gli amici di ANDI questo testo che la nostra Associazione con entusiasmo ha voluto pubblicare. Un libro di francobolli sull’odontoiatria così realizzato non ha precedenti al mondo: si tratta infatti di un’opera improntata alla moderna Filatelia Tematica, ben diversa da un precedente testo edito sull’argomento, peraltro di poche pagine, in bianco e nero ed ormai datato. Un’Opera Unica quindi e di grande pregio e valore, realizzata grazie all’impegno ed alla disponibilità dell’Amico e Socio ANDI William Susi, al quale va il sentito rin-

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r e d a z i o n e

graziamento di tutta l’Associazione, che per tutta la sua giovane vita, oltre alla passione per la professione odontoiatrica, ha coltivato quella per la Filatelia, dedicandosi alla collezione di francobolli sul tema, raccolti per oltre tredici anni. Non sono mancati i riconoscimenti ufficiali e la sua collezione, dalla quale è tratto il libro, ha vinto la medaglia d’Argento Grande internazionale. La vocazione degli odontoiatri e di ANDI, da sempre sensibile non solo agli aspetti strettamente correlati alla professione ma aperta all’universo che ruota intorno al mondo odontoiatrico, trova piena applicazione anche nell’ambito della filatelia: infatti ogni franco-

bollo rappresenta una minuscola opera d’arte (così come qualsiasi nostra prestazione professionale), non solo per l’aspetto grafico, ma soprattutto perché racconta un momento di storia e di sapere umano. Il francobollo, con raffigurazioni di situazioni, eventi, personaggi, luoghi di Paesi vicini o lontani crea impressioni, emozioni, idee che alimentano cultura e progresso e ci consentono di spaziare al di là della quotidianità e trovare spunti per migliorare l’intera nostra esistenza. Un’associazione matura come la nostra deve giustamente pensare anche a questi aspetti e farne dono universale. G IANFRANCO P RADA P RESIDENTE N AZIONALE ANDI

Il Bionator di Balters e l’arrampicalingua (incompiuta)

vatore di Andresen insieme alle tecniche di rieducazione neuromuscolare della Mioterapia Funzionale Orofacciale (MFT). Il Bionator era da me usato solo nel trattamento delle Terze Classi, in quanto ho sempre considerato il tradizionale Attivatore inadeguato alla terapia funzionale di queste dismorfosi. L’Attivatore ha comunque sempre soddisfatto le mie aspettative e dimostrato la sua validità in tutti i casi di Prima e Seconda Classe, particolarmente in quelli caratterizzati da anomalie sul piano verticale e da necessità di controllo del movimento dentale funzionale. Nel corso degli anni successivi, sono emersi progressivamente alcuni fatti che mi hanno spinto a considerare con maggiore attenzione questo dispositivo. Il primo è legato alla collaborazione

AURELIO LEVRINI Editore Ariesdue Srl Perché pubblicare un libro sul metodo introdotto da Balters il secolo scorso, attorno agli anni cinquanta? Durante il primo momento della mia attività professionale, l’ortodonzia era guidata da principi funzionalistici strettamente correlati alla crescita scheletrica. In quel periodo, nella scuola del Prof. Oscar Hoffer a Milano, la terapia funzionale veniva affidata prevalentemente all’utilizzo dell’Atti-


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del paziente. Con il passare del tempo, in rapporto ai cambiamenti dello stile di vita ed al manifestarsi di nuove esigenze comportamentali di tipo sociale, è progressivamente diminuita la capacità di collaborazione del paziente. Il numero di ore di applicazione del disposi-

tivo di Andresen, per poterlo rendere efficace da un punto di vista terapeutico, è considerato oggi troppo elevato a causa della sua invasività. Una accurata valutazione della struttura del Bionator e del suo meccanismo d’azione mi hanno permesso di apprezzare meglio tutte le sue qualità e le numerose possibilità terapeutiche derivanti da un suo corretto utilizzo. Progressivamente ho usato sempre più questo dispositivo in tutti i casi in cui mi sembrava clinicamente applicabile, sostituendolo vantaggiosamente all’attivatore. Nel corso degli anni mi sono convinto che si tratti di un apparecchio funzionale “quasi” completo per merito della sua struttura, che utilizza nel modo migliore la maggior parte degli “stimoli funzionali” oggi conosciuti, in modo particolare lo spazio dinamico della cavità orale. Ho potuto in pratica verificare la sua attualità, in quanto più facilmente impiegabile e con buoni risultati perché scarsamente invasivo, nel contesto di

uno stile di vita moderno, dove gli impegni sociali anche dei soggetti più giovani rendono complicata l’applicazione dell’apparecchio per un numero minimo di ore terapeuticamente sufficienti. Un altro argomento, che mi ha spinto a considerare con maggiore attenzione il dispositivo di Balters, è rappresentato dall’evoluzione delle tecniche ortodontiche con apparecchiature fisse. L’ortopedia funzionale è uno strumento che non può mancare in una moderna gestione di casi clinici di tipo diverso. A volte può essere superflua, ma altre indispensabile, ed altre ancora utilizzabile come semplice terapia di supporto e completamento di altre tecniche. In questo ambito, il Bionator, con la possibilità di variazioni strutturali che lo contraddistingue, si presta agevolmente ad un utilizzo combinato, come terapia precoce, come terapia unica, combinata o di mantenimento. A URELIO L EVRINI


NO pe VITÀ ng r i S AS res oci SOL so A.I. UTA GR S.I.

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con il patrocinio di:

Dedicato a Stefano Tramonte

11° Congresso Internazionale 30 anni di Implantoprotesi moderna: quali prospettive Bologna - Royal Hotel Carlton

4-5 marzo 2011

Presidente del congresso Prof. Claudio Marchetti

INGRESSO GRATUITO Soci A.I.S.I., Odontoiatri sotto i 30 anni, Odontotecnici sotto i 24 anni e Studenti del 5° anno di Odontoiatria

Corsi pre-congressuali 3 marzo 2011 Alternative chirurgiche nella terapia delle atrofie ossee: il rialzo del seno per via crestale ed impianti di diametro e lunghezza ridotta (con interventi chirurgici su pazienti)

Prof. Giampiero Cordioli - Dr. Pier Luigi Floris

Prevenzione e gestione del contenzioso medico-legale in Implantoprotesi Dr.ssa Annalisa Crespi - Avv. Stefano Fratus - Dr. Paolo Mezzanotte Dr. Elio Pizzamiglio - Dr. Luigi Storto

Segreteria Organizzativa: A.I.S.I. - Dr.ssa Stefania Farneti - Via Indipendenza, 56 - 40121 Bologna - tel. 051 4210755 - fax 051 4213987 www.aisiitalia.com - info@aisiitalia.com


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caleidOScopio a cura della redazione e in collaborazione con OCI

Un fiore all’occhiello per il Lazio e per l’Italia

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i n f o r m a z i o n i :

WWW.GNATOLOGIA.ORG

Il Servizio di Gnatologia attivo presso il Centro Santa Maria Della Pace della Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus di Roma, diretto dal dottor Giorgio Chiogna, ha da poco festeggiato il suo decimo anniversario. La gnatologia è parte costitutiva delle problematiche trattate nel centro, che si occupa principalmente di riabilitazione motoria e del trattamento delle algie vertebrali. Il servizio ha riempito un vuoto assistenziale all’interno del mondo della riabilitazione nel Lazio e ha riassunto, in uno spazio organizzato delimitato, competenze diverse: studio odontoiatrico, laboratorio gnatologico, radiodiagnostica e ambulatorio fisiatrico. Per questo motivo, nel 2003, ha ricevuto un premio al Concorso dell’eccellenza in sanità promosso dalla regione Lazio. È una struttura con un team di lavoro ben motivato, dove afferiscono pazienti disfunzionali del centro e provenienti da tutta Italia. Ma come funziona questo Servizio di Gnatologia? Per la diagnosi dei disordini funzionali collegati all’ATM è di radicale importanza l’esame clinico che si fonda sul colloquio con il paziente relativamente ai sintomi e alla storia clinica più generale; un colloquio che deve essere condotto con estrema attenzione, senza fretta. In seguito, se necessario, si effettua l’esame stabilometrico, l’elettromiografia di superficie a sei canali e il Poc (percentage overlapping coefficient), che comprende lo studio del muscolo sterno-cleido-mastoideo. Inoltre viene utilizzata la sistematica gamma per l’analisi della dinamica condilo-discale, mentre nel laboratorio gnatologico si misurano le determinanti della geometria occlu-

Giorgio Chiogna

sale su modelli sezionati. Per quanto riguarda la terapia, la mandibola viene riposizionata nel rapporto condilo-discale fisiologico realizzando quella che viene chiamata la “terapeutic position”, attraverso bite, centrici ed eccentrici anche sull’asse Y, e mediante il riposizionamento condilare per via ortodontica ottenuto con la tecnica MEAW (multiloop edgwise arch wire). Sulla base del successo terapeutico ottenuto, l’obiettivo è di estendere l’uso di questo ambulatorio ai colleghi odontoiatri esterni che vogliano avere delle indicazioni su come procedere nei casi disfunzionali e di metterne le competenze al servizio dei pazienti “neurologici” ricoverati, con studi scientifici pilota relativi alla secrezione dei neurotrasmettitori modulata dall’occlusione dentale. Si rende inoltre necessario organizzare una precisa attività didattica. In collaborazione con il servizio di riabilitazione dell’ATM presso l’ambulatorio universitario della Sapienza diretto dal professor V. Santilli si è tenuto a dicembre il convegno “Disordini dell’articolazione temporomandibolare: strategie terapeutiche a confronto”. Inoltre si sta organizzando una intensa attività didattica, le cui indicazioni vengono date nella sezione scientifica del sito www.gnatologia.org

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Nuovi orizzonti nella implantologia del III millennio

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i n f o r m a z i o n i :

BREDENT S.R.L. Via Roma, 10 39100 Bolzano Tel. 0471.469576 Fax 0471.469573 sky2011@bredent.it

Evoluzione del team odontoiatrico: strategie relazionali e nuove frontiere

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Il 25 e 26 febbraio prossimo, a Verona, presso il Palazzo della Gran Guardia, si svolgeranno i Bredent Days, Congresso Nazionale riguardante “Diagnostica-Chirurgia-Protesi” nell’implantologia del III millennio. Nella città di Giulietta e Romeo, dove arte e cultura hanno radici profonde, per la prima volta si uniranno la maestria nella chirurgia implantare e l’arte odontotecnica, con la certezza che la collaborazione in team dominerà le sfide del futuro. Sia per lo studio odontoiatrico che per il laboratorio odontotecnico l’obiettivo finale è un cliente sorrid e n te e so d d i s fat to . O l t re a d un’informazione esauriente e ad un sistema implantare preciso, giocano un ruolo determinante la funzionalità, la naturalezza ed un’estetica perfetta del manufatto protesico. Durante il congresso di Verona l’idea è quella di discutere insieme ai professionisti di questi argomenti, con esperti relatori riconosciuti a livello internazionale. La giornata di venerdì 25 si aprirà con la sessione plenaria per odontoiatri e odontotecnici, in cui si svilupperà ampiamente il tema del

“Trattamento implantare del paziente edentulo”; di seguito, nella sezione riservata agli odontoiatri, si tratteranno “Le fondamenta del successo in implantologia: la chirurgia”, mentre in quella riservata agli odontotecnici, l’argomento sarà “La base del successo in implantologia: la protesi”. Per sabato 26 è prevista nuovamente una sessione plenaria per entrambe le figure professionali, dove si affronteranno le “Soluzioni innovative per l’estetica su impianti”. I continui mutamenti ed evoluzioni del mercato pongono il professionista di fronte a nuove sfide: i Bredent Days aiutano ad affrontarle.

L’Università degli Studi di Genova, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biofisiche, Mediche e Odontostomatologiche, organizza un corso di aggiornamento avanzato teorico-pratico di grande prestigio e valore culturale dal titolo: “Evoluzione del team odontoiatrico: strategie relazionali e nuove frontiere”, primo del suo genere in Italia. Il corso, diretto dal professor Stefano Benedicenti, titolare dell’insegnamento di Odontoiatria Conservativa presso lo stesso ateneo, e coordinato dalla dottoressa Roberta Ceresini, si articolerà in due moduli: “basic” da aprile a luglio 2011 e “advanced” da settembre 2011 a gennaio 2012. La motivazione profonda che ha spinto gli organizzatori a lavorare alacremente a questo progetto è stata una pura e semplice considera-

zione: l’essere umano è meraviglioso, stupefacente e soprattutto estremamente complesso. In tutte le professioni che hanno a che vedere con il pubblico e in modo particolare a quelle che si occupano di prevenire e curare la salute delle persone, è fondamentale conoscere in modo approfondito le dinamiche, le motivazioni e i comportamenti che ognuno di noi adotta davanti a determinati stimoli. Perciò anche l’odontoiatra e tutto il suo staff di studio è chiamato a partecipare a questo percorso culturale così importante. Questo perché siamo di fronte a cambiamenti epocali, a mutamenti sociali, economici e culturali. Il paziente di oggi è in evoluzione, ciò che andava bene anche solamente dieci anni fa, oggi appare obsoleto. Lo stesso odontoiatra e staff è sottoposto a

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i n f o r m a z i o n i :

Signora Alessandra Leonardi (lun.-ven. 9-13) Cell. 333.8978372 www.centrolaser.unige.it benedicenti@unige.it roberta.ceresini@libero.it

CEREC festeggia il suo 25° anniversario

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richieste sempre più specifiche, e a volte pressanti, da parte dei pazienti. Il percorso formativo sulla relazione interpersonale e il benessere organizzativo del team, rispondendo a reali necessità di odontoiatri, igienisti ed assistenti, guiderà in modo accessibile e stimolante tutti i partecipanti attraverso diverse tappe, tra cui: “L’ascolto come cura” per individuare le barriere che si creano inevitabilmente tra paziente, medico e team; “Il pianeta bambino” per approfondire la gestione del piccolo paziente sano e diversamente abile; “Pazienti difficili e odontoiatri/staff in difficoltà: istruzioni per l’uso”; “L’igienista dentale come trait d’union tra paziente ed odontoiatra”; “L’assistente di studio: fonte di fidelizzazione e redditività dello studio odontoiatrico”; “Studio odontoiatrico e laborato-

rio odontotecnico : s i n e rg i a o conflitto?”; “Che aria tira? Sereno o variabile all’interno dello studio”; “Valutazioni delle performances del vostro studio” e molte altre ancora. L’iter alternerà aspetti teorici attraverso lezioni frontali a momenti di pratica, role-play, laboratori esperenziali, visione di filmati eccetera, integrando la realtà dell’aula con quella vissuta dai partecipanti. Ogni argomento trattato, verrà spiegato e dimostrato da docenti di grande esperienza e background culturale, aiutando i partecipanti a rinforzare gli aspetti vincenti e a sostituire quelli non produttivi, per ottenere risultati tangibili. Gli incontri, di due giorni consecutivi (venerdì e sabato mattina) per ciascun mese, si terranno presso l’Università degli Studi di Genova. Le iscrizioni scadono il 15 marzo 2011.

Con il congresso internazionale CEREC25, a cui hanno partecipato più di 3.000 invitati e relatori di grande fama, si è festeggiato a Las Vegas il 25º anniversario del sistema di restauro computerizzato CEREC, noto in tutto il mondo. L’evento ha riunito i rappresentanti più importanti dell’odontoiatria digitale, che hanno raccontato la storia del successo di CEREC e hanno sviluppato diversi punti di vista inerenti alle possibilità presenti e future di questa innovativa tecnologia. I dentisti provenienti da tutte le parti del mondo hanno posto l’accento sulla grande influenza che CEREC esercita e che eserciterà anche in futuro sul proprio lavoro; hanno riportato le loro esperienze con il software biogenerico e ne hanno riconosciuto l’ottima idoneità a l p ro p r i o s t u d i o p e r l a creazione di superfici occlu-

sali specifiche per i pazienti. Gli odontoiatri e gli odontotecnici hanno inoltre elogiato lo scambio di dati online di modelli virtuali creati endoralmente per il laboratorio odontotecnico con CEREC Connect. Un altro argomento, oggetto delle esperienze riportate, riguardava l’importazione virtuale delle scansioni CEREC nella tomografia volumetrica digitale ottenuta con GALILEOS. Con questo procedimento è possibile, per la prima volta, pianificare in modo preciso la realizza-

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zione dell’impianto, semplificare il trattamento e incrementare considerevolmente la sicurezza clinica. Oltre ai dibattiti di natura scientifica, CEREC25 ha offerto anche un programma d’intrattenimento di prima classe. Ricca di stimoli è stata la conferenza tenuta da Rulon Gard-

ner, campione olimpico di lotta nel 2000. Il peso massimo ha svelato gli ingredienti segreti per ottenere un successo durevole. Il comico americano Dennis Miller, vincitore di cinque premi Emmy, ha fatto poi divertire il pubblico e ha ricevuto per questo una grande ovazione.

Inaugurata la nuova sede produttiva di TBR

Tappeti fucsia, luce rosa soffusa, catering originale e raffinato, orchestra jazz. Il Gruppo TBR, leader francese d’implantologia orale, ha voluto festeggiare in grande l’inaugurazione della sua nuova fabbrica TBR Industries. In quest’atmosfera elegante, più di 350 professionisti provenienti da tutto il mondo hanno potuto scoprire il nuovissimo complesso di 2.000 mq dotato di at trezzature tecnologiche di alta precisione, constatando la portata degli investimenti realizzati. Visitando la nuova fabbrica, gli invitati hanno potuto scoprire com e av v i e n e l a produzione di un impianto dentale, dalla materia prima, la sbarra di

titanio, fino all’impianto confezionato in camera sterile. Gli sguardi si sono concentrati in particolare su una delle filettatrici a comando digitale del parco macchinari durante una dimostrazione di fabbricazione in tempo reale. La lavorazione a 5 micron, innovazione tecnologica del Gruppo TBR, è stata eseguita con gli strumenti da taglio calibrati dal responsabile dell’atelier. Gli ospiti hanno proseguito la loro visita attraverso il dipartimento di controllo qualità e toccando con mano la tecnologia relativa allo stato della superficie TBR, prima di raggiungere un’area di 200 mq di camere sterili dove sono confezionati non soltanto gli impianti, ma anche tutte le parti protesiche e lo strumentario chirurgico. La serata inaugurale ha permesso dunque ai professionisti di prendere atto dell’alto livello tecnologico e del rigore organizzativo che portano alla fabbricazione degli impianti TBR.

“La quarta porta: Stupore e Ragione”

Il prossimo 28 gennaio, a Nembro (BG), presso il Centro Daina, si svolgerà il XIV Convegno in memoria del dottor Enzo Daina, che quest’anno affronterà il tema “La quarta porta: Stupore e Ragione”. I relatori, provenienti da tutta Italia, porteranno i partecipanti a vivere l’affascinante rapporto che si struttura fra docente e allievo in ambito formativo. Questa speciale relazione, pur temporanea, deve suscitare nell’allievo lo stupore e la meraviglia e altrettanto nel docen-

te si deve leggere la sua passione per quello che dice. Tale rapporto non è solo emozione, ma anche razionalità c h e p e r mette la recip ro c i t à di sguardi basati sulla stima e l’idealità.

p e r

i n f o r m a z i o n i :

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XIV Convegno in memoria del dottor Enzo Daina

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i n f o r m a z i o n i :

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L’odontoiatria in Italia: importante incontro alla Bocconi

“Quali politiche per l’odontoiatria in Italia alla luce delle evidenze disponibili” è il titolo dell’incontro tenutosi lo scorso novembre 2010 presso l’Università Bocconi di Milano, che ha fotografato la situazione dell’odontoiatria nel nostro Paese. Il dottor Gugiatti, ricercatore del CERGAS (Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale) della Bocconi, ha dato il via alle relazioni presentando “Il quadro della domanda e dell’offerta odontoiatrica in Italia”; di seguito la dottoressa Lecci, ricercatrice CERGAS ha parlato di “Analisi dei principali produttori in Italia e nel contesto internazionale”, mentre il professor Piperno dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha proposto l’“Analisi delle criticità dell’odontoiatria in Italia”, prima di lasciare la parola al professor Longo, direttore del CERGAS, che ha esposto le “Proposte p e r l ’evo l u z i o n e del settore in Italia”. A seguire la tavola rotonda a cui sono intervenuti il professor Elio Borgonovi, presidente del CERGAS, in qualità di moderatore,??il dottor Roberto Callioni, past president ANDI, il professor Enrico Gherlone dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, rappresentante dell’Odontoiatria nel Consiglio Superiore di Sanità,?e il professor Fabrizio Carini dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca Fondazione Don Gnocchi. Al termine il punto di vista delle regioni con le relazioni di Puppin (Direzione attuazione programmazione sanitaria) “L’assistenza odontoiatrica nel Veneto”, e di Fadda (Direzione generale, sanità e politiche sociali) “Assistenza odontoiatrica: l’esperienza dell’Emilia Romagna”. Sul nostro sito www.ariesdue.it il punto di vista sull’incontro di Claudio Pagliani.

I redazionali presentati in questa rubrica rappresentano una libera scelta della redazione tra i comunicati pervenuti

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Convegno SIDOP SICOrt SICMF SIdCO Milano, 4 febbraio 2011

Venerdì 4 febbraio 2011 la Società Italiana di Ortodonzia Prechirurgica (SIDOP), in collaborazione con la Società Italiana di Chirurgia Ortognatica (SICOrt), la Società Italiana di Chirurgia Maxillo-Facciale (SICMF) e la Società Italiana di Chirurgia Odontostomatologica (SIdCO), presso l’Università degli Studi di Milano, organizza un Convegno dal titolo “Quadri disgnatici complessi: dalla ricerca alla clinica”. Presidenti del Convegno sono Umberto Garagiola (presidente SIDOP), Sandro Pelo (presidente SICOrt), Paolo Ronchi (presidente

Università degli Studi di Milano Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Dipartimento di Scienze Chirurgiche Ricostruttive e Diagnostiche Direttore Prof. Franco Santoro Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia Direttore Prof. Giampietro Farronato

CONVEGNO SIDOP, SICOrt, SICMF, SIdCO SICOrt

QUADRI DISGNATICI COMPLESSI DALLA RICERCA ALLA CLINICA

MILANO 4 / 2 / 2011 Università degli Studi di Milano

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i n f o r m a z i o n i :

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Ricostruttive e Diagnostiche Via della Commenda, 10 – 20122 Milano Signora Monica Milidone Tel 02.50320240/41 Fax 02.50320239 monica.milidone@unimi.it

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SICMF) e Carmen Mor tellaro (presidente SIdCO). La giornata vedrà la partecipazione di numerosi illustri relatori provenienti da importanti atenei nazionali (Bologna, Brescia, Chieti, L’Aquila, Messina, Milano, Napoli, Padova, Parma, Pavia, Roma, Torino, Varese, Verona) ed internazionali, tra cui Daniel M. Laskin, professore e Direttore Emerito del Dipartimento di Chirurgia Orale e Maxillofacciale della Virginia Commonwealth University di Richmond, in Virginia (USA), il quale presenterà la Lectio Magistralis “L’articolazione temporomandibolare prima e dopo il trattamento ortodontico-chirurgico”. Il Convegno rappresenta un’occasione di confronto professionale ed accademico sull’attività di ricerca scientifica e sulla pratica clinica degli attuali orientamenti nella diagnosi 3D, nella terapia interdisciplinare delle gravi disgnazie dentofacciali.

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PRESIDENTI DEL CONVEGNO UMBERTO GARAGIOLA Presidente della Società Italiana di Ortodonzia Prechirurgica (SIDOP) SANDRO PELO Presidente della Società Italiana di Chirurgia Ortognatica (SICOrt) PAOLO RONCHI Presidente della Società Italiana Chirurgia Maxillo-Facciale (SICMF) CARMEN MORTELLARO Presidente della Società Italiana di Chirurgia Odontostomatologica (SIdCO) SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Ricostruttive e Diagnostiche Via della Commenda, 10 - 20122 Milano Sig.ra Monica Milidone tel. 02 50.32.02.40/41 - fax 02 50.32.02.39 Per l’iscrizione inviare una e-mail a: monica.milidone@unimi.it


Norme Redazionali 1-11

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norme redaziOnali Informazioni generali

Discussione e conclusioni, enfatizzando gli aspetti importan-

La rivista Doctor OS ha come scopo l’aggiornamento scienti-

Ringraziamenti, rivolti a coloro che non possiedono i requisi-

fico e professionale dell’odontoiatra. Gli articoli dovranno essere classificabili secondo una delle se-

guenti tipologie: ricerca clinica, sperimentale ed epidemiologica originale; revisione della letteratura; casi clinici; aggiornamento professionale.

Requisiti per la pubblicazione di un manoscritto I lavori non possono essere stati offerti contemporaneamente

ad altri editori, né pubblicati su altre riviste. L’editore provvederà gratuitamente alla pubblicazione degli articoli, per la stesura dei quali è esclusa ogni sorta di compenso a favore dell’autore/i. Rimangono a carico di quest’ultimo/i le spese per la riproduzione delle immagini iconografiche, qualora superino le cinque. Gli articoli devono pervenire alla redazione di Ariesdue in duplice copia cartacea e su supporto magnetico in formato MS Word per DOS, Windows o Mac nella loro stesura definitiva (non saranno accettate eventuali modifiche successive), completi di nome, cognome, qualifica professionale, indirizzo, telefono, codice fiscale e firma dell’autore/i. Inoltre è necessario includere l’autorizzazione per riprodurre materiale già pubblicato in precedenza o per utilizzare immagini ritraenti persone. È possibile spedire i lavori (testo più iconografia) anche al seguente indirizzo di posta elettronica: doctoros@ariesdue.it. Le illustrazioni, compresi grafici e tabelle, devono essere fornite su supporto cartaceo e magnetico, numerate progressivamente e corredate di relative didascalie, con precisi riferimenti nel testo. Inoltre devono essere in numero ragionevolmente limitato e ad alta risoluzione (almeno 300 DPI, in formato TIFF, EPS oppure JPEG). Per un significativo contributo dei singoli autori alla pubblicazione, per lavori di revisione bibliografica o presentazione di casi clinici, sarà accettato come massimo un numero di quattro autori; per lavori di ricerca clinica, sperimentale o epidemiologica, invece, saranno accettati fino a sei autori. Il testo deve essere dattiloscritto in lingua italiana e deve comporsi delle seguenti parti. Titolo scientifico conciso e senza abbreviazioni, in italiano e in inglese. Nome e cognome di autore/i e relative qualifiche professionali. Riassunti strutturati in italiano e in inglese (minimo 150 parole, massimo 250), cioè recanti i seguenti sottotitoli: scopo del lavoro; materiali e metodi; risultati; conclusioni. Parole chiave in italiano e in inglese (da 3 a 10), usando i termini indicati nell’Index Medicus. Introduzione , volta a esporre lo scopo dell’articolo riassumendo lo stato attuale delle conoscenze sull’argomento che verrà trattato ed eventuali osservazioni. Materiali e metodi, descritti in modo tanto dettagliato da permettere ad altri la riproduzione dei risultati. Qualora vengano riportati esperimenti su soggetti umani è necessario indicare se le procedure seguite sono conformi alle norme etiche proposte dal comitato responsabile della sperimentazione umana e alla Dichiarazione di Helsinki del 1975. Risultati, riportati in modo conciso e con riferimenti a tabelle e/o grafici.

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ti e innovativi dello studio e le relative conclusioni. ti necessari per essere indicati nella bibliografia. Bibliografia. Le voci bibliografiche dovranno essere elencate

in ordine di citazione con una numerazione araba progressiva, con particolare attenzione alla punteggiatura standard internazionale. I rimandi bibliografici all’interno del testo, invece, dovranno essere posti tra parentesi recando il numero della voce/i cui fanno riferimento, in ordine di apparizione. RIVISTA: ciascuna voce dovrà recare cognome e iniziale del nome degli autori (oltre i 6, elencare i primi 6 seguiti da et al.), il titolo originale dell’articolo, il titolo della rivista (usando l’abbreviazione dell’Index Medicus), l’anno di pubblicazione, eventualmente il mese, il numero del volume, il numero di pagina iniziale e finale. Esempio di articolo: Boyne PJ, Shabahang S. An evaluation of bone induction delivery materials in conjunction with root-form implant placement. Int J Periodontics Restorative Dent 2001 Aug; 21(4): 333-43. LIBRI , ATTI CONGRESSUALI E MONOGRAFIE : per pubblicazioni non periodiche, cognome e iniziale del nome degli autori, il titolo, l’edizione, l’eventuale editor, il luogo di pubblicazione, la casa editrice, l’anno di pubblicazione, le pagine interessate. Esempio di libro: Santoro F, Maiorana C. Il trattamento ortodontico-chirurgico delle disgnazie. Ist ed. Milano: Ariesdue; 1998. Esempio di capitolo di libro: Super S. Programmazione estetica in chirurgia ortognatica. In: Santoro F, Maiorana C. Il trattamento ortodontico-chirurgico delle disgnazie. Milano: Ariesdue; 1998. p. 250-61. Esempio di atto congressuale: McNamara JA. La modificazione della crescita: cosa funziona, cosa funziona solo temporaneamente e cosa non funziona. In: Capurso U, Ideal treatment timing. Atti XV Congresso Nazionale della Società Italiana di Ortodonzia; Firenze. Milano: Ariesdue; 1998. p. 31-9. Tabelle, grafici e/o immagini. Didascalie.

L’approvazione alla pubblicazione è concessa dal Comitato

Scientifico, il quale può apportare ai testi le modifiche che riterrà necessarie. Le bozze devono essere restituite corrette unicamente degli eventuali refusi di stampa, senza apportare variazioni o modifiche, entro il termine che verrà indicato. La proprietà letteraria spetta all’editore e l’autore/i, richiedendo la pubblicazione dei propri articoli su Doctor OS, implicitamente accetta la possibilità che la rivista pubblichi, sia integralmente sia parzialmente, lo stesso lavoro e/o una traduzione di esso su altre pubblicazioni italiane o straniere. L’editore declina ogni responsabilità nei confronti di manoscritti inoltrati senza essere stati espressamente richiesti dalla casa editrice. Le opinioni espresse riflettono il pensiero degli autori. La casa editrice non si assume alcuna responsabilità nel caso di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati. Il testo originale non viene restituito, mentre, su richiesta dell’autore/i (purché pervenuta entro i 40 giorni successivi alla pubblicazione), sarà resa l’iconografia originale.

r i c h i e s t a

e s t r a t t i

REDAZIONE ARIESDUE Via Airoldi, 11 - 22060 Carimate (Co) Tel. 031 792135- Fax 031 790743

doctoros@ariesdue.it


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Medico dentista, specialista in chirurgia generale, perfezionato in laserterapia assistita (università di Firenze) offre collaborazione in chirurgia e parodontologia eseguita con laser a diodi in Calabria (prov. Cosenza) e Puglia (prov. Tranto, Brindisi, Lecce). Tel. 327.2032539 Medico odontoiatra offresi per collaborazione o direzione sanitaria presso studi o centri dentistici a Milano, Varese, Novara, Bergamo e province. Tel. 340.6848463 Odontoiatra offre la propria collaborazione per consulenze in chirurgia implantare in studi in Liguria e basso Piemonte. Tel. 329.3568637 Studio medico dentistico in Ancona zona stazione, ristrutturato integralmente nel 2002, con 5 unità operative, sala attesa 11 poltrone, reception, 2 bagni (handicappati), piano terra 160 mq, OPT stanza schermata, avviamento 35 anni, vendesi comprensivo accreditamento e attrezzature. Parcheggio privato 8 vetture. Tel. 329.4063495

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2011 Gen; 22 (1):

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intera_spena_docos

20-12-2010

14:22

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CON IL CONTRIBUTO INCONDIZIONATO DI

MILANO

TORINO

CORSO COMPLETO DI ORTODONZIA CLINICA

CORSO DI AGGIORNAMENTO ORTODONTICO

Dott. Raffaele Spena

Dott. Raffaele Spena

1° INCONTRO

2° INCONTRO

3° INCONTRO

11 / 12 MARZO 2011 La diagnosi ortodontica “problem oriented” 15 / 16 APRILE 2011 Lo straight-wire ed il trattamento ortodontico con apparecchi fissi 27 / 28 / 29 MAGGIO 2011 Il trattamento ortodontico con apparecchi SWA

1° INCONTRO

2° INCONTRO

3° INCONTRO

4° INCONTRO

17 / 18 / 19 GIUGNO 2011 Il trattamento ortodontico con l’apparecchiatura SWA sef-ligating

4° INCONTRO

5° INCONTRO

6° INCONTRO

23 / 24 SETTEMBRE 2011 Il trattamento ortodontico nei casi non estrattivi (dalla tecnica di Cetlin a oggi)

5 / 6 MARZO 2011 La diagnosi ortodontica “problem oriented” di casi ortodontici 4 / 5 GIUGNO 2011 Il trattamento ortodontico con apparecchi SWA delle malocclusioni di classe I - II - III 17 / 18 SETTEMBRE 2011 Il trattamento ortodontico con l’apparecchiatura SWA self-ligating 26 / 27 NOVEMBRE 2011 Un giorno di ortodonzia intercettiva Un giorno di ortodonzia e chirurgia orale

21 / 22 OTTORE 2011 Il paziente multidisciplinare ortodonzia e chirurgia orale 18 / 19 / 20 NOVEMBRE 2011 Ortodonzia intercettiva

INCONTRO

SEDE CORSO

SEDE CORSO

HOTEL SHERATON FOUR POINTS Via Gerolamo Cardano, 1 - 20124 Milano tel. +39 02 66.74.61 fax +39 02 67.03.024 e-mail: info@fourpointsmilano.it www.fourpointsmilan.com

HOLIDAY INN Piazza Massaua, 21 - 10142 Torino tel. +39 011 74.01.87 fax +39 011 77.27.429 e-mail: reservations@hiturin.it www.hiturin.it

Segreteria organizzativa: MEDICAL SERVICES SRL Provider provvisorio n. 351 Via Airoldi, 11 - 22060 Carimate (CO) tel. 031 78.99.83 fax 031 78.99.03 e-mail: info@medicalecmservices.com


Corsi&Congressi 1-11

20-12-2010

14:17

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corsi&congressi

Pulizia e disinfezione Massima igiene, compatibilità con i materiali, sicurezza per l’operatore e rispetto per l’ambiente

a cura della Redazione

Gennaio 14-15 Firenze Straight Wire attraverso la tecnica low-friction: l’evoluzione dell’ortodonzia moderna Relatori: Giancarlo Cordasco, Roberto Martina, Eugenio Bolla, Paolo Manzo e20 S.r.l. Tel. 010.5960362 info@e20srl.com www.e20srl.com 29 Verona Focus sulle perimplantiti: quale è il trattamento più razionale? www.sicoi.it

Febbraio 1-2 Dubai (Emirati Arabi) Symposium in Oral Traumatology www.aeedc.com aeedc@index.ae 3-4 Sesto Fiorentino (FI) Corso di perfezionamento Università degli Studi di Firenze in parodontologia ISO Leone S.p.A. Tel. 055.304458 fax 055.304455 iso@leone.it

Gigasept instru AF unisce azione detergente e disinfettante; non corrode strumenti e frese anche nel caso di immersioni prolungate; la soluzione pronta è utilizzabile fino a 7 giorni.

17-19 Riccione 3° Implant Symposium Cosa c’è di nuovo in terapia impiantare: la ricerca al servizio della clinica Ufficio Corsi Dental Trey Tel. 0543.929129 corsi@dentaltrey.it www.dentaltrey.it 17-19 Roma 15° Congresso Nazionale SIDOC www.sidoc.it

Marzo

Aspirmatic detergente e disinfettante per impianti di aspirazione e recuperatori di amalgama; non crea schiuma e non corrode; gradevole profumazione

11-12 Milano Ortodonzia invisibile con attacchi linguali 2D Relatore: Franco Bruno Foresta Dental S.r.l. Tel. 800.829004 info@forestadental.com 11-12 Rimini 52° Fondazione Castagnola Ufficio Corsi Dental Trey Tel. 0543.929129 corsi@dentaltrey.it www.dentaltrey.it

Mikrozid AF Liquid è un disinfettante spray per turbine, manipoli e superfici; l’azione disinfettante e la rapida evaporazione senza residui evitano fenomeni di cristallizazione del prodotto, causa di blocchi di attacchi rapidi e rotori.

12 Torino Ortodonzia intercettiva con dispositivi miofunzionali preformati Relatore: Daniele Vanni Foresta Dental S.r.l.

Università degli Studi di Siena Policlinico “Le Scotte” Anno Accademico 2010-2011

Mikrozid Sensitive Liquid spray senza alcool per la rapida pulizia e disinfezione delle superfici delicate come lo skay della poltrona, la faretra, i pannelli comandi, i seggiolini e superfici in plexiglass.

Utilizzo del laser e delle nuove tecnologie nel trattamento dei tessuti duri e molli, orali e periorali X edizione Utilizzo delle nuove tecnologie in odontoiatria e igiene dentale: ozono e laser V edizione Direttore dei corsi: Prof. Simone Grandini

2011 Gen; 22 (1):

81

P.P.01.11

Per informazioni ed iscrizioni Tel. 0577.233131 Mar. Gio. Ven. 10.00 - 13.00

De Marco srl • 20133 Milano • Via Tajani, 9 Tel.: +3902719065 • +390270100417 • Fax: +3902733109

demarco@demarco.biz • www.demarco.biz


Corsi&Congressi 1-11

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inserziOnisti Aisi

pag. 70

Allmed

pag. 64

Biomax

pag. 10

Biomicron

pag. 69

BM Dentale

pag. 29

Caes

pag. 58

Carlo De Giorgi

pag. 53

Cominox

pag. 38

De Marco

pag. 81

Dermal Medical Division

pag. 51

Euronda

pag. 27

Fotoscientifica

pag. 67

La Sapienza Università di Roma 9-11 giugno 2011

III European Congress World Federation for Laser Dentistry FASI s.r.l. Via R. Venuti, 73 00162 Roma tel. 06.97605610 fax 06.97605650 info@fasiweb.com www.fasiweb.com

Tel. 800.829004 info@forestadental.com

14-16 Cannes (Francia) International Symposium Osteology www.osteology-cannes.org

17-19 Abano Terme (PD) Congresso Biomax Biomax S.p.A. Tel. 0444.913410 Fax 0444.913695 22-26 Colonia (Germania) 34th International Dental Show www.koelnmesse.it 24-26 Bologna XV Congresso Internazionale SIdP www.promoleader.com 31/03 – 2/04 Napoli X Congresso Nazionale SIdCO Defla Info@defla.it www.defla.it

Aprile 1 Sesto Fiorentino (FI) 28° Leoclub ISO Leone S.p.A. Tel. 055.304458 fax 055.304455 iso@leone.it

Maggio 14 Napoli Forze superleggere e attacchi autoleganti interattivi Relatore: Francesco Vurro Foresta Dental S.r.l. Tel. 800.829004 info@forestadental.com 20-21 Trento Ortodonzia invisibile con attacchi linguali 2D Relatore: Vittorio Cacciafesta Foresta Dental S.r.l. Tel. 800.829004 info@forestadental.com

Giugno

Intralock

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11 Bari Forze superleggere e attacchi autoleganti interattivi Relatore: Francesco Vurro Foresta Dental S.r.l. Tel. 800.829004 info@forestadental.com

III di copertina

Koelnmesse

pag. 19

Kuraray

pag. 39

Leone

pag. 45

Medical Services

pag. 80

Megagen

pag. 14

Oralplant

pag. 3

Recordati

pag. 12

Rhein ’83

pag. 73

Rident

pag. 57

Sweden & Martina Swident

2 Milano Memorial Carlo Merlini. Linee guida in chirurgia orale ambulatoriale www.sicoi.it

2011 Gen; 22 (1):

14-16 Firenze e Siena Congresso Nazionale dei Docenti di Discipline Odontostomatologiche. La ricerca scientifica in odontostomatologia: evidenze e controversie www.fasiweb.com

pag. 6 IV di copertina

Università di Milano

pag. 77

Università di Siena

pag. 76

Uragme

pag. 44

Voco

II di copertina


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