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PRODUTTORI
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PRODUTTORI
ANTICHE FONTI DI COTTORELLA DAL CUORE DELL’ITALIA AL VENDING
ANTICHE FONTI DI COTTORELLA SPA, CON SEDE A RIETI, È UN’AZIENDA CHE HA FATTO DELL’ATTENZIONE VERSO L’AMBIENTE, DELLA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO E DELLE PERSONE, IL SUO PUNTO DI FORZA: RISPETTANDO L’ACQUA E LE SUE PROPRIETÀ NATURALI, RIESCE A GARANTIRE UN PRODOTTO SANO E BUONO, ADATTO A TUTTI. L'ACQUA DELLE ANTICHE FONTI DI COTTORELLA, NOTA PER LE SUE PROPRIETÀ SIN DAI TEMPI DEI ROMANI, È UN'OLIGOMINERALE VIRTUOSA PER NATURA, LEGGERA E PRIVA DI ELEMENTI INQUINANTI, NASCE IN UN’AREA VERDE E PROTETTA DELLA VALLE SANTA REATINA, SGORGANDO A CADUTA NATURALE DAL MONTE BELVEDERE, A 420 METRI SUL LIVELLO DEL MARE. PRESENTE NELLA GDO E NEL MONDO HO.RE.CA, OGGI ANTICHE FONTI DI COTTORELLA SPA FA IL SUO INGRESSO NEL MONDO DEL VENDING CON UN PRODOTTO PREMIUM, IDEALE PER GLI SPORTIVI GRAZIE AL SUO PERFETTO EQUILIBRIO ALCALINO.
A GUIDARE L’AZIENDA UNA GIOVANE IMPRENDITRICE, MATILDE ELOISA PITORRI (AMMINISTRATORE E SALES&MARKETING MANAGER), CHE IN QUESTA INTERVISTA CI PRESENTA ACQUA FONTI DI COTTORELLA E CI PARLA DEI PROGETTI DELL’AZIENDA NEL CANALE DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA.
INTERVISTA CON
MATILDE ELOISA PITORRI
Come nasce Antiche Fonti di Cottorella SpA? L’acqua di Fonte Cottorella è nota fin dai tempi dei romani, come molte fonti che esistono sul territorio italiano. Nello specifico, diventa nota ai tempi di Vespasiano, che era Sabino ed era solito frequentare questa zona del Centro Italia. Nel Medioevo già in molti conoscevano e decantavano le lodi di queste acque, tra questi Papa Gregorio IX, Pompeo Colonna e il Bramante. L’azienda Acqua Fonti di Cottorella nasce invece nel 1962 attraverso un crowfunding che vede partecipare diverse famiglie di imprenditori di Rieti, che decidono di creare una Società per Azioni con l’obiettivo di imbottigliare l’acqua di questa fonte già molto conosciuta ed apprezzata.
L’azienda si è occupata fin da subito di produrre l’acqua in PET?
Dalla sua fondazione fino alla fine degli anni ’80, l’azienda si è focalizzata sui prodotti: “vetro a perdere” e sul parco, un’area verde in cui la domenica si facevano feste e frequentata per le sue proprietà termali, che rappresentava una parte importante del business.
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Alla fine degli anni ’80, Acqua Fonti di Cottorella SpA è stata acquisita da un imprenditore romano che ha deciso di puntare tutto sul bottling e lasciare alla parte termale un ruolo marginale. A quel punto abbiamo iniziato a produrre in PET e pensato ad un ampliamento della struttura, per sviluppare capacità tecnico-produttive maggiori, ma ci sono voluti anni per realizzarlo: trovandoci in una zona bellissima ma piena di vincoli paesaggistici (il fiume, la via Francigena – che attraversa la nostra proprietà- il santuario, ecc.).
Oggi la struttura è stata finalmente amplia-
ta? Sì. La concessione è arrivata dopo circa quindici anni dall’inizio dell’iter: abbiamo realizzato un ampliamento della struttura che ci ha permesso di avere un magazzino abbastanza importante e ci permetterà di installare, in futuro, una linea in vetro che ci consentirà di approcciare altri canali. Con l’ampliamento abbiamo allungato la linea PET e aumentato la capacità produttiva. quali canali viene distribuita? Produciamo in PET nei formati mezzo litro, litro e litro e mezzo. I segmenti nei quali siamo distribuiti sono la GDO (80% del fatturato), e ho.re.ca., anche se in modo marginale, perché non abbiamo un’offerta completa di vetro. Siamo presenti con i nostri prodotti in Abruzzo, Umbria e Lazio e stiamo cercando di spingerci verso Sud della Toscana e Marche: il mercato di riferimento, al momento, è quello del Centro Italia. I prodotti sono targettizzati rispettivamente come FAMILY (litro e mezzo: consumo pensato per il contesto domestico), GOURMET (litro: banqueting, catering ecc.) e SPORT, ovvero il mezzo litro, un formato pensato in particolare per chi pratica attività sportiva: grazie alle caratteristiche di alcalinità, l’Acqua Fonti di Cottorella risulta essere coadiuvante nel prevenire la formazione di acido lattico ed è quindi ideale per il consumo da parte di sportivi, professionisti o no. La nostra acqua è indicata anche per il consumo da parte delle neomamme durante l’allattamento e per l’alimentazione durante la prima infanzia, avendo bassissimi fluoruri e metalli pesanti assenti. Siamo fortunati, perché ci troviamo geograficamente fuori da quel tipo di terreno che conferisce, per forza di cose, alcuni metalli ed elementi nocivi all’acqua.
L’acqua imbottigliata oggi proviene dal-
la stessa sorgente? Abbiamo un pozzo e due sorgenti a caduta naturale, che è un grande vanto, perché di qualità eccezionale. Poi, per necessità, dato che l’acqua sorgiva dipende anche dalle precipitazioni, qualche anno fa ci siamo trovati in difficoltà e abbiamo deciso di fare un’ulteriore traforazione nella stessa zona. Al momento imbottigliamo un mix di tre sorgenti diverse che danno origine ad un’acqua con caratteristiche del tutto simili tra loro.
Qual è l’attuale capacità di impianto per quanto riguarda il formato da mez-
zo litro? Sul formato mezzo litro siamo arrivati a produrre 24.000 bottiglie/ora. Prima dell’ampliamento ci fermavamo a 16.000 bottiglie/ora.
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Avete già affrontato il canale del vending
o ne state valutando l’ingresso? Abbiamo qualche cliente vending su Roma, si tratta di gestori che ci scelgono come acqua da dare in alternativa alle cosiddette “acque da battaglia”. I nostri numeri e la nostra attuale capacità produttiva ci permettono di affrontare questo canale e di fare fronte anche ad un’eventuale richiesta di fornitura importante, quindi ci crediamo e vogliamo farci conoscere da questo mondo.
L’acqua è un prodotto molto presente nel vending, rappresenta circa il 20% delle vendite (circa 800 milioni di bottiglie/anno nel settore, ndr) e per questo esiste una vera e propria guerra sul prezzo. Voi vi proponete solo come pro-
dotto premium? Sicuramente in questo momento, anche per il posizionamento che abbiamo costruito negli anni intorno al prodotto, la volontà è quella di proporci come acqua alternativa a quelle di fascia più bassa. Non escludiamo, ad un certo punto, di uscire magari con un marchio parallelo per cercare di coprire anche quella fetta di mercato.
Anche nel vending proporreste le tre tipologie di acqua: Naturale, Leggermente
frizzante e Frizzante? Sì, saremo presenti con le tre diverse referenze anche nel vending. La nostra acqua nasce comunque come acqua naturale e viene addizionata nelle due gradazioni per compiacere il più ampio spettro possibile di clienti.
Qual è la grammatura della vostra bottiglia? Garantisce una buona macchinabili-
tà? La mezzo litro pesa ben dodici grammi (11,9g per la precisione): è una signora bottiglia, molto resistente e con tappo alto. I dodici grammi garantiscono una perfetta macchinabilità nelle vending machines e una qualità inalterata, a livello organolettico, dell’acqua leggermente frizzante e frizzante. Sulla naturale aggiungiamo una goccia d’azoto per ottenere una tenuta davvero “stagna”. Da aprile 2020, inoltre, abbiamo inserito nella produzione il 30% di plastica riciclata, in linea con quelle che sono le richieste del cliente finale e le sue attese green. Continueremo quest’anno con il 30% r-PET e intendiamo aumentare al 50% nel 2022.
Da poco un vostro competitor ha prodotto una bottiglia r-PET 100. Avete anche
voi questo obiettivo? Il nostro indirizzo è senz’altro quello. Ci crediamo e pensiamo che sia una responsabilità che bisogna assumersi. Nel momento in cui, però, anche i fornitori sono dalla nostra parte, perché la plastica riciclata costa mediamente il 30-40% in più rispetto alla plastica vergine, anche a causa dei costi di recupero e lavorazione, e purtroppo è poca rispetto alla domanda crescente, quindi il suo prezzo aumenta costantemente.
L’uso del r-PET ha alterato il colore del-
la vostra bottiglia? La nostra bottiglia è azzurra, quindi il colore siamo riusciti a mantenerlo e penso riusciremo a farlo anche quando utilizzeremo il 50% di PET riciclato. So che, aumentando ulteriormente la percentuale di r-PET, il colore, la viscosità e altre caratteristiche fisiche della bottiglia potrebbero venire compromesse con l’attuale tecnologia e a quel punto avremmo bisogno di una soffiatrice ad hoc.
Antiche Fonti di Cottorella ha quindi
un’anima green? Sì, la sostenibilità è una causa in cui crediamo. Abbiamo installato pannelli fotovoltaici che coprono il 30% del fabbisogno energetico dello stabilimento e speriamo di installarne altri. Anche questo non è stato così semplice, a causa dei vincoli paesaggistici che interessano questa zona. Siamo attenti a questo aspetto e abbiamo limitato il consumo energetico della struttura, implementando tutti gli efficientamenti del caso: puntiamo, entro il 2030, all’impatto zero anche attraverso il sostenimento di cause legate alla compensazione di CO2. Ci siamo dati qualche anno e speriamo di essere aiutati in questo percorso, perché affrontarlo da soli, come piccola azienda, non è facile. Naturalmente essere green è anche un vantaggio competitivo, a livello di marketing e comporta un impegno notevole in termini di investimenti, ma è una richiesta precisa del cliente finale e noi abbiamo scelto di andare incontro alle sue esigenze.
L’ondata plastic free vi ha creato qual-
che problema? Fortunatamente, solo in modo marginale. Sul litorale laziale è stata portata avanti una campagna piuttosto importante su questo tema, Rieti stessa è un comune plastic free: l’impressione è che, poi, questo tipo di messaggio funzioni solo “sulla carta”. Dovremmo allora usare le piume di uccello per scrivere, ecc.: mi sembra difficile… Senza contare i problemi di sicurezza a livello di igiene che le alternative alla plastica comportano.
Quasi tutti polimeri sono in questo periodo soggetti a significativi aumenti di prezzo. Anche nel PET vedi un aumento dei costi della plastica che potrebbe compromette-
re il prezzo finale del prodotto? Sia i materiali da imballaggio che quelli utilizzati per tappi e bottiglie purtroppo stanno avendo aumenti vertiginosi di prezzo. Fortunatamente blocchiamo il prezzo ogni sei mesi, quindi per adesso siamo al riparo, ma mi aspetto che i prossimi acquisti saranno decisamente più gravosi per l’azienda.
Il vending è molto presente nelle palestre italiane. La vostra acqua potrebbe trovare in questo tipo di locazione la sua colloca-
zione ideale? Sì, come accennavo, il ph 7.7 la rende perfetta per il consumo da parte degli atleti e delle persone che praticano sport, in generale. I distributori automatici collocati all’interno delle strutture sportive e delle palestre potrebbero essere la vetrina ideale per il nostro prodotto. In questo campo abbiamo investito a livello di sponsorizzazioni, soprattutto nel basket, dato che la città di Rieti è storicamente legata a questo sport. Basket, pallavolo, nuoto: sono questi i tre sport che abbiamo cercato di supportare, a livello regionale.
Entrando nel vending avete valutato la vostra adesione a CONFIDA e la vostra presenza come espositori a Venditalia 2022?
Stiamo valutando tutto quello che ci offre il mercato. Abbiamo naturalmente necessità di ampliare i nostri orizzonti, anche per far fronte al calo che inevitabilmente c’è stato quest’anno, nonostante i consumi GDO. Esplorare nuovi segmenti, che noi abbiamo identificato nei canali vending e ristorazione collettiva, è importante per noi. Anche entrare a far parte delle Associazioni di categoria è un aspetto che riteniamo centrale per conoscere gli operatori della filiera ed esserne davvero parte.
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