A.R.T. N3

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n. 3 Anno 1 - 2012 Bimestrale

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A.R.T.

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A.

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tic a r t irsc e s o f resou r r o w tomo

ArteModaDanzaDesignMusicaFotografiaLetteraturaTeatro&Cinema 1


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CATALOGHI

CALENDARI DEPLIANT

LITOGRAFIE MANIFESTI

CARTOLINE

BIGLIETTI DA VISITA

VOLANTINI

CARTA INTESTATA

BLOCK NOTES

LIBRI GRAFICA CREAZIONE LOGHI IMPAGINAZIONE

Tipografia GraficaVallelunga

Via di Monterazzano, 11 Campagnano di Roma Tel./Fax 06.9043081 graficavallelunga@libero.it 4

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Sommario

Design Speranza D’Aniello

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Designer si nasce, non si diventa

Un tuffo dove l’acqua è più blu 14 Musica Sasha Torrisi

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L’inizio di “Un nuovo me”

50 anni di Diabolik

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Moda Sara Pasquarelli

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Gli ingredienti del mio successo

The grey carpet

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Tra inni e bandiere

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Edizioni Ireco srl Libri di mare e molto altro

www.ireco.net


Bed & Breakfast San Faustino per il vostro soggiorno di charme nella magica terra della Tuscia Il Bed & Breakfast San Faustino è una splendida residenza di charme del VII secolo, collocata nel centro storico di Viterbo. Le camere da letto, silenziose e panoramicissime, sono ampie e dotate di bagno in camera, tv satellitare, wi-ďŹ e aria condizionata. La sala da pranzo e la grande terrazza, con vista su tutto il territorio della Tuscia, sono allestite per ricche colazioni e per offrirvi deliziose degustazioni di prodotti tipici locali. Presso la nostra struttura potrete trovare anche massaggi shiatsu, vaucher per centri termali e indicazioni su eventi, escursioni e luoghi di interesse della Tuscia.

Via Cairoli 36 01100 Viterbo Cell. 3356447103 info@bbsanfaustino.it www.bbsanfaustino.it

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Sommario

32 Fotografia Danilo Garcia Di Meo

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Il mio sguardo sul mondo

Libri

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Cinema e Teatro Gabriele Pignotta

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Vi regalo un’emozione

Al cinema

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Arte Annalisa Picchioni

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God save the Queen

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Un mondo a colori

Facebook: A.R.T. Artistic Resources of Tomorrow

Twitter: artmag2012

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web: www.art-mag.it

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Pamela Quinzi Design

www.pamelaquinzidesign.com 8

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Editoriale

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Direttore Responsabile Mario Cappelli Direttore Editoriale Désirée Bei desiree.bei@art-mag.it Progetto Grafico e Impaginazione Filippo Mariani grafica@art-mag.it Collabolatori: Giulia Colapietro, Lucia de Grimani, Candida Paolucci, Daniele Mariani, Mariana Rebel, Luisella Cavallari, Michele Inteccialagli Grafica Web Luca Pasqualini luca.pasqualini@art-mag.it Per la vostra pubblicità: Sabrina Forte (responsabile marketing) pubblicita@art-mag.it Per info info@art-mag.it www.art-mag.it Distribuzione Gratuita Stampa Tipografia Vallelunga (Campagnano di Roma)

Anno 1 - Numero 3 Copia omaggio Giugno-Luglio 2012 Pubblicazione bimestrale Autorizzazione del Tribunale di Tivoli n. 17/2011 del 15-02-2011 é vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati da: Edizioni Ireco srl

IRECO

Edizioni Ireco

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Via Prato Roseto,33 - 00060 Formello (Rm) email: ireco@ireco.net P.IVA 08202111004

I

ncredibile anche solo pensarlo, figuriamoci scriverlo... A.R.T. ha appena compiuto il suo primo anno di età. Un anno ricco di emozioni, certo, ma anche di duro lavoro. Quando abbiamo deciso di imbarcarci in questa avventura avevamo tanti sogni e speranze, ma sapevamo perfettamente che avremmo anche dovuto scontrarci con un periodo storico estremamente difficile da affrontare. Dall’idea di due persone è nato un gruppo che continua a crescere, dimostrando una volta di più che l’unione fa la forza. Insieme abbiamo arricchito i contenuti della rivista, portando al suo interno un pò di ognuno di noi. Abbiamo fatto serate per “mettere in mostra” i nostri artisti (e in programma ce ne sono già molte altre), abbiamo collaborato con nomi importanti del mondo dell’arte e conosciuto tantissime persone interessanti che, mettendoci a disposizione le proprie esperienze, ci hanno fatto capire quanto sia indispensabile non mollare mai il proprio sogno perché, se si lotta con tutta l’anima e si è guidati da una forte passione, ne sarà sempre valsa la pena. Per questo vogliamo ringraziare tutti quelli che hanno anche solo incrociato il nostro passaggio, perché A.R.T. siete anche voi, con il vostro amore per l’arte e la voglia di andare sempre avanti, nonostante tutto. Buon compleanno A.R.T.!

Désirée Bei


Design

Speranza D’aniello Designer si nasce, non si diventa di Luisella Cavallari

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L

a creatività è una dote innata, impossibile da soffocare, per questo non c’è da stupirsi quando Speranza ci racconta di come da piccola preferisse arredare le case delle sue bmbole, piuttosto che giocarci. Era nata per sperimentare, arredare e stupire con le sue creazioni. Impossibile non rimanere conquistati. Come e quando nasce la tua passione per il design? Tutto iniziò quando, da bambina, mia madre mi regalò degli arredi in paglia per le bambole, in scala molto piccola. Sembrerà strano ma già ai quei tempi dimostravo una certa predisposizione per il design, per l’arte e per l’architettura. Ricordo benissimo che piuttosto che giocare con le bambole come tante bambine, preferivo costruire case e arredi in cartone, colorandoli e decorandoli. Qual è stato il tuo percorso formativo? Dopo il liceo scientifico all’Innocenzo XII di Anzio ero indecisa se intraprendere un percorso legato alla medicina o all’architettura, ma il destino ha guidato la mia scelta dopo l’incontro con mio marito, all’epoca uno studente di ingegneria. Mi sono iscritta alla Facoltà di Architettura Valle Giulia, alla Sapienza di Roma, e una volta terminati gli studi, decidemmo di aprire insieme l’attuale Studio Arkimede, facendo in modo di coalizzare le nostre due professioni. In seguito ho voluto perfezionare la mia passione/lavoro ampliando le mie conoscenze nel settore, anche grazie all’esperienza svolta negli studi di architettura e design, in collaborazione con grandi professionisti abilitati. Per quanto concerne il settore dell’architettura, ho deciso di specializzarmi nel campo della sicurezza edile, mentre per il design, ho frequentato dei corsi specifici inerenti all’utilizzo di programmi per modellazione 3D. Ho voluto anche approfondire un percorso rivolto al marketing e alla vendita del prodotto abilitandomi in vetrinistica e visual merchandiser. Oggi, oltre a collaborare con grandi studi ed aziende del mobile nel Triveneto, progetto e produco le mie private collezioni di design, mostrate più volte in alcuni dei locali più alla moda di Milano durante i Fuori Salone del Mobile. Amo utilizzare principalmente le materie plastiche trasparenti, tra cui uno pregiatissimo, il metacrilato, chiamato comunemente anche plexiglas. Questo materiale è duttile, versatile ed esteticamente bello a parità del vetro. Le mie creazioni sono state motivo di intervista davanti alle telecamere internazionali di Fashion TV e, successivamente, mediante concorso, sono state selezionate

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da Promote Design per l’inserimento di nuovi progetti nel loro libro Design For (il libro che unisce designer e aziende), editore Fausto Lupetti. Il libro è distribuito in ben 200 aziende nel settore del mobile ed è in vendita in tutti i canali internet e le librerie italiane. Attualmente, Promote Design ha in programma di far uscire un secondo libro, intitolato Design For 2 nel quale vorrei mostrare i miei nuovi concept da proporre alle aziende. Cosa consiglieresti a chi volesse intraprendere la tua professione? Molte cose. E’ una professione molto bella e nello stesso tempo faticosa. Occorre avere una giusta dose di pazienza e determinazione. E’ il tipico lavoro che, una volta raggiunto l’obiettivo, dà molte soddisfazioni. Per tutti coloro che vogliono intraprendere questa professione

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consiglio espressamente di avere le spalle belle larghe e di circondarsi di gente ben esperta . Fondamentale in questo settore è studiare, aggiornarsi con corsi e specializzazioni, e fare tanta esperienza lavorativa in studi e/o aziende. Cosa ami di più del tuo lavoro? Tutto. In particolare inventare e far realizzare oggetti e arredi che, poco prima, erano semplicemente idee o bozze progettuali, mostrando l’originalità attraverso il mio marchio. Cosa, invece, non ti piace? Praticamente nulla. C’è qualcuno in particolare che ammiri e da cui trai ispirazione? Molti. Dai più celebri e illustri designer come Joe Colombo, Gaetano Pesce, Achille Castiglioni, famo-

Sopra: la seduta portariviste ETERNITY, un ibrido tra scultura e design realizzato con un’unica lastra di metacrilato trasparente avvolta su se stessa. Ad ispirarla è stata la GRECA simbolo legato al concetto di continuità, fortuna ed eternità. Nell’altra pagina: dall’alto, il porta asciugamani BANTHREE, in basso due immagini che ritraggono il porta rivite GOCHADESIGN


si architetti come Mies Van Der Rohe e Frank Lloyd Wright, ai più moderni e discussi designer come Philippe Starck, Karim Rashid e l’architetto Toyo Ito. Qual è il prodotto che hai disegnato al quale sei maggiormente legata? ETERNITY Chair, il primo ibrido tra scultura e design; una seduta portariviste multifunzione, realizzata con un’unica lastra in metacrilato trasparente avvolta su se stessa. Una vera e propria sfida riuscita. L’idea mi è venuta dopo un viaggio in Grecia: vidi la Greca, il loro simbolo più diffuso, ancora oggi dominante. Con tanta curiosità, decisi di approfondire il suo significato e il suo valore, scoprendo una simbologia legata al concetto di continuità, fortuna ed eternità (proprio per questo motivo ho deciso di chiamare la mia seduta ETERNITY). Dare forma e funzione a quel simbolo tanto amato era diventato il mio obiettivo, e devo dire che vederlo realizzato e apprezzato mi ha dato grande soddisfazione. Quali sono i tuoi progetti futuri? Per ora tanti, e spero moltissimi altri in futuro. Ogni volta che mi passa per la mente una nuova idea la studio approfonditamente, la progetto, la analizzo in tutti i suoi aspetti tecnici e commerciali, e poi la brevetto. Conservo tutto e poi, al momento giusto, propongo il progetto. Ultimamente mi sto occupando di lanciare un nuovo prodotto multifunzione dedicato alle neomamme e ai neonati, riguardante l’allattamento e il sonno. Amo inventare prodotti che svolgono più funzioni e che assumono diverse forme. Sono per la multipla utilità e per gli oggetti che ingombrano poco, visti i tempi e gli spazi piccoli. Per questo progetto, sono in cerca di produttori, ma se non dovessi trovarli sarò io stessa a commercializzarlo e a lanciarlo sul mercato europeo. Qual è il tuo motto? Designer si nasce, non si diventa! Cosa vorresti dire ai nostri lettori? Continuate a seguire Art Magazine perché da voce ai nuovi talenti!

In questo mestiere occorre avere una giusta dose di pazienza e determinazione. Bisogna studiare, aggiornarsi e fare tanta esperienza

Speranza D’Aniello

mail: info@speranzadaniello.it

web: www.speranzadaniello.it

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un tuffo dove l’acqua è più blu

Non sembra neanche vero, ma finalmente la bella stagione è sbocciata e, con lei, la voglia di fuggire lontano dalla città e immergersi nella tranquillità di un paesaggio marittimo. Acqua cristallina, il rumore delle onde che si infrangono sul bagnasciuga, il sole che tramonta oltre la linea dell’orizzonte. In poche parole, il paradiso. Si, ma quali sono le mete più ambite per l’estate 2012?

a r e t n e m r o F Ibiza -

Anche conosciuta come “l’ultimo paradiso del Mediterraneo” per il suo modo di coniugare il turismo e la protezione dell’ambiente, Formentera garantisce tranquillità e pace a chiunque decida di rifugiarsi tra le sue candide spiagge. A farle da contrappunto, ecco spuntare la sua nemesi proprio di fronte: la scatenata Ibiza. Punto di riferimento per chiunque desideri una vacanza all’insegna del divertimento più sfrenato, è anche il punto di partenza obbligatorio per raggiungere Formentera, quindi perché non approfittarne? Per gli appassionati del mondo subacqueo: Diving Division Orcasub Milano-Formentera

e-mail:ddorcasub@yahoo.it TEL. +34 971 - 328001 - TEL. +34 639 - 601839 FAX +34 971 32 80 35

Santorini è una delle isole più magiche della Grecia; arida e rocciosa, vi conquisterà con le sue spiagge rosse e nere, le città situate sulle alte scogliere che offrono panorami mozzafiato e i fantastici tramonti. Il nome ufficiale dell’isola è Thira e la sua città principale, Fira, è anche la capitale delle isole Cicladi. Il connubio tra la spiccata naturalezza del luogo e la sua vivace vita notturna, la riconfermano come una delle mete estive più ambite tra le isole greche. Per spostarvi rapidamente da un lato all’altro dell’Isola potrete fare affidamento su scooter e motorini, i mezzi più pratici per passare tra le strette vie di Santorini... stando sempre attenti a non investire un povero asinello, il mezzo di trasporto ancora preferito dagli isolani. Per il noleggio motorini:

Markos Bikes Tel: 22860 23877 www.markos-bikes.gr Per gustare le specialità del luogo:

Taverna Lolos (vicino a Kamari Beach) Tel: (+30) 22860 32767 14

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Web: www.lolosrestaurant-santorini.com Mail: info@lolosrestaurant-santorini.com Kastro Tel.: (+30) 22860 71045 Web: www.kastro-ia.gr e-mail: kastro_ia@yahoo.com

Santorini


Ponza

Difficile non innamorarsi di Ponza. Ricca di fascino e di storia, garantisce una vacanza capace di soddisfare ogni tipo di esigenza. Di giorno non potrete resistere alla tentazione di andare per mare alla scoperta delle sue calette nascoste, a fare immersioni, oppure semplicemente a sdraiarvi sulle sue spiagge, in attesa che il sole vi abbronzi e scacci via lo stress dell’inverno. Per l’aperitivo? Nessun problema, si può scegliere di rimanere in spiaggia ad ammirare il tramonto, oppure tornare al porto e sedersi con gli amici davanti ad un buon cocktail. Dopo la doccia, cena al ristorante e poi via a ballare in uno dei tanti locali dell’isola. “Ma no, stasera sono stanco”, meglio una passeggiata romantica al chiaro di luna... e, per concludere in bellezza, una deliziosa crepes seduti sul muretto del porto... tanto in vacanza ogni sfizio è concesso! Per prenotare la vostra vacanza: Agenzia di viaggi “I Viaggi di Amarea”

Via Banchina di Fazio, 12 - Ponza 04027 www.iviaggidiamareea.it

“L’isola della bellezza”, come veniva chiamata, è una vera e propria “Montagna nel mare”, considerata come l’isola più verdeggiante e fresca del Mediterraneo. D’estate è vero paradiso per gli adepti del mare, con le sue acque cristalline, le spiagge di sabbia fine, le piccole calette deserte. L’ideale per la pratica di attività come il kayak di mare, il funboard, la vela sportiva o cabinata, lo sci nautico, le immersioni subacquee, il jet ski e il surf. Tra un tuffo e l’altro, vi sarà impossibile resistere al fascino della sua storia e dalle sue leggende. Per tutti gli appassionati del surf, questo è il sito web a cui fare riferimento in Corsica: www.surfing-corsica.fr

Corsica

Sardegna

La Sardegna, si sa, è bella tutta ed è capace di farci sentire già in vacanza anche quando, ancora sul traghetto, la riusciamo appena a scorgere da lontano; tutti conosciamo le località più movimentate e alla moda dell’isola, perciò, questa volta vogliamo proporvi un’alternativa più originale: nell’estremo sud della Sardegna, a Chia, si può trascorrere le proprie vacanze alloggiando nel faro di Capo Spartivento; situato proprio a picco sul mare, questa “abitazione alternativa” si può raggiungere solo attraverso una strada sterrata. L’ideale per estraniarsi dalla realtà e ammirare le stelle da un punto di vista davvero unico. Per maggiori informazioni:

www.farocapospartivento.com farocapospartivento@gmail.com

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Musica

Sasha Torrisi

L’inizio di “Un nuovo me” di Mariana Rebel

L’

estate è dietro l’angolo e, con essa, la voglia di “volare nell’aria, mordere le nuvole e raccogliere un altro blues nell’anima”. Con queste poetiche parole tratte dal brano “Nell’aria” introduciamo l’intervista ad un grande artista, Sasha Torrisi. Siamo abituati a vedere Sasha nei panni di un musicista, ma facendo due chiacchiere con lui, abbiamo scoperto che c’è molto di più. La musica resterà sempre il suo grande amore, ma adora mettersi alla prova sperimentando diverse forme di arte, prima tra tutte la pittura.

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Carissimo Sasha, innanzitutto ti ringrazio anticipatamente a nome di tutti i lettori di A.R.T per questa intervista. Il tuo nome è noto al pubblico in quanto hai fatto parte di una delle più importanti band rock del panorama italiano, i Timoria; per la precisione, i “secondi Timoria”. Cosa ha rappresentato questa esperienza per te, e in che modo ti ha cambiato come artista? Ciao, grazie a voi per la possibilità che mi date di parlare un pò di me, dei miei progetti e del mio passato. A proposito di passato, la mia esperienza decennale con i Timoria è stata a dir poco fondamentale. Mi ha formato artisticamente ed umanamente.


Quale tra tutti i concerti fatti con i Timoria ti ha entusiasmato maggiormente, e perché? Eravamo la band che dal vivo rendeva di più e che faceva il maggior numero di esibizioni live. Il concerto che ricordo con maggior entusiasmo è stato quello allo Stadio Delle Alpi di Torino quando, nel luglio del 2001, abbiamo suonato come band di apertura degli U2. Ma potrei aggiungere anche il concerto all’Heineken Jammin Festival dove siamo stati in scaletta con Stereophonic, Alanis Morissette e Vasco Rossi: 300.000 persone cantavano le nostre canzoni all’unisono con noi; davvero un’esperienza indimenticabile. C’è un album o una canzone che preferisci tra tutti/e? No, in realtà no. Tutte le canzoni sono state tappe importanti della nostra carriera e ognuna di esse ha una storia ed un suo valore nei nostri cuori Dopo lo scioglimento dei Timoria hai intrapreso un percorso da solista debuttando nel 2009 con un mini album, “Nuovo me”, contenente quattro tracce inedite ed un sound molto “brit – pop”. Il testo del brano “Nuovo me” è molto graffiante e contiene un messaggio profondo che disegna una figura in completa evoluzione, alla ricerca di un mondo che non c’è.

Qual è il messaggio che vorresti mandare agli ascoltatori attraverso i tuoi brani? Beh, sarebbe bello mandare sempre messaggi positivi, costruttivi ed essere “political correct” ma, purtroppo, quando scrivo i testi delle mie canzoni “sputo fuori” tutto ciò che sento dentro; a volte mi sembra addirittura di auto-psicanalizzarmi. In un certo senso, mi piace che gli ascoltatori interpretino liberamente ciò che sentono arrivare dai miei testi. Ad esempio, con la canzone “Nuovo Me” parlo del mio nuovo percorso artistico, di quanto sia importante lasciarsi alle spalle un passato glorioso per dedicarsi al proprio futuro; ho cercato di conferirgli un sapore dolce-amaro, una visione disillusa nei confronti della vita. Oltre ad avere una carriera come solista, so che fai dei concerti in tutta Italia per un tributo a Lucio Battisti. Immagino che questo grandissimo artista italiano abbia influenzato il tuo percorso artistico. A dire il vero Lucio Battisti “l’ho scoperto” molto tardi, poco prima del decennale della sua scomparsa. Nel 2008, infatti, ho deciso di dare un omaggio in musica per tale commemorazione. Da quel giorno, visto anche l’inaspettato successo, ho deciso di portare avanti, parallelamente alla mia carriera, anche questo tributo. Mi da

Quando scrivo i testi delle mie canzoni “sputo fuori” tutto ciò che sento dentro

Appuntamenti

:

Giugno : 01 - Notte Verde - Rovereto (TN) con Rezophonic 08 - Palazzo Wedekind - P.zza Colonna, 366 -

17 - Cecchini In Festa - Cecchini di Pasiano (PN) con Andrea Cia 22 - Hotel Holyday Inn - Castelvolturno (CE)

Roma (RM) mostra collettiva

mostra personale dei miei quadri

15 - Galleria Arte&Riflessi - Battipaglia (SA) 16 - Galleria Toro ArteContemporanea - Sessa Aurunca (CE)

mostra personale dei miei quadri

mostra dei miei quadri e set acustico

23 - Alghero (SS) con Rezophonic 26 - Rezophonic x Emilia - spazio Zammù c/o

Villa Angeletti (BO) con Rezophonic 29 - Villa Foscarini - Gorgo Monticano (TV) con Rezophonic

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molta soddisfazione. più suono e canto le sue canzoni, più trovo affinità artistiche con l’indimenticato Battisti. Sasha, collabori anche ad un importante progetto umanitario che riunisce molti artisti italiani, i Rezophonic. Parlaci di loro. Rezophonic è il nome di una rock band nata nel 2006; io ne faccio parte insieme a più di 150 artisti, da Caparezza a Giuliano Sangiorgi, da Pino Scotto a Eva Poles. Amiamo definirci la “Nazionale Italiana del Rock” e raccogliamo fondi per costruire pozzi d’acqua pulita in una zona poverissima dell’Africa. In questi anni, oltre a realizzare 2 album di canzoni originali che portiamo in concerto, abbiamo costruito 130 pozzi, 9 cisterne per la raccolta d’acqua piovana e 3 scuole. La soddisfazione più grande è che nel nostro piccolo, e soprattutto divertendoci, siamo riusciti a fare del bene a popolazioni meno fortunate di noi, ma non per questo meno dignitose. Oltre ad essere un musicista, hai intrapreso anche un percorso nella pittura. Cosa rappresenta per te? Rappresenta il relax. Ho iniziato a dipingere per questo motivo, è una pratica molto zen. Ora è diventata a tutti gli effetti un’attività impegnativa e professionale, ma non perdo mai questo spirito nell’affrontare le nottate in bianco passate a dipingere.”

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Cos’è l arte dal tuo punto di vista? Difficile dare una definizione. Io non so se sono un artista ma adoro cantare, suonare, dipingere, scrivere… Credo che sia semplicemente un’esigenza d’espressione. Quali sono i soggetti dei tuoi dipinti e perché? Soprattutto soggetti femminili, ma non c’è un motivo preciso; credo che siano meglio rappresentabili nel mio stile pittorico. Quali sono i tuoi progetti futuri? Tantissima carne al fuoco sia dal punto di vista musicale, che pittorico. Non vogliatemi male, ma sono molto scaramantico e preferisco non parlare del futuro. Vi dico solo che, anche in questo momento di crisi tremenda, non mi posso lamentare per niente; mi do da

Una bella fotografia che vede ritratti insieme Sasha e la nostra reporter Mariana Rebel il giorno dell’inaugurazione della mostra “Marilyn Monroe Tribute to female Icon” in cui il poliedrico artista ha esposto uno dei suoi quadri dedicato alla grande icona americana.


I 10 A lbum preferiti da S ash

fare tantissimo, anche tra le molteplici difficoltà. Presto potrete trovare notizie più dettagliate sul mio nuovissimo sito web www.sashatorrisi.it Consigli da dare a chi volesse seguire le “tue orme”come muscista?Intendo,gli step da fare dal tuo punto di vista” Se qualche ragazzo volesse intraprendere la carriera del musicista, o comunque dell’artista in generale, è bene che si munisca di una buona dose di pazienza e dovrebbe essere predisposto a prendere continuamente porte in faccia e tantissimi NO!!! l’importante è essere consapevoli della propria arte, poi ovviamente ci vuole il talento, ma questo non basta. Ci vogliono ore ed ore di ascolti e di sperimentazione su se stessi, per essere professionali al massimo e per proporre a coloro i quali investiranno sull’artista, un prodotto originale e all’avanguardia. Cosa vorresti dire ai nostri lettori? Grazie a tutti i lettori e a voi di A.R.T. per avermi dato questa possibilità e ROCK’N ROLL!!!!

a

AC/DC

radiohead

Back in Black

the bends

Jeff Buckley

muse

grace

showbiz

beatles

nirvana

white album

nevermind

alice in chains

pink floyd

dirt

the dark side of the moon

the who

guns’n roses

tommy

appetite for destruction

Sasha Torrisi

web: www.sashatorrisi.it

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50

anni di

1963

1968

1977

Sappiamo di trovarci di fronte ad un’icona quando una cosa o persona risulta nota universalmente. Il misterioso Diabolik può renderci facile chiarire questo concetto. Sia che facciate parte del suo fanclub o che non abbiate mai letto neanche un fumetto, trovandovi di fronte all’immagine dei suoi occhi penetranti o al disegno della sua sagoma, capireste immediatamente di avere a che fare con il più grande di tutti i ladri mai disegnati. In occasione dei suoi 50 anni (portati benissimo) non potevamo non rendergli omaggio e, per farlo, abbiamo pensato di condividere con i nostri amati lettori, alcuni degli aneddoti che hanno caratterizzato la sua storia. 1999

2007

Diabolik © Astorina Srl

2002

20

1986

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CURIOSITÀ I modelli che hanno ispirato i visi di Diabolik e Eva Kant Mentre è noto che per Diabolik le stesse sorelle Giussani chiesero ai disegnatori di prendere a prestito lo sguardo magnetico dell’attore Robert Taylor, per Eva Kant si mormora che il “modello” di partenza fosse Grace Kelly. In realtà le fattezze del viso di Lady Kant si devono probabilmente a un’amica (rimasta anonima) delle geniali autrici milanesi. L’origine del nome “Ginko” Pochi sanno che il nome di Ginko è la deformazione (grazie all’aggiunta di una diabolika kappa) di quello dell’editore Gino Sansoni, nel ‘62 ancora sposato con Angela Giussani, e che la cravatta rossonera del poliziotto (eterno perdente) era uno sberleffo alla sua fede milanista. Il gusto delle citazioni era tipico di Angela Giussani: infatti Walter Dorian (la prima “identità segreta” di Diabolik) è praticamente omonimo di Walter Doria, amico delle sorelle e ideatore del primissimo Diabolik Club. Perché la Jaguar E-type coupé del ‘61 Angela e Luciana Giussani non si intendevano molto di auto, come non si intendevano molto di fumetti. Dimostrando però un’intuizione fuori dal comune, riuscirono a fare la scelta giusta in tutti e due i campi. Infatti decisero di dotare il ladro in calzamaglia nera della stessa auto che vedevano spesso parcheggiata sotto casa e che aveva trovato bella quanto aggressiva: una rossa Jaguar E-type, appunto. Il colore nero era però d’obbligo ed ecco la nascita, con la consueta naturalezza delle sorelle, di un simbolo che è diventato uno dei loghi più usati dalla stessa Casa Editrice Astorina. L’autore dei disegni del primo episodio di Diabolik Nonostante tutte le ricerche, ancora oggi vi sono dubbi sul nome proprio del disegnatore de IL RE DEL TERRORE, anche se pare si chiamasse Angelo. Di lui si conosce per certo solo il cognome, Zarcone, detto “il tedesco” perché era biondo, indossava sempre un paio di sandali di plastica (tipici dei turisti dell’epoca) ed era solito portare in redazione un bambino a sua volta biondissimo. Si narra che, dopo aver realizzato metà della storia e aver ricevuto un anticipo, avesse interrotto il lavoro e che Brenno Fiumali abbia passato diverse notti sotto casa sua per convincerlo a completare l’episodio. La sua costanza venne infine premiata e il numero 1 fu terminato e dato alle stampe. Ma la collaborazione del “tedesco” non ebbe seguito e di lui si perse ogni traccia. Diabolik sequestrato Il n. 6 del marzo 1967 di Diabolik venne posto sotto sequestro dal Pretore di Lodi, a causa di una ragazza in bikini che appariva in copertina. A differenza di quanto gli sarebbe capitato a Clerville, il Re del Terrore fu assolto in istruttoria. Negli anni seguenti Diabolik fu oggetto di altre denunce e sequestri (per incitamento a delinquere, corruzione di minori e altre amenità) cui seguirono reiterate assoluzioni. Questo il commento delle sorelle Giussani: “Sembra che furti e omicidi avvengano solo perché c’è Diabolik! Comodo scaricare la colpa dei mali della società su un fumetto! Insomma, ridimensioniamo: Diabolik è semplicemente un fumetto d’evasione.” Il genio del delitto in copertina Fa tuttora bella mostra di sé in redazione la copertina della Domenica del Corriere del 4 aprile 1965, in cui il disegnatore Walter Molino aveva rappresentato Diabolik nell’atto di aggredire una donna. L’illustrazione accompagnava un curioso fatto di cronaca: un marito, stanco di essere trascurato dalla moglie

che passava tutto il suo tempo a leggere fumetti, aveva deciso di travestirsi da Diabolik per far prendere uno spavento alla consorte. Il risultato della messinscena andò oltre le sue aspettative: infatti per la moglie si rese necessario un ricovero presso una clinica per malattie mentali. Diabolik e il divorzio In molte storie sono stati affrontati temi di carattere sociale, ma in un caso particolare le sorelle Giussani decisero non solo di prendere apertamente una posizione, ma diedero addirittura indicazioni per il voto. Accadde nel maggio 1974, quando gli italiani furono chiamati al voto per abrogare la legge sul divorzio. Nella seconda di copertina dell’albo in edicola in quel momento apparve una scheda che invitava a votare NO. Gli auguri più graditi Raccontava Luciana Giussani: “All’inizio non fu facile capire se il nostro personaggio funzionava oppure no. Ma un episodio ci diede la conferma che, forse, stavamo lavorando nella direzione giusta: la SO.DI.P, la società che distribuiva Diabolik nelle edicole, ci mandò gli auguri di Natale. Io e mia sorella ne gioimmo: era il segno inequivocabile che Diabolik andava… e andava bene”. Matite e computer Per quanto facessero usare al loro personaggio incredibili e sofisticatissimi marchingegni elettronici, le sorelle Giussani hanno nella prassi sempre diffidato delle nuove tecnologie. La prima stesura delle loro sceneggiature è sempre stata fatta rigorosamente a mano. In principio con penna a biro su quaderni normali, poi (soprattutto da Luciana) a matita su blocchi a spirale, partendo da tavola 2 con la spirale sulla destra, per non mai dimenticare che “I colpi di scena vanno in pagina pari”. Fumo e fumetti 1 Tra i protagonisti dell’episodio UNA VITA IN GIOCO, del febbraio del 2005, figurava un’attempata signora che, oltre ad avere l’abitudine di passare il suo tempo nei casino, fumava accanitamente una sigaretta dopo l’altra. La tentazione di darle il volto di Luciana Giussani è stata, per il disegnatore Enzo Facciolo, irresistibile: e non tanto per il gioco d’azzardo, che in realtà non l’ha mai appassionata più che tanto, quanto per l’inseparabile pacchetto di sigarette. Ancora oggi, in redazione e in tempi di divieto di fumo, viene conservato con affetto uno degli accendini preferiti di Luciana. Fumo e fumetti 2 Mentre le sorelle Giusani erano accanite fumatrici, Diabolik e Eva, dopo i primi numeri, appaiono con una sigaretta in mano solo quando devono sostituirsi a fumatori. L’ispettore Ginko, invece, continua imperterrito a tenere tra i denti la sua affezionata pipa, anche se la accende sempre meno spesso. Non solo diamanti Secondo un’indagine statistica, al primo posto tra i bottini di Diabolik ci sono pietre preziose (diamanti, rubini, smeraldi ecc.), subito seguite da oro, argento e platino. A logica si potrebbe pensare che al terzo posto si trovino i contanti, mentre, imprevedibilmente, ci sono i reperti archeologici, ovviamente solo se realizzati in metalli preziosi e/o costellati di gemme.

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Moda

Sara Pasquarelli Gli ingredienti del mio successo di Michele Intreccialagli

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rendete una buona dose di creatività e mischiatela con il buon gusto. Aggiungete talento, tanti anni di studio, professionalità e voglia di creare. Il risultato sarà una carriera in ascesa nel duro mondo della moda. Ad assicurarcelo è Sara, giovane designer dalle idee chiare che ci racconta la sua crescita professionale. Quando e come nasce la tua passione per la moda? Ricordo che disegnavo sempre la stessa figura femminile ...cambiava solo l’abito. Terminata la scuola media ho da subito mostrato l’interesse a voler seguire una scuola d’arte e, in particolare, l’interesse a voler apprendere di più del

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settore moda. La mia casa era diventata un luogo di creatività, piena di poster, giornali, riviste , abiti, creazioni... É in questo periodo che ho scoperto che la mia passione per la moda era tutt’altro che un semplice gioco di adolescente. Quale è stato il tuo percorso formativo? Nel 2010 a 21 anni mi sono diplomata in Fashion Designer presso la scuola di moda Le Grand Chic di Verona, e nel 2011 ho frequentato il corso di Modellistica Industriale presso la Fashion Academy Pianeta Moda di Pescara. Questo è l’inizio del mio percorso professionale. Creatività, ricerca stilistica e tecnica manuale per la realizzazione di un capo sono alla base


della mia formazioneOggi sono una giovane stilista italiana che si identifica nel brand SarahMosse Fashion Design. Cosa ami di più di questo mestiere? Pensate alla realizzazione di una torta: si scelgono gli ingredienti in base al proprio gusto personale ma con il pensiero sempre rivolto a chi, alla fine, la mangerà. Lo stesso avviene con lo stile e la creatività. Si ricercano i materiali giusti e gli accostamenti migliori (ingredienti), per poi materializzare l’idea realizzando i capi (torta) che dovranno essere indossati da chi condividerà con te lo stesso gusto. Questa è la cosa che amo del mio lavoro, e non la cambierei con nient’altro al mondo. Cosa, invece, non ti piace? Partendo dal presupposto che il concetto del “non mi piace” non è condivisibile da un creativo, forse potrei dire di non sentirmi parte di un certo sistema o “fashion system”. Inevitabilmente si diventa imprenditori di se stessi e le cose, sicuramente, si mettono su un livello differente: ritmi elevati non stop, investimenti, difficoltà e rischi maggiori... Insomma, una vera e propria sfida. Come nascono i tuoi modelli? Dalle emozioni che provo e dalla sensibilità creativa. C’è uno stilista in particolare che ammiri più degli altri e da cui trai ispirazione? Lo stilista sardo Antonio Marras con la sua moda emozionale, contaminata e ricercata; e Yohji Yamamoto, stilista giapponese che, de-

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strutturando i capi, riesce a fare dell’abito qualcosa di completamente indipendente dal corpo. Qual è il capo che hai disegnato a cui sei maggiormente legata? Tutto quello che faccio fa parte di me e del mio modo di essere, per cui, fondamentalmente, sono legata ed innamorata della mia idea stilistica e di tutti i capi che realizzo. Ammetto, invece, di non essere molto soddisfatta della prima collezione realizzata… se potessi, oggi la rifarei diversamente, ma alla fine va bene così, fa parte della crescita professionale. Se te ne dessero la possibilità, per quale personaggio del mondo dello spettacolo vorresti disegnare e perché? Sicuramente sarebbe un’attrice. Nicole Kidman, Anne Hathaway, Meryl Streep, Cristiana Capotondi.. tutte diverse tra loro ma con “quel qualcosa” che è vicino alle mia idea di femminilità. Quali sono i tuoi progetti futuri? I prossimi appuntamenti saranno a Luglio con due eventi d’eccezione: il Mare d’Amare, fiera del beachwear che si svolgerà a Firenze, presso Fortezza

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Da Basso, dove la mia nuova collezione sfilerà sulla stessa passerella di grandi brand nazionali ed internazionali del beachwear; e il Riccione Moda Italia, concorso organizzato dal CNA e FederModa in collaborazione con il gruppo Max Mara per la sezione abbigliamento, dove parteciperò come finalista dopo aver superato una selezione di oltre 2.000 fashion designer da tutta Europa. Davvero complimenti, Sarah. Per concludere, c’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori? In tema di crisi la ricetta vincente può essere quella di dare spazio alla creatività, alla forza, alla determinazione, all’energia, senza mai dimenticarsi di sorridere alla vita... in un certo senso, ripartire da noi stessi!

Dobbiamo dare spazio alla creatività, alla forza, alla determinazione, all’energia, senza mai dimenticarci di sorridere alla vita

Sara Pasquarelli web: www.sarahmosse.com skype: sarahmossedesign cell.: +39 320/4421312

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the gre y carpet rk o Y w e N

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Abbiamo voluto chiamare questa rubrica “The Grey Carpet” perchè il grigio è il colore dell’asfalto, lo stesso in tutte le strade di tutti i paesi del mondo; una base perfetta per far risaltare i colori e mettere in evidenza lo stile di chi lo calpesta, come fosse una passerella. Come “inviata speciale” per questo reportage abbiamo chiamato la stilista Pamela Quinzi che, armata della sua macchinetta fotografica , è scesa sulle strade della sua amata New York per mostrarci alcuni dei look che l’hanno maggiormente colpita mentre era in missione per A.R.T.

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Tra inni e bandiere vince il senso patriottico alle Olimpiadi 2012

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o stile è tutto, anche quando si tratta di sport, per questo a vestire i nostri atleti alle Olimpiadi 2012 non poteva che essere Re Giorgio (Armani). Sono 50 i pezzi del “kit olimpico” firmato EA7 Emporio Armani, andando a formare un guardaroba completo sui toni del bianco e del blu notte, per ogni momento della giornata e per le occasioni ufficiali della manifestazione. Per accentuare il già forte senso patriottico dei nostri Azzurri, lo stilista ha pensato di ricamare all’interno delle giacche e delle felpe il testo dell’inno di Mameli in oro e corsivo, proprio all’altezza del cuore, mentre sulle polo, l’inizio dell’Inno appare sulla fettuccia blu, visibile solo a colletto alzato

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vestire la squadra britannica, invece, sarà l’inglesissima Stella McCartney, nominata da Adidas come direttore creativo per questo progetto. La celebre stilista ci ha lavorato per oltre due anni, combinando il meglio delle tecnologie di prestazione e di stile. Il filo conduttore dell’intera collezione altro non è che l’iconica bandiera inglese, la Union Jack, rivisitata e modernizzata, ideale per far sentire gli atleti ancora più vicini alla loro patria. La McCartney ha dichiarato: “Per me è una delle bandiere più belle del mondo. Era importante rimanere fedele a quell’icona ma anche modernizzarla e presentare modelli contemporanei”.

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Fotografia

Danilo Garcia Di Meo

Il mio sguardo sul mondo di Désirée Bei

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e capacità di ogni fotografo si sviluppano solo attraverso l’esercizio costante, quindi non si può mai “andare in vacanza” dalla fotografia. Ogni momento è prezioso e può rappresentare quell’occasione unica per immortalare la vera essenza delle cose che ci circondano. Questo è il pensiero di Danilo che, attraverso le sue foto, ci racconta la sua versione del mondo.

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Come e quando nasce la tua passione per la fotografia? É un’eredità di mio padre: sin da piccolo mi ha sempre lasciato usare i tanti modelli di macchine fotografiche che amava collezionare. Qual è stato il tuo percorso formativo? All’inizio la fotografia era solo un divertimento. Mi piaceva fare soprattutto delle foto naturalistiche, sempre assistito e consigliato da mio padre che, ovvia-


Bisogna andare avanti, mettersi in gioco e dare il proprio contributo mente, ne sapeva molto più di me. Ho fatto la mia “gavetta” e, nel tempo, ho capito che la mia passione cresceva parallelamente al mio bisogno di rinnovamento e miglioramento personale (cosa che sento anche ora, più che mai). Se prima era solo un hobby, negli ultimi anni mi ci sono dedicato completamente. Ho lavorato tantissimo per comprare la mia prima reflex e, da quel momento, ho potuto seriamente mostrare il mio “sguardo sul mondo”. Nell’ultimo anno, parallelamente al mio lavoro personale,

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si sono affiancate una serie di situazioni che mi hanno aiutato a farmi conoscere da un pubblico sempre più vasto: la mia collaborazione con la webzine musicale “06Live”, alla quale devo veramente molto, e la partecipazione alla “21° International Istanbul Art Fair 2011”, una Mostra d’Arte Contemporanea dove ho potuto esporre alcuni dei miei scatti che sono stati molto apprezzati sia dagli addetti ai lavori, sia dal pubblico. C’è qualcuno in particolare che ammiri e da cui trai ispirazione? Ho un gusto ancora molto classico per la fotografia e, per me, Bresson rimane il numero uno di sempre, nonostante siano passati molti anni dalle sue

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fotografie più note. Nessuno, a parer mio, è riuscito ad arrivare ad ottenere quello che lui è riuscito a trasmettere con le sue fotografie. Detto ciò, ci sono tantissimi altri fotografi che ritengo dei “maestri” come, ad esempio, René Burri e Steve McCurry. Nonostante la mia ammirazione per il loro lavoro, cerco sempre di non fare della mia fotografia “un’imitazione”. Quali sono i soggetti che ami di più rappresentare nelle tue foto? Come dicevo, prima ero un appassionato della natura, convinto che non sarei mai stato in grado di fotografare le persone, probabilmente per timidezza; puntare l’obbiettivo verso qualcuno mi ha sempre messo in imbarazzo. Poi, però, ho scoperto che mi piace scovare gli sguardi, le espressioni nelle situazioni più naturali e sincere del quotidiano delle persone. Raramente fotografo qualcuno che guarda volutamente verso l’obbiettivo: amo la natu-


ralezza e l’autenticità degli sguardi, dei gesti e del linguaggio non verbale che solo una fotografia sa raccontare. Amo fare dei reportage di quello che mi succede intorno e che vivo in prima persona: un mercato della frutta o di antiquariato, una manifestazione, uno spettacolo... per questo adoro fare le foto ai concerti. Quali credi siano le doti più importanti di un fotografo? Sicuramente “l’occhio” è molto importante, ma la cosa fondamentale è fare tanta pratica; bisogna avere sempre con sé la propria macchina fotografica perché solo così si può riuscire a migliorare e a catturare “quel momento unico e irripetibile”. Ami di più il colore o il bianco e nero? Utilizzo molto il bianco e nero perché ha “quel senso artistico” che con i colori difficilmente si riesce ad ottenere ma, d’altro canto, questo è proprio il loro fascino: valorizzare i bei colori che la vita ci regala è una grande sfida, e ritengo che McCurry ci riesca come nessun altro. Quale dei tuoi lavori ti è piaciuto di più eseguire? E perché? Mi è piaciuto molto fare le foto durante il periodo della Mostra ad Istanbul; ho voluto catturare ogni istante: un parco giochi, palazzi e architetture veramente particolari, visi ed espressioni del tutto diversi da quelli a cui siamo abituati noi, i lavori e i mestieri per strada, i colori così vividi. Tra l’altro gran parte di quelle foto ancora non sono state pubblicate, sto aspettando il momento giusto. Quali sono le difficoltà maggiori che hai dovuto affrontare fino ad ora nel tuo lavoro? La mia più grande difficoltà risiede proprio nel lavoro che sto facendo su me stesso: cerco continuamente nuovi stimoli e nuove strade da intraprendere; ultimamente sto sperimentando

molto e, anche quando sono soddisfatto di una serie di lavori, mi dico: “bello, ma adesso voglio qualcosa di nuovo”. Poi, si sa, nel mondo in cui viviamo non ci sono molte opportunità per i giovani... ma è pur vero che spesso sono loro stessi a non darsi da fare per ottenere quello che vogliono dalla vita. Che consiglio daresti a chi volesse intraprendere la tua professione? Il consiglio giusto... è quello che vorrei sapere anch’io! Posso solo dire che io ce la sto mettendo tutta: amore, serietà e, soprattutto, tanta, tanta passione. Quali sono i tuoi progetti futuri? Un giorno vorrei riuscire a fare quello che fanno i “grandi”, viaggiare per il mondo e raccontare il mio punto di vista attraverso le mie fotografie, cercando un modo sempre nuovo per farlo. Cosa vorresti dire ai nostri lettori? Non mi sono mai sentito nella posizione di dare consigli o altro, ma credo che in un momento come questo bisogna darsi seriamente da fare perché Il futuro appare tutt’altro che roseo, soprattutto per i giovani: si critica tanto il fatto che siamo “un paese di vecchi”, dove “pochi” fanno le regole, e “tanti” devono obbedire in silenzio; spesso questo silenzio è accompagnato da blocchi e vincoli che impediscono la realizzazione personale... ma bisogna andare avanti, mettersi in gioco e dare il proprio contributo; è per questo motivo che ammiro tantissimo il vostro lavoro, non è da tutti investire le proprie energie su artisti emergenti; se ci fossero più persone che lavorano come voi forse servirebbero meno consigli

Danilo Garcia Di meo mail: danilogarciadimeo@gmail.com web: www.wix.com/danilogdimeo/ photo flickr: www.flickr.com/photos/ danilogarciadimeo

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Libri

IL MOMENTO È DELICATO (Niccolò Ammaniti)

La varietà degli intrecci, la capacità di muoversi tra stili diversi, dall’horror alla parodia, dal pulp alla commedia, dal grottesco alla farsa tragica rende questo nuovo libro un vero scrigno di autentici gioielli, dove il divertimento della lettura dissimula una critica feroce della società contemporanea. Ma sia che racconti di un mostro alieno nelle vesti di una seduttiva Alba Parietti, o della paranoica scappatella extraconiugale di un marito in vacanza, o di un ladruncolo di appartamenti alle prese con una casa stregata, Ammaniti sa riscattare, anche nelle situazioni più strambe e iperrealistiche, i suoi personaggi con uno sguardo colmo di “pietas”: perché, in fondo, ciascuno di loro ha un’anima come la nostra.

FAI BEI SOGNI

(Massimo Gramellini)

Fai bei sogni” è la storia di un segreto celato in una busta per quarant’anni. La storia di un bambino, e poi di un adulto, che imparerà ad affrontare il dolore più grande, la perdita della mamma, e il mostro più insidioso, il timore di vivere; ma è soprattutto un libro sulla verità e sulla paura di conoscerla. Immergendosi nella sofferenza e superandola, ci ricorda come sia sempre possibile buttarsi alle spalle la sfiducia per andare al di là dei nostri limiti. Il sofferto traguardo sarà la conquista dell’amore e di un’esistenza piena e autentica, che consentirà finalmente al protagonista di tenere i piedi per terra senza smettere di alzare gli occhi al cielo.

LÉONIE

(Sveva Casati Modigliani)

In una grande dimora, alle porte di Milano, vivono i Cantoni, proprietari da tre generazioni delle omonime prestigiose rubinetterie. In apparenza, ogni componente della famiglia ha una personalità lineare. Nella realtà, ognuno di loro nasconde segreti che lo hanno segnato. Un giorno entra in scena Léonie Tardivaux, una giovane squattrinata francese che sposa Guido Cantoni. La ragazza si integra così bene con la famiglia da assimilarne tutte le abitudini, compresa la legge del silenzio su certe vicende personali. Questo non le impedisce di essere una moglie esemplare, una madre attenta e una manager di talento... ma intanto coltiva il suo segreto, quello che ogni anno, per un solo giorno, la induce a lasciare tutto e a rifugiarsi in un romantico albergo sul lago di Como.

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SUA SANTITÀ. LE CARTE SEGRETE DI BENEDETTO XVI

(Gianluigi Nuzzi)

“Vaticano Spa” sbalordì tutti quando uscì per la ricchezza di documenti e testimonianze inedite che proponeva. Le finanze del Vaticano venivano finalmente scoperchiate. Ma se quel libro ricostruiva soprattutto la complicata vicenda dello Ior dopo la gestione di Maroinkus, e lo scandalo Enimont che coinvolse gran parte della classe politica degli anni Novanta, il nuovo libro arriva a raccontare il Vaticano ai giorni nostri, sempre grazie al ritrovamento di carte e documenti segreti e assolutamente inediti.

IL TORTO DEL SOLDATO

(Erri De Luca)

La protagonista del libro è una ragazza, la figlia di un criminale di guerra che guarda ai fatti con distacco, essendone però permeata fino in fondo. Decide di prendersi cura del padre, colui che fino a poco tempo prima credeva fosse suo nonno. L’uomo ha un passato ingombrante che lo segue ovunque ed è ossessionato da una colpa: egli sa che il torto del soldato è quello di perdere la guerra, perché la vittoria giustifica tutto, a differenza della sconfitta. La storia di un’unica realtà, vista in due modi molto diversi.

TABÙ

Casey Hill non è in realtà un solo scrittore, bensì due: i coniugi Melissa e Kevin Hill. I due hanno deciso di dare vita insieme ad una nuova serie di thriller che vedono come protagonista l’investigatrice scientifica Rachel Harris. In “Tabù” (editore Mondadori) Rachel Harris prende il comando del laboratorio di investigazioni scientifiche con sede a Dublino e dovrà cercare di acciuffare un serial killer.

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Paris Vs. New York “Una partita visiva amichevole tra le due città raccontata da un amante di Parigi che attraversa New York, piena di dettagli, luoghi comuni e contraddizioni”. (Vahram Muratyan)

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i sentite una giovane e sognante Amelie, alla ricerca di un mondo magico tra le vie di Parigi, o siete più una Carrie Bradshow, alla ricerca del grande amore tra i marciapiedi di New York? Al momento dell’aperitivo preferite un buon bicchiere di Bordeaux sorseggiato all’ombra della Tour Eiffel, o un dolcissimo Cosmopolitan alle spalle dell’Empire State Building? Mentre pensate ad una risposta ai quesiti che vi ho appena posto, gradite forse un dolce? Posso offrirvi dei Macarons o dei Cupcakes? Lo so, scegliere è arduo, ma ad aiutarci ecco che arriva un simpatico libro capace di mettere a confronto, con ironia, l’iconografia di due delle città più amate di tutti i tempi. L’autore è Vahram Muratyan, giovane graphic designer parigino,adottato dalla Grande Mela, che ha pensato bene di mostrare, nel modo a lui più congeniale, le caratteristiche delle “sue città”; con poche linee e colori brillanti, ecco rappresentati luoghi, oggetti, abitudini e mentalità. Per non parlare delle contraddizioni: cosa ne pensate dell’immagine che mostra le differenza tra la mano con la “French Manicure”, tanto apprezzata negli USA (anche di più che in Europa), e l’altra con la sigaretta, emblema del tabacco americano, visto ancora in modo libero in Francia? 38

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Cinema&Teatro

gabriele pignotta

Vi regalo un’emozione

di Désirée Bei

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hiunque abbia visto una sua commedia a teatro può già immaginare cosa troverà leggendo questa intervista: Gabriele Pignotta è un ragazzo che porta sul palcoscenico tutto se stesso, senza chiedere nulla di più se non emozionare il suo pubblico. E ci riesce, eccome. Tra una battuta e un’espressione irriverente, un colpo di scena e una risata, ecco comparire una “morale”… seria, come ogni morale dovrebbe essere, e profonda, tanto da toccare il cuore di chiunque assista allo spettacolo. Come e quando nasce la tua passione per la recitazione? Tutto è nato la prima volta che ho visto un film al cinema, credo fosse “Mary Poppins”; scoprire che poteva esistere un mondo parallelo a quello reale, dove poter fingere di essere ciò che si vuole regalando emozioni alla gente... beh, mi ha cambiato la vita! Come hai iniziato a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo? Dopo il liceo ho frequentato un corso di reci-

Svegliatevi, fate della vostra vita un opportunità, non accontentatevi, lottate per un mondo migliore, combattete la superficialità, la disonestà e l’arroganza… e, soprattutto, abbandonatevi alle emozioni senza paura. 42

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tazione per tre anni, a cui ho fatto seguire un corso di specializzazione negli Stati Uniti. Una volta terminato anche questo, ho voluto subito fare le mie esperienze dirette sul campo: piccole compagnie, collaborazioni in TV, provini, e poi la decisione di iniziare anche a scrivere e a fare cose mie, raccontando la mia vita mentre la vivevo e fondando la mia Compagnia. Questa è stata la mia strada, e continuerà ad esserlo. Cosa ami di più del tuo lavoro? Tutto! Il senso del viaggio continuo, della scoperta, del gioco che non finisce mai, ma soprattutto, il privilegio di regalare emozioni. Cosa, invece, non ti piace? Il fatto che nel nostro paese non esiste una cosa fondamentale: la meritocrazia. Va avanti anche chi non è bravo, e questo è un virus che distrugge la qualità e mortifica i veri talenti. C’è qualcuno in particolare che ammiri e che ti ha ispirato questa scelta di vita? Questa scelta di vita me l’hanno ispirata degli “amici” americani che non dimenticherò mai e a cui devo tutto; si chiamavano Leroy, Danny, Doris, Bruno, la signorina Sherwood, Miss Grant… in poche parole, tutto il cast di “Saranno Famosi”; questa serie televisiva mostrava il vero talento e i sacrifici necessari per intraprendere la strada dell’artista, e non la falsa illusione del successo facile. “Voi sognate il successo, la fama, ma queste cose costano ed è esattamente qui che si inizia a sudare “, questa frase è la mia filosofia di vita!


Qual è il personaggio che hai interpretato e al quale sei maggiormente legato? Tutti. Me li scrivo su misura e ciascuno di loro racconta una parte di me. Che consiglio daresti a chi volesse intraprendere la tua professione? Fallo solo se ci credi veramente e se ti riconosci un talento che non puoi soffocare; fallo solo se è “necessario”, altrimenti lascia perdere! Troppo faticoso e impegnativo a livello emotivo se si è solo alla ricerca di visibilità. Quali sono i tuoi progetti futuri? Tante altre commedie in teatro e un film; ci stiamo lavorando da un pò Con Marco Belardi, il produttore di “Immaturi”, e presto ce la faremo. Cosa vorresti dire ai nostri lettori? Svegliatevi, fate della vostra vita un opportunità, non accontentatevi, lottate per un mondo migliore, combattete la superficialità, la disonestà e l’arroganza... e, soprattutto, abbandonatevi alle emozioni senza paura.

Gabriele Pignotta facebook: Gabriele Pignotta facebook fan page: “Pignotta Avaro che ridere”

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Appuntamento al cinema

Marilyn Regia di Simon Curtis. Con Michelle Williams, Eddie Redmayne

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All’inizio dell’estate del 1956 la star americana Marilyn Monroe metteva piede sul suolo inglese per la prima volta. In luna di miele con il marito, il famoso drammaturgo Arthur Miller, la Monroe era andata in Inghilterra per girare Il principe e la ballerina, il film che doveva interpretare al fianco di Sir Laurence Olivier, leggenda del teatro e del cinema inglese, e che del film era il regista e il protagonista. Quella stessa estate il ventitreenne Colin Clark era per la prima volta nella sua vita su un set cinematografico. Appena laureato ad Oxford, Clark, che aspirava a diventare un regista, aveva trovato un modesto impiego sul set de Il principe e la ballerina. Quarant’anni dopo Clark ha raccontato la sua esperienza di quei sei mesi di riprese in un’autobiografia in forma di diario dal titolo The prince, the showgirl and me. Ma nel resoconto di Clark manca una settimana. E’ stato solo alcuni anni dopo che Clark ne ha rivelato il perché. Nel suo secondo libro, intitolato My Week with Marilyn, racconta infatti la vera storia della magica settimana che aveva trascorso da solo con la più grande star del mondo: Marilyn Monroe.

W.E Edward e Wallis

n 8 Giug

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Regia di Madonna. Con Abbie Cornish, Andrea Riseborough Manhattan, 1998. La giovane Wally Winthrop, intrappolata in un matrimonio pubblicamente invidiabile ma personalmente umiliante, frequenta quotidianamente l’esposizione dei cimeli del duca e della duchessa di Windsor nei locali di Sotheby’s e si lascia ossessionare dalla storia di re Edward, che negli anni Trenta abdicò alla guida dell’impero inglese per amore di Wallis Simpson, americana senza doti né dote, due volte divorziata. Mescolando i propri sogni ad occhi aperti con la lettura della vera corrispondenza di Wallis Simpson, la giovane immagina i retroscena di quella che è stata definita la più grande storia d’amore del ventesimo secolo e il sacrificio che ha imposto, anche o soprattutto, a Wallis.

Rock of ages Un film di Adam Shankman. Con Julianne Hough, Diego Boneta, Paul Giamatti, Russell Brand, Mary J. Blige. Malin Akerman, Catherine Zeta-Jones, Alec Baldwin, Tom Cruise, Bryan Cranston, Will Forte

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Nel 1987 a Los Angeles il Bourbon Club è il centro della scena musicale rock della città. In questo mitico locale s’incontrano Sherry, ragazza di provincia appena arrivata per cercare fortuna come cantante, e Drew, che con lei condivide la passione per la musica. Tra i due è amore a prima vista. Intorno a loro ruoteranno le vicende di una serie di personaggi leggendari come Stacee Jaxx, icona del rock che sembra aver perso la sua anima realmente ribelle in favore del successo economico. Il rock degli anni ‘80, che favolosa incognita. Si trattava davvero di musica sincera, viscerale, di controcultura schierata contro lo yuppismo di quel periodo? Oppure era soltanto la versione patinata e ormai sterile di quanto di veramente eversivo aveva prodotto il decennio precedente?


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Womb Regia di Benedek Fliegauf. Con Eva Green, Matt Smith Rebecca e Tommy hanno una tenera storia d’amore infantile. Molti anni dopo si rincontrano e la loro attrazione è più forte che mai. Il fuoco della loro passione è però di breve durata, perché Tommy muore in un incidente. Rebecca, straziata dal dolore e incapace di vivere senza di lui, si rivolge al controverso «Dipartimento di replicazione genetica» per farsi impiantare nell’utero un nuovo Tommy. La vita con il piccolo Tommy è colma di gioie e piccoli miracoli. Nell’isolamento di una piccola località costiera, Rebecca si dedica anima e corpo a questa esistenza «a due». Con il passare degli anni, Rebecca non potrà sfuggire alle complesse implicazioni della sua decisione. Per quanto tempo ancora potrà tenere nascosta la verità a Tommy e ai vicini ficcanaso? Riuscirà a proteggerlo dai pregiudizi della gente nei confronti dei cloni? Quando raggiungerà l’età in cui sarà la copia esatta del compianto amato, come gli spiegherà l’insorgere di sentimenti che lui non potrà capire? Le risposte sopraggiungono mentre lei si prepara a raccogliere i frutti dolci-amari del sogno di una vita.

Biancaneve e il cacciatore

li 11 lug

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Regia di Rupert Sanders. Con Kristen Stewart, Charlize Theron In questa epica avventura Biancaneve e il cacciatore, Kristen Stewart interpreta l’unica persona del regno più bella della regina cattiva (il premio Oscar® Charlize Theron) che vuole eliminarla. Ma ciò che la sovrana malvagia mai avrebbe potuto immaginare è che la giovane donna che minaccia il suo regno è stata addestrata all’arte della guerra da un cacciatore (Chris Hemsworth) che era stato incaricato di ucciderla. Sam Claflin si unisce al cast nel ruolo del principe, incantato dalla bellezza e dalla forza di Biancaneve.

io 13 lugl

Freerunner Regia di Lawrence Silverstein. Con Sean Faris, Danny Dyer, Seymour Cassel Nella gara in cui il premio è rimanere in vita, l’unica possibilità è arrivare primi... Ryan per mantenere il nonno in caas di cura lavora come custode e nel tempo libero partecipa a corse di freerunning. Duranta una di queste corse, Ryan e altri freerunner vengono sequestrati da Mr. Frank, il leader di una cerchia ristetta ed elitaria di ricchi alla ricerca di nuove forme di divertimento. La loro ultima trovata consiste nell’applicare ai feerunner un collare esplosivo e farli precipitare ad una corsa in cui solo il primo che riuscirà a completare il circuito continuerà a vivere.

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Arte

Annalisa Picchioni Un mondo a colori di Michele Intreccialagli

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Il bosco delle fate

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e potessimo guardare il mondo attraverso gli occhi di Annalisa la vita ci apparirebbe sicuramente meno noiosa: infatti, l’elemento distintivo dei suoi lavori è il colore, strumento attraverso il quale vuole coinvolgerci e farci capire il suo stato d’animo nel momento della creazione. Allora, cosa stiamo aspettando? Abbandoniamo il bianco e nero e lasciamoci travolgere da una pioggia di colori. Come e quando nasce la tua passione per l’arte? Non c’è un momento preciso della mia vita in cui ho iniziato a dipingere, è una passione che ho sempre avuto. Già in tenera età amavo creare, sperimentare e assemblare i materiali che avevo a disposizione. I primi disegni, sebbene elementari, erano sempre ricchi di cromatismi. Ho elaborato ed affinato la mia tecnica nel corso degli anni, partendo dalla pittura figurativa. Successivamente, attraverso l’astrazione, ho iniziato a rappresentare sulla tela i miei stati d’animo, le mie idee, i miei pensieri. Un dipinto può essere definito “bello” quando trasmette emozioni: non importa se si rappresenta una natura morta, un volto, un paesaggio o una pioggia di colori. Qual è stato il tuo percorso formativo? Alle scuole medie ho scelto un indirizzo che mi permettesse di studiare in maniera approfondita le materie artistiche, oltre alla fotografia e alla plastica. Da lì i primi scatti con una vecchia macchina fotografica analogica e le prime stampe in camera oscura. Mi sono diplomata prima all’Istituto d’Arte e poi all’Accademia di Belle Arti. In quegli anni ho iniziato ad esporre le mie opere e ad avvicinarmi alle tecniche di incisione. Attualmente continuo a studiare e a sperimentare nella pittura

In queste immagini vediamo nel dettaglio il lavoro di Annalisa. La sua espressione artistica parte dai colori, che secondo lei “esprimono l’energia che serve per affrontare la vita nei suoi dolori e nelle sue gioie”.

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Miniera

Maschera

Continuerò a dipingere “fino all’ultimo respiro” (kandinsky) 48

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Tappeto di emozioni e nella fotografia. Qual è la tecnica che ami di più? Amo l’arte in tutte le sue forme. Nei miei quadri utilizzo tecniche miste: acrilici, gessetti ad olio, tagli sulla tela con l’aggiunta di lastre di plexiglass che creano un effetto tridimensionale. “Vorrei mostrare quel mondo interiore ricco di sogni e magie... E metterlo in contrapposizione con quello “costruito” sotto gli occhi di tutti”. La potenza cromatica caratterizza le mie opere: segni dinamici e trasparenze che attraverso vibrazioni di colore danno un senso di mistero. Quali sono i passaggi che segui quando crei le tue opere? Solitamente preferisco dipingere su tele di grandi dimensioni per dar modo al fruitore di entrare nel quadro. Prima effettuo grandi stesure di colore per poi passare alla concretizzazione della forma. Come ultimo passaggio ricorro alla tecnica del dripping per dar contrasto al fondo. C’è qualcuno in particolare che ammiri e da cui trai ispirazione? Il mio primo amore è stato Kandinsky per l’importanza che dà alle forme e allo spirito. Altri artisti per me fonte di ispirazione sono De Kooning, Marc Rothko e Alighiero Boetti per le sue tematiche sul concetto dell’ordine e del disordine: “... è solo questione di conoscere le regole del gioco: chi non le conosce non vedrà mai l’ordine che regna nelle cose, così come, di fronte ad un cielo stellato, chi non conosce l’ordine delle stelle vedrà solo una confusione, laddove un astronomo avrà invece una visione molto chiara delle cose...”. Quale delle tue opere è la tua preferita, e perché? “Realtà o finzione?” perchè esprime la confusione interiore dell’uomo che non riesce a trovare un’identità ma piuttosto indossa “maschere quotidiane”,


Realtà o finzione

stereotipi imposti dalla società. Che consiglio daresti a chi volesse seguire le tue orme? Non arrendersi mai e non smettere di inseguire i propri sogni. Quali sono i tuoi progetti futuri? Continuerò a dipingere all’infinito, come scrisse Kandinsky: “...fino all’ultimo respiro…”. Ho raggiunto molti dei miei obiettivi, esposizione a New York, a Fukuoka, ai Magazzini del Sale a Venezia, alla IX Biennale di Roma ma il prossimo obiettivo... Biennale di Venezia.” Qual è il tuo motto? “L’arte è un’avventura... bisogna viverla per amarla”. Cosa vorresti dire ai nostri lettori? “Fermati a guardare un tramonto, fermati a guardare la pioggia dietro una finestra, fermati a guardare la gente che corre nervosa stanca della vita, fermati a condividere le cose belle e brutte con te stesso. Vedrai che quei silenzi, quei respiri, quegli attimi che sembrano “vuoti”, sono realmente colmi di emozioni, di vita per cui vale la pena vivere”. A.Picchioni

Mappamondo

Annalisa Picchioni mail annalisa_picchioni@libero.it web: www.annalisapicchioni.com facebook: Annalisa Picchioni

Sotterranei

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L

d o G s a ve the Quee n

o scorso 2 Giugno Londra ha avuto un nuovo motivo per festeggiare, infatti questa è stata la data che ha segnato il Giubileo di Diamante dell’amata Regina Elisabetta II, ovvero i suoi “primi 60 anni di regno”. Il mondo intero ha assistito al lieto evento che ha portato la già iconica sovrana a diventare il soggetto principale di cuscini, tshirt, mostre e, addirittura, dolcetti e the.

Lunga vita a Sua Maestà!!!

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