A.R.T.
mag
artistic resources of tomorrow
ArteModaDanzaDesignMusicaFotografiaLetteraturaTeatro&Cinema
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A.R.T. artistic resources of tomorrow
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Sommario Arte 10 Stefano Gentile
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La rivincita dei Nerd
Moda The Grunge is back
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The grey carpet
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Musica Livia Ferri
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14
Taking Care
Libri
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Flying Books La leggenda dei libri viaggiatori
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Edizioni Ireco srl Libri di mare e molto altro
18
Rome Vatican Suite... 6
si trova nel pieno centro di Roma, nella splendida zona tra San Pietro e via Cola di Rienzo. Da questa ideale posizione è possibile raggiungere a piedi ogni luogo e monumento centrale di Roma. La fermata della metro linea A Ottaviano/Lepanto permette di raggiungere comodamente ogni zona di Roma. Avrete la possibilità di alloggiare in camere singole, doppie, triple e matrimoniali, tutte con bagno privato e dotate di ogni confort. I proprietari, cordiali e preparati, sono pronti ad accogliervi e ad assistervi, per tutta la durata del vostro soggiorno. Il Rome Vatican Suite offre un confort elevato nonché un ottimo rapporto qualità-prezzo.
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Sommario
Pinterest 26 Un’immagine vale più di mille parole
26
Design 30 Ludovica Cirillo Design riciclato
Design 34 1000 volti di un pallet 20mq
36
Green Graffiti 38 Creatività verde Cinema 40 Come in un film Film al cinema 42
Facebook: A.R.T. Artistic Resources of Tomorrow
Twitter: artmag2012
web: www.art-mag.it
30
38
www.pamelaquinzidesign.com
a che se credi Kilame è la prov sogni in te stesso i tuoi e realtà ! possono diventer
A.R.T.
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artistic resources of tomorrow
Editoriale
Amministratori Pietro Gargiullo Désirée Bei Direttore Responsabile Mario Cappelli Direttore Editoriale Désirée Bei desiree.bei@art-mag.it Progetto Grafico Pietro Gargiullo Grafica e Impaginazione Filippo Mariani grafica@art-mag.it Collaboratori: Giulia Colapietro, Candida Paolucci, Daniele Mariani, Luisella Cavallari, Michele Intreccialagli Grafica Web Luca Pasqualini luca.pasqualini@art-mag.it Per la vostra pubblicità: Sabrina Forte (responsabile marketing) pubblicita@art-mag.it Per info info@art-mag.it www.art-mag.it
D
a sempre l’arte rispecchia l’evoluzione dei tempi, riportando fedelmente le impressioni dell’artista e le sue sensazioni circa il mondo che lo circonda. Ai giorni d’oggi sarebbe molto facile cadere nella tentazione di una rappresentazione dura, grigia e poco luminosa di un periodo storico così difficile da vivere; ma noi non vogliamo arrenderci alle circostanze. Vogliamo pensare e farvi pensare in positivo, mettendo in evidenza i colori (come quelli dei quadri del nostro artista Stefano Gentile) e le infinite possibilità di “creare” un mondo migliore anche grazie a soluzioni ecosostenibili (come fa Green Graffiti) e al riciclaggio di materiali che possono diventare addirittura dei gioielli, come ci fa notare la giovane designer Ludovica Cirilli. E se la moda ci vuole trasandati e sciatti (in perfetto stile grunge anni ’90), cerchiamo di esserlo solo nell’apparenza; dentro di noi non dobbiamo mai smettere di brillare.
Anno 2 - Numero 5 Copia omaggio Gennaio - Febbraio 2013 Pubblicazione bimestrale Autorizzazione del Tribunale di Tivoli n. 17/2011 del 15-02-2011 é vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari
Désirée Bei
realizzati da: Edizioni Ireco srl
IRECO
Edizioni Ireco
srl Via Prato Roseto,33 - 00060 Formello (Rm) email: ireco@ireco.net P.IVA 08202111004
In copertina: “Lupin third” Quadro di Stefano Gentile
Arte
Stefano Gentile La rivincita dei Nerd
di DĂŠsirĂŠe Bei
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la ragazza), finalmente ottiene la sua rivincita diventando il vero protagonista generazionale. Tutti lo ammirano e vorrebbero far parte della sua ristrettissima cerchia di amici per poter constatare da vicino i risultati di una mente così brillante. Stefano, artista nerd orgoglioso, ha deciso di dedicare la sua vita e la sua arte alla diffusione dei temi tanto cari a chi, come lui, “sogna una federazione galattica guidata dalla saggezza di un consiglio di Jedi”. Come e quando nasce la tua passione per l’arte? La mia passione per l’arte è sgorgata fuori in concomitanza con l’attitudine al disegno e questa è nata grazie a mio nonno; con lui passavo interi pomeriggi a scarabocchiare sui tabulati d’ufficio, quei fogli da telescrivente, uno attaccato all’altro, che mia mamma portava a casa da lavoro. Ne venivano fuori rotoli lunghi decine di metri in una settimana. In pratica ho avuto un approccio prima empirico, piuttosto che teorico. Poi vennero i fumetti, le tavole degli illustratori, Giger, la cultura pop. Da lì, una volta cresciuto, sono passato ad interessarmi ai diversi stili pittorici, al perché Giotto fosse così importante per l’arte, o perché Dalì si credesse tanto vicino a Dio. Ed ho cominciato a capire cosa significasse dire “fare arte”. Qual è stato il tuo percorso formativo? Nessuna scuola (e forse, a distanza di anni, lo dico con rammarico). Ancora adesso faccio fatica a definirmi un artista poiché mi sento più un prodotto subartistico, un fanatico dell’illustrazione e della cosiddetta “nerd art”. Mi ricordo che seguii qualche lezione, verso i 14 anni, ma abbandonai poco dopo perché mi sembravano cose già viste e mi proponevano soggetti futili da ritrarre. Io volevo disegnare Spiderman, non un vaso di fiori! C’è qualcuno in particolare che ammiri e da cui trai ispirazione? I surrealisti in generale. Mi piace molto il concetto di pittura psichiIn alto il quadro “Lamù”
ca, onirica. Trasportare un oggetto reale in una dimensione irreale,
F
e viceversa; guardare una scala e pensare a una giraffa, dipingere
verso la scienza (e i suoi derivati). Oggi il mondo intero si
che riguarda la fantascienza, il mondo dei manga nipponici, i carto-
trova di fronte a fatti che lo obbligano a ricredersi. Il nerd, da sem-
ni animati con cui sono cresciuto. Star Wars, che considero la Bib-
pre dipinto come lo scienziato dalle scarse attitudini sociali, capa-
bia ed un opera al pari di una vera e propria Commedia Galattica,
ce solo di interpretare il ruolo dell’“amico” o della “spalla dell’eroe”
con tutti i percorsi propri dell’epopea: ascesa, formazione, caduta
(che viveva avventure incredibili e riusciva sempre a conquistare
e riscossa dell’eroe, col bene che trionfa sul male. Ovviamente tutti
ino a qualche tempo fa il termine “nerd” veniva utilizzato
una finestra e pensare di poterci entrare dentro. Fantasia, in fondo.
in senso dispregiativo per indicare tutte quelle persone
Quali sono i soggetti che ami di più rappresentare?
che mostravano più interesse verso la scienza (e i suoi
Beh, nascendo come soggetto nerd io stesso, non potevo far altro
derivati) mostravano una dedizione fin troppo profonda
che continuare a percorrere il sentiero infantile, quindi tutto ciò
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In alto il quadro “Ceci n’est pas un sabre-laser”; a sinistra, rispettivamente, “Daitarn 3” e “Don’t push the button” Nella pagina accanto “Chewconda” e “La persistenza dell’iperspazio”
soggetti vanno reinterpretati, sviscerati e dissacrati anche perché,
Quali sono le difficoltà maggiori che hai dovuto affrontare fino ad
nel mio mondo, ammirazione e dissacrazione devono sempre an-
ora nel tuo lavoro?
dare di pari passo. Ridipingere la storia dell’arte e i capolavori di
Una su tutte: farsi conoscere. Pare trito e ritrito, ma è così. Si
Warhol, Dali e Magritte in chiave “starwarsiana” è come smontare
va avanti per conoscenze, per agganci, per situazioni del tipo:
un giocattolo nuovo e perfetto e ricomporlo reinventandone un
“ho un amico che… forse ti può dare una mano”. Io sono da po-
altro, miscelandolo ad altri giochi.
chissimo nell’ambiente e non so ancora quale sia il mio valore,
Quali credi siano le doti più importanti di un artista?
o meglio, quello che mi possono attribuire, ma so che occorre
La passione, innanzitutto, e il credere in quello che si fa. Il tratto lo
sbattere la testa il più possibile, bussare alle porte, proporsi,
si acquisisce col tempo e con l’esercizio.
avere la “faccia di tolla”. Altrimenti rimango a casetta mia a di-
Quale dei tuoi lavori è il tuo preferito? E perché?
pingere quadri per gli amici.
Normalmente è sempre l’ultimo quadro che ho dipinto.
Che consiglio daresti a chi volesse intraprendere la tua professione?
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A.R.T. artistic resources of tomorrow
“Considero Star Wars “la Bibbia”, un’opera al pari di una vera e propria Commedia galattica”
Prima di tutto di guardarsi allo specchio e chiedersi se è questo che si vuole fare nella vita; se la risposta è un “Sì” convinto… meglio chiederselo di nuovo. E una terza volta ancora, finché non ci si stufa di sentirsi dire “Sì”. In secondo luogo, si deve mettere in pratica la massima di Yoda: “Fare o non fare. Non esiste provare”. Ed essere costanti e risoluti nel proporsi e nel creare. Quali sono i tuoi progetti futuri?
Stefano Gentile
Ho appena terminato la mia prima personale alla galleria “Run/ Room di Leo Galleries”, che ha sancito il mio debutto nel mondo dell’arte riconosciuta, e, in seguito, ho fatto una piccola personale al Fashion caffè di Milano. Vorrei continuare così, a passi piccoli ma costanti, per avere più visibilità possibile. Umilmente, ma con decisione. Ho lanciato una linea di magliette legata al mio marchio con serigrafie tratte dai miei quadri e, a breve, mi diletterò anche nella creazione di ciondoli e gioielli. Sempre senza abbandonare il filone geek e nerd. Voglio concepire l’arte come qualcosa fruibile da tutti, indossabile, proprio come può essere una t-shirt . Cosa vorresti dire ai nostri lettori?
web: stefanogentilenerdart.com facebook: Stefanogentilenerdart mail: info@stefanogentilenerdart.com
“Stay angry, stay foolish” l’hanno già detta, vero?
13
di Désirée Bei
L’elogio stilistico dell’imperfezione che ha visto il suo exploit nei ruvidi anni ’90 è tornato più forte che mai. Strati e strati di capi e materiali diversi, mescolati insieme con (finta) non curanza, simbolo dell’anticonformismo e della voglia di manifestare un disagio profondo in tempi decisamente cupi. La prima apparizione del grunge risale alla seconda metà degli anni ’80, a Seattle, con un filone di musica alternativa rock che “urlava” la sua protesta contro l’establishment politico e culturale del momento. I gruppi musicali del tempo avevano sound molto diversi ma, di sicuro, erano tutti accumunati 14
dallo stesso stile nel vestire, irriverente e disfattista. Non ci volle molto affinché questa corrente arrivasse a contaminare anche le passerelle (indimenticabile la collezione dell’allora giovanissimo Marc Jacobs per Perry Ellis, talmente scioccante da comportargli il licenziamento); via libera ad anfibi, flanella a check, sovrapposizione svogliata di capi over e maglioni che diventarono l’uniforme involontaria di attori famosi e icone della moda. Primi fra tutti, giovani, trasandati e innamorati, Johnny Depp e Kate Moss, con il loro modo di vestirsi, sembravano gridare un sonoro “chissene-
A.R.T. artistic resources of tomorrow
frega!” a tutti coloro che restavano ancorati saldamente a canoni di stile ancora troppo curati e ricchi. E, parlando sempre di coppie, come non citare l’amore discusso e passionale di Kurt Cobain e Courtney Love; inseparabili, condividevano tutto, dalla passione per la musica a quella per uno stile di vita fatta di eccessi, anche nel look. Oggi l’idea originale del grunge è stata rivisitata in chiave glamour dando il via al cosiddetto stile “glunge” (mescolanza dei termini grunge e glamour). Fashion bloggers e celebrità non possono farne a meno… date un’occhiata al nostro Grey Carpet.
Kate moss johnny depp “Non c’è stato più niente di veramente reale dopo il grunge” Daphne Guinness
Kurt Cobain
courtney love
marc jacobs per perry ellis 15
Abbiamo voluto chiamare questa rubrica “The Grey Carpet” perchè il grigio è il colore dell’asfalto, lo stesso in tutte le strade di tutti i paesi del mondo; una base perfetta per far risaltare i colori e mettere in evidenza lo stile di chi lo calpesta, proprio come fosse una passerella.
ashlee simpson
ne Cara deleving
kate bosworth
mary-kate olsen
t h e g r e yc a r p e t
“c o m e as
yo u
“
are
Musica
di Désirée Bei
D
foto di Francesca Manzini
avere cura degli altri senza perdersi lungo la strada”
LIvia ferri
Taking Care 18
A.R.T. artistic resources of tomorrow
opo un lungo percorso durato tre anni, finalmente Livia ha raggiunto il suo obiettivo realizzando un album fatto di esperienze ed emozioni. Una riflessione intimista composta da 11 tracce in cui la cantautrice romana vuole condividere con noi un messaggio
ben preciso: “Bisogna prendersi cura di sé e, allo stesso tempo,
Quando hai capito che la musica sarebbe stata la tua strada nella vita? Una volta finito il liceo scelsi di studiare musica, ma non ero ancora sicura di cosa avrei voluto fare in futuro. Durante gli anni di studio ho avuto molti dubbi su quale sarebbe stata la mia strada: la vita del turnista (musicista assunto per suonare in appoggio ad un artista o gruppo musicale di cui non è un membro stabile, n.d.r.) non mi interessava e sapevo che non sarei mai diventata una virtuosa. Col tempo mi sono concentrata su ciò che davvero mi appassionava, cioè scrivere e diventare una cantautrice. Una volta scritti abbastanza brani e trovata la band giusta, ho iniziato a fare le prime serate, accorgendomi, ben presto, che tutta la pigrizia che fino a quel momento mi aveva pervaso ogni volta che mi trovavo a suonare con altri gruppi, aveva lasciato il posto ad un forte senso di eccitazione, tranquillità e libertà. Da quella sera ho capito chi volevo diventare. Che tipo di musica fai? Non lo so. Non credo di aver creato qualcosa di mai sentito, ma non so indicare un genere. Sicuramente c’è del pop sparso qua e là, ci sono dei ricordi del folk americano, del rock. Non è ancora emerso un genere prevalente, ma sto scoprendo molte cose. Chiacchiere a parte, posso dire che sono molto attenta alla melodia, in particolare nelle strofe, non sono un’amante dei ritornelli. È comunque un genere abbastanza intimista, riflessivo e caldo. Qual è stato il tuo percorso formativo? Ho cominciato a suonare a nove anni, da autodidatta, in modo ab-
Fate quello che vi piace fare. Affrontate i desideri, sforzatevi di realizzarli, non pensateci troppo, fatelo.
bastanza incostante: ci sono stati periodi in cui non lasciavo mai la chitarra a casa e altri in cui mi capitava di non toccarla per mesi. Ho frequentato il Saint Louis College of Music studiando chitarra blues/rock con il Maestro Lello Panico. Dopo i tre anni di chitarra, mi sono specializzata e diplomata in Songwriting. Un’esperienza bellissima; non vedevo l’ora di fare nuovi esercizi e di ricevere stimoli per poter inventare qualcosa di mio. In quei due anni di specializzazione, me ne rendo conto solo ora, ho costruito molte cose, prima tra tutte la base della mia autostima. Era molto confortante essere apprezzata da compagni di classe e maestri. Ho imparato moltissimo da ognuno di loro. C’è qualcuno o qualcosa che ispira il tuo lavoro? A casa mia, quando ero una bambina, si ascoltavano principalmente i Beatles. Sono sempre stata affascinata dai testi e le melodie, e dalla fusione del linguaggio parlato con quello musicale. Crescendo ho scoperto Ani DiFranco, e per me cambiò tutto. La sua ritmicità vocale era davvero folgorante, amavo gli incastri tra
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arpeggi e melodie. Studiai molto i suoi brani; la commistione di folk
a metà Agosto, registrando ritmiche, voci e la maggior parte delle
e funk mi aveva illuminata! Adoro il folk… non tutto, per carità,
chitarre, nella casa/studio del bassista che ha suonato nel disco,
ma lo amo. Adoro artisti come James Taylor, Carole King, con la
Francesco Milazzo.
loro semplicità e quel gusto incredibile, così onesti. Oggi ascolto
Abbiamo usato molto gli ambienti, i riverberi naturali, abbiamo re-
ossessivamente Feist (l’ultimo album Metals è davvero incredibi-
gistrato in salotti, corridoi, scale, perfino in un lavandino; i brani
le, minimale e al contempo lirico, meraviglioso) ed Aimee Mann,
sono costellati di scricchiolii di sedie, finestre che sbattono, cani
un’autrice sorprendente. Per quanto riguarda i testi, sono sicura-
che abbaiano, tutte cose che non sempre abbiamo cercato, ma
mente influenzata dalla letteratura americana di Carver, Jack Lon-
che credo facciano emergere la vera anima del disco: un disco
don, John Steinbeck. Mi piacciono le scritture scarne, crude, che
casalingo, caldo, familiare, pieno di amore. Tutto questo esprime
lasciano spazio all’interpretazione. Spesso scelgo di essere meno
molto bene il piccolissimo concetto che sta alla base dell’album,
chiara per dare più sfaccettature al mio lavoro. Non amo fare nomi
cioè prendersi cura delle cose. Prendermi cura di me stessa, in
e cognomi; non amo l’alta definizione.
primo luogo, ma anche degli affetti; delle persone che mi amano o
Il tuo album d’esordio “Taking Care” è uscito da pochissimo. Rac-
che mi hanno amata, restituire quei gesti, a volte gli sforzi, a tutti
contaci qualcosa sulla sua realizzazione.
quelli che sono riusciti a starmi accanto, nel bene e nel male.
Beh, potrebbe essere un lunghissimo racconto…Vediamo.
Quest’anno per me è stato davvero il più intenso che abbia mai
Circa un anno fa ho raccolto la maggior parte dei brani che ora
vissuto, da ogni punto di vista. Ho imparato e capito tantissimo;
sono presenti nell’album e, insieme alla band, decisi che era il mo-
ora so come conservare tutte queste cose e non dimenticarle mai.
mento di registrare qualcosa. Avevo voglia di vivere l’esperienza
Vorrei aggiungere che tutto questo è stato possibile grazie alla
dello studio (che poi uno “studio” non c’è mai stato), sentivo la ne-
BlackBackCalico, etichetta nata praticamente in contemporanea
cessità di avere qualcosa di vero e ben fatto che mi permettesse di presentarmi nel mondo del lavoro. Le registrazioni dovevano iniziare a Giugno, ma presto capii che non sarebbe stato possibile a causa di problemi personali che poi si “risolsero” in un grave lutto. Una volta tornata in me, mi sono buttata di testa, facendo scelte difficili, a volte anche sbagliate, ma di cui non mi sono mai pentita. Dovevo farlo; non ho mai sentito un bisogno più grande. Con l’aiuto e la collaborazione di molti amici siamo riusciti ad iniziare l’incisione
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A.R.T. artistic resources of tomorrow
cosa poteva essere suonata meglio? A parte questo e la stanchezza fisica che si accumulava, è stato molto bello, naturale ed emozionante. Progetti futuri? Molti. Questo disco, oltre che per le mie motivazioni ed esigenze personali, è stato fatto per avere un “biglietto da visita” e per essere venduto dopo i live. Quindi il prossimo passo è suonare molto, ovunque, in qualsiasi formazione; anche da sola, voce e chitarra. Se la fortuna mi assisterà e se il mio lavoro vale qualcosa, mi auguro di estendere la portata di questo sforzo a un pubblico più ampio. Poi, probabilmente, mi al disco, e alla MILK. Mai vista gente con tanto coraggio, sono dav-
avventurerò in Europa, credo in Olanda o in Inghilterra. Da quando
vero contenta di questa produzione.
abbiamo ultimato la produzione dell’album, poi, non vedo l’ora di
Che cosa ami di più del mondo della musica?
ricominciare a scrivere. Il mio linguaggio sta cambiando... anzi, è
Io amo la musica, e il mondo della musica che concepisco è la
già cambiato, ma ancora non so come, e voglio scoprirlo presto.
musica. Amo i miei musicisti e amici; li amo per come si esprimo-
Qual è il tuo motto?
no attraverso i loro strumenti e per la gioia che portano. Amo la
Ho un gruppo di amiche da molto tempo e abbiamo un motto che è
libertà che sento quando lavoro con queste persone, amo che la
la parafrasi di un passo dell’antologia di Spoon River, e cioè: fronte
musica sia la forma misteriosa del tempo, e amo che, per defi-
alta e petto al nevischio.
nizione, dia importanza a ogni secondo, ogni attimo che viviamo.
Che cosa vorresti dire ai nostri lettori?
Ho conosciuto tanti musicisti arroganti che non avevano niente da
Innanzitutto, li vorrei ringraziare di aver letto questo articolo, e poi
dire, ma quando incontri quelli “giusti”, è quasi come innamorarsi.
vorrei condividere un pensiero positivo, e mi sbrigo perché po-
In sostanza, di questo mondo, amo le infinite possibilità, l’impreve-
trebbe andarsene in fretta: fate quello che vi piace fare. Affrontate
dibilità della maggior parte delle situazioni, il senso di avventura e
i desideri, sforzatevi di realizzarli, non pensateci troppo, fatelo.
soprattutto la varietà di persone, suoni, atmosfere che ho la pos-
Questi ultimi due anni mi hanno insegnato questo, tra le altre cose.
sibilità di conoscere.
Non avete idea di quanto io sia pigra, capisco bene il meccanismo
Cosa invece non ti piace?
dell’auto-sabotaggio, quindi credetemi se vi dico che sono onesta
Molte cose. Odio che il mercato italiano annulli la possibilità di
in questo mio invito.
scegliere cosa ascoltare che, invece, dovrebbe essere alla base di tutto; divento molto suscettibile quando le cose mi sono propinate invece di essere solo proposte. Non mi piace che questo lavoro sia reso ancora più difficile, se non impossibile, da persone che
Livia Ferri
spesso non hanno niente a che fare con la musica concepita come arte e potente mezzo culturale. Qual è stata la difficoltà più grande che hai dovuto affrontare? Conciliare l’organizzazione di tutto con la creatività. Non sono ancora una professionista e, soprattutto quando si tratta di registrare, la mia esperienza è minima. C’è stato un giorno in cui non sono riuscita a tenere niente di quello che avevo cantato. Non mi piaceva nulla, la voce non usciva e, quando lo faceva, diceva cose sbagliate. A volte poi tornavo a casa e, riascoltando il lavoro fat-
facebook: liviaferriandband
to, dubitavo di tutto: sarà giusto questo arrangiamento? Questa
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Libri
madama sbatterflay (Luciana Littizzetto)
“Non ci resta che ridere, care Madame Sbatterflay. Anche se lo spread sale e il Walter scende, e a noi rimane solo il bandolero stanco, il nostro bell’addormentato nei boxer. Anche se in tempi di vacche magre (beate loro!), i politici fanno a gara a chi la combina più grossa, se Emi(nens) non paga l’Imu, il Berlu alza i tacchi, e l’uomo del Monti dice no. Se siamo passati dall’onorevole Bocchino all’onorevole Passera. Se certa gente non sa più cosa inventarsi: lo scalda-walter e il pisciavelox, i preservativi firmati e il certificato di garanzia per la Jolanda. Se Belén va con Belìn, Carla è sempre più snob e George Clooney sempre più tronco di pino”. Anche in questo nuovo libro la Littizzetto riesce a farci divertire… anche quando non c’è proprio niente da ridere.
ai piani bassi (Margaret Powell)
ll libro che ha ispirato la serie tv Downton Abbey. Le memorie ironiche e sulfuree di una cuoca che osserva l’esistenza dorata in una grande magione aristocratica negli anni Trenta. Un documento unico, diventato subito caso editoriale. Nelle pagine del libro viene descritto il mondo diviso in due: ai piani bassi (downstairs), nel seminterrato, la folta schiera di maggiordomi, cameriere e servitori oppressi da un orario di lavoro troppo lungo, dalla mancanza di libertà e del salario insufficiente. Per contrasto, ai piani alti, (upstairs), i padroni che, con le loro tradizioni e con i loro riti “irrinunciabili”, vivono un’esistenza spesa tra comodità e lussi.
Il giardino delle pesche e delle rose (Joanne Harris)
“Il giardino delle pesche e delle rose” rappresenta il seguito di Chocolat, il romanzo di Joanne Harris da cui è stato tratto l’omonimo film di successo. Vianne Rocher adesso vive a Parigi. Quando il vento inizia a soffiare Vianne percepisce che qualcosa sta per accadere. Un giorno, infatti, riceve una lettera inaspettata. E’ da parte di Armande, sua amica di vecchia data, la quale la invita a tornare a Lansquenet, il piccolo villaggio nel sud ovest della Francia dove tutto è iniziato, nella cioccolateria che aveva aperto otto anni prima. Armande ora è morta, e nella lettera scrive all’amica che qualcuno ha bisogno del suo aiuto.
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A.R.T. artistic resources of tomorrow
Le parole del nostro destino (Beatriz Williams)
Kate ancora non ci crede: Julian Laurence, affascinante multimilionario, non solo si è perdutamente innamorato di lei, ma le ha pure chiesto di andare a vivere insieme nella sua favolosa villa sulla costa del New England. La ragazza accetta senza esitare: Julian è l’uomo dei suoi sogni, e forse anche di più. Ma, col passare dei giorni, Kate si rende conto che quell’uomo perfetto nasconde un segreto, un segreto che risale a moltissimo tempo prima...
Mirtilli a colazione (Meg Mitchell Moore)
Burlington, Vermont. Il tavolo della colazione sembra un campo di battaglia. Uova strapazzate sbocconcellate, macchie di marmellata mista a yogurt, briciole di pane sulla tovaglia. In salotto giocattoli sparsi a terra e il pianto di un neonato. Ginny e William pensavano di non doversi più occupare di queste cose visto che tutti i loro figli, ormai grandi, se ne erano andati finalmente a vivere per conto loro. Progettavano di godersi in pace gli anni della vecchiaia, ma dopo un solo, breve weekend, la casa è nuovamente invasa da tutta la loro progenie (comprensiva di bambini e problemi). William e Ginny hanno di fronte a loro una lunga, lunghissima estate in cui, fra piatti rotti, urla selvagge, ma anche le carezze tenere delle dita paffute di un nipotino, devono imparare a conoscere di nuovo i figli e i loro problemi, ormai molto più complessi di una caduta dalla bicicletta e un ginocchio sbucciato. Perché non si smette mai di essere genitori.
Le terzine perdute di Dante (Bianca Garavelli)
Parigi, inverno 1309. Dante, stanco e spaventato, sta attraversando un ponte sulla Senna. Sente un passo minaccioso alle sue spalle, teme sia quello di uno dei suoi molti nemici. In realtà è Marguerite Porete, mistica accusata di eresia, una donna su cui grava un peso terribile. Con lei il grande poeta riesce a sentirsi a casa anche in esilio, ma ben presto scoprirà di essere diventato il centro di una guerra spietata fra due ordini che agiscono nell’ombra. Un grande segreto è in gioco e l’Alighieri, depositario prescelto, dovrà trasmetterlo alle generazioni future per salvarle da una minaccia incombente. Oggi. Riccardo Donati è un cultore di filologia romanza frustrato, eppure in lui arde ancora un desiderio potente di sapere grazie al quale si imbatte in un misterioso svolazzo a margine di un manoscritto che ha tutta l’aria di essere la firma autografa di Dante. Da questa incredibile scoperta prende il via un turbine di avventure pericolose ed emozionanti in cui sarà coinvolta anche Agostina, bella ed energica ragazza sempre presente in ogni momento difficile. I due saranno costretti a una fuga che li porterà fino a Parigi, dove li attende lo scioglimento del mistero.
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Flying Books... La leggenda dei libri viaggiatori Vorrei raccontarvi una storia, molto simile a una favola, per questo, vi prego, non vogliatemene se inizierò così:
C'era una volta...
Un block notes in bianco; il suo aspetto era molto banale e avrebbe potuto facilmente confondersi con tanti altri della sua specie ma, nel suo cuore, egli sentiva di essere destinato a qualcosa di più. “Cosa lo rendeva tanto diverso?” vi chiederete; la risposta è presto detta: un’aspirazione; il suo grande desiderio era quello di custodire i più profondi pensieri della gente e portare un messaggio di pace e uguaglianza a chiunque lo avesse incontrato. Capitò che, in un giorno “qualsiasi”, il nostro protagonista fece un incontro che gli cambiò la vita; venne notato da un’artista visionaria di nome Clare Nias che ne capì le potenzialità e decise di rendere il caro libriciattolo un “veicolo” per mettere in contatto persone di tutto il mondo. Iniziò portandolo sempre con sé, facendolo passare di mano in mano a chiunque incontrasse durante i suoi viaggi. Il piccolo block notes vide realizzarsi il suo sogno: venne riempito con i disegni, i pensieri e le speranze di tanta e tanta gente, diventando il custode di una vasta conoscenza che sarebbe stata diffusa attraverso un’operazione di condivisione mondiale.
Fine
O forse no? Dopo quel primo viaggio, partito da Brighton nel 2005, molti altri Flying Books sono stati iniziati ( oggi ne esistono più di cento) e migliaia di persone hanno voluto partecipare a questo progetto, condividendo i propri racconti ed esperienze. Non sappiamo con certezza se ci siano ancora dei libri viaggiatori in giro per il mondo ma, chissà, potrebbe capitarvene uno tra le mani da un momento all’altro. www.flyingbooks.net
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CONTACTS:
info@flyingbooks.net
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Un’immagine vale più di mille parole
di Candida Paolucci
Follow us on
Siamo ormai tutti abituati ad usare comunemente il termine “social network”. Chi li ama, chi li odia... certo nessuno può più ignorarli. Ce ne sono tanti e per tutti i gusti, a partire dal più noto, il buon, vecchio Facebook, luogo d’incontro tra amici che si ritrovano in rete per fare due chiacchiere e “impicciarsi” della vita dei propri conoscenti; come non citare anche l’uccellino blu di Twitter..., fino all’uccellino blu di Twitter che, con i suoi 140 caratteri, è diventato il punto di riferimento per la condivisione di news in tempo reale e il mezzo più diretto per tenersi aggiornati sulle vicissitudini dei propri idoli. Ma ecco che, dopo tante “chiacchiere”, fa la sua comparsa un social network in grado di appagare la vista. Fondato nel 2010 da Evan Sharp, Ben Silbermann e Paul Sciarra, Pinterest (nome derivato dall’unione delle parole inglesi pin (appendere) e interest (interesse)) è interamente dedicato alla condivisione di fotografie, video e immagini, basandosi sull’idea di creare un catalogo on-line delle ispirazioni dei suoi utenti. L’obiettivo prefissato è molto ambizioso: mettere in contatto persone da ogni parte del mondo attraverso le foto delle cose che ritengono più interessanti e che vengono, quindi, “pinnate” su una bacheca virtuale, proprio come si faceva un tempo con le puntine sui pannelli di sughero... ma in modo più ordinato. Infatti, ogni immagine trova una sua precisa collocazione in un’altrettanto precisa categoria: si spazia dall’architettura ai tatuaggi, dallo sport alla moda, dall’arte al giardinaggio, passando per la scienza, i viaggi, la tecnologia, i matrimoni e molto, molto altro. Un mondo virtuale fatto di infinite risorse visive, capaci di stimolare l’immaginazione e fornire spunti per arricchire la propria “bacheca personale”. 26
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Design
ludovica cirillo
Design riciclato 30
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di Michele Intreccialagli
iniziò subito a indossarla e ben presto ci accorgemmo che, in città come Amburgo e Berlino, la collana veniva notata con un certo interesse da passanti e curiosi; questo mi ha dato il coraggio di creare altri oggetti e proseguire per questa strada; ma davanti a me c’è ancora un lungo percorso: devo completare gli studi alla LMU architettura di Londra, e poi si vedrà… Come riesci a capire il potenziale nascosto dietro ad un oggetto che, agli occhi degli altri, può apparire comune e scontato? Non c’è un principio o una regola, è solo il senso estetico che mi guida. Sin da piccola i miei genitori mi hanno sempre portato in giro per musei, in particolare in quelli di arte contemporanea e design, oltre che nei negozi specializzati in idee per la casa e la decorazione. Quando ho visto che ciò che creavo riscuoteva un notevole successo, mi sono sentita incoraggiata ad andare avanti. Sono inoltre convinta che essere nata a Roma e in Italia sia un privilegio, perché siamo circondati da bellezze architettoniche e preziosi reperti archeologici che in qualche modo affinano il nostro senso estetico. Quali sono i materiali che ti piace di più usare per le tue creazioni?
Collier “New Nefertiti”
D
Per ora mi trovo più a mio agio con i materiali elettronici, ma per il futuro non penso di fermarmi a questo ambito. La mia ricer-
ifficile da credere ma questa giovane designer ha
ca continuerà e mi porterà a sperimentare con altri materiali…
iniziato a creare i suoi bijoux a soli 16 anni. Gui-
sono attratta da quelli luminosi, in qualche modo “tecnici”.
data dall’intuito e dalla passione per gli strumenti
Sei giovanissima, immagino che l’appoggio dei tuoi genitori sia
tecnologici, è diventata un punto di riferimento
fondamentale per te; come hanno vissuto questo tuo primo ap-
per chiunque apprezzi l’originalità e il riciclaggio;
proccio al mondo lavorativo?
con le sue creazioni riesce a donare una seconda vita a og-
Gli sono molto grata per avermi sempre appoggiata ed aiutata; senza
getti destinati ad essere gettati via, dimostrando che, con un
di loro non avrei potuto partecipare alle mostre, organizzare la mia
pò di fantasia, anche le cose più comuni possono diventare
personale a soli 16 anni al Margutta Ristorarte, partecipare alla se-
dei veri e propri gioielli.
lezione del Ministero della Gioventù del 2010, dalla quale sono stata
Raccontaci come è nata l’idea di creare gioielli ridando vita a oggetti in disuso. É nata per caso quando, a 16 anni, ho pensato di unire la passione per i gadget elettronici alla mia abilità manuale. Dovevo partire per una vacanza nel nord dell’Europa e decisi di portare con me alcuni oggetti elettronici che non usavo più: li ho assemblati insieme seguendo il mio intuito che poi, alla fine, ho assemblato insieme seguendo il mio intuito e, così, nacque la prima collana della collezione ‘on air’. Mia madre Collana “On Air”
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Collana “Crazy type”
scelta tra 200 talenti italiani. Questo mio curriculum mi ha permesso di essere scelta a Londra dalla London Metropolitan University per frequentare la facoltà di architettura (oggi sono al secondo anno). Di recente mi hanno incoraggiato ad accettare l’invito del Museo Maxxi che mi ha voluto come protagonista di una conferenza sul design del riuso, nella sezione Youth Architect Project . Lo scorso Novembre mi hanno rappresentato alla Mostra del museo del Riciclo, all’esposizione di Ecomondo, alla fiera di Rimini. Insomma, i miei genitori sono stati i miei primi, convinti sostenitori, e poi ringrazio anche Emilio Sturla Furnò che, sin dagli inizi, mi ha seguito non solo come ufficio stampa, ma anche come grande amico; mi ha saputo consigliare mentre “muovevo i miei primi passi”. C’è uno stilista o un designer in particolare che ammiri più degli altri e da cui trai ispirazione?
Orecchini “Crazy type”
Mi ispiro al concetto di Lavoisier: “Nulla si distrugge ma tutto si trasforma”; se si entra in quest’ottica il mondo ap-
Di sicuro alla prima collana “on air” che ho realizzato e
pare diverso e ogni oggetto può diventare qualcos’altro,
agli orecchini della stessa collezione. Sono affezionata
basta avere un pò di fantasia.
anche a quella che ho realizzato ad Edimburgo durante un
A quale delle tue creazioni sei maggiormente legata, e perché?
Erasmus per le scuole superiori, assemblando tastini, lin-
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guette delle lattine e mini disc. Quella che mi ha coinvolto di più è anche la più spettacolare: la collana “crazy type” mi ha richiesto 30 giorni di lavorazione e sperimentazione. C’è un personaggio famoso che ti piacerebbe indossasse uno dei tuoi bijoux? Adoro i Cold Play, ho seguito molti dei loro concerti e sarebbe fantastico se volessero indossare un mio bijou, magari fatto apposta per loro. Paolo Nutini ha i miei gemelli, come anche Renzo Arbore. Anche l’attrice Premio Oscar Melissa Leo ha un mio bijou, ma la mia prima estimatrice e cliente è stata Alda Fendi; a seguire, Maria Rosaria Omaggio, Octavia Fusco, Metis Di Meo. Dove possiamo trovare le tue creazioni? Si vendono a Roma da Re(u)se, in via Fontanella Borghese, e al Margutta Ristorarte. Tra qualche tempo spero di portarle anche a Firenze, visto che Luisaviaroma ha scelto in esclusiva alcuni miei bijoux per il suo punto vendita e il suo sito internet; potete acquistarle anche via internet sul mio sito web. Quali sono i tuoi progetti futuri? La mia priorità è proseguire gli studi di Architettura e nello stesso tempo portare avanti il mio marchio byLUDO. A piccoli passi, vorrei iniziare la vendita di oggetti di nicchia che ora faccio realizzare in maniera artigianale da un laboratorio che ha sposato in pieno la mia filosofia del riuso. Cosa vorresti dire ai nostri lettori? Se amate il nostro pianeta e volete salvaguardarlo, scegliete di acquistare oggetti realizzati con il concetto del riuso; sono decisamente più divertenti e contribuiscono ad evitare l’aumento del numero di discariche, realtà che spesso minaccia la salute e la tranquillità di molti cittadini italiani. In alto manicotto “New Nefertiti” A sinistra collier “Mouse”
Ludovica Cirillo
web: www.byludo.com mail: byludoby@gmail.com facebook: byludo
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volti di un
pallet di Luisella Cavallari
I pallet, si sa, sono sempre stati oggetti dall’animo incostante e ambizioso; una volta si accontentavano di svolgere la funzione per cui da sempre sono stati creati (che, comunque, è di primaria importanza, visto che senza di loro non si potrebbe procedere alla movimentazione di molte merci), ma oggi, per adeguarsi agli standard di un mondo sempre più competitivo, anche loro hanno deciso di ribellarsi ad un destino già scritto. Non volendo più apparire come delle semplici attrezzature da trasporto, hanno deciso di riproporsi come oggetti dalle mille potenzialità. A questo punto concedetemi di dire che solo un cuore di pietra potrebbe rimanere insensibile a una richiesta così accorata e, tra l’altro, perfettamente in linea con l’idea di riciclaggio dei materiali. E allora, aiutiamo i pallet nella loro guerra alla banalità; non sapete da che parte cominciare? Fatevi guidare da chi ha già saputo andare oltre il loro aspetto prettamente industriale. 34
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20mq di Luisella Cavallari
In tempo di crisi il mercato rionale è più che mai visto come un caro amico a cui fare visita. I prezzi sono convenienti e le persone che si incontrano tra i banchi hanno il rassicurante aspetto di chi ti conosce da sempre. C’è il banco del pesce, quello della frutta, quello del design… eh, si! Avete capito bene! A Testaccio, uno dei quartieri più antichi e vibranti della capitale, nel cuore di uno storico mercato, potrete trovare un piccolo negozietto (20 mq, appunto) interamente dedicato a creazioni di design innovative e divertenti; dagli oggetti per la casa, agli oggetti di uso personale, dalle borse, ai gioielli, alle magliette, ai portafogli. Gli hunter’s design di 20MQ (Massimiliano Rubcich ed Emanuele Vitale) girano in Italia e all’estero per riportare gli oggetti che ritengono più interessanti, mettendo a nostra disposizione dei pezzi che, se non fosse per loro, non verrebbero nemmeno distribuiti nel nostro Paese. I prezzi sono in linea con la scelta di stare in un mercato rionale: dai 5€ fino ad un massimo di 200€.
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Via Aldo Manuzio 66 Box 27 00153 Roma Italia www.20mq.com
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Creatività
verde
Quando si parla di pubblicità viene subito in mente qualcosa di prettamente legato all’economia: un’attività commerciale investe del denaro per vedere il proprio marchio su cartelloni, pagine di giornali, spot televisivi e raggiungere, così, un numero sempre più vasto di possibili acquirenti. Tutto molto giusto, indubbiamente, ma un po’ limitato. Quello a cui non si pensa mai è alla creatività che può star dietro ad ogni pubblicità che ci capita di vedere; allo studio dei dettagli, la fantasia, l’idea geniale che catturerà la nostra attenzione convincendoci a comprare un prodotto piuttosto che un altro. Se poi a tutto questo si unisce il concetto di eco-
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sostenibilità, si fa del bene all’azienda, ma anche all’ambiente. Questa è l’idea del team di GreenGraffiti, la prima iniziativa di comunicazione sostenibile in Italia che ha lo scopo di convincere i consumatori ad assumere comportamenti responsabili da un punto di vista sociale e ambientale. Un concetto veramente difficile da mettere in pratica perché le minacce all’ambiente scaturiscono, spesso, da elementi che mai si sarebbe pensato essere cause dell’impronta della C02 ma, con dedizione e attenzione, questa azienda riesce a fare la differenza. Le loro iniziative vi sapranno stupire ma, d’altra parte, le immagini parlano da sole...
greengraffiti.italia@gmail.com www.greengraffiti.it Facebook: Green Graffiti Italia
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LM I F N U N I E M CO
di Daniele Mariani
ntano tali film preferiti dive ri st no i so es Sp e fanno ambientazioni ch le al e ch an ie az gr e coinvoltricate trame ch in le al do on sf da ini speristi. Castelli, paes on ag ot pr i no go e che ci fiato… meno mal za oz m e st vi ti, du chi aperti… i sognare ad oc rc fa a m fil i no so a? provare di person ma perché non
ALNWICK CASTLE
Alnw
ick,
UK
L’esterno di questo imponente castello medievale è stato usato nei primi due film di Harry Potter per rappresentare la sede della scuola di Hogwarts. Un luogo quantomeno magico, non trovate?
Ven e
zia,
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CHIESA DI SAN NICOLO’ DEI MENDICOLI 40
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Nel 1973 l’ architetto interpretato da Donald Sutherland nel film “A Venezia... un dicembre rosso shocking” era impegnato nella ristrutturazione di questa chiesa del 12esimo secolo. Solo un consiglio: nel caso vedeste aggirarsi nei dintorni una figura incappucciata in un impermeabile rosso… meglio evitare di seguirla.
Sa
rg , lzbu
Au s
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Se siete dei fan del film “Tutti insieme appassionatamente” non potrete resistere all’idea di seguire le orme di Maria e i von Trapps nei giardini dove è stata cantata la celebre canzone “Do-Re-Mi”.
MIRABELL GARDENS
CAFE DES DEUX MOULINS
L’intero quartiere di Montmartre ha fatto da sfondo alle avventure della dolce Amèlie, ma questo è proprio il café dove la nostra eroina lavorava mentre lasciava volare lontano i pensieri che componevano le sue fantasie.
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DESERTO DI TABERNAS
A
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Questo deserto europeo ha “interpretato” il Far West americano in film come “Il buono, il brutto e il cattivo” e “Per un pugno di dollari”. Lo scenario ideale per sentirsi come Clint Eastwood, anche solo per un giorno.
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Appuntamento al cinema
VITA DI PI drammatico, fantastico diretto da Ang Lee e interpretato da Suraj Sharma, Irrfan Khan, Tabu, Rafe Spall, Gérard Depardieu, Adil Hussain, Shravanthi Sainath, Ayush Tandon, Andrea Di Stefano, Gautam Belur.
Quando il padre del giovanissimo Pi Patel, proprietario di uno zoo, decide di trasferirsi in Canada, la famiglia si imbarca con tutti gli animali su una nave. La nave però naufraga, e Pi si ritrova nel bel mezzo del Pacifico su una zattera, in compagnia di una zebra, di una iena, di un orango e di un’immensa tigre del Bengala di nome Richard Parker.
20 dic
20 dicembre
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RALPH SPACCATUTTO genere animazione, commedia, ragazzi diretto da Rich Moore e interpretato da John C. Reilly, Jack McBrayer, Sarah Silverman, Jane Lynch, Adam Carolla, Jamie Elman, Rachael Harris, Dennis Haysbert, Mindy Kaling, Edie McClurg.
Ralph Spaccatutto è il cattivo ragazzo che lotta contro il perfetto Fix-It Felix in un popolare videogame. Il problema è che nessuno ama un cattivo, ma tutti adorano gli eroi, così quando un moderno wargame in soggettiva, Sergeant Calhoun, appare sulla scena Ralph lo vede come una possibilità di fuga. Nel tentativo di conquistare una medaglia ed essere stimato per la sua conquista, il personaggio combinerà guai a non finire liberando un terribile nemico capace di distruggere ogni videogioco presente nella consolle. Ralph è l’unica speranza di salvezza per gli altri giochi. Riuscirà a compiere un vero atto di eroismo prima che per i suoi colleghi digitali sia troppo tardi?
I 2 SOLITI IDIOTI genere comico diretto da Enrico Lando e interpretato da Fabrizio Biggio, Francesco Mandelli.
Seguito de ‘I soliti idioti’, adattamento di successo dell’omonimo show televisivo che vede protagonisti il duo Biggio e Mandelli.
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21 dic
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Jack Reacher La prova decisiva diretto da Christopher McQuarrie e interpretato da Tom Cruise, Rosamund Pike, Werner Herzog, Robert Duvall, David Oyelowo, Richard Jenkins, Alexia Fast, Jai Courtney.
Sei spari esplodono improvvisi in una cittadina di provincia dell’Indiana laciando a terra cinque corpi senza vita. Chi è stato? Perché? Domande che sembrano trovare risposta quando, poche ore dopo, viene arrestato un ex cecchino dell’esercito, James Barr. Le prove contro di lui sono schiaccianti, nonostante l’uomo continui a dichiararsi innocente. Toccherà a Jack Reacher risolvere la situazione non tanto per scagionare James Barr, quanto per onorare una promessa fatta quattordici anni prima e inchiodarlo definitivamente.
3 GENN
AIO
Mai Stati Uniti diretto da Carlo Vanzina e interpretato da Ricky Memphis, Ambra Angiolini, Dario Bandiera, Anna Foglietta.
Cinque persone che non si conoscono scoprono di essere fratelli per parte di padre. Il gruppo riceve una grossa eredità, a patto che porti le ceneri del padre in Arizona, in un posto che il padre amava molto. Così i cinque si ritrovano ad attraversare gli Stati Uniti in un minivan, dal South Dakota all’Arizona. Si conosceranno, litigheranno, si scopriranno l’un l’altro.
The Ghostmaker genere horror, thriller della durata di 91 min. diretto da Mauro Borrelli e interpretato da Aaron Dean Eisenberg, Domiziano Arcangeli, Jared Grey, Wes Aderhold, J. Walter Holland, Desmond Lawrence, Liz Fenning, Ford Austin.
Un gruppo di ragazzi ritrova una bara del XV secolo dotata di poteri straordinari. Ad uno ad uno gli amici accetteranno di smaterializzare il proprio corpo e di affacciarsi oltre il confine tra la vita e la morte.
4 GENN
AIO 43
Cloud Atlas genere avventura della durata di 164 min. diretto da Tom Tykwer, Andy Wachowski, Lana Wachowski e interpretato da Tom Hanks, Halle Berry, Jim Broadbent, Hugo Weaving, Jim Sturgess, Bae Du-na, Ben Whishaw, Keith David, James D’Arcy, Zhou Xun.
Sei diverse storie, collegate tra loro, che partono dal remoto Sud del Pacifico del diciannovesimo secolo fino a un futuro post-apocalittico.
10 GEN
NAIO
Quello che so sull’amore genere commedia, drammatico della durata di 106 min. diretto da Gabriele Muccino e interpretato da Gerard Butler, Jessica Biel, Noah Lomax, Dennis Quaid, Uma Thurman, Catherine Zeta-Jones, James Tupper, Judy Greer, Abella Wyss, Grant Goodman.
Un calciatore professionista - ma in crisi - che finisce per allenare il team del figlio con lo scopo di passare più tempo con lui, diventa l’oggetto del desiderio delle affascinanti mamme degli altri piccoli giocatori.
7 febb
10 GEN
raio
NAIO
gambit
Regia di Michael Hoffman. Con Colin Firth, Cameron Diaz, Alan Rickman, Tom Courtenay, Stanley Tucci. continua» Genere Commedia, Ratings: Kids+13, produzione USA, 2012. Durata 89 minuti circa. Da giovedì 7 febbraio 2013 al cinema.
Harry Dean e Emile Fournier vorrebbero avere la preziosa scultura in ceramica cinese posseduta dal ricchissimo lord Shahbandar. Ingegnosi come pochi, coinvolgono nell’impresa Nicole Chang, una seducente ragazza molto simile alla moglie defunta del lord. Avventurieri e ambiziosi, riescono a portarsi a casa la scultura ma non sanno che quella presa è solo la copia dell’originale. Nicole si sente presa in giro, si arrabbia e decide di abbandonare il gruppo ma Harry distrugge la scultura, pur di dimostrare l’amore per lei. Ma avrà eliminato la scultura originale o la copia?
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Studio illegale Regia di Umberto Carteni. Con Fabio Volo, Ennio Fantastichini, Zoé Félix, Adriano Braidotti Genere Commedia, produzione Italia, 2012. Da giovedì 7 febbraio 2013 al cinema.
Andrea Campi è un giovane avvocato che lavora nella sede milanese del prestigioso studio legale internazionale Flacker Crunthurst and Kropper, specializzato in importanti operazioni societarie per conto di grandi colossi industriali. Per fare carriera Andrea ha rinunciato ad avere una vita sociale. Ora lavora fino a notte fonda, mangia pizza e sushi sulla scrivania, vive con un bonsai e parla con il muro. Le giornate scorrono tra pause alla macchinetta del caffè, redazione di contratti e riunioni interminabili, fino al giorno in cui Andrea si trova coinvolto in un nuovo progetto particolarmente delicato. Le responsabilità si moltiplicano, come pure le ore di lavoro e le sfuriate di un capo sempre su di giri. È l’inizio di un turbine di eventi e incontri che sconvolgerà per sempre la sua esistenza..
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This Is 40 Regia di Judd Apatow. Con Leslie Mann, Megan Fox, John Lithgow, Paul Rudd, Melissa McCarthy. continua» Genere Commedia, Ratings: Kids+16, produzione USA, 2012. Da giovedì 7 febbraio 2013 al cinema.
Paul Rudd e il suo miglior amico Judd Apatow si sono riuniti per confezionare un’altra commedia che porta il marchio di fabbrica Apatow. Il film riprende la storia da dove l’aveva lasciata il campione di botteghino Molto incinta, o per l’esattezza cinque anni più tardi, con Rudd e Leslie Mann ancora una volta nei panni dei coniugi Pete e Debbie, ma stavolta da protagonisti, e Jason Segel come supporter: in pratica i ruoli si sono invertiti. This Is Forty è in tutto e per tutto uno spinoff di Molto incinta.
7 febb
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Anna Karenina
io 21 febbra
Regia di Joe Wright. Con Keira Knightley, Jude Law, Aaron Johnson, Kelly MacDonald, Matthew MacFadyen. continua» Genere Drammatico, produzione Gran Bretagna, 2012. Durata 130 minuti circa. Da giovedì 21 febbraio 2013 al cinema.
Il romanzo “Anna Karenina” di Lev Tolstoj narra la storia della ribelle Anna, una donna sposata a un alto funzionario che si innamora dell’affascinante, ma superficiale conte Vronskij. Anna abbandona il tetto coniugale per vivere la sua storia d’amore con l’amante. Dopo la nascita della figlia, la totale emarginazione dal mondo dell’alta società in cui ha finora vissuto la trascinerà in un vortice di ansia, depressione e nevrosi che la spingeranno, infine, al suicidio.
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