A.R.T.
n. 2 Anno 1 - 2011 Bimestrale
Artistic Resources of Tomorrow
interviste e biografie di artisti emergenti
. T . R . A From: rs e d a e R To: ArteModaDanzaDesignMusicaFotografiaLetteraturaTeatro&Cinema
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Tipografia GraficaVallelunga
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Editoriale
Direttore Responsabile Mario Cappelli Direttore Editoriale Désirée Bei desiree.bei@art-mag.it Progetto Grafico e Impaginazione Filippo Mariani grafica@art-mag.it Collabolatori: Michele Intreccialagli,Giulia Colapietro Lucia de Grimani, Candida Paolucci Daniele Mariani, Mariana Emilia Varanese Grafica Web Luca Pasqualini luca.pasqualini@art-mag.it Per info info@art-mag.it www.art-mag.it Distribuzione Gratuita Stampa Tipografia Vallelunga (Campagnano di Roma)
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Anno 1 - Numero 2 copia omaggio Dicembre/Gennaio 2011 Pubblicazione bimestrale In attesa di registrazione presso il Tribunale di Tivoli
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Eccolo, finalmente. Anche quest’anno il fatidico periodo delle feste non si è fatto attendere, esplodendo tra le vetrine dei negozi e le pubblicità in televisione, con quelle allegre canzoncine che diventano veri e propri tormentoni. Ogni anno sembra iniziare sempre prima: non si fa in tempo a togliere le decorazioni di Halloween (perché ormai anche in Italia non si può non festeggiare Halloween), che ecco spuntare ghirlande e decorazioni colorate, pronte a rallegrare le grigie giornate invernali. Non so cosa ne pensiate voi, ma io non riesco mai a trattenere il mio spirito natalizio. Non voglio parlare dell’aspetto religioso della festività, anche perché è giusto che ognuno lo viva in maniera personale e privata, ma dovete sapere che io faccio parte di quel gruppo di persone che fanno ancora il conto alla rovescia per poter addobbare l’albero, non si perdono neanche uno di quei film sul Natale (anche se programmato ad Agosto!) e adora pensare a modi sempre più originali per realizzare le decorazioni della propria casa. Mi piacciono le grandi tavolate, le discussioni su cosa cucinare la sera della Vigilia, le serate con gli amici a giocare a quei giochi di carte che, non si sa per quale ragione, sembrano essere “assolutamente vietati” in tutto il resto dell’anno. Onestamente, anche il traffico, in questo periodo, sembra più “accettabile”, forse per la consapevolezza che quella coda infinita di macchine altro non è che il risultato della ricerca del “regalo perfetto” da fare alle persone care. Come avrete senz’altro capito, in questo numero di A.R.T., oltre alle interviste fatte a dei giovani talenti dalle doti artistiche incredibili (leggere per credere, signori miei!), troverete tante idee utili per “affrontare” le feste imminenti, dai film da vedere sotto alle coperte, ai libri da leggere vicino al camino, fino ai centrotavola originali per arricchire la vostra tavola. Non mi resta che augurarvi una buona lettura e buone feste.
é vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati da: Edizioni Ireco srl
Désirée Bei
IRECO
Edizioni Ireco
srl
Via Prato Roseto,33 - 00060 Formello (Rm) email: ireco@ireco.net P.IVA 08202111004
Bed & Breakfast San Faustino per il vostro soggiorno di charme nella magica terra della Tuscia Il Bed & Breakfast San Faustino è una splendida residenza di charme del VII secolo, collocata nel centro storico di Viterbo. Le camere da letto, silenziose e panoramicissime, sono ampie e dotate di bagno in camera, tv satellitare, wi-ďŹ e aria condizionata. La sala da pranzo e la grande terrazza, con vista su tutto il territorio della Tuscia, sono allestite per ricche colazioni e per offrirvi deliziose degustazioni di prodotti tipici locali. Presso la nostra struttura potrete trovare anche massaggi shiatsu, vaucher per centri termali e indicazioni su eventi, escursioni e luoghi di interesse della Tuscia.
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Sommario
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Design Alessandro La Rocca
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Ironman
Arte Andrea Luceri
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Film sotto l’albero
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Moda Giulia Attioli
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I fumetti di Lucifero
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Dalle bambole alle sfilate
La rivoluzione dei fashion blogger
Musica Vittorio Montalti
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Musica classica... ma non la classica musica
Guida ai regali
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Pamela Quinzi Design
www.pamelaquinzidesign.com
Sommario
24 Fotografia Carmen Amato
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La fotografia è la migliore terapia
Letteratura
Danza Simone Ginanneschi
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Vivere per danzare
Teatro
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Posta
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Facebook: A.R.T. Artistic Resources of Tomorrow
web: www.art-mag.it
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Design
Alessandro La Rocca Ironman di Désirée Bei
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a lavorazione del ferro è un’arte antichissima e affascinante grazie alla quale Alessandro riesce ad esprimersi unendo tradizione e innovazione. Questa passione, coltivata ancora prima dal padre, lo spinge a riprendere il lavoro del fabbro in chiave artistica e funzionale, portandolo alla creazione dei suoi “Particolari in ferro”, oggetti di design creati in modo artigianale. La creatività e la progettazione trasformano il ferro grezzo in manufatti dalle forme armoniche e levigate, che mettono in evidenza la lavorazione manuale di ogni costruzione. I colori naturali e le smerigliature vengono fissate a forno con vernici trasparenti per far risaltare i particolari e le imperfezioni, che rendono ogni oggetto un opera unica e sempre diversa.
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Come e quando nasce la tua passione per il design? La passione nasce pochi anni fa quando, per necessità, decisi di costruirmi un tavolo da cucina simile a quelli che si vedono nei negozi di design. Da quel momento ho voluto mettere in gioco la mia abilità manuale scolpendo i diversi formati metallici che l’officina mi poteva fornire. Ho unito, così, l’idea della creazione ad un nuovo modo di levigare e scolpire il metallo, diverso da quello che avevo visto fare fino a quel momento. Ci tengo a precisare che mi sento uno scultore perché i miei manufatti sono tagliati e scolpiti con una fiamma ossidrica, levigati da una mola e messi insieme con una saldatrice ad elettrodo seguendo una semplice idea di bozza. Le mie saldature, le imprecisioni, i tagli non possono essere repli-
cati in serie semplicemente seguendo un disegno Cad letto da una macchina a taglio laser o a controllo numerico. Qual è stato il tuo percorso formativo? Il discorso artistico che ho intrapreso poggia le basi sul classico lavoro del fabbro, con l’utilizzo di metodi tradizionali e dei suoi semplici utensili da officina. Certamente mio padre è una figura chiave nella realizzazione di tutte le mie costruzioni artistiche. Da trentasei anni l’officina meccanica si trova accanto alla casa in cui sono cresciuto, a Biella, perciò osservare la passione di mio padre per il suo lavoro, vederlo utilizzare certi macchinari ed imparare i trucchi del mestiere del fabbro è stata una cosa naturale. Come nascono le tue opere? Credo che le linee morbide e al contempo severe che offre la natura siano
A destra alcune opere in acciaio inox: un innovativo schiaccianoci e due simpatici appendiabiti
state d’importante ispirazione per disegnare i miei manufatti. Ho ripreso forme semplici che mi hanno permesso di usare tubolari e lamiere metalliche di uso comune. Ecco perché ho deciso di mettere in risalto con vernici trasparenti le diverse sfumature del ferro, la saldatura e le piccole imperfezioni del lavoro. Qual è il prodotto che hai disegnato al quale sei maggiormente legato? Stranamente non sono legato ad una scultura o ad un’idea in particolare, ma al percorso che ogni ultimo lavoro mi lascia immaginare ed inseguire. Cosa consiglieresti a chi volesse intraprendere la tua professione?
In realtà questo non è il mio lavoro principale, ma solamente una passione. Non credo di aver scelto questa strada consapevolmente; forse mi ritrovo in questo ambito più per gioco, o semplicemente per la voglia di sfogare la mia creatività sui metalli. Cosa ami di più del tuo lavoro? La cosa più bella è la creazione, l’idea iniziale e il suo sviluppo. La fine di ogni lavoro che eseguo mi lascia sempre un vuoto, ma poi ritorna l’idea e il vuoto si trasforma di nuovo in arte. C’è qualcuno in particolare che ammiri e da cui trai ispirazione? Tutto quello che offre l’arte, la natura e la musica... sono un’infinita fonte da
cui trarre le idee che vengono poi rielaborate con le lamiere e i tubolari che ho a disposizione. Ho utilizzato spesso materiali ritrovati nell’officina di mio padre come scarti di anni di lavoro. Molte costruzioni sono state realizzate partendo proprio dalla disponibilità di questi tubolari di recupero, facendo il percorso inverso rispetto alla mia normale fase di progettazione. Quali sono i tuoi progetti futuri? L’obiettivo principale è certamente quello di prender parte ad alcune esposizioni artistiche che mi diano la possibilità di mostrare i miei lavori, sensibilizzando il maggior numero di persone. Per me è molto importante
Il 19 Giugno 2011 c’è stata l’inaugurazione della scultura per il 150° anniversario dell’ Unità d’Italia, realizzata per aver vinto il bando artistico del Comune di Vigliano Biellese (BI). La scultura in acciaio Cor-Ten ha come titolo “Saldiamo l’Italia” e nasce sulla stilizzazione di tre colonne che simboleggiano i grandi uomini del risorgimento: Garibaldi, Cavour e Vittorio Emanuele II. La base delle colonne è un triangolo irregolare, che trasuda fatica e mette in mostra i segni del tempo. I tagli che ricordano la gamba ferita di Garibaldi, la corona del re e il viso di Cavour sono i simboli della lotta, delle battaglie e delle idee che si levano per creare il simbolo dell’unità. Dalle colonne ferite si staccano le schegge aguzze, che rappresentano le 20 regioni, e si appoggiano davanti alle colonne per essere saldate dagli ideali e dalla storia. La saldatura come simbolo moderno di coesione in questo 150° anno dell’Unità d’Italia.
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In basso troviamo la Lampada Cubo, realizzata a mano con lamina di ferro e tagli al plasma, e la Libreria Totem, composta da una lamina di ferro tagliata e saldata a mano.
In alto e a sinistra sono rappresentati, rispettivamente, un tavolo dalla forma floreale e uno specchio con una cornice dalle linee sinuose. Due esempi delle bellissime sfumature che il ferro riesce ad ottenere dalla lavorazione di Alessandro.
confrontarmi con le opinioni della gente, pareri da cui trarre dei feedback reali che mi incentivino ad insistere o meno su questa strada. Qual è il tuo motto? Lascia che la vita che ti gira intorno ti attraversi l’anima! Cosa vorresti dire ai nostri lettori? Mi raccomando non mancate di visitare le sculture in metallo sul mio sito www.particolariinferro.com
Alessandro La Rocca web: www.particolariinferro.com mail: particolariinferro@gmail.com facebook: Particolari in ferro 12
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“Favole in lamiera” L’idea delle favole nasce come ispirazione del vecchio gioco, quello della nonna che si trova nel solaio un pò arrugginito, con colori sbiaditi a cui è stata aggiunta una filastrocca, in questo caso molto romantica, della favola che l’artista ha chiamato “...IL TEMPO” “...il tempo suona costante le note del cuore...l’anima pura danza con gli occhi infuocati d’amore...”
centrotavola per le feste belli da guardare... e buoni da magiare
Per dare un tocco di originalità alla tavola delle feste basta veramente poco. Se poi a suggerirci come stupire parenti ed amici è un’artista come Luisella Cavallari tutto sembra più facile. Armatevi di creatività e lasciatevi ispirare da questi capolavori facili da realizzare.
Realizzazione: Prendete un pandoro e incidetelo dandogli la forma di una montagna. Incollate poi dei biscotti formando delle piccole casette con tanto di finestrelle e comignoli (facilmente realizzabili con dei wafer dalla forma cilindrica), posizionatele sul pandoro e adornate il tutto con i personaggi del presepe che preferite. Aggiungete dei rametti di pino per formare gli alberelli e spargete lo zucchero a velo. Ecco servito il vostro centrotavola.
Realizzazione: Prendete una spugna per fiori e incidetela dandogli la forma di una piramide. Farcite i vostri bignè con della crema (fate attenzione a non riempirli troppo perché potrebbero diventare troppo pesanti) e infilateli su degli stecchini lunghi. Posizionateli su tutta la superficie della spugna e aggiungete qua e là degli altri stecchini con fissate all’estremità ciliegie candite e piccole meringhe che fungeranno da decorazione al vostro “albero di Natale”.
Realizzazione: Prendete dei mandarini, sbucciateli e posizionateli su un piatto in modo da dargli la forma di un albero di Natale. Incidete delle mele a forma di stella, infilatele su uno stecchino e disponetele qua e la tra i mandarini come decorazione.
Realizzazione: Per i più piccoli (ma anche per i grandi), il giorno della befana potrete preparare in un attimo questo centrotavola divertente e colorato. Dopo aver raccolto dei rametti di pino, inseriteli in una spugna per fiori che avrete sistemato in un piccolo vaso. Aggiungete degli stecchini piuttosto lunghi in cui infilerete tante caramelle gommose e, per completare, posizionate al centro una candela profumata.
Arte
Andrea Luceri
I fumetti di Lucifero
di Désirée Bei
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tate tranquilli, non parliamo di fumetti “posseduti”. Lucifero è solo il nome d’arte di Andrea Luceri, amante dell’arte e fumettista di grande talento. Leccese d’origine, ma romano d’adozione, dopo essersi specializzato in “Disegno Umoristico”, ha iniziato a percorrere una strada che, ne siamo certi, lo porterà molto lontano. Dai suoi disegni brillanti si nota subito una particolare attenzione al dettaglio e all’attualità, caratteristica fondamentale per un vignettista. Il suo “trucco del mestiere”? Disegnare, disegnare e disegnare... Sempre, comunque e dovunque, senza mai trattenere la fantasia. Come e quando nasce la tua passione per l’arte? Quella per il disegno è una passione innata. Ricordo come fosse oggi quando, durante gli anni della scuola elementare, al tempo della Guerra del Golfo, disegnai le caricature di Andreotti, Saddam Hussein e Bush senior. Una sorta di “pecora nera” in una famiglia di “non artisti” che, fortunatamente, non ha mai ostacolato la mia vocazione ma, al contrario, ha sempre incoraggiato la mia fantasia. Qual è stato il tuo percorso formativo? Nella mia Lecce, città in cui sono nato e
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Andrea, come ogni buon vignettista, porta all’estremo tutti quei dettagli che “fanno” un personaggio; infatti il tratto della matita gli permette di mettere in risalto proprio quelle caratteristiche che un osservatore poco attento non riuscirebbe a notare.
vissuto, non ho fatto nessuna scuola di specializzazione. Mi divertivo a disegnare professori e compagni di scuola. Quando c’era un cartellone o uno striscione da fare, la parola d’ordine era: ”Ci pensa Andrea”. Una volta arrivato a Roma ho frequentato la Scuola Internazionale di Comics, diplomandomi nel 2007 con il massimo dei voti, specializzandomi in “Disegno Umoristico”. Cosa ti ha portato ad avvicinarti all’arte delle vignette? Mi è sempre piaciuto questo tipo di arte. Può sembrare strano, ma non sono mai stato un appassionato di giornaletti e fumetti. Amavo ,invece, le vignette satiriche dei giornali e della Settimana Enigmistica, e da li è nato tutto. Quali sono i passaggi che segui quando crei le tue opere? In primis, è la mente che lavora: immagino il personaggio e la scena in cui
farlo “vivere”. Disegno il soggetto su carta, chino, scannerizzo e coloro con Photoshop, anche se, devo dire la verità, amo molto il bianco e nero. C’è qualcuno in particolare che ammiri e da cui trai ispirazione? Per me Jacovitti è un “must”, ma ad ispirarmi sono un po’ tutti i vignettisti e caricaturisti come, per esempio, Forattini. Ad ogni modo, una grande fonte d’ispirazione continua è rappresentata dai miei insegnati della Scuola Comics, che non finirò mai di ringraziare per avermi dato una formazione così completa: Giwa, Andrea Domestici e Mauro Talarico, veri professionisti del settore. Quale delle tue opere è la tua preferita, e perché? Posso rispondere “tutte”? Che consiglio daresti a chi volesse seguire le tue orme? Disegnare, disegnare e disegnare. Sei
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al telefono? Prendi un pezzo di carta e disegna ciò che ti passa per la mente. Stai facendo un aperitivo? Idem. Durante la giornata disegna! Il consiglio è di dare sfogo alla propria fantasia. Personalmente, ogni volta che sono stato costretto a trattenermi i risultati non sono stati gratificanti. Quali sono i tuoi progetti futuri? Continuare a disegnare ed illustrare più libri possibile. Vorrei, inoltre, migliorare ulteriormente come art director e grafico. Qual è il tuo motto?
“Date libero sfogo alla vostra fantasia”
Non ho un motto vero e proprio... Ah si, uno c’è anche se non c’entra niente: “Mangiu, Bbiu e Tifu Lecce” . Cosa vorresti dire ai nostri lettori? Volete fare un regalo diverso? Volete essere ritratti con il vostro personaggio preferito? Volete subire qualche intervento chirurgico ( “matitosamente” parlando )? Vi sposate? Siete stanchi dei soliti inviti e dei soliti tableau? Contattatemi . Persistete sempre nei vostri sogni, siate audaci e coraggiosi nelle vostre scelte e non vi fate mai condizionare negativamente.
Ancrea Luceri web: www.luciferocomics.blogspot.com mail: luciferocomics@gmail.com 16
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La Toeletta di Paola Diploma riconosciuto dall’ ACPT e dal Comune di Roma Per appuntamento: Lunedì - Venerdì dalle ore 9.00 alle 18.00 Sabato dalle ore 9.00 alle 13.00 Via Cassia, 1844 (Zona Olgiata) - Roma - Tel 06. 30892295 - Cell. 393.5111075
Film sotto l’albero Uno dei maggiori piaceri durante le feste è quello di potersi finalmente prendere un pò di tempo tutto per sé, rintanandosi dentro casa e chiudendo i problemi e lo stress fuori dalla porta. Seduti comodamente sul divano, “imbacuccati” in una coperta che lascia scoperto solo il naso (e solo per necessità respiratorie, ovviamente!), pronti a godersi un bel film sgranocchiando snacks o mangiando il panettone. Ma quale film vedere? Abbiamo posto questa domanda sulla nostra pagina di Facebook e questa è la lista dei film di Natale che preferite.
Buona visione!
La vera storia di Babbo Natale
Dove vive? Come fa a portare regali a tutti i bimbi buoni? Questa è la vera storia di Babbo Natale e del magico Regno degli Elfi, dove il simpatico vecchietto regna incontrastato. Almeno fino a quando Patch, un suo aiutante pasticcione e ambizioso, tenta di sostituirsi a lui.
Una poltrona per due
“Il film della Vigilia” per eccellenza; non potremmo mai immaginare di terminare il cenone e non farci due risate accompagnati dalla comicità di Dan Aykroyd e Eddie Murphy
Piccole donne S.O.S. Fantasmi
Un tremendo produttore televisivo riceve la visita di tre fantasmi che, durante la notte della Vigilia, gli faranno fare un viaggio nella sua vita passata, presente e futura, con l’intento di indurlo a cambiare la sua visione della vita.
Un capolavoro della letteratura diventa un film capace di commuovere e regalare ampi sorrisi a chiunque voglia seguire le avventure di quattro bambine nel percorso che le porterà a diventare giovani piccole donne.
La vita è meravigliosa
George Bailey è sempre stato un grande amante della vita, ma una serie di guai lo porterà a desiderare di non essere mai nato. sarà il suo Angelo Custode a mostrargli il tipo di vita che avrebbero vissuto le persone a lui care se lui non fosse mai esistito.
Il grinch
Favola per bambini e adulti. Lo spumeggiante Jim Carrey veste i verdi panni del Grinch, creatura malvagia e dispettosa che, per vendicarsi dell’intero paese di Chinonso, decide di rubargli il Natale. Non preoccupatevi, il lieto fine è assicurato.
Serendipity, quando l’amore è magia
Jonathan e Sara si incontrano per caso in un grande magazzino mentre cercano di comprare lo stesso paio di guanti; sentono da subito una forte attrazione ma sono entrambi fidanzati. Decidono, così, di affidare la loro vita al destino nella speranza di capire se sono davvero fatti l’uno per l’altra.
Mamma ho perso l’aereo
I Gremlins
Da dolci esserini pelosi a disgustose creature capaci di distruggere un’intera città. Lo potremmo definire l’unico film “dell’orrore” in grado di diventare un classico natalizio.
I signori McAllister, nella fretta della partenza, lasciano per sbaglio il figlioletto Kevin a casa da solo; ma il piccolo non si perderà certo d’animo, anzi: si prenderà cura della casa a modo suo, difendendola anche da due malviventi pasticcioni. Nell’avvincente seguito, l’ambientazione si sposta a New York, ma Kevin saprà cavarsela anche nella Grande Mela.
L’amore non va in vacanza
Miracolo nella 34 strada
Le feste sono ormai alle porte quando un maturo signore dai modi eleganti, un bel pancione e la barba bianca viene ingaggiato dai grandi magazzini Macy per impersonare Babbo Natale. Lui sostiene di chiamarsi Kris Kringle ma il suo stile sembra rivelare “qualcos’altro”.
Due giovani donne, due vite totalmente diverse; una vive in Inghilterra, l’altra a Los Angeles, ma entrambe sentono il bisogno di “cambiare aria”. Dopo essersi conosciute su un sito internet per lo scambio della casa, decidono di farlo per davvero: l’una vivrà la vita dell’altra per due settimane.
Love actually
Un film che è diventato un classico di Natale. Le vicende di un gruppo di conoscenti si intrecciano sullo sfondo di una Londra innevata dove l’amore è davvero dappertutto.
Moda
Giulia Attioli
Dalle bambole alle sfilate di Michele Intreccialagli
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iulia è il classico esempio di talento innato. Per confermare quanto detto basta pensare alle sue bambole, sempre vestite di tutto punto con abiti eleganti e mai banali, ovviamente firmati “Giulia Attioli”. Seppur giovanissima, basta guardare i suoi vestiti per capire che tutti quegli anni passati sul tavolo da disegno hanno di Désirée Bei già portato i loro frutti. Sarà meglio non perderla di vista perché arriverà di sicuro molto lontano,
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e voi non vorrete certo perdere l’occasione di essere stati tra i primi ad apprezzare uno dei futuri grandi nomi del mondo della moda, vero? Quando e come nasce la tua passione per la moda? Ho sempre subìto il fascino di questo settore. È una passione nata e cresciuta nel tempo, sin da quando ero una bambina; ho iniziato, nel mio piccolo, creando dei vestitini per la Barbie utilizzando i ritagli di stoffa che mia ma-
dre andava a recuperare nei negozi di tappezzeria. Quale è stato il tuo percorso formativo? Sono stata sempre coerente con le mie passioni e non ho mai avuto dubbi su quale fosse l’obiettivo da raggiungere. Mi sono diplomata al liceo artistico, dopodiché ci sono stati i tre bellissimi anni in cui ho studiato all’Accademia di Alta Moda “ Koefia”, dove ho preso il diploma di stilista. Cosa ami di più di questo mestiere?
L’immensa soddisfazione che provo ogni volta che realizzo ciò che mi suggerisce la fantasia. Cosa invece non ti piace? Detesto quando un lavoro non riesce come lo avevo immaginato, e non mi piace la forte competitività che c’è in questo campo. Come nascono i tuoi modelli? I miei modelli nascono da una semplice ispirazione che può derivare da un colore, dall’ascolto di una canzone, una sensazione... tutto ciò che mi circonda. Il mio scopo è quello di creare qualcosa di semplice ma con un tocco particolare che lo renda diverso da tutto ciò che si è già visto. C’è uno stilista in particolare che ammiri più degli altri e da cui ispiri? In realtà ammiro il lavoro di molti artisti perché ognuno di loro ha delle particolarità che lo rendono unico: la raffinatezza di Valentino, la classe di Armani ,l’accostamento dei colori di Emilio Pucci , Missoni ed Etrò. Qual è il capo che hai disegnato e a cui sei maggiormente legata? Difficile rispondere a questa domanda perché ogni lavoro ha una sua evoluzione e una grande ricerca alle spalle. Metto tanta passione ed energia in ogni capo che realizzo, quindi sono legata in egual modo a tutti quanti. Se te ne dessero la possibilità, per quale personaggio del mondo dello spettacolo vorresti disegnare e perché? I personaggi per cui mi piacerebbe disegnare e creare abiti sarebbero molti, ma al momento mi viene in mente l’attrice spagnola Penelope Cruz: giovane ed elegante nella sua semplicità, dotata di un forte carattere e carisma che riesce sempre a far trasparire nei personaggi che interpreta. In conclusione, in una donna, ad ispirarmi non è solo la bellezza fisica ma anche, e soprattutto, una forte personalità unita ad un carattere determinato. Quali sono i tuoi progetti futuri? Mi auguro di riuscire a perfezionarmi sempre di più sperando, un giorno, di vedere una mia creazione fotografata in una rivista di alta moda.
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Cosa vorresti dire ai nostri lettori? Più che dire qualcosa mi piacerebbe dare qualche consiglio in merito al percorso da seguire per entrare nel mondo della moda, alle esperienze che si possono fare e all’immensa soddisfazione che viene sempre dopo aver lavorato duramente ad un progetto; infatti, anche se sono ancora all’inizio del mio percorso, quello che sto facendo mi permette sicuramente di poter rappresentare un punto di riferimento per chiunque voglia seguire questa strada. Mi piacerebbe
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poter parlare direttamente con chi avesse delle domande, aiutando così i lettori a soddisfare le proprie curiosità o a dissipare dubbi e perplessità.
Giulia Attioli facebook: Giulia Attioli mail: giuliadance@msn.com
La rivoluzione
dei Fashion
Blogger Una Reflex, un computer e un cellulare di ultima generazione. Ecco gli strumenti del mestiere dei famosissimi Fashion Blogger; giovani (e non più giovani) amanti della moda che si ritagliano uno spazio nel web per esprimere il proprio gusto, dando consigli sulle ultime tendenze. C’è chi lo fa seguendo la stessa passione con cui da piccolo abbinava il vestitino al cestino della merenda, oppure per lavoro, aspettando la cosiddetta occasione buona per essere notato. Un fenomeno diffuso in tutto il mondo che ha creato una nuova gerarchia nello spietato fashion system. Alcuni fotografano sé stessi, altri trovano maggiore ispirazione nel realizzare e mostrare scatti di “persone qualsiasi, ma con quel qualcosa in più”. Esattamente come ha fatto il pioniere dei blogger, l’ormai famosissimo Scott Schuman che, armato della sua fedele macchina fotografica, nel 2005, ha iniziato a collezionare scatti di persone incontrate per le strade di tutto il mondo che lo colpivano per i loro outfit originali; questa idea si è rivelata talmente innovativa da portare il suo blog “The Sartorialist” ad essere inserito dal Time nella lista dei 25 blog più influenti al mondo. Così iniziò la “rivoluzione dei blogger”, che sono riusciti ad arrivare lì, dove nessuno si era mai spinto: portare la strada ad avvicinarsi alla passerella diventando il tramite tra i comuni mortali e gli addetti ai lavori più influenti del settore, un anello di congiunzione che ci fa sentire più vicini agli alti gradini dell’Olimpo della moda. La geniale intuizione di Scott sta proprio nell’idea di allontanarsi dagli stantii red carpet dei vip e dalle algide proposte delle passerelle, perché la moda “vera” è quella vissuta, interpretata e rimescolata dalle persone “reali”. Il passo successivo è stato breve: i protagonisti delle foto del buon Shuman hanno deciso che non era più necessario aspettare che lui (o chi per lui) passasse per la loro città. Si poteva fare da sé. Così, nel giro di pochissimo tempo, i Fashion Blogger si sono moltiplicati a dismisura diventando un punto di riferimento per un vasto pubblico che in loro si identifica e accetta di buon grado anche dei consigli. Noi curiosando nel web ci siamo imbattuti in due blog che ci hanno colpito per la loro originalità e simpatia. Date un’occhiata anche voi.
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fashion À porter
Marzi Fabriza e ia Fashion à po rter
L’amicizia mai di mo non passa da
Marzia e Fab rizi con una gran a sono due amiche, giovan de passione i studentess in comune: la e separarsi pe moda. Costr r portare av ette a anti i propri nel fashion bl studi, hanno og un modo trovato per sentirsi le loro abilit più “vicine”; à, si sono cr u nendo ea te mostrare gli su internet u outfits che cr no spazio pe r ea tendenze, ai no e parlare utando chiun delle nuove qu e le segua a stile, o il ves trovare il pr tito giusto pe oprio r ogni occasi one.
Quando nasce la vostra passione per la moda? La nostra passione nasce all’incirca cinque anni fa: sin dai tempi del liceo abbiamo sempre prestato molta attenzione ai dettagli e alla “distinzione”, in particolare Fabrizia per i look e i bijoux, Marzia per le scarpe e gli accessori. Una volta conseguita la maturità scientifica, abbiamo fatto di questa passione il nostro “lavoro”: Fabrizia si è iscritta allo IED di Roma al corso di “Fashion Design” e Marzia all’Università degli Studi di Bari, al corso di laurea di “Scienze e Tecnologie della Moda”. Nonostante la distanza che fisicamente ci separa, la nostra amicizia non ha mai smesso di crescere e ha trovato la sua forma di espressione tra le pagine del nostro blog. Perché avete deciso di aprire un blog? Fashion à Porter nasce dalla voglia di comunicare la nostra passione per la moda, la ricercatezza, il gusto, l’informazione e la storia che ha visto l’evoluzione delle fogge e il loro repentino ritorno dopo qualche annetto. I protagonisti sono gli outfits, ma anche gli eventi, le sfilate, il lifestyle, il make up, il trend report. Quali sono i risultati ottenuti con il vostro blog finora? Siamo davvero soddisfatte dei risultati conseguiti fino ad ora. Abbiamo avuto la fortuna di poter prendere parte ad eventi importanti a livello internazionale, come i Party di Luisaviaroma a Firenze, Maybelline New York a Milano, Missoni a Bari, Tranoi a Parigi e, soprattutto, abbiamo lanciato l’idea dello Shooting on Site: servizi fotografici con outfits scelti da noi stesse, per pubblicizzare le nuove collezioni acquistabili dai clienti dei punti vendita in questione. Un vero successone! Avete un contatto diretto con i vostri “followers”? Riusciamo ad avere un contatto diretto quando siamo ospiti agli eventi, ed è davvero meraviglioso conoscere i followers di persona e scambiarci due chiacchiere; ci è anche capitato di essere fermate per strada, sono davvero dolcissimi. Per noi è molto importante vedere la reazione che suscita il nostro lavoro. Quali sono i vostri progetti futuri? Fabrizia ha terminato gli studi allo IED diventando stilista, e adesso inizierà uno stage a Firenze da Salvatore Ferragamo; Marzia conseguirà la laurea a Febbraio e, in seguito, farà un corso di specializzazione per diventare Fashion Stylist. Ci auguriamo il meglio, di certo siamo molto determinate
Penniless but chic
Arianna
Guida spiritosa allo stile “low cost”
Sapete quando siete in cerca della giusta ispirazione per fare nuo vi acquisti e tutto quello che trovate sul web sono blogger alla moda vestite di grandi firme dalla testa ai piedi? Oppure , in cerca di un nuovo modo di abbinare i soliti leggins, vi imb attete in foto di ragazze con look talmente eccentrici da fare invi dia a Carry Bradshaw di Sex and the City? Per aiutarvi ad uscire da questa confusione ecco che arriva Penniless but Chic, blog di moda “diretto ed interpretato” da Arianna Lai, giovane appassionata del Fashion System... a prezzi modici.
Quando nasce la tua passione per la moda? Probabilmente subito dopo i sedici anni, quando ho finalmente sviluppato il “senso del gusto”; prima il mio look prevedeva esclusivamente una tuta da ginnastica e la coda bassa con riga in mezzo (ci tengo a precisare che non ne vado troppo fiera). In seguito ho sperimentato tanto, mischiato e cambiato stili molto diversi tra loro e, probabilmente, non ce n’è uno in particolare che preferisco. Amo attingere da capi di ogni epoca e Penniless but chic rendere attuale ciò che la gente ritiene ormai fuori moda. Perché hai deciso di aprire un blog? Un giorno mi trovavo su internet alla ricerca di un’ispirazione su come abbinare delle calze parigine acquistate il giorno prima e, casualmente, sono capitata sul sito di una famosa blogger italiana; ho sbirciato tra i suoi look e non ho potuto fare a meno di chiedermi: “Ma, esattamente, quante persone si possono permettere di indossare diecimila euro di vestiti in un solo outfit?”. A quel punto ho deciso di creare un blog che potesse ispirare tutti coloro che volevano mantenere un certo stile spendendo cifre con “due zeri in meno”. Inoltre, con il mio blog vorrei lanciare un messaggio che io ritengo importantissimo: i soldi NON fanno lo stile! Tutto ciò che serve è avere gusto e capacità di scelta. Le cosiddette “paccottiglie” le si trova sia a due euro che a duemila. Quali sono i risultati ottenuti con il tuo blog finora? Un seguito che sinceramente non mi aspettavo, tantomeno dopo poche settimane dall’apertura. Tutto questo mi ha dato conferma del fatto che la gente ha bisogno di modelli imitabili e abbordabili, ma soprattutto, che nella vita bisogna affrontare le proprie avventure con un pò di sano umorismo. Basta con questi “raccontini” che parlano solo di tonalità e grandi firme. Io preferirei sapere “il perchè” della scelta di quei particolari vestiti, non di che tessuto, trama, intreccio o stoffa sia la maglietta che si indossa. Quali negozi e siti internet consigli sul tuo blog a chi è “Penniless” ma aspira ad essere “chic”? Diciamo che la prima cosa che si nota entrando nel mio blog è che sono “H&M dipendente”. I commessi del negozio in Via del Corso mi salutano per nome. Anche quando ero talmente “Penniless” da non poter spendere nemmeno cinque euro, passavo in negozio almeno una volta a settimana; io la chiamo “passione”... mio padre “malattia”, (questione di punti di vista!). Per il resto consiglio i negozi Bershka, Stradivarius e, se siete dei bravi “cercatori”, anche Jennifer e Tally Wejil; in questi ultimi capita talvolta di dover scartare dieci capi prima di trovarne uno che bilancia perfettamente prezzo e qualità, ma il più delle volte ne vale la pena. Gli accessori amo sceglierli alle bancarelle: anche lì bisogna saper selezionare, ma spesso si fanno grandi affari. Per ciò che riguarda i siti internet, non sono una grande fan dello shopping online perché mi piace toccare i capi con mano e “stabilire un contatto” con loro prima di decidere se acquistarli o meno (per la cronaca, anche questo mio padre lo chiama “malattia”, e forse non solo lui). Tuttavia, grazie ad un amica, di recente ho scoperto un sito davvero fantastico: www.forever21.com. Quali sono i tuoi progetti futuri? Vorrei che in futuro, chiunque desideri uno spunto creativo sul come vestirsi il giorno dopo senza spendere un capitale, digitasse “Penniless but chic”. Vorrei, inoltre, diventare un punto di riferimento non solo per i grandi brand di moda low cost, ma anche per le piccole aziende esordienti che vogliono improntare il loro stile su dei capi particolari, d’impatto, ma sempre alla portata di tutti, o che magari vorrebbero rendere attuale il loro stile e presentarlo al pubblico in modo più versatile e giovanile. Sono molto ottimista, ma non abbastanza da credere che H&M mi recapiti a casa una “tessera magica” con cui poter comprare tutta la loro nuova collezione... ma terrò le mani giunte in preghiera.
yra Max foto di L
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Musica
Vittorio Montalti
Musica classica... ma non la classica musica di Désirée Bei
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ifficile non farsi trasportare dalle note della musica classica. Quel suono leggero ed elegante racchiude in sé un cuore forte che trasmette la rassicurante sensazione di ascoltare un brano capace di resistere alle prove del tempo. È cosa nota che non si può apprezzare questo genere musicale se presi dalla fretta della quotidianità, forse perché la parola “fretta” difficilmente può essere associata ad un tipo di musica che richiede così tanti anni di studio e duro lavoro; lo sa bene Vittorio, giovane compositore che, con la dedizione di un grande
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professionista, ha trasformato la sua più grande passione in una professione, impegnandosi e difendendo le proprie scelte ad ogni costo. I sacrifici di una vita si sono già “trasformati” in grandi soddisfazioni, ma noi siamo sicuri che questo sia solo l’inizio. Non resta che prenderci il nostro tempo, prepararci all’ascolto e abbandonarci alla lettura di questa intervista, cullati dalla musica di Vittorio. Quando hai realizzato che saresti voluto diventare un musicista? E’ difficile dire quando ho capito che avrei intrapreso la carriera del musici-
sta. Sin da piccolo ho amato la musica follemente; ricordo quanto mi divertivo a cantare Sgt. Pepper dei Beatles facendo finta di suonare la vecchia chitarra di mio padre, e i pomeriggi interi passati a marciare intorno ad un grande tappeto ascoltando la marcia di Radetzky. Ho capito coscientemente che sarei diventato un musicista quando sono entrato in conservatorio per studiare pianoforte e mi sono accorto di non poterne fare a meno. Qual è il genere musicale che ami di più? Mi piacciono diversi generi. La musica classica, tutta, in particolare quella
©Cristina Mercatante
©Cristina Mercatante
© SugarMusic s.p.a. Edizioni Suvini Zerboni
scritta oggi. Mi piace anche la musica popolare, il jazz, il rock, specialmente quello degli anni ’60, e certa elettronica di ricerca. Qual è stato il tuo percorso formativo? Il mio percorso di studi è quello di un musicista classico: mi sono diplomato in pianoforte al Conservatorio di S.Cecilia di Roma e in composizione al Conservatorio G.Verdi di Milano, dove ho studiato con Alessandro Solbiati. Attualmente mi sto perfezionando all’Accademia di S.Cecilia di Roma con Ivan Fedele e sto seguendo un corso di formazione di otto mesi all’IRCAM
©Roberto Brambilla
Vittorio ha sempre avuto un rapporto molto stretto con la musica, lo dimostra la foto qui sopra che lo ritrae bambino con un paio di cuffie sulle orecchie, intento ad ascoltare le canzoni dei Beatles; si può dire che il suo destino fosse già segnato. Dopo tanti anni di studio, eccolo ritratto in uno dei momenti che più hanno caratterizzato la sua carriera di musicista: durante la Biennale di Venezia 2010 ha vinto il Leone D’Argento.
©Francesco Montalti
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©Cristina Mercatante
di Parigi, centro di ricerca incentrato sulla musica elettronica. Qualcuno o qualcosa ha influenzato le tue scelte musicali? Le scelte musicali sono sempre il frutto di ciò che vivo: gli ascolti fatti, le letture, i musicisti che ho conosciuto… Qual è il tuo musicista preferito? Uno dei miei musicisti preferiti è Fausto Romitelli, compositore scomparso prematuramente, molto legato alle avanguardie techno e al rock psichedelico. Qual è la difficoltà più grande che hai dovuto affrontare fino ad ora per portare avanti la tua carriera? Credo che la cosa più difficile in questo mestiere sia portare avanti le proprie idee. Penso sia importante che un artista abbia un’idea chiara di ciò che vuole dire e del percorso da intraprendere; inoltre è essenziale che difenda fino in fondo le sue scelte, anche a costo di commettere qualche errore. Qual è stato il traguardo maggiore che hai raggiunto fin ora? Durante la Biennale di Venezia 2010 Luca Francesconi, direttore artistico della Sezione Musica, mi ha assegnato il Leone d’Argento per pensare il suono futuro.
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Qual è la cosa che ami di più del mondo della musica? La cosa che amo di più è il momento in cui scrivo... che questo avvenga con carta e matita, al computer o sulla tastiera del pianoforte, sono i momenti in cui l’immaginazione è libera di viaggiare. Cosa invece non ti piace e, anzi, vorresti cambiare? Mi piacerebbe che alla musica cosiddetta “contemporanea” fossero dati più spazi. Sono convinto che molte persone che amano la musica di qualità, e qui penso a molti giovani che ascoltano rock ed elettronica, troverebbero alcune sonorità della musica d’oggi più affini ai loro gusti rispetto a molta musica commerciale. Qual è il tuo motto? Work, work … and work ! Cosa vorresti dire, o consigliare, ai nostri lettori? A chi ci sta leggendo ed è incuriosito dalla musica contemporanea, consiglierei di cominciare con l’ascolto di alcuni brani di György Ligeti, autore amato anche da Stanley Kubrick che ha utilizzato le sue musiche in molti dei suoi film.
©Francesco Montalti
Vittorio Montalti web: www.vittoriomontalti.com web (editore): www.esz.it/it/extra/autore/vittorio-montalti
Leonardo e Michelangelo Capolavori della grafica e studi romani
Michelangelo - Nudo di schiena (particolare)
Michelangelo Cleopatra (particolare)
Michelangelo Studi di fortificazione per la Porta al Prato d’Ognissanti (particolare)
LM
A cura di Pietro C. Marani e Pina Ragionieri, su progetto scientifico di Fondazione Casa Buonarroti di Firenze, Veneranda Biblioteca Ambrosiana e Fondazione Cardinale Federico Borromeo, questa mostra sarà allestita negli spazi di Palazzo Caffarelli ai Musei Capitolini a Roma, dal 27 ottobre 2011 al 19 febbraio 2012. Un evento speciale, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana, promosso da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali Commissione Cultura, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Arcus S.p.a., Regione Lazio e Provincia di Roma, organizzato dall’Associazione Culturale Metamorfosi e da Zètema Progetto Cultura. La mostra partirà dai capolavori grafici delle due collezioni, per considerare poi l’attività romana dei Maestri, indagando nel contempo nelle passio-
ni e gli interessi personali, quali la pratica di cantiere per Michelangelo e l’ottica per Leonardo. La sezione iniziale è “Capolavori tra Capolavori”, un andamento speculare tale da rivelarsi un’occasione davvero rara e imperdibile di riflessione sui due sommi artisti del Rinascimento italiano, spesso considerati “rivali” ma che invece sempre guardarono l’uno all’opera dell’altro con grande e reciproco interesse. Nove capolavori di Leonardo offriranno una panoramica esemplificativa del vasto raggio delle sue ricerche (dalla meccanica all’arte, dall’architettura militare all’idraulica, lo studio della geometria, il volo degli uccelli e il volo meccanico). A questi faranno da contraltare i nove più celebri disegni di Michelangelo della Collezione della Casa Buonarroti, come il celebre Nudo di schiena riferibile alla Battaglia di Cascina, l’enigmatica Cleopatra, la Testa di Leda (forse il più bel volto tra i disegni michelangioleschi).
Leonardo Due mortai che lanciano palle esplosive (particolare)
Leonardo - Studi per viti idrauliche e ruote mosse dall’acqua (particolare)
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Sarà poi la volta della sezione “Appunti su Roma e studi romani di Leonardo”, che affronta diversi aspetti in altrettante sotto-sezioni: l’amore per “l’Antico”, per l’“Architettura” (in cui gli studi leonardeschi toccheranno anche un soggetto, la Basilica di San Pietro in Vaticano, poi affrontato da Michelangelo in prima persona), l’interesse per “Specchi, Ottica e Geometria”, l’attenzione per i “Disegni di figura”. A seguire, il percorso della mostra conduce il visitatore alla sezione che approfondisce il lavoro di Michelangelo attraverso le sotto-sezioni “Michelangelo: utopia e pratica di cantiere”, “Michelangelo notomista” e un nucleo di fogli romani su “Michelangelo, Cappella Sistina e Cappella Paolina”. Per terminare, viene proposta “A seguito del genio”, sezione dedicata ad alcune opere di particolare rilevanza create da artisti che subirono la forte influenza dei due Maestri.
Leonardo Studio per ali meccaniche (particolare)
Regali di natale
Nome: Cioso Marca: Blomus Descrizione: Elegante portabottiglie da parete dal design moderno. Grazie alle dimensioni ridotte e alla sua praticità, è il regalo ideale anche per chi ha poco spazio in casa ma non vuole rinunciare alla passione per il buon vino. www.blomus.com
Nome: Colletto Marca: Christmas Collection di Zara Descrizione: Tornato di gran moda, il colletto è in grado di valorizzare anche una semplice t-shirt bianca. Il regalo perfetto per tutte le fashioniste che non vogliono passare inosservate. www.zara.com
Nome: Trousse make up Limited Edition by Karl Lagerfeld Marca: Sephora Descrizione: Trousse make up in due formati, personalizzata con l’immagine di Karl Lagerfeld va e la palla di neve. La linea si , esattamente come la bambolin completa con la palette di omb a celebratiretti contenuti in 5 sagome dello chiaro e scuro, e un set per ung stilista nei colori giallo, blu, bian hie di colore oro e nero. Davvero co, grigio elegante. www.sephora.it
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a regola d’arte Nome: Merry Sandro Marca: Alessi Descrizione: Cavatappi in PA e zama cromata, decorato a mano. “Merry Sandro” è disegnato da Alessandro Mendini. Edizione limitata. “Merry Sandro”, fa parte della collezione di Cavatappi di Alessandro Mendini. E’ il prodotto scelto come testimonial 2010 del progetto “La Fabbrica dei Sogni”: la partnership tra Alessi e l’Associazione Amici dei Bambini avviata nel 2006 con l’obiettivo di realizzare – proprio come Babbo Natale - i sogni dei bambini che stanno crescendo negli orfanotrofi in tanti Paesi diversi. www.alessi.it
Nome: Gomitolo Big Marca: Diamantini&Domeniconi Descrizione: Un simpatico orologio da parete caratterizzato dal suo insolito rivestimento in cotone.Del diametro di 90 cm, è disponibile in diversi colori: bianco ecrù, marrone scuro, rosso, blu. Perfetto per riscaldare le dolci ore di festa. www.diamantinidomeniconi.it
Nome: Needle Table Lamp Marca: Vitamin Descrizione: Lampada da tavolo che ricorda i ferri da maglia delle nostre nonne, anche grazie al suo cavo che, attorcigliandosi tra i due ferri, prende le sembianze di un gomitolo di lana www.vitaminliving.com
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Fotografia
Carmen Amato di Michele Intreccialagli
La fotografia è la migliore terapia
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ella vita non è raro trovarsi a dover affrontare momenti difficili che ci mettono con le spalle al muro, ma spesso è proprio grazie a queste situazioni che riusciamo a scavare dentro di noi per capire in maniera chiara e razionale chi siamo, cosa vorremmo essere, e cosa dovremmo fare per realizzare i nostri sogni. Si dice che senza la pioggia non esisterebbe l’arcobaleno, e, allo stesso modo, da un momento buio può venir fuori quella che sarà la nostra ragione di vita. Nel caso di Carmen la risposta è stata la fotografia, strumento che le ha permesso di “bloccare lo spazio ed il tempo”, dandole modo di mettere in
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risalto le proprie emozioni e trasformarle in bellissime foto. Cosa ti ha spinto ad avvicinarti al mondo della fotografia? La fotografia “mi segue” da quando, bambina, mio padre mi portava in giro per le città a scattare foto con una vecchia Yashica; all’epoca mi divertivo ad osservare il fotografo ed iniziavo a percepire la relazione che esiste tra l’individuo e il contesto in cui egli vive ogni giorno. Ho rispolverato la macchina fotografica in un momento molto buio della mia vita in cui avevo bisogno di “fissare” la realtà che mi circondava per darle un senso e “vedere” le mie emozioni. La foto “Do Not Shout
That Loud”, ad esempio, è nata così: quel giorno avevo un urlo senza voce che ho visualizzato in quello scatto fatto per strada. Credo fortemente nella fotografia come forma d’arte che permette di bloccare tempo e spazio, interpretandoli secondo le proprie visioni, quasi come fosse un’auto-terapia. Col tempo, insieme ad altri amici, ho intrapreso un progetto chiamato “Photography Eyes Sound” con il quale mettiamo la fotografia al servizio di scopi sociali. Quale è stato il tuo percorso formativo? Ho frequentato corsi allo Spazio Forma di Milano e fatto vari workshop, ma credo
di essere tendenzialmente una curiosa autodidatta. Quali sono i soggetti che ami di più rappresentare nelle tue foto? Le persone, i personaggi, e il loro modo di “incastrarsi” nei contesti – città, luoghi e “non luoghi”. Quali credi siano le doti più importanti di un fotografo? Avere occhio creativo e pazienza. Come ti prepari per un servizio fotografico? Ritorno nei posti che mi hanno più colpito per i colori e le visioni che mi offrono; penso alla colonna sonora che dovrebbe avere quel momento, e inizio a scattare. Ami di più il colore o il bianco e nero? Il bianco e nero, perché isola la ”dispersion” dei colori. Quale dei tuoi lavori ti è piaciuto di più eseguire? Il reportage di una manifestazione di donne a Milano Quali sono le difficoltà maggiori che hai dovuto affrontare fino ad ora nel tuo lavoro? il tempo, sempre troppo poco, ed i costi per esporre; infatti le gallerie d’arte e gli spazi artistici hanno molta diffidenza verso la fotografia da quando il digitale ha fatto diventare tutti fotografi. Quali sono i tuoi progetti futuri? “The Greatest Smile”, reportage di cen-
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La fotografia per Carmen è un modo per bloccare il tempo e lo spazio che le concede l’opportunità di intepretarli secondo la propria visione del mondo.
to visi dove il sorriso o lo stato d’animo viene letto dall’inquadratura degli occhi. Che consiglio ti sentiresti di dare ad un fotografo che volesse intraprendere la tua stessa strada? Vivere la fotografia come “un non lavoro”, ricordarsi che arte e profitto non vivono mai insieme. Del resto, molti dicono che l’unico modo per fare soldi nel campo della fotografia è vendere l’attrezzatura.
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Carmen Amato web: http://KARMEN.1x.com mail: carmen.ama@live.it
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Letteratura
Ho il tuo numero (Sophie Kinsella)
Leggero e ben scritto, questo romanzo riesce a catapultare il lettore in un vortice di equivoci a dir poco surreali. Tutto inizia dalla profonda sfortuna di Poppy che la porta a perdere sia il suo preziosissimo anello di fidanzamento, sia il cellulare sul quale attendeva la telefonata di chiunque avesse notizie in merito all’anello. La fortuna sembra tornata a girare quando, tra i rifiuti di un cassonetto della spazzatura, trova un cellulare funzionante che la rimetterà in contatto col suo mondo... e non solo. Perché quel cellulare “misterioso” ha un precedente proprietario...
divertente
avvincente
Il quaderno di Maya
(Isabel Allende)
Chiunque ami le storie raccontate dalla Allende non potrà resistere alla lettura del suo ultimo libro. Questa volta la protagonista è Maya, un’adolescente americana di diciannove anni costretta a scappare dal suo paese per sfuggire ad un passato fatto di droga e degrado. Troverà una nuova casa nell’arcipelago di Chiloé, nel sud del Cile, dove scoprirà la delicatezza di un luogo ancora incontaminato che farà da sfondo al suo nuovo inizio.
Tre atti e due tempi
attuale
(Giorgio Faletti)
Una volta lette le prime righe di questo romanzo è praticamente impossibile staccarsene. Con un susseguirsi di colpi di scena, andiamo a conoscere dei personaggi carichi di umanità che ci porteranno ad affrontare temi scomodi, ma attuali.
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coinvolg
ente
I contendenti
(John Grisham)
Anche questa volta Grisham rimane fedele al mondo degli avvocati ma, a contraddistinguere il suo ultimo romanzo dai precedenti, troviamo la caratteristica di uno stile decisamente tragicomico. D’altra parte, l’autore stesso sostiene che le professioni legate all’ambito legale tendono per loro natura allo humour.
L’educazione delle fanciulle
Dialogo tra due signorine perbene
(Luciana Littizzetto; Franca Valeri)
Libro scritto a quattro mani da due grandi personaggi femminili del nostro tempo. Luciana Littizzetto e Franca Valeri, pur essendo molto diverse fra loro, si scoprono unite da un forte senso comico che fa da filo conduttore lungo tutte le pagine di questo romanzo; con l’ironia che le ha sempre contraddistinte, trattano temi legati alle donne, gli uomini e l’amore.
ironico
Le prime luci del mattino
(Fabio Volo)
Elena, si sente intrappolata in una vita fatta di routine e insoddisfazione finché capisce che anche lei merita la felicità; a questo punto, la possibilità di una vita migliore non sembra più così lontana. L’ultima fatica di un giovane artista che ha saputo dimostrare di essere anche un incredibile talento letterario.
coraggioso
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Danza
Simone Ginanneschi
Vivere per danzare
di Désirée Bei
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L
a musica racchiude una forte energia che il corpo non riesce ad ignorare; una relazione semplice ed innata, che rende impossibile trattenersi dal seguire il ritmo. Qualcuno, poi, sente questa forza ancora più di altri e “deve” usare l’intero suo corpo per “suonare la musica” e dare vita ad una magia che si traduce nella danza; proprio come succede a Simone, coreografo e ballerino “dal movimento facile”. Di solito a parlare per lui sono i suoi passi, ma questa volta ha voluto fare un’eccezione e ci ha regalato questa intervista. Come ti sei avvicinato alla danza? La passione per la musica mi accompagna da sempre e penso di averla ereditata da mia madre, una grande pianista; dopo due anni di scuola di pianoforte, mi sono avvicinato alla danza perché mi piaceva l’idea che un corpo “suonasse” la musica, e la musica generasse un movimento. Inoltre mia sorella Chiara ha sempre fatto la ballerina e, da quando sono nato, ho girato tutti i teatri provinciali della mia città nativa, Grosseto, per vedere i suoi saggi di danza classica e moderna. Qual è stato il tuo percorso formativo? Come tutti gli Street Dancers che si rispettino, ho iniziato a muovere i miei primi passi di danza per strada. Era il lontano 1993 e mi allenavo tutti i giorni con i miei compagni; creavamo coreografie e scrivevamo canzoni rap, prendendo spunto dai pochi artisti della scena hip hop underground internazionale che passavano nelle emittenti radiofoniche italiane: Mc Hammer, Public Enemy, Cipress Hill, Bobby Brown, Snoop Dog, C&C music Factory , ed altri artisti un pò più “commerciali”come i Boyz 2 Man, Mariah Carey, Prince, Madonna, Janet Jackson. Ma a dare “una spinta in più” al mio voler crescere e diventare un ballerino, sono stati due “colossi” del mondo dello spettacolo: James Brown, re del Funk e del Soul, e Michael Jackson, colui che ha saputo creare una corrente assolutamente innovativa legata alla musica pop elettronica e ha dato una svolta definitiva alla mia ricerca di movimento. Successivamente, intorno al 1995, ho iniziato a studiare un pò di funk e di jazz formando delle basi di tecnica. Ho imparato a stare su un palco, a muovermi dietro le quinte e a lavorare
con partner femminili in “passi a due”, fino ad arrivare al 1997 quando, molto giovane, ho iniziato la mia carriera di insegnante e coreografo. Nel 2000 mi sono trasferito a Roma, dove ho approfondito i miei studi di hip hop con la mia prima e vera insegnante, Caterina Felicioni, toccando anche la danza contemporanea , il modern jazz e la street dance. Ho studiato con docenti internazionali e ho lavorato come ballerino in una compagnia di danza contemporanea coreografata dal grande maestro Massimo Moricone. Nel 2003 ho iniziato ad insegnare allo IALS di Roma, dove insegno tutt’ora; ormai è una seconda casa, fatta di persone che mi hanno aiutato e sostenuto molto, e che non finirò mai di ringraziare. Qual è il tipo di danza che preferisci? Preferisco la danza hip hop , la house dance e lo street jazz, ma penso che quando c’è
“la vera arte”, la danza è tutta bella; al contrario, detesto chi si improvvisa maestro e vuole imporre delle regole ad una “cosa” che per sua natura è libera e da interpretare; non sopporto anche chi giudica a prescindere il lavoro degli altri. Come crei le tue coreografie? Se devo creare una coreografia per una lezione di danza, prima di tutto cerco di “vivere” la musica che vorrei coreografare, sentendo e scavando in ogni tipo di strumento che la compone, voce compresa, e visualizzando le storie, le situazioni e i movimenti in base a ciò che la musica e il significato stesso della canzone mi consigliano. Non amo gli schemi o le regole, quindi lascio solo che la musica muova il mio corpo. Quando invece mi capita di lavorare per uno spettacolo, la ricerca cambia ed è tutto più approfondito , dalla composizione
coreografica, ai passi, alla musica; calcolo i movimenti scenici, le luci, i costumi, e tutto quello che serve per rendere una semplice sequenza di passi uno spettacolo, quindi il processo è più lungo e calcolato. Cosa ami di più del tuo lavoro? Sapere che ci sono persone che amano quello che faccio, viaggiare e cercare di diffondere il mio modo di vedere e concepire la danza; vedere le persone che man mano crescono e migliorano, sapendo che il mio aiuto può essergli servito; stare a contatto con la musica, che per me è fondamentale in tutti i giorni della mia vita, e vivere, indipendentemente da tutto, decidendo in maniera autonoma cosa sia più o meno giusto fare, facendo in modo di svegliarmi ogni mattina con il sorriso sapendo che sto andando a fare il lavoro che amo.
Simone è un grande coreografo e lascia sempre che a parlare per lui siano i movimenti e la musica.
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Cosa, invece, non ti piace? Non mi piace il compromesso, vedere gente che si “vende” pur di lavorare, mentre ci sono ballerini bravissimi che stentano a pagarsi un affitto; detesto sapere che il nostro futuro è più ipotetico che concreto, perché con il lavoro che facciamo è una fortuna se ragazzi come noi riescono a prendere un mutuo; per il resto il nostro tipo di vita, si sa, ci porta ad essere solitari, ma questo è il duro prezzo da pagare. L’importante è tenere vicino le persone che, nel bene e nel male, ti diranno sempre la verità. C’è qualcuno in particolare che ammiri e che ti ha ispirato nelle tue scelte? Moltissimi, a partire dai cantanti che ho citato, ma anche artisti a 360° come Usher, Justin Timberlake, Chris Brown, e molti altri. Non ho mai avuto un idolo in particolare, ho sempre e solo cercato di prendere del buono da ciò che mi piaceva cercando di fare meno errori possibili, anche se gli insegnamenti più grandi sono sempre arrivati proprio da quegli errori. Qual è il momento della tua carriera che ricordi con più piacere? Ci sono stati due momenti fondamentali nella mia vita: il primo, tra il 2004 e il 2005, quando ho deciso di fondare gli OutRule, una compagnia di ballerini con cui ho potuto sperimentare e dare vita a spettacoli, usando le mie tecniche coreografiche e i miei metodi di lavoro. Le soddisfazioni che mi hanno dato non si possono descrivere, ma una cosa posso dirla: sono stati, e sono ancora, il motore delle mie idee; è anche grazie a loro se sono riuscito a portare in scena degli spettacoli che non avrei mai pensato di riuscire a fare, e con i quali tuttora ci divertiamo a ballare per la semplice gioia di farlo. Il secondo momento, invece, segna una parte della mia storia personale, ed è la telefonata che nel 2008 ho ricevuto da Marco Garofalo che mi proponeva di fare il mio primo lavoro in TV come assistente alle coreografie; incredulo risposi ovviamente di si, ma non mi sarei mai aspettato di trovarmi coinvolto in alcuni tra i programmi più seguiti. A lui devo la maggior parte della mia esperienza e formazione, e con lui ho imparato a lavorare sulle coreografie in maniera completa. Credo che non finirò mai di ringraziarlo.
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Che consiglio daresti a chi volesse intraprendere la tua professione? Consiglio tanta tenacia e determinazione; non bisogna mollare, anche nei momenti più duri. Non per forza le porte del futuro si aprono immediatamente davanti ai nostri occhi, ma vanno cercate e volute con furbizia, rispetto, umiltà e ambizione; e se il sogno si avverasse, consiglio di non perdere mai di vista il rispetto e la gratitudine verso le persone e i luoghi da cui si proviene. Quali sono i tuoi progetti futuri? Continuare a far crescere Bouncefactory, il team gestito da me e Andrea Alemanno, con il quale sto organizzando eventi legati alla danza; concretizzare a tutti gli effetti la compagnia OutRule, crescere ancora come coreografo, e come ultima cosa, ma non per importanza, cercare di iniziare a costruirmi un futuro comprando una casa. Cosa vorresti dire ai nostri lettori? Spero che le mie parole possano aver raccontato in modo semplice e modesto la storia di un giovane sognatore che lotta vivendo della propria arte
In questa foto troviamo gli OutRule, il gruppo fondato da Simone. Grazie a loro, ha potuto esprimere appieno il suo senso artistico dando vita a coreografie e spettacoli unici.
Simone Ginanneschi web: www.bouncefactory.it mail: info@bouncefactory.it youtube: youtube.com/simonegin facebook: Simone Gianneschi
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dal 13 Dicembr e 2011 al 08 Gennaio 2012 Teatro Olimpico Immaginate un “u omo comune”, Lillo, con un a vita tranquilla e quasi an onima; immaginate anche che la sua esistenza ve da un’incredibile nga stravolta scoperta: la tranq che non gli appa uillità è la facciata rtiene, fatto di sp di un mondo ionaggio, intrighi sempre creduto e società segrete. non è come sem Ciò in cui ha bra, né l’amata m Comincia qui un oglie, né il miglio ’avventura fatta re amico Greg. di suspence e m interrogatori e sp ille peripezie, mist aratorie a metà fra eri da svelare, Matrix e un film banda di cattivi da di James Bond, sgominare e un pr dove c’è una ogetto di dominio cerca di venire a del mondo da sv capo di questa in entare. Lillo credibile situazio istruzioni fornite ne seguendo le dal suo mentore incomprensibili Greg. La regia di gli attori in una sp Mauro Mandolini assosa avventura accompagnerà comica e “non co pio di teatro nel mune”, un trascin teatro di cui i brav ante esemissimi Lillo & Gre il grande succes g sono indiscussi so in radio, “L’uom maestri. Dopo o che non capiva del palcoscenico troppo” ha raggiu del Teatro Olimpi nto le tavole co per regalarci an autori ci hanno ab cora le grandi ris ituato. ate a cui i due
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La Lampadina Galleggiante Con Giuliana De Sio
di Woody Allen
dal 10 al 29 Gennaio Teatro Quirino
Favola postmoderna, semplicissima e illuminante al tempo stesso, pervasa di un umorismo sottile e intelligente, degno del miglior Woody Allen. Siamo nel 1945, in una degradata periferia di New York dove vive una stravagante famiglia in piena crisi esistenziale. Il padre sogna di vincere alla lotteria e scappare con la sua amichetta, una cameriera di un locale di quart’ordine, ma è assalito dagli strozzini; la madre da ragazzina voleva fare la ballerina ed ora progetta di vendere fiammiferi personalizzati per corrispondenza, anche se le sue frustrate ambizioni di successo si riversano sul figlio “artista”. Dei due figli , uno appicca incendi, l’altro vorrebbe fare il prestigiatore ma è letteralmente terrorizzato dal pubblico e continua a balbettare. Infine c’è un manager il cui migliore cliente è un cane che canta. Dall’incontro tra madre con ambizioni artistiche e manager fallito si sviluppa il nodo drammatico del testo. Dalla penosa esibizione del figlio mago davanti al finto impresario si passa al desolante rivelarsi di solitudini che sono destinate a non incontrarsi mai, ed ogni illusione si infrange nel progressivo delinearsi di tante identità fallite e destinate a rimanere tali. L’opera di Allen è intrisa di sfumature oniriche ed è chiaramente inverosimile, eppure presentata con una naturalezza quasi disarmante che la rende plausibile. È un’opera che conquista ed emoziona, catturando il pubblico con la magia e la poeticità dei suoi dialoghi e dei suoi personaggi, che difficilmente si dimenticano. Il simbolismo celato dietro le vicende narrate ed il suo significato sono palesi e comprensibili, e forse proprio per questa sua immediatezza il testo riesce a colpire. Per chi conosce Allen e la sua comicità, la sorpresa è notevole: qui è tutto diverso, più intimista e solitario, l’ironia è leggera, amara, sconsolata; i personaggi inseguono qualcosa che non trovano mai, ed i loro sogni svaniscono in uno straziante senso di impotenza.
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Billions Molto più di un casinò
Il 26 novembre 2011 il Billions Luxury Gaming Hall ha ospitato la presentazione di A.R.T. per dare a questi giovani artisti la possibilità di esibirsi in una location nuova e innovativa. La serata ha avuto come protagonisti indiscussi il talento e l’entusiasmo di alcune delle “promesse di domani” che la rivista ha avuto il piacere di intervistare, e ha riscosso ampi successi da parte del pubblico e della stampa. Il Billions è una struttura che pur nascendo da origini meramente legate al gioco ha voluto ampliare la sua visione dell’intrattenimento ospitando continue manifestazioni legate al mondo dell’arte, della moda e dello spettacolo. Molti sono stati, infatti, gli eventi regolarmente organizzati nelle sale di questo splendido casinò che hanno visto la partecipazione di un pubblico vastissimo ed eterogeneo. Le sfilate di moda si sono alternate a serate musica-
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A.R.T. artistic resources of tomorrow
li, iniziate con l’apertura a cui ha partecipato Tony Esposito, per poi passare a mostre di opere d’arte come quella dell’artista Eros Renzetti che, fino al 27 dicembre, lascerà la sua collezione denominata “Poker Faces” nello spazio espositivo del Billions. Numerose anche le iniziative di beneficienza, infatti, da anni, la proprietà sostiene la ONLUS “Il Caprifoglio” che raccoglie fondi per la costruzione di un ospedale in Uganda; diverse le serate dedicate a questo scopo fra cui, di recente, una donazione alla stessa ONLUS seguita ad un tavolo di poker texas hold’em a cui hanno partecipato numerosi VIP del mondo dello sport e dello spettacolo. Insomma, uno spazio aperto a innovazioni, cultura, moda, storia e divertimento ma attento alle esigenze di tutti, infatti, pur occupandosi di gioco, non dimentica chi è meno fortunato.
Gli AD, il duo dai toni elettro pop, ha travolto il pubblico con la sua musica accattivante.
L’artista Flavia Fanara e il regista Luigi Maria Perrotti erano tra gli ospiti della serata
Ad adornare la sala, ecco le foto del talentuoso Guido Gambardella Pamela Quinzi, la fashion designer che ha fatto impazzire New York City, ha concluso la serata con la sua sfilata; dieci splendide ragazze hanno dominato la passerella indossando abiti e accessori della stilista romana vincitrice dell’ambito premio Raffaello per “Eccellenze nel made in Italy”. A consegnare il premio Mariella Valdiserri.
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Posta
w w w. a r t
-mag.it
i Saluto tutti . .T lettori di A.R in ... viva l’arte tutte le sue sfaccettature
.T.
Redazione A.R
ri Andrea Luce
credere! Non ci posso con Una freepress taiu .T. lo scopo di a Redazione A.R e? n a v io g e rt re l’a e fanCredevo foss invece tascienza e siete qui. Carlo R.
.R.T. Ho scoperto A o per le passeggiand ere. vie di Trastev .T. ri o er Redazione A.R Mi ha davv a rn io g schiarato la te un’ en lm a ta. Fin iovane iniziativa g i per i giovan Paolo G.
Vogliamo usa re questo spazio per ringrazi are di cuore tutti voi che so stenete la nostra rivista: i fa migliari, gli amici, i nostri collaboratori e voi lettori che dimostrate Per i affetto e approv azione verso nostri un progetto ch lettori e amiamo e che portiamo avanti con orgoglio e dedi zione. Auguri di Buon Nat ale e Felice La Redazi one Anno novo
Lisci
Ricci
Mossi
Acconciature Paolo Cortinovis PaoloHair Cortinovis Stylist
Centro Commerciale Hair Stylist“Le Rughe” 00060Formello (Roma) - Via Casal dei 15 - tel 06.9087489 Centro Commerciale “LePini, Rughe” 00060 Formello (Roma) - Via Casal dei Pini, 15 - tel 06.9087489
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