A.R.T. Magazine_04

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ArteModaDanzaDesignMusicaFotografiaLetteraturaTeatro&Cinema 1


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Sommario

10 Musica 10 Il Cile La mia vita in parole e musica

Design 14 Alessandra Scarfò Il fascino dei particolari

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Parlami un po’ di the 18 Libri 20 Danza 22 Dario Tartarelli La creatività prima di tutto

The Grey Carpet 26

Edizioni Ireco srl Libri di mare e molto altro

www.ireco.net

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Bed & Breakfast San Faustino per il vostro soggiorno di charme nella magica terra della Tuscia Il Bed & Breakfast San Faustino è una splendida residenza di charme del VII secolo, collocata nel centro storico di Viterbo. Le camere da letto, silenziose e panoramicissime, sono ampie e dotate di bagno in camera, tv satellitare, wi-fi e aria condizionata. La sala da pranzo e la grande terrazza, con vista su tutto il territorio della Tuscia, sono allestite per ricche colazioni e per offrirvi deliziose degustazioni di prodotti tipici locali. Presso la nostra struttura potrete trovare anche massaggi shiatsu, vaucher per centri termali e indicazioni su eventi, escursioni e luoghi di interesse della Tuscia.

Via Cairoli 36 01100 Viterbo Cell. 3356447103 info@bbsanfaustino.it www.bbsanfaustino.it

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Sommario

28 Moda 28 Carlotta Costanzo Benvenuti nel mio mondo “pop Ton”

Anna Piaggi 36 Un ricciolo blu in un mondo grigio

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Fotografia 38 Silvia Cavedoni Curiosità e voglia di osare

Yayoi Kusama 42 L’infinito racchiuso in un pois

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Happy Birthday Mr. Bond 44 Al Cinema 46

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Direttore Responsabile Mario Cappelli Direttore Editoriale Désirée Bei desiree.bei@art-mag.it Progetto Grafico e Impaginazione Filippo Mariani grafica@art-mag.it Collabolatori: Giulia Colapietro, Lucia de Grimani, Candida Paolucci, Daniele Mariani, Mariana Rebel, Luisella Cavallari, Michele Inteccialagli Grafica Web Luca Pasqualini luca.pasqualini@art-mag.it Per la vostra pubblicità: Sabrina Forte (responsabile marketing) pubblicita@art-mag.it Per info info@art-mag.it www.art-mag.it Distribuzione Gratuita Stampa Tipografia Vallelunga (Campagnano di Roma)

Anno 1 - Numero 4 Copia omaggio Settembre - Ottobre 2012 Pubblicazione bimestrale Autorizzazione del Tribunale di Tivoli n. 17/2011 del 15-02-2011 é vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati da: Edizioni Ireco srl

IRECO

Edizioni Ireco

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apevamo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento ma, diciamo la verità, non si è mai veramente pronti. Di cosa sto parlando? Ma della fine dell’estate, naturalmente. E il conseguente arrivo del periodo autunnale. La brillantezza del sole non è più la stessa, l’aria inizia a diventare “più frizzante” e la notte sembra sorprenderci sempre prima. Inutile abbandonarsi a facili malinconie, molto meglio prepararsi ad affrontare al meglio la nuova stagione e coglierne gli aspetti positivi. Mi chiedete degli esempi? In questo numero di A.R.T. ne troverete tantissimi: potreste riscoprire il piacere di un buon the caldo a metà pomeriggio... meglio ancora se accompagnato da servizi di tazze dal design particolare. Nei week end di pioggia potrete rifugiarvi al cinema, alla scoperta degli ultimi film in uscita (nei prossimi mesi ce ne saranno davvero tanti), ma anche rimanere a casa in compagnia di un bel libro è sempre una buona idea (nella rubrica “Libri” troverete senz’altro quello che fa al caso vostro). E poi, diciamolo, anche l’autunno ha le sue belle giornate di sole; potreste approfittarne per fare una passeggiata... ma non mettetevi addosso la prima cosa che capita: la strada è la passerella migliore e bisogna viverla con umorismo e fantasia, proprio come i ragazzi che hanno posato per il nostro “Grey Carpet”. Lasciatevi ispirare.

In copertina “it’s raining cats” foto di Silvia Cavedoni

Désirée Bei


Musica

il cile

La mia vita in parole e musica di Desiree Bei

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faccio la musica che mi fa sentire bene, mi libera dai miei tormenti e mi spinge a salire sul palco e a cantarla di fronte ad un pubblico.

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l suo primo album, “Siamo morti a vent’anni”, appena uscito è già un grande successo... e non è difficile capire il perchè. Il Cile, nome d’arte del giovane cantautore Lorenzo Cilembrini, con la sua voce graffiante canta l’amore, le delusioni e tutti quei sentimenti che fanno parte della vita di ognuno di noi. Chiunque può riconoscersi nel dolore di “Cemento Armato”, o nella speranza che emerge dalle parole de “Il mio incantesimo”.

Quando hai capito che la musica sarebbe stata la tua strada nella vita? Era la metà degli anni novanta, all’inizio della mia adolescenza; mi trovavo a Londra, dove ho visto il brit pop esplodere... era tutto tremendamente figo: i vestiti, le chitarre, le band, i pezzi... mi sono detto: “Voglio farlo a nch’io da grande”. Che tipo di musica fai? Cantautorato autobiografico dal sound internazionale. In realtà faccio la musica che mi fa sentire bene, mi libera dai miei tormenti e mi spinge a sa-

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lire sul palco e a cantarla di fronte ad un pubblico. Se così non fosse non avrei nemmeno iniziato. Qual è stato il tuo percorso formativo? Nel 2004 avevo una band chiamata “Club”; vincemmo il Festival di Sanmarino e un contratto che ci permise di fare tutte le tappe dell’i-Tim Tour, un tour importante all’epoca. La band ebbe vita breve e io mi rinchiusi subito in studio, viaggiando per l’Europa. Poi c’è stato l’incontro con Fabrizio Barbacci nel 2008, ed il resto è storia. C’è qualcuno che ispira il tuo lavoro? La mia vita, i demoni e gli angeli che incontro nel mio cammino, l’amore, la rabbia, la gioia, la satira, la malinconia, la disillusione, i sogni. Tutta la mia vita in parole e musica; è l’unica terapia che cheta i miei tormenti. Quali sono gli album o le canzoni che preferisci? Tutti i pezzi dei Beatles e degli Stones, i gruppi inglesi degli anni ‘90, i grandi cantautori italiani, i Negrita e, ultimamente, anche l’hip hop italiano. Cosa ami di più del mondo della musica? Il live. Quell’adrenalina nessun denaro la può comprare. Cosa invece non ti piace? L’invidia, la trovo un inutile spreco di energia. Qual è stata la difficoltà più grande che hai dovuto affrontare? Le porte sbattute in faccia, ma sono indispensabili in questo mestiere perché fortificano e formano il carattere. Qual è stato il momento migliore della tua carriera, fin ora? I concerti di apertura dei Negrita e l’Heineken Jammin Festival come unico artista italiano. Progetti futuri? È appena uscito il mio primo album “Siamo morti a vent’anni”, lo consiglio a tutti caldamente. Qual è il tuo motto? Ce l’ho tatuato sul petto: Omnia Munda Mundis (Tutto è puro per i puri di cuore). Cosa vorresti dire ai nostri lettori? La musica è vita, vogliategli sempre bene e nei momenti più difficili vi verrà in aiuto.

Il Cile web: www.ilcile.com facebook: il cile

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Design

alessandra scarfò

Il fascino dei particolari 14

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di Luisella Cavallari


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hi può dire come e quando possa arrivare la giusta ispirazione per un lavoro creativo. C’è chi passa una vita alla sua ricerca e c’è chi, invece, la trova ovunque; Alessandra, per esempio, ha solo bisogno di guardarsi intorno: oggetti e colori che agli altri possono apparire semplici o, addirittura, banali, per lei diventano un tesoro. Sicuramente la sua è una dote innata, certo, ma ascoltandola potremmo lasciarci ispirare anche noi. Come e quando nasce la tua passione per il design? Fin da piccola ho sempre subìto il fascino di tanti, piccoli particolari intorno a me, oggetti capaci di stuzzicare costantemente la mia curiosità: la carta di un cioccolatino, una scatolina colorata, un ritaglio di giornale… Il mio occhio è alla continua ricerca di colori e forme da rielaborare attraverso il mio modo di comunicare, con un disegno o un oggetto. Tra i banchi di scuola mi capitava di “prendere in prestito” le gomme da cancellare dei miei compagni di classe per poi restituirle, sezionate con la taglierina, sotto forma di servizi di bicchieri, tazze, sedie o divani. Ho riempito interi block notes con nomi (il mio per primo) a cui sostituivo alle lettere oggetti o elementi di varia natura. La creatività attraverso il gioco ha dato sfogo alla mia personalità dinamica e socievole; la mia famiglia l’ha sempre assecondata, addirittura alimentata, attraverso una serie di esperienze come i viaggi, il teatro, la ceramica, la musica, le mostre d’arte e lo sport. Qual è stato il tuo percorso formativo? Ho frequentato Disegno Industriale presso il Politecnico di Torino e poi la Specialistica Interni presso il Politecnico di Milano; La scuola mi ha permesso di potenziare le abilità espressive, avvicinandomi alla progettazione, alle tecniche lavorative e alla scelta dei materiali.

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Fin da piccola ho sempre subìto il fascino di tanti, piccoli particolari intorno a me, oggetti apparentemente banali ma capaci di stuzzicare costantemente la mia curiosità 16

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Preferisci dedicarti alla progettazione di arredamenti o di gioielli? Non ho preferenze particolari, la mia progettualità spazia in più campi. Mi lascio guidare da un’idea che poi sviluppo fino a trasformarla in un prodotto. Qual è il prodotto che hai disegnato al quale sei maggiormente legata? Sicuramente i gioielli in plexiglass sono una fonte di ispirazione costante, data la varietà di soggetti cui ispirarsi. La mia collezione “Merci di culto” è nata da uno studio comparato di prodotti in commercio che hanno determinato una valenza culturale ed un preciso stile di vita nella società. Cosa ami di più del tuo lavoro? Il lavoro da designer è molto interessante perché nasce da una forte motivazione verso la ricerca, ma ha bisogno di un grande bagaglio di conoscenze che va arricchito costantemente. Adagiarsi è come perdere il treno per pochi minuti di ritardo. Cosa, invece, non ti piace? Bisogna fare i conti con il riscontro di ciò che si pro-

pone al mercato, evitare di sprecare tempo, energie e, soprattutto, risorse, tenendo sempre a mente il destinatario. Il consenso e il successo giungono solo se si ha il “senso degli altri” e dei loro bisogni. C’è qualcuno in particolare che ammiri e da cui trai ispirazione? Durante i miei studi sono stata affascinata da quei designer che nella produzione industriale hanno trovato soluzioni a basso impatto ambientale favorendo una migliore combinazione di utilizzo e risparmio, come Enzo Mari, per esempio. Lui mi ha insegnato a non cadere nei formalismi, a non seguire i dettami del marketing, piuttosto a prendere a modello i grandi maestri e sviscerare i meccanismi di un oggetto: se capisco come si fa, lo posso realizzare. Se capisco i meccanismi, posso raggiungere la creatività. La mia sedia “Listelli” si è ispirata a Thonet, ottenendo una sedia a incastro senza uso di viti né colle. Per le ceramiche, invece, devo i miei “primi passi” al gesto delicato che emanano le opere di Vera Quaranta, maestra della ceramica degli Argonauti di Collegno. La scelta delle ricorrenti forme


ovoidali levigate delle mie opere, come “Pantarei”, “Cioc-cioc”, “Memory Lux”, appartengono ai concetti di fluidità e ciclo vitale. Cosa consiglieresti a chi volesse intraprendere la tua professione? Il mio consiglio “da giovane, per i giovani” è quello di rimanere fedeli al proprio progetto e perseverare nella sua applicazione, tentando di perseguire tutte le strade possibili. Attualmente il mio lavoro è un progetto di autoproduzione, tipico dell’homo faber, dell’artigiano che segue da solo tutte le fasi di produzione, dall’idea al prodotto finito, interfacciandosi però con macchinari industriali. Senza dubbio è molto gratificante, basta avere iniziativa, buona volontà, abilità e risorse.

Tuttavia, per un giovane, di questi tempi, la messa in opera è dura senza l’aiuto della famiglia, di un ente, o di un’azienda che se ne faccia carico; l’alternativa è l’emigrazione a favore di altre realtà. Qual è il tuo motto? Se non riesci a uscire dal tunnel... arredalo! Cosa vorresti dire ai nostri lettori? In conclusione, a chiunque voglia intraprendere la carriera del designer, consiglierei di partire dal concetto del vuoto; come sostiene Carlotta De Bevilacqua, bisogna fermarsi, progettare per la lunga durata, progettare sostenibile, progettare insieme, riempire il vuoto con un idea! Perseverare e non fermarsi alle prime difficoltà!

Alessandra Scarfò Alessandra Scarfó Design web: www.alessandrascarfodesign.com www.alessandrascarfo.com mail: info@alessandrascarfodesign.com tel: +393402216101

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Parlami un C

on l’arrivo dell’autunno ecco ricomparire un valido alleato capace di rendere piacevole anche i primi pomeriggi di pioggia. Il the, con il suo colore dorato e il profumo avvolgente, ci regala un attimo di pausa da dedicare interamente a noi stessi... ancora di piÚ se accompagnato da un servizio dal design prticolare, capace di farci sorridere al primo sorso.

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po ’ di the 4

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1 Recharger www.waltergiovanniello.com

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2 Moustache Mugs www.peteribruegger.com 3 Cup of fame www.donkey-products.com 4 Slim cup 5 Face Mug www.peteribruegger.com 6 Smilecup www.psyho.ua 7 Morning Putt Golfers Coffee Mug www.unotre.com 8 Hanger Tea www.yankodesign.com

L’idea in più Ad ogni tea party che si rispetti non possono certo mancare pasticcini e dolcetti. L’ideale per lasciare i vostri invitati a bocca aperta è preparare dei biscotti fatti in casa, magari conferendogli l’aspetto di vere e proprie bustine da the. Perfetti da inzuppare.

9 Canon Camera Lens Mugs www.photojojo.com

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Libri CaliCo Joe

(John Grisham)

Due uomini diversi per età e carattere, ma accomunati dalla stessa professione: il baseball. Uno è Warren Tracey, donnaiolo, alcolista e pessimo padre che, ormai sul viale del tramonto, gioca le sue ultime partite nei Mets di New York, appesantito dagli anni e dalla frustrazione per una carriera che avrebbe voluto diversa. L’altro è l’astro nascente Joe Castle, ventun anni, originario di Calico Rock, nel profondo Arkansas, che sta mietendo successi nelle file dei Cubs di Chicago. La popolarità di Joe è alle stelle ed è l’idolo dei fan del baseball, primo fra tutti Paul Tracey, il figlio undicenne di Warren. È il 1973 quando suo padre si ritrova finalmente faccia a faccia con Joe sul diamante dello Shea Stadium di New York in una partita che passerà tristemente alla storia. Sotto gli occhi attoniti del figlio, Warren lancia una palla veloce che cambierà per sempre i destini dei due giocatori.

il Canto dell’immortale

(torben guldberg)

Dall’anno Mille al 1400, lungo cinque secoli densi di avvenimenti per l’Europa, si snoda la storia del protagonista e voce narrante di questo romanzo. Dai terrori superstiziosi per l’inizio del nuovo millennio fino all’arte del periodo rinascimentale, passando per le crociate del 1200 e la peste del 1300, l’Immortale intreccia la sua esistenza con quella delle persone comuni, che nel mondo vivono e soffrono cercando un senso alla loro esistenza e al loro soffrire, e canta di guerrieri ed eroi, streghe e cantastorie, nel tentativo continuo di comprendere e spiegare i grandi temi dell’umanità: l’amore e la fede, il mito e la realtà, la morte e la rinascita.

la riCetta del Cuore in subbuglio

(Viola Ardona)

Esiste una cura per guarire le nostre inadeguatezze, i nostri amori sbagliati, un farmaco per anestetizzare il dolore del sentirsi sempre un passo indietro rispetto alla vita? Dafne è architetto, vive a Milano, è sicura di sé e indipendente, e cerca questa cura nelle leggi e nei simboli della matematica, provando a calcolare gli algoritmi delle emozioni. Ma la sua infanzia è rimasta nascosta da qualche parte. Non ha ricordi. Qualcosa si è incastrato in lei. La sua analista le suggerisce di voltarsi indietro per cercare quella bambina che si è perduta dentro di lei, di tenerla per mano e di provare ad ascoltare la sua voce... Attraverso il filo dei ricordi, la Dafne adulta ritrova la Dafne bambina, la sua città, Napoli, la sua famiglia. Non sarà facile questo incontro, perché quello che Dafne bambina ha da raccontare è ora commovente e tenero come il dolce della domenica, ora inquietante, come un incubo in una stanza buia.


la vita, intanto

(Carmen Amoraga)

Molte donne sognano una vita da romanzo: c’è chi si sposa pur continuando a rimpiangere un grande amore di gioventù e vive nell’attesa di rincontrarlo, un giorno, girato l’angolo; c’è la bambina che cresce con la speranza che il vicino di casa prima o poi si accorga di lei; o la ragazza convinta che un innamorato da oltreoceano tornerà a riscattarla. Questo è il romanzo di María José, vittima di un grave incidente proprio quando aveva ripreso il controllo della sua vita. È il romanzo di sua madre, Pilar, così simile a lei, senza saperlo, e come lei schiava di un’illusione d’amore. Ma è anche la storia di un’amica e di un padre, di amanti e di mariti: persone unite da legami di varia natura, ma che l’incapacità di comunicare e l’abitudine hanno reso estranee le une alle altre. Ora, riunite intorno al letto d’ospedale in cui María José giace in coma, saranno costrette a rivedere i loro rapporti, e la vicinanza quotidiana con la morte le spingerà a ritrovare il senso della propria esistenza. Come se il sonno di María José le spronasse al risveglio. Come se il rischio di perderla le esortasse a riprendere in mano la vita.

la quarta apoCalisse

(Dustin Thomason)

10 dicembre 2012. A Los Angeles un uomo viene ricoverato in preda a strani sintomi: demenza, allucinazioni e un’insonnia prolungata che lo sta portando alla morte. Il dottor Gabriel Stanton è incredulo di fronte a quello che potrebbe essere un raro caso di malattia prionica, patologia a cui da anni dedica i suoi studi. Nelle stesse ore, un’archeologa del Getty Museum viene in possesso di un rarissimo codice maya. 11 dicembre 2012, ore 12.26. Il dottor Stanton constata il decesso del paziente numero uno. 12 dicembre 2012. Il contagio è iniziato. Altre persone hanno cominciato a manifestare gli stessi sintomi. Le modalità di trasmissione sono ancora ignote, l’unica certezza è che la malattia si diffonde a una velocità allarmante e non lascia scampo. Mentre Stanton si affida alla scienza per trovare una spiegazione a quanto sta accadendo, qualcuno inizia a pensare che non sia casuale la contemporanea ricomparsa del codice maya.

il falCo

(James Keene)

Figlio di un poliziotto, James Keene è un ragazzo sveglio che non si accontenta di quello che ha. Si mette a spacciare droga e accumula, giovanissimo, una montagna di denaro, fino a quando non finisce in prigione, condannato a dieci anni. Un giorno, James viene convocato dal procuratore Beaumont. Il giudice gli mostra una cartellina con le foto di corpi di ragazze morte e volti di adolescenti felici. Sono tutte vittime di uno stesso serial killer, Larry Hall, accusato di omicidio e già in carcere, ma solo per un assassinio e non per gli oltre venti che secondo Beaumont avrebbe commesso. Il procuratore propone a James di farsi trasferire sotto copertura nel carcere di massima sicurezza in cui è recluso Hall, diventare suo amico e indurlo a confessare i crimini. In cambio, c’è la libertà.


Danza

Dario Tartarelli

La creativitĂ prima di tutto 22

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di Luisella Cavallari


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al Salento a Parigi, tenendo nel cuore il ritmo delle proprie radici. Dopo tanti anni di studio e duro lavoro, oggi Dario è tornato nella sua amata Italia, portando con sé un bagaglio pieno di esperienze che vuole condividere con noi. Cosa ti ha portato ad avvicinarti alla danza? L’allegria e la voglia di divertirsi dei miei genitori: sin da piccolo sono sempre stato coinvolto in situazioni di festa, musica, canti e danze del mio paese; mi hanno dato il ritmo, la musicalità, la voglia di danzare e fare spettacolo. Sono salentino e non posso negare che le sonorità della pizzica abbiano influito sul mio percorso artistico. Non posso definirmi un danzatore: anche se gli anni di studio sono stati tanti, ho preferito declinare i miei interessi alla creazione della drammaturgia, alla regia coreutica e all’organizzazione dell’evento stesso. Qual è stato il tuo percorso formativo? Ho studiato danza per svariati anni, sia in Italia che all’estero, con diversi maestri di rilievo internazionale; la mia formazione ha una forte componente esperienziale. Nel 2008 ho iniziato a lavorare come coordinatore tecnico per “Les Baladines”, un’associazione francese che organizza un festival internazionale di danza tra la Francia e l’Italia e, con il trascorrere degli anni, ho assunto la vice direzione

artistica dell’evento. Ho fatto tirocinio in drammaturgia coreutica e organizzazione dello spettacolo tra Roma e Parigi, con diversi professionisti del settore. Ho studiato musica, e gli studi universitari sono di base umanistica. Qual è il tipo di danza che preferisci? Ogni stile di danza è interessante, ma mi sento più vicino alla danza contemporanea: mi da la possibilità di creare e instaurare contaminazioni di diverso genere. Quali sono gli step da seguire nel tuo lavoro? Prima di tutto si imposta un’idea insieme al coreografo e si delinea una drammaturgia base; lo sviluppo creativo viene fuori in sala insieme ai danzatori e gli altri artisti che seguono la creazione. Cosa ami di più nel tuo lavoro? L’idea di avere sempre la possibilità di creare qualcosa di nuovo e diverso, di contaminare varie forme d’arte ed unirle in un’unica performance. Cosa, invece, non ti piace? Non mi piacciono le limitazioni di nessun genere. C’è qualcuno in particolare che ammiri e che ti ha ispirato nelle scelte? Una figura molto importante nella mia formazione è stata la direttrice artistica dell’associazione “Les Baladines” con sede a Parigi: mi ha fatto entrare nel circuito dell’organizzazione di eventi artistici e mi ha dato la possibilità di avere un confronto diretto

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e personale con grandissimi personaggi della danza come Vladimir Derevianko, Emilio Calcagno, Geraldine Armstrong e tanti altri. Ognuno di loro mi ha supportato e dato consigli nelle scelte, sia professionali che di vita. Grandi maestri! Qual è il momento della tua carriera che ricordi con più piacere? Sono tanti i momenti che ricordo con immenso piacere ma, allo stesso tempo, mi piace pensare che “quel momento” debba ancora arrivare. Quali sono i tuo progetti futuri? Ho da poco fondato una compagnia di danza dal nome “SineSpatio”, composta da sette danzatori. L’idea che condivido con i miei soci, la coreografa Carmen de Sandi e il direttore di produzione Gianluca Silipo, è quella di crescere come factory artistica e creare spettacoli sempre nuovi. Partendo da una struttura drammaturgica coreutica, allargare l’idea artistica contaminandola con altre forme d’arte. Diversi gli artisti, uniche le opere. Che consiglio daresti a chi volesse intraprendere la tua professione? Il mio consiglio è quello di non abbattersi mai; a volte ci si trova a dover affrontare degli ostacoli inutili ma, anche in questi casi, non ci si deve scoraggiare. Se manterrete sempre ben fisso in mente l’obbiettivo da raggiungere, in un modo o nell’altro, ce la farete!

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mi sono avvicinato alla danza grazie alL’allegria e alla voglia di divertirsi dei miei genitori: sin da piccolo sono sempre stato coinvolto in situazioni di festa, musica, canti e danze del mio paese; mi hanno dato il ritmo, la musicalità, la voglia di danzare e fare spettacolo. Dario Tartarelli

web: www.carlottapoliglotta.com skype: sxxx cell.: +xxx2


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t h e g r e yca r p e t

Un autunno a tinte forti

Con I primi freddi, si sa, arriva subito la tentazione di imbacuccarsi nuovamente nelle classiche mise invernali. Scommettiamo che indovino subito il “comun denominatore” dei vostri abbinamenti? Il colore nero... forse il grigio, ma proprio per le più “audaci”. Inevitabile che anche l’umore ne risenta ed ecco che il già faticoso rientro alla routine diventa ancora più

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insopportabile... Ma quest’anno voglio lanciarvi una sfida: perché non imporsi con un bel sorriso e tanti, tanti colori? Chi l’ha detto che le stagioni più fredde debbano essere anche le più tristi? Proviamo, invece, a brillare con un bel paio di pantaloni gialli, o a sorprendere con una lunga gonna viola. Prendete spunto dalle immagini che vi proponiamo e lasciatevi trasportare dalla voglia di giocare con i colori.


Abbiamo voluto chiamare questa rubrica “The Grey Carpet” perchè il grigio è il colore dell’asfalto, lo stesso in tutte le strade di tutti i paesi del mondo; una base perfetta per far risaltare i colori e mettere in evidenza lo stile di chi lo calpesta, come fosse una passerella.

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Moda

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Carlotta Costanzo Benvenuti nel mio mondo “Pop Ton”

ph. G.Vaccaro

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di Desiree Bei

iovane, simpatica e frizzante, la collezione di Carlotta riflette completamente la personalità di chi l’ha disegnata. È evidente l’influenza dalla cultura dei fumetti Manga, sua grande fonte di ispirazione, così come è chiaro che ogni capo viene creato per stupire e lasciare il segno. Il suo è un mondo magico basato sul “Pop Ton”, punto d’incontro tra il bon ton delle “silhouettes da mademoiselle” un po rètro e dei “dettagli fun” che, insieme, danno vita ad uno stile assolutamente unico. Questa visione giocosa della moda deriva, certo, anche dagli anni trascorsi lavorando per la collezione donna del noto brand Fiorucci, esperienza che le è servita per “buttarsi” nella creazione del suo marchio “Carlotta Poliglotta”; lanciato la scorsa estate è già stato “premiato” dal mercato giapponese che ha voluto distribuire i suoi modelli nel cuore di Tokyo. Un inizio entusiasmante che lascia prevedere un futuro pieno di colori nella la moda italiana. Quando e come nasce la tua passione per la moda? Per fortuna non ho la passione per la moda, ma per il disegno e i tessuti. Ho iniziato a disegnare quando ero molto piccola, poi è arrivato l’amore per i fumetti Manga. Guardando i miei figurini l’importanza illustartiva è in primo piano, ed è evidente l’influenza del mondo comics. Quale è stato il tuo percorso formativo? Terminato il liceo ho lasciato “l’isola felice”, la Sarde-

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gna, per trasferirmi a Milano e frequentare un corso di moda. Nel 2005 ho iniziato a lavorare come junior designer per Luciano Soprani. L’esperienza lavorativa che mi ha formata di più è stata sicuramente quella nel mondo Fiorucci: ho disegnato la collezione donna assieme ad un team spettacolare; ha lasciato tracce indelebili nel mio immaginario stilistico. Cosa apprezzi di più di questo mestiere? La donna prodotto: Mary P ! Si lavora con il sorriso. Cosa, invece, non ti piace? Non mi piace il “circo di pagliacci” che saltella nell’orbita milanese; vorrei vedere meno scenette e più professionalità. Mi rendo conto che dirlo è sconveniente e polemico, ma quello che vedo mi deprime. Come nascono i tuoi modelli? Matita, foglio e tessuti vicino. A volte inizio dal tessuto, altre dal volume o da un dettaglio. Non ci sono schemi rigidi. C’è uno stilista in particolare che ammiri più degli altri e da cui trai ispirazione? Ammiro Jean Charles De Castelbajac. Qual è il capo che hai disegnato a cui sei maggiormente legata? Direi l’abito “Allison”, con i taschini borsellino. Se te ne dessero la possibilità, per quale personaggio del mondo dello spettacolo vorresti disegnare e perché? Un tuffo nel passato e sarei ai piedi di Louise Brooks, magari per sistemarle un orlo. Quali sono i tuoi progetti futuri? Tantissimi progetti importanti... i piu’ significativi sono smettere di mangiarmi le unghie e prendere la patente, il resto lo scopriremo camminando. Cosa vorresti dire ai nostri lettori? Un indovinello: ...Ha le braccia ma non le mani, ha il collo ma non la testa... cos’è? (la risposta la trovate nella posta in fondo a pagina25 )

Carlotta Costanzo

web: www.carlottapoliglotta.com mail: info@carlottapoliglotta.com facebook: CARLOTTA POLIGLOTTA

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”Collezione ideata per ragazza stralunata, se hai voglia di giocare le mie stampe puoi provare, sono gatti, fiori e sassi che stan bene pure ai grassi. La mia dolce signorina non è poi così bambina, porta scarpe sempre basse per saltar sopra le casse... Questo è il brand filastrocca di CARLOTTA POLIGLOTTA!”

*Risposta: la camicia

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pubbliredazionale

accademia creazioni moda di Maria Maiani

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a moda è una disciplina complessa, che richiede abilità, competenza e una profonda conoscenza della “materia”, cui contribuisce in maniera determinante il periodo di “apprendistato”, una fase di fondamentale importanza che ha sempre caratterizzato la storia personale dei più famosi stilisti. A questa e a molte altre esigenze risponde in modo estremamente efficace “Creazioni Moda di Maria Maiani”,scuola di vera alta moda, fondata e diretta da Maria Maiani che, con i suoi 40 anni di attività nel settore, continua a trasmettere pas-

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sione e creatività ai suoi allievi e a rinnovare l’interesse per l’arte della sartoria. Volontà dell’Accademia è quella di far entrare i giovani nel vivo dell’esperienza sartoriale, promuovere e valorizzare le loro intuizioni attraverso un elaborato percorso che prevede ideazione, progettazione, realizzazione e commercializzazione dell’abito. L’obiettivo della scuola e’ quello di preparare i futuri stilisti, modellisti, figurinisti e costumisti teatrali fornendo loro le competenze fondamentali per quanto concerne le tecniche sartoriali, stilistiche e decorative dell’arte del costume e della moda.


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La scuola unisce tecnica e lavoro artigianale: lo studio teorico delle diverse materie viene accompagnato dall’esperienza pratica di laboratorio, un continuo lavoro di estemporanea del figurino con lo sviluppo della modellistica, indispensabili nel settore moda per acquisire una vera professionalita’. Attraverso i corsi è possibile apprendere concetti fondamentali come le tecniche di disegno, imparare a costruire un archivio cospicuo ed efficace cui attingere per applicare la fantasia al processo creativo; scoprire come la conoscenza dei tessuti e dei principi cromatici possa rafforzare il messaggio che si in-

tende comunicare, e acquisire una visione più completa e matura del concetto di “moda”. Il contatto con metodi vecchi, nuovi ed innovativi consente di sviluppare la propria versatilità. Grazie a tale preparazione, gli allievi diplomati avranno la possibilità di accedere facilmente all’interno di un contesto lavorativo preesistente o, ancora, di avviare individualmente un’attività professionale. L’Accademia offre anche l’opportunità di partecipare a concorsi, esposizioni, rappresentazioni e sfilate, per garantire ai propri studenti una buona visibilità e possibili agganci commerciali.

Corsi

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Anna Piaggi Un ricciolo blu contro un mondo grigio

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o scorso Agosto il mondo della moda ha pianto la morte di Anna Piaggi, icona del settore che, all’età di 81 anni, si è spenta nel suo appartamento di Milano. Sono stati moltissimi i tributi a lei dedicati, e in tanti hanno più volte citato i suoi traguardi professionali: dopo un inizio da traduttrice per Mondadori, il suo percorso professionale ha subìto una variazione portandola a diventare giornalista e fashion editor; ha creato e diretto importanti testate come Arianna e Vanity, e ha collaborato con Vogue Italia dove, nel corso degli anni, ha saputo sottolineare le evoluzioni e i mutamenti della moda con la sua rubrica personale “D.P. Doppie Pagine”. In un modo speciale e personalissimo, Anna ha contribuito a fare della moda un linguaggio, un mezzo di espressione,

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arrivando a diventare lei stessa uno “strumento” al suo servizio. La consacrazione a icona fashion di fama mondiale è arrivata quando Karl Lagerfeld la trasformò nel fumetto protagonista delle “Anna Cronique”. Il direttore creativo di Chanel di lei disse: «Anna inventa la moda. Nel vestirsi fa automaticamente quello che noi faremo domani». Ed è stato proprio così: Anna dettava i trend, battendo sul tempo persino i più grandi stilisti. Sempre in prima fila alle sfilate, sfoggiava con orgoglio mise e trucco originali; non stupisce il fatto che il fotoreporter del New York Times, Bill Cunningham, abbia affermato «E’ l’unica italiana che valga la pena fotografare». Con i suoi “colori” sapeva spezzare la monotonia di un mondo, a volte, fin troppo “grigio”, regalandoci charme e ironia. Ci mancherà tantissimo.


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Fotografia

Silvia Cavedoni

Curiosità e voglia di osare di Désirée Bei

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olo quando si decide di abbandonare la strada più “comoda” si può arrivare a superare i propri limiti. Silvia la pensa cosi, e da questo pensiero nasce il suo bisogno di sperimentare, provare e imparare dai propri errori. Da brava autodidatta fa tesoro di ogni esperienza e non ha paura di “buttarsi” alla

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scoperta di territori fin ora a lei sconosciuti; dai ritratti, ai paesaggi, alle persone che incontra per la strada, le sue foto raccontano tanto e vanno oltre quello che si vede in apparenza perché dentro c’è anche un po di lei. Come e quando nasce la tua passione per la fotografia? Questa passione è nata da appena tre anni, dopo aver comprato la mia Fujifilm durante


un viaggio a New York: da lì ho cominciato a sperimentare, senza concentrarmi su un genere preciso, ritraendo paesaggi, scorci di città, animali, artisti di strada, persone comuni. Sono, inoltre, rimasta molto affascinata dalle maschere del Carnevale di Venezia, vedere quegli artisti è sempre un’esperienza unica. Qual è stato il tuo percorso formativo? Sto imparando dai miei errori, da autodidatta. Al liceo ho seguito un corso di fotografia della du-

Non smettete mai di mettervi in gioco, di essere curiosi, di sperimentare.

rata di pochi mesi, terminato con un’esperienza in studio e una modesta mostra fotografica. Al momento sto cercando di trovare il tempo per seguire un corso vero e proprio. Mi piacerebbe approfondire il nudo artistico e il ritratto. C’è qualcuno in particolare che ammiri e da cui trai ispirazione? Adoro Steve Mc Curry e Robert Doisneau, i loro lavori sono vibranti, intensi; mi piace molto anche il modo in cui Jodi Cobb ha presentato il mondo delle geishe.

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Seguo anche Takao Fujiwara, che ho avuto modo di conoscere e apprezzare per le foto di paesaggi; da poco ho scoperto anche Lois Greenfield, James Nacthwey e Samuel Aranda. Quali sono i soggetti che ami di più rappresentare nelle tue foto? Soprattutto le maschere del Carnevale, per il modo in cui riescono ad esprimersi attraverso il corpo, avendo il volto nascosto; da poco ho cominciato a fotografare anche persone comuni in momenti particolari, insoliti, quando pensano che gli altri non le stiano guardando. Mi piace catturarle in atteggiamenti o situazioni inaspettate, in cui non si accorgono della mia presenza: non sono in posa, non esibiscono sorrisi forzati, ma si mostrano nella loro naturalezza. Oltre a questo, i paesaggi e i contrasti delle silhouette nere su sfondi colorati. Quali credi siano le doti più importanti di un fotografo? La curiosità e la voglia di provare a ritrarre qualcosa di diverso: non restare legati a un

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soggetto in particolare, non specializzarsi esclusivamente su un tipo di fotografia. E’ importante mettersi in gioco e osare: se sei un fotografo di paesaggi, prova il ritratto. Ti troverai di fronte a soggetti completamente diversi da quelli con i quali sei abituato a lavorare, dovrai seguire un’altra persona più esperta di te in quel campo, imparare in maniera umile per migliorarti e saper fare qualcosa di diverso. In questo modo ciascuno avrà la possibilità di imparare dall’altro ed eviterà che la propria creatività si esaurisca. Ami di più il colore o il bianco e nero? In genere lavoro con il colore e ho sperimentato poco il bianco e nero; in realtà credo che dipenda dal soggetto che si vuole ritrarre, da cosa si vuole comunicare, quale atmosfera si vuole dare alla scena. Quale dei tuoi lavori ti è piaciuto di più eseguire? E perché? Al momento, la mia prima esperienza con una


modella: avevo campo libero, potevo dirle come muoversi e cosa fare, ascoltando e osservando il modo in cui lei era abituata a lavorare e la naturalezza con la quale stava davanti all’obiettivo. Ora so meglio come comportarmi in una situazione del genere e ho avuto modo di provare qualcosa di nuovo. Quali sono le difficoltà maggiori che hai dovuto affrontare fino ad ora nel tuo lavoro? Innanzitutto il fatto che questo non sia il mio lavoro: sto per iniziare il terzo anno di psicologia, non ho avuto una vera formazione nel campo dell’arte e della fotografia, quindi mancano molti aspetti tecnici, essendo una autodidatta. Lo vedo soprattutto nel partecipare ai concorsi: leggendo i curricula di altri concorrenti vedo come siano quasi tutti fotografi, persone che hanno fatto della loro passione un mestiere. Partecipare a quei concorsi spesso significa mostrare un progetto che si è realizzato, o che è in corso di lavorazione; il mio progetto lo sto realizzando giorno dopo giorno, lezione dopo lezione. Oltre a questo, loro hanno più possibilità di viaggiare e, di conseguenza, maggiori occasioni per conoscere persone e visitare posti nuovi. Inoltre, vedo come sempre più spesso si faccia uso del fotoritocco. Non sapendo usare questo tipo di programmi, posso solo migliorare la nitidezza, o l’esposizione. Non vorrei mostrare delle foto in cui non si capisce il punto in cui finisce la bellezza di un soggetto al naturale e inizia il fotoritocco. Preferisco pensare che, nei miei lavori, ogni elemento sia al posto giusto nel momento giusto, così com’è. Che consiglio daresti a chi volesse intraprendere la tua professione? In generale, consiglierei di avere una buona preparazione teorica su quello che si vuole fare, ma credo che l’esperienza e i tentativi permettano a ciascuno di imparare a muoversi meglio nel proprio ambito e di creare un proprio stile. Se le idee non arrivano, è inutile affannarsi e cercare di produrre qualcosa di mediocre: meglio aspettare il momento giusto, e non gettare mai la spugna. Quali sono i tuoi progetti futuri? Da Settembre comincerò la collaborazione con un mensile che, in ogni numero, pubblicherà le foto di un solo fotografo. A Febbraio dovrei essere a Venezia per il Carnevale, un appuntamento immancabile: quest’anno anch’io sarò in costume, e farò qualche scatto nei luoghi più

caratteristici della città. Ci tornerò con due amiche che faranno da modelle per un progetto che, pian piano, sta prendendo forma. Vi anticipo solo che lavoreremo con le ombre, in senso letterale e metaforico. Infine, sto cercando di organizzare un servizio con una ragazza che cuce da sola i propri costumi da cosplayer (riproduce alcuni personaggi manga). Cosa vorresti dire ai nostri lettori? Non smettete mai di mettervi in gioco, di essere curiosi, di sperimentare. Avere timore di provare qualcosa di nuovo fa perdere opportunità, in qualsiasi ambito. E, soprattutto, bisogna saper aspettare.

Silvia Cavedoni

web: www.do-notbotherme.deviantart.com mail: cave91@libero.it linkedin: http://www.linkedin.com/profile/ edit?trk=hb_tab_pro_top

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Yayoi Kusama L’infinito racchiuso in un pois A

ncora una volta la maison di moda Louis Vuitton rinnova il suo grande legame con il mondo dell’arte contemporanea, realizzando una collezione speciale in collaborazione con l’artista giapponese Yayoi Kusama. La storia di questa incredibile artista è affascinante tanto quanto i suoi lavori. Yayoi nasce a Matsumoto nel 1929, in una famiglia che non appoggia la sua inclinazione artistica; Il periodo, infatti, è quello del dopoguerra, e l’idea diffusa è che le arti non possano offrire alcuna sicurezza economica e professionale. Nonostante l’obiezione dei genitori, la Kusama si trasferisce a Nihoga per frequentare una scuola di pittura dove acquisisce uno stile di grande rigore formale. Sono tanti gli ostacoli incontrati lungo la strada ma, a soli ventitre anni, riesce ad allestire la sua prima mostra, all’interno della quale compaiono i motivi ricorrenti della sua arte: i fiori, le zucche, i semi, i girini, gli alberi, le bolle e tutto ciò che rimanda al “tondo”, alla ripetizione infinita. I pois sono la sua “firma” e rappresentano i puntini che vide davanti agli occhi in casa dei genitori quando, da bambina, ebbe la prima allucinazione. Alla base della sua arte, infatti, ci sono delle vere e proprie ossessioni; Yayoi, sin da ragazzina, soffre di allucinazioni che la portano a vivere dei momenti che lei stessa definisce “self-obliteration”, la sensazione di essere inghiottita dall’universo.

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Non si ferma alla pittura, ma sperimenta con la scultura, il cinema, la fotografia. Nel 1958 sceglie di allontanarsi dal clima giapponese per trasferirsi in un luogo decisamente più favorevole alla nascita delle avanguardie artistiche: New York. Nella metropoli americana, oltre ad avviare collaborazioni e scambi fruttuosi con artisti del calibro di Andy Wharol, inizia a ricoprire la città con le sue installazioni. Nel 1973 torna in Giappone e, nel 1977, decide di farsi internare volontariamente in un ospedale psichiatrico di Tokio in cui vive tuttora, facendo da spola con il suo studio. Oggi, dalla collaborazione tra il genio allucinogeno di Yayoi Kusama e Marc Jacobs, ecco nascere una collezione assolutamente esclusiva ed originale. Le iconiche borse Louis Vuitton, gli accessori e il ready-to-wear si trasformano in tele su cui l’artista dipinge i suoi inconfondibili e irriverenti pois colorati, creando pezzi unici e preziosi che diventano delle vere e proprie opere d’arte da indossare. Questa speciale collezione è stata realizzata in occasione della mostra itinerante dedicata all’artista giapponese. L’esposizione organizzata dal Tate Modern di Londra, in collaborazione con il Museo National Centro de Arte Reina Sofia di Madrid e il Centre Pompidou di Parigi, sarà , fino alla fine di Settembre, al Whitney Museum of American Art di New York.


I suoi pois rappresentano lei stessa, “un punto perso tra milioni di altri punti“.


Mister Bond

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ono ormai cinquant’anni che l’agente 007, la temeraria spia “con licenza di uccidere”, è presente sugli schermi di tutto il mondo, sempre al servizio di Sua Maestà britannica. Creato dalla penna di Ian Flemign nel 1953, fu portato per la prima volta sul grande schermo da Sean Connery nel 1962 (Agente 007 - Licenza di uccidere); il film ottenne un clamoroso successo: costato un milione di dollari, ne incassò quasi 60 e consacrò il giovane attore scozzese a sex symbol. Da allora James Bond è diventato sinonimo di successo e spettacolarità e, continuando su questa strada, il prossimo Ottobre potremo vederlo nel suo 23esimo film

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“Skyfall”, ancora una volta interpretato da Daniel Craig. I festeggiamenti sono d’obbligo e, per l’occasione, ecco subito pronta una mostra: “Designing 007. Fifty Years of Bond Style” (dal 6 Luglio al 5 Settembre, al Barbican Centre di Londra), un percorso di eleganza e stile che espone gli abiti, gli accessori e le auto che hanno reso James Bond un’ icona glamour. Gli appassionati della serie non sapranno resistere nemmeno a “BOND 50”, un cofanetto da collezione che include tutti i 22 film di James Bond in Blu-ray, per la prima volta raccolti e proposti insieme. Un’ottima soluzione per fare un “ripasso generale”, aspettando l’attesissimo “Skyfall”.


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Appuntamento al cinema

5 sett

embre Shark 3d genere azione, horror, thriller diretto da Kimble Rendall e interpretato da Phoebe Tonkin, Xavier Samuel, Julian McMahon, Alex Russell, Sharni Vinson, Cariba Heine, Alice Parkinson, Lincoln Lewis, Daniel Wyllie, Richard Brancatisano.

Un terrificante tsunami si abbatte sulla costa australiana e di conseguenza molti edifici, tra cui un supermercato, vengono inondati dall’acqua. Due ragazzi Josh e Tina, restano intrappolati nei sotterranei del supermarket e si ritrovano in grave pericolo insieme ad altre persone. Solo un anno prima i due giovani erano in procinto di sposarsi ma dopo la morte del fratello di lei, assalito da un branco di squali, si sono lasciati. Distrutto dal senso di colpa per non essere riuscito a salvare l’amico, Josh, che è un guardaspiaggia, non si è più ripreso ma avrà presto l’occasione di riscattarsi, perchè nei sotterranei del supermercato - già trasformati in una trappola mortale dall’allagamento - sono rimasti imprigionati anche alcuni squali bianchi. E dovrà mettercela tutta per salvarsi insieme a Tina e gli altri superstiti.

THE BOURNE LEGACY genere azione, avventura, thriller diretto da Tony Gilroy e interpretato da Jeremy Renner, Rachel Weisz, Edward Norton, Albert Finney, Joan Allen, Scott Glenn, Stacy Keach, Oscar Isaac, Donna Murphy, David Strathairn.

em t t e s 7

bre

A Yukon, in un paesaggio immerso nella neve, un uomo riemerge dalle gelide acque di un fiume, afferra un oggetto nascosto sul fondo e va a scaldarsi vicino a un falò, prima di lanciarsi in un’altra missione. L’uomo è Cross, un agente che lavora per il programma segreto Outcome. Giunto in una casupola di legno, trova un altro agente, il cui nome in codice è #3; ma improvvisamente un drone fuori programma prende di mira i due. Mentre, dall’altra parte del mondo, un uomo di nome Jason Bourne ha deciso di rivelare il programma segreto, i vertici hanno deciso che ogni singolo agente dovrà essere eliminato.

I BAMBINI DI COLD ROCK genere horror, thriller diretto da Pascal Laugier e interpretato da Jessica Biel, Jodelle Ferland, Stephen McHattie, William B. Davis, Samantha Ferris, Katherine Ramdeen, Garwin Sanford, Kyle Harrison Breitkopf, Jakob Davies, Janet Wright. Julia Denning è un’infermiera che vive nella cittadina di Cold Rock, dove si nascondono segreti inquietanti. Nel corso degli anni, infatti, sono scomparsi 13 bambini senza lasciare né un indizio né un testimone. Gli abitanti del luogo ritengono che il responsabile sia “The Tall Man” un oscuro personaggio misterioso e leggendario che rapisce i bambini svanendo nel nulla. Quando una notte Julia trova il letto di suo figlio vuoto la caccia è aperta e con essa la ricerca di risposte: chi è “The Tall Man” e soprattutto cosa avevano in comune quei bambini scomparsi ?

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21 settembre

THE WORDS diretto da Brian Klugman, Lee Sternthal e interpretato da Bradley Cooper, Jeremy Irons, Zoe Saldana, Dennis Quaid, Olivia Wilde, Ben Barnes, John Hannah, J.K. Simmons, Nora Arnezeder. Rory Jansen è un giovane scrittore di New York che, quando vede rifiutato il suo manoscritto da un agente letterario, si rende conto che non diventerà mai un autore di successo. Le sue aspettative professionali ed economiche sono destinate a crollare miseramente, nonostante il sostegno psicologico della moglie; anche la presenza degli amici benestanti gli diventa insopportabile , come se tutto gli rinfacciasse il suo fallimento. Ma il terrore per il futuro si arresta bruscamente quando l’uomo scopre in un robivecchi di Parigi un misterioso manoscritto ingiallito. Un emozionante vicenda, tra dramma e thriller psicologico con un finale sorprendente.

emb t t e s 28

re

L’ERA GLACIALE 4 CONTINENTI ALLA DERIVA genere animazione, avventura, ragazzi, commedia della durata di 94 min. diretto da Steve Martino, Mike Thurmeier e interpretato da Aziz Ansari, Joy Behar, Christopher Campbell, Alain Chabat, Ester Dean, Peter Dinklage, Aubrey Graham, Jason Fricchione, Nick Frost, Josh Gad. Il cataclisma continentale causato da Scrat spinge gli amici Manny, Diego e Sid ad affrontare l’avventura più grande. A bordo di una zattera-iceberg, incontreranno diverse creature marine e affronteranno i pirati, ma soprattutto scopriranno un nuovo mondo.

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RESIDENT EVIL RETRIBUTION film diretto da Paul W.S. Anderson e interpretato da Milla Jovovich, Sienna Guillory, Michelle Rodriguez, Colin Salmon, Boris Kodjoe, Shawn Roberts, Li Bingbing.

Il T-virus mortale della società farmaceutica Umbrella Corporation continua a devastare la Terra, trasformando la popolazione mondiale in legioni di zombie affamati di carne umana. Alice (Milla Jovovich), l’unica e ultima speranza per la razza umana, si risveglia all’interno della struttura segreta della Umbrella e svolgendo indagini approfondite, scopre alcuni segreti del suo misterioso passato. Senza un rifugio sicuro, Alice continua a cercare i responsabili dell’epidemia; un inseguimento che la condurrà da Tokyo a New York, Washington D.C. e Mosca, un viaggio che culminerà con una sconcertante rivelazione che la costringerà a rimettere in discussione tutte le sue certezze. Con l’aiuto di nuovi alleati e vecchi amici, Alice dovrà combattere per sopravvivere abbastanza a lungo da sfuggire ad un mondo sull’orlo dell’oblio.

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Appuntamento al cinema

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THE APPARITION genere horror, thriller della durata di 82 min. diretto da Todd Lincoln e interpretato da Ashley Greene, Sebastian Stan, Tom Felton, Julianna Guill, Luke Pasqualino, Rick Gomez, Anna Clark, Tim Williams, Marti Matulis, Suzanne Ford. Dopo essere stati testimoni di eventi strani e inquietanti nella loro casa, Ben e Kelly scoprono di essere perseguitati da una presenza soprannaturale che è stata evocata durante un esperimento di parapsicologia da studenti universitari. L’entità si nutre delle loro paure e continua a seguirli ovunque vadano. La loro ultima speranza è un esperto di occultismo, Patrick, ma forse è già troppo tardi.

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STEP UP 4 REVOLUTION genere drammatico, musicale, romantico della durata di 99 min. diretto da Scott Speer e interpretato da Cleopatra Coleman, Misha Gabriel Hamilton, Ryan Guzman, Michael ‘Xeno’ Langebeck, Stephen Boss, Claudio Pinto, Nicole Dabeau, Mario Ernesto Sánchez, Sabina V. Gomez, Dominique Bell. Sean è un giovane ballerino di talento che si guadagna da vivere facendo il cameriere a Miami, mentre Emily è una ragazza di buona famiglia con la passione sfrenata per la danza. Tra i due è amore a prima vista, ma le difficoltà da affrontare saranno tante...

11 ottobre

ON THE ROAD genere drammatico della durata di 137 min. diretto da Walter Salles e interpretato da Sam Riley, Garrett Hedlund, Kristen Stewart, Kirsten Dunst, Viggo Mortensen, Tom Sturridge, Amy Adams, Elisabeth Moss, Danny Morgan, Alice Braga. Il film ricostruisce gli anni passati da Kerouac a vagare per il Nord America insieme all’amico Neal Cassady, ‘eroe dell’Ovest innevato con le basette’. Nei panni di Sal Paradise e Dean Moriarty, i due attraverseranno il paese per accumulare esperienze alla ricerca del proprio io.

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11 ottobre

TOTAL RECALL ATTO DI FORZA genere azione, avventura, fantascienza, thriller della durata di 118 min. diretto da Len Wiseman e interpretato da Colin Farrell, Kate Beckinsale, Jessica Biel, Bryan Cranston, Bokeem Woodbine, Bill Nighy, John Cho, Will Yun Lee, Milton Barnes, James McGowan. Un uomo è perguitato da un sogno ricorrente, quello di effettuare un viaggio su Marte. L’uomo decide quindi di acquistare una vacanza virtuale su Marte dalla Rekall Inc., compagnia che impianta finte memorie nella mente delle persone, e finisce per credersi un agente segreto in missione su una colonia marziana.

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LE BELVE

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genere poliziesco, azione della durata di 130 min. diretto da Oliver Stone e interpretato da Blake Lively, Taylor Kitsch, Aaron Johnson, Jana Banker, Candra Docherty, Patrick Fourmy, Gary Stretch, Benicio Del Toro, Diego Cataño, Shea Whigham. Due imprenditori di Laguna Beach, Ben - un pacifico buddista - e il suo più caro amico, Chon - un ex Navy SEAL e ed ex-mercenario - gestiscono una redditizia piantagione di un’ottima varietà di marijuana e vivono un felice menage a tre con la bellissima Ophelia. La loro esistenza idilliaca, nella piccola cittadina della California del Sud in cui vivono e lavorano, viene compromessa dalle richiesta di un cartello di spacciatori messicani che vorrebbero entrare in società con loro. La spietata boss del cartello, Elena e il suo brutale collaboratore, Lado, hanno sottovalutato il forte legame che c’è tra Ben, Chon e Ophelia, e sembrano seriamente intenzionati a mettere le mani sulla loro piantagione.

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SILENT HILL REVELATION 3D genere horror diretto da Michael J. Bassett e interpretato da Radha Mitchell, Sean Bean, Deborah Kara Unger, Adelaide Clemens, Kit Harington, Carrie-Anne Moss, Malcolm McDowell. La storia di Heather Mason, un’adolescente che alla vigilia del suo diciottesimo compleanno inizia ad essere tormentata da incubi spaventosi che sono direttamente collegati alla misteriosa scomparsa di suo padre e alla cittadina di Silent Hill.

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