Asta 39

Page 1



ASTA 39

DIPINTI, SCULTURE E DISEGNI DAL XIV ALL’INIZIO DEL XIX SECOLO MAIOLICHE E PORCELLANE DALL’ANNO MILLE AL ROCOCÒ

Roma, Palazzo Caetani Lovatelli Piazza Lovatelli, 1

4 dicembre 2017 Esposizione

Asta

29 novembre

17:00-21:00 CET

30 novembre - 3 dicembre

10:00-19:00 CET

4 dicembre

16:30 CET


TEAM

TEAM

TEAM

MANAGEMENT

Giuseppe Bertolami Amministratore Unico

DIPARTIMENTI ARTE ANTICA

Luca Bortolotti

Responsabile del Dipartimento l.bortolotti@bertolamifinearts.com

Antonio Iommelli

Specialist a.iommelli@bertolamifinearts.com

CERAMICHE E PORCELLANE ANTICHE

Giuliana Gardelli

Responsabile del Dipartimento g.gardelli@bertolamifinearts.com ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA ARTI DECORATIVE DEL ‘900 E DESIGN

Raffaele Cecora

Responsabile dei Dipartimenti r.cecora@bertolamifinearts.com

Manuela D’Aguanno

Specialist m.daguanno@bertolamifinearts.com

Carla Cerutti

Consulente scientifico arti decorative del ‘900 e design c.cerutti@bertolamifinearts.com

Livio Bosco

Collaboratore Arte Moderna e Contemporanea l.bosco@bertolamifinearts.com

GRAFICA E MULTIPLI D’AUTORE

Filippo Restelli

Responsabile del Dipartimento f.restelli@bertolamifinearts.com FOTOGRAFIA

Diego Mormorio

Responsabile del Dipartimento d.mormorio@bertolamifinearts.com GIOIELLI, ARGENTI E OROLOGI

Fabio Romano Moroni

Responsabile del Dipartimento f.moroni@bertolamifinearts.com ARCHEOLOGIA NUMISMATICA

Andrea Pancotti

Responsabile dei Dipartimenti a.pancotti@bertolamifinearts.com

Sandro Lellini

Maria Chiara Zaccaria

Francesca Balducchi

Fiorenzo Catalli

Responsabile settore Gemmologico s.lellini@bertolamifinearts.com

Specialist Archeologia f.balducchi@bertolamifinearts.com

Antonio Ragonesi

Specialist Numismatica a. ragonesi@bertolamifinearts.com GLITTICA

Gabriele Vangelli De Cresci

Responsabile del Dipartimento g.vangellidescresci@bertolamifinearts.com ARTE ASIATICA E TRIBALE

Francesco Morena

Responsabile del Dipartimento f.morena@bertolamifinearts.com

Giuliano Catalli

Consulente scientifico g.catalli@bertolamifinearts.com

Specialist m.zaccaria@bertolamifinearts.com

Esperto Numismatico f.catalli@bertolamifinearts.com


TEAM

PRIVATE SALES

Giuseppe Bertolami Direttore

TEAM

Simona Pignataro

s.pignataro@bertolamifinearts.com

SEDE DI LONDRA

Giuliano Catalli

g.catalli@bertolamifinearts.com AMMINISTRAZIONE

Fabrizio Fazioli

f.fazioli@bertolamifinearts.com

Simone Durante

s.durante@bertolamifinearts.com

LOGISTICA

Giusi Spiezia

g.spiezia@bertolamifinearts.com CUSTOMER CARE

Giorgia Giammei

g.giammei@bertolamifinearts.com UFFICIO STAMPA E PR

Scarlett Matassi

s.matassi@bertolamifinearts.com LIVE BIDDING MARKETING

Eleonora Renucci

e.renucci@bertolamifinearts.co

Elisabetta Subrizi

Assistente e.subrizi@bertolamifinearts.com

GRAFICA & WEB DESIGN

Filippo Marini Recchia

f.marini@bertolamifinearts.com FOTOGRAFIA

Lorenzo Vanzetti

l.vanzetti@bertolamifinearts.com

Augusto Selvatici

a.selvatici@bertolamifinearts.com

EDITORIA

Massimiliano Fiorelli

m.fiorelli@bertolamifinearts.com

Bertolami Fine Arts s.r.l. Palazzo Caetani Lovatelli Piazza Lovatelli, 1 - 00186 Roma / tel. +39 06.32609795 / 06.3218464 / fax +39 06.3230610 Bertolami Fine Arts Ltd 63 Compton Street apartment 2 - EC1V 0BN London / ph. +44 7741 757468 ACR Auctions GmbH Sendlinger StraĂ&#x;e 24 - 80331 Munich www.bertolamifinearts.com - info@bertolamifinearts.com


Informazioni sull’asta 39 - I lotti verranno aggiudicati definitivamente in sala durante l’asta che si svolgerà il 4 dicembre 2017 dalle ore 16:30. - Tutti i lotti saranno visibili il 29 novembre 2017 dalle ore 17:00 alle ore 21:00 e dal 30 novembre 2017 al 3 dicembre 2017 dalle ore 10:00 alle ore 19:00 presso Bertolami Fine Arts in Piazza Lovatelli 1, 00186 Roma. - Le offerte potranno essere effettuate attraverso il nostro sito (www.bertolamifinearts.com), o i portali LiveAuctioneers (www. liveauctioneers.com), Invaluable (www.invaluable.com), via fax, via email, telefonicamente o direttamente presso le sedi di Bertolami Fine Arts. Le offerte potranno essere effettuate attraverso il nostro sito sino alle ore 13:00 del 4 dicembre 2017. - La base d’asta corrisponde, nella maggior parte dei lotti, alla stima minima. - A parità di offerta sul medesimo lotto e in assenza di nuove offerte in sala, quest’ultimo verrà assegnato all’offerta con data anteriore. - In caso di una sola offerta su un lotto, l’importo di aggiudicazione sarà quello dell’importo di base. Esempio: importo base € 1.000. Importo unica offerta € 1.500. Il lotto viene aggiudicato al cliente che ha effettuato l’unica offerta per € 1.000. - In caso di offerte multiple sul medesimo lotto, l’offerta vincente sino a quel momento verrà calcolata mediante un incremento prestabilito (vedi tabella di seguito) da aggiungere all’offerta immediatamente inferiore rispetto a quella più alta ricevuta. Esempio: prezzo base € 1.000. Cliente (A) offerta € 1.270. Cliente (B) € 1.800. In tal caso l’offerta vincente sarà quella del cliente (B) per l’importo di € 1.370 (ossia con l’incremento prestabilito come da tabella per lo scaglione corrispondente pari ad € 100 oltre l’offerta immediatamente inferiore di € 1.270). - L’elenco delle aggiudicazioni sarà pubblicato da Bertolami Fine Arts sul proprio sito, www.bertolamifinearts.com, ai soli fini informativi entro cinque giorni dalla chiusura dell’asta. - Il pagamento dei lotti aggiudicati potrà avvenire come segue: • assegno bancario o circolare non trasferibile intestato a Bertolami Fine Arts s.r.l., con aggiunta all’importo della fattura di € 10 per gli assegni esteri. • Carte di credito Visa e MasterCard con aggiunta all’importo della fattura del 2% • Paypal/American Express con aggiunta all’importo della fattura del 3,5% • bonifico bancario a favore di Bertolami Fine Arts s.r.l., con aggiunta all’importo della fattura di € 10 (bonifici extra-Europei) da effettuarsi su: - UNIPOL Banca SPA - Agenzia 163 - IBAN: IT74J0312705006000000002321 - SWIFT/BIC BAECIT2BXXX - BANCA POPOLARE DI SPOLETO S.P.A. - IBAN: IT12X0570403209000000192600 - SWIFT/BIC BPSPIT31XXX - L’aggiudicatario corrisponderà a Bertolami Fine Arts una commissione d’asta, per ciascun lotto, pari al 25% sul prezzo di aggiudicazione. - I lotti aggiudicati con il sistema Live-Bidding del nostro sito web www.bertolamifinearts.com avranno un incremento dell’1,5% sul prezzo di aggiudicazione. I lotti aggiudicati con il sistema Live-bidding LiveAuctioneers (www. liveauctioneers.com) o Invaluable (www.invaluable.com) avranno un incremento del 5% sul prezzo di aggiudicazione.


- Il pagamento dei lotti aggiudicati dovrà avvenire entro e non oltre 10 giorni dal ricevimento della fattura di acquisto. A partire dal 30° giorno seguente la data dell’ aggiudicazione, verrà addebitata una penale dell’1%/mese sull’importo della fattura insoluta. - Eventuali costi doganali e quelli di spedizione sono a carico del compratore. Nel caso in cui, per contestazioni ingiustificate, i beni dovessero essere restituiti a Bertolami Fine Arts, le spese doganali e di spedizione sono a carico del cliente.

Importo offerta € 0-99 100-199 200-499 500-999 1.000-1.999 2.000-4.999 5.000-9.999 10.000-19.999 20.000-29.999 30.000-39.999 40.000+

Incremento automatico prestabilito € 5 10 20 50 100 200 250 500 1.000 2.000 2.500


Important information for buyers on Auction 39 - The lots are definitely awarded in the saleroom on the day of sale. The auction will take place on the 4 December, 2017 at 4:30 pm CET. - Lots may be viewed at Bertolami Fine Arts in Rome, Piazza Lovatelli 1, 00186, on 29 November, 2017 - from 5:00 pm to 9:00 pm CET - and from 30 November, 2017 to 3 December 2017 - from 10:00 am to 7:00 pm CET. - Offers may be made through our website (www.bertolamifinearts.com), LiveAuctioneers (www. liveauctioneers.com), Invaluable (www.invaluable.com), fax, email, phone or directly at the offices of Bertolami Fine Arts. Offers made on our website can be received until 1:00 pm CET on 4 December, 2017. - The starting price will be the low estimate in most lots. - In the event of matching bids on the same lots, the earliest bid will take precedence. - In the case of only one bid on a lot, the lot will awarded at the opening price. (e.g. if the opening price is € 1.000 and the only bid offered is € 1.500, the lot will be awarded at € 1.000). - In the case of multiple bids on the same lot, it will be awarded to the highest bidder. The calculation of the offer will be made at predetermined increments added to the bid immediately lower than the highest received. (e.g. if the opening price is € 1.000 and customer (A) offers € 1.270 while customer (B) offers € 1.800, the lot will be awarded to customer (B) at € 1.370 (i.e. with a predetermined increment of € 100 over the immediate lower bid of € 1.270). - The realized sale prices list will be published on the website, www.bertolamifinearts.com within five days of adjudication. - Payment for the purchased lots may be made by the following methods: • bank cheque or cashier’s check to Bertolami Fine Arts s.r.l. with surcharge of € 10 for foreign checks. • credit card Visa and MasterCard are subject to a 2% surcharge on the total amount due; • Paypal/American Express are subject to a 3,5% surcharge on the total amount due; • Direct bank transfers in Euro may be made to Bertolami Fine Arts s.r.l. with surcharge of € 10 for outside European: - UNIPOL Banca SPA - Agenzia 163 - IBAN: IT74J0312705006000000002321 - SWIFT/BIC BAECIT2BXXX - BANCA POPOLARE DI SPOLETO S.P.A. - IBAN: IT12X0570403209000000192600 - SWIFT/BIC BPSPIT31XXX - The successful bidder will pay a commission to Bertolami Fine Arts, for each lot, of 25% on the hammer price. - All lots purchased on the Live-bidding of our website www.bertolamifinearts.com are subject to an increment of 1,5% on the hammer price. All lots purchased on the Live-bidding of LiveAuctioneers (www. liveauctioneers.com) or Invaluable (www.invaluable.com) are subject to an increment of 5% on the hammer price. - Payment of purchased items must be made within 10 days from receipt of the invoice. If the invoice hasn’t been paid within 30 day following adjudication, will be charged a penalty of 1%/month on the amount of the unpaid invoice. - Any customs charges and shipping costs will be charged to the buyer. In the case of unjustified contestation, by which the items are returned to BFA, any customs and shipping costs will be payable by the buyer.


Amount bid € 0-99 100-199 200-499 500-999 1.000-1.999 2.000-4.999 5.000-9.999 10.000-19.999 20.000-29.999 30.000-39.999 40.000+

Predetermined increase € 5 10 20 50 100 200 250 500 1.000 2.000 2.500



Lotti 1-63 Parte I Maioliche e Porcellane



1 Piatto

Piatto con larga tesa e cavetto a fondo piano, entro cornice lignea ottagonale sagomata, dipinta in nero con orlature dorate Maiolica dipinta in policromia: nella tesa, in alto Stemma Gaudiosi - Mirti, e in basso mascherone; ai lati serti floreali sostenuti da putti; in cavetto figura allegorica della Concordia con corona di mirto e mazzo fiorito fra le braccia. Ø cm.24. Cond.: ottime. CAstellI, Carlo Antonio Grue, sec. XVII, fine

€ 6.000 - 7.000 Il piatto faceva parte di una serie molto ampia di maioliche da pompa, commissionata da Matteo Gaudiosi, di nobile famiglia originaria di Napoli. Nato da Giambattista Gaudiosi e Beatrice Spina, si era trasferito a metà circa del ‘600 su richiesta del Mendoza in Abruzzo, come governatore; qui sposò la nobile Dorotea Mirti, originando lo stemma così partito: a sinistra l’arme Gaudiosi “d’oro a due fascie di rosso, caricato da due pesci d’argento contranatanti”, a destra lo stemma Mirti “d‘argento al mirto di verde posto sul medio più alto di tre monti dello stesso con due leoni al naturale controrampanti al fusto e moventi dalle cime laterali sopra una campagna d’argento con tre bande per inchiesta”. La figura allegorica è un chiaro omaggio alla sposa Dorotea; liberamente ispirata alla “Concordia” dalla Iconologia di Cesare Ripa (1593), sta ad indicare quanto fra gli sposi sia necessaria la concordia. Il ductus pittorico molto curato, con delicata cromia assegna il piatto allo stile di Carlo Antonio Grue all’inizio della sua carriera. Infatti, considerando che il primo figlio, Giambattista Gaudiosi, nacque nel 1698/99, il matrimonio dovette sicuramene essere fatto prima; quindi il piatto, si colloca ancora nel Seicento. [I documenti sulla famiglia Gaudiosi sono tratti da: D. Bucchianica, Cenno storico della famiglia Gaudiosi di Civita di Penne, Pisa 1881. Per lo stile, cfr. G. Gardelli, I Grue: Francesco, Carlo Antonio, Francesco Antonio Saverio. L’eccellenza della maiolica castellana, “Atti 10° Convegno di studio “Gaetano Bindi” sulla maiolica di Castelli, Atri 24 Aprile 2010”, Atri 2012, pp. 21 33.]

11


2 Piatto

Piatto a fondina con ampia tesa appena defluente, alto ingiro con piccolo cavetto, ppoggio incavato

2

Maiolica dipinta in azzurro e a lustro oro; in tesa a“denti di lupo” fra cerchi, ingiro con monticelli, cavetto con decorazione a quadrati con dadi separati da elementi geometrici; nel verso cerchi a lustro dorato. Øcm.21; h. cm. 5,6; appoggio cm. 6,5. Cond.: discrete; incollaggi e piccola integrazione. Deruta, sec. XVI.

€. 3.000 - 5.000 La fondina rientra nella tipologia decorativa propria di Deruta, detta “a denti di lupo” risolta con buon lustro oro e blu. Interessante e più rara è la decorazione molto curata dell’ingiro e del cavetto in stile geometrizzante. 3 Vasetto

Vasetto affusolato con corpo pseudocilindrico, bocca ingrossata estroflessa, appoggio rastremato piatto Maiolica dipinta a lustro rosso su bianco di maiolica; decorazione quasi a rilievo, su due registri uniti da linee parallele, con decori a rincorrersi che sembrano palline legate da filamenti. e’ una peculiarità stilistica che si trova di solito in forma accessoria nella ceramica a riflessi dorati, “loza dorada”, di Manises (Valencia), qui invece, in maniera insolita, come decoro principale. Anche la forma del vasetto è abbastanza rara e richiama prodotti spagnoli di cultura islamica, prima della cacciata dalla spagna dei moriscos fra il 1609 e il 1613. si può collocare il bel vasetto fra la fine del ‘500 e gli inizi del ‘600. H. cm. 22; Øb. cm. 8,5; Ø appoggio cm.5,5. Cond.: ottime; minime sbeccature nella bocca e un attacco in cottura a metà pancia; qualche errore di lavorazione nella rastrematura finale. MAnIses (Valencia), secc. XVI, fine – XVII, inizi.

€ 2.000 - 4.000 3

12

[Cfr. C.Pinedo-e.Vizcaino, La ceramica de Manises en la historia, lèon 1979, p. 99]


4 a,B- Due Vasi

Vasi molto rari, a corpo ovoide, alto collo modanato, manici formati da fiori da metà pancia a bordo, appoggio piano; lieve differenza nell’altezza Maiolica dipinta in bianco-avorio. A-h. cm. 26,5; largh.mx. cm. 19. B-h. cm. 27,5; largh.mx. cm. 20,5 Cond: molto buone, piccole mancanze in alcuni rilievi fitomorfi. sICIlIA, CAltAGIRone, sec. XVIII.

€ 1.000 - 2.000

4a

4B

5 alzata

Alzata con bordo ingrossato su piede modanato, appoggio estroflesso

5

6 saliera

Maiolica policroma con tesa a tipologia calligrafica con uccellini fra mazzetti di fiori; al centro scena mitologica: Apollo rincorre Dafne che si trasforma in alloro; nel verso registri geometrici policromi. Ø cm. 25,5; h. cm. 6. Cond.: buone; incollaggio. DeRutA, sec. XVI - XVII

€ 1.300 - 2.000

Saliera in forma di cofanetto, su quattro piedini, in due piani collegati ai lati da figure alate Maiolica di tipologia compendiaria; riporta quattro volte uno stemma non perfettamente individuato, ma nel quale si ravvisano elementi araldici della famiglia Imperato, nobili di napoli, uniti ad altri riferibili agli Orsini. H. cm. 11,5; largh.mx 13,5. Cond.: molto buone; piccole sbucciature. RoMA o CAstellI, sec. XVI, ultimi decenni.

€1.600 - 3.000 Trova confronti con saliere simili, talora solo in maiolica bianca, o decorate variamente, eseguite fra la fine del ‘500 ed gli inizi del ‘600 in varie botteghe italiane; si attribuiscono quasi sempre a Faenza, talora ad Urbino o Deruta, ma il territorio manifatturiero è molto più ampio.

6

[Cfr. G. Bernasconi, Saliere dal XVI al XIX sec., MI 2006, tAVV. 16 - 18.]

13


7 PortauoVa

Portauova in forma quadrata su piedini a leoncini; in un lato, quasi sull’orlo, due tazzette portauovo

7

Maiolica in bicromia azzurro-giallo; all’intorno fascia dipinta in blu a piccoli trifogli e al centro grande stemma coronato in forma molto elaborata con aquile e leoncini, riferito all’araldica della famiglia Accursio. Cm. 22 x 22; h cm. 7,5. Cond.: ottime. CAstellI, sec. XVI, fine- XVII, inizi.

€ 2.500 - 3.500

8 alBarello

Albarello con evidente rastrematura nel corpo Maiolica dipinta in policromia: nel frontale entro robbiana figura di Seminatore su fondo giallo che percorre un verde prato; al di sotto tre registri: fascia bianca, nastro fitomorfo corrente, fascia gialla; nel collo del piede raggera; piede espanso in giallo; nel postergale decori vari in tricromia. H. cm. 26. Cond.: intatto. sICIlIA, sCIACCA, sec. XVII, prima metà.

€ 6.000 - 7.000 [Cfr. A. Governale, La maiolica di Sciacca tra i secoli XV e XVII e le botteghe di Burgio, Palermo 1999, n. 75, 76]

14

8


9 Vaso a Pigna

Vaso a corpo rotondo con brattee a rilievo, stretta bocca, su piede a stretto collo ed ampio appoggio estroflesso Decorazione a tutto corpo in lustro dorato. H. cm. 21; largh. cm. 16; Øb cm. 7,2. Cond.: buone; incollaggio nell’attacco fra corpo e piede . DeRutA, sec. XVI.

€ 2.000 - 2.500 10 acquasantiera

Acquasantiera in maiolica dipinta in policromia Ha forma di edicola a colonnine tortili con angioletti ad altorilievo in alto e in basso; termina in alto con elemento architettonico di gusto floreale che sorregge un cherubino e in basso con vaschetta per acqua benedetta; ai lati due angioletti paiono sorreggere la cornice mistilinea recante la scritta “sAnCtus / BeRnARDInus / senensIs”; nella lastra di fondo in bianco di maiolica appare in altorilievo San Bernardino che regge con la mano destra la tavoletta con il simbolo cristologico “IHs”, indicato con la sinistra, simbolo riportato anche nell’aureola; ai lati colonnine in altorilievo illeggiadrite da elementi floreali. Verso: nudo con tracce di bianco di maiolica, presenti due cartigli iscritti di provenienza.. H. cm 40,5; largh.mx. cm. 24. Cond.: ottime. Provenienza: Asta Pandolfini, Important European FURNITURE AND WORKS OF ART, Firenze, 22 Aprile 2015, n. 14.

9

tosCAnA, ambito senese, sec. XVII-XVIII.

€ 3.500 - 4.500 Importante acquasantiera dedicata al santo senese, San Bernardino, che promulgò, attraverso la sua instancabile predicazione in molte città italiane, l’uso della tavoletta cristologica da inserire nelle abitazioni, all’esterno e all’interno, attraverso varie forme. L’acquasantiera qui esaminata, di evidente carattere elitario, è una delle più complesse. Si colloca in ambito senese, per confronti con opere realizzate fra Sei e Settecento in fornaci del territorio. [Cfr. R.traldi in G.Mazzoni, a c. di, Ceramica chigiana a San Quirico. Una manifattura settecentesca in Val d’Orcia,san Quirico d’orcia 1996, p. lXXVII-lXXXIV, figg. 7-9]

10

15


11 coPPa

Coppa a parte abborchiata (crespina) su alto piede e cavetto umbonato Maiolica dipinta in blu, verde e giallo di due toni su bianco; nel recto sotto l’orlo due linee blu ed una marrone ondulata; decorazione spartita da evidenti colonne in quattro spicchi, con rosette blu ai lati di un alberello con rameggi, sovrastato da rosetta gialla; in cavetto, Uccellino con ramoscello nel becco, che poggia su terreno erboso sotto nuvolette e con grande margherita ai due lati; verso bianco di maiolica. Ø cm.23; h. cm. 4,7. Cond.: ottime; intatta. sIenA, san Quirico d’orcia, sec. XVII, inizi.

€ 1.500 - 2.500 11

12 Piatto

La crespina presenta un interessante retaggio culturale; infatti ricorda nella forma abborchiata spartita da larghe colonne una produzione senese della bottega di Niccolò Sisti, alla fine del ‘500, come si evidenzia dal confronto con una crespina nella donazione Cora al Museo di Faenza. Qui tuttavia al posto del motivo desunto dalla grottesca di Raffaello, chiamato a “raffaellesche”, si inseriscono moduli decorativi naturalistici, entrando ormai nella temperie artistica del Seicento. Non si può escludere quindi una continuità della bottega senese. [Cfr. Bojani et alii, La donazione Galeazzo Cora. Ceramiche dal Medioevo al XIX secolo, MI 1985, n. 669]

Piatto con larga tesa e cavetto a fondo piano, entro cornice lignea ottagonale sagomata, dipinta in nero con orlature dorate Maiolica dipinta in policromia: nella tesa, in alto Stemma Gaudiosi - Mirti, e in basso mascherone; ai lati serti floreali sostenuti da putti; in cavetto figura allegorica di Guerriero che tiene nelle mani due corone nobiliari. Ø cm.24. Cond.: ottime. CAstellI, Carlo Antonio Grue, sec. XVII,fine.

€ 6.000 - 7.000 Il piatto faceva parte di una serie molto ampia di maioliche da pompa, commissionata da Matteo Gaudiosi, di nobile famiglia originaria di Napoli. Nato da Giambattista Gaudiosi e Beatrice Spina, si era poi trasferito in Abruzzo dove sposò la nobile Dorotea Mirti, originando lo stemma così partito: a sinistra l’arme Gaudiosi “d’oro a due fascie di rosso, caricato da due pesci d’argento contranatanti” e a destra lo stemma Mirti “d‘argento al mirto di verde posto sul medio più alto di tre monti dello stesso con due leoni al naturale controrampanti al fusto e moventi dalle cime laterali sopra una campagna d’argento con tre bande per inchiesta”. Il guerriero con due corone indica ovviamente i titoli nobiliari acquisiti dalla famiglia Gaudiosi - Mirti. Lo stile pittorico trova confronto con opere sicuramente di Carlo Antonio Grue, in Musei e collezioni private, e si data ancora nel Seicento. [si veda anche il piatto della stessa commissione al lotto 1. Cfr. G. Gardelli, I Grue: Francesco, Carlo Antonio, Francesco Antonio Saverio. L’eccellenza della maiolica castellana, “Atti 10° Convegno di studio “Gaetano Bindi” sulla maiolica di Castelli, Atri 24 Aprile 2010”, Atri 2012, pp. 21 -33.]

16

12


13 alBarello

Albarello con evidente rastrematura nel corpo Maiolica dipinta in policromia: nel frontale Busto femminile fra registri fitomorfi; nel postergale decori fogliati fra grossi limoni gialli. H. cm. 28. Cond.: intatto. sICIlIA, sCIACCA, sec. XVII, prima metà.

€ 6.000 - 7.000 [Cfr. A. Governale, La maiolica di Sciacca tra i secoli XV e XVII e le botteghe di Burgio, Palermo 1999, n. 75, 91]

13

14 Piatto

Piatto da pompa ad ampia parete defluente, appoggio appena incavato Maiolica monocroma azzurra decorata nel sott’orlo con registro a fioretti stilizzati in blu; al centro un grande Stemma non identificato; verso nudo. Ø cm.38. Cond.: molto buone; piccole sbeccature nell’orlo. lIGuRIA, sec. XVIII. 14

€ 1.200 - 1.500

15 Parte Di Piatto

Cavetto di piatto, racchiuso entro doppia cornice lignea in aggetto Maiolica policroma con nel recto “Battaglia”; nel verso al centro la data “1542” entro cerchi e all’intorno motivi a frecce stilizzate in raggera; sulla cornice lignea molte indicazioni di antica collezione di non facile lettura: in etichetta: R 271/…bino / U D [.?], in inchiostro e in ceralacca ripetuto quattro volte il numero 482. Ø cm. 14,5, con cornice cm. 25. Cond.: buone. uRBIno, bottega di Guido da Merlino, 1542.

€ 2.000 - 2.500 Lo stilema pittorico e disegnativo trova confronti con un piatto a tesa nel Museum Braunshweig, con scena altrettanto movimentata, riferita alla “Battaglia di lepanto”, firmato da Guido di Merlino e datato “1542”. Si individuano nel frammento riferimenti precisi, specie nel cavaliere, nel cavallo e in alcune figure distese; inoltre medesima è la data:1542. [Cfr. J. lessmann, Italienische Majolika, Braunschweig 1979, n. 150.] 15

17


16 Piattino

Piattino a piccola tesa ed ampio cavetto Maiolica dipinta nel recto in policromia; in alto cartiglio con la scritta “Agricoltura”, liberamente tratta dalla Iconologia di Cesare Ripa del 1593; è simboleggiata da una donna con in testa le spighe del grano; attorno, in un paesaggio assai curato, appaiono i simboli del lavoro. l’opera è attribuibile alla mano di Carmine Gentili (1678 – 1763). Ø cm. 16,5. Cond.: ottime. CAstellI, Carmine Gentili, sec. XVIII, inizi. 16

€ 600 - 1.000 17 Mattone Mattone in cotto con a rilievo Ape su rosa quadripetala, riferita all’araldica Barberini dopo che Maffeo Barberini, divenuto Papa nel 1623 con il nome di urbano VIII, mutò lo stemma di famiglia da “tafani” in “Api”. Probabile riferimento ad un connubio nuziale fra un Barberini ed una Orsini, qui identificata con la rosa, propria del suo stemma. H. cm 35 x 22 x, <6>; con ape cm. 14,5. Cond.: buone; incollaggi. RoMA, 1623ca.

17

€ 1.000 - 1.500

18 Piatto

Piatto a parete appena defluente con bordo ingrossato sottolineato da cerchi, appoggio a largo cercine Ceramica graffita e dipinta su ingobbio e sotto vetrina in bicromia verde-giallo e con iridescenze di lustro; in parete decorazione a spicchi fogliati; cavetto spartito in quattro settori fitomorfi con al centro fiore (rosa?); verso nudo. Ø cm.22. Cond.: restauri con integrazioni. IRAn, periodo selgiuchide, secc. XII - XIII.

18

€ 1.500 - 2.000 19 saliera

Piano superiore di saliera in forma romboide Maiolica policroma con al centro Busto femminile, contornato da registri concentrici a rilievo con varia perlinatura. nel retro tracce degli attacchi con il piano inferiore Cm. 14 x 15,5. Cond.: ottime. tosCAnA, sIenA o MonteluPo, sec. XVII.

€ 500 - 800 19

18


20 Piatto

Grande piatto con tesa e ingiro defluenti, ampio cavetto Ceramica graffita a stecca ribassata su ingobbio e sotto vetrina; in tesa nastro corrente e nell’ingiro registri vari di fantasia; nel cavetto grande Stemma molto complesso non identificato, fra tralci fitomorfi in verde; verso nudo con tracce di ingobbio. Ø cm. 30; h. cm.6,5. Cond.: buone, filatura nella tesa a destra dello stemma. tosCAnA, PIsA o sIenA, sec. XV - XVI.

€ 1.500 - 2.000 20

Il piatto trova confronti nella tipologia sia della forma che del decoro a graffito fogliato con reperti trovati in Toscana, fra Firenze e Pisa; tuttavia stringente è il confronto con un piatto stemmato rinvenuto in sterri a Siena, datato dal Rachkam (n.1392) ai primi del ‘500.

Mattonella rettangolare, dipinta nel recto in maiolica policroma, con Riposo durante la fuga in Egitto. Presenta vivaci colori, con il bel manto azzurro della Vergine, in un ritmo pittorico mosso, arricchito da inserti paesaggistici, di grande effetto visivo. la “Madonna che allatta” è ispirata al quadro di medesimo soggetto dipinto da Francesco De Rosa detto Pacecco (1607-1656), ora alla Galleria nazionale di Cosenza. Il caratteristico modo di realizzare la boccuccia della Vergine, l’impaginazione con effetto tridimensionale, la ricchezza dei particolari, il movimento delle vesti mosse dal vento, lo sorcio architettonico a lato, portano l’attribuzione a Carmine Gentili, il più dotato della famiglia. Cm.25,5 x 19,8. Cond.: discrete; incollaggio per una spaccatura.

[Cfr. B. Rackham, Catalogue of Italian Maiolica, london 1977, n. 1392; un piatto simile nella Wallace Collection, edito in A.V.B. norman, Catalogue of Ceramics1, london 1976, al n. c83, è assegnato con incertezza fra umbria e toscana, ai primi decenni del ‘500]

21 Mattonella

CAstellI, Carmine Gentili, sec. XVIII, prima metà.

€ 3.000 - 4.000 La pittura, dal ritmo serrato e dalla mano pittorica di buon livello artistico, è attribuibile a Carmine Gentili (1678 - 1763), della dinastia dei Gentili, operanti in Castelli contemporaneamente ai Grue, ai quali sono imparentati. La mattonella trova confronti stringenti con opere in varie collezioni pubbliche e private; fra altre si citano mattonelle nella collezione Bindi, al Museo di Atri e nella collezione Matricardi, opere tutte che rientrano nel momento più aulico della pittura su maiolica nella prima metà del ‘700 in Abruzzo. [Cfr., Le antiche ceramiche d’Abruzzo nel Museo capitolare di Atri, Catalogo a c. del Capitolo Cattedrale di Atri, Atri 1976, n.36- 38; C. Fiocco, G. Gherardi, G. Matricardi, Capolavori della maiolica castellana dal Cinquecento al terzo fuoco, torino 2012, n.159]

21

22 alzata

Alzata con bordo a leggero rilievo, su alto piede Maiolica dipinta in bicromia blu e giallo di due toni a decorazione calligrafica con uccellini e un cerbiatto fra fiori e fogliame, il tutto racchiuso entro cerchio a festone stilizzato; verso in bianco di maiolica. Ø cm. 22; h. cm. 4,5. Cond.: ottime; intatta. DeRutA o sIenA, sec. XVII.

€ 1.000 - 2.000 Solitamente attribuito a Deruta , il decoro calligrafico percorre molte manifatture centrali e settentrionale nel Seicento. 22

19


23 Piatto

Grande piatto a tesa defluente che termina con cerchio rilevato da cui parte ampio ingiro, cavetto a umbone abborchiato molto alto Maiolica dipinta in azzurro e lustro oro-rosato tendente al rubino; nel recto tesa a foglie e fiori in rilievo in alternanza blu e oro fra un puntinato con rosette ad oro; cerchio rilevato blu; ingiro a dieci settori ad oro dove si alterna una figura stilizzata, individuabile come simbolo Cristologico “Mandorla Mistica” (Vescica Piscis), in bianco di risparmio a minuti decori (fogliette); nell’alta parete dell’umbone, serie simmetrica a piccole linee ondulate blu e oro; nella sommità fiore bianco a risparmio con bottone centrale rilevato blu. Verso: bianco-avorio dipinto a pseudocerchi in lustro oro rosato. Ø cm. 39; h. cm.6. Cond.: antiche rotture aggiustate con grappe di ferro ancora in situ; non si rilevano mancanze; antica attaccaglia a lastrina di ferro; in alto due fori originali per appendere. MAnIses (Valencia), sec. XVI.

€ 8.000 - 10.000 20

Il bellissimo piatto trova confronti solo di forma con altre opere, suddipinte sempre ad oro-rubino e blu, ma con figurazioni diverse, presenti in vari Musei, fra cui Capodimonte (Napoli) e Museo Gonzales Marti (Valencia), tutti databili agli ultimi decenni del ‘500. La decorazione del piatto in esame appare inedita e di grande valenza: è possibile infatti che nei settori dell’ingiro sia ricavata a risparmio sul bianco di maiolica in straordinaria stilizzazione la figura di Cristo come Mandorla mistica; su questa via anche l’umbone così rilevato assume l’aspetto di un monte, simboleggiante il Golgota. Le antiche grappe di ferro indicano la cura e la preziosità dell’oggetto, aggiungendo un fascino particolare. [Per i piatti al Museo Gonzales Marti, cfr. C.Pinedo –e. Vizcaino, La ceramica di Manises en la historia, leon 1979, figg. pp. 84,85; per Museo di Capodimonte, cfr. R. Bosi, La ceramica del Vicino Oriente e dell’Islam, Faenza 1976, p.81.]


24 orciolo

Orciolo a forma ovoide con alto collo cilindrico, bocca ingrossata, manici a torciglione, appoggio a disco Graffito a stecca larga su ingobbio giallognolo e sotto vetrina con inserti di maiolica in tocchi di blu e verde; nel frontale entro cerchi Cavaliere a cavallo incedente su prato; ai lati registro verticale con rameggio di tipologia mediorientale; nel postergale ampio tappeto a fogliame in varie forme: nel collo, in graffito a punta, registro con fiori stilizzati a rincorrersi; nel collo del piede, registro a linee ribassate entro fasce a treccia. nell’appoggio scritta incisa sul rosso della terracotta di non facile lettura: 1 ottobre - M[astro].C[ono]. Lazzaro Si obbliga a Don Giuseppe Almerico Sacerdote alla terra di Biscalquino [Bisacquino] di fargli 32 vasi fia [o sia] bornìi da qua [d’acqua] onzi 35 e tarì 15 - 1611. H. cm. 22,50, larghezza mx cm.20. Cond.: ottime; intatto. Bibliografia: A. Piccini, “Bornìi d’acqua” ovvero vasi graffiti siculotoscani, in Blog di Aberto Piccini, 7 Agosto 2012.

Interessante orciolo che riporta nella scritta il documento di ordinazione di 32 vasi per acqua, detti burnìi, alla bottega Lazzaro di Palermo nel 1611, con indicata anche la cifra del costo. La lettura precisa si deve ad Antonello Governale, studioso palermitano. La data 1611 rientra nel periodo in cui Cono dei Lazzaro possedeva prestigiosa bottega, in cui operavano vari ceramisti locali, ma forse anche con la presenza, sia pure talora solo occasionale, di artisti di altra provenienza. Interessante è il cavaliere con tipico berretto rinascimentale a sacco, di tipologia toscana, come si nota in opere di Ambrogio Lorenzetti ed anche fiamminga; la figura, realizzata con grande cura e grazia, evidenzia la mano di un artista uso alla tecnica a stecca larga e a punta, propria di cultura centro italica.

PAleRMo, bottega di Cono lazzaro, 1611.

€ 5.000 - 7.000 21


25 alzata

Alzata ad ampio corpo con parete leggermente arrotondata su piede ad anello rilevato Maiolica dipinta nel recto in azzurro, verde, giallo di due toni con ampie zone lasciate nel bianco di base, con Busto maschile e in cartiglio a lato la scritta “MARCHO”. sul fondale giallo chiaro, il dipinto appare al tatto a leggero rilievo; il verso presenta dall’esterno ampia fascia di maiolica mentre più all’interno è lasciato nudo con argilla color camoscio. Ø cm.25; h. cm. 4,2. Ø piede cm. 10. Cond.: ottime; minime sbeccature al bordo; piccola mancanza nel cercine di appoggio. Presenta antica attaccaglia in tondino metallico. ACQuAPenDente, Muzio di Angelo Remedi, sec. XVI, ultimi decenni.

€ 3.000 - 5.000

Interessante piatto dipinto secondo moduli decorativi di una tipologia chiamata “delle Belle” per esservi dipinte nella maggioranza dei casi figure femminili con il nome in cartiglio. Considerate spesso opere solo ingobbiate e suddipinte, la coperta nel piatto in esame si mostra invece piuttosto corposa, ben compressa, poco sfaldabile, proprio di uno smalto, sia pure con limitata presenza di stagno. Una di queste “Belle”, la Cremelia, resa da noi nota dal 1986, reca la data 1596, ma un documento da poco ritrovato, edito da Riccardo Pivirotto nel Dicembre 2016, indica una commissione, già nel 1579, di una serie di piatti, riferentesi con tutta probabilità proprio alla tipologia delle “Belle” di ascendenza durantina, e con una continuità produttiva durata per circa 20 anni. La bottega indicata dal documento era quella della famiglia Remedi o Rimidij retta da Muzio di Angelo Remedi, la cui morte risale al 1595, e al quale possiamo aggiudicare anche il piatto in esame. Il pittore riesce a raggiungere con notevole capacità pittorica una forte carica tridimensionale mediante poche pennellate in grado di dare l’immagine di un giovine di bell’aspetto, curato nella veste e nel berretto, dallo sguardo sicuro, girato quasi di tre quarti. Un documento riportato nell’Inventario del Guardaroba del cardinale Ferdinando I Medici, del 1572, citando “…due bacini, due mescirobe, settantuno piatti fra grandi e piccoli di terra di Acqua Pendente…” conduce a riconoscere la fama raggiunta dalle fornaci acquesiane; inoltre Pietro Paolo Biondi nel 1588 a proposito di Acquapendente affermò che i vasi di bianco finissimo erano molto apprezzati dai cardinali romani che ne facevano ampia incetta. Tutti questi documenti editi dallo Spallanzani nel 1994 comprovano chiaramente la fama raggiunta dalle fornaci cinquecentesche aquesiane. Ma è un altro il documento di grande interesse che potrebbe indicarci chi era il personaggio di nome Marco, dipinto nella maiolica in esame; infatti in un elenco del 1588 sui provvisionati di Ferdinando I, è indicato lo stipendio a “Maestro Marco, profummiere, scudi tre”(doc. 44). Il piatto, assegnabile alla mano esperto di Muzio, collocandosi ante 1595, trova ampi riscontri documentari, su cui fondare l’ipotesi sostenibile, che il piatto faccia parte di una precisa ordinazione con immagine del profumiere Marco, che era al servizio del granduca Ferdinando dei Medici. Conosciamo poche altre figure maschili, fra cui il Rugieri in un grande piatto del Museo di Faenza dalla donazione Cora, dove si trova anche una bella Domenica. [Cfr. G.Bojani et alii, La donazione Galeazzo Cora. Ceramiche dal Medioevo al XIX secolo, MI 1985, n. 248, 249; G.Gardelli, Ceramiche del Medioevo e del Rinascimento, Ferrara 1986, n.115; M. spallanzani, Ceramiche alla corte dei Medici nel Cinquecento, Firenze 1994, passim; R. Pivirotto, Una famiglia di ceramisti figuli in Acquapendente. Magister MUTIUS di ANGELO RIMEDI (sec. XVI), in Archeoclub Acquapendente, “Archeo Notes”, numero 1 Dicembre 2016, pp.23 - 39]

22


26a

26 Piattino e tazzina

26B

A-Piattino porta tazzina con profondo incavo al centro, piede espanso su collo cilindrico Maiolica dipinta in policromia con Angioletto e due puttini che ruotano attorno all’incavo recando, come simboli augurali di abbondanza, frutti che fuoriescono da una cesta in basso; paesaggio in lontananza. Verso: anepigrafo. Ø cm. 7,8; h. cm. 2,5. Cond.: ottime.

B- Tazzina a forma di campana, con appoggio a piccolo cercine Maiolica dipinta in policromia con Angioletto e puttino sognante, in paesaggio. H. cm 7; Øb. cm.7,3; Øp.. cm.3,7. Cond.: molto buone; piccole sbeccature nell’orlo. CAstellI, Francesco e Carlo Antonio Grue, sec. XVII, fine – XVIII, inizi.

€ 5.500 - € 6.000 27 coPPa

Coppa abborchiata con bordo orlato, e piccolo cavetto rialzato, su piede espanso Maiolica dipinta in azzurro e a lustro oro: dal bordo fascia a roselline su raggera nastriforme che contorna il cavetto dove campeggia un Galletto che incede su prato fiorito; sono presenti nella cresta e nel bargiglio, tocchi rossi a bolo armeno. Ø cm 21,5; h. cm. 5. Cond.: ottime; piede smussato. GuBBIo, sec. XVI.

27

€ 5.000 - 6.000 23


28 Piatto

Grande piatto a stretta tesa defluente, ed ampio cavetto Maiolica decorata in cromia “compendiaria”, basata sull’azzurro e sul giallo; in tesa, leggiadra fascia di fantasia e in cavetto Cavaliere su cavallo in balzo entro paesaggio. Delicata pittura propria di Faenza nella seconda metà del ‘500, imitata anche in altre manifatture, come Deruta. Ø cm. 43; h. 6. Cond.: intatto. FAenzA, sec. XVI, metà e terzo quarto.

€ 5.000 - 6.000

28

29 anfora

Grande anfora a forma ovoide, con piccole anse a larga fascia; nel frontale, in alto a rilievo mascherone con cannello entro cerchio, appoggio piatto Maiolica dipinta in policromia con grande fascia a “robbiana” e all’interno decori di fantasia con scritta farmaceutica: AQuA DI MAlV; di lato sotto l’ansa la lettera “S”, riferita probabilmente al pittore o alla commissione; nel resto della superficie decori fitomorfi a tappeto di grande suggestione. H. cm. 43,5; Øb. cm. 23. Cond.: ottime; solo una leggera filatura nella lettera Malva. MonteluPo, firmato S (?), sec. XVII.

€ 7.000 - 7.500 Un’anfora della stessa serie e totalmente identica fu presentata nel 1993 a Palazzo Strozzi nella Mostra Internazionale di antiquariato con attribuzione a Cafaggiolo, inizi sec. XVI ed edita su CeramicAntica, Settembre 1993, pag.4. Per forma e decorazione trova confronti con anfore simili al Museo di Faenza, provenienti dalla donazione Cora, di cui uno (Cat. n. 577), presenta emblema della Gruccia riferita all’Ospedale di S. Maria Nuova di Firenze e attribuzione a Montelupo, sec. XVII. 29

24

[Cfr. “CeRAMICAntica, settembre 1993, pubblicità p.4; G.C.Bojani et alii, La donazione GALEAZZO Cora, Ceramiche dal Medioevo al XIX secolo, Milano 1985, nn. 576,577.]


30 anfora

Grande anfora a forma ovoide, con piccole anse a larga fascia; nel frontale, in alto a rilievo mascherone con cannello entro cerchio, appoggio piatto Maiolica dipinta in policromia con grande fascia a “robbiana” e all’interno decori di fantasia con scritta farmaceutica: AQ-DIsCoRzAneR; di lato sotto l’ansa la lettera “S”, riferita probabilmente al pittore o alla commissione; nel resto della superficie decori fitomorfi a tappeto di grande suggestione. H. cm. 44,5; Øb. cm. 23. Cond.: ottime. MonteluPo, firmato S (?), secc. XVI - XVII.

€ 8.000 - 8.500 Un’anfora della stessa serie e totalmente identica fu presentata nel 1993 a Palazzo Strozzi nella Mostra Internazionale di antiquariato con attribuzione a Cafaggiolo, inizi sec. XVI ed edita su CeramicAntica, Settembre 1993, pag.4. Per forma e decorazione trova confronti con anfore simili al Museo di Faenza, provenienti dalla donazione Cora, di cui uno (Cat. n. 577), presenta emblema della Gruccia riferita all’Ospedale di S. Maria Nuova di Firenze e attribuzione a Montelupo, sec. XVII. [Cfr. “CeRAMICAntica, settembre 1993, pubblicità p.4; G.C.Bojani et alii, La donazione GALEAZZO Cora, Ceramiche dal Medioevo al XIX secolo, Milano 1985, nn. 576,577.] 30

31 fiasco

Rarissimo fiasco a corpo ovoide in forma di volto satirico, manico sopraelevato per facile presa in asporto; ai lati della spalla due aperture per immettere e versare liquidi, separati da fogliame a rilievo verso l’alto; ai bordi barba stilizzata a ricci Maiolica dipinta in bicromia giallo-verde. la forma così particolare esprime probabilmente funzione apotropaica; trova confronti con un vaso simile, ma di fattura meno incisiva, al Museo Pepoli di trapani, proveniente dalla collezione privata del conte Pepoli (inv. n. 1036). H. cm 35; largh. cm.22. Cond.: ottime; qualche sbeccatura sul naso e nell’appoggio. sICIlIA, Caltagirone, sec. XVIII.

€ 1.500 - 2.500

31

25


32 Piatto

Piatto a scodella (fondina) ad ampia tesa defluente e profondo cavetto, appoggio a cercine Maiolica policroma; recto “istoriato” a tutto campo con la scena cristologica della Flagellazione; verso in bianco di maiolica. Ø cm. 28,5, h. cm. 8,5. Cond.: intatto. sIenA, sec. XVI, metà e seconda metà.

€ 4.000 - 6.000

32

Istoriato ripreso in parte dalla “Flagellazione” di Luca Signorelli con ricordi di Piero della Francesca, ma risolti in ductus meno aulico, immesso in un paesaggio urbano, riferibile a Siena; infatti è possibile identificare la torre di fondo con la torre del Mangia, appunto in Siena. Interessante è lo sviluppo architettonico attorno alla scena centrale, con edifici rinascimentali, scalinate e impiantito a larghi riquadri che imitano il marmo. Per la vivacità delle pose dei diversi personaggi, per la cromia molto accentuata, per l‘impostazione architettonica di grande efficacia, è possibile avvicinare l’istoriato della fondina a un gruppo di maioliche senesi che dai modi di maestro Benedetto e del cosiddetto pittore di Vulcano, dei primi decenni del secolo decimosesto, s’inoltrano poi, con epigoni ancora da riscoprire, verso la metà ed oltre nel Cinquecento. Il piatto si rivela di grande interesse, sia per l’interpretazione iconografica, sia per l’ambientazione, sia per la cultura pittorica inserita nell’istoriato senese, sia per la possibilità che offre di riscoprire eccellenze locali. [Per il Pittore di Vulcano e opere senesi, cfr., t. Wilson, Ceramic Art of the Italian Renaissance, British Museum 1987, n. 131 e passim]

33 Piatto

Piatto a tesa defluente ed ampio cavetto Maiolica policroma con tesa a fioretti entro fogliame in circoletti ed ampio cavetto istoriato con Giudizio di Salomone. e’ possibile individuare la data 1695 nella tesa fra i ricci Ø cm. 42. Cond.: intatto. CAstellI, Francesco Grue, sec. XVII, seconda metà (1695?).

€ 7.000 - 8.000 La scena riguarda il litigio fra due madri che rivendicano come proprio un neonato. Salomone ordina di tagliare in due il bimbo, così si scopre la madre vera perché urla di lasciarlo all’altra, pur di salvare il proprio figlio. L’episodio biblico ebbe grande fortuna nella pittura su maiolica fin dal Cinquecento. La versione qui realizzata si deve alla mano di Francesco Grue, del tardo Seicento, pittore che dette inizio alla grande scuola pittorica su maiolica del Settecento, anche attraverso il figlio Carlo Antonio. Da notare l’ambientazione architettonica assai curata con molti particolari, la pavimentazione a quadrelli in maiolica con fioretti, la cromia dove si esalta la vivacità del blu sul bianco e sul giallo. Delicata è la fascia pittorica della tesa.

26

33


34 ferMaliBri

34

Rarissimo fermalibri formato da due leoni sdraiati su basi a rombo che tengono fra le zampe anteriori un anello Maiolica dipinta in blu e giallo di due toni, con decori geometrici nelle basi. Cm. 18 x 11,5; h. cm. 11. Cond.: ottime. CAstellI (?), sec. XVII.

35

35 coPPa

€ 1.500 - 2.500

Piccola coppa ad orlo lobato con carenatura evidente a formare il cavetto; appoggio incavato Maiolica dipinta nel recto a lustro oro, e nel verso in azzurro carico; la decorazione della tesa presenta quindici lobi dipinti all’interno con motivi vari geometrizzanti e di fantasia; nel cavetto campeggia una figura di uccello in volo; opera deliziosa, che associa la delicatezza del lustro oro al bellissimo azzurro carico del verso; qui la parte centrale di appoggio è lasciata nuda, ma vi appare un’immagine in nero, forse una firma, di difficile decifrazione. Ø cm. 21,5; h. cm. 4. Cond.: molto buone, piccola mancanza nell’orlo. PeRsIA o sIRIA, sec. XII – XIII. 36 Vaso

€ 1.000 - 1.500 36

Vaso a corpo sferico su piede a largo appoggio, alto collo, due manici a larga fascia Decorazione in lustro rosso a tappeto avvolgente con decori vari di fantasia e al centro il tipico uccello chiamato in spagna Pardalot. H.cm. 21,5; largh. mx cm.14,5. Cond.: ottime. sPAGnA, Manises, sec. XVII.

€ 800 - 1.500

37 saliera

Saliera in forma di cofanetto, in due piani su piedi leonini, sostenuta ai lati da figure fantastiche, arpie o sirene Maiolica dipinta in policromia: in alto, al centro del quadrato portasale, Torre in forma araldica, con intorno e nei lati decori riconducibili alla “raffaellesca” in buon livello artistico e in delicata cromia. la “torre” si trova come emblema in molte città, e come stemma in molte famiglie con vari particolari aggiunti. Difficile è l’identificazione di questa. largh.mx.cm. 13 x h. 10,5. Cond.: buone; manca parte di una testina dell’arpia. uRBIno, fine sec. XVI.

€ 1.500 - 2.500

37

[Per la decorazione, cfr. G. Gardelli, Urbino nella storia della ceramica. La collezione di maioliche nella Casa natale di Raffaello, “Accademia Raffaello. Atti e studi”, 2002/2, pp. 418; per saliere simili, G. Bernasconi, Saliere dal XVI al XIX sec., MI 2006, tAV. 17]

27


38 Piattino PortauoVa

Piattino con tre bicchierini portauova Maiolica dipinta in policromia, con decorazione “alla raffaellesca” un po’corsiva; al centro Puttino incedente con in mano rose. Ø cm. 20; h. cm. 5. Cond.: ottime. DeRutA, sec. XVI - XVII.

€1.000 - 1.500 38

39 Vassoio

Vassoio ovale a larga tesa ed ampio cavetto Maiolica dipinta in policromia, con al centro Giuditta con la testa di Oloferne e all’intorno su tutta la superficie “raffaellesca” spartita in quattro settori; nel verso cartiglio incollato, di antica collezione, con scritte in francese e con attribuzione ad urbino. Presenta ancora antica attaccaglia in ferro. Cm.47 x 37. Cond.: ottime. DeRutA, se, XVII.

€ 3.500 - 4.500 39

40 alBarello Albarello a rocchetto in maiolica azzurrata con due registri in alto e in basso a fiori e uccelli in ottima pittura con blu su azzurro e tocchi di giallo; al centro cartiglio con le estremità a ricciolato recante indicazione farmaceutica: Cot[o]GnAtA.sol:. e’ stato eseguito probabilmente a Roma, ma in bottega tenuta da durantini emigrati a Roma alla fine del Cinquecento, come si evince dal decoro molto accurato in tipologia marchigiana, derivata da motivi stilistici già descritti dal didascalico durantino Piccolpasso nel ‘500. H. cm. 18; Øb. cm. 10,5. Cond.: buone; piccole riprese nella bocca. CAstelDuRAnte o RoMA, sec. XVI, fine - XVII, prima metà.

€ 1.300 - 2.000 [si confronta con albarelli nella collezione Bayer: G. Biscontini, I vasi da farmacia nella collezione Bayer, 1997, nn. 35,38; C. leonardi - M. Moretti, I Picchi maiolicari da Casteldurante a Roma, sant’Angelo in Vado, 2002, passim.] 40

28


41 alBarello Albarello a rocchetto in maiolica azzurrata con due registri in alto e in basso a fiori e uccelli in ottima pittura con blu su azzurro e tocchi di giallo; al centro cartiglio con le estremità a ricciolato recante indicazione farmaceutica: PolPA DI BRoG: ConD. e’ stato eseguito probabilmente a Roma, ma in bottega tenuta da durantini emigrati a Roma alla fine del Cinquecento, come si evince dal decoro molto accurato in tipologia marchigiana, derivata da motivi stilistici già descritti dal didascalico durantino Piccolpasso nel ‘500. H. cm. 18,7; Øb. cm. 11. Cond.: ottime. CAstelDuRAnte o RoMA, sec. XVI, fine - XVII, prima metà.

€ 1.500 - 2.200 [si confronta con albarelli nella collezione Bayer: G. Biscontini, I vasi da farmacia nella collezione Bayer, 1997, nn. 35,38; C. leonardi - M. Moretti, I Picchi maiolicari da Casteldurante a Roma, sant’Angelo in Vado, 2002, passim.]

41

42 Piatto 43a ciotola

Ciotola emisferica con appoggio a cercine e stacco a cordicella Maiolica dipinta nella parte alta con cerchi concentrici in blu e marrone con iridescenze e al centro frullone; parete esterna bianca. Ø cm. 12,5; h. cm. 5,5. Cond.: ottime; presenza di attacchi in cottura. MAnIFAttuRA BIzAntInA, forse Cipro, sec. XIII

Piatto in maiolica dipinta in giallo predominante e in azzurro tenue, con larga fascia nastriforme ad ovoli legati da fiorellini con decori vari all’interno, quale appare solitamente nella ceramica di Montelupo, ma è attestata anche nella vicina zona produttiva di Acquapendente, alla quale si associa soprattutto per gusto cromatico e per horror vacui. Ø cm. 31,5; h. cm. 5,5. Cond.: molto buone; qualche sbeccatura nell’orlo. MonteluPo o ACQuAPenDente, sec. XVI.

€ 3.000 - 3.500

43B aMPollina

Piccolissima ampolla porta profumo, in ceramica decorata a registro puntinato entro linee, con appoggio a cercine H. cm.4. Cond.: ottime. MAnIFAttuRA BIzAntInA, sec. XIII A + B:

€ 400 - 600

43B

43a

42

29


45 Piatto

Piatto a fondina con parete defluente, piccolo cavetto, appoggio incavato

44 coPPia Di Piatti

44

Due piattelli ovali entro cornici lignee ottagonali sagomate e dorate Maiolica dipinta in policromia a paesaggio con architettura a colonne classiche e figurette che si aggirano fra alberi frondosi; in lontananza scorci di città; verso non maiolicato. Poiché questi ovali non sono maiolicati nel verso, potrebbero avere fatto parte di una serie inserita in una credenza signorile, per cui non abbisognavano di ulteriore pittura. Cm. 12,5 x 10 cad. Cond.: buone; ritiri di smalto in cottura e sbeccature.

Maiolica “berettina” dipinta in policromia: recto con fascia “robbiana” sotto l’orlo; segue in parete e fino al cavetto decorazione a vasetti con fiori o foglie in forma di cuore, alternati ad altri con tondi e a piccole mele; in cavetto “trofei”. nel verso, in blu, cerchi doppi tagliati, alternati a linguelle; in cavetto sigla: G tagliata (?). Di tipologia romagnola, di solito attribuita a Faenza, si assegna la fondina in esame a fabbrica di Ravenna, per confronti tipologici con reperti dal territorio. Ø cm. 24,5; h. cm. 4,5; Ø appoggio cm. 8. Cond.: buone; piccole integrazioni e incollaggi. RoMAGnA, RAVennA, sec. XV, fine - XVI, inizi.

€ 3.000 - 5.000

CAstellI, nicola Cappelletti, sec. XVIII, prima metà.

€ 1.500 - 2.000 [Per l’utilizzo di piattelli nei mobili, cfr. C. Fiocco – G. Gherardi, Capolavori della maiolica castellana dal Cinquecento al terzo fuoco. La collezione Matricardi, to. 2012, n. 202.]

45

47 Boccale

Boccale a pancia quasi sferica, stretto collo con bocca trilobata, appoggio a disco, manico a nastro Maiolica dipinta in tricromia blu, giallo verde sul bianco di fondo; nel frontale entro tondo a scaletta grande fiore quadripetalo e quadrisepalo, nella tipologia romagnola e faentina in particolare di fine quattrocento, inizi del Cinquecento; ai lati treccia fra righe verticali; nel manico serie di linee oblique. H. cm. 20; b. cm.9,5 x 9,5; Ø appoggio cm. 9,5. Cond.: discrete; incollaggi e qualche integrazione. 46 Piatto

46

Piatto a fondina con parete convergente, appoggio a largo cercine appena rilevato

FAenzA, secc. XV, fine–XVI, prima metà.

€1.000 - 1.500

Maiolica avorio con leggera craquelure, dipinta in policromia; nel sott’orlo delicata fascia blu a ricci legati da linea sinuosa; al centro campisce un bello Stemma che presenta a sinistra la lettera F e a destra una A; verso in maiolica non decorata. la forma dello scudo araldico situa la maiolica nel Cinquecento in ambito romagnolo e durantino. Ø cm. 22; h. cm. 4. Cond.: discrete; incollaggi di vari pezzi e due piccole integrazioni nel bordo. CAstelDuRAnte, sec. XVI.

€ 1.000 - 1.500 47

30


48 Boccale

Boccale panciuto con alto collo estroflesso, bocca diritta con beccuccio, appoggio a disco, manico a nastro costolato da sott’orlo a sotto pancia Maiolica povera, biancastra, decorata a graffito nel frontale con decorazione a foglie trilobate e gemma, in verde, marrone e violetto di manganese entro tondo giallo con all’esterno decori semilunati, quelli a sinistra terminanti con grossi punti marrone. Da notare nella parte bassa di fronte al manico una “lingua” marrone. H. cm 21; Øb. cm. 9,5; Ø appoggio cm. 9,5, Cond.: molto buone; qualche incollaggio attorno al beccuccio. ACQuAPenDente, secc. XV-XVI.

€ 1.000 - 2.000 48

Trova confronti con produzione tardo quattrocentesca altolaziale, con particolare riferimento ad Acquapendente, in esemplari da sterri tuttora in corso di restauro e studio. [Cfr.R. Chiovelli, a c. di, Le ceramiche medievali e rinascimentali di Acquapendente, Atti I Convegno di studi, Acquapendente 20 Maggio 1995, passim]

49 oVale

Piastra ovale con bordo leggermente ingrossato Maiolica policroma dipinta con Madonna col Figlio; l’immagine è ripresa dalla incisione di Annibale Carracci “sacra Famiglia e san Giovannino”, di cui utilizza solo l’immagine della Vergine con Gesù. la stampa fu molto replicata nelle botteghe castellane ad iniziare dalla mattonella firmata da Carlo Antonio Grue (Castelli, Museo delle ceramiche). Per il modo di condure la pennellata di due toni, verde di fondo e marrone del tavolo su cui la Vergine appoggia il bimbo, e soprattutto per il modo di condurre le anatomie con le gote a rigonfio, si attribuisce alla mano di Giacomo Gentili il Giovane (1717- 1765), agli esordi nella bottega del padre Carmine. Cm 27 x 19,5. Cond.: ottime, intatto.

49

CAstellI, Giacomo Gentili il Giovane, 1740-50.

€1500 - 2.000 50 catino

Ampio catino a piccola tesa defluente, con appoggio a cercine Maiolica dipinta in bicromia verde e marrone con in tesa fogliette a rincorrersi e nel centro decoro stellare a otto punte in alternanza a rametti che confluiscono al centro con rotella; verso nudo. Ø cm. 26; h. cm. 9. Cond.: ottime. ItAlIA CentRAle (uMBRIA ?), sec. XVII.

€ 500 - 700

50

31


52 Brocchetta

Brocca a corpo ovoide, bocca a cordone con pippio versatore, manico a nastro, appoggio piatto Maiolica decorata in tricomia a registri verticali ripetuti in tipologia “brentina”. H. cm.15; Øb. 13,5. Cond.: ottime, piccole sbeccature nell’orlo. Veneto, sec. XVII.

€ 500 - 600

51a

51c

52

53 Vaso

Grande vaso panciuto con bocca a doppio cordone, manici a nastro, appoggio piatto 51B

51 Due ciotole e un Boccale A- Ciotola a bordo diritto; appoggio piatto Maiolica arcaica decorata a foglie di olivo in verde e manganese; trova confronti stilistici con maioliche arcaiche senesi. Ø cm.13,5; h. cm. 6,5. Cond.: molto integrata. siena, sec. XIV.

Ceramica graffita su ingobbio e sotto vetrina a linee verticali in bicromia verde e giallo. era utilizzato un tempo per mantenere le uova sotto calce; trova confronti con vasi simili nel Museo di Carpi. H.cm.29; Øb.cm. 27,5; Ø ai manici, cm. 38. Cond.: molto buone; in alto all’interno, filatura da bocca a parte superiore. CARPI, sec. XVII.

€ 2.500 - 3.000

[Cfr. Aa.Vv., La Collezione Salini. Ceramiche, Padova 2015, figg.25.]

B- Ciotola Ciotola con appoggio a cercine. Maiolica decorata a cerchi concentrici in blu e giallo di due toni. Ø cm. 12,5. Cond.: restauri con integrazioni. Romagna, sec. XIV - XV. C- Boccale Boccalino con manico ad appoggio piatto. Maiolica con decorazione fitomorfa in monocromia verde. H. cm.6; largh. mx. cm. 6,5. eMIlIA-RoMAGnA, secc. XIV – XV. A,B,C - €

300 - 400 53

32


54 Piatto

Piatto con bordo a doppio cordone, ampia tesa defluente, piccolo cavetto Maiolica dipinta in bicromia giallo dorato e verde oliva, con tralcio corrente fitomorfo nella larga tesa e cavetto con Paesaggio. la figurazione centrale e la cromia molto delicata, basata sostanzialmente sul giallo tenue e il verde oliva, trovano confronti con maioliche da scavo in Acquapendente. Raro è il tralcio fitomorfo che percorre la tesa, di grande suggestione. Ø 33,5; h. cm 5. Cond.: ottime. ACQuAPenDente, sec. XVI.

€ 1.000 - 1.500

54

55 Mattone Grosso mattone con parte superiore maiolicata e dipinta in blu e giallo con decoro geometrico astratto. Per lo spessore deve ritenersi da gradino. trova confronti con opere pavimentali a Viterbo, nella Cappella Mazzatosta, e in s. Maria della peste, databili attorno 1494. Cm. 18 x 16,5 <5,5. Cond.: buone, una rottura. VIteRBo, sec. XV, fine- XVI, inizi.

€ 800 - 900 55

56 Piattino

Piattino a piccola tesa ed ampio cavetto piano Maiolica dipinta nel recto in policromia, con Amorino in paesaggio; in alto nel cielo, il “sole”, che appare ad illuminare il paesaggio, è la firma di nicola Cappelletti (1691 – 1767), di una famiglia importante nel secolo d’oro della maiolica castellana. Ø cm. 16,5. Cond.: buone; un restauro CAstellI, nicola Cappelletti sec. XVIII, metà.

€ 300 - 500

56

33


57

57 serVizio sei tazzine cilindriche con manico e sei piattini in porcellana con bordi in oro, dipinta in policromia a paesaggi con uccellini fra rami; attorno al manico serto fitomorfo in verde. tazzine: Ø cm. 5,5; h. cm. 6; piattini Ø 12,5. Cond.: ottime. GInoRI, marca stella, 1780ca.

€ 1.000 - 1.500

58

58 Due Piatti Piatti a larga tesa in porcellana dipinta nel bordo con oro e fascia fitomorfa in cromia a prevalenza blu cobalto; nell’ampio cavetto mazzetto floreale a rameggio fiorito, in stile “Compagnia delle Indie”. Ø cm. 23,5. Cond.: ottime. euRoPA, sec. XVIII

€ 800 - 1.000

59 Due Porta sale A,B-Porta sale o salsa a forma di ciotoline su alto piede cavo per utilizzo, rovesciato, come bicchierino, in porcellana dipinta sotto smalto in verde marcio (A) e blu (B) con disegni di fantasia; in cavetto fiore stilizzato. A- Ø cm. 9,5; h. cm 4,5; B- Ø cm.10,5; h. cm. 4,8. Cond.: ottime. AsIA CentRo-MeRIDIonAle (tIBet o nePAl), sec. XVIII.

€ 800 - 1.000

34

59B 59a


60 zuPPiera zuppiera con coperchio, in porcellana dipinta in policromia con paesaggi marini e dorature; sul coperchio, Puttino seduto che tiene una cornucopia da cui fuoriescono fiori a rilievo. Marca nel fondo in blu sotto smalto. largh.mx cm.37; h. cm.18. Cond.: molto buone; piccolo restauro nell’attacco del puttino al coperchio. MeIssen, periodo Marcolini, 1774ca.

â‚Ź 2.000 - 4.000

60

61 gruPPo Gruppo in porcellana dipinta in policromia: Dama seduta con grande cappello e gabbietta con uccellino mentre un cavaliere le offre una rosa. I personaggi vestiti con abiti settecenteschi di elegante fattura poggiano su base alta cm.2 dipinta con serie di tre cerchi incrociati fra ovali a rilievo in oro. largh. cm. 15; h. cm. 20; <12>. Cond.: intatto. nel fondo sotto smalto bianco marca di Meissen in blu, numero 67 in rosso, G 22/121 in pasta. MeIssen, 1775 c.

â‚Ź 1.500 - 3.000 Trova confronti con Dama con gabbietta del modellatore Michel Victor Acier, nelle Civiche raccolte del Castello Sforzesco a Milano.

61

35


62 Piatto Piatto a larga tesa ed ampio cavetto, in porcellana dipinta in policromia e lumeggiata in oro; tesa con mazzetti fioriti a rincorrersi e al centro un bellissimo fiore di peonia in piena fioritura attorniato da peonie più piccole in diversi stadi. la decorazione, d’ispirazione orientale, ma denominata “a tulipano”, rientra nei moduli decorativi di Doccia a metà del settecento; era dipinto non solo su piatti, ma anche su altre forme, come il rinfrescatoio baccellato al Museo delle Porcellane in Doccia. Ø cm 23. Cond.: ottime. DoCCIA, 2o periodo, sec. XVIII, metà e terzo quarto.

€ 800 - 1.000

62

63 cache-Pot 63

Cache-pot a costolature, bocca orlata, manici intrecciati, porcellana dipinta con mazzetti floreali; nel fondo firma in monogramma blu: PH. Øb. cm. 12,5; Ø ai manici cm. 17,5; h. cm. 13,5. Cond.: ottime. stRAsBuRGo, Paul Hannong, 1755ca.

€ 1.000 - 1.500 36


Lotti 64-285 Parte II Dipinti, disegni e sculture dal XIV all’inizio del XIX secolo



64

64 Scuola ferrareSe, inizio XVII secolo 65

Deposizione di Cristo nel sepolcro Olio su tela, cm 26,2x17,7 Con cornice Si ringrazia il Dott. Emilio Negro che ha avvicinato il dipinto alla produzione dell’atelier di Ippolito Scarsella, detto lo Scarsellino (Ferrara, 1550 circa - 1620)

€ 600- 800 65 Scuola veneta, XVI secolo

Sacra Famiglia Olio su tela, cm 46x38 Con cornice antica

€ 2.500 - 3.000 66 Scuola SeneSe, ultimo quarto XV secolo (Siena, 1450 - 1517)

Volto di santa Tempera su tavola, cm 40x36 Con cornice a tabernacolo La semplice fissità di questa effige di santa, priva di attributi specifici, qualifica la nostra raffinata tavoletta come un prodotto tipico della scuola senese negli ultimi decenni del XV secolo, che guarda in una chiave delicatamente rustica ai modi di Matteo di Giovanni, Guidoccio Cozzarelli e Neroccio de Landi. 66

€ 4.000 - 6.000 39


67 Gian Paolo cavaGna (Bergamo, 1550 - 1627) (attr.)

Cristo portacroce Olio su tela, cm 101x90

â‚Ź 2.000 - 3.000

67

68 cerchia di lavinia fontana (Bologna, 1552 - Roma, 1614)

Maria Maddalena penitente Olio su tela, cm 86x64

â‚Ź 2.000 - 3.000

68

40


69

69 iPPolito ScarSella, detto lo Scarsellino (Ferrara, 1550 circa - 1620) (attr.)

Ingresso di Cristo a Gerusalemme Olio su tela, cm 96x190 Il dipinto è accompagnato da un’expertise del prof. Claudio Strinati e da una relazione di restauro della dott.ssa Carla Mariani. Nell’expertise che accompagna questa grande tela (di indubbio fascino e interesse, nonostante il problematico stato di conservazione) Claudio Strinati riconosce la mano dello Scarsellino in una fase anteriore al 1600. Chiari sono qui, in effetti, i richiami alla pittura veneta, in primis a Paolo Veronese, com’è tipico della prima maturità del pittore; ma soprattutto intrigante appare la possibile connessione con l’ingresso solenne di papa Clemente VIII Aldobrandini a Ferrara in coincidenza con l’annessione della città estense ai domini dello Stato della Chiesa. Sappiamo che in occasione di questo evento allo Scarsellino e ad altri artisti furono commissionati degli apparati decorativi, fra i quali potrebbe rientrare anche la nostra tela: in essa, infatti, sembra di poter riconoscere il ritratto di papa Clemente VIII nel personaggio all’estrema sinistra e il ritratto del cardinal nipote Pietro Aldobrandini nella figura in piedi accanto a Cristo.

€ 3.000 - 5.000 70 Pittore emiliano, seconda metà XVI secolo

Adorazione dei pastori Olio su tela, cm 74x87 Con cornice

€ 2.000 - 3.000

70

41


71

71 Scuola umbro-marchiGiana, prima metà del XVI secolo

San Francesco Olio su tavola, cm 55x44

72

72 Scuola SeneSe, fine XVI secolo

Madonna con Bambino e san Giovannino

€ 5.000 - 6.000

Olio su tela, cm 49x38 Con cornice

73 Scuola centroitaliana, XVI secolo

€ 4.000 - 6.000

Sacra Famiglia con i santi Anna e Giovannino Olio su tavola, cm 63x73 Con cornice La tavola deriva da un invenzione di Raffaello la cui principale traduzione pittorica, dovuta a Giulio Romano o alla collaborazione fra maestro e allievo, è rappresentata dal celebre dipinto detto “La perla”, dal 1656 nelle collezioni reali di Filippo IV di Spagna (oggi Madrid, Prado). Il modulo compositivo di base è stato riproposto con variazioni in diversi dipinti eseguiti nell’ambito della cerchia di Raffaello dopo la sua morte (si pensi alla Madonna del gatto di Giulio Romano del Museo di Capodimonte, dove le figure sono trasportate in un suggestivo interno domestico). L’autore della presente versione ha ripreso il gruppo plastico centrale con i quattro personaggi principali introducendo altresì considerevoli elementi di differenza e semplificazione rispetto all’originale di Raffaello: questi ultimi riguardano in particolare la figura di Giuseppe, lo sviluppo orizzontale della composizione e l’ampio e notevole sfondo paesaggistico, privato delle cospicue presenze architettoniche del prototipo, che richiama i modi di Giovanni Larciani (già Maestro dei Paesaggi Kress).

€ 5.000 - 7.000 42

73


74

74 cerchia di antonio temPeSta, XVII secolo

Sant’Ildefonso combatte i Turchi Olio su tela, cm 56x173 Con cornice Il dipinto è accompagnato da un’expertise del Prof. Amadore Porcella. Questa scena di battaglia pullula di personaggi molto vicini al repertorio di Antonio Tempesta, artista fiorentino attivo a Roma, la cui ricca produzione - non solo di storie religiose, ma anche di cacce e di battaglie - fu largamente presa a spunto dalla pittura di genere del XVII secolo. Il soggetto, piuttosto raro, dovrebbe rappresentare Ildefonso, arcivescovo di Toledo intento a sconfiggere un’armata turca, così come fu descritto nella sua expertise da Amadore Porcella.

€ 7.000 - 9.000

75 SeGuace di marcello venuSti, XVII secolo

Crocifissione Olio su tela, cm 153x96

€ 5.000 - 7.000

75

43


76 Scuola emiliana, fine XVI secolo

La parabola del buon samaritano Olio su tela, cm 67x97 Con cornice Reca sulla tela, in basso, iscrizione a pennello: “DILIGES DOMINUM DEUM TUUM/EX TOTO CORDE TUO” (DEUTERONOMIO 6, 1-5)

76

Il nostro dipinto, di particolare interesse nella sua commistione di elementi emiliani, centro-italiani e perfino fiamminghi, visualizza la parabola evangelica (Luca, 10, 30-37) nella quale un viandante ebreo aggredito lungo la strada dai briganti fu ignorato da un sacerdote e da un levita, per ricevere invece soccorso da un samaritano. Troviamo qui un mix intrigante di rimandi, che nella figure principali include Lelio Orsi, il primo Andrea Lilio e Ferraù Fenzoni, mentre il notevole e composito brano di paesaggio, con i caseggiati e le figurette di squisita fattura, recano una più remota memoria di Niccolò dell’Abate oltre allo stesso Orsi.

€ 5.000 - 6.000

77 Scuola romana, seconda metà XVI secolo

Pietà Olio su tela, cm 118x140 Con cornice. Dipinto in prima tela Questa tela è il frutto di una cultura figurativa composita, in cui confluiscono molteplici suggestioni tosco-romane che includono Andrea del Sarto, Pontormo, Francesco Salviati e naturalmente Michelangelo. Se resta arduo sciogliere in modo persuasivo il rebus relativo al suo autore, si può individuare in questo dipinto di concezione marcatamente plastica l’eco delle opere di artisti di primo piano attivi a Roma nella seconda metà del Cinquecento, come Federico Zuccari e Jacopino Del Conte. Quest’ultimo, in particolare, si cimentò a più riprese col tema della Pietà, adottando peculiari soluzioni compositive e sperimentando posture cariche di espressività del corpo senza vita di Cristo che presentano affinità non banali con quella che si apprezza nella nostra tela (si pensi alle redazioni oggi alla Galleria Nazionale di Palazzo Barberini a Roma, o al monastero del Corpus Christi pure a Roma).

€ 12.000 - 15.000 44

77


78 ambito di Girolamo Siciolante (Sermoneta, 1521- 1580 circa)

Madonna con Bambino ed i santi Giovannino ed Elisabetta Olio su tela, cm 100x80 Con cornice I colori e la cultura manierista di questa tela, nonché l’intonazione stilistica generale, si collegano strettamente alla produzione artistica di Girolamo Siciolante, pittore di Sermoneta, fortemente imbevuto della lezione raffaellesca appresa da Perin del Vaga con cui lavorò nelle logge di Paolo III a Castel Sant’Angelo. Quest’opera, pur risentendo dell’influsso di Perin del Vaga, è caratterizzata da una ricerca di volumetria e solidità nelle figure e dalla semplificazione dell’impianto compositivo, in cui si evidenziano suggestioni michelangiolesche mediate attraverso Daniele da Volterra. Può essere datata intorno agli anni sessanta del XVI secolo, in linea con i nuovi dettami della Controriforma, per il suo dichiarato intento devozionale.

€ 14.000 - 18.000 45


80

79

79 cerchia di franceSco codino prima metà XVII secolo

80 SeGuace di teodoro di liaGno detto Filippo Napoletano, XVII secolo

Vaso di fiori

Paesaggio con viandante

Olio su tela, cm 62x78 Con cornice

Olio su tavola, ø cm 17 Con cornice

€ 3.000 - 4.000

€ 700 - 1.000

81 leonard bramer (attr.) (Delft, 1596 - 1674)

Tancredi battezza Clorinda Erminia rapita da un gruppo di soldati egiziani Coppia di dipinti, olio su ardesia, cm 17x22,5 Con cornice antica I dipinti rappresentano due scene tratte dalla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso. Lo opere sono eseguite su lastre di ardesia, supporto che permette di dare maggiore risalto ai colori e ai contrasti cromatici, nonché di creare spettacolari effetti di luce notturna. Questa coppia di quadri rientra nella produzione tipica di Leonard Bramer, in cui troviamo spesso vivaci scene di piccolo formato a lume di candela, dalle quali deriva il soprannome di Leonardo delle Notti con cui il pittore divenne pure celebre. 81

46

€ 6.000 - 8.000


82

83

82 GiuSePPe vermiGlio (attr.) (Alessandria, 1585 - 1635)

83 Pittore romano, prima metà XVII secolo

Cristo portacroce

Sant’Antonio Abate

Olio su tela, cm 95x75

Olio su tela, cm 76x62

€ 3.000 - 4.000

Il dipinto si collega a molti busti di vecchio ricorrenti nel corpus di Vermiglio. Si pensi alle effigi di Abramo nella versione del Sacrificio di Isacco della collezione della Cassa di Risparmio di Cesena e a quelle già in coll. Rapp a Stoccolma e già in coll. privata a Bergamo. Di grande interesse anche il confronto con la Testa di vecchio a matita rossa della Trinity Fine Arts di Londra, tra i pochi disegni certi del Vermiglio.

€ 4.000 - 5.000

84 Giovanni Giacomo Sementi (attr.) (Bologna, 1580 - 1638)

Madonna con Bambino e san Giovannino

84

85

85 Scuola lombarda, XVII secolo

Ecce Homo

Olio su rame, cm 26x19 Con cornice

Olio su tela, cm 104x77 Con cornice

€ 3.000 - 4.000

€ 4.000 - 5.000 47


86 SeGuace di ludovico carracci XVII secolo

Il bacio di Giuda Olio su tela, cm 59x87 Il dipinto dipende, sia pur con considerevoli varianti, dalla celebre e fortunata tela che Ludovico Carracci realizzò verso il 1590 e che per oltre due secoli fu conservata presso la famiglia Tanari di Bologna (oggi Princeton, University Art Museum).

€ 2.500 - 3.500

86

88

87

87 Pittore caravaGGeSco GenoveSe prima metà XVII secolo

88 Scuola fiorentina, XVII secolo

San Sebastiano Ecce Homo Olio su tela, cm 80x76

Olio su tela, cm 98x78 Con cornice

€ 1.500 - 2.500

€ 4.000 - 6.000

48


89 adriaen van der cabel (Rijswijk, 1631 - Lione, 1705)

Capriccio costiero con torre, barche e pescatori Olio su tela, cm 36x51 Con cornice Reca al retro etichetta “Galleria d’arte, Piazza di Spagna, 93 - Roma 18-02-1931”

€ 2.200 - 2.800

89

90

90 cerchia di michelanGelo cerquozzi (Roma, 1602 - 1660)

91

91 Scuola veneta, XVII secolo

Toeletta di Venere Bambocciata Olio su tela, cm 33,5x38,5 Con cornice

€ 2.500 - 3.500

Olio su tela, cm 83x65 Con cornice

€ 2.000 - 3.000 49


93

92

92 Scuola toScana, XVII secolo

93 Scuola toScana, XVII secolo

Allegoria della Primavera

Allegoria dell’Autunno

Olio su tela, cm 100x123

Olio su tela, cm 100x123

€ 2.500 - 3.500

€ 2.500 - 3.500

94 SeGuace di Pieter Paul rubenS XVII secolo

Divinità dell’Olimpo Olio su tela, cm 72x90 Con cornice

€ 3.000 - 4.000 50

94


95 franceSco albani e aiuti (Bologna, 1578 - 1660)

Sacra Famiglia Olio su rame, cm 36x28 Con cornice Già allievo di Denijs Calvaert, intorno al 1595 Francesco Albani entrò nell’orbita dei Carracci accanto ai quali è attestato nella decorazione dell’oratorio di S. Colombano e a palazzo Fava. Nel 16011602 risale il suo primo lungo soggiorno a Roma dove, come aiuto di Annibale Carracci, decorò la cappella Herrera in S. Giacomo degli Spagnoli. Lavorò in seguito per i Mattei, per i Verospi, per i Giustiniani, guadagnandosi la fama di erede dei Carracci. Le fonti ricordano varie opere analoghe alla nostra per soggetto e composizione eseguite sia su tela sia su rame. La nostra Sacra Famiglia su rame, delle stesse dimensioni delle tre versioni generalmente ritenute opere autografe dell’Albani, è da collocare nel terzo decennio del Seicento. La composizione rimanda alla Sacra Famiglia di Boston (Museum of Fine Arts) e alla Madonna con Bambino e angeli (Roma, Musei Capitolini), tele in cui il debito formale verso la pittura di Annibale Carracci è ancora molto evidente. BIBLIOGRAFIA

C. Puglisi, Francesco Albani, New Haven and London 1999, p. 111, scheda n. 32.

€ 5.000 - 6.000 95

96 Scuola boloGneSe, XVII secolo

Ratto di Europa Olio su tela, cm 124x172 Con cornice antica Questo dipinto rientra nel gusto della pittura bolognese intrisa della lezione carraccesca, sublimato in uno stile più delicato di maniera reniana, avvertibile soprattutto nelle forme tondeggianti delle figure e nella calma decorosa della composizione. Realizzato nella prima metà del Seicento, riconosciamo in alcuni personaggi, come la ninfa Europa e i due tritoni, soluzioni tipiche della produzione di Carlo Cignani, che frequentò lo studio di Francesco Albani, l’influenza del quale appare pure evidente nella nostra tela. 96

€ 6.000 - 8.000 51


97 lorenzo PaSinelli (Bologna, 1629 - 1700)

Martirio di sant’Orsola Olio su tela, cm 61x80 Con cornice

97

Questa bella tela dipinta a chiaroscuro costituisce forse un bozzetto preparatorio per il grande Martirio di Sant’Orsola oggi conservato presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna, tra i più celebri capolavori di Lorenzo Pasinelli. Del dipinto bolognese sono censiti nel catalogo ragionato di Carmela Baroncini (Lorenzo Pasinelli, Faenza 1993, pp. 266-269) altri due possibili bozzetti, uno conservato al Museo di Chambery e un altro presso l’Accademia Ligustica di Genova. Quest’ultimo, al pari del nostro, presenta il motivo degli angeli protesi in volo che occupano la porzione superiore della composizione, pronti a consegnare le corone di palme alla santa e alle vergini di cui i soldati unni stanno facendo strage, secondo il racconto della Legenda aurea.

€ 7.000 - 9.000 98 ambito di franceSco fracanzano, XVII secolo

San Matteo e l’angelo Olio su tela, cm 75x63 Con cornice antica Di forte carattere riberesco, il nostro dipinto presenta una qualità sostenuta. L’autore è da individuare in un dotato seguace del grande pittore spagnolo, forse Francesco Fracanzano o un suo stretto collaboratore. La tela è databile tra terzo e quarto decennio del XVII secolo, in un momento anteriore alle declinazioni cromatiche di influenza vandyckiana che caratterizzano le opere della maturità di Fracanzano, allontanandolo dei precedenti toni tenebrosi di marca post-caravaggesca. 98

€ 5.000 - 7.000 99 cerchia di maSSimo Stanzione, XVII secolo

San Francesco con teschio e crocifisso Olio su tela, cm 75x64 L’opera, in ottimo stato di conservazione, è caratterizzata da una gamma di colori luminosa e da una stesura smaltata. La tipologia si richiama a varie effigi di santi di Massimo Stanzione, non senza rimandi alla pittura di Ribera. Il dipinto si inserisce nelle tendenze classicheggianti della pittura napoletana verso il quarto-quinto decennio del Seicento, quando si attenua l’influsso del naturalismo caravaggesco a vantaggio dei modi di Guido Reni e Domenichino.

€ 5.000 - 7.000

99

52


100 aGoStino Scilla (attr.) (Messina, 1629 - Roma, 1700)

Sant’Antonio Abate Olio su tela, cm 75x63 Con cornice Questa figura di santo rivela la matrice naturalistica della scuola napoletana, sulla scia di Ribera, che Agostino Scilla coniugò con elementi di classicismo romano. Il pittore, infatti, allievo a Messina di Antonio Barbalonga, passò successivamente nella bottega di Andrea Sacchi a Roma. Questo volto di vecchio barbuto si richiama anche a Pier Francesco Mola e può essere accostato ad altre opere del messinese come il San Marco, Roma, coll. privata, e l’Allegoria dell’Inverno, Holkham Hall, coll. Leicester. BIBLIOGRAFIA

L. Hyerace, Agostino Scilla: per un catalogo delle opere, Messina 2001.

€ 3.000 - 5.000

100

101 Scuola toScana, XVII secolo

Estasi di san Francesco Olio su tela, cm 122x93 101

€ 5.000 - 7.000 53


102 Scuola naPoletana, XVII secolo

Storie di san Pietro Coppia di dipinti olio su tela, cm 34x46 Con cornice La coppia di dipinti è accompagnata da un’expertise del Prof. Ferdinando Bologna. Le tele raffigurano due episodi della vita dell’apostolo Pietro: La negazione di Pietro e La liberazione dal carcere. L’impianto tenebristico, tipico della scuola napoletana dei primi decenni del XVII secolo, rimanda alla maniera caravaggesca con soluzioni riscontrabili nella prima produzione di Bernardo Cavallino. Secondo Ferdinando Bologna la coppia in esame è da riferire alla produzione giovanile di Domenico Gargiulo, detto Micco Spadaro. Di raffinata qualità pittorica, le due tele sono in ottimo stato di conservazione.

€ 7.000 - 10.000

103 creScenzio onofri (Roma, 1634 - 1714)

Paesaggio con cittadella turrita e figure Olio su tela, cm 74x96 Con cornice

€ 3.500 - 4.500

102

103

54


104 franceSco Graziani, detto Ciccio Napoletano (attivo tra Napoli e Roma nella seconda metà del XVII secolo)

Paesaggio con figure Olio su tela, cm 90x63 Con cornice antica Questo paesaggio rivela una cultura figurativa oscillante fra Jacques Courtois e Salvator Rosa come si evince sia dalla composizione sia dalle figure. L’opera è da attribuire a Francesco Graziana per la materia corposa, l’esecuzione rapida e sicura, la costruzione idiomatica del paesaggio. Affinità con la tela in esame sono ravvisabili, per esempio nel gruppo di otto Battaglie del Museo Civico di Deruta, in cui il taglio della composizione non è eroico ma realistico, il tocco è scattante e vivace e la materia cromatica si sfalda ravvivata da filamenti luminosi di colore puro.

€ 3.000 - 4.000

104

105 Pittore attivo a roma seconda metà XVII secolo

Assalto al ponte Olio su tela, cm 52x72 Con cornice La tela mostra soluzioni vicine alla tradizione battaglistica napoletana unite ad un gusto per la rappresentazione del paesaggio secondo la tipologia romana. Lo stile del nostro pittore si distingue però da entrambe le scuole sia per una maggiore scioltezza del mezzo espressivo del colore -più moderno del Rosa - sia per la vivacità espressiva dei personaggi che combattono una “battaglia senza eroe” mutuata dalla lezione di Aniello Falcone.

€ 6.000 - 8.000

105

55


106 Scuola SeneSe, ultimo quarto XIV secolo

Santa Giustina martire Tempera e oro su tavola, cm 47x10 Questa preziosa tavoletta cuspidata costituiva certamente lo sportello laterale destro di una tabernacolo portatile riservato alla devozione privata, che doveva avere un altro santo a figura intera sull’anta sinistra e al centro presumibilmente una crocifissione. Nella figura femminile si deve riconoscere Santa Giustina da Padova, qui rappresentata con i classici attributi dalla corona sul capo e della palma del martirio nella mano destra, cui si aggiunge il libro che allude prevedibilmente alle sacre scritture. La santa poggia su un delizioso manto erboso arricchito di motivi decorativi floreali eseguiti a punzone di chiara impronta tardo-gotica. La nostra tavoletta, di qualità assai fine e in ottimo stato di conservazione, può essere ricondotta a un petit-maître di scuola senese provvisto di una solida cultura lorenzettiana, attivo probabilmente nell’ultimo quarto del Trecento, i cui modi si mostrano aggiornati all’esempio di Luca di Tommè, Bartolomeo Bulgarini, Francesco di Vannuccio e Naddo Ceccarelli.

€ 8.000 - 10.000 56


107 amico aSPertini (Bologna, 1474 circa - Bologna, 1552)

Flagellazione di Cristo Olio su tavola, cm 45x31 Con cornice antica Questo dipinto, riemerso pochi anni fa, ha incrementato l’esiguo catalogo di Aspertini relativo ai dipinti sacri di piccolo formato. Il tema del Cristo flagellato è stato affrontato dal pittore solo in un’altra circostanza, nell’affresco del sottarco d’ingresso della cappella di Sant’Agostino nella chiesa di San Frediano a Lucca. In entrambi i casi Amico si avvalse di uno schema compositivo simmetrico e centralizzato, con la colonna di marmo su cui è legato Gesù a suddividere l’immagine in due parti analoghe. La scena è ridotta all’essenziale a favore di un’assoluta concentrazione espressiva, che elimina ogni elemento accessorio o decorativo con l’eccezione del capitello corinzio. La gestualità minimale dei due aguzzini, la sobrietà dell’espressione di Cristo e l’assenza di tracce dei colpi sul suo corpo, fanno di questa tavola un’ideale strumento di privata e interiore meditazione sul significato della Passione. Com’è abituale in Aspertini, artista di raffinata cultura archeologica, i personaggi sono modellati plasticamente con un richiamo alla scultura classica. La nostra tavoletta può essere strettamente avvicinata al disegno di Aspertini raffigurante Tre nudi maschili, della Kunsthalle di Amburgo, e al pari di quest’ultimo databile verso la fine del primo decennio del Cinquecento. Il dipinto è in buono stato di conservazione. Le riflettografie infrarosso hanno messo in luce la presenza del disegno preparatorio sottostante, tracciato con mano sicura e coerente con la tecnica grafica dell’Aspertini. BIBLIOGRAFIA SPECIFICA

D. Scaglietti Kelescian, Nuovi dipinti di Amico Aspertini, in “Scritti di storia dell’arte in onore di Jürgen Winkelmann”, Napoli 1999, pp. 325333; M. Faietti, Amico’s friend: Aspertini and the Confraternita del Buon Gesù in Bologna, in “Drawing Relationship in Northen Italian Renaissance Art. Patronage and Theories of Invention”, a cura di G. Perini, London 2004, pp. 54; G. Degli Esposti, scheda in Amico Aspertini 1474-1552. Artista bizzarro nell’età di Dürer e Raffaello, cat. della mostra (Bologna, 27 settembre 2008 - 11 gennaio 2009), a cura di A. Emiliani, D. Scaglietti Kelescian, Milano 2008, n. 53, p. 194. ESPOSIZIONI

Amico Aspertini 1474-1552. Artista bizzarro nell’età di Dürer e Raffaello, a cura di A. Emiliani, D. Scaglietti Kelescian, Bologna, 27 settembre 2008 - 11 gennaio 2009, n. 53. PROVENIENZA

Bologna, collezione privata.

€ 20.000 - 30.000 57


108 franceSco da tolentino (attivo nell’Italia centrale e meridionale tra la fine del XV e i primi tre decenni del XVI secolo)

Madonna con Bambino tra i santi Giacomo Maggiore e Giovanni Battista Olio e tempera su tavola, cm 228x140 Con cornice Come riportato nel catalogo dell’asta Sotheby’s Milano del 3 Dicembre 1991, l. 218, il polittico fu attribuito a Francesco da Tolentino dal Prof. Pierluigi Leone De Castris. Il dipinto, eseguito probabilmente all’inizio del terzo decennio del Cinquecento, è una delle poche opere note del pittore, di cui si conoscono solo altri due polittici, entrambi realizzati nel 1525 per il santuario di S.Maria a Parete, presso Nola. Oltre al gruppo centrale della Madonna col Bambino e santi la grande tavola raffigura nella predella due Storie del Battista e al centro Cristo tra i ss. Pietro e Paolo, nonché sulla cimasa la Resurrezione di Cristo. Sebbene tanto la formazione quanto la produzione di Francesco da Tolentino siano ancora poco note il nostro importante polittico mostra, oltre a una chiara consapevolezza della contemporanea produzione marchigiana, l’influenza dei principali protagonisti della pittura umbra di fine Quattrocento e inizio Cinquecento, Perugino, Pintoricchio e Signorelli. PROVENIENZA

La scheda di catalogo dell’asta Sotheby’s Milano del 3 dicembre 1991 riporta che sul retro della tavola era apposta un’etichetta con la seguente dicitura: “QUADRO… IN UNA DELLE SALE DEL PALAZZO COLONNA… LI’ 3 AGOSTO 188(?)4”

€ 30.000 - 40.000

58


59


109 Girolamo marcheSi da cotiGnola (Cotignola 1480 ca. - 1545 ca.) e aiuti

Madonna col Bambino e i Santi Mercuriale, Giovanni Battista e il committente Olio su tela, cm 198 x 145 Secondo quarto del XVI secolo Il presente dipinto costituisce una replica in tutto analoga della pala d’altare eseguita da Girolamo da Cotignola per la cappella Orsi della chiesa di S. Mercuriale a Forlì, databile al principio del terzo decennio del Cinquecento e dal 1893 conservata nella Pinacoteca Civica della città emiliana. La nostra opera è riprodotta nella fototeca della Fondazione Federico Zeri (scheda n. 31166), dov’è riferita ad anonimo pittore cinquecentesco parmense. La scelta della tela invece della tavola di pioppo non è sorprendente per una seconda versione, in considerazione della maggiore economicità, maneggevolezza e tenuta conservativa del supporto di lino. L’opera riveste una certa importanza anche in riferimento al prototipo forlivese, oggi in pessimo stato di conservazione, testimoniandone l’aspetto prima del restauro del 1972 di Ottorino Nonfarmale che la restituì alla pubblica visione in una forma lacunosa. La tela qui in oggetto si presenta, per contro, in stato di conservazione nel complesso piuttosto buono. PROVENIENZA

Coll. Barone G. Franchetti, Jesi; Coll. Privata, Jesi Coll. Privata, Roma

€ 12.000 - 15.000 60


110 innocenzo di Pietro francucci da imola (Imola, 1490 - Bologna, 1550)

Madonna con Bambino, san Giovannino ed un santo vescovo Olio su tavola, cm 85x70 Con cornice antica Il dipinto è accompagnato da un’expertise del prof. Andrea Emiliani Dopo la prima formazione bolognese con Francesco Francia, Innocenzo da Imola ebbe modo, fra il 1512 e il 1514, di aggiornare il suo linguaggio pittorico grazie a un soggiorno fiorentino presso la bottega di Mariotto Albertinelli. Di quest’ultimo si possono cogliere gli effetti nella quadratura formale e solidità compositiva che caratterizzano tutta la sua produzione, seppur in quella declinazione di fragrante rusticità che possiamo ammirare anche nella nostra bella tavola. Nel plastico gruppo formato dalle figure della Vergine, di Gesù e di San Giovannino, sul quale è saldamente imperniata l’immagine, è agevole riconoscere una stretta affinità con numerose altre opere di Innocenzo da Imola: si pensi alla Sacra Famiglia con S. Francesco della Galleria Estense di Modena, allo Sposalizio mistico S. Caterina del Museo Davia Bargellini di Bologna o alla pala dello stesso soggetto nella chiesa bolognese di San Giacomo Maggiore, alla Sacra Famiglia dello Statens Museum for Kunst di Copenhagen. Il monumentale Sant’Agostino orante, peraltro, appena discosto a lato del gruppo principale, si richiama apertamente a un recente modello, il San Petronio che Parmigianino eseguì nel 1530 all’interno della pala per la chiesa di Santa Margherita a Bologna (oggi conservata nella locale Pinacoteca Nazionale), che fissa così un indiscutibile terminus post quem per la datazione della nostra tavola. La citazione parmigianesca mostra inoltre che, pur nell’estrema coerenza stilistica che caratterizza il corpus di Innocenzo nel segno di una pacata ortodossia raffeallesca, egli fu sensibile all’occorrenza agli stimoli di istanze innovative provenienti sia dall’Emilia sia dal centro-Italia.

€ 30.000 - 40.000 61


111 SeGuace di raffaello Sanzio, XVI secolo

Sacra Famiglia con i santi Giovannino ed Elisabetta Olio su rame, cm 43,5x33 Con cornice Eseguito su una lastra di rame di notevoli dimensioni, il dipinto costituisce una fedele replica cinquecentesca di alta qualità di una delle più complesse e monumentali creazioni dell’attività estrema di Raffaello: la cosiddetta Sacra Famiglia di Francesco I, realizzata nel 1518 su commissione di papa Leone X come dono per la regina Claudia di Francia. Il rame presenta solo minime varianti rispetto al prototipo, che coinvolgono soprattutto i rapporti cromatici e luministici, nonché modesti aggiustamenti nei dettagli e nelle posture delle figure.

€ 7.000 - 8.000

111

112 camillo Procaccini (attr.) (Parma, 1561 - Milano, 1629)

La visione di san Gerolamo Olio su tela, 134x103 Con cornice antica Il dipinto è accompagnato da un’expertise del prof. Ugo Ruggieri Questa grande tela di rimarchevole potenza espressiva fissa il momento in cui san Girolamo, durante la sua penitenza nel deserto, ha la visione di angeli nel cielo che suonano le trombe del Giudizio Universale. Il dipinto può essere accostato alla produzione di Camillo Procaccini, che dopo la formazione emiliana si trasferì a Milano nel 1587, divenendovi uno dei protagonisti della scena artistica tra la fine del XVI e il principio del XVII secolo. La tela presenta significative affinità con opere lombarde di Camillo eseguite tra il 1590 e il 1605: si possono citare le due versioni della Visione di San Gerolamo nella Sagrestia della Certosa di Pavia e in Collezione Koelliker a Milano, l’affresco raffigurante San Giovanni a Patmos che scrive l’Apocalisse della chiesa di Sant’Angelo. Il nostro dipinto illustra una cruciale fase di passaggio dell’artista verso la piena maturità, in cui egli stabilisce una cifra di stile che nella sua chiarezza formale e narrativa (memore dell’esempio dei Carracci) si pone al di fuori dell’accesa drammaturgia e delle esasperazioni chiaroscurali che negli stessi anni caratterizzano il linguaggio più propriamente lombardo di Morazzone, Cerano e Giulio Cesare Procaccini.

€ 9.000 - 11.000 112

62


113 Scuola fiorentina, prima metà XVII secolo

Santa Caterina d’Alessandria Olio su tela, cm 88x52 Con cornice

€ 6.000 - 8.000

113

114 lucio maSSari (Bologna, 1569 - 1633)

Martirio di sant’Erasmo Olio su tela, cm 38,5x30,5 Con cornice antica Il dipinto è accompagnato da un’expertise del Dott. Emilio Negro Questa tela raffigura uno degli episodi salienti della vita di Erasmo, santo martirizzato e ucciso a Formia durante la persecuzione di Diocleziano e Massimiano nel 303 d.C. Come si vede anche nel quadro qui esaminato, i suoi attributi principali sono il pastorale ed il copricapo vescovile oltre all’argano utilizzato per eseguire il martirio dell’estrazione delle interiora. E’ chiara la matrice bolognese della composizione, intrisa dell’equilibrio classicista della pittura di Annibale Carracci a Roma. Le nostra tela si deve senza dubbio a uno tra i migliori allievi e seguaci dei Carracci, individuabile con sicurezza nel bolognese Lucio Massari. Il dipinto lascia trasparire anche l’influsso di Domenichino nelle scelte cromatiche chiare e brillanti e nella pennellata minuziosa ed elegante.

€ 6.000 - 8.000

114

63


115 innocenzo di Pietro francucci da imola (Imola, 1490 - Bologna, 1550)

Madonna con Bambino ed i santi Giuseppe, Giovannino ed Elisabetta Olio su tavola, cm 67x53 Con cornice intagliata e dorata Questo notevole dipinto su tavola va ascritto senza dubbio al catalogo di Innocenzo da Imola nel suo periodo più felicemente raffaellesco, nel terzo decennio del Cinquecento. E’ quasi superfluo, in effetti, rilevare qui i richiami ad opere di analogo tema eseguite dall’urbinate tra Firenze e Roma. Basti citare la Madonna dell’impannata, Firenze, Galleria Palatina, la Sacra Famiglia di Francesco I, Parigi, Louvre, la Sacra Famiglia della quercia, Madrid, Prado: altissimi modelli riportati da Innocenzo nell’alveo della recente tradizione bolognese, da Francia ad Aspertini, e tradotti in un registro stilistico più accessibile e semplificato. I termini di confronto all’interno della produzione di Innocenzo da Imola sono innumerevoli: basti citare in questa sede lo Sposalizio mistico di Santa Caterina, nelle versioni conservate a Bologna, Coll. Villani, e Roma, Galleria Borghese, o la Sacra Famiglia con San Giovannino, nelle redazioni di Copenhagen, Statens Museum for Kunst e Bologna, Pinacoteca Nazionale. Una tavola del tutto analoga alla nostra è presente, senza indicazione di misure né di collocazione, nella cartella dedicata a Innocenzo da Imola dell’archivio fotografico della Fondazione Federico Zeri.

€ 15.000 - 20.000 64


116 cerchia di Guido reni, prima metà XVII secolo

Cristo coronato di spine Olio su tela, cm 85x65 Con cornice antica

€ 4.000 - 6.000 117 filiPPo teodoro di liaGno, detto Filippo Napoletano (Roma, 1589 - 1629)

Paesaggio con scena di tarantella Olio su tela, cm 75x120 Con cornice Per la qualità del paesaggio con le rovine classiche, dell’episodio centrale col gruppo di fanciulle che danza la tarantella accompagnato da un suonatore di liuto e, non ultimo, per le sue ampie dimensioni, questo notevole dipinto inedito costituisce una significativa aggiunta al catalogo di Filippo Napoletano. La pennellata libera e fluida, che sbozza le forme senza preoccuparsi della nitidezza del segno o del rigore del reticolo prospettico, e il nuovo gusto fantasiosamente archeologico, che avvicina il pittore a Bril, Poelenburch e Breenbergh, richiamano altre invenzioni capricciose riferibili all’attività più matura di Filippo Napoletano, sviluppatasi a Roma fra il 1625 e la sua morte nel 1629. Paragoni stringenti possono essere così istituiti coi due Paesaggi con rovine antiche (Chiarini 2007, nn. 117 e 118) con la coppia di Rovine antiche con figure della Galleria Palatina di Firenze (Id., n. 121a-b), del Paesaggio con rovine antiche e pastori, già New York, Richard Feigen & Co. (Id., n. 124), o alla Veduta di Bomarzo di collezione privata a Wassenaar (Id., n. 131).

116

BIBLIOGRAFIA DI CONFRONTO

M. Chiarini, Teodoro Filippo di Liagno detto Filippo Napoletano 1589-1629. Vita e opere, CentroDi, Firenze 2007.

€ 9.000 - 11.000

117

65


118 iPPolito leoni (attr.) (Roma, 1616 -1694)

Ritratto del cardinale Franciotti Olio su tela, cm 117x87 Con cornice. Dipinto in prima tela

118

Ippolito Leoni fu figlio adottivo e allievo di Ottavio Leoni, tra i massimi ritrattisti attivi a Roma nei primi decenni del Seicento. Giovanni Baglione gli dedica un breve paragrafo nelle sue Vite del 1642, in cui ne loda le qualità di ritrattista e gli riferisce alcune opere, tra cui l’effigie di Ottavio dell’Accademia di San Luca (che reca in effetti sul retro firma e data: “HIPPOLIT.S LEON.S ROM.S FACIEBAT ET ACAD.AE DONAVIT ANNO N.S. MDCXXXIII”). Il notevole Cardinale in trono che qui si presenta, pubblicato da Francesco Petrucci nel suo fondamentale repertorio della ritrattistica romana del XVII secolo, si deve considerare tra i risultati migliori nel pur scarno catalogo di Ippolito. La composizione si conforma sapientemente ai canoni della ritrattistica ecclesiastica e mostra il personaggio con tutti gli attributi cardinalizi tipici. Grazie al confronto con un’incisione di Giovan Battista Bonacina, derivata dal dipinto, Petrucci è stato in grado di riconoscere il cardinale Marco Antonio Franciotti (1592-1666), fisionomia confermata anche dalla presenza dell’emblema familiare del grifone coronato sui vasi posti sullo schienale del seggiolone da parata. La stessa incisione indica il nome del pittore responsabile della nostra tela: “HIPPOLIT. LEON. PINX”. Vicino per stile e qualità alla maniera di Ottavio Leoni, il nostro dipinto è databile alla fine del quarto decennio, poco dopo l’ufficializzazione della nomina cardinalizia del Franciotti avvenuta nel 1637. L’opera qui in oggetto riveste chiaramente un’importanza particolare in vista di una prossima ricostruzione del corpus ritrattistico di Ippolito Leoni. BIBLIOGRAFIA SPECIFICA

F. Petrucci, Pittura di ritratto a Roma. Il Seicento, t.II, “Biografie Schede Apparati”, Andreina & Valneo Budai Editori, Roma 2007, pp. 328-330.

€ 8.000 - 10.000 119 ceSare fracanzano (attr.) (Bisceglie, 1605 - Barletta, 1651)

San Pietro Olio su tela, cm 77x59 Con cornice Fratello di Francesco, in questa tela Cesare Fracanzano mostra di aver accolto integralmente la lezione di Jusepe Ribera, nella cui bottega operò prima del 1630. San Pietro, riconoscibile dal caratteristico attributo della chiave, emerge dal fondo scuro. Il vigore dell’immagine e il forte naturalismo trovano riscontro anche nei pittori tenebrosi attivi alla metà del XVII secolo, come Hendrick van Somer e Matthias Stomer. Altrettanto rilevante è il debito di Cesare nei confronti del Maestro dell’Annuncio ai pastori che negli stessi anni dipinge mezze figure di santi, mistici e filosofi. 119

66

€ 8.000 - 10.000


120 daniel vertanGen (Amsterdam, 1601 - 1633 circa)

Scelta mitologica con ninfa e satiri in un paesaggio classico Olio su tela, cm 71x97 Con cornice Allievo di Cornelis van Poelenburch, Vertangen fu impegnato in vari generi pittorici, ma eccelse soprattutto in quello mitologico al quale appartiene la nostra notevole tela. La scena, con il bel paesaggio punteggiato di articolate rovine classiche e delle tante vivaci figurette nel primo piano, presenta chiare affinità di stile e poetica con la produzione Poelenburch, sia nella paletta cromatica sia nella studiata e complessa composizione. I vari gruppi di figure - divisi tra le ninfe discinte, i satiri che ne attentano le virtù e i putti danzanti - rimandano alla maniera italianizzante e classicista che il pittore acquisì a Roma e tradusse nelle sue tele a partire dal 1626, dopo il suo rientro in patria, quando collaborò a più riprese col suo maestro. L’opera è corredata di Attestato di Libera Circolazione (Export Licence).

€ 13.000 - 16.000

67


121 anGelo caroSelli (Roma, 1585 - 1652)

Cristo e l’adultera Olio su tela, cm 124x145 Con cornice antica L’impressionante tela che qui si presenta segna il ritrovamento di un’opera che, pur essendo ben nota alla letteratura critica, era da decenni considerata in ubicazione ignota e irreperibile. Si tratta di un capolavoro che aggiunge un tassello importante alla nostra visione della scena artistica romana intorno al 1630, ossia di quella cruciale congiuntura che vede intrecciarsi, e non di rado coesistere, ultimi bagliori di caravaggismo, classicismi variamente temperati, tendenze “neo-venete” e albori del barocco. Il nostro dipinto esprime al più alto livello la personalità artistica composita, prensile e multiforme di Angelo Caroselli. Tra la moltitudine di talenti che animavano il mondo artistico capitolino, egli occupa, in effetti, una posizione anomala e peculiare, sebbene non agevole da delineare (anche a causa degli esigui dati certi relativi alla sua biografia e alla sua opera), dove coabitano tradizione cinquecentesca e innovazione naturalista, aulicità e registro comico, convenzione ed eccentricità. L’opera qui in oggetto vanta una secolare storia documentaria, che purtroppo non risale sino alla sua genesi. La sua più antica citazione si trova, infatti, nell’inventario di Flavio Chigi compilato nel 1692 dal pittore Francesco Corallo, dov’è accuratamente descritta e singolarmente attribuita a Massimo Stanzione: “Un quadro p.mi 6 e 5 (…) con prospettiva, e varie figure in piedi, con Christo, et una donna piangente, che rappresenta la Dultera, mano del Cavaliere Massimi”. Nel secolo scorso la grande tela fu opportunamente sottratta alla mano di Stanzione e riferita ad Aniello Falcone da Sergio Ortolani e di nuovo da Giuliano Briganti nell’inventario ereditario di Eleonora Chigi Incisa della Rocchetta da lui compilato nel 1962. Tali inziali confusioni attributive che situavano l’opera in ambito napoletano (che oggi potrebbe apparire errori marchiani) danno però conto indirettamente sia della robustezza naturalistica delle figure, sia dell’importanza conferita allo sviluppo monumentale dello sfondo. Infine, a partire da un saggio di Maurizio Marini e dalla prima edizione del repertorio della pittura caravaggesca di Benedict Nicholson, entrambi pubblicati nel 1979, il dipinto fu riconosciuto unanimemente come un caposaldo del corpus di Angelo Caroselli. Nel suo contributo, Marini propose tra l’altro di accostare l’articolato sfondo architettonico classico alla mano di Filippo Gagliardi: ipotesi che, pur non avendo trovato particolare seguito nella letteratura critica, ebbe il merito di sottolineare la partecipazione all’esecuzione della tela di un artista specializzato nell’invenzione prospettica e architettonica. Nel dipinto è agevole riscontrare stringenti tangenze di stile con le principali opere di grande formato del pittore situabili fra la seconda metà del terzo e la fine del quarto decennio del Seicento: si pensi, per limitarsi a pochi esempi, al San Sebastiano curato da Irene, già coll. Koelliker e oggi presso Robilant e Voena, per il nudo maschile in primo piano; a Cristo e il centurione a Cafarnao, Bratislava, Galéria Mesta Bratislavy, per la sequenza di teste, in particolare quelle di Cristo e dei due apostoli ai suoi lati (sia pur di scala diversa); alla Predica di Cristo, di ubicazione ignota (già Christie’s Roma, 6 giugno 1995, l. 443), per la composizione fitta di personaggi schiacciati sul primo piano come in un fregio e le presenze architettoniche classiche sullo sfondo; e infine al Riposo durante la fuga in Egitto, Roma, Galleria Nazionale di Palazzo Barberini (anch’esso conservato nella collezione del cardinal Chigi, come attestato dallo stesso inventario del Corallo del 1692). E’ evidente qui una profonda assimilazione della lezione di Caravaggio, che traspare in primo luogo dalla postura dei due mendicanti che introducono la scena occupando i due lati del primo piano, ispirate alle analoghe figure del Martirio di San Matteo di S. Luigi dei Francesi; ma anche da altre figure derivate più o meno letteralmente dalle Sette opere di misericordia del Pio Monte della Misericordia di Napoli e della Madonna del Rosario oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna (come ha messo in luce Marta Rossetti nella sua accurata monografia del pittore). Ma la nostra tela esprime in tutta la sua ampiezza la cultura figurativa di Caroselli: oltre al primario influsso Caravaggio, infatti, il Cristo e l’adultera mostra l’attenzione e le tangenze del pittore verso artisti caravaggeschi di prima e seconda generazione (Orazio Gentileschi, Borgianni, Cavarozzi, Cecco del Caravaggio, Paolini), ma anche i segni di un aggiornamento non superficiale sul classicismo di Nicolas Poussin. Di quest’ultimo, del resto, Caroselli fu brillante copista decisamente in tempo reale, come attesta la sua versione, con licenze, della Peste di Azoth che oggi si conserva presso la National Gallery di Londra. L’opera fu infatti eseguita a Roma al principio del 1631, commissionata per 35 scudi dal nobile palermitano Fabrizio Valguarnera, il quale si era assicurato per 110 scudi l’originale poussiniano (oggi conservato al Musée du Louvre) direttamente presso l’atelier del pittore. Una collocazione cronologica a ridosso di quest’ultimo impegno di Caroselli dovrebbe convenire anche alla nostra tela: ciò che, come effetto dello studio accurato e della potente suggestione del capolavoro di Poussin, contribuirebbe a spiegare il rilievo assegnato alla quinta architettonica classica (poco importa se eseguita da altra mano), del tutto inusitato nella produzione del pittore. La sequenza impressionante dei volti dei farisei che additano l’adultera a Cristo, pretendendone la condanna, i due nudi di scorcio dei mendicanti e la figura discinta della protagonista, che si consegna alla folla remissiva e penitente, s’impongono senza esitazione tra i brani più incisivi di tutto il catalogo di Caroselli, restituendoci un pittore di storia capace di soluzioni compositive autenticamente monumentali. PROVENIENZA

Cardinale Flavio Chigi (1631-1693); Collezione Chigi; dal 1917, Eleonora Chigi Incisa della Rocchetta per lascito di Mario Chigi; Asta Finarte Milano 18 aprile 1972, l. 12; Collezione privata italiana.

68


BIBLIOGRAFIA SPECIFICA

A.Ottani Cavina, voce Caroselli, Angelo, in DBI, Roma 1977, XX, p. 549; M. Marini, San Pietro Nolasco trasportato dagli angeli: Bartolomeo Cavarozzi e Cecco del Caravaggio, in “Antologia di belle arti”, 9-12,1979, pp. 68-76; B. Nicholson, The International Caravaggesque movement, Oxford, Phaidon Press, 1979, p. 41; Id., Caravaggism in Europe, Ed. by L. Vertova, Torino, Allemandi, 1990, v. I, p. 95; F. Petrucci, in La “schola” del Caravaggio. Dipinti dalla collezione Koelliker, cat. della mostra, a cura di G. Papi, Ariccia, Palazzo Chigi, 13 ottobre 2006-11 febbraio 2007, Milano, Skira, 2006, p. 26; D. Semprebene, Angelo Caroselli 1585-1652. Un pittore irriverente, Roma, Gangemi, 2011, p. 112; M. Rossetti, Angelo Caroselli 1585 – 1652 pittore romano. Copista, pasticheur, restauratore, conoscitore, Roma, Campisano, 2015, n. 56, pp. 336-340. Per la sua importanza storico-artistica il dipinto è sottoposto a notifica da parte dello Stato Italiano.

€ 40.000 - 60.000 69



71


122 cerchia di Giovanni lanfranco (Parma, 1582 - Roma, 1647)

Allegoria dell’Inverno Olio su tela, cm 115x87 La monumentale figura di vecchio che si scalda al fuoco del braciere costituisce una rappresentazione allegorica dell’Inverno. Il protagonista della scena è avvicinabile ad analoghi personaggi di Giovanni Lanfranco. La tela spicca per il suo cromatismo luminoso e cangiante, che rivela anche un attento studio della pittura veneta.

€ 6.000 - 8.000 123 niccolò codazzi (Napoli, 1642 - Genova, 1693)

Capriccio architettonico Olio su tela, cm 71x95

122

Niccolò Codazzi si formò a contatto con le opere del padre Viviano. Per le soluzioni scenografiche, la tavolozza luminosa, i contrasti chiaroscurali, il dipinto è databile nel nono decennio del Seicento. Il pittore gioca con le proporzioni delle figure e dei monumenti, avvalendosi di un esperto figurista, forse fiammingo. Trasparenti assonanze si registrano con varie opere di Niccolò, pubblicate nel catalogo ragionato di D.R. Marshall (Viviano and Niccolò Codazzi, Roma 1993) ai numeri NC 17, NC 18, NC 66. Soprattutto NC 20 presenta sostanziali analogie nell’impaginazione e nelle monumentali rovine classiche. PROVENIENZA

Conte Leonardo Emo Capodilista, villa Emo, Fanzolo (Treviso)

€ 13.000 - 16.000

123

72


124 Girolamo muziano (Brescia, 1532 - Roma, 1592)

Estasi di san Francesco Olio su tela, cm 118x98 Con cornice La genesi di questa felice invenzione di Gerolamo Muziano è documentata da un bellissimo disegno conservato al Cabinet des dessins del Louvre. Il foglio, prontamente tradotto da Cornelis Cort in un incisione del 1568, esplicita quell’originaria componente veneta e specificamente tizianesca che il pittore, dopo il trasferimento a Roma nel 1549, andrà progressivamente devolvendo a favore di un sia pur originale adeguamento ai modi della tarda maniera romana. Il tema del santo di Assisi che riceve le stimmate, con il fedele Frate Leone sul secondo piano e un imponente arco di roccia a fare da quinta sullo sfondo, fu tra i prediletti da Muziano e riproposto a più riprese con la collaborazione dei suoi aiuti, a partire dalla versione oggi nella chiesa romana di Santa Maria della Concezione, che Patrizia Tosini nella sua monografia sul pittore data intorno al 1575. Fra le molteplici repliche di questa fortunata composizione, la nostra presenta una qualità sostenuta che consente di inquadrarla senza difficoltà nell’ambito dei prodotti licenziati dalla bottega di Muziano sotto lo stretto controllo del maestro.

€ 6.000 - 8.000 124

125 ambito di Guido caGnacci, XVII secolo

Martirio di san Sebastiano Olio su tela, cm 114x82 Questa tela affascinante raffigura in una chiave particolarmente originale il soggetto del Martirio di San Sebastiano, frequentatissimo dalla pittura del Seicento e specialmente in area emiliana. Con la sua gestualità teatrale e la ruvidezza massiccia del suo corpo il santo esprime un’accentuata energia monumentale. La rappresentazione esclude qualsiasi efferatezza senza però ricorrere alle estenuazioni sensuali che contraddistinguono il modello di Guido Reni, del quale pure il nostro pittore ha chiara contezza. Ma più che di quest’ultimo riconosciamo qui una memoria della grave monumentalità di Ludovico Carracci e una singolare affinità con la densità chiaroscurale e la trascinante scabrosità di un Giovanni Serodine. Appare fuori discussione la vicinanza con la maniera di Guido Cagnacci: si pensi alla Maddalena penitente in collezione Spadoni a Bologna o alla Lucrezia della Pinacoteca Nazionale di Bologna. Relazioni ancor più strette, peraltro, si possono rilevare con dipinti già attribuiti a Cagnacci, ma la cui paternità è da considerare sub judice, come il Sant’Antonio da Padova della Pinacoteca di Forlì e il bel Sant’Ignazio di Loyola della collegiata di Santarcangelo di Romagna, oggi ricondotto all’interno del corpus di Cristoforo Savolini.

€ 8.000 - 10.000

125

73


126 filiPPo lauri (Roma, 1623 - 1964)

San Sebastiano e san Francesco Saverio Olio su tela, cm 101x70 Con cornice Reca iscrizione sulla tela: “FxxxxxO LAURI P. 1674”. Il dipinto, firmato e datato sulla fascia che cinge il petto del santo martire, è un’opera di Filippo Lauri, artista romano, figlio del pittore di Anversa Balthasar Lauwers. La tela in esame fu eseguita nel 1674, quando Lauri, sotto la direzione di Pietro da Cortona, aveva già preso parte ad alcuni fra i principali cantieri artistici romani. Il S. Sebastiano con la freccia in mano (suo attributo tipico) è identico a quello che compare in una tela del pittore già in collezione Methuen a Corsham Court e in un’altra oggi in collezione Devanna. Le dimensioni inferiori di queste due tele suggeriscono che esse potrebbero essere derivazioni dalla composizione lacunosa che qui si presenta, come conferma anche la firma e la data di esecuzione presenti in quest’ultima. Nel 1674 Lauri dipinse per la chiesa dei ss. Gregorio e Antonino a Monte Porzio Catone una pala d’altare raffigurante i ss. Giovanni Battista, Antonino, Sebastiano e Francesco Saverio, saldata il 13 gennaio 1675, che oggi risulta perduta e di cui la nostra tela potrebbe costituire un frammento superstite. BIBLIOGRAFIA

Per la tela già Methuen cfr. G. Sestieri, Pittura romana del Sei e Settecento, III, fig. 621; per la vicenda del dipinto di Monte Porzio Catone si veda la voce Filippo Lauri, S. Pierguidi in Dizionario Biografico degli Italiani, LXIV (2005). 126

€ 4.500 - 5.500

127 cerchia di Peter Paul rubenS Prima metà XVII secolo

Crocifissione Olio su rame, cm 31x24 Con cornice a cassetta 127

74

€ 4.000 - 5.000


128 GiuSePPe recco (attr.) (Napoli, 1634 - Alicante, 1695)

Natura morta di pesci Olio su tela, cm 25x36 Con cornice antica Dominatore e influentissimo caposcuola della natura morta napoletana nella seconda metà del Seicento, Giuseppe Recco fu attivo in tutte le tipologie del genere, ma ebbe il suo principale terreno d’elezione nella raffigurazione di pesci. Partito da un approccio marcatamente naturalistico, ancora memore della lezione caravaggesca, Giuseppe perseguì una propria personale linea di sviluppo stilistica, caratterizzata da una pennellata scioltissima, da accostamenti cromatici inconsueti e da un impianto compositivo sempre più libero. La nostra bella natura morta, riconducibile all’attività matura del pittore, si presenta quasi come un esercizio sugli effetti dell’incidenza della luce sull’epidermide degli animali, serrati sul primo piano senza alcuna rigidezza sintattica.

128

€ 6.000 - 8.000 129 Pittore franceSe Seconda metà XVII secolo

Natura morta di fiori su vassoio Olio su tela, cm 70x100 Con cornice

€ 8.000 - 10.000

129

75


130 Pieter mulier, detto il temPeSta (attr.) (Haarlem, 1637 - Milano, 1701)

Mare in tempesta Olio su tela, cm 144x220 Con cornice Figlio di Pieter il Vecchio, il Tempesta fu a Roma dal 1666 al 1670 dove risentì dello stile di Gaspard Dughet. Documentato anche a Piacenza e a Venezia, i suoi quadri figurano nelle maggiori collezione dell’epoca. Questo dipinto di alta qualità, in cui si vedono due velieri in difficoltà nel mare agitato, rientra nella tipica produzione di tempeste del pittore olandese. Le luci che caratterizzano i piani intermedi di tutta la sua produzione sono qui particolarmente intense e mettono in risalto la drammaticità della scena. Opere simili sono conservate in collezioni italiane (Burrasca, Roma, galleria Doria Pamphili) e internazionali (Paesaggio nella tempesta, Dresda, Gemäldegalerie).

€ 10.000 - 12.000

76


131 Jean-baPtiSte monnoyer (Lille, 1636 - Londra, 1699)

Vaso di fiori Olio su tela, cm 100x75 Con cornice Dopo un giovanile apprendistato ad Anversa, testimoniato dalla chiara suggestione fiamminga delle sue opere, Jean-Baptiste Monnoyer si trasferì a Parigi, dove nel 1665 fu accolto nell’Académie royale de peinture et de sculpture. Come specialista di fiori collaborò con i massimi pittori dell’epoca, a cominciare da Charles Le Brun, in alcune delle più importanti imprese decorative nelle dimore reali. Fu attivo anche per le manifatture di arazzi dei Gobelins, di Beavais e della Savonnerie. La sua concezione sontuosa, monumentale e elegantemente decorativa della natura morta floreale rimase normativa in Francia fino alla metà del XVIII secolo, grazie anche alla fedele riproposizione dei suoi prototipi da parte del figlio Antoine, di Jean-Baptiste Blyn de Fontenay, e alle numerose incisioni tratte dai suoi disegni, spesso usate per le porcellane di Sevres. La nostra mirabile tela esibisce le qualità di colorista di Monnoyer, il suo virtuosismo tecnico nella resa mimetica del gran numero di specie di fiori riprodotti, l’eleganza e libertà delle sue composizioni. Il nostro vaso di fiori può essere persuasivamente raffrontato a varie opere sicuramente riferibili a Monnoyer, come il Grand Bouquet di fiori conservato all’High Museum of Art di Atlanta, il Vaso di fiori del Cincinnati Art Museum, la Cesta di fiori dell’Art Gallery of South Australia di Adelaide. BIBLIOGRAFIA SPECIFICA

Nature morte del Seicento e del Settecento, a cura di P. Consigli, Parma 1987, pp. 234-235; PROVENIENZA

A Collection of Old Master Paintings and English Portraits, Bonhams, London, 09 /07/ 1981, l. 58; Collezione Privata italiana.

€ 15.000 - 18.000 77


132 JoSePh heintz il Giovane (Augusta, 1600 circa - Venezia, 1678)

Allegoria del Cristo Redentore Olio su tela, cm 85x101 Con cornice Il dipinto presenta due iscrizioni in latino: sul fastigio dell’arco di destra “VENI IN HORTUM MEUM SOROR MEA SPONSA”; sul fastigio dell’arco di destra “VENIAT DILETUS MEUS IN HORTUS SUUM”. L’opera è accompagnata da un’expertise del Prof. Riccardo Lattuada. Questa affascinante e notevole allegoria cristologica visualizza un tema tanto complesso quanto raro nella tradizione iconografica. Alla sua comprensione offrono un contributo le due scritte leggibili sui fastigi dei due archi alle estremità della composizione, tratte dal quinto paragrafo del Cantico dei Cantici. La narrazione si presenta assai articolata e suddivisa in più momenti. A sinistra, Cristo accompagna una giovane donna sontuosamente abbigliata con una corona in testa; sopra di loro, appena di là dalla balaustra, si vede una figura femminile distesa raffigurata di scorcio, intorno alla quale si svolge una sorta di danza macabra che coinvolge uno scheletro e due demoni, dietro ai quali si riconosce sullo sfondo la cacciata dei progenitori dal Paradiso terrestre. Chiudono la scena, sotto l’arco di accesso al giardino posto all’estremità sinistra della tela, le stesse figure di Gesù e della giovane sovrana, che tiene con la mano destra un cuore. Il giardino fiorito è punteggiato degli attributi canonici della Passione di Cristo. Nell’insieme l’intreccio delle molteplici componenti simboliche suggerisce un percorso dal peccato alla redenzione, attraverso la strada rappresentata da Cristo e dal suo sacrificio. Tela impiegata, materia pittorica e cultura figurativa convergono a situare l’opera in area veneziana nella prima metà del XVII secolo. Chiari, in effetti, vi si rinvengono i richiami a Tiziano, Tintoretto e soprattutto Veronese, rielaborati all’interno di un linguaggio pittorico seicentesco nel quale è dato rinvenire una marcata matrice nord-europea. Tali elementi conducono verso la produzione veneziana di Joseph Heintz il Giovane, artista che ebbe una particolare predisposizione per le complesse costruzioni allegoriche. A conferma dell’attribuzione si possono chiamare in causa opere come la Traslazione della Santa Casa del Museo del Santuario di Loreto, o l’Allegoria dell’Apocalisse del Kunsthistorisches Museum di Vienna. L’opera è corredata di Attestato di Libera Circolazione (Export License).

€ 18.000 - 24.000 78


133 Scuola lombarda XVII secolo

Il suicidio di Cleopatra Olio su tela, cm 90x127 Con cornice La tela rappresenta il suicidio di Cleopatra appena scoperto dalla serva che apre la tenda lasciando filtrare una luce lunare che mette in mostra un corpo voluttuoso ed esanime. La composizione richiama soluzioni tipiche di Francesco Cairo, come si nota nel volto di Cleopatra. I colori, morbidi e corposi, suggeriscono il contatto con l’ambiente genovese, arrivato in Lombardia tramite Giulio Cesare Procaccini.

€ 8.000 - 10.000 133

134 ambito di Giovan franceSco Guerrieri XVII secolo

Maria Maddalena penitente Olio su tela, cm 130x100 Con cornice La presenza in territorio marchigiano della Maddalena penitente che Orazio Gentileschi dipinse intorno alla metà del secondo decennio del Seicento per la chiesa di S. Maria Maddalena a Fabriano fu motivo di repentino aggiornamento stilistico per vari artisti locali: in primis Giovan Francesco Guerrieri da Fossombrone, che ne assimilò originalmente la lezione caravaggesca. La nostra interessante tela rientra chiaramente in questa temperie culturale, derivando, nella sua intensità e concentrazione espressiva, tanto dalla Maddalena di Guerrieri oggi nella Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, quanto dal succitato capolavoro di Orazio Gentileschi.

€ 7.000 - 10.000

134

79


135 teodoro di liaGno detto Filippo Napoletano (Roma, 1589 - 1629)

Paesaggio con gruppo di viandanti a riposo - Paesaggio con cavalieri e cani durante una battuta di caccia Coppia di dipinti olio su tela, cm 50x70 Con cornici antiche Si ringrazia il Prof. Riccardo Lattuada che ha confermato l’attribuzione a Filippo Napoletano sulla base della visione diretta dell’opera. Nella produzione di Filippo Napoletano la predilezione per la raffigurazione del paesaggio si esplicita in tutti i generi da lui praticati. Lo conferma questa deliziosa coppia di tele en pendant dove, accanto alle squisite figurette eseguite in punta di pennello che animano la scena, si sbriglia felicemente l’inventiva naturalistica del pittore: le radure boschive fittamente ombreggiate e i corsi d’acqua sullo fondo gli permettono così di esibire la propria sapienza coloristica e luministica e di esprimere una peculiare visione lirica della natura. Ritroviamo analoghe caratteristiche in opere celebri di Filippo Napoletano: si pensi al Paesaggio con la predica del Battista del Louvre, il Paesaggio con lavandaie e uomo a cavallo della Galleria Palatina di Firenze, o la Merenda sull’erba degli Uffizi. Il dipinto è corredato di Attestato di Libera Circolazione (Export License).

€ 18.000 - 22.000 80


136 andrea vaccaro (Napoli, 1604 - 1670)

Loth e le figlie Olio su tela, cm 115x75 Con cornice antica Il dipinto è accompagnato da un’expertise del Prof. Riccardo Lattuada Questo superbo dipinto illustra la felice congiuntura che si determinò a Napoli intorno al quarto-quinto decennio del Seicento che vide variamente intrecciarsi tendenze naturaliste di inevitabile ascendenza caravaggesca e riberesca con istanze classiciste legate all’influsso della pittura emiliana, in primis a Guido Reni. In proporzioni mutevoli ritroviamo tale affascinante commistione in opere di Massimo Stanzione, Pacecco de Rosa, Artemisia Gentileschi, Bernardo Cavallino e Andrea Vaccaro, al quale va riferita la versione del tema vetero-testamentario di Lot e le figlie (Genesi, 19, 30-38) che qui si presenta. La composizione s’impone per l’originale impaginazione, che colloca il gruppo serrato delle tre figure in primissimo piano, come schiacciate a ridosso del riguardante. La lascivia della scena è esaltata dal gioco degli sguardi e delle posture che lega i protagonisti in una trama di ambigua sensualità, come pure dall’uso drammatico dei contrasti chiaroscurali, che si avvale sapientemente del fondo scuro per esaltare gli effetti luministici e materici delle vesti, dei capelli e della barba di Lot. In particolare, Vaccaro profonde qui una cura particolare nella resa dell’abbigliamento e dell’acconciatura delle due fanciulle, con effetti che ricordano le opere napoletane di Artemisia. Confronti probanti si possono istituire fra la nostra tela e dipinti di Andrea Vaccaro come la coppia en pendant raffigurante Lot e le figlie e Mosè fa scaturire l’acqua dalla rupe, in collezione privata, il San Paolo passato in asta Bloomsbury, Roma (20 Novembre 2008, l. 113), la Maddalena della Certosa di San Martino a Napoli e quella già nella collezione di Roberto Parenza a Roma. La tela a trama spessa e la preparazione gessosa ribadiscono la produzione del dipinto in area napoletana ad una data anteriore alla metà del Seicento. L’opera è corredata di Attestato di Libera Circolazione (Export Licence).

€ 20.000 - 30.000 81


137 Giovan franceSco Guerrieri (Fossombrone, 1589 - Pesaro, 1657)

Ritratto di fanciulla Olio su tela, cm 40x30 Con cornice antica Si ringrazia il prof. Riccardo Lattuada per aver confermato l’attribuzione al pittore. Giovan Francesco Guerrieri nacque a Fossombrone e dopo un breve apprendistato si trasferì a Roma nel 1605 rimanendo colpito dalla luce di Caravaggio. Rientrato nelle Marche, come dimostra anche il nostro bel ritratto di fanciulla, la sua maniera fu influenzata da Barocci, Orazio Gentileschi e Cigoli, oltreché naturalmente da Caravaggio. Il volto attentamente studiato della giovane, con l’ombra che solca il viso e lo sfondo scuro da cui emerge plasticamente la sua figura, conferiscono al dipinto un’intrigante modernità, che trova riscontro in altre opere dell’artista, tra cui in particolare il Ritratto di Livia Feltre della Rovere della Pinacoteca Nazionale di Urbino.

€ 6.000 - 8.000

137

138 alfonSo di SPiGna (Lacco Ameno, 1697 - 1785)

La Vergine con il Bambino e i santi Vito e Caterina d’Alessandria Olio su tela, cm 101x76 Con cornice Questa tela costituisce il bozzetto preparatorio del dipinto che tuttora campeggia nell’abside maggiore della chiesa di S. Vito martire nel comune di Forio sull’isola di Ischia, opera del pittore ischitano Alfonso di Spigna che sigla la pala d’altare “ADSF 1745”. Il dipinto rappresenta la Madonna con san Vito, patrono della cittadina e santa Caterina d’Alessandria. In basso a sinistra si riconosce una veduta della cittadina di Forio. Il pittore, la cui opere sono disseminate in diverse chiese dell’isola, caratterizza i suoi personaggi declinando la grazia desunta dal suo maestro Francesco Solimena in una poetica neoclassica.

€ 3.000 - 4.000 82

138


139 Paolo antonio barbieri (Cento, 1603 - Bologna, 1649)

Natura morta con pesci, pane, cipolle, una fiasca e vasellame Olio su tela, cm 60x105 Con cornice antica L’attribuzione a Paolo Antonio Barbieri è stata confermata indipendentemente da Sir Denis Mahon e dalla D.ssa Francesca Baldassari a seguito della visione diretta dell’opera. La memoria e il moderno recupero critico dell’attività pittorica di Paolo Antonio Barbieri, fratello del Guercino, si deve alla Felsina pittrice di Carlo Cesare Malvasia (Bologna 1678), la principale fonte storiografica della pittura emiliana del XVII secolo, dove egli è ricordato come eccellente specialista di nature morte (“Non avea paragone... nella pittura rappresentante frutti, fiori e animali”). A lungo considerato primariamente come il curatore del Libro dei conti della bottega diretta dal fratello, Paolo Antonio Barbieri ha progressivamente assunto una notevole fisionomia artistica, a partire dall’identificazione della celebre Spezieria eseguita nel 1637, oggi nella Pinacoteca Comunale di Spoleto. Nel Libro dei conti, del resto, risultano annotate un gran numero di nature morte di sua mano (assai ben retribuite), ben nove delle quali imperniate, come la nostra, sulla raffigurazione di pesci. In questo bell’esempio dell’arte del Barbieri riconosciamo il suo peculiare realismo di registro umile, strettamente desunto dalla diretta osservazione del vero, e la sua tendenza ad accumulare gli oggetti sul ripiano di un tavolo in modo apparentemente privo di una logica correlazione tematica o strutturale. Anche qui possiamo percepire la trama di riferimenti che abitualmente accompagna le opere del Barbieri, dalla natura morta romana post-caravaggesca a quella lombarda di inizio Seicento, dalle sporadiche puntate nel genere compiute dall’Empoli sino ai coevi bodegones spagnoli e fiamminghi. A conferma del riferimento al Barbieri si possono chiamare in causa opere quali il Cestino di castagne dell’Art Institute of Chicago, Mele, cipolle, agli, zucche e rami, della Pinacoteca Comunale di Ravenna, e infine Agli, cipolle, pere e castagne del Museo Ponce a Puerto Rico. BIBLIOGRAFIA SPECIFICA

J. Bentini, scheda in Il bello dei butti. Rifiuti e ricerca archeologica a Faenza tra Medioevo e età moderna, a cura di C. Guarnieri, cat. della mostra, Faenza 2009, “Quaderno di archeologia dell’Emilia Romagna”, 24, Firenze 2009, pp. 147-148. PROVENIENZA

Bologna, collezione privata.

€ 25.000 - 35.000 83


140 Giovan franceSco barbieri, detto il Guercino e aiuti (Cento, 1591 - Bologna, 1666) e aiuti

San Giovanni Battista visitato in carcere da Salomè Olio su tela, cm 76x100 Con cornice L’opera è accompagnata da un’expertise di Roberto Longhi. La tela che qui si illustra, di alta qualità e notevole potenza espressiva, illustra un soggetto sacro decisamente desueto, sul quale però Guercino e il suo atelier ebbero curiosamente occasione di tornare a più riprese. L’impianto compositivo di base, particolarmente efficace nella sua concisione e concentrazione narrativa, fu fissato presumibilmente al principio del terzo decennio del Seicento e replicato negli anni successivi in molteplici occasioni con variazioni davvero minime. L’episodio fa riferimento del Vangelo di Marco (6, 17-28), laddove si racconta dell’incarcerazione del Battista da parte del re Erode in conseguenza delle critiche che egli aveva espresso sull’illegittimo matrimonio contratto dal sovrano con la cognata Erodiade. La messa in scena guercinesca, peraltro, fissa originalmente un momento assente nella narrazione evangelica, “inventando” la visita al santo da parte di Salomè, figlia di Erodiade. Tutti i dipinti della serie raffigurano così il Battista in carcere che si sottrae con decisione alle attenzioni della giovane, girandole le spalle e volgendo la sua testa per evitare di incrociare lo sguardo di lei, posta vicinissima col volto che si insinua tra le sbarre della finestra della cella. I documenti antichi fanno più volte riferimento a dipinti del Guercino raffiguranti questo soggetto, a partire dal testamento di un tal Scaruffi di Reggio Emilia, datato 28 luglio 1621. Una tela analoga (presumibilmente la medesima) si trova citata nel testamento del vescovo Paolo Coccapani, pure di Reggio Emilia, redatto il 3 dicembre 1647. Verso il 1670, infine, all’interno di una lista di quadri proposti per l’acquisto al nobile siciliano Antonio Ruffo si trova la seguente citazione: “Del Guercino (…) S. Giovanni in prigione con una donna che lo tenta”. Come già accennato, questa invenzione compositiva fu riproposta dal grande pittore, talora con la partecipazione di aiuti, in almeno quattro redazioni, fra cui la nostra, affini fra loro anche per le misure e situabili cronologicamente lungo la prima metà del terzo decennio. Le due più note e discusse dalla critica recente si trovano rispettivamente in collezione privata a New York (apparsa in un’asta Sotheby’s Londra, 8 aprile 1981), considerata pienamente autografa e prototipo della serie, e nella National Gallery di Dublino, proveniente per donazione dalla collezione di Sir Denis Mahon. Una terza versione, attualmente presso lo Studio Marco Grassi di New York, è stata pubblicata come autografa da Nicholas Turner nel suo recentissimo catalogo ragionato di Guercino. Diverse altre repliche sono emerse negli anni, ma di qualità minore e incompatibile con l’autografia totale o parziale del grande maestro. il nostro dipinto vanta una ridotta ma luminosa fortuna critica: fu infatti analizzato in molteplici occasioni da Roberto Longhi, che comunicò le sue riflessioni ai proprietari in una prima lettera del 1960 e di nuovo nel 1968, anno in cui pubblicò l’opera su “Paragone” (Longhi 1968, p. 67, fig. 57 e tav. II). In tutte queste occasioni l’eminente studioso sottolineò l’alto livello della presente versione, giudicandola senza dubbio superiore a quella di Sir Denis Mahon e dicendosi convinto della sua autografia. La qualità del dipinto si presenta in effetti assai alta, soprattutto in alcuni brani particolarmente riusciti, come le mani affusolate del santo e il panneggio del suo mantello, di brillante resa materica e energicamente lavorato di chiaroscuro. Talune durezze esecutive e un certo schematismo nei contrasti luministici suggeriscono peraltro di ipotizzare un collaborazione da parte della bottega e una data leggermente più tarda rispetto alle altre tre redazioni strettamente guercinesche, all’incirca verso il 1625-1628. BIBLIOGRAFIA

Roberto Longhi, Spuntature sulla mostra bolognese del Guercino, Paragone, 1968, n. 225. PROVENIENZA

Roma, Collezione Privata L’opera è corredata di Attestato di Libera Circolazione (Export Licence).

€ 25.000 - 35.000

84


85


141-142 ercole Graziani il Giovane (Bologna, 1688 - 1706)

141

Il trionfo della Virtù Olio su tela, cm 233x207,5

La Superbia oltraggia la Virtù La Virtù scaccia il Vizio Coppia di olio su tela, cm 233x182,5 Con cornici antiche. Riferito in passato a Luca Giordano, questo spettacolare ciclo di tre grandi tele allegoriche dev’essere ricondotto alla mano del bolognese Ercole Graziani. Allievo di Donato Creti, Graziani ne seguì le orme, incarnando al meglio la tendenza della pittura bolognese della prima metà settecento verso un classicismo elegante e prezioso, arricchito da una vena aulica e monumentale di ascendenza romana. Tali caratteri si rinvengono chiaramente nei dipinti qui in esame, nei quali brillano particolarmente le virtù di Graziani come colorista e raffinato pittore di figure. Le tre tele facevano parte certamente della decorazione del salone di una dimora nobiliare, che includeva forse anche ulteriori opere di analogo tema allegorico-mitologico, legato alla celebrazione delle virtù morali del committente e della sua famiglia. L’andamento pittorico si presenta fluido e leggero, con le tinte luminose e delicate e le ombreggiature profonde che ritroviamo in altre opere di Graziani come il David e Abigail della Curia Vescovile di Ferrara, il Loth e le figlie della Pinacoteca Nazionale di Bologna o la Sacra Famiglia della Basilica bolognese di S. Francesco. PROVENIENZA

Napoli, proprietà Colonna di Stigliano; Collezione Baroni Barracco; Collezione privata. 141 - €

18.000 - 24.000

142 - €

35.000 - 45.000

86


142

142

87


143 Scuola veneziana, prima metà XVII secolo

Ritratto del doge Malipiero Olio su tela, cm 120x100 Con cornice

€ 3.500 - 4.500

143

144 GreGorio lazzarini (Venezia, 1655 - Villabona Veronese, 1730)

Sacrificio di Isacco Olio su tela, cm 150x80 Gregorio Lazzarini studiò dapprima col genovese Francesco Rosa e poi nella bottega di Pietro Della Vecchia. Questa formazione composita fu alla base del suo stile, caratterizzato da un certo eclettismo peraltro molto apprezzato dal mercato artistico veneto dell’epoca. Il nostro dipinto può essere ricondotto alla fase matura dl Lazzarini, in cui si afferma un linguaggio pittorico pacato, che raggela la maggiore enfasi giovanile per giungere a esiti di più controllato accademismo, in rapporto col classicismo di Pietro Liberi. Questa tendenza è evidente nel nostro Sacrificio di Isacco in cui la cultura figurativa veneta s’incontra con il gusto per una stesura del colore levigata e un ductus pittorico fermo e misurato.

€ 10.000 - 12.000 88

144


145 GiambattiSta croSato (Venezia, 1686 - 1758)

Ritrovamento di Mosè Olio su tela, 65x96 Pittore e scenografo, Giambattista Crosato fu attivo soprattutto fra Venezia e la corte Sabauda di Torino. Grande specialista della pittura d’affresco, egli fu tra i più brillanti e apprezzati esponenti della tendenza Rococò dell’arte veneta del XVIII secolo, alternativa, seppur non conflittuale, rispetto al nobile e monumentale classicismo di Giambattista Tiepolo. Egli si cimentò in almeno altre tre occasioni nell’episodio dell’Antico Testamento del Ritrovamento di Mosè (Esodo 2: 1-10). Nel racconto biblico, avendo il Faraone ordinato di uccidere tutti i bambini maschi, Mosè venne posto dalla madre dentro un cesto e affidato alla corrente di un fiume. Il bimbo fu ritrovato proprio dalle figlie del Faraone, ma sua sorella, che aveva assistito alla scena, si offrì di trovargli una bambinaia e così gli permise di tornare dalla madre. La nostra tela fu attribuita in precedenza a Gaspare Diziani e riconosciuta qualche anno fa (Craievich 2005, pp. 137 e 142) come opera di Crosato per le sue strette relazioni col dipinto della stesso soggetto oggi conservato presso il Museo Civico di Palazzo Madama a Torino. Nel suo recente catalogo ragionato di Crosato, Denis Ton accoglie il nostro dipinto come sicuro autografo, collocandolo nella produzione matura del pittore, all’incirca nella prima metà del sesto decennio del Settecento. BIBLIOGRAFIA

A. Craievich, Per Giambattista Crosato: un bozzetto e alcuni dipinti profani, in “Arte Veneta”, 62, 2005, pp. 135-142; D. Ton, Giambattista Crosato. Pittore del rococò europeo, Fondazione Giorgio Cini – Scripta Edizioni, Verona 2012, n. 73, pp. 250-251.

€ 15.000 - 18.000

89


146 Gian antonio Guardi (Vienna, 1699 - Venezia, 1760)

Santa Cecilia Olio su tela, cm 90x72 Con cornice Fratello maggiore di Francesco, Gian Antonio Guardi seppe infondere alle sue opere un estro di invenzione, una vaporosità di colorito, una libertà e rapidità di pennellata tipicamente rococò. La nostra ispirata S. Cecilia, raffigurata all’organo nel suo ruolo di patrona dei musicisti, è un esempio delle brillanti qualità di colorista di Gian Antonio Guardi, la cui tecnica si esalta nella resa dei guizzanti effetti serici della luce sulle pieghe delle vesti. Stretti termini di comparazione con la presente tela sono la Fortezza e la Temperanza già in coll. Marcos, la Cibele in collezione privata veneziana, la Sant’Agnese in coll. privata (Christie’s Londra, 5 luglio 1985, l. 31) e la Clorinda morente del Museum of Fine Arts di Monreal.

€ 7.000 - 9.000 147 Scuola veneziana, XVIII secolo

Putto che regge un festone di lauro Olio su tela, cm 88x152 Con cornice 146

Questo dipinto di alta qualità decorativa è un frutto inconfondibile della cultura figurativa veneziana del Settecento, nel solco della tendenza rococò rappresentata da Sebastiano Ricci, Antonio Pellegrini, Jacopo Amigoni e Giambattista Crosato. Per il suo sviluppo marcatamente orizzontale, da fregio, e le sue misure considerevoli la nostra tela dovrebbe essere nata con la funzione di sovrapporta per il salone di una dimora nobiliare, forse abbinato a uno o più esemplari analoghi en pendant. Il pittore movimenta sapientemente l’uniformità del monocromo sfruttando i contrasti chiaroscurali, creando brillanti effetti di luce e assegnando al lungo filo di foglie di lauro sorretto dal putto, che si dipana lungo le volute della fantasiosa architettura, una calda e delicata tonalità dorata.

€ 8.000 - 10.000

147

90


148 franceSco Guardi (Venezia, 1712 - 1793)

Capriccio Olio su tela, cm 30x52 Con cornice Il dipinto è accompagnato da un’expertise del Dott. Filippo Pedrocco L’abbondante produzione di capricci di Francesco Guardi svolse un ruolo fondamentale nello sviluppo del genere nella seconda metà del XVIII secolo. La nostra veduta costiera di fantasia bene esemplifica questo settore del catalogo del grande pittore veneziano, esprimendo compiutamente le sue qualità liriche e il sentimento elegiaco che caratterizza la sua visione della laguna, nell’armoniosa interazione che lega l’uomo ad essa. Anche qui riconosciamo la tipica pennelata di tocco di Francesco Guardi, rapida e capace di delineare le figure con sintetici colpi di pennello, conferendo la massima importanza alla definizione dei valori atmosferici della scena en plein air secondo una concezione della natura che può esere definite pre-romantica. La nostra tela presenta evidenti analogie con vari capricci eseguiti da Guardi fra il settimo e l’ottavo decennio del Settecento. È il caso di citare quello già nella collezione del Duca Montellano a Madrid (vedi Francesco Guardi. Vedute Capricci Feste, cat. della mostra, a cura di A. Bettagno, Venezia, Skira, Milano 1993, n. 54, pp. 156-157), quello conservato presso il Museo di Castelvecchio a Verona (Id., n. 57, pp. 162-163), nonché quelli in coll. Koetser a Zurigo e già in coll. Sestieri a Roma (vedi A. Morassi, Guardi. I dipinti, Milano, Electa, 1973, II, fig. 757,759, 761). Di qualità particolarmente alta le figurette, che ritroviamo simili anche nel Capriccio con alberi e ruscello di coll. Private a Londra (Id., fig. 889) e nel Paesaggio con torre, lago e cavaliere in coll. Gerli a Milano (Id., fig. 791).

€ 20.000 - 25.000

91


149 iGnazio Stern (Mariahilf, 1680 - Roma, 1748)

Tamar ed Amnon Olio su tela, cm 110x95 Con cornice Il dipinto è accompagnato da un’expertise del Prof. Daniele Benati. Nella pittura di Ignazio Stern si rinviene la doppia componente fondamentale della sua cultura figurativa: la radice bolognese, assimilata nel corso del giovanile alunnato presso Carlo Cignani, e quella romana, che lo avvicina alla corrente rococò. La nostra bella tela mette in scena con concisione ed efficacia narrativa l’episodio biblico (II Samuele, 13-19) in cui la giovane Tamar subisce un tentativo di violenza da parte del fratello Amnon. Appare qui evidente l’influsso di Cignani, come dimostra il confronto con La castità di Giuseppe di quest’ultimo, oggi alla Gemäldegalerie di Dresda, più volte replicato dal suo atelier. Ignazio Stern alleggerisce qui l’aspetto drammatico del soggetto e si concentra sulla raffinatezza della resa pittorica, che insiste su una gamma limitata di gradazioni cromatiche e sugli effetti luministici sui panneggi delle vesti.

€ 10.000 - 12.000 149

150 baldaSSarre de caro (Napoli, 1689 - 1780)

Natura morta di cacciagione in un paesaggio Olio su tela, cm 75x104 Con cornice Il dipinto è siglato “B...” in basso a destra.

150

Allievo di Andrea Belvedere, Baldassarre de Caro trasse ispirazione anche da Giovanni Battista e Giuseppe Recco. Il pittore si specializzò nella natura morta con trionfi di fiori, selvaggina e animali in primo piano, ove il paesaggio funge da sontuoso elemento scenografico. La nostra tela va senz’altro riferita all’artista napoletano, oltre che per la sigla sulla tela, anche per composizione e impaginazione. Si riconosce qui la caratteristica pennellata vibrante di De Caro, che rese il pittore celebre e ammirato sulla scena artistica partenopea.

€ 6.000 - 8.000 92


151 Jean-baPtiSte monnoyer (Lille, 1636 - Londra, 1699)

Vaso di fiori con agrumi Olio su tela, cm 113x98 Con cornice Jean-Baptiste Monnoyer fu il massimo specialista francese di nature morte floreali nella seconda metà del XVII secolo, come attesta la sua grande fortuna e il livello delle sue imprese decorative, che lo videro attivo per le principali dimore reali e per le più importanti manifatture di arazzi dell’epoca. Il suo influsso fu enorme, affermando nella pittura francese una concezione della natura morta che combina sontuosità barocca e descrizione analitica di matrice fiamminga. In questa tela monumentale si ammirano l’eleganza fastosa della composizione perfettamente equilibrata, ma soprattutto il virtuosismo coloristico di Monnoyer, capace di creare effetti di straordinaria brillantezza decorativa. Il nostro dipinto si allinea alla porzione del catalogo di Monnoyer in cui la conformità ai canoni della tradizione del genere libera la sua pennellata verso risultati di irresistibile seduzione ottica: pensiamo al Vasi di fiori del Musée des Beaux-Arts de Narbonne, a quello della Narodni Galerie di Praga o a quello passato in asta da Sotheby’s New York il 2 giugno 2014 (l. 84).

€ 15.000 - 18.000 93


152 Scuola GenoveSe, XVII secolo

Ritratto di gentildonna Olio su tela, cm 65x50 Con cornice

€ 4.500 - 5.500 153 maximilian Pfeiler (artista tedesco attivo a Roma dal 1694 al 1721)

Natura morta con frutta, tappeto, calici e savoiardi Olio su tela, cm 75x100 Con cornice Si ringrazia il prof. Ulisse Bocchi per aver confermato l’attribuzione al pittore.

152

Maximilian Pfeiler fu il migliore allievo e seguace a Roma di Christian Berentz e seppe ritagliarsi un ruolo di primo piano nella vivace scena artistica capitolina dei primi decenni del Settecento. Il nostro sontuoso esemplare presenta i principali pezzi forti del suo repertorio di grande specialista di natura morta: l’accurata raffigurazione di frutta, calici e piatti metallici combinati in una complessa ed elegante composizione accuratamente bilanciata. L’ambientazione en plain air, prediletta dal pittore, conferisce agli oggetti riprodotti una speciale luminosità, esaltando la ricca e contrastata tavolozza di Pfeiler e dando pieno risalto al suo virtuosismo negli effetti di luce e nella resa delle superfici.

€ 8.000 - 10.000

153

94


154 Jean-baPtiSte oudry (attr.) (Parigi, 1686 - 1755)

Natura morta di caccia Olio su tela, cm 194x130 Con cornice antica La tipologia della natura morta con scene di caccia, o trofei di caccia, si affermò nei Paesi Bassi nel corso del XVII secolo con artisti come Frans Snyders, Jan Fyt e Willem Van Aelst e trovò nel Settecento il suo più alto sviluppo in area francese, dove fu particolarmente richiesta e promossa dalla committenza reale. I suoi esponenti principali furono senza dubbio dapprima Alexandre-Francçois Desportes e Jean Baptiste Oudry, e poi Jean-Baptiste Simeon Chardin. E’ certamente in questo contesto che va collocato il nostro raffinatissimo dipinto, che esemplifica al meglio le virtù pittoriche richieste dal genere: equilibrio compositivo, abilità nella rappresentazione degli animali vivi (il superbo cane che punta l’uccello adagiato sul piedistallo) e morti (volatili e selvaggina), efficace organizzazione della componente simbolica (legata al contenuto di vanitas) ed eleganza coloristica, con una paletta che insiste sui toni chiari, prediletti da tutti e tre i grandi maestri francesi succitati. In particolare il dipinto può essere accostato a Jean-Baptiste Oudry, che fu mirabile animalista e dal 1724 divenne pittore di corte reale, specializzato proprio nella raffigurazione di temi legati alla caccia. Paragoni calzanti possono essere istituiti fra la nostra tela monumentale e capolavori di Oudry come il Cane che fa la guardia alla cacciagione del Metropolitan Museum di New York, Due cani da caccia con volatili e salvaggina passato in asta da Sotheby’s Paris il 26 giugno 2014 (l. 40) il Trofeo di caccia del Nationalmuseum di Stoccolma e il Busto dell’Africa con cane e trofeo di caccia conservato al Château de Versailles: opere nelle quali si ritrovano molti degli elementi più significativi dell’opera qui in oggetto, dal fucile sul plinto all’architettura di marmo su cui è poggiato (forse una fontana), dal cane alla cacciagione, sino alle presenze floreali e al luminoso paesaggio.

€ 15.000 - 20.000 95


155 franceSco Simonini (Parma 1686 - Venezia o Firenze, dopo il 1755)

Scontro tra cavallerie cristiane e turche Olio su tela applicata su tavola, cm. 44x55 Reca al retro iscrizione relativa all’antica provenienza: “JEAN PAUL BARRINGER/ PRINCETON N.J. USA 1786/ FROM HIS GRANDFATHER/ D. MOREAU BARRINGER/ US MINISTER TO SPAIN 1842-52/ WHEN HE ACQUIRED THIS PAINTING”. Il dipinto è accompagnato da una perizia di A.H. Lane Paneyko datata 20 marzo 1981. Lo studioso ha curato nel 1980 l’inventario dei beni della proprietà Barringer e conferma nel suo scritto la provenienza della tela. Francesco Simonini fu tra i massimi specialisti nel genere delle battaglie attivi in Italia nel Settecento. La sua formazione combina il modello del Borgognone, studiato durante un giovanile soggiorno a Firenze, con il probabile alunnato presso Ilario Spolverini e il Brescianino, prima del definitivo trasferimento a Venezia al principio del quarto decennio del Settecento, agli ordini del Maresciallo Von Schulenburg. Il nostro esemplare, di grande qualità, costituisce un esempio illuminante del “pittoricismo furioso di tocco” (come lo descrisse felicemente Rodolfo Pallucchini) tipico delle Battaglie di Simonini. Le sagome sono sbozzate con una pennellata rapidissima e un colorito luminoso e scintillante, mentre cavalli e cavalieri formano un turbine inestricabile di forme in movimento, che sprigiona un’irresistibile energia e dinamismo accentuato dalle colonne di polvere e fumo che si sollevano verso il cielo. La presente tela può essere avvicinata a opere come la Carica di cavalleria in prestito a Montecitorio dalle Gallerie fiorentine, lo Scontro di cavalleria del Musée des Beaux-Arts di Nancy, il Combattimento equestre davanti a una fortezza e Cavalieri in attacco, del museo di Hannover. PROVENIENZA

Dal 1850 circa, Collezione Barringer (Princeton, USA); Napoli, collezione privata.

€ 8.000 - 10.000 96


156 luiGi creSPi (attr.) (Bologna, 1708 - 1779)

Ritratto di prelato Olio su tela, cm 127x100 Ritrattista di grande classe, Luigi Crespi fu discepolo e seguace del padre Giuseppe Maria, a sua volta tra i più originali e penetranti pittori di ritratto della sua epoca. Se Luigi fu inevitabilmente sensibile all’alto modello paterno (si pensi al Cardinale Lambertini delle Collezioni Comunali di Bologna) rispetto ad esso in lui prevale una vena più rifinita, “civilizzata” e diciamo pure “accademica”, nell’accezione più nobile del termine. Ne è riprova questa mirabile effige di prelato che nel pieno del suo abbigliamento da parata fa orgogliosamente sfoggio di una ricercata eleganza di modi, di cui l’arredo raffinato della stanza costituisce lo studiato complemento. Giocato su delicati accordi cromatici attentamente calibrati, il nostro ritratto si avvicina a capolavori maturi del pittore come i due Autoritratti delle Gallerie dell’Accademia di Venezia e della Pinacoteca Nazionale di Bologna e il Gentiluomo del Museo Poldi Pezzoli di Milano.

€ 6.000 - 8.000 97


157 taddeo Kuntze (Zelona Gòra, 1727 - Roma, 1793)

Diana ed Endimione Olio su tela, cm 50,5x34,5 Con cornice Il dipinto è accompagnato da un’expertise del Prof. Giancarlo Sestieri. Taddeo Kuntze si trasferì a Roma nel 1765, svolgendovi una carriera di alto livello che lo vide attivo in chiese e palazzi, sia in città, sia nelle aree circostanti, anche per committenze aristocratiche di primo piano. Il nostro raffinato dipinto, in cui traspare l’influsso di Conca e Giaquinto, è eseguito con una pennellata leggera e satura di accensioni luministiche che mette in evidenza il virtuosismo coloristico di Kuntze. La tela va riferita alla produzione matura del pittore come dimostra il confronto con i dipinti da lui eseguiti a Roma in Palazzo Rinuccini e Palazzo Borghese o le due tele d’altare per la chiesa di Santo Stefano a Cave.

€ 4.000 - 5.000

157

158 ambito di Gaetano Gandolfi, XVIII secolo

Ritratto di gentiluomo Olio su tela, cm 158x90 Questa penetrante effigie di uomo di legge va collocato nella tradizione ritrattistica bolognese che da Giovan Battista Crespi procede col figlio Luigi per arrivare ai fratelli Gandolfi. Proprio nell’ambito di questi ultimi trova il suo più appropriato posizionamento il nostro esemplare, di qualità veramente sostenuta, come dimostrano, tra l’altro, i brani delle mani e delle maniche della camicia bianca, del lungo panciotto di raso e del prezioso frammento naturamortistico con i volumi, la penna e il calamaio sul tavolo. A confermare il riferimento alla stretta cerchia dei Gandolfi negli ultimi due decenni del Settecento vale il confronto con il Ritratto del Marchese Gregorio Casali , opera di Ubaldo, e con l’Autoritratto di Gaetano, entrambi conservati nella Pinacoteca Nazionale di Bologna.

€ 6.000 - 7.000 98

158


159

159 felice boSelli (Piacenza, 1650 - Parma, 1732)

Natura morta con asparagi, cipolle, vasellame e una fanciulla che gioca con una tartaruga Olio su tela, cm 63x130 Con cornice Si ringrazia il Dott. Ulisse Bocchi per aver confermato l’attribuzione del dipinto a Felice Boselli. Felice Boselli fu tra i protagonisti della natura morta nord-italiana tra XVII e XVIII secolo. Le sue composizioni molto elaborate e scenografiche mostrano abitualmente una profusione di frutta e animali (pesce, crostacei, selvaggina, uccelli, cani) vivi o morti, arricchita sovente, come nella presente tela, da una o due figure che movimentano la scena conferendole una sapida nota narrativa. Nel nostro dipinto si riconosce agevolmente la mano di Boselli nella sua piena maturità. Per limitarci a pochi esempi, possiamo confrontare le cipolle e la fanciulla con quelle assai simili nel cosiddetto Ortolano in collezione privata a Piacenza (ripr. in La natura morta in Emilia e Romagna, a cura di D. Benati, L. Peruzzi, Skira, Milano 2000, n. 177, p. 173) e ancora il melone spaccato in primo piano nel nostro dipinto con quello quasi identico nella bella natura morta di proprietà della Collezione Bertogalli di Parma (Id., n. 176, p. 172).

€ 7.000 - 8.000

160

160 Giovan franceSco neGli, detto il Centino (attr.) (documentato a Rimini tra il 1638 e il 1678)

San Giovanni Evangelista Olio su tela, cm 76x64

€ 1.500 - 2.000 99


161

161 ambito di aleSSandro tiarini, XVII secolo

Cristo deposto Olio su tela, cm 41x62

â‚Ź 4.500 - 5.500

162 Scuola romana, XVII secolo

Flagellazione di Cristo Olio su tela, cm 90x110 Con cornice 162

100

â‚Ź 4.000 - 5.000


163 Scuola boloGneSe, XVIII secolo

I quattro arcangeli olio su tela, 218x136 Questo soggetto, sebbene iconograficamente non abbia avuto un largo riscontro per motivi liturgici, è in effetti di facile interpretazione. Sono rappresentati i quattro arcangeli: Michele, con la spada e la bilancia, Gabriele con lo specchio di diaspro ed il solito giglio bianco, Barachiele che secondo la tradizione assegna ad ogni uomo il suo angelo custode - qui, rappresentato come tale - ed infine Raffaele col piccolo Tobia. La luce dorata enfatizza i toni bruni delle ombre e mette in risalto i contorni poco definiti delle figure che richiamano alla mente modelli bolognesi, in primo luogo le opere allegoriche di Donato Creti.

€ 13.000 - 15.000

163

164 Scuola boloGneSe, XVII secolo

San Francesco d’Assisi in estasi Olio su tela, cm 126x95 Con cornice antica

€ 6.000 - 7.000

164

101


166

165

165 Scuola emiliana, fine XVII - inizio XVIII secolo

166 Scuola fiorentina, XVII secolo

Natura morta con pesci e ortaggi

San Giovanni Battista

Olio su tela, cm 113x80 Con cornice

Olio su tela, cm 71x58 Con cornice

€ 3.000 - 4.000

€ 2.500 - 3.500

167 Scuola fiorentina, XVII secolo

Miracolo di san Nicola da Bari Olio su tela, cm 51x66 Con cornice 167

102

€ 1.200 - 1.600


168 Scuola romana, fine XVII secolo

Ritratto di papa Clemente IX Rospigliosi Olio su tela, cm 65x53 Con cornice antica

€ 3.000 - 4.000 169 Scuola GenoveSe, seconda metà XVII secolo

Natura morta con lepre, candela e vasellame Olio su tela, cm 55x80 Con cornice antica

€ 5.000 - 6.000

168

169

103


170

170 Giacomo van lint (Roma, 1723 - 1790)

Veduta di Piazza del Popolo Tempera su carta applicata su tavola, cm 24,5x35 Con cornice Il dipinto è siglato “GVL” in basso a sinistra. Questa veduta di Piazza del Popolo è opera di Giacomo van Lint, figlio di Hendrick Frans, celebre paesista. Seguace del padre, egli riuscì a personalizzare la sua produzione concentrandosi sui monumenti romani. Le sue più celebri vedute raffigurano Castel Sant’Angelo, le piazze del Quirinale e di S. Pietro, il Colosseo, nonché, come la nostra, Piazza del Popolo, che si trovava a pochi passi dall’abitazione del pittore.

€ 5.000 - 7.000 171 Scuola fiamminGa, XVII secolo

Paesaggio con cavaliere e mendicante Olio su tela, cm 43x53 Con cornice 171

104

€ 3.000 - 5.000


172 auGuSt querfurt (attr.) (Vienna, 1696 - 1761)

Scontri di cavalleria Coppia di dipinti olio su tela, cm 43,5x67 Con cornice

€ 5.000 - 7.000

172

173 Scuola franceSe, XVII secolo

Testa di Cristo Olio su tavola, ∅ cm 24

€ 1.500 - 2.000

173

105


174 Pittore fiamminGo attivo in italia prima metà XVII secolo

Paesaggio con figure, armenti e rovina classica Olio su tela, cm 20x24,5 Con cornice

€ 800 - 1.200

174

175 maeStro fiamminGo, XVIII secolo

Adorazione dei Magi Olio su tela, cm 90x78 Con cornice

€ 4.000 - 5.000

175

106


176 Scuola veneziana, XVII secolo

Venere Olio su tela, cm 80x64

€ 2.000 - 3.000

176

177 Scuola lombarda, XVII secolo

Estasi di santa Maria Maddalena Olio su tela, cm 78x63 Con cornice antica La tela in esame rappresenta il transito di Maria Maddalena che, secondo la tradizione, si ritirò nel deserto dopo l’incontro salvifico con Cristo, dove visse il resto della sua vita tra privazioni e digiuni. Il dipinto è molto vicino ai modelli di Francesco Cairo, nonché alla pittura di Luigi Scaramuccia, pittore di origine umbre formatosi alla scuola del Guercino. La stesura cromatica, con esiti sfatti e sfumati, conferisce drammaticità alla scena rappresentata. La pennellata, a tratti rapida, ricorda soluzioni che si riscontrano nel catalogo del Morazzone, sebbene questo dipinto sia di qualche decennio più tardo.

€ 7.000 - 8.000

177

107


179 Giacinto brandi (attr.) (Roma, 1621 - 1691)

San Giovanni di Dio in estasi con corona di spine e crocifisso Olio su tela, cm 73x60 Con cornice Il dipinto reca sigla “GB” al retro sulla tela originale Allievo di Alessandro Algardi e di Giovanni Giacomo Sementi, Brandi modella la sua arte sull’esempio di Giovanni Lanfranco, nella cui bottega è documentato nel 1646-1647. La tela in esame, così come suggerito da una sigla “GB” che appare sul retro della tela, può essere ascritta al suo catalogo e rappresenta Giovanni di Dio in estasi con corone di spine e crocifisso. Il religioso, di origini portoghesi, ricevette dalla Vergine una corona di spine allusiva alle sofferenze e alla gloria che avrebbe ottenuto in cambio di una vita di stenti e di sacrifici. Si tratta di un’opera da collocare cronologicamente negli anni della maturità del pittore, quando alla maniera lanfranchiana unisce la lezione tenebrosa di Mattia Preti e la scioltezza e raffinatezza desunte da Daniel Seiter. Alcune soluzioni stilistiche trovano riscontro in altre opere del pittore come il Frate francescano (Roma, collezione privata) o il Santo martire del museo del monastero di Montserrat. BIBLIOGRAFIA

G. Serafinelli, Giacinto Brandi 1621 -1691, Torino 2015; per il riferimento alle opere (II, p. 68, cat. A48; II, p. 82, cat. A66).

€ 3.000 - 4.000 178

178 SeGuace di ciro ferri, XVIII secolo

Estasi di san Francesco Borgia Olio su tela, cm 133x78 Dipinto in prima tela

€ 2.000 - 3.000

179

108


180 marzio maSturzo (attivo a Napoli e a Roma nel XVII secolo)

Battaglia Olio su tela, cm 37x69 Con cornice antica

â‚Ź 3.000 - 4.000

180

181 PhiliP Peter rooS detto Rosa da Tivoli (attr.) (Sankt Goar, 1657 - Roma, 1706)

Paesaggi con pastore e gregge Coppia di dipinti olio su tela, cm 62x74 Con cornice

â‚Ź 4.000 - 6.000

181

109


182 Scuola naPoletana prima metà XVIII secolo

Natura morta con funghi frutta e fiori di gelsomino Olio su tela, cm 85x105 Con cornice

€ 5.000 - 7.000

182

183 Scuola naPoletana prima metà XVIII secolo

Natura morta di cacciagione Olio su tela, cm 85x105 Con cornice

€ 5.000 - 7.000

183

110


184 Pittore norditaliano fine XVII - inizio XVIII secolo

Scontro di cavalleria Olio su tela, cm 73x98 Con cornice antica

€ 4.500 - 5.500

184

185

186

185 Pittore italiano, XVIII secolo

186 anonimo, XVIII secolo

Autoritratto

Ritratto di gentiluomo

Olio su tela, cm 74x61 Con cornice

Olio su tela, cm 82x68 Dipinto in prima tela

€ 2.500 - 3.000

Reca iscrizione sul retro “FR. V. FECHENBACH”

€ 3.000 - 4.000 111


187 Scuola toScana, XVIII secolo

Ritratto del marchese Ludovico Tempi Olio su tela, cm 117x87 Con cornice Reca iscrizione sulla tela “ALL’ILL.MO CAR.MO SIG. SIG. PP./COL.SIG. LODOVICO TEMPI/FIRENZE”

€ 5.000 - 7.000

187

188 Scuola lombarda, XVIII secolo

Ritratto di gentiluomo a figura intera con guanti Olio su tela, cm 195x114 Con cornice. Dipinto in prima tela Reca al retro due etichette antiche con iscrizione a penna: “AMMINISTRAZIONE CONTE ZILERI DAL VERME FU GIULIO/N. 79”; “ALFONSO DI FABRIZIO LOSCHI/LO STORICO/NATO 1600 MORTO 1668”.

€ 5.000 - 6.000 188

112


189 antonio cifrondi (Clusone, 1656 - Brescia, 1730)

La filatrice Olio su tela, cm 73x58 Con cornice Il dipinto è accompagnato da un’expertise del Prof. Fernando Arisi Questa tela di Antonio Cifrondi è databile ai primi anni del XVIII secolo. Il tema della filatrice rientra nella tipica produzione dell’artista, solito scegliere come modelli uomini anziani e persone ritratte durante il lavoro. Il pittore, sensibile ai modi del Ceruti, si distinse per un’asciutta sobrietà che non cede mai al gusto pittoresco.

€ 2.000 - 3.000

191 Scuola franceSe, fine XVIII secolo 189

Paesaggio arcadico con scena galante Olio su tela, 155x135 Con cornice

€ 7.000 - 8.000

190

190 Scuola veneziana seconda metà XVIII secolo

Interno veneziano con figure Olio su tela, 48x35 Con cornice antica

€ 1.200 - 1.600 191

113


192

192 Scuola veneziana, XVIII secolo

Fiera paesana con teatro di burattini Olio su tela, cm 96x138 Questa grande e luminosa scena ambientata in un villaggio rurale di fantasia presenta una composizione elaborata con grande cura. Essa si articola con sicuro gusto del racconto fra i vari gruppi di figurette e gli episodi che animano in contemporanea la giornata festiva del borgo. Spicca in particolare al centro, in piedi sul palco improvvisato, la figura del ciarlatano che illustra le virtù di un elisir accanto a un teatrino di marionette. L’autore di questa deliziosa “istantanea” mostra di avere ben presente il modello delle kermesse e dei tranche de vie ricorrenti nella pittura fiamminga del XVII secolo, il cui esempio viene però riportato nei termini della cultura figurativa veneta. Oltre, infatti, al chiaro richiamo alle rare scene di genere di Marco Ricci, si riconosce nella mostra tela un’aria di famiglia che intreccia la produzione più narrativa e legata alla descrizione della vita quotidiana dell’entroterra veneto di autori come Antonio Stom, Giuseppe Zais e Francesco Simonini.

€ 7.000 - 10.000 193 cerchia di ludovico Stern, XVIII secolo

Madonna delle Rose Tempera su carta applicata su tela, cm 97x67 Con cornice 193

114

€ 4.000 - 5.000


194

194

194 Scuola veneziana, XVIII secolo

Paesaggi con figure Coppia di dipinti olio su tela, cm 51x38 Con cornice

€ 6.000 - 8.000

195 Scuola naPoletana, XVIII secolo

Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria Olio su tela, cm 125x93 Con cornice

€ 3.500 - 4.500

195

115


196

197

196 Scuola lombarda, XVIII secolo

Ritratto di gentiluomo con fucile Olio su tela, cm 80x60 Con cornice antica

€ 2.000 - 3.000 197 Scuola lombarda, XVIII secolo

Ritratto di gentiluomo con lettera Olio su tela, cm 80x60 Con cornice antica Reca iscrizione sulla lettera “MONSIEUR JEAN ROUGIER/A MILAN”

€ 2.000 - 3.000 198 Scuola franceSe, XVIII secolo

Ritratto di giurista Olio su tela, cm 104x75 Con cornice. Dipinto in prima tela

€ 7.000 - 9.000 198

116


199

199 Paolo monaldi (Roma, 1710 - post 1779)

Scena villereccia Olio su tela, cm 46x60 Cornice coeva. Paolo Monaldi è stato tra i più vivaci, arguti e apprezzati cantori della campagna romana del Settecento. Nel nostro incantevole dipinto, in ottimo stato di conservazione, troviamo espressa al meglio la sua felice vena aneddotica e la sua poetica pastorale, di un gusto arcadico lieve e senza dramma. La scena è tipicamente ambientata nell’aia dinanzi alla casa di una famiglia di contadini, colti in un momento di riposo e svago mentre un mendicante soffia sulla sua zampogna. È evidente qui, come sempre in Monaldi, il richiamo alla tradizione affermata il secolo precedente dai bamboccianti, addolcita però da una concezione idealizzata della natura e da una visione serena e priva di conflitti del rapporto dell’uomo con essa. BIBLIOGRAFIA

Andrea Busiri Vici, Trittico paesistico romano del ‘700, Ugo Bozzi Editore, Roma, 1976, p.273, Cat. PM.17. PROVENIENZA

Londra, mercato antiquario, 1965 (al retro timbro di importazione datato 18 marzo 1965); Roma, Galleria Lampronti, 1976; Formello, collezione privata.

€ 7.000 - 9.000

200

200 Scuola boloGneSe, XVIII secolo

San Pietro in lacrime Olio su tela, cm 40x30 Con cornice

€ 2.500 - 3.500 117


201

201 SeGuace di marco ricci, XVIII secolo

Capriccio architettonico di rovine romane Olio su tela, cm 100x140 Con cornice Il dipinto raffigura un capriccio architettonico con una vaga rielaborazione del Foro Romano, del quale si possono riconoscere alcuni famosi monumenti (Tempio di Antonino Pio e Faustina, il Tempio di Vesta, Portico neroniano). La pennellata vibrante conferisce al quadro un’atmosfera pre-romantica. Il pittore privilegia i toni bruni ed un marcato chiaroscuro. Molti particolari, tra cui l’albero sulla sinistra che si piega sotto la forza del suo stesso peso, appaiono quasi citazioni dal repertorio tipico di Marco Ricci.

€ 6.000 - 8.000

202 Scuola naPoletana inizio XVIII secolo

Veduta costiera con architetture Olio su tela, cm 18x36,5 Con cornice

€ 2.500 - 3.500 202

118


203

203

203 Scuola romana, XVIII secolo

Veduta del Tempio di Giove al Campo Vaccino Veduta dell’Arco di Giano al Foro Boario Coppia di dipinti tempera su carta, cm 52x42 Con cornice Entrambe le tempere recano, al centro in basso, su frammenti di architrave, indicazioni del sito raffigurato “TE(M)PIO DE GIOVE TONANTE”; “ARCO DE IANUS”.

€ 4.000 - 6.000

204 Scuola inGleSe, XVIII secolo

Ritratto di uomo con berretto Olio su tela, cm 75x60 Con cornice

€ 2.200 - 3.000

204

119


205

205 Scuola romana. XVIII secolo

Veduta del Quirinale con la statua dei Dioscuri Olio su tela, cm 147x213

€ 4.000 - 6.000

206 franceSco tironi (attr.) (attivo a Venezia nella seconda metà del XVIII secolo)

Veduta veneziana con il ponte di Rialto Olio su tela, cm 44x66 Con cornice 206

120

€ 4.000 - 6.000


207 baldaSSarre de caro (Napoli, 1689 - 1780)

Caccia al cinghiale Olio su tela, cm 74x98 Con cornice

€ 4.000 - 5.000

207

208 nicola bertuzzi (Ancona, 1710 - Bologna, 1777)

Gesù e san Giuseppe Olio su tela, cm 90x65 Con cornice La tela in esame rappresenta san Giuseppe con Gesù secondo i dettami iconografici classici. Il pittore Nicola Bertuzzi, detto l’Anconetano, eseguì la nostra tela memore dei modi bolognesi appresi da giovane nella bottega del Bigari. Da questa formazione derivò il gusto spedito e brioso per cui fu molto attivo come figurista per i quadraturisti più noti del suo tempo. Suoi quadri sono conservati presso la Pinacoteca di Bologna e l’Accademia Clementina, istituzione della quale fu nominato accademico d’onore nel 1751.

€ 5.000 - 6.000

208

121


209

209

209 candido vitali (attr.) (Bologna, 1680 - 1753)

Nature morte ovali Coppia di dipinto olio su tela, 96x73 Il dipinto è accompagnato da un’expertise del prof. Ugo Ruggieri Allievo di Pasinelli e del Cignani, Candido Vitali ottenne notevole consenso nella Bologna della prima metà del XVIII secolo. Queste due tele trovano un sensibile riscontro cromatico in due analoghe tele del Museo Civico di Udine e nella natura morta di Fiori e gallinacei dell’Opera Pia dei Vergognosi di Bologna. In queste opere, l’artista mostra una vicinanza ai dettami del forlivese Arcangelo Resani. BIBLIOGRAFIA

R. Roli, Pittura bolognese 1650-1800. Dal Cignani al Gandolfi, Bologna 1977, figg. 404a, 404b

€ 8.000 - 12.000

210 Scuola lombarda, XVIII secolo

Ritratto di uomo con berretto Olio su tela, cm 51x42 Con cornice

€ 1.500 - 2.000 122

210


211 michele cortazzi (Ceraso, 1800 circa - Roma, 1865)

La conversione della Maddalena o Allegoria della Modestia e della Vanità (da Bernardino Luini) Olio su tavola, cm 72x78,5 Reca iscrizione al retro “MICHELE CORTAZZI/FECE/IN ROMA”. Questo dipinto è una copia della tavola eseguita da Bernardino Luini, conservata presso la Timken Art Gallery di San Diego. Cortazzi partecipò all’Esposizione del 1833 a Napoli con una Maddalena, che potrebbe coincidere con la tavola in esame. BIBLIOGRAFIA

C. Schiavone, La pittura di Michele Cortazzo, in Annali Cilentani, X (1994), pp. 110-122.

€ 1.000 - 2.000 211

212 SeGuace di rembrandt, XVIII-XIX secolo

Mercante ebreo Olio su tela, cm 98x72 Con cornice antica

€ 3.500 - 4.500

212

123


213 Pittore ruSSo, prima metà XIX secolo

Ritratto di giovane nobildonna con il figlio Olio su tela, cm 115x88,5. Con cornice Questa tela di squisita qualità fu pubblicata in copertina nel catalogo del 1987 della galleria del grande antiquario torinese Gilberto Zabert. In quella circostanza essa venne catalogata (al n. 30) come opera del pittore russo Maxim Nikiforovitch Vorobiev (Pskov, 1787 - San Pietroburgo, 1855), eminente specialista di paesaggi. Nella scheda i personaggi effigiati vennero individuati come la Principessa Yusupov e suo figlio. Anche se al momento non appare agevole confermare né l’attribuzione né l’identità dei due personaggi, resta indiscutibile che il nostro dipinto si colloca perfettamente nel quadro della ritrattistica romantica russa della prima metà dell’Ottocento, con le sue caratteristiche suggestioni della contemporanea pittura francese e il richiamo alla grande tradizione fiamminga del XVII secolo. In termini di raffinatezza compositiva, smalto coloristico e cura del dettaglio la tela esibisce una qualità pittorica seducente e una catturante finezza di notazione emotiva. PROVENIENZA

Collezione Gilberto Zabert, Torino.

€ 12.000 - 15.000 124


214 Giovan franceSco barbieri detto il Guercino, (attr.) (Cento, 1591 - Bologna, 1666)

Testa di vecchio barbuto Matita e carboncino su carta, cm 9,6x15,7. Reca in basso a sinistra timbro Collezione Vallardi

€ 1.500 - 2.000

214

215

215 SeGuace di Salvator roSa, XVIII secolo

Paesaggio con pastore e armenti Matita e carboncino su carta, cm 15x13

€ 300 - 400 216 SeGuace di roSalba carriera, XVIII secolo

Ritratto di ambasciatore Pastello su carta, cm 65x50 Con cornice

€ 3.000 - 4.000

216

125


217 Giovanni volPato (Angarano, 1735 - Roma, 1803)

Logge di Raffaello Coppia di incisioni all’acquaforte acquarellate, cm 114x56 Con cornice Firmate e datate in basso a destra Si tratta di due esemplari in eccellente stato di conservazione parte della celebre serie di dodici fogli tratta dalle Logge di Raffaello in Vaticano, disegnata da Giovanni Volpato e incisa da Giovanni Ottaviani. La serie, che guadagnò grandi onori al Volpato, affrontò per la prima volta in modo estensivo la riproduzione degli ornati dei pilastri delle Logge. L’artista fu incaricato dell’impresa da Papa Clemente XIV e a tale scopo si trasferì dal Veneto a Roma. Le tavole, incise tra il 1774 ed il 1776, riproducono liberamente i contropilastri della Loggia, con integrazioni di fantasia che includono elementi decorativi talora desunti dalle bordure degli arazzi vaticani. La raccolta ebbe immediata e vasta eco, rivelandosi un imprescindibile repertorio di motivi decorativi e contribuendo alla nuova fioritura della grottesca nel periodo neoclassico.

€ 5.000 - 6.000

126


218 Johann leonhard bauer (Asburgo, 1681 - 1760)

Fuga di Enea da Troia Avorio, cm 16,2x13 Firmato sotto la base: “H.G. BAUER, RUREMOND, SCULP”. L’altorilievo in esame, finemente scolpito e in un eccellente stato di conservazione, raffigura la fuga da Troia di Enea che porta sulle spalle il padre Anchise seguito dal figlio Ascanio e dalla moglie Creusa rappresentata con in mano una statuetta votiva. Sullo sfondo, al di la di un porticato con delle colonne, si intravedono alcune case in fiamme. Il rilievo prende spunto dall’ incisione di Nicolas Gabriel Dupuis Fuga da Troia (Paris 1698-1771) conservata alla Biblioteca Nazionale di Parigi. Baur, scultore ed orafo, dopo una formazione presso la bottega dello scultore Joseph Höschler ad Asburgo tra il 1695 ed il 1699 , visse a Berlino dove rimase influenzato dallo stile di Raimund Faltz. Ritornato ad Asburgo, lavorò autonomamente dal 1708, realizzando sculture in avorio, argenti, mobili, riproducendo modelli tratti da disegni ed incisioni in formato ridotto. Il lotto è corredato dal certificato di Antichità (Certificate of Antiquity) rilasciato da Ce.S.Ar. – Centro Studi Archiometrici.

€ 15.000 - 20.000 127


220

219

219 Scuola lombarda, XV secolo

220 Scuola centroitaliana, XV secolo

Testa di Cristo crocifisso

Crocifisso

Legno, cm 50x25

Legno, cm 39x26

€ 1.800 - 2.400

€ 1.000 - 1.500

221 Scuola veneta, XVIII secolo

222 manifattura italiana, XVIII secolo

Crocifisso

Croce astile

Legno di bosso, cm 28x23

Legno e lamina dorata, cm 68x45

221

€ 800 - 1.200 128

222

€ 700 - 1.000


223 Scuola SeneSe, prima metà del XVI secolo

Figura di santa Legno scolpito e dipinto, h cm 105 Questa bellissima figura di santa ben si colloca nel solco della scultura lignea policroma di scuola senese. Si tratta di un genere che ebbe un’eccezionale fortuna nell’ambito della produzione di destinazione ecclesiastica e che nell’area di Siena vide delinearsi pressoché senza soluzione di continuità una tradizione di alto stile ed espressività che conobbe il suo apice nel Quattrocento, dapprima con Jacopo Della Quercia e Francesco di Valdambrino e poi col Vecchietta e Francesco di Giorgio. Il nostro esemplare insiste in quest’ambito culturale in un chiave linguistica ormai di rinascimento maturo, come testimonia la grazia accentuata del volto, il modellato libero, l’impianto sinuoso della figura cui corrispondono i morbidi panneggi. La scultura può essere così collocata intorno al quarto-quinto decennio del XVI secolo, non lontano della eccezionali prove plastiche di Domenico Beccafumi per il Duomo di Siena e dalla coppia Angelo Annunciante e Vergine annunciata del Museo dell’Opera del Duomo di Siena.

€ 8.000 - 10.000 129


224 Scuola centro-meridionale seconda metà XVI secolo

Madonna con Bambino tra angeli e santi Olio su tavola, cm 66x80 Con cornice

€ 3.000 - 4.000

224

225 Scuola veneta, seconda metà XVI secolo

San Girolamo Olio su tela, cm 135x100 Dipinto in prima tela Con cornice

€ 3.000 - 4.000 225

226 atelier dei baSSano, XVIII secolo

Deposizione di Cristo dalla croce Olio su tela, cm 67x85 Con cornice La tela è una replica fedele di buona qualità, uscita dall’attivissima bottega bassanesca negli anni successivi alla morte del suo eminente caposcuola, derivante dalle due versioni elaborate nel nono decennio del Cinquecento del vecchio Jacopo Bassano e oggi conservate al Musée du Louvre di Parigi e al Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona. 226

130

€ 4.000 - 5.000


227 anonimo, XVII secolo

Immacolata Concezione Olio su rame, cm 43x33 Con cornice

€ 2.000 - 3.000

228 cerchia di Giovanni antonio donducci detto il Mastelletta, XVII secolo

Davide con la testa di Golia Olio su tela, cm 38x23 227

€ 700 - 1.000

228

229

230

229 Scuola fiorentina, XVII secolo

230 Scuola boloGneSe, XVII secolo

Annunciazione

Ecce Homo

Olio su rame, cm 30x23 Con cornice

Olio su metallo, cm 42x32 Con cornice

€ 1.200 - 1.600

€ 1.000 - 1.500 131


231

232

231 SeGuace di anGelo caroSelli, XVII secolo

232 Pittore fiamminGo, inizio XVII secolo

Maria Maddalena

Madonna

Olio su tavola, cm 22,8x18,5 Con cornice

Olio su marmo, cm 12,3x9,5 Con cornice

€ 1.000 - 1.500

€ 400 - 600

233 Scuola lombarda XVII secolo

Adorazione dei pastori Olio su tela, cm 62x100 Con cornice 233

132

€ 3.000 - 4.000


234 Scuola romana, XVII secolo

Ritrovamento di Romolo e Remo Olio su tela, cm 30x45 Con cornice

€ 1.500 - 2.000

234

235

236

235 Pieter van bloemen (attr.) (Anversa, 1657 - 1720 circa)

236 Pittore fiamminGo attivo in italia XVII secolo

Cavalli e figure davanti ad una stalla

Famiglia di contadini

Olio su tela, cm 45x55

Olio su tela, cm 52x38 Con cornice

€ 1.000 - 2.000

€ 1.700 - 2.200 133


237

238

237 Scuola romana, XVII secolo

Crocifissione Olio su tela, cm 84x44 Con cornice

€ 3.000 - 4.000 238 Scuola emiliana, XVII secolo

Addolorata Olio su tela, cm 97x69 Con cornice

€ 3.000 - 4.000 239 Scuola emiliana, XVII secolo

Caino e Abele Olio su tela, cm 114x90 Con cornice. Dipinto in prima tela 239

134

€ 5.000 - 7.000


240

240 Scuola GenoveSe, fine XVII - inizio XVIII secolo

241

241 GiuSePPe noGari (attr.) (Venezia, 1699 - 1763)

Testa di frate francescano Ritratto di donna anziana

Olio su tela, cm 38x30 Con cornice

Olio su tela, cm 56x45 Con cornice

€ 1.000 - 1.500

€ 1.500 - 2.000

242 SeGuace di PhiliP Peter rooS detto Rosa da Tivoli, XVIII secolo

Scena pastorale con rovine Olio su tela, cm 97x135

€ 2.000 - 3.000

242

135


243 carlo antonio tavella (Milano, 1688 - Genova, 1738)

Paesaggio con armenti Olio su tela, cm 73x98 Con cornice

€ 3.000 - 4.000

243

244

244 SeGuace di carlo maratti, XVIII secolo

Rebecca al pozzo Tempera su carta applicata su tela, cm 45x35 Con cornice Trattasi di una copia della tela conservata a Roma presso la Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Corsini

€ 3.500 - 4.500 136

245

245 Scuola boloGneSe fine XVII - inizio XVIII secolo

Transito di un santo Olio su tela, cm 51x32 Con cornice

€ 1.000 - 1.500


246

246 Scuola romana, prima metà XVIII secolo

Venere con amorino Olio su rame, ovale, cm 20x30 Con cornice 247

€ 1.500 - 2.000

247 Pittore franceSe attivo a roma fine XVII - inizio XVIII secolo

Paesaggio con figure e grande vaso su piedistallo Olio su tela, cm 53,5x47,5 Con cornice

€ 1.200 - 1.600

248

249

248 Scuola PiemonteSe, XVIII secolo

249 Scuola veneta, XVIII secolo

Scena di vendemmia

Paesaggio con figure e corso d’acqua e veduta di città

Olio su tela, cm 49x36 Con cornice

Olio su tela, cm 71x98

€ 800 - 1.200

€ 2.000 - 3.000 137


251 250

250 Scuola boloGneSe, XVIII secolo

Allegoria delle Virtù teologali Olio su tela, cm 91x47 Con cornice

€ 1.500 - 2.000 251 Pittore veneto, fine XVIII - inizio XIX secolo

Sant’Antonio da Padova scaccia il demonio con il segno della croce (copia da G.B. Tiepolo) Olio su carta applicata su cartoncino, cm 25,5x18 Con cornice antica

€ 500 - 700 252 Scuola romana, XVIII secolo

San Francesco in estasi Olio su tela, cm 28x23 252

138

€ 1.000 - 1.500


253

253 Pittore italiano, XVIII secolo

Canestra di frutta Olio su tavola, cm 45x63 Con cornice

€ 1.000 - 1.500

254

254 Scuola romana, XVIII secolo

San Francesco Saverio Olio su tela, cm 54x42 Con cornice

€ 1.500 - 2.000

255 cerchia di carlo maGini fine XVIII secolo

Natura morta con ortaggi, verdura e vaso di coccio Olio su tela, cm 66x80 Con cornice 255

€ 2.000 - 3.000 139


256 Scuola naPoletana, XVIII secolo

Transito di san Giuseppe Olio su tela, cm 103x76 Con cornice

€ 2.000 - 3.000

256

257 Scuola naPoletana, XVIII secolo

Vergine assunta Olio su tela, cm 72x59 Con cornice

€ 2.000 - 3.000 257

258 Scuola romana XVIII secolo

Amore e Psiche Olio su tela, cm 46x115 Con cornice

€ 2.000 - 3.000 258

140


259 Scuola franceSe, XVIII secolo

Ritratti di belle Coppia di dipinti, olio su tela, cm 40,5x33 Con cornice

€ 2.000 - 3.000

259

259

261

260 anonimo, inizi XIX secolo

Ritratto di bambino con marionetta Olio su tela, cm 98x73 Con cornice

€ 2.000 - 3.000

261 anonimo franceSe, XVIII secolo

Allegoria delle arti Olio su tela, cm 66x87

€ 2.000 - 3.000 260

141


262 Scuola naPoletana, XVIII secolo

Scena di genere con pescatori Olio su tavola, cm 19,3x30,7 Con cornice

€ 600 - 800

262

263

263 Scuola romana, XVIII secolo

263

Paesaggi con scene di genere Coppia di dipinti olio su tela, cm 36x54 Con cornice

€ 2.500 - 3.500

264 Scuola veneziana, XVIII secolo

Capriccio con pescatori Olio su tela, cm 29x37 Con cornice

€ 600 - 800 142

264


266

265

265 SeGuace di Giovan battiSta Salvi detto il SaSSoferrato, XVIII secolo

266 Scuola boloGneSe, XVIII secolo

San Pietro Vergine orante

Olio su tela, cm 54x36 Con cornice

Olio su tela, cm 71x56 Con cornice

€ 600 - 800

€ 1.000 - 1.500

267

267 anonimo, XIX secolo

268

268 SeGuace di viviano codazzi XVIII secolo

Ritratto di Arnauld d’Andilly Olio su tela, cm 88x63 Con cornice Copia da Philippe de Champaigne (Parigi, Musée du Louvre)

€ 800 - 1.000

Rovine classiche con figure Olio su tela, cm 65x54 Con cornice

€ 1.000 - 1.500 143


269

269 Scuola lombarda, XVII secolo 270

Ultima cena Olio su tela, cm 50x102 Con cornice

270 anonimo, XVIII secolo

€ 400 - 600

Assunzione di Maria Olio su tela, cm 33x53 Con cornice Copia dall’affresco eseguito da Giovanni Lanfranco nella volta della cappella Bongiovanni in S. Agostino a Roma

€ 500 - 700

271

271 franceSco Satani (attivo in Lombardia e in Emilia Romagna nella prima metà del XIX secolo)

Autoritratto

272

Olio su tela, cm 88x74 Con cornice

272 Scuola franceSe, XIX secolo

Reca iscrizione al retro “RITRATTO DI FRANCESCO SATANI/FATTO DA SE MEDESIMO NEL 1846/IN FORLI”

Ritratto di gentiluomo

€ 1.500 - 2.000

€ 800 - 1.000

144

Olio su tela ovale, cm 32x26 Con cornice antica


274

274 anonimo, XIX secolo 273

273 anonimo, XIX secolo

Natura morta con uva, mele e pere su un’alzata Olio su tela, cm 42x66 Con cornice

Natura morta con mele, melograna e pesche Olio su tela, cm 25x30 Con cornice

€ 350 - 450

€ 350 - 450

276

275

275 anonimo, XIX secolo

Interno con sultano e veduta di Costantinopoli sullo sfondo

276 anonimo, XIX secolo

Ritratto di gentiluomo con cilindro Olio su cartoncino, cm 20x14 Con cornice

Olio su tela, cm 23x30 Con cornice

Reca iscrizione al retro “RITRATTO DI/LAZZARI BONAIUTI/FATTO DALL’AMICO/ … BALDACIANI/IL 30 APRILE/ 1850”.

€ 1.000 - 1.500

€ 250 - 300 145


277 anonimo, XIX secolo

Natura morta con uva e piatto di limoni Olio su tela, cm 60x80 Con cornice

€ 1.000 - 1.500

277

278

279

278 anonimo, XIX secolo

279 anonimo, XIX secolo

Trionfo di putti

Ritratto di gentildonna

Olio su tavola, cm 51x69 Con cornice e parchettatura al retro

Olio su tela, m 60x50 Con cornice

Reca firma in basso a sinistra “CANON 1881”.

Reca iscrizione al retro “IULIE VIRGINIE XXX FEMINE ROVILLE’/NEE’ LE 3 FEVRIER 1805 (1832)”.

€ 500 - 700 146

€ 1.000 - 1.500


280 modi di michelanGelo GriGoletti, XIX secolo

Ritratto di gentildonna Olio su cartone telato, cm 32x32

€ 600 - 800

280

281 anonimo, XIX secolo

Animali alla fonte Tempera su carta applicata su tela, cm 76x130 Con cornice

€ 1.500 - 2.000

281

282 anonimo, XVIII/XIX secolo

Cena in Emmaus Olio su tela, cm 26x39 Con cornice Trattasi di una copia di un dipinto eseguito da Tiziano Vecellio e conservato a Parigi presso il Musèe du Louvre.

€ 450 - 550

282

147


283 Scuola romana, XIX secolo

Paesaggio con figure e armenti Olio su tela, cm 46x56 Con cornice

€ 600 - 800

283

284 Scuola fiamminGa, XIX secolo

Paesaggio con figure e villaggio Olio su tavola, cm 22x31

€ 800 - 1.200

284

285 Scuola franceSe, XIX secolo

Natura morta con agrumi e versatoio Olio su tela, cm 24,5x32,5 Con cornice

€ 500 - 700

285

148



CONDIZIONI DI VENDITA Le presenti informazioni sono rivolte a qualsiasi soggetto interessato all’acquisto dei lotti posti in vendita da Bertolami Fine Arts srl nelle proprie aste. Informazioni riguardanti l’asta in corso possono essere inserite in catalogo o comunicate in sala prima o durante la vendita. I termini e le condizioni di vendita possono subire degli aggiornamenti che saranno immediatamente pubblicati sul nostro sito www.bertolamifinearts.com. Ove si registrassero discrepanze tra il testo del regolamento pubblicato sui cataloghi cartacei e quello pubblicato sul nostro sito fa fede la versione on line. 1. Bertolami Fine Arts srl (d’ora in avanti BFA), agisce direttamente o quale mandataria in esclusiva in nome proprio e per conto di ciascun venditore il cui nome viene trascritto negli appositi registri di P.S. presso BFA. Gli effetti della vendita influiscono sul venditore e BFA non assume, quando agisce quale mandataria, nei confronti dell’aggiudicatario o di terzi in genere altra responsabilità oltre quella ad essa derivante dalla propria qualità di mandataria. 2. Gli oggetti vengono aggiudicati al migliore offerente e per contanti. In caso di contestazione tra più aggiudicatari, il lotto verrà, a insindacabile giudizio del banditore, rimesso in vendita in corso dell’asta stessa e nuovamente giudicato. Le offerte potranno essere effettuate attraverso il nostro sito (www.bertolamifinearts.com) o i portali web pubblicati nelle informazioni di vendita, via fax, via email, telefonicamente (in questo caso le telefonate saranno registrate) o direttamente presso la sede di BFA. Le offerte telefoniche, via email, via fax, attraverso il nostro sito o i portali web sopra indicati potranno essere effettuate sino all’ora indicata nelle informazioni dell’asta. BFA non accetterà trasferimenti a terzi di lotti già aggiudicati e riterrà unicamente responsabile del pagamento l’aggiudicatario. La partecipazione all’asta in nome e per conto di terzi potrà essere accettata esclusivamente previo deposito presso gli uffici di BFA di una procura autenticata e di adeguate referenze bancarie. 3. BFA si riserva la facoltà di ritirare dall’asta qualsiasi lotto. Il banditore, durante l’asta, ha facoltà di abbinare o separare i lotti ed eventualmente variare l’ordine di vendita. Lo stesso potrà, a proprio insindacabile giudizio, ritirare i lotti qualora le offerte in asta non raggiungano il prezzo di riserva concordato tra BFA e venditore. 4. L’ aggiudicatario corrisponderà a BFA una commissione d’asta, per ciascun lotto. 5. A tutti i partecipanti all’asta è richiesto, ai sensi della validità di un eventuale aggiudicazione, di compilare una scheda di partecipazione con i dati personali e le informazioni richieste, prima di ogni asta. Per poter effettuare acquisti è necessario possedere la capacità di agire richiesta dalla legge italiana ovverosia aver raggiunto la maggiore età che si ottiene con il compimento del diciottesimo anno di età. Diversamente, ogni attività dovrà essere effettuata tramite il genitore o comunque persona esercente la potestà parentale o il tutore. 6. BFA può accettare mandati per l’acquisto, effettuando rilanci mediante il banditore, in gara con il pubblico partecipante all’asta. In caso di offerte identiche, l’offerta scritta prevarrà su quella orale manifestata in sala. Sempre nel caso di offerte identiche per il medesimo lotto, lo stesso verrà aggiudicato all’offerente la cui offerta sia stata ricevuta per prima. BFA si riserva il diritto di rifiutare le offerte di acquirenti non conosciuti a meno che non venga rilasciato un deposito a intera copertura del valore dei lotti desiderati o, in ogni caso, fornita altra adeguata garanzia. 7. All’atto di aggiudicazione, BFA potrà chiedere all’aggiudicatario le proprie generalità e, in caso di pagamento non immediato e in contanti, l’aggiudicatario dovrà fornire a BFA referenze bancarie congrue e comunque controllabili: in caso di evidente non rispondenza al vero o di incompletezza dei dati o delle circostanze di cui sopra, o comunque di inadeguatezza delle referenze bancarie, BFA si riserva di annullare il contratto di vendita del lotto aggiudicato. 8. BFA quando agisce in qualità di mandataria dei venditori declina ogni responsabilità in ordine alla descrizione degli oggetti contenuta nei cataloghi, nelle brochure ed in qualsiasi altro materiale illustrativo; le descrizioni di cui sopra, così come ogni altra indicazione o illustrazione, sono puramente indicative e non potranno generare affidamento di alcun tipo negli aggiudicatari. Tutte le aste sono precedute da un’esposizione al fine di permettere un esame approfondito circa lo stato di conservazione, la provenienza, il tipo e la qualità degli oggetti. Dopo l’aggiudicazione, né BFA né i venditori potranno esser responsabili per i vizi relativi allo stato di conservazione, per l’errata attribuzione, per la provenienza, per il peso e per la mancanza di qualità degli oggetti. Né BFA né il personale incaricato da BFA potranno rilasciare una qualsiasi garanzia in tal senso, salvi i casi previsti dalla legge. Ai fini e per gli effetti dell’art. 1488, comma 2, del codice civile, BFA precisa che


la presente vendita costituisce contratto aleatorio ed è esclusa, quindi, ogni garanzia per l’evizione. Pertanto, nell’ipotesi in cui l’aggiudicatario dovesse subire l’evizione, totale o parziale, del bene oggetto della presente vendita, lo stesso non potrà pretendere da BFA né il risarcimento dei danni subiti, né la restituzione del prezzo pagato e il rimborso delle spese. Resta ferma, ai sensi dell’art. 1487, comma 2, del codice civile, la garanzia per l’evizione derivante da fatto proprio di BFA. BFA, inoltre, non è responsabile nei confronti dell’aggiudicatario per qualunque lucro cessante ovvero per qualsiasi altra perdita o danno indiretto o consequenziale derivante sia da inadempimento contrattuale che da responsabilità extracontrattuale e pre-contrattuale di BFA. BFA si impegna a fornire all’aggiudicatario il bene che quest’ultimo si è obbligato ad acquistare, fatti salvi gli impedimenti dovuti a causa di forza maggiore, od altra causa che esuli da proprio ragionevole controllo (quale, ad esempio, scioperi, furti, incendi od altri disastri naturali, ritardi ed annullamenti di viaggi di trasporto) ovvero altre cause dovute alla volontà di terzi e non dipendenti da BFA (quali, ad esempio, divieti alla vendita, all’esportazione od all’importazione posti da Autorità Statali Italiane o Straniere). BFA rifonderà le somme ricevute dall’aggiudicatario per l’acquisto del bene ad esclusione di quelle relative alle spese per il trasporto del bene, se avvenuto od in corso, per l’assicurazione dello stesso e le tasse doganali e/o di importazione. 9. Le stime relative al possibile prezzo di vendita di ciascun lotto sono stampate sotto la descrizione dei lotti riportata nel catalogo e non includono i diritti d’asta dovuti all’aggiudicatario. Tali stime sono puramente indicative. Le descrizioni dei lotti nel catalogo potranno essere soggette a revisione, mediante comunicazioni al pubblico durante l’asta. BFA può accettare offerte pre-asta sui lotti posti in vendita anche sotto l’importo di riserva. Ove un lotto non riceva offerte superiori o pari alla riserva, Bertolami Fine Arts, sottopone all’approvazione del venditore la maggiore offerta pervenuta nella fase pre-asta. La decisione del venditore viene comunicata all’offerente entro quindici giorni dalla data dell’asta. 10. Il pagamento totale del prezzo di aggiudicazione e dei diritti d’asta dovrà essere effettuato per intero, in Euro, entro dieci giorni dall’ aggiudicazione. In difetto BFA, fatto comunque salvo il risarcimento dei maggiori danni, potrà: a) procedere per l’esecuzione coattiva dell’obbligo di acquisto; b) alienare il lotto a trattativa privata oppure in un’asta successiva in danno dell’aggiudicatario, trattenendo comunque, a titolo di penale, eventuali acconti ricevuti. L’oggetto verrà custodito da BFA a rischio e spese dell’aggiudicatario fino a quando non sarà venduto come sopra oppure restituito al venditore su richiesta del medesimo. In ogni caso, fino alla data di restituzione o di vendita, l’aggiudicatario sarà tenuto a corrispondere a BFA una penale pari a 1%/mese sull’importo della fattura; gli interessi così calcolati saranno applicati sulle somme dovute a decorrere dal trentesimo giorno seguente la data dell’ aggiudicazione. La consegna del lotto aggiudicato potrà avvenire esclusivamente dal momento della verifica dell’avvenuto pagamento dello stesso. 11. La spedizione per i beni venduti ad acquirenti italiani viene effettuata con corriere espresso assicurato. La spedizione per i beni venduti ad acquirenti esteri di importo superiore ad € 200,00 viene di regola effettuata con corriere espresso assicurato a spese ed a rischio del destinatario, salvo diversi accordi presi direttamente con l’acquirente. Se espressamente richiesto dal cliente, BFA potrà effettuare spedizioni tramite posta raccomandata assicurata e tracciabile. La spedizione per le fatture di importo inferiore ad € 200,00 viene di regola effettuata tramite posta raccomandata assicurata. 12. Nonostante ogni disposizione contraria qui contenuta, BFA si riserva il diritto di concordare con gli aggiudicatari forme speciali di pagamento, di depositare in magazzini privati/pubblici o vendere privatamente i lotti aggiudicati, di risolvere controversie o contestazioni effettuate da aggiudicatari o contro gli stessi e in generale di intraprendere qualsiasi iniziativa ritenuta opportuna al fine di riscuotere somme dovute dall’aggiudicatario o anche, a seconda delle circostanze, di annullare la vendita ai sensi degli articoli 13 e 15 e restituire il prezzo all’aggiudicatario. 13. Gli aggiudicatari sono tenuti all’osservanza di tutte le disposizioni legislative o regolamentari in vigore relativamente agli oggetti dichiarati di interesse storico o artistico particolarmente importante. L’esportazione di oggetti di rilevante interesse storico ed artistico da parte di aggiudicatari residenti e non residenti in Italia è regolata da specifiche normative doganali, valutarie e tributarie. I tempi di attesa di un permesso di libera circolazione sono di circa 60 giorni dal giorno delle richieste all’Ufficio Esportazione competente. La richiesta del permesso è inoltrata all’Ufficio Esportazione solo previo pagamento del lotto e su esplicita autorizzazione dell’aggiudicatario. BFA non assume alcuna responsabilità nei confronti degli aggiudicatari in ordine ad eventuali restrizioni all’esportazione dei lotti aggiudicati, né in ordine ad eventuali autorizzazioni o attestati che l’aggiudicatario dovrà ottenere in base alla legge italiana. L’aggiudicatario, in caso di esercizio del diritto di prelazione da parte dello Stato italiano, non potrà pretendere da BFA o dal venditore alcun rimborso di eventuali interessi sul prezzo e sulle commissioni d’asta già corrisposte.


14. Gli aggiudicatari (cittadini italiani o residenti in Italia) sono tenuti a fornire alla BFA un valido documento d’identità ed il proprio Codice Fiscale. 15. Gli oggetti offerti in vendita sono garantiti autentici senza limiti di tempo.. Le indicazioni e descrizioni contenute nel catalogo sono opinioni soggettive e sono espresse in buona fede. 16. BFA in osservanza all’articolo 49, comma 1, del D.Lgs. n. 231/2007, non può accettare pagamenti in contanti per un importo pari o superiore ai 2.900,00 (duemilanovecento/00) euro. 17. I lotti contenenti più oggetti non illustrati sono venduti come visti e piaciuti e non sono soggetti a resa da parte dell’acquirente. 18. Le presenti condizioni di vendita sono accettate automaticamente da quanti concorrono all’asta e sono a disposizione di qualsiasi interessato che ne faccia richiesta. 19. Ai sensi dell’art.13 del D.Lgs. n. 196 del 30.6.2003 (Codice Privacy) si informa il partecipante all’asta che i suoi dati personali saranno trattati per (I) finalità funzionali all’adempimento di obblighi fiscali, contabili e di legge e finalità di gestione contratti e clientela e (II) finalità connesse all’attività commerciale. I dati saranno trattati, anche attraverso la creazione e la gestione di un archivio centrale, con supporti cartacei, informatici e telematici a cui ha accesso personale specializzato e autorizzato. Il conferimento dei dati personali essenziali per gli adempimenti di legge e/o all’instaurazione e/o prosecuzione del rapporto contrattuale è obbligatorio, nel senso che in mancanza sarà impossibile instaurare e/o dar corso a tale rapporto. Il conferimento degli altri dati personali è facoltativo e in genere funzionale a fornire un migliore servizio alla clientela; un eventuale rifiuto a tale conferimento non avrà conseguenze negative a carico del partecipante. I dati personali che riguardano il cliente potranno essere oggetto di Comunicazione a società controllanti, controllate e/o collegate per le stesse finalità di cui sopra o a soggetti esterni di servizi specializzati in: I) gestione di software, hardware, sistemi telematici e informativi; II) attività di elaborazione e archiviazione dati; (III) attività di stampa, trasmissione, imbustamento, trasporto e smistamento delle comunicazioni alla clientela; (IV) servizi di finanziamento, recupero crediti e rilevamento rischi finanziari. Il partecipante potrà sempre esercitare i diritti previsti dall’articolo 7 del Codice Privacy. Il Titolare del trattamento è Bertolami Fine Arts S.r.l., con sede legale in Roma, Piazza Lovatelli, 1. Il responsabile è il signor Giuseppe Bertolami. Il partecipante, con l’invio telematico della conferma del proprio ordine d’acquisto, prende atto della suesposta informativa ed acconsente al trattamento dei dati personali forniti. 20. Ogni controversia relativa alla applicazione, esecuzione, interpretazione e violazione del presente contratto d’acquisto è sottoposta alla giurisdizione italiana. Per qualsiasi controversia tra le parti in merito al presente contratto sarà di esclusiva competenza del Foro di Roma. IVA Regime IVA (Regime del margine) Tutte le vendite effettuate da Bertolami Fine Arts s.r.l. sono operate in virtù di rapporti di commissione stipulati con privati o con soggetti IVA, che operano nel regime del margine, regolato dall’art. 40bis dl n. 41/95 e successive modifiche. Per le Note Legali e la bibliografia, consultare il sito www.bertolamifinearts.com


Terms and conditions of business This notice is addressed by Bertolami Fine Arts srl to any person who may be interested in a Lot. An additional information applicable to the Sale may be set out in the Catalogue for the Sale, in an insert in the Catalogue and/or in a notice displayed at the Sale venue and you should read them as well. The terms and conditions of sale are subject to the updates that will be immediately posted on our website www.bertolamifinearts.com. If there are discrepancies between the text published in the printed catalogs and the text published on our website is authentic the online version. 1. Bertolami Fine Arts s.r.l. (henceforth BFA) acts as the sole agent for officially registered sellers. The proceeds of the sale are due to the seller, BFA does not assume any liability beyond those accruing to it as a mandatory agent for the seller or any other third parties. 2. The highest bidder is the buyer at the final hammer price, any dispute shall be settled at the auctioneerís absolute discretion. Every bidder is deemed to act as a principal unless BFA has written acknowledgement that he or she acts as an agent on behalf of a named principal. Offers may be made through our website (www.bertolamifinearts.com), or live portal web, fax, email, phone (in this case, the calls will be recorded) or directly to the offices of BFA. Offers made by email, fax, phone, through our website or live portal web, can be received until the time indicated in the information for buyers. BFA cannot transfer to third parties lots already awarded, therefore only the original buyer is considered responsible for payment. Buyers who have not established a credit arrangements with BFA will be asked to pay for their purchases in Euro on taking possession. BFA cannot take bankerís references over the telephone at the time of clearance and buyers will not be entitled to possession of their purchases until payment is made in full. 3. BFA reserves the law to remove any lot. During the auction, the auctioneer has the right to combine or separate lots and change the order of sale. BFA may also remove lots if the offers do not reach the reserve price agreed between BFA and the seller. 4. A premium on the hammer price (inclusive of VAT for European customer) is payable by the buyer on all sales. 5. All prospective bidders are required to register with BFA and fill out a commission form before each auction. Under Italian law purchases can only be made by persons over the legal age of 18. A prospective bidder under the legal age must bid through a parent, legal guardian or acquaintance of legal age. 6. BFA can make bids, agreeing mandates for the purchasing, through the auctioneer during the auction. In case of identical bids, the written bid prevails over the oral expressed in the auction. In case of matching written bids the lot will be awarded to the bidder whose bid has been received first. BFA can refuse bids of unknown bidders, unless it is issued a deposit for the entire value of the desired lots. However, other adequate collateral may be given. 7. BFA requires personal ID from successful bidders at the time of award. The successful bidders shall provide adequate and verifiable credit reference. In case of mismatch with genuine ID or incomplete ID, BFA may cancel the contract of sale of lots. 8. BFA, as acting agent for the seller, declines any responsibility as to the descriptive content and illustrations of the objects in its catalogues, brochures or other forms of artwork it generates, all descriptions and images are indicative. In order to allow for a thorough examination of the condition, provenance and appearance of the objects offered, ample time is given for their inspection. Neither BFA nor the seller is responsible for statements of opinion concerning the description, condition, weight or erroneous attribution of the items offered. After adjudication neither BFA nor the personnel of BFA will be held responsible for any controversies arising as to the state of preservation, provenance, omissions or erroneous attribution of the items offered. Neither BFA nor its personnel can give any guarantee to this effect, except in cases as foreseen by Italian law. BFA stipulates that according to Article 1488, paragraph 2, of the Italian Civil Code, this sale contract is defined as of ìan uncertain natureî and is therefore exempt of any warranty for loss or dispossession. Therefore, if a buyer suffers a loss or dispossession in part


or whole of a purchased item of the present sale, no refund of the price paid or of costs incurred thereof may be claimed from BFA. Under Article. 1487, paragraph 2, of the Italian Civil Code, there is a continuing guarantee for the loss or dispossession of items when in the possession of BFA. Moreover, BFA is not liable to the buyer for any loss of profit or any other indirect or consequential loss or damage arising from breach of contract, from non-contractual to pre-contractual liabilities. BFA is obliged to consign to the buyer any item contractually purchased, but is freed from this liability in the event or circumstance beyond the control of both parties, such as a strikes, theft, fire or other natural disasters, delays and the cancellations of transport systems, including bans on sale, export or import on the part of Italian or foreign authorities. BFA will refund the amounts received by the buyer for the purchase of the property except those relating to the cost of transporting the goods, if executed or in progress, insurance and customs export or import taxes applied to any item. 9. The pre-sale estimates are intended as a guide for prospective bidders and do not include commission charges on the hammer price. Lot descriptions in the catalogue can be changed, revised or corrected, any such sale notices will be communicated before or during the sale. BFA may accept absentee bids which are below the reserve price. If the bidding ends before the reserve is reached, Bertolami Fine Arts will submit the consignor the highest absentee bid below the reserve price received. The decision of the seller will be communicated to the bidder within fifteen days from the auction date. 10. All payments must be made in Euro and payable in full to BFA within seven days of the auction closure date and time. Failure of payment will incur, without prejudice to any other rights, proceedings against the buyer for the following: a) For damages and breach of contract with the enforcement of the compulsory purchase obligation. b) To dispose the lot by private treaty or cause it to be re-sold by public auction for which the defaulting buyer shall be liable to BFA for any resulting deficiency in the total amount realized and advance payments received will be withheld. Unpaid items will be held by BFA at the buyerís risk and expense until sold as stated above or returned at the Vendorís request. In any case, until the date of payment or sale, the buyer shall held responsible by BFA for a penalty of 1%/month of the total invoice. The interest will be calculated from the 30th day following adjudication. Ownership of lots purchased shall not pass to the buyer until he or she has made payment in full. 11. Shipment for goods sold to Italian buyers is normally made by courier and insured at the risk and expense of the recipient, except otherwise agreed directly with the buyer. The shipment for goods sold to foreign buyers for an amount exceeding € 200.00 are usually made with courier at the expense and risk of the recipient, except otherwise agreed directly with the buyer. If specifically requested by the customer, BFA will make shipment by registered mail, insured and traceable. The shipment of the invoices amount less than € 200.00 is normally done by registered mail. 12. Notwithstanding any provision to the contrary contained herein, BFA reserves the right to accept alternative methods of payment including items deposited in private or public warehouses or sell privately the lots awarded. In order to resolve disputes or complaints made by buyers BFA may take any action deemed appropriate to collect the amount due or depending on the circumstances, cancel the sale under articles 13 and 15 of our conditions of sale and return the money paid by the buyer. 13. Successful bidders are required to comply with all the laws and regulations of The Italian Republic concerning historical or cultural objects of art. The export of archaeological or items of historical and artistic interest by buyers, resident and not in Italy, is regulated by specific regulations, currency restrictions and taxes. The waiting time for export permits is approximately 60 days from date of request at the competent Export Office. The license application is submitted to the ministry upon full payment of the lot and the express request of the buyer. BFA accepts no responsibility in respect of the buyer regarding possible restrictions on the export of purchased lots, either in regard to export licenses or other certificates required under Italian law. In case of the Italian State exercising its Right Of First Refusal, the buyer cannot claim from BFA or the seller any reimbursement of interest on the hammer price and fees already paid. 14. Successful bidders (i.e. Italian citizens resident in Italy) are required by law to provide BFA with their identity document and tax code number.


15. The Auction House offers an unconditional and unlimited guarantee for the authenticity of objects. All identifications and descriptions of the items sold in this catalogue are statements of opinion and were made in good faith. 16. Under Article 49 of Italian Legislative Decree no. 231/2007, paragraph 1, payments in cash are not accepted for an amount equal to or greater than â‚Ź 2.900.00. 17. Multiple lots containing coins that are not illustrated are sold as is and may not be returned by the buyer. 18. These terms and conditions of business are automatically accepted by those participating in our sales and are available on request. 19. Under Article 13 of Italian Legislative Decree no. 196 of 30.6.2003 (The Privacy Code) bidders are reassured that personal data given to AR is protected and exclusively to satisfy the requirements of the Italian authorities with regard to contracts, customers and related trade. This personal data is centrally kept and is only accessible to authorized personnel. The disclosure of personal data is obligatory under Italian law and facilitates the establishment and the continuation of commercial relationships, the absence of which is departmental to the contractual obligations of bidders and consignors. The disclosure of other personal data is voluntary, aimed at enabling better customer service and may be disclosed only to a parent, affiliated companies or specialist service providers such as: I) software, hardware and information computer systems. II) data processing and storage systems. III) printing, transmission, addressing, transport and handling systems. (IV) financial services companies, debt collection and financial risk agencies. Customers may always exercise the right of privacy as stipulated by Article 7 of The Privacy Code. The responsibility for data protection is with Bertolami Fine Arts s.r.l., in Piazza Lovatelli, 1, 00186 Rome, Italy, founded and owned by Mr. Giuseppe Bertolami. Customers sending purchase orders by email acknowledge the above notices and agree to the aforesaid processing of their personal data. 20. Any legal action or claim related or arising from this agreement regarding the application, execution or interpretation of the present purchase contract, shall come under Italian law. Any legal dispute between the parties relating to this contract will be brought only in a court sitting in Rome, Italy. The above mentioned conditions are written in English, in the event of any legal dispute, the only valid text is the Italian version. Value Added Tax The Value Added Tax Margin Scheme All sales are conducted by BFA under the VAT Margin Scheme (Articles 40 bis, 41/95 and subsequent modifications). Therefore BFA will not apply additional VAT on the hammer price. For Legal Notice and bibliography, please visit www.bertolamifinearts.com


La prego di acquistare per mio conto, i seguenti lotti ai limiti indicati, secondo le condizioni di vendita. Please, buy the following items on my behalf at your auction sale up to the limits indicated and subject to the conditions of sale. Nome - Cognome/First name - Last name .................................................................................................................................................................... Indirizzo/Address ..........................................................................................................................................................CAP/ZIP Code .......................... Città/City ..............................................Nazione/State ................................................Tel. ..................................................Cell. .................................. CF - P.IVA..................................................................................................Banca/Bank ........................................................................................................ Documento d’identità/Identity card ................................................................................................................................................................................ Email ............................................................................................................Data/Date ..........................Firma/Signature .............................................. Asta Auction

Lotto Lot

Descrizione Description

Offerta massima Maximum bid

Telefono Phone

Desidero pagare nel modo seguente:/If successful, i wish to pay by:

☐ Bonifico bancario/Bank transfer ☐ Carta di credito (Visa - Mastercard)/Credit card (Visa - Mastercard) Numero della carta/Card no.

................................................................................................................

Data di scadenza/Expiration date

...... / ......

Titolare/Holder

................................................................................................................

Codice di sicurezza/Security code

...... / ......

☐ Paypal Bertolami Fine Arts s.r.l. Palazzo Caetani Lovatelli Piazza Lovatelli, 1 - 00186 Roma / tel. +39 06.32609795 / 06.3218464 / fax +39 06.3230610 Bertolami Fine Arts Ltd 63 Compton Street apartment 2 - EC1V 0BN London / ph. +44 7741 757468 ACR Auctions GmbH Sendlinger Straße 24 - 80331 Munich www.bertolamifinearts.com - info@bertolamifinearts.com




AUCTION 37 37

Greek, Roman, Byzantine aand nd World Coins 1199th aand nd 2200th S September eptember 22017 017 London, L ondon, R Royal oyal O Opera pera A Arcade rcade G Gallery allery V iewing ttimes: imes: 116th 6th - 118th 8th S eptember Viewing September





Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.