ARTEMISIA N° 44 - Anno XI° - Aprile / Giugno - 2022
... in questo numero ... IL MITO DI ADONE RUNE ED ETRUSCHI I SOTTERRANEI DI NARNI L’OTTAVO RE DI ROMA L’ENIGMA PITAGORICO ERCOLE IL GRANDE INIZIATO IL RE DEL MONDO IL REGNO DI DAMANHUR BELTANE LA NOTTE DI SAN GIOVANNI I SIMBOLI DELLA PASQUA SABBA ed ESBAT wiccan ... e molto altro ...
* LaApprofondimento * guerra in ucraina
Anno XI° N°44 Aprile Giugno 2022
IN QUESTO NUMERO... Felice Primavera a tutti! Presentiamo un nuovo numero di Artemisia davvero ricco di articoli interessanti. Abbiamo una serie di approfondimenti riguardanti alcune celebrazioni che accompagnano la primavera: dai simboli della Pasqua all’Earth Day, dal 25 aprile alla festa dei lavoratori, parleremo della festa della mamma, di Beltane ma anche del Gay Pride. Scopriremo Damanhur, e i Templi dell’Umanità, ma anche i sotterranei di Narni. Tratteremo il mito di Ercole e di Adone, scopriremo come i “giardini di Adone” si siano trasformati nei “sepolcri” della quaresima cristiana. Conosceremo le tradizioni inerenti alla notte di S. Govanni, la teoria del “Re del Mondo” e gli “enigmi” del pitagorismo. Le origini etrusche delle rune e l’ottavo re di Roma sono due articoli interessanti, che meritano attenzione. Non potevamo però non riservare un approfondimento sulla Guerra in Ucraina, che purtroppo ha riportato il mondo al tempo della guerra fredda. Un altro articolo che merita una profonda riflessione è quello sullo sfruttamento della prostituzione, le “madame”. Che dire, un numero da leggere e ricco di notizie interessanti sotto vari punti di vista, che vi farà sicuramente compagnia durante questa primavera. Grazie per il vostro affetto! Buona Lettura! Tommaso Dorhe Direttore di Artemisia
Informiamo tutti che è possibile contribuire alla stesura di Artemisia. I lettori potranno inviare articoli scrivendo alla E-mail:
italus.info@gmail.com
Un particolare ringraziamento va al grafico impaginatore Francesco (VoxGraphic), a Sibilla e Claudia redattori della rivista, a Tommaso Dorhe direttore della Rivista e a Sabrina presidente dell’Associazione Italus, un Grazie anche a tutti coloro che hanno contribuito a questo numero di Artemisia.
SOMMARIO •
ITALUS COMUNICA
• FORUM *Non lo hanno detto loro.......... *Perché la data di Pasqua è “mobile”?............. *Il mito di Adone.................... *Earth Day............................ *25 Aprile............................. *Festa della mamma............... *La NASA ha davvero bisogno di 24 teologi?........... *Le Madame..........................
pag.3 • pag.22 pag.22 pag.24 pag.25 pag.27 pag.30 pag.31 pag.33 pag.34
• Approfondimento pag.36 *La guerra in Ucraina.............. pag.36 • DOSSIER *Festa dei lavoratori............... *Il Gay Pride......................... *L’ottavo Re di Roma.............. *I simboli della Pasqua........... *La notte di San Giovanni....... *Rune ed etruschi..................
pag.40 pag.40 pag.43 pag.45 pag.48 pag.50 pag.52
Riflettere con la Poesia
pag.55
• SOPHIA *I sotterranei di Narni............. *L’enigma pitagorico............... *Ercole il grande iniziato......... *Il Re del mondo.................... *Il regno segreto di Damanhur........................
pag.57 pag.57 pag.61 pag.63 pag.65
• WICCA * Il Cerchio Magico................... *Esbat, luna piena di aprile...... *Esbat, luna piena di maggio... *Esbat, luna piena di giugno.... *Preparativi per Beltane.......... *Sabba di Beltane.................. *Preparativi per il Solstizio...... *Sabba del Solstizio d’Estate...
pag.73 pag.73 pag.74 pag.75 pag.76 pag.79 pag.80 pag.84 pag.85
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pag.89
Consigli per la Lettura
pag.69
Artemisia è una rivista interattiva e ci tiene ad esserlo, il nostro intento è comunicare, per cui ognuno di voi si senta libero di scriverci. Saremo lieti, per quanto possibile, di esaudire le vostre richieste e pubblicare i vostri articoli. Siamo cnsapevoli che alcuni articoli sono tratti da internet, ma è responsabilità dei singoli autori, da parte nostra c’è la voglia di comuncare e informare nel modo più corretto e indipendente. Così come siamo consapevoli che molte immagini sono tratte da internet, in genere è nostra premura assicurarci che non siano protetti da Copyright, ma nel caso qualche autore ne riconoscesse la proprietà, ce lo comunichi, noi saremo pronti a rettificare.
ITALUS COMUNICA Ed eccoci in Primavera, ci eravamo lasciati con un mondo che sembrava stesse uscendo dalla pandemia, invece ci ritroviamo catapultati in una nuova guerra fredda, in un mondo diviso, il ché fa enorme tristezza. Come Associazione avevamo accennato che il 2022 sarebbe stato l’anno del ritorno alla “normalità”, e così si sta rivelando. È stato molto bello ritrovarci insieme e numerosi a celebrare, il 24 febbraio scorso, la nostra XII° Giornata della Memoria Pagana. Continuiamo la nostra esperienza nel Laboratorio Italus, infatti continueremo a svolgere i Workshop online, nel Laboratorio appunto, perché è ciò che di bello abbiamo creato in un periodo di restrizioni e di distanziamento, e vogliamo continuare. Siamo anche molto, ma molto, contenti che svolgeremo l’Italus Weekend, dal 20 al 22 maggio, ne approfittiamo per ringraziare coloro che hanno prenotato, abbiamo in poco tempo esaurito i posti, Grazie! Siamo veramente entusiasti di ritornare con il nostro annuale weekend. Ma il 2022 ci vede con nuovi progetti. Abbiamo pubblicato i risultati del Questionario Neopagano 2021, ringraziamo la Rivista Pimalaya, Sarah Bernini e Federico Monelli per la loro collaborazione Abbiamo riformulato un nostro vecchio progetto ambizioso, Sakros, con l’intento, per i prossimi anni, di realizzare il primo Sakros a Roma. Abbiamo creato il Circle Moon, una serie di incontri mensili dedicati alla pratica spirituale. Vi invitiamo a partecipare al Peace Circle Moon che si svolgerà online nei giorni 1, 4, 7, 10, 13, 16 fprile 2022. Infine, abbiamo l’intenzione per la Giornata della Memoria 2023 di installare due targhe commemorative, inerenti a questa ricorrenza, nella città di Roma e di Tivoli. È vero, ad oggi ancora attendiamo i permessi, ma vogliamo essere fiduciosi che questo progetto possa andare a buon fine. Per cui che dire, vi ringraziamo per il vostro apprezzamento e il vostro affetto, noi come potete constatare siamo ritornati più attivi di prima. Vi aspettiamo nei nostri numerosi eventi, nella speranza che possiamo godere di una serena primavera. Il Consiglio Direttivo della Italus ITALUS Associazione Culturale Wicca www.italus.info italus.info@gmail.com
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In questi primi dieci anni di vita associativa sono stati molti gli eventi svolti, molte le pubblicazioni prodotte, abbiamo avuto dei petrocini alle nostre attività, svolto workshop, corsi e conferenze, tutto questo anche nel corso del 2020 (anno della pandemia). È stato proprio durante quest’ultimo anno che siamo arrivati alla decisione di rinnovare lo svolgimento delle nostre attività e di puntare sull’online. Con il “Laboratorio Italus” si viene a concretizzare, per Noi e per Voi, la possibilità di seguirci ed essere seguiti su tutto il territorio nazionale. Unire persone distanti ma vicine negli intenti e nei principi è l’obiettivo del Laboratorio. Il LABORATORIO è uno spazio in cui la Italus darà la possibilità, a chi aderirà al progetto, di essere parte attiva alle attività associative. Grazie ad internet, al cosiddetto webinar, proprio come una sede reale, ci ritroveremo all’ora prestabilita a trattare di alcuni argomenti e in cui tutti i partecipanti avranno la possibilità di intervenire attivamente nel corso dell’evento, per porre domande o anche condividere idee. Useremo il gruppo Facebook “Laboratorio Italus”, per chi non è iscritto a Facebook useremo invece un gruppo WhatsApp All’interno del Laboratorio saranno quindi trasmessi i nostri workshop, le nostre conferenze, alcune interviste e approfondimenti. Il Laboratorio è una officina in cui ci si confronta e si affrontano determinate tematiche con l’intento di apprenderne l’essenza del tema trattato, cercando di demolire alcune speculazioni e mercificazioni. Con l’intento di creare comunità, trasmettere delle conoscenze, spingere ad un’elevazione delle coscienze e creare Cultura. Contatti: Blog Laboratorio Italus: www.laboratorioitalus.blogspot.com E-mail: italus.info@gmail.com Le attività vengono svolti attraverso l’omonimo gruppo facebook.
ITALUS COMUNICA
LABORATORIO ITALUS
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ITALUS COMUNICA
CIRCLE MOON CIRCLE MOON (circolo lunare) è un incontro mensile organizzato dalla Italus Associazione e dalla Coven wiccan del Quadrifoglio. Un incontro serale che segue le fasi della Lunari, in cui ci si riunisce, si celebra e si pratica. *Cosa aspettarsi dal Circle Moon: - meditazione di gruppo ed esercizi spirituali – si inizia sempre con un’apertura
del cerchio dove ci si presenta, si presenta la serata e si inizia con una meditazione di gruppo, per meglio prepararci ai vari esercizi che si andranno a svolgere; - pratiche di divinazione e rituali, inerenti alle fasi lunari – seguendo la tradizione ritualistica della Wicca, si celebra un rito dove al suo interno si inseriscono pratiche energetiche e divinatorie legati alle fasi lunari (calante-crescente), che rappresentano le fasi della vita; - riti di purificazione ed esercizi di radicamento – si svolgono esercizi di radicamento e connessione con gli Elementi, si svolge un rito di purificazione, con l’intento anche di alleviare lo stress settimanale; - circolo di condivisione e confronto – sarà un momento di condivisione, confronto, dove si approfondiscono tematiche di interesse comune.
Gli incontri si svolgono dal vivo a Roma (zona Garbatella/Regione Lazio), con una cadenza mensile e di venerdì sera, dalle ore 21 alle ore 23 – si è scelto il venerdì perché in genere questo giorno conclude la settimana lavorativa, e vogliamo che il Circle Moon sia un momento rigenerativo e quindi che vi prepari a vivere il weekend con più energia e leggerezza. Maggiori Info: https://italus.info/circle-moon/
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Come Associazione siamo vicine e supportiamo tutte le persone di ogni nazione, che sono ostaggio di governi che provocano guerre, distruggono economie e soggiogano le nostre vite. La guerra è il massacro di persone che non si conoscono, per conto di persone che si conoscono ma non si massacrano. Così giustamente affermava Il filosofo francese Paul Valéry. Sono tante le guerre nel mondo, molte sono quelle dimenticate dall’attenzione pubblica, questa in Ucraina ci coinvolge essendo un conflitto che sta contrapponendo due blocchi geopolitici, e rischia di degenerare in qualcosa di più drammatico.
ITALUS COMUNICA
PEACE CIRCLE MOON
Come Associazione, e su richiesta di coloro che ci seguono, abbiamo deciso di indire sei incontri per promuovere la Pace e il Buon Senso. Incontri che possono essere seguiti da tutta Italia. Nei giorni del 1, 4, 7, 10, 13, 16 aprile, dalla Luna Nuova fino al Plenilunio, ogni due giorni in qualsiasi luogo tu sia, a qualsiasi orario tu voglia sei invitato a unirti all’iniziativa “Peace Circle Moon”. Si tratta di un evento di solidarietà a favore della pace nel mondo ed in Ucraina, promosso dalla Coven wiccan Quadrifoglio e dalla Italus Associazione. L’iniziativa consiste nell’accensione di una candela e nella recita di una formula che noi consigliamo, in un video pubblicato nel nostro canale youtube, seguita dalla recita di un mantra (o uno a vostra scelta ) in un qualsiasi momento della giornata. L’importante è dedicare in questi specifici giorni del tempo per auspicare la soluzione del conflitto. Crediamo fortemente che la forza di volontà, la visualizzazione, il chiaro e deciso intento siano armi potenti, per cui vogliamo unirci in specifiche giornate per focalizzare la nostra attenzione ed inviare al mondo dei pensieri e delle immagini di speranza, pace, buon senso e lungimiranza. Saranno gradite delle vostre foto o video, in cui accendete una candela o recitate un mantra, da inviare tramite WhatsApp al seguente numero 350 045 7148 Le foto, o video, saranno trattate da noi tutelando la privacy e garantendo l’anonimato.
Grazie! Maggiori Info: https://italus.info/partecipa-al-peace-circle-moon/
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ITALUS COMUNICA
UNA TARGA A ROMA E TIVOLI PER LA MEMORIA PAGANA 2023 Dopo dodici anni di commemorazioni svolte su Roma da noi, Associazione Italus, e a distanza di sedici anni da quando è stata ideata questa commemorazione (nel 2006), abbiamo deciso di “cristallizzare” con due Targhe commemorative questa “Giornata della Memoria Pagana”. In occasione della Giornata della Memoria Pagana del 2023, noi, Italus Associazione, affiggeremo due targhe nelle città di Roma e in quella di Tivoli, in prossimità dei Templi di Vesta. Le pratiche sono state già avviate agli enti preposti nella giornata del 24 febbraio 2022. Per supportare questo progetto noi come Italus Associazione abbiamo creato una Raccolta Fondi, in modo tale che possiamo ammortizzare i costi per la realizzazione e l’affissione della Targa, ci servono circa 800 euro. Abbiamo istituisto questa Raccolta Fondi perché nel frattempo stiamo lavorando al progetto Sakros che è molto dispendioso. Link Raccolta Fondi (donazione libera): https://gofund.me/7a85d966 In ogni caso è nostra intenzione per la Giornata della Memoria Pagana del 2023 creare e affiggere queste due targhe. Ringraziamo di cuore tutti coloro che aderiranno al progetto. Per maggiori informazioni scrivere a: italus.info@gmail.com Qui presentiamo la Targa (in fase ancora di approvazione) che vorremmo affiggere nell’area adiacente ai due Templi di Vesta presenti a Roma e a Tivoli.
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Il Progetto Sakros è un progetto dell’Associazione Italus. L’idea è quella di creare dei giardini “alchemici” dove l’uomo può trovare la sua connessione con la trascendenza divina. Sakros è un giardino che accoglie l’essere umano e intende facilitare la sua “riconnessione” con la Natura, un punto di riferimento per spiritualità legate ai cicli naturali, un luogo che funge anche il compito di sensibilizzare la cittadinanza ad un maggiore rispetto per l’ambiente. Il progetto ha anche il fine di riqualificare parchi (o parte di essi) e regalare alla città uno spazio verde curato e ben strutturato dove potersi rilassare. Se è vero che noi, associazione Italus promotrice del progetto, siamo legati alla Wicca come spiritualità, è anche vero non vogliamo offrire un luogo strettamente legato alla Wicca, ma vogliamo creare un giardino “alchemico” aperto a tutti, accogliente e privo di simboli religiosi, privo non perché ateo, ma perché auspichiamo che chiunque possa al suo interno ritrovare la propria connessione con il Divino.
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SAKROS
MAGGIORI INFO: http://progettosakros.blogspot.com
- alcune foto -
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IL PRIMO SAKROS A ROMA 2022 / 2024 Abbiamo intenzione di realizzare il primo Sakros nella città Roma e abbiamo già individuato l’area. L’area che abbiamo scelta è situata nel quartiere Garbatella, municipio VIII°. Il Sakros che realizzeremo avrà una forma circolare, così come da noi è stato progetto, con un diametro di 15 metri, una circonferenza di 47 metri circa, ed una superficie di circa 176 mq. Le aree interne (che ospiteranno delle stele artistiche), saranno orientate secondo i punti cardinali, e la circonferenza del Sakros ospiterà alberi di alto fusto e delle siepi verdi, mentre alcune aiuole interne ospiteranno delle piante aromatiche. Per poterlo realizzare abbiamo bisogno di circa 15 mila euro – per poter iniziare a realizzarlo – per questo abbiamo lanciato una Raccolta Fondi. Al raggiungimento di almeno metà budget avvieremo i lavori per la realizzazione del Sakros (tracciamento dell’area, prime piante messe a dimora), e sarà nostra premura documentare tutto. Come Associazione chiediamo quindi il vostro aiuto per finanziare questo progetto, che ha anche l’obiettivo (non certo secondario) di riqualificare un parco e offrire alla città di Roma un giardino. Ci siamo dati tempo di 2 anni (a partire da marzo 2022), anche se è nostra intenzione iniziare i lavori entro un anno. Link Raccolta Fondi (donazione libera): https://gofund.me/b63f6122 Ringraziamo di cuore tutti coloro che aderiranno al progetto.
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Sono Disponibili on-line i Risultati del Questionario che abbiamo lanciato nei mesi di giugno e luglio 2021! Potrete visionarli e/o eventualmente scaricarli a questi indirizzi: Link Questionario Neopagano 2021 https://drive.google.com/file/d/1oAuG-bxBEx7EdBbbQat_FkZfqYpUW8c0/ view?usp=sharing Link Tutte le Risposte - Questionario Neopagano 2021 https://drive.google.com/file/d/1Z_WEDU9MU9w5hKI6UxxOarTgEwxSHdCU/ view?usp=sharing
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RISULTATI DEL QUESTIONARIO NEOPAGANO 2021!
Ringraziamo tutte le persone che hanno partecipato rispondendo ai vari quesiti e chi vorrà leggere le informazioni raccolte attraverso questo progetto. Per comunicare con noi è a vostra disposizione la seguente pagina fb: https://www.facebook.com/Questionario-Neopagano-334807359934537
Progetto a cura di: Italus Associazione Rivista Pimalaya Sarah Bernini Federico Monelli
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PROGRAMMA WORKSHOP Anno 2022
Partecipa al PEACE CIRCLE MOON
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La Italus Associazione per il dodicesimo anno ha celebrato la Giornata della Memoria Pagana nella città di Roma, riunendosi in una commemorazione presso il Parco del Laghetto dell’Eur, giovedì 24 febbraio... Ringraziamo tutti coloro che vi hanno preso parte. Grazie! Italus Ass. & Coven wiccan del Quadrifoglio Maggiori Info: https://giornopaganodellamemoria.blogspot.com/p/xii-giornata-della-memoria-pagana-24-02.html
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XII° GIORNATA DELLA MEMORIA PAGANA 2022
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ITALUS COMUNICA 13
ITALUS Workshop - Laboratorio Italus Qui alcune foto dei nostri eventi svolti nei mesi di gennaio, febbraio e marzo del 2022 ovviamente sono attività svolte online tramite il nostro gruppo del Laboratorio Italus. Altri contenuti video sono disponibili invece nel nostro Canale YouTube. Italus Ass. & Coven wiccan del Quadrifoglio
Come Associazione che opera anche nella Spiritualità della Wicca, non possiamo essere indifferenti a quanto sta accadendo in Ucraina. Noi ripudiamo ogni forma di violenza, di sopruso, la guerra è un orrore incomprensibile, esprimiamo vicinanza al popolo ucraino auspichiamo una veloce risoluzione ed un ripristino della PACE. Queste sono alcune foto del nostro Circle Moon, svoltosi la sera del 25 febbraio 2021 a Roma (Italia) e del momento che abbiamo dedicato all’Ucraina e a questa crisi. Italus Ass. & Coven wiccan del Quadrifoglio
Maggiori Info: https://italus.info/circle-moon/
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CIRCLE MOON febbraio - marzo 2022
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ITALUS E I SUOI PROGETTI ITALUS ASSOCIAZIONE CULTURALE WICCA Italus è un’Associazione Culturale Wicca, senza scopo di lucro, apolitica, fondata sul volontariato, che opera nel campo delle spiritualità Wicca, della Cultura, del Benessere, dell’Ambiente e della Solidarietà e che, tramite attività rivolte ai soci e alla collettività, intende favorire la crescita culturale, etica e spirituale degli individui. Maggiori Info: Sito Ufficiale: https://www.italus.info Facebook: https://www.facebook.com/italus.associazione/?ref=hl Twitter: https://twitter.com/ITALUS_forum
CENTRO STUDI DELL’ASSOCIAZIONE ITALUS (C.S.I.) Il Centro Studi dell’Associazione Italus riunisce tutte le persone interessate, professionisti e semplici appassionati, che hanno un serio interesse per: • lo studio dei diversi aspetti delle culture del mondo; • la tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale italiano (paesaggio e beni culturali); • lo studio, la pratica e la tutela della spiritualità comune wicca e in generale neopagana; • lo studio delle scienze naturali come supporto alla medicina occidentale; • uno sviluppo sociale, economico e tecnologico in armonia con la natura; • l’organizzazione di progetti d’interesse sociale. Maggiori Info: http://www.italus.info/centro-studi2.html
ARTEMISIA Rivista Artemisia è una rivista d’informazione, legata alla vita dell’Associazione Italus, ma con un occhio attento sul mondo che ci circonda, sulla cultura e sulla spiritualità Neopagana. Artemisia è una pubblicazione trimestrale on-line, gratuita, dunque non cartacea. Come organo di espressione dell’Associazione Italus, si propone come novità tra le pubblicazioni tipiche delle associazioni culturali. Maggiori info: http://www.artemisia1.blogspot.it
ITALUS EDIZIONI Italus Edizioni è un servizio editoriale (non è una vera e propria casa editrice) qualificato proposto dall’Associazione Italus a chi voglia avere la possibilità di veder stampati i propri libri in modo economico. Pubblichiamo libri, realizzati in vari formati, spaziando in ambiti disparati: saggistica e varia (storia, arte, fotografia, religione, filosofia, ecc.), narrativa, poesia, ecc. In formato cartaceo o anche digitale (e-book)! Maggiori info: http://www.italusedizioni.blogspot.it/
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Maggiori info: http://spiritualbenessere.blogspot.it/
PAGAN SERVICES (Servizi Pagani) Pagan Services è una serie di servizi offerti dall’Associazione Italus per la comunità Neopagana Italiana. Pagan Services offre a chi lo desidera, Cerimonie di Handfasting, Rituali di Benvenuto, Handparting e Cerimonia di Commemorazione. Maggiori info: http://paganservices.blogspot.it/
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SPIRITUAL WELL-BEING (benessere spirituale) Spiritual Well-Being è un progetto che propone incontri, corsi e pratiche tutte concentrate al benessere spirituale/energetico. Come Associazione siamo certi e convinti che l’uomo può vivere serenamente, che il segreto sta in noi e dobbiamo solo scoprirlo, siamo convinti che si può vivere felicemente, senza sofferenze. Cercheremo di dimostrarvelo, invitandovi a partecipare ai nostri incontri e di provare in prima persona.
ACCADEMIA WICCA ITALIANA (a.w.i.) Una vera e propria Scuola on-line, un percorso dalla durata di 3 Anni. Il nome Accademia infatti è stato adottato non per caso. Essendo la Wicca una spiritualità influenzata da varie correnti filosofiche ed esoteriche, è inevitabile quindi uno studio anche delle filosofie (quelle più influenti nella wicca) e della storia (sia della wicca ma anche della decadenza del paganesimo antico oltre che della stregoneria). Ecco quindi che come un’accademia “classica” si darà modo di studiare materie che arricchiscono culturalmente il “neofita” (affronteremo anche nozioni di alchimia per esempio). Come tutte le scuole, anche l’A.W.I. ha un programma teorico e pratico e prevede una serie di valutazioni, con promozioni o bocciature se non anche le espulsioni. Maggiori Info: http://accademiawiccaitaliana.blogspot.com/ ARTEMIDEA ArtemIdea è un e-commerce della Italus Associazione. Per poter garantire buoni servizi gratuiti o a prezzi molto economici abbiamo ritenuto opportuno creare un e-commerce per auto-finanziarci e far fronte alle varie spese associative.…. ARTEM IDEA può considerarsi un bazar, dove al suo interno si può trovare un po’ di tutto; - Bijoux, - Idee Regalo, - Arte Visiva, - Oggettistica, - Accessori, - Artigianato di vario tipo, con una sezione riservata alla - WICCA. Maggiori info: http://artemideashop.blogspot.it/
CIRCLE MOON Circle Moon (circolo lunare) è un incontro mensile organizzato dalla Italus Associazione e dalla Coven wiccan del Quadrifoglio. Un incontro serale che segue le fasi della Lunari, in cui ci si riunisce, si celebra e si pratica. Gli incontri sono aperti a tutti, wiccan e non, certamente per chi è interessato alla Wicca questo è un incontro molto utile. Maggiori Info: https://italus.info/circle-moon/
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PERCORSI ITALIANI Percorsi Italiani è un progetto ideato dal Centro Studi Italus, nasce dalla consapevolezza di vivere in una nazione particolarmente ricca di bellezze paesaggistiche, montane e marine, di tesori artistici e architettonici, di cultura e di storia. Grazie a chi collabora in questo progetto potremo creare video e guide totalmente gratuite! Maggiori Info: http://www.percorsitaliani.blogspot.it
SOPHIA Sophia è un progetto del Centro Studi della Italus Associazione. “Sophia” parla di Filosofia ma non la tratterà nel “modo classico”, ma in un “modo alternativo”. Il passato ci serve come spunto, ma è nel presente che vogliamo proiettarci! “Sophia” non vuole insegnare la filosofia, non vuole raccontare la biografia degli autori, ma vuole formulare nuove idee, nuovi pensieri, con persone comuni e pensanti, il tutto prendendo spunto dal pensiero passato proiettandolo però in un’ottica moderna. Maggiori Info su: http://www.progettosophia.blogspot.it
MEMORIE STORICHE Memorie Storiche ha come intento la promozione culturale e stimolare la conoscenza, la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio culturale italiano. Concepiamo il viaggio (la visita) come occasione di arricchimento e di crescita personale, suscitando la curiosità delle persone per i nostri beni culturali in generale (musei, aree archeologiche, ecc.). È una iniziativa del Centro Studi dell’Associazione Italus. Al progetto collabora anche l’Associazione Artès. Maggiori Info: http://www.memoriestoriche1.blogspot.it
CLIO Clio è un progetto ideato dal Centro Studi Italus, l’intento è quello di commemorare i più importanti personaggi che hanno contribuito alla nascita del Neopaganesimo e, più in generale, influenzato l’Esoterismo moderno. Maggiori Info: http://www.clioprogetto.blogspot.it
GIORNATA DELLA MEMORIA PAGANA La Giornata della Memoria Pagana è un progetto dell’ Associazione Italus, che vuole ricordare tutte le vittime innocenti, uccisi o torturati, solo perché fedeli ad antichi culti pre-cristiani o a ideali diversi da quelli dominanti nei secoli scorsi. Esso si ispira al più conosciuto evento del Giorno Pagano Europeo della Memoria. Maggiori Info: http://www.memoriapagana1.blogspot.it
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L’Evento si svolgerà ogni anno nella città di Roma, nel fine settimana successivo al Solstizio d’Estate. Maggiori Info: http://www.solstizioestate.blogspot.it
ITALUS WEEKEND L’Italus Weekend è un “ritiro spirituale” che la Italus Associazione organizza annualmente dal 2016, intorno all’ultimo weekend di maggio. Un Weekend dedicato al benessere spirituale, immersi nella natura, con svolgimento di pratiche sciamaniche, rituali wiccan di purificazione e di ringraziamento, meditazioni, con momenti dedicati all’escursione e ad esercizi per il benessere fisico e spirituale.
ITALUS COMUNICA
SOLSTIZIO D’ESTATE Solstizio d’Estate, con questo progetto l’Associazione, con la collaborazione della Coven Wica Italica del Quadrifoglio, vuole condividere con chi lo vuole, i festeggiamenti del Solstizio d’Estate.
Maggiori Info: https://italusweekend.blogspot.com/
SAKROS Il Progetto Sakros è un progetto dell’Associazione Italus. L’idea è quella di creare dei giardini “alchemici” dove l’uomo può trovare la sua connessione con la trascendenza divina. Sakros è un giardino che accoglie l’essere umano e intende facilitare la sua “riconnessione” con la Natura, un punto di riferimento per spiritualità legate ai cicli naturali, un luogo che funge anche il compito di sensibilizzare la cittadinanza ad un maggiore rispetto per l’ambiente. Il progetto ha anche il fine di riqualificare parchi (o parte di essi) e regalare alla città uno spazio verde curato e ben strutturato dove potersi rilassare. Maggiori Info: http://www.progettosakros.blogspot.it
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ITALUS ASSOCIAZIONE CULTURALE WICCA Programma Primavera 2022 Le date e maggiori informazioni saranno pubblicate all’interno del Sito Internet dell’Associazione e nelle Pagine Facebook, Twitter e Instagram
www.italus.info
Per maggiori informazioni a riguardo scriveteci alla E-mail: italus.info@gmail.com *** *** *** Qui di seguito riportiamo i workshop e gli eventi in programma, i Workshop si spera che dalla primavera potremmo svolgerli sia dal vivo (con la presenza di altre persone), ma in ogni caso continueranno ad essere trasmessi anche online (all’interno del Laboratorio Italus).
Mensilmente saranno organizzati i Circle Moon, le date saranno pubblicate di volta in volta nelle nostre pagine social e al seguente link: https://italus.info/circle-moon/ Nei giorni 1, 4, 7, 10, 13, 16 Aprile si svolgerà il Peace Circle Moon * Aprile - Segnature - venerdì 1 aprile -
Le segnature erano un antico rito di cura praticato nelle campagne di tutta Italia. In passato ci si affidava a questa pratica per essere curati in seguito a cadute, Herpes zoster, bruciature o storte. Questo Workshop ha l’intento di amntenere viva la memoria culturale di questa antica usanza.
* Maggio - Astrologia, luna e venere ---Parleremo di Astrologia e dell’influenza della Luna e del pianeta Venere nel tema natale. * Maggio - ITALUS WEEKEND 2022 - venerdì 20 - sabato 21 - domenica 22 - Umbria Maggiori info nelle nostre pagine social e al seguente link: https://italusweekend.blogspot.com/p/italus-weekend-2022.html * Giugno - Elemento Fuoco ---Parleremo dell’Elemento Fuoco, legato alla stagione estiva. * Giugno - Celebrazione con rito wiccan del Solstizio d’Estate - sabato 18 giugno maggiori info saranno pubblicati nel blog: http://solstizioestate.blogspot.com/ Maggiori info sui Workshop li troverete su www.laboratorioitalus.blogspot.com *** *** ***
* Per saperne di più, sui Corsi che la Italus offre, potete farlo tramite il seguente link: www.spiritualbenessere.blogspot.it
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ITALUS COMUNICA SITO INTERNET (ufficiale): http://www.italus.info
E-MAIL (ufficiale): italus.info@gmail.com
TWITTER:: https://twitter.com/ITALUS_forum
PINTEREST: https://pinterest.it/ItalusAssociazione/_saved/
FACEBOOK: https://facebook.com/italus.associazione
INSTAGRAM:
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YOUTUBE: https://youtube.com/c/ITALUSassociazione/videos
Artemisia è consultabile gratuitamente su: * Issuu * piattaforma di pubblicazione digitale www.isuu.com/artemisia1
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CONTATTI
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ARTEMISIA
Anno XI°, N° 44 Qui di seguito riportiamo gli indirizzi di posta elettronica dell’Associazione Italus, strumenti di contatto tra l’Associazione e il pubblico tesserato e non.
Aprile / Giugno 2022 *** *** *** *** *** *** DIRETTORE:
Sito internet dell’Associazione Italus: www.italus.info http://www.italus.info
Blog della Rivista Artemisia: http://www.artemisia1.blogspot.it
Tommaso Dorhe REDATTORI:
Sabrina Lombardini (Sibilla) Tommaso Dore Leron (Francis Voice) Claudia G. GRAFICO - Art Director:
E-mail per informazioni generiche sull’Associazione italus.info@gmail.com
Fracesco - VoxGraphic (http://www.voxgraphic.it)
*** *** *** E-mail del Presidente dell’Associazione e del Consiglio Direttivo dell’Associazione italus.info@gmail.com
E-mail della rivista on-line Artemisia, per collaborare e inviare articoli; per comunicare con la rivista o inoltrare suggerimenti italus.info@gmail.com
E-mail per il Centro Studi Italus italus.info@gmail.com
Questa rivista non rappresenta un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001, essendo strumento informativo interno all’Associazione Italus. Il copyright degli articoli appartiene ai rispettivi autori.
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FORUM NON LO HANNO DETTO LORO
“DIO È MORTO, MARX PURE, E ANCHE IO NON MI SENTO MOLTO BENE” Il web attribuisce questa riflessione sulla fine delle ideologie a Woody Allen, ma è un errore: la citazione appartiene invece a Eugene Ionesco, drammaturgo rumeno, noto come uno dei maggior esponenti del “teatro dell’assurdo”, dove la comicità e il nonsense diventano il mezzo con cui mettere in scena l’angoscia e la follia della condizione umana. “EPPUR SI MUOVE!” Costretto all’abiura delle sue teorie astronomiche, Galileo Galilei avrebbe detto ai giudici: “Eppur si muove”, riferendosi alla Terra. In realtà non è andata così: la frase gli fu attribuita dal-
lo scrittore Giuseppe Baretti, che ricostruendo la vicenda nel 1757, un secolo dopo, in un’antologia scritta in difesa dello scienziato, mise queste parole in bocca a Galilei. “ELEMENTARE WATSON” Sherlock Holmes non ha mai pronunciato questa frase, e Arthur Conan Doyle non l’ha mai scritta. Tuttavia in una pagina de Il caso dell’uomo deforme c’è uno scambio di battute che potrebbe aver generato la leggenda: Watson, dopo aver ascoltato una delle deduzioni di Holmes, dice: «Semplice!». E Holmes risponde: «Elementare!». “L’IMPORTANTE NON È VINCERE, MA PARTECIPA-
RE” Pierre de Coubertin non è l’autore di questa frase memorabile, ma ha il merito di averla divulgata: la citazione appartiene in realtà ad un vescovo della Pennsylvania, Ethelbert Talbot. Lo stesso de Coubertin, quando la pronunciò, ne citò la fonte. “PANTA REI” (tutto scorre) Viene solitamente attribuita al filosofo Eraclito, in realtà non ce n’è traccia nei suoi scritti. È Platone che nel “Cratilo” scrive: «Dice Eraclito “che tutto si muove e nulla sta fermo” e confrontando gli esseri alla corrente di un fiume, dice che “non potresti entrare due volte nello stesso fiume”». Dove però dell’espressione “tutto scorre” non c’è traccia.
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“FOLLIA È FARE SEMPRE LA STESSA COSA E ASPETTARSI OGNI VOLTA UN RISULTATO DIVERSO” Attribuita ad Albert Einstein, in realtà la frase non è mai stata pronunciata da lui. La fonte originale è la scrittrice americana Rita Mae Brown e la citazione appare nel suo libro “Morte improvvisa” del 1983.
faceva notare che il popolo era affamato. Ma è falso, fu l’illuminista Jean-Jacques Rousseau, che nelle sue “Confessioni” riportava questa frase in riferimento ad un evento del 1741, cioè 14 anni prima che Maria Antonietta nascesse.
“SE L’APE SCOMPARISSE DALLA FACCIA DELLA TERRA, ALL’UOMO NON RESTEREBBERO CHE QUATTRO ANNI DI VITA” Sempre ad Einstein viene attribuita anche questa frase, di cui però nei suoi scritti non c’è traccia.
“FATTA L’ITALIA, BISOGNA FARE GLI ITALIANI” Attribuita allo scrittore e politico Massimo D’Azeglio, ma non è così. D’Azeglio ne “I miei ricordi” (1867), scrive: «…il primo bisogno d’Italia è che si formino Italiani dotati d’alti e forti caratteri. E pur troppo si va ogni giorno più verso il polo opposto: pur troppo s’è fatta l’Italia, ma non si fanno gl’Italiani».
“NON HANNO PANE? CHE MANGINO BRIOCHES” È una frase attribuita a Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI, regina di Francia, ghigliottinata nel 1793, in risposta a chi le
“SII TE STESSO; TUTTI GLI ALTRI SONO GIÀ STATI PRESI” Ha certamente scritto aforismi memorabili Oscar Wilde, ma non questo. Nel “De Profundis”,
Wilde scrive: “La maggior parte delle persone sono altre persone. I loro pensieri sono le opinioni di qualcun altro, le loro vite un’imitazione, le loro passioni una citazione”. E in un’introduzione al libro del 1882, lo ribadisce:” La vita vera di una persona è così spesso la vita che non si conduce”. “IL PARADISO PER IL CLIMA, L’INFERNO PER LA COMPAGNIA” Attribuita a diversi padroni, da Mark Twain a Oscar Wilde, ma il titolare è un altro: il primo a dire qualcosa di simile fu il politico Benjamin Wade: «Penso, da tutto quello che posso sapere, che il paradiso ha il miglior clima, ma l’inferno ha la miglior compagnia».
Vanessa Utri
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PERCHÉ LA DATA DI PASQUA È “MOBILE”?
Agli albori dei Cristianesimo, la risurrezione era ricordata ogni domenica. Successivamente, la Chiesa cristiana decise di celebrarla soltanto una volta l’anno, ma parecchie correnti religiose dibatterono tra di loro per stabilire la data dell’evento. Le controversie ebbero termine con il concilio di Nicea, nel 325 d.C., che affidò alla Chiesa di Alessandria d’Egitto il compito di decidere ogni anno la data. COME SI CALCOLA OGGI LA PASQUA. Partendo dalle norme del Concilio di Nicea, si stabilì che la Pasqua doveva cadere la domenica seguente la prima luna piena di primavera. La data si calcola
quindi sulla base dell’equinozio di primavera e della luna piena, utilizzando per il computo il meridiano di Gerusalemme, luogo della morte e risurrezione di Cristo. Ecco perché è una festa che varia di anno in anno. La data della Pasqua ortodossa non coincida con quella cattolica, perché la Chiesa ortodossa utilizza per il calcolo il calendario giuliano, anziché quello gregoriano. Pertanto, la Pasqua ortodossa cade, in genere, circa una settimana dopo quella cattolica.
Quest’anno la Pasqua è Domenica 17 Aprile 2022 – questo perché sabato 16 è il primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera per cui la domenica successiva è stata fissata la Pasqua.
Tommaso
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IL MITO DI ADONE: il Bello e Dannato
Luca Giordano - Adone ucciso dal cinghiale - 1682-85 Adone (in greco Άδωνης o Άδωνις) era un dio collegato ai culti misterici e ad altre divinità non elleniche, come quella egizia Osiride. Nella mitologia greca era nato dall’unione incestuosa tra Cinira, re di Cipro, e sua figlia Mirra (o Smirna). Questa unione infausta fu volere di Afrodite, che si era adirata per il fatto che la madre di Mirra, Cancreide, aveva affermato che la figlia fosse più bella persino di Afrodite. La dea dunque fece innamorare la figlia del padre, col quale Mirra si unì mentre era ubriaco ed inconsapevole di tutto. Adone venne alla luce accolto dalle ninfe dei boschi, che lo allevarono nelle grotte di Arabia. Il fanciullo era molto bello (simboleggiava appunto la bellezza maschile).
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Talmente bello che appunto fece innamorare Afrodite, oltre che Persefone, regina dell’Ade. A quest’ultima Afrodite affidò Adone, per la sua protezione, ma Persefone se ne innamorò e lo segregò con sé nel suo palazzo. Saputo ciò, Afrodite si adirò e andò nel Tartaro, tuttavia Persefone non avrebbe rinunciato ad Adone. La questione fu affidata a Zeus, il quale, non sapendo che decidere, affidò a sua volta la faccenda alla musa della poesia, Calliope. Quest’ultima decretò che Adone avrebbe passato un terzo dell’anno con Afrodite, un terzo con Persefone ed un terzo con una persona di sua scelta. Afrodite però voleva il giovane tutto per sé e, non contenta, con un oggetto magico attirò a
sé Adone, togliendolo a Persefone. Secondo Ovidio, per sbaglio il figlio di Afrodite, Eros, colpì la madre con una freccia che la fece follemente innamorare dell’Adone ormai adulto. Da Adone, Afrodite ebbe diversi figli, fra cui Priapo. Secondo alcuni mitografi, Adone fu ucciso da Ares, geloso amante della dea, o da Apollo ed Artemide. Dal sangue del cadavere di Adone nacquero gli anemoni. Infine, Zeus concesse a Adone di passare quattro mesi all’anno nell’Ade, quattro sulla terra con Afrodite e quattro dove avesse voluto lui. In onore di Adone, ad Atene, venivano celebrate le Adonie, durante le quali, annualmente, ci si lamentava della morte del dio.
gevano tra profumi, vino e pranzi nelle abitazioni private. Il commediografo greco Difilo definisce le Adonie un autentico bordello e della loro licenziosità ci informa anche Menandro.[1] Questo carattere promiscuo e libertino differenziava profondamente le Adonie dall’altra festa delle donne, le Tesmoforie, che erano pubbliche, solenni e caste: vi partecipavano solo le donne sposate a liberi cittadini, ed erano esclusi le schiave e gli uomini. In Atene la prima parte della festa rappresentava il lutto per la morte di Adone, con pianti e lamenti di donne e canti di dolore. Seguiva la seconda parte con riti simili a quelli alessandrini sopra descritti. Durante le Adonie le donne piantavano cereali e ortaggi in vasi e cesti, posti sui tetti perché essiccassero in fretta, questi vasi piantati con cereali venivano chiamati “giardini di Adone”. Nelle Adonie ateniesi una fase era dedicata alle lamentazioni in ricordo della morte prematura di Adone, ma si evocavano soprattutto i piaceri dell’amore fuori del matrimonio.
Conosciuti come “sepolcri”, vengono allestiti surante la settimana santa, in realtà derivano dai giardini di Adone
LE ADONIE, UNA TRADIZIONE CHE LA RITROVIAMO NELLA PASQUA CRISTIANA. Tra le tradizioni popolari cristiane che riguardano il periodo pasquale, c’è quella di preparare il rituale dei “Sepolcri di Cristo”. Una tradizione che affonda le sue radici nei rituali pagani, e che vuole ricordarci la stretta connessione tra la morte e la resurrezione. La morte e la rinascita della vita vengono simbolicamente venerate attraverso la creazione dei “Giardini di Adone”, con piante, spighe e fiori realizzati per osservare il Giovedì Santo, glorificando il Cristo e ringraziando la natura per le sue messi. Si dice che la tradizione debba seguire un attento rituale a partire dalla scelta dei semi che daranno vita ai germogli. Questi devono essere di un bel color giallo grano, ma qualunque seme può essere utilizzato allo scopo, l’importante è osservare le regole. Un vaso o un piattino decorato, dell’ovatta o del cotone, un pugno di semi di grano, o fagioli, o lenticchie (anche misti), un luogo buio e la garanzia di una costante umidità (magari a giorni alterni e con l’uso di uno spruzzino), sono i requisiti che faranno crescere il vostro Giardino da offrire sull’altare. Alcuni preferiscono far crescere i semi su una manciata di terriccio, ma sarà sufficiente l’ovatta bagnata per garantirne la germinazione. Ci vorranno tra i 20 e i 25 giorni, perché i Sepolcri possano crescere sufficientemente, quindi, qualora voleste rispettare la tradizione non perdete tempo.
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LE ADONIE Le Adonie avevano luogo in primavera oppure in estate. Nel primo caso, i riti ricordavano e rappresentavano il dolore per la scomparsa di Adone e tosto la gioia per il suo ritorno; nel secondo, i vari aspetti della vita vissuta in compagnia di Afrodite e bruscamente troncata dalla morte. Cadevano in primavera le Adonie di Biblo (in Siria) e di Atene; in estate, quelle di Antiochia e di Alessandria. Di queste ultime ci offre una descrizione vivace e particolareggiata (per il tempo di Tolomeo Filadelfo), il XV idillio di Teocrito: si portavano in processione le immagini di Adone e di Afrodite, circondate da simboli di ogni specie della lussureggiante natura estiva e dai cosiddetti giardini di Adone; il canto magnificava la gioia dell’amore delle due divinità ma ricordava l’appressarsi dell’ora fatale della separazione ed augurava il ritorno di Adone l’anno venturo. Le Adonie ateniesi non erano feste pubbliche: lo scoliaste al v. 389 della Lisistrata di Aristofane precisa che la città non le finanziava né le organizzava; si svol-
Arved
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EARTH DAY
Come ogni anno, il 22 aprile ricorre la Giornata della Terra, l’Earth Day. L’Earth Day (Giornata della Terra) è la più grande manifestazione ambientale del pianeta, l’unico momento in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia. La Giornata della Terra, momento fortemente voluto dal senatore statunitense Gaylord Nelson e promosso ancor prima dal presidente John Fitzgerald Kennedy, coinvolge ogni anno fino a un miliardo di persone in ben 192 paesi del mondo. Le Nazioni Unite celebrano l’Earth Day ogni anno, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, il 22 aprile. Nata il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra. Come movimento universitario, nel tempo, la Giornata della Terra è divenuta un avvenimento educativo ed in-
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formativo. I gruppi ecologisti lo utilizzano come occasione per valutare le problematiche del pianeta: l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili. Si insiste in soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell’uomo; queste soluzioni includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate. L’idea della creazione di una “Giornata per la Terra” fu discussa per la prima volta nel 1962. In quegli anni le proteste contro la guerra del Vietnam erano in aumento, ed al senatore Nelson venne l’idea di organizzare un “teach-in” sulle questioni am-
bientali. Nelson riuscì a coinvolgere anche noti esponenti del mondo politico come Robert Kennedy, che nel 1963 attraversò ben 11 Stati del Paese tenendo una serie di conferenze dedicate ai temi ambientali. L’Earth Day prese definitivamente forma nel 1969 a seguito del disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oi al largo di Santa Barbara, in California, a seguito del quale il senatore Nelson decise fosse giunto il momento di portare le questioni ambientali all’attenzione dell’opinione pubblica e del mondo politico. “Tutte le persone, a prescindere dall’etnia, dal sesso, dal proprio reddito o provenienza geografica, hanno il diritto ad un ambiente sano, equilibrato e sostenibile”. Il 22 aprile 1970, ispirandosi a questo principio, 20 milioni di cittadini americani si mobilitarono per una manifestazione a difesa della Terra. I gruppi che sin-
FORUM golarmente avevano combattuto contro l’inquinamento da combustibili fossili, contro l’inquinamento delle fabbriche e delle centrali elettriche, i rifiuti tossici, i pesticidi, la progressiva desertificazione e l’estinzione della fauna selvatica, improvvisamente compresero di condividere valori comuni. Migliaia di college e università organizzarono proteste contro il degrado ambientale: da allora il 22 aprile prese il nome di Earth Day, la Giornata della Terra. La copertura mediatica della prima Giornata Mondiale della Terra venne realizzata da Walter Cronkite della CBS News con un servizio intitolato “Giornata della Terra: una questione di sopravvivenza”. Fra i protagonisti della manifestazione anche alcuni grandi nomi dello spettacolo statunitense tra cui Pete Seeger, Paul Newman e Ali McGraw. La Giornata della Terra diede una spinta determinante alle iniziative ambientali in tutto il mondo e contribuì a spianare la strada
al Vertice delle Nazioni Unite del 1992 a Rio de Janeiro. Nel corso degli anni l’organizzazione dell’Earth Day si dota di strumenti di comunicazione più potenti arrivando a celebrare il proprio ventesimo anno di fondazione con una storica scalata sul monte Everest in cui un team formato da alpinisti statunitensi, sovietici e cinesi, realizzò un collegamento mondiale via satellite. Al termine della spedizione tutta la squadra trasportò a valle oltre 2 tonnellate di rifiuti lasciati sul monte Everest da precedenti missioni. Nel 2000, grazie alla diffusione di internet, lo spirito fondante dell’Earth Day ed in generale la celebrazione dell’evento vennero promosse a livello globale. L’evento che ne conseguì riuscì a coinvolgere oltre 5.000 gruppi ambientalisti al di fuori degli Stati Uniti, raggiungendo centinaia di milioni di persone, e molti noti personaggi dello spettacolo come l’attore Leonardo di Caprio.
Nel corso degli anni la partecipazione internazionale all’Earth Day è cresciuta superando oltre il miliardo di persone in tutto il mondo: è l’affermazione della “Green Generation”, che guarda ad un futuro libero dall’energia da combustibili fossili, in favore di fonti rinnovabili, alla responsabilizzazione individuale verso un consumo sostenibile, allo sviluppo di una green economy e a un sistema educativo ispirato alle tematiche ambientali.
Valeria Dosa
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25 APRILE
La Festa della Liberazione in Italia si festeggia ogni anno il 25 aprile, giornata dall’anno in cui si ricorda la liberazione d’Italia dal governo fascista e dall’occupazione nazista del paese. La Festa del 25 aprile è conosciuta anche come anniversario della Resistenza, una festività dedicata anche al valore dei partigiani di ogni fronte che, a partire dal 1943, contribuirono alla liberazione dell’Italia. In Italia le formazioni partigiane si costituirono infatti nel corso della Seconda Guerra Mondiale, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, per iniziativa di antifascisti e di militari del dissolto regio esercito. Inizialmente composta da poche migliaia di uomini, la Resistenza assunse consistenza grazie alla vasta partecipazione di operai, contadini e dei giovani renitenti alla leva della Repubblica di Salò che portarono nell’esercito partigiano circa 300.000 persone.
Le bande partigiane diedero vita alla resistenza armata contro l’occupazione nazista e contro il collaborazionismo fascista ed è per questo che fu nel contempo una guerra di liberazione contro lo straniero e una guerra civile. L’azione della Resistenza fu coordinata dai Comitati di Liberazione Nazionali il primo dei quali sorse a Roma il 9 settembre 1943 mentre il Re e Badoglio fuggivano. Nei CLN erano rappresentati i partiti sorti e ricostituitisi durante il 1943. Le formazioni partigiane si distinguevano a loro volta per orientamento politico: vi erano le brigate Garibaldi (comuniste), le Matteotti (socialiste) e Giustizia e libertà (del partito d’azione). Nel giugno 1944 si costituì anche il CLN Alta Italia (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia). Grazie all’attività di questi gruppi a cui si affiancò la partecipazione
diretta della popolazione civile, molte zone furono liberate dai partigiani prima dell’arrivo degli alleati. Le formazioni partigiane operavano di preferenza lontano dai centri abitati per sfruttare i vantaggi offerti dalla natura montagnosa del paese, lanciando attacchi improvvisi a reparti nemici o a strutture di interesse militare. Le rappresaglie tedesche furono feroci: lo testimoniano i 335 civili massacrati a Roma nelle Fosse Ardeatine e la strage di Marzabotto, nei pressi di Bologna, dove si contarono 1830 vittime. Rivestirono grande importanza anche altre forme di resistenza. Nel marzo del 1944 un grande sciopero generale - l’unico nell’Europa occupata dai nazisti - bloccò la produzione del triangolo industriale. Il 25 aprile viene festeggiato in tutta Italia quale Festa della Liberazione. La data fu scelta dal CLN perchè proprio il 25 aprile, da Milano, partì l’appello per l’insurrezione armata della città di Milano, sede del comando partigiano. Arved
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FESTA DELLA MAMMA
Come tradizione, la festa della mamma si celebra la seconda domenica di maggio e quest’anno, 2022, cade l’8 maggio. In un certo senso le origini di questa festa sono molto antiche. Risalgono prima di tutti al mondo greco romano dove si festeggiavano le mamme durante le numerose feste che legate alle divinità femminili nelle quali si celebrava la fertilità. Di queste celebrazioni si è persa traccia in epoca medioevale e rinascimentale dove le uniche feste “a tema mamma” erano quelle legate alla maternità della Madonna: “Madre di Dio”, Theotokos, è il titolo attribuito ufficialmente a Maria nel V secolo, esattamente nel Concilio di Efeso del 431, ma affermatosi nella devozione del popolo cristiano già a partire dal III secolo.
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LA FESTA DELLA MAMMA “moderna”. La Festa della Mamma come la intendiamo ai giorni nostri fu introdotta soltanto tra l’800 e il ’900 in due momenti diversi. Il primo risale agli anni ‘60 e ‘70 dell’800 ed è merito di una pacifista americana, Ann Reeves Jarvis e di sua figlia Anna. Al termine della guerra civile americana, Jarvis aveva promosso una serie di feste della mamma con lo scopo di favorire l’amicizia tra le madri di Nordisti e Sudisti. Si trattava soprattutto di picnic e di altri incontri conviviali. Sempre in quel periodo, nel 1870, la poetessa americana Julia Ward Howe scrisse la “Mother’s Day Proclamation”, nella quale esortava le donne ad assumere un ruolo attivo nel processo di pacificazione tra gli Stati americani.
Il secondo momento risale ai primi anni del ‘900; Anna Jarvis, figlia di Ann Reeves Jarvis, raccoglie il testimone della madre e inizia a organizzare numerosi eventi dedicati alle madri, con sempre maggiore seguito, finché il presidente americano Woodrow Wilson ufficializzò la festa nel 1914. Fu proprio il presidente Wilson a stabilire che la festa venisse celebrata la seconda domenica di maggio (visto che in quel periodo dell’anno era morta Ann Jarvis), data che venne poi adottata da molti altri Paesi. LA PRIMA FESTA DELLA MAMMA ITALIANA. La Festa della Mamma arriva in Italia soltanto nel 1933, durante il fascismo, quando il 24 dicembre viene celebrata la “Giornata della madre e del fanciullo”. Da quel momento, ogni vigilia di Natale,
Soltanto nel dopoguerra anche in Italia la festa della Mamma ha assunto un carattere meno propagandistico. Nella seconda metà degli anni ‘50 del ‘900. L’affermazione di questa festa in Italia, in parte lo si deve all’allora sindaco di Bordighera, Raul Zaccari, che nel 1956 iniziò a celebrare questa festa nel teatro Zeni della sua città per semplici fini commerciali. Non a caso, infatti, Bordighera sarebbe famosa per le sue coltivazioni di fiori, molto venduti in occasione della ricorrenza. Dall’altro lato, la Festa della
Mamma ha anche delle motivazioni religiose, il 12 maggio 1957, Don Otello Migliosi, parroco di Tordibetto di Assisi, decise infatti di celebrare la mamma come una figura dal forte valore religioso, cristiano e interconfessionale. Dagli anni ‘50 per circa quaranta anni la festa della mamma in Italia era celebrata l’8 maggio, solo dal 2000 questa è diventata mobile, e quindi la Festa della Mamma cade ormai sempre nella seconda domenica di maggio. Curiosità: nel mondo per molti paesi la festa della mamma è il 10 maggio. OGGI Oggi naturalmente la Festa della Mamma è diventata più che altro una ricorrenza commerciale. Non a caso nel momento in cui è nata si temeva che sarebbe di-
ventata una semplice “fiera della vanità”. Biglietti, cartoline d’auguri, cioccolatini e regali vari sono solo alcune delle cose che vengono solitamente acquistate per omaggiare le proprie madri. La Festa della Mamma, in ogni caso, viene interpretata e festeggiata in modi diversi a seconda della regione o dello Stato di riferimento. Tutte le tradizioni però esaltano la figura materna e il suo ruolo fondamentale all’interno della famiglia e di questo dovremmo ricordarlo sempre. La Mamma come la Donna è una figura essenziale e da onorare sempre.
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le mamme venivano festeggiate per lo più per motivi propagandistici. Le mamme erano l’espressione della politica “natalista” del regime fascista e in tale occasione venivano premiate quelle più prolifiche.
Auguri a tutte le Mamme e Grazie per ciò che fate.
Valeria Dosa
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LA NASA HA DAVVERO BISOGNO DI ASSUMERE 24 TEOLOGI?
La NASA (The National Aeronautics and Space Administration) ha assunto 24 teologi accademici per prendere parte ad un progetto dell’Università di Princeton, per valutare come reagirebbero gli esseri umani se venisse scoperta una civiltà extraterrestre. Il programma, Societal Implications of Astrobiology, fa parte del Center for Theological Inquiry della NASA. Iniziato nel 2016, mira a rispondere a domande come: Che cos’è la vita? - Cosa significa essere vivi? - Dove tracciamo il confine tra l’umano e l’alieno - Quali sono le possibilità di vita senziente in altri luoghi? Il reverendo Andrew Davison è stato tra i 24 teologi che hanno partecipato a questo programma dal 2016 al 2017, a questo proposito il reverendo ha scritto anche un libro intitolato “Astrobiology and Christine Doctrine”.
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La posizione del MUFON (Mutual UFO Network - un’organizzazione che indaga su casi di avvistamenti di Oggetti Volanti Non Identificati – OVNI ) afferma che questo programma è stato avviato già negli anni ‘50, i teologi dell’epoca furono consultati e trassero le stesse conclusioni che traggono oggi, cioè: “non cambierebbe nulla!” La corsa alla divulgazione è sempre stata impantanata nella possibilità che una scoperta di vita extraterrestre si sarebbe tradotta in un declino della società umana e nel crollo delle religioni del mondo, specie se si fossero trovate altre civiltà particolarmente superiori alla nostra. La linea di fondo oggi è che gli esseri umani sono molto più sofisticati, se venissero scoperte civiltà al di fuori della terra, le società umane sopravviverebbero, tolto un primo momento di stupore e curiosità (magari anche con qualche reazione esasperata di qualche gruppo millenaristico e complottista, comunque margi-
nali), poi il tutto ritornerebbe alla vita di sempre. Il MUFON critica anche il fatto che la NASA sprechi milioni di dollari in programmi così “inutili”, quando dovrebbe dire la verità sull’esistenza di altre civiltà. La NASA da qualche anno ormai stuzzica continuamente la fantasia dell’opinione pubblica, con le sue affermazioni di possibile vita microbica sulla superficie marziana o nelle nubi venusiane. Questo, secondo alcuni, è un modo per presentare la vita aliena in modo graduale. Quindi, a cosa mira la NASA? Cerca di prepararci o spaventarci!? Oppure è un escamotage per continuare a ricevere budget governativi in ricerche che, sicuramente fanno leva sulla fantasia dell’opinione pubblica, ma sul campo hanno poco di scientifico? Rossella Vito
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LE MADAME
L’Agenzia Nigeriana per la Proibizione del Traffico di Persone (NAPTIP) ha stimato, nel 2012, che tra i trafficanti in Nigeria ci fossero addirittura più donne che uomini. La tratta è un problema di dimensioni abnormi. Nel 2017 l’ONU riportava che la schiavitù contemporanea nel mondo coinvolgesse più di 40 milioni di persone e il 71% di queste erano donne. Nel panorama africano, la Nigeria risulta profondamente implicata nella tratta. Il reclutamento delle ragazze avviene attraverso l’inganno. Alle giovani viene descritto un El Dorado europeo, dove potranno facilmente trovare il lavoro dei loro sogni. Più raramente le donne scelgono liberamente di seguire i trafficanti, pur sapendo che dovranno prostituirsi, ma questo
avviene nel caso in cui esse non abbiano altra scelta pur di non restare in Nigeria. In questo senso, la logica del debito è centrale: al momento del reclutamento viene detto alle ragazze che non dovranno preoccuparsi del costo del viaggio (che si aggira attorno ai 30.000 – 50.000 €), perché avranno la possibilità di ripagarlo non appena inizieranno a guadagnare in Europa. Quello che non sanno, però, è che in Europa non si arricchiranno, anzi, le possibilità di permanenza saranno nulle o clandestine. Un elemento importante in questo scenario è anche il juju (dal francese, “bambolina”), un sistema di credenze incentrato su stregoneria, obbedienza e ricompense. I trafficanti si avvalgono del juju per vincolare le vittime: quando si stipula il contratto per la partenza, esse vengono spesso
costrette a partecipare a giuramenti che sanciscono l’obbligo di adempiere alle clausole dell’accordo; nel caso in cui le vittime volessero troncare il rapporto con i trafficanti, le conseguenze juju potrebbero essere la morte, la pazzia, l’infertilità o sciagure per la famiglia. CHI SONO LE MADAME? Sono prostitute che “ce l’hanno fatta”, che hanno estinto il debito nei confronti dei propri trafficanti e che si emancipano dalla posizione di vittime per ricoprire quella di aguzzine. Il processo avviene per libera scelta, sono le donne stesse che decidono di intraprendere questa carriera, ma in alcuni casi è l’unica via che hanno per arricchirsi, per non deludere i propri sfruttatori o per non tornare alla vita da cui si sono spontaneamente al-
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lontanate. Su questo ultimo punto è bene aprire una parentesi: se è vero che le ragazze vengono ingannate e costrette a prostituirsi, non è altrettanto corretto definirle automaticamente come “schiave”. Una volta che una ex prostituta diviene madame, il suo compito è quello di raggiungere le giovani reclute, istruirle, accompagnarle nel viaggio, proteggerle, controllarle, sorvegliarle e intimidirle, il tutto in una solida rete composta
da molte altre figure sia maschili che femminili: vi sono gli ogha, uomini la cui posizione sarebbe equivalente alla loro, i connection men (o trolley), giovani che scortano le ragazze nel tragitto fino alla Libia e le petite madame (o sisters), ex prostitute che però necessitano ancora di un periodo di “formazione” per diventare vere e proprie madame. Le madame intervengono con la violenza, fisica o psicologica, al fine di rendere collaborative le
proprie ragazze, in quanto detengono i mezzi per restare in contatto con gli affetti più cari: qualora non rispettassero gli accordi del debito, le conseguenze per la famiglia in Nigeria potrebbero essere terribili e la vendetta del juju le colpirebbe senza pietà.
Giulia Orsini
Approfondimento LA GUERRA IN UCRAINA
Perché la Russia ha invaso l’Ucraina? Per capire le origini della crisi tra Russia e Ucraina bisogna fare un passo indietro almeno fino al 2013, anno dell’esplosione delle proteste che presero poi il nome di Euromaidan. Fu allora che diventarono incandescenti le relazioni tra i due Paesi, che a dire il vero non sono mai state idilliache da quando Kiev dichiarò l’indipendenza dall’Unione sovietica il 24 agosto 1991, pochi giorni dopo il colpo di Stato con cui alcuni militari provarono a rovesciare l’allora presidente Michail Gorbačëv, anticipando la caduta del comunismo che sarebbe poi avvenuta alla fine dell’anno. Dalla sua indipendenza la nazione ha sempre
oscillato tra la vicinanza all’Occidente e quella alla Russia, con la politica che rispecchiava in questo senso una divisione che era forte anche nella popolazione. Questa divisione diventò evidentissima durante la leadership del presidente Viktor Yanukovych, eletto presidente nel 2010 (ma che era già stato premier varie volte). Fu allora che il governo virò decisamente verso la Russia di Vladimir Putin, e così Yanukovych, originario proprio del Doneck, la regione ora sotto il controllo dei separatisti, nel 2013 decise di sospendere la Deep and Comprehensive Free Trade Area, un accordo di associazione e libero scambio con l’Unione europea. Il giorno dopo la decisione, nella
notte tra il 21 e il 22 novembre, scattarono forti e violente popolari che dalla piazza Indipendenza di Kiev si estesero anche ad altre zone del Paese. Queste proteste, che portarono anche a violenti scontri in cui morirono almeno cento persone, presero il nome di Euromaidan (che letteralmente significa Europiazza in ucraino), durarono circa tre mesi, e si conclusero con la fuga e la messa in stato di accusa di Yanukovych a fine febbraio del 2014. Le insurrezioni filorusse In Crimea, penisola nel Mar Nero abitata prevalentemente da russofoni e strategica dal punto di vista geopolitico per la Russia, un gruppo di ribelli, aiutati da gruppi di militari senza insegne naziona-
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Approfondimento li chiamati “omini verdi” per il colore delle loro uniformi (e che con ogni probabilità erano soldati russi), insorse e proclamò l’indipendenza chiedendo, dopo un referendum vinto con oltre il 95 per cento dei voti, l’autodeterminazione e in seguito l’annessione alla Russia, annessione che Mosca immediatamente riconobbe e che però non fu mai accettata da Kiev e dall’Occidente. Un’altra insurrezione armata esplose ad aprile nel cuore industriale orientale del Paese, il Donbas, scatenando una guerra civile ancora in corso nelle province di Donetsk e Lugansk, dove vennero proclamate, a seguito di altri contestati referendum, le omonime Repubbliche popolari che nel nome e nel simbolismo si rifanno alle repubbliche sovietiche. In entrambi gli schieramenti si sono sviluppate vere e proprie milizie popolari, che richiamano anche combattenti da altri Paesi. I nazionalisti ucraini, provenienti in gran parte da formazioni politiche di estrema destra, crearono il battaglione Azov, che divenne talmente forte che l’esercito di Kiev decise di incorporarlo come un vero e proprio reggimento. A sostenere i ribelli filorussi ci sono invece molti militanti dell’estrema sinistra di tutta Europa.
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Le vittime del conflitto Lo scontro tra le forze ucraine e i separatisti, che tutti ritengono supportati da Mosca nonostante il Cremlino abbia ovviamente sempre negato, si trasformò in un vero e proprio conflitto che ad oggi ha fatto almeno 14mila morti. Questi includono i 298 passeggeri di un aereo di linea della compagnia Malaysia Airlines, diretto da Amsterdam a Kuala, abbattuto nel luglio 2014 da separatisti filo-russi che, a quanto pare, avrebbero colpito il velivolo per sbaglio avendolo scambiato per un aereo militare. Oltre 730mila persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case dall’inizio delle ostilità.
Da tempo, la Russia teme che l’Ucraina si unisca – anche in lontano futuro – all’Unione europea o alla Nato (l’alleanza che include Stati Uniti e vari Paesi europei e occidentali, tra cui l’Italia). Da sempre, la Russia soffre della cosiddetta «sindrome dell’accerchiamento» e percepisce come una minaccia avere ai suoi confini dei Paesi membri nell’alleanza atlantica. Con l’invasione del 24 febbraio 2022, Putin vorrebbe dissuadere l’Occidente a riavvicinarsi all’Ucraina e, probabilmente, instaurare un regime a lui favorevole. Per questo il suo obiettivo prioritario è conquista la capitale, Kiev, è rovesciare il governo di Zelensky. Secondo quasi tutti gli osservatori, tuttavia, Mosca non si aspettava una reazione internazionale così unita e ferma. In più Putin sta affrontando un vasto dissenso interno: negli ultimi giorni, più di 7mila persone sono state arrestate in Russia per aver manifestato contro la guerra. Paradossalmente, l’invasione ha riavvicinato Ucraina e Occidente. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di crimini di guerra per aver preso
Approfondimento di mira i civili e si appellato al Parlamento europeo per far entrare il suo Paese nell’Unione europea. In risposta, l’assemblea ha accelerato le procedure di ingresso dell’Ucraina nella comunità. L’Unione europea, gli Stati uniti e vari Paesi della Nato hanno varato ampie sanzioni economiche contro la Russia. È stato congelato quasi il 50 per cento delle riserve della Banca centrale russa (quelle detenuto all’estero) e sono state bloccate le attività finanziarie di Putin e di quasi 500 oligarchi russi. Sette grandi banche russe verranno escluse dal sistema internazionale di pagamenti Swift, rendendo loro estremamente difficile operare. Oltre a questo, sono previsti embarghi a vari settori strategici del commercio nei confronti della Bielorussia, alleata di Mosca. L’obiettivo è rendere difficile alla Russia finanziare la guerra in Ucraina e danneggiare la sua economia. Gli effetti si fanno già sentire: in un giorno, il rublo ha perso quasi il 30 per cento del
suo valore, molte delle sue maggiori aziende quotate all’estero sono crollate e secondo una stima dell’istituto finanziario J.P. Morgan, entro qualche mese le sanzioni potrebbero costare alla Russia fino al 20 per cento del Pil. Il problema è che nel medio periodo le sanzioni danneggeranno anche le economiche occidentali. Gli europei, in particolare, rischiano di subire un danno maggiore rispetto agli americani. La Russia è il quinto partner commerciale dell’Unione europea, il terzo dell’Italia. Al contrario, gli Stati Uniti hanno traffici molto più limitati. Il problema principale riguarda il gas naturale, da cui l’Europa è largamente dipendente. Dall’inizio della crisi, il prezzo del gas è aumentato vertiginosamente e questo porterà ad un aumento a catena del prezzo dell’elettricità e dei beni in generale. Gli effetti saranno particolarmente duri per l’Italia. Il nostro Paese importa il 43 per cento del gas dalla Russia e lo utilizza
per produrre circa il 60 per cento dell’elettricità. Il primo trimestre di quest’anno è iniziato con un’impennata della bolletta del 55 per cento e, secondo le stime, aumenterà ancora. La minaccia di una guerra nucleare La tensione internazionale è cresciuta improvvisamente quando domenica sera Putin ha messo in allerta il sistema difensivo nucleare a seguito delle sanzioni economiche occidentali. Il riferimento agli armamenti atomici è stato ripetuto anche in altre occasioni dal presidente russo. Il Paese possiede circa 6 mila testate nucleari disseminate nel suo vasto territorio, benché solo circa 1.600 siano dispiegate come armi terrestri, marittime e aeree o come missili intercontinetali. La possibilità che Putin scelga di utilizzare armi nucleari, tuttavia, sono assolutamente remote. Secondo la maggior parte degli esperti, la minaccia ha solo una funzione di deterrenza: lo scopo è
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Approfondimento
di scoraggiare qualsiasi intervento militare diretto dell’Occidente in Ucraina. La questione dei profughi Secondo le stime dell’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, se la guerra proseguirà ci saranno oltre 4 milioni di profughi. All’inizio del conflitto l’Ucraina ha promulgato la legge marziale per richiedere agli uomini dai 18 ai 60 anni di rimanere nel paese. Ciononostante, nei primi giorni dell’invasione, quasi 900 mila persone – soprattutto donne e bambini – sono fuggite verso la Polonia, l’Ungheria, la Slovacchia, la Romania, la Moldavia e la Russia (dal confine russo passano soprattutto le popolazioni filorusse e i profughi diretti a oriente). LE RAGIONI DELLA RUSSIA Mosca è naturalmente interessata a mantenere un’influenza nel Paese, influenza che dalla cacciata di Yanukovych è diventata ormai praticamente nulla, con tutte le forze che si sono alternate al potere che sono state spiccatamente filoeuropee, mentre i partiti e i politici filorussi sono
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stati fortemente osteggiati. Per Putin le ragioni di questa necessità di influenza sono non soltanto storiche, visto che l’Ucraina è considerata storicamente parte della Russia, ma anche geopolitiche, perché il Cremlino vuole impedire una adesione della Nato che di fatto significherebbe che gran parte del confine occidentale della Russia sarebbe presidiato dall’Alleanza Atlantica (cosa che dall’altra parte agli Usa e all’Occidente farebbe comodo). Dopo il 1997 sono entrate nella Nato diverse nazioni che prima erano nell’orbita sovietica (Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia, Romania e Bulgaria), Putin non può permettere che lo faccia anche Kiev, con cui l’Alleanza nel 2008 ha siglato a Budapest un Patto per assicurare l’adesione, cosa fatta anche con un’altra nazione ex sovietiva, le Georgia che diedi i natali a Joseph Stalin. IL FALLIMENTO DEL PROCESSO DI PACE Il processo di pace era stato affidato al cosiddetto formato Normandia (composto da Russia, Ucraina, Francia e Germania) e ha portato agli accordi di Minsk
(siglati in due tranches nel 2014 e 2015). Tra le altre cose gli accordi prevedevano da una parte che Kiev assicurasse autonomia alle regioni separatiste e amnistia per i ribelli, e dall’altra che i militari russi sparissero dal territorio. Nessuna delle due condizioni è stata rispettata né tanto meno è stato mai davvero rispettato il cessate-il-fuoco che era stato concordato. In ogni caso ora è arrivato sostanzialmente il momento della resa dei conti finale. È evidente che la NATO è stata in parte la scintilla di questa escalation di distruzione, e forse bisognerebbe riflettere anche su questo, certo, la Russia è un impero e come tale cerca di estendere il suo “dominio”, come d’altronde fanno gli USA, ed è gravissimo perché causa loro il continente europeo è travolto da una crisi umanitaria e in futuro anche economica. L’Unione Europea dovrebbe svincolarsi da USA e Russia e agire in modo autonomo. A fine marzo 2022 sono iniziate delle trattative diplomariche, tra Ucraina e Russia, che lasciano qualche spiraglio di speranza. Lorenzo Lucanto
Approfondimento
DOSSIER FESTA DEI LAVORATORI
In molti Paesi del mondo il Primo Maggio si celebra la Festa dei lavoratori (o Festa del lavoro). Una ricorrenza non solo italiana, ma viene celebrata anche a Cuba, in Russia, Cina, Messico, Brasile, Turchia e in diversi Stati dell’Unione Europea. Non negli Stati Uniti, dove il “Labor Day” si festeggia il primo lunedì di settembre. Ma è proprio a Chicago, nell’Illinois, che nella seconda metà dell’Ottocento ebbero luogo i fatti all’origine della data simbolica di questa ricorrenza. La data della Festa dei lavoratori, il Primo maggio, è stata però ufficialmente stabilita a Parigi il 20 luglio del 1889. A ratificarla furono i rappresentanti dei partiti socialisti
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e laburisti europei riunitisi nella capitale francese per il congresso della Seconda Internazionale socialista. LE ORIGINI La festa dei lavoratori affonda le sue radici in un periodo di significative e frequenti manifestazioni per i diritti degli operai delle fabbriche durante la Rivoluzione industriale negli Stati Uniti d’America, guidate dall’Associazione dell’Ordine dei Cavalieri del Lavoro americani, i Knights of Labor. Nel 1866, fu approvata a Chicago, in Illinois, la prima legge delle otto ore lavorative giornaliere, legge che entrò in vigore soltanto l’anno dopo, il 1º
maggio 1867, giorno nel quale fu organizzata un’importante manifestazione, con almeno diecimila partecipanti. La notizia giunse anche in Europa, dove nei primi giorni di settembre 1864 era nata a Londra la “Prima Internazionale”, ovvero l’Associazione internazionale dei lavoratori, molto vicina ai primi movimenti socialisti e marxisti dell’epoca. LE 8 ORE DI LAVORO La conquista delle otto ore lavorative, iniziata il 1º maggio 1867 soltanto nello stato dell’Illinois, ebbe una successiva espansione lenta e graduale in tutto il territorio statunitense. Ancora nel 1882, nella città di New York, fu
DOSSIER organizzata una importante protesta il 5 settembre, mentre due anni dopo, nel 1884, in un’analoga manifestazione americana, gli stessi Knights of Labor approvarono una risoluzione affinché l’evento di protesta avesse una ricorrenza annuale, senza però proporre ancora una data ufficiale nell’Illinois. LA RIVOLTA DI CHICAGO Il 1º maggio 1886, in occasione del 19º anniversario dell’entrata in vigore della legge dell’Illinois sulle otto ore lavorative, fu deciso dalla Federation of Organized Trades and Labour Unions come il giorno di scadenza limite per estendere tale legge in tutto il territorio americano, pena l’astensione dal lavoro, con uno sciopero generale a oltranza, in particolare nella fabbrica di mietitrici McCormick: 12mila fabbriche negli Stati Uniti ferme, con 400mila lavoratori e solo a Chicago il cor-
teo ospitò 80mila operai. Gli operai lavoravano 16 ore al giorno e chiedevano la riduzione dell’orario a 8 ore giornaliere e condizioni più umane. La protesta il 3 maggio 1886 si concluse in tragedia; per disperdere i manifestanti, infatti, le forze dell’ordine spararono sulla folla provocando vittime e diversi feriti. Per protestare contro l’accaduto gli anarchici locali si diedero appuntamento per il giorno successivo, il 4 maggio, nei pressi dell’Haymarket Square, dove si “vendicarono” lanciando un ordigno che uccise un poliziotto. La polizia aprì il fuoco sulla folla e 11 persone tra cui 7 agenti persero la vita. Moltissimi furono i feriti. Molti degli anarchici colpevoli dell’accaduto furono poi condannati a morte nell’agosto del 1887, quando i giudici sentenziarono in favore della loro impiccagione.
LA DATA DEL 1° MAGGIO Nel 1887, l’allora presidente degli Stati Uniti d’America, Grover Cleveland, ritenne che il giorno 1º maggio avrebbe potuto costituire un’opportunità per commemorare i sanguinosi episodi di Chicago. Successivamente, temendo che la commemorazione potesse rafforzare eccessivamente il nascente socialismo, spostò l’oggetto della festività sull’antica Organizzazione dei Cavalieri del Lavoro. Tuttavia, già pochi giorni dopo il sacrificio dei cosiddetti Martiri di Chicago, gli stessi lavoratori della città statunitense tennero un’imponente manifestazione a lutto, prova che le idee socialiste non erano affatto morte. Le notizie degli eventi tragici di Chicago si estesero anche in altri stati di tutto il continente americano, per poi estendersi anche in Europa. La data del 1º maggio fu adottata ad esempio in Canada, soltanto nel 1894, sebbene il concetto di festa del lavoro sia in questo
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caso riferita a precedenti marce di lavoratori tenutesi a Toronto e Ottawa nel 1872. Al Congresso Internazionale di Parigi del 1889, che diede il via alla Seconda Internazionale, il giorno 1º maggio fu dichiarato ufficialmente come la Festa Internazionale dei Lavoratori, e fu adottata da molti paesi nel mondo. Dall’altra parte dell’emisfero terrestre, come ad esempio in Australia, la commemorazione ricorda la “Festa delle Otto Ore” (lavorative). Tuttavia, nella zona del Queensland, se inizialmente si usava celebrarla sempre il giorno 1º maggio, in epoche più recenti e anche in altre zone australiane si usa farla cadere il primo lunedì di maggio, oppure di marzo, ma anche ottobre. La commemorazione fu poi ripresa anche dal mondo cattolico: il 1º maggio 1955, papa Pio XII istituì per tutta la Chiesa cattolica la festa di San Giuseppe lavoratore, perché tale data potesse essere condivisa a pieno titolo anche dai lavoratori cattolici. LA FESTA DEL LAVORO IN ITALIA In Italia, appena si diffuse la notizia dell’assassinio degli esponenti anarchici di Chicago nel 1888, il popolo livornese si rivoltò prima contro le navi statunitensi ancorate nel porto, e poi contro la Questura della stessa città, dove si diceva che si fosse rifugiato il console degli Stati Uniti. Soltanto dopo decenni di battaglie operaie e lotte sindacali, le otto ore lavorative verranno dichiarate legali soltanto con il Regio decreto legge n. 692 del 1923 (Governo Mussolini). La decisione in Europa in merito alla festività del 1º maggio, ufficializ-
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zata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889, fu ratificata in Italia soltanto due anni dopo. La Festa dei lavoratori in Italia si celebrò dunque, per la prima volta, il 1° maggio del 1891 per essere poi sospesa dal 1924 e per tutto il ventennio fascista. Questo perché venne sostituita dalla Festa del Lavoro del 21 aprile, giorno del Natale di Roma. La Festa dei lavoratori tornò a essere festeggiata di 1° maggio qualche anno più tardi, subito dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale. La festa nazionale è tale dal 1° maggio 1947.
hanno istituito un grande concerto per celebrare il primo maggio, rivolto soprattutto ai giovani: la manifestazione si tiene a Roma, in piazza di San Giovanni in Laterano, dal pomeriggio alla notte, con la partecipazione di molti gruppi musicali e cantanti, ed è seguita da centinaia di migliaia di persone, oltre a essere trasmessa in diretta televisiva dalla Rai.
LA STRAGE DI PORTELLA DELLA GINESTRA Anche nel nostro Paese però questa giornata si è macchiata di sangue perché il 1° maggio del 1947 si verificò quella che è passata alla storia come la strage di Portella della Ginestra, località montana del comune di Piana degli Albanesi, in Provincia di Palermo. Qui si erano infatti riuniti circa 2mila lavoratori, soprattutto contadini, per celebrare la ricorrenza del 1° maggio protestando contro il latifondismo a favore dell’occupazione delle terre incolte. In quell’occasione, però, il bandito Salvatore Giuliano insieme ai suoi uomini sparò sulla folla provocando una carneficina. 11 persone rimasero uccise, 27 furono i feriti. La strage di Portella della Ginestra del 1° maggio resta ancora avvolta da un alone di mistero, il primo grande segreto della storia repubblicana. IL CONCERTONE A ROMA Dal 1990, i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL, in collaborazione con il comune di Roma,
Rossella Vito
Giugno è il mese del Gay Pride, le parate dell’orgoglio omosessuale che si svolgono in molte città del mondo per reclamare visibilità e diritti per le persone gay. QUAL’È L’ORIGINE DI QUESTA MANIFESTAZIONE? Tutto ha avuto inizio nel 1969 a New York, con i moti dello Stonewall Inn, considerato l’atto di nascita del movimento di liberazione omosessuale. Negli Stati Uniti l’intero decennio degli anni Sessanta era stato attraversato da tensioni continue fra polizia e persone gay, lesbiche e transessuali, riflesso del più ampio fenomeno di mobilitazione contro le discriminazioni che stava interessando la società americana. Erano gli anni delle marce per i diritti dei neri, il periodo di incubazione del femminismo, l’inizio di un risveglio civile e politico che avrebbe portato alla rivoluzione dei costumi sessuali e del diritto di famiglia.
L’intolleranza delle autorità verso le componenti omosex della società era avallata dalla legge, che discriminava apertamente i gay e perseguiva penalmente la sodomia. A New York era consentito ai proprietari dei locali di rifiutarsi di servire gli omosessuali, il che dava origine a frequenti liti, arresti, abusi e denunce contro i poliziotti. Il codice penale dello stato di New York puniva i gestori di locali che servivano persone gay per “favoreggiamento” dell’omosessualità, descritta come «crimine contro la natura». Il locale newyorchese che si oppose più energicamente a tale legislazione fu lo Stonewll Inn, nel Greenwich Village, che divenne il punto di riferimento per la comunità omosessuale del quartiere. Le retate della polizia erano frequenti e i gestori finivano spesso al commissariato di polizia per violazione delle leggi dello stato. Il 28 giugno 1969, di fronte all’ennesimo raid dell’NYPD, i frequentatori del locale, le drag
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IL GAY PRIDE
queen e i giovani della zona reagirono con la forza: si ebbero lanci di pietre e bottiglie, scontri fisici, spuntò anche qualche coltello, mentre la voce si spargeva alle strade vicine e altre persone si univano alla sommossa contro la polizia. Gli scontri andarono avanti per ben sei giorni e segnarono l’inizio della mobilitazione politica per il riconoscimento dei diritti dei gay. Un mese dopo, il 4 luglio, alcuni membri della Mattachine Society – un gruppo di attivisti che già nel 1966 aveva manifestato contro la discriminazione dei gay nei locali di New York – organizzò un picchetto di protesta davanti alla Independece Hall di Philadelphia. Il 28 giugno 1970, nell’anniversario della rivolta di Stonewall, Craig Rodwell e altri attivisti diedero vita ad una manifestazione chiamata Christopher Street Liberation Day, una marcia pacifica dallo Stonewll Inn a Central Park per reclamare diritti e dignità per tutti gli omosessuali e i transgender. Quello fu il primo Gay Pride
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DOSSIER della storia, nato fin dall’inizio come occasione per dare visibilità al mondo gay e sensibilizzare l’opinione pubblica e il potere sul tema dei diritti e della lotta contro le discriminazioni. Oggi le parate dell’orgoglio Lgbt si tengono in numerose città del mondo e giugno è diventato il mese simbolo delle battaglie del movimento omosessuale. IN ITALIA La prima manifestazione pubblica di omosessuali in Italia ha luogo il 5 aprile 1972 a Sanremo, per protesta contro il “Congresso internazionale sulle devianze sessuali” organizzato dal Centro italiano di sessuologia, di ispirazione cattolica. Nel 1978 furono organizzati a Torino i primi eventi specificamente correlati alle celebrazioni internazionali del Gay Pride. Il 28 giugno 1981 a Palermo, presso Villa Giulia, si svolse la “festa dell’orgoglio omosessuale”, a pochi mesi dalla nascita, il 9 dicembre 1980, sempre a Palermo, del primo circolo arci-gay
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italiano. Il primo Gay Pride Nazionale ufficiale si svolse nel 1994, a Roma. Nel 2000 invece fu organizzato a Roma il primo World Pride, fu svolto l’8 luglio del 2000 e con non poche polemiche con la Chiesa Cattolica, visto che questa aveva cercato di non farlo svolgere per non “disturbare” gli eventi dell’Anno Giubilare. Per il 2022 si prevedono molte manifestazioni in tutta Italia, queste si svolgeranno (in date differenti per ogni città) il primo sarà il 9 aprile 2022 con Sanremo Pride e l’ultimo sarà svolto il 30 luglio con il Rimini Summer Pride 2022. Nella Capitale il Gay Pride si celebrerà l’11 giugno. CURIOSITÀ Al Gay Pride si ispira il Pagan Pride. Il Pagan Pride (Project) è un’organizzazione i cui obiettivi sono promuovere la comprensione del paganesimo moderno, sostenere vari enti di beneficenza e avvicinare le comunità pagane.
I vari gruppi locali del Pagan Pride sponsorizzano i festival del “Pagan Pride Day”, di solito in luoghi pubblici come parchi cittadini o campus universitari. Il primo Pagan Pride si fa risalire al 1992. Anche in Italia viene celebrata tale giornata, questa viene svolta dal 2000, in concomitanza dell’equinozio d’autunno, nella città di Roma.
Francesco V.
? Ogni anno il 21 aprile a Roma si celebra il Dies Romana, o il Natale di Roma. Una festività laica legata alla fondazione della città di Roma. Secondo la leggenda, narrata anche da Varrone, Romolo avrebbe infatti fondato la città di Roma il 21 aprile del 753 a.C. La fissazione al 21 aprile, riportata da Varrone, si deve ai calcoli astrologici del suo amico Lucio Taruzio. Da questa data in poi derivava la cronologia romana, definita infatti con la locuzione latina “Ab Urbe Condita”, ovvero “dalla fondazione della Città”, che contava gli anni a partire da tale presunta fondazione. Quest’anno, sabato 21 aprile 2018, Roma compie 2771 anni, andiamo quindi a conoscere i primi secoli di Roma. I nomi dei sette Re di Roma li conosciamo tutti, fin dalle elementari: Romolo, il fondatore fratricida; Numa Pompilio, il pacifista venuto dalla campagna; Tullo Ostilio, iI guerrafondaio del duello Orazi-Curiazi; Anco Marzio, l’ingegnere che costruì il primo ponte sul Tevere; Tarquinio Prisco, il “grande idraulico” che dotò Roma di fogne; Servio Tullio, il riorganizzatore dell’esercito e del
fisco; infine Tarquinio il Superbo, il golpista che fu esiliato con tutta la sua famiglia. L’ottavo Re, invece, non lo ricorda nessuno. Si chiamava Tito Tazio, era nato a Cures (oggi Fara in Sabina, 37 km a sud di Rieti) e fu un personaggio tutt’altro che secondario: si tramanda che fu lui a urbanizzare “il Colle” per eccellenza, cioè il Quirinale, oggi sede dell’omonima residenza del Presidente della Repubblica. Perché, dunque, Tazio è stato dimenticato? Forse perché ricevette la corona come risarcimento per un episodio che a Roma non faceva onore: uno stupro di gruppo, passato alla storia come “ratto delle sabine”. LA VERSIONE DI LIVIO Riepiloghiamo quei fatti cosi come li narra Tito Livio, massimo storico romano. Dopo aver fondato la sua città, Romolo la popolò con una raccogliticcia banda di avanzi di galera, attirati con promesse di impunità. Non c’è da stupirsi: in fondo, tanto per fare un esempio, 400 anni fa i Medici fecero lo stesso con Livorno. A differenza dei livornesi, però, i pregiudicati di Roma erano tutti maschi. Perciò durante una festa organizzali ad
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L’OTTAVO RE DI ROMA
hoc rapirono donne altrui: quelle dei Sabini e quelle di Crustumini, Antemnati e Ceninesi, che abitavano in villaggi lungo l’Aniene. Ne nacque una guerra, anzi quattro, perché tutti i parenti delle donne rapite attaccarono Roma, a turno. I Ceninesi furono battuti subito, Antemnati e Crustumini poco dopo. Meglio andò ai Sabini, che occuparono l’area paludosa tra Palatino e Campidoglio (più o meno il futuro Foro) e impegnarono i padroni di casa in una battaglia incerta, conclusa con un accordo che sanciva un pareggio: Roma si sarebbe tenuta le donne, ma in futuro sarebbe stata governata in tandem da due re, uno latino (Romolo), l’altro libino (appunto Tiro Tazio). Funzionò: “Da quel tempo i due sovrani regnarono non solo insieme, ma anche di buon accordo” commenta Livio. Però quel trono a due piazze durò poco: infatti appena cinque anni dopo (intorno al 745 a. C.) il Re sabino restò ucciso in un tumulto a Lavinium (oggi Pratica di Mare). Dalla diarchia si tornò così alla monarchia e Tazio fu dimenticato. Comunque la divisione del potere fra i due popoli (non più in
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contemporanea ma a tempi alterni) continuò per quasi due secoli: Numa Pompilio era sabino, Tullo Ostilio latino, Anco Marzio di nuovo sabino. L’eredità morale dell’ottavo Re, cioè l’identità bi-etnica del regno di Roma, finì solo alla morte dl Anco Marzio (617 a. C. circa). E la corona passò a un mezzosangue greco-etrusco che si chiamava Lucumo, ribattezzato Tarquinio Prisco perché veniva dalla città di Tarquinia: un “uomo attivo e facoltoso” che inaugurò la fase più controversa della monarchia romana. Da allora i Re furono tutti etruschi, finché un nipote di Lucumo, Sesto Tarquinio, violentò una nobildonna, tale Lucrezia, provocando una rivolta che diventò una rivoluzione e portò poi alla repubblica (510-509 a. C.). TUTTO VERO? È difficile prendere Livio per oro colato: non solo su Tazio, ma anche sugli altri Re. In primo luogo perché spesso le ‘notizie” tramandateci (vedi l’origine divina di Romolo, o la storia della lupa-balia) sono così fantasiose che l’autore stesso le giudicava “simili più a favole poetiche che a rigorosi documenti storici”. In secondo luogo perché Livio nacque nel 59 a. C., sette secoli dopo la fondazione di Roma, quindi aveva solo fonti molto indirette. Infine perché l’elenco dei re sembra quanto meno incompleto. FACCIAMO DUE CONTI. Secondo Livio, Romolo regnò 37 anni, Numa Pompilio 43, Tullo Ostilio 32, Anco Marzio 24, Tarquinio Prisco 38, Servio Tullio 44 e Tarquinio il Superbo 25.
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Il totale sarebbe di 243 anni, anche se l’autore dice 244 (dal 753 al 509 a. C.), ma la differenza di un anno è irrilevante. Il dato importante è un altro, cioè che i Re di Roma avrebbero governato in media 35 anni a testa, un periodo esageratamente lungo per i tempi. Allora la speranza di vita era molto più bassa di oggi. Dunque qualcosa non quadra: anche ammettendo che i nomi citati da Livio corrispondano a personaggi reali, è verosimile che all’elenco manchino dei re e che la tradizione, per riempire i vuoti, abbia allungato la vita dei rimasti. INCERTEZZE. Altro motivo di incertezza: la data di fondazione di Roma, base di tutti i calcoli, non è affatto pacifica. Quella corrente (753 a. C.), ricavata da Tito Livio e dal suo predecessore Varrone, è contraddetta da altri autori: Cincio Alimento la sposta al 728, Cassio Dione e Velleio Patercolo a1745, Catone al 751. In un quadro così nebuloso, molti storici moderni hanno liquidato la storia dei sette (o otto) re come un mito o poco più. Leggendaria sarebbe la stessa fondazione di Roma, perché la città non sarebbe nata in una data precisa e per volontà di qualcuno, ma per un’aggregazione spontanea e graduale di vari villaggi sorti sui colli del Tevere ben prima dell’VIII secolo a. C. Dunque Romolo sarebbe solo un personaggio inventato a posteriori e il suo nome sarebbe derivato da Roma, non viceversa. Di riflesso, tutta la storia dei re perderebbe credibilità. Che i colli del Tevere fossero abitati ben prima del 753 a. C. è certo: Livio non ne parla, ma Var-
rone sì e dà ai villaggi preromani un nome collettivo (Septimontium). Scavi recenti confermano: nel Foro di Cesare è stata localizzata una necropoli che risale addirittura all’Età del bronzo e che rivela l’esistenza di un centro abitato coevo. Secondo Andrea Carandini, il più famoso archeologo italiano, docente alla Sapienza di Roma e presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, i villaggi del Tevere erano saldati in un grande insediamento unitario già nel IX secolo a. C., quindi cent’anni prima di Romolo. Eppure proprio Carandini è il più deciso e autorevole sostenitore del racconto di Tito Livio sulla fondazione di Roma. Perché, se un “grande insediamento” esisteva già prima di Romolo? «Il Septimontium era una federazione di rioni, non una struttura centralizzata» spiega lo studioso. Invece nell’VIII secolo a. C. nacque una città vera, con tanto di mura, porte, palazzo reale, rocca fortificata, luoghi di culto e quartieri differenziati. In totale, secondo Carandini, l’area urbana copriva 241 ettari, cioè 51 più di Veio, vicina “metropoli” etrusca. Su cosa si basa questa rivalutazione di Romolo, e indirettamente dei suoi successori? Anzitutto va detto che Livio non è un narratore solitario: a tramandare la saga dei re, in tutto o in parte, sono più di 120 autori classici, sia latini che greci. Varrone, Plutarco, Cicerone e Dionigi di Alicarnasso sono i più importanti: nei loro testi si trovano alcuni dettagli in più o in meno, ma non sostanziali contraddizioni rispetto a Livio. Ciò non vuol dire necessariamente che la tradizione sia veritiera, ma almeno che un
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tempo era molto radicata. LE PIETRE PARLANO. Gli argomenti decisivi pro-Romolo vengono però dal sottosuolo del Palatino, il colle dove il primo re di Roma “disegnò” secondo Dionigi di Alicarnasso “una figura quadrangolare intorno al colle, tracciando con un bue e una vacca aggiogati all’aratro un solco continuo, destinato ad accogliere le fondamenta delle mura”. Carandini ha dedicato molto tempo a scavare sui pendii e alla base del colle. Ebbene, dal terreno sono emerse conferme sorprendenti dei testi antichi: fondamenta di case, tracce di mura, due porte. E anche tre scheletri, appartenuti forse a vittime di sacrifici rituali connessi alla fondazione o a una “violazione” della cinta muraria: «Un rituale che sembra riflettere il mito di Remo» commenta lo studioso. L’esame dei reperti porta a datare tutto ciò fra il 775 e il 675 a. C. se si usano criteri a maglie larghe, o nel 775750 a. C. con criteri stretti. In ogni caso le date sono compatibili col mito. Le conferme non riguardano solo il primo re. All’estremità nord-ovest delle mura, per esempio, alla profondità di 13 metri sono stati trovati i resti di un santuario alla dea Vesta con un osservatorio celeste per ricavare auspici dai fulmini e (anche qui) tracce di sacrifici umani. È un’altra conferma dei racconti tradizionali: infatti il poeta Ovidio riferisce di un santuario simile, fondato dal pio Numa Pompilio. Il quale, prima di iniziare la costruzione, attese un “ok” dal cielo sotto forma di tre fulmini e tre tuoni. Annessa al luogo di culto, dice la tradizione, c’era una casa dove vissero almeno due re: lo stesso Numa e
Tito Tazio poi Anco Marzio. E, puntualmente, sono stati localizzati i resti di una possibile Domus regia, anzi, di due: una dentro e l’altra appena fuori l’area del santuario. La prima potrebbe essere quella di Numa, ma interessante è soprattutto la seconda, che Carandini giudica «indizio di una regalità più secolare e tirannica». Perché interessante? Perché è del VII-VI secolo a. C., cioè dei tempi dei Tarquini, certamente più “tirannici” dei re sabini. Anche nel sotto suolo del Foro, cioè nella valle fra il Palatino e il Campidoglio, dove Romolo e Tito Tazio fecero pace e si divisero il potere, si possono trovare conferme alla leggenda. Si tratta di conferme assai più prosaiche: laggiù infatti passa la Cloaca Massima, la “superfognatura” che la tradizione attribuisce a Tarquinio Prisco. Certo, sulle pietre della cloaca non c’è la firma di nessuno, ma qualcuno deve pur aver ordinato quell’opera: qualcuno nel VII secolo a. C., ai tempi del primo re etrusco.
Cosa dedurre da tutto ciò? Secondo Carandini (ma va detto che non tutti sono d’accordo) «gli scavi consentono di sostenere che la città-Stato fu realizzata in un breve lasso di tempo, tra il 775 e il 675, e fu perfezionata tra il 675 e il 625. Poi sopravvenne il tempo nuovo dei Tarquini fino alla fine del VI secolo, quando fu instaurata la repubblica». COME SI DIVENTAVA RE? Nell’antica Roma non si diventava Re per diritto ereditario, ma in virtù di un’elezione a doppio turno, prima un’assemblea popolare acclamava il candidato, poi il Senato ratificava la nomina. La procedura ebbe però delle eccezioni. Infatti Numa Pompilio e Servro Tullio furono eletti dai soli senatori. che in un caso avevano una delega popolare. ma nell’altro violarono le regole.
Lorenzo Lucanto
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I SIMBOLI DELLA PASQUA
Il termine Pasqua deriva dalla parola latina Pascha e dall’ebraico Pesah, che significa “passaggio”. Il termine “Pasqua” ha due significati, che convivono tutt’oggi, a seconda che si stia parlando della tradizione ebraica o della tradizione cristiana. Pèsach detta anche Pasqua ebraica, è una festività ebraica che dura otto giorni che ricorda la liberazione del popolo ebraico dall’Egitto e il suo esodo verso la Terra Promessa. La Pasqua cristiana invece celebra la Resurrezione di Gesù, con l’instaurazione della Nuova alleanza e l’avvento del Regno di Dio. Dal punto di vista teologico, racchiude in sé tutto il mistero cristiano: Cristo si è immolato per l’uomo, liberandolo dal peccato originale e riscattando la sua natura umana corrotta. I simboli della Pasqua cristiana sono tanti, e in genere di derivazione pagana, anche se in seno al
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cristianesimo hanno assunto delle nuove simbologie. IL CONIGLIETTO PASQUALE Tra i diversi richiami pasquali che fanno bella mostra di sé nelle vetrine dei negozi compare anche un coniglietto che porta delle uova. La sua presenza non è casuale ma si richiama alla lepre che sin dai primi tempi del cristianesimo era presa a simbolo di Cristo. Inoltre, la lepre, con la caratteristica del suo manto che cambia colore secondo la stagione, venne indicata da sant’Ambrogio come simbolo della risurrezione. L’AGNELLO L’agnello simboleggia il sacrificio di Gesù Cristo. La simbologia legata all’agnello affonda le sue radici nella tradizione ebraica, un episodio prin-
cipe è la liberazione degli ebrei dall’Egitto, grazie alla decima piaga, ossia l’angelo della morte. L’angelo della morte doveva uccidere tutti i primogeniti, siano essi egiziani che ebrei, ma il Signore Dio aveva detto a Mosè che per salvare gli ebrei bisognava cospargere gli stipiti delle porte con del sangue di un agnello. Agnello che poi veniva consumato per cena. Il profeta Isaia fu colui che identificò Gesù Cristo con l’agnello pasquale, infatti scriveva: “Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca”. L’agnello quindi simboleggia la mitezza, la mansuetudine, anche di fronte alla morte, così come lo è stato Gesù, che non aprì bocca durante la crocifissione.
PERCHÉ PASQUETTA? Pasquetta indica, popolarmente, il primo lunedì dopo la domenica di Pasqua (propriamente chiamato: Lunedì dell’Angelo). Con questa festa si vuole ricordare l’apparizione di Gesù risorto ai due discepoli in cammino verso il villaggio di Emmaus, a pochi chilometri da Gerusalemme. E’ consuetudine tra i cristiani, proprio per ricordare il viaggio dei due discepoli, di trascorrere questa giornata con una passeggiata “scampagnata” fuori città. LE UOVA DI PASQUA Apparentemente la tradizione dell’uovo pasquale sembra non avere niente a che fare con la tradizione cristiana della Pasqua, ma questa è una convinzione errata. Fin dagli albori della storia umana l’uovo (l’Uovo Cosmico) è considerato la rappresentazione della vita e della rigenerazione. Questo lo possiamo vedere dall’uso simbolo che molte culture antiche facevano di esso. I primi ad usare l’uovo come oggetto benaugurante sono stati i Persiani che festeggiavano l’arrivo della primavera con lo scambio di uova di gallina. Anche nella antica Roma erano, esistevano tradizioni legate al simbolo delle uova. I Romani erano soliti sotterrare nei campi un uovo dipinto di rosso, simbolo di fecondità e quindi propizio per il raccolto. Ed è proprio con il significato di vita che l’uovo entrò a far parte della tradizione cristia-
na, richiamando alla vita eterna. Nella cultura cristiana questa usanza risale al 1176, quando il capo dell’Abbazia di St. Germain-des-Près donò a re Luigi VII, appena rientrato a Parigi dalla II crociata, prodotti delle sue terre, incluse uova in gran quantità. L’uso di regalare uova è collegato al fatto che la Pasqua è festa della primavera, dunque anche della fecondità e del rifiorire della natura. L’uovo è appunto simbolo della vita che si rinnova ed auspicio di fecondità. LA COLOMBA PASQUALE E’ consuetudine nel periodo pasquale regalare la colomba, un dolce la cui forma ricorda quella di una colomba con ali distese. La colomba richiama all’episodio del diluvio universale descritto nella Genesi, allorché ritornò da Noeè tenendo nel becco un ramoscello di ulivo, un messaggio
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di pace: il castigo divino concluso; le acque del diluvio vanno ritirandosi; inizia un’epoca nuova per l’umanità intera. La colomba diventa quindi simbolo della pace.
LE CAMPANE MUTE. Dal venerdì santo fino alla domenica di Pasqua, le campane delle chiese cattoliche non suonano, in segno di dolore per il Cristo crocifisso.
Giulia Orsini
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LA NOTTE DI SAN GIOVANNI
La notte di San Giovanni, festività cristiana che viene celebrata il 24 giugno, è un giorno che la tradizione popolare vuole sia legata strettamente alle streghe. In particolare si pensa che in questo giorno le streghe siano molto più forti e le erbe officinali abbiano poteri curativi eccezionali. In realtà anche questa festa è un retaggio dell’antico paganesimo precristiano. L’importanza di questo giorno sta nel fatto che il sole in questo periodo sembra fermarsi, sorgendo e tramontando sempre nello stesso punto sino al 24 giugno quando ricomincia a muoversi sorgendo gradualmente sempre più a sud sull’orizzonte (a nord nel solstizio invernale). Anticamente non avendo strumenti precisi (come oggi) la popolazione celebrava i solstizi sempre in date successive a quelle
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reali (come anche nel caso del 25 dicembre), poiché ci si affidava solo ai cambiamenti visivi, oggi con la tecnologia che abbiamo a disposizione sappiamo che in realtà il solstizio estivo cade o il 20 o il 21 (a seconda degli anni). La notte di S. Giovanni, il 24 giugno appunto, rientra nelle celebrazioni solstiziali; il nome associatogli deriva dalla religione cristiana, perché secondo il suo calendario liturgico vi si celebra S. Giovanni Battista (come il 27 dicembre S. Giovanni Evangelista). In questa festa, secondo un’antica credenza il sole (fuoco) si sposa con la luna (acqua): da qui i riti e gli usi dei falò e della rugiada, presenti nella tradizione contadina e popolare. Non a caso gli attributi di S. Giovanni sono il fuoco e l’acqua, con cui battezzava, una comoda associazione, da parte del Cristianesimo, per
sovrapporsi alle antiche celebrazioni. Così nel corso del tempo, c’è stato un mischiarsi di tradizioni pagane e ritualità cristiana che dette origine a credenze e riti in uso ancora oggi e ritrovabili per lo più nelle aree rurali. I FUOCHI DI S. GIOVANNI I falò accesi nei campi la notte di S. Giovanni erano considerati oltre che propiziatori anche purificatori e l’usanza di accenderli si riscontra in moltissime regioni europee e persino nell’Africa del nord. I contadini si posizionavano principalmente su dossi o in cima alle colline e accendevano grandi falò in onore del sole, per propiziarsene la benevolenza e rallentarne idealmente la discesa; spesso con le fiamme di questi falò venivano incendiate ruote di fascine che venivano fatte preci-
DOSSIER pitare lungo i pendii, accompagnate da grida e canti. Avendo una funzione purificatrice, vi si gettavano dentro cose vecchie, o marce, perché il fumo che ne scaturiva tenesse lontani gli spiriti maligni e le streghe (si riteneva che in questa notte le streghe si riunissero e scorrazzassero per le campagne alla ricerca di erbe da usare per le loro pratiche magiche).
L’ACQUA DI SAN GIOVANNI Con alcune erbe tipiche del periodo estivo si usa preparare per preparare l’Acqua di San Giovanni. Secondo la tradizione, durante la notte di vigilia del 24 giugno bisognerebbe raccogliere 9 erbe di varie specie: la Ruta, la Verbena, il Vischio, la Lavanda, il Timo, il Finocchio, la Piantaggine, l’Artemisia e l’Iperico (quest’ultimo
sacro a S. Giovanni). Queste erbe vanno poi messe in acqua e lasciate fuori di casa a macerare. La mattina successiva si usa quest’acqua “magica” per lavarsi, secondo le credenze, quest’acqua porterebbe benefici alla pelle e proteggerebbe dalle malattie.
Francesco V.
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RUNE ED ETRUSCHI consonanti. Solo l’esperienza e la pratica diretta consentivano di pronunciare una parola in modo concreto, aggiungendo i suoni vocalici più per cultura che per reale scrittura. L’introduzione delle vocali costituisce pertanto una rivoluzione scrittoria fondamentale per la comprensione delle parole. Possiamo porre la questione in questi termini: sia la scrittura greca che quella etrusca compaiono nel secolo VIII a.C., ma la prima forma rivoluzionaria, organica e completa di caratteri, ormai stabilizzata su una sequenza alfabetica come oggi utilizzata in Occidente, è messa a fuoco dagli Etruschi, nel secolo VII a.C.
L’alfabeto etrusco, anzitutto, può ritenersi ragionevolmente noto e decifrato. Si tratta, anche in questo caso, di un alfabeto di chiara marca mediterranea. Interessante è il raffronto con quello greco, con il quale possiede notevoli affinità, ma anche con altri alfabeti, con quello fenicio e con quello ebraico (con i quali condivide quasi una decina di lettere e l’andamento da destra a sinistra) e con quello latino, del quale fu probabilmente il seme e lo strumento di distacco dal greco. Lettura non difficile, ma il vocabolario con cui è costruita la maggioranza delle frasi si compone di poche centinaia di parole. Molte, fra queste, sono nomi di divinità, nomi di persona, verbi elementari, come donare o fare, qualche pronome, numeri,
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oggetti votivi, mancano, o sono insufficienti o incomplete, molte categorie di parole fondamentali del vivere quotidiano, i nomi di animali e di vegetali, i verbi di azione, insomma quanto consentirebbe di percepire un discorso corrente, un racconto, una poesia, una sistematica successione logica del pensiero. Una tavoletta assai nota agli etruscologi e ritrovata a Marsiliana D’Albegna, nei pressi di Grosseto, contiene il primo completo ed esauriente alfabeto di 26 lettere, già strutturato praticamente nella sequenza a noi nota e comprensiva di quell’elemento innovatore fondamentale nelle nostre lingue, costituito dalle vocali. Le lingue mediterranee più antiche, infatti, non possedevano le vocali ma si limitavano ad utilizzare le
ETRUSCHI E RUNE La connessione fra caratteri etruschi e le cosiddette rune è un problema complesso, sul quale occorre procedere per gradi. Un primo accostamento alla materia deve tener conto del cosiddetto “problema retico”. I Reti erano una popolazione presuntivamente diffusa in un area che include la Valtellina, il Veneto, l’odierno Cantone dei Grigioni e la Val Venosta, con qualche prosecuzione areale verso l’Austria e la Svizzera più settentrionale. Collegamenti di questo areale giungono in Slovenia e sulle coste dalmate, giungendo fino in Albania, dove il nome Tirana sembra essere legato ad una divinità etrusca, Turan, dea della bellezza. Iscrizioni retiche o comunque strettamente legate alla grafia dei Reti, compaiono in Trentino (Sanzeno, Val Di Non, Val Di Fiemme e altre località), Vene-
DOSSIER ALFABETO RUNICO
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to Settentrionale (Magrè, Padova, Verona, Treviso), Alto Adige (Bolzano, Schluderns, Malles, Bressanone-Brixen e alto), Tirolo (Inntal, Steinberg, Engadina). In realtà l’analisi diretta rivela la stretta parentela con i caratteri etruschi, come si osserva anche nelle Iscrizioni Venetiche, facilmente assimilabili allo stesso ceppo grafico, a Este, Padova e Cadore, o alle iscrizioni Camune della Provincia di Brescia (Berzo-Demo, Cividate Camuno, Naquane, Scale di Cimbergo, Foppe Di Nadro, Piancogno...) e alle iscrizioni leponzie diffuse nelle Province di Verona, Bergamo, Brescia, Milano, Pavia e Varese, fino alla Provincia di Vercelli. L’alluvione di grafie imparentate con il ceppo degli Etruschi, anzi dei Rasenni o Rasna, si manifesta negli infiniti toponimi che vanno dai molti Piz Rasna della Val Venosta, al Palese nome etrusco di Vipiteno, Sterzing in tedesco. Questa assimilazione dell’alfabeto etrusco e la relativa trasformazione nelle cosiddette rune avviene qualche secolo dopo Cristo, quando ormai gli Etruschi stavano scomparendo per l’azione congiunta dei latini. Il fenomeno segnala anche la profonda traccia che la cultura etrusca ha seminato nell’intero continente europeo.
FUÞARK Qualcosa di più si può dire in merito al Fuþark. Vengono definiti rune i caratteri appartenenti ad una serie più o meno ampia di lettere certamente utilizzate in area germanica e nord europea, con scopi di breve iscrizione su pietre, oggetti votivi, prodotti di artigianato o strumenti militari. Ma attorno alle rune è stata creata un’atmosfera misteriosa, dando credito al fatto che esse siano state usate, per eccellenza, nelle pratiche di magia. Il che non è vero. In realtà le rune, intese come apparato calligrafico usato in modo sistematico nel nord europeo, appaiono nei primi secoli d.C. e la loro serie più nota è detta fupark, o sistema runico germanico antico, datato non prima dei secoli II e III d.C. Per quanto i più recenti studi ne ipotizzino ormai senza dubbio un origine classica, la scrittura runica compare per la prima volta nel II sec. della nostra era nel nord dell’Europa ed il mito vuole che la sua invenzione sia opera degli Dei. È certo che la più antica iscrizione runica risale al I° o più probabilmente II° sec. d.C. ed è un incisione che si trova sulla celebre fibula di Charnaix, ora conservata nel museo di Saint-germaine en laye, comune della cintura
urbana di Parigi, originaria della Danimarca e facente parte di un carniere ritrovato in Borgogna. In merito alle rune e al Fuþark vale la pena elencare sinteticamente quale sia l’opinione consolidata dei maggiori studiosi in materia. Alcuni ritengono che il Fuþark ha la sua fonte primaria negli alfabeti di derivazione etrusca dell’Italia nord orientale e, secondaria, nell’alfabeto latino. Il processo creativo, che ha portato alle rune, ha avuto come intermediario probabile il popolo venetico. Il Fuþark non ha avuto origine né funzione rilevante nel mondo della magia. Nel complesso, si può affermare che le rune si possono a buon diritto considerare la più importante acquisizione dei germani nel loro contatto con le popolazioni dell’Italia antica. Su queste basi è interessante osservare che, a partire da queste prime forme imitative germaniche, le rune si sono diffuse in tutta Europa, fino alla Danimarca, alla Svezia, alle isole britanniche e all’Islanda. In ogni caso le rune non si prestarono mai ad un uso letterario e pratico, non ebbero una versione corsiva, furono utilizzate soprattutto nelle epigrafi e divennero un “passatempo di dotti”. Arved
Riflettere attraverso la Poesia Riportiamo alcune poesie dello scrittore Mario Gabassi, autore di molti libri editi dalla Italus Edizioni, come: “Due Mondi”, “Torre Maggiore e l’Albero Cosmico”, “Racconti”, “A Federico II di Svevia”, “A Pablo Neruda”, “Gaudio Magno” ecc…
Per riflettere attraverso i versi di una poesia...
Alternanze La stagione primaverile sta lentamente prendendo il posto di quella invernale. Giorno dopo giorno inizio ad avvertire un dolce tepore. L’alba mi saluta radiosa ed il tramonto mi accompagna, furioso, verso il gradito riposo. Tra poco giungerà poi l’autunno cui seguirà di nuovo il freddo inverno. … e così, dopo giorni, mesi, anni, decenni, quando, finalmente, avrò imparato a cullarmi in questa normale routine, trac! si spegnerà la luce nei miei occhi e cadrò a terra come uno straccio. Le stagioni, invece, meravigliose, continueranno, anche senza me, il loro abituale, millenario, immemore alternarsi.
Mario Gabassi
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Riflettere attraverso la Poesia
Pensieri spaziali Noi, esseri umani terrestri, considerato che, proprio a causa nostra la Natura ormai ha gli anni contati, stiamo cominciando ad esportare nello spazio la nostra smania di avventura interessata. Dapprima sulla cara Luna, ma soltanto come trampolino; contiamo invece di arrivare a Marte e, appena dopo, anche un po’ più in là: vogliamo colonizzare l’intero Zodiaco!! Son già trascorsi decenni da quando l’ignara Luna, scrigno di melense sdolcinature o determinanti indicazioni per santoni e agricoltori, ha perso la sua verginità sotto il peso leggero di Neil Armstrong. Addio alle dolci rime di Saffo:, “È tramontata la Luna anche le Pleiadi...” ed ai blasfemi pensieri di Galileo: tutto passa!
Mario Gabassi
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SOPHIA I SOTTERRANEI DI NARNI l’Ombra della Massoneria dietro la Simbologia risalente all’Inquisizione
Narni - Umbria, provincia di Terni Narni è un grazioso borgo medievale, fondato dagli umbri, incastonato nella verde Umbria. Questo piccolo borgo ha però una storia ai più sconosciuta e rimasta segreta fino a qualche decina di anni fa, ben nascosta nei suoi sotterranei. A Narni vi è uno dei più grandi complessi monastici domenicani presenti in Umbria: il convento di San Domenico, edificato dall’Ordine nel 1330.
I misteri e gli enigmi iniziarono a vedere la luce nel 1979 grazie a sei giovani speleologi del posto che casualmente vi si trovarono davanti. La prima scoperta fu la chiesa consacrata originariamente all’Arcangelo Michele, risalente al XIII secolo. Solo successivamente vennero scoperte due piccolissime stanze, adiacenti la chiesa, che avevano una storia da raccontare, quella dell’inqui-
sizione. Dopo il concilio di Trento (1545-1563), il Santo Uffizio ebbe qui una sua sede. Una delle due era la stanza dei tormenti, oggi con fedeli ricostruzioni di strumenti di tortura dell’epoca. Siamo esattamente sotto l’abside di san Domenico. Quella che però ha attirato l’attenzione è il luogo più segreto e inquietante di tutto il complesso sotterraneo: la cella carceraria databile intorno al 1714.
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SOPHIA Segni e simboli ricoprono interamente le pareti e il soffitto. Quei graffiti sono gli unici testimoni della sofferenza e disperazione di chi lì sotto vi è stato rinchiuso e non avendo a disposizione carta e inchiostro, ha voluto che quella storia buia non si perdesse nel tempo. La scritta che domina su tutto è: “sant’ofizio”. Qui venivano rinchiusi i condannati dal Sant’Uffizio dell’Inquisizione. È una cella unica nel suo genere in Italia. Quando venne scoperta non fu subito chiaro a cosa servisse come non avevano senso i tanti simboli impressi sulle pareti. Dopo studi e ricerche approfondite emersero verità sconvolgenti. Solo grazie a documenti scovati in Vaticano e nella biblioteca del Trinity College di Dublino fu possibile ricostruire in parte la storia dell’inquisizione a Narni e di chi vi fu coinvolto. GIUSEPPE ANDREA LOMBARDINI Il 4 dicembre 1759, vi fu rinchiuso un personaggio chiave, la cui identità ha tutt’ora dei lati oscuri. Le pareti diventarono il suo diario, a loro affidò la sua storia, enigmatica, incomprensi-
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bile, maniacale: il suo racconto colmo di simboli apparentemente visionari e senza senso. I documenti che avrebbero potuto far luce sulla vicenda scomparvero misteriosamente dall’archivio dei domenicani. Si tratta di un uomo, Giuseppe Andrea Lombardini, comandante delle guardie del Sant’Uffizio di Spoleto, per ironia della sorte. Egli fu arrestato per aver favorito la fuga di un suo compagno d’armi. Essendo un personaggio importante non si sa se venne accusato di tradimento o incastrato per tutt’altro. Quando capì che questi domenicani erano disposti a tutto iniziò a disegnare simboli, per lo più religiosi. La presenza di monogrammi di Cristo e della Madonna indica che aveva una grande fede ma, per paura di veder cancellati i suoi messaggi di pace, libertà e giustizia, decise di affidarli ad un linguaggio “alternativo”. Tracciò simboli nascondendo sotto iconografie più o meno cristiane tutta una simbologia esoterica che solo recentemente si è scoperto avere collegamenti con la massoneria, la cabala e l’alchimia. Non si può escludere che egli stesso avesse rapporti con la massoneria. Siamo davanti ad un vero e proprio messaggio in codice. Segue un
precisissimo disegno mentale, dove la scelta di usare simboli dal doppio significato aveva lo scopo di celare quello vero per poi far sì che venisse decifrato solo da chi avesse avuto la giusta chiave di lettura per potervi accedere, seguendo un preciso ordine di lettura. SEGNI MISTERIOSI Il primo simbolo che troviamo, sui muri e sul soffitto, è l’acronimo “IHS”. Esso è il monogramma del nome di Gesù che il predicatore Bernardino da Siena diffuse nell’Italia centro settentrionale per decenni nei primi del 1400. I caratteri “j” (al posto della I), “h” e “s” erano le iniziali delle parole Jesus Hominum Salvator (Gesù salvatore degli Uomini). L’asta della “h” diventò una croce dove erano infissi tre chiodi. Assunse il significato di protezione, appartenenza cristiana. Sopra il monogramma campeggia una scritta: “Il para Tiso santo”, la lettera “T” che sostituisce la lettera “D” è una scelta del Lombardini. La “D” è infatti la prima lettera della parola “domenicani” (i suoi carcerieri). Un modo per manifestare l’odio contro di essi? Troviamo questa so-
ria ma alcuni esponenti di logge, vedendo la indubbi coincidenza simbolica, erano convinti fosse un loro “fratello”. Vicino al sole e alla luna vi sono due rettangoli rossi. A sinistra si legge “ora 720 1759”, a destra “ora 1440 1760”. Se 720 sono le ore di trenta giorni, 1440 sono il doppio, quindi si deduce che Lombardini fu rinchiuso per ben novanta giorni tra il 1759 e il 1760. Ciò fa pensare ad un conteggio delle ore di prigionia. Altro simbolo carico di significati che possiamo riconoscere è l’albero della vita con i colombi che hanno tra il becco un ramoscello d’ulivo. Se non fosse che i colombi sono legati farebbe pensare ad un messaggio di pace. Il colombo rivolto a sinistra, verso il passato delle origini da cui tutto proviene, è prigioniero. Potrebbe essere una proiezione dello stesso Lombardini. L’albero della vita è una raffigurazione astratta e simbolica che riguarda la sintesi degli insegnamenti della Cabala: l’archetipo. Potentissimo simbolo mistico ricorrente in tante culture, racchiude tutti gli aspetti
della vita: è il progetto che Dio ha seguito per la creazione del mondo. Simbolo della salita verso l’origine e della discesa affinché le anime assumano la forma attuale. Attraverso di esso la consapevolezza degli uomini sale e scende. Proprio sotto l’albero sembra esservi un falconiere che caccia con un falco sul braccio, legato con un filo. In molti vedono in questa raffigurazione la Chiesa che caccia gli eretici, proprio come il falconiere i colombi, ancora la contrapposizione tra Male e Bene, da una parte i domenicani e dall’altra i gesuiti. Proprio sopra l’albero ci sono dei numeri: “7:24:42:7”, con l’aggiunta di uno “0” finale. Se includiamo anche il “7” all’inizio come “07” i numeri formano una curiosa sequenza numerica: “07-24-42-70”, si tratta di una sequenza palindromica ed è presente in più punti della cella. Il “7” rappresenta la perfezione divina, al contrario, il “6” rappresenta il maligno (ed è dato dalla somma di “2+4” o “4+2”). Se isoliamo i due “7” nel primo e ultimo gruppo, avremmo “7-7” che diviso da l’unità, Dio. I numeri al centro, “24” e “42”, sono speculari tra loro proprio come il sole e la luna, come la forza positiva e quella negativa che dominano l’universo.
SOPHIA
stituzione anche in altre parole: “Tio mio” invece di “Dio mio”, “Giuseppe Antrea Lombartini”, “A.T. 4 Tecembre 17592” invece di “A.D. 4 dicembre 1759”. La parte superiore della seconda “A”, in “Il Paratiso Santo”, è simile ad un triangolo e conteneva il punto della “I” posta sotto del monogramma di Cristo, sembra riproporre l’immagine dell’occhio onniveggente di Dio. Nella “O” di Santo, sembra ci sia iscritto un 7, così com’è composto è il simbolo alchemico dell’argento. Sempre nella stessa parete, ai due lati, ci sono disegnati il sole e la luna. Essi rappresentano l’inizio e la fine, la dialettica degli opposti, per la massoneria è l’alternarsi del giorno e della notte e il loro equilibrio. Non è un puro caso che guardando a oriente, disegnò il sole a sinistra e la luna a destra, così come risultano disposte nel Tempio massonico della Grande Loggia d’Italia. Tra sole e luna troviamo incisa la divinità, ovvero il monogramma IHS. Non sono stati trovati documenti ufficiali che testimonino la vicinanza del prigioniero alla massone-
L’OMBRA DELLA MASSONERIA DIETRO LA SIMBOLOGIA DI LOMBARDINI I simboli che tornano sono tutti speculari come il monogramma di Cristo e sul soffitto, il carcerato, lo riproduce rovesciato (altro richiamo massonico). Nulla è ciò che sembra e nulla è fatto per caso, ogni tratto lo rap-
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SOPHIA presenta con cognizione di causa e non per essere interpretato nell’immediatezza. Disegna un gallo nella parete est della cella (ad est sorge il sole), infatti il gallo riporta la luce dopo il buio, il buio inteso come maligno. Nella simbologia massonica è segno di rinascita ed è legato alla nozione di luce iniziatica. Ancora, il triangolo dentro l’occhio onniveggente. Immagine dal forte significato simbolico. L’occhio è quello divino che tutto osserva, il triangolo è riferito al mistero della Trinità (tre lati, la perfezione). L’occhio racchiude anche antichissimi concetti teologici e culturali. Dal XVIII secolo divenne l’indiscusso simbolo massonico per eccellenza. Lombardini usando questa simbologia vuole accusare un potere che non poteva essere messo in discussione. Verrà costretto all’esilio perpetuo, dopo anni verrà graziato dal Papa.
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Altri prigionieri furono rinchiusi la sotto e si scopri che una data, 1845, apparentemente insignificante con l’inquisizione, fu rivelatrice. Si scopri negli archivi vaticani che documenti riguardanti l’inquisizione erano datati ben oltre il 1845, almeno fino al 1854. Nel 1860 arrivarono le truppe piemontesi che saccheggiarono il convento e ne murarono gli accessi. Sepolti la sotto ci sono ancora molti misteri, molte persone a cui è stato impedito di parlare e lasciate morire insieme alle scomode verità che portavano con se. La sensazione che si ha, avendola provata in prima persona, è di una strana energia che ti avvolge come la nebbia e insieme ad una forte inquietudine e una forza magnetica che ti trattiene lì, come fosse una richiesta d’aiuto di ricerca della verità.
Federica Baldi
Sappiamo molto e molto poco del filosofo Pitagora. Sappiamo, per esempio, che era figlio di uno scalpellino di nome Mnesarco e che, probabilmente, vide la luce nell’isola di Samo. Ignoriamo, però, quando nacque. La maggioranza degli studiosi indica il 571 a. C., ma v’è chi pospone la data di nascita al 532 e chi la anticipa al 580 a. C., per non parlare di coloro che vorrebbero farne un saggio vissuto alla fine del VII secolo a. C.! Altrettanto carico di luci e di ombre, il periodo della sua giovinezza. È certo che Pitagora viaggiò molto nelle Gallie e nel Mediterraneo orientale, ma non è ammissibile che abbia appreso dagli Egizi la dottrina della metempsicosi, come ci riferisce lo storico Erodoto. È stato assodato, infatti, che siffatta teoria era ignota alla cultura egiziana. Probabilmente, fu per altre vie “orientali” che Pitagora apprese qualcosa su
reincarnazione, trasmigrazione e metempsicosi. LA SCUOLA ITALICA È sicuro, per contro (qualora si accetti il 571 come data di nascita), che a quarant’anni abbandonò la patria, per recarsi a Crotone (nell’attuale Calabria), che era, allora, una delle piú importanti città della Magna Grecia. Fu qui che fondò la propria comunità esoterica, piú tardi chiamata Scuola Italica, e a fondamento della quale v’erano ardite speculazioni sul senso filosofico dei numeri e dei suoni e una concezione politica che si opponeva tanto alla tirannide del singolo, quanto alla democrazia. Auspicio di Pitagora e dei suoi seguaci era che il governo della città-stato fosse affidato proprio a collegi di filosofi. Le concezioni pitagoriche ebbero un certo seguito a Crotone e ispirarono la creazione di ana-
SOPHIA
L’ENIGMA PITAGORICO
loghi cenacoli a Sibari, a Reggio e in tutta la Sicilia. Fu a questo punto che scattò la reazione del partito democratico. Accusato di complotto contro le autorità, Pitagora dovette fuggire a Metaponto, dove sarebbe morto tra il 497 e il 479 a. C., secondo quanto narra una variante della storia; e sempre in base a tale racconto si può affermare che la “scuola pitagorica” riuscì a sopravvivere per quasi un secolo, finché i democratici non scovarono tutti i membri della confraternita riuniti in un tempio, non lontano da Crotone, e appiccarono il fuoco all’edificio. Dalle fiamme riuscirono a scampare solo due adepti: Liside, che darà vita alla scuola di Tebe, piú tardi illustrata da Filolao, il cosmografo, e Archippo, fondatore del ramo tarentino, di cui sarà massimo esponente Archita, l’amico di Platone, e da cui prenderà corpo il movimento neopi-
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parole che Pitagora aveva pronunciato su un determinato argomento: “... così egli ha detto”, e i discepoli chinavano reverenti il capo. Non era forse vero che alcuni avevano paragonato la sua scienza a quella di Apollo? E altri che raccontavano di una sua discesa agli Inferi? Forse, dicevano altri ancora, suo vero padre era Hermes, il dio della saggezza, colui che ha il potere di viaggiare fra tutti i mondi. Per questo, la “filosofia” di Pitagora è più che un sistema di pensiero: è veggenza e profezia, il frutto delle conoscenze acquisite da chi aveva il dono dell’ubiquità spirituale.
tagorico; quel movimento la cui influenza sarà tutt’altro che trascurabile sulla vita intellettuale della Roma imperiale. Secondo altre testimonianze, però, l’olocausto e la dispersione della setta sarebbero contemporanee alla scomparsa dello stesso Pitagora e anche la morte di questi sarebbe avvenuta tra le fiamme del tempio crotonese. I SIMBOLI E LA VEGGENZA Un enigma che si salda ad altri enigmi. Tutto sommato, difatti, sappiamo ben poco di ciò che si insegnava nel seno delle cerchie pitagoriche, poiché il silenzio su quel sapere era rigidissimo e anche le cosiddette “rivelazioni” di Filolao, non solo ci sono giunte in modo frammentario, ma spesso danno l’impressione di sorvolare
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su aspetti importanti, forse basilari, per una retta comprensione del pensiero pitagorico. Un pensiero che molti hanno visto come una prefigurazione della filosofia massonica, poiché, in entrambe, ogni determinazione speculativa si basa su una simbologia che è, a un tempo, intuitiva e geometrica o, in senso più lato, analogica e matematica. Riflettere su Pitagora e sul Pitagorismo significa, quindi, riandare alle radici più profonde di tutto l’esoterismo occidentale e non solo per ragioni dottrinarie. Non si dimentichi che la comunità pitagorica era organizzata su tre gradi e retta da un principio di autorità spirituale. Non per nulla, il famoso detto ipse dixit pare abbia avuto origini pitagoriche e sembra venisse usato per troncare ogni discussione, riferendosi alle
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La figura di Eracle, Ercole per i Romani, appare molto complessa e suscita interpretazioni diverse fra gli studiosi. Tutta la vita di questo eroe è avvolta dal mistero e la sua sorte finale, morte e ascesa all’Olimpo, è una vicenda troppo vivida di colori, perché possa ridursi a una favoletta moraleggiante.
donna, assumendo l’aspetto del di lei marito, Anfitrione. Era, la dea, fu, quindi, doppiamente gelosa di quella unione e del suo frutto: solo Alcmena, fra tutte le mortali amate da Zeus, aveva visto il divino sposo in forme antropomorfe ed Eracle, l’eroe cosf generato, era compartecipe della doppia natura umana e divina.
L’ODIO DELLA DEA Eracle, probabilmente, vuol dire “colui al quale Era diede gloria”, ma la dea (Giunone dei Romani) sembra tutt’altro che amica. È lei a inviare due serpenti contro Eracle ancora in culla, ma, per fortuna, il bambino ebbe tanta forza da uccidere i due rettili; è sempre Era a imporre a Zeus che l’eroe divenga suddito di Euristeo, re di Argolide, preveggendo che un giorno il sovrano avrebbe imposto a Eracle durissime prove: le famose dodici fatiche. Perché tanto odio? La spiegazione potrebbe essere questa: Eracle è figlio di Alcmena e di Zeus, accostatosi alla giovane
UNA VIRTÙ EROICA La virtù che Eracle sceglie e persegue sin dalla prima giovinezza, così come è ricordato dall’apologo di Prodico e piú volte rappresentato da pittori di ogni epoca, non è la virtù cristianamente intesa. Egli non è un redentore o un santo, e neppure l’avàtara (un’incarnazione) di un dio, nel senso orientale del termine. Ma è un eroe, il modello o prototipo della figura del “grande iniziato”, per dirla in termini vaghi e tuttavia eloquenti. Perciò, le sue azioni vanno intese ora come metafore, un’accezione simbolica. Per esempio, quando si racconta che, nella prima giovinezza,
Eracle sradicò un olivo selvatico sull’Elicona per farsene una clava e che si ricoprì torso e capo con pelle e testa di un leone che aveva ucciso nelle zone tra il Citerone e l’Elicona, risulterà evidente che si indica all’esoterista la necessità ch’egli si faccia padrone e signore della natura, traendo forza dalla bellezza e muovendo incontro al proprio destino, celebrando nel cuore le nozze della ragione e della passione. Si ricordi: Elicona era sacro alle Musa, e il Citerone era il monte dove si celebravano le nozze di Zeus e di Era: solo così si potrà intuire perché la clava venne fabbricata con quel legno, e perché la fiera venne abbattuta in quella regione e non altrove. Analogamente le famose dodici imprese (l’uccisione del leone di Nemea e dell’Idra di Lerna, la cattura della cerva di Cerinea e del cinghiale d’Erimanto, lo sterminio e la cacciata degli uccelli inferi dalle paludi di Stinfalao, grazie alla clava e all’arco, ma anche con l’ausilio del suono di bronzee nacchere, la pulitura delle stalle di Augia, la cattura delle cavalle di Diomede e del toro di Minosse, la conquista del cinto di Ippolita e la cattura dei buoi di Gerione, la conquista dei pomi d’oro delle Esperidi e la cattura di Cerbero) non rappresentano soltanto una specie di andirivieni tra il mondo infero e quello umano, bensì qualcosa di estremamente concreto: il peregrinare, lungo una spirale del tempo, di fronte a situazioni esistenziali ogni volta diverse.
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ERCOLE IL GRANDE INIZIATO
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volere di Zeus e trovandovi Era, che, sollecita, gli recava la figlia Ebe in sposa. La Grande Madre rivelava finalmente il suo volto: non più prove e umiliazioni, non più imprese ardue e pericolose: il più forte dei suoi sacerdoti poteva conoscere la beatitudine dei trasfigurati e indicare ai posteri la giusta via, brillando in cielo come una saettante costellazione, come vertice di un triangolo che ha agli altri vertici le costellazioni zodiacali dello Scorpione e del Sagittario e che include il Serpentario, il segno della vittoria sul drago cosmico.
I PERICOLI E L’ESPIAZIONE Un iter, un cammino che ha il suo Prezzo e che comporta anche sconfitte. Secondo alcune varianti del mito, l’eroe :ornò folle dal regno dei morti, tanto da uccidere o i figli che gli aveva partorito Megara, la prima moglie, o i fratelli di Jole, la fanciulla che aveva ottenuto in sposa dopo averla vinta in una gara con l’arco. Più empio ancora il successivo comportamento di Eracle: poiché !’oracolo apollineo di Delfi gli aveva rifiutato l’assoluzione, tentò di rubare il tripode del dio e solo la folgore di Zeus lo indusse a desistere. Seguí il periodo di espiazione, quando l’eroe venne venduto da Hermes, come schiavo, alla regina di Lidia, Onfale e, per qualche tempo, fu costretto a vestire abiti femminili. DAGLI INFERI ALL’OLIMPO Altrettanto significative le ultime vicende terrene, stranamente intrecciate a eventi di poco
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anteriori. Si narra, infatti, che prima che tornasse impazzito dall’ultimo viaggio agli inferi, Eracle aveva sposato la vergineguerriera Deianira e ne aveva difeso la dignità dalle bramosie del centauro Nesso. Ma questi, prima di morire colpito da una freccia dell’eroe, era riuscito a fare credere alla donna che il suo sangue aveva virtù magiche: se fosse stato usato per impregnare una camicia di Eracle, costui, una volta indossato l’indumento, non avrebbe potuto amare che Deianira. Perciò, quando la donna si avvide dell’interesse del suo uomo per Jole, gli inviò il fatale indumento. Il sangue avvelenato del centauro ebbe effetti devastanti sul corpo dell’eroe, che impossibilitato di strapparsi di dosso il dono di Nesso, avvertì che la sua fine si approssimava e che un solo gesto gli era consentito: cercare di consumare sé stesso e il suo dolore in un fuoco purificatore. Volle allora che una gran pira funebre venisse eretta sul monte Oeta e vi si immolò, ascendendo all’Olimpo per
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Una delle opere più interessanti di René Guenon è sicuramente “il Re del Mondo”, pubblicata per la prima volta nel 1924. In questo saggio, il noto studioso si sofferma su due scritti precedenti: Mission de l’Inde di Saint-Yves d’Alveydre e Bestie, uomini e dei di Ferdinand Ossendowski, inoltre, cita, con scarso entusiasmo, Les fils de Dieu, di Luis Jacolliot. Sia d’Alveydre che Ossendowski, pur interessandosi di aree geografiche diverse, suppongono l’esistenza d’Agartha, un regno sotterraneo, abitato da iniziati e governato da un monarca con straordinari poteri: il Re del Mon-
do. Celebre, a tal proposito, è un passo di Bestie, uomini e dei: “La terra e il cielo cessavano di respirare. Il vento non soffiava più, il sole si era fermato. In un momento come quello, il lupo che si avvicina furtivo alla pecora si arresta dove si trova; il branco di antilopi spaventate si ferma di botto [...]; al pastore che sgozza un montone cade il coltello di mano […] Tutti gli esseri viventi impauriti sono tratti involontariamente alla preghiera e attendono il fato. Così è accaduto un momento fa. Così accade sempre quando il Re del Mondo nel suo palazzo sotterra prega e scruta i
destini di tutti i popoli e di tutte le razze”. Ossendowski riferisce di aver raccolto numerose prove sull’esistenza di questo straordinario impero ipogeo. Ad esempio, lungo le rive dell’Amyl, alcuni anziani gli narrarono di un’antica tribù che sfuggì alle armate di Gengis Kan, rifugiandosi in immense caverne. Più tardi, presso il lago Nogan Kul, un Sojoto gli mostrò un antro fumante, assicurandogli che era l’ingresso d’Agharta. Desideroso di saperne di più, l’avventuroso polacco condusse ulteriori ricerche ed apprese che, migliaia di anni orsono, un sant’uomo scomparve con la propria gente in una misteriosa regione ctonia. In seguito, pochi coraggiosi l’avrebbero visitata ma nessuno sarebbe stato in grado di ubicarla. Perciò alcuni la pongono in India, altri in Afghanistan, altri ancora nell’Asia centrale. Sembra certo, comunque, che Agartha sia un luogo felice, popolato da milioni di anime che coltivano scienza e saggezza; ne è signore il Re del Mondo, al quale sono demandati i destini dell’umanità intera. Quali siano le origini di questa irnerica contrada rimane un mistero, anche se Ossendowski sembra riferirsi ad Atlantide: ‘Voi sapete che i due oceani più grandi, ad est e ad ovest, furono già due continenti. Disparvero sott’acqua; ma i loro popoli passarono nel regno sotterraneo`. Nel proseguo della sua singolare opera, l’autore fornisce un ulteriore dettaglio: il regno nascosto si estenderebbe sotto la crosta dell’intero pianeta, fino a
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IL RE DEL MONDO
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raggiunge il Nuovo Mondo. E’ interessante notare come, in America latina, accanto alle tradizioni Maya e Tolteche, coesista la saga della “Terra senza male” delle etnie Tupi-Guaranì che credono in un luogo appartato privo di dolore e di morte. La pace e la gioia vi regnerebbero sovrane e per chi fosse capace di raggiungerlo, vi sarebbe un’eterna beatitudine. Anche Aghartha è una regione priva di male, giacché vi brilla una particolare luce, capace di far germogliare le piante e di assicurare salute e longevità. E’ evidente la parentela fra quanto supposto e il vril, invenzione di Sir Edwuard Bulwer-Lytton che ebbe, fra Ottocento e Novecento, un’indubbia fama. La descrizione della reggia del Re del Mondo ricorda, invece, il Potala, la residenza del Dalai Lama a Lhasa. Il palazzo, infatti, si erge sulla sommità di un’altura e domina santuari e monasteri, abbarbicati alle sue pendici. Le liturgie agarthiane, descritte da Ossendowski, sono infine, un mix, di culti e credenze asiatiche, ad iniziare da quelle tantriche ed implicano esseri disincarnati, viaggi extracorporei11, facoltà taumaturgiche e colloqui con i defunti. Al vertice di questo paese segreto vi è il Re del Mondo. Egli prega, governa, giudica e conosce i progetti dei potenti; se sono buoni facilita la loro realizzazione, altrimenti li fa fallire. Solo lui ha, inoltre, facoltà di entrare nel grande tempio, ove, fra lingue di fuoco, ascolta la voce di Dio. Alcune volte, per brevi periodi, il signore d’Agartha ha lasciato il suo regno. Apparve nel Siam e in Indi, su un carro tirato da elefanti bianchi, era vestito con una clamide candida e una tiara rossa,
abiti e arredi erano impreziositi da metalli e pietre d’immenso valore. Benediceva il popolo con un gioiello d’oro e così facendo sanava ogni male. La sua ultima apparizione risale alla fine dell’Ottocento, quando si mostrò nel monastero di Narabanci. In quell’occasione profetizzò che la prima metà del nuovo secolo sarebbe stata caratterizzata da peccati e corruzione, sarebbero cadute le corone di grandi e piccoli re, la mezzaluna dell’Islam si sarebbe offuscata e ciò avrebbe portato avvilimento e povertà. Vi sarebbero stati terribili conflitti con milioni di morti, le catene della schiavitù sarebbero cadute per essere sostituite da quelle della fame. Per altri settantuno anni vi sarebbero state tre grandi nazioni, poi sarebbero seguiti diciotto anni di guerra e di distruzione, al termine dei quali le porte d’Agartha si sarebbero aperte. Molti cercarono invano di raggiungerla, mentre quei popoli erranti che, per caso, vi si avvicinarono ne restarono segnati per sempre. Così accadde per gli Oleti e gli Zingari che ebbero il dono di predire il futuro e di conoscere le virtù delle erbe. Altre tribù vi appresero, invece, l’arte di chiamare “gli spiriti dei morti quando aleggiano nell’aria”. Le notizie riportate da SaintYves d’Alveydre, non si discostano da quelle d’Ossendowski. Il Francese attesta, infatti, di aver incontrato numerosi iniziati, fra i quali il principe afghano Hardjij Sharif, che gli avrebbero narrato di Aghartha, un mondo sotterraneo fatto di cunicoli e grotte. Qui vivrebbe una comunità di giusti, governata da un “Supremo Maestro”; in tal luogo sarebbero conservate le testimonianze di tutte
le civiltà della terra. I poteri degli Aghartiani sarebbero tali da distruggere il globo se qualcuno tentasse di combatterli, ipotesi, comunque, remota, dato che dispongono di “[...] mezzi psichici [...] come il proclurre al momento opportuno una specie di “nuvola” che impedisce alla coscienza, ancora non pervenuta al grado di percettività necessario, di vedere ciò che l’occhio si limita a captare.” II d’Alveydre, amico di Papus e celebre esoterista affermò di aver desunto da Agartha la sinarchia, un modello organizzativo di tipo teocratico che rispecchierebbe il divino ordine cosmico. Egli afferma ne LArchéomètre: “Non si tratta di distruggere né di conservare un qualsiasi ordine sociale, al di sopra degli Stati [...] poiché non ve ne è alcuno: bisogna crearlo. Dobbiamo formare [...] un governo comune, puramente iniziatico, emanazione stessa delle nostre nazioni. nel rispetto di tutto ciò che costituisce la loro vita interiore [...]”. Questa utopia politica, che ebbe un certo seguito negli ambienti di destra, prefigurava una società gerarchizzata, al cui vertice vi era la suprema camera metafisica. In realtà l’ideatore della sinarchia era stato Fabre d’Olivet che si era ispirato al mito ermetico dei “Superiori incogniti”, caro a un certo filone massonico e rosacrociano. D’Alveydre ebbe, comunque, il merito di averne diffuso l’idea, anche se il Meunier l’accusò di essere abile nello sfruttare le idee altrui e il Wirth, rincarando la dose, lo definì autore di un plagio. Nonostante le feroci critiche d’Alveydre fece scuola ed ispirò altri autori fra i quali Jean Marquès Rivière che, nel 1929, pub-
to da leggi desunte dall’alto. Di conseguenza il monarca è anche legislatore o il discendente del legislatore, di colui che raccolse i comandamenti primigeni. Costui è, per molte culture, Manu, primo uomo e divinità eponima dei viventi, colui che salvandosi dal diluvio consentì il protrarsi della vita. Si legge nel Matsyapurana: “Nei tempi passati, un re di nome Manu, figlio del Sole, praticò una lunga ascesi […]. Trascorso un milione di anni, Brahma […] fu compiaciuto e si presentò a lui per concedergli un dono, dicendo: - Scegli un dono - . Il re s’inchinò […] e disse: - è uno solo il dono ineguagliabile che ti chiedo: che io possa proteggere le moltitudini di tutti gli esseri, mobili e immobili, quando avrà luogo la dissoluzione -. Colui che è il principio vitale di tutti acconsentì alla richiesta e svanì”. Così, quando giunsero le grandi acque, Manu sopravvisse e con lui il genere umano, anzi ebbe da Visnu, manifestatosi sotto l’aspetto di un pesce, i Veda: l’anello di congiunzione col sacro. La figura dell’Antenato legislatore è tipica di molti popoli. Per gli Egizi è “Menes”, per i Celti “Menw”, per i Greci “Minosse”, per i Romani “Numa”, il re pontefice e, non a caso d’Alveydre, chiama il Re del Mondo “Sovrano Pontefice”. Questa parola è assai evocativa, in quanto, in origine, pontifex significava “costruttore di ponti” e, in effetti, il re ordinatore, è colui che costruisce una via fra il cielo e la terra. E’ il mediatore e, per gli Ebrei, il garante del patto con Dio, per ciò egli detiene un duplice potere. Tale caratteristica era tipica dei Re Magi, ai quali accenna Matteo e che,
secondo l’apocrifo angelo arabo siriaco dell’Infanzia, giungevano dall’Oriente “[...] come aveva predetto Zaratustra’’’. Ancora più interessante è il Vangelo Armeno, per il quale, consegnarono al Redentore i “libri scritti e sigillati dalle mani di Dio”, ove era annunciato il riscattato dell’uomo. Questa leggenda, cara agli gnostici, narra che il testo segreto sarebbe stato consegnato da Adamo a Seth40, per giungere, infine, al Cristo. La sua traccia più antica si trova nel Libro della rivelazione di Adamo al figlio Seth, ove il passaggio “abbiamo veduto la sua stella in Oriente e siamo venuti ad adorarlo”, avvicina i Magi ai sacerdoti mazdei che cercavano nel cielo i segni della ierofania del Saoshyant, il “Soccorritore”, il nato da una vergine, il discendente di Zaratustra, che avrebbe donato agli uomini l’immortalità. Vi è una certa affinità fra i Magi, annunciatori di salvezza e il Giusto nascosto, il Nistàr caro ad una tradizione cabalistica particolarmente diffusa fra le comunità hasidiche dell’Europa dell’Est. Tale concezione afferma che ogni generazione è guidata da “Trentasei Giusti”, nessuno ne conosce l’identità e fra loro si cela il Messia che si rivelerà alla fine dei tempi. I Giusti sono talmente misteriosi da non sembrare figli di questo mondo, ricordano per tanto Melchisedec, le cui caratteristiche sono simili a quelle del Re del mondo. Melchisedec compare in Genesi, dove si legge: “E Melchisedec, re di Salem, fece portare il pane e il vino; egli era sacerdote dell’Altissimo, e benedisse Abramo dicendo: benedetto sia Abramo dall’Altissimo, Signore dei Cieli e della Terra; e benedetto sia l’Altissimo, che ha messo i tuoi
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blicò il racconto di un immaginario viaggio in Tibet23, ove un monaco imalahiano gli avrebbe rivelato che il regno di Agartha è “[ ...] nascosto e noialtri della “ Terra delle nevi” siamo il Suo Popolo. Il suo regno è per noi la terra promessa, Napamaku, e noi portiamo in cuore la nostalgia di questa contrada di Pace e Luce”. Le opere che abbiamo esaminato ebbero il pregio di oggettivare e diffondere una tradizione antichissima, presente nello stesso concetto orientale di monarchia. In Cina l’ideogramma di Wang re è costituito da tre linee orizzontali e parallele che rappresentano il cielo, la terra e l’uomo, esse sono unite da un tratto verticale. Già in questo segno sono insite alcune caratteristiche del Re del Mondo: egli è l’intermediario fra il divino e l’umano, fra l’immanente e il trascendente. D’altra parte il Wang, vive fra gli uomini, ma discende dal cielo, inoltre, risiede al centro dell’impero, assumendo, così, un significato assiale. Parimenti lo Chakravarti indù, “colui che fa girare la ruota”, governa le quattro parti del mondo, assumendo quel valore simbolico del Ligan, che in seguito passò anche al Buddha. Nella cultura celtica il concetto di regalità è simile, dato che il monarca detiene la funzione di mediare fra il divino ed umano, ciò consentì, ai missionari cristiani di evangelizzare facilmente l’Irlanda, traslando al Redentore le caratteristiche peculiari della regalità. Il sovrano, insomma, stabilendo un rapporto fra cielo e terra, consente di sacralizzare lo spazio e di offrire alla comunità armonia e prosperità. Affinché, la sintonia sia stabile è necessario, però, che l’umano contesto sia governa-
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nemici nelle tue mani”. Melchisedec è sia monarca che sacerdote, regna su Salem, che significa pace, e il suo nome vuol dire “re di giustizia”. Salem, è un paese immaginario e Melchisedec non rientra in una genealogia; egli, come scrive Paolo, “è senza padre e senza madre”” è, dunque, un simbolo del rapporto fra divino ed umano, per questo crisma il Patriarca del Popolo eletto. Riassumendo il Re del Mondo raccoglie in sé le caratteristiche del sire d’origine divina, del legislatore ancestrale e dell’eroe eponimo. Queste valenze gli consentono di organizzare la società che amministra secondo i criteri dell’ordine universale. Così, come l’universo ruota attorno al
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Creatore, l’umanità è guidata dal Re del Mondo che ne è il centro, l’asse portante. Egli è, dunque, un archetipo che, come sottolinea Guenon, si associa a quelli della rosa, del loto, della ruota, dell’albero primordiale o della vita, della svastica e del bethil. Queste figure esprimono l’immagine di un fisso che genera lo spazio sacro, disomogeneo, ordinato e pluriforme che si contrappone all’omogeneità spaziale del caos. Scrive Eliade: “L’esperienza religiosa della disomogeneità dello spazio è un’esperienza primordiale paragonabile alla fondazione del mondo. [...]. Quando il sacro si manifesta in un’ierofania, ciò non equivale soltanto ad una spaccatura nella omogeneità
dello spazio; equivale anche alla rivelazione di una realtà assoluta, opposta alla non realtà della vasta distesa circostante. Il manifestarsi del sacro crea ontologicamente il mondo”. Il mito del Re del Mondo e della terra perduta d’Agartha, sono dunque simboli categoriali che rispondono all’esigenza umana di sacralizzare lo spazio e la società e di supporre il permanere di un rapporto fra creato e creante che, al di là delle umane sventure, garantisce la salvezza finale.
Arved
Sorta nel 1977 in Italia, quella che si autodefinisce Federazione di Damanhur è formata da 25 comunità sparse per la Valchiusella, nella zona di Vidracco, ai piedi delle Alpi, non lontano da Ivrea. Prende nome dall’antica città egizia che era sede di un importante tempio dedicato a Horus, il dio solitamente rappresentato come un uomo con testa di falco. A unire i membri della comunità è una filosofia che mette al centro il “pensiero positivo”, ossia la valorizzazione delle diversità e la disponibilità al cambiamento come strategia per uscire dalla trappola delle abitudini. Scopo dichiarato degli abitanti di Damanhur è quello di riscoprire se stessi attraverso il confronto con gli altri. Tale rinnovamento è alla base della loro vita e, a dimostrazione dell’importanza della trasformazione, ciascun membro abbandona il suo vecchio nome quando entra a far parte della comunità: il nuovo nome viene creato unendo quelli di un animale e di un vegetale. Inoltre, per far parte della federazione bisogna rinunciare
alla proprietà privata: ogni bene personale diventa appannaggio dell’intera collettività, che utilizza anche una propria moneta, il credito damanhuriano, scambiato per acquistare beni e servizi all’interno della comunità. Uno dei capisaldi del pensiero di Damanhur è il rispetto dell’ambiente. Nella comunità si coltiva il terreno e si allevano gli animali in modo biologico, e ogni costruzione o ristrutturazione viene fatta rispettando i più innovativi criteri di bioedilizia. I damanhuriani utilizzano esclusivamente energia rinnovabile e si curano quasi solamente con rimedi naturali. COMUNITÀ SOCIALE E SPIRITUALE Proprio come un vero Stato, Damanhur ha elaborato una sua Costituzione, che contiene tutti i princìpi su cui si basa l’esperienza sociale e spirituale della comunità. La bandiera della fede#razione è gialla, con un doppio quadrato incrociato che forma una stella a otto punte e il segno dell’infinito; su tutto, spicca il fiore giallo del
tarassaco. Damanhur è stata fondata da Oberto Airaudi, pranoterapeuta e visionario, spinto dall’ideale di dare corpo a una comunità di tipo nuovo, ispirata alla solidarietà, alla condivisione, all’amore reciproco e al rispetto per l’ambiente. Airaudi (conosciuto dai suoi fedeli con il nome damanhuriano di Falco Tarassaco) ha anche gettato le basi della filosofia spirituale che fa da fondamento alla federazione e che, sorprendentemente, è basata non tanto sulla meditazione, quanto sull’azione e sul continuo tentativo di realizzare obiettivi pratici quale via per approfondire la conoscenza di sé e della vita, fino a raggiungere il risveglio di quella scintilla divina che alberga dentro ognuno di noi e collega la nostra anima all’intero universo. Fu lo stesso Falco Tarassaco a ideare il percorso spirituale della Scuola di Meditazione di Damanhur, che si fonda sullo sviluppo della sensibilità personale e sulla responsabilità di ognuno nei confronti delle proprie scelte. Lo scopo della scuola è quello di guidare gli abitanti di Damanhur (e non solo loro, visto che è aperta a chiunque voglia farne parte) all’esplorazione di se stessi e alla scoperta del vero significato dell’esistenza. La Scuola di Meditazione si avvale anche dello studio delle antiche tradizioni magiche e della celebrazione dei riti legati ai cicli della natura per riportare l’uomo in connessione con l’ecosistema spirituale, cioè con la dimensione non materiale dell’esistenza. Al termi-
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IL REGNO SEGRETO DI DAMANHUR
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SOPHIA ne del percorso di cambiamento ognuno dovrebbe im#parare a sviluppare i propri talenti e a controllare i propri difetti, aiutando gli altri a fare altrettanto. Tutto questo per contribuire a fare dei damanhuriani quello che si definisce un “popolo spirituale”, in cui ciascuno è allo stesso tempo sia “io” che “noi”. Uno degli aspetti più affascinanti di Damanhur sono indubbiamente i “templi dell’umanità”, la cui costruzione è stata ispirata direttamente da Falco Tarassaco. Si tratta di uno straordinario complesso ipogeo fatto di otto grandi sale contigue completamente decorate con pitture, sculture, mosaici e vetrate che vogliono celebrare la spiritualità universale in un continuo miscuglio di arte sacra e arte laica, in cui ogni singolo essere umano può riconoscere i valori su cui la vita si fonda. A dimostrazione di questo concetto di ecumenismo religioso, le sale possono essere affittate da qua-
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lunque scuola spirituale al mondo per essere utilizzate come luogo in cui svolgere cerimonie. UNA CITTÀ SOTTERRANEA I TEMPLI DELL’UMANITÀ Sono chiamati Templi dell’Umanità, e sono i templi sotterranei più vasti al mondo. I Templi sono stati scavati a partire dal 1978 nella viva roccia, dagli abitanti della comunità, i lavori sono durati 16 anni. L’intento fu quello di stupire e ispirare le migliaia di visitatori che ogni anno ne varcano le porte. Gli stessi damanhuriani li definiscono una sorta di cattedrale contemporanea, strumento indispensabile per la ricerca interiore o anche solo per aprire dentro di sé nuove strade all’ispirazione artistica e alla creatività. L’esistenza dei templi fu scoperta solo nel 1992, a seguito dell’ordine di demolizione dovuto alla mancanza delle autorizzazioni urbanistiche, e oggi sono stati di-
chiarati “opera d’arte” dalla Sovrintendenza alle Belle arti. In alcune parti, come la grandiosa Sala delle sfere, il Labirinto e il Tempio azzurro, sono tanto imponenti e decorati a colori così vivaci da togliere il fiato. Si pensa che le fitte decorazioni nascondano simbolismi capaci di parlare a qualunque spirito libero le osservi, comunicando direttamente con gli cuore degli uomini. Ogni anno Damanhur accoglie migliaia di visitatori da ogni angolo del mondo, oltre a un certo numero di ricercatori nei campi più svariati: dalle scienze sociali alla sostenibilità ambientale, dall’arte alla spiritualità. L’eccezionalità di Damanhur è sancita anche dall’attribuzione, nel 2005, del premio come «Modello di società sostenibile», conferito dal Global Human Settlements Forum dell’Onu. Queste le motivazioni del riconoscimento:
SOPHIA «Damanhur merita pienamente questo premio. Fondata negli anni Settanta, la Federazione di Damanhur in Italia è ora un centro internazionalmente riconosciuto per la ricerca artistica, ecologica, spirituale e sociale. Damanhur è un’eco-società, una federazione di comunità e di ecovillaggi composta da 20 piccole comunità. Una caratteristica spe-
ciale è la sua connessione con le città e i paesi dei dintorni. Damanhur ha un sistema economico e commerciale ben organizzato, abilità tecnologica nell’uso delle energie rinnovabili, costruisce abitazioni in bio-edilizia e dedica grande attenzione all’educazione». Francesco V.
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Alcune foto dei Templi dell’Umanità, in fondo uno schema dei Templi
WICCA IL CERCHIO MAGICO
Questo Cerchio Magico ricalca gli allineamenti corrispondenti dei vari cicli dell’Anno Sacro. È un Mandala che può essere usato per qualsiasi forma di cerimonia magica. Nell’emisfero settentrionale, tutti i cicli iniziano nel Nord (nella parte superiore dell’immagine) e proseguono in senso orario. Nell’emisfero australe, il Nord e il Sud sono invece invertiti. Gli anelli più esterni segnano le 52 settimane dell’anno, ciascuna di sette giorni, per un totale di 364 giorni, più due giorni intercalari: che seguono il solstizio d’inverno ogni anno; e dopo il solstizio
d’estate ogni quattro anni. Il secondo anello verso l’interno segna i 13 mesi lunare, con i 13 Esbat. Il terzo anello collega gli otto Sabba e gli Elementi con le Quattro Direzioni: Yule (Nord / Terra) - Solstizio d’Inverno; Imbolc (nord-est); Ostara (Est / Aria) - Equinozio di Primavera; Beltaine (sud-est); Litha (Sud / Fuoco) - Solstizio d’Estate; Lughnasadh (sud-ovest); Mabon (West / Water) – Equinozio di Autunno;
Samhain (nord-ovest). Il quarto anello verso l’interno segna i 12 segni astrologici dello Zodiaco, con i loro glifi: Capricorno, Acquario, Pesci, Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario. La quinta area all’interno dell’anello astrologico segna le quattro stagioni: Inverno, Primavera, Estate e Autunno con i loro rispettivi glifi. L’emblema del Pentagramma, simbolo magico per eccellenza, di protezione e fortuna, ma anche caro ai Pitagorici, contrassegna il centro del Mandala. Il Pentagramma rappresenta anche i cinque Elementi magici: Spirito, Aria, Fuoco, Acqua e Terra. Il cerchio centrale segna quindi l’Altare, rappresenta la Terra, la nostra Casa Sacra. Questo Mandala può essere dipinto sul pavimento di un tempio, stampato su una tovaglia dell’altare, o usato come un disegno per una pietra o legno.
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ESBAT DELLA LUNA DELLE GEMME luna piena di Aprile
Questa è la prima Luna Piena di Primavera e siamo nella prima lunazione del 2022. Il nome di questa Lunazione è “della Primavera”, ed è riferito alla stagione primaverile. La Lunazione è iniziata con il Novilunio del 2 Aprile. Noi, per le Lunazioni seguiamo i calcoli delle antiche tradizioni rurali, che in linea generale usavano numerare le lunazioni dal primo Novilunio dopo l’Equinozio di Primavera. Quindi per noi questa è la I° Lunazione e ci piace pensare che con questa Lunazione entriamo nel vivo del 2022, abbandonando le “influenze” del vecchio anno. Ma non siamo gli unici a seguire questo conteggio, infatti anche
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per i cristiani è importante la luna piena dopo l’equinozio primaverile, infatti questa stabilisce la data della Pasqua Cristiana, non a caso quest’anno il nostro Esbat cade alla vigilia della Pasqua. Essendo la prima lunazione riveste di notevole importanza, poiché segna l’avvio definitivo della Primavera, quindi porta con se l’energia del risveglio e della rinascita. . Il nome, Luna Piena è delle “Gemme”, ed è assimilato allo spuntare delle gemme sulle piante e alla loro fioritura. . La Luna sarà Piena sabato 16 Aprile alle ore 10:55 am. .
Questo periodo in natura è il tempo della germinazione, racchiude in se grande forza vitale. È il periodo che favorisce il fluire della linfa vitale nei tessuti vegetali, apportando vigore nelle piante e liberandole dagli involucri protettivi. . In questo periodo i semi danno le prime gemme, così nella vita spirituale vi è una rinascita. È il momento di massima produttività spirituale, grazie anche all’aumento delle energie. Per entrare in sintonia con la natura è adatta come sempre la meditazione e tutte quelle pratiche che ci permettono di evolverci ed essere in armonia con il tutto. . SIMBOLI DELL’ESBAT DELLA LUNA DELLE GEMME: Piante: basilico, aglio, sangue di drago, geranio, cardo Colori: giallo oro Fiori: margherita Profumi: pino, lauro, bergamotto Pietre: rubino, granato Alberi: pino, lauro, nocciolo Animali: orso, lupo. . Ogni Bene! Felice Esbat!
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Il nome è di questa Luna Piena è dei Fiori, esso è assimilato ai fiori che coprono le piante e i campi, fattore che caratterizza questo periodo. . La Luna sarà Piena lunedì 16 Maggio alle ore 06:14 am. . Assisteremo, all’alba, ad una Eclissi Totale di Luna. L’eclissi è un evento ottico-astronomico che avviene quando un qualsiasi corpo celeste, come un pianeta o un satellite, si interpone tra una sorgente di luce, ad esempio una stella o un corpo che brilla di luce riflessa. In questo caso la Luna si interpone fra la Terra e il Sole, impedendo alla superficie lunare di riflettere la luce solare, al contempo però essa riflette la luce emanata dalla Terra, e per una questione di radiazione elettromagnetica la Luna apparirà rossa. . Il nome di questa Lunazione è “Della Foresta” (iniziata con il novilunio del 30 aprile), il nome si riferisce alle foreste e ai boschi ricoperti di fiori e pieni di animali. In generale questa è una lunazione che si rifà al “risveglio” degli animali, delle piante e della natura tutta. Nel Sabba di Beltane (30 aprile – 1 maggio) si è celebrata l’unione tra il Dio e la Dea, le nozze sacre. Anche in questo Esbat si contempla il potere degli Dei, che aiutano a concretizzare qualsiasi lavoro spirituale intrapreso in questo momento. . In questo periodo il ciclo vegeta-
le è nel pieno della fioritura e già si prepara a dare i frutti, tutta la natura è quindi in una fase espansiva. Così la natura, in questo tripudio di fiori, profumi e colori, ci seduce con la sua abbondanza. Su un piano spirituale abbiamo appena celebrato la più sacra tra tutte le nozze, quella tra il Dio Sole e la Dea Terra, da cui scaturisce il sostentamento (materiale e spirituale) per tutti gli esseri viventi. Per tutti è un invito ad aprirsi, a saper riconoscere e godere delle gioie e soddisfazioni della vita, connettendosi con il senso di abbondanza e pienezza di cui la natura è il più evidente riflesso. Come sempre la meditazione è un ottimo strumento per entrare in sintonia con questo Esbat. .
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ESBAT DELLA LUNA DEI FIORI luna piena di Maggio
SIMBOLI DELL’ESBAT DELLA LUNA DEL FIORE: Piante: sambuco, rosa, artemisia, timo, millefoglie Colori: verde, marrone, rosa Fiori: mughetto, digitale, rosa, ginestra Profumi: rosa, sandalo Pietre: smeraldo, malachite, ambra, cornalina Alberi: biancospino Animali: gatti, lince, leopardo. . Ogni Bene a tutti!
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ESBAT DELLA LUNA DEL MIELE luna piena di Giugno
Il nome di questa luna piena è “del Miele” esso si riferisce alle api che producono più miele in questo periodo. Il nome di questa Lunazione è “della Ricchezza”, ed è la III° dopo l’Equinozio di Primavera (iniziata la luna nuova del 30 maggio). Il nome di questa Lunazione simboleggia l’abbondanza della terra, con tutte le valenze legate alla fecondità e alla fertilità. . La Luna Piena sarà martedì 14 Giugno alle ore 13:51 pm. . Sarà questa una Superluna, in verità ad occhio nudo risulterà alquanto “normale”, come sempre, ma astronomicamente parlando sarà leggermente più grande perché si troverà qualche chilometro
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più vicina alla Terra, un evento normalissimo, accade spesso in un anno. Quest’anno abbiamo due Superlune, la prima è questa e la seconda accadrà a Luglio. . La Luna di Giugno è una luna allegra, espansiva, aperta ai cambiamenti, in sintonia con la stagione e con i ritmi della natura, che in questa fase dell’anno è all’apice della sua fase espansiva: le ore di luce ormai sono al massimo, regalandoci giornate lunghissime in cui godere della luce e calore del sole. È un Esbat che invita a prenderci le nostre responsabilità. È un momento ricco nella natura, ed è dedicato ai cambiamenti in positivo. . Questa Luna ci avvicina alla na-
tura, ricordandoci l’importanza delle erbe mediche, ci ricorda che la natura provvede anche alla nostra salute oltre al nostro sostentamento. Infatti moltissime piante raccolte in questo periodo si crede che abbiano poteri quasi “miracolosi”, e le nove erbe solstiziali, caratteristici di questa fase dell’anno, che vengono usati per bruciare e preparare infusi, sono: la Ruta, la Verbena, il Vischio, la Lavanda, il Timo, il Finocchio, la Piantaggine, l’Artemisia e l’Iperico. All’iperico, dal color giallosole, gli si attribuisce il buon umore, il potere di antidepressivo naturale, ha sempre goduto di grandissima considerazione. Si riteneva infatti che, se raccolta a mezzogiorno del solstizio d’estate, fosse capace di guarire molte
mestiche, i piccoli e grandi riti protettivi legati all’elemento fuoco e all’energia del sole. Per vivere meglio questo Esbat della Luna del Miele si consiglia una serata di meditazione e di riti rigenerativi. . SIMBOLI DELL’ESBAT DELLA LUNA DEL MIELE: Piante: verbena, tanaceto, gramigna officinale, prezzemolo Colori: arancione, verde dorato Fiori: lavanda, achillea millefoglie, mughetto, orchidea
Profumi: mughetto, lavanda Pietre: topazio, agata, alessandrite, fluorite Alberi: quercia Animali: farfalla, pavone, rana.
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malattie, mentre le sue radici raccolte a mezzanotte avevano una valenza protettiva. . In questo Esbat Fuoco ed Acqua si utilizzano per onorare il Dio e la Dea simboleggiando il momento in cui si passano lo “scettro”, poiché dal Solstizio d’Estate (che cade il 21 giugno) in poi la luce inizia a decrescere mentre la notte diventa impercettibilmente già più lunga. E’ questo un buon tempo anche per le divinazioni e le magie do-
Buon Esbat! Coven del Quadrifoglio www.wicaitalica.blogspot.it
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Raccogliete un grosso mazzo di erbe aromatiche: rosmarino, timo, salvia, lavanda, prezzemolo ecc.. Procuratevi un nastro bianco
sinonimo di salute, uno rosso sinonimo di amore, uno rosa sinonimo di amicizia, uno verde per il lavoro, uno blu per l’evoluzione interiore.
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PREPARATIVI PER BELTANE
Intrecciate i nastri legando le piante e fatele seccare nella vostra camera da letto. Conservarlo per tutto l’anno come talismano di salute, amore, amicizia, lavoro ed evoluzione interiore. Il talismano lo si conserverà per tutto l’anno sul letto o nella camera da letto, e lo si brucerà nel falò di Beltane dell’anno prossimo per poi rifarne un altro. . Decorate la vostra casa con del biancospino, dei fiori di campo, frutta di stagione, con nastri di color verde, accogliete nella vostra casa questa energia di vita. Ogni Bene! Buon preparativi … Coven del Quadrifoglio www.wicaitalica.blogspot.com
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SABBA DI BELTANE Calendimaggio
Come ogni anno tra la notte del 30 aprile e il 1 maggio ricorre il Sabba di Beltane. Beltane è un Sabba “maggiore”, il giorno situato a metà fra l’Equinozio di Primavera ed il Solstizio Estivo, anche se astronomicamente il giorno corretto sarebbe il 5 maggio. . Il Sabba di Beltane, insieme a quello di Samhain (31 ottobre), è il sabba più importante dell’anno, entrambi segnano il definitivo cambio di stagione e di conseguenza “dividono il tempo” (l’anno) in due fasi, una governata dalla luce e l’altro dal buio. In particolare il periodo che va dal Sabba di Beltane a quello del Solstizio d’Estate (da noi denominato Sol Invictus, 21 giugno)
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viene definito Periodo di Luce, periodo prospero e pieno di energie. Mentre il periodo che va dal Sabba di Samhain a quello del Solstizio Invernale (da noi denominato Sol Indiges, 21 dicembre) viene definito Periodo Buio, un periodo non prospero e debole di energie. . ORIGINE DEL NOME DI BELTANE Beltane deriva dal gaelico irlandese “Bealtaine” o dal gaelico scozzese “Bealtuinn”, entrambi dall’antico irlandese “Beletene”, cioè “fuoco luminoso”. È un’antica festa gaelica che si celebra tra il 30 aprile e il 1º maggio. Sempre in Irlanda, “Bealtaine” è il nome del mese di maggio ed è anche tradizionalmente il primo
giorno di Primavera in Irlanda. C’è chi sostiene che il nome Beltane deriverebbe dal dio Bel, ma non vi sono prove o fonti a conferma di questo. In Italia abbiamo il Calendimaggio che è celebrato (ormai solo a livello folkloristico) in varie località d’Italia, dal Nord a Sud, sommariamente ha la stessa valenza del Beltane Gaelico, infatti anche da noi, come nel nord Europa, è diffuso l’uso di innalzare i pali di maggio (alberi della cuccagna) addobbandoli con nastri e cibarie varie, spesso vi è anche l’uso di accendere grandi fuochi. Entrambi (sia il Beltane gaelico che per il Calendimaggio italiano) celebrano la Primavera e la fertilità. . SACRALITA’ DI BELTANE Beltane è l’espressione massima della potenza creativa della Natura, è la festa d’eccellenza più nobile, sinonimo di fertilità, abbondanza, amore e di tutto ciò che è più positivo. Una celebrazione della Vita! Il Dio e la Dea, simbolicamente vengono celebrati come la Coppia di innamorati, si uniscono in nozze sacre perché esploda la vita; l’estasi della pienezza dell’amore incrementa la rigogliosità della terra. Questo Sabba celebra quindi il potere della natura è il suo apogeo, questo lo si fa nella simbolica unione tra il Dio e la Dea, unendoli nelle “nozze sacre” si vuole rappresentare la vita, l’estasi della pienezza dell’amore che incrementa la rigogliosità della terra. Con l’unione della Coppia Di-
Il Palo di Maggio è appunto un palo con tanti nastri, che viene innalzato, dopo il salto del fuoco, ci si danza intorno e ognuno tenendo un nastro in mano lo intreccia, assicurandosi la buona sorte. Se il fuoco, in questa festa, rappresenta il ventre femminile, il palo rappresenta il membro maschile, i quali unendosi donano vita. PIANTE Le piante di questo sabba sono il biancospino, i fiori di campo, la frutta di stagione. . L’ALTARE Gli Altari si usano decorarli con il biancospino, i fiori di campo, frutta di stagione, bottiglie di sidro e birra, oltre che a vari tipi di dolci. Il colore di Beltane è il verde (scuro).
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CURIOSITA’ Contrariamente alle altre festività pagane che sono poi state cristianizzate, Beltane è stata demonizzata, con il nome di Valpurga (la notte di Santa Valpurga protettrice dalle stregonerie), quando si diceva che le streghe diventassero più pericolose. .
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vina si vuole auspicare la vita e la fertilità nel mondo, un apogeo che trova culmine con il Solstizio d’Estate (21 giugno). Da ora fino al Solstizio Estivo si celebra il Periodo di Luce, considerato propizio e pieno di energia, periodo propizio anche per i matrimoni. . USANZE Per il giorno di Beltane, durante la notte del 30 aprile a cavallo con il Calendimaggio, cioè il 1 maggio, è tradizione accendere un grande falò in mezzo al quale ci si salta per scacciare le negatività, si usa danzare intorno a pali con nastri, denominati “Pali di Maggio” (dalla quale derivano gli alberi della cuccagna tipiche delle sagre paesane), e accendere piccoli fuochi per garantire prosperità.
Ogni Bene a tutti!
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Questo talismano serve a procurare fertilità e abbondanza in ogni frangente della vita. Procuratevi un ramo per ciascuna di queste erbe: rosmarino, timo, alloro, salvia, maggiorana, dragoncello, iperico, verbena, basilico. Legatele in un mazzo con un nastro arancione o giallo e lasciatele tutta la notte esposte alla luce lunare. Fatele seccare poi conservatele in un sacchetto di tela color giallo e mettete un sacchetto in ogni stanza della casa. Mentre lo si prepara e lo si confeziona visualizzate il vostro benessere. LE NOVE ERBE DEL SOLSTIZIO D’ESTATE Nella tradizione popolare, molte erbe e piante raccolte in questo periodo solstiziale, si crede che abbiano poteri quasi “miracolosi”, in particolare nove sono le piante tipiche del Solstizio d’Estate che vengono usate per
bruciare e preparare infusi, essi sono: la Ruta; la Verbena; il Vischio; la Lavanda; il Timo; il Finocchio; la Piantaggine; l’Artemisia; l’Iperico. All’iperico, dal color giallosole, gli si attribuisce il buon umore, il potere di antidepressivo naturale, ha sempre goduto di grandissima considerazione. Si riteneva infatti che, se raccolta a mezzogiorno del solstizio d’estate, fosse capace di guarire molte malattie, mentre le sue radici raccolte a mezzanotte avevano una valenza protettiva. Addobbate la vostra casa con rami di verbena e iperico, fiori di campo, un mazzo di spighe, cristalli, nastri gialli, bianchi e dorati. Rendete la vostra casa un
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PREPARATIVI PER IL SOLSTIZIO
luogo di energia positiva. Quest’anno il Solstizio avverrà martedì 21 Giugno 2022, alle ore 11:14 am.
Buon preparativi …
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SABBA DEL SOLSTIZIO D’ESTATE
È un Sabba considerato di grande “potere”, “magico”, giorno “potente”, la notte più corta dell’anno, dove gli incantesimi e le magie hanno grande potere. È un giorno rigenerativo per eccellenza, dove il Dio insieme alla Dea vivono il culmine della loro unione e passione. È considerato un punto di svolta dell’anno, come lo è il Solstizio d’Inverno. . Quest’anno il Solstizio avverrà martedì 21 Giugno 2022, alle ore 11:14 am. . Una volta, per mancanza di strumenti di precisione, il solstizio era celebrato intorno al 24 giugno, oggi conosciuto come giorno di San Giovanni Battista,
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perché secondo le osservazioni (guidate dai nostri sensi, e non da strumenti scientifici) il sole appariva più forte in questi giorni. Ecco perché le valenze di questo Sabba sono associate anche a S. Giovanni Battista (una evidente e tipica cristianizzazione di credenze e celebrazioni pagane). Oggi, grazie alla strumentazione scientifica, sappiamo che il solstizio avviene a seconda degli anni tra il 20 o il 21 giugno. Il Solstizio d’Estate dai più è conosciuto col nome di Litha, dalla Wica Italica è denominato Sol Invictus (in onore alla potenza solare, il Sole Vincente o Vittorioso). . Se il Solstizio Invernale ci avvia all’estate, quello Estivo ci avvia
all’inverno, quindi ci si inizia a preparare da oggi con i riti rigeneranti per poter affrontare con forza il ciclo della Sacra Ruota. E’ questo il giorno più lungo dell’anno e da ora in poi le ore di luce cominceranno inevitabilmente a diminuire. A Beltane (la notte fra il 30 aprile e il 1 maggio) il potere della natura è stato al suo apogeo, il Dio e la Dea si sono (in modo archetipico) uniti, portando la vita e la fertilità nel mondo, tale apogeo trova culmine proprio in questo Sabba (il Dio in questo Sabba è celebrato come un “maturo” all’apice della sua potenza). . Si usa celebrare questo giorno con danze e fuochi proprio per onorare la forza energetica del sole. Come abbiamo accennato è un giorno “magico”, molto ricco di energie, specie per le erbe che in questo periodo hanno la massima concentrazione di poteri balsamici. Quindi è un ottimo momento per raccoglierle. . Abbiamo già accennato al potere delle piante in questo periodo. Ricordiamo che nove sono le erbe di grande potere in questa fase dell’anno: la Ruta, la Verbena, il Vischio, la Lavanda, il Timo, il Finocchio, la Piantaggine, l’Artemisia e l’Iperico. All’iperico, dal color giallosole, gli si attribuisce il buon umore, il potere di antidepressivo naturale, ha sempre goduto di grandissima considerazione. Si riteneva infatti che, se raccolta a mezzogiorno del solstizio d’esta-
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COME ADDOBBARE L’ALTARE: Con rami di verbena e iperico, fiori di campo, frutta, un mazzo di spighe, cristalli, nastri gialli e dorati, monete dorate. Il colore è il bianco.
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Ogni Bene e Felice Estate !
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te, fosse capace di guarire molte malattie, mentre le sue radici raccolte a mezzanotte avevano una valenza protettiva. . Vi consigliamo di godere di questo momento e svolgere rituali rigenerativi ed energetici.
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ACCADEMIA WICCA ITALIANA Forte della nostra esperienza, il Progetto vuole essere una vera e propria “scuola”, composta da 3 gradi, ognuno dei quali prevede un ciclo annuale, con un programma teorico e pratico, con tanto valutazione finale ed eventuale ingresso al grado successivo. Una realtà unica nel panorama italiano, fondata nel 2018 in occasione dei dieci anni della Coven wiccan del Quadrifoglio e del settennale della Italus Associazione. L’Anno Accademico dell’Accademia Wicca Italiana ufficialmente inizia all’Equinozio d’Autunno e termina al Solstizio d’Estate. Le Iscrizioni all’Accademia si sono concluse il 10 dicembre 2021, Riapriranno il 10 Settembre 2022 e resteranno apere fino ai primi di Dicembre 2022, il percorso inizia sempre dal primo anno dell’Accademia, non importa se si è iniziati ad altre tradizioni wiccan. * Per Iscriversi: - bisogna aver compiuto i 18 anni di età; - il richiedente dovrà rispondere ad un breve test e attendere il giudizio dell’Accademia; - se il giudizio è positivo bisognerà versare la quota annuale. * La Quota annuale, non rimborsabile, può essere versata all’Associazione Italus nei seguenti modi: - tramite PayPal con il seguente indirizzo mail italus.info@gmail.com ; - tramite PostePay chiedendo tramite mail il numero della carta, intestata al presidente della Italus Associazione; * Costo di Iscrizione: la Quota Annuale varia a secondo gli anni: - l’Iscrizione al Primo Anno è di €uro 10,00 (dieci); - l’Iscrizione al Secondo Anno è di €uro 15,00 (quindici); - l’Iscrizione al Terzo Anno è di €uro 20 (venti). * Per Seguire i Corsi: l’Accademia usa il social network di Facebook, essendo questo il più diffuso. Nel gruppo facebook “Accademia Wicca Italiana” Nel gruppo, per gli iscritti, saranno periodicamente pubblicati gli argomenti da studiare e vi sarà un tutoraggio. I residenti nel comune di Roma avranno modo di usufruire di incontri (reali) periodici con i membri della Covend el Quadrifoglio. * Tutte le Informazioni le trovate nel Blog: www.accademiawiccaitaliana.blogspot.com - email: italus.info@gmail.com
WICCA BAG
La WICCA BAG è una borsa legata ai Sabba. Ogni Wicca Bag è accuratamente curata e confezionata dalla Italus Associazione e dalla Coven wiccan del Quadrifoglio. Al contrario di altri prodotti, la nostra è una Bag con tutto l’occorrente per celebrare i vari Sabba, allestire gli altari e le case, oggetti da indossare ma anche materiale informativo da leggere. COSA C’É DENTRO LA WICCA BAG? Ogni Wicca Bag sarà sempre diversa, mai uguale. In linea di massima la Wicca Bag conterrà: - un oggetto per allestire/adornare l’Altare (sarà sempre diverso, in qualche bag troverete una bacchetta, in altre un libro delle ombre, in altre ancora una campana ecc…);
- una pergamena che descrive il Sabba che suggerisce il Rito idoneo da eseguire per tale ricorrenza; - delle pietre/cristalli; - un sacchettino sorpresa, al suo interno troverete sempre qualcosa di diverso, da indossare o appendere in casa, dipende dalle bag; - dell’incenso; - delle erbe per tisane o per usarli durante il rituale (dei smudge); - delle candele. Molti oggetti della Bag sono esclusivi e creati in modo artigianale dai membri della Coven wiccan del Quadrifoglio. Il ricavato andrà ad auto-finanziare l’operato della Italus. Della Wicca Bag esiste anche il formato per Bambini, la WICCA KIDS. TUTTE LE INFO SU:
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Consigli per la Lettura IL GATTO NERO L’intento di questo libro è quello di tramandare le tradizioni del passato stabilendo quale sia, oggi, l’utilizzo degli amuleti e dei talismani. Il libro vi guida in un complesso percorso parlando di pietre, di cristalli, di influssi astrali, di astrologia, di erbe e cercheremo insieme di trovare il modo di riprendere possesso di queste conoscenze spesso dimenticate. Gli argomenti trattati potrebbero sembrare obsoleti, carichi di tematiche provenienti da un ormai dimenticato passato, vuoto di contenuti utili per noi che viviamo nell’epoca moderna. La parte migliore del viaggio è la progettualità, in cui si pensa a come raggiungere un obiettivo, in cui si nutre il progetto con il migliore dei concimi: il credere che ciò sarà possibile. Il pensiero crea e la fede solidifica, giungendo così alla realizzazione, al potere del creare. Non vi si chiede di credere ciecamente, ma di mettere forza ed energia nel lavoro che andrete a svolgere, vi si chiede di essere responsabili nel padroneggiare il vostro destino. Certe credenze non vanno considerate inutili superstizioni, vanno sperimentate prima di esprimere un giudizio.
Autore: Sibilla Astro Formato 15 x 21 cm - 188 pp. Bn ISBN: 9788894300659 PREZZO 15 €
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GAUDIO MAGNO Torno ancora con questo mio “Pensieri disperati” a tentare di navigare nel mare del mio limitato mondo che vive l’attualità. Il fenomeno più complesso, il movimento più dinamico, l’argomento clou di ogni accadimento giornaliero, è legato all’evoluzione del “Pianeta Donna”. Da “maschio antico”, vetusto, osservo con atteggiamento critico lo sviluppo delle situazioni che differiscono come la Notte ed il Giorno da millenni di abitudini e modi di vita, pur discutibili, ma oramai sedimentati, incarniti, dogmatizzati nelle menti degli esseri umani. La Donna stessa, a mio avviso, si trova disorientata, frastornata dalla possibilità di godere di tanta libertà, dalle nuove possibilità e disponibilità materiali, appena ieri irraggiungibili. Ella, oggi, non sembra valutare più alcun limite, prevaricando così il maschio, forse senza neppure averne la volontà. l’Autore Autore: Mario Gabassi Formato 15 x 21 cm – 338 pp. a colore PREZZO 10 €
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