Anno XVI- N° 4 – AGOSTO 2016 Reg. Trib. di Sciacca n° 5/01 del 26/09/2001
RICORDIAMO A CHI NON LO AVESSE FATTO DI RINNOVARE L’ABBONAMENTO AL GIORNALE - PRESENTATO “INSIEME A FELICIA” DI GABRIELLA EBANO - PRESENTATO IL ROMANZO “L’OSCURATO” DI ALFONSO LETO - PRESENTATO “ALLA VITA COSI’ COM’E’ “ DI GIOVANNA FERRARO - MISSIONE POPOLARE FRANCESCANA
IN QUESTO NUMERO L’angolo della Posta - Missione popolare francescana
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La storia di Piticaneddru di Agostino D’Ascoli
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Il Mercatino della solidarietà organizzato dal R.C. di Bivona L’Arci Valplatani inaugura il ritrovo naturalistico
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"Attia di l'ovu!" di Agostino D’Ascoli
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Ricordate le vittime di Marcinelle-Mostra di Croce Armonia
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Presentato il libro di G. Ebano “Insieme a Felicia” Presentato il romanzo “L’oscurato” di A. Leto
Artemide il festival del pensiero creativo
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Spettacolo musicale de “Scacciapinsera”
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Presentato il libro di Giovanna Ferraro “Alla vita, così com’è.” La Festa dell’accoglienza
Case in Festa
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Notizie dall’Anagrafe-Sostenitori del giornale
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Il Salotto della Poesia
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Acquagym a Cattolica Eraclea-Proverbi
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C
C I A N C I A N A
O M E E R A V A M O
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A N N I ‘50 ASSITTATI A LU FRISCU NNA LA VIA MOSCATO
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Corrispondenza
La Voce di Cianciana
La Voce di Cianciana Anno XVI- Numero 4 Agosto 2016 Periodico bimestrale di informazione e di cultura, edito dall’Associazione Culturale “Sicily Kult” di Cianciana.
Direttore Responsabile: Enzo Minio Direttore Editoriale: Salvatore Panepinto Progetto grafico: Pietro Arfeli Impaginazione : Stefano Panepinto Redazione: Andrea Arcuri, Antonino Arcuri, Rino Cammilleri, Francesco Cannatella, Agostino D’Ascoli, Fausto De Michele, Gaetana Gambino, Eugenio Giannone, Loredana Guida, Nuccio Mula, Francesca Perconti, Giusy Piazza, Alfonso Salamone, Sergio Savarino, Angela Setticasi Direzione e Redazione:
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Da Rive de Gier - Giovedì 4 agosto. Caro signor Panepinto, La ringrazio per la pubblicazione delle fotografie nel numero di Aprile de La Voce di Cianciana. E’ stato un peccato non poterla incontrare, spero che sarà per la prossima volta. La mia famiglia ed io stesso siamo stati contentissimi per l’accoglienza della mia famiglia di Cianciana : i miei cugini Giovanni ed Enza Cammisano e della popolazione della nostra bella cittadina di Cianciana. Arrivederci, rispettosamente Guglielmo La Corte. Da Genova - 27 luglio 2016. Salvatore carissimo, come vedi anche quest’anno ti mando, tramite mio nipote Alfonso Campisi, i soldi per l’abbonamento al giornale La V oce di Cianciana. Purtroppo ricevo il giornale con ritardo come in questo mese che non ho ancora ricevuto la copia. Approfitto per mandare tanti cari saluti agli amici di Cianciana come pure a quelli di fuori. Un abbraccio a te e famiglia e a tuti gli amici. Nino Gambino
MISSIONE POPOLARE FRANCESCANA DAL 17 SETTEMBRE AL 2 OTTOBRE 2016 LETTERA ALLA COMUNITA’ DI DON GIOACCHINO Carissimi amici, la Chiesa sta vivendo l’Anno Santo della Misericordia, un tempo di grazia, di pace, di conversione e gioia che coinvolge tutti: piccoli e grandi, vicini e lontani. Non ci sono confini o distanze che possano impedire alla misericordia del Padre di raggiungerci e rendersi presente in mezzo a noi. Vi invito con questa lettera a rendere lode al Signore per la sua Misericordia. È grazie all’infinita misericordia di Dio Padre che noi viviamo la Gioia della fede. Ogni uomo deve sentire il bisogno di recarsi come la samaritana al pozzo per ascoltare Gesù, che invita a credere in Lui e ad attingere alla sua sorgente, zampillante di acqua viva (cfr Gv 4,14). Come Zaccheo, il cristiano si muova verso nuovi appelli e incontri significativi che manifestano una pienezza di senso e una novità di vita (cfr Lc 19, 1-10). Dobbiamo ritrovare il gusto di nutrirci della Parola di Dio, trasmessa dalla Chiesa in modo fedele, e del Pane della vita, offerti a sostegno di quanti sono suoi discepoli (cfr Gv 6,51). Anche la nostra comunità vuole cogliere l’opportunità di questo Anno Santo della Misericordia per risvegliare in tutti il desiderio di vivere da cristiani confessando la fede con rinnovata convinzione, nella fiducia e nella speranza; celebrando la fede nella liturgia, e in particolare nell’Eucaristia. Per questo motivo ho pensato, sostenuto dai collaboratori parrocchiali, di proporre alla nostra comunità un periodo forte di Missione Parrocchiale che si celebrerà dal 17 settembre al 2 ottobre, per poi poter vivere tutto il prossimo anno pastorale in uno stile di approfondimento del nostro credo e di evangelizzazione. Si cercherà, con l’aiuto prezioso delle Suore Francescane del Vangelo, di ravvivare l’entusiasmo di credere in tutti i parrocchiani, dai piccoli ai grandi, per ritrovare speranza anche in questi tempi di crisi e vivere maggiormente d’amore, nella testimonianza concreta della carità. In particolare desideriamo che anche i ragazzi e i giovani possano avvertire il fascino del Vangelo, interrogandosi sulla loro vita e sul loro futuro e riscoprendo la Gioia della Fede. Inoltre cercheremo di rilanciare l’esperienza di Gruppi di Ascolto della Parola nelle case, nei palazzi, per far giungere a più persone possibile l’annuncio sempre attuale di Cristo. Vi invito a pregare per la Missione che ci stiamo preparando a vivere. Con amicizia il vostro parroco P. Gioacchino Zagarrì
News
Numero 4 - Agosto 2016
GRANDE SUCCESSO PER IL MERCATINO DELLA SOLIDARIETA’ PRO LA ROTARY FOUNDATION Nella tarda serata di martedì 16 agosto, presso la piazzetta antistante la Torre dell’Orologio, ha avuto luogo un mercatino della solidarietà mirato alla raccolta di fondi da destinare alla Rotary Foundation. Ad organizzarlo è stato è stato il Rotary Club di Bivona– Montagna delle Rose-Magazzolo, fortemente voluto dal Presidente Salvatore Panepinto, che ha sempre creduto nell’iniziativa e che è riuscito a coinvolgere, oltre ai soci del Club, numerose persone che hanno manifestato la loro solidarietà donando dell’oggettistica varia e, soprattutto, comprando. Tantissimi sono stati gli oggetti raccolti e i ciancianesi hanno così dimostrato di credere nella bontà dell’iniziativa. Il mercatino è stato un andirivieni continuo
ed è stato visitato da tantissimi ciancianesi, da cittadini dei paesi viciniori, da tanti stranieri che ormai trascorrono le loro vacanze nella nostra accogliente cittadina, dalle autorità cittadine, in testa il sindaco Santo Alfano, accompagnato da assessori e consiglieri comunali. E’ stato un momento, ma forse è meglio dire una serata, molto edificante e importante perché ha permesso al Club di “andare in piazza”, in mezzo alla gente, soprattutto anziana, e farsi conoscere ed apprezzare per le sue iniziative umanitarie locali, nazionali ed internazionali. Ricordiamo ai lettori che La Rotary Foundation (R.F.) fu creata nel 1917 “per fare del bene nel mondo" dall'allora Presidente Internazionale Klumph. Essa è oggi uno dei più efficienti organismi privati di sostegno a paesi in via di sviluppo e a popolazioni in difficoltà. La funzione della R.F. si può assimilare a quella di una “banca” del Rotary. Presso questa Fondazione confluiscono i versamenti e/o i contributi provenienti dai Clubs presenti nei mondo, e dalla Rotary Foundation partono le sovvenzioni mirate a supportare in parte o integralmente i vari progetti, presentati dai Clubs, nel rispetto di ben precise modalità, e in coerenza con gli ideali rotariani. Molto soddisfatti il presidente e i soci che hanno presenziato, soprattutto per il bagno di folla e per la stima e la generosità dimostrata nei confronti del Club. A fine serata sono stati raccolti 428,00 Euro, che sono stati spediti alla Fondazione Rotary sede di Zurigo, attraverso un bonifico presso la Deutsche Bank AG. La Redazione (foto di T. Arfeli)
Inaugurazioni
La Voce di Cianciana
L’ARCI VALPLATANI DI CIANCIANA INAUGURA IL RITROVO NATURALISTICO E’ stato inaugurato, sabato 23 luglio 2016, il “Ritrovo naturalistico Fiume Platani”, che si trova a pochi km dal centro abitato, in contrada Mavaro, ed è allocato in una struttura già censita nel ‘700 e presso la quale esisteva una fascelleria a livello industriale. L’antica casa rurale è stata recuperata nel rispetto dello spirito contadino, che racconta di uno stile di vita semplice e sano, nel rispetto della natura con la sua flora e la sua fauna, delle tracce umane che storicamente l’hanno segnata nel tempo. L’ing. Giovanni Alessi, ideatore e coordinatore del Progetto, ne ha illustrato obiettivi ed iter. Esso nasce per volontà degli amici dell’ARCI Valplatani che l’hanno forte-
mente perseguito proponendosi la salvaguardia delle peculiarità della zona col recupero e la conservazione delle strutture rurali, la tutela del patrimonio storico, florofaunistico, folkloristico, culturale ed enogastronomico locale in genere. La struttura offre un riparo per la notte, luce, acqua, un pagliaio, due cucine (una interna, l’altra esterna), piste ciclabili con relative bici, cavalli ed asini per il trekking lungo le rive del fiume Platani e nel bosco di Monte Cavallo, una LIM e altro materiale didattico. Destinatari: tutti gli amanti della natura e della tranquillità, delle tradizioni popolari e della cucina genuina, gli escursionisti, gli alunni delle scuole di vario ordine e grado per l’educazione ambientale, i curiosi e gli studiosi. L’ARCI Vaplatani, guidata dal suo compianto presidente Stefano Foca recentemente scomparso, ha potuto attingere ai fondi europei tramite Regione e Gal locale grazie alla bontà del Progetto e alla tenacia di G. Alessi, che ne ha seguito passo passo l’iter burocratico, talvolta disarmante. Tra i numerosi ospiti presenti: i docenti universitari professori A. Margagliotta e M. Cellura, il Dirigente dell’Assessorato reg. al Territorio e Ambiente dott. G. Arnone, il dott. N. Provenza, presidente regionale della LIPU, E. Giannone, il sindaco S. Alfano e l’on. S. Sanzeri, presidente del locale GAL, i quali prendendo la parola si sono unanimemente complimentati per la struttura, plaudendo all’iniziativa che non potrà che essere foriera di novità e, si spera, ulteriore sviluppo e benessere per la nostra cittadina, che negli ultimi anni sta molto puntando - con successo - sul cosiddetto turismo di relazione. Commovente il ricordo di Stefano Foca. (Eugenio Giannone)
ESTATE CIANCIANESE 2016 Come è ormai tradizione, le Ciancianesi di intra e di fora varie manifestazioni dell’Ee i numerosi turisti stranieri state Ciancianese hanno avuhanno mostrato di gradire. to ufficialmente inizio domeCi sono state delle manifenica 31 luglio con un saggio stazioni sportive, delle seradi ju jitsu dell’Associazione te teatrali, delle performanSportiva Buschido School ces musicali, dei giochi dei cui è seguita La Festa del bambini, la tradizionale feRaccolto (ciciri e favi) orgasta del cacciatore, la festa nizzata dalla Pro Loco Città dell’accoglienza per coloro i di Cianciana, in piazza Aldo quali hanno comprato casa a Moro. Ha allietato la serata il Cianciana e vi trascorrono gruppo folkloristico di Bivole vacanze, la gara di Go na, esibitosi in Piazza Aldo Moro e lungo il Corso Vitto- Kart, il secondo Meeting del cane, la presentazione di rio Emanuele. Molto ricco e variegato è stato il program- nuovi libri etc. Di alcuni di questi eventi ci soffermeremo ma dell’E.C., protrattosi fino al 20 agosto, selezionato in modo particolare nelle pagine a seguire. S.P. dall’assessore al ramo signora Silvana Bartolomeo che i
Commemorazioni
Numero 4 - Agosto 2016
CIANCIANA RICORDA LE VITTIME DI MARCINELLE, COZZO DISI E I NOSTRI ZOLFATARI CADUTI IN MINIERA
L’8 agosto, in occasione del 60° anniversario della tragedia di Marcinelle (Belgio) nella quale perirono 262 minatori di cui 136 Italiani, il comune di Cianciana ha voluto rendere omaggio alle vittime, anche a quelle della miniera di Cozzo Disi di Casteltermini (4 luglio 1916, morte 89 persone di cui due ciancianesi) e di altre, organizzando una mostra personale di pittura del Maestro Croce Armonia, famoso nel mondo come il pittore dei minatori. Dopo i saluti del Sindaco Alfano, il prof. E. Giannone ha ricordato gli eventi mentre lo scrittore Rocco Chimera ha presentato l’Artista, che ha parlato per ultimo e ringraziato gli organizzatori, facendo suo il tributo ai caduti in miniera perché anche lui figlio di un paese di zolfatari: Sommatino (CL). C. Armonia ha esposto più di 20 dipinti in
tecnica mista, riscuotendo un notevole successo. Tra i numerosi ospiti presenti all’inaugurazione i pittori Pino Petruzzella, Andrea Arcuri, Dino Vaccaro, il sindaco di Casteltermini, una delegazione belga e il cantastorie Nonò Salamone, che si è esibito alla chitarra cantando, tra l’altro, “Lu trenu di lu suli” di I. Buttitta commovendo tutti i presenti. La mostra, che è stata sponsorizzata da Zolfi ventilati Mannino, è stata chiusa il 15 agosto. Croce Armonia è nato a Sommatino (CL) e vive a Pescara. Ha studio a San Juan de Alicante (Spagna) e a Zurigo. E’ membro dell’Accademia delle Arti dell’Incisione di Pisa, dell’Accademia Tiberina di Roma e dell’Università popolare Sestrese di Genova. Ha illustrato parecchi libri; di lui si sono occupate numerose testate giornalistiche nazionali ed estere e ne hanno parlato i maggiori critici d’arte. Mostre a Caltanissetta, Zurigo, Basilea, Genova, Roma, Livorno, Firenze, Bruxelles, Madrid, New York, Nizza, Tokio, Kioto, Barcellona, Catania, Aix les Bains, Grenoble, Sidney, Buenos Aires ecc.
Nella foto in alto da sinistra i tre pittori Pino Petruzzella, Dino Vaccaro e Andrea Arcuri. In alto a destra il cantastorie Nonò Salamone. In alto a sinistra, da sinistra il sindaco di Casteltermini Alfonso Sapia, il pittore Croce Armonia, lo scrittore Rocco Chimera, il sindaco Santo Alfano, il professor Eugenio Giannone.
SUL MAESTRO RIPORTIAMO LA FICHE CURATA DAL NOSTRO REDATTORE EUGENIO GIANNONE. CROCE ARMONIA: UN REPORTAGE DALL’INFERNO Osservare le tele del M° Croce Armonia è come sfogliare le pagine d’un libro di storia socio-economica della nostra Terra o assistere ai reportages dell’inviato d’un giornale all’inferno. Esse aiutano a squarciare il velo dell’oblio che da troppi anni ormai avvolge un mondo, un’epoca che ha significato ricchezza per pochi e sofferenza per molti al punto che parecchi vorrebbero rimuovere inconsciamente quella temperie dalla memoria perché lesiva
della dignità umana. Il lavoro, anche quello sotterraneo della zolfara, dovrebbe essere una liberazione; per molti siciliani e per lungo tempo, invece, è stato una maledizione e molti per descriverlo hanno fatto ricorso alla metafora dell’inferno, come è capitato a G. De Maupassant, o hanno usato accenti drammatici, come nel caso di L. Pirandello e A. Di Giovanni. Sugli zolfatari il M° Croce ha meditato a lungo, li ha studiati, scrutati, interrogati,
Ricorrenze Avvenimenti
La Voce di Cianciana
che sembra utilizzato al posto del colore nelle tele del Maestro. Queste tele ci parlano e ci dicono delle sue radici, della sua cifra stilistica, della fermezza del tratto, dell’armonia d’insieme, dell’uso sapiente del colore, della sapiente distribuzione delle figure nello spazio, della sua travagliata obiettività, della sua lucida commozione, sensibilità ed estro che confluiscono nei vari capitoli di questo grande affresco del mondo ctonio e, perciò, quando sulla zolfara calerà il velo dell’oblio e ai giovani le sue vicende appariranno frutto della fantasia di artisti, resteranno le opere di Croce, questo suo gran libro, a far sì che la dignità umana non debba più essere calpestata e a ricordarci che Sisifo, con le sue inenarrabili sofferenze e fatiche e quantunque Tantalo soffra ancora fame e sete, è morto per sempre. Grazie, Maestro, per questa lezione di lasciandosi emotivamente coinvolgere nella loro avventu- vita, di Arte e di storia. Eugenio Giannone ra, cogliendone tutta la tristezza e il dolore. E non poteva che essere così perché egli è figlio di questa terra, di Sommatino centro zolfifero del quale porta le stimmate che riesce a fissare sulla tela. E basta guardare quei soggetti per capire che la sua indagine non si ferma solo all’aspetto sociologico del problema ma investe anche lo studio dell’anatomia umana, come mostrano le figure dei minatori colti nei loro gesti quotidiani che sanno di sofferenza indicibile e pasti frugali consumati assieme ai compagni di lavoro e con fantasia, perché solo di quella abbondavano! E sembra di essere in mezzo a quegli zolfatari, di avvertire la puzza dell’anidride solforosa e la fatica dei picconieri e degli sventurati carusi e rimanere abbagliati non dalla luce del giorno ma dal giallo dello zolfo,
ARTEMIDEE, CREATIVITÀ’ COME STRUMENTO D’INNOVAZIONE Dal 1 al 6 agosto a Cianciana è andato in scena A rtemide il festival del pensiero creativo. La manifestazione ha avuto luogo presso i locali dell’ex- convento S.Antonio, riaperto al pubblico dopo quasi 60 anni, attraverso lo sforzo del sindaco Santo Alfano, del direttore Paolo Sanzeri e dei giovani volontari che hanno creduto nel progetto.
La kermesse, promossa e ideata dall’Associazione culturale Oops in stretta sinergia con l’amministrazione comunale, ha raccolto artisti, scrittori, musicisti, creativi in genere nel tentativo di condividere esperienze comuni e per dar vita ad una nuova forma di pensiero libera che possa dare quel giusto quid in più alla nostra piccola comunità. Il nome Artemidee trae spunto dalla antica dea greca Artemide, protettrice della caccia e del raccolto, proprio a volere evocare la costante ricerca di nuove idee e dei frutti che da esse derivano. L’iniziativa è stata teatro di dibattiti, mostre, proiezioni, workshop e concerti. Il Festival, come indica il nome stesso, ha messo in prima luce l’aspetto creativo di tutti i partecipanti, ospitando sei concerti di musica inedita con le migliori Band del panorama locale e non solo. Hanno partecipato ad Artemidee i Mr.Morris rock band ciancianese post-grunge guidata da Marco Perconti, Giovanni Croce unico artista del territorio a mettere in scena un lavoro di Jazz manouche made in Cianciana, Francesco Less leader dei Velaut che reduce dalla sua prima fatica
Spettacoli discografica (Apologie dell’immobilismo e altre odisee) ha regalato al pubblico di Artemidee un’inedita performance di musica sperimentale, Libero Reina con i singoli tratti dal suo primo album non ci ha risparmiato nessuna emozione, i Crocodye band Bagherese che con la propria musica ha fatto tremare l’intero atrio, infine hanno chiuso la rassegna i Kalvi, band palermitana capitanata da Germano Seggio e Fabio Lannino dallo spessore internazionale. Artemidee è stato uno spazio libero, dove confrontarsi liberamente e sciogliere taboo, in tal senso si è infatti discusso, per la prima volta a Cianciana, di temi scottanti come la legalizzazione della Cannabis. La rassegna ha ospitato il primo lavoro dello scrittore Ciancianese Pietro Sanzeri, Passione rosso sangue, un romanzo erotico ambientato a Parigi, il primo del suo genere scritto a Cianciana. L’idea di osservare oltre le apparenze è stato l’elemento fondante di Artemidee, da qui DELO la mostra di arte contemporanea curata da Domenico Pendino, che prende nome dall’isola greca che ha dato vita alla Dea. La mostra ha suscitato l’interesse di centinaia di visitatori. Ad esporre
Numero 4 - Agosto 2016 sono stati gli artisti: Saverio Carubia, Vincenzo Ferlita, Alessia Scaglione, Paola Pulsoni Valerio Rambante e Domenico Pendino. Fiore all’occhiello dell’iniziativa è stata la proiezione del cortometraggio “THIS IS NOT HOLLYWOOD” pluripremiato lavoro del regista ciancianese Fabrizio Onofrio Riggio, un lavoro biografico sulla vita dell’artista Saverio Carubia, che mette in evidenza le dicotomie fra differenti modi di vivere la propria vita. Artemidee è stato un progetto auto-finanziato, i volontari e gli artisti che hanno preso parte al progetto hanno messo a disposizione il proprio tempo e il proprio lavoro totalmente a titolo gratuito. La scelta è stata dettata dalla voglia di lanciare un messaggio nuovo, il concetto che anche a costo zero se vi è la giusta convinzione anche le cose più improbabili possono diventare realtà. Il festival ha raccolto un grande numero di visitatori locali e stranieri, l’entusiamo e la voglia di dire la propria hanno reso Artemidee un elemento prezioso e singolare per la nostra comunità. Confidiamo fiduciosi in una seconda edizione. Gaetano Bosciglio
SPETTACOLO MUSICALE DE “SCACCIAPINSERA” E ALTRI Nella tarda serata di giovedì 11 agosto, nel Corso Vittorio Emanuele, alla presenza di moltissimi spettatori, ha avuto luogo un apprezzato caffè concerto che ha avuto come protagonisti i musicisti Ignazio Virzì, che si è esibito alla tromba, la figlia Tiziana alla tastiera, l’ormai noto cantautore ciancianese Alberto Cannatella alla chitarra che hanno intrattenuto gli astanti suonando composizioni proprie, dei medley e parecchi tra i migliori successi dagli anni ’60 in poi, coinvolgendo le persone a cantare. Apprezzate altresì le performances di altri due Virzì : di Ivan, studente del conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo, esibitosi alla tromba in un intermezzo musicale, e di Davide
che, con il suo “friscaletto” ha eseguito brani del repertorio folkloristico. Come recita il proverbio “si sunnu figli di gattu, hannu a pigliari surci”. Consigliamo gli amanti della musica a visitare la pagina fecebook “Scacciapinsera”. S.P.
Ambiente & Sociale
81° compleanno per la signora G.Mattina, festeggiato ad Ashton U.L. (Inghilterra) . Nella foto la festeggiata è con i figli Matteo, Gaetano, Janet, ed Enza.
LAUREA
Francesca Raffa, figlia di Nancy e Nino Raffa, residente a Miami-Florida (U.S.A.), nel maggio scorso si è laureata in Medicina presso l’University of Miami Miller School of Medicine. Subito dopo la laurea Francesca, per merito, viene ammessa in Medicina Interna presso la prestigiosa Vanderbilt University di Nashville nello stato del Tennessee. La famiglia Raffa, orgogliosa del traguardo raggiunto, augura a Francesca nuovi ed alti successi.
La Voce di Cianciana
60° compleanno per ADALGISA CONTI, festeggiato a Cianciana il 31 luglio 2016. Nella foto in basso la festeggiata è con il marito Nino Cannatella e con i figli Alberto e Annarita
Letteratura
Numero 4 – Agosto 2016
NASCITE GEMELLI Leonardo e Tessa Ferro di Giovanni Luca e di Miriam Bosciglio, nati ad Agrigento il 27 luglio 2016
IL SALOTTO DELLA POESIA RICORDANDO DON GERLANDO RE A 100 ANNI DALLA NASCITA, AVVVENUTA A CIANCIANA IL 10 GENNAIO 1916 In questo numero la Voce ricorda il centenario della nascita di don Gerlando Re, nato a Cianciana il 10 gennaio 1916, pubblicando tre poesie di altrettanti autori ciancianesi : “A don Gerlando Re,” scritta da Concetta Caltagirone ed inserita nel libro "Un prete a Cianciana" scritto dal fratello avvocato Salvatore Re, che sarà presentato a breve alla Comunità di Cianciana ; la poesia “A don Gerlando Re” scritta da Chiara Arcuri e per finire la poesia “Gerlando Re” scritta da Pino Martorana. A DON GERLANDO “PER AMORE” La tua anima nel silenzio parla ; i pensieri si trasformano in versi pensando a te che sull’andare morte trovavi La tua anima nel silenzio parla ; il tuo corpo era chino per soccorrere l’uomo. Il coraggio dell’Amore ti spingeva a confortare un’anima Che a terra giaceva. La tua anima nel silenzio parla ; parla d’Amore e di Pace. Pace a te, o uomo di Dio! Per il tuo amore infinito hai perdonato. La tua anima ancor nel silenzio parla ; sei un Dono grande, un Dono Divino. Dedico a te questi versi per i tuoi anni cento. A te che per Amore dell’Amato la tua Vita per Amore hai donato! Concetta Caltagirone 8/12/2015
GERLANDO RE A DON GERLANDO RE Come ogni giorno raccolto in preghiera nella tua stanza lodavi Dio, uno sparo improvviso ti lasciò stupito e capisti allora che bisognava agire. Andasti in fretta a portare Cristo a chi morente invocava aiuto, non ascoltando la folla e i parenti che ti imploravano di tornare indietro.
(Acrostico ad endecasillabi con rime alternate e baciate) Gridavanu li genti cu terruri E li porti chiuivanu cchiù forti. Ristava ntn’u to cori lu duluri, Lassatu nni li strati, pi la morti Assassina di poviri nnuccenti;
Trovasti la morte per mano di un folle, e il tuo sangue innocente sgorgò lentamente.
Nun ti fici scantari ddr’omu armatu Davanti la to porta; ddri lamenti, Ora, avianu bisognu d’un surdatu.. Rumpisti ‘u catinazzu di li porti E, surdato di Diu, isti a la morti.
Moristi da martire ma l’esempio di amore e di carità infinita è vivo nei cuori di tutti i Ciancianesi.
Pino Martorana
Chiara Arcuri
in ricordo del 50° anniversario della morte, Anagni, Dicembre 1999.
Racconti
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La Voce di Cianciana La storia di Piticaneddru di Agostino D’Ascoli
'era una volta un piccolo bambino di nome Piticaneddru (così iniziavano sempre i nostri nonni) che un bel giorno, mentre spazzava il pavimento della piccola chiesa del paese, trovò un soldino... - “Mamma mia!” - esclamò contento, girando e rigirando tra le mani, quel piccolo tesoro. "Con questo soldino mi compro?... mi compro?... che cosa mi compro!?..." - mentre pensava a come investire quella monetina, sente la voce di un fruttivendolo - "Pere, mele, arance belle!" "Ecco! vado a comprarmi una pera! - esclamò tra sé il piccoletto, ma poi, pensando che doveva sbucciarla, ci rinunciò. "Forse è meglio una mela?... - ma anche questa doveva essere sbucciata - Allora un’arancia?... Per?... - disse tra sé anche l'arancia..." Il suo pensiero venne interrotto dal grido di un altro venditore ambulante - "Ceci! ceci abbrustoliti!..." - urlava questi. Piticaneddru non ci pensò su due volte, corse subito fuori e con il suo soldino comprò un cece. Fatto, ci si mise a contemplarlo, girandolo, rigirandolo e passandoselo da una mano all'altra. Mentre compiva quell'operazione, il piccolo cece gli sfuggì dalle mani e rotolò giù per terra, andando a finire proprio sotto gli occhi di un vispo galletto, il quale, senza tanti complimenti, ne fece un sol boccone. "Voglio il mio cece!... - incominciò allora a piagnucolare Piticaneddru - "voglio il mio cece!..." - continuò a dire, sempre più insistentemente e pietosamente, tanto da attirare l'attenzione dei passanti e del proprietario del galletto, il quale, gli spiegò che non era più possibile recuperare il cece. "Allora voglio il galletto!... voglio il galletto!... - riattaccò a piangere il piccoletto, con una tale veemenza da commuovere i presenti ed indurre l'uomo a cedergli il galletto. Piticaneddru, contento si mise a girare per le vie del paese, tirandosi dietro il suo galletto legato per il collo. Ad un certo punto, un cagnaccio affamato, uscito improvvisamente fuori da una stalla, si avventò sul malcapitato galletto e se lo pappò - "Voglio il mio galletto!... voglio il mio galletto!" -
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ricominciò allora a piangere ed a urlare il bambino, riuscendo ad ottenere, pochi minuti dopo, quel cane così come aveva ottenuto il galletto. Ma le sventure di Piticaneddru non erano ancora finite. Poco tempo dopo il bambinello, con quel suo cane che teneva legato al guinzaglio, si incrociarono in una stretta viuzza con un uomo che si tirava dietro un cavallo. Quest'ultimo, non si sa come, si imbizzarrì e con un poderoso calcio colpì il povero cane, che stramazzò al suolo morto stecchito. Fu così che Piticaneddru, con la sua già collaudata tiritera insistente e pietosa, divenne proprietario del focoso e bellissimo destriero. Si trovava a passare, nel frattempo, il principe di Catroccoli, il quale venne subito attratto dalla superba bellezza di quel cavallo - "Che cosa vuoi in cambio del tuo cavallo?" chiese il ricchissimo principe -. Piticaneddru incominciò a riflettere. "Un cece?... solo un cece?" - chiese il principe con grande meraviglia. "Sì, sì!... solo un cece! un cece abbrustolito!" - esclamò Piticaneddru sicuro di sé. Poco tempo dopo, su ordine di quel principe, si presentò davanti a Piticaneddru un giovane paggio che recava tra le mani un cuscino di velluto rosso finemente ricamato, sul quale troneggiava e faceva gran spicco un grosso e bellissimo cece abbrustolito. Il fanciullino prese quel magnifico cece e dopo aver ringraziato il principe corse via saltellando di gioia. Fino a pochi anni addietro questa storiella, nata dalla fantasia popolare, era certamente la più conosciuta e raccontata a Cianciana (in tante versioni), sia tra i grandi che tra i piccini. Ancora oggi siamo soliti dire a quel qualcuno che pensiamo ci stia raccontando un fatto più fantastico che reale: "L'abbiamo già sentita la storia di Piticaneddru!" E a chi ha concluso un cattivo affare o uno svantaggioso scambio di merce diciamo invece: "Hai fatto il guadagno di Piticaneddru!".
"Attia di l'ovu!" di Agostino D’Ascoli
grosso proprietario terriero, chiamò a sè un giovane operaio che, assunto da pochi giorni, lavorava insieme a tanti altri, nelle sue terre e gli disse - "Ho notato che lavori bene e con molta lena, perciò voglio farti un regalo" - detto fatto, prese un grosso uovo di gallina e lo donò a quell'uomo, raccomandandogli, a tal proposito, di non dire nulla agli altri suoi compagni di lavoro. Il giovane operaio accettò il graditissimo regalo e andò via, ringraziando sentitamente. Sempre così: un'ovetto alla settimana, ormai da diversi mesi. (In quel tempo di estrema povertà, lo sforzo di una gallina, valeva quanto cento fatiche di un uomo) Quel padrone, tutti i giorni, era solito, in campagna, andarsi a sedere all'ombra di un frondoso albero e da lì, controllare il lavoro dei suoi dipendenti, i quali, a volte per la forte calura, a volte per la stanchezza, rallentavano i loro movimenti ed il loro lavoro - "A tia di l'ovu!" - urlava, a quel punto, alzandosi in piedi, il "generoso" proprietario. A quel grido, lo "a tia di l'ovu", riprendeva a muoversi con grande lena, trascinando gli altri e facendo sì che il lavoro riprendesse il suo "normale" ritmo... (peggio degli schiavi d'Egitto) Lo sapevano tutti quegli operai, lì, di buon mattino, in cammino, lungo quel viottolo di campagna, per raggiungere il loro posto di lavoro, che il loro padrone, quel giorno, si sarebbe assentato - "Oggi il padrone non c'è, perciò il comando spetta a me che, qui tra tutti, sono il più anziano di età!" - sbottò improvvisamente uno di loro strada facendo - "E no!... - replicò
un altro - semmai comando io che, da molto più tempo di voi, lavoro per lui" - "Ma cosa dite? - ribattè un'altro ancora - spetta a me il comando, perchè sono un lontano parente del padrone!" - in poche parole, tutti sembravano avere un pretesto per comandare. (Ci tenevano proprio ad avere un padrone… Quando il padrone non c'è, lo schiavo comanda se stesso!... La forza dell'abitudine...) Dopo un lungo e acceso diverbio, il nostro giovane "a tia di l'ovu", zittì tutti, dichiarando ad alta voce che, in quella circostanza, nessuno dei presenti, più di lui, meritava, e poteva sentirsi in diritto ed in dovere di prendere il comando - "E perchè?" - gli chiesero tutti gli altri suoi compagni, più confusi che persuasi, stupiti dal fatto che quello era l'ultimo arrivato. "Perchè è me, che il padrone, più di voi stima e rispetta!... Tanto è vero che mi regala un uovo alla settimana!" - sparò più che convinto l'interpellato. - "Anche a me!" - rispose incredulo uno - "Ma anche a me!" - sbottò un altro, non meno sorpreso del primo - Anche a me!" - "Anche a me!" - gridarono tutti, uno dopo l'altro - "Siamo tutti: A tia di l'ovu!" - confermarono in coro, guardandosi in faccia come allibiti, quei dichiarati ruffiani. Diciamo ancora "A tia di l'ovu!", quando vogliamo richiamare al dovere quel qualcuno che sembra aver dimenticato il favoretto che gli abbiamo fatto... Lo dicono sempre, in questo ed in altri modi, i politici in periodo di elezioni.
Letteratura
Numero 4 – Agosto 2016
PRESENTATO A CIANCIANA IL VOLUME DI GABRIELLA EBANO INSIEME A FELICIA, IL CORAGGIO NELLA VOCE DELLE DONNE Nella tarda serata di venerdì 5 agosto, presso l’atrio del museo archeologico regionale, alla presenze delle autorità cittadine, in testa il sindaco Santo Alfano che con il suo saluto ha dato l’inizio alla serata culturale, di illustri ospiti e di persone qualificate, è stato presentato il volume di Gabriella Ebano “Insieme a Felicia, il coraggio nella voce delle donne”, prefazione di Franca Imbergamo, Navarra Editore. A presentare l’apprezzato volume è stato il professor Eugenio Giannone di cui a seguire pubblichiamo parte della sua recensione. Insieme a Felicia di Gabriella Ebano è un corposo e splendido volume; freschissimo, anzi caldo, di stampa avendo visto la luce il 30 aprile di quest’anno per i tipi dell’Editore Navarra. Leggerlo è ripercorrere la vicenda umana, prima che storica, di Felicia Bartolotta, madrecoraggio di Peppino Impastato, e rivisitare la storia civile, cioè incivile e barbara, della nostra Isola con l’ecatombe di sindacalisti, servitori dello Stato e vittime occasionali della mafia negli ultimi 60 anni del XX secolo, che portano nomi noti come Falcone, Borsellino, Puglisi e meno noti come Aiello, Ficalora, Campagna, Cangelosi etc, tutti accomunati da un tragico destino. Dopo la prefazione di Franca Imbergamo, magistrato, e la premessa dell’Autrice, inizia la prima parte dell’opera con dieci interviste a donne che hanno conosciuto Felicia o che sono legate in maniera speciale alla “Casa Memoria Felicia e Giuseppe Impastato” di Cinisi. Il ritratto di Felicia che emerge dal racconto corale di questa prima parte del libro è quello di una donna eccezionale, assai lontana dallo stereotipo della donna siciliana sottomessa al marito, rassegnata, fatalista e conservatrice. Nel 1947 Felicia sposa Luigi Impastato, da cui ha tre figli, dei quali il secondo ha poca vita. Scoperto che il marito era mafioso, addirittura cognato del capomafia del paese Cesare Manzella, non volle più avere a che fare con i suoi parenti rifiutandosi di riceverli a casa e convincendosi che era possibile impartire ai figli un’educazione improntata a sani principi morali e civili in antitesi totale con l’ideologia e la cultura mafiosa. “Ho insegnato io a Peppino la ribellione.” – ebbe a
dire. Il 9 maggio 1978 Peppino Impastato viene ucciso dalla mafia che tenta di farlo passare per terrorista e suicida. E’ un momento terribile. La morte di un figlio è un dolore insopportabile, il più terribile che una madre possa provare, è innaturale, è come se l’acqua dei fiumi risalisse dalla foce alla sorgente. E’ straziante. Ma Felicia non è una donna come le altre e anche se abbandonata, sola, schiantata dal dolore, non si inaridisce, riemerge dall’abisso più forte e determinata, diventa una vera e propria femminista con un forte impegno: provare l’innocenza del figlio, custodirne la memoria e tramandarne gli ideali. Gabriella, che l’ha conosciuta da vicino, non può esimersi dal sottolinearne l’immenso coraggio, la grande umanità con la sottile ironia e la vicinanza alle sofferenze altrui. Felicia apre le porte della sua casa ai giovani e racconta loro chi era il figlio, illustra gli ideali nei quali credeva e per i quali ha pagato con la vita ed insegna che la mafia non si combatte con le armi ma con la “parola”, cioè con la cultura, che apre la mente e rende liberi. Nella seconda parte del libro sono raccolte 19 interviste a familiari di vittime della mafia di cui 17 donne. Sono storie di madri, mogli, sorelle, figli, diversi tra loro per estrazione sociale o cultura ma accomunati da eventi tragici che ne hanno marchiato l’esistenza, maciullandoli nello spirito e nella carne. Sono donne straordinarie, che non si sono mai abbattute nemmeno quando sono state lasciate sole, ritenute pazze visionarie o minacciate; donne sorrette da una forte tempra morale o da una profonda fede religiosa, che hanno creduto nella giustizia e hanno condotto una battaglia di civiltà contro l’ingiuria del tempo e l’incuria degli uomini.” Eugenio Giannone
Letteratura
La Voce di Cianciana
PRESENTATO IL LIBRO L’OSCURATO DI ALFONSO LETO, ED. NAVARRA Nell’ambito dell’Estate Ciancianese 2016 è stato presentato, nel chiostro restaurato del Convento che quest’anno ha ospitato numerose manifestazioni culturali, il libro del noto pittore Alfonso Leto, L’Oscurato, edizioni Navarra di Marsala. Il libro, che oscilla tra il genere giallo e il diaristico, narra, in tono accattivante e intrigante, le vicende di un inquietante personaggio, un monaco dall’inequivocabile accento francese, capitato alla Quisquina nel 1987, molti anni dopo la partenza dell’ultimo monaco di quel famoso eremo. Altrettanto misteriosamente padre Martial - così si chiama – scompare.
La seconda parte del libro è, per usare le parole dell’Autore, “la fedele trascrizione di alcune pagine di un taccuino smarrite da tal Samuel Giraud e ritrovate nel monastero di Rifesi da un signore che desidera l’anonimato”. La vicenda ora è ambientata in Francia, sempre tra monaci e conventi. con contorno di lestofanti, droga e prostitute e collaborazionisti del Reich nella repubblica di Vichy. Storia inventate? Un monaco francese, l’alsaziano padre Pierre, alla Quisquina nel 1987, è storia. Naturalmente il presentatore del volume, il solito Eugenio Giannone, non ha svelato il finale, ma ha detto che esso si legge tutto d’un fiato. La Redazione
BIOGRAFIA DI ALFONSO LETO Alfonso Leto è nato a Santo Stefano Quisquina (AG), dove vive. Noto pittore, la sua formazione è riconducibile alla fine degli anni Settanta, a Palermo, in quel particolare contesto culturale segnato dalle presenze di Gaetano Testa, Toti Garraffa, Giacomo Baragli, Francesco Carbone. Negli anni Ottanta si esprime in sintonia con lo spirito della Transavanguardia. Nel 1987, espone le sue opere nell’antico eremo della Quisquina, presentato da Achille Bonito Oliva e da Fulvio Abbate. Degli anni Novanta sono le sue prime esperienze personali e di gruppo, a Roma, nella Galleria La Nuova Pesa. Del 1997 è la mostra Leto contro il metodo alla Fondazione Orestiadi di Gibellina, a cui seguono i suoi Misteri gaudiosi : visioni apocrife della religione (Art Gallery Banchi Nuovi, Roma) e altri lavori che segnano una rinnovata direzione iconografica. Presente nel 2004 in Novecento Siciliano (Palermo, Minsk, Mosca e Barcellona) e nel 2007 ne L’isola che c’è (Parlamento Europeo, Bruxelles). Alcune tra le sue recenti personali, tra il 2009 e il 2014, sono state tenute ad Agrigento (Fabbriche Chiaramontane) e a Palermo (Zelle Arte e Spazio Cannatella). L’oscurato è il suo primo romanzo.
PRESENTATO PRESSO LA BIBLIOTECA COMUNALE IL VOLUME DI GIOVANNA FERRARO ALLA VITA COSI COM’E’ Nel tardo pomeriggio di venerdì 9 settembre, presso la sala della biblioteca comunale di Cianciana, alla presenza di un folto pubblico, ha avuto luogo la presentazione del libro di Giovanna Ferraro A lla vita così com’è. La scrittrice, originaria di Alessandria della Rocca, vive da molti anni nel nord Italia e approfittando del suo soggiorno in Sicilia ha avuto modo di presentare il suo volume in diverse località. Qualche giorno fa ciò è accaduto nel suo paese natale e in quella circostanza si è espresso il desiderio di presentare il libro anche a Cianciana. L’idea è stata fatta propria dall’Associazione Girasole che, con il beneplacito dell’amministrazione comunale, in soli due giorni ha avuto la capacità di organizzare l’evento. Dopo il saluto del sindaco di Cianciana Santo Alfano e del presidente dell’Associazione Girasole Antonella Montalbano, la professoressa Angela Cacciatore ha presentato il libro, ricordando agli astanti di essere particolar-
mente legata a Giovanna, anche per essere stata sua insegnante. La professoressa si è soffermata sulla travagliata biografia dell’autrice, sulle vicende familiari drammatiche di cui è stata vittima e soprattutto sulla sua grande forza d’animo nell’affrontare le vicissitudini della sua travagliata esistenza e del suo attaccamento alla vita. Successivamente la parola è stata data a Giovanna che ha illustrato i motivi che l’hanno spinta a scrivere il libro e ciò per rendere partecipe gli altri del suo percorso di vita, dalla perdita della madre in tenera età, alla scoperta del tumore. Con un linguaggio pacato e con il tono della voce particolarmente sereno, Giovanna ha risposto altresì alle domande dell’attentissimo pubblico, che ha visto la presenza di parecchi alessandrini, mossi dal desiderio di ascoltarla ancora una volta. Come di consueto, a fine presentazione, c’è stato l’acquisto del libro, la dedica dell’autrice e l’immancabile rinfresco. S.P.
Letteratura
Numero 4 - Agosto 2016 Per fornire ai lettori maggiori notizie su Giovanna e sul suo volume, la Voce pubblica quanto scritto nella retrocopertina “Alla
vita, così com’è” insegna a danzare con l’esistenza e i suoi mutamenti. Cambiamenti che hanno travolto l’autrice nel momento in cui ha saputo di avere un cancro. Un’esperienza che si è trasformata da ostacolo a occasione per mutare radicalmente il proprio approccio all’esistenza. L’opera, con uno stile snello e comunicativo, conduce a riflette-
re, con semplicità e acutezza, sul vissuto quotidiano. I quarantadue racconti narrano come la guarigione non sia solo legata ad una ferita fisica da sanare, ma si tratti di un solco all’interno del quale seminare. Un sentiero di consapevolezza che conduce Giovanna ad un risveglio spirituale, permettendole, un’intuizione dopo l’altra, di intendere la malattia non come una nemica, ma una Maestra. Comprendendo, così, che ogni ostacolo sul cammino, se accettato, insegna a diventare più resilienti e a espandere il potere creativo. Tutto accade per noi, non a noi. Giovanna Ferraro nella sua cucina alterna una ricetta ad una pagina scritta. Vive con il figlio e un gatto. E' impegnata da anni in una ricerca personale; cammino che l'ha portata a contatto con varie culture. Dall'oriente all'occidente, dallo sciamanesimo alla psicologia e dalla medicina integrata a strumenti di crescita ed evoluzione. In questo suo libro di esordio racconta la propria avventura.
DAL VOLUME “ALLA VITA, COSI’ COM’E’”, LA VOCE PUBBLICA IL CAPITOLO “COME TUTTO ACCADE PER NOI, E NON A NOI” Ottobre. Mese di piogge, funghi, castagne e fogliame tra le tonalità nuance che si riverberano fino dentro la camera da letto. Sospesi nel giallognolo ovattato della sera autunnale, i miei pensieri scorrono su di un fiume di emozioni. Parole affastellate e incise nella mente. Notizie che, seppur all’apparenza tristi, seguono il ciclo naturale della stagione, per eccellenza, dei finali che aprono a futuri inizi. Osservo le anse concave delle tende ai bordi del mio letto, veli lievi come il respiro che dalle barici solletica le mani incrociate sul petto. E’ l’atmosfera della tregua, di una quieta sosta in cui sembra tutto rallentato. Impalpabile, il fioco lume della mia antica abat-jour riscalda con un filamento lucente il pensiero per un’amica che, alla fine, si è persa e sta soffrendo per l’attesa della morte. La mente oscilla mossa dai ricordi delle recenti trasformazioni. La più importante, la maestra di tutte, avvenuta dietro la spinta, sia di piante sacre, che di uomini e donne incontrati sul mio cammino, è stata cercare di entrare in empatia con gli altri. Un’apertura del cuore che ha iniziato ad abbattere l’alto muro dell’egoismo. Nel momento in cui ho incominciato ad accorgermi della sofferenza altrui, a volte provocata da me e dalle mie azioni, ho deciso di mettermi maggiormente in ascolto di quanto accadeva intorno a me. Di prestare più attenzione ai miei comportamenti e di non estraniarmi o allontanarmi dalla sofferenza. E con questa apertura di cuore mi avvicino al dolore dell’amica che sta per andarsene.. Domani partirò per un viaggio un po’ diverso. Mettersi in viaggio mi ha sempre entusiasmato, ma il viaggio da affrontare mi ricorda di più quello di Ulisse nell’undicesimo canto dell’Odissea in cui scende nell’Ade. Una discesa che lo metterà a confronto con lati nascosti utili da ritrovare per proseguire il cammino. Sono diretta da chi mi sta dando l’opportunità di entrare in contatto con quella che San Francesco definiva Sorella. Credo che, oltre ad essere la principale paura umana, resti ancora un grande tabù. Non nego di averla temuta a mia volta, e tanto, e l’ho già scritto, nonostante ciò ho
quasi imparato a conviverci. Nell’infanzia mi ha visitato con scadenza ravvicinata, allontanandosi in seguito e illudendomi si fosse dimenticata di me. Fino a presentarsi in pompa magna due anni fa e rimanere al mio fianco quotidianamente. Ho appreso che la paura della morte arriva dalla mente. Lei ha il compito di preservare il nostro corpo in questa esperienza terrena. Non esiste, però, timore per il ricercatore che, tramite un percorso di autoconoscenza impara a disidentificarsi dal corpo chiedendosi : sono solo un corpo? Un corpo ed una mente? O c’è di più? Non è semplice perché, in verità, con la morte si pensa di perdere tutto. Giova, però, solo alla visione mentale crederlo, perché noi non possediamo mai nulla veramente. Ego, mente e personalità vogliono sopravvivere e temono i cambiamenti. E’ successo a tutti di dover cambiare casa, di la sciare, o essere lasciati, di perdere un lavoro o andarsene, di dover anche solo abbandonare un’abitudine. Tutte queste sono piccole morti di fronte alle quali la mente si oppone. Superato questo attimo iniziale, la mente si abitua ad altro ed avviene la medesima cosa, in una costante ripetizione. Incomincio a concepire che quel “passaggio” è solo il più grande dei cambiamenti. Si pensa di perdere tutto l’amore dato e ricevuto, di non avere nessuno accanto, di...Insomma, di non esserci più per portare a termine uno scopo che crediamo di avere, ma non è così. La maggior parte teme di lasciare i cari, ma soprattutto i figli. Io stessa ho attraversato questa fase guardando il mio. Ora so che è il valore che do a ogni attimo, in qualsiasi condizione mi trovi, a definire la mia vita. Non cosa perderò, ma cosa avrò respirato ogni istante quotidiano a farmi capire… Capire cosa? Che anche senza di me, come avvenne nel mio caso quando persi i miei genitori, lui potrà farcela. Crescerà ed evolverà ancor meglio se io sarò stata in grado di trasmettergli questa forza e messaggio : vivere ogni istante. Come adattarsi ad ogni cambiamento porta a non temere più la morte, il più grande dei cambiamenti.
News
La Voce di Cianciana
LA FESTA DELL’ACCOGLIENZA Con il patrocinio del comune di Cianciana, il 14 agosto 2016 la Pro Loco di Cianciana ha organizzato la tradizionale Festa dell’Accoglienza, pervenuta quest’anno alla quinta edizione, una serata per ringraziare ed accogliere i tanti stranieri che frequentano e passano le vacanze nella nostra cittadina, apprezzandone la bellezza del paesaggio, la mancanza di inquinamento, la cordialità dei residenti, la tranquillità e non il caos cittadino, la vicinanza breve alle località di mare e montagna. L’invito era esteso a tutti gli stranieri che hanno acquistato una casa, ma anche ai turisti che partecipano alla vita sociale di Cianciana. Abbiamo riscontrato la presenza di tanti amici di ben dieci nazioni diverse. La serata si è svolta in via don Luigi Sturzo nel-
la residenza dei coniugi norvegesi Barbro Bakke e Dag Furu i quali hanno messo a disposizione la loro villa per questa festa di accoglienza riguardante i tanti amici di lingua straniera. Lo straniero che vive da noi è di buona cultura e con l’acquisto della casa, può trascorrere periodi piuttosto lunghi, se non addirittura per trasferirsi in modo permanente. Oggi chi acquista casa a Cianciana è più informato, più consapevole, e la nuova dimora permetterà la scoperta della bellezza del nostro territorio e la possibilità di realizzare il proprio sogno italiano anche senza un grosso budget a disposizione. La Pro Loco di Cianciana, costituita da una squadra di soci compatti, ha organizzato al meglio la serata. Dice il presidente Carmelo Panepinto : “qui nessuno è capo e tutti siamo disponibili ad operare in modo amichevole, con tanta passione per il bene comune della comunità, come è lo spirito dell’associazione. Hanno partecipato alla festa gli assessori comunali Marilisa Cammarata e Silvana Bartolomeo, il presidente del Consiglio Calogero Gattuso, il consigliere Felice Milioto e ovviamente il sindaco Santo Alfano che, prendendo parola, ha voluto ringraziare i nostri amici che hanno scelto Cianciana, prendendo l’impegno dell’Amministrazione di migliorare sempre più i servizi erogati dal comune, per consentire un soggiorno sempre più confortevole. Al termine del suo discorso Alfano ha consegnato ai padroni di casa un bel vaso in ceramica. Foto e testo di Gaetano Arfeli
MODI DI DIRE : LA SCIARRA E’ PI LA CUTRA (LA LITE E’ PER LA COLTRE) E' una frase ormai proverbiale che nel tempo ha smarrito, o mutato, il suo significato originario. Essa è oggi comunemente legata alle liti che spesso insorgono tra gli eredi di un defunto i quali, in assenza di un testamento, difficilmente riescono a mettersi d'accordo su come dividere la roba. Una volta non aveva tale significato, pur essendo sempre legata ad un lutto. Oggi quando una persona muore, la si depone nella bara con i suoi abiti più belli o nuovi. Non è stato sempre così; anticamente i poveri non potevano permettersi abiti particolari nemmeno per il momento in cui dovevano presentarsi al Padreterno, per cui, quando morivano, i familiari compravano, generalmente da un prete, una cutra, ovvero una coperta, nella quale avvolgere il cadavere. Per rispar-
miare qualche centesimo tiravano sul prezzo, inscenando una vera e propria lite (sciarra) col venditore: ecco perché la sciarra, come informa in uno dei suoi innumerevoli testi il Pitrè, era pi la cutra. Si spiega, più o meno allo stesso modo, la credenza che far versare l'olio sia sinonimo di disgrazia. Attorno ai catafalchi oggi sistemiamo, oltre ai fiori, delle lampade o candele. Una volta, invece, per illuminare il cadavere si usavano degli spicchi d'ogliu (orciuolo con lucignolo), che venivano adagiati per terra ed era facile, magari inavvertitamente con un piede, farli capovolgere e rovesciare l'olio per terra. Più disgrazia di un morto in mezzo alla casa? (Eugenio Giannone)
Notizie dall’anagrafe
Numero 4 – Agosto 2016
NOTIZIE DALL’ANAGRAFE GLI EVENTI LIETI NASCITE
Gemelli Leonardo e Tessa Ferro di Giovanni Luca e di Miriam Bosciglio, nati ad Agrigento il 27 luglio 2016 Emily Pia Termini di Maurizio e di Irene Sulli, nata a Palermo il 29 luglio 2016 Alice Alfano di Giuseppe Antonio e di Irene Ciucio, nata ad Agrigento il 31 luglio 2016 Mattia Scimeca di Salvatore Antonio e di Daniela Acquisto, nata a Sciacca il 18 agosto 2016
MATRIMONI Sandro Montalbano e Antonina Martorana, Chiesa Madre di Cianciana, 11 agosto 2016 Valerio Ignazio Valenti e Pierangela Maria Cimò, Chiesa Madre di Cianciana, 29 agosto 2016 Amor Mejri e Carmelinda Sarullo, Municipio di Cianciana 24 agosto 2016
GLI EVENTI TRISTI DECEDUTI
Maria Anna Perconti, vedova Gaiteri, nata a Cianciana il 24 agosto 1928, deceduta il 25 luglio 2016 Giuseppa Arfeli, vedova Nuara, nata a Cianciana il 13 aprile 1934, deceduta il 12 agosto 2016 Rosa Cicchirillo, coniugata Gagliano, nata a Cianciana il 3 ottobre 1943, deceduta il 18 agosto 2016 Vincenzo Salemi, nato a Cianciana il 9 febbraio 1947, deceduto il 27 agosto 2016 Angela Provenzano, vedova D’Angelo, nata a Cianciana il 22 giugno 1938, deceduta il 30 agosto 2016 Emanuele Gagliano, coniugato Taglialavore, nato a Cianciana il 28 gennaio 1926, deceduto il 6 settembre 2016
DECEDUTI FUORI CIANCIANA
Maria Attardo, vedova Miliano, nata a Cianciana il 7 dicembre 1931, deceduta a Haine- Saint-Pierre (Belgio) il 5 maggio 2016 Maria Antonia Dell’Arte, vedova Antonino Di Chiazza, nata a Cianciana il 18 ottobre 1924, deceduta a Gilly (Charleroi - Belgio), il 13 settembre 2016.
Leonardo Carubia, coniugato Antonina Pulizzi, nato a Cianciana il 5 settembre 1931, deceduto ad Adelaide ( Australia ) il 9 luglio 2016. Oltre alla moglie, lo ricordano con tanto affetto Gino e Eleni, Gus e Anna, Josie e Anthony, Alfonso e Maria, Mario e Rebecca e i nipoti Nicolas, Alexandra, Isabella, Jessica, Peter, Bianca, Chistian, Lawrence, Dominik, Samuel, Grace, Luke e Lara.
SOSTENITORI DE “LA VOCE DI CIANCIANA” La redazione della Voce di Cianciana esprime la propria gratitudine a tutti coloro i quali hanno dimostrato il loro attaccamento al giornale rinnovando l’abbonamento PER L’ANNO 2016. Un sentito ringraziamento è indirizzato ai SEGUENTI SOSTENITORI : ITALIA Dottor Stefano Cuffaro-Pordenone, signor Alfonso Campisi-Genova Signor Antonino Gambino-Genova, Dottor Nicola Chiappisi-Giaveno (TO), Dottor Giuseppe D’Angelo-Milano, Geometra Vincenzo Cinquemani – Servazzano dentro Padova; ESTERO Signora G. Mattina- Ashton U.L.(Inghilterra), Signor Luigi Bartolomeo- L’Horme (Francia) Signor Guglielmo La Corte - Rive di Gier (Francia), Signor Giovanni Cimino- BURNLEY (Inghilterra)
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La Voce di Cianciana
Numero 4 – Agosto 2016
ACQUAGYM A CATTOLICA ERACLEA, 28 AGOSTO 2016 (IO C’ERO) DI GAETANO ARFELI Siamo all’epilogo del corso di Acquagym, iniziato nel mese di giugno a Cianciana nella piscina privata “Sunset Garden Acsr” con un folto gruppo di donne vogliose di affrontare i vari problemi che affliggono il corpo, fra cui la circolazione del corpo, il miglioramento della circolazione sanguigna e soprattutto a prevenire la formazione di cellulite. I miracoli certo non esistono, ma quest’attività è un grosso aiuto per chi vuole rassodare e tonificare la parte bassa del corpo senza agire in modo troppo intenso, perché l'acqua aumenta lo sforzo, ma aiuta anche le più riottose al movimento. E’ uno sport completo che aiuta a distendere la mente e
modo regolare, almeno un paio di volte a settimana per un'oretta. In questo modo a trarre beneficio sarà il sistema cardiocircolatorio, aumenta la flessibilità, l’agilità e la forza fisica. L’estate è il periodo migliore per fare questo tipo di sport in piscina ma anche al mare. Lo sport in acqua tonifica e soprattutto è adatto a chi ha una vita sedentaria e vuole tonificare la propria muscolatura. Il Chinesiologo Prof. Gaetano Taormina, esperto di Scienze Motorie applica le proprie conoscenze scientifiche del movimento, per raggiungere gli obiettivi fisici di cui un utente ha bisogno, dalla postura, al dimagrimento, dalla rieducazione funzionale al potenziamento muscolare, dall’attività fisica adattata alle disfunzioni croniche e alla disabilità. Taormina ha messo in atto quest’attività di acquagym completando il corso il 28 agosto, con una lezione finale svoltasi a Cattolica Eraclea nella piscina dell’Agriturismo “La Roccia”. La struttura è coperta con acqua riscaldata e permette di beneficiare dei piaceri dell’acqua anche nei periodi che precedono o seguono l’estate, prolungando così la stagione di balneazione. La scopo di questa ultima lezione è stato quello di invitare gli utenti a continuare l’attività fisica anche nel periodo invernale. Partecipando da esterno ho potuto assistere agli esercizi messi in atto con vero impegno dall’istruttore Taormina, apprezzando la partecipazione dei praticanti. Un finale in allegria con pizza e un brindisi di arrivederci al prossimo corso. tonifica in modo egregio il corpo. Deve essere eseguita in (foto e testo di Gaetano Arfeli)
AVVISO AI LETTORI DE LA VOCE DI CIANCIANA
Come sicuramente avete notato, nel numero scorso de la Voce, per problemi di impaginazione è risulta pasticciata con frasi ripetute la pagina sei, quella riguardante l’articolo della scomparsa del poeta Giacinto Schembri. Per ovviare a tale inconveniente abbiamo fatto ristampare dal tipografo un altro foglio riguardante le pagine 5-6-11-12 che vi arriverà unitamente al giornale di agosto 2016. Potrete così sostituire la pagina errata con quella giusta. ERRATA CORRIGE RIFERITE AL NUMERO SCORSO A pagina 1 mancano i nomi degli assistenti del comitato e cioè Domenico Tornatore e Angèle Ciraolo. A pagina 14, articolo in basso correggi, al primo rigo, 7 luglio con 7 giugno. CI SCUSIAMO CON I LETTORI PER GLI INVOLONTARI ERRORI
BRICIOLE DI SAGGEZZA testi di Nuccio Mula Chianci ‘u ggiùstu p’u piccatùri I commenti sarebbero infiniti e ci vorrebbe adeguato spazio per esaminare anche le numerose variabili (ad esempio, l’àrburu pìcca e ‘a rràma arricivi: un ghiornu chiancirà c’unn’avi curpa) ma ci limitiamo a ricordare quella banda di ladri organizzati che ha messo in ginocchio, dopo decenni di malaffare, la nostra Nazione, penalizzando oltremodo, adesso che urge una soluzione - voli diri ora c’o ddannu fu ffàttu, e ppi pigliàricci macàri ‘i spisi, doppu ca chiddri si futteru tutti ‘i grana - gli onesti lavoratori (più tasse), i disoccupati (più crisi), i pensionati (più tagli, puru c’on c’è ‘u rrestu di nenti di livaricci d’a sacchetta, e s’i metti ch’i ped’all’aria cci nesci sulu pruvulazzu). Morale: arrobba tu, ca pagu ìu. Commento popolare, sacrosantissimo: ebbìva ‘sta minchia...e la bbànna ca sòna.