Nel suo amore. EDIZIONE AGGIORNATA

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Poesia

Nel suo amore

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Dale Zaccaria

NEL SUO AMORE

ventidue poesie

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Titolo | Nel suo amore Autrice | Dale Zaccaria In copertina| opera de I Camalioni autrice Rosanna Lazzari Testi| Dale Zaccaria © Siae 2014 I edizione | anno 2014 II edizione | anno 2019 ISBN | 978-88-91159-85-4 © Tutti i diritti riservati all’Autrice e agli Artisti. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’Autore e degli Artisti. Youcanprint Self-Publishing Via Roma, 73 – 73039 Tricase (LE) – Italy www.youcanprint.it info@youcanprint.it Facebook: facebook.com/youcanprint.it Twitter: twitter.com/youcanprintit


a Franca nel suo amore



Breve analisi semantica a cura di Antonio Sette Franca Rame In questa prima sezione, con un riferimento collettivo (noi) viene sottolineata l’importanza della scrittrice ma anche della donna stessa come generatrice di vita (madre dell’uomo) per la lotta dei giusti e per la speranza dei più deboli. La “vasta Signora dei giusti” può essere letta anche in chiave cristiana in riferimento all’immagine della Vergine Maria, Madre di Misericordia e Speranza. Le Rose della mia Regina In questa lunga sezione, l’io poetico attraverso una lunga introspezione interiore, va alla ricerca di una goccia di rugiada o di acqua (simbolo di vita e nutrimento per la rosa) una goccia perfetta nutrimento per il


fiore ma anche per lo stesso io lirico al quale ha conferito vita e intelletto (carne e grazia). La goccia perfetta ha il potere di far sbocciare le rose più belle simbolo della Regina e quindi anche frutto della Madre Terra. È importante da notare la ripetizione “cerco una goccia di bellezza madre” che mette in rapporto la bellezza delle rose e della Regina con il valore poetico dell’io narrante. Lo scorrere del tempo non rovina la bellezza della Regina: trapassato, passato, presente e futuro sono segnati dalla bellezza della figura femminile in generale, e più in particolare dell’io poetico identificabile in “diciotto stelle” rappresentate a loro volta da “diciotto donne”. Si passa da un soggetto singolare a un referente collettivo che moltiplica il valore poetico tutto al femminile. Così come la bellezza della Regina è moltiplicata per sette come il numero delle rose, dei cieli e scrigni così viene moltiplicato il suo cuore per nove come le stelle, le terre, perle e silenzi. Il silenzio dell’universo che gira intorno all’esistenza umana e al creato è in rapporto


con l’immagine della natura e l’animo poetico. È importante da sottolineare il contrasto tra lo sporco e la “macchina di un grande reato” con la purezza e la bellezza della rosa. Lo sporco non è solo concreto inteso come macchia ma anche interiore all’animo dell’io, (ricorre la visione cristiana del peccato originale) e al disagio di un amore vissuto e percepito come errore. Il reato d’amore è sentito anche come primo vero sentimento affettivo concreto e come conoscenza di se stessi. L’io poetico ritorna sulla figura della donna primigenia madre e frutto della terra (spiga), ma anche simbolo di dolore (sangue) e in continua lotta per l’affermazione di se stessa e di tutta l’umanità. In questo modo nasce la donna e il suo amore da tutto ciò che dà Amore e gioia presente nell’universo. È importante da notare la personificazione “Lo vanno cantando le strade” e quindi le persone (il genere umano) e “lo va dicendo l’amore” come allegoria personificata. L’assenza del referente è una vera mancanza per l’io


poetico che non trova conforto se non con la bellezza della “Rosa Bianca” che non è solo il nome del fiore ma anche nome proprio della scrittrice. La rosa bianca diventa il mezzo di comunicazione tra io poetico e mondo circostante: è il mezzo che permette il passaggio dalla dimensione terrena a quella divina (la porterò tra cielo e terra), il tramite tra presente, passato e futuro, come poesia da recitare, come fardello sulle spalle. La Rosa non è altro che la Poesia, la Musa ispiratrice dell’io poetico. La poesia è donna pulita, pura, casta nella quale trova rifugio e nutrimento l’umanità, in contrasto ai falsi ideali e alle illusioni della vita. L’uomo troverà sempre riparò in lei grazie alla sua bellezza e alla sua potenza. L’io poetico come il genere umano non troverà mai nessuna donna come la sua Musa perché non esiste alcuna bellezza quanto lei.


Per lei è da usare solo la parola più elevata, colta, quella mai detta, pura come la bellezza della madreperla più luminosa, casta, senza macchia, con un grande riferimento ai valori del mondo antico alti, sublimi, gli unici che possono siglare il suo amore. Il valore della rosa rimanda l’io poetico al ricordo dell’infanzia, al mondo puro e innocente della fanciullezza generosa senza invidia e inganni, l’esaltazione dei valori antichi come il rispetto, la bontà, l’altruismo, la gioia, la sincerità, il perdono. La Rosa è vitalità e pienezza di vita. Inoltre il gioco dei colori delle rose descritte nella poesia (rosa di rosso e di bianco) rimanda anche all’uso degli innesti di fiori e piante che faceva la scrittrice nella vita privata per passione. È importante da notare l’uso dell’anafora “rosa” all’inizio dei versi che fornisce grande significato a tutta la poesia in un ritmo di litania sacra. A questo punto l’io poetico si rivolge direttamente alla sua ispiratrice chiamandola “sorella” esortandola a riposare perché gli uomini lotteranno per i giusti ideali


e il rispetto dei loro diritti, camminando a pugni chiusi tutti insieme senza timore. Alla fine bastano le piccole cose per trovare la pace e la bontà, come l’immagine pura della rosa e l’immagine del pane simbolo di cristianità (corpo di Cristo) ma anche di laboriosità. Il significato dell’esistenza umana è quello di preservare l’amore collettivo. Madri In questa seconda parte l’io poetico si rivolge a un referente più collettivo “donne/madri” con l’immagine della donna generatrice di vita paragonata alla figura delle “foglie” portate dal vento e l’immagine del “parto”, forma di vita grande atto di forza e coraggio in contrasto alla paura e agli ostacoli del destino. In questo senso l’immagine delle foglie che cadono dagli alberi in balia del vento può essere intesa anche come caducità dell’esistenza terrena e inarrestabilità del tempo. È importante da notare il termine “foglie” che può essere inteso in assonanza anche come “figlie” in riferimento a


“Donne/madri”. L’io lirico prosegue con l’immagine del “cavaliere” rappresentato con due armi: da un lato la bellezza femminile che diventa potere, dall’altro il potere della parola e quindi il valore della Poesia. Il suo compito è quello di servire la sua “Regina” allegoria personificata della vita come il suo “Re” in diretto rapporto di alternanza. L’amore “cortese” rappresentato dalla figura del cavaliere è l’esempio più elevato di vero e puro amore che nobilita l’uomo e lo esalta ai valori più alti e raffinati della poesia. Esso stesso è espressione di coraggio e lotta personale dell’io narrante ma anche di tutta l’umanità. In questa continua difesa torna l’elemento dell’assenza e della mancanza ingiustificata della scrittrice alla quale è dedicato il libro. Infine ritorna anche l’elemento della bellezza smisurata l’amore puro che non deve essere pronunciato e che resiste anche allo scorrere del tempo. L’uomo si deve inginocchiare davanti alla donna rappresentata come dea con caratteristiche divine di purificazione e


salvezza (impasto del cielo), unico tramite di salvezza che non possiede uguali nel suo genere. Questa figura femminile si protrae al di fuori dello spazio e del tempo circostanti per ritornare alla difesa dei piĂš deboli e alla loro affermazione sociale.

Breve analisi semantica- stilistica svolta da Antonio Sette, laureato in Lingue e Letterature Moderne (2007), in Studi Letterari e Linguistici (2009) e in Filologia Moderna (2012) presso l’Università La Sapienza di Roma. Tesi di laurea in lingua e letteratura inglese: La visione del tempo nei sonetti di Shakespeare; tesi di laurea in letterature comparate: Le origini del sonetto shakespeariano, da Petrarca a Shakespeare; tesi di laurea in letteratura italiana: Pascoli e Montale a confronto, differenze ed analogie tra Myricae e Ossi di Seppia.


NEL SUO AMORE

ventidue poesie



Franca Rame Noi impareremo dalla guerra degli umili perchĂŠ tu sei la lotta e la speranza la donna madre Regina la vasta Signora dei giusti.


Le rose della mia Regina Cerco una goccia di bellezza madre una goccia pulita chÊ sono le tue rose chÊ sono le rose della mia Regina tu che sopporti il mio dolore tu che mi hai dato la carne e la grazia cerco solo una goccia di bellezza madre una goccia pulita che è nelle tue rose che sono le rose della mia Regina.


Diciotto stelle le contarono erano te erano diciotto donne erano le pi첫 belle diciotto stelle le contarono furono te furono diciotto donne furono le pi첫 belle diciotto stelle le contarono sono te sono diciotto donne sono le pi첫 belle e tutte le stelle le contarono saranno te saranno donne saranno le pi첫 belle.


Sette rose piÚ tardi e nove stelle sette cieli e nove terre sette volte la tua bellezza e nove volte cuore mio sette scrigni e nove perle sette nuove piene e nove silenzi e tutto l’universo intorno in tutte le nostre vite e tutti i tuoi sentieri.


Ci sporcammo un giorno ci macchiammo di un grande reato, il reato d'amore. Fummo donne, ma prima che donne fummo spiga, sangue, incessante battaglia, e tu piĂš rapida del vento, piĂš forte anche della notte andasti avanti superba imperiosa e dritta a tutta l'umanitĂ .


CosĂŹ nacque la donna e il suo amore: da un mondo migliore da un sogno possibile.


Lo vanno cantando le strade lo va dicendo l’amore manchi tu chÊ non te ne sei mai andata.


Ti porterò la rosa bianca la porterò tra il cielo e la terra la porterò tra la gente la porterò tra le braccia su le spalle nella bocca ti porterò la rosa bianca pulita come il tuo nome chiara come il tuo segno bianca come il tuo sempre vera come il tuo adesso e il tuo passo.


La poesia è donna pulita e di questo si nutre l'umanitĂ di fronte ai precipizi e agli ideali l’andranno sempre a cercare.


Tutte le donne del mondo ma nessuna te tutte le bellezze del mondo ma nessuna te.


Per lei solo la parola piĂš gentile quella mai nata una parola madreperla una parola inchinata sul cesto del suo cuore a prenderne l'antico a chiuderle gli occhi a fissarci l'amore.


Rosa, il suo rosa bambina rosa come sceglie la rosa generosa, gioia antica rosa senza principio nÊ inganno rosa che ami e sorridi rosa di rosso e di bianco rosa sincera rosa vera rosa che perdona le rose rosa che è viva rosa che è vita.


Dormi sorella su queste barricate perchĂŠ uomini e donne intoneranno ancora la lotta e la canzone dormi tra le rose e il pane noi cammineremo a pugni chiusi con il tuo cuore.


PerchĂŠ in fondo bastano le piccole cose basta il cuore perchĂŠ il mondo da qualche parte deve pure andare nel suo amore.


Madri Donne madri mie giovani foglie ragazze schiere del vento mistero del mondo parto e paura frontiera e coraggio.


C’è un cavaliere in me che combatte con due armi: l’una è la bellezza, l’altra, è una parola nuda una parola nuova, e servo una splendida Regina fiamma e vita del suo Re.


In questo difenderti sotto la pelle prima del cuore ancor piÚ giÚ dell’anima manchi a me e a tutti quelli che ti amano e ti hanno amata.


la prima e l’innumerevole la sconfinata bellezza l’unica e l’indecifrabile.


Ama e resisti, proteggi e non pronunciarlo l’amore.


Lei è una dea inginocchiati uomo di fronte alle dee inginocchiati sempre perchÊ ricorda la donna è un impasto del cielo.


Nessuna donna è te nessuna storia mortale nemmeno il cielo infinito e niente è mai stato cosÏ chiaro.


onore agli ultimi ai resistenti ai vincitori di domani.



INDICE Analisi Semantica di Antonio Sette Franca Rame Le Rose della mia Regina Diciotto stelle le contarono Sette rose più tardi Ci sporcammo Così nacque Lo vanno cantando Ti porterò La poesia Tutte le donne del mondo Per lei solo la parola Rosa, il suo rosa bambina Dormi sorella Perché in fondo bastano Madri C’è un cavaliere in me In questo difenderti la prima Ama e resisti, proteggi Lei è una dea Nessuna donna è te onore agli ultimi



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