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Mille colpi con la Beretta Px4 Storm Tecnologia, affidabilità, sicurezza e facilità d’uso pongono quest’arma ai vertici della categoria delle armi corte. L’abbiamo messa a dura prova sparando mille colpi… in 45 minuti!
di Gianfranco Peletti
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a Beretta Px4 Storm è una pistola semiautomatica progettata per la difesa personale e per le forze dell’ordine, che ha visto la luce nei primi anni del terzo millennio. Di fronte
all’avanzare delle armi con il fusto in tecnopolimeri, Beretta decise di affrontare la sfida con un prodotto innovativo, che raggruppasse tutte le caratteristiche dell’af-
fidabilità e delle innovazioni tecnologiche apparse sul mercato negli ultimi anni. La Px4 Storm adotta un sistema di chiusura a canna rotante, derivato, con alcune migliorie, da quello utilizzato per anni con i modelli 8000 Cougar, l’impugnatura dalle dimensioni modificabili sostituendo i dorsalini posizionati nella parte posteriore e degli innovativi congegni di mira che
L’arma, pronta per la prova, con le 1000 cartucce sfuse, all’interno di un contenitore
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L’arma nella sua confezione originale, con accanto le scatole di cartucce della Fiocchi e i quattro caricatori utilizzati per la prova
utilizzano dei riferimenti bianchi realizzati con un prodotto denominato Superluminova, uno speciale materiale fotosensibile che li rende estremamente visibili anche in assenza di luce (bastano pochi attimi di esposizione alla luce per assicurare ai riferimenti una luminescenza che dura per qualche minuto). Fusto in tecnopolimero Il fusto della Px4 è interamente realizzato con tecnopolimero rinforzato fiberglass e una particolare pigmentazione che lo rende resistente alle abrasioni e mantiene inalterato nel tempo il colore, perché è inattaccabile dai raggi UV e dalla luce. Il disegno funzionale e moderno lo rende ergonomico, con tutte le superfici arrotondate che, grazie all’assenza di sporgenze, agevolano l’inserimento e l’estrazione della pistola dalla fondina. Anche il ponticello del grilletto è arrotondato e sotto la canna, integrale con il fusto, una guida Picatinny (MIL Std 1913) consente il montaggio di puntatori laser, illuminatori o altro genere di accessori. Canna rototraslante Il sistema di ritardo di apertura è realizzato mediante la canna rototraslante, che due soli tenoni robustissimi, posizionati a 180°, mantengono bloccata nella apposite sedi situate nel carrello. La rotazione avviene mediante un tassello, realizzato in acciaio, che ha un risalto superiore: questo si posiziona in un’apposita camma ricavata nella canna, facendola ruotare durante
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“Il sistema di ritardo di apertura è realizzato mediante la canna rototraslante, che due soli tenoni robustissimi, posizionati a 180°, mantengono bloccata nelle apposite sedi situate nel carrello”
Particolare della parte anteriore dell’arma, con il carrello in apertura, dove sono evidenti i depositi dei residui di polvere bruciata fusi nel lubrificante di protezione
l’arretramento del carrello e svincolandola dallo stesso, che può così continuare liberamente la sua corsa. Questo sistema, rispetto a quello realizzato nelle armi della serie 8000, è notevolmente più robusto ed è, inoltre, autopulente, in quanto durante la rotazione tende ad estrarre ed eliminare lo sporco e le fecce della combustione della polvere da sparo. Altra particolarità di quest’arma è la canna, che presenta una maggiorazione del diametro esterno in
volata, così da assicurare un accoppiamento canna-otturatore preciso e costante, e nello stesso tempo la riduzione del diametro esterno della canna, per la restante parte della sua lunghezza, assicura un migliore scorrimento del carrello-otturatore durante il ciclo di funzionamento. Un ulteriore vanP r o v a m i ll e c o lp i
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taggio derivante da questo sistema è dato dalla chiusura diretta cannaotturatore all’interno del carrello, che consente l’abbassamento dell’asse della canna all’asse teorico del braccio che la impugna, con il vantaggio di contenere al minimo il rilevamento dell’arma all’atto dello sparo, migliorando la velocità di riallineamento nel tiro in rapida successione. Personalmente, ho avuto modo di constatare alla Galleria del Tiro di Lograto (durante le presentazione dell’arma avvenuta all’EXA nel 2005) che le tre pistole Beretta Px4 - fornite per i test del pubblico - hanno sparato più di 5.000 colpi senza essere smontate e pulite, funzionando sempre in modo impeccabile. I 1000 colpi Dopo avere evidenziato le caratteristiche principali di quest’arma, passiamo alla prova pratica dei 1000 colpi, che consente una buona verifica delle sue caratteristiche e prestazioni. L’arma fornita dalla Beretta per la prova è stata consegnata al poligono di Casale Monferrato,
Il carrello con la canna, visto da sotto per evidenziare la liquefazione del lubrificante protettivo, a seguito delle elevate temperature raggiunte dall’arma durante la prova
Sopra e nella pagina a fianco, l’arma aperta, subito dopo avere ultimato la prova, vista dal lato sinistro e dal lato destro
così come le cartucce fornite dalla Fiocchi: la prova si è svolta dunque in questa sezione, messaci a disposizione dal Consiglio Direttivo e dal presidente Piero Cappa, che ringraziamo per la collaborazione. La prova si è svolta il mattino del 20 gennaio in una giornata con temperatura polare (anche l’aspetto del paesaggio era più simile alla tundra russa che alle nostre campagne), con la collaborazione di Fulvio Bragagnolo e Aldo Garrone, commissari di tiro e istruttori di ottimo livello, e Emily Barrera, amica motociclista del Reparto Radiomobile della Polizia Locale di Milano, che si sta avvicinando al mondo delle armi corte. Ho ritenuto interessante unire nella prova
tiratori di vario livello ed esperienza e una neofita (che però appartiene alla categoria di chi ha l’obbligo di portare l’arma per servizio), per potere avere un giudizio a 360 gradi. Dopo avere aperto la scatola con cui è stata spedita l’arma, abbiamo estratto la valigetta in materiale plastico di colore blu, con l’interno in schiuma poliuretanica antiurto, contenente la pistola con due caricatori in acciaio, un carichino in plastica e un lucchetto di sicurezza (obbligatorio per gli Stati Uniti d’America) dall’aspetto molto simile a quelli della “modello 92”, anche se non sono intercambiabili in quanto l’asola di blocco è posizionata diversamente. Estratta l’arma e tolta l’etichetta gialla del sigillo di garanzia apposta sulla guardia del grilletto, dopo avere inserito un caricatore abbiamo provato a turno l’impugnatura che, con il dorsalino medio, è risultata
“Personalmente, ho avuto modo di constatare (durante le presentazione dell’arma avvenuta all’EXA nel 2005) che le tre pistole Beretta Px4 - fornite per il test del pubblico hanno sparato più di 5.000 colpi senza essere smontate e pulite, funzionando sempre in modo impeccabile”
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ottima per tutti, con il grilletto alla giusta distanza e un ottimo grip dato dallo zigrino situato nella parte anteriore e posteriore del calcio. Altra impressione condivisa da tutti riguarda lo scatto, che è molto buono sia in singola sia in doppia azione e privo di impuntamenti e incertezze, come su un’arma già rodata. L’estetica è valida e addirittura raffinata per un’arma destinata ad un uso operativo: molto bella ed ergonomica la leva di sicura ambidestra, realizzata con un disegno che evita il suo inserimento involontario durante le operazioni di scarrellamento eseguite in emergenza o in velocità. Valido e sicuro anche il sistema di blocco della canna consistente in una lama a ghigliottina, che si posiziona all’interno di un’apposita sede ricavata nella parte inferiore della stessa, bloccan-
do così il carrello. Lo smontaggio cosiddetto “da campagna” è semplicissimo: è sufficiente azionare contemporaneamente le due levette poste nella parte anteriore del fusto (proprio sopra alla parte anteriore alla guardia del grilletto), perché si abbassi la ghigliottina sbloccando la canna e consentendo al carrello di sfilarsi in avanti. L’arma smontata è in cinque pezzi: fusto, carrello, molla/guidamolla, can-
Emily, mentre riceve consigli da Riccardo su come sfruttare al meglio la Px4
na e blocchetto con la sporgenza a leva sagomata che serve per azionare la camma di rotazione della canna. Per concludere, sempre all’unanimità il giudizio ottimo sui congegni di mira, ben fatti, facilmente traguardabili per un uso operativo con i riferimenti bianchi estremamente visibili e di rapida acquisizione, anche in condizioni di scarsa luminosità, vista la giornata plumbea. Dato che conoscevo bene l’arma oggetto della prova, ho voluto fare una prova meno scientifica e più pratica, per riprodurre (anche se in minima parte) un utilizzo da parte di persone che non fanno nessuna pulizia e manutenzione dell’arma, neanche quando vanno ad effettuare i
L’autore mentre utilizza l’arma in tiro rapido istintivo, direzionando i colpi con il corpo
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Fulvio, mentre tiene l’arma impugnata con il braccio morbido, mentre il carrello si è aperto e sta camerando una nuova cartuccia
tiri obbligatori. Dopo avere svuotato le venti scatole di cartucce Fiocchi con palla blindata da 123 grani, in un unico contenitore (per avere maggiore rapidità di ricarica), lasciando l’arma così come l’avevamo tolta dalla scatola, con ancora il lubrificante protettivo utilizzato dalla Beretta per conservare l’arma, ci siamo spostati sulle linee di tiro, por-
tando altri due caricatori e un carichino Uplula per velocizzare le operazioni di ricarica. Dopo avere indossato i presidi di sicurezza (cuffie e occhiali da tiro) per iniziare la prova, ci siamo messi d’accordo di sparare a turno con modalità
libere, alternandoci a piacere, rifornendo velocemente i caricatori da dare a chi stava sparando. Alle 9,30 il sottoscritto ha aperto le danze utilizzando 10 caricatori, passando poi l’arma a Fulvio che ha proseguito con altri 10 e così via, con
Riccardo mentre spara con l’arma inclinata a sinistra di 90° e capovolta a una e due mani, nel tentativo di farla inceppare, senza riuscirci
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“Dopo avere portato l’arma a una temperatura considerevole, causata da circa 600 cartucce sparate in tiro rapido e “a raffica”, abbiamo provato a turno a mettere l’arma in difficoltà per vedere se si inceppava, non riuscendo però nell’intento”
L’arma nello smontaggio da campagna subito dopo la prova, quando si era parzialmente raffreddata
eccezione diEmily che ne ha utilizzati solo una decina in tutta la prova. Dopo avere portato l’arma a una temperatura considerevole, causata da circa 600 cartucce sparate in tiro rapido e “a raffica”, abbiamo provato a turno a mettere l’arma in dif-
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080 Emily sta sparando con la mano debole, verso la fine della prova, come si nota dai depositi sulla parte anteriore dell’arma
ficoltà per vedere se si inceppava, Concludendo non riuscendo però nell’intento. L’arma Finita la prova, ci siamo scambiati per ha continuato a macinare colpi, funziouna decina di minuti le nostre impresnando regolarmente con la precisione sioni sulla pistola, tutte positive. Volendi un cronometro. Abbiamo sparato de- do trovare un difetto, abbiamo constacine di colpi con l’arma inclinata di 90° tato che la corsa per il riaggancio del a sinistra e lo stesso a destra, abbiamo cane è un po’ lunga per un uso sportivo, fatto diversi caricatori con l’arma capoma di sicurezza per un’arma destinata volta, sparando con una e due mani, ab- ad un uso operativo, in quanto garantibiamo provato a tenerla morbida senza sce l’impossibilità di raffiche. Quando contrastarla, mano forte, mano debole, la temperatura del gruppo carrello/ sia l’arma sia il munizionamento hanno canna è ritornata accettabile, abbiamo funzionato sempre in modo ineccepibipotuto provvedere al suo smontaggio. le e alle 10,15 abbiamo finito le cartucce. Certo che La vampa di bocca dell’arma, fotografata grazie al tem1000 colpi sparati in po lento dell’otturatore, mentre sta sparando Fulvio 45 minuti non sono un record, ma il nostro obiettivo era diverso, perché ci interessava verificare l’affidabilità dell’arma utilizzata da persone diverse, in modi diversi, in un contesto comunque impegnativo, perché in 45 minuti abbiamo utilizzato l’arma sparando le cartucce che un operatore spara mediamente in 10 anni di addestramento (tenendo conto di una media generale di 100 colpi l’anno).
Come si vede dalle fotografie, il lubrificante manutentivo di fabbrica si è praticamente cotto, sciogliendosi e bruciando a contatto con il calore dell’arma, ma questo non ha causato nessun problema, se non di tipo olfattivo ed estetico. Sono bastati uno straccio, uno spazzolino da denti, uno scovolino e un buon olio per armi per fare tornare la Px4 nuova di fabbrica. Unici segni visibili quelli sulla brunitura della canna, causati dall’attrito durante le rotazioni e lo scorrimento del carrello. Emily, che come arma di servizio ha una Beretta
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Produttore: Pietro Beretta spa, tel. 030 83411, www.beretta.it Modello: Px4 Storm Tipo: pistola semiautomatica Calibro: 9x21 IMI Impiego specifico: difesa personale e tiro sportivo Meccanica: chiusura geometrica a canna rototraslante Alimentazione: mediante caricatore bifilare ad
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PREZZO P x4 Storm type F, G, C e D da 839 euro; Px4 Storm Subcompact type F da 839 euro; Px4 Storm SD type F da 1379 euro
andamento alternato, con presentazione singola della cartuccia Numero colpi: 15+1 Scatto: singola e doppia azione Percussione: mediante cane esterno e percussore inerziale Sicura: manuale ambidestra, con leva rigata antiscivolo; mezza monta al cane; blocco automatico al percussore Canna: lunga 102 mm - in
acciaio, sabbiata e brunita cromata internamente Rigatura: destrorsa 6 righe Passo: 250 mm Mire: tacca di mira, fissa, e mirino sono inseriti in incastri a coda di rondine; le mire hanno riferimenti bianchi “Superluminova” per il tiro in condizioni precarie di illuminazione Lunghezza totale: 192 mm
Altezza: 140 mm Spessore: 36 mm Linea di mira: 146 mm Peso: 785 grammi circa (scarica) Materiali: fusto in tecnopolimero rinforzato fiberglass e carrello in acciaio, sabbiato, fosfatato e rivestito Bruniton Numero del Catalogo nazionale: 14898
La scheda della prova Durata della prova: 45 minuti effettivi Temperatura della prova: alle ore 09,30 - 3 gradi C Velocità iniziale delle munizioni all’inizio della prova: Fiocchi 123 grani – 352 mt/sec Velocità iniziale delle munizioni alla fine della prova: Fiocchi 123 grani – 358 mt/sec Peso dello scatto dell’arma in doppia azione: 4800 grammi (il peso dello scatto misurato all’inizio è rimasto invariato alla fine della prova) Peso dello scatto dell’arma in singola azione: 2200 grammi (il peso dello scatto misurato all’inizio è rimasto invariato alla fine della prova) Tempo medio di riempimento del caricatore: 20 secondi (tutta la prova è stata effettuata utilizzando quattro caricatori dell’arma)
Una serie di 150 (dei 1000 sparati) colpi, ottenuti a 10 metri
I bossoli caduti a terra dopo 15 minuti dall’inizio della prova
84, è rimasta entusiasta dell’ergonomia, della facilità con cui si arretra il carrello e della sicurezza data dalla leva ambidestra della sicura abbatticane, che permette di camerare la cartuccia con la sicurezza assoluta che il colpo non parta, consentendo di affrontare una situazione di pericolo con l’arma carica e lo scatto in doppia azione. Che altro dire, se non che la Beretta Px4 Storm è un ottimo prodotto che consente agli operatori professionali di portare l’arma con massima sicurezza di funzionamento e l’assoluta sicurezza che non partano “colpi accidentali”, utilizzando gli appositi dispositivi. M C
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