Beretta PX4 Compact

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La via di mezzo La nuova nata della famiglia Beretta è l’evoluzione dei modelli precedenti – la full size e la Sub Compact – con caratteristiche di facilità d’utilizzo, di sicurezza e di precisione che la pongono ai vertici della categoria delle armi compatte da difesa

testo e foto di Gianfranco Peletti

Q

uando ho ricevuto la telefonata per andare in Beretta per una prova in anteprima mondiale della Px4 Storm modello F Compact, mi sono domandato che cosa avrei scritto d’inedito su una pistola della cui famiglia conosco la capostipite (la Px4 full size) fin dalle fasi di gestazione. Nel 2005, infatti, organizzai l’Open Day Beretta alla Galleria del tiro di Lograto, per la prova della nuovissima Px4 Storm presentata in anteprima all’Exa di Brescia. In seguito, le due Px4 in cal. 9 x 21 rimaste alla Galleria del Tiro e noleggiate ai tiratori hanno superato la soglia dei 100.000 colpi ciascuna, senza mai manifestare problemi, nonostante una pulizia e manutenzione ridotte, a causa di problemi di tempo. Se poi aggiungiamo In ordine orario la che nel corso famiglia delle Px4 di quest’anno Storm al completo, ho compiuto mod. SD in cal. 45 con questo ACP, Px4, Px4 Commodello la pact, Px4 Sub Compact prova di 1000 colpi sparati in 45 minuti e quella della Sub Compact, capirete che la mia perplessità era giustificata. Arrivato in Beretta, insieme col redattore Gianluigi Guiotto, ci siamo incontrati con Jarno Antonelli, responsabile delle pubbliche relazioni dell’azienda, che si è messo a nostra disposizione per farci eseguire al meglio la prova del nuovo modello. Innanzi tutto, è opportuno precisare che l’anteprima mondiale concessa alla nostra rivista riguarda il calibro 9x21, perché la Compact era già stata presentata nel calibro 9 Parabellum riservato al mercato statunitense, che ha alcune caratteristiche di assemblaggio diverse da quello oggetto della nostra prova.

Una famiglia interessante Ci siamo fatti dare tutti e quattro i modelli che al momento compongono la famiglia della Px4 Storm, così da poterle confrontare, verificando quali sono le differenze della Compact rispetto alle sue sorelle. Qui abbiamo avuto la prima sorpresa: impugnando la Compact abbiamo immediatamente percepito un maggior equilibrio dato dalla riduzione di 15 mm in lunghezza e 10 in altezza, rispetto al modello full size. Nelle fotografie comparative che abbiamo scattato, e, in particolare, in quelle con la Px4 SD (a parte la lunghezza della

Il responsabile delle pubbliche relazioni Beretta, Jarno Antonelli, mentre ci spiega le nuove caratteristiche del modello Compact

“Ci siamo fatti dare tutti e quattro i modelli che al momento compongono la famiglia della Px4 Storm, così da poterle confrontare, verificando quali sono le differenze della Compact rispetto alle sue sorelle. Qui abbiamo avuto la prima sorpresa...”

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Viste laterali della Px4 Compact

canna, ha le stesse dimensioni di quella normale), che ha il fusto di colore verde militare, è chiaramente visibile la differenza delle dimensioni fra i tre modelli (normale, compact e sub compact).

visivo e tattile sullo stato dell’arma. Personalmente consiglio di non fidarsi mai di nessun congegno e di controllare lo stato dell’arma dirigendo la volata in una posizione di sicurezza, abbassando le leve della sicura e mantenendo il dito indice all’esterno del ponticello del grilletto fare il controllo della camera di cartuccia (chamber check), arretrando leggermente il carrello fino a quando si vede la cartuccia agganciata all’estrattore o la camera di cartuccia vuota. Con le Beretta dotate di sicura abbatticane, quest’operazione è facilitata dalle leve abbassate che offrono una comoda superficie di appoggio al pollice e all’indice che arretrano il carrello, con in più la certezza che anche sbagliando la

smussate e arrotondate, completamente privo di sporgenze, che agevola il porto e l’estrazione dell’arma. Anche gli intagli di presa sono stati modificati, diminuendoli di numero e facendoli più ampi e, di fatto, la presa è agevolata consentendo un arretramento del carrello rapido e sicuro anche in condizioni di pioggia, umidità e mani sudate. In questo modello è tornato l’indicatore di cartuccia in canna, realizzato mediante la solita aletta verniciata di rosso nella parte superiore, che diventa visibile e sporge maggiormente quando l’estrattore impegna il Vista laterale, superiore e inferiore del blocchetto con fondello della cartuccia, consenla camma di chiusura e della carenatura in plastica tendo così un rapido controllo

Anche per mancini Un particolare esclusivo della Compact è la possibilità (a richiesta: il modello da noi testato ne era privo) di utilizzare un inserto che consente di avere la leva del blocco di apertura del carrello (hold open) anche sul lato destro, rendendo così l’arma facilmente gestibile anche ai mancini che, spostando sul lato destro anche il pulsante di blocco-sgancio del caricatore, si trovano tutti i comandi sul lato destro dell’arma, cosa impensabile fino a poco tempo fa. Un altro particolare, per il momento unico, è quello del porta correggiolo a scomparsa, che è all’interno dell’impugnatura, e può essere estratto dalla sua sede, consentendo di mantenere ulteriormente ridotte le dimensioni dell’arma. Proseguendo nell’osservazione dell’arma, abbiamo notato anche le differenze del carrello che ha un nuovo disegno rispetto agli altri modelli, con delle linee dei fianchi Beretta Px4 STORM COMPACT CAL. 9X21 IMI

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manovra il colpo non potrà mai partire. L’ultimo particolare diverso ed esclusivo di questo modello è la carenatura in plastica agganciata solidamente al blocchetto che attiva la camma di rotazione della canna, all’interno della quale è alloggiata la molla di recupero, che è doppia. Questo particolare è stato realizzato per motivi estetici, perché l’accorciamento del carrello, senza questa carenatura coprente, renderebbe il complesso molla-guidamolla, visibile dall’esterno. In realtà questa modifica, pensata per motivi estetici, influisce di molto sul ciclo di funzionamento dell’arma, che, grazie alla doppia molla di recupero e alla carenatura, ha un rinculo sensibilmente più ridotto del modello full size. Il sistema di aggancio

della carenatura al blocchetto richiama immediatamente alla mente il sistema di aggancio del blocchetto oscillante della serie 92/98, con lo stesso disegno che offre un solido aggancio alla facilità di smontaggio dell’insieme. Nonostante l’accorciamento dell’impugnatura di 10 mm, la Compact ha mantenuto la capacità del caricatore a 15 colpi e gli stessi sono intercambiabili con quelli del modello Px4 Storm più grande. A differenza del modello Sub Compact,

“A differenza del modello Sub Compact che ha il sistema di chiusura del tipo Browning modificato, la Compact, dopo l’esperienza fatta con il Mod. 8000 Cougar, ha mantenuto il sistema di canna rototraslante che ha perfezionato negli anni”

che ha il sistema di chiusura del tipo Browning modificato, la Compact ha mantenuto il sistema di canna rototraslante che ha perfezionato negli anni, dopo l’esperienza fatta con il Mod. 8000 Cougar, ulteriormente migliorato riducendo a due i tenoni di chiusura della canna, maggiorati nelle dimensioni, robustissimi e configurati in modo da consentire la migliore distribu-

Vista di una parte del meccanismo di scatto, in cui è evidente la tipologia della meccanica e la qualità della finitura dei componenti

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052 Il sistema di chiusura geometrica a canna rototraslante Agli inizi del secolo scorso vi fu un grande fervore tra gli inventori delle armi da fuoco che, dopo l’adozione della cartuccia metallica, s’impegnarono per creare armi semiautomatiche in grado di sparare munizioni molto potenti con un ciclo di ripetizione che fosse sicuro e rapido. Nel 1904, Karel Krnka progettò e realizzo il prototipo mentre lavorava nella fabbrica di Georg Roth e il brevetto fu intestato a entrambi, ma poiché Roth non aveva una fabbrica di armi (si occupava di munizioni), la produzione dell’arma fu realizzata in collaborazione con la Steyr Waffenfrabrich e commercializzata inizialmente con il nome Roth Steyr M 1905; in seguito, grazie all’adozione da parte della cavalleria austro-ungarica nel 1907, fu denominata modello 1907. Quest’arma fu la prima a utilizzare un sistema di chiusura geometrica con il ritardo di apertura ottenuto mediante due tenoni che

rendevano la canna solidale al carrello; dopo lo sparo, la canna, arretrando, era impegnata da un apposito risalto che la costringeva a ruotare, svincolando i tenoni dal carrello e lasciandolo libero di proseguire da solo la sua corsa. Per il funzionamento dell’arma era stata realizzata un’apposita cartuccia denominata 8 Roth Steyr. Grazie a questo sistema l’arma era in grado di assicurare il ciclo di funzionamento anche sparando da un cavallo in corsa, con la persona che la impugnava in un equilibrio instabile. Pochi anni dopo l’arma fu modificata e perfezionata diventando il modello Steyr 1912, in calibro 9 Steyr (una cartuccia 9x23) che fu l’arma più usata dall’esercito austro-ungarico durante la Prima guerra mondiale e, anche se la sua produzione cessò ufficialmente nel 1919, durante la Seconda guerra mondiale i tedeschi requisirono la fabbrica e utilizzarono

zione delle forze di chiusura all’atto dello sparo. Le ridotte superfici di attrito della canna sull’otturatore e sul tassello centrale hanno un effetto autopulente delle fecce causate dalla combustione della polvere, garantendo un’elevata fluidità di funzionamento e grande affidabilità anche in caso di condizioni meteo avverse. La canna, inoltre, presenta una maggiorazione del diametro esterno in volata che assicura un accoppiamento cannaotturatore ottimale e costante, riposizionandola sempre in modo corretto, perfettamente allineata con i congegni di mira, assicurando così la massima precisione indipendentemente dai colpi sparati. Inoltre, grazie a questo sistema di chiusura diretta canna-otturatore e

tutte le rimanenze assemblandole, convertendo l’arma in cal. 9 parabellum che era la loro cartuccia d’ordinanza. Nel 1994 Beretta presentò la mod. 8000 Cougar, che come sistema di chiusura utilizzava un perfezionamento del sistema rototraslante, introducendolo nel mondo delle armi moderne e ottenendo un buon successo di mercato, soprattutto negli Stati Uniti d’America. Nell’anno 2005 fu presentata ufficialmente la Px4, che al momento è l’arma più evoluta al mondo a utilizzare questo sistema veramente semplice e robusto. All’atto dello sparo, la pressione prodotta dai gas di combustione provoca la partenza del colpo e contemporaneamente la retrocessione dell’assieme otturatorecanna. Dopo una breve corsa retrograda la canna è obbligata dalla propria camma, in contrasto con il dente del tassello centrale, a ruotare parzialmente su se stessa (30

gradi circa) finché le proprie alette si disimpegnano dagli spallamenti di chiusura del carrello-otturatore. Mentre la canna si arresta contro il tassello centrale, il carrellootturatore prosegue la sua corsa retrograda estraendo (tramite l’estrattore) il bossolo che, urtando contro l’espulsore fisso, è espulso verso l’esterno attraverso l’apposita finestra, armando il cane e comprimendo la molla di recupero. Terminata la sua corsa, il carrello-otturatore è richiamato in avanti dalla molla di recupero che si distende, e, avanzando, sfila una nuova cartuccia dal caricatore, la inserisce in camera di cartuccia e costringe la canna ad avanzare, ruotando parzialmente su se stessa (grazie alla sua stessa camma in contrasto con il dente del tassello centrale), perfezionando così la chiusura stessa e ristabilendo il blocco cannaotturatore.

Fotografia della canna in cui si evidenzia la robustezza della struttura dove è ricavata la camma mediante fresatura dal pieno e l’ispessimento della stessa in volata, per il centraggio quando il carrello torna in chiusura

“Le ridotte superfici di attrito della canna sull’otturatore e sul tassello centrale hanno un effetto autopulente delle fecce causate dalla combustione della polvere, garantendo un’elevata fluidità di funzionamento e grande affidabilità anche in caso di condizioni meteo avverse” al disegno del carrello-otturatore stesso, l’asse della canna si avvicina il più possibile all’asse teorico del braccio che impugna l’arma, con l’evidente vantaggio

di rendere minimo il rilevamento della stessa all’atto dello sparo, migliorando, di fatto, la velocità di riallineamento nel tiro in rapida successione.

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Vista della differenza dimensionale tra la Px4 Compact (sopra) e la Px4 Full Size (è stata utilizzata la SD per il colore del fusto)

Vista della differenza dimensionale tra la Px4 Full Size e la Sub Compact, che evidenzia ancora di più le dimensioni ridotte di quest’ultima

Vista dell’arma da sopra in cui sono evidenti le leve della sicura, la leva del blocco carrello in apertura (hold open), i congegni di mira montati negli incastri “a coda di rondine” e la punzonatura sulla camera di cartuccia del calibro e del numero di matricola dell’arma

L’asta della molla di recupero in acciaio, con la doppia molla. Si nota la parte posteriore conica che termina a punta e si va ad alloggiare nell’apposito foro della parte metallica annegata nel fusto

Il test sul campo Dopo aver scattato le fotografie e scambiato le nostre impressioni, ci siamo recati nel balipedio della Beretta per effettuare la prova pratica e vedere se le modifiche di cui abbiamo parlato avevano un riscontro pratico o fossero ininfluenti. Qui Jarno Antonelli, dopo avere commentato la prova dei 1000 colpi con la Px4, ci ha chiesto se volevamo farne una analoga mettendo alla prova il modello Compact che avevamo fotografato, uno dei “muletti” che stanno utilizzando in Beretta perché la produzione industriale sta iniziando adesso. Ben contenti di poter fare una prova impegnativa, Gianluigi e io abbiamo chiesto se per caso era possibile provare il modello anche in cal. quaranta e, detto e fatto, è arrivato anche l’altro “muletto” in cal. 40. Ci sono state messe a disposizione numerose scatole di cartucce Fiocchi Top Target in cal. 9x21, con palla ramata tronco Armi corte

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L’arma scomposta nelle sue parti essenziali nel cosiddetto smontaggio da campagna, per la pulizia e manutenzione ordinaria

conica da 124 grani, con inneschi privi di piombo (abbiamo apprezzato molto la sensibilità e la gentilezza), per ridurre al minimo i vapori nocivi respirati, 50 cartucce “particolari” con ricarica maggiorata sul tipo di quelle del Banco nazionale di prova e

L’arma vista da sotto evidenzia nella parte anteriore, annegata nella slitta Picatinny, la targhetta in acciaio su cui sono punzonati il numero di matricola e quello di catalogo. Nell’impugnatura, subito dietro al caricatore, l’inserto porta correggiolo che in questo caso è all’interno dell’apposita sede

50 cartucce in calibro .40 S&W, sempre con palla tronco conica camiciata da 170 grani, per l’altra pistola. Dopo avere indossato cuffie e occhiali, ci siamo alternati nell’utilizzare l’arma che mi ha subito stupito per il rinculo, più morbido rispetto a quello del modello normale (che come ho detto sopra conoscevo molto bene), facendomi pensare che questo risultato sia dovuto alla doppia molla di recupero e alla carenatura in plastica, che la fa lavorare in modo perfetto sfruttando tutta la sua energia. Abbiamo provato a mettere l’arma alla frusta, sparando serie rapide, usando l’arma inclinata e capovolta, tenendo il braccio morbido per contrastarla il meno possibile. A parte tre cartucce con problemi di percussione (dovute a dello sporco nella sede del percussore) che abbiamo estratto senza ribatterle lasciandole cadere in mezzo ai bossoli che erano a terra, la Compact ha sempre funzionato in modo irreprensibile, sia in 9x21 sia in .40 S&W, anzi quest’ultima

“A questo punto, vista la famiglia Storm Px4, siamo curiosi di vedere che cos’altro potrà uscirà della fucina di Beretta, che nonostante abbia abbondantemente superato i cinque secoli di vita, riesce ancora a essere giovane e attuale” La famiglia Px4 Storm esposta durante la presentazione al TSN di Milano, in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni della Polizia locale di Milano; in quell’occasione, numerosi agenti che hanno in dotazione la Px4 full size hanno potuto provare la differenza con la Compact (al centro) e la Sub Compact (in alto)

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PREZZO

839 euro

Rosata di 50 colpi alla distanza di 10 metri, ottenuta con la Compact sparando in modo tiro rapido cadenzato

Una scena del film “Inception”, di Christopher Nolan, in cui Leonardo di Caprio impugna una Beretta Px4 Storm

Costruttore: Pietro Beretta spa, via Pietro Beretta 18, Gardone Val Trompia (Bs), tel. 030 83.41, fax 030.832.541, www.beretta.com Modello: Px4 Storm Compact Tipo: pistola semiautomatica Calibro: 9x21 IMI Funzionamento: semiautomatico, a corto rinculo di canna

Alimentazione: caricatore bifilare ad andamento alternato, con presentazione singola della cartuccia Capacità caricatore: 15 colpi Passo rigatura: 250 mm Rigatura: destrorsa, 6 righe Chiusura: geometrica, a canna rototraslante Organi di mira: tacca di mira, fissa, e mirino inseriti in incastri a coda di rondine;

mi ha colpito ancora di più per il rinculo ridotto nonostante l’energia esuberante della cartuccia in questa lunghezza di Immagine dell’arma con il carrello bloccato in apertura in cui è evidente la soletta elevatrice di colore arancione del caricatore e l’inserto in acciaio annegato nel fusto, su cui è ricavata la rampa che agevola il cameramento della cartuccia

le mire hanno riferimenti bianchi “Superluminova” per il tiro in condizioni precarie di illuminazione Sicura: manuale ambidestra, con leva rigata antiscivolo; mezza monta al cane; blocco automatico al percussore Fusto: tecnopolimero rinforzato fiberglass Lunghezza totale: 173 mm Lunghezza canna: 83 mm

canna. Anche Gianluigi Guiotto è rimasto favorevolmente impressionato e, una volta che si è assuefatto ai congegni di

Carrello-otturatore: in acciaio, sabbiato, fosfatato e rivestito Bruniton Canna: in acciaio, sabbiata e brunita, cromata internamente Spessore totale: 36 mm Spessore impugnatura: 30 mm Altezza totale: 129 mm Peso: 770 g (arma scarica con caricatore vuoto) Numero di Catalogo:18504

mira e allo scatto, ha iniziato delle serie veloci con delle rosate contenute e pulite, con una bassa dispersione dei colpi all’esterno del nero dei bersagli che ci sono stati forniti per le prove. In conclusione La Px4 Compact è un’ottima arma, particolarmente adatta al porto per difesa, sia nella fondina esterna sia, in particolare, per il porto “occulto” in abiti civili: l’ergonomia delle forme, le sue rotondità e l’assenza di spigoli vivi o parti che possono impigliarsi, le dimensioni e il peso ridotti con un’autonomia di 15 colpi (+1 in canna) la pongono sicuramente sul podio di questa categoria. A questo punto, vista la famiglia Storm Px4, siamo curiosi di vedere che cos’altro potrà uscirà della fucina di Beretta, che nonostante abbia abbondantemente superato i cinque secoli di vita, riesce ancora a essere giovane e attuale. M C

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