Beretta PX4 SB

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Simile ma non uguale La Beretta Px4 Storm Subcompact è come un’indispensabile ruota di scorta: è ideale per chi porta la Px4 per motivi di sicurezza, in quanto ha lo stesso feeling e usa gli stessi caricatori e assicura di “non trovarsi a piedi” testo e foto di Gianfranco Peletti

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a Beretta Px4 Storm Subcompact non è una novità per Armi Magazine: presentata al pubblico all’inizio del 2008, è stata sottoposta a un primo rapido test da Roberto Canali in un’anteprima pubblicata su Armi Magazine, numero 4 dell’aprile 2008. L’arma è nata su specifiche richieste dei corpi militari e di polizia americani che adottano una seconda arma di scorta da utilizzare in situazioni di emergenza in alternativa a quella in dotazione, la cosiddetta arma di “back-up”. La Px4 SB, che viene prodotta negli Stati Uniti, negli stabilimenti di Accokeek nel Maryland, ha avuto immediatamente un riscontro con un grosso successo di pubblico e di vendite, tanto che fino ad oggi l’intera produzione è stata assorbita da questo mercato. Solo ora, Beretta ha iniziato la distribuzione e la vendita anche in Italia,

per venire incontro alle richieste e alle esigenze dei numerosi operatori e appassionati del nostro Paese. Sistema di chiusura inedito La Px4 SB segue la stessa filosofia della sorella più grande per quanto riguarda il fusto in tecnopolimero con l’impugnatura modificabile (grazie a tre dorsalini intercambiabili), il fusto lungo come il carrello, con una slitta di tipo Picatinny nella parte inferiore, la sicura abbatticane e i dispositivi di sicurezza, mirino e tacca di mira intercambiabili con punti di riferimento luminescenti (Superluminova). Le uniche differenze sono date dalla lunghezza dell’impugnatura e del fusto che sono più contenute rispetto alla Full Size, anche se con questa condividono i caricatori, caratteristica essenziale per un’arma di questo tipo.

La grossa differenza, che rende unico questo modello nella gamma delle armi Beretta, consiste nel sistema di chiusura geometrica del tipo Browning modificata, che così completa la gamma dei sistemi di chiusura utilizzati dalla fabbrica gardonese per le sue armi. Molto bello e interessante è il sistema utilizzato per riposizionare la canna e assicurare la precisione nel tiro, realizzato mediante una canna “strombata” di generosissime dimensioni, che grazie alla sua conicità assicura sempre il perfetto posizionamento nel carrello e conseguentemente l’allineamento con i congegni di mira. I caricatori da 13 colpi di quest’arma hanno la particolarità di avere una base dotata del sistema “Snap Grip” (brevettato da Beretta) che consiste in un’appendice sagomata con il disegno del fusto che serve da appoggio per il dito mignolo della

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L’arma vista da destra insieme alla fondina “Pancake” della Vega, in cuoio grasso

In apertura: Pietro Grazioli, commissario di tiro della sezione di Galliate, ripreso al momento dello sparo con la grande vampa di bocca che fuoriesce dalla volata dell’arma

mano che impugna l’arma. Naturalmente, anche il sistema di smontaggio dell’arma è diverso da quello a cui ci siamo abituati con le ultime Beretta e – impropriamente – ci fa tornare alla mente quello utilizzato per i modelli 34 e 35, ma è molto diverso. Davanti alla leva dello “Hold Open” (leva di blocco del carrello in apertura) è situata una piccola leva che va ruotata in senso antiorario per sbloccarla dalla sua sede e parzialmente estratta, per consentire al carrello di avanzare e sfilarsi dal fusto. Per tutto quello che riguarda le caratteristiche tecniche e costruttive di quest’arma vi rimandiamo alla prova dei 1000 colpi della Px4 effettuata sul numero 4/2010 della nostra rivista.

La prova a fuoco L’arma utilizzata per la prova ci è stata consegnata con una bellissima fondina in cuoio del tipo “Pancake”, prodotta dall’italiana Vega Holster, specifica per quest’arma e adattissima per il porto occulto in sicurezza, garantendo nel contempo la massima velocità di estrazione. La prova è stata effettuata al poligono di Galliate (NO), utilizzando un gruppetto di tiratori composto, oltre La piastrina d’acciaio annegata nella parte anteriore del fusto che riporta il numero di serie e quello di catalogo

Particolare del fianco sinistro dell’arma con evidenziata dalla freccia rossa la leva di smontaggio da ruotare in senso antiorario

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084 che dall’autore, da Roberto Canali (direttore editoriale di Armi Magazine), Italo Bianchi (vice comandante della polizia locale di Seregno) e Pietro Grazioli, commissario di tiro della Sezione. Dopo avere piazzato i bersagli alla distanza di dieci metri e preparato 300 cartucce Fiocchi da 123 grani del tipo FMJ (palla ogivale blindata), abbiamo iniziato la prova sparando alcune serie di riscaldamento. Le caratteristiche dei tiratori a livello medio/alto hanno permesso di testare l’arma nel tiro sia mirato sia celere, così da poter esprimere un giudizio valido sul suo utilizzo e funzionamento. Chiaramente, la prima cosa che è emersa è che trattandosi di un arma “Subcompact”, le ridotte dimensioni dell’impu-

Vista dell’arma che evidenzia la fattura e l’ottima visibilità dei congegni di mira

La Px4 SB smontata per la pulizia e manutenzione; la freccia rossa evidenzia la leva di smontaggio che è stata estratta dalla sede

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085 Test durissimi per la Px4 Special Duty Negli Stati Uniti, per l’adozione di un’arma da parte della Forze Armate, è prevista una sperimentazione da parte del U.S.S.O.C.O.M. (acronimo di United States Special Operations Command), attraverso una serie di test, denominati O.S.W.S. (Offensive Sidearm Weapon System) nel capitolato del bando di gara a cui ha partecipato (superandoli tutti) la Beretta Px4 Storm Special Duty in calibro .45 ACP. Sono: M.r.s. (Mean Rounds between Stoppage): minimo di 2.000 colpi sparati tra un inceppamento e l’altro Service Life Test: test di durata minima garantita come vita di servizio dell’arma; vengono sparati 20.000 colpi di cui il 5% con munizioni .45 +P Parts interchangeability: tutti i componenti della pistola devono essere al 100% intercambiabili con qualunque arma dello stesso modello Lubrication test: la pistola deve poter sparare 1.000 colpi a secco, senza essere lubrificata V.S.T. (Vibration Shock Test): è un test che serve per stabilire l’effettivo stress e deterioramento subito dalle parti componenti l’arma durante il trasporto (aereo, camion, nave eccetera). Con una macchina appositamente creata, vengono riprodotte mediante vibrazioni (misurate su ogni singola parte da un accelerometro) di varia intensità e frequenza. La prova viene effettuata anche con armi con il colpo in canna e il cane armato, senza sicura inserita e non deve mai partire il colpo. Alla fine del test vengono anche verificate le condizioni di usura dell’arma e dei suoi componenti S.F.S. (Salt Fog Test): l’arma rimane per 96 ore immersa in una fitta nebbia salina; ogni 24 ore la pistola deve essere in grado di sparare due caricatori. Mud test: il test richiesto era il Top 3-2-045; 1 kg di sabbia e uno di argilla sciolti in 10 litri di acqua, per simulare il fango estremo. La Special duty ha superato anche il test AC 225 D14 (Specifica Nato) arrivando addirittura al grado 12. Sono stati utilizzati 5 kg di argilla, 1 kg di sabbia e 10 litri di acqua e la pistola doveva poter sparare due caricatori dopo essere stata immersa 60 secondi in tale soluzione

gnatura sono più adatte a tiratori con mani medio/piccole che a quelli con mani grandi che, nonostante l’appoggio della base del caricatore, faticano a impugnare l’arma in modo completo. In compenso è molto facile occultare l’arma e grazie alle superfici arrotondate e alla mancanza di spigoli vivi, si può nascondere praticamente dappertutto. Anche il porto alla caviglia è agevole e l’impugnatura accorciata la rende praticamente invisibile all’interno della gamba dei pantaloni (naturalmente non devono essere del tipo attillato), anche dei classici jeans. Una volta impugnata, nonostante la ridotta lunghezza della canna (76 mm) e conseguentemente della linea di mira, l’arma risulta molto precisa e azzerata alla distanza dei 10 metri, mantenendo

Freezing rain test: metodo 521.1 Mil. Std. 810F; l’arma viene inserita in un abbattitore frigorifero fino a quando ha uno strato di ghiaccio di 6 mm sulla superficie e subito dopo deve poter sparare un caricatore Chemical compatibility requirement: la pistola viene sporcata con una serie di acidi e liquidi comunemente utilizzati durante le situazioni operative militari (acidi di uso comune utilizzati per le pulizie, solventi, benzina, gasolio, olii commerciali di vario tipo eccetera); alla fine del test, l’arma viene esaminata e non deve presentare tracce evidenti di danneggiamento dovuto ai prodotti utilizzati Immersion test: la pistola viene immersa nell’acqua per due ore ad una profondità di 20 metri e, una volta estratta, deve essere in grado di sparare almeno due caricatori completi Sand test: la pistola viene sepolta sotto un metro di sabbia per un tempo non inferiore al minuto e una volta estratta deve essere in grado di sparare due caricatori completi Test di caduta: la richiesta riguardava la caduta dell’arma dall’altezza di 150 centimetri da terra. La pistola, carica con il colpo in canna e il cane armato, è stata fatta cadere in modo che urtasse il terreno in varie posizioni, senza che partisse il colpo Test resistenza alle temperature: l’arma viene messa per 24 ore a una temperatura costante di +52°C e una volta estratta “dal forno” deve essere in grado di sparare due caricatori completi. La stessa prova viene effettuata per il freddo, tenendo l’arma per ventiquattro ore a una temperatura costante di -54°C Salt water test: l’arma viene immersa per 60 secondi in acqua ad alta percentuale di salinità e successivamente viene lasciata esposta all’aria per 72 ore. Al termine deve essere in grado di sparare due caricatori completi Umidity test: la pistola viene sottoposta per 10 giorni a temperature variabili da dai 21 ai 41°C, con una percentuale di umidità variabile dal 5% al 95%. e al 1°, 3°, 5°, 8° e 10° giorno la pistola deve essere in grado di sparare due caricatori completi Ammunition compatibility requirement: la pistola deve dimostrare di essere in grado di sparare tutte le munizioni in calibro .45 ACP reperibili sul mercato americano

un’ottima precisione anche ai 25 metri, dove l’abbiamo testata sui classici “ferri”, abbattendoli sistematicamente nel tiro lento mirato. Una caratteristica di quest’arma è che, data la ridotta lunghezza della canna, la vampa di bocca causata dalla polvere ancora in combustione è veramente notevole, tanto da sembrare quella di un’arma di un calibro molto più grande. Nonostante le ridotte dimensioni, l’arma è facilmente gestibile e il rinculo è ridotto, probabilmente grazie al fusto in tecnopolimero e a una perfetta geometria

La parte anteriore dell’arma mostra lo spessore in uscita della volata e, in parte, la rigatura destrorsa

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La Px4 SB appoggiata su di un bersaglio insieme al caricatore e a una delle scatole di cartucce utilizzate nella prova

L’arma fotografata con il carrello aperto alla fine della prova evidenzia il robusto espulsore e l’estrattore molto robusto, con una forma particolare per aumentare la superficie di contatto con il fondello della cartuccia

del sistema del ritardo di apertura, che consentono così un rapido ritorno in batteria e il doppiaggio dei colpi. Lo scatto è risultato sempre molto buono e preciso, in doppia e in singola azioDue bossoli sparati dalla Px4 SB: evidente la percussione ben centrata e potente e l’integrità dei bossoli, ad indicare l’ottima esecuzione della camera di cartuccia

ne; l’impressione è che il pacchetto di scatto (che è estraibile) sia esattamente lo stesso della sorella maggiore. Alla distanza dei 10 metri, i colpi sono sempre andati sul bersaglio, posizionandosi con facilità nella zona dell’”Alfa”, anche quando ha sparato Roberto che è più un tiratore da arma lunga e tiro istintivo in quanto cacciatore (ha fatto anche due “Charlie”). Italo, che provava questo tipo di arma Un bossolo esploso che viene camerato perfettamente

La canna fotografata da dietro alla fine della prova evidenzia l’ottima rigatura e la scarsità di residui dovuta alla cromatura

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Il direttore editoriale di Armi Magazine durante la sua prova, con un bossolo in volo, sotto il bersaglio con tutti i 13 colpi sparati, di cui 11 nella A

Due caricatori da 13 colpi sparati dall’autore in tiro rapido

da “backup” per la prima volta è rimasto impressionato dal fatto che, nonostante le ridotte dimensioni e l’impugnatura per lui corta, riuscisse a gestire perfettamente la pistola con eccellenti risultati, facendo delle serie veloci piazzando tutti i colpi nella parte centrale del bersaglio, con rosate molto strette. Pietro, che è un tiratore a 360°, in quanto gareggia anche con l’avancarica (con ottimi risultati) è rimasto affascinato dalla tipologia dell’arma e dalla sua docilità, in quanto pensava che un’arma così piccola non si coniugasse bene con il calibro 9x21 IMI che è piuttosto esuberante. Anche chi scrive che ha una buona esperienza e conoscenza di questo

tipo di armi è rimasto favorevolmente impressionato da quanto già detto, perché ha avuto le stesse impressioni e in particolare ha avuto modo di apprezzare la caratteristica dell’arma di rimanere sempre sul bersaglio, anche durante rapide ripetizioni di colpi. Anche la forma ergonomica dell’arma, l’angolo di calcio, la forma e il dimensionamento degli organi di mira consentono un rapidissimo ingaggio del bersaglio, caratteristica fondamentale per armi di questo tipo. In conclusione Possiamo dunque affermare che ancora una volta la Beretta ha fatto centro, mettendo sul mercato un’arma speciali-

Produttore: Pietro Beretta Spa via Pietro Beretta 18 Gardone Val Trompia (Bs) tel. 030 83.41, fax 030.832.541 www.beretta.com Modello: Px4 Storm Subcompact Type F Tipo: pistola semiautomatica Calibro: 9x21 IMI Impiego specifico: difesa personale e arma di backup Meccanica: chiusura tipo Browning modificata Alimentazione: caricatore bifilare ad andamento alternato, con presentazione singola della cartuccia Numero colpi: 13+1 Scatto: singola e doppia azione Percussione: cane esterno e percussore inerziale in due parti Sicura: manuale ambidestra con leva rigata antiscivolo e rotazione della parte posteriore del percussore, mezza monta al cane e blocco automatico al percussore Canna: lunga 76 mm, in acciaio, sabbiata e nichelata; cromata internamente Rigatura: destrorsa 6 righe Passo: 250 mm Mire: tacca di mira e mirino sono inseriti in incastri a coda di rondine; le mire hanno riferimenti bianchi “Superluminova” per il tiro in condizioni precarie di illuminazione Lunghezza totale: 158 mm Altezza: 122 mm Spessore: 30 mm al fusto e 36 alle sicure Linea di mira: 142 mm Peso: 740 grammi (scarica) Materiali: fusto in tecnopolimero rinforzato Fiberglas e carrello in acciaio, sabbiato, fosfatato e rivestito Bruniton Numero del Catalogo nazionale: 16564

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PREZZO 839 euro

stica che ha le caratteristiche principali simili a quella di dimensioni più grandi, consentendo così un’estrema facilità di utilizzo e di gestione in sicurezza a tutti coloro che hanno e portano la Px4 Storm quotidianamente, affidandole la propria vita.

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