Infinity xcelerator

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INFINITY XCELERATOR RIBBED INFINITY TEAM

Un colpo di... Xcelerator

a cura di Gianfranco Peletti

Dall’americana Infinity, una fuoriserie nata espressamente per esaltare al massimo le capacità dell’utilizzatore: la Xcelerator Ribbed

L’Infinity Xcelerator, a carrello aperto, evidenzia la canna con il sistema “Ribbed”

I

l Tiro dinamico sportivo nasce negli anni 70 con l’I.P.S.C. (International Pratical Shooting Confederation): nel 1975 fu organizzato il Campionato del mondo a Zurigo (CH), vinto dal famoso campione statunitense Ray Chapman. All’epoca, gli appassionati in Italia erano un numero molto ristretto e per praticare legalmente questo sport erano costretti a recarsi in Svizzera dove questo era possibile, anche se i costi lo confinavano a una nicchia di appassionati d’élite. Fino a quando, verso la metà degli anni Ottanta nacque l’A.I.T.P.S. (Associazione Italiana Tiro Pratico Sportivo). Grazie a questo input, molti appassionati iniziarono a frequentare i campi di tiro, in particolare quello di Valcasotto (CN),

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dove tutti abbiamo avuto modo di partecipare, fare gruppo e comprendere questa nuova disciplina di tiro che aggiungeva la difficoltà del movimento abbinata a severe norme di sicurezza che spesso, agli inizi, causavano la squalifica del tiratore. Il passo successivo fu il cambio della denominazione in A.I.T.D.S. (Associazione Italiana di Tiro Dinamico Sportivo) e la nascita dell’A.I.R.O.

(Associazione Italiana Range Officers) che con una crescita costante portarono allo sviluppo dell’attuale F.I.T.D.S. (Federazione Italiana tiro dinamico Sportivo), disciplina sportiva associata al Coni dal 19 maggio 2010. Ho fatto questa premessa per descrivere lo sviluppo di questo sport che contestualmente ha

La parte del fusto su cui sono incisi i dati dell’arma e le varie bancature di prova

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La presentazione della cartuccia fra le labbra del caricatore

Il grilletto del sistema Tri-Glide con la parte anteriore sostituibile e il foro per la chiave Allen per la regolazione del fine corsa

portato a un’enorme crescita dei tiratori che sono atleti a tutti gli effetti e, naturalmente, anche alla produzione di armi che sono macchine da gara. L’Infinity oggetto della nostra prova, messaci a disposizione da Gavino Mura dell’Armeria Fracassi di Pavia (pioniere di questa disciplina, campione internazionale e attuale presidente della Federazione) è a tutti gli effetti, una “fuoriserie”. La pistola è realizzata dalla Strayer Voigt Inc. meglio conosciuta come S.V.I. e ancor più come Infinity, è l’ultima creatura di Sandy Strayer, ingegnere

aerospaziale di 56 anni che ha fondato la società dopo un’esperienza di società con la S.T.I. di Virgil Trip, andata male per divergenze di vario genere. L’Xcelerator da vicino L’Infinity (d’ora in avanti utilizzeremo solo questo nome) ha sede in Texas, a Grand Prairie, una cittadina a Sud di Dallas ed è un’azienda ad alta tecnologia che funziona come un atelier di alta moChiaramente visibile la faccia dell’otturatore che è sostituibile e l’ampio estrattore interno al carrello

da, dove ogni singolo pezzo è curato personalmente dallo stilista. In pratica, ogni pistola (discendente dal progetto della Colt 1911) è realizzata su specifiche richieste del cliente, con quasi infinite possibilità di personalizzazione che consentono il perfetto adattamento dell’arma al tiratore. La pistola, di tipo modulare, è costruita con la scelta del fusto (tradizionale o competizione), realizzato dal pieno, in acciaio al carbonio 4140, in acciaio inox 416 o in alluminio 7075 T-6 e Titanio, lavorati secondo specifiche di altissima precisione con macchinari a controllo numerico programmate con software allo stato dell’arte e operai specializzati al massimo livello. Lo stesso discorso vale anche per l’impugnatura (nella versione Competizione disponibile anche in tecnopolimeri) e per tutto il resto della componentistica dell’arma, sempre di altissima qualità, sia come materiali sia come costruzione e finiture. I particolari personalizzati secondo il gusto e le necessità del cliente riguardano in pratica tutta la componentistica dell’arma. Otto modelli e tipologie di cane, canne di tipo classico, pesante, filettate per il montaggio del compensatore, rampate tipo Ribbed (come quella della nostra prova), rampate e compensate Hybricomp, Barrel Bushing Tri-Loc II eccetera. Un particolare estremamente interessante e innovativo è il grilletto Triglide, che consente con la semplice sostituzione della parte anteriore intercambiabile, di avere sempre la perfetta distanza per T iro dinamic 0

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L’arma vista dal lato destro e sinistro

scopico si trova la pistola. Tolta dalla carta, solo guardandola, l’arma suscita immediatamente una sensazione particolare, caratteristica dell’emozione data da oggetti speciali. La lucentezza della finitura tipo inox tirata a specchio, il rivestimento dell’impugnatura di colore blu con il logo della SVI traforato nella stessa e il carrello con la canna Ribbed, affascina e piace. Dopo averla impugnata dirigendola in una zona sicura, estratto il caricatore mantenendo il dito indice parallelo al fusto e lontano dal grilletto e aperto il carrello bloccandolo in questa posizione mediante l’apposita leva (ripeto i fondamentali della sicurezza, perché un’arma è sempre carica fino a

che non ci accertiamo personalmente del contrario), ho iniziato a guardare l’arma nei suoi particolari. Sensazioni piacevoli Nonostante la massiccia impugnatura in acciaio al carbonio (necessaria per ospitare un caricatore bifilare in calibro .40), l’arma è perfettamente impugnabile, con una sensazione di grip eccezionale (data dal rivestimento della stessa con delle strip tipo carta vetrata) e il dito indice che si trova nell’esatta posizione di dove deve essere. Ben bilanciata, con un leggero appruamento dato probabilmente dal

l’appoggio del dito, con la configurazione preferita come forma (diritto, curvato, rigato, liscio). La “nostra” Infinity è un modello fatto assemblare e mettere a punto per l’Infinity Team Italiano che gareggia nella categoria Standard che, insieme alla Open è una delle più combattute a livello internazionale. L’arma ci è stata fornita nella sua valigetta di plastica di colore nero, con due occhielli ai lati per poterla “lucchettare” mettendola così in sicurezza. Al suo interno, rivestito di gomma piuma a cuspidi, oltre al manuale d’istruzioni (in inglese) e una busta in plastica contenente una serie di chiavette a brugola e la levetta a L neVista posteriore dell’arma con il cane armato e la sicura inserita. In evidenza cessaria per lo smontaggio, la tacca di mira regolabile e il cane skeletonizzato con il monogramma SVI avvolta nel solito foglio di carta speciale di tipo igro-

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caricatore vuoto, l’Infinity ha un angolo di calcio che alzando l’arma fa trovare immediatamente la posizione di allineamento dei congegni di mira, allunghi il dito e lo trovi posizionato sul grilletto in modo ottimale (le mie mani sono di taglia media, guanti numero 9 1/2 ). Lo scatto è qualche cosa di speciale, nonostante l’arma nuova di fabbrica è netto a rottura di cristallo, con un peso di sgancio di circa 700 grammi (media di cinque scatti misurati con un dinamometro digitale SAMA HP 100)! Sicuramente questo è possibile grazie al sistema di scatto Tri-Glide che ha tre sferette in acciaio posizionate in corrispondenza dei tre punti di attrito dello scatto (barra del grilletto, disconnettore e molla del controcane), riducendo al minimo l’attrito.

L’arma aperta in posizione di blocco con la leva dell’hold open evidenzia il foro sull’asta guidamolla dove inserire l’attrezzo per lo smontaggio

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La molla a tre lamine inserita nella parte posteriore dell’impugnatura è in titanio, elemento molto resistente e leggero che contribuisce in parte alla dolcezza dello scatto. A questo contribuisce anche la lavorazione meccanica ad alta precisione di cane e controcane denominata E.D.M. (Electrical Discharge Machined) che rende estremamente precise le superfici di contatto. La corsa dello scatto è di circa 4 mm e il riaggancio avviene dopo aver rilasciato il grilletto per circa 2 mm. Undici intagli di presa, profondi e di larghezza

a decrescere verso la parte posteriore, rendono molto agevole e facile l’arretramento del carrello (ve ne sono anche tre nella parte anteriore per chi è abituato a scarrellare dal davanti) nonostante la robusta molla che assicura sempre un perfetto ritorno in chiusura. Scarrellando si rimane colpiti dal carrello aperto sulla parte superiore anteriore, per fare posto alla costolatura “Ribbed” della canna che assicura sempre il suo perfetto riposizionamento. Sulla stessa, nella parte anteriore è ricavato l’incastro a coda di rondine in cui è posto il mirino a fibra ottica che è così indipendente dal carrello e sempre perfettamente allineato in asse con la canna. La lavorazione di accoppiamento canna-carrello è in sostanza perfetta, a livello centesimale, tanto da essere quasi invisibile quando il carrello è chiuso. La faccia dell’otturatore, in acciaio 4340, può essere sostituita, perché intercambiabile. La finestra di espulsione, ben dimensionata, consente un’ottima estrazione dei bossoli in cal. 40, T iro dinamic 0

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Nella fotografia è evidente la posizione della cartuccia con la sommità del caricatore allineata con la base della rampa della canna, così da garantire una corretta alimentazione

tanto da essere priva dello sguscio posteriore solitamente effettuato dai customizzatori. Il sistema di scatto è affascinante a vedersi, sia per il grilletto Triglide che per il cane Triple Xcelerated SV Hammer, skeletonizzato con all’interno il monogramma della SVI. Le sicure abbatticane ambidestre sono di una giusta dimensione e facilmente azionabili dal pollice sia nell’inserimento sia nel disinserimento. La sicura dorsale è spinata e quindi assente, per migliorare la qualità dello scatto e anche perché, essendo un’arma da gara, non è necessaria: il tiratore carica l’arma solamente al comando del Range Officers e attua in sicurezza le procedure di scaricamento, sempre dietro i precisi comandi dello stesso. L’ampia minigonna consente un rapidissimo cambio di caricatore, in modo facile e senza impuntamento e inoltre consente un ottimo appoggio per le mani che impugnano l’arma; inoltre il cambio caricatore è agevolato da un pulsante di sgancio in alluminio, con la testa arrotondata e zigrinata che a suo volta è esattamente come e dove deve essere. Anche per il caricatore di acciaio inox, lucidato a specchio, vale quanto già detto, il pad in alluminio e fissato mediante una corta vite a brugola annegata nello stesso, al suo interno una robusta molla elevatrice e una soletta in plastica di colore rosso, abbinate alla forma delle labbra del caricatore bifilare a presentazione singola garantiscono sempre un’alimentazione perfetta. La tacca di mira è un altro brevetto della SVI denominato “Absolute Target Zero", ottenuta da una barra di alluminio mediante lavorazioni meccaniche, è montata in modo ribassato all’interno del carrello, così da

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consentire (nonostante la minigonna) alla pistola di entrare nella scatola di controllo delle dimensioni della categoria standard (altezza massima di 145 mm). Il fusto, come l’impugnatura è realizzato in acciaio al carbonio 4140 con una durezza 40-42 Rockwell, a tutta lunghezza, nella parte anteriore ha otto intagli che nella parte finale proseguono con un accoppiamento perfetto con quelli del carrello, creando una piacevolissima sensazione estetica. Meccanica tipo 1911 Come abbiamo detto, l’impianto è quello della Colt 1911 e quindi l’organizzazione meccanica è quella del classico sistema Colt-Browning a corto rinculo con i risalti superiori della canna e relative cavità

Il mirino a fibra ottica montato direttamente sulla canna in un incastro a coda di rondine

nella parte interna del carrello che interagiscono tra loro, garantendo una chiusura perfetta. Nella parte inferiore dello zoccolo c’è il foro per il perno della bielletta che ruota attorno all’asta dell’hold open, facendo abbassare la canna liberando così il carrello che può proseguire la sua corsa. La canna è priva di Bushing, perché l’accoppiamento con il carrello è affidato alla costolatura superiore della canna che la riposiziona sempre perfettamente in asse. L’asta guidamolla e la sua guida sono in acciaio e guidano la robu-

Il carrello posizionato in modo da fare uscire la leva dell’Hold open, spinta dall’apposito foro situato dalla parte opposta

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Dopo avere estratto la leva dell’Hold open il carrello viene sfilato in avanti

sta molla di recupero del carrello (anche questa in acciaio) facendola lavorare in modo perfettamente rettilineo. Smontaggio semplice Le operazioni di smontaggio sono estremamente semplici: dopo avere estratto il caricatore e bloccato il carrello in apertura

con l’apposita leva, s’infila la parte corta di un attrezzino a forma di L nell’apposito foro dell’asta guidamolla e si chiude il carrello che, non più compresso dalla molla scorre liberamente. Si dispone la tacca piccola (quella circa 2 cm dietro di quella di blocco) in corrispondenza della parte terminale della leva dell’hold open e spingendola dal foro della parte opposta verso l’esterno, la si estrae dalla sede. Si fa scorrere il carrello in avanti togliendolo dalle guide, si leva il complesso molla/guidamolla che è bloccato

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dalla chiavetta, sfilandolo verso il dietro, si abbassa in avanti la bielletta e si sfila la canna facendola scorre in avanti. La prova a fuoco La prova pratica l’abbiamo eseguita al Poligono di Galliate domenica 12 febbraio, con una temperatura di -9°C, utilizzando tre scatole da 50 colpi di munizioni commerciali della Fiocchi, con palla blindata tronco conica da 170 grani (Full Metal Jacket Truncated Cone). Dopo

L’arma vista da sopra e da sotto

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avere proceduto alla pulizia per lo sgrassaggio dell’arma e successiva lubrificazione con olio WD 40, abbiamo montato i bersagli e ci siamo messi alla distanza di 15 metri per verificare la precisione e il comportamento dell’arma nella prova a fuoco. Come si vede nella foto del bersaglio, il primo colpo mi è partito mentre stavo allineando l’arma,

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Vista dell’arma nello smontaggio da campagna

perché nonostante i guanti, il dito gelato non era abbastanza sensibile per questo tipo di scatto. Dopo avere messo l’arma in sicurezza e sfregato ben bene le mani per riscaldarle (quando fa così freddo, è conveniente farlo sempre) ho sparato gli altri 49 colpi e, come

si vede, a parte qualche mia ditata (dovuta in parte anche al tremore causato, mi auguro, dal freddo e non dall’età) l’arma ha dimostrato di avere una precisione eccezionale. Un particolare importante è anche la facilità di riempimento del caricatore catalogato per 15 colpi, che quando è rifornito non ha la molla a pacco perché c’è ancora elasticità, a garan-

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Strayer-Voigt Infinity Xcelerator cal. 40 S&W

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PREZZO 3.608 euro

Il bersaglio con 50 colpi a 15 metri. Indicato dalla freccia rossa il colpo di cui si parla nell’articolo

L’autore durante la prova. Visibile nel cerchietto rosso il bossolo estratto con il carrello che è già in chiusura e l’arma che si sta riallineando sulla linea di mira

Produttore: Strayer-Voigt Infinity Firearms, USA, www.sviguns.com Importatore: Armeria Fracassi, tel. 0382 22.364, www.armeriafracassi.it Modello: Xcelerator Ribbed Tipo: pistola semiautomatica Calibro: 40 S&W Impiego specifico: tiro dinamico e di precisione Numero colpi: 15+1

Meccanica: chiusura geometrica Browning Scatto: azione singola Peso scatto in singola azione: 700 g Percussione: indiretta mediante cane esterno e percussore inerziale Sicura: manuale e bilaterale sul fusto Lunghezza canna: 12,70 mm (5”) Lunghezza totale: 220 mm

zia di una buona alimentazione. L’arma si è dimostrata una fustellatrice inesorabile nel mirato e anche nel celere, nonostante le mie ridotte capacità nel tiro veloce, i colpi finivano tutti nel centro del bersaglio e le doppiette sono fulminee, grazie alla brevissima corsa del grilletto e all’immediato reset dello stesso. In sostanza, a parte il freddo pungen-

Altezza massima: 145 mm Larghezza al carrello: 23 mm Larghezza massima (con sicura ambidestra): 33-40 mm alla base della minigonna Mire: tacca di mira S.V.I. “Absolute Target Zero", ribassata e regolabile in altezza e deriva Mirino: fibra ottica montato sulla canna in incastro a coda di rondine

te mi sono molto divertito e mi sono gustato quest’arma che appartiene all’Olimpo delle armi da gara. Anche gli altri tiratori che l’hanno provata hanno confermato le stesse sensazioni e la medesima soddisfazione, in particolare per la facilità di gestione dell’arma che grazie al peso, al bilanciamento e alle altre caratteristiche di cui abbiamo

Materiali: acciaio al carbonio, acciaio inox e titanio Finitura: inox lucidata a specchio con parte superiore del carrello rigata e satinata opaca Peso: 1.437 g con caricatore vuoto, 1.670 g con caricatore rifornito con 15 cartucce Fiocchi FMJTC da 170 grani Numero Catalogo nazionale: 10618 (arma sportiva)

parlato, dà la sensazione di sparare con una 9 x 21 a fattore minor anziché cartucce da 350 m/s con fattore di 180/185. Le conclusioni sono che per un campione questa è l’arma che può fare la differenza, perché quando si lotta sui centesimi di secondo quello che per i comuni tiratori è ininfluente diventa invece essenziale per arrivare primi.

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