Revolver o semiautomatica

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Revolver o semiautomatica?

Le due armi oggetto del nostro confronto, viste dal lato sinistro. Anche se le conoscerete perfettamente, almeno una volta lo diciamo ugualmente: sopra Ruger SP 101, sotto Walther PPS

di Gianfranco Peletti

L’assicurazione sulla vita sempre a portata di mano è meglio affidarla a un revolver o a una semiautomatica? A voi la scelta

pesso arrivano in redazione richieste da parte dei lettori, se per difesa personale sia meglio

S

portare un revolver o una pistola semiautomatica. È una bella domanda che però non ha risposta, perché - salvo casi molto particolari - è un po’ come chiedere se sia meglio l’Inter o il Milan. Per quanto riguarda chi porta un’arma per servizio, militari o Forze di Polizia, da oltre un secolo la scelta è caduta sulla pistola semiautomatica perché, per questo tipo di attività, il volume di fuoco è un requisito considerato fra i più importanti, tanto che anche negli U.S.A.

da circa trent’anni i Police Department hanno accantonato i loro fedelissimi revolver in cal. .38 Special o .357 Magnum a favore delle semiautomatiche, in particolare Beretta e Glock in calibro 9 Parabellum. Per quanto riguarda invece il porto per difesa personale, la questione è sempre aperta e la scelta è effettuata esclusivamente secondo criterio personale dell’utilizzatore. Infatti, vi sono due scuole (con ovviamente due filosofie di pensiero) che spiegano per-

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Le due armi misurate in altezza

ché una sia meglio dell’altra: vediamo di analizzare entrambe. La pistola semiautomatica è una macchina termobalistica che utilizza l’energia dei gas di combustione della polvere da sparo per il suo ciclo di funzionamento, consentendo la realizzazione di armi automatiche e semiautomatiche (la differenza è solo nel sistema di scatto). Solamente l’operazione di cameramento della prima cartuccia richiede l’arretramento manuale del carrello, perché poi l’energia della cartuccia fa arretrare il carrello che trascina con sé il bossolo e lo espelle, arma il cane e, tornando in chiusura (per l’azione della molla di recupero), sfila la cartuccia dalle labbra del caricatore e la mette nella camera di scoppio, pronta per un nuovo colpo (fanno eccezione all’armamento del cane le armi della tipologia Glock, che ne sono prive perché utilizzano un sistema di percussore caricato da una molla). L’arma a tamburo, più conosciuta come revolver, è molto

più semplice, perché ha le cartucce contenute nelle camere del tamburo (un cilindro con dei fori) e il sistema di scatto a doppia azione: vale a dire che, premendo il grilletto, si arma il cane e si fa partire il colpo. Quando si preme nuovamente, il meccanismo fa ruotare il tamburo allineando una nuova cartuccia, arma il cane e spara. Naturalmente esistono anche revolver a singola azione, così come le pistole semiautomatiche ma, dovendo parlare di una scelta per la difesa personale, parleremo solo di quelle a doppia azione - o Safety Action -, perché costituiscono la

scelta quasi totale. I principali vantaggi di un’arma a tamburo consistono nella sua semplicità e nella sicurezza di funzionamento, perché è molto remota la possibilità d’inceppamento. Inoltre, nel caso di una cartuccia difettosa che non esplode, premendo il grilletto si passa a quella successiva, senza nessuna manipolazione dell’arma, cosa indispensabile nella pistola semiautomatica, dove bisogna arretrare manualmente il carrello per espellere quella difettosa e camerare quella successiva. Qui abbiamo un’altra differenza, fra quelle con cane esterno a doppia azione e quelle a percussore lanciato del tipo Safety Action perché, in caso di mancata partenza del colpo, la doppia azione riarma il cane e ripercuote l’innesco della cartuccia, mentre bisogna arretrare leggermente il carrello per riarmare il percussore con la Safety Action. In realtà è una differenza che… non c’è perché, in

La due armi scariche con il munizionamento

TESTA A TESTA


084 Le due armi misurate nello spessore

caso di mancata partenza del colpo, un operatore addestrato scarrella e camera una nuova cartuccia senza perdere tempo in inutili prove che possono costare la pelle. Il nostro test Per la nostra prova abbiamo scelto due armi tascabili (Ruger SP 101 con canna da due pollici e mezzo e Walther PPS) di dimensioni e peso molto simili, così da poter eseguire una prova in grado di offrire ai lettori una scelta personale basata sui loro gusti e sulle loro esigenze. Abbiamo già provato singolarmente entrambe le armi sulla rivista (Ruger SP 101 sul numero di giugno 2010 e Walther PPS sul numero di febbraio 2011), e pertanto faremo solo una sintesi della presentazione delle due armi.

con il caricatore da sette cartucce). Anche le dimensioni d’ingombro molto ridotte (161 mm di lunghezza, 112 mm di altezza e solo 23 mm di spessore), la pongono ai vertici della categoria delle semiautomatiche Small in calibro 9x21. Il fusto è realizzato con tecnopolimeri di ottima qualità e fattura, con annegata al suo interno una struttura di acciaio che supporta tutta la meccanica del sistema di scatto e di sicurezza e, nella parte superiore, le guide di scorrimento del carrello sono asimmetriche; è intera per tutta la sua lunghezza quella di destra e suddivisa in due parti sul lato sinistro, per permettere l’alloggiamento e il funzionamento della leva di blocco in apertura del carrello (hold open).

Nella parte anteriore centrale è montato un blocchetto di acciaio, di tipo multifunzione, perché nella parte anteriore alloggia la lama di bloccaggio a ghigliottina, l’appendice inferiore della canna costituisce anche la rampa che fa abbassare la canna subito dopo lo sparo, quando inizia l’arretramento del gruppo canna/carrello (sistema di chiusura Browning modificato) e agevola l’introduzione del proiettile nella camera di cartuccia. Il fusto ha la stessa lunghezza del carrello e nella parte anteriore ha una slitta tipo Picatinny per il montaggio degli accessori; la guardia del grilletto,

Le due armi misurate in lunghezza

Walther PPS Questa pistola è un’arma moderna che, come la sua lontana progenitrice nel 1931, stabilisce lo standard di riferimento per tutti quelli che hanno l’esigenza di avere sempre con sé un’arma. Presentata nel 2007 all’IWA di Norimberga, la PPS (Polizei Pistol Schmall o Slim), è l’arma di riferimento delle pistole semiautomatiche destinate al porto occulto di questo inizio del terzo millennio. La PPS, pur mantenendo dimensioni simili alla PPK - in particolare per quanto riguarda lo spessore - è camerata per 9 Parabellum, 9x21 IMI e .40 S&W. Grazie all’impiego dei moderni materiali realizzati con tecnopolimeri rinforzati, ha un peso inferiore di circa 50 grammi rispetto alla sua progenitrice PPK: pesa infatti 617 grammi (scarica R U G E R S P 1 0 1 D . A . O . 2 ½ ” V S W A LT H E R P P S


085 ampia e ben sagomata, consente l’uso dell’arma anche indossando guanti invernali. Nella parte posteriore si restringe e, a filo con la parte anteriore, ha la presa per abbassare la leva di blocco del caricatore, che è così ambidestra. L’impugnatura è sagomata nella parte anteriore per l’appoggio delle dita e in quella posteriore monta i dorsalini intercambiabili, che sono fissati all’arma grazie a un semplice e pratico meccanismo a molla che consente una rapida e semplice sostituzione. L’impugnatura è molto corta ed è indispensabile usare il caricatore da sette colpi per avere un appoggio per il dito mignolo della mano che la impugna (maschile di taglia media). L’arma è fornita di serie di due dorsalini, uno piccolo e uno medio, di tre caricatori con capacità di 6/7/8 cartucce, che differiscono per l’appendice posta nel fondello. Il grip è buono e, grazie a un favorevole angolo di calcio e allo svaso subito sotto lo sperone, consente un’ottima impugnatura e sale istintivamente allineata sul bersaglio. Il dorsalino intercambiabile svolge anche un compito di sicura perché, una volta sfilato dalla sede, causa il disarmo della molla del percussore e conseguentemente la disattivazione dell’arma. Questo dispositivo è stato battezzato dalla Walther “Quicksafe” e consiste in una sporgenza all’interno del dorsalino, che serve per mettere in compressione la molla del dente di scatto, il quale sen-

L’autore ripreso mentre spara con la Walther PPS in posizione Fairbairn

za appoggio rimane inerte e non consente l’armamento del percussore. Grazie a questo semplicissimo e ingegnoso dispositivo, basta togliere il dorsalino per evitare che l’arma possa essere utilizzata impropriamente da bambini o da persone non autorizzate. Il meccanismo di scatto è molto simile a quello della Glock, con il grilletto con la levetta di sicura al centro dello stesso, il percussore lanciato precaricato che completa l’armamento solo con la trazione del grilletto e la sicura automatica che ne consente l’avanzamento solo quando il grilletto è premuto a fine corsa. Il carrello presenta otto intagli di presa nella parte posteriore, che rendono agevole le operazioni di scarrellamento e ha i congegni di mira intercambiabili. La tacca di mira è montata in un incastro a coda di rondine, svasata e arrotondata negli angoli per evitare possibilità TESTA A TESTA


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La volata delle due armi con la rigatura in evidenza

d’impigliamento durante l’estrazione, con una finestra ampia e due riferimenti bianchi sulle creste. Il mirino, svasato anteriormente, è piatto nella parte posteriore, dove è ricavato il punto bianco che serve per l’allineamento rapido collimandolo con quelli della tacca di mira; è montato in una apposita sede, trattenuto da una vite (accessibile dall’interno del carrello) bloccata con un frenafiletti. La finestra di espulsione, posta nella parte centrale destra, è molto ampia, con una forma vagamente romboidale e presenta un ampio sguscio in quella centrale posteriore, mentre nell’anteriore Particolare della poè molto spessa ed è sagomata per sizione modificata con mandare in appoggio la parte il pugno del braccio prismatica della canna, garandebole che chiude, a tendo così una chiusura a prova protezione del cuore di bomba. Nella parte posteriore del carrello vi è un foro svasato da cui fuoriesce la parte posteriore del percussore, di colore rosso, che indica quando è prearmato, avvertibile anche con il polpastrello del dito in caso di scarsa visibilità. Un altro accorgimento particolare è stato utilizzato per vedere se l’arma abbia la cartuccia camerata (vale a dire il colpo in canna), grazie ad una piccola finestra ricavata nella parte superiore/posteriore della camera di cartuccia dove si vede chiaramente il fondello della cartuccia. Ruger SP 101 inox 2 ½” Iniziamo a parlare dell’arma oggetto di questa prova, dicendo che quest’arma tascabile è la più robusta, compatta e affidabile arma a doppia azione che io abbia mai provato, probabilmente per

Il sistema di scatto a sola doppia azione, fermo nella fase del secondo tempo, subito prima di liberare il cane. Caratteristico il cane senza cresta che, in posizione di riposo, rimane all’interno del fusto

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087 via dell’ingegnerizzazione e del progetto che sono stati realizzati ex novo per gestire la cartuccia .357 Magnum e non come rifacimento o adattamento di armi già esistenti nate per il cal. 38 Special e in seguito modificate. La prova è che quest’arma è commercializzata negli Stati Uniti nei calibri ventidue, trentadue, .327 Federal Magnum, 9 mm, .38 Special e .357 Magnum. Pesante circa 790 grammi, con una lunghezza massima di 181 mm, altezza massima di 116 mm e, grazie al tamburo a cinque camere, poco più larga di una pistola semiautomatica (larghezza massima 34 mm), è in grado di gestire molto bene l’esuberanza delle cartucce in cal. 357 Magnum, per cui è camerata. La Ruger è riuscita a realizzare un binomio peso/ dimensioni che consente di portare comodamente e con la massima sicurezza l’arma, non solo in fondina ma anche in una tasca dei pantaloni e, ancor più, d’inverno in una tasca del giubbotto. L’arma, costruita quasi interamente in acciaio inossidabile ad alta percentuale di cromo, è molto resistente alla corrosione da sudore, all’umidità e alla classica usura da fondina e da attrito. Il telaio, costruito in un pezzo solo come tutti i revolver Ruger di questo tipo, è estremamente robusto, con il pacchetto

di scatto estraibile ed è interamente smontabile senza uso di attrezzi particolari (tranne un cacciavite per svitare la vite di fermo dell’impugnatura). L’impugnatura, che è realizzata in gomma sintetica in un solo pezzo, presenta una rigatura sui fianchi con un rientro per l’appoggio del pollice sul lato sinistro e offre un’ottima presa alla mano che la impugna perché, nonostante le ridotte dimensioni, consente di bloccarla con tutte e quattro le dita a tiratori con una mano di medie dimensioni. Inoltre, grazie ad un brevetto della Ruger, la parte posteriore dell’impugnatura è conformata e realizzata con uno spessore della gomma che consente di ammortizzare il rinculo dell’arma al momento dello sparo, e questo è uno dei motivi che consente alla “piccola” di gestire tranquillamente le cartucce in cal. 357 Magnum. L’angolo di calcio, l’ergonomia e le dimensioni fanno cadere il revolver nella mano in modo molto naturale, consentendo un allineamento istintivo dell’arma sul bersaglio, molto buono. La canna, di profilo pesante, con la parte inferiore carenata per contenere l’astina del tamburo, consente un rapido ritorno in batteria durante il tiro rapido, agevolata dalla facile acquisizione del mirino all’interno della tacca di mira

La finestra nella camera di cartuccia della PPS consente immediatamente di vedere se c’è un colpo in canna

ricavata mediante fresatura della parte centrale superiore del fusto. Lo scatto, realizzato in sola doppia azione, con il cane che ha un profilo che rimane all’interno del fusto senza la minima sporgenza, richiede una trazione di circa 4.200 grammi, molto progressivo e “rotondo”, presenta un secondo tempo molto netto e facilmente avvertibile, che consente al tiratore di aggiustare la mira un attimo prima della partenza del colpo. Il tamburo, nonostante le dimensioni ridotte è realizzato molto bene e le tacche di rotazione sono posizionate in corrispondenza della parte di maggior spessore, così da non indebolire le camere di cartuccia.

Il confronto Veniamo adesso al confronto diretto, realizzato con una prova pratica effettuata presso il nostro centro di sperimentazione e prove del poligono di Galliate. Visto che si parla di armi per la difesa personale, abbiamo pensato ad una prova realistica che simula la risposta ad una aggressione armata, con estrazione dell’arma da una tasca del giubbotto e ingaggio del bersaIl rilevamento della glio a una distanza di 3 metri circa, SP101 con le cartucsparando tutti i colpi disponibili. ce in .357 Magnum Questo perché, come risulta dalle statistiche dell’F.B.I. Academy TESTA A TESTA


088 Ruger SP 101 D.A.O. canna 2 ½” cal. .357 Magnum

Produttore: Sturm Ruger & c. inc., www.ruger.com Importatore: Bignami spa, tel. 0471.803000, www.bignami.it Modello: SP 101 Inox Tipo: pistola a rotazione Calibro: .357 Magnum Meccanica: telaio chiuso, tamburo basculante sul lato

sinistro Numero colpi: 5 Scatto: solo doppia azione Percussione: indiretta mediante cane esterno e percussore flottante ubicato nel fusto Sicure: automatica al percussore mediante transfer bar; a tamburo

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PREZZO CONSIGLIATO:

aperto lo scatto è bloccato; a cane armato è impossibile aprire il tamburo Canna: lunga 2,24” (57 mm), a 6 righe con passo destrorso di un giro in 24” Mire: tacca di mira fissa ricavata mediante parte superiore del fusto sopra al tamburo; mirino

701,75 euro

intercambiabile Lunghezza totale: 181 mm Altezza massima: 116 mm Spessore: 34 mm Peso: 790 g Materiali: acciaio inossidabile; guancette in gomma con appoggio anteriore per le dita Finitura: inox spazzolato

Sotto da sinistra a destra: Ruger SP101, Ruger 357 Magnum e Walther PPS 9x21 – Le tre armi al momento della vampa di bocca evidenziano la similitudine fra il 9x21 IMI e il .38 Special, mentre il .357 Magnum ha una vampa impressionante causata dai gas dalla polvere incombusta che si incendia

Ruger SP101

Bersaglio ottenuto con il revolver Ruger SP 101 in .38 Special

Research, la maggior parte degli scontri a fuoco per la sopravvivenza si svolge a una distanza media di circa 3 metri e vengono sparati in media tre colpi tra tutti i partecipanti allo scontro. Nel poligonetto di tiro dinamico abbiamo posto i bersagli, cartelli quadrati regolamentari dell’Unione Italiana Tiro a Segno con il lato di 50 × 50 cm, a cerchi concentrici, con la parte centrale dal sette al dieci di colore arancione. Come munizioni abbiamo utilizzato cartucce della Fiocchi dell’ultima generazione con gli inneschi privi di piombo: calibro 9 × 21 IMI con palla blindata tonda da

Bersaglio ottenuto con il revolver Ruger SP 101 in .357 Magnum

123 grani; calibro .38 Special con palla blindata tonda da 158 grani; calibro .357 magnum con palla blindata tonda da 125 grani. Naturalmente, non trattandosi di una gara e conseguentemente di una prova di velocità, abbiamo fatto tutto con calma, dando la precedenza assoluta alle norme di sicurezza, per cui abbiamo indossato occhiali da tiro e tappi antirumore nelle orecchie. L’estrazione l’abbiamo fatta con calma, con il dito lontano dal grilletto appoggiato il fusto dell’arma, puntandola istintivamente con il braccio teso a indicare il pericolo (posizione Fairbairn) sparando tutti i colpi con una

cadenza veloce, per verificare la capacità dell’arma ad andare sul bersaglio e la sua controllabilità, sparando rapidamente senza utilizzare i congegni di mira. Alla prova hanno partecipato anche gli amici del poligono, Giovanni Zanzottera, Giustino Airoldi, Pierangelo Ferrari e Marco Parapini, così da poterci scambiare le impressioni per una valutazione che fosse il più oggettiva possibile. Le conclusioni generali sono che si tratta di due ottime armi, dal funzionamento impeccabile, facilmente gestibili e controllabili in tutte le situazioni. In particolare ci ha colpito la capacità della Ruger di sparare cartuc-

R U G E R S P 1 0 1 D . A . O . 2 ½ ” V S W A LT H E R P P S


089 Walther PPS cal. 9x21 IMI

Produttore: Carl Walther GmbH Sportwaffen, www.carl-walther.de Importatore: Bignami spa, tel. 0471.803000, www.bignami.it Modello: PPS Utilizzo ideale: difesa personale Canna: lunga 81 mm, rigatura a sei principi destrorsi con passo di un giro in 250 mm

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Tipo: pistola semiautomatica Calibro: 9x21 IMI Meccanica: chiusura stabile del tipo Browning modificata, con blocco prismatico Scatto: Safety Action (azione costante) Percussione: percussore lanciato, precaricato dall’azionamento del grilletto Alimentazione: caricatore monofilare

PREZZO CONSIGLIATO:

Numero colpi: 6/7/8 (l’arma viene fornita con tre caricatori) Sicure: levetta al grilletto, sicura automatica al percussore, sicura di blocco dell’arma togliendo il dorsalino. Sicura con disconnettore di scatto Mire: tacca di mira regolabile in deriva e mirino intercambiabile Lunghezza totale: 161 mm

Ruger 357 Magnum

840 euro

Altezza massima: 112 mm Spessore: 23 mm Peso: con caricatore da 7 colpi, 617 grammi scarica e 718 grammi con otto cartucce Materiali: acciaio inossidabile; guancette in gomma con appoggio anteriore per le dita Finitura: fusto in tecnopolimeri e gruppo carrello canna in nero opaco con trattamento antigraffio

Walther PPS 9x21

Bersaglio ottenuto con la Walther PPS in 9x21 IMI

ce molto potenti come i .357 Magnum, con una facilità estrema, senza nessuna difficoltà a ripetere i colpi mantenendola allineata sul bersaglio, con la stessa facilità del .38 Special, pur avvertendo il rinculo nettamente più consistente. Le fotografie dei bersagli evidenziano quanto detto e la ditata dell’autore con la Walther, che ha colpito il bersaglio nella zona del cinque alla sinistra del centro. La rosata dei .357 magnum è sullo stesso cartello del .38 Special, con quattro colpi tangenti nella parte centrale superiore dell’8 e uno a sinistra sempre nella zona dell’8. Per capire bene e valutare le prove

a fuoco è senz’altro molto interessante ed efficace il filmato che si può vedere nella sezione CAFF TV del nostro portale www.caffeditrice.com. La Walther, grazie alle sue dimensioni ridotte, in particolare per quanto riguarda lo spessore e ai 170 g in meno di peso, è risultata più facilmente occultabile, perché essendo piatta sta comodamente all’interno delle tasche e, anche in quella posteriore dei jeans, non dà l’idea di una pistola. Tutti i tiratori hanno trovato molto buono l’angolo di calcio che facilita il puntamento istintivo e un’ottima controllabilità nonostante le ridotte dimensioni rispetto al calibro uti-

lizzato. Sicuramente è un’arma da difesa che consente di poter essere portata sempre in qualunque situazione, anche con vestiti eleganti o addirittura con lo smoking, così come la sua progenitrice vista nei film di James Bond. Terminiamo ponendo la domanda che è stata all’origine di quest’articolo per una prova comparativa: per la difesa personale è meglio una pistola a tamburo o una semiautomatica? Noi non siamo in grado di darvi una risposta perché è una scelta molto personale e… lasciamo a voi la decisione. Sicuri di avervi fornito qualche informazione in più per un’eventuale scelta. M C

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