Rosate & rosate

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Rosate & rosate A che cosa servono le rosate effettuate durante la prova delle armi corte? Uno dei nostri più validi tester prova a rispondere, tra il serio e il faceto a cura di Gianfranco Peletti

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n tutte le prove di armi corte, oltre alla parte descrittiva che si occupa della storia dell’arma, delle caratteristiche costruttive, dei materiali e della qualità della lavorazione, nella parte

Fotografia di una delle rosate fatte durante la 5000 colpi della Glock Four Generation. Nella prova i bersagli venivano cambiati ogni 300 colpi, perché lo scopo non era quello di verificare la precisione ma testare il ciclo di funzionamento

Bersaglio utilizzato per provare la resa di una palla con la canna poligonale della Glock e valutare la concentrazione dei colpi rispetto al punto mirato. Sono evidenti i dati della ricarica relativi alla marca della polvere e al quantitativo utilizzato

della documentazione fotografica è consuetudine pubblicare fotografie delle rosate ottenute durante la prova a fuoco. La fotografia della rosata può avere molteplici funzioni, che vanno da quella di dimostrare la precisione di un’arma (elemento indispensabile per quelle da Bench Rest, che fanno rosate strettissime a distanze elevate), tanto che nelle gare a 100 metri spesso si misura il diametro dell’unico foro nella parte più ovalizzata. Altro motivo che può rendere importanti le immagini delle rosate è la ricarica, perché attraverso la rosata il tiratore è in grado di giudicare la combinazione delle componenti della cartuccia e di vedere come arriva la palla sul bersaglio. Spesso le palle di piombo sparate in canne poligonali, per esempio, non sono sufficientemente stabilizzate dalla rotazione e arrivano di traverso sul bersaglio, con un foro caratteristico di forma oblunga. Per chi si occupa di agonismo, è normale che spesso, per la valutazione dei bersagli, sia utilizzato il cosiddetto calibro, per verificare se il colpo sia tangente al punteggio superiore o se si tratti di due colpi nello stesso foro (la probabilità è quella di vincere al Superenalotto).

Tutto questo fa capire che l’abilità di un tiratore è di sparare realizzando la più “stretta” rosata possibile, in altre parole avere la massima concentrazione dei colpi nel minor spazio possibile e lo stesso discorso vale per le prestazioni di un’arma di precisione. Per quanto riguarda le prove delle armi corte da difesa, le variabili sono talmente tante che rendono il “fattore rosata” assolutamente poco determinante, perché non vi è un protocollo che consenta di stabilire come devono essere effettuate e quindi di potere fare una comparazione reale per valutare l’effettiva precisione dell’arma. Le variabili sono pressoché infinite, dal tipo di carta su cui è stampato il bersaglio, alla sua consistenza, all’appoggio su cui è fissata, alla distanza di tiro, a tante altra ancora. La capacità del tester deve essere quella di valutare l’arma che prova, tenendo conto di diversi fattori che vanno dal tipo di arma, alla desti-

La stessa prova effettuata con una munizione commerciale

Bersaglio ottenuto a 12 metri, con palla piombo, trafilata con un diametro diverso, utilizzata per confrontarla con quelle a 22 metri. Per valutare la dispersione sul bersaglio con l’aumento delle distanze.

L ’ i m p o r t a n z a d e ll e r o s a t e

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L’autore alle prese con la prova della Smartreloader SR 84

L’autore questa volta si cimenta con la prova dei mille colpi sparati con la Beretta Px4 Storm; è ripreso mentre utilizza l’arma in tiro rapido istintivo, direzionando i colpi con il corpo

nazione di utilizzo, alla fascia di prezzo, alla sicurezza (intesa come congegni dedicati), alla sua gestibilità e tanti altri fattori, per dare al lettore un’immagine che sia il più possibile realistica per giudicare e per orientare le proprie scelte. Per quanto riguarda le fotografie delle rosate delle armi da difesa, il valore è ininfluente, perché non ha nessuna importanza nella prova che è effettuata: di solito non si mira e molto spesso si spara rapidamente a brevissima distanza (al massimo a una decina di metri), per riprodurre il più possibile quello che potrebbe essere il reale uso dell’arma per difesa. Quando invece interessa fare una prova da mostrare ai lettori, la stessa effettuata con tiro mirato e sui bersagli sono annotate le caratteristiche della prova: distanza dal bersaglio, peso e tipo della palla utilizzata e marca della polvere. In alcuni casi di articoli dedicati alla ricarica è indicato anche

il tipo d’innesco, la marca e la quantità della polvere utilizzata, arrivando a volte a specificare la marca e il tipo del bossolo (questo è importante per le armi lunghe). Dopo avere analizzato il “significato” delle fotografie riproducenti le rosate utili per la pubblicazione, arriviamo a quello ludico (scoperto di recente), che è di stimolare gli interessi di esperti/appassionati che disquisiscono sulla genuinità delle fotografie, con analisi scientifiche che vanno dalla riproduzione dei singoli fori sul bersaglio alla successiva comparazione, rifacendosi a fisica, balistica, esperienza personale, eccetera. Personalmente, lo ritengo un ottimo risultato, perché lo scopo di una rivista non è solo di informare i lettori con informazioni e notizie serie ma anche di creare un dibattito (se costruttivo, meglio ancora), e li invito ad assistere “live” alle mie prossime prove in poligono. SO c u r i o s i tà

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