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Sorpresa! Piccola, bella e insospettabilmente cattiva: resistente al sudore e alle intemperie, con un’ottima ergonomia e priva di parti che possono causare impuntamenti durante l’estrazione, la Ruger SP 101 è ideale come arma da porto occulto o da backup
testo e foto di Gianfranco Peletti
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rima di iniziare a parlare della Ruger SP 101 inox con canna da 2” e 1/2 a sola doppia azione, è importante parlare della storia dell’azienda per capire e comprenderne la filosofia. William Batterman Ruger è nato il 21 giugno 1916 a Brooklyn, New York, e ha iniziato a sviluppare la sua passione per le armi all’età di 12 anni, quando suo padre gli regalò un fucile. Già da ragazzo, studiando all’University of North Carolina a Chapel Hill, aveva utilizzato una stanza vuota per iniziare un’attività, progettando e costruendo accendini. Successivamente,
dopo la pausa forzata della guerra, iniziò a lavorare nel suo garage, realizzando armi ricavate da quelle catturate ai militari giapponesi. Nel 1949, fondò una società con l’amico Alexander McCormick Sturm – la Sturm, Ruger & Company –, iniziando così la produzione di armi che per il disegno, l’innovazione meccanica e i materiali sono sempre state tra le più moderne, continuando l’avventura anche dopo la morte di Sturm nel 1951. In più di 50 anni di attività, William B. Ruger ha creato decine di invenzioni e di brevetti, non solo nel campo delle armi ma anche in altri settori, Ruger SP 101 Inox
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come quello del design e dell’industria automobilistica. Il primo prodotto della Società fu la Ruger Standard, un’arma in calibro 22 che è ancora prodotta rispettando l’impianto originale, anche se con diversi aggiornamenti. Dopo questa premessa storica, iniziamo a parlare dell’arma oggetto di questa prova, dicendo che negli anni ho avuto diverse esperienze con armi a tamburo di dimensioni ridotte, a partire dalla Smith & Wesson mod. 36 e successivamente mod. 60, Colt Cobra e Colt Detective e anche una Smith & Wesson mod. 29 con canna da 3”
2” 1/2
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