Service Pistols (1 parte)

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Service pistols (prima parte)

Da secoli la pistola è sempre stata l’arma corta per eccellenza destinata alla difesa ravvicinata, soprattutto nell’ambito del Law Enforcement. In campo militare, invece, la sua portata utile ridotta e la sua limitata capacità di penetrazione e/o d’arresto l’hanno confinata in un ambito sempre più ristretto: l’autodifesa. Detto ciò, anche per impieghi operativi, le cosiddette Service Pistols offrono caratteristiche intrinseche che le rendono comunque ancora apprezzabili in determinate situazioni tattiche, soprattutto in contesti molto dinamici come le operazioni speciali o di tipo CQB (Close Quarter Battle) di Elena Bernardini e Jean-Pierre Husson, con la collaborazione di Gianfranco Peletti

F

usto in polimero, caricatore a grande capacità, mire al trizio o con fibra ottica, scatto DA o DAO (rispettivamente Double Action e Double Action Only), slitte per accessori tattici e via discorrendo. Molte delle caratteristiche costruttive o meccaniche delle pistole semiautomatiche sono state rivisitate nel corso degli ultimi decenni senza portare tuttavia a una vera e propria “rivoluzione”, sia per quanto concerne l’aspetto tecnologico in senso stretto sia nella filosofia d’impiego.

Le pistole per uso militare e di polizia

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