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Occhio allo spray P
er quanto riguarda l'Italia è importante ricordare che quando si parla di spray o.c. si intende esclusivamente quello basato sull'oleoresina di capsicum (prodotto naturale estratto dal frutto della pianta del peperone) che contiene il principio attivo della capsaicina. Tutti i prodotti che contengono capsaicina di tipo sintetico denominata PAVA (nome scientifico Nonivamid -vanillilammide dell’acido pelargonico), in base alla legge 18 aprile 1975, n.110 (Norme integrative della disciplina vigente per il controllo delle armi, delle munizioni e degli esplosivi) rientrano nella categoria degli aggressivi chimici, così come previsto dall'art. 1, che recita: "Agli effetti delle leggi penali, di quelle di pubblica sicurezza e delle altre disposizioni legislative o regolamentari in materia sono armi da guerra le armi di ogni specie che, per la loro spiccata potenzialità di offesa, sono o possono essere destinate al moderno armamento delle truppe nazionali o estere per l'impiego bellico, nonché le bombe di qualsiasi tipo o parti di esse, gli aggressivi chimici, i congegni bellici micidiali di qualunque natura, le bottiglie o gli involucri esplosivi o incendiari". Prima di passare alla prova è indispensabile anche
(seconda parte)
Nella prima parte di questo articolo abbiamo parlato dello spray al capsicum nei suoi caratteri generali, tracciandone la storia e facendo accenni alla parte legislativa e normativa che, ovviamente, è diversa da una nazione all'altra. In questa seconda parte cominciamo con le prove pratiche, che si concluderanno nel prossimo numero di Gianfranco Peletti un accenno di tipo tecnico riguardante l'erogazione del prodotto. Come si è detto, la capsaicina utilizzata comunemente nei prodotti per la difesa personale è al 10%, vale a dire che è stata diluita per diminuire l'effetto irritante, che altrimenti sarebbe eccessivo. All'interno del contenitore la capsaicina ha una base che serve per mantenerla in sospensione, per potere consentire la massima uniformità nella distribuzione durante l'erogazione. Inoltre, trattandosi di un prodotto che viene distribuito in tutto il territorio, devono essere offerte garanzie di funzionamento a tutte le normali temperature, vale a dire da -20 a +50 gradi centigradi, e vi sono dei solventi particolari che assolvono a questa esigenza. L'ultimo componente è il propellente (che è sempre un gas) che
Il ventilatore utilizzato per le prove
La leva di bloccaggio della bomboletta all'interno dello strumento è estratta e consente la sostituzione della bomboletta
Lo spray a getto balistico RSG6 visto davanti e dietro. In evidenza la forma ergonomica, la linguetta della sicura che copre il tappo rosso proteggendolo e la clip di aggancio al cinturone
Lo spray al peperoncino
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