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Una garanzia a portata di mano La Walther PPS è una pistola moderna che, come la sua lontana progenitrice nel 1931, stabilisce uno tra gli standard di riferimento per tutti quelli che hanno l’esigenza di avere sempre con sé un’arma testo e foto di Gianfranco Peletti
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a storia della Walther nella progettazione e costruzione di modelli di pistola per usi di Polizia risale a più di 80 anni fa, precisamente al 1929, quando la ditta tedesca presentò la mod. PP (Polizei Pistol). Era un’arma di dimensioni molto compatte e con caratteristiche avveniristiche per l’epoca, come lo scatto in doppia azione, la sicura a leva sul carrello che, ruotata di 90°, impedisce l’arretramento completo del grilletto e abbatte il cane a rimbalzo; così, grazie all’interposizione di un dente caricato da una molla a C, il cane non può raggiungere il percussore se non quando il grilletto è premuto. Inoltre, il percussore realizzato in due pezzi, con quello posteriore che ruota insieme alla sicura, lo rende irraggiungibile dalla percussione del cane che va a battere sulla faccia della culatta. Presente anche l’avviso di colpo in canna, visibile e tattile, costituito da un pistoncino che protrude dalla parte posteriore del carrello, appena sopra la cresta del cane. Il progetto fu avveniristico anche per la facilità di smontaggio, mai vista prima. Per smontare l’arma per la pulizia ordinaria, dopo avere estratto il caricatore, basta tirare verso il basso la parte anteriore del ponticello paragrilletto (basculante) e spostarlo sul lato sinistro in modo che rimanga bloccato in quella posizione, arretrare il carrello a fine corsa, sollevarlo posteriormente e sfilarlo in avanti. La canna del tipo fisso
075 L’ampia finestra di espulsione in cui è evidente lo sguscio superiore, così come l’allungamento in avanti per favorire l’espulsione dei bossoli
e la molla elicoidale di recupero montata all’esterno della canna rimangono al loro posto e così l’arma è pronta per le operazioni di pulizia e manutenzione ordinaria. Come tutte le armi dell’epoca, la Walther PP era costruita interamente in acciaio e veniva prodotta nello stabilimento di Zella Mehlis, in Turingia, con una lavorazione e una numerazione di serie separate dai precedenti modelli prodotti, partendo dal numero 750.000. Inizialmente la PP fu prodotta solo nel cal. 7,65 mm ma succes-
sivamente fu camerata anche per il cal. 9 corto (9x17 mm) e per il .22 (5,56 mm). Nel 1931 fu presentata anche la variante denominata PPK (Polizei Pistol Kriminal), identica alla PP ma di dimensioni più contenute, con una lunghezza totale di 148 mm invece dei 162 mm originali e con l’impugnatura più corta e quindi con un colpo in meno in tutti i calibri (7 colpi in 7,65 invece di 8, 6 colpi in 9x17 invece di 7, 9 colpi in .22 invece di 10). Questi modelli della Walther ebbero un grande successo e furono prodotti fino “Come tutte le armi dell’epoca, la Walther PP era costruita alla Seconda guerra mondiale, epoca interamente in acciaio e veniva prodotta nello stabilimento in cui chiaramente le vicende belliche dapprima limitarono la produzione che di Zella Mehlis, in Turingia, con una lavorazione e una successivamente cessò, per riprendere numerazione di serie separate dai precedenti modelli subito dopo il termine del conflitto, su suolo francese presso la Manurhin, con prodotti, partendo dal numero 750.000” una nuova numerazione. In seguito fu riaperta anche la fabbrica in Germania a Ulm Lo spessore am Donau, con i grezzi del carrello forniti dalla Manurhin, e la fresatuproseguendo con i nuovi ra, dove va a numeri di matricola. inserirsi in appoggio il prisma della canna bloccandola con il carrello
Lo sbarco negli Usa L’ultima fase storica, prima di tornare ad avere un prodotto completamente tedesco fu la parentesi americana, iniziata dopo il ritorno dei reduci dalla guerra che avevano portato con loro le Walther PP e PPK, tanto che divennero di moda e due aziende americane, la Thalson e la InARMI CORTE
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Il carrello visto da sotto mostra la somiglianza con quello della Glock
terarms iniziarono la distribuzione per conto della Walther che le produceva. Il successo fu tale che la Interarms iniziò la produzione su licenza, introducendo anche il mod. PPKS, che ha il fusto della PP e il carrello della PPK: la modifica fu conseguente alla legge denominata “Gun control act” che dal 1968 vietò l’importazione della PPK, perché aveva un’altezza inferiore al minimo consentito. L’arma divenne leggendaria quando Ian Fleming la scelse per le sue caratL’arma nella sua scatola, che contiene il libretto istruzioni, la rosata di prova, il dorsalino piccolo e i tre caricatori
teristiche di dimensioni, peso e spessore, quale arma dell’agente segreto 007, che la portava sempre con sé, anche quando era vestito elegantissimo, occultandola all’interno della fascia dello smoking. L’erede di una leggenda Dopo 80 anni circa, nel 2007 all’IWA di Norimberga, la Walther ha presentato il nuovo modello erede di quest’arma leggendaria, la nuovissima Walther PPS (Polizei Pistol Schmall (stretto) o per gli
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inglesi Slim (sottile), che servirà come riferimento per le armi semiautomatiche destinate al porto occulto. La PPS, pur mantenendo dimensioni simili alla PPK (è camerata per il 9 parabellum, 9 x 21 e 40 SW) e grazie all’impiego dei moderni materiali realizzati con tecnopolimeri rinforzati, ha un peso inferiore di circa 50 grammi rispetto alla sua progenitrice. Anche per quanto riguarda le altre caratteristiche, la PPS segue le orme della sua antenata e offre racchiuse in
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077 sé le più moderne tecnologie e tendenze. Il fusto, come abbiamo già detto, è realizzato con tecnopolimeri di ottima qualità e fattura: al suo interno, è annegata una struttura di acciaio che supporta tutta la meccanica; nella parte superiore, costituisce le guide di scorrimento del carrello che sono asimmetriche: intera per tutta la sua lunghezza quella di destra, e suddivisa in due parti sul lato sinistro, per permettere l’alloggiamento e il funzionamento della leva di blocco in apertura del carrello (hold open). Nella parte anteriore centrale delle guide è montato un blocchetto in acciaio che è multifunzione, perché nella parte anteriore alloggia la lama di bloccaggio a ghigliottina dell’appendice inferiore della canna che serve per l’assemblaggio del carrello con il fusto, subito dietro serve come rampa per fare abbassare la canna subito dopo lo sparo, quando inizia l’arretramento del gruppo canna-carrello (sistema di chiusura Browning modificato) e, nell’altra faccia, presenta un’ampia rampa d’invito per agevolare l’introduzione del proiettile nella camera di cartuccia. Il fusto ha la stessa lunghezza del carrello e nella parte anteriore ha una slitta tipo Picatinny per il montaggio degli accessori. La guardia del grilletto, ampia e ben sagomata, consente l’uso dell’arma anche indossando
L’arma con il dorsalino smontato. Evidenziato dalla freccia bianca il perno di tecnopolimero del dorsalino e la cavità dove si inserisce per consentire l’appoggio al dente della molla di scatto
Un disegno al tratto dell’autore che compara in grandezza naturale la PPK con la PPS
“La PPS, pur mantenendo dimensioni simili alla PPK (è camerata per il 9 parabellum, 9 x 21 e 40 SW) e grazie all’impiego dei moderni materiali realizzati con tecnopolimeri rinforzati, ha un peso inferiore di circa 50 grammi rispetto alla sua progenitrice” guanti invernali; nella parte posteriore si restringe e, a filo con quella anteriore, ha la presa per abbassare la leva di blocco del caricatore che è così ambidestra.
L’impugnatura è sagomata nella parte anteriore per l’appoggio delle dita e in quella posteriore monta i dorsalini intercambiabili che sono fissati all’arma grazie a un semplice e pratico meccanismo a molla che consente una rapida e semplice sostituzione. L’impugnatura è molto corta ed è indispensabile usare il caricatore da sette colpi per avere un appoggio per il dito mignolo della mano che la impugna (mano maschile di taglia media). L’arma è fornita di serie di due dorsalini, uno piccolo e uno medio, di tre caricatori con capacità di 6/7/8 cartucce, che differiscono per l’appendice posta nel fondello. Il grip dell’arma è buono e grazie a un favorevole angolo di calcio e allo svaso subito sotto lo sperone consente un’ottima impugnatura, salendo istintivamente allineata sul bersaglio. Il dorsalino intercambiabile svolge anche un compito di sicura, perché una volta sfilato dalla sede, causa il disarmo della molla del percussore e conseguentemente la disattivazione dell’arma. Questo dispositivo è stato battezzato dalla Walther Quicksafe e non è nient’altro che una sporgenza all’interno del dorsalino che serve per mettere in compressione la molla del dente di scatto che, senza appoggio, rimane inerte e non consente l’armaARMI CORTE
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La PPS scomposta nello smontaggio da campagna
mento del percussore. Grazie a questo semplicissimo e ingegnoso dispositivo, basta togliere il dorsalino per evitare che l’arma possa essere utilizzata impropriamente dai bambini o da persone non autorizzate. Il meccanismo di scatto è molto simile a quello della Glock: levetta di sicura al centro del grilletto, percussore lanciato (precaricato) ma viene caricato solamente dalla trazione del grilletto, e sicura automatica al percussore che ne consente l’avanzamento solamente quando il grilletto è premuto a fine corsa. Il carrello presenta otto intagli di presa nella parte posteriore, che rendono agevoli le operazioni di scarrellamento e ha i congegni di mira intercambiabili. La tacca di mira è montata in un incastro a coda di rondine, svasata e arrotondata negli angoli per evitare possibilità d’impigliamento durante l’estrazione, con una finestra ampia, e due riferimenti bianchi sulle creste. Il mirino, svasato anteriormente, è piatto nella parte posteriore, dove è ricavato il punto bianco (serve per l’allineamento rapido
“Il dorsalino intercambiabile svolge anche un compito di sicura, perché una volta sfilato dalla sede, causa il disarmo della molla del percussore e conseguentemente la disattivazione dell’arma. Questo dispositivo è stato quindi battezzato, dalla Walther, Quicksafe”
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Chiaramente visibile la cartuccia camerata, grazie alla apposita finestra ricavata nella parte superiore della camera di cartuccia prismatica
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079 Walther PPS Produttore: Carl Walther GmbH Sportwaffen, Po box 4325, D-89033 Ulm, www.carl-walther.de, info@carl-walther.de Importatore: Bignami spa, tel. 0471 803.000, www.bignami.it, email@bignami.it Modello: PPS Utilizzo ideale: difesa personale Tipo: pistola semiautomatica Calibro: 9x21 IMI Canna: lunga 81 mm, rigatura a sei principi destrorsi con passo di un giro in 250 mm Meccanica: chiusura stabile del tipo Browning modificata, con blocco prismatico Scatto: Safety Action (azione costante) Percussione: percussore lanciato, precaricato dall’azionamento del grilletto Numero colpi: 6/7/8 (l’arma viene fornita con tre caricatori) Alimentazione: caricatore monofilare Sicure: levetta al grilletto, sicura automatica al percussore, sicura di blocco dell’arma togliendo il dorsalino, sicura con disconnettore di scatto Mire: tacca di mira regolabile in deriva e mirino intercambiabile Lunghezza totale: 161 mm Altezza massima: 112 mm Spessore: 23 mm Peso: con caricatore da 7 colpi, 617 grammi scarica e 718 grammi con otto cartucce Materiali: acciaio inossidabile; guancette in gomma con appoggio anteriore per le dita Finitura: fusto in tecnopolimeri e gruppo carrello canna in nero opaco con trattamento antigraffio Numero Catalogo nazionale: 16.839 (arma comune)
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PREZZO
875 euro
collimandolo con quelli della tacca di mira), ed è montato in un’apposita sede, trattenuto da una vite (accessibile dall’interno del carrello) che è bloccata con un frenafiletti. La finestra di espulsione posta nella parte centrale e destra è molto ampia, con una forma vagamente romboidale; essa presenta un ampio sguscio nella parte centrale posteriore, mentre nella parte anteriore è molto spessa ed è sagomata per mandare in appoggio la parte
Le dimensioni dell’arma comparata con un metro flessibile
Il traversino posto nel fusto della pistola, che serve per bloccare il carrello, fare abbassare la canna durante il ciclo di funzionamento e come rampa per agevolare l’introduzione della cartuccia in canna
prismatica della canna, che garantisce così una chiusura a prova di bomba. Nella parte posteriore del carrello è ricavata una finestra da cui fuoriesce un’appendice di colore rosso che indica quando il percussore è prearmato e che è avvertibile anche con il polpastrello del dito, in caso di scarsa visibilità. Un altro accorgimento particolare è stato utilizzato per vedere se l’arma ha la cartuccia camerata (vale a dire il colpo in canna): da una finestra ricavata nella parte superiore-posteriore della camera di cartuccia si vede chiaramente il fondello della cartuccia. L’arma in esame, in calibro 9 x 21 è di proprietà dell’autore dal marzo 2009 e ha all’attivo circa 3mila colpi, sparati utilizzando munizionamento nuovo di varie marche e ricaricato. In questo periodo l’arma ha sempre avuto un
funzionamento ineccepibile e non ha mai perso un colpo, ha un’ottima precisione e alla distanza dei dieci metri ha una rosata molto contenuta ed è facile doppiare i colpi. Anche i vari amici e tiratori cui l’ho fatta provare sono rimasti entusiasti dalla precisione dell’arma, tanto che al poligono di Galliate, nel poligonetto del tiro operativo, sparando con le cartucce Fiocchi Top Target con palla ramata da 124 grani, nonostante la ridotta lunghezza della canna, tutti sono sempre riusciti ad abbattere i pepper posti a 25 metri di distanza. In conclusione la Walther è riuscita a rinnovare il mito del 1929, presentando un’arma che è ideale per chi ha la necessità di portarla in modo occulto, con la massima sicurezza di funzionamento, ottima potenza e un buon volume di fuoco. M C
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