L'Industria delle Carni e dei Salumi - 03/20

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L’industria delle

Carni Salumi

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CORONAVIRUS GLI SFORZI PER SUPERARE L’EMERGENZA

Poste Italiane - Spedizione in abbonamento postale DL 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB Milano

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L’industria delle

Carni Salumi e dei

SOMMARIO primo piano Ultima ora: aggiornamenti DPCM 8 marzo 2020 ........................................................................ 3 Emergenza Coronavirus: Confindustria in prima fila per supportare le imprese........................... 3 Piano straordinario Made in Italy: uno strumento per superare l’emergenza economica ............ 5 Il Ministero della Salute per la corretta informazione.................................................................. 5 Coronavirus: Confindustria chiede un grande piano italiano ed europeo di investimenti............ 6

MARZO 2020 N°03

attualità Origine carni nei salumi: no agli oneri ingiustificati..................................................................... 8

6

Confindustria: piano italiano ed europeo di investimenti

I preparativi per l’elezione del nuovo presidente di Confindustria............................................... 8 La #DopEconomy supera 16,2 miliardi di euro, +6,0% in un anno.............................................. 9

Europa Direzione e amministrazione Milanofiori, Strada 4 Palazzo Q8 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 02 8925901 (6 linee) assicaservice@assicaservice.it www.assica.it Direttore responsabile Alfredo La Stella Redazione Andrea Aiolfi Giada Battaglia Loredana Biscione Silvia Bucci Davide Calderone Augusto Cosimi Laura Falasconi Tiziana Formisano Gianluigi Ligasacchi Monica Malavasi

Elementi per un futuro partenariato tra UE e Regno Unito.......................................................... 11

comunicazione “Il cibo nei media italiani”: presentato a Torino il primo rapporto annuale................................. 14

dai media Un inizio d’anno all’insegna della salumeria italiana di qualità .................................................. 16

emozioni del gusto Davide Del Duca - Coppa con granita di salicorna....................................................................... 18

Rinnovo CCNL dell’Industria Alimentare: interruzione del negoziato........................................... 19

prodotti tutelati 2019: un anno importante per lo Speck Alto Adige IGP............................................................... 20 Consorzio Cacciatore Italiano: il premio Food&Sport................................................................... 20 TRUE COMPANY firma il nuovo sito internazionale di Isit........................................................... 20

Fabio Onano

La crescita della Finocchiona IGP non si arresta........................................................................... 21

Stefano Parisi Viviana Romanazzi Andrea Rossi Francesca Senna Michele Spangaro Stefania Turco

Futuro partneariato tra UE e UK

normativa

Sara Margiotta Giovannibattista Pallavicini

11

alimentazione 4.0

14 4

La carne nei sogni degli italiani................................................................................................... 23

aziende informano Pavimentazione Sirec: solida base per l’industria delle carni e dei salumi...................................... 6

Il cibo nei media italiani, il primo rapporto annuale

Registrato presso il Tribunale di Milano in data 24 gennaio 1951 con n. 2242 Impaginazione Studio ABC Zone Via Angelo Moro 45 20097 San Donato Mil. (MI) Tel. +39 02 57408447 info@abcz1.it Stampa Reggiani S.p.A. Via Dante Alighieri, 50 21010 Brezzo di Bedero (VA) Tel. +39 0332 549533 Fax +39 0332 546426 Pubblicità ASSICA SERVICE Srl Milanofiori, Strada 4 Palazzo Q8 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 02 8925901 (6 linee) lastella@assicaservice.it Crediti di copertina depositphotos.com Chiuso in tipografia il 9 marzo 2020

Come noto, a seguito dell’emergenza Coronavirus, le fiere programmate nel 1° semestre del 2020 sono state annullate, spostate o in attesa di definizione di nuove possibili date.

Prossime fiere e manifestazioni di settore


primo piano ULTIMA ORA

La situazione aggiornata prima di andare in stampa (9 marzo 2020)

EMERGENZA CORONAVIRUS: AGGIORNAMENTI DPCM 8 MARZO 2020 Cancellate le c.d. zone rosse – Istituita una più ampia area di contenimento e sorveglianza Misure di contenimento per tutta Italia Con riferimento all’emanazione nelle prime ore di

Per queste aree si viene invitati a evitare gli spo-

fornite dal Ministero della Salute con propria circola-

oggi 8 marzo 2020 di un nuovo specifico DPCM per

stamenti di persone fisiche in entrata, in uscita

re del 2 marzo scorso. Permane l’obbligo di informa-

fronteggiare l’emergenza Coronavirus, ASSICA infor-

e all’interno dei territori, salvo che per compro-

tiva a carico di chi fino a 14 giorni prima della data

ma che il governo abroga i precedenti DPCM 1 marzo

vate esigenze lavorative. Sono dunque ammessi

di entrata in vigore del DPCM sia entrato in Italia

e 4 marzo e introduce alcune importanti novità.

gli spostamenti per motivi di lavoro, come informal-

dopo aver soggiornato nelle zone a rischio identifi-

Di seguito si forniscono le prime sintetiche indica-

mente chiarito da fonti autorevoli. Come già nei pre-

cate dall’OMS.

zioni ricavate dalla lettura del testo e da alcuni con-

cedenti provvedimenti, anche questo DPCM invita

fronti informali utili allo svolgimento delle attività del

a favorire le misure di telelavoro, smart working e

L’Associazione è in costante contatto con le Autorità

nostro settore.

lavoro agile tutte le volte che sia possibile, come an-

nazionali e locali al fine di coordinare al meglio i com-

Il nuovo DPCM introduce una nuova zona di con-

che a ricorrere alla fruizione di periodi di ferie per il

portamenti da tenere in questa nuova fase evoluti-

tenimento e sorveglianza che comprende: il

personale, laddove compatibile.

va dell’emergenza, per offrire la migliore assistenza

territorio della regione Lombardia e i territori delle

possibile alle aziende associate.

province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’E-

È sempre consentito il rientro presso la pro-

milia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, No-

pria abitazione (sia esso domicilio o residenza o

Ricordiamo che sul sito di Confindustria è disponibile

vara, Verbano-Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Trevi-

semplice abitazione).

un’apposita area dedicata all’emergenza coronavirus

so, Venezia.

e sempre aggiornata con le più recenti misure, provNon si ravvisano limitazioni alcune alla movi-

Vengono a decadere pertanto le precedenti definizio-

mentazione delle merci. Al momento, devono an-

ni di “zone rosse”, sostituite da questa più ampia area.

che ritenersi ancora valide e applicabili le indicazioni

vedimenti e indicazioni in materia. www.confindustria.it/coronavirus

Emergenza Coronavirus: Confindustria in prima fila per supportare le imprese Task force dedicata, misure mirate e azioni concrete per fronteggiare l’impatto sull’economia nazionale A seguito dell’evoluzione dell’emergenza Coronavirus in Cina, Confindustria si è attivata sin dal 29 gennaio, condividendo le linee guida dell’OMS, veicolate dall’Unità di Crisi della Farnesina, unitamente alla Circolare del Ministero della Salute con le quali si certificava l’esistenza del fenomeno a partire dai primi contagi. L’8 febbraio ha proseguito con l’adozione di misure concrete, costituendo una Task force interna e coinvolgendo i responsabili delle Aree di competenza su tutte le tematiche oggetto di interesse, fin dai primi segnali di allarme, visto l’impatto della situazione sanitaria sulle attività economiche. La Task force, punto di raccordo tra Confindustria e gli attori istituzionali, risponde in maniera puntuale ed efficiente alle esigenze del Sistema associativo e si fa carico di dare voce alle imprese aderenti nei confronti delle Istituzioni, a cui porta le istanze del tessuto produttivo che rappresenta, a seguito di un confronto con le diverse Associazioni di categoria del Sistema.

dirizzo www.confindustria.it/coronavirus nella quale le imprese possono trovare tutte le Informazioni utili per fronteggiare l’emergenza, come ad esempio le Ordinanze e le indicazioni diffuse dalle Istituzioni competenti, oltre agli Aggiornamenti per le imprese del Sistema, dove vengono raccolti ad esempio importanti comunicazioni sugli adempimenti fiscali e i versamenti delle cosiddette “zone rosse” (cioè i focolai isolati), oltre ad una puntuale sezione Continua a pag. 4

Dopo aver gestito in una prima fase le problematiche dei rapporti commerciali con la Cina, in stretto coordinamento con l’Unità di Crisi della Farnesina e con il Ministero della Salute, ha avviato una seconda fase di intervento e gestione, legata principalmente al diffondersi dell’emergenza nel nostro Paese, segnata dal confronto con i Ministeri competenti per la messa in campo degli strumenti fiscali, finanziari e giuslavoristici del caso, con l’obiettivo di minimizzare l’impatto dell’emergenza sul sistema economico italiano. In quest’ottica, ha anche creato e pubblicato una sezione dedicata sul suo sito web, raggiungibile all’in-

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primo piano Segue da pag. 3 Contatti, con l’elenco delle figure di supporto specifico per l’emergenza divisi per ambito di competenza. A seguito della segnalazione di Confindustria, il Governo ha provveduto inoltre a sospendere i termini per gli adempimenti ed i versamenti tributari nelle “zone rosse”: i cittadini residenti, le imprese, i professionisti e gli enti con sede legale o operativa nei Comuni coinvolti, non dovranno effettuare gli adempimenti ed i versamenti fiscali in scadenza tra il 21 febbraio ed il 31 marzo 2020. Per le imprese, nella finestra temporale indicata, la sospensione riguarda il versamento dell’IVA del mese di febbraio, gli eventuali versamenti relativi a debiti derivanti da cartelle di pagamento o da accertamenti esecutivi e l’eventuale rata della “rottamazione-ter”. Per quanto concerne gli adempimenti, risultano sospesi, a titolo esemplificativo, quelli inerenti alla documentazione e alle comunicazioni IVA (trasmissione telematica, fatturazione, elenchi intrastat, ecc.) nonché quelli relativi alla trasmissione delle certificazioni uniche (CU 2020) o alle comunicazioni da effettuare all’Anagrafe Tributaria. Nel periodo interessato dalla sospensione, inoltre, le imprese e gli altri sostituti d’imposta con sede legale o operativa nelle “zone rosse” non operano le ritenute sui redditi da lavoro dipendente e assimilato. L’Amministrazione finanziaria, per l’intero periodo oggetto di sospensione, non richiederà documenti per controlli formali e non invierà comunicazioni di irregolarità, cartelle di pagamento o atti di recupero di debiti tributari ai contribuenti residenti, o con sede legale o operativa, nelle “zone rosse”. La sospensione agisce, per lo stesso lasso temporale e relativamente alle sole entrate sospese, anche sui termini processuali e su quelli di prescrizione e decadenza in materia di liquidazione, controllo, accertamento, contenzioso e riscossione a favore degli Enti impositori, previdenziali, assistenziali e degli agenti della riscossione. Gli Uffici dell’Amministrazione che hanno sede nella “zona rossa”, e quelli con sede altrove ma con debitori aventi domicilio fiscale o sede operativa nella “zona rossa”avranno una proroga di due anni per svolgere le loro attività relativamente ai termini di prescrizione e decadenza che scadono il 31 dicembre 2020. Tutti gli adempimenti ed i versamenti sospesi dovranno per ora essere effettuati entro il mese di aprile 2020 in un’unica soluzione. Confindustria ha sollecitato il prolungamento del periodo di sospensione e, di conseguenza, la possibilità di restituire ratealmente i versamenti sospesi. Nell’ambito delle attività promosse dalla Task Force di Confindustria sull’emergenza Coronavirus, era anche prevista un’indagine presso le imprese del sistema produttivo, che individuasse i problemi che le imprese italiane devono affrontare per quanto riguarda i loro rapporti internazionali e le loro attività produttive. L’obiettivo dell’indagine, compilabile visitando la sezione del sito realizzata appositamente e denominata “Questionario su impatto Covid-19 per le imprese”, era quello di raccogliere informazioni per identificare misure appropriate da sottoporre alle istituzioni competenti. L’esito della consultazione (terminata il 5 marzo) ha restituito a Confindustria un quadro più

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chiaro delle principali necessità delle imprese e sarà la base per le istanze che l’Associazione porterà alle Istituzioni, perché il tessuto produttivo possa vedere tradotte nella pratica le misure più utili alla propria attività. Una delle problematiche che le aziende associate ad ASSICA hanno segnalato è legata alla richiesta, da parte di clienti stranieri, di ricevere rassicurazioni sulle procedure poste in essere negli stabilimenti per prevenire la contaminazione dei prodotti e sulla loro salubrità con riferimento al Nuovo Coronavirus. Una sorta di certificazione “virus free”, che rappresenta una vera e propria limitazione alla libera circolazione delle merci inaccettabile e ingiustificata e che ha provocato la reazione decisa delle nostre Istituzioni: “Siamo impegnati a tutti i livelli per scongiurare il blocco delle esportazioni di prodotti italiani. Una forma di pratica sleale che va condannata e che deve essere immediatamente fermata - ha dichiarato la Ministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova - poiché non sussistono rischi di trasmissione del virus attraverso gli alimenti e gli imballaggi”. Anche il Ministero della Salute, nel fornire ai Servizi veterinari istruzioni utili allo svolgimento delle attività finalizzate a garantire l’approvvigionamento di derrate alimentari, nonché la movimentazione degli animali nei territori sottoposti a restrizione SARS-CoV-2, ha ribadito che “non risulta alcuna evidenza scientifica della trasmissione del virus SARS-CoV-2, dagli animali domestici all’uomo e attraverso gli alimenti. La sicurezza alimentare continua ad essere garantita secondo le norme vigenti e pertanto eventuali richieste di certificazioni in tal senso e non previste sono da considerarsi inappropriate”. Posizioni molto nette, che trovano conforto nel “Coronavirus disease (COVID-2019) situation report n. 32” dell’Organizzazione mondiale della Sanita, il quale manifesta attesta che “esperienze di precedenti focolai di coronavirus correlati, come il Coronavirus della sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV) e il Coronavirus della sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS-CoV) mostrano che la trasmissione attraverso il consumo di cibo non è avvenuta. SARS-CoV e MERS-CoV sono sensibili ai protocolli di pulizia e disinfezione più comuni e finora non vi sono indicazioni che SARS-Cov-2 si comporti in modo diverso”. Le richieste di certificazioni aggiuntive sembrano, in realtà, avanzate strumentalmente da alcune catene della grande distribuzione perché, a livello ufficiale, i molti Paesi che hanno adottato misure più o meno restrittive agli ingressi di persone provenienti dall’Italia non hanno approvato alcuna disposizione di limitazione all’importazione di prodotti di origine animale per questioni legate al Nuovo Coronavirus.

gane in servizio è ridotto al minimo. Per evitare ulteriori cause di stazionamento prolungato delle merci in dogana, l’Ambasciata ha raccomandato alle aziende esportatrici la massima attenzione nel seguire le istruzioni per la compilazione dei certificati sanitari e la procedura di prenotifica delle spedizioni. Le Autorità di Taiwan, invece, lo scorso 20 febbraio hanno disposto l’eliminazione dell’Italia dalla lista dei Paesi riconosciuti indenni da Peste suina africana (PSA) motivando la decisione con un peggioramento delle condizioni veterinarie della Sardegna. “Si tratta di una netta chiusura per l’export della nostra salumeria e delle carni suine verso Taiwan - ha dichiarato il direttore di ASSICA Davide Calderone - Non comprendiamo il timore di Taiwan nei confronti della situazione veterinaria in Sardegna: la Regione negli ultimi anni, con il supporto del Ministero della Salute e della Commissione europea ha condotto un ottimo lavoro verso l’eradicazione totale della PSA che mai come oggi appare prossima”. La decisione di Taiwan risulta, quindi, del tutto ingiustificata dal punto di vista sanitario e il sospetto che possa rappresentare una ritorsione per la decisione del Governo italiano di sospendere i collegamenti aerei tra i due Paesi è diffuso, anche alla luce della tempestiva precisazione delle Autorità taiwanesi: il provvedimento “non è legato alla decisione di Roma sulle restrizioni dei voli da e per Taipei sui timori di contagio del coronavirus”, ma è una mera misura precauzionale per evitare il rischio veterinario di introduzione della PSA sull’isola. C’è tensione su molti mercati internazionali e il Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, ai margini dell’incontro svoltosi alla Farnesina il 3 marzo per la presentazione del Piano straordinario Made in Italy 2020 e delle prime misure di supporto a fronte dell’emergenza Coronavirus ha dichiarato: “Stiamo affrontando una situazione delicata e abbiamo il dovere di reagire in tempi celeri; ci siamo attivati per far ritirare blocchi che riteniamo ingiustificati. Inoltre, dal Ministero abbiamo chiesto chiaramente che il tema delle chiusure verso l’Italia sia discusso anche al prossimo Consiglio Affari Esteri. Stiamo mettendo in campo strumenti e iniziative che mirano a salvaguardare le imprese”. E tra queste proprio il Piano straordinario Made in Italy 2020, che prevede una disponibilità di 316 mln di euro come fondi promozionali in capo ad ICE Agenzia, cui si aggiungono 400 mln del Fondo 394 Sace-Simest.

Ufficialmente nemmeno la Repubblica Popolare Cinese e Taiwan. Eppure le difficoltà che le aziende stanno riscontrando nello sdoganamento delle merci presso le dogane cinesi sono molte: la nostra Ambasciata a Pechino ha confermato che non risultano ufficiali disposizioni di divieto di importazione dei prodotti suini italiani ma che la diffusione in Cina del Nuovo Coronavirus sta causando pesanti ritardi nei trasporti interni e un forte rallentamento delle procedure di sdoganamento delle merci in importazione, in quanto il personale delle do-

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primo piano

Piano straordinario Made in Italy: uno strumento per superare l’emergenza economica L’emergenza sanitaria legata al Coronavirus ha innescato una spirale economica negativa: la Farnesina mette in campo 716 milioni di euro per sostenere l’internazionalizzazione delle imprese italiane Tranquillizzare, rilanciare e sostenere. Queste le tre parole d’ordine che durante la riunione tenutasi alla Farnesina il 3 marzo scorso hanno accompagnato l’annuncio di tutte le misure che probabilmente verranno studiate e approfondite nel corso delle prossime settimane per dare corpo al Piano Straordinario 2020 per il Made in Italy. Per il momento l’unica certezza sembra essere la somma messa a disposizione per i necessari investimenti di sostegno all’export del Made in Italy: 716 milioni di euro di cui 316 milioni provenienti dai fondi accumulati per la realizzazione del Piano in senso stretto (quelli derivanti dalla L. 164/2014) e altri 400 milioni in dotazione al polo Sace-Simest per l’internazionalizzazione delle PMI. Per quanto riguarda le misure poco si sa concretamente. Dall’evento del 3 marzo scorso si è precisato che tra gli obiettivi prioritari ci sarà quello di rilanciare l’immagine del Paese a livello internazionale con una grande campagna di promozione nei principali mercati maturi ed emergenti, accompagnata da missioni internazionali di alto livello che impegneranno tutti gli esponenti di governo. La necessità di tranquillizzare gli investitori internazionali è dunque una delle priorità

del Governo, da gestire in parallelo all’emergenza sanitaria legata alla diffusione del virus Covid-19. Del resto, con un PIL del Paese generato al 32% dall’export, al 10% dal turismo e al 20% dagli investimenti esteri è facile comprendere come dalla reputazione internazionale del nostro Paese dipenda gran parte della nostra economia e dei nostri posti di lavoro. Una priorità che emerge molto chiaramente anche dalle parole della Ministra Teresa Bellanova che intervenuta all’incontro in oggetto ha affermato: “Dobbiamo tranquillizzare e riconquistare la fiducia nei Paesi dove tanti consumatori apprezzano i nostri prodotti. Abbiamo bisogno di un ben definito programma di missioni all’estero incentrato sul made in Italy agroalimentare. Occorre realizzare Missioni istituzionali da realizzare in stretta sinergia e con pieno coinvolgimento delle nostre imprese. Io stessa mi sono recata recentemente a Mosca, dove ho invocato una riconsiderazione delle condizioni che limitano l’interscambio e la collaborazione con la Russia proprio nel settore agroalimentare”. La stessa Ministra si è detta pronta a guidare missioni settoriali tanto in mercati maturi (Stati Uniti e Giappone, ma non solo) quanto in mercati emergenti

del Medio-Oriente, sub-continente Indiano e America Latina. La sen. Bellanova ha inoltre garantito che il Ministero è impegnato a sostenere le Filiere settoriali italiane, ma occorre uno sforzo maggiore sul piano della comunicazione. Il rischio di uno stop al presidio dei mercati internazionali con i prodotti dell’autentico made in Italy agroalimentare comincia a profilarsi concretamente all’orizzonte, così come pure l’eventualità da scongiurare di una perdita di quote di mercato a vantaggio dei competitor stranieri. E per ridare fiato alle imprese, già duramente colpite da uno scenario internazionale estremamente complicato, il Ministro Di Maio ha annunciato che è in fase di valutazione la possibilità di rimborsare al 100% gli investimenti sostenuti dalle aziende per partecipare a eventi fieristici poi annullati. Una misura di ristoro che interverrebbe direttamente sul piano economico e potrebbe sicuramente alleviare l’esposizione ai rischi congiunturali di questa difficile fase. La confermata possibilità di accedere ai servizi ICE in modo gratuito per le imprese fino a 100 dipendenti e la partecipazione gratuita agli oltre 200 eventi organizzati da ICE nel mondo, rappresentano il volano che dovrebbe rilanciare e sostenere l’export nazionale evitando brusche frenate.

IL MINISTERO DELLA SALUTE PER LA CORRETTA INFORMAZIONE Il 27 gennaio scorso il Ministero della Salute ha attivato il numero di pubblica utilità 1500, per rispondere alle domande dei cittadini sul Nuovo Coronavirus: tutti i giorni, 24 ore su 24, dirigenti sanitari e mediatori culturali rispondono per accogliere quesiti e preoccupazioni, dirimere dubbi e incertezze delle persone e per fornire indicazioni sulle precauzioni da adottare. Nei primi 15 giorni dall’attivazione, al numero di pubblica utilità sono giunte circa 12.000 telefonate con una media di 750 telefonate al giorno. “In queste ore non facili è importante la corretta informazione – ha dichiarato il Ministro della Salute, Roberto Speranza – per questo continuiamo a lavorare perché anche sui social le informazioni siano corrette e non influenzate dalle troppe fake news: Google, con le sue ricerche, e YouTube, con i suoi video, possono far emergere notizie affidabili. L’accordo fatto con il Ministero della Salute prevede che le due piattaforme indirizzino verso il nostro sito tutti gli utenti che cercheranno notizie sul Nuovo Coronavirus”. È disponibile, infatti, in cima ai risultati di YouTube per ricerche correlate al coronavirus e in corrispondenza di video rilevanti, un pannello informativo che indirizza i visitatori alla pagina dedicata sul sito del Ministero della Salute www.salute.gov.it/nuovocoronavirus. Anche agli utenti di Facebook Italia e di Twitter che cercano notizie sul Nuovo Coronavirus viene suggerita la consultazione del sito del Ministero della Salute.

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primo piano

Coronavirus: Confindustria chiede un grande piano italiano ed europeo di investimenti Il rilancio degli investimenti pubblici, un piano europeo da 3mila miliardi e misure volte a garantire la liquidità tra le proposte presentate al presidente del Consiglio “Un grande piano massivo di investimenti che punti a realizzare infrastrutture materiali, sociali e immateriali”. È questa la proposta di Confindustria per fronteggiare l’emergenza coronavirus, avanzata dal presidente Vincenzo Boccia al Premier Conte durante l’incontro dello scorso 4 marzo a Palazzo Chigi. “L’estensione del contagio del Coronavirus dalla Cina all’Italia e agli altri paesi europei e le misure restrittive e di contenimento sanitario adottate negli ultimi tempi mettono a serio rischio le prospettive di crescita a medio termine dell’Italia e dell’Europa intera”. L’impatto sull’economia, secondo Confindustria, sarà rilevante, se tale situazione non sarà fronteggiata in tempi rapidi e con misure e strumenti non convenzionali. Per questo “servono investimenti pubblici, serve riattivare rapidamente tutti i cantieri e non solo quelli delle opere considerate prioritarie: la domanda pubblica deve compensare l’arretramento di quella privata” sottolinea l’associazione degli industriali nel documento “Assi portanti di azione e reazione all’arretramento dell’economia”. Confindustria immagina un piano massivo e straordinario che si snoda su sei grandi assi, di cui i primi tre assumono carattere di urgenza e immediatezza: 1. Rilancio degli investimenti pubblici e delle infrastrutture, come primo motore della crescita economica. È necessario dotarsi di un piano straordinario triennale, che parta dall’avvio di tutti i cantieri e punti a realizzare tutte le opere programmate, anche attraverso l’introduzione di apposite misure di carattere organizzativo sul modello del ponte Morandi. 2. Ambizioso piano di rilancio a livello europeo. Il piano triennale di rilancio degli investimenti deve inserirsi in un altrettanto ambizioso piano di rilancio a livello euro-

peo, con una connotazione transnazionale delle opere da realizzare e una massiccia dote finanziaria (a partire da 3mila miliardi di euro), resa possibile dall’emissione di Eurobond a 30 anni garantiti anche dalle infrastrutture oggetto del piano. 3. Misure volte a garantire liquidità alle imprese. In particolare, servono azioni mirate in tre direzioni: • potenziamento delle attività del Fondo di garanzia per le PMI, per il quale occorre innalzare l’importo massimo garantito a 5 milioni per tutte le tipologie di operazioni e potenziarne il raggio d’azione; necessaria anche una maggiore semplificazione per le piccole imprese che subiranno l’effetto della contrazione del credito dato il calo di fatturato. • possibilità per le imprese - che si trovino in condizioni di comprovata e temporanea difficoltà con cali di fatturato a due cifre e con l’obiettivo di tutelare le prospettive di continuità aziendale - di richiedere una procedura speciale che consenta loro di dilazionare, in un maggior lasso temporale (10 anni) rispetto a quello vigente, il pagamento dei debiti tributari, prima dell’avvio di azioni accertative o esecutive, senza applicazione di sanzioni; • possibilità per le imprese di surrogare gli attuali mutui o contratti di leasing con nuove linee di credito garantite da immobili aziendali e con una prospettiva di rientro trentennale, anche in tal caso supportate dal Fondo di garanzia per le PMI. • iniziative volte a favorire l’investimento dei fondi pensione in capitale e debito di PMI e mid cap e in infrastrutture. 4. Avvio di un nuovo e vasto programma di semplificazioni su base triennale, per liberare, attrarre e fidelizzare investimenti, in particolare con riferimento a due linee prioritarie per le imprese: fisco e ambiente/energia.

5. Incentivi all’occupazione giovanile che rafforzino, rispetto a quelli attualmente previsti, la probabilità per i giovani di “imparare lavorando” e poi stabilizzarsi in azienda. Fondamentale per la realizzazione di questo obiettivo è l’apprendistato, che da un lato andrebbe meglio articolato rispetto sia alle esigenze reali delle imprese sia ai fabbisogni formativi dei giovani, e dall’altro andrebbe ulteriormente incentivato. In particolare, si potrebbe introdurre una particolare tipologia di apprendistato che favorisca l’inserimento al lavoro di giovani degli Istituti Tecnici e degli Istituti Tecnici Superiori e che conceda, alle imprese che assumono, uno sgravio totale dei contributi per cinque anni, a condizione che l’impresa medesima partecipi al sostegno economico della Fondazione ITS o concorra alle spese per la dotazione laboratoriale degli ITIS. 6. Piano di azioni volte ad attrarre, stimolare e rilanciare gli investimenti privati che includa misure di carattere fiscale, societario e finanziario. In particolare, è necessario dare continuità e sistematicità all’impianto agevolativo vigente, attraverso un potenziamento degli incentivi fiscali. Questa azione di rilancio degli investimenti non può poi prescindere da alcune misure dedicate specificamente al Mezzogiorno. Per Confindustria è “il momento per l’economia italiana ed europea di un “whatever it takes” della politica economica”, con un “chiaro indirizzo nell’allocazione delle risorse e degli effetti da realizzare, per contenere e compensare l’arretramento della domanda privata conseguente a quanto sta accadendo. Per far questo, è indispensabile un’ampia convergenza nazionale sugli obiettivi e le proposte descritte tra forze politiche, Governo, istituzioni territoriali e parti sociali”.

Pavimentazione Sirec: solida base per l’industria delle carni e dei salumi

Aziende no informa

Soluzioni su misura in resina, klinker e gres porcellanato Nel settore alimentare il pavimento, per essere idoneo e conforme al protocollo HACCP, deve essere impermeabile, facile da pulire e sanificare, oltre che non scivoloso anche in presenza di liquidi. Pavimenti inadatti sono infatti destinati a rovinarsi e sgretolarsi in breve tempo: se non correttamente studiati e realizzati possono dare problemi importanti e fermi produttivi onerosi. Sirec Spa, da oltre 25 anni realizza pavimenti e rivestimenti in resina per l’industria: partendo dall’analisi delle richieste del Cliente, studia la soluzione idonea per le sue esigenze, dando un servizio di affiancamento sia nella fase progettuale che nella fase esecutiva. Nei locali “camere bianche”, dove vi è sempre il rischio di contaminazione batterica, Sirec realizza superfici in resina con finiture “a specchio” che aumentano ulteriormente la facilità di sanificazione e pulizia e possiedono, inoltre, un ottimo aspetto estetico. Oltre a ciò, ha messo a punto i “pavimenti antibatterici” con l’incorporazione di additivo

naturale, non chimico, a base di ioni d’argento, che non impatta sulla contaminazione delle acque. Una gamma di soluzioni che si è ampliata ulteriormente con il klinker e il gres porcellanato. Il processo di applicazione delle piastrelle consente di ottenere la continuità della superficie attraverso la sigillatura con resina epossidica e l’utilizzo di battiscopa, angolari, raccordi a pavimento e a parete, complementi che uniformano totalmente l’ambiente industriale. Infine, nelle aree attrezzate con veicoli automatici (AGV – LGV – TGV), Sirec realizza pavimenti ad alta resistenza meccanica, planari e con rugosità e conducibilità elettrica come richiesto dai costruttori di tali veicoli. Non c’è la soluzione migliore in assoluto, è la consapevolezza, l’esperienza e la fiducia verso il fornitore che porta all’ottimo risultato per la propria Azienda.

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attualità di Giovannibattista Pallavicini

Origine carni nei salumi: no agli oneri ingiustificati ASSICA in audizione alla Camera dei Deputati ha ribadito la necessità di una norma nazionale coerente con il quadro delle norme già esistenti in Europa Lo scorso 25 febbraio, l’audizione presso la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati ha rappresentato l’occasione per riaffrontare il tema dell’indicazione dell’origine della materia prima nei salumi. Il direttore dott. Davide Calderone intervenendo all’audizione ha ricordato come da sempre ASSICA sia favorevole a norme di trasparenza al consumatore, in grado di valorizzare le produzioni nazionali. Non a caso ASSICA è da sempre in prima linea per la tutela delle DOP e IGP e per la richiesta di nuovi riconoscimenti in tal senso. Non è un caso che l’Italia sia il primo Stato Membro per numero di riconoscimenti DOP e IGP di salumeria con ben 43 specialità DOP e IGP, pari al 60% dei salumi a indicazione geografica d’Europa. Inoltre, la maggior parte delle aziende nazionali, già oggi evidenzia l’impiego di carne suina nazionale ove possibile in quanto per ragioni qualitative di prodotto, caratteristiche della materia prima e livello di autosufficienza parziale del nostro Paese (l’intera produzione suinicola nazionale soddisfa solo il 60% del fabbisogno industriale), siamo costretti a importare circa il 40% della materia prima che utilizziamo. È stato bene ricordare, anche in risposta alle osservazioni di alcuni deputati, che aumentare la produzione nazionale può essere una prospettiva, che deve tuttavia essere valutata con attenzione e cautela e non cavalcata con facile consenso consumeristico; occorre infatti conciliarla con le disponibilità di suolo nazionale, con l’impatto ambientale che deve essere ben calibrato favorendo lo sviluppo di strutture di allevamento che siano all’avanguardia nei sistemi di riutilizzo delle biomasse e con la necessità di disporre non solo del tradizionale suino pesante italiano, ma anche del suino leggero, tipicamente più diffuso in Europa e più adatto alla prduzione di tagli magri. In tema di indicazione dell’origine della materia prima, abbiamo sempre soste-

nuto la necessità di norme europee per l’indicazione d’origine. Il mercato di riferimento per le imprese è quello unico comunitario ed avere regole omogenee è fondamentale per garantire concorrenzialità e competitività. Il decreto nazionale elaborato per rendere obbligatoria l’indicazione del luogo di provenienza delle carni suine impiegate nella produzione dei salumi è una misura di cui, sostanzialmente, prendiamo atto: comprendiamo la necessità della politica di dare una risposta alle richieste dei consumatori sull’origine delle materie prime. Vorremmo che la politica comprendesse ugualmente le necessità degli operatori di non moltiplicare gli oneri burocratici. Il direttore di Assica ha infatti ricordato che dal prossimo 1.4.2020 entra in vigore l’obbligo europeo di indicare l’origine dell’ingrediente primario quando diverso dalla dichiarata origine del prodotto. A differenza di quanto stanno paventando certuni, questo vorrà dire che tutte le volte che in etichetta c’è un qualsiasi riferimento all’Italia e la materia prima non è italiana, bisognerà indicarne origine o provenienza. (Reg. UE 775/2018) Questo decreto nazionale aggiunge esclusivamente l’obbligo di riportare sempre questa indicazione sulla materia prima, anche quando questa è italiana. “Può essere un modo per valorizzare la filiera nazionale – ha affermato Calderone - ma dobbiamo semplificare le modalità operative di indicazione e soprattutto renderle omogenee con il resto della normativa europea che entrerà in vigore a breve. Sul piano pratico: occorre modificare nel testo del decreto le diciture da impiegare per indicare il luogo d’origine della materia prima prevedendo una dicitura che espliciti che i luoghi di nascita, allevamento e

macellazione sono riferiti alle carni suine. Parimenti sarebbe bene escludere i prodotti rientranti nel campo di applicazione del Reg. UE 1337/2017 che già reca obbligo di etichettatura per le carni fresche suine. Infine sarebbe bene introdurre una definizione di luogo d’allevamento uniforme a quella delle norme europee, richiamando il citato Reg. UE 1337/2017. Tali modifiche non sono di mera forma, ma contribuiscono a ridurre gli oneri a carico degli operatori nell’adempiere alla norma nazionale che si va a sovrapporre – in tutto o in parte – con quella europea. Non vogliamo complicazioni per il consumatore, né tantomeno appesantimenti per gli operatori che già devono fronteggiare uno scenario di settore complesso e senza precedenti negli ultimi 20 anni. È noto perdurare della situazione di crisi che abbiamo approfonditamente denunciato con un momento di dialogo dedicato lo scorso 26 novembre alla presenza della Ministra Bellanova. Situazione a cui nel frattempo si sono aggiunte la Brexit che si prefigura sempre più dura, la crisi mondiale del coronavirus, il raffreddamento della produzione industriale nazionale (che impatta inevitabilmente anche sui consumi), la chiusura commerciale di Taiwan alle carni suine come ritorsione per la nostra chiusura aeroportuale nel tentativo di contenere il contagio da Covid 19. All’esito dell’audizione, la Commissione Agricoltura ha accolto all’unanimità le indicazioni fornite da Assica, ritenendole coerenti con la formulazione di un quadro normativo trasparente per i consumatori e attuabile per gli operatori, ed ha pertanto approvato un parere all’unanimità che recepisce i suggerimenti dell’associazione. Ora toccherà al governo fare le proprie valutazioni in merito al parere della Commissione Agricoltura.

I preparativi per l’elezione del nuovo presidente di Confindustria Si è messa in moto la macchina organizzativa per eleggere il nuovo presidente che dovrà sostituire Vincenzo Boccia

8

L’attuale mandato scadrà a maggio 2020 ma la pro-

Il meccanismo di elezione del presidente di Confin-

Associazioni e i più importanti componenti del Consi-

cedura per il rinnovo è già partita lo scorso novembre

dustria ha tempi e regole ben precise: i tre saggi,

glio Generale, con il compito di raccogliere i consensi

con l’invio da parte di Confindustria a tutti i presi-

sono stati chiamati a esaminare, durante la prima

sugli eventuali nominativi indicati dalle associazioni

denti di sistema delle raccomandazioni procedurali

settimana dall’insediamento e d’intesa con il Con-

stesse e sulle autocandidature formalizzate. Dopo

che attengono alla presentazione delle candidature

siglio di indirizzo etico e dei valori associativi e con

aver effettuato le necessarie verifiche di conformità

per la nuova presidenza e al rapporto con i media:

il Collegio dei Probiviri, il profilo personale, impren-

alla presentazione delle candidature, la Commissio-

un invito al rigido rispetto delle regole e dello statuto

ditoriale, professionale e associativo dei candidati e

ne ha provveduto a comunicare ai Presidenti delle

per tutto il processo di individuazione del successore

hanno potuto ricevere (fino al termine ultimo del 05

Associazioni, i nominativi emersi e le rispettive linee

di Vincenzo Boccia, che si concluderà a fine marzo

febbraio) eventuali auto candidature, accompagnate

programmatiche. I candidati saranno chiamati ad uf-

2020 quando il Consiglio generale, composto da 183

dalle linee programmatiche. Queste devono essere

ficializzare l’accettazione della nomina e ad illustrare

voti, proporrà il nominativo per il nuovo presidente.

sostenute da almeno il 10% dei voti assembleari o dal

il proprio programma in occasione del Consiglio Ge-

Lo scorso gennaio, il Consiglio Generale di Confin-

10% dei componenti del Consiglio Generale e firma-

nerale del prossimo 12 marzo.

dustria ha estratto i nominativi dei tre saggi neces-

te dai presidenti delle associazioni o dai sostenitori

A seguire, il 26 marzo il Consiglio Generale di Confin-

sari alla Commissione di designazione: Andrea Bolla

membri del Consiglio Generale. La conclusione degli

dustria voterà, a scrutinio segreto e a maggioranza

- presidente e AD di Vivigas SpA, società che opera

accertamenti preliminari è stata comunicata al termi-

assoluta dei votanti, il nome del futuro presidente

nel settore della vendita di gas naturale ed energia

ne della procedura dalla Commissione di designazio-

che verrà poi presentato all’Assemblea dei Delegati,

elettrica, ex presidente di Confindustria Verona; Ma-

ne direttamente agli interessati.

per arrivare il 30 aprile al voto della squadra di Presi-

ria Carmela Colaiacovo - vicepresidente di Feder Al-

A partire dalla seconda settimana dall’insediamento,

denza, composta da un massimo di dieci vicepresi-

berghi, e Andrea Tomat - presidente di Lotto Sport

compito dei saggi è stato quello di muoversi su tutto

denti. Infine, l’Assemblea dei Delegati nella giornata

Italia.

il territorio nazionale per ascoltare i presidenti delle

del 20 maggio eleggerà il nuovo presidente.

Marzo 2020


attualità

La #DopEconomy supera 16,2 miliardi di euro, +6,0% in un anno Presentato il Rapporto 2019 Ismea-Qualivita. Le DOP e le IGP valgono il 20% dell’agroalimentare nazionale. Export per la prima volta oltre 9 miliardi La #DopEconomy italiana si conferma driver fondamentale e indiscusso dei distretti agroalimentari del IGP STG ITALIA , valore alla produzione 2018 ,SETTORE DOP valore alla produzione 2018 nostro Paese. Lo certifica il XVII Rapporto Ismea-Qualivita I PRIMI 15 PRODOTTI DOP E IGP che nella sua analisi sui dati produttivi 2018 registra una ulVAL.2017 VAL.2018 VAR. PRODOTTI FOOD (mln €) (mln €) 18/17 teriore crescita che si inserisce nel trend degli ultimi dieci 1° Parmigiano Reggiano DOP 1.343 1.434 +6,8% 2° Grana Padano DOP 1.293 1.277 -1,2% anni per il settore Food e Wine DOP IGP, con un valore alla 3° Prosciutto di Parma DOP 850 824 -3,0% % . , mld € , mld € 4° % produzione delle oltre 800 Indicazioni Geografiche che per Mozzarella di Bufala Campana DOP 391 410 +4,9% valore all’export peso DOP IGP peso DOP IGP valore alla produzione Consorzi operatori prodotti % in un , mld €DOP IGP STG % +6,0% su 2017 . su settore , mld € di euro (+6,0% la prima volta supera i 16,2 miliardi +2,5% su 2017 5° Aceto Balsamico 390 autorizzati 363 -7,0% su exportdi Modena IGP DOP IGP STG agroalimentare agroalimentare* Consorzi valore all’export peso DOP IGP peso DOP IGP valore alla produzione operatori prodotti 6° Gorgonzola DOP 323 332 +2,8% anno) e con l’export che scavalca la soglia dei 9 miliardi di +6,0% su 2017 +2,5% su 2017 su export su settore autorizzati DOP IGP STG DOP IGP STG 7° Prosciutto di San Daniele DOP 304 307 +1,1% agroalimentare agroalimentare* euro (+2,5%), grazie al lavoro di oltre 180.000 operatori e 8° Mortadella Bologna IGP 304 296 -2,6% 9° Pecorino Romano DOP 155 234 +50,4% l’impegno dei 285 Consorzi di tutela riconosciuti.

824

16 2

20

90

16 2 mld €

16 2 mld €

SETTORE DOP IGP STG ITALIA

824

16 2

21

20

21

90

285

182 705

285

182 705

Bresaola della Valtellina IGP PRODUZIONE 225 I PRIMI 15 PRODOTTI DOP E IGP PER VALORE ALLA

232 +3,1%

10°

#DopEconomy: il peso SETTORE DOP IGP STG ITALIA nell’economia agricola italiana

16,2 mld € valore alla produzione 2018 VAR. 18/17 1.434 +6,8%

VAL.2017

PRODOTTI FOOD

VAL.2018

(mln €)

1° Parmigiano Reggiano DOP

(mln €)

1.343

2° Grana Padano DOP

1.277

1.293

3° Prosciutto di Parma DOP

824

850

4° Mozzarella di Bufala Campana DOP

-1,2% -3,0%

410 +4,9%

391

11° Pasta di Gragnano IGP

115

VAL.2017

12° PRODOTTI Mela Alto WINE Adige IGP *

Prosecco 13°1°Speck AltoDOP Adige

PER

VAL.2018

186 +62,4% VAR.

+29,2% (mln € - sfuso) 88 (mln € - sfuso) 114 18/17

IGP

631109

Conegliano 14°2°Asiago DOPValdobbiadene – Prosecco DOP

184 98

Delle Venezie DOP 15° Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale IGP

21

4° Asti DOP

107

45

702 109 +11,3% +0,3% 188 100 +2,2% +2,3% 146 +601%

48 +6,9%

111 +4,0%

Il valore di 16,2 miliardi di euro 5° Aceto Balsamico di Modena IGP 5° Chianti DOP 390 363 -7,0% 81 99 +22,1% I PRIMI 15 PRODOTTI DOP E IGP PER VALORE ALLA PRODUZIONE 6° Gorgonzola DOP 6° Amarone della Valpolicella DOP 323 332 +2,8% 103 97 -5,7% della produzione certificata 7° Prosciutto di San Daniele DOP 7° Alto Adige DOP 304 307 +1,1% 100 VAL.2017 96 VAL.2018 -3,9% VAR. VAR. VAL.2017 VAL.2018 PRODOTTI FOOD PRODOTTI WINE (mln €) (mln €) 18/17 (mln € - sfuso) (mln € - sfuso) 18/17 DOP e IGP agroalimentare e vi8° Mortadella Bologna IGP 8° Terre Siciliane IGP 304 296 -2,6% 107 94 -12,1% 1° Parmigiano Reggiano DOP 1° Prosecco DOP 1.343 1.434 +6,8% 631 702 +11,3% 9° Pecorino Romano DOP 9° Veneto IGP 155 234 +50,4% 79 92 +16,4% nicola nel €2018 mette % a segno un , mld € 2° Grana I PRIMI E IGP PER VALORE ALLA PRODUZIONE . 2°DOP Padano DOP 1.293 1.277 -1,2%15 PRODOTTI Conegliano Valdobbiadene – Prosecco DOP 184 85 +176%188 +2,2% , mld % 10° Bresaola 10° Sicilia della Valtellina IGP 225 232 +3,1% DOP 31 3° Delle Venezie Parma DOP 850 824 -3,0% DOP 21 84 -2,2%146 +601% valore all’export3° Prosciutto peso DOP IGP peso DOP IGP valore alla produzione Consorzi operatori 115 11° Pasta 11° Valpolicella prodotti di di Gragnano IGP 186 +62,4% Ripasso DOP 86 +6,0% rispetto all’anno precedente +6,0% su 2017 +2,5% su 2017 4° Mozzarella export su settore autorizzati DOP IGP STG 391 DOP IGP STG 4° Asti Bufala Campana DOP 410 +4,9% DOP DOP 107 69 -29,0%111 12° Mela su 12° Chianti - +4,0% Altodi Adige IGP 88 114 +29,2% Classico 98 agroalimentare agroalimentare* e conferma un trend di crescita ininterrotto negli ultimi 13° Speck 13° Emilia 5° Aceto 5° Chianti Alto Adige IGP 109 109 IGP DOP 42 Balsamico di Modena IGP 390 363+0,3% -7,0% 81 68 +62,3% 99 +22,1% 14° Asiago DOP 14° Barolo 98 100 DOP 89 6° Gorgonzola 6° Amarone DOP 323 332+2,3% +2,8% della Valpolicella DOP 103 68 -23,8% 97 -5,7% dieci anni per il comparto. Un incremento di un miliardo 15° Vitellone 15° Toscano Bianco IGP alla produzione 45 48 IGPAdige DOP 45 , valore 2018 7° Prosciutto 7° Alto di San dell'Appennino Daniele DOPCentrale 304 307+6,9% +1,1% 100 66 +45,3% 96 -3,9% in un solo anno del valore alla produzione per il Food * valore vino sfuso 8° Mortadella Bologna IGP 8° Terre Siciliane IGP 304 296 -2,6% 107 94 -12,1% e Wine DOP IGP italiano, con la #DopEconomy che 9° Pecorino 9° Veneto IGP Romano DOP 155 234 +50,4% 79 92 +16,4% Fonte: Ismea-Qualivita 10° Bresaola della Valtellina IGP 10° Sicilia DOP 225 232 +3,1% 31 85 +176% arriva a fornire un contributo del 20% al fatturato com11° Pasta di Gragnano IGP 11° Valpolicella Ripasso DOP 115 186 +62,4% 86 84 -2,2% complessiva resta sotto la soglia dei69 -29,0% plessivo del settore agroalimentare nazionale. Cre­scita nale dalle filiere Food 12° Mela 12° Chianti Alto Adige IGP e Wine DOP IGP.88Si contano 114 +29,2% La produzione Classico DOP 98 13° Emilia Speck Alto Adige IGP 1 miliardo di valore 109 generato 109 +0,3% 25 milioni IGP 42 di ettolitri con tendenze opposte tra le68 +62,3% trainata dalle performance del comparto vino (+7,9% cinque13°regioni sopra , mld 14° Asiago DOP 14° Barolo DOP 98 100 +2,3% 89 € 68 -23,8% , mld % . I PRIMI% 15 PRODOTTI DOP E48IGP PERche VALORE PRODUZIONE mld € mld €IG. DOP superano iALLA 16 milioni di ettolitri45(+7,4%) valore alla produzione, dell’imbottigliato), ma ottima è , dalle 15° Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale IGP 15° Toscano IGP 45 +6,9% 66 +45,3% valore al consum prodotti valore alla produzione valore all’export peso DOP IGP peso DOP IGP valore alla produzione Consorzi operatoriVAL.2017 prodotti - vino DOP IGP STGdi ettolitri * valore sfuso +3,8% su 2017 -0,1% su 2017 VAR. VAL.2018 VAR. e -le IGP ferme VAL.2017 VAL.2018 a 8,3 milioni (-10,3%). La anche la tendenza dell’agroalimentare (+3,8% valore PRODOTTI FOOD PRODOTTI WINE +6,0% su 2017 +2,5% su 2017 su export su settore autorizzati DOP IGP STG (mln €) DOP IGP STG (mln €) 18/17 (mln € - sfuso) (mln € - sfuso) 18/17 agroalimentare agroalimentare* 1° Parmigiano Reggiano 1° Prosecco DOP 1.343 1.434 +6,8% tra­s formazione 631di nuove 702 +11,3% di DOP alcune IGP e l’introduzione alla produzione). Food DOP IGP STG: 2° Grana Padano DOP 2° Conegliano Valdobbiadene – Prosecco DOP 1.293 1.277 -1,2% 184 188 +2,2% contribuito ad affermare queste ultime prima volta valore ol- DOP, hanno 3° Prosciutto di Parma DOP 3° Delle Venezie DOP 850 824 -3,0% 21 146 +601% 4° Mozzarella di Bufala Campana 4° Asti geografico e quantitativo nazionale. AnExport DOP IGP: ruolo guitre DOP 7 miliardi, 391 export 410 +4,9% nell’assetto DOP 107 111 +4,0% 14,4 mld € 3,6 mld € +3,9% 8180.255 99 +22,1% 7,5°26Chianti mld € DOP 5° Aceto Balsamico di Modena IGP 390 363 -7,0% 300 valore all’export al consumo prodotti bene valore alla produzione valore operatori cora l’export che nel 2018 rag­ g iunge 5,4 miliarda per il made in Italy di +218% dal 2008 GDO Italia 6° Gorgonzola DOP 6° Amarone della Valpolicella DOP 323 332 +2,8% DOP IGP STG 103 DOP IGP STG 97 -5,7% , dimld + , di%6,2 miliardi . € 307 +1,1% ,Alto Adige mld su €DOPun totale qualità Nuovo record, 304 permldl’agroa7° Prosciutto di San Daniele DOP 100del vino 96 -3,9% -di €euro 7°(+3,5%) valore all’export valore al consumo prodotti valore alla produzione operatori 8° Mortadella Bologna IGP 8° Terre Siciliane IGP 304 296 -2,6% 107 94 -12,1% nel+1,2% suosu complesso: i vini Le DOP e IGP agroalimentalimentare italiano IGP-0,1% suitaliano GDO ItaliaDOP IGP DOP IGP STG DOPrappresenIGP STG +3,8% su DOP 2017 2017 2017 9° Pecorino Romano DOP 9° Veneto IGP 155 234 +50,4% 79 92 +16,4% tano il 74% del DOP totale export vinicolo italiano 31 in volume85 +176% ri e vitivinicole consolidano il STG i 10° Bresaola della Valtellina 10° Sicilia IGP che nel 2018 225raggiunge 232 +3,1% 11° Pasta di Gragnano 7,26 IGP +62,4% e l’87% in 11° Valpolicella Ripasso DOP 86 84 -2,2% valore. loro ruolo guida della qualità miliardi di euro115 di valore186alla 12° Mela Alto Adige IGP 12° Chianti Classico DOP 88 114 +29,2% 98 69 -29,0% agroali­mentare “made in Italy” produzione e cresce del 109 +3,8% rispet13° Speck Alto Adige IGP 13° Emilia IGP 109 +0,3% 42 68 +62,3% I PRIMI 15 PRODOTTI DOP E IGP PER VALORE ALLA PRODUZIONE 14° Barolo DOP all’estero, con un export di settoto al già14°positivo Asiago DOP2017, con un trend del +43% 98 dal 2008. 100 +2,3% 89 68 -23,8% 15° Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale IGP 15° Toscano IGP 45 48 +6,9% 45 66 +45,3% re che per la prima volta raggiunge e Il valore al consumo pari a 14,4 miliardi di euro confermld * valore vino sfuso +4,5% 102.450 524 3 ,07 8 ,93 mld € 5,44 mld € , prodotti mld € produzione , valoreimbottigliato % . , mld € la mld € valore + all’export , alla produzione (526**) operatori supera i 9 miliardi di euro nel 2018. Una crescita che ma il risultato dell’anno precedente, mentre continua GDO Italia imbottigliata mldDOP IGP IGP valore all’export consumo prodotti valore alla produzione valore alDOP , bottiglieoperatori , mld GDO Italia DOP IGP DOP valore IGP STG vale il +2,5% in un anno, mantenendo stabile la quota crescita sul fronte export cheSTG per il comparto Food IG -0,1% su 2017 +3,8% su 2017 +1,2% su 2017(526**) alla produzi produzione imbottigliato prodotti imbottigliata -del 21% nell’export agroalimentare italiano. Il contriburaggiunge i 3,6 miliardi di euro per un +1,2% su base anDOP IGP

824

16 2

20

21

90

285

182 705

PRODOTTI FOOD

*

VAL.2017 (mln €)

1° Parmigiano Reggiano DOP 2° Grana Padano DOP

SETTORE DOP IGP STG ITALIA

5° Aceto Balsamico di Modena IGP 6° Gorgonzola DOP

7° Prosciutto di San Daniele DOP 9° Pecorino Romano DOP

14° Asiago DOP

21

100 107 79 31 86

12° Chianti Classico DOP

98

13° Emilia IGP

42

14° Barolo DOP

89

15° Toscano IGP

45

300

285

182 705

103

11° Valpolicella Ripasso DOP

48 +6,9%

45

81

10° Sicilia DOP

100 +2,3%

98

15° Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale IGP

21

9° Veneto IGP

109 +0,3%

109

107

8° Terre Siciliane IGP

-2,6%

114 +29,2%

88

184

4° Asti DOP

7° Alto Adige DOP

186 +62,4%

115

2° Conegliano Valdobbiadene – Prosecco DOP

6° Amarone della Valpolicella DOP

232 +3,1%

225

631

5° Chianti DOP

-7,0%

234 +50,4%

155

13° Speck Alto Adige IGP

90

296

304

(mln € - sfuso)

3° Delle Venezie DOP

-3,0%

307 +1,1%

304

8° Mortadella Bologna IGP

-1,2%

332 +2,8%

323

12° Mela Alto Adige IGP

20

363

390

VAL.2017

PRODOTTI WINE*

1° Prosecco DOP

410 +4,9%

391

11° Pasta di Gragnano IGP

16 2

824

850

4° Mozzarella di Bufala Campana DOP

10° Bresaola della Valtellina IGP

824

1.277

1.293

3° Prosciutto di Parma DOP

16 2 mld €

VAR. (mln €) 18/17 1.434 +6,8%

VAL.2018

1.343

VAR. 18/17 702 +11,3%

VAL.2018

(mln € - sfuso)

188 +2,2% 146 +601% 111 +4,0%

99 +22,1% 97 96

-5,7% -3,9%

94 -12,1% 92 +16,4% 85 +176% 84

-2,2%

69 -29,0% 68 +62,3% 68 -23,8% 66 +45,3%

* valore vino sfuso

14 4

7 26

*

300

VAL.2017

PRODOTTI FOOD

(mln €)

1° Parmigiano Reggiano DOP 2° Grana Padano DOP

3° Prosciutto di Parma DOP

4° Mozzarella di Bufala Campana DOP 5° Aceto Balsamico di Modena IGP 6° Gorgonzola DOP

7° Prosciutto di San Daniele DOP 8° Mortadella Bologna IGP 9° Pecorino Romano DOP

10° Bresaola della Valtellina IGP 11° Pasta di Gragnano IGP

to maggiore a questo risultato è fornito dal comparto dei vini con un valore di oltre 5,4 miliardi mentre più stabile è il valore delle DOP e IGP agroalimentari che si attesta sui 3,6 miliardi per un +1,2% annuo.

13° Speck Alto Adige IGP

L’analisi degli impatti economici territoriali elaborata nel Rapporto Ismea-Qualivita 2019, mostra come tutte le province in Italia hanno una ricaduta economica dovuta alle filiere IG agroali­mentari e/o vitivinicole, un sistema che caratterizza tutto il Paese anche se la concentrazione del valore è forte in alcune realtà: le prime quattro regioni per impatto economico si trovano al Nord Italia e concentrano il 65% del valore produttivo IG e le prime cinque province superano la metà del valore complessivo generato a livello nazio-

Marzo 2020

824

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-1,2%

-3,0%

410 +4,9%

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PRODOTTI WINE*

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1° Prosecco DOP

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7° Alto Adige DOP

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15° Toscano IGP

524

84

+7,9% su 2017

+4,0% su 2017

-2,2%

68 +62,3% 68 -23,8%

89

3 07

39 80 255 3 07 8 93

+3,5% su 2017

69 -29,0%

42

14° Barolo DOP

524

+7,9% su 2017

80 255

+1,2% su 2017

85 +176%

98

13° Emilia IGP

100 +2,3%

45

bottiglie

+4,0% su 2017

39

92 +16,4%

86

12° Chianti Classico DOP

-0,1% su 2017

94 -12,1%

31

11° Valpolicella Ripasso DOP

114 +29,2%

88

36

111 +4,0%

79

10° Sicilia DOP

186 +62,4%

14 4

146 +601%

81

107

9° Veneto IGP

+3,8% su 2017

188 +2,2%

21

100

8° Terre Siciliane IGP

232 +3,1%

225

107

6° Amarone della Valpolicella DOP

-2,6%

234 +50,4%

155

7 26

4° Asti DOP

36

VAR. 18/17 702 +11,3%

VAL.2018

(mln € - sfuso)

631 184

5° Chianti DOP

307 +1,1%

304

VAL.2017

(mln € - sfuso)

2° Conegliano Valdobbiadene – Prosecco DOP 3° Delle Venezie DOP

332 +2,8%

323

98

15° Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale IGP

Impatto territoriale: valore diffuso fra piccole realtà produttive e grandi distretti

1.277

1.293

nua con le esportazioni agroalimentari DOP IGP che dal 2008 hanno registrato ogni anno una crescita in valore (+218% in totale). Un terzo delle esportazionimld in valore , bottiglie , mld € è verso Paesi Extra UE (33%), mentre i mercati principali STAMPAalla QUALIVITA produzione (526**) produzioneCONTATTIvalore (+39) 0577 1503049 prodotti imbottigliataTel. si confermano GermaniaDOP (20%), USA (18%) e comunicazione@qualivita.it Franciaimbottigliato IGP +7,9% su 2017 +4,0% su 2017qualivita.it - qualigeo.eu @fqualivita (15%).

12° Mela Alto Adige IGP 14° Asiago DOP

VAR. (mln €) 18/17 1.434 +6,8%

VAL.2018

1.343

14 4

7 26

45

66 +45,3%

8 93

* valore vino sfuso

DOP IGP STG nelmondo: oltre un pro+4,5%su 102 .450 5,44 mld € dotto quattro è valore all’export operatori GDO Italia DOP IGP +3,5% su 2017 italiano #RAPPORTODOPIGP2019 CONTATTI STAMPA ISMEA Tel: (+39) 06 85568620/458 v.sportelli@ismea.it - e.ruggeri@ismea.it ismea.it - ismeamercati.it

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300

7 26

14 4

36

39

80 255

524

3 07

8 93

5 44

45

102 450

+4,5%

102.450 9

-0,1% su 2017

+1,2% su 2017

bottiglie

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Europa di Michele Spangaro

Elementi per un futuro partenariato tra UE e Regno Unito Obiettivo è quello di renderlo operativo entro la fine del periodo di trattativa Il 25 febbraio scorso il Consiglio “Affari Generali” dell’UE ha adottato la decisione di autorizzare l’apertura dei futuri negoziati di partenariato con il Regno Unito e le relative direttive di negoziato. Le direttive di negoziato adottate si basano sul progetto di raccomandazione presentato dalla Commissione il 3 febbraio scorso e rispettano non solo gli orientamenti e le conclusioni del Consiglio europeo, ma anche la Dichiarazione politica concordata tra l’UE e il Regno Unito nell’ottobre 2019. Le direttive riguardano tutti i settori d’interesse negoziale, tra cui la cooperazione commerciale ed economica, l’applicazione della legge e la cooperazione giudiziaria in materia penale, la politica estera, sicurezza e difesa, partecipazione ai programmi dell’Unione e altri settori tematici di cooperazione. Un capitolo dedicato alla governance fornisce uno schema per un quadro generale di governance che copre tutti i settori della cooperazione economica e di sicurezza. Questioni pratiche, come il regime linguistico e la struttura negoziale, saranno concordate congiuntamente tra i negoziatori dell’UE e del Regno Unito. I negoziati formali sono iniziati la settimana del 2 marzo 2020 con l’obiettivo di raggiungere un accordo durante il periodo di transizione. È però possibile prolungare la transizione di uno o due anni. Questa decisione deve essere presa congiuntamente dall’UE e dal Regno Unito entro il 1° luglio. Se il comitato misto non prenderà alcuna decisione prima del luglio 2020, non esiste altra base giuridica per estendere la transizione oltre il 2020. È evidente che, come in ogni negoziato, esiste il rischio di non raggiungere un accordo. Le imprese devono prepararsi fin da ora al peggiore degli scenari. Infatti, dopo il periodo di transizione, il Regno Unito non sarà più nel mercato unico o nell’unione doganale. La Commissione lavorerà su tutte le questioni contenute nelle direttive di negoziato in parallelo. Ma sarà data particolare attenzione ai settori per i quali il rischio di disconnessione, in caso di non accordo alla fine del periodo di transizione, é giudicato particolarmente elevato. Data la portata del previsto partenariato, la scelta dell’articolo 217 del TFUE come base giuridica rappresenta l’opzione che fornisce più margini di manovra. Ciò significa che l’accordo non deve essere approvato dai parlamenti nazionali. Inoltre tale scelta è coerente con la previsione di un quadro generale di governance, che è uno degli obiettivi dell’UE. Ovviamente, la base giuridica può essere definitiva solo quando sarà noto il contenuto dell’accordo finale. L’importante è comunque garantire che il futuro accordo possa entrare in vigore il 1° gennaio 2021. La Commissione europea ha naturalmente come obiettivo quello di negoziare un partenariato ambizioso e globale con il Regno Unito che possa entrare in vigore entro la fine del periodo di transizione. L’intenzione è di negoziare tale partenariato come un pacchetto che comprende tre elementi principali: 1. Disposizioni generali (comprese disposizioni sui valori di base, i principi essenziali e la governance);

Marzo 2020

2. Accordi economici (comprese disposizioni in materia di scambi commerciali, garanzie di parità di condizioni e pesca); 3. Disposizioni in materia di sicurezza (comprese le disposizioni in materia di applicazione della legge e cooperazione giudiziaria in materia penale, nonché in materia di politica estera, sicurezza e difesa). “Accordo di associazione” è il termine usato nell’articolo 217 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea per un accordo “che istituisce un’associazione che implica diritti e doveri reciproci, azioni comuni e procedure speciali”. L’articolo 217 TFUE permette di firmare un partenariato molto stretto con un Paese che non è membro dell’UE. Esistono diversi tipi di accordi di associazione, ma ciò che tutti hanno in comune è la loro natura globale e il fatto che essi stabiliscono un quadro istituzionale a lungo termine. Un accordo di associazione deve essere approvato all’unanimità in seno al Consiglio e richiede il consenso del Parlamento europeo prima che possa entrare in vigore. Il fatto che il futuro partenariato debba essere ratificato dai parlamenti nazionali dipende dal suo contenuto finale e può essere determinato solo alla fine dei negoziati. Proprio come con i negoziati di cui all’articolo 50 sul ritiro del Regno Unito dall’UE, la Commissione condurrà tali negoziati in continuo coordinamento con il Consiglio e i suoi organi preparatori. Si consulterà e riferirà agli organi preparatori del Consiglio in modo tempestivo e fornirà tutte le informazioni e i documenti necessari relativi ai negoziati. La Commissione manterrà inoltre il Parlamento europeo pienamente informato sui negoziati. Per le questioni relative alla politica estera e di sicurezza comune, la Commissione condurrà inoltre negoziati in accordo con l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. L’obiettivo della Commissione sarà di garantire la piena trasparenza e dunque le posizioni negoziali dell’UE saranno rese pubbliche. Questo è anche il motivo per cui la Commissione ha reso pubblica la sua raccomandazione.

La conferenza ad alto livello di giugno 2020, come previsto dall’accordo di recesso, mira a fare il punto sui progressi nei negoziati. La Commissione utilizzerà inoltre la conferenza per fare il punto sullo stato di attuazione dell’accordo di recesso, in particolare per quanto riguarda i diritti dei cittadini e il protocollo sull’Irlanda e l’Irlanda del Nord. A questo proposito va sottolineato che, a differenza delle versioni precedenti, il protocollo sull’Irlanda e l’Irlanda del Nord concordato nell’ottobre 2019 e che fa parte dell’accordo di recesso non è un “backstop”. È stato concepito come una soluzione stabile e duratura. Il protocollo si applicherà a fianco di qualsiasi accordo sulle relazioni future. Tuttavia, è chiaro che i termini delle future relazioni commerciali tra l’UE e il Regno Unito – l’ambizione condivisa è di avere zero dazi doganali e contingenti tra l’UE e il Regno Unito – avranno un certo impatto sull’applicazione pratica del protocollo; Affinché l’accordo sia correttamente attuato e applicato, dovranno esistere, a decorrere dal 1° gennaio 2021, efficaci accordi di governance con meccanismi di applicazione e conformità credibili. Se il futuro partenariato si baserà sul diritto dell’UE, dovrà essere previsto un ruolo per la Corte di giustizia europea in quanto solo quest’ultima può interpretare il diritto dell’UE. Molti trattati internazionali hanno regole su come risolvere le controversie tra le parti ed il futuro accordo con UK non farà eccezione. La procedura tipica è che le parti devono prima tentare di risolvere amichevolmente le loro differenze attraverso un processo di “consultazioni”. Se tali tentativi falliscono, la controversia può essere portata davanti a un tribunale arbitrale per una decisione vincolante. Se una parte continua a violare l’accordo, l’altra parte può agire per salvaguardare i propri interessi e sollecitare il rispetto. In determinate situazioni, una parte dovrebbe avere la possibilità di agire rapidamente per evitare danni irreparabili. Una parte importante dei negoziati con il Regno Unito riguarderà la garanzia che le norme che disciplinano le controversie tra le parti siano chiare ed efficaci e che le violazioni possano essere risolte rapidamente.

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“Il cibo nei media italiani”: presentato a Torino il primo rapporto annuale Realizzato per il Festival del Giornalismo Alimentare da L’Eco della Stampa Nel corso del 2019, stampa, web, tv e radio italiani si sono occupati 1.373.312 volte dello stesso argomento: il cibo. È quanto emerge dal primo rapporto sull’informazione alimentare nei media italiani, presentato alla V edizione del Festival del Giornalismo Alimentare, al Centro Congressi Lingotto di Torino. Il Report è stato realizzato da L’Eco della Stampa, storica società italiana, dal 1901 leader in media intelligence e rassegna stampa, analizzando 350.000 fonti e 1 milione di contenuti al giorno. Obiettivo: misurare l’impatto dei temi alimentari sui media, intercettare i temi più discussi e analizzare le modalità di informazione. Il Festival, nato a Torino nel 2016, è ormai un appuntamento di rilievo nazionale, e continua ad essere l’unico evento in Europa interamente dedicato all’incrocio tra informazione e alimentare. “Per il quinto anno ci troviamo a Torino con centinaia di colleghi provenienti da tutta Italia, e alcuni anche dall’estero, per confrontarci sull’evoluzione dell’informazione dedicata al cibo - spiega Massimiliano Borgia, ideatore e direttore del Festival del Giornalismo Alimentare – In Italia il cibo rappresenta una grande fetta della cultura e della vita quotidiana. Di cibo, grazie ai nuovi media, parlano e scrivono tutti, e sempre più. Abbiamo pensato che fosse necessario misurare con dati oggettivi quanto spazio i temi alimentari occupano sui mezzi di comunicazione. Crediamo che questi dati possano essere utili a chi fa informazione in Italia, per decidere in quale direzione andare. Il tema è strategico, anche in funzione dell’evoluzione stessa dei canali e degli strumenti di comunicazione. Nonostante le difficoltà attraversate dai media, in questi ultimi anni abbiamo assistito alla crescita, in controtendenza, del numero dei mezzi e degli spazi dedicati all’informazione sul cibo”.

Ecco alcuni dati salienti dal primo rapporto sull’informazione alimentare nei media italiani: 1.373.312: le volte in cui i media si sono occupati di cibo nel 2019 (web: 729.357; stampa: 524.488; radio: 88.555; tv: 30.912) Se per radio e televisione l’andamento nel corso dell’anno è stato costante, il picco di informazione sul cibo su web e stampa si è registrato nel mese di ottobre (rispettivamente: 74.546 e 58.782 pubblicazioni): in questo periodo si sono concentrate numerose pubblicazioni rela-

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tive al Rapporto Unicef 2019 su Bambini, cibo e nutrizione (molto presente sul web) e alla mostra di Steve McCurry dedicata al food a Forlì, che ha ottenuto molto spazio sulla stampa. Nel 2019 il cibo ha rappresentato il 13,5% dell’informazione legata al tema del Made in Italy, che ha prodotto in totale quasi 300mila pubblicazioni. Nell’ambito del dibattito, oltre 200mila pubblicazioni riguardano le denominazioni di origine: in testa le DOC (oltre 90mila), cui seguono DOP (oltre 62mila), IGP (oltre 36mila) e DOCG (oltre 27mila). Il Festival, che si occupa anche e soprattutto di informazione legata alla salute – la frequenza consente l’acquisizione dei crediti formativi per l’aggiornamento continuo in medicina, oltre che per l’aggiornamento obbligatorio dell’Ordine dei Giornalisti – ha voluto far emergere dal report anche i dati relativi al binomio alimentazione - salute. Analizzando le pubblicazioni relative alle patologie citate più volte in relazione all’alimentazione, sono state quasi 94mila quelle che coniugavano il cibo con “diabete”, “tumore” e “obesità”. Il report ha messo in luce anche quale tipologia di cibi sia stata associata in modo più ricorrente alle stesse patologie (frutta e verdura, carne, latticini e pesce). Nel corso del 2019, complice una generale crescente sensibilità verso i temi della sostenibilità, il tema dello spreco alimentare ha iniziato a farsi spazio tra i contenuti. I dati sono stati presentati alla platea di professionisti dell’informazione e delle professioni mediche nel panel moderato da Tarcisio Mazzeo, Caporedattore TGR Rai Piemonte. Alessandro Cederle, Direttore de L’Eco della Stampa ha commentato: “Di cibo sui media si parla tantissimo, una vera e propria bulimia in-

delle elezioni europee tenutesi nel 2019. Molto spazio viene dedicato al tema della sicurezza e delle malattie legate al cibo o che l’alimentazione può risolvere. Va registrato, però, che al grande attivismo dei media del nord fa riscontro la poca attenzione del centro Italia”. I dati del primo Report su cibo e media sono stati commentati da Guia Beatrice Pirotti, docente SDA Bocconi e coordinatore del Master of Management in Food & Beverage. “Un primo aspetto socialmente interessante è che il cibo si vive, diventa esperienza, fa parte della vita di tutti i giorni, non più come consumo semplicemente funzionale – il doversi nutrire – ma anche e soprattutto come bene esperienziale, in grado di aggregare le persone. E si ha una compartecipazione sempre più vissuta tra utente finale e aziende, fino alla co-creazione di cibi e bevande. Il consumatore vuole dire la sua, non sta più solo a guardare cosa fanno le aziende del food&beverage. Sempre di più vuole esprimere un parere, essere coinvolto già nella fase di ideazione del prodotto. Diventa consum-attore e le aziende utilizzano i social o le community online per promuovere nuove idee e nuovi prodotti ascoltando quello che il consumatore dice”. Curiosità finale emersa dal Report: lo chef più citato è Gordon Ramsay, seguono Alessandro Borghese e Joe Bastianich.

formativa che caratterizza la stampa come il web, la radio e la tv. I dati emersi da altre nostre ricerche, confrontate con questo nuovo report, ci dicono che si parla molto più di cibo che di politica, anche considerando un periodo come quello

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dai media di Bianca Maria Sacchetti - Grapho

Un inizio d’anno all’insegna della salumeria italiana di qualità Un inizio d’anno ricchissimo di passaggi televisivi. I primi tre mesi del 2020 si sono rivelati pieni di visibilità radiotelevisiva per il settore salumeria italiana. Lasciato alle spalle il periodo natalizio, i media hanno continuato a raccontare con costanza i vantaggi di un’alimentazione corretta a base di salumi DOP e IGP. Tra le tante occasioni per parlare di gusto, due in particolare si sono rivelate vincenti in termini di copertura mediale. Partiamo dal “ri-uso” o meglio uso continuato di Zampone e Cotechino di Modena Igp. Chi l’ha detto che si possono degustare soltanto durante le feste natalizie? Zampone e Cotechino Modena Igp devono

essere destagionalizzati e i media si sono dimostrati incuriositi dall’idea tanto che hanno dedicato diversi spazi a questo tema. L’occasione l’ha fornita il Consorzio Zampone e Cotechino Modena IGP che, in vista della Giornata nazionale contro lo spreco alimentare, lo scorso 5 febbraio, ha creato “Dispensa Stellata” uno

showcooking dedicato al riuso creativo delle eccellenze gastronomiche delle feste. L’evento è nato con lo scopo di stimolare il consumo dei prodotti tipici del cenone o del pranzo di Natale anche “fuori stagione”, a distanza di quasi un mese, proponendo ricette gustose e originali, ideali per smaltire la dispensa anche in vista della normativa UE contro lo spreco alimentare. I protagonisti dell’evento sono state “stelle” dello sport, della tv, della cucina che si sono cimentate ai fornelli creando la loro ricetta del cuore con i prodotti rimasti inutilizzati dopo le feste. La copertura dell’informazione è stata completa: Rai Due gli ha dedicato due servizi, uno sul Tg principale della rete, l’altro nella nota rubrica Tg2 Costume e Società. Sono seguiti, per le reti Mediaset, Tg5, Studio Aperto e TgCom24 e sempre rimanendo in casa Rai se ne è occupato il principale giornale radio, Gr1 nonché il celeberrimo spazio di approfondimento mattutino della rete ammiraglia Uno Mattina, condotto da Valentina Bisti e Roberto Poletti, e nel programma di Radio Uno Sport Palla al Centro. Programmi televisivi e radiofonici hanno scelto l’evento, infatti, per raccontare le principali caratteristiche dello Zampone e del Cotechino Modena IGP, eccellenze della tradizione gastronomica italiana spesso relegate al solo Capodanno e dimenticate in dispensa dopo le feste, ma anche per spiegare al grande pubblico il valore prezioso della cucina povera, che trae ispirazione da concetti come il risparmio e il riutilizzo di ingredienti. Un messaggio colto a pieno dalle radio private: da Radio Vaticana alla nota Radio Montecarlo, da Radio 105 a Dimensione Suono Soft, passando per Radio Italia Anni 60 e Radio Radio, tutte hanno riservato appositi spazi alla cucina dello Zampone e del Cotechino Modena IGP. Ma non di solo cotechino si è parlato in questo bimestre. Il Premio Food & Sport 2020, promosso dal Consorzio Cacciatore Italiano, ha costituito senza dubbio un altro picco di copertura da parte dei media. Il premio ha coinvolto un esperto d’eccezione, il professor Michelangelo Giampietro, Medico Chirurgo, specialista in Medicina dello Sport e Scienza dell’Alimentazione, e ha premiato gli atleti che hanno contribuito a promuovere corrette pratiche alimentari: Andrew Howe, Marcell Jacobs, Roberto D’Amico e Alice Volpi. Le trasmissioni tv hanno colto l’occasione per sfatare i falsi miti e diffondere corretta informazione su salute, alimentazione e sport. Gli atleti sono stati ospiti di diverse trasmissioni per parlarne, tra cui lo storico programma sportivo Tutto il calcio minuto per minuto di Rai

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Radio Uno, Palla al centro di Rai Radio Uno Sport e Tutti Convocati, la trasmissione calcistica di punta di Radio 24 e ben due passaggi in altrettante trasmissioni di SkySport. Anche i telegiornali di Italia Uno, Studio Aperto Mag, e Rai Tre, Tg Regione Europa, il Tg Sport di Rai Sport e il Tg Salute di Tgcom24 hanno dedicato uno spazio al premio. Il tutto a dimostrazione dell’urgenza di sfatare alcune fake news sull’alimentazione sportiva e di fornire al telespettatore buone pratiche alimentari con prodotti di eccellenza del nostro territorio, come il salame cacciatore. Ma il tema carni e salumi non si è affatto esaurito qui. Le feste di carnevale hanno visto il cuoco Danie-

le Reponi in diverse trasmissioni per presentare i suoi panini concepiti appositamente per questa ricorrenza. A base di prosciutto toscano dop e di altre prelibatezze del territorio, i sandwich di Reponi hanno imperversato nella nota trasmissione di Rai Radio 2 Decanter, come anche in Foodie in Town di Radio Godot e Radio Roma Capitale. La cronaca ha poi riportato l’importanza della

corretta tracciabilità dei nostri salumi su Uno Mattina di Rai Uno. E non poteva mancare il consueto spazio sui salumi calabresi Dop: la regina della Sila è stata ospite di Sue Eccellenze, il programma di Marco Castoro e Giuliana Carosi su Rai Play. Una rassegna mediatica dunque nutritissima per il settore carni & salute, visto come argomento a cavallo fra l’intrattenimento della cucina e le corrette informazioni per la promozione di uno stile alimentare sano a base di prodotti italiani.

Marzo 2020


CAMERA DI COMMERCIO DI PARMA Sede delle Commissioni “tagli di carne suina” e “grasso e strutto” La Borsa Merci di Parma è stata istituita dalla Camera di Commercio nel 1967. Prima di spostarsi nell’attuale sede presso Fiere di Parma, dove sono ospitate anche le CUN, ha operato all’interno della stessa Camera di Commercio. è aperta il venerdì, dalle 9 alle 15.30. Nel corso delle contrattazioni sono rilevati i prezzi di undici tipologie di prodotti agroalimentari: salumi, carni fresche suine, suini, carni grassine, derivati del pomodoro, foraggi, granaglie farine e sottoprodotti, zangolato, siero di latte, formaggio e uve. Numero e qualità dei prodotti rilevati ben rappresentano l’importanza della piazza di Parma legata alla straordinaria vocazione agroalimentare del suo territorio. I listini settimanali dei prezzi rilevati sono pubblicati sul sito Internet www.borsamerci.pr.it. Presidente delle Commissioni Prezzi della Borsa Merci è il Segretario Generale della Camera di Commercio o un suo delegato. L’Ufficio Borsa Merci si trova nella sede della Camera di Commercio di Via Verdi, nel centro storico di Parma.

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Le Commissioni Uniche Nazionali La “Commissione Unica Nazionale dei tagli di carne suina” e la “Commissione Unica Nazionale grasso e strutto” si riuniscono settimanalmente a Parma. Le Commissioni Uniche Nazionali (CUN) nascono in attuazione del Protocollo d’intesa sottoscritto il 5 dicembre 2007 dal tavolo tecnico della filiera suinicola. Le due CUN operano il venerdì mattina parallelamente alle attività della Borsa Merci; il loro compito è di prendere atto di una panoramica del mercato dei tagli di carne suina e di grasso e strutto, fissandone i relativi prezzi per la settimana successiva. L’attività di segreteria è svolta da Borsa Merci Telematica Italiana, su incarico del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.


emozioni del gusto

Davide Del Duca - Coppa con granita di salicorna Biografia Classe 1982, Davide del Duca è un cuoco capitolino di fiere origini ciociare. Dopo un lungo percorso formativo nelle cucine di grandi Maestri realizza il suo sogno, quello di gestire un bistrot, con una ristorazione di alti livelli ma alla portata di tutti: così nasce l’Osteria Fernanda. La sua grande tecnica gli consente di realizzare piatti creativi e ricercati, con ingredienti internazionali, ma anche grandi classici della tradizione, come i suoi inimitabili Bucatini all’Amatriciana.

Il mio pensiero “Sono figlio di contadini e fieramente ciociaro, quando immagino un piatto penso alla terra, alle sue radici, alle sue erbe ed è lì che fioriscono le idee”

• Peliamo e passiamo i pomodori San Marzano per poi condirli con olio e sale. • Trasferiamo la passata condita in un pentolino e portiamola a riduzione fino ad ottenere la consistenza di una salsa. • Disponiamo la salsa sul fondo di un piatto; adagiamo sopra le ostriche. • Stemperiamo la coppa in forno a 180 gradi per 30 secondi e la affianchiamo alle ostriche. • Finiamo il piatto con un cucchiaio di granita di salicornia.

LA RICETTA INGREDIENTI PER 2 PERSONE • 200 gr di coppa • 2 ostriche • 400 gr di salicornia • 500 gr di pomodori di San Marzano • 200 ml di acqua • 100 ml di aceto • 10 gr di sale • olio evo q.b.

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PRESENTAZIONE DELLO CHEF

Preparazione:

Ho cercato di costruire un piatto che sia avvolgente al palato e di contrasto. Gli ingredienti che lo compongono, infatti, sono diametralmente opposti. L’ostrica, pur essendo d’acqua dolce, racchiude tutto il gusto del mare nella sua polpa, il suo fegato, in particolare, ricorda il sentore della nocciola, lo stesso aroma che ritroviamo nella coppa. Così come la salicornia, pianta che cresce vicino al mare ne ricorda la sapidità, presente anche nel pomodoro.

• Frulliamo insieme la salicornia, l’acqua, l’aceto e il sale fino ad ottenere un composto omogeneo, quindi lo versiamo in una vaschetta e inseriamo in congelatore finché non ghiacci. Quando sarà pronto lo rompiamo con una spatola per formare una granita. • Tagliamo la coppa con l’affettatrice a fette spesse 2 mm. • Apriamo e scoliamo le ostriche dal liquido in eccesso.

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FEBBRAIO 2020 N°02

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Rinnovo CCNL dell’Industria Alimentare: interruzione del negoziato Fin dall’inizio il negoziato si è dimostrato difficile a causa dell’onerosità delle richieste avanzate dai sindacati Lo scorso 20 febbraio, dopo 6 mesi di percorso negoziale articolato e complesso con oltre 15 incontri tecnici e almeno sei sessioni plenarie, le trattative per il rinnovo del CCNL dell’Industria Alimentare (scaduto il 30 novembre scorso) si sono interrotte. Fin dall’inizio il negoziato si è dimostrato oltremodo difficile e in salita a causa dell’onerosità della piattaforma rivendicativa presentata la scorsa estate da parte delle Organizzazioni Sindacali. Ricordiamo che la richiesta economica prevedeva un incremento retributivo di 205 euro medi mensili, per una durata contrattuale di quattro anni. Inoltre, anche le altre richieste di carattere normativo in materia di formazione, welfare, sicurezza e organizzazione del lavoro, comporterebbero un sensibile aumento dei costi del lavoro per le aziende. L’onerosità delle richieste avanzate dai sindacati rischia di ripercuotersi in maniera particolarmente significativa nel nostro settore che, come noto, sta attraversando un grave momento di crisi, principalmente a causa dell’ingente aumento dei prezzi delle carni suine.

Nel corso del negoziato, ASSICA ha fatto formalmente presente la forte preoccupazione per le richieste economiche dei sindacati che rischiano di accentuare ulteriormente le difficoltà del nostro comparto. Nonostante le difficoltà e le incertezze manifestate anche da altri settori alimentari, il percorso delle trattative aveva portato a segnalare alcune aperture da parte industriale, rispetto alle richieste della piattaforma, pur mantenendo fermi alcuni principi imprescindibili, tra i quali il rispetto delle nuove regole contenute nell’Accordo Interconfederale del 9 marzo 2018 in materia di contrattazione collettiva.

Pure a fronte di questo quadro complicato, Federalimentare e le Associazioni si sono dichiarate disponibili a riprendere il dialogo auspicando una ripresa dei lavori in tempi brevi appellandosi al reciproco senso di responsabilità delle Parti. Con un comunicato congiunto, le sigle sindacali hanno definito le prime iniziative di mobilitazione dei lavoratori con il blocco degli straordinari e di tutte le flessibilità. Per parte sua Federalimentare - per bocca del Vice Presidente Silvio Ferrari - ha manifestato la propria sorpresa definendo “inspiegabile” l’interruzione del negoziato da parte delle Organizzazioni Sindacali. Nei giorni seguenti, l’Emergenza Coronavirus ha portato le parti sociali a lanciare un comunicato congiunto a testimonianza della necessità di compattezza da parte di Governo e rappresentanze del Sistema delle Imprese e dei lavoratori per fronteggiare in maniera unitaria il periodo di crisi. Sulla scorta di questo appello, Federalimentare ha auspicato “realismo e massima responsabilità da parte di tutti” per preservare il più possibile occupazione e capacità produttiva e garantire gli approvvigionamenti necessari alla popolazione.

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2019: un anno importante per lo Speck Alto Adige IGP ConfermatE le previsioni positive con un aumento della produzione del 6,43% rispetto al 2018 fettato da 100gr resta la confezione più venduta, soddisfando ancora al meglio le esigenze dei consumatori moderni, i quali devono gestire bene il proprio tempo e danno grande valore alla comodità e praticità.

Dal 1996, il salume altoatesino ha raggiunto una serie di numeri importanti arrivando, nel 2019, a segnare il suo personale record storico. “Questo importante incremento conferma le potenzialità di un prodotto unico nel suo genere, capace di rispondere alle esigenze sia del mercato italiano sia di quello estero”, ha commentato il Presidente del Consorzio Tutela Speck Alto Adige IGP Andreas Moser. “Il bilancio conclusivo del 2019 ci dà anche un quadro completo sulla versatilità dello Speck Alto Adige IGP”. Il 67%, infatti, della produzione dei consorziati viene commercializzata direttamente sul mercato italiano e di questa percentuale, una buona parte coinvolge il meridione dove la domanda è in crescita.

Mercati e canali di vendita dello Speck Alto Adige IGP Se il 67% della produzione viene commercializzata in Italia, il restante 33% viene esportato nei mercati esteri, in particolare in Germania (26%) e USA (3,3% con una crescita netta rispetto al 2018), nel quale la quota di esportazione si è raddoppiata rispetto al 2018.

Nel 2020 il prezzo dello Speck Alto Adige IGP aumenta

Il canale di vendita preferenziale per l’Italia resta la grande distribuzione (GDO) con un 65% alla quale fanno seguito i discount (18,7%), grossisti e gastronomia (entrambi 5,4%). La vendita al dettaglio si attesta invece su un 5,3% confermandosi, comunque, modalità di vendita più diffusa in Alto Adige: più del 60% dei pezzi viene venduto proprio attraverso questo canale. Come negli anni passati anche nel 2019 lo speck preaf-

Nel corso dell’anno 2019 il prezzo della carne suina è salito del 40% rispetto al 2018. Negli ultimi mesi, una forte contrazione della disponibilità di carne suina sul mercato globale ha comportato un incremento dei prezzi di speck e insaccati su scala mondiale. Una situazione che coinvolge anche i 29 produttori di speck aderenti al Consorzio Tutela Speck Alto Adige. “Per il 2020 i prezzi dello Speck Alto Adige IGP saliranno notevolmente a causa dell’aumento di prezzo della materia prima”, commenta il Presidente Andreas Moser. “Per supportare al meglio i soci, il Consorzio intende intensificare ancora di più il proprio impegno nel raccontare e comunicare le caratteristiche che rendono unico lo Speck Alto Adige IGP, modello di qualità e di tradizione”, ha concluso Moser.

CONSORZIO CACCIATORE ITALIANO: IL PREMIO FOOD&SPORT Si è svolto a Roma, il 13 febbraio scorso, negli spazi del Tennis Club Parioli, il premio Food&Sport 2020, promosso dal Consorzio Cacciatore Italiano. Gli atleti: Roberto D’Amico, surfista; Lamont Marcell Jacobs e Andrew Howe, punte di diamante dell’atletica azzurra e Alice Volpi, schermitrice già qualificata alle Olimpiadi di Tokyo 2020, sono stati premiati dal presidente del Consorzio, Lorenzo Beretta, per essersi distinti nelle loro discipline sportive, diventando ambassador dell’Italia nel mondo, per la promozione dei valori sportivi legati alle buone pratiche alimentari. Al termine della cerimonia, i ragazzi dell’Istituto Professionale per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera di Roma, Vincenzo Gioberti, hanno presentato i Panini dello sportivo, tre ricette gustose e bilanciate a livello nutrizionale, con un ingrediente in comune: i salamini alla Cacciatora DOP. A commentare le proprietà nutrizionali degli spuntini proposti, il prof. Michelangelo Giampietro, Medico Chirurgo, specialista in Medicina dello Sport e Scienza dell’Alimentazione, che ha elargito ottimi consigli al pubblico circa i corretti abbinamenti alimentari per chi pratica sport.

TRUE COMPANY FIRMA IL NUOVO SITO INTERNAZIONALE DI ISIT TRUE COMPANY ha sviluppato il nuovo sito internazionale di ISIT, Istituto Salumi Italiani Tutelati, l’associazione di riferimento dei Consorzi di Tutela dei salumi DOP e IGP. Il nuovo sito nasce dall’esigenza di creare una piattaforma chiara e fruibile per gli utenti con un’interfaccia user friendly ideale per presentare l’Associazione e le attività in costante aggiornamento. La nuova piattaforma rivolgendosi ad un target istituzionale e consumer, sia italiano che estero, è finalizzata a comunicare il ruolo strategico di ISIT, presentare i 16 Consorzi di Tutela associati e i loro prodotti, sottolineando il valore e le caratteristiche identitarie delle certificazioni DOP e IGP, sistemi di qualità nati in ambito europeo per proteggere i nomi dei prodotti e la loro tipicità. Spazio anche alle attività di valorizzazione, come la sezione del sito dedicata alle ricette e ai progetti editoriali, tra cui il nuovo “Spunti(ni) creativi”, dove 8 foodblogger hanno messo alla prova la loro creatività nella preparazione di originali panini con protagonisti i salumi DOP e IGP. Il progetto “Spunti(ni) creativi” è stato inoltre confezionato in un esclusivo ricettario in pdf disponibile al download sul sito ed è presente in italiano, inglese, tedesco e francese.

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Per il lancio della nuova piattaforma e la promozione del progetto editoriale “Spunti(ni) creativi” – progetti realizzati grazie al prezioso contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Mipaaf) - TRUE COMPANY ha curato e pianificato una campagna adv online in Italia, Germania e Francia.

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prodotti tutelati

La crescita della Finocchiona IGP non si arresta Confermato il suo apprezzamento anche fuori confine Il Consorzio della Finocchiona IGP, chiude il 2019 con dati positivi: una crescita costante nel mercato nazionale ed internazionale sia in termini di produzione e lavorazione che di fatturato. Nel 2019 la produzione di Finocchiona IGP è aumentata del 3%, registrando un incremento del 2,67% del numero dei pezzi prodotti, pari a circa 760.000 unità in più immesse nel mercato. Sono stati infatti gli oltre 1milione e 940mila chilogrammi di impasto del 2019 a far segnare il record nei quantitativi annui prodotti fino ad oggi. Da quando la Finocchiona ha ottenuto la certificazione, il 23 aprile 2015, la sua crescita non ha mai subito una battuta d’arresto: i dati confermano infatti un aumento annuo costante e un trend positivo per l’insaccato toscano. Cresce il prodotto intero certificato del 6,34% rispetto al 2018, e torna a crescere anche il prodotto affettato e confezionato in atmosfera modificata: le aziende affettatrici del Consorzio hanno lavorato oltre 245.000 Kg di Finocchiona IGP, pari a circa 2milioni 460mila vaschette, aumentando la produzione del 4,3%. Ma l’aumento maggiore rispetto al 2018 è quello registrato dalla Finocchiona IGP confezionata sottovuoto, cresciuta del 15,61% con circa 527mila Kg confeziona-

ti, pari a oltre 415mila pezzi immessi sul mercato. Il mercato principale per la Finocchiona IGP si conferma essere l’Italia con il 71,6% delle quote. Nel mercato dell’Unione europea il dato si attesta al 26,8% in leggero ribasso rispetto all’anno precedente, con la Germania che ancora fa da padrona in UE registrando il 18,1% delle quote di mercato. Seguono poi i mercati di Svezia, Belgio, Paesi Bassi e Danimarca. Il dato più interessante si registra però nei paesi extra UE, dove il consumo è cresciuto, portandosi al 1,6% del prodotto certificato ed immesso sul mercato, guidati da Canada, Giappone e Svizzera. I numeri rimangono molto positivi anche tradotti in valore economico: si stimano per l’anno 2019 circa 11.4 milioni di euro alla produzione e 19.8 milioni di euro alla vendita.

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Molto interessanti i dati registrati dal prodotto certificato biologico: i consumatori rivolgono un notevole interesse agli insaccati bio così come alcuni lungimiranti consorziati. La produzione con il regime biologico rappresenta il 3,56% della produzione con circa 51mila chilogrammi insaccati. “I nostri consorziati scelgono costantemente di investire in qualità, quindi nella produzione certificata della Finocchiona IGP: i dati di chiusura del 2019 sono la riprova che tale impegno quotidiano ha portato al successo un prodotto tipico che racconta con il suo gusto la tradizione toscana. Inoltre i dati dal 2015 hanno registrato una costante crescita positiva, segno evidente che la Finocchiona IGP trova ogni anno un numero maggiore di stimatori. Ringraziamo ognuna delle nostre aziende che, con il loro impegno, consentono a questa denominazione di farsi apprezzare nei mercati di tutto il mondo, diventando a tutti gli effetti ambasciatrici della toscanità” afferma Alessandro Iacomoni, Presidente del Consorzio di Tutela della Finocchiona IGP.

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La carne nei sogni degli italiani Si dice, e la moderna ricerca scientifica conferma, che anche gli animali sognino ma non sappiamo cosa, anche se un antico proverbio dice che il maiale sogna la ghianda, mentre per gli italiani sappiamo che nei loro sogni non mancano i cibi, come risulta da un’indagine di qualche anno fa della Doxa (2018). Ancora enigmatico è il significato dei sogni, anche se è difficile negare che “i sogni sono desideri chiusi in fondo al cuor” come canta Cenerentola nella canzone del film di Walt Disney e non si può trascurare che sognare immagini e accadimenti che hanno a che fare con il cibo è molto diffuso e quasi un italiano su due lo sogna con una certa regolarità, anche se spesso se ne dimentica. Dalla ricerca emerge che tra i sogni, frequenti sono quelli che hanno a che fare con il cibo rappresentano una quota elevata. A sognare cose da mangiare sono soprattutto i giovani tra i diciotto e i ventiquattro anni e tra i piatti più sognati dominano pizza e pasta (43%), i dolci (41%) e più staccata è la carne (22%) apprezzata in modo particolare nella fascia d’età 25-34 anni (32%). Meno sognati sono i pesci (16%) e i cibi di cucine straniere o esotiche (16%). Non stupisce che gli italiani sognino il cibo che amano anche da svegli e se durante la notte si hanno diversi periodi di sonno REM per un tempo che dura da un’ora e mezza a due ore per notte, molto di più di quanto ci si ricorda al risveglio e in linea generale sono i sogni del mattino che più si ricordano al momento del risveglio, quando inoltre si è anche affamati e quindi è forse più facile sognare cibi. Mangiare è un’immagine simbolica forte che si collega alle sensazioni provate da svegli e il cibo consumato ma anche del quale si è privati può arricchire o completare di elementi determinanti il significato complessivo del sogno in cui compare. Per quanto riguarda gli alimenti o i piatti sognati molto complessa è un’interpretazione senza dimenticare due elementi: da una parte la loro conoscenza e dall’altra una voglia inconscia di cibarsene. In questo modo ci si può spiegare come frequenti siano i sogni dei dolci soprattutto in chi è a dieta e allo stesso modo limitati siano i sogni di alimenti di cucine straniere o esotiche, che ovviamente sono limitati in chi li conosce. Di particolare interesse sono i sogni che riguardano la carne. Prima di tutto bisogna rilevare che il limitato numero di persone che sogna la carne (22% del campione) ci dice che gli italiani in generale sono soddisfatti della quantità e qualità di quella che mangiano anche perché questa per-

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centuale si avvicina molto al 18% degli italiani che sognano il piatto preferito. Non è inoltre strano che sognino piatti di carne persone con età compresa tra i venticinque e i trentaquattro anni (32% del campione) la fascia di età che per ha maggiore attività fisica e quindi maggiore bisogno di questo alimento perché quello che si sogna la notte è coerente con ciò che effettivamente si preferisce anche da svegli, ma anche di quello di cui ci si priva. A questo proposito sarebbe molto interessante conoscere cosa sognano coloro che da vegetariani o vegani si astengono dalla carne. Il sogno proviene dal nostro inconscio, rappresenta la parte più intima di ognuno di noi e in quest’ambito può anche essere cautamente interpretato simbolicamente e in relazione ad altri elementi perché non si mangia solo per nutrirsi, ma esistono desideri e problemi inconsci che così si soddisfano e in questo senso la carne può divenire un’allegoria della sessualità e sognarla può anche essere interpretata come una voglia di un’attività sessuale insoddisfatta o la necessità di superare una delusione affettiva.

anche i numeri. Se sognare un salame si in generale si associa il numero 5, il numero cambia se è magro 11, grasso

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Non si può abbandonare il sogno senza accennare – per chi ci crede – alla smorfia soprattutto napoletana, il dizionario in cui a ciascun elemento sognato corrisponde un numero da giocare al Lotto e che trae origine da Morfeo, il Dio del sonno. Il numero per il gioco del lotto associato all’immagine della carne è il numero 34, ma per ogni situazione nella quale la carne compare in sogno cambiano

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