ATB MAG IN – PERIODICO DI ARTE E CULTURA – ANNO 2018 – NUMERO 2 – APRILE / GIUGNO
L’EDITORIALE di Alessandro Allocco Non posso pensare diversamente. Ogni giorno leggo, sento invettive contro i galleristi, curatori, critici. Secondo gli artisti tutte le categorie di cui sopra sono infarcite di ladroni, melliflui incantatori di serpenti, venditori porta a porta disonesti e in odor di mafia. Ma basta! Basta con questa ipocrisia! Basta con questa malafede e disonestà culturale! Mi si sono definitivamente rotte le Pale d’altare! Dico a voi, pseudo giornalisti,pseudo artisti e pensatori della domenica che pontificate sulle macerie dell’arte nel nostro paese per riceverne illecito guadagno! Vado per punti così sarà più semplice per me spiegare e per voi capire: 1) Ipocriti, falsi, menzogneri! Dico a voi artisti imbianchini che “bazzicate” il mondo della arte con l’unico scopo di vendere le vostre tele imbrattate al miglior offerente anziché quello di far cultura. Bastano poche parole per capire che non avete la minima intenzione di sostenere ed indagare qualsivoglia tesi, non ricercate, niente vi ispira se non “la vendita”. Possibile che l’unica cosa che abbiate da dire sia: a quanto vendi il mio quadro? Sai ho comprato tele, pennelli e colori… non posso venderlo a meno di… 2) Bugiardi, mentitori seriali! Dico a voi critici improvvisati e curatori andati a male che irridete molte delle opere che vi vengono presentate e poi, per vil denaro – un tanto a riga -, osannate gli artisti che ve le hanno sottoposte come novelli Manzoni o Duchamp. Ma non vi viene da vomitare su voi stessi? 3) Ipocriti e in malafede! Dico a voi giornalisti o imbrattacarte che lavorate anche per giornali seguiti e prestigiosi e che vi scagliate contro tutto e tutti prendendo di fare informazione ed interpretare il comune sentire. 4) Disonesti, sleali e disperati! Dico a voi galleristi che mendicate e pietite ovunque pur di riempire la vostra galleria sempre più povera di opere e idee. Quattro punti che esplicitano il mantra ricorrente citato allo sfinimento da molti sedicenti artisti nei confronti delle altre categorie di persone che operano nel mondo dell’arte: “Io non pago, tu devi parlare bene di me e devi farmi conoscere perché le mie opere sono favolose. E tu, pensa a venderle che senza di me non sei nessuno”. Lo capisco, nessuno al mondo vuol pagare per lavorare, ma certamente tutti vogliono essere pagati per il lavoro svolto. Non basta che la professione scelta sia piacevole, appagante, ineluttabile. Quanto detto vale per voi artisti come per i gal-
leristi, curatori, critici... visto che il lavoro, se è tale e non è volontariato, costa… e anche parecchio! Quindi finiamola di essere ipocriti! Tutti tendono idealmente ad avere un ritorno economico anche se con connotazioni differenti, ma per ottenerlo gli artisti dovrebbero passare dei contenuti: estetici, concettuali, intellettuali… E lo stesso vale per gli scritti dei giornalisti, critici. Per quanto riguarda i galleristi, non mi dite ora che basta che si impegnino a vendere i quadri perché sennò URLO! Ma vi rendete conto della demenzialità di questa affermazione? Quand’anche un gallerista vendesse il dipinto di un emergente che lui ritiene bravino a tipo 1000 euro (utopia fuori mercato) e quand’anche si trattenesse il 70% (che gli frutterebbe una denuncia per indebito guadagno) sarebbe ben lontano dal pagare anche solo un decimo delle spese, tasse, balzelli e ancor più lontano dal coprire le spese necessarie a far apprezzare un artista sconosciuto in cui crede ed ecco perché i galleristi si concentrano su vendite sicure. E questo nella remota ipotesi di vendere un’opera al mese senza frodare o abusare della fiducia dei propri affezionati (vi ricordo che non tutti gli artisti rispondono al nome di Rothko o Balla). Va bene il rischio di impresa, ma così mi pare troppo anche perché, oggi, già scegliere le opere da poter commercializzare...è uno sforzo degno di nota! In realtà, utilizzando il buon senso che di questi tempi sembra scarseggiare, bisognerebbe ritornare un po’ sui libri, leggere, ricercare, studiare, farsi un’idea il più possibile critica. Come è sempre successo e come succede in tutti gli altri paesi del mondo, l’artista è colui che ha qualcosa da dire, interpreta a suo modo il reale o l’onirico o qualsiasi cosa d’altro sia il suo campo di studio. Ma l’artista – con buona pace di tutti – deve avere qualcosa da dire! Dal canto loro i critici, i curatori, i giornalisti specializzati in arte, devono tenere i piedi ben piantati per terra e lo sguardo rivolto per aria; devono analizzare, intervistare, capire quello l’artista intende comunicare e trovare il mezzo migliore per renderlo fruibile a chiunque. Questo è il loro compito: offrire chiavi di lettura delle opere e non sfoggiare la propria cultura wikipedica o treccanipedica infarcita delle parole più strane al mondo che nemmeno il Devoto-Oli… I galleristi poi, dovrebbero seguire con interesse le nuove generazioni di artisti in erba (piuttosto che concentrarsi esclusivamente, non senza una punta di nonnismo, su artisti famosi ancorché istituzionalizzati) prestando attenzione al loro messaggio e, se ritengono, presentare nella propria galleria le loro opere mettendoli in contatto con collezionisti e appassionati. Tutto il resto è “volgare” commercio (non me ne vogliano i fruttivendoli o i macellai), vanità o raggiro che con la cultura non hanno nulla a che fare! Vi sembra che il lavoro necessario per comunicare un artista sia risibile rispetto a quello dell’artista stesso? Se così è, se vi pare, non vi preoccupate… Sono certo venderete tutte le vostre opere su facebook, ai mercatini rionali o in meravigliosi saloni in subaffitto, corredate da splendide critiche incomprensibili redatte da volenterosi professoroni del Cepu; guadagnerete tutti un sacco di soldi, ma di certo… non avrete fatto cultura.
N. 2 Aprile 2018 Fondatore/coordinamento editoriale Alessandro Allocco alessandro.aitmart@gmail.com Editore Atb Associazione Culturale sede legale: Via Riccardo Sineo,10 10124 Torino Cod.Fisc/P. IVA: 97794780011 email: atbartgallery@gmail.com Contributi giornalistici Melania Barberis Maria Erovereti Stefania Scutera Paolo Sirotto Ringraziamenti Danny Albanese Piergiorgio- Roberto Balocco Rita Clemente Emanuele Paschetto
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le immagini delle pagine precedenti sono tableaux originali di Martine Bligny “peintre de la parousie”
IN QUESTO NUMERO
7 Arte preistorica Il pensiero simbolico del Neanderthal studi e riflessioni di Maria Erovereti
Pensieri
11
Li ho visti con gli occhi di pietra una poesia di Rita Clemente grazie al contributo di Emanuele Paschetto
13
Libri
Tranta, quaranta, tut ĂŤl mond a canta canti e filastrocche del vecchio Piemonte di Paolo Sirotto
17
Contemporanea
Frammenti di ‌ cultura un articolo di Stefania Scutera - fiber artist
Fiber
21
Memorabilia
un articolo di Melania Barberis
25
Teatro
Artista per caso intervista a Danny Albanese
29
France
Sheila Hicks, reine de la couleur Contribution de Guy Duplat
33
Ortigia
Lo strano caso di Salvatore Accolla
con la collaborazione di Giacomo Trimarchi di Villa Marchese
37 Great Britain
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