ATB MAG IN – PERIODICO DI ARTE E CULTURA – ANNO 2019 – NR. 1 – GENNAIO / MARZO
Andrés Avré – fotografie originali di Marco Murgolo
Dal 2012 Atb Associazione culturale e galleria d’arte all’interno del suo spazio espositivo Miatb, si sforza di presentare artisti che contribuiscano a rafforzare il suo tangibile impegno culturale nel complicato e contraddittorio mondo dell’arte. Ci siamo consolidati e ora, più che mai, siamo intenzionati a proporre cultura e arte di qualità. Da sempre la nostra politica è stata quella di scegliere e vagliare le opere da presentare in base al loro valore comunicativo, estetico, intellettuale e di ricerca. Tutti gli artisti che con noi hanno collaborato in questi anni, hanno contribuito fattivamente alla cultura del nostro paese ed i riconoscimenti per il nostro lavoro, quello di tutti, sono stati tanti. Ciò ci ha profondamente onorati e ci spinge a procedere vigorosamente su questa strada. Intendiamo selezionare ancora più “ferocemente”, essere sempre più esclusivi, ma sempre più inclusivi verso tutti gli artisti che sono alla ricerca di un luogo in cui confrontarsi, affermare con coraggio le proprie idee, le proprie ricerche, il proprio sentire. Il nostro obiettivo? Creare un salotto artistico di alto profilo, lontano dalle logiche di massa dall’arte un tanto al chilo. Di quelli…ce ne sono già troppi!
L’EDITORIALE di Alessandro Allocco La SENSAZIONE dell’ESISTENZA Occorrono molte generazioni perché una nuova definizione di arte, un nuovo paradigma, si imponga non solo agli artisti ma anche ai critici e al grande pubblico. La nostra storia dell’arte ci ha offerto, durante tutto il XX secolo un esempio di cambiamento paradigmatico talmente radicale da ridefinire la concezione stessa di arte. È stato avvicendamento quindi tra “arte moderna” e, a partire dagli anni Sessanta, “arte contemporanea” come prima era stato avvicendamento tra arte classica e moderna. Ma queste sono soltanto categorie costruite ad hoc al fine di poter spendere parole e far sfoggio di cultura artistica nel momento in cui si critica un lavoro creativo. La realtà è un poco più complessa, come sempre d’altronde. Gli avvicendamenti non sono mai frutto di sostituzioni immediate, non esistono cesure nette in cui il nuovo viene tenuto e il vecchio buttato, non esistono trasformazioni indolore. Così l’arte classica ha coabitato per generazioni con l’arte moderna e le avanguardie e l’arte moderna coabita da circa due generazioni con l’arte contemporanea e le sperimentazioni dimostrando anche una certa resilienza rispetto alle spinte centripete di due mondi dotati di paradigmi artistici radicalmente differenti, come ben possiamo constatare grazie alle opere di Duchamp, Rauschenberg, Murakami o Klein. Oggi, ci troviamo davanti ad una vera e propria “Rivoluzione artistica” e coloro che hanno sulle spalle qualche compleanno in più e che hanno sperimentato sui testi scolastici gli anni delle avanguardie e vissuto gli anni della contestazione oltre a quelli di piombo, riconosceranno i prodromi eversivi di questo rinnovamento che non nasce sotto i migliori auspici. Il nostro XXI secolo ha perso la capacità di guardare se stesso intorpidito com’è da una sorta di feticismo imposto dai social per i quali l’importante è apparire e dalla crisi economica per la quale tutto è commercializzabile. Sempre più spesso in questi nostri poveri tempi l’arte diventa una vera e propria vetrina per mediocri a tutto vantaggio di rappresentazioni dilettantesche dettate dall’infantile quanto indotta necessità di raccontarsi sotto forma di provocazione, di volgarità spesso spacciata per ribellione nell’urgenza di ottenere la propria mezz’ora di notorietà al centro del proscenio in questo circo mediatico che invade, ahimè, ogni aspetto dell’esistenza quotidiana sempre più virtuale.
Come osserva Giovanni Sartori1“il carattere omologante del web e della televisione produce immagini e cancella i concetti. Immagini vuote, ripetitive, spersonalizzate, eppure le uniche, o quasi, attraverso le quali l’individuo contemporaneo riesce a guardarsi e a riconoscersi. Anche l’arte contemporanea, purtroppo, non si discosta troppo dalle logiche di cui sopra, anzi, spinta dal mercato, cavalca la facile onda dei siparietti, delle luci, delle provocazioni, delle passerelle, allontanandosi dalla “missione” di indagare le tematiche profonde dell’esistenza, quando l’esistenza stessa si è trasformata in un banale caos d’immagini, suoni, atteggiamenti, che relegano l’individuo a mero comprimario di logiche a lui lontane, estranee alla sua dimensione di essere dotato di libero arbitrio”. Ed è per questo che in un mondo che si uniforma ogni giorno di più non potremo difendere la diversità se non tutelandola come un valore, cioè costituendola come categoria di pensiero rifiutando l’omologazione più volte auspicata dalla globalizzazione economica e culturale dal momento che per il pensiero estetico contemporaneo la “dimensione critica” dell’arte rappresenta il criterio di giudizio più diffuso. Gli artisti oggi, per lo meno quelli che rifuggono la mediocrità, quelli colti, impegnati in una ricerca, in una parola quelli “veri”, dovrebbero affrontare le trasformazioni in atto all’alba di questo nostro XXI secolo tendendo a più alti discorsi sulla contemporaneità in cui il riconoscimento dell’Altro nell’accezione di estraneo o inconoscibile non si confonda con un presunto rispetto dell’Altro. Due importanti concetti che devono coesistere, non avvicendarsi. L’esclusione di uno dei due porterebbe inevitabilmente ad un’adeguazione acritica tomba dell’indagine artistica vera, plurale e libera. E senza quell’indagine la cultura è destinata ad arrendersi alla mediocrità che si limita a suggerire l’esistenza, ma è la vera arte a dare la precisa sensazione dell’esistenza. Edoardo Vaira “Saphir” (ritratto a luce resinanti) 100x100–2018 / nella pagina precedente “Nel bene e nel male”, acrilico-vernice bituminosa-vetrificatore navale su tela–100x100 - 2018
1 Cfr. Giovanni Sartori, La cosa verso il nulla. Dieci lezioni sulla nostra società in pericolo, Milano, Mondadori, 2015
N. 1 Gennaio/Marzo 2019 Fondatore/coordinamento editoriale Alessandro Allocco alessandro.aitmart@gmail.com Editore Atb Associazione Culturale sede legale: Via Riccardo Sineo,10 10124 Torino Cod.Fisc/P. IVA: 97794780011 email: atbartgallery@gmail.com Contributi giornalistici Alessandro Allocco Maria Erovereti Carla Bertola
ATB Mag In coordinamento editoriale Alessandro Allocco alessandro.aitmart@gmail.com Editore Atb Associazione Culturale sede legale: Via Riccardo Sineo,10 10124 Torino Cod.Fisc/P. IVA: 97794780011 email: atbartgallery@gmail.com Contributi giornalistici Great Britain contribution of
Joe Pitcher Ringraziamenti Rosa Sorda
Salerno Contributo di
Giuseppe Marrone Copertina La Bestia – Edoardo Vaira Progetto grafico Paola Di Giorgio
Magna Grecia Con il contributo di
Angela e Emanuele Gonnella Ortigia Grazie ad una recensione critica di
Fotografie originali Marco Murgolo
Paolo Levi
Pubblicità A cura dell'Editore
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France Valérie Galassi Ringraziamenti Giacomo Trimarchi di Villa Marchese Olga Maggiora Società filosofica italiana Muratcentoventidue Arte Contemporanea Bari Comunità Europea Regione Campania Regione Puglia
IN QUESTO NUMERO
7 Artisti “I MOTI DELL’ANIMO: Margherita Verdi ” un testo di Maria Erovereti
Poesia Verbo Visuale
11
Offerta Speciale Ricettario Internazionale di Poesia e Arte multimediale un testo di Carla Bertola
Libri
15
Frammenti di Emozioni un libro di Maria Erovereti testo di Rosa Sorda
19
Fiber Art
La tessitrice di note un articolo di Maria Erovereti
21
Società
Raffinato Umanesimo o volgarità economica: cosa lasceremo alle future generazioni
articolo di
Redazione
28
France DANIEL AIRAM: un artiste classique qui s’affranchit de la technique Contribution de Valérie Galassi
33
Ortigia
STEFANIA FRAGANO: un linguaggio di pura astrazione realizzato grazie ad una recensione di
Paolo Levi
37 Great Britain JACQUELINE TRELOAR Theatrical textile art Contributions of Joe Pitcher
41 Magna Grecia CHRISCHA VENUS OSWALD “TRUE”
contributo di Emanuele e Angela Gonnella
45
Salerno
STUPEFICIUM di ANGELO ACCARDI realizzato grazie ad una recensione di Giuseppe Marrone
49
news-progetti-Associazione
I moti
dell’animo Margherita Verdi
Un testo di di Maria
Erovereti
Nel numero scorso abbiamo esaminato il lavoro di Cristina Omenetto realizzato con fotocamera Holga, apparecchio molto semplice ma che permette una libertà di ripresa e di espansione creativa non consentita da macchine tecnicamente più evolute. È interessante osservare i risultati conseguiti da un’altra artista mediante questa toy camera, diversi a seconda delle suggestioni suscitate dai soggetti ripresi. “I moti dell’animo” è il titolo sotto cui si potrebbero riunire i lavori di Margherita Verdi realizzati con la Holga: l’imperfezione delle immagini, il mosso più o meno accentuato, diventa espressione immediata di emozioni e, appunto, dei moti del cuore, di quelle vibrazioni spesso intense che alcuni luoghi o circostanze generano in noi. Tra i primi progetti realizzati con questo fotocamera è “Luoghi di esilio” (2008), un omaggio alla scrittrice Anna Maria Ortese. Margherita rivisita in questo lavoro quello che fu l’ultimo porto a cui approdò la scrittrice dopo le molteplici peregrinazioni della sua vita: la cittadina ligure di Rapallo. Nelle immagini i luoghi emergono dalla vignettatura che li incornicia come dall’album dei ricordi; il mosso che anima alcune panchine vuote e una pensilina deserta, che ricorda quella di una stazione ferroviaria, fa rivivere la trepidazione delle attese e le oscillazioni dei treni presi da quella che Pietro Citati, cogliendone lo spirito, definì “la zingara sognante”. L’assenza dilaga ovunque: anche le vie sono desolate, unici esseri vivi un gabbiano nel greto di un torrente e un mazzolino di fiori in un’edicola davanti alla statuina indistinta di una madonna. L’abbandono che affiora dalle foto sembra riflettere la solitudine nella vita della scrittrice; una solitudine “profonda… disperata… assoluta…” (P. Citati); Anna Maria Ortese infatti, oltre ai lutti familiari,
Karl Sigmund Friedrich Wilhelm von Leutrum