n. 64 - 29 aprile 2015
IN QUESTO NUMERO PARLIAMO CON DOMENICO PAOLI, SEGRETARIO UNIAT
CURA BARRIERA!
Continua il nostro dialogo con i sindacati degli inquilini. Dopo il SICET e il SUNIA, la parola questa volta va a Domenico Paoli, segretario piemontese dell’UNIAT, l’Unione Nazionale Inquilini Ambiente e Territorio. Partiamo dai numeri: quanti sono i vostri iscritti? In Piemonte abbiamo tra 3 e 4mila iscritti, prevalentemente tra gli inquilini dell’edilizia privata. Rispetto ad altre sigle, come SUNIA e SICET, il nostro è un sindacato di istituzione più recente e dunque abbiamo meno iscritti nelle case popolari. La fotografia che emerge nel complesso è quella di una situazione di generale emergenza abitativa: a Torino il 2014 ha visto 4mila sfratti sul mercato privato e oltre 12mila domande di casa popolare. La situazione è davvero così al collasso? Purtroppo sì. Come sindacato, negli ultimi anni abbiamo fatto presente in diverse sedi, con il vicesindaco e assessore alle Politiche per la Casa di Torino Elide Tisi e con il Prefetto, che avvertivamo una tensione sociale crescente sui temi della casa.
continua a pag 4
Una scritta sul muro da coprire, un’aiuola da sistemare, una panchina da ridipingere… spesso è anche con piccole azioni di cura, manutenzione e riparazione che si può contribuire a rendere più belle e vivibili le nostre città. E’ per questo che il Comitato Urban, con la Circoscrizione 6, ha dato il via all’iniziativa “Cura Barriera!” con cui invita gli abitanti a rimboccarsi le maniche in prima persona, per sistemare cosa non va e –si spera- essere d’esempio per tutti. Per info e segnalazioni: Comitato Urban Barriera di Milano, corso Palermo 122, Torino. Tel. 01101120999 email: urbanbarriera@comune.torino.it
SOMMARIO Klimhouse, buone pratiche a convegno a Firenze
pag. 2
Fondo sociale in scadenza: avete pagato la quota minima?
pag. 3
Fuoriclasse 3, ancora un ciak nelle case popolari
pag. 4
2
KLIMHOUSE, BUONE PRATICHE A CONVEGNO A FIRENZE
Anche Atc al seminario nazionale sugli esempi virtuosi in tema di risparmio energetico nell’edilizia sociale Realizzare alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata ad alta efficienza energetica, con l’obiettivo di risparmiare risorse, migliorare la qualità dell’abitare e abbassare notevolmente i costi di gestione. Che si tratti di nuovi complessi abitativi, o di recupero edilizio, con importanti interventi di manutenzione straordinaria, poco cambia, il mondo Erp ha scelto la strada dell’efficientamento energetico e del risparmio, una nuova filosofia del costruire, un impegno ambientale e sociale. Le esperienze concrete delle aziende associate a Federcasa sono state presentate a Klimahouse Toscana 2015, sabato 18 aprile presso la Stazione Leopolda di Firenze. Un incontro-confronto tra operatori dell’abitare sociale, tra Enti che condividono la necessità di un cambiamento che è prima di tutto culturale. “L’edilizia residenziale pubblica deve oggi andare di pari passo con i principi della tutela ambientale, del risparmio energetico e del contenimento della spesa –spiega Luca Talluri, presidente di Federcasa e di Casa Spa Firenze – che si parli di costruire nuovi alloggi o di ristrutturare abitazioni inagibili. L’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare degli Enti è una delle priorità
del mondo Erp, strettamente legata alla necessità di allargare la disponibilità di case, a fronte di un incremento della richiesta. L’incontro di Firenze ci ha consentito di giungere ad una sintesi virtuosa, perché l’esperienza dell’uno diventi valore aggiunto per l’altro”. Casa Spa ha presentato alla platea di KlimaHouse l’esperienza di “Abitare Temporaneo”, progetto realizzato nel 2011 a Firenze e costituito da 18 alloggi in legno, prefabbricati in stabilimento, montabili e smontabili. Si tratta di due condomini su tre piani fuori terra, montati in cantiere in 50 giorni e completati nei successivi 20 giorni, destinati ad ospitare inquilini di case popolari in fase di demolizione e ricostruzione. Un intervento adottato per la prima volta in Italia, che ha trovato anche grande soddisfazione da parte degli utenti. L’Atc del Piemonte Centrale ha descritto invece l’intervento di riqualificazione energetica di 650 alloggi distribuiti in 16 edifici, localizzati in corso Taranto, nel quartiere regio Parco di Torino, per un totale di 1568 inquilini coinvolti. Un impegno importante, volto ad ammodernare un complesso abitativo realizzato tra il 1966 e il 1967, già sottoposto ad una prima serie di interventi negli anni 80. La riqualificazione ha riguardato le palazzine nella loro totalità, dalla sostituzione dei serramenti monoblocco esistenti delle singole unità abitative con nuovi serramenti a taglio termico, rispondenti alle prescrizioni normative vigenti, al rifacimento dei cappotti delle testate degli edifici fino alla coibentazione dei sottotetti per ridurre le dispersioni di calore. Atc ha deciso di introdurre per la prima volta, in via sperimentale, un modello di direzione lavori sociale, nell’ottica di una riqualificazione condivisa, al fine di dotarsi di uno strumento in grado di facilitare le importanti attività di riqualificazione energetica in ambito residenziale, in un contesto sociale particolarmente complesso e difficile, salvaguardando anche la necessità di mantenere e di rendere permanenti i risultati ottenuti. Ivan Gabrielli ufficio stampa Federcasa nazionale
CASA (E VITA) A MISURA DI ANZIANO
A Torino il progetto europeo SIforAGE fa il punto sulle politiche per l’invecchiamento della popolazione Lo dicono le statistiche: la vita media si allunga e la nostra società, oggi, è composta in gran parte da over 65enni. Il progetto europeo SIforAGE, presentato giovedì 23 aprile a Torino, si propone di aiutarli ad invecchiare meglio, mettendo al lavoro scienziati, esponenti della società civile, amministratori pubblici e aziende nell’ambito della promozione della ricerca e dello sviluppo di prodotti innovativi per vite più lunghe e sane. Alla tavola rotonda al termine della presentazione ha preso parte anche il presidente di Atc, Marcello Mazzù, insieme all’assessore al Lavoro e alla Formazione Professionale della Regione Piemonte, Gianna Pentenero, al vicesindaco di Torino, Elide Tisi e all’epidemiologo Giuseppe Costa. A preoccuparsi dell’invecchiamento della popolazione è anche Atc, nel suo ruolo di “padrone di casa sociale”. «Nelle nostre case – ha spiegato il presidente Mazzù- vivono complessivamente 18mila persone anziane e 5mila disabili, un numero considerevole di persone: devono poter contare su servizi che tengano conto della loro fragilità. Per questo, in sinergia con altre istituzioni e associazioni cerchiamo di mettere in piedi progetti che possano aiutarli e vive-
re bene in casa, senza perdere la propria autonomia. A volte bastano pochi accorgimenti, come installare una maniglia per aiutarsi ad uscire dalla vasca da bagno. In collaborazione con l’Asl e il Cipes, il centro per la prevenzione degli infortuni domestici, stiamo progettando una serie di incontri nei quartieri, dove esperti daranno consigli su come evitare di farsi male in casa ma anche sulla prevenzione della salute. Da medico, ad esempio, credo che una buona passeggiata ogni giorno per gli anziani serva loro a risparmiare farmaci e terapie per gli acciacchi legati all’età».
43
FONDO SOCIALE IN SCADENZA: AVETE PAGATO LA QUOTA MINIMA?
Scadono domani, giovedì 30 aprile, i termini per pagare la quota minima obbligatoria per legge Chi non paga, resterà escluso dal contributo per l’affitto Hanno tempo soltanto fino a domani, giovedì 30 aprile, gli inquilini delle case popolari che intendono richiedere il fondo sociale regionale per i morosi incolpevoli e devono ancora pagare la quota minima. Tra i requisiti per accedere al fondo, infatti, c’è l’aver pagato la quota minima prevista sugli affitti 2014 (il 14% del proprio reddito lordo e comunque, non meno di 480 euro annui). Attenzione: l’ultima scadenza possibile per pagare la quota minima è giovedì 30 aprile. Dopo questa data, chi non l’avrà pagata, anche se ne avrebbe potenzialmente diritto, non potrà accedere al contributo. Ecco perché chi non si è ancora messo in regola deve farlo al più presto.
Lo sportello per il fondo sociale riceve soltanto su appuntamento, in via Arquata 2 a Torino e nei comuni di Carmagnola, Chieri, Chivasso, Ivrea, Pinerolo, Torre Pellice. Una volta accertato di avere dei requisiti per presentare domanda (ovvero aver pagato la quota minima e avere un Isee inferiore o pari a 6.241,67 euro) gli inquilini devono fissare un appuntamento telefonando ai numeri 0113130504 e 011-3130251 dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 16 e il venerdì dalle 9 alle 12. Dal 25 marzo ad oggi, Atc ha accolto in tutto 2076 domande di fondo sociale mentre altre 2158 persone hanno fissato un appuntamento agli sportelli.
GUIDA PRATICA PER NON PERDERE TEMPO ALLO SPORTELLO ATC Bisogna armarsi di pazienza quando ci si presenta allo sportello di un ufficio pubblico, almeno la metà di quella che utilizza lo sportellista per rispondere alle domande dell’utente. Non sempre quello che vogliamo sapere trova una corrispondenza diretta con le funzioni dell’ente. E allora son dolori e soprattutto perdite di tempo. E i battibecchi sono in agguato. Ma qualcosa si può fare per semplificarsi la vita.
Ecco qualche consiglio: - conservate sempre i documenti che vi sono stati consegnati dall’ente, in questo caso dall’Atc, a partire dal contratto d’affitto; - leggete le notizie che trovate in bolletta: periodicamente Atc comunica dati importanti e molto utili, per esempio i dati catastali del vostro alloggio o il Pod della vostra centrale termica. Non conservare queste notizie vi farà perdere tempo alla ricerca di un’informazione che avete già a casa.
- leggete fino in fondo le lettere che ricevete: spesso a fondo pagina ci sono i numeri di telefono da chiamare per ottenere chiarimenti, senza la necessità di dover andare di persona allo sportello; - se invece avete telefonato ma le informazioni ricevute non sono state esaustive e dovete andare allo sportello, portate comunque la lettera o la comunicazione con voi; - archiviate con particolare attenzione le ricevute di pagamento: arrivare allo sportello senza poter dimostrare di aver pagato vi farà perdere tempo e pazienza. Sappiate infatti che, ad esempio, i pagamenti postali ci mettono anche un anno prima di essere “visti” dall’ente; - controllate gli elenchi: se avete preso un appuntamento e vi hanno richiesto un elenco di documenti da portare con voi, controllatelo prima di uscire, onde evitare di dover tornare una seconda volta; Infine non dimenticate mai un documento d’identità o, nel caso in cui vi rechiate allo sportello per conto di qualcun altro, la delega e un la fotocopia del documento dell’interessato. Se avete un appuntamento, poi, cercate di essere puntuali: rischiate di perdere il turno e dover tornare nuovamente!
4
continua da pag 1 IN QUESTO NUMERO PARLIAMO CON DOMENICO PAOLI, SEGRETARIO UNIAT Io stesso ho più volte assistito a proteste pubbliche di persone che avevano perso la casa e non sapevano cosa fare. Quel che è peggio è che questa situazione alimenta espropriazioni e occupazioni abusive da parte di aree antagoniste che non fanno che lucrare sulla disperazione delle povera gente, alimentando false speranze. Poi non dimentichiamoci che a Torino ci sono 50mila appartamenti sfitti: converrebbe allora chiedersi intanto se siano davvero tutti così o se invece vengano affittati in nero, senza un regolare contratto. Poi, interrogarsi sul perché i proprietari preferiscano tenerli vuoti anziché affittarli. E quali risposte potrebbero dare la politica e le istituzioni? Anzitutto, si potrebbe dare una prima risposta a questo bisogno di case mettendo a disposizione caserme, immobili storici che non vengono utilizzati, intere palazzine costruite da imprese private che, per colpa della crisi, sono rimaste invendute. Dopodiché la politica dovrebbe attivarsi su una programmazione a medio-lungo termine sull’edilizia sociale. Ho l’impressione che manchi una politica nazionale sul tema della casa pubblica o che, comunque, ci si stia attivando solo ora per crearla. Un esempio è il fatto che nel 2012 le Agenzie che gestiscono le case popolari abbiano dovuto pagare l’Imu sul loro patrimonio: è ridicolo, come se lo Stato avesse deciso di tassare sé stesso. La verità è che manca una vera sinergia tra Governo, Regioni e Comuni su questo tema. La casa popolare è ancora una risposta al bisogno di un tetto? Sì, ma non dovrebbe essere concepita come una risposta definitiva. È giusto che chi è in difficoltà possa usufruire di un affitto calmierato ma, quando le sue condizioni migliorano, dovrebbe essere accompagnato verso un’altra soluzione abitativa oppure pagare un canone di locazione più vicino a quelli di mercato.
L’assegnazione non è a vita, forse poteva esserlo in tempi in cui le cose andavano bene ma oggi non è più così. Cosa riguardano le lamentele più frequenti degli inquilini dell’Atc che si rivolgono a voi? Soprattutto la bollettazione. Ne abbiamo parlato spesso con l’Agenzia e i problemi dovuti a una rendicontazione fatta ad anni di distanza, hanno portato spesso a conguagli dalle cifre elevate, che molti abitanti poi non riescono a pagare. I sindacati inquilini saranno parte attiva del lavoro di riforma della legge regionale che disciplina l’edilizia sociale, nei disegni dell’assessore regionale Augusto Ferrari. Cosa va cambiato in questa legge? Se devo dire la verità, la legge attuale funziona già piuttosto bene, ma qualche volta non viene applicata come dovrebbe. Mi spiego meglio: è necessario che la norma non privilegi “i furbetti” rispetto ad altri nelle medesime condizioni di difficoltà. Le faccio un esempio: sul mercato privato ci sono persone che, pur avendo perso il lavoro, continuano a pagare l’affitto anche quando non ce la fanno più, arrivano a indebitarsi pur di non perdere la casa. Poi magari vengono sfrattati lo stesso e solo allora mettono da parte la vergogna e fanno domanda per una casa popolare. E sono penalizzati rispetto ad altri che, invece, ad un certo punto hanno smesso di pagare, ma hanno fatto subito la domanda. Ecco, la legge dovrebbe evitare che venga privilegiato chi conosce meglio “il sistema”. Già la riforma dell’Isee è stata un grande passo per evitare che i furbetti avessero la meglio.
CURIOSITA’ FUORICLASSE 3, ANCORA UN CIAK NELLE CASE POPOLARI
Torna la fiction con Luciana Littizzetto. Anche questa serie è stata ambientata in una casa Atc in via Vanchiglia Sono ambientate in un palazzo amministrato da Atc in via Vanchiglia a Torino alcune scene della terze serie della fiction “Fuoriclasse”, in onda la domenica su Rai 1, che vede l’attrice torinese Luciana Littizzetto nei panni di una professoressa del liceo. Ma le case popolari sono state spesso la location per film e serie tv. Le riprese si svolgono con l’approvazione di Atc e dei residenti e l’affitto degli spazi pagato dalla produzione serve all’Agenzia per investire in lavori di manutenzione. Insomma, gli inquilini hanno l’opportunità di vedere da vicino un set cinematografico ma beneficiano anche di qualche risorsa in più per la manutenzione dello stabile. Il merito della scelta è dato della grandissima varietà di tipi di palazzi e costruzioni che i quartieri popolari racchiudono: si va dai tipici edifici in stile fascista degli anni ‘20 e ‘30 ai cosiddetti villaggi operai degli anni del boom, passando per i “casermoni” prefabbricati degli anni 70, fino agli edifici di oggi, palazzine moderne o costruzioni nate dal restyling di vecchi siti industriali dismessi. Le riprese di “Fuoriclasse 3”, che va in onda ora, si sono svolte fra settembre e ottobre dello scorso anno. Due anni fa era stata invece la volta di “Ci vuole un gran fisico”, commedia con Angela Finocchiaro ambientata in un palazzo Atc di via Arquata, proprio dietro la sede dell’Agenzia. Ma già nel 2006 le palazzine anni ’20 fecero un tuffo nel passato, trasformandosi in una città di fine ‘800 per la fiction dedicata a Maria Montessori, interpretata da Paola Cortellesi. E poi “Il dolce e l’amaro” di Andrea Porporati con Luigi Lo Cascio e Fabrizio Gifuni, in concorso alla 64esima Mostra del Cinema di Venezia,
venne girato in corso Taranto 80, stessa location che ospitò le riprese de “Il sorteggio”, con Beppe Fiorello e Giorgio Faletti, protagonisti di una storia che ripercorreva le vicende degli anni di piombo a Torino. “Albert Einstein” di Liliana Cavani, film biografia del grande scienziato, è stato girato in via Bellezia, case popolari nella zona del quadrilatero romano torinese. “Il resto della notte” di Francesco Munzi, a Lucento, in via Parenzo e corso Molise mentre “I demoni di San Pietroburgo” in via Vanchiglia e via Verdi. E ancora “Sangue pazzo” per la regia di Marco Tullio Giordana con Monica Bellucci, è ambientato nelle case Atc di via Barbaroux, mentre le case di corso Agnelli e via Giacomo Dina a Mirafiori nord sono lo sfondo di “Signorina Effe” con Valeria Solarino ma anche di alcune scene del famosissimo “Bianco, Rosso e Verdone”. Chiudono la carrellata “Sette opere di Misericordia”, dei fratelli Gianluca e Massimiliano De Serio, unico film italiano in concorso al Festival Internazionale del Film di Locarno del 2011, girato in un appartamento del quartiere Falchera e “l’Industriale” con Pierfrancesco Favino, ambientato nelle case Atc di via Gaudenzio Ferrari, a due passi dalla Mole.
Registrazione del Tribunale di Torino numero 17 del 16/03/2012 direttore responsabile: Carola Quaglia redazione: corso Dante 14 – 10134 Torino. Tel. 011.3130362 redazione@atc.torino.it in redazione: Giuseppina Vigliotti, Carola Quaglia, Daniele Darchini ha collaborato: Ivan Gabrielli, ufficio stampa Federcasa Periodico d’informazione dell’Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte Centrale