Gazzettatc Num85-2016

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n. 85 - 6 Aprile 2016

IN QUESTO NUMERO PARLIAMO CON VANESSA MAROTTA, COABITANTE

Quest’anno festeggiano dieci anni le esperienze di coabitazione giovanile solidale nelle case popolari di Torino. Ragazzi che vivono in una casa Atc e, in cambio di un affitto vantaggioso, si impegnano in attività di volontariato a disposizione dei vicini di casa (un aiuto agli anziani, il doposcuola per i bambini…). Vanessa è uno dei coabitanti di Casasol, la coabitazione gestita da cooperativa Sinergica e Cicsene in una palazzina di via Nizza, nel multietnico quartiere di San Salvario. Le abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa della sua esperienza Da quanto tempo vivi qui? Il mio è un caso particolare: in genere i coabitanti cambiano ogni anno o due, ma, per vari motivi, io sono rimasta qui per cinque anni consecutivi. Questo è il mio ultimo anno a Casasol, ho compiuto 30 anni ed entro dicembre andrò via. Lo dico già con nostalgia! Sono arrivata qui dopo un’esperienza di studio all’estero e volevo mettere a frutto i miei studi di cooperazione internazionale misurandomi con la diversità che si incontra nel quotidiano, quella dei vicini di casa. Ho fatto bene: è stata un’esperienza bellissima. Cosa porterai con te di questa esperienza? Senza dubbio la capacità di vivere “in comunità”. È così che voglio vivere la mia vita, anche in futuro, sia che decida di vivere in una grande città o in mezzo alla campagna: in un clima di scambio e condivisione con chi mi sta intorno. Ho imparato che stare a contatto con gli al-

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BIMBI IN BIBLIOTECA Letture e attività gratuite per i più piccoli alla Biblioteca civica Cognasso di corso Cincinnato 115 a Torino. Gli incontri hanno cadenza mensile, si svolgono il sabato mattina dalle 10. 45 alle 12.45 e sono rivolti ai bambini dai 3 anni alla scuola primaria e alle loro famiglie. L'attività prevede letture ad alta voce e un momento di laboratorio a seguire durante il quale i bimbi possono disegnare, colorare e realizzare piccoli oggetti collegati alle storie lette. Per info: 011-01138526.

SOMMARIO LE CASE POPOLARI NON BASTANO, LO DICE UNA RICERCA

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“ALLOGGIO SOCIALE”, LA DICHIARAZIONE PER IL 730

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CHI ERA COSTUI? LA RUBRICA SUI pag.4 NOMI DELLE VIE


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LE CASE POPOLARI NON BASTANO: IN ITALIA RISPOSTE SOLO PER UNO SU TRE

La fotografia dell’edilizia sociale nella ricerca di Nomisma e Federcasa L’edilizia residenziale pubblica non basta a dare risposte a chi vive situazioni di disagio abitativo e risulta sufficiente per 700mila famiglie italiane, appena un terzo di chi ne ha veramente bisogno. È questo il quadro che emerge dalla ricerca che Federcasa, l’associazione nazionale degli enti di edilizia sociale, ha commissionato alla società di ricerca Nomisma, con l’obiettivo di fotografare il disagio abitativo del paese. Un tema che si conferma tra i più importanti da affrontare, anche in considerazione del fatto che per oltre 1,7 milioni di famiglie che hanno un regolare contratto di affitto (il 41,8% del totale), il canone supera il 30% del reddito familiare, correndo quindi il rischio di scivolare verso forme di morosità e di possibile marginalizzazione sociale. Si tratta perlopiù di cittadini italiani (circa il 65%), distribuiti sul territorio nazionale in maniera piuttosto omogenea. In tale quadro, la dotazione di edilizia pubblica si conferma del tutto insufficiente consentendo di salvaguardare poco più di 700mila nuclei familiari, vale a dire uno su tre. Rispetto al totale degli alloggi gestiti in locazione (circa 758 mila), nel 2013 risulta regolarmente assegnato l’86% degli alloggi su tutto il territorio nazionale (circa 652mila alloggi), mentre la restante quota del 14% risulta non assegnata o perché sfitta o perché occupata abusivamente. Attraverso l’indagine, realizzata nella seconda metà del 2015 con il coinvolgimento di un gruppo di Aziende per la Casa (tra cui anche l’Atc del Piemonte Centrale) distribuite su tutto il territorio nazionale, la fotografia degli aventi diritto ad un alloggio di edilizia residenziale pubblica vede una significativa presenza di cittadini italiani (88,3%) e la tipologia più ricorrente è rappresentata da persone sole o nuclei di due componenti. L’età della persona di riferimento del nucleo familiare è tendenzialmente alta (il 28,3% supera i 75 anni, il 19,6% è compreso tra 65 e 75 anni) e ha un reddito molto basso (il 44,4% guadagna in un anno meno di 10.000 euro). I tempi di permanenza negli alloggi di ERP sono abbastanza alti: il 49% vive lì da oltre 20 anni, il 28% da oltre 30 anni.

E pur contando su di un canone d’affitto sociale, anche nell’edilizia pubblica non mancano le situazioni di difficoltà: sempre secondo la ricerca, il 49,8% di chi occupa la graduatoria vive un disagio economico per basso reddito, mentre il 12,2% è in disagio legato alle condizioni abitative (sovraffollamento, abitazione con barriere architettoniche). Infine, da un confronto tra gli utenti di edilizia pubblica e la tipologia di domande accolte in graduatoria si evidenzia una domanda inevasa più sbilanciata verso i nuclei stranieri (37,3%), i nuclei pluri-componente (la percentuale arriva al 34,5% se si considerano le famiglie composte da 3-4 persone), i nuclei non anziani (con percentuali del 31,6% se si considerano le persone di età compresa tra 35 e 45 anni). «Siamo di fronte ad un disagio abitativo di tali dimensioni, che per tornare alla situazione degli anni ‘90 ci vorranno tempi molto lunghi, sperando che non vi siano ulteriori crisi economiche - commenta Luca Talluri, presidente di Federcasa – Da questi dati emerge la necessità di incrementare in modo significativo il numero degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Se negli anni ‘90 il sistema fu cristallizzato perché ritenuto sufficiente a gestire il disagio presente, oggi dobbiamo fare scelte politiche della stessa importanza, ma che prevedano un aumento significativo di case popolari». «Una risposta al tema del disagio abitativo dovrebbe rappresentare un obiettivo ineludibile di un’azione di governo effettivamente riformatrice» è il parere di Luca Dondi, Direttore Generale di Nomisma - «A ciò si aggiunga che, a conti fatti, le ricadute in termini di attivazione economica di un ipotetico piano casa potrebbero rivelarsi meno deboli e labili di quelle destinate a scaturire dagli sgravi fiscali sull’abitazione principale, di cui beneficeranno i proprietari a partire dall’anno prossimo. Ma se l’eventuale gap in fatto di crescita può essere tema di discussione, la differenza in termini di equità delle due opzioni è di tutta evidenza».


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“ALLOGGIO SOCIALE”, LA DICHIARAZIONE PER IL 730 NELLA BOLLETTA DI APRILE Arriva con la bolletta di aprile la dichiarazione di “alloggio sociale” che permette agli inquilini che abitano nelle case Atc, a patto che non siano morosi, di ottenere le detrazioni fiscali per l’affitto previste per legge. In sintesi viene premiato l’impegno di molti a pagare le spese per l’abitazione con un rimborso sul modello 730 che ammonta a 900 euro se il reddito complessivo della famiglia non supera 15.493,71 euro e a 450 euro per chi arriva a un reddito fino a 30.987,41.

Come fare? È molto semplice. Per usufruire della detrazione basta rivolgersi ad un Caf e portare la dichiarazione “Detrazione Irpef: dichiarazione di alloggio sociale” che troverete allegata alla bolletta d’affitto di aprile, dove sono indicati anche i dati di registrazione del contratto, insieme a copia delle ricevute di pagamento dell’affitto, la certificazione unica (il vecchio Cud) e un documento di identità valido.

CERTIFICAZIONI ENERGETICHE, AL VIA I SOPRALLUOGHI PER “L’APE” In gergo si chiama “APE”, attestazione di prestazione energetica, ed è un certificato che descrive le prestazioni energetiche di un alloggio o di un edificio, ma soprattutto è un documento obbligatorio per la registrazione del contratto di affitto. Alla luce delle ultime novità legislative, Atc deve certificare tutto il suo patrimonio edilizio e ha dato incarico a tecnici specializzati di eseguire i sopralluoghi in diversi appartamenti per poter compilare “l’Ape”. Così nei prossimi giorni gli abitanti delle case Atc di Torino e provincia troveranno nella cassetta postale una lettera che li informa dell’imminente sopralluogo. Niente sorprese, anzi: i tecnici di Atc telefoneranno per fissare un appuntamento e concordare con l’assegnatario la data per l’incontro. Gli inquilini non dovranno pagare nulla, ma solo permettere ai tecnici – che naturalmente saranno tutti dotati di tesserino di riconoscimento – di entrare nell’appartamento per ispezionare serramenti, spessore dei muri esterni e impianti. Non ci saranno interventi edilizi: solo misurazioni e ispezioni.

Attenzione, però: chi ha una caldaia per il riscaldamento autonomo dovrà esibire il libretto di manutenzione e la documentazione per il controllo dei gas di scarico. Se dubitate dell’identità di chi si presenta a casa vostra, controllate il cartellino di riconoscimento. Se siete in dubbio, meglio accertarsene telefonando ai numeri 011.3130275 oppure 011.3130557.

continua da pag 1 IN QUESTO NUMERO PARLIAMO CON VANESSA MAROTTA, COABITANTE tri, costantemente, ci fa riscoprire valori veri. E così si vive meglio. Come descriveresti questa coabitazione? Come una grande famiglia. Abbiamo creato legami di amicizia davvero belli tra coabitanti e con i nostri vicini di casa e la porta del nostro condominio solidale è aperta a tutto il quartiere: ogni due settimane organizziamo una festa nell’adrone con musica, piatti fatti in casa, giochi. Lasciamo la porta aperta e chi vuole può entrare e partecipare. È un vicinato “allargato” e funziona. Anche nei momenti difficili. Ci fai qualche esempio? L’ultimo, recentissimo. Nel palazzo da molti anni vive Renèe, molto attiva nelle battaglie per i diritti: abita da sola con il suo cagnolino ma nel quartiere la conoscono tutti. E le vogliono bene. Ne abbiamo avuta prova proprio in queste settimane, quando è stata colpita da un serio problema di salute e l’hanno ricoverata in ospedale. Non ha alcun parente che possa prendersi cura di lei e così è scattato il passaparola non soltanto tra i vicini ma anche con il panettiere, il tabaccaio, il pizzaiolo del quartiere. Come in una grande famiglia, tante persone ora si alternano per andare a trovarla ed esserle d’aiuto come possono. Ecco, questa direi che è la dimostrazione tangibile di come una rete di buon vicinato possa davvero fare la differenza nella vita delle persone. Vista così sembra tutto rose e fiori. Niente spine? Le difficoltà ci sono state? Certamente. Quando questa coabitazione è cominciata era una delle prime, non c’era un modello. Ricordo che mi sono trovata

insieme ad altri ragazzi che venivano da percorsi di studio diversi dal mio, con i quali avevo poco in comune e temevo di non riuscire a collaborare. E poi il rapporto con gli altri abitanti: all’inizio era difficile mantenere il nostro ruolo di “buoni vicini di casa” senza sconfinare troppo nelle loro vite, mettendosi a fare “i crocerossini” o gli assistenti sociali che, però, non è il nostro compito e non sarebbe loro neppure d’aiuto perché creerebbe un rapporto di dipendenza. Col tempo, abbiamo trovato la ricetta. E ora su cosa state lavorando? Le attività che bollono in pentola a Casasol sono sempre tante! Sabato allestiremo una sorta di boutique nell’adrone: ciascuno potrà portare abiti, scarpe e accessori che non mette più e prenderne altri. Ma più che un mercatino dell’usato sarà un vero e proprio pomeriggio di shopping, con noi coabitanti nelle vesti di personal shopper ad aiutare i partecipanti nella scelta dei capi! Chi e cosa ti mancheranno quando andrai via? Tutti i miei vicini di casa, che in questi anni sono diventati degli amici. E questo modo di vivere come in un grande villaggio, dove gli abitanti si parlano, si scambiano consigli e raccomandazioni. Se incontro qualcuno per le scale che non conosco, magari un parente in visita, per me è normale fermarlo e presentarmi, chiedergli dove va, dargli il benvenuto. Ecco, per il mio futuro spero di poter vivere nuovamente in un posto così. Io farò di tutto perché la mia prossima casa lo diventi.


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FRANCESCO BARACCA, A GRUGLIASCO CASE POPOLARI NELLA VIA INTITOLATA ALL’ASSO DELL’AVIAZIONE Torna la rubrica dedicata ai nomi delle vie che ospitano le case Atc

A Grugliasco via Baracca è conosciutissima. Qui, a due passi dalla sede universitaria, si trovava uno storico insediamento di case popolari. Proprio recentemente la costruzione è stata abbattuta per fare spazio ad un nuovo edificio di 32 appartamenti, i cui lavori partiranno a breve. Ma per quale motivo Francesco Baracca è passato alla storia? Diciamolo subito: era un mito dell’aviazione e per questo si è guadagnato un posto d’onore fra gli eroi della prima guerra mondiale. Poi la morte in circostanze misteriose non ha fatto altro che alimentarne la leggenda. Francesco Baracca nasce il 9 maggio 1888 a Lugo, in provincia di Ravenna, da una famiglia di nobili origini. Dopo la maturità classica frequenta la Scuola Militare di Modena e quella di Cavalleria di Pinerolo. Ma la passione per l’aviazione si manifesta durante la scuola di pilotaggio civile a Reims, in Francia, dove nel 1910 conquista il brevetto da pilota e qualche anno dopo quello militare. Con l’arrivo della guerra, la passione si trasforma in professione: padronanza della tecnica acrobatica e applicazione della tattica, esercitata in molte azioni belliche durante il primo conflitto mondiale, fanno di Francesco Baracca uno straordinario pilota. La prima vittoria arriva il 7 aprile 1916 ai comandi di un Nieuport, un tipo di aereo di eccezionale velocità per gli standard dell’epoca, con il quale abbatte un Aviatik austriaco.

PORTE APERTE AL NIDO FRUGOLETTI Una giornata a porte aperte per vedere da vicino la struttura, per bambini da 0 a 36 mesi. La organizza il micronido Frugoletti di via Frugarolo 20 a Torino, a pochi passi dalla sede Atc. Sabato 16 aprile dalle 10 alle 12.30 le famiglie interessate alle iscrizioni del prossimo anno potranno visitare la struttura e informarsi sulle iniziative e il progetto educativo.

L’azione gli vale la prima medaglia di argento al valore militare. E’ la prima di una lunga serie di straordinarie azioni militari. Nella primavera del 1917 Baracca comanda la 91° Squadriglia, unità che, per la capacità dei suoi piloti e per gli abbattimenti effettuati, viene definita la “Squadriglia degli Assi”. Durante l’ultimo anno di guerra l’offensiva austriaca e il contrattacco italiano impegnano a fondo la squadriglia e il 19 giugno del 1918 Francesco Baracca, uscito al tramonto con altri due aerei per un’azione di mitragliamento a volo radente sul Montello, viene colpito da due pallottole di fucile e una lo raggiunge alla testa. Fu questa la fine del grande aviatore. Il 23 giugno il suo corpo, accanto ai resti del velivolo, viene scoperto nel Montello quasi per caso dall’ufficiale di artiglieria Ambrogio Gobbi. Le esequie di Baracca si svolgono il 26 giugno a Quinto di Treviso davanti a una folla imponente con Gabriele D’Annunzio che pronuncia l’elogio funebre. La sua morte lascerà per sempre un dubbio: sulla morte dell’aviatore romagnolo si scatenò infatti un’aspra diatriba tra l’Italia e l’Austria, che ne rivendicava l’abbattimento, mentre in Italia si sosteneva che si fosse suicidato per non farsi catturare dal nemico. Infine, a Francesco Baracca è legata anche una piccola curiosità. Il cavallino rampate, divenuto poi il simbolo della Ferrari, era inizialmente dipinto sulla carlinga del suo aereo. Ceduto personalmente dalla madre di Baracca come portafortuna ad Enzo Ferrari nel 1923, sarebbe divenuto l’emblema del marchio modenese. Questa e altre notizie interessanti si trovano a Lugo, il paese natale dell’eroe, nel museo a lui dedicato.

AUTORECUPERO AL VIA Atc informa che è stato pubblicato il bando per l’autorecupero degli alloggi popolari. Tutte le informazioni, l’elenco degli alloggi disponibili e il modulo per partecipare sono disponibili sul sito internet www.atc.torino.it

Registrazione del Tribunale di Torino numero 17 del 16/03/2012 direttore responsabile: Carola Quaglia redazione: corso Dante 14 – 10134 Torino. Tel. 011.3130362 redazione@atc.torino.it in redazione: Giuseppina Vigliotti, Carola Quaglia, Daniele Darchini Periodico d’informazione dell’Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte Centrale


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