NOTIZIARIO DELL’AZIENDA TERRITORIALE PER L’EDILIZIA RESIDENZIALE
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ANNO V - N.10 - DICEMBRE 2016
Rischio sismico. Si parte dalla prevenzione La lunga esperienza di Ater Umbria
NOTIZIARIO DELL’AZIENDA TERRITORIALE PER L’EDILIZIA RESIDENZIALE
Sommario 4
EDITORIALE
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INTERVISTA La partita di Casa Italia. Federcasa in prima fila Intervista al Presidente di Federcasa Luca Talluri - Di Noemi Campanella
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INTERVISTA Ater Umbria e UniPg, un accordo per la prevenzione sismica Intervista al Professor Annibalie Luigi Materazzi, Direttore Dipartimento ingegneria Civile e Ambientale - Di Noemi Campanella
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ARTICOLO Dire, fare, mediare, il Forum di Federcasa a Firenze
Periferie e capitale umano L' editoriale del Presidente di Ater Umbria Alessandro Almadori
Di Noemi Campanella
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FACCIA A FACCIA. I SINDACATI. Diritto alla casa e rapporti con l'inquilinato. La posizione della Uil Umbria Intervista ad Angelo Garofalo, Presidente Adoc Umbria Di Noemi Campanella
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LE REALIZZAZIONI ECCELLENTI Prevenzione sismica. La lunga esperienza di Ater Umbria Di Noemi Campanella
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LE REALIZZAZIONI ECCELLENTI Dall'esperienza di Riosecco, fino al Rigo di Corciano e Ponte Rio a Todi Di Noemi Campanella
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PROSSIMI APPALTI - IMMOBILI IN CORSO DI REALIZZAZIONE
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IMMOBILI PROSSIMI ALLA CONSEGNA - IMMOBILI CONSEGNATI
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ATER UMBRIA - ORARI D’APERTURA AL PUBBLICO
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ATER UMBRIA - ANNO V - N.10 - DICEMBRE 2016
EDITORIALE
Ricostruzione post sisma, è il momento delle scelte
di Alessandro Almadori Noemi Campanella
Gli eventi sismici di agosto e ottobre 2016 hanno prodotto danneggiamenti rilevanti al patrimonio immobiliare di Ater Umbria, in particolare a seguito del secondo evento, quello di ottobre, i nostri edifici sono stati severamente danneggiati nelle tamponature e in alcuni casi nelle strutture portanti. Lo scenario è quindi drasticamente variato da un evento all’altro, nel primo caso eravamo in condizione di gestire le riparazioni nel giro di qualche mese, mentre a seguito del secondo, ci troviamo in una situazione completamente diversa e di fronte a scelte che ci porteranno, in alcuni casi, alla demolizione e ricostruzione degli immobili.
Alessandro Almadori, Presidente di Ater Umbria Foto: Olimpio Mazzorana
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Edifici nati dalla ricostruzione del 1979 che, vale dirlo, hanno sostanzialmente retto di fronte alla notevole energia sprigionata dagli eventi sismici, ma che dovranno essere demoliti e ricostruiti proprio per il tipo di lesioni subite dalle strutture portanti. L’eventuale demolizione e ricostruzione di questi edifici, figli della cultura architettonica e urbanistica di quel periodo, in ogni caso, non può essere, a mio parere, ricompresa nel dibattito sul ricostruire tutto “dov’era e com’e-
ra”. Le zone interessate non sono quelle del centro storico (nella quasi totalità dei casi), e inoltre, rispetto alla qualità, alla tipologia e alla tecnologia degli edifici possiamo tranquillamente immaginare di fare meglio. Partendo da questi dati di fatto, bisogna riflettere su cosa fare e poi su quali procedure mettere in campo per centrare gli obiettivi che fisseremo per sfruttare le opportunità di ripensamento, dei manufatti e dei luoghi, che sono insite nel processo ricostruttivo. Da un lato si può pensare di utilizzare tecnologie più adeguate a rispondere, anche nel lungo periodo, a eventi che certamente si ripeteranno nel tempo. Un’ovvietà verrebbe da dire, ma, utilizzare tecniche costruttive di tipo non “massivo” in acciaio o in legno, in passato non è stato considerato opportuno, forse nel rispetto della cultura e della tradizione di questi luoghi, o più semplicemente non è stata considerata un’opzione percorribile. Dall’altro occorrerà pensare a manufatti architettonici di maggior valore e più rispettosi del contesto in cui si inseriscono, e anche la qualità e le caratteristiche degli spazi comuni
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potranno essere ripensati e adeguati a nuove esigenze, a nuovi stili di vita. Che il tema abbia a che fare con il rischio di spopolamento di queste zone, o al contrario con il legame profondo di una parte della popolazione con questi luoghi, la riflessione può sicuramente contribuire a generare nuovi modelli, nuove opportunità. Il territorio italiano è costellato di edifici recenti diventati presto obsoleti, di zone di espansione senza identità sorte ai piedi dei centri storici, tanto amati dai turisti stranieri, ma molto spesso poco capaci di rispondere alle reali esigenze della popolazione, la sola in grado di continuare a renderli vivi e vitali. L’opportunità nasce proprio da questo paradosso tutto italiano, e più che mai umbro, dove da un lato i nostri centri storici, commoventi, stoici, spesso rassicuranti, sono sempre meno adatti a rispondere ad alcuni tipi di esigenze della vita contemporanea e dall'altro le zone di espansione, poco pensate, di scarsa qualità progettuale e architettonica costituiscono il vero potenziale per il ripensamento di questi luoghi. Da questo paradosso dobbiamo parti-
re per valorizzare, rilanciare, ricostruire. Pronti a scelte difficili, che sappiano mettere in sicurezza il passato, affermando la necessità di cambiare paradigma e rapporto tra centro e periferia. Il pensiero e la dedica, per queste poche righe, va a Norcia, simbolo con il suo San Benedetto per l’intera Europa. Dove è più facile distinguere tra ciò che va ricostruito “dov’era e com’era”, ma da dove è ancor più importante che parta un segnale di visione sul futuro, dei luoghi, ma soprattutto delle persone, che questi luoghi abitano e che contribuiranno a lasciare alle generazioni future come testimonianza di quello che sapremo pensare e fare, per il nostro Paese e per l’Europa.
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ATER UMBRIA - ANNO V - N.10 - DICEMBRE 2016
INTERVISTA
La partita di Casa Italia. Federcasa in prima fila.
Contro l'imprevedibilità di eventi calamitosi, come sono stati i ripetuti terremoti subiti dalla popolazioni del Centro-Italia, meglio di ogni altra cosa, può la prevenzione. La nostra intervista a Luca Talluri, Presidente di Federcasa
di Noemi Campanella
“Secondo Federcasa per la messa in sicurezza di tutto il patrimonio Erp, servirebbero sette miliardi di euro. Ovviamente questa è una quantificazione di massima, tutta da verificare. La mia proposta va pensata sul lungo periodo. Se il 'Progetto Casa Italia' dovesse partire, Europa permettendo, la programmazione sarebbe ventennale”.
“Anche l'Umbria avrà un ruolo in Casa Italia”. Lo dice Luca Talluri, Presidente di Federcasa, che abbiamo incontrato per definire le possibilità, i ruoli e che tipo di opportunità rappresenta questo provvedimento. L'allora Premier Matteo Renzi, il giorno dopo il grande sisma di Amatrice, nell'agosto dello scorso anno, definì Casa Italia. “Un grande progetto per la messa in sicurezza antisismica”. Perché contro l'imprevedibilità di eventi calamitosi, come sono stati i ripetuti terremoti subiti dalla popolazioni del Centro-Italia, meglio di ogni altra cosa, può la prevenzione. Ne è convinto anche Talluri che nella nostra intervista ritiene Casa Italia come un treno da non perdere e l'opportunità per tutti i titolari di immobili, siano essi privati che pubblici (dunque anche l'Erp), di renderli sicuri. Presidente quale è lo stato dell'arte del 'Progetto Casa Italia'? Il decreto nascerà dopo l'approvazione della Legge di Bilancio perché all'interno vi sarà di fatto specificato il perimetro dei finanziamenti che andranno al Progetto, ovvero se l'Europa darà la possibilità all' Italia di investire non solo nella ricostruzione dell'area interessata dal cosiddetto 'cratere' del terremoto, che è scontata e inevitabile e dovuta, ma più in generale una messa in sicurezza di tutto il territorio italiano, nelle classi a più alto
Luca Talluri Presidente di Federcasa 6
rischio sismico. Questo dimensionamento della capacità di trovare risorse al di fuori dal Patto di Stabilità, ci darà la portata di 'Casa Italia'. Ci dirà se riguarderà solo la ricostruzione del 'cratere' e dell'edilizia pubblica scolastica o se, oltre a questi, conterrà anche la messa in sicurezza di tutto il patrimonio. Cosa chiede Federcasa? Federcasa ha chiesto di rendere il perimetro più largo possibile e di essere il terreno della sperimentazione. Siccome la messa in sicurezza antisismica e il cosiddetto sisma-bonus per i privati passerà dalla classificazione antisismica degli edifici, che dovrebbe essere allegata e parallela alla Legge di Bilancio, come strumento per stabilire i livelli di messa in sicurezza del singolo edificio, noi abbiamo chiesto di essere il soggetto che che sperimenterà questo sul pubblico. Se per i privati le regole di messa in sicurezza antisismica possono non avere il titolo dell'obbligatorietà, per il patrimonio pubblico è il contrario. Riteniamo infatti che sia necessario e doveroso. Federcasa più essere testimone di una sperimentazione che si può fare, anche velocemente. Le Aziende di edilizia residenziale pubblica di tutta Italia saranno dunque al centro delle
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operazioni di manutenzione straordinaria del patrimonio esistente per la messa in sicurezza dello stesso? Ovviamente. Dal punto di vista tecnico la messa in sicurezza andrà anche a braccetto con l'efficientamento energetico del patrimonio. La partita dunque è grande ed importante. Di che mole di finanziamenti si parla? Secondo Federcasa per la messa in sicurezza di tutto il patrimonio Erp, servirebbero sette miliardi di euro. Ovviamente questa è una quantificazione di massima, tutta da verificare. La mia proposta va pensata sul lungo periodo. Se il 'Progetto Casa Italia' dovesse partire, Europa permettendo, la programmazione sarebbe ventennale. Quanta parte del patrimonio Erp, secondo lei, necessita di interventi di manutenzione per la prevenzione sismica? Questo è un tema su cui la customizzazione non è soltanto una prassi necessaria, ma va utilizzata addirittura in fase di pianificazione, perchè occorre andare a vedere sul campo quanti sono gli edifici interessati. Per aiutare abbiamo anche condotto alcuni studi per tipologia di edifici avvalendoci della col-
laborazione dell'Associazione di Ingegneria Sismica Italiana, per tentare di dimensionare le residenze del nostro patrimonio. l'Isi ha indagato sullo stato conservativo di un campione del patrimonio gestito dagli Enti di edilizia residenziale pubblica, con lo scopo di valutare il grado di vulnerabilità sismica e, in una seconda fase, di mettere a punto una metodologia di intervento per procedere ad una più estesa mappatura del patrimonio esistente gestito in zona sismica. L'analisi va poi intersecata con la zonizzazione delle varie località e delle regioni. In base a questo abbiamo quantificato il nostro fabbisogno in sette miliardi di euro. Quale può essere la partecipazione umbra al 'Progetto Casa Italia'? Sicuramente l'Umbria rientra nel Progetto. Ho ho mandato una lettera alla Governatrice Catiuscia Marini nella quale chiedo che venisse messo nel gruppo tecnico regionale, creato per effettuare i monitoraggi e le verifiche, un esponente di Ater Umbria, perchè, a mio avviso, è importante che una stazione appaltante anche direttamente coinvolta con il proprio patrimonio, vi partecipi. Inoltre occorrerà capire nella zona del 'cratere', attraverso uno studio customizzato fatto su ogni edificio Erp, quali di questi saranno oggetto di interventi complessivi di ricostruzione e in
quali occorrerà invece intervenire con la manutenzione per la messa in sicurezza. Sono due temi distinti. Il Presidente Almadori si è reso subito disponibile ad utilizzare Ater Umbria come soggetto volano, quale modello del 'si può fare'. Secondo lei il diritto alla casa è al centro delle politiche del Governo? L'esperienza del terremoto, suo malgrado, ha dato una spinta in più alle politiche dell'abitare? Si. Questo Governo ha dimostrato con i fatti di aprire in maniera seria la riflessione, con i fatti. Per l'Erp, dopo anni di immobilismo totale e di azzeramento dei finanziamenti, con le deleghe alle Regioni, concretamente, con la Legge 80, ha riaperto la riflessione e i finanziamenti. Si tratta di 230 milioni di euro in tre anni. Il Governo ha fatto una Legge e ci ha messo i soldi. Questi denari, da un punto di vista politico, consentono di aprire una finestra temporale per pensare, proporre, scegliere e attuare una soluzione di tipo strutturale. Federcasa ha il compito di proporre e partecipare in questa riflessione nei prossimi 18-24 mesi.
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ATER UMBRIA - ANNO V - N.10 - DICEMBRE 2016
INTERVISTA
Ater Umbria e UniPg, un accordo per la prevenzione sismica Il protocollo d'intesa è stato siglato nel giugno del 2016 e consente una catalogazione degli edifici di Ater Umbria in base alle loro caratteristiche strutturali che influenzano la vulnerabilità sismica. La nostra intervista al Professore, Annibale Luigi Materazzi.
di Noemi Campanella
“L'accordo consente di integrare le conoscenze e le attività di formazione dell'Azienda e del Dipartimento, su tematiche correlate al campo dell’Ingegneria Civile, Ambientale e dell’Architettura, per accrescere i livelli formativi e migliorare la qualità degli edifici di edilizia residenziale pubblica. Il Dipartimento di Ingegneria è specializzato nella valutazione della sicurezza statica e sismica delle costruzioni,ma anche nella conservazione, valorizzazione, riqualificazione e monitoraggio dei beni edilizi ed architettonici”.
Nella foto da sinistra il Presidente di Ater Umbria Alessandro Almadori e il Prof. Luigi Materazzi
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Quando la cura è la prevenzione. Non c'è nessuna retorica nell'affermare questo quando si vive in una terra ad alta inclinazione sismica come è stato purtroppo confermato dagli ultimi eventi che hanno sconvolto la nostra regione. La prevenzione si connette alla ricerca quando indaga il sisma in se e le sue caratteristiche, e approfondisce la stabilità delle opere realizzate dall'uomo. Molta parte del patrimonio di Ater Umbria risiede in zone sismiche. Motivo che ha indotto l'Azienda ad avviare una collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale dell'Università degli Studi di Perugia. Ne
abbiamo parlato con il Professore Annibale Luigi Materazzi, Direttore del Dipartimento stesso, che ha firmato il protocollo d'intesa nel giugno 2016. Lo scopo è di monitorare il patrimonio immobiliare di Ater Umbria dal punto di vista strutturale, nell'ottica della prevenzione sismica degli edifici pubblici, in modo da garantirne la qualità strutturale e una corretta manutenzione, a favore degli inquilini che risiedono negli alloggi ed ottenere una classificazione di massima della loro vulnerabilità sismica. Un accordo dunque importante che connette la ricerca alla qualità della vita delle persone.
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Professore in che cosa consiste il protocollo d'intesa siglato nel giugno scorso nella sede di Terni di Ater da lei e dal Presidente Alessandro Almadori?
Le informazioni andranno ad aggiungersi a quelle che Ater possiede nel suo archivio e che riguardano le caratteristiche degli stabili e la loro vulnerabilità sismica. Che valore da a questo tipo di approfondimenti?
Quale è la situazione in Umbria
L'accordo consente di integrare le conoscenze e le attività di formazione dell'Azienda e del Dipartimento, su tematiche correlate al campo dell’Ingegneria Civile, Ambientale e dell’Architettura, per accrescere i livelli formativi e migliorare la qualità degli edifici di edilizia residenziale pubblica. Il Dipartimento di Ingegneria è specializzato nella valutazione della sicurezza statica e sismica delle costruzioni, ma anche nella conservazione, valorizzazione, riqualificazione e monitoraggio dei beni edilizi ed architettonici. Gli immobili di Ater sono trattati come oggetto di studio, dal punto di vista scientifico, didattico e sperimentale delle tecniche innovative di rinforzo adottate dal Dipartimento, in modo da conoscere l’evoluzione nel tempo del comportamento strutturale dei beni di particolare importanza storico-architettonica di proprietà dell'Azienda. Inoltre gli studenti hanno la possibilità di svolgere tirocini formativi e stage presso Ater Umbria, con attività di formazione da parte del Dipartimento e di consulenza da Ater (che istituirà borse e/o premi di studio e assegni di ricerca), per poi pubblicare i risultati ottenuti.
L'attuazione della convenzione consentirà di applicare in modo sistematico gli studi sulle metodologie di valutazione della sicurezza delle costruzioni esistenti, che da tempo sono in corso presso il Dipartimento, al vasto patrimonio edilizio dell’Ater. I vantaggi saranno certamente bilaterali. Per quanto riguarda l’Azienda, i fabbricati di sua pertinenza sono esaminati e sottoposti ad un una sorta di tagliando che consente di valutare le effettive condizioni di salute delle opere. Per quanto riguarda l’Università, la disponibilità di casi concreti, permette di affinare sul campo le procedure di valutazione e di analisi che attualmente possiede. Per la realizzazione del protocollo è stata istituita una Commissione paritetica con funzioni tecnico-operative, composta dall'Ing. Massimiliano Gioffrè per il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale e dall'Architetto Marco Larini per Ater Umbria. L'equipe è incaricata delle indagini presso gli edifici è composta, tra gli altri, dall'Ing Gabriele Comanducci sotto la supervisione del Professore Filippo Ubertini.
In che cosa consiste l'attività degli esperti?
Alla luce dei grandi eventi sismici che si sono verificati, quanto è importante la prevenzione e la realizzazione di studi come questo?
Si tratta di un'osservazione non strumentale, senza prelievi di materiale, un'analisi a campione delle caratteristiche geometrico/ strutturali inerenti la vulnerabilità sismica, per l'ampliamento del database di Ater, ovvero un censimento di quelle caratteristiche che predispongono un fabbricato ad essere sensibile al sisma. Complessivamente vengono realizzati almeno 70 sopralluoghi in tutta la regione. Fondamentale è lo studio dei progetti e del materiale archivistico, attraverso i quali si capisce molto. A questi segue la compilazione di un questionario per ogni stabile, correlato con le fotografie, e una sintesi finale che siglerà la conclusione delle attività. Un'attività importante che è cominciata prima dei grandi terremoti che hanno interessato la nostra regione, dunque Ater è riuscita a precorrere i tempi ponendosi il problema della rilevazione sismica, per avere una catalogazione più esatta dei propri fabbricati.
to la necessità di aggiornare la zonazione sismica nazionale, che è in capo allo Stato, che la inserisce nelle norme tecniche per le costruzioni.
Prima che entrassero in vigore le norme sismiche moderne, riferite alla legge 64 del 1974, l' Umbria aveva pochissime zone classificate come simiche, per lo più localizzate intorno a Norcia. Poi furono fatti aggiornamenti successivi e fu inserita Perugia (nella seconda categoria). Poi dopo vi rientrò anche Terni. La norma attuale, emanata nel 2008, contiene la zonizzazione sismica, e prevede l'identificazione capillare, comune per comune e coordinate gps per coordinate gps delle azioni sismiche. È in grado di dire quale è il valore di progetto da considerare nei confronti dei terremoti. Questa normativa ha permesso di fare aggiornamenti progressivi, come è il caso dell'Umbria, ma nel nostro patrimonio edilizio ci sono costruzioni classificate negli aggiornamenti precedenti, ovvero in zone non sismiche e dunque a rischio in caso di un terremoto. Questa situazione serve a dare delle priorità, a quelle costruzioni realizzate in zone non sismiche prima e che poi negli anni lo sono diventate. Continua a valere, naturalmente, l’osservazione che è indispensabile che queste valutazioni si appoggino ad una mappa aggiornata della sismicità.
È importante ma difficile da attuare. Tuti noi vorremmo sapere in anticipo le caratteristiche e la severità di un terremoto, in modo da affrontarlo senza che l'evento provochi vittime. Ma purtroppo ciò non è possibile allo stato attuale delle conoscenze. Possiamo però agire dal lato dei fabbricati. Quelle da attuare sono indagini complicate. Occorre verificare la qualità dei materiali con i quali sono realizzate le opere, analizzare i progetti e ricostruire la geometria della costruzione (come è fatta e quali sono i suoi ingredienti). Poi occorre individuare quali azioni sismiche (dovute all'accelerazione con cui si muove il terreno) furono considerate all’epoca della costruzione ed incrociare tutte le informazioni con la situazione attuale, ovvero con le azioni sismiche previste oggi. Osservo a questo proposito che alcuni eventi recenti (terremoti verificatisi in zone non previste) hanno evidenzia-
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ATER UMBRIA - ANNO V - N.10 - DICEMBRE 2016
ARTICOLO
Dire, fare, mediare. Il Forum di Federcasa a Firenze
Conflitti di vicinato, rispetto delle regole, quando la gestione immbiliare incontra il sociale. Il Forum si è svolto a Firenze a Palazzo Medici Riccardi
di Noemi Campanella
“Dire fare Mediare, ha avuto al centro un convegno e quattro Tavoli tematici, che hanno avuto il compito di redigere i punti chiave della “Carta della mediazione sociale abitativa”, obiettivo finale del Forum”.
Alcuni momenti dell'incontro
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Una recente indagine Nomisma per Federcasa, del gennaio 2016, sul disagio abitativo, fotografa una popolazione sempre più fragile all’interno delle cosiddette case popolari. Ecco allora la necessità di dotarsi di una nuova figura professionale, quella del mediatore nell’edilizia sociale. Si lavora sulla gestione dei conflitti di vicinato, il rispetto delle regole, la partnership con istituzioni, servizi sociali e sanitari, volontariato, integrazione e coesione sociale, accompagnamento all’abitare consapevoli che integrare le competenze delle politiche
abitative con quelle della mediazione sociale serva a prevenire l’illegalità, superare il degrado dei quartieri e, più in generale, delle periferie. Questo alla base di una giornata di studio e riflessione che si è svolta a Palazzo Medici Riccardi a Firenze. 'Dire fare Mediare', il titolo dell'iniziativa che ha avuto al centro un convegno e quattro Tavoli tematici, che hanno avuto il compito di redigere i punti chiave della “Carta della mediazione sociale abitativa”, obiettivo finale del Forum.
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Grande la partecipazione di esperti della materia dalle Aziende di Edilizia Residenziale Pubblica di tutta Italia. “Sul campo - è stato detto - i mediatori sociali sono figure capaci di interpretare il disagio, le differenze e di mettere in atto un percorso di conoscenza, di accompagnamento all'abitare e all'inclusione. Una nuova mission per le Aziende pubbliche, per la casa, sempre più in prima linea nell'erogazione dei servizi”. “Stiamo lavorando - ha detto il Presidente di Federcasa Luca Talluri - al cuore delle nostre criticità, per cambiare senso di marcia e risolverle.
Si tratta di incidere nei meccanismi che regolano la coesione sociale perchè è proprio da qui che passano sia la convivenza civile tra gli inquilini, sia il rispetto delle regole per una buona gestione del condominio”.
L'88,3% degli utenti è di nazionalità italiana, il 10,2% extracomunitaria, l'1,5% comunitaria, mentre il canone di locazione è inferiore ai 100 euro nel 55% dei casi.
Nell'indagine di Federcasa e Nomisma, si evidenzia l'accresciuta fragilità dell'utenza degli alloggi popolari: il 44,4% dei nuclei familiari ha un reddito inferiore ai 10 mila euro, il 14,2% tra i dieci e i quindici mila euro. Crescono i nuclei composti da una sola persona, per lo più single e vedovi e l'età media degli occupanti delle abitazioni.
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FACCIA A FACCIA. I SINDACATI.
Diritto alla casa e rapporti con l'inquilinato. La posizione della Uil Umbria. Per la nostra rubrica ''Faccia a Faccia. I Sindacati' abbiamo incontrato il sindacato della Uil e il Presidente della Adoc Umbria, Angelo Garofalo.
di Noemi Campanella
“Occorre adeguarsi alla gestione delle coppie di fatto e/o conviventi, iscritte nel registro delle unioni civili, ispirato ai principi di equità sociale, per consentire parità di accesso, tutela dei diritti e maggiore sensibilità al disagio. La nostra società è cambiata e con essa anche le richieste”.
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Prosegue il nostro confronto con il mondo del sindacato umbro a contatto con gli inquilini e le loro problematiche. Dopo il Sunia, per la nostra rubrica 'Faccia a Faccia. I Sindacati', abbiamo incontrato Angelo Garofalo della Uil Umbria. Lo scopo è di approfondire il rapporto tra l'inquilinato e l'Azienda regionale di Edilizia Residenziale Pubblica. Garofalo è anche Presidente della Adoc Umbria.
cui non viene curata l’ordinaria conduzione. Riteniamo importanti le iniziative per accrescere la consapevolezza culturale negli affittuari, anche con interventi nelle aree comuni. Anche il prestare lavoro per interventi di manutenzione in cambio del canone sarebbe positivo, ma è necessario un quadro normativo di riferimento. Cosa è cambiato secondo lei nel tempo?
Edilizia residenziale pubblica. Quale è la fotografia attuale in Umbria secondo la Uil? Per un report sulla situazione dell’edilizia residenziale pubblica in Umbria, si deve partire dagli importi degli affitti e dai parametri per la loro definizione, dal bilancio e dagli introiti dell’Azienda, oltre che dai livelli di morosità e degli sfratti e dagli effetti del sisma sull’attività dell’Ater. La morosità annuale è tra il 18 e 20 percento, ed è in crescita, così come il numero delle famiglie che hanno difficoltà a garantirsi una abitazione con il proprio reddito. Il bando della Regione sulla 'morosità incolpevole’ ha permesso di contenere il fenomeno, ma il peggioramento delle condizioni di vita degli utenti dell’edilizia sociale può portare allo sfratto dei soggetti che non possono pagare nemmeno il canone minimo. Il deterioramento delle condizioni economiche porta anche a quello degli appartamenti, di
Meglio dire cosa cambiare in fatto di assegnazioni. Occorre adeguarsi alla gestione delle coppie di fatto e/o conviventi, iscritte nel registro delle unioni civili, ispirato ai principi di equità sociale, per consentire parità di accesso, tutela dei diritti e maggiore sensibilità al disagio. La nostra società è cambiata e con essa anche le richieste. Potrebbe analizzare le politiche attuali sulla casa ed avanzare eventuali richieste sia a livello regionale che nazionale? Occorre procedere con la riqualificazione del patrimonio esistente, con la prevenzione del rischio sismico e la semplificazione amministrativa. Occorre inoltre, semplificare le procedure amministrative in materia urbanistica ed edilizia. Rivedere la norma ISEE in particolare i limiti economici fissati. Ater Umbria svolge anche il ruolo di media-
tore sociale con i suoi condomini, entrando in contatto diretto con l'utenza, quotidianamente. Crede che questo ruolo possa integrarsi con quello dei sindacati?
offerte in questo campo dal Piano nazionale di edilizia abitativa, è certamente una via che la Uil ritiene necessario percorrere per assicurare il diritto alla casa.
Il ruolo di mediazione svolto anche dall’Ater, può essere senz’altro utile ed efficace nell’interesse dell’utenza, se svolto in modo congiunto e in sinergia con le OOSS e non in una solitaria azione. Parliamo dell'attività della Uil in questo ambito Riteniamo che occorra attivare un tavolo di confronto con l’Amministrazione Provinciale al fine di realizzare un piano d’intervento operativo per gli adeguamenti di tutti gli impianti e reperire risorse per migliorare la qualità abitativa degli alloggi. L'avvio di interventi finalizzati a migliorare l'efficienza energetica degli edifici e in generale il risparmio delle risorse non rinnovabili, rendendo l'edilizia residenziale pubblica un punto di riferimento nel settore, è un altro punto fondamentale che assicura un'ottima qualità della vita della gente. Il rafforzamento dell'impegno finalizzato all'aumento del patrimonio abitativo in locazione, soprattutto nei comuni ad alta tensione abitativa, anche sperimentando l'uso a tal fine di Fondi immobiliari e esplorando tutte le possibilità
Angelo Garofalo Presidente della Adoc Umbria
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LE REALIZZAZIONI ECCELLENTI
Prevenzione sismica, la lunga esperienza di Ater Umbria
I primi progetti risalgono al 1999, erano passati due anni dal disastroso terremoto
"La palazzina a Riosecco fu realizzata dall'allora Ierp di Perugia, per ospitare 34 alloggi. A seguito degli eventi sismici che sconvolsero l'Umbria, nel maggio e settembre 1997, la Regione, con la delibera della G.R. 31.07.1998 n. 4337, varò un programma di prima emergenza destinato all' Edilizia Residenziale Pubblica, che prevedeva finanziamenti per il recupero a fini abitativi di edifici di proprietà dei Comuni umbri ed anche per la realizzazione di nuovi alloggi Ierp."
Alcuni scatti dell'edificio in Località Riosecco a Città di Castello
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che distrusse molta parte del patrimonio architettonico ed artistico umbro
di Noemi Campanella
La sicurezza antisismica passa anche dalle modalità di realizzazione degli edifici dove viviamo. Per questo Ater Umbria ha sempre teso a realizzare interventi di edilizia con sistemi e tecniche di realizzazione di prevenzione sismica. Due fiori all'occhiello, tanto da essere inseriti nella nostra consueta rubrica delle Realizzazioni Eccellenti, sono gli edifici in Località Riosecco, nel Comune di Città di Castello e a Ponte Rio. Il primo risalente al 1999 (dunque a due anni dal famoso terremoto che distrusse, tra le altre cose purtroppo, la famosa volta della Basilica di San Francesco di Assisi), il secondo al
2007. Entrambe furono realizzate con tecniche antisismiche sperimentali. La palazzina a Riosecco fu realizzata dall'allora Ierp di Perugia, per ospitare 34 alloggi. A seguito degli eventi sismici che sconvolsero l'Umbria, nel maggio e settembre 1997, la Regione, con la delibera della G.R. 31.07.1998 n. 4337, varò un programma di prima emergenza destinato all' Edilizia Residenziale Pubblica, che prevedeva finanziamenti per il recupero a fini abitativi di edifici di proprietà dei Comuni umbri ed anche per la realizzazione di nuovi alloggi Ierp. Un programma speciale in quel con-
testo riguardò un finanziamento di 4.350 milioni delle vecchie lire per un “Intervento sperimentale”, destinato alla costruzione di nuovi alloggi con il sistema dell’isolamento sismico in fondazione, in modo che la struttura prevedesse che tutti i volumi fuori terra non fossero collegati al corpo interrato rigido ma appoggiati tramite particolari cuscinetti elastici. Inoltre, da progetto, per la palazzina fu prevista la realizzazione di abitazioni e di spazi commerciali al piano terra con autorimesse e pertinenze. Per mettere in atto queste tecniche sperimentali lo Ierp nominò anche un’apposita commissione formata da professionisti altamente specializzati e un consulente, l’Ingegnere Alberto Parducci, studioso e ri-
cercatore titolare di una cattedra presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Perugia. Oltre a rappresentare un valido esempio di prevenzione sismica i costi della sperimentazione furono molto contenuti rispetto ai benefici ottenuti nel corso del tempo con la soluzione adottata. Il sistema costruttivo fu quello tradizionale, puntiforme, con fondazione a platea, solai in laterocemento, tetto a falde per le torrette e tetto piano per la restante parte con pluviali in rame, intonaco esterno tinteggiato, dotazione di tutti i servizi, con riscaldamento autonomo a gas metano. Sul fronte della sostenibilità sin da allora furono previsti tutti gli accorgimenti per evitare dispersioni termiche, grazie all'i-
solamento delle pareti e ponti termici, le coibentazioni perimetrali e dei tetti e i vetri termici.
Particolare delle tecniche di realizzazione antisismiche
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LE REALIZZAZIONI ECCELLENTI Il nostro viaggio alla riscoperta delle Realizzazioni Eccellenti che l'Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica regionale ha realizzato in tanti anni della sua attività. Ristrutturazioni, riqualificazioni, manutenzioni, nuove realizzazioni, sperimentazioni, architettura sostenibile per il territorio e per il diritto alla casa.
La sicurezza antisismica nelle esperienze di Riosecco, del Rigo di Corciano e Ponte Rio a Todi Dopo Riosecco la stessa prevenzione sismica venne applicata anche a Todi, in una struttura di Ponte Rio, prima di allora fu protagonista nel quartiere il Rigo nel Comune di Corciano. di Noemi Campanella
Le Legge 61/98 relativa al sisma del 97, consentì di estendere la prevenzione sismica ad altri edifici di edilizia residenziale pubblica e di prolungare la stessa negli anni, fino al 2007, cioè a quando risale il progetto per lo stabile di Ponterio di Todi. Questo è frutto di una proficua collaborazione tra Ater Umbria e il Comune il quale, nell’ambito dei programmi innovativi in ambito urbano, promossi dalla Regione dell’Umbria, allo scopo di dare soluzione al disagio abitativo (il “Contratto di Quartiere II”) collaborò ad un progetto di Ater per la riqualificazione edilizia ed urbani-
Alcuni scatti dell'edificio in Località Ponte Rio a Todi
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stica della frazione, che doveva essere connesso con una serie complessa ed articolata di interventi di ridefinizione urbanistica, di miglioramento delle condizioni ambientali, di incremento delle infrastrutture. Prevedeva pure la realizzazione di nuovi edifici anche di iniziativa privata da destinare sia a residenze che a servizi con apporto di significative quote di co-finaziamento. La palazzina ospita, a canone sociale, 12 alloggi, poi superfici a destinazione commerciale. Per la sua realizzazione sono state svolte attività sperimentali per la riduzione della vulnerabilità
sismica, mediante l’utilizzo di isolatori sismici in fondazione. Da rilevare che, per l'attuazione dell'intervento sperimentale, fu stipulato un protocollo d'intesa, tra il Ministero delle Infrastrutture, la Regione Umbria, il Comune di Todi e l’Ater. La proposta progettuale stabilì la realizzazione di un edificio su due scale con ascensori per portatori di handicap, autorimesse e fondi, piano terra destinato ad attività commerciali, piano primo e secondo con sei alloggi per piano per un totale di 12 unità abitative della superficie variabile da mq. 80 a 93. Sia in fase di progetta-
zione che di realizzazione fu fondamentale l'esperienza avviata con Riosecco, consistente nell'adozione di un sistema di isolamento sismico delle strutture in fondazione. L'opera beneficò di finanziamenti statali, regionali e comunali, grazie al Contratto di Quartiere II. Un Decreto Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dispose risorse finanziarie per l’attuazione dei programmi innovativi in ambito urbano presentati dalle Amministrazioni comunali, successivamente fu approvata la graduatoria delle proposte di “Contratto di Quartiere” ritenute ammissibili, tra le
quali risultò inserita quella di Ponterio, con un finanziamento complessivo di € 6.000.000 (di cui €. 1.702.000 a carico del Ministero, €. 3.466.900 quale finanziamento aggiuntivo regionale e la restante quota fu a carico del Comune).
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PROSSIMI APPALTI
< CITTÀ DI CASTELLO (PG) Intervento di recupero edilizio Via Cesare Battisti: intervento di recupero, ricompreso nel PUC2 del Comune di Città di Castello, per il ripristino di due unità edilizie ubicate nel centro storico da destinare ad edilizia residenziale a canone sociale per complessivi 3 alloggi più altre superfici. L’edificio realizzato anteriormente al XVII secolo e rimaneggiato in data 1774, risente dei continui adattamenti subiti, prima ai fini abitativi e poi come vani di servizio dell’azienda ospedaliera.
IMMOBILI IN CORSO DI REALIZZAZIONE
< PIEGARO (PG)
< NORCIA (PG)
< MASSA MARTANA (PG)
Intervento di recupero edilizio
Intervento di recupero edilizio
Intervento di recupero edilizio
Realizzazione di 6 alloggi da locare a canone sociale. L’immobile è ubicato nel centro storico di Castiglion Fosco e consta di tre piani fuori terra, con scala centrale e copertura a padiglione. Delimita il centro storico definendo al suo interno una piazzetta.
< TORGIANO (PG) Intervento di recupero edilizio V.le della Rimembranza: realizzazione di 6 alloggi da locare a canone concordato a favore di anziani autosufficienti. L’intervento consiste nel recupero della casa colonica ed annessi diruti risalenti ai primi del XX sec. e nella realizzazione di un nuovo corpo di fabbrica contenente una scala e relativo ascensore che permetteranno di raggiungere i vari alloggi.
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Realizzazione di due edifici residenziali per complessivi 10 alloggi da locare a canone sociale su un’area in località Sant’Eustachio. È prevista la sistemazione dei giardini privati, di quello condominiale e di porzioni di verde pubblico. Verranno inoltre installati dei pannelli fotovoltaici e solari per aumentare l’efficienza energetica dell’edificio.
Realizzazione di 6 alloggi per anziani autosufficienti da locare a canone sociale, integrati di alcuni vani per attività collettive localizzati al piano terra. L’accessiblità agli alloggi sarà favorita dotando l’edificio di un elevatore.
NOTIZIARIO DELL’AZIENDA TERRITORIALE PER L’EDILIZIA RESIDENZIALE
IMMOBILI PROSSIMI ALLA CONSEGNA < BEVAGNA (PG)
< PIETRALUNGA (PG)
< SPOLETO (PG)
Intervento di nuova edificazione
Intervento di nuova edificazione
Intervento di nuova edificazione
Il progetto originario prevedeva la realizzazione di due edifici per complessivi 12 alloggi da destinare a residenze a canone sociale. Il rinvenimento, durante la fase di scavo, di alcune preesistenze di epoca romana nell’area in cui era prevista l’edificazione ha costretto alla rivisitazione del progetto ad alla sola realizzazione di 4 alloggi.
Realizzazione di due edifici residenziali per complessivi 6 alloggi su un’area in via Nuova. L’intervento prevede la realizzazione di due corpi di fabbrica ad uso residenziale disposti su due piani più uno seminterrato, di parcheggi pubblici e privati e di una zona a verde pubblico.
Realizzazione di 18 alloggi in località San Sabino. Al piano interrato trovano posto le autorimesse. Un alloggio è stato previsto per persone con ridotte capacità motorie. Trattasi di intervento sperimentale volto al contenimento dei costi di gestione e ad elevare il confort abitativo; vengono messi in atto i sistemi più innovativi per la massima efficienza strutturale ed energetica.
< SPOLETO (PG)
< SPOLETO (PG)
< MARSCIANO (PG)
Intervento di recupero edilizio
Intervento di recupero edilizio
Intervento di nuova edificazione
IMMOBILI CONSEGNATI
Recupero dell’ex scuola di Crocemarroggia e costruzione di un nuovo corpo di fabbrica per la realizzazione di un edificio a destinazione residenziale per complessivi 4 alloggi da locare a canone sociale.
Recupero dell’ex Caserma Nino Bixio, nel Comune di Spoleto in piazzale Oberdan per la realizzazione di un edificio a destinazione residenziale per complessivi due alloggi da locare a canone sociale.
Località Tripoli: realizzazione di un edificio residenziale per complessivi 8 alloggi e relative autorimesse da locare a canone sociale. Sono previsti pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria, pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica ed un sistema di recupero delle acque piovane in una cisterna interrata.
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ATER UMBRIA
Direttore Luca Federici
Consiglio di amministrazione Alessandro Almadori - Presidente Daniela Rondolini - Consigliere Andrea Pedetta - Consigliere Stefano Cecere - Consigliere Nazzareno Zucchettini - Consigliere
Collegio dei revisori dei conti Leonardo Falchetti - Presidente Anna Maria Baroni - Sindaco revisore Claudio Colonni - Sindaco revisore
Unità Operativa di Terni Annamaria Oddi - Dirigente e Responsabile Affari generali Marco Castellini - Responsabile Tecnico Valeria Trabalza - Responsabile Gestione Simona Simoni - Responsabile Contabilità e Bilancio
Unità Operativa di Perugia Luca Federici - Dirigente Marta Cardoni - Responsabile servizio Affari Generali Giuseppina Giombolini - Responsabile servizio Contabilità e Bilancio Marco Larini - Responsabile servizio Tecnico Amedeo Pompili - Responsabile servizio Gestione
Organismo di vigilanza (O.D.V.) Membri esterni Mario Guidetti Alessandro Frillici Francesco Longhi
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Membri interni Maria Antonietta Dionigi Antonella Amerini
NOTIZIARIO DELL’AZIENDA TERRITORIALE PER L’EDILIZIA RESIDENZIALE
COMUNICAZIONE DELL’ODV (ORGANISMO DI VIGILANZA)
Si comunica che ATER ha adottato il Modello di Organizzazione e Gestione ai sensi del D.Lgs. 231/2001; si tratta di un sistema, composto da regole, procedure, risorse, che protegge amministratori, dipendenti, fornitori, inquilini e la collettività, garantendo una gestione ed organizzazione di ATER rispettosa dell'etica e delle leggi. Il Codice Etico e il M.O.G. di A.T.E.R. sono pubblicati nel sito www.ater.umbria.it; L'Organismo di Vigilanza è incaricato, tra l'altro, del rispetto del Codice Etico e del M.O.G.; chiunque vi abbia interesse può segnalare all'Organismo fatti costituenti violazioni o presunte violazioni del Codice Etico o del Modello, ovvero la commisione o sospetta commissione di uno dei reati previsti dal D.Lgs. 231/2001; fuori di questi casi non devono essere inviate segnalazioni all'OdV, il quale, infatti, non è un ufficio reclami, un tribunale o un "poliziotto aziendale": la sua funzione è solo quella di controllo del rispetto del codice etico e del D.Lgs. 231/2001. L'OdV, grazie alle sue caratteristiche di autonomia, indipendenza e professionalità, protegge la riservatezza del segnalante, analizza le segnalazioni ricevute individuando le eventuali censure e le relative azioni correttive. L'OdV comunica direttamente al Consiglio di Amministrazione. Segnalare è un diritto, ma rientra anche tra i doveri di collaborazione il cui rispetto garantisce migliori servizi e la tutela della collettività in generale e, in particolare, di coloro che operano, forniscono o ricevono servizi da ATER. Le segnalazioni possono essere inviate per posta all’ ATER, avendo l'accortezza di indicare sulla busta: "Riservato all'Organismo di Vigilanza", oppure, per email all'indirizzo odv@aterumbria.it.
NUOVI ORARI
ORARI D’APERTURA AL PUBBLICO
Orari estivi / dal 4 luglio al 26 agosto
Orari invernali / dal 29 agosto
lunedì / mercoledì / venerdì dalle ore 10.30 alle ore 12.30
Mattina lunedì / venerdì dalle ore 10.30 alle ore 13.00 Pomeriggio martedì dalle ore 15.30 alle ore 17.00
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NOTIZIARIO DELL’AZIENDA TERRITORIALE PER L’EDILIZIA RESIDENZIALE
Nome del periodico: ATER UMBRIA Direttore Responsabile: Noemi Campanella Progetto grafico e impaginazione: BCPT Associati Perugia Direzione e Redazione: ATER Umbria U.O. di Perugia Stampa: Litostampa Perugia Foto: Archivio ATER Umbria Autorizzazione del Tribunale di Perugia n° 36 del 09/12/2011 Spedizione in abbonamento postale 70% L662/96 - DCI/Umbria - Filiale di Perugia Intervista al presidente di Ater Umbria, Alessandro Almadori
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Azienda Territoriale per lâ&#x20AC;&#x2122;Edilizia Residenziale della Regione Umbria
sede legale e amministrativa unitĂ operativa di Terni via G. Ferraris, 13 - 05100 TERNI tel. 0744 4821 fax 0744 428127 e-mail info@ater.umbria.it pec ater.umbria@legalmail.it
unitĂ operativa di Perugia via P. Tuzi, 7 - 06128 PERUGIA tel. 0744 4821 fax 075 5000507 www.ater.umbria.it