Vernasca Silver Flag

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historique Vernasca Silver Flag

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1 L’Alfa Romeo Giulia TZ1 (1967) di Alessandro Rigoni. 2 Bottega 1100 Sport (1950) di Saverio Sardini. 3 Il parco chiuso di Vernasca. 4 La Lancia 037 ex

Kankunen.

Iniziata come riempitivo di una manifestazione di Regolarità, la Silver Flag, organizzata dal CPAE, club piacentino di auto storiche, è giunta alla diciottesima edizione. Cammin facendo, si è ritagliata un ruolo importante nel panorama europeo dei raduni di vetture da corsa del passato. Qualcuno l’ha definita la Goodwood Italiana

La Vernasca Silver Flag è diventata maggiorenne | 112


5 La Maserati 150 S di Renato Boni. 6 La Siata Gran Sport (1937) di Alberto e Alessandro Bardelli. 7 Taraschi Giaur Sport

750 (1952) di Filippo Gecchelin.

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L’evento viene dedicato a un marchio che ha scritto pagine di storia dell’automobilismo sportivo. Dopo Alfa, Porsche, Abarth, Maserati e le sportive inglesi, la 18a edizione della Vernasca Silver Flag, che intende rievocare la nota gara in salita Castell’ArquatoVernasca disputata negli anni ‘60 e ‘70, ha voluto celebrare la produzione dei piccoli costruttori italiani, come Taraschi, Raimondi e Stanguellini tra gli altri, i quali costruirono vetture sport o monoposto partendo quasi

sempre da telai e motori di vetture stradali. All’invito degli organizzatori 200 collezionisti hanno risposto, portando a Castell’Arquato un museo viaggiante che copriva un’arco di tempo che, partendo dalla Peugeot Bebè del 1913, arrivava ai primi anni ’80 testimoniati dalla Lancia 037 e dalla Porsche 935 IMSA. Una quarantina le artigianali “barchette”, dalla Siata di derivazione Fiat 500 fino alla Raymond Sport 1000, provenienti da tutta Europa (gli stranieri erano il | 113

50%) a testimonianza della notorietà che la Silver conosce anche fuori dall’Italia. È, infatti, una delle rare occasioni per lanciare la vettura a briglia sciolta per i nove chilometri del percorso chiuso al traffico. La confusione degli arrivi e dei parcheggi delle vetture ha avuto termine quando, il sabato mattina, alcuni minuti prima di partire per la prima salita, si è svolto il briefing con i responsabili del Comitato Organizzatore che danno ai partecipanti le direttive più importanti sullo svolgimento della manifestazione. Subito dopo i motori hanno fatto sentire il loro rombo e le vetture si sono incolonnate lungo il viale della partenza. Con una cadenza di 30 secondi e presentati dallo speaker, le vetture sono partite per la volata che terminerà in alto, sul piazzale di Vernasca. Prima le Turismo, quindi le GT, poi le Barchette, le Sport, i Prototipi, le Monoposto e per finire con le vetture anteguerra. LE VETTURE La Silver Flag ha abituato gli appassionati a un alto livello qualitativo di vetture e anche quest’anno gli organizzatori sono riusciti a concentrare a Castell’Arquato esemplari prestigiosi. Nella categoria “Piccoli Bolidi, Grandi Passioni” erano presenti alcune rarità, se non pezzi unici, come la Cavanna,


historique Vernasca Silver Flag una Sport equipaggiata con il motore bicilindrico Moto Guzzi da gran premio, alcune Gilco Sport, Stanguellini sia Sport che Formula, Siata, le uniche Mardal e OSFA. Sono sfilate poi le gloriose Alfa GTA della Categoria Turismo, tra cui quella portata dal museo di Arese. Nelle Gran Turismo si sono ammirate le Alfa TZ1 e 2, una Ferrari 212 berlinetta Le Mans, alcune Abarth OT periscopio e, per finire, due 037 ex works di cui una prestata dalla Collezione Lancia. Nelle Sport hanno fatto sentire il loro sound Maserati,

Ferrari e Jaguar e una rara Alfa 6c 3000 sei cilindri. I prototipi più titolati: Abarth, Porsche, Chevron e Ginetta. Interessante la ATS 1000 di Carlo Steinhauslin, restaurata in maniera impeccabile. Dopo le monoposto è stato il momento delle vetture “anteguerra”, con una nutrita schiera di Bugatti 22, 35 e 37 di altissima collezione. Molto bella la Maserati 8CM dello svizzero Hasler, che ha ingannato più di un appassionato nella sua colorazione verde-bianco-rossa della bandiera

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ungherese. Un discorso a parte merita la Porsche presente con alcuni “pezzi” veramente interessanti: le 910, una ex works vincitrice del Campionato Europeo della Montagna con Mitter, e una seconda in condizioni ancora totalmente originali. Altro prototipo leggendario, la 908 appartenuta all’attore Steve Mc Queen. Parlando di anniversari, i cinquant’anni della 911 sono stati degnamente ricordati da alcuni dei modelli più famosi da competizione, tra cui RS, una RSR (ultima costruita e forse l’unica mai


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1 Ginetta G4R (1968) di Massimiliano Fioroni. 2 Nardi Bmw Blatta 750 (1948) di Lucio Bugatti. 3 L’Alfa Romeo Giulia GT GR 5 (1964) di Umberto Valbusa. 4 La Brabham F2 ex Jochen Rindt (1967) di Ivo Rebmann. 5

Kellison J4R (1968) di Marc Coschieri.

6 La Ferrari 250 GT (1961) di Brynn Williams. 7 La Siata Daina 1500 Sport

(1952) di Alessandro Malta.

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utilizzata per correre), 934 e una mostruosa 935 IMSA, che si è meritata il premio “Spirit of Motoring” messo in palio dalla Casa d’Aste Coys e assegnato alla vettura più votata dagli spettatori e dai partecipanti. Come detto, la Porsche Italia ha voluto inserire la Silver Flag nei eventi ufficiali che quest’anno festeggiano la 911, facendo partecipare alla terza salita della domenica mattina una ventina di modelli 911 guidati da giornalisti dell’automotive. Per completare questa carrellata sulle vetture presenti, da ricordare la bellissima iniziativa del fortunato proprietario della unica Ferrari Dino 196-206 costruita. Nella storia della

vettura, oltre alla vittoria nel Campionato della Montagna, figurano due partecipazioni alla Targa Florio, una di queste come vettura ufficiale Ferrari con l’equipaggio Jonathan Williams-Roberto Venturi. Il proprietario ha invitato Jonathan Williams a presenziare alla Silver Flag ed è stato con molta emozione che il pilota inglese si è ritrovato tra le mani il volante della vettura con cui correva oltre 40 anni fa. GIURIA E PREMIAZIONI La Silver Flag, come tradizione, è terminata con le premiazioni che sono state l’occasione per salutare i vecchi e nuovi amici e per darsi appuntamento | 115

alla prossima edizione. Le vetture premiate del “Concorso Dinamico di Restauro e Conservazione per Vetture da Competizione” sono state indicate da una giuria di esperti, che durante i tre giorni dell’evento ha passato in rassegna i bolidi. Come sempre, oltre ai premi dell’organizzazione, l’ASI e i principali Sponsor hanno offerto premi speciali. In particolare, l’ASI ha premiato il miglior restauro e la vettura meglio conservata, mentre la TAG Heuer la vettura più importante nella storia delle gare in salita e la Casa d’Aste Coys, con i trofei “Spirit of Motoring” e “The Ladies Choice”, ha dato un riconoscimento agli esemplari scelti dagli spettatori.


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