Gran Premio Terre di Canossa

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Historique

Gran Premio Terre di Canossa

PRESSOSTATI E CULTURA Una perfetta integrazione tra storia e motorismo d’epoca ha caratterizzato l’edizione appena conclusa. Classifica finale senza sorprese: primi Vesco e Guerini, secondi Di Pietra-Di Pietra e al terzo posto Fontanella e Covelli. La coppa delle Dame a Fanti e Vagliani di Himara Bottini | foto di Renè Photo, Dino Benassi, Massimo Carpeggiani, Rinaldo Serra

stata l’edizione dei record; 101 gli equipaggi al via, numero non facile con i tempi che corrono, 16 le nazioni rappresentate, a dimostrazione di come sia diventata un International Classic Cars Challenge, 33 i Marchi, 19 le vetture anteguerra, 21 i driver prioritari e il 40% dei partecipanti donne. Quest’anno il percorso di 620 chilometri è stato integrato da da 78 passaggi cronometrati, distribuiti nelle tre giornate di gara e integrati da una sola delle due prova di media previste, in quanto la seconda è stata annullata a causa delle avverse condizioni climatiche. Una partecipazione variegata, con i top driver che, come sempre, hanno fatto corsa a sé, e con gli altri, accomunati dal piacere di guidare curva dopo curva il gioiello del passato e di ascoltare il rombo del motore. Tre le regioni attraversate: Emilia Romagna, Liguria e Toscana, che hanno offerto strade attraenti e a scarso traffico consentendo alla carovana di viaggiare in tutta sicurezza, grazie anche al servizio di assistenza

È

svolto con zelo e grande professionalità dalla Polizia Stradale. Nella varietà degli equipaggi di cui abbiamo detto, non sono mancati gli amanti della cultura e della storia, soddisfatti per il fatto che, oltre a seguire le indicazioni stradali del roadbook, hanno avuto a disposizione le informazioni più importanti relative alle località attraversate e ai loro

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1 Sul lungomare della Versilia la Lagonda LG 45 Rapide del 1937 di Nijs-Nijs, la Lagonda LG 45 del 1937 di Cryns-Dehandschutter e la Fiat 508 C del 1938 di Di Pietra-Di Pietra. 2 Bottini-Rinaldini su Porsche 911 T 1968. 3 Dolcini-Paterlini su Triumph TR 3 A del 1957. 4 Piccinelli-Pellini suTriumph TR 2 Sport del 1954. 5 Fontanella-Covelli su Ford B Roadster del 1933. 6 Nessi-Nessi su Lagonda Team Car Le Mans del 1937.

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REGISTRO ITALIANO VOLVO D’EPOCA Da oltre 20 anni il Registro Italiano Volvo d’Epoca riunisce e valorizza le Volvo di interesse storico presenti in Italia. L’associazione, che conta oggi 800 iscritti, ha dato un contributo fondamentale alla diffusione della cultura del marchio Volvo in Italia e continua a fornire ai soci assistenza nei settori più disparati, dal reperimento di ricambi originali alla partecipazione a gare e raduni. Dopo essere stato una struttura esterna supportata da Volvo, dal mese di gennaio il Registro Italiano Volvo d’Epoca è diventato un vero e proprio dipartimento interno di Volvo Car Italia. Con questo passaggio il Registro si pone come solida realtà e punto di riferimento del settore in Italia e le sue attività diventano elemento chiave dell’affermazione del marchio Volvo in retrospettiva storica. Volvo Car Italia ha già iniziato a investire in tal senso per dare al Registro tutte le risorse necessarie a svolgere la propria missione di ambasciatore dell’autenticità di ciò che è oggi Volvo. Il “braccio sportivo” del Registro Italiano Volvo è composto dagli stessi equipaggi che hanno partecipato al “Gran Premio Terre di Canossa”: Massimo Zanasi con la Volvo P1800 Jensen del 1961 (1) e Nino Margiotta con la Volvo PV 544 Sport del 1965 (2). A completare lo schieramento ufficiale Volvo, nella maggior parte

degli appuntamenti della stagione si affianca la coppia Leonardo FabbriVincenzo Bertieri al volante di una Volvo 122 S Amazon del 1961 (3). Dopo la vittoria sul campo e il secondo posto in classifica ottenuto nel mese di gennaio alla “Winter Marathon” al volante di una Volvo P1800, alla sua seconda e terza uscita con i colori della Scuderia Volvo, il siciliano Margiotta ha primeggiato in due occasioni al volante della PV544 ufficiale: alla “Coppa Città della Pace” e al “Trofeo Strade Scaligere”, entrambe gare di Campionato Italiano. La vittorie e i piazzamenti ottenuti da Margiotta nelle gare di inizio stagione lasciano ben sperare per l’obiettivo principale, il Campionato Grandi Eventi. Il guanto di sfida per il prosieguo della stagione è lanciato. Una stagione che per la Scuderia Volvo significa la partecipazione in forma ufficiale alla maggior parte delle gare previste nell’ambito del Campionato Internazionale Grand’Eventi 2015, l'eccellenza delle competizioni per auto storiche. Oltre alla Winter Marathon e al Gran Premio Terre di Canossa già effettuati, questo il calendario che attende le vetture che portano in gara i colori della Scuderia Volvo: • Summer Marathon (12/14 giugno) • Gran Premio Nuvolari (17/20 settembre)• Targa Florio (15/18 ottobre) 3

monumenti. Si è trattato di uno spettacolo nello spettacolo, con le splendide testimonianze architettoniche del passato sfiorate dai prestigiosi esemplari di vetture di ieri, molti dei quali hanno scritto importanti pagine di storia dell’automobilismo nazionale e internazionale. Una tre giorni indimenticabile che ha visto trionfare, per il terzo anno consecutivo, l’equipaggio Vesco-Guerini su FIAT Siata 514 MM del 1930, seguito da Di Pietra-Di Pietra, su Fiat 508 C del 1938, mentre terzi si sono classificati Fontanella e Covelli su Ford B Roadster del

1933. La Coppa delle Dame è andata invece alla coppia Fanti-Vagliani, su Alfa Romeo Giulietta Sprint del 1963. La cronaca: il via è stato dato lo scorso 17 aprile nell’area antistante le le monumentali Terme di piazza Berzieri a Salsomaggiore, con un tempo non proprio dei migliori, il che non ha impedito a decine e decine di bambini di sventolare le loro bandierine tricolori, incuranti della pioggia. L’atmosfera della gara, al contrario, si è subito fatta rovente al primo gruppo di prove cronometrate all’interno dell’Autodromo di Varano de’

Melegari. E poi via verso Borgotaro. La pioggia ha reso impegnative le strade che hanno portato la carovana al Passo di Cento Croci, con successiva discesa al mare delle Cinque Terre, una terra così ricca di bellezza da essere stata dichiarata nel 1997 patrimonio mondiale dell’Umanità. Ancora giù verso l’incantevole borgo di Riomaggiore, ed ecco l’Arsenale della Marina Militare di La Spezia, dove agli equipaggi è stato riservato, in via eccezionale, l’ingresso. Dal Golfo dei Poeti alla perla della Versilia il passo è stato breve.

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Tempo decisamente migliore nel secondo giorno di gara. Gli equipaggi hanno preso il via dalla Cittadella del Carnevale di Viareggio, il più grande e antico centro tematico italiano dedicato alle maschere. Subito dopo la partenza si sono svolte le prime prove cronometrate previste dal programma. Successivamente, l’interessante sosta nella città di Lucca, una delle poche in tutto il mondo a conservare ancora le mura edificate nel XV secolo. E, proprio lungo le mura, le vetture hanno sfilato, dopo un passaggio per le vie del centro cittadino gremito di


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1 Gatta-Maffina su Amilcar CGSS del 1926. 2 Patron-Scaramuzzi su Bentley 3 Litre del 1925. 3 Vesco-Guerini su Fiat Siata 514 MM del 1930. 4 Belotti-Bossi su Jaguar XK 140 del 1955. 5 Kieffer-Thiry su Austin Healey 100/4 BN2 del 1955. 6 Redaelli-Redaelli su Aston Martin C Type del 1939. 7 Piona-Colpani su Healey Silverstone del 1949. 8 Dannenmaier-Dannenmaier su Allard J2 Le Mans del 1950.

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appassionati, in direzione Monte Serra. Dopo la Certosa di Calci, ex monastero e oggi Museo di Storia Naturale appartenente all’Università di Pisa, un altro momento di grande interesse: i concorrenti sono stati ospitati nel Centro Addestramento Paracadutisti. Qui la Brigata Folgore ha dato spettacolo, con quattro paracadutisti apparsi nel cielo di Pisa, i quali poi sono poi arrivati a terra davanti ai partecipanti. Di singolare bellezza la tenuta 8

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presidenziale di San Rossore, un Parco naturale che si estende su due province e cinque comuni. Altrettanto bella la discesa con il lago di Massaciuccoli sullo sfondo, e l’arrivo a Marina di Pietrasanta, in Versilia. A conclusione, a tutti i piloti non prioritari è stato riservato il “Trofeo Eberhard - Forte dei Marmi”, con in palio un orologio “Champion V” offerto da Eberhard. Riservato a tutti, invece, l’immancabile appuntamento con il beach party del sabato sera al Bambaissa, dove l’ottimo cibo e la musica d’epoca hanno spinto molte coppie a occupare la pista da ballo. Il rientro a Reggio Emilia ha obbligato le vetture ad attraversare le Alpi Apuane e la Garfagnana, e poi il Passo della Pradarena, che è il punto più alto tra la Toscana e l’Emilia, in un paesaggio invernale. L’arrivo in piazza del Duomo a Reggio non poteva che essere preceduto dalle tradizionali ultime prove sui futuristici Ponti di Calatrava, anche in questo caso riservate solo ai piloti neofiti. Le premiazioni, infine, nella storica Sala del Tricolore, dove il 7 gennaio 1797 nacque la bandiera italiana.


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