Ferrari 365 GTS Pininfarina (1969)

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Historique

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Ferrari 365 GTS Pininfarina (1969)

ELLA COLLEZIONE ideale di un appassionato ferrarista le 12 cilindri decapottabili rappresentano un must e costituiscono – nella stragrande maggioranza dei casi - la massima espressione di stile, eleganza, performance e potenza all’interno della gamma del Cavallino Rampante. In tempi recenti il tema delle V12 a motore anteriore è stato declinato attraverso una successione di serie limitate, tra le quali spiccano

la 550 Barchetta, la Superamerica su base 575 e la SA Aperta su base 599 GTB Fiorano. Gemme di rara bellezza, esclusive sul piano tecnico ed estetico, innovatrici ciascuna a modo proprio. E particolarmente attraenti per il collezionista, vista la produzione “a tiratura limitata”. Per quanto numericamente ridotta, la produzione delle moderne 12 cilindri aperte di Maranello sovrasta in modo impressionante quella dei modelli degli Anni Sessanta: basti pensare che della 330 GTS furono realizzati 99 esemplari, mentre la successiva 365 GTS, evoluzione della 330, venne costruita in sole 20 unità. Una

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produzione limitata, ma senza vincoli di partenza da parte della fabbrica: la 365 GTS, con la sua slanciata linea firmata da Pininfarina, rimase a listino solo durante il 1969, prima di lasciare il posto nella gamma Ferrari alla 365 GTS/4 Daytona Spider. Concepita come naturale sviluppo della 330 GTS (che affiancava la 330 GTC rappresentandone la variante convertibile), la 365 GTS aggiunge 20 cavalli (da 300 a 320 la potenza massima) e una manciata di chilogrammetri al valore di coppia massima della progenitrice, rispetto alla quale dispone di una cilindrata maggiorata di

circa 400 cc (4390 cc la cubatura totale). Ne deriva perciò la straordinaria capacità di viaggiare a tavoletta lungo le autostrade tedesche o di cimentarsi in qualche giro in circuito, ma anche di procedere al piccolo trotto nel traffico della Fifth Avenue a New York City o lungo le litoranee della Costa Azzurra o della California per la delizia dei suoi passeggeri. Sul piano tecnico la 365 GTS condivide le medesime innovazioni introdotte sulla versione coupé GTC e il suo V12 prevede la distribuzione monoalbero in testa per bancata, l’alimentazione con 3 carburatori Weber e l’accoppiamento con un cambio

annata

Poco nota ma rarissima: la 365 GTS è una delle convertibili Ferrari più esclusive, complice la produzione avvenuta nel solo 1969 in 20 esemplari. Un gioiello per grandi intenditori, specie se si tratta della vettura che RM Auctions ha battuto all’asta a metà gennaio per 2,95 milioni di euro TESTO: Alessandro Rigatto | FOTOGRAFIE: Patrick Ernzen - Cortesia RM Auctions


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manuale a 5 marce. Le sospensioni sono a ruote indipendenti, anche al retrotreno, dove spiccano i semiassi Loebro che saranno poi condivisi con le Daytona. Le ruote di serie sono in acciaio, nel tradizionale disegno a 10 fori delle Ferrari dell’epoca, mentre le splendide ruote a raggi Borrani figuravano nella lista degli optional. Questo accessorio è presente sull’auto del servizio fotografico, il diciassettesimo esemplare di 365 GTS prodotto su un totale di venti, battuto all’asta a Phoenix, in Arizona, da RM Auctions lo scorso 16 gennaio e acquistato dal suo nuovo e fortunato proprietario per il corrispettivo di 2.950.000 euro (a fronte di una stima d’asta da 3,9 a 4,8 milioni di dollari USA). Questa 365 GTS, la quartultima prodotta, presenta una storia adamantina, nella quale alcuni proprietari di chiara fama si sono succeduti. L’auto, con telaio numero 12473 e ancora fornita dal suo motore originale, sia pure ampiamente restaurato, così da offrire l’ulteriore atout collezionistico costituito dai “matching numbers”, è stata completata nel maggio del 1969 in configurazione Europa. Secondo le testimonianze dello storico francese Marcel Massini, l’auto era verniciata nell’elegante Bleu Ribot (codice 2.443.631) e provvista di interni in pelle Beige (VM 3218); destinata al mercato tedesco, venne consegnata dall’importatore ufficiale Auto Becker di Duesseldorf al suo primo proprietario, Thomas Teves, nel giugno del 1969. Thomas Teves, appassionato di automobili sportive ad alte prestazioni ed erede di Alfred Teves, fondatore dell’omonima fabbrica di impianti frenanti, conservò la vettura per 6 anni, custodendola nel garage della sua residenza privata di Bad Homburg, vicino a Francoforte. In seguito Teves vendette la 365 GTS a un’altra famiglia di imprenditori tedeschi, come racconta la successiva intestazione alla Etienne Aigner Leather Manufacturing Company, con sede a Monaco di Baviera. A utilizzarla quasi quotidianamente dal 1975 sembra fosse lo stesso Etienne Aigner, che nel 1980 vendette la convertibile Ferrari – riverniciata nel frattempo in giallo – a Peter Lorenz di

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Coblenza. Quest’ultimo utilizzò l’auto per quattro anni, riportandola a una livrea più in linea con la tradizione Ferrari: carrozzeria rossa, interni in pelle nera. Nel 1984 un nuovo proprietario appare sul libretto di circolazione: si tratta di Josef Brunlehner di Passau, titolare di un albergo nella cittadina bavarese, che la cedette in seguito al noto collezionista svizzero Erich Traber di Toffen. Questi se ne separò quattro anni dopo, vendendo la 365 GTS telaio 12473 a un olandese ben noto per la propria collezione di Ferrari: Fritz Kroymans di Hilversum. La permanenza della spider di Maranello in Olanda durò felicemente per ben 20 anni: l’auto veniva utilizzata con una certa regolarità e condivideva un favoloso garage con alcuni dei più prestigiosi gioielli del Cavallino Rampante. Solo nel 2009 l’auto fu ceduta da Kroymans, insieme con altre Ferrari della sua collezione, a un appassionato nordamericano, colui che l’ha messa all’asta pochi mesi fa. L’auto venduta è fresca di un restauro totale -

eseguito da specialisti californiani - che l’ha portata a una seconda giovinezza, sempre nel rispetto dell’originalità delle parti meccaniche, quand’anche sostituite, come nel caso del radiatore dell’acqua, delle pompe elettriche della benzina, delle tubazioni dell’impianto frenante, dell’alternatore e dell’impianto di scarico. Verniciata in Grigio Fumo, con interni in cuoio nero, la 365 GTS così restaurata è stata esibita e ammirata nel 2012 e 2013 alla manifestazione The Quail: A Motorsport Gathering. A conferma delle condizioni di conservazione eccellenti va detto che l’auto è fornita anche della ruota di scorta a raggi Borrani e del libretto di uso e manutenzione originale. Chi l’ha acquistata, oltre ad aver fatto un “affare”, visto il prezzo di aggiudicazione inferiore alle stime d’asta, ha oggi la fortuna di poter guidare una delle migliori convertibili Ferrari con motore V12, di certo la più evoluta sul piano tecnico tra quelle dell’era pre-Daytona.

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