Ford GT40

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Nata per ripicca nei confronti della Ferrari, con lo scopo dichiarato di contrastarne la supremazia nelle gare di durata, la GT40 è diventata una delle auto da corsa più vincenti e famose della storia, grazie ai quattro trionfi consecutivi a Le Mans e a soluzioni tecnico-stilistiche destinate a fare scuola TESTO: Claudio Ivaldi | FOTOGRAFIE: Giorgio Dall’Olio

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I

L NOME “GT40” occupa un posto di rilievo nell’Olimpo delle auto da corsa. Eppure, la berlinetta che ha dominato le gare di durata nella seconda metà degli anni ’60, non si fregia di un marchio “esotico”, di un costruttore di vetture sportive o di una scuderia di auto da corsa, bensì di quello di un colosso della motorizzazione di massa: la Ford. Per capire le ragioni di questa “anomalia“, è necessario ripercorrere le vicende degli anni precedenti all’arrivo di questa vettura, che risultarono determinanti per la sua nascita. All’inizio del decennio, la Ford Motor Company voleva entrare nel mondo nelle competizioni, per sfruttarne i ritorni pubblicitari. Henry Ford II aveva infatti notato come la Ferrari, azienda poco più che artigianale, riuscisse a ottenere un enorme clamore mediatico dalle vittorie in pista. Per arrivare a essere competitivi in breve tempo, la strada più semplice sembrò quella di tentare direttamente l’acquisto della factory modenese, la quale dal canto suo avrebbe beneficiato di quelle risorse economiche di cui aveva sempre più bisogno. Dopo un anno di trattative e incontri, l’affare pareva ormai in dirittura d’arrivo, quando si bloccò su un aspetto imprescindibile per Enzo Ferrari: il Drake, disposto a cedere la maggioranza del pacchetto azionario, voleva però mantenere il totale controllo dell’attività sportiva. Una dirigenza come quella Ford, tuttavia, era poco incline ad accettare simili imposizioni, e quindi alla fine non se ne fece nulla. Ma questo non frenò le ambizioni agonistiche della Ford, che anzi uscirono rafforzate dal desiderio di rivalsa nei confronti di quell’italiano, orgoglioso e cocciuto, che pur al cospetto di un acquirente così importante, non si era fatto problemi a far saltare il banco. A Detroit decisero quindi di impegnarsi nelle gare direttamente, col proprio marchio. La casa americana non difettava certo di risorse da investire, quello che le mancava era piuttosto un know-how specifico nel settore; lo trovò nella scuderia britannica Lola, che fu scelta come partner nel progetto di una berlinetta con motore Ford, da utilizzare nella categoria Sport. Fu l’inizio di una storica rivalità, battezzata dalla stampa “Guerra Ferrari-

Le foto a corredo di questo articolo non sono di repertorio o di provenienza estera, ma sono state scattate in esclusiva per AutoCapital nel Monferrato, in una suggestiva cornice di colline (recentemente dichiarate Patrimonio Unesco), a tratti ancora innevate. Un collezionista ha messo a disposizione della redazione questo pezzo di storia dell’automobilismo sportivo: si tratta di una GT40-P Mk I del 1966, la cui fiche di omologazione FIA, categoria prototipi, indica un peso di 907 kg. Fu acquistata nel 1989 da un gentleman driver lombardo, che vi ha disputato alcune gare storiche, tra cui la Coppa Intereuropa del 1990, e da allora è sempre rimasta in Italia. L’impatto dal vivo con la GT40 è pura emozione: l’auto è bassissima e per calarsi nell’abitacolo è necessario eseguire mosse da contorsionista. I due scarichi, puntati orizzontalmente come cannoni, fanno un boato infernale che squarcia il silenzio delle colline. Da qualsiasi angolazione la si guardi, la vettura sprigiona grinta e voglia di correre.

Ford”, una battaglia senza esclusione di colpi, fatta di duelli in pista e di pressioni politiche sulle federazioni, che si inasprì ulteriormente quando la Ferrari si accasò presso la Fiat, uno dei principali concorrenti commerciali della Ford. La nuova vettura da competizione, presentata nel 1964, venne chiamata “GT-40”, numero che stava ad indicare i pollici di altezza da terra (poco più di un metro). L‘impostazione tecnica prevedeva un telaio monoscocca con motore centrale V8 di 4.7 litri, e presentava diverse soluzioni all‘avanguardia, che permettevano di contenere il peso entro i mille chili. Anche la linea risultò azzeccata: avveniristica e aggressiva, ma nello stesso tempo piacevole e proporzionata, divenne un‘icona nello stile delle vetture sport. I risultati delle prime due stagioni di gara furono deludenti, ma la Ford mostrò di credere nel progetto, affidandone lo sviluppo a Carroll Shelby, fino a dare origine alla versione “Mk II” con motore Big-Block sette litri. Così nel 1966 divenne la prima casa americana a vincere la 24 Ore di Le Mans, conquistando l’intero podio con tre GT40 e interrom-

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Tecno di Bologna, assemblò alcuni prototipi GT40, con una rivisitazione del telaio e l’adozione di motori Tecno V12: queste vetture, chiamate GT40 “FT”, presero parte ad alcune gare di durata in Argentina. Considerando le varie serie, in totale sono stati costruiti 133 esemplari originali di Ford GT40. Inoltre, come per ogni

“mito” su quattro ruote che si rispetti, sono state realizzate negli anni svariate repliche, fino ad arrivare ai due “remake” ufficialmente prodotti dalla stessa Ford: dopo alcuni concept esposti negli anni ‘90, con il nuovo millennio ha visto la luce la Ford GT, che ha riproposto fedelmente la linea dell’originale. È stata prodotta fino al 2006 in oltre quattromila esemplari, senza disdegnare, in omaggio al proprio DNA, qualche apparizione nelle corse. Infine, al recente Salone di Detroit, la Ford ha presentato la nuova generazione della “GT”, che reinterpreta in chiave attuale lo stile della celebre antenata. La novità saliente è rappresentata dal motore a soli sei cilindri, capace però di sprigionare circa 600 cavalli, una potenza degna della stirpe di cui porta il nome.

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