Lamborghini Aventador LP 700-4 Roadster

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Lamborghini Aventador LP 700-4 Roadster

Quasi 70 cm di impronta a terra dei due battistrada posteriori e una cinquantina per le ruote davanti mordono la strada scaricando a terra 700 CV, tanta è la potenza erogata dal V12 che equipaggia la più estrema delle supersportive scoperte. Linea mozzafiato che si distribuisce lungo tutto il profilo della vettura, grazie all’equilibrio che offre la posizione longitudinale posteriore del motore. 350 km/h e 0-100 km/h in 3 secondi netti

TORMENTO DELL'ASFALTO ESTASI DELLA GUIDA | 76


TESTO SPERANGELO BANDERA FOTOGRAFIE STUDIO B12 (realizzate sul Circuito San Martino del Lago - Cremona)

Se è vero che la filosofia costruttiva della Casa di Sant’Agata Bolognese poggia sul concetto di estremo, l’Aventador LP 7004 Roadster deve essere considerata la più Lamborghini delle Lamborghini. Il designer, Filippo Perini, ha tirato fuori dalla matita una linea unica, dal muso alla coda, grazie alla posizione longitudinale posteriore del motore. Superfici concave e

convesse si alternano lungo la fiancata in prossimità della grande apertura laterale che convoglia aria ai radiatori. Ogni parte è stata disegnata in funzione della meccanica e dell’aerodinamica. Il risultato è davanti agli occhi: una vettura dalla linea ancora più estrema, dal design che fonde le prestazioni con lo stile e la fruibilità con un emozionante piacere.

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All’interno due posti e nessuno spazio in più, al volante si è come in un un jet: ergonomia, paddles di ampie dimensioni, comandi importanti: Automatico, Sport, Corsa. Viaggiare in “Sport” è già molto appagante, ma la posizione “Corsa” è quella più entusiasmante e anche la più sicura, in quanto la potenza del motore non viene mai tagliata e i 700 CV sono sempre a disposizione. Occorre, comunque, avere dimestichezza con tale configurazione. Il progetto, coraggioso e audace, aveva lo scopo di dare vita a

una due posti che si potesse collocare al vertice dell’esclusivo club delle supersportive scoperte. A cose fatte, una domanda sorge retorica: esiste una supersportiva aperta più estrema, in grado di offrire forti emozioni anche quando la si vede ferma? Piacere che diventa autentica estasi quando poi il V12 incomincia a girare e spande attorno l’urlo che lacera. La roadster della Casa del Toro regala l’entusiasmo del cielo aperto, riempiendo di stupore quando suona la carica ai suoi 700 CV. Le performance non hanno bisogno di alcun commento: sullo

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scatto da 0 a 100 km/h ferma il cronometro dopo tre secondi netti e la velocità massima è pari a 350 km/h. Il merito va al motopropulsore di 6,5 litri aspirato collocato in posizione centrale, al cambio robotizzato ISR (Independent Shifting Rod) a sette marce, che garantisce tempi di cambiata di appena 50 millisecondi e rende molto efficace l’inserimento di ogni rapporto, alle sospensioni tipo push rod. In più, c’è anche la sicurezza della trazione integrale. La nuova Aventador Roadster viene presentata anche con i

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nuovi cerchi “Dione” da 20” all’anteriore e da 21” al posteriore, dal disegno aggressivo e in grado di ridurre di 10 kg il peso della vettura rispetto a un set standard, grazie alla leggerezza dell’alluminio forgiato. La monoscocca è in fibra di carbonio, settore in cui la Lamborghini vanta un primato assoluto in fatto di competenza e, forse, la maggiore cultura di questo materiale. E in fibra di carbonio è anche il tetto, per offrire la massima rigidità pur mantenendo un’estrema leggerezza. Infatti, ciascun elemento del tetto pesa meno di 6 kg. Le due parti sono amovibili e riposizionabili grazie a un semplice e sicuro meccanismo a incastro e trovano alloggio nel baule anteriore. In pochi secondi, l’Aventador Roadster può essere goduta in tutta la sua esaltante bellezza a cielo aperto. Tramite il lunotto elettrico, è possibile regolare l’intensità del flusso dell’aria all’interno dell’abitacolo e ridurre la percezione dei decibel dello scarico. Il V12 dispone anche del sistema di disattivazione di sei cilindri quando il motore funziona a carico parziale e dell’innovativo sistema Stop & Start, che utilizza il supercondensatore per l’accumulo di energia elettrica e per l’avviamento del motore. Si tratta di dotazioni richieste dal mercato, dalla moda e dal rispetto ambientale e che, quindi,

hanno una loro precisa ragione di essere. Ma gli irriducibili appassionati del marchio del Toro, con tutta probabilità, avrebbero preferito, invece del Cylinder Deactivation System, che taglia sei cilindri, che ne fossero aggiunti altri sei. Normalmente ci si aspetta la versione roadster di questa o di quella supercar come un’ottima vettura, ma leggermente più morbida rispetto alla progenitrice coupé. Questo concetto è da

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SI GUIDA DA UNA POSIZIONE RASOTERRA, COME LE AUTO DA CORSA L’abitacolo dell’Aventador Roadster è più simile al posto di guida di un jet che di una vettura, per sportiva che possa essere. Lo sguardo si posa cinque o sei metri oltre il cofano e, come sulle auto da pista, al centro campeggia il contagiri con la linea rossa ferma a 8250 giri/minuto. Un posto di guida che offre la posizione perfetta per domare 700 CV La reazione di chi siede al posto di guida della Lamborghini Aventador LP 700-4 Roadster per la prima volta, dopo aver impugnato il volante ed essersi accorto della comodità del sedile è di assoluto compiacimento. Annuendo col capo, poi getta lo sguardo sulla strumentazione, raccolta in una cornice davanti a lui che ricorda le linee guida dell’Aventador, dove campeggia al centro il contagiri che rivela, con la sua parte rossa, che il V12 prende a 8250 giri/minuto. Altro gesto di maraviglia. Il volante si impugna con assoluta ergonomia, essendo della giusta dimensione. Poi il colpo d’occhio prende d’infilata la plancia, alla cui sommità campeggia lo schermo del navigatore e degli altri intrattenimenti di bordo. Ma ciò che attira è il coperchietto rosso che protegge il pulsante di accensione e di spegnimento del motore, sopra cui sono collocati i tasti delle varie configurazioni di marcia della roadster di Sant’Agata Bolognese. Ai lati due freccette inseriscono questa

o quella modalità di guida, ma quelle che attirano sono “Sport” e “Corsa”. Soprattutto quest’ultima rispecchia la vera natura di questa eccezionale vettura: la potenza non viene tagliata e la si ha sempre a disposizione in tutta la sua rapidità. Passati in rassegna i vari pulsanti, scendendo verso il basso, l’attenzione è catturata da un tasto son la lettera “R”, che significa retromarcia. Sulla sinistra, invece si trova la maniglia che apre la portiera verso l’alto, a compasso e non ad ali di gabbiano come molti sono inclini a pensare. basta inserire il dito spingendo la parte nera, che si apre come una piccola saracinesca, metterlo a uncino e tirare verso l’alto. Innegabili sono i vantaggi di una simile apertura porte, soprattutto quando la si parcheggia in un garage di medie dimensioni oppure di fianco ad altre vetture. Per la discesa occorre uno spazio decisamente limitato. Dal posto di guida - e questa è un’altra caratteristica dell’Aventador Roadster - si incomincia a

vedere il suolo a una distanza di almeno cinque metri, come avviene nelle vetture da corsa. Ma non si sente la necessità di vedere l’asfalto più da vicino. Chi ama queste macchine, solitamente guida da una posizione più bassa possibile, per controllarne al meglio le reazioni. Superfluo ricordare

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che i grandi campioni del presente e del passato si sono trovati sempre concordi nell’affermare che “la vettura si guida col fondoschiena”, per significare che la guida in posizione ribassata offre una maggiore sensibilità. E al passeggero non resta che allacciare la cintura.


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dimenticare quando si è alle prese con l’Aventador scoperta. In configurazione “Corsa”, diventa dura, aggressiva e, soprattutto mostra una frenata talmente efficace da far dimenticare al guidatore di essere su una roadster, che di solito, essendo leggermente più pesante, mostra qualche ritardo nell’inserimento in curva rispetto all’omologa coupé. Non bisogna dimenticare che monta dischi in carboceramica dal diametro di 400 mm all’anteriore e di 380 mm al posteriore, con pinze a sei pompanti. Contribuisce all’intensità della frenata l’impronta terra degli

pneumatici, che con i posteriori arriva a oltre settanta centimetri sommando l’ampiezza dei due battistrada che mordono rabbiosamente l’asfalto. Il passeggero non riesce a evitare che la testa gli si pieghi in avanti, così come non riesce a controllare i movimenti del collo quando la cambiata viene effettuata con inserita la posizione Corsa, che avviene in tempi brevissimi. Sensazioni uniche, che lasciano nella mente un ricordo indelebile e il segno di un piacere che, quando si parte è stupore, e quando si arriva è autentica estasi.

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SCHEDA TECNICA |LAMBORGHINI MOTORE: V12, 60°, MPI

6498 cc

ALESSAGGIO E CORSA: Ø 95 mm x 76,4 mm

POTENZA: 700 CV a 8250

giri/min

COPPIA: 690 Nm a 5500 giri/min

TRAZIONE: 4WD con differenziale Haldex IV

AVENTADOR LP 700-4 ROADSTER

generazione CAMBIO: 7 marce ISR; cambiata in funzione della modalità di guida CERCHI: ant. 19'' x 9J, post. 20'' x 12J PNEUMATICI: ant. Pirelli 255/30 ZR20 – post. 355/30 ZR21 - (di serie: 255/35 ZR19 – 335/30 ZR20)

FRENI: impianto CCB, dischi

ventilati, all’anteriore 400 mm (pinza a 6 pistoncini) e al posteriore 380 mm (pinza a 4 pistoncini)

SOSPENSIONI:

ammortizzatori push-rod orizzontali, Mono-tube DIMENSIONI: lungh. 4780 mm, largh. 2030 mm, alt. 1136 mm

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PESO: 1625 kg (a secco) VELOCITÀ: 350 km/h ACCELERAZIONE: 0-100 km/h 3,0 secondi

CONSUMO: combinato 16

l/100 km

EMISSIONI CO2: 370 g/km AMBIENTE: Euro 5 PREZZO: 300.000 euro (+ tasse)


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