La cultura del restauro: Ferrari F1 Clienti

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La cultura del restauro

FERRARI F1 CLIENTI: LA PASSIONE SI TINGE DI ROSSO

DALLE MONOPOSTO DEGLI ANNI CINQUANTA ALLE PROTAGONISTE DEI CAMPIONATI DEL MONDO DELLO SCORSO DECENNIO: LA CASA DI MARANELLO È IN GRADO DI RIPORTARE ALL’ANTICO SPLENDORE I MODELLI PIÙ GLORIOSI E DESIDERATI, GRAZIE A UN IMMENSO MAGAZZINO RICAMBI E ALLA DISPONIBILITÀ DI TUTTA LA DOCUMENTAZIONE UTILE A RICOSTRUIRE QUALSIASI PARTE NECESSARIA A COMPLETARE UN’OPERA SUBLIME DI RINASCITA

Ogni epoca porta con sé macchine più o meno affidabili e bisognose di cure, complici regolamenti di Formula 1 che previlegiano ora la prestazione pura, ora l’affidabilità: il Reparto Formula 1 Clienti della Casa di Maranello sa prendersi cura di ognuna di Alessandro Rigatto

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La quintessenza della passione per le Ferrari? Acquistare una monoposto di Formula 1 e pilotarla in pista. Un sogno proibito? Niente affatto, visto che la Scuderia Ferrari cede a fine stagione, dopo un embargo di due anni, tutte le macchine protagoniste del Campionato del Mondo tranne una, destinata al Museo Ferrari. Una follia? Tutt’altro, considerato che una monoposto storica è un vero e proprio bene rifugio, il cui valore, da 1,5 a 3 milioni di euro, è destinato ad aumentare nel tempo, in funzione sia dell’anzianità del mezzo, sia del suo pedigree (un telaio plurivittorioso con Michael Schumacher mantiene e accresce il suo valore molto meglio di quanto possa fare uno chassis artefice solo di qualche piazzamento), sia di elementi storici particolari (per citare un esempio, le F2003 GA, monoposto dedicate e intitolate a Gianni Agnelli, sono particolarmente amate e richieste dai collezionisti). L’attività del Reparto Formula 1 Clienti è iniziata dalla metà del 2004 nella forma attuale, mentre in precedenza si trattava di una funzione aziendale non ancora strutturata. Di fatto a Maranello ci si occupa della vendita, della manutenzione e della custodia delle monoposto, oltre che della loro partecipazione alle manifestazioni non agonistiche organizzate dalla stessa Ferrari o alle sessioni di test privati richieste dai proprietari, ai quali può essere fornita un’assistenza specifica “one-to-one”. Per questi collezionisti di “sogni a motore” vengono infatti organizzati eventi non competitivi che rientrano nell’ambito delle manifestazioni gestite

dal Dipartimento Corse Clienti di Maranello, come i Ferrari Racing Days e le Finali Mondiali. A questi si alternano test dedicati, sempre con sede in circuiti celebri (localizzati in Europa, Asia e Nordamerica) a disposizione della Ferrari in esclusiva per quelle specifiche giornate e dotati di tutte le recenti norme di sicurezza. Una garanzia, quest’ultima, che si abbina alle moderne protezioni previste dagli attuali inflessibili regolamenti tecnici per le Formula 1. Complessivamente, le monoposto Ferrari di Formula 1 dei clienti vengono coinvolte in una decina, massimo dozzina, di manifestazioni all’anno. Come veri piloti professionisti, ai clienti è soltanto richiesto di presentarsi sul circuito e di indossare tuta e casco; alla cura dell’auto e al trasporto, oltre che all’abbigliamento per la guida, provvede il dipartimento F1 Clienti, creato nel 2003 ed ubicato negli stabilimenti della Scuderia Ferrari. Per acquistare una monoposto Ferrari di Formula 1 esistono due vie: o reperirla sul mercato da qualche collezionista che cede la propria, ipotesi quanto mai rara, o acquistarla direttamente dalla Ferrari. In questo caso ci si può mettere in garage una monoposto appena “smessa” dalla Scuderia. Per la precisione, oggi è possibile comprarsi una “Rossa” del 2009, perché ogni vettura viene ceduta solo dopo un embargo di due anni a partire dall’ultima stagione ufficiale cui ha preso parte, al fine di mantenere riservato il know how tecnologico della Scuderia. Per capirsi meglio, le monoposto attualmente utilizzate da Fernando

Qui sopra, una 312 T del 1975, la monoposto campione del mondo con Niki Lauda, ancora allestita con le ruote strette per il carico sulle bisarche, accanto alle Formula 1 di penultima generazione. A lato e sotto, tecnici specializzati assemblano con cura parti di un motore V12, tra cui i tromboncini di aspirazione

Alonso e Felipe Massa saranno disponibili per i clienti dal primo gennaio del 2015. Come ha spiegato ad AutoCapital Antonello Coletta, Responsabile di Ferrari Corse Clienti, l’attività di restauro è assai differente a seconda che ci si trovi di fronte una monoposto degli Anni Settanta o una dell’ultimo decennio. Quando si parla delle poche 312 B3 o 312 T in circolazione, utilizzate altresì in manifestazioni competitive dai proprietari, l’opera è assai complessa e prevede che le monoposto vengano smontate completamente, siano revisionate tutte le parti meccaniche e ricostruite le parti usurate o i pannelli di alluminio che ne presentassero la necessità. Per queste operazioni il ricorso alla struttura ufficiale Ferrari Corse Clienti è indispensabile, perché a Maranello sono conservati sia tutti gli stampi originali dell’epoca, sia tutti i disegni degli organi meccanici che fosse necessario ricostruire. Grazie all’archivio | 31


La cultura del restauro meccanizzato che può fornire i disegni di tutti i particolari delle monoposto, il reparto è in grado di mettere le mani su qualsiasi vettura, recente o di un passato più lontano. Il know-how del personale altamente specializzato in servizio in Ferrari è in tal senso fondamentale per il buon esito del restauro; ma quando si tratta di operare su monoposto più anziane, per l’occasione vengono richiamati in servizio, in qualità di consulenti speciali, gli stessi tecnici che un tempo seguivano direttamente Lauda, Alboreto o Prost. Oggi le monoposto Ferrari di Formula 1 vengono gestite, a livello di restauro e manutenzione, da Ferrari Classiche per il periodo che va dal 1950 al 1965, da Corse Clienti per quanto concerne gli esemplari con telaio tubolare, fino alle più recenti creature “dominate dall’elettronica”. Le differenze tra le monoposto delle diverse “ere” sono abissali: si passa da

operazioni quasi “giurassiche” come la regolazione a orecchio dei motori a carburatori, la sostituzione delle candele e dei cambi manuali, a interventi estremamente specialistici come test computerizzati e modifiche alle mappature elettroniche. Talvolta il ricorso alle strutture specializzate di Maranello diventa necessario quando l’acquirente di una monoposto degli Anni Settanta, proveniente da una collezione statica, decide di utilizzarla personalmente in pista. In tal caso è necessario ripristinare le condizioni di sicurezza dell’auto per un impiego che la porterà a esprimere una percentuale elevata del suo potenziale prestazionale. Un approfondimento a parte lo meritano le monoposto da fine Anni Ottanta in poi: con loro è difficile girare in pista senza ingegneri elettronici inviati in pista dalla Ferrari per gestire centraline via via più complesse e

Qui a sinistra, alcune postazioni di lavoro nel Dipartimento F1 Clienti, dove le monoposto vengono smontate e sottoposte ai periodici lavori di manutenzione. Sopra e nella pagina di destra, immagini dei Racing Days: notare la distanza dai cordoli delle F.1 guidate dai gentleman driver

fondamentali per l’efficienza, la salute e la durata della meccanica. Per quanto riguarda le monoposto del periodo 20082010, quelle dell’era KERS, vengono vendute senza il sistema di recupero dell’energia, sia perché rappresenta una complicazione esagerata nell’ambito di una gestione efficiente della monoposto, sia perché ritenuto superfluo per un utilizzo amatoriale. Mentre i restauri totali sono richiesti direttamente dai clienti, per lo più da quelli che hanno acquisito una monoposto da un precedente proprietario o da quelli che rimettono in pista auto per lungo tempo rimaste inattive, nel caso di macchine abitualmente impiegate dai clienti è la stessa Ferrari a consigliare la manutenzione. Questo perché tutte le monoposto Ferrari sono ormai monitorate su base quotidiana dalla Ferrari stessa, che arriva a suggerire o caldeggiare eventuali interventi. Del resto, star ferme in un museo o girare troppo frequentemente in pista è quasi altrettanto dannoso per una monoposto. Le componenti più soggette a usura sono i motori e le trasmissioni; lo chassis è sollecitato molto meno da un pilota-gentleman rispetto a quanto accade se l’auto è nelle mani di un campione di Formula 1 impegnato a vincere un Gran Premio o un Campionato, impiego per il quale è concepita. Le monoposto

dell’ultima generazione sono più robuste per regolamento, avendo parti che devono durare centinaia o migliaia di chilometri; le Formula 1 di inizio Terzo Millennio sono concettualmente più “deboli” in quanto la ricerca delle massime performance non era condizionata dalla durata minima “da regolamento” di alcune parti. In ogni caso, raggiunta la fine vita di un gruppo motopropulsore (motore e cambio), la spesa da mettere in preventivo va dai 120.000 ai 150.000 euro. Le monoposto preferite dai piloti-gentleman sembrano essere però quelle di inizio Millennio: la lunga sequenza di campionati vinti dalla Ferrari a partire dal 1999 ha visto crescere il numero dei clienti piloti, spinti anche dalla maggiore semplicità di guida delle vetture successive a quel periodo – 2001 e 2002 soprattutto – grazie ad un regolamento che permetteva il controllo elettronico della trazione e il sistema antistallo per il motore. A questi vantaggi “basici”, si deve aggiungere che la configurazione aerodinamica era meno sofisticata, altro aspetto che permette di prendere più facilmente confidenza con vetture che sono ulteriormente “semplificate” dal dipartimento F1 Clienti tramite interventi sull’elettronica per limitare a quota 17.000 i giri del motore, e sul cambio, con rapporti fissi per evitare | 32


DA UN’IDEA A UN

BUSINESS

Dopo la scomparsa di Enzo Ferrari la scuderia di Maranello ha dato via libera alla cessione delle monoposto di Formula 1. Dapprima con un impegno minimo (1-2 auto cedute ogni anno), poi con un interesse e un coinvolgimento maggiori, tanto che tra il 2003 e il 2004, monitorando il crescente interesse dei collezionisti gentleman-driver, negli uffici competenti si è compresa la portata del business che la Ferrari aveva tra le mani e ci si è impegnati

sostituzioni che non porterebbero vantaggi reali, e che comunque consente di raggiungere i 330 km/h sul rettilineo di Monza. Ma come si acquista una Ferrari di Formula 1 dalla Ferrari stessa? I potenziali clienti inviano le rispettive richieste alla Ferrari che – dopo un’accurata selezione tesa a garantire che l’auto finisca in mani sicure, quelle di un appassionato o di un collezionista - provvede a ricontattare i collezionisti-piloti per definire l’accordo commerciale. Le monoposto messe in vendita sono ricondizionate al 100% e riportate alle condizioni d’origine da un “gruppo di lavoro” di cui fanno parte una trentina di addetti, tra tecnici, ingegneri e meccanici con esperienze da Gran Premio, fino allo shake-down conclusivo a opera di uno dei piloti-collaudatori ufficiali Ferrari. Una volta conclusa la trattativa di vendita, il neoproprietario potrebbe

a fondo dedicando energie e risorse allo sviluppo del progetto di business. “Un mix azzeccato tra la spinta dal basso, dai collezionisti, e l’intuizione del management Ferrari” – spiega Antonello Coletta. La struttura di F1 Clienti, interna alla Gestione Sportiva di Maranello, si è progressivamente espansa fino a occupare gli attuali 8000 metri quadrati, suddivisi in tre capannoni e un magazzino ricambi. Qui si svolgono le operazioni di manutenzione e

vengono custodite le monoposto dei clienti, via via più numerose al punto che in giacenza ci sono sempre più di 40 monoposto, fino a un massimo di 60. Il magazzino ricambi offre un’incredibile quantità di parti con disponibilità immediata per far fronte a richieste provenienti da ogni parte del mondo e, nel caso in cui qualche elemento non sia presente, si procede alla sua ricostruzione, sulla base degli stampi originali.

finalmente condurre la monoposto, ma prima i tecnici Ferrari si adoperano per un lavoro di personalizzazione pre-consegna che comprende lo studio dell’abitacolo secondo il fisico del cliente e la definizione di un assetto di base. Dopo questi ultimi preliminari si arriva al debutto sulla pista di Fiorano, anche grazie a un servizio di coaching che consente l’avvicinamento alla guida e alle principali caratteristiche della Formula 1 al fianco di piloti di grande esperienza. Tra questi, Marc Gené, Giancarlo Fisichella, Andrea Bertolini, Davide Rigon. Sovente si tratta di clienti già esperti di pilotaggio in pista, che non richiedono alcun tutoraggio; in caso contrario possono esercitarsi anche su un simulatore dedicato, ovviamente semplificato rispetto a quello a disposizione di Fernando Alonso e Felipe Massa.

LE PROSSIME DATE IN CALENDARIO

Paul Ricard, 24-25 giugno Spa, 17-18 luglio Ferrari Racing Days Silverstone, 16 settembre Ulteriori informazioni sono inoltre disponibili sul sito corseclienti.ferrari.com/2012en/home/index | 33


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