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L’impiccione. Dardanello: quella 500 Bianchina decapottabile

Ferruccio Dardanello: quella 500 Bianchina decapottabile…

Le interviste sbarazzine di Gian Maria Aliberti Gerbotto Gian Maria Aliberti Gerbotto non ha bisogno di presentazioni. Le sue interviste ai Vip per riviste di primo piano, da cui ha tratto libri che, poiché spesso ha destinato i proventi a opere di beneficenza, ne testimoniano anche il grande cuore, l’hanno reso famoso a livello nazionale, una fama accresciuta dalle frequenti presenze sul piccolo schermo, in particolare sulle reti Rai (da “Uno mattina” alle trasmissioni di Gigi Marzullo, per il quale in particolare il giornalista e scrittore saluzzese ha tenuto banco in varie edizioni del festival di Sanremo). La sua verve particolare l’ha reso il candidato ideale per la gestione di una nuova rubrica di “Made In Cuneo”, dal titolo poco... fine, ma che nella sua scherzosità vuole sottolineare in modo bonario le indubbie caratteristiche del titolare. Le interviste, condotte a ritmo serratissimo, che si succederanno in questo spazio saranno un divertissement che consentirà di svelare i lati meno conosciuti delle personalità che man mano saliranno alla ribalta. A inaugurare la galleria di ritratti sbarazzini è Ferruccio Dardanello. Anche lui, storica colonna dell’economia e dell’amministrazione della provincia Granda, non necessita di ulteriori presentazioni. Alé, si parte! Una sua passione... «Per lavoro, negli anni, ho frequentato i migliori alberghi del Paese, ma è solo quando sono in giro con il mio camper che mi sento davvero bene. Una fetta di salame accompagnata da un buon vino, con indosso pantaloni corti e sandali, per me rappresenta l’amata libertà che non ho mai potuto vivere nella quotidianità professionale». Sport? «Calcio da giovane e sci appena posso, però non so nuotare e, se non ho un salvagente a portata di mano, non vado al largo». Un hobby. «Da ragazzo strimpellavo la chitarra e scrivevo canzoni sul filone dei cantautori genovesi alla De André, Lauzi, Tenco... E poi mi esibivo sui palchi di provincia». Scaramanzie? «Diciamo che ho firmato tante carte importanti con la stilografica che nasconde un cornetto nel cappuccio, regalatami dei miei amici napoletani». Programma imperdibile in tv. «Una serie di partite vincenti del Toro, ma, visto che rimarrà un sogno, mi godo Don Matteo. Amo Terence Hill sin da quando, con Bud

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“La piena assassina” è il nuovo romanzo del giornalista e scrittore saluzzese

“interpretato” da Beppe Ghisolfi e da decine di personalità cuneesi

È uscito il nuovo romanzo di Gian Maria Aliberti Gerbotto: “La piena assassina”, un giallo ispirato al tema dell’emergenza climatica. Un violento nubifragio provoca l’esondazione di quello che fino a ieri era solo un torrente... A Saluzzo, sul luogo della catastrofe, viene ritrovato il cadavere del banchiere Beppe Ghisolfi, molto noto ben oltre ai confini della Granda, nella realtà assolutamente vivo e vegeto, ma che con ironia si è prestato alla farsa romanzesca di Aliberti, come la “vittima” stessa spiega ironicamente nell’introduzione del libro. Il romanzo diventa anche una sorta di biografia indiscreta del banchiere che si dipana sotto la traccia del giallo, partendo dai tempi della nascita nella piccola frazione cerverese, sino ai successi bancari internazionali. Ma il professore, che tutti ricordiamo come anchorman di Telecupole Piemonte, non è l’unico personaggio reale a comparire e a essere coinvolto nella nuova fatica letteraria del 48enne giornalista saluzzese, anche celebre personaggio televisivo perché per tre anni impegnato nei programmi della notte di Gigi Marzullo. Come ci ha abituato Aliberti in tutti i suoi romanzi, continua la carrellata di personaggi della provincia Granda che l’autore si diverte a disseminare anche lungo questa storia, coinvolgendoli nella trama, tutti citati con i loro veri nomi e ruoli sociali nella vita reale. Molti sono i volti noti e meno noti di Cuneo, Alba, Saluzzo, Limone Piemonte, alcuni dei luoghi in cui si svolgono le scene del giallo... Ma non manca la Liguria: alcune scene sono ambientate a Sanremo, Ventimiglia, Ospedaletti e Imperia. «Con lo scrittore piemontese il noir si trasforma in una sorta di eccezionale guida

Spencer, menava il mondo intero». Una pazzia fatta per amore? «Scappare dal collegio, il convitto civico dove studiavo, per raggiungere la morosa». Il personaggio storico. «Due figli eccezionali della mia terra: Giovanni Giolitti e Luigi Einaudi». Il sogno ricorrente? «Da bambino sognavo spesso una sbarra che mi veniva addosso all’improvviso, facendomi svegliare di soprassalto...». L’ultima dieta che ha fatto? «Quella che mi diede qualche anno fa la dottoressa Adami e che seguo ancora oggi». Se non avesse intrapreso questa carriera, oggi sarebbe? «Quando ero commerciante calzaturiero, ho più volte seriamente pensato di fare il commercialista perché tutti i clienti mi chiedevano continue consulenze fiscali, cui mi divertivo sempre a rispondere con la massima solerzia». A chi non rifiuterebbe mai un invito a cena? «A Sergio Billé, storico grande presidente di Confcommercio. Un uomo straordinario, di cui sono stato vice per dieci anni». Cosa ha acquistato con i primi soldi? «Una 500 Bianchina decapottabile». La parte del corpo più seducente, nell’altro sesso? «La parte alta del lato A e quella bassa del lato B». Oroscopi, sì o no? «Avevo un’amica astrologa, Corinne, che mi regalava spesso delle previsioni di vita futura e devo ammettere che molte volte, benché io ne sorridessi, ci ha imbroccato». Mai davvero mai... «Sono sempre stato un uomo di relazione e mai contrapposizione, quindi non ho mai detto “no” categorici. Altrimenti non sarei stato in sella così tanti anni!». Rito prima di andare a dormire. «Recitare le preghiere. Sono una persona di fede e, quando nel 2019, per la prima volta dopo ben 25 anni, non ho potuto fare il mio consueto pellegrinaggio a Lourdes, ne sono rimasto davvero rammaricato».

Gian Maria Aliberti Gerbotto, “l’impiccione” di “Made In Cuneo”, fotografato con la sua prima “vittima”, il monregalese Ferruccio Dardanello

social-turistica romanzata», ha scritto Antonio Bozzo del “Corriere della sera” nel dorso di copertina.

«Mi sembra azzeccata e originale la scelta di Aliberti Gerbotto di ambientare il giallo nell’àmbito di un’alluvione. Del resto le alluvioni conseguenti a forti nubifragi non sono eventi naturali improbabili e ogni anno in Italia se ne verificano almeno un centinaio sempre più distruttivi, proprio come avviene in questo romanzo», afferma nella prefazione il colonnello Mario Giuliacci, il “Signor buonaseeeera” che tutti ricordiamo alle previsioni del tempo di Canale 5 e poi de La 7. In copertina spicca una frase del climatologo Luca Mercalli che suona come un triste avvertimento: «Gli studi scientifici sul cambiamento climatico mostrano la maggior frequenza di fenomeni meteorologici distruttivi. Molti di questi sono già in atto e semplicemente via via che la temperatura andrà aumentando diventeranno più intensi». L’ultimo romanzo di Gian Maria Aliberti Gerbotto, il quale ha all’attivo una decina di libri, spesso dedicati al mondo dei Vip e pubblicati da case editrici del calibro di “Piemme” e “Mondadori”, o distribuiti da “Rizzoli” e “DeAgostini”, si può acquistare in libreria al prezzo di 16 euro, ma anche on-line su “Amazon” e sul sito internet della “Mondadori”.

“La piena assassina” (romanzo-giallo) di Gian Maria Aliberti Gerbotto, prefazione del colonnello Mario Giuliacci, “Bb Europa edizioni”, 176 pagine, 16 euro.

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