Gruppo Giovani Italmopa: le parole dei neo iscritti Francesca e Vincenzo De Vita Italmopa Youth Group: the words of new members Francesca and Vincenzo De Vita
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Molinid’Italia
LA RIVISTA ITALIANA PER L’INDUSTRIA MOLITORIA dal 1950
PROPRIETARIO
Associazione Industriali Mugnai d’Italia Via Lovanio, 6 - 00198 Roma
DIRETTORE EDITORIALE
Andrea Valente
Presidente Italmopa
DIRETTORE RESPONSABILE
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COMITATO TECNICO EDITORIALE
Carlo Brera
Esperto in sicurezza alimentare
Marina Carcea
Ricercatrice per gli alimenti e la nutrizione, CREA - Roma
Giuseppe Maria Durazzo Avvocato, esperto in diritto dell’alimentazione
Luigi Pelliccia
Responsabile Ufficio Studi e Mercato di Federalimentare
Giovanni Battista Quaglia Tecnologie alimentari
COMITATO DI REDAZIONE
Piero Luigi Pianu
Laura Pierandrei
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REDAZIONE
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RIVISTA FONDATA NEL 1950
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Editorial EDITORIALE
“SCUOLA TECNICI INDUSTRIA MOLITORIA”: TERZO CORSO DI FORMAZIONE 7
‘Milling Industry Technicians School’: third training course di A. Valente
Features ARTICOLI
Italmopa’s pages Spazio Giovani TRADIZIONE, INNOVAZIONE E QUALITÀ DAL CUORE DEL GRANAIO D’ITALIA 42
Tradition, innovation, and quality from the heart of Italy’s Granary a cura della Redazione Events Eventi “GRANO, FARINA E… 2024” 50 “Wheat, Flour, and... 2024” di L. Bellei Mussini
Departements
Associazione Industriali Mugnai d’Italia
“Scuola Tecnici Industria Molitoria”: terzo corso di formazione
‘Milling Industry Technicians School’: third training course
Starting in early 2025, the third edition of the School for Mill Industry Technicians will be launched, an initiative promoted by Italmopa and other associations to address the growing demand for specialized professionals in mill management. The course is aimed at both operational staff and inexperienced youth,
with the intent of training technicians capable of tackling the challenges of the sector. A Technical Committee has been established to improve the training modules, focusing on practical learning within companies. Italmopa plays a crucial role in making this initiative a strategic resource for the milling industry.
L’OBIETTIVO È FORMARE PROFESSIONISTI E TECNICI PER LA GESTIONE DEI VARI REPARTI DEL MOLINO
THE GOAL IS TO TRAIN PROFESSIONALS AND TECHNICIANS FOR THE MANAGEMENT OF VARIOUS MILL
DEPARTMENTS
Prenderà il via, presumibilmente a inizio 2025, il terzo percorso di formazione nell’ambito della Scuola Tecnici Industria Molitoria, iniziativa fortemente voluta da Italmopa in collaborazione con Antim - Associazione Nazionale Tecnici Industria Molitoria, Unione Parmense degli Industriali, Università di Parma e il supporto dell’ente di formazione Cisita Parma.
Un’iniziativa che, lo ricordiamo, mira a rispondere a un concreto fabbisogno, manifestato dalle aziende del comparto già da diverso tempo, di formare figure tecniche e professionali specializzate nella gestione dei principali reparti che costituiscono il molino.
di Andrea Valente Presidente Italmopa
RAM ELETTRONICA NEL MONDO
RAM ELETTRONICA PER L’INDUSTRIA PASTARIA
Sebbene alla luce di alcune riflessioni concernenti l’effettiva sostenibilità dell’iniziativa sia stata valutata l’opportunità di destinare anche il prossimo modulo formativo - così come accaduto per i moduli proposti sino a oggi - a personale già operativo all’interno degli impianti molitori, l’istituzione di una Scuola permanente per tecnici dell’Industria molitoria nasce con l’intento di costituire, per il futuro, un canale di riferimento in grado di formare giovani privi di esperienza professionale all’interno dei molini
ma desiderosi di entrare a far parte di questo mondo così complesso ma al contempo affascinante. Teniamo a sottolineare che nei mesi scorsi la nostra Associazione ha opportunamente costituito un Comitato Tecnico composto da esperti aziendali di Italmopa e Antim - che cogliamo l’occasione per ringraziare della disponibilità e del prezioso lavoro svolto - al fine di perfezionare alcuni elementi che, in occasione delle precedenti esperienze formative, non sono risultati ottimali. Si è trattato di un lavoro
È STATO COSTITUITO
UN COMITATO TECNICO
DI ESPERTI
AZIENDALI
ITALMOPA E ANTIM
piuttosto complesso tramite il quale è stata effettuata un’attenta revisione dei moduli proposti sino ad oggi; un’attività ancora in corso grazie alla quale ci auguriamo di poter offrire una proposta formativa ancor più in linea con le specifiche esigenze del settore. Nelle prossime settimane avvieremo un’adeguata campagna di informazione e comunicazione concernente il terzo corso di formazione, in fase di definizione. Possiamo però già anticipare che, per agevolare il confronto fra gli iscritti, lo stesso si terrà prevalentemente in presenza e che non mancheranno, anche questa volta, importanti momenti di apprendimento pratico presso aziende molitorie. Concludiamo sottolineando, con un pizzico di orgoglio, come il contributo fornito anche in questa occasione da Italmopa si sia rivelato decisivo per riuscire a rendere concretamente realizzabile un’iniziativa, come quella della Scuola Tecnici Industria Molitoria, che certamente si rivelerà di importanza strategica per tutto il nostro settore.
Andrea Valente
PI 100 ANNI DI MULINO
CAPUTO
arte da lontano la storia di Mulino Caputo, uno dei leader mondiali del settore, ed è una storia di “famiglia, caparbietà, racconti, sfide”, dice oggi Antimo, quarta generazione di mugnai e ceo dell’azienda, che ha come presidente il padre Carmine. Tale realtà nacque nel 1924 a San Giovanni a Teduccio (Na), dove si trova anche la sede dello stabilimento. Specializzato nell’arte bianca, Mulino Caputo copre tantissimi altri mercati: in esso si studiano le varietà che vengono combinate cercando di interpretare le esigenze di chef, pasticcieri e pizzaioli. Oltretutto, Mulino Caputo sta per essere certificato come il molino più sostenibile d’Europa. Un messaggio importante perché si può lavorare bene a bassissimo impatto ambientale, rispettando il prodotto, chi lo lavora e chi lo usa.
FILIERA ARMANDO FESTEGGIA I 14 ANNI CON UN AUMENTO DEL 35% DI SUPERFICIE
Anche quest’anno i protagonisti della Filiera Armando si sono dati appuntamento a Flumeri presso lo stabilimento della De Matteis Agroalimentare SpA Società benefit per “IncontrArmando”, il tradizionale evento in cui viene rinnovato il Patto che lega l’azienda irpina e gli agricoltori che conferiscono il grano duro 100% italiano con cui è prodotta Pasta Armando. La Filiera Armando, che coinvolge 760 aziende agricole originarie di 9 regioni italiane, quest’anno festeggia 14 anni di attività e numeri in crescita: circa 13.000 ettari di campi coltivati, ovvero un incremento del +35% rispetto al 2023. Un traguardo in totale controtendenza rispetto alla flessione delle superfici coltivate a grano duro in Italia, che registrano un decremento del -6,2% (dati Istat aggiornati al 30 luglio). Il tutto con un miglioramento medio delle rese di coltivazione per gli agricoltori aderenti alla Filiera di oltre il 15% rispetto alle medie nazionali.
BALZO DI EXPORT E FATTURATO PER LA MOLISANA
Lo storico pastificio di Campobasso punta ai mercati più lontani per crescere ancora dopo aver raggiunto il primo posto tra i produttori di pasta integrale, il secondo generale per prodotti a volume e il terzo per valore. “L’esportazione è un tassello importante della nostra crescita - spiega Giuseppe Ferro, amministratore delegato de La Molisana - quest’anno l’export per volumi ha segnato un +31% rispetto al 2023. Siamo già presenti in 1230 paesi del mondo, ma stiamo lavorando a una nostra presenza più capillare in Asia grazie a un accordo con un’importante catena di ristorazione e distribuzione che va dall’Arabia all’Australia”.
MIPPP: IL PANE PROTAGONISTA NEL 2025
Èuna partnership che vuole rimettere ordine e dare risalto al settore della panificazione quella nata tra il consorzio Sipan e FieraMilano. Un connubio che ha dato visto a MIPPP – Milano Pizza Pane Pasta, il salone dedicato all’arte bianca che vedrà la luce all’interno di Host dal 17 al 25 ottobre 2025. Le aziende italiane leader nei sistemi e le tecnologie per l’arte bianca, che fanno capo a Sipan, contano così di organizzare la giusta vetrina per la panificazione italiana. Oltre alla parte espositiva, MIPPP potrà contare infatti su un proprio evento di riferimento di primissimo livello che, attraverso momenti show-cooking e interventi dei leader del settore, condividerà dati, tendenze e formazione e che si inserirà nel palinsesto in via di definizione di eventi in tutti i settori.
LA FILIERA DELLA PIZZA A SIGEP 2025
Ilmondo della pizza si unisce al Salone di Rimini, nello specifico a Sigep 2025, dal 18 al 22 gennaio 2025. Un’intera area sarà infatti dedicata al celebre alimento a trecentosessanta gradi per offrire un’esperienza immersiva a tutti i professionisti del settore, i quali potranno trovare ispirazione dalle nuove tendenze e approfondire le tecniche di preparazione e cottura. Tutto al sevizio del gusto nelle sue varianti: materie prime e ingredienti, prodotti surgelati e condimenti pronti, attrezzature, forni e soluzioni di arredo. Valorizzando l’intera filiera della pizza, Sigep apre le sue porte a un settore in continua crescita su scala globale, aumentando la superficie espositiva dell’evento con l’aggiunta di due nuovi padiglioni.
MAIS ALIMENTARE: PRODUZIONE ITALIANA IN CALO DEL 25%
Daun lato la siccità dall’altro le piogge alluvionali hanno assestato un duro colpo alla campagna del mais per uso alimentare. Secondo le prima stime dell’Ailma, l’Associazione italiana lavorazioni mais alimentare, la riduzione delle rese sarà di almeno il 25%. Quest’anno in Italia la semina è stata tardiva ed è per questo che il raccolto è ancora in corso, ma le previsioni non sono delle migliori. Inoltre, per garantire un prodotto sano e sicuro, le aziende sono costrette a scartare quantità significative che non rispondo ai parametri di qualità stabiliti dalla normativa vigente, riducendo ancora di più la materia prima destinata a usi alimentare. In media la produzione italiana per uso alimentare si attesta su un milione di tonnellate annue. Quest’anno, invece, la quantità non dovrebbe superare le 600mila tonnellate.
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PANE INDUSTRIALE ALTERNATIVA SEMPRE MAGGIORE A QUELLO FRESCO
L’affezione dei consumatori italiani per il pane fresco è un dato di fatto: il 92% delle famiglie italiane lo acquista, portando il prodotto a segnare una penetrazione in crescita di 7 punti. Il 76,4% delle famiglie acquista il pane fresco nel canale super e il 26% nel canale tradizionale, come le panetterie. Ma una valida alternativa al prodotto fresco resta il pane industriale confezionato, forte del connotato “convenience” che lo caratterizza. Da un’analisi prodotta da Consumer Panel Services GfK YouGov emerge che il pane industriale è immancabile nelle dispense degli italiani e che, nonostante alcune inflessioni, il suo mercato non conosce crisi.
COMMODITY AGRICOLE 2025
Non si arresta l’attenzione per le dinamiche dei mercati agrifood, che da 14 anni vede Unione Italiana Food e Areté - The Agri-food Intelligence Company unire le forze per analizzare trend e prospettive per l’anno a venire in occasione dell’evento Commodity Agricole, cui partecipano oltre 1.000 professionisti del settore fra le aziende di spicco della filiera agroalimentare. Nonostante il consolidarsi di condizioni strutturali migliorative per il riequilibrio dei mercati, le aspettative per il 2024 non hanno lasciato spazio a un ridimensionamento della volatilità nell’agrifood. “I segnali vanno tutti nella direzione di una persistente volatilità dei mercati”. Queste le parole di Mauro Bruni, Presidente di Areté (foto). “Guardando al 2025”, precisa Bruni, “Condizioni climatiche avverse, contesto geopolitico, regolazione più stringente sotto il profilo ambientale e della sostenibilità sono tutti elementi che avranno impatti importanti sulle dinamiche di mercato, col risultato che la volatilità continuerà a rappresentare un fattore importante e persistente”.
CONOSCENZA è INNOVAZIONE
Da oltre 60 anni realizziamo sistemi integrati per il settore agroalimentare
World News è la rassegna delle notizie dall’Europa e dal mondo sull’agroalimentare. Un punto di vista aggiornato e puntuale su quanto accade in sede comunitaria ed extra-comunitaria, per essere sempre informati sulle dinamiche internazionali in ambito politico, economico e scientifico. Brevi flash che possono risultare di interesse per la filiera - italiana ma non solo - della trasformazione dei cereali.
AUMENTANO LE STIME SULLE IMPORTAZIONI DI GRANO IN NIGERIA
Secondo un rapporto del Fas, le stime delle importazioni di grano, riso e mais in Nigeria per la campagna 2024/25 sono aumentate in seguito alla stabilizzazione dell’economia, al rallentamento dell’inflazione e all’attuazione da parte del governo di una politica temporanea di importazione a dazio zero per queste colture fino al 31 dicembre. La Nigeria, il più grande Paese africano con 232 milioni di abitanti, importerà circa 4,7 milioni di tonnellate di grano nel 2024/25, un aumento del 6% rispetto alle stime di aprile del Fas, anche se ancora inferiore ai 5 milioni di tonnellate previsti per il 2023/24. Si prevede che il Paese produrrà solo 120.000 tonnellate, un quantitativo invariato rispetto all’anno precedente.
L’ALGERIA CERCA DI INCREMENTARE LA PRODUZIONE DI GRANO DURO
Sebbene le importazioni complessive di grano siano aumentate negli ultimi anni, il governo algerino ha fissato al 2025 l’anno in cui raggiungerà l’autosufficienza nella produzione di grano duro. Youcef Chorfa, ministro dell’Agricoltura algerino, ha annunciato lo scorso settembre che il 52% della superficie cerealicola del Paese nella campagna 2024/25 sarà dedicata al grano duro. A detta del Fas, l’Algeria ha visto le importazioni di grano duro aumentare bruscamente da circa 700.000 tonnellate nel 2019/20 a quasi 2 milioni di tonnellate lo scorso anno. Sempre secondo l’agenzia statunitense, l’Algeria, il principale consumatore di grano del Nord Africa, dovrebbe importare 9 milioni di tonnellate di questo cereale alimentare nella campagna 2024/25, con un calo di 400 tonnellate rispetto all’anno precedente ma al di sopra della media quinquennale.
SFIDE DEL SETTORE E PROSPETTIVE FUTURE AL CONGRESSO RUSSO SULLA MACINAZIONE DELLA FARINA
Il XVI Congresso delle imprese di macinazione di farina e cereali della Russia si è svolto il 26-27 settembre 2024 presso l’Accademia industriale internazionale di Mosca. Vi hanno partecipato più di 355 leader, manager e specialisti del settore, compresi i rappresentanti dei produttori turchi di attrezzature per la macinazione della farina. La conferenza Mill-2024, inaugurata da Vyacheslav Butkovsky, presidente dell’Accademia industriale internazionale, ha affrontato questioni vitali per i mugnai russi, tra cui la regolamentazione statale, le strategie di esportazione e la cooperazione con i settori della panificazione e della pasta. I partecipanti hanno anche discusso le valutazioni sulla qualità dei cereali per il nuovo raccolto e le previsioni di mercato per il 2024/25. Altre discussioni durante l’evento hanno riguardato le tendenze e le previsioni per i mercati dei cereali, delle farine e dei prodotti da forno, i sistemi di tracciabilità dei cereali e la modernizzazione delle strutture di stoccaggio e lavorazione dei cereali.
L’EGITTO AUMENTA LE ESPORTAZIONI DI FARINA DI GRANO
Secondo un recente rapporto dell’Usda, l’Egitto, fornitore chiave di farina di frumento per molti paesi africani e mediorientali, ha incrementato le proprie esportazioni sfruttando l’aumento della capacità molitoria, i prezzi competitivi e la vicinanza geografica a questi mercati. Il rapporto evidenzia che tra gennaio e maggio 2024, l’Egitto ha incrementato le esportazioni di farina di grano del 250% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tra le principali destinazioni delle esportazioni figurano Gibuti, Sudan, Somalia e le autorità palestinesi (Cisgiordania e Gaza). L’aumento delle esportazioni sarebbe in gran parte attribuito alle crisi regionali che hanno interrotto le catene di approvvigionamento e le operazioni di macinazione.
SVIZZERA: PANE E FARINA PIÙ CARI A SEGUITO DI UN RACCOLTO PESSIMO
Secondo un articolo del quotidiano elvetico “Blick”, in Svizzera il pane e la farina stanno diventando più cari. La causa è lo scarso raccolto di grano. Gli agricoltori hanno descritto la situazione come catastrofica, mentre i costi dei panettieri sono saliti alle stelle. L’organizzazione industriale Swiss Granum per i cereali, i semi oleosi e le piante proteiche ha recentemente lanciato l’allarme: il vicedirettore Thomas Weisflog stima che quest’anno il volume del raccolto di grano e orzo da pane svizzeri sarà inferiore di un terzo rispetto all’anno precedente. L’organizzazione ha indicato come motivazione le “condizioni climatiche eccezionali della primavera e dell’estate”, ovvero molte piogge e un’insolazione significativamente inferiore alla media degli ultimi anni.
Prosegue il consolidamento del molitorio
The consolidation of the milling industry continues
The Italian food industry has demonstrated significant resilience, with a production growth of 10.1% from 2013 to 2023, while the overall national industry saw only 1.0% growth. In the first seven months of 2024, the food sector outperformed the national industry, achieving a 1.7% increase compared to a 3.2% decline in total industrial production. This highlights the sector’s countercyclical nature amid economic challenges. Although food sales volume decreased by 1.4% in the same period, there was a noteworthy sign of normalization in July, as the gap between value and volume sales shrank. The milling industry, in particular, experienced an impressive 8.7% production increase in early 2024, significantly outperforming the overall food and beverage sector. The export of milling products also contributed positively, with an 8.9% rise in the first half of the year.
NONOSTANTE
UNA CONGIUNTURA
di Luigi Pelliccia
Responsabile Ufficio Studi e Mercato di Federalimentare
DESPITE A NATIONAL AND INTERNATIONAL CLIMATE FULL OF UNCERTAINTIES, THE SECTOR HAS SHOWN POSITIVE PERFORMANCE
La produzione dell’industria alimentare si è mossa in modo premiante negli ultimi anni. Sull’arco 2013/23 è cresciuta del +10,1%, a fronte del +1,0% dell’intera industria del Paese. Ma il vantaggio della produzione di settore si è nettamente accresciuto proprio di recente, nei primi sette mesi 2024. Quando ha segnato un +1,7% sullo stesso periodo 2023, contro il -3,2% accusato in parallelo
dal totale industria. Ne esce una forbice di circa 5 punti tra i due delta che, da sola, copre la metà di quella evidenziata nel corso dell’ultimo decennio. Il fenomeno sottolinea in sintesi due cose. La prima è la proverbiale capacità anticiclica del settore. La seconda è che, se il Pil del Paese è atteso su un tasso del +1,0% in valuta costante a fine anno, è evidente che questa crescita (o qualunque essa sia) sarà dovuta mani e piedi ai servizi e agli investimenti in costruzioni e infrastrutture legati in gran parte alla coda dei superbonus e al PNRR, non certo alla manifattura nazionale.
Nei primi sette mesi 2024 solo due settori industriali hanno affiancato la crescita dell’industria alimentare, segnando aumenti tendenziali comunque modesti, sull’ordine dello “zero virgola”. Sono stati: la “fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati” (+0,7%) e i “prodotti chimici” (+0,4%), mentre tutti gli altri hanno rallentato. Le flessioni più ampie del periodo sono state appannaggio, per la storia, di settori portanti come le “industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori” (-10,8%) e la “fabbricazione di mezzi di trasporto” (-8,1%). Il fatto che l’industria del Paese stia infilando da più di un anno
e mezzo dinamiche tendenziali negative costituisce comunque un indiscutibile segnale di allarme, legato inevitabilmente alle debolezze parallele del mercato nazionale e di quello internazionale.
Le vendite alimentari
Gli ultimi dati Istat del commercio interno al dettaglio indicano, ad esempio, un calo tendenziale del -1,4% delle vendite alimentari in volume nel confronto sui sette
L’INDUSTRIA DEL PAESE
mesi 2024/2023, che è la replica di quelli registrati nei progressivi precedenti. Va aggiunto che questo calo viene dopo gli oltre otto punti persi dalle vendite alimentari in volume nel biennio 2022/23. Ne esce perciò la sottolineatura, ancora una volta, della perdurante criticità di fondo della congiuntura nazionale e della collegata debolezza della capacità di acquisto del consumatore. In questo contesto, va sottolineata tuttavia una nota positiva, recata proprio dall’ultimo dato disponibile: quello delle vendite del singolo mese di luglio. Essa si lega al confronto tra il +0,3% tendenziale delle vendite alimentari in valore del mese e il -0,7% parallelo registrato in quantità. Ne esce infatti (finalmente!) un solo punto di differenza
E INDUSTRIA ALIMENTARE - DINAMICA PRODUZIONE 2014/24
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tra i due delta, che significa un restringimento della forbice, e una netta riduzione della spinta dei prezzi al dettaglio di settore. Nel giugno precedente infatti il differenziale tra le due variazioni in valuta e quantità era ancora di 1,7 punti e a maggio era di 2,2 punti. Insomma, luglio ha
recato un segnale importante di “normalizzazione” dell’inflazione alimentare. La quale - si ricorda - negli ultimi due anni è stata ben superiore all’inflazione generale e ha rappresentato il vero e proprio “virus” che ha generato la compressione senza precedenti delle vendite alimentari
AUMENTI PER I PRINCIPALI COMPARTI
DI SBOCCO DEL MOLITORIO
prima segnalata. Del resto, il recente passo espansivo della produzione di “food and beverage”, col +1,7% dei primi sette mesi, viene in realtà dopo il -1,6% accusato a consuntivo 2023. Si tratta di un recupero quindi, più che di un reale progresso, ottenuto in presenza di un mercato alimentare interno fiacco e deludente, grazie al ruolo specifico di compensazione esercitato dall’export.
Il molitorio nel dettaglio
Diverso il discorso del molitorio, che dopo aver segnato dal 2018 al 2023 tassi di crescita della produzione costantemente inferiori a quelli dell’industria
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italiana nel suo complesso, nei primi sette mesi 2024 si è smarcato, ha acceso il turbo e ha messo a segno un bell’aumento tendenziale del +8,7%, a fronte del citato +1,7% del “food and bevera ge”. Non a caso, i principali comparti di
sbocco del molitorio hanno segnato tutti, sui sette mesi, aumenti superiori alla media alimentare, con la “pasta” al +4,3%, le “fette biscottate, i biscotti e i prodotti di pasticceria conservati” al +4,2%, il “pane e i prodotti di pasticceria freschi” al +7,6%.
Anche per il molitorio la performance dell’export è stata di aiuto. Esso ha segnato infatti nel primo semestre un tendenziale del +8,9%, leggermente superiore all’aumento medio parallelo registrato dal “food and beverage” (+8,0%). Quanto alle destinazioni estere del com
sesta posizione non ha recato novità, rispetto a quella del 2023. La Germania e la Francia si sono confermate ai primi due posti, evidenziando comunque un netto appiattimento. La prima ha segnato un -0,4%, dopo il +12,8% del 2023, mentre la Francia si è fermata sul +1,0%, dopo il +9,3% dell’anno scorso.
Ai primi due fanno seguito Spagna; Stati Uniti, Regno Unito e Belgio, come nel 2023. Invece, dietro le prime sei posizioni si rimescolano le carte, fino a presentare dei veri e propri avvicendamenti. Ad esempio, tra i primi venti sbocchi si af facciano Corea, Romania e Repubblica
RivenditoRe ufficiale
Ceca, mentre retrocedono e scivolano fuori dai primi venti Slovenia, Brasile e Svezia.
In ogni caso, la dinamica recente dell’export molitorio ha avuto un grande merito: quello di non farsi invischiare dalla grande debolezza del mercato internazionale, il quale, secondo le previsioni più recenti, dovrebbe fermarsi quest’anno su una crescita attorno al +2,0%.
Infondati trionfalismi
Rimane il fatto che il quadro congiunturale del Paese si presenta complesso e colmo di incertezze. Per cui, certi trionfalismi comparsi recentemente sulla stampa circa il fatto che le esportazioni italiane del primo semestre hanno raggiunto il quarto posto nel mondo, superando il Giappone, francamente non persuadono. Il sorpasso del Giappone al quarto posto appare infatti marginale e volatile, tanto più considerando che questo paese ha un Pil che è quasi doppio di quello italiano, e che a esso basta un battito di ciglia per effettuare il controsorpasso. Ma soprattutto bisogna ricordare che l’export totale del Paese, nel
1° semestre, non è stato per niente brillante, ma è sceso del -1,1% sullo stesso periodo 2023.
Ne esce che certi confronti si fanno, in sostanza, a base di “meno peggio”. E questo consola poco, e suona comunque come ulteriore conferma, nella fattispecie, della crisi di fondo del commercio internazionale. Molto più probante, invece, è un altro
rilievo. Quello che la manifattura italiana spicca in assoluto per la sua proiezione “export oriented”. Le sue esportazioni raggiungono infatti il 30% dell’intero Pil nazionale, che è una delle incidenze più elevate del mondo. Sono queste le medaglie che contano.
Luigi Pelliccia
Pratiche e rischi della due diligence reputazionale Practices and risks of reputational due diligence
This paper examines the intricate dynamics of corporate reputation management within the food industry, emphasizing the role of reputational due diligence as a crucial tool for companies. It explores how businesses engage in information gathering from suppliers to safeguard their reputation, often relying on digital sources and nonpublic data. The analysis highlights the power imbalances that can arise between inquiring and responding companies, as well as the potential risks associated with the disclosure of sensitive information. Additionally, the study addresses the legal and ethical challenges inherent in the due diligence process, advocating for selfregulatory frameworks to mitigate risks and ensure fair competition in the industry. Ultimately, the paper underscores the necessity for companies to balance the pursuit of information with respect for privacy and confidentiality, particularly in a sector marked by stringent regulatory scrutiny and public interest.
UN’ANALISI DEI PROCESSI DI RACCOLTA
DELLE
AN ANALYSIS OF INFORMATION GATHERING PROCESSES AND IMPLICATIONS FOR FOOD COMPANIES
La reputazione aziendale è tra i temi di questo periodo sia come attività di autogestione di quel valore immateriale, sia come oggetto di una due diligence tra aziende alimentari. Attraverso la due diligence
reputazionale, un’impresa, interrogante, acquisisce, attraverso delle domande esplicite, specifiche o generiche, informazioni dall’impresa interrogata. E proprio su questo specifico aspetto di gestione della reputazione di Giuseppe Maria Durazzo Avvocato, esperto in diritto dell’alimentazione
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aziendale, tra aziende private, mi soffermo adesso. Mentre la reputazione aziendale costituisce un valore sovente autovalutato e in parte d’interesse per strumenti giuridici quali il bilancio Esg e la relazione specie in materia finanziaria, la ricerca diretta di notizie dei propri fornitori tra operatori alimentari costituisce uno degli strumenti per la tutela della reputazione aziendale dell’interrogante anche verso società che, a loro volta, non esercitano una vera e propria tutela reputazionale, se non quella di base e senza ricadute immediate nei confronti di soggetti terzi.
L’azienda interrogante e interrogata
Nel caso della due diligence reputazionale, la base di tale raccolta è rappresentata da informazioni presenti principalmente su internet (che costituiscono la cosiddetta reputazione digitale), ma partendo da quelle, l’interrogante chiede precisazioni, dettagli e valutazioni che il più delle volte non sono di dominio generale. L’azienda interrogante fonda la ragione della due diligence su proprie disposizioni interne, per esempio in tema di valutazione dei fornitori, ma può sviluppare il complesso di domande anche ai fini di una migliore conoscenza del fornitore/cliente nel quadro del bilancio Esg, e in generale per ridurre e prevenire i propri rischi economici e reputazionali.
Dall’altra parte, l’azienda interrogata, principalmente motivata dal fatto di voler acquisire o mantenere il rapporto commerciale con l’interrogante, fornisce le
risposte alle domande ricevute, comunicando informazioni spesso non pubbliche o non pubblicate, talvolta anche riservate nel caso siano di fonte interne o riguardino rapporti con le pubbliche amministrazioni. Sovente vi è uno sbilanciamento di forza delle due parti piuttosto evidente visto che esso dipenderà dal peso economico delle transazioni in atto o previste tra le due società coinvolte nel ruolo di ricezione delle informazioni e di fornitore di quelle. Se la richiesta d’informazioni può essere inquadrata in una migliore conoscenza delle parti contrattuali (presenti o future), appare chiaro che un principio di reciprocità tra le aziende non si produrrà se, per esempio, l’azienda alimentare
L’INTERROGATA DARÀ INFO NON PUBBLICHE PER MANTENERE IL RAPPORTO CON L’INTERROGANTE
fornitrice delle informazioni tiene a permanere in una grande distribuzione organizzata (gdo) o in relazione commerciale con un più grande cliente trasformatore e quindi eviterà di proporre al partner commerciale il disvelamento di fatti come condizione per continuare a rifornirla.
PROFOSS™ 2
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Problematiche legate al settore alimentare
Nel settore alimentare viene richiesto, oltre alle notizie finanziarie, di esposizione personale degli organi di amministrazione aventi incarichi in altre aziende ecc., quali siano stati gli esiti di non conformità contestate note perché pubblicate, esiti di procedure amministrative e penali, insomma tutto ciò che emerge dalle informazioni, anche non certificate, presenti sul web.
Poiché su internet sono presenti, come spesso sull’informazione tradizionale non elettronica, solo parti delle vicende (per esempio il sequestro di un prodotto e non il successivo dissequestro, l’allerta e non la sua conclusione o la sua revoca, l’indagine o imputazione, più che la successiva archiviazione o assoluzione ecc.) quello che sovente emerge è un quadro indiziario spesso smentito dai seguiti che non sono più d’interesse “giornalistico” e specialmente scandalistico.
Vi sono aspetti di rispetto della riservatezza che rischiano di coinvolgere soggetti anche estranei all’azienda interrogata, piuttosto che non più appartenenti alla stessa. Si pensi, nel primo caso, alla responsabilità di un fornitore posto a monte dell’azienda interrogata, piuttosto che di un operatore a valle che, a causa del proprio comportamento abbia determinato un’azione giudiziaria sull’azienda interrogata e solo successivamente il fornitore, pubblicamente coinvolto, venga prosciolto
ESISTE IL RISCHIO DI COINVOLGERE
a differenza dell’operatore a valle. Nel secondo caso ipotizzato, possiamo pensare a responsabilità che abbiano coinvolto soggetti fuoriusciti dall’azienda interrogata. In questi casi, tra i diversi possibili, il disvelamento delle conoscenze al soggetto terzo interrogante può porre la necessità di un accordo del soggetto del quale
siano disposte le informazioni. Laddove le notizie svelate dall’interrogata non siano, dunque, di propria esclusiva proprietà un profilo di attenzione specifica deve essere posto nel riferirne all’interrogante. E così quando la risposta dell’azienda interrogata coinvolga società e marchi terzi. All’interno dell’azienda interrogata il gestore delle informazioni non può che essere un soggetto con potere di rappresentanza societaria visto che utilizza, nella maggior parte, informazioni e dati aziendali e trasmette notizie che possono avere effetti diretti (nei confronti dei terzi), o indiretti (per esempio rispetto a relazioni contrattuali con l’interrogante).
La
destinazione delle informazioni trasmesse
Le informazioni trasmesse potranno essere utilizzate dalle parti, ma specialmente dall’interrogante, in eventuali situazioni di conflittualità contrattuale, per valutare il comportamento e la buona fede, oltre che le competenze per gli aspetti estranei ai normali strumenti obbligatori (quale l’haccp), o volontari (quali le certificazioni). Profili di particolare responsabilità possono maturare in capo all’azienda interrogata nel caso sia quotata. Mentre in contesti di obbligatorietà giuridica (pensiamo a quelli discendenti dal D. Lgs 231/2001) inevitabilmente i soggetti coinvolti debbono operare secondo criteri abbastanza preordinati, la due diligence reputazionale volontaria può muoversi su
CARENZA DI UN SISTEMA LEGALE
PER LA PRATICA DELLA DUE DILIGENCE
REPUTAZIONALE
canali anche diversi. Quindi, non è detto che l’azienda interroghi, per esempio il fornitore, potendo anche acquisire, nei limiti di legge, informazioni da terzi opportunamente incaricati.
La ricerca delle informazioni da parte dell’interrogante talvolta rischia di essere un mero esercizio di stile per esempio in realtà multinazionali o comunque strutturate in mercati e Paesi diversi, anche extra Ue. Non vi è dubbio che la forte evidenza mediatica che incontrano le vicende della filiera agroalimentare nell’Ue (ma
specialmente in taluni Stati dell’Unione) è ben diversa da quanto avviene in territori, magari geograficamente non lontani, ma con altra cultura. Senza dire del fatto che, stanti le diverse legislazioni, un alimento può essere non conforme in uno Stato e conforme in un altro, ciò anche all’interno della stessa Ue.
Nella materia che qui accenno emerge come medie e grandi imprese alimentari siano un mondo a sé stante rispetto ai piccoli operatori, così come al mondo della produzione primaria. Il diritto all’oblio delle persone coinvolte in fatti che possono avere un effetto sulla reputazione aziendale, appare come la prima linea della difesa aziendale1 dell’impresa interrogata.
Il problema di corretta concorrenza
Non sfugge che sullo sfondo possa sussistere un problema di corretta concorrenza: l’acquisizione d’informazioni può porre il soggetto “forte” interrogante nella condizione di formare un complesso di dati da più aziende tra loro concorrenti con la possibilità, non escludibile a priori, di un utilizzo di quelle informazioni per ottenere condizioni economiche di favore da una delle aziende interrogate. Notizie che paradossalmente, una volta acquisite possono essere protette dalla privacy aziendale, ma non dal loro impiego. Se pratiche legittime possono sfiorare quelle illegittime, se non anche illecite, la carenza di un sistema legale di limiti alla quantità e alla qualità delle informazioni raccoglibili, mi pare che sia o possa essere una forte
criticità della pratica della due diligence reputazionale. Per lo meno a livello di accordi volontari tra associazioni rappresentative dei soggetti attori delle due diligence reputazionali, appare auspicabile l’adozione di un documento di autoregolamentazione in questa materia. Un tema ulteriore che si può porre, ma al momento solo dal punto di vista dello studio, riguarda
la durata della “memoria” dell’azienda interrogata, circostanza collegata anche al termine entro il quale si estenda l’obbligo di archiviazione di informazioni e quindi fino a quali remoti episodi l’azienda sia tenuta a dare risposta. Se la conservazione, per esempio della contabilità, piuttosto che dei documenti di autocontrollo igienico-sanitario ha una vita programmata,
appare conseguente che anche la “memoria” aziendale di massima sia limitata a tali periodi. A maggior ragione il termine si applica agli scambi email interni all’azienda che sovente hanno, per ragioni diverse, un tempo di conservazione relativamente breve. Non mi pare che possa, se non su base volontaria, imporsi un termine di conservazione ad hoc di informazioni ai fini del bene immateriale della reputazione e men che meno per poter rispondere ad interrogazioni di altri operatori del settore alimentare.
Giuseppe Maria Durazzo
NOTE
1. Si vedano, con riferimento al Reg. (Ue) 2016/679, Guidelines 5/2019 on the criteria of the Right to be Forgotten in the search engines cases under the GDPR: https:// www.edpb.europa.eu/our-worktools/our-documents/guidelines/ guidelines-52019-criteria-rightbe-forgotten-search-engines_en consultate da ultimo il 30/09/24.
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TUTTO IL MEGLIO DELL’INNOVAZIONE
Tradizione, innovazione e qualità dal cuore del Granaio d’Italia Tradition, innovation, and quality from the heart of Italy’s Granary
Molino De Vita is more than just a mill; it embodies a story of passion, tradition, and innovation, deeply rooted in a family’s connection to the land. Located in the heart of Italy’s Granary, this unique place transforms wheat into semolina while preserving the flavor and aroma of the earth. The De Vita family’s journey began with a simple question: “Is it possible to have a mill run by those who cultivate the wheat?” This inquiry sparked a dream, leading to the establishment of a milling facility in Foggia. Committed to quality, transparency, and sustainability, Molino De Vita produces customized durum wheat semolina, leveraging cutting-edge technology and traditional methods. The family emphasizes traceability and is dedicated to organic production, ensuring respect for both the environment and consumer health. Their innovative spirit is highlighted by the implementation of blockchain technology for data security and initiatives like Localtourism.it to connect consumers with their products. Recent research confirms the high quality and health benefits of their offerings. The De Vita family exemplifies how passion, tradition, and innovation can coexist to create exceptional products.
FRANCESCA E VINCENZO DE VITA
RACCONTANO A “MOLINI D’ITALIA”
I MOTIVI DELLA SCELTA DI ENTRARE NEL GRUPPO GIOVANI
ITALMOPA
FRANCESCA AND VINCENZO DE VITA
SHARE WITH ‘MOLINI D’ITALIA’ THE REASONS FOR THEIR DECISION TO JOIN THE GIOVANI ITALMOPA GROUP
Il Molino De Vita è molto più di un semplice mulino: è un racconto di passione, tradizione e innovazione che si intreccia con la storia di una famiglia e del suo profondo legame con la terra. Situato nel cuore del “granaio d’Italia”, tra i Monti Dauni e il Gargano, questo luogo magico è dove il grano si trasforma in semola, mantenendo intatto tutto il sapore e l’aroma della terra che lo ha nutrito. Tutto ha inizio dalla domanda che Nicola De Vita, insieme al padre Vincenzo e al fratello Michele, si pone: “È possibile avere un mulino gestito da chi il grano lo coltiva?”. Da questa semplice domanda nasce un sogno che ben presto si trasforma in realtà. La famiglia De Vita decide di creare un impianto di molitura sulle colline della provincia di Foggia, a Casalvecchio di Puglia, dando vita a un progetto ambizioso e innovativo. La consapevolezza di essere responsabili di ogni fase del processo produttivo, dalla semina alla macinazione, spinge la famiglia a garantire la massima qualità. Il Molino De Vita produce semola di grano duro su misura, in grado di soddisfare le esigenze anche dei pastai più esigenti. Grazie a tecnologie all’avanguardia e a metodi tradizionali, ogni semola è un prodotto unico e personalizzato. Ma la qualità non è l’unico punto di forza di quest’azienda. La trasparenza e la tracciabilità sono valori fondamentali per la famiglia De Vita. Ogni chicco di grano è tracciato fin dalla sua origine, garantendo ai consumatori la massima sicurezza e permettendo di conoscere la storia di ogni prodotto. Inoltre, il Molino De Vita è fortemente impegnato nella produzione biologica, a testimonianza di un profondo rispetto per l’ambiente e per la salute dei consumatori. L’innovazione è un altro pilastro su cui si fonda l’azienda. Il Molino De Vita è stato tra i primi in Italia a implementare la tracciabilità tecnica in blockchain, garantendo una sicurezza dei dati senza precedenti. Inoltre, il progetto Localtourism.it permette ai clienti di scoprire la storia e il territorio dell’azienda attraverso un semplice QR code. La famiglia De Vita ha sempre creduto nell’importanza della ricerca a cura della Redazione
e dello sviluppo. I risultati di una recente ricerca condotta dall’Università di Milano sulla semola integrale completa di Germe e Aleurone hanno confermato l’eccellente qualità dei prodotti del Molino De Vita e i loro benefici per la salute. In conclusione, il Molino De Vita è un esempio di come passione, tradizione e innovazione possano coesistere e dare vita a prodotti unici e di altissima qualità. Un’azienda che rappresenta un punto di riferimento per tutti coloro che cercano prodotti autentici, realizzati con cura e attenzione ai dettagli.
Francesca e Vincenzo De Vita rispondono a “Molini d’Italia”
Quali sono stati i motivi che vi hanno spinto a entrare nel Gruppo Giovani Italmopa?
Vincenzo: “Personalmente, l’ingresso nel Gruppo Giovani Italmopa è stata una scelta naturale. In una famiglia come la nostra, dove il legame con la terra è così radicato, essere agricoltori viene prima di tutto. È la nostra storia, e io sento il dovere di portare avanti ciò che ha iniziato nostro nonno Vincenzo, prima come agricoltore e poi come mugnaio. Far parte del Gruppo Giovani mi dà l’opportunità di condividere questa esperienza con altri giovani, che magari provengono da percorsi diversi, ma condividono la stessa passione per l’agricoltura e la molitura”. Francesca: “Condivido, questo Gruppo Giovani è un
luogo dove possiamo portare la nostra visione innovativa e sostenibile del settore molitorio. Noi non siamo semplicemente produttori di semola, siamo agricoltori che conoscono a fondo il grano, dal seme alla raccolta. E questa consapevolezza ci ha spinto a entrare nel mondo della molitura, con un approccio che unisce la tradizione agricola e la capacità di innovare. Ho deciso di entrare nel Gruppo proprio per confrontarmi con chi crede, come noi, che il futuro del settore passi dalla sostenibilità, dalla qualità e dal rispetto per la terra”. Vincenzo: “Infatti, per noi non si tratta solo di produrre semola, ma di farlo in modo responsabile. Il Gruppo Giovani è un’occasione per spingere questo
NEL GRUPPO
PORTEREMO LA NOSTRA
VISIONE INNOVATIVA
E SOSTENIBILE DEL MOLITORIO
tipo di dialogo e promuovere una visione del mulino che parte dalla coltivazione del grano e finisce con un prodotto su misura per i nostri clienti”.
Come vedete il futuro del settore molitorio e quali sono, secondo voi, le linee che potrebbe seguire per essere sempre più competitivo?
Francesca: “Il futuro del settore molitorio, secondo me, sarà sempre più orientato verso una filiera trasparente e sostenibile. Al Molino De Vita, ci siamo sempre distinti per il fatto di essere agricoltori prima che mugnai, e questo ci permette di avere un controllo completo su tutta la produzione, dalla terra fino al prodotto finito. Abbiamo anche investito molto sulla tracciabilità, integrando la blockchain e aderendo a progetti come Localtourism. it, che ci consentono di raccontare il nostro territorio e il nostro grano attraverso tecnologie innovative. Penso che questo sarà sempre più importante per i consumatori”. Vincenzo: “Esatto, e un altro aspetto fondamentale sarà l’adattabilità. Noi, ad esempio, produciamo semola ‘su
Nicola De Vita con i figli Francesca e Vincenzo
Francesca De Vita
misura’ per i pastifici, in base alle esigenze specifiche di ciascuno. Questo è uno dei punti di forza che ci permette di rimanere competitivi. Personalizzare il prodotto non solo per le esigenze tecniche ma anche in termini di provenienza e certificazioni - ad esempio, la nostra semola biologica certificata dal CCPB - è un valore aggiunto. La richiesta di prodotti biologici è in continua crescita, e credo che il futuro del settore dovrà rispondere sempre più a questa domanda”. Francesca: “Sì, la nostra esperienza con la produzione biologica è un esempio perfetto. Oltre il 70% del nostro grano proviene da coltivazioni biologiche. Questo ci permette di offrire ai nostri clienti una semola che rispetta sia la salute del consumatore che l’ambiente, garantendo al contempo una qualità eccellente. Credo che questa sia la direzione che tutto il settore dovrà seguire: garantire la sostenibilità senza mai compromettere la qualità”. Vincenzo: “E tutto questo si collega anche al concetto di filiera corta. Il fatto di essere agricoltori ci permette di controllare ogni fase del processo e di offrire una tracciabilità completa. Questo è ciò che fa davvero la differenza per i nostri clienti, e sono convinto che sarà un elemento chiave per la competitività futura di tutto il settore”.
In tale contesto, quale ruolo potrebbero avere i Giovani Mugnai di Italmopa?
Vincenzo: “Il nostro ruolo è fondamentale. Siamo noi i portatori del cambiamento, coloro che possono integrare le nuove tecnologie e le richieste del mercato con le tradizioni che ci hanno trasmesso
le generazioni precedenti. Noi, al Molino De Vita, siamo un esempio di come la tradizione può convivere con l’innovazione. La nostra semola biologica e la nostra capacità di fare prodotti su misura per i pastifici ne sono una testimonianza. I Giovani Mugnai di Italmopa possono fare la differenza, spingendo verso un modello di produzione più responsabile e su misura per i clienti. Francesca: “Esatto, e credo che possiamo anche assumere un ruolo di guida nel promuovere una maggiore sostenibilità all’interno del settore. Noi, per esempio, ci impegniamo non solo a produrre semola di alta qualità, ma a farlo nel pieno rispetto dell’ambiente. Dalla coltivazione biologica del grano alla riduzione dell’impatto ambientale del nostro impianto di molitura, vogliamo dimostrare che è possibile fare impresa in modo etico. I Giovani Mugnai di Italmopa possono
SI PUÒ CREARE
UN
MODELLO DI PRODUZIONE PIÙ RESPONSABILE E SU MISURA PER I CLIENTI
essere i pionieri di questo cambiamento, portando avanti idee innovative che uniscono tradizione e responsabilità ambientale”. Vincenzo: “Sì, e penso che il nostro contributo possa anche essere nel raccontare meglio la nostra storia e quella del territorio. Con progetti come Localtourism.it, stiamo mostrando quanto sia importante per i consumatori conoscere la provenienza del grano e capire il legame tra prodotto e territorio. Questo è un altro esempio di come i Giovani Mugnai possano influenzare positivamente il settore, promuovendo una filiera sempre più trasparente e vicina al consumatore”.
Che tipo di apporto potrebbe derivare in termini di idee e iniziative da parte del Gruppo?
Francesca: “Credo che dal Gruppo possano emergere idee che spingano il settore verso una maggiore personalizzazione e attenzione alle esigenze del cliente. Come accade nel nostro molino, dove ogni pastificio ha esigenze diverse e noi ci impegniamo a offrire semola su misura, il Gruppo può esplorare nuove modalità per rendere ogni prodotto
Vincenzo De Vita
Gli interni del Molino
NON SI VIVE DI SOLO PANE
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unico, puntando su qualità e innovazione. E questo non riguarda solo il prodotto finale, ma tutto il processo produttivo, dalla coltivazione alla tracciabilità”. Vincenzo: “Esatto, e aggiungerei che il Gruppo può essere un laboratorio di idee per sviluppare soluzioni sostenibili e innovative, come la nostra semola integrale con germe e aleurone. Questo tipo di ricerca
e sviluppo ci permette di offrire prodotti che non solo rispettano la tradizione, ma che migliorano anche il valore nutrizionale del prodotto finale. Se il Gruppo Giovani Italmopa riuscirà a portare avanti questo tipo di iniziative, credo che il settore potrà affrontare con successo le sfide future”. Francesca: “E tutto questo sarà possibile solo se continueremo
a condividere le nostre esperienze e a confrontarci sulle sfide che incontriamo. Dal Gruppo può davvero nascere una sinergia che ci permetta di crescere insieme, mantenendo al centro l’eccellenza del prodotto italiano e il rispetto per la terra da cui tutto ha origine”.
La redazione
TELAI IN ALLUMINIO PER OGNI MODELLO DI PLANSICHTER
On September 13-14, 2024, Ocrim hosted the eleventh edition of its annual event “Wheat, Flour, and...” in Cremona, celebrating its deep roots in the city renowned for its craftsmanship. Over 250 attendees participated in a program rich with educational and cultural moments. Ocrim’s president, Sergio Antolini,
emphasized the company’s legacy and its commitment to sustainability and artificial intelligence in agriculture. The event included technical presentations from industry leaders and academics, discussing the impact of AI on the milling and agri-food sectors, as well as the challenges posed by climate change
to global grain production. Notable insights included strategies for enhancing agricultural resilience and the role of precision farming in addressing food security. The conference concluded with awards recognizing employee contributions and reflections on Ocrim’s evolution over the past 15 years.
L’ANNUALE EVENTO OCRIM HA VISTO A
CREMONA LA PARTECIPAZIONE DI OLTRE 250 PERSONE
NELL’ANNO CHE PRECEDE L’80O DELL’AZIENDA
THE ANNUAL OCRIM EVENT SAW THE PARTICIPATION OF OVER 250 PEOPLE IN THE YEAR PRECEDING THE COMPANY’S 80TH ANNIVERSARY
Il 13 e il 14 settembre 2024 si è tenuta, presso la sede storica di Ocrim, in via Angelo Massarotti 76 a Cremona, l’undicesima edizione di “Grano, farina e...”, evento annuale denso di momenti formativi, conviviali e culturali. A dare il via alle due giornate, nella sala conferenze recentemente ristrutturata, è stato il presidente di Ocrim, Sergio Antolini, con un discorso di apertura nel quale sono state anzitutto ricordate le radici profonde che l’azienda ha con Cremona, città di violini, di liutai e di quelle macine per i cereali che “quasi per magia” trasformano il frumento in farina. Il presidente ha poi voluto riflettere sul valore di Ocrim andando oltre il suo nome, ricordandone piuttosto il valore evocativo. E lo ha fatto citando le parole di Giulietta Capuleti - attraverso la penna di William Shakespeare -: “una rosa, anche con un altro nome, avrebbe lo stesso dolce profumo”. Non importa, allora, se il nome o il logo di Ocrim siano presenti, giacché ovunque nel mondo la sua passione e la sua intelligenza, visibili in ciò che produce e fornisce, la rendono immediatamente riconoscibile. Al tempo stesso, il presidente Antolini ha voluto ribadire che “c’è molto in un nome. Al solo menzionarla, Ocrim si materializza. Appena la nominiamo ‘ne annusiamo’ la qualità e ci sentiamo al sicuro. Una serie di macchine e accessori, esclusivi, unici, sviluppati dai nostri esperti, dal 1945”. Proseguendo il suo discorso, il presidente ha voluto toccare due argomenti estremamente attuali e alquanto dibattuti: sostenibilità agricola e intelligenza artificiale. Sul primo, a
di Lorenzo Bellei
Mussini, PhD
Coordinatore editoriale
Molini d’Italia
LA PECULIARITÀ DELLE DEEP LEARNING
È L’APPRENDIMENTO
SENZA L’AUSILIO DELL’UOMO
fronte dell’aumento di popolazione in Africa e in Asia, l’agricoltura e la sfida di garantire terre coltivabili rappresentano temi prioritari, finalizzati a garantire una maggiore sicurezza alimentare a livello globale e lo sviluppo di un’economia locale. Nello specifico, l’Africa dovrà diventare la grande madre che sfamerà il mondo, sicché formazione professionale e produzione agricola rappresentano un grande progetto per Ocrim. In merito all’intelligenza artificiale, Antolini ha voluto ricordare come questa rappresenti sì uno strumento incredibile, ribadendo tuttavia che è quella umana a rendere la vita emozionante e piena di significato. Il monito è del resto chiaro: l’uomo non può e non deve essere sopraffatto dai tecnicismi.
Venendo alla conferenza tecnica, questa è stata preceduta dall’intervento del direttore commerciale di Ocrim, Stefano Mazzini, che dopo aver presentato gli argomenti delle due giornate (sostenibilità agricola e intelligenza artificiale), per i quali sono stati interpellati appositi relatori con lo scopo di fornire ulteriori spunti di approfondimento e comprensione,
ha specificato che nella due giorni anche Ocrim sarà al centro delle considerazioni. Partendo dalla visita degli stabilimenti di via Massarotti, si è infatti voluto riflettere sul percorso dell’Azienda che non si pone più come semplice fornitore di macchinari e competenze, ma entrando nelle realtà di tutta la filiera in modo partecipato (e non con accordi), conosce e comprende i
Il presidente di Ocrim, Sergio Antolini
L’AD di Ocrim, Alberto Antolini, saluta i partecipanti
vari elementi per poter così fornire risposte sempre più aggiornate e concrete. In conclusione, Mazzini ha ricordato che il mondo Ocrim ha a che fare con l’oro - come suggeriva Sergio Antolini nel discorso di apertura -, colore che ricorda la spiga di grano e il mais ma che soprattutto rimanda all’intelligenza, alla passione, alla professionalità e alla storicità presenti nell’azienda, ovvero all’uomo e alle persone di Ocrim. Non casualmente, il suo logo è un cerchio, simbolo di totalità che rappresenta uno spazio perfetto e compiuto.
La presenza del mondo industriale, istituzionale e politico
Prima di presentare alla platea il neosindaco di Cremona, Andrea Virgilio, il direttore Mazzini ha lanciato il video “People”, il cui contenuto emozionante vede come
protagoniste le persone che lavorano in Ocrim o che “orbitano” attorno a essa. Con il suo intervento, il neosindaco ha voluto sottolineare agli astanti l’importanza dell’Azienda per la città, nonché la sinergia con la stessa amministrazione nel solco dell’innovazione e della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Successivamente, la parola è passata a Federico Vecchioni, AD di BF SpA., il quale ha voluto ricordare la condivisione con Ocrim di una strategia a lungo periodo che ha avuto come denominatore comunque quello di far fronte alle varie sfide globali legate al cibo, alla sostenibilità e a una equilibrata distribuzione del benessere in generale. Del resto, nel medio e lungo periodo vi sarà un bisogno maggiore di cibo, sicché l’agricoltura - che sta tornando centrale in tutti i paesi indipendentemente dal loro pil - non può non presentarsi sola. Fatte tali premesse, Vecchioni illustra il “piano
OCCORRE SVILUPPARE PIANTE RESILIENTI
AI
CAMBIAMENTI CLIMATICI
Africa” nato nel 2022, dove non potrà non esserci anche Ocrim in termini di trasformazione. Tale strategia è nata con l’intento di generare valore economico, non già con un atteggiamento predatorio, quanto con il trasferimento di know-how in molti paesi africani, dove verranno create delle piccole comunità agricole capaci di sviluppare l’intera filiera agricola, dai sementifici ai mangimifici, dai molini alla ricerca. A margine del suo intervento, Vecchioni ha infine voluto sottolineare un aspetto
Da sinistra a destra, scendendo: Stefano Mazzini, Andrea Virgilio, Federico Vecchioni, Gianluca Lelli
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decisamente importante per questo progetto, nonché per quelli futuri: in un’epoca di intelligenza artificiale - ha conclusoagli imprenditori resta una discriminante, un fattore competitivo: la visione. A chiudere i saluti del mondo industriale è stato Gianluca Lelli, AD di CAI (Consorzi Agrari d’Italia) che dopo aver presentato la struttura attuale del gruppo, elencando recenti investimenti e rinnovamenti, ha voluto evidenziare come sia fondamentale dare sostanza alle filiere, giacché è necessario produrre di più e meglio. E questa azione può essere fatta alternando al termine sostenibilità, la parola francese “durabilité” che contiene al suo interno l’idea di proiezione al futuro e di solidità: un oggetto che dura non può che essere ben fatto, solido, proprio come i prodotti di Ocrim da sempre partner attivo di CAI. E in un momento in cui vi è un ritorno ad alimenti semplici che durino, ma che siano in quantità
tale da poter sfamare una popolazione in costante crescita, è necessario saper utilizzare i nuovi strumenti su quanto realizzato - correttamente - in passato, scelta su cui ancora una volta Ocrim è maestra, poiché sa porre il germe dell’innovazione all’interno di solide radici.
L’intelligenza artificiale al servizio del settore molitorio e agroalimentare
Come noto, riferisce Eloisa Martino - che, da circa 15 anni, si occupa di comunicazione/ marketing e ufficio stampa di Ocrima ogni edizione di “Grano, farina e…” viene riservato un ampio spazio costruttivo a interventi di tecnici e di ricercatori su un argomento specifico. In tale occasione, la conferenza della prima giornata si è concentrata sull’impiego dell’intelligenza artificiale al servizio del settore molitorio e
agroalimentare. L’intervento iniziale di Davide Zacchetti, responsabile IT di Ocrim, ha introdotto il pubblico all’AI, delineandone i principi di base e le sue applicazioni potenziali. La domanda posta dal relatore è se l’AI possa andare a reinventare ogni cosa. Di fatto, si parla di intelligenza artificiale dal 1950 circa, quando i programmatori iniziarono a creare i primi algoritmi che potevano risolvere problemi al pari degli uomini. Solo 30 anni più tardi si giunse a una svolta, quando nacquero le prime machine learning, strumenti in grado di apprendere e fare previsioni, che tuttavia necessitavano dell’intervento umano per l’addestramento. Dopo altri 30 anni, nacquero le deep learning, che pur facendo parte delle machine learning potevano apprendere senza intervento dell’uomo, grazie a data center diffusi dove le informazioni si incrociavano in modo veloce apprendendo per associazione. Ora,
Da sinistra a destra, scendendo: Eloisa Martino, Davide Zacchetti, Luca Lambri, Domenico Felice, Ilva Licaj, Paolo Molinari
mentre le machine learning possono essere impiegate nelle manutenzioni predittive, le deep sono in costante espansione e, per essere efficienti, necessitano di dati consistenti su cui poter lavorare. Questi strumenti, nondimeno, hanno un impatto ambientale importante poiché necessitano di energia elettrica e di acqua, anche se a livello di impresa, possono garantire un’ottimizzazione di vari costi. La parola è successivamente passata a Luca Lambri, responsabile dell’Ufficio Macchine Intelligenti (di recente creazione), che ha parlato dell’AI applicata al settore molitorio. Quest’ultima sta diventando sempre più importante nell’industria per i molteplici vantaggi e per l’integrazione con l’automazione. Grazie allo sviluppo hardware e software è possibile - ha proseguito Lambri - avere strumenti evoluti che inviino dati per poi essere elaborati da sistemi AI così da poter intervenire tempestivamente nella gestione dell’impianto. È acclarato: l’intelligenza artificiale sta trasformando l’industria migliorandola nelle performance, in qualità e competitività. Dopo questa breve presentazione Lambri è quindi passato a descrivere la strutturazione dell’AI che partendo dal Learning (la capacità di apprendere) si apre alla Vision (il riconoscimento immagini), per poi passare alla Robotic (la ripetibilità accurata
L’AGRICOLTURA DI PRECISIONE PUÒ PORTARE BENEFICI
ALLA FILIERA PRODUTTIVA
delle operazioni) e infine all’IoT (la trasmissione e la ricezione di dati verso sistemi cloud per una raccolta o per alimentare un algoritmo AI). In conclusione, Lambri ha voluto riflettere su un altro campo in
cui l’AI è fortemente impiegata, ovvero il servizio clienti e la manutenzione predittiva. L’assistente virtuale, infatti, grazie alla sua capacità di conoscenza della macchina o dell’impianto, si trasforma in un vero e proprio esperto e aiuta gli operatori a gestire i problemi, guidandoli nelle manutenzioni o nella ricerca del pezzo da ordinare fornendo il codice. Paolo Molinari, responsabile dell’Ufficio Elettrico e Automazione di Ocrim, ha proseguito approfondendo le applicazioni dell’AI nel suo campo. Nel suo intervento ha passato in rassegna i vari progetti concept per gli impianti molitori in sintonia
L’AD di Ocrim, Alberto Antolini
con quanto Ocrim produce già. E riprendendo le parole di Thomas Eliot “dov’è la conoscenza che abbiamo perso nell’informazione?”, ha voluto aggiungere “dov’è l’informazione che abbiamo perso nei dati?”, sottolineando che i dati rappresentano la linfa necessaria per utilizzare l’AI. Non solo, ma la loro catalogazione è fondamentale in base alle loro caratteristiche e in base alle necessità di chi andrà a utilizzarli. Per questo è quindi necessaria la loro condivisione e proprio in tal senso, Ocrim sta sviluppando Ocrim cloud, affinché i dati possano essere impiegati nella pianificazione intelligente della produzione, nella manutenzione e anche da un potenziale assistente virtuale che possa coadiuvare l’operatore in diversi contesti. La conferenza ha ospitato anche due relatori provenienti dal mondo accademico, Ilva Licaj, dottoranda/ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università degli Studi del Sannio di Benevento, e Domenico Felice, dottorando/ricercatore presso il Dipartimento Management Engineering del Politecnico di Milano, entrambi coordinati dalla professoressa Mariapina Rocco.
Ilva Licaj, nel suo intervento dal titolo “Indagine sulle radici del grano ‘tradizionale’ e ‘moderno’ attraverso l’applicazione del software smartroot” si è dapprima
soffermata sulle principali sfide che l’agricoltura sta affrontando, su tutte quella del cambiamento climatico. Gli ultimi 8 anni sono stati infatti i più caldi mai registrati e questo ha provocato (causa siccità) importanti problemi alla produzione agricola. In risposta a ciò sono state individuate diverse strade, tra cui lo sviluppo di varietà resistenti alla siccità e capaci di prosperare in un clima sempre più variabile. Lo studio portato avanti da Licaj e i suoi colleghi si è focalizzato su come sia fondamentale comprendere la plasticità delle radici durante la siccità per aumentare la resilienza delle piante allo stress e massimizzare la produzione sia dal punto di vista ecologico sia agricolo. Nello specifico, è stato analizzato, grazie all’applicazione del software smartroot l’effetto della carenza idrica sull’apparato radicale del grano tradizionale Saragolla e del grano moderno Svevo. Gli esiti di tale indagine hanno evidenziato come la crescita delle radici della cultivar Saragolla sia meno influenzata dallo stress rispetto a quella della cultivar Svevo. Tali risultati hanno dunque evidenziano il grande potenziale delle varietà tradizionali come serbatoi di variabilità genetica, utili per migliorare la risposta delle colture agli stress ambientali. L’intervento conclusivo della prima giornata è stato affidato a Domenico Felice che
si è focalizzato sull’AI per il rilevamento dello stress di siccità nelle radici del grano. Nel dettaglio l’intelligenza artificiale rappresenta il primo passo per superare i sistemi informativi che vengono attualmente utilizzati nella filiera del grano e nell’agricoltura 4.0. Gli obiettivi dell’indagine svolta da Felice e dal team di ricerca di cui ha fatto parte sono stati principalmente la predizione e l’inferenza: nel primo caso, si è voluto andare a capire nel dataset di radici, cosa si stesse osservando; nel secondo, si è tentato di capire il tipo di relazione tra il tipo di grano e lo stress occorso. Il tutto per ottenere un programma di intelligenza artificiale in grado di tracciare modelli specifici nei dati per poter riconoscere le piante stressate da quelle non stressate, nonché quale cultivar di grano si comportasse meglio in condizioni di stress. Così, addestrando gli algoritmi di intelligenza artificiale sui dati strutturali delle radici ricavati dalle osservazioni al microscopio elettronico, è stato possibile riconoscere le varietà a cui apparteneva un campione. Quindi, presentando un numero relativamente basso di dati di un nuovo campione, gli algoritmi di AI sono stati perfettamente in grado di identificare se il campione in questione appartenesse alla cultivar Saragolla o alla cultivar Svevo.
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Il granaio mondiale e i suoi mutamenti
La conferenza del 14 settembre ha avuto un incipit importante, con le parole dell’AD di Ocrim, Alberto Antolini, il quale ha voluto costruire insieme ai presenti una riflessione sulle tematiche discusse nel corso delle due conferenze collegandoli con “la Famiglia” e con l’“Orchestra” Ocrim. Per dare agli ospiti la visione concreta delle sue parole, ha mostrato un video i cui protagonisti sono i suoni, i rumori, il “chiasso” delle lavorazioni, nonché la produzione interna di micro-oggetti minoritari, ma basilari per la messa in opera di un impianto molitorio. Una vera e propria “orchestra industriale e produttiva”, in cui tutti i componenti sono indispensabili e fondamentali per un eccellente risultato finale. A seguire è stato proiettato il nuovo video aziendale “E il
cerchio è sempre più rouge”, vero e proprio omaggio al senso di comunità e sentimento di solidarietà che costituiscono e nutrono Ocrim. In qualità di AD, Antolini ha voluto concentrarsi non già sui risultati aziendali, quanto sui principi fondamentali sui cui si fonda il percorso di crescita dell’Azienda. E ancora, ha voluto riflettere sulla capacità contenitiva dell’azienda, un’orchestra che se correttamente diretta produce una musica la cui bellezza va a toccare le corde dell’animo di coloro che interagiscono con Ocrim. Successivamente, ha preso la parola Francesca Bocchi, storica amica di Ocrim, con la quale collabora da diversi anni in qualità di scenografa. Bocchi ha descritto l’ambiente di lavoro come un contesto stimolante e accogliente, dove il Made in Italy non è solo uno slogan, ma una scelta concreta e consapevole, perseguita ogni giorno con coerenza e profonda gratitudine.
“Ocrim va oltre il semplice concetto di Made in Italy, trasformandolo in Made inwith-for Italy”, ha spiegato, evidenziando i numerosi progetti volti al benessere non solo aziendale, ma anche territoriale. In particolare, Bocchi ha messo in luce un’iniziativa straordinaria: il piano di integrazione avviato da Ocrim in collaborazione con la Prefettura, grazie al quale da più di un anno l’azienda ospita ventitré famiglie migranti nel proprio convitto aziendale. Ma l’ospitalità non si è fermata qui. Queste persone non sono state semplicemente accolte, ma anche formate e supportate nel processo di integrazione, sviluppando competenze preziose che potranno, un domani, portare anche nei loro Paesi d’origine. È un progetto che rappresenta un esempio concreto di inclusione sociale e formazione, dimostrando come il contributo di Ocrim vada ben oltre il contesto lavorativo, abbracciando una
Da sinistra a destra, scendendo: Giovanni Palisto, Francesco Pugliese, Gabriele Cola, Marco Galli, Lorenzo Morelli, Gabriele Canali
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visione più ampia di responsabilità sociale. Conclusi gli interventi, si è entrati nel pieno della conferenza - moderata Giovanni Palisto, giornalista di Cremona 1 TV - con le riflessioni di Francesco Pugliese, AD di BF Educational e direttore R&D BF SpA, che ha condiviso con la platea le riflessioni sull’agricoltura di precisione e sulle nuove metodologie di coltivazione. Ora, giacché il Covid-19 e i successivi conflitti bellici hanno cambiato lo scacchiere mondiale, l’approvvigionamento delle materie prime è diventato un elemento essenziale, tant’è che molti paesi hanno scelto di autoprodurle. A fronte di ciò, ha proseguito Pugliese, è fondamentale trovare la chiave per permettere una maggiore produzione andando a ridurre gli elementi che impattano in maniera negativa l’ambiente. Per Pugliese, questa chiave è l’agricoltura di precisione che porta benefici all’interno di tutta la filiera produttiva, conferendo valore aggiunto a tutti gli attori, dall’agricoltore al distributore.
“Sfide globali per la produzione del grano. Il ruolo dei cambiamenti climatici e dei fattori ambientali” è stato il titolo del secondo contributo tecnico, a cura di Gabriele Cola, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano. Nel corso del suo intervento, Cola ha spiegato come sia cambiato nel corso degli anni il clima
(con un complessivo aumento delle temperature) e come l’ambiente italiano richieda un uso efficiente e mirato delle risorse, su tutte l’acqua, suggerendo di fare riferimento a dati concreti per comprendere meglio le stagioni agricole.
La parola è quindi passata a Gabriele Canali, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Cremona, dipartimento di economia agroalimentare,
che ha affrontato il tema “Guerra e crisi internazionale: effetti sul commercio internazionale dei cereali”. Nel ricordare le crisi attraverso cui si è passati - in particolar modo l’epidemia di peste suina e la guerra in Ucraina -, il professor Canali ha riflettuto sugli impatti più significativi che queste hanno avuto, sottolineando un aspetto forse banale, ma da non trascurare: il mercato, specie dei cereali, è globale. Un ulteriore elemento su cui ha voluto soffermarsi è stato l’evoluzione degli stock che, oltre ad aver a che fare con gli equilibri dei prezzi, ha ricadute anche sul futuro e sulla sicurezza alimentare, intesa come disponibilità di cibo. Un’ultima riflessione è stata fatta sul grado di autosufficienza in materie di cereali dell’Unione europea, non tanto per il grano tenero, quanto per il grano tenero e soprattutto per il mais (alimentazione e zootecnia) e soia. La successiva relazione tecnica è stata a cura del professor Lorenzo Morelli, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Cremona, dipartimento per i processi alimentari sostenibili, facoltà di scienze agrarie, alimentari e ambientali, il quale ha concentrato il proprio intervento sul quesito “Il granaio di domani conterrà diverse opzioni di cereali?”. Morelli ha parlato del futuro delle coltivazioni di cereali, sottolineando quanto sia importante investire in ricerca e sviluppo per una migliore gestione delle risorse idriche e, quindi, vegetali.
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Infine, Marco Galli, direttore del Dipartimento Tecnologie Molitorie di Ocrim, ha incentrato il suo contributo sulla “Pulitura del grano: tecnologie Ocrim applicate” e sulla importanza di rispondere in modo puntuale e concreto alle nuove esigenze dei clienti. Ha spiegato inoltre che è un dovere migliorare i processi di selezione dei cereali tramite tecnologie avanzate, come ad esempio l’intelligenza artificiale (ma non solo), per garantire un prodotto finale più pulito e sostenibile, grazie alla
riduzione di sprechi. Galli, nel corso del suo intervento, ha parlato della necessità di concentrarsi e basarsi anche sui bisogni e sul giudizio del consumatore finale, poiché più cosciente e preparato rispetto al passato.
I momenti conclusivi della giornata
Al termine della conferenza, Palisto ha invitato sul palco il presidente Sergio
Antolini per la consegna del premio “OPprize” - riconoscimento con le sembianze di Pinocchio, giunto alla seconda edizione - ad alcuni dipendenti che hanno festeggiato importanti traguardi di appartenenza, non già di sola presenza, in Ocrim e in Paglierani. Nel proseguo della premiazione è quindi subentrato l’AD Alberto Antolini che, riconoscendo la paternità del premio al fratello Sergio, lo ha premiato per la sua lunga e intensa carriera. Dipoi ha voluto ripercorrere le tappe delle passate edizioni di “Grano, farina e…”, proiettando un filmato - sulle note di “Musica, musica” di Ornella Vanoni - composto da una serie di scene tratte da video di Ocrim di questi ultimi quindici anni a rappresentare la grande evoluzione dell’azienda sia a livello industriale sia umano. Il filmato, come una metafora visiva di una crescita inarrestabile, ha testimoniato l’impegno e la dedizione con cui la famiglia Antolini ha condotto Ocrim verso traguardi sempre più ambiziosi, avvicinandola al prestigioso traguardo degli ottant’anni con una consapevolezza e un entusiasmo che lasciano presagire un futuro ancora più brillante. La loro guida ha trasformato l’azienda in un faro di innovazione e successo, rafforzando ulteriormente il suo ruolo di protagonista a livello mondiale nel settore.
Lorenzo Bellei Mussini
L’OP-prize a Sergio Antolini
La consegna dell’OP-prize
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AXOR si riconferma leader nella fornitura di progetti chiavi in mano
AXOR ha di recente annunciato la realizzazione di un nuovo progetto chiavi in mano in Burkina Faso: trattasi della vendita di una Linea di Pasta Lunga 1000 kg/h, che è il risultato dei più recenti studi nel campo della tecnologia Monopiano.
Ancora una volta AXOR riconferma così il proprio know-how, riuscendo a offrire al Cliente finale non solo la tecnologia
più avanzata nella Food Industry di produzione pasta, ma fornendo anche servizi completi che spaziano dalla progettazione all’installazione, dal packaging ai servizi di collaudo e, cosa da non sottovalutare, servizi di assistenza post vendita. Avvalendosi di una squadra di collaboratori e agenti consolidata e competente, AXOR ha reso il processo di vendita il più fluido e completo possibile per i
propri Clienti, per garantire loro le miglior soluzioni in termini di tempi e costi, e renderli sempre più competitivi sul mercato.
In particolare, l’ultima vendita in Burkina Faso ha dato ad AXOR l’opportunità di mettere in risalto ancora una volta la qualità delle proprie Linee di produzione Pasta, diffondendo con orgoglio il gusto del Made in Italy nel mondo.
Molitecnica Sud installa con successo un nuovo impianto molitorio
Molitecnica Sud, azienda di punta del Gruppo Pellicola specializzata nella progettazione e realizzazione 100% Made in Italy di impianti per l’industria agroalimentare, ha con orgoglio completato l’installazione di un nuovo molino.
L’impianto per la macinazione di grano duro è stato installato presso lo stabilimento del cliente a San Giovanni Rotondo (FG) ed è strutturato da:
• una sezione di stoccaggio cereali, che consta di un singolo silos metallico esterno da 35t di capienza, alimentato da una piccola tramoggia di ricezione interrata;
• un reparto pulitura affidato al Pulitore combinato, ovvero una soluzione compatta composta da Superpuligran (per la separazione degli scarti fini e grossi), Svecciatoio (per la selezione dei semi) e Strofinatrice con tarara (che stacca il germe, le barbe e il pericarpio dall’endosperma, riducendo carica batterica e ceneri). Lo Spietratore completa la pulitura insieme a un impianto di aspirazione polveri (scartando sassolini e frammenti vari);
• un reparto molitura, preceduto da un silos di bagnatura per il condizionamento del grano, governato dal Laminatoio a cilindri tre passaggi e dalla successiva setacciatura svolta dal Plansifter “a tiretti” (versione speciale di Molitecnica Sud che, come un comò a cassetti, semplifica la sostituzione degli stacci). Il reparto è pilotato da un sistema di
trasporto pneumatico e si ottengono vari prodotti, quali semola rimacinata, semolino, crusca e farinaccio, con possibilità di produzione di farina integrale; • i vari prodotti così ottenuti possono essere insaccati manualmente nella base di insacco, mentre la farina viene stoccata nei silos in tessuto Trevira per essere confezionata manualmente, mediante un sistema di pesatura semi automatico targato Molitecnica Sud, in sacchetti da 1 a 10 kg.
L’area di progettazione è stata fondamentale per analizzare le esigenze specifiche del cliente e dimensionare l’impianto nell’opificio. Invece, grazie ai tecnici qualificati è stato possibile installare le macchine in tempi brevi e garantire l’immediato funzionamento del molino. Reduce dell’elevato livello di gradimento e soddisfazione del cliente per il lavoro svolto e per il prodotto ottenuto dal nuovo impianto, Molitecnica Sud si conferma il partner ideale per la fornitura di impianti “chiavi in mano” per la trasformazione dei cereali e non solo.
Nuovo impianto di stoccaggio integrato per diversificare i grani e gli sfarinati
Dal 1995 Technobins realizza impianti di alta qualità per lo stoccaggio di prodotti granulari e polverulenti, in particolare per l’industria molitoria. In trent’anni di attività è oggi presente in maniera capillare su tutto il territorio nazionale. Una crescita scandita da molte scelte oculate, come la personalizzazione dei progetti, la selezione di partners esperti e affidabili, la diversificazione dei settori e lo sguardo rivolto anche ai mercati internazionale attraverso i grandi costruttori. Il più recente progetto in corso di realizzazione è uno stoccaggio caratterizzato da una complessità e una diversificazione davvero considerevole, ubicato a Bassano del Grappa (Vi). L’impianto è sinteticamente costituito da:
• N° 12 celle prismatiche a parete grecata per stoccaggio grani, di capacità 250 mc/cad;
• N° 15 celle prismatiche a parete liscia per stoccaggio farine, di capacità 120 mc/cad (alcune ripartite con pareti divisorie);
• N° 3 celle tonde lisce per carico rapido delle farine, di capacità 70 mc/cad;
• N° 5 celle tonde lisce di diverso diametro
per stoccaggio e carico rapido dei sottoprodotti di macinazione, con capacità unitaria dai 20 ai 100 m;
• N° 2 torri a 4 piani per l’alloggiamento delle macchine di processo (pre-pulitura materia prima in ingresso e miscelazione dei prodotti finiti), complete di scale a rampe;
• N° 1 magazzino per alloggiamento confezionatrice e stoccaggio dei sacchi. Il tutto è ricompreso in un unico edificio industriale tamponato e coperto. La sfida iniziale per Technobins è stata quella di rendere esecutivo il progetto ideato da Erregi Engineering, senza dover sacrificare alcune sezioni a discapito di altre e sfruttando al meglio l’esiguo spazio a disposizione (ridottosi a causa di numerosi vincoli in altezza e in area imposti dalle Autorità competenti). A seguito di un corposo lavoro di progettazione, le varie porzioni di impianto non risultano fisicamente slegate, bensì tutte strutturalmente integrate tra loro. La particolare tecnica costruttiva adottata rende possibile la connessione dei profili delle strutture multipiano e dei tralicci di sostegno sili tondi direttamente in alcuni punti adeguatamente
rigidi delle pareti prismatiche delle celle. Il beneficio è su due fronti: si ottiene un’elevata compattazione dei volumi in gioco e un risparmio di materia prima strutturale. Il notevole lavoro di disegno che ha caratterizzato la commessa ha consentito anche di rendere pienamente compatibile il pannello di parete liscio con quello grecato ed è da ora in avanti possibile per Technobins realizzare batterie costituite da un mix del tutto personalizzabile di queste due soluzioni tecniche. La pannellatura di rivestimento esterno (tamponamento/copertura del blocco) si innesta direttamente sulle pareti delle celle, senza necessità dunque di fornire un’ulteriore struttura che funga da “involucro” dell’impiantistica. Questo si traduce, oltre che in un risparmio economico, anche nell’eliminazione di quelle intercapedini vuote all’interno delle quali non si riesce ad accedere per effettuare le ordinarie operazioni di pulizia. L’importante investimento è stato pianificato da una proprietà lungimirante, che ha saputo cogliere le opportunità date da Industria 4.0 e che si è avvalsa di uno studio tecnico di consulenza che ha lunga esperienza nel settore molitorio, Erregi Engineering.
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