Molini d'Italia Gennaio-Febbraio 2025

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Molinid’Italia

Curve e accessori per il trasporto pneumatico

Quale granaio per il futuro? Which granary for the future?

Intelligenza

Artificiale e molini: a che punto siamo?

Artificial Intelligence and mills: where are we now?

Effetti sulla lievitazione dei panetti per pizza congelati

Effects on the leavening of frozen pizza dough balls

Lavorare con Bühler è ancora più semplice.

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Sviluppiamo soluzioni che permettano di ottimizzare i processi produttivi, integrando ogni componente dell’impianto all’interno di un sistema di automazione efficiente e performante. Applichiamo i principi dell’ Industria 5.0 a tutti i livelli aziendali per rendere il tuo impianto sempre più sostenibile ed innovativo.

Molinid’Italia

PROPRIETARIO

Associazione Industriali Mugnai d’Italia Via Lovanio, 6 - 00198 Roma

DIRETTORE EDITORIALE

Andrea Valente

Presidente Italmopa

DIRETTORE RESPONSABILE

Claudio Vercellone

DIRETTORE TECNICO

Lorenzo Cavalli

Presidente Antim

COMITATO TECNICO EDITORIALE

Carlo Brera Esperto in sicurezza alimentare

Marina Carcea

Ricercatrice per gli alimenti e la nutrizione, CREA - Roma

Giuseppe Maria Durazzo Avvocato, esperto in diritto dell’alimentazione

Luigi Pelliccia

Responsabile Ufficio Studi e Mercato di Federalimentare

Giovanni Battista Quaglia Tecnologie alimentari

COMITATO DI REDAZIONE

Piero Luigi Pianu

Laura Pierandrei

RELAZIONI INTERNAZIONALI

Alfredo Tesio

REDAZIONE

Lorenzo Bellei Mussini ufficiostampa@avenue-media.eu Tel. +39 051 6564337

PUBBLICITÀ

Paola Zerbini pizeta@avenue-media.eu Tel. +39 051 6564348 / +39 339 2381497

EDIZIONE, DIREZIONE, REDAZIONE, PUBBLICITÀ E AMMINISTRAZIONE

Edizioni Avenue media®

Viale Antonio Aldini, 222/4 - 40136 Bologna Tel. +39 051 6564311

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ABBONAMENTO € 45,00

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RIVISTA FONDATA NEL 1950

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Editorial EDITORIALE

TERZO CORSO PER TECNICO DELL’INDUSTRIA MOLITORIA 7

Third course for milling industry technician di A. Valente

Features ARTICOLI

Round table Tavola rotonda L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LE SUE APPLICAZIONI NELLE AZIENDE MOLITORIE 42

Artificial intelligence and its applications in milling companies di L. Bellei Mussini

Cereals Cereali

Cereals in 2030: evolutionary scenarios in light of climate change di L. Morelli

Studies Studi EFFETTI SULLA LIEVITAZIONE DEI

Effects on the leavening of frozen pizza dough balls di C. Covino

Departements

Associazione Industriali Mugnai d’Italia

Terzo corso per tecnico dell’industria molitoria

Third course for milling industry technician

The third “Milling Industry Technicia” course, organized by Italmopa in collaboration with Antim, the Unione Parmense degli Industriali, and Cisita Parma, will take place from February 27 to April 11, 2025. The course aims to address the increasing training needs of the milling industry. The program includes 12 subjects over 112 hours, with interactive lessons, site visits, and contributions from highly qualified instructors. This initiative responds to the industry’s urgent need for skilled personnel and seeks to mitigate the mismatch in the workforce supply. By focusing on the training of qualified staff for milling companies, it aims to combat the growing difficulty of recruiting new employees, a challenge affecting the sector. It is a concrete response to an issue that, if ignored, risks worsening in the coming years.

UN’INIZIATIVA STRATEGICA PER LA CRESCITA E LA FORMAZIONE DEL SETTORE

A STRATEGIC INITIATIVE FOR SECTOR TRAINING AND GROWTH

Ci siamo... il terzo corso per “Tecnico dell’industria molitoria”, frutto di un’iniziativa promossa da Italmopa in collaborazione con l’Antim, l’Unione Parmense degli Industriali e l’Ente di formazione Cisita Parma si svolgerà dal 27 febbraio all’11 aprile 2025, con l’obiettivo di rispondere, mi auguro in modo sempre più puntuale ed efficace, alle crescenti

di Andrea Valente Presidente Italmopa

esigenze espresse dalle Aziende molitorie in materia di formazione del proprio personale.

L’offerta formativa - che include lezioni frontali, modalità interattive nonché visite didattiche agli impianti della zona - è frutto di un lungo e complesso lavoro di revisione dei contenuti proposti in occasione dei precedenti due corsi, portato avanti da un Comitato Tecnico, coordinato

Sempre al tuo fianco

Servizi di installazione e assistenza post-vendita

La presenza costante dei nostri tecnici è essenziale per assicurare una fase di collaudo corretta e la conformità alle specifiche richieste del sistema installato.

Il nostro impegno non si esaurisce con l'installazione. Il team di tecnici è disponibile per ottimizzare l'uso dei macchinari e garantire la massima e cienza.

IMPIANTI PER L’INDUSTRIA ALIMENTARE E MANGIMISTICA

da Italmopa e costituito da esperti aziendali Italmopa e Antim e da un supervisore.

L’impegno profuso dal Comitato tecnico ha così consentito di predisporre una proposta particolarmente articolata: 12 materie di insegnamento, distribuite

su 112 ore, che potranno avvalersi del supporto di docenti, accuratamente individuati, di assoluta e riconosciuta competenza.

Un’iniziativa, pertanto, indubbiamente necessaria che riscontra, nell’immediato, le oggettive difficoltà del comparto

L’ARTICOLAZIONE

PREVEDE 12 MATERIE

DI

INSEGNAMENTO, DISTRIBUITE

SU 112 ORE

nella formazione dei dipendenti. Ma un’iniziativa che si pone, per il futuro, obiettivi ancora più ambiziosi con l’individuazione e la formazione di personale da inserire negli organici delle Aziende, ovviando, per quanto possibile, al fenomeno del mismatch, della sempre più difficile reperibilità di nuovi collaboratori, che affligge purtroppo anche il comparto molitorio.

Si tratta pertanto di una risposta concreta ad un problema che, ove ignorato, complice anche il limitato appeal che l’Industria della prima trasformazione alimentare sembra esercitare sulla forza lavoro, rischia di accentuarsi nel corso dei prossimi anni. Ed era pertanto doveroso, anche in questo caso, un nuovo concreto e fattivo impegno di Italmopa a supporto dell’intero comparto molitorio nazionale. Un esempio che, consentitemi di evidenziarlo, non trova altri riscontri negli altri Paesi Ue.

Andrea

Valente

Molini

MOLINI PIVETTI CELEBRA 150 DI STORIA

Pivetti celebra i 150 anni dalla sua fondazione, per opera di Valente Pivetti, che a Renazzo, in provincia di Ferrara, dette vita a un piccolo molino a vapore per la macinazione del grano tenero nel 1875. Da allora, l’azienda è divenuta una grande realtà imprenditoriale, che oggi conta tre stabilimenti produttivi, sei centri di stoccaggio, tre laboratori di ricerca avanzati e una capacità produttiva annuale di 245.000 tonnellate di farina. In questi 150 anni, Molini Pivetti ha trasformato il piccolo molino iniziale in un protagonista del settore, tanto nel mercato nazionale quanto in quello internazionale, esportando l’eccellenza della farina in Europa, Nord e Sud America, Medio ed Estremo Oriente.

CASSA

CENTRALE FINANZIA

LA NUOVA FARINA DI CASILLO

ASSALZOO: ADDIO AL PRESIDENTE

GIORDANO VERONESI

Il 24 gennaio è venuto a mancare Giordano Veronesi (foto), presidente emerito di Assalzoo e Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana. Nel corso della sua vita, ha ricoperto numerosi e prestigiosi incarichi: presidente dell’Associazione Granaria di Verona dal 1979 al 1998 e tra il 1991 e il 1997 presidente dell’Associazione degli industriali della provincia di Verona-Confindustria; vicepresidente della Veronesi Finanziaria S.p.A dal 1989 al 2004 e dal gennaio 2005 presidente. Ha legato la sua carriera imprenditoriale alla rappresentanza associativa dell’industria mangimistica italiana sin dal 1981, quando è divenuto prima vicepresidente Assalzoo poi presidente dal 1989 - carica che mantiene per 12 anni - fino al 2001. Subito dopo e fino a oggi è stato presidente onorario dell’Associazione. Ha svolto importanti incarichi a livello europeo, come la vicepresidenza di Fefac del 2004 e dal 2009 gli è stato conferito il titolo di membro onorario della stessa Federazione.

Gruppo

Cassa Centrale Banca ha coordinato un pool di 6 BCC del Gruppo per l’erogazione di un finanziamento di 30 milioni di Euro a favore della Casillo società benefit. Le banche sono: BCC Conversano; BCC San Marzano di San Giuseppe; BCC Locorotondo; BCC Cassano delle Murge e Tolve; BCC dell’Alta Murgia; BCC Alberobello Sammichele e Monopoli. Il finanziamento risulta garantito al 70% da Sace Futuro e consentirà alla Casillo di favorire le attività di export e internazionalizzazione e di supportare il lancio sul mercato mondiale di uno sfarinato innovativo, sostenibile e circolare, in linea con le richieste dei consumatori di prodotti salutari e nutraceutici. L’operazione, della durata di 96 mesi, dimostra la volontà del Gruppo Bancario Cooperativo di “affiancare le imprese italiane della filiera agricola e alimentare”, promuovendone lo “sviluppo e la capacità di innovare” con una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità delle aziende e dei territori di riferimento in cui operano.

È BOOM DI ALIMENTI “SENZA”

Ilvino non è più quello di una volta, ma neppure il latte, la bistecca e il pane croccante. Sempre più i cibi “senza” o “free from” conquistano il mercato. Tra i vari ambiti, quello che funziona molto bene è dei prodotti “senza glutine”, nemici giurati di celiaci e non che in Italia ha un valore di 320 milioni di euro, con una crescita del 30%. Sino a qualche anno fa, l’offerta dei prodotti senza glutine era assai limitata e reperibile sono in negozi specializzati o farmacie. Oggi esistono più di 200 referenze che coprono le esigenze più bizzarre dei consumatori e che si possono trovare anche in Gdo, dove parte dei reparti (pasta, pane e derivati) viene proprio dedicato ai prodotti senza glutine.

FARINA DI INSETTI, L’UE AUTORIZZA L’USO DELLA POLVERE DI TARME DELLA FARINA

La Commissione europea ha autorizzato all’immissione in commercio della polvere di larve intere di Tenebrio molitor, coleottero appartenente alla famiglia dei Tenebrioni. Si tratta come noto della tarma gialla della farina che non di rado può fare la sua comparsa nelle dispense. La polvere ottenuta da queste larve, trattata con raggi UV, è stata inserita nella lista Ue dei “nuovi alimenti” (novel food), ovvero quella categoria di ingredienti alimentari che negli ultimi anni stanno comparendo sugli scaffali dei supermercati e sulle tavole di coloro che ritengono che per aiutare un pianeta in sofferenza si debba passare anche da un’industria alimentare sempre più sostenibile. Il regolamento sulla polvere della Tenebrio molitor sarà ora pubblicato sulla Gazzetta Ue ed entrerà in vigore dopo venti giorni.

LA PIZZA NAPOLETANA DIVENTA

OGGETTO DI STUDIO ACCADEMICO

“L a tradizione di oggi è l’innovazione di ieri” è con questa citazione di Pierre Terblanche che Paolo Masi, professore emerito di Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università degli studi di Napoli Federico II, e curatore del testo presentato, ha introdotto la sintesi di uno studio durato 4 anni e condotto, in sinergia, da docenti e ricercatori delle Facoltà universitarie del Mezzogiorno (Università degli Studi della Tuscia, Università degli Studi di Salerno, Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, Università di Bari, Università del Molise, Università degli studi di Napoli Federico II) e del CNR. I risultati dello studio accademico, raccolti nel libro “L’arte del pizzaiuolo napoletano tra tradizione e innovazione”, edito da Doppiavoce, sono stati presentati nella Sala Cinese del Dipartimento di Agraria di Portici.

performance.

COMPONENTS FOR THE TRANSPORT OF SEMOLINA AND FLOUR

COMPONENTI PER L’ASPIRAZIONE MOLITORIA

COMPONENTS FOR MILLING SYSTEM

Utilizzati nel settore Molitorio e Generico Industriale, vengono realizzati in Acciaio Zincato Gr.ra Z200 o a richiesta in Acciaio Inox aisi 304 2b nei spessori

6-8-10-12/10 nei vari Diametri e dimensioni sia per i prodotti standard Seven che per le richieste personalizzate da parte del Cliente.

COMPONENTS FOR THE TRANSPORT OF SEMOLINA AND FLOUR

Used in the Milling and General Industrial fields. Made from Z200 basis weight galvanised steel or, on request, AISI 304 2b stainless steel with thicknesses of 6-8-10-12/10 and various diameters and sizes for both standard Seven products and for customised productions.

Used in the milling sector to convey the product (durum wheat flour, ), these items are made of 10-12/10 gauge 304 BA grade stainless steel, electrically and TIG welded and polished externally; available in 105-120-150-200-250-300 mm diameters and a range of components including tubes, fixed segments and rotatable segments, valves, splices.

COMPONENTI PER L’ASPIRAZIONE MOLITORIA COMPONENTS FOR MILLING SYSTEM

Utilizzati nel settore Molitorio e Gene rico Industriale, vengono realizzati in Acciaio Zincato Gr.ra Z200 o a richiesta in Acciaio Inox aisi 304 2b nei spessori

Used in the milling sector to convey the product (durum wheat flour, ), these items are made of 10-12/10 gauge 304 BA grade stainless steel, electrically and TIG welded and polished externally; available in 105-120-150-200-250-300 mm diameters and a range of components including tubes, fixed segments and rotatable segments, valves, splices.

6-8-10-12/10 nei vari Diametri e dimensioni sia per i prodotti standard

Seven che per le richieste personalizzate da parte del Cliente.

PER L’ASPIRAZIONE MOLITORIA COMPONENTS FOR MILLING SYSTEM

Utilizzati nel settore Molitorio e Gene rico Industriale, vengono realizzati in Acciaio Zincato Gr.ra Z200 o a richiesta in Acciaio Inox aisi 304 2b nei spessori

STEEL COMPONENTS pneumatic small cyclones, manifolds, hoppers, and plenums, thickness of 15-20-30/10 certified powder paint.

COMPONENTS FOR THE OF SEMOLINA AND FLOUR

Used in the (durum wheat 10-12/10 gauge electrically ternally; available mm diameters including tubes, segments,

Ci mettiamo sempre in gioco.

Seven s.r.l. Unipersonale Via Dell’Industria, 2/c 35012 Camposampiero

PADOVA - ITALY

Tel +39 049 8874518

Fax +39 049 8874517

seven@sevensrl.it

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nesses of 6-8-10-12/10 and various diameters and sizes for both standard Seven products and for customised productions.

6-8-10-12/10 nei vari Diametri e di mensioni sia per i prodotti standard Seven che per le richieste personalizzate da parte del Cliente.

Seven products and for customised productions.

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Componenti chiave per tutti i sistemi di aspirazione molitoria e per il passaggio di semola e farina, progettati per fornire prestazioni eccezionali.

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L’AGRICOLTURA ITALIANA CONTINUA A CRESCERE, SECONDO L’ISTAT

Nel2024 l’agricoltura italiana si è posizionata al primo posto nella Ue per valore aggiunto grazie alla crescita registrata sia dal punto di vista produttivo sia del valore aggiunto. A rilevarlo la stima preliminare dei conti dell’agricoltura presentata dall’Istat a Roma lo scorso 22 gennaio. I volumi prodotti aumentano soprattutto nelle coltivazioni (+1,5%) e nel comparto zootecnico (+0,6%), in calo invece le attività dei servizi agricoli (-1,5%). Prosegue il trend positivo delle attività secondarie (+5,2%). In questo specifico segmento l’Italia è prima in Europa grazie alle attività accessorie quali la produzione di energia elettrica e l’agriturismo. Tra i dati più interessanti emersi dalle stime Istat le cifre fornite sui redditi degli agricoltori: con l’aumento dei contributi alla produzione ricevuti dal settore (+2,5%) e la stabilità degli ammortamenti (-0,1%), l’indicatore di reddito agricolo ha registrato un progresso del 12,5%.

RIFIUTI, AL VIA IL NUOVO SISTEMA INFORMATICO DI TRACCIABILITÀ

Il13 febbraio 2025, dopo un periodo quadriennale di sperimentazione, è partito il Rentri: registro elettronico nazionale della tracciabilità dei rifiuti, nuovo sistema informatico previsto dall’art. 188-bis del dl 152/2006, gestito dal Ministero dell’ambiente con il supporto tecnico dell’albo nazionale dei Gestori Ambientali. Permetterà di acquisire e monitorare i dati ambientali per le attività di controllo e vigilanza, ma anche per politiche dedicate. Entro il 1° febbraio dovrà iscriversi un primo scaglione di operatori del settore, circa 70mila, tra cui i gestori di impianti di trattamento, trasportatori e intermediari, consorzi di riciclo, produttori (con più di 50 dipendenti) di rifiuti pericolosi e non.

La tecnologia è l’espressione delle persone che la sviluppano. Il nuovo sensore di livello radar VEGAPULS 6X è il risultato dell’impegno di circa 1800 preziosi collaboratori, di oltre 60 anni di esperienza nel campo della tecnica di misura e dei valori a cui si ispira VEGA. VEGA. HOME OF VALUES. www.vega.com/radar

World News è la rassegna delle notizie dall’Europa e dal mondo sull’agroalimentare. Un punto di vista aggiornato e puntuale su quanto accade in sede comunitaria ed extra-comunitaria, per essere sempre informati sulle dinamiche internazionali in ambito politico, economico e scientifico. Brevi flash che possono risultare di interesse per la filiera - italiana ma non solo - della trasformazione dei cereali.

COMMERCIO E SICUREZZA ALIMENTARE AL CENTRO DELLA IGC CONFERENCE

Il commercio globale e la sicurezza alimentare nonché un forum separato sull’intelligenza artificiale sono stati al centro della LXI sessione del Consiglio internazionale dei cereali (IGC) tenutasi il 23 gennaio a Londra. La riunione è stata presieduta da Hamed Oussama Salhi, primo segretario (Agricoltura) dell’Ambasciata d’Algeria a Londra. Il 22 gennaio, inoltre, è stato organizzato in collaborazione con il governo algerino il Grains Forum 2025 dell’IGC, dal titolo “Opportunità e sfide dell’intelligenza artificiale nel commercio dei cereali”, aperto da Nourredine Yazid, ambasciatore dell’Algeria nel Regno Unito. Il Consiglio ha deciso di sviluppare una piattaforma per condividere con il settore privato le informazioni relative al potenziale dell’intelligenza artificiale e agli sviluppi del quadro normativo. Durante la conferenza, i membri del Consiglio, insieme ai rappresentanti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), della Rete di informazione sui mercati agricoli del Mediterraneo (MED-Amin) e della Costa d’Avorio, hanno discusso di sicurezza alimentare e monitoraggio del commercio.

PREVISIONI POSITIVE PER LA PRODUZIONE CEREALICOLA AUSTRALIANA

Mike

Nonostante

le difficili condizioni di coltivazione nella maggior parte del Paese, secondo un rapporto del Fas del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, l’Australia dovrebbe registrare il terzo più alto totale di produzione di grano e il quinto più alto di colza mai registrato. La produzione di grano per la campagna 2024/25 è stimata in 32 milioni di tonnellate, il 21% in più rispetto alla precedente media decennale, nonostante le precipitazioni insufficienti nella parte meridionale dell’Australia, dove viene coltivata la maggior parte del grano del Paese. Il Fas ha poi notato che la Cina, tradizionalmente uno dei maggiori acquirenti di grano australiano, ha ridotto la sua quota di esportazioni di grano australiano negli ultimi mesi.

NUOVI VERTICI PER L’US WHEAT ASSOCIATES

Carstensen, agricoltore di Washington, è stato eletto prossimo segretario-tesoriere dell’US Wheat Associates durante la riunione dell’organizzazione tenutasi lo scorso 15 gennaio a Washington, DC. Il suo mandato per l’anno fiscale 2025/26 inizierà alla riunione del consiglio di amministrazione di luglio a Boise, Idaho. Sempre alla riunione del consiglio di amministrazione di luglio, l’attuale segretario-tesoriere Gary Millershaski di Lakin, Kansas, passerà alla carica di vicepresidente e l’attuale vicepresidente Jim Pellman di McClusky, North Dakota, diventerà presidente dell’USW. Infine, l’attuale presidente Clark Hamilton di Ririe, Idaho, diventerà ex presidente.

PRODUZIONE CEREALICOLA RECORD PER LA CINA

Secondo un recente rapporto del Fas, la spinta della Cina verso una maggiore autosufficienza cerealicola sembra dare i suoi frutti: si prevede infatti una produzione record e un calo delle importazioni per la campagna 2024/25. Secondo le proiezioni del Fas, la produzione cerealicola cinese raggiungerà i 706,5 milioni di tonnellate, con un aumento dell’1,6% rispetto all’anno precedente, grazie all’ampliamento delle superfici coltivate e all’aumento delle rese. L’Ufficio Nazionale di Statistica cinese prevede un aumento della produzione di mais del 2% rispetto all’anno precedente, con 294,9 milioni di tonnellate, grazie all’aumento della semina di varietà ad alto rendimento. Tuttavia, il Fas riferisce che le stime dell’industria dovrebbero variare da 280 a 293 milioni di tonnellate.

IMPORTAZIONI DI GRANO DEL REGNO UNITO: VOLUMI PIÙ ALTI DEGLI ULTIMI 30 ANNI

Leimportazioni di grano hanno totalizzato 1,45 milioni di tonnellate nei primi cinque mesi della stagione, con commercianti e mugnai desiderosi di approvvigionarsi dopo un raccolto eccezionalmente ridotto nel Regno Unito lo scorso anno. Secondo il Defra (Dipartimento dell’ambiente, dell’alimentazione e degli affari rurali), il raccolto finale di grano del Regno Unito per il 2024 è stato di appena 11,1 milioni di tonnellate, con un calo del 20% rispetto all’anno precedente. Il volume delle importazioni di grano è più che raddoppiato nel solo mese di novembre, rispetto alla media quinquennale. In questo mese sono state importate infatti oltre 295.000 tonnellate di grano, con un aumento del 71% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il forte ritmo delle importazioni di grano è proseguito per la minore produzione e per i problemi di qualità nel 2024, oltre che del livello storicamente più alto della sterlina rispetto all’euro.

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ANALISI E STRUMENTAZIONE

PER IL SETTORE ALIMENTARE

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Dalle analisi chimiche alla caratterizzazione fisico-meccanica, passando per il monitoraggio dei processi produttivi, Anton Paar garantisce un'elevata qualità delle materie prime e degli imballaggi, assicurando che i prodotti finiti soddisfino gli standard più esigenti.

Che si tratti di analizzare la consistenza della farina o valutare le proprietà meccaniche di cereali e altri materiali, le soluzioni Anton Paar rappresentano un investimento essenziale per innovazione e qualità nell’'intera filiera agroalimentare.

L’evoluzione congiunturale di alimentare e molitorio

The cyclical evolution of the food and milling industry

The Italian food industry, particularly the milling sector, has faced contrasting trends from 2019 to 2024. While the overall food industry outperformed the broader industrial sector, with higher production and export growth, the milling sector experienced a decline over the five-year period (-7.6%), despite a significant recovery in 2024 (+6.2%). Exports have been a key driver of growth, with the food sector seeing a 55.7% increase in export value over the last five years, and the milling sector even outperforming this at +65%. However, the sector’s domestic performance has been hampered by inflationary pressures and a decline in domestic consumption, reflected in a sharp decrease in the value-added to turnover ratio.

RESILIENZA E SFIDE NELL’INDUSTRIA

ALIMENTARE ITALIANA

RESILIENCE AND CHALLENGES IN THE ITALIAN FOOD INDUSTRY

Idi Luigi Pelliccia Responsabile Ufficio Studi e Mercato di Federalimentare

dati 2024 appaiono ormai stabilizzati, per cui si possono già tirare le fila della congiuntura dell’industria alimentare, e nello specifico del molitorio. La tabella allegata, basata su sedici parametri, consente così di formulare valutazioni e confronti con riferimento sia al 2024 sia all’ultimo quinquennio. Ne esce che la dinamica produttiva dell’industria alimentare si rivela nettamente avvantaggiata rispetto a quella del totale

industria, sia nel quinquennio 2019/24, con un differenziale premiante di 10,8 punti, sia nell’ultimo anno, con un differenziale di 5,0 punti. La capacità del settore di andare contro corrente (praticamente solitario in questo, nel declinante panorama industriale nazionale) ne risulta esaltata.

La spinta produttiva del molitorio appare, invece, appannata sui cinque anni, con un calo del -7,6%, che va controcorrente rispetto al +4,6% dell’aggregato alimentare. In compenso, esso mostra nel confronto 2024/23 un rimbalzo importante (+6,2%), decisamente superiore al passo parallelo del settore alimentare (+1,7%). Un’altra conferma delle buone capacità performanti delle dinamiche alimentari rispetto a quelle del totale industria viene dall’export. Esse evidenziano nel quinquennio un differenziale di crescita in valore del settore pari a 27,7 punti, grazie a un progresso (+55,7%) praticamente doppio rispetto a quello del grande aggregato industriale (+28,0%). La spinta premiante

del settore appare addirittura accresciuta nell’ultimo anno, con un differenziale specifico di 9,3 punti.

TABELLA INDUSTRIA ALIMENTARE E MOLITORIO: EVOLUZIONE 2019/24

Prezzi

N.B. Il 2024 è basato sui dati disponibili di fine anno, dai 9 mesi dell’export agli 11 mesi dei prezzi

Fonte: elaborazione Federalimentare su dati Istat

Su questo fronte il molitorio non è da meno. Esso mette a segno infatti una crescita dell’export in valore, nel quinquennio, pari al +65,0%, a fronte del +55,7% dell’aggregato alimentare. Il molitorio tiene bene il passo anche nell’ultimo biennio, con un +8,3%, a fronte del +8,6% del totale industria alimentare.

I prezzi alla produzione

Sul fronte dei prezzi alla produzione, la dinamica dell’industria alimentare appare perfettamente coerente e bilanciata rispetto a quella del totale industria, sia sui cinque anni sia nell’ultimo biennio. Sull’arco di tempo più lungo la spinta del settore appare infatti inferiore di 4,3 punti a quella del totale industria. Mentre, sull’arco dell’ultimo biennio, la forbice sostanzialmente si inverte.

I prezzi alla produzione del molitorio risultano perfettamente allineati nel quinquennio a quelli dell’aggregato alimentare, con un +25,4%, praticamente identico al +25,3% dell’industria alimentare,

mentre mostrano nel biennio un rientro del -8,4%, decisamente superiore al marginale -0,2% del totale alimentare. Questo rientro marcato ha probabilmente facilitato la recente, buona performance produttiva del comparto.

L’andamento del mercato

Guardiamo ora al mercato. I prezzi al consumo dell’alimentare lavorato, sull’arco dei cinque anni, appaiono assestati su una dinamica (+25,3%) sostanzialmente allineata a quella dei prezzi alla produzione di settore (+24,4%). In ogni caso, i prezzi al dettaglio dell’alimentare lavorato appaiono penalizzati nel quinquennio, con una spinta aggiuntiva di 7,1 punti rispetto all’inflazione del periodo, corrispondente a 1,4 punti di aggravio medio annuo. Lo stesso confronto nel singolo 2024 replica sostanzialmente questa forbice, con un +2,3% rispetto a una inflazione media acquisita nell’anno pari all’1,0%. Le vendite alimentari in valore mostrano nel quinquennio una spinta espansiva (+18,3%) superiore di 13,5 punti rispetto a quella parallela delle vendite non alimentari (+4,8%). In compenso, le vendite in volume appaiono in rosso nel periodo per entrambi gli aggregati, con quelle alimentari che scendono con un tasso negativo (-5,4%) superiore di 2,2 punti rispetto a quelle non alimentari (-3,2%).

Sono evidenti i differenziali tra le dinamiche in valore e quantità delle vendite

LE ESPORTAZIONI TRAINANO LA CRESCITA DELL’ALIMENTARE

alimentari, a fronte di quelle non alimentari. Nel quinquennio, la forbice risulta pari a 23,7 punti in ambito alimentare, mentre essa si abbassa nettamente, a 8,0 punti, nel perimetro non alimentare. Nel 2024 il surriscaldamento inflazionistico dell’alimentare si attenua ma continua, con una forbice tra le due dinamiche di 2,5 punti,

contro un differenziale valore/quantità di solo 0,5 punti nel perimetro non alimentare. È una conferma del fatto che l’alimentare ha continuato a confrontarsi con dinamiche di prezzo superiori all’inflazione, mentre il non alimentare invece se ne è posto al di sotto, difendendo meglio le proprie quote del venduto. Il fenomeno evidenzia la crisi aggiuntiva sul passo lungo dei consumi alimentari interni. Essa appare legata all’influenza negativa esercitata su di essi da una dinamica inflativa specifica elevata, superiore a quella dell’inflazione generale, associata alla scarsa capacità di acquisto dei consumatori. I due fattori hanno intaccato così in modo non episodico, ma sostanziale, la rigidità caratteristica dei consumi alimentari interni manifestata negli anni. È finita un’epoca.

L’incidenza valore aggiunto/ fatturato

Ma va sottolineato un altro fenomeno. Se si guarda al valore aggiunto dell’industria alimentare sull’arco 2019/23, emerge una crescita del +17,3%, mentre quella del totale industria sale del +22,5%, con oltre cinque punti di vantaggio. Gli ultimi anni ci mostrano in sostanza una involuzione su questo fronte. Allargando lo sguardo, l’incidenza valore aggiunto/fatturato del settore scende, infatti, dal 20% circa tenuto dal 2015 al 2021, al 17,6% del 2023, dopo aver segnato un ancor più modesto 16,7% nel 2022. E questo mentre il 2024

Flameless Venting VIGILEX VQ
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sembra profilare un ulteriore avvitamento di questo parametro. D’altra parte, la carenza della capacità di acquisto del consumatore italiano, espressione di un paese sostanzialmente stagnante e di una produttività carente che non produce reddito, ha investito sia il perimetro alimentare che non alimentare. Per cui, la causa di questa forbice negativa va cercata nell’inflazione

specifica e aggiuntiva che ha colpito il food and beverage dal 2022 a oggi. Non a caso, la crescita del valore aggiunto dell’industria alimentare in valuta corrente è stata nel periodo pari al +17,3%, contro il +22,5% del manifatturiero nazionale nel suo complesso. E questo, malgrado il vantaggio del settore in termini di dinamica produttiva nel quinquennio, rispetto al

INFLAZIONE E RIDOTTA CAPACITÀ

DI ACQUISTO INFLUENZANO IL SETTORE

totale industria, segnalato all’inizio. Il che aggrava il fenomeno.

In sostanza, il sostegno dei volumi e della qualità è venuto quasi soltanto dai mercati esteri. Il settore ha giocato ed è cresciuto “in trasferta”, con un export che nel 2024 si porrà sulla quota di 56,5-57,0 miliardi, che rappresenta quasi il 29% (una percentuale record) di un fatturato annuo stimato pari a 197 miliardi. La spinta endogena si è eclissata. L’industria alimentare ha continuato a crescere, perciò, essenzialmente grazie al riconoscimento oltre frontiera dell’eccezionale patrimonio di qualità e specialità accumulato nel tempo dalla sua offerta.

Materiali a contatto con gli alimenti Materials in contact with food

The regulation of materials in contact with food (m.o.c.a.) has evolved over the years, beginning with the D.P.R. 23 August 1982, No. 777 and the Ministry of Health’s decree of 21 March 1973. These legal frameworks focus on a variety of materials including plastics, rubber, ceramics, metals, and wood, and set stringent rules on migration limits and safety standards. With growing concerns

Nover food safety, companies must comply with legal obligations for conformity and traceability, as well as manage risks related to contamination. Despite the complex and fragmented European Union regulations, which allow member states some leeway, the harmonization process and constant updates to the legal framework have made compliance more challenging for businesses.

ell’attuale periodo, essendo stati rafforzati i controlli sulla tenuta della dovuta documentazione relativa a materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti (m.o.c.a.) e quindi vi sia maggiore attenzione all’argomento, si è forse messo in secondo piano il fatto che questa materia sia disciplinata fin dal D.p.r. 23 agosto 1982, n. 777 che si occupa di materie plastiche, compresi vernici e rivestimenti, cellulosa rigenerata, elastomeri e gomma naturale, carte e cartoni, ceramiche, vetro, metalli e leghe, legno, compreso il sughero, prodotti tessili, cere di paraffina e cere microcristalline e dal Decreto del Ministero della Sanità del 21 marzo 1973. I materiali a contatto presi in considerazione dal DM del 1973 sono le materie plastiche, la gomma, la cellulosa rigenerata, la carta e cartone, il vetro e l’acciaio inossidabile. A seguito di altre disposizioni sono stati inclusi anche la banda stagnata, la banda cromata verniciata, la ceramica e l’alluminio. Di tale decreto, modificato e integrato oltre settanta volte, esistono oggi

TRA BUROCRAZIA E QUESTIONI

SOSTANZIALI, ALCUNI TEMI OPERATIVI

BETWEEN BUREAUCRACY AND SUBSTANTIVE ISSUES, SOME OPERATIONAL TOPICS

soltanto delle codificazioni private, a fini di studio; pertanto esso si presenta di difficile compulsazione, anche se costituisce una delle basi giuridiche per la sicurezza alimentare. Detto Decreto, che cito anche in seguito, all’art. 2 elenca, in maniera necessariamente esemplificativa, gli oggetti che ricadono, vista la loro destinazione al

contatto con gli alimenti, nella specifica disciplina. Si tratta di: laminati, pellicole, contenitori, recipienti, utensili, fogli, vernici, impianti, apparecchiature, strumenti di produzione, di immagazzinaggio, di trasporto o di condizionamento e altri manufatti vari allo stato di oggetti finiti pronti per l’impiego1

di Giuseppe Maria Durazzo Avvocato, esperto in diritto dell’alimentazione

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L’impostazione italiana prima, così come quella dell’Ue dopo, seguono il criterio della lista positiva, dunque che soltanto i materiali indicati nelle diverse norme (Ue e nazionali) siano utilizzabili a contatto con l’alimento (D.P.R. 777/1982, art. 5 bis). Principio che recentemente è stato talvolta violato specie quando si incominciarono a cercare, in maniera affrettata, alternative agli imballaggi non “ecologici”. Negli articoli successivi il Decreto fissa i limiti di cessione involontaria all’alimento o al simulante, definisce la funzione di barriera come quella capace di impedire, per permeabilità o altra causa, la migrazione di costituenti dei materiali non a contatto diretto con l’alimento dovendo ciò risultare alle prove di cessione, impone che il controllo del rispetto dei limiti di migrazione nei prodotti alimentari sia eseguito nelle peggiori condizioni di durata e temperatura prevedibili per l’uso ed esclude i controlli di migrazione specifici qualora si possa accertare che, assumendo una completa migrazione della sostanza residua nel materiale o oggetto, essa non possa superare il limite specifico di migrazione. Attenzione è anche posta alla colorazione delle materie d’imballaggio. Il Decreto fissa l’elenco delle sostanze autorizzate per la preparazione di oggetti destinati al contatto con alimenti organizzandole in sezioni e parti2, così come i simulanti da impiegare per la verifica della migrazione dei costituenti dei materiali e degli oggetti e nel fondamentale allegato IV tratta dei vari aspetti delle prove analitiche3. La materia è in continuo divenire4 per cui qui, mi limito all’esame di

qualche aspetto attualmente d’interesse delle aziende alimentari.

Produttori, rivenditori e utilizzatori

Gli obblighi per i produttori dei m.o.c.a. sono previsti all’art. 6 del Decreto e si sostanziano nella verifica della conformità dei materiali alle norme, nella capacità di dimostrare “in ogni momento” di aver provveduto in maniera adeguata a essi e nell’esitare le partite di detti materiali corredate dalla propria dichiarazione attestante che gli oggetti sono legalmente conformi.

Per quanto riguarda i rivenditori e utilizzatori dei m.o.c.a. l’art. 7 dispone che l’utilizzo dei materiali sia subordinato all’accertamento della loro conformità e all’ idoneità tecnologica allo scopo cui sono destinati. L’impresa - così prosegue l’art. 7dovrà essere pertanto fornita della dichiarazione di conformità rilasciata dal produttore, di cui all’articolo precedente, ed essere in grado di consentire all’autorità sanitaria di identificare il fornitore o il produttore dell’oggetto impiegato. Il decreto pone le basi degli obblighi aziendali i quali debbono essere pienamente integrati nell’haccp. L’aspetto della destinazione dei m.o.c.a. ai vari alimenti e alle varie condizioni d’uso (penso in particolare alla temperatura) evidenzia come non sia sufficiente avere la contezza della conformità di un materiale se non si possieda anche quella della sua reale condizione d’uso. Pertanto, se da un lato l’eventuale etichettatura dell’alimento dovrà

CONTROLLI SEMPRE PIÙ SEVERI SUI M.O.C.A.

indicare, se del caso, le condizioni di preparazione dell’alimento conformi anche al tipo di materiale di imballaggio primario utilizzato, dall’altro, per esempio nel commercio al dettaglio, si deve porre attenzione al fatto che un certo imballaggio sia utilizzabile esclusivamente per gli alimenti coi quali potrebbe venire a contatto nell’uso al banco del servito. Diversi episodi, nel corso degli anni, hanno creato attenzione a singoli fattori di contaminazione. Tra gli ultimi ricordo la contaminazione da Moah e Mosh5, mentre andando indietro vi fu quello delle bobine che, nell’arrotolarsi con l’inchiostro di stampa ancora fresco, trasferirono all’interno degli imballaggi coloranti e fissativi che non avrebbero dovuto entrare in contatto con l’alimento. Mentre, in tempi più recenti, i casi di non conformità maggiormente diffusioni hanno riguardato, secondo i dati italiani relativi al 2023, quelli di migrazione di sostanze come ammine aromatiche primarie (39) e formaldeide (15) riferibili principalmente all’uso di fibre di bambù non autorizzate6

L’evoluzione della normativa di settore ha imposto un rafforzamento delle misure aziendali avendo introdotto ulteriori obblighi, quali la tracciabilità degli imballaggi e quindi la capacità e la doverosità di procedere, in caso di non conformità, in maniera simile a quanto previsto per gli alimenti. Pertanto, al fine di gestire l’insieme degli obblighi, l’azienda deve opportunamente formare i propri addetti che abbiano a gestire i m.o.c.a.

Il Regolamento 1935/2004/CE7, tratta attualmente 17 gruppi di materiali e articoli, ammette anche i materiali attivi8 e quelli intelligenti9 e meglio precisa quanto gli obiettivi della norma siano quelli che i materiali e oggetti destinati a entrare in contatto con gli alimenti non trasferiscano ai prodotti alimentari componenti in quantità tale da: a) costituire un pericolo per la salute umana; b) comportare una modifica inaccettabile della composizione dei prodotti alimentari; o c) comportare un deterioramento delle loro caratteristiche

OBBLIGO DI DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ

PER TUTTI GLI

ATTORI

DELLA FILIERA

organolettiche. L’art. 15 del citato Regolamento enumera gli obblighi definiti di “etichettatura” dei materiali non ancora entrati in contatto con l’alimento, al momento della lora immissione sul mercato: sono la dicitura “per contatto con i prodotti alimentari” (salvo eccezioni), o un’indicazione specifica circa il loro impiego, eventuali istruzioni speciali da osservare per garantire un impiego sicuro e adeguato, il nome o la ragione sociale e, in entrambi i casi, l’indirizzo o la sede sociale del fabbricante o responsabile nell’Ue, l’adeguata etichettatura o identificazione, che assicuri la rintracciabilità del materiale e per i m.o.c.a. attivi e intelligenti le specifiche condizioni d’impiego. L’art. 16 del Regolamento prescrive che i materiali e gli oggetti a contatto siano corredati di una dichiarazione scritta che attesti la loro conformità alle norme vigenti e che tale documentazione appropriata sia disponibile per dimostrare tale conformità. Detta documentazione, precisa la norma, è resa disponibile alle autorità competenti che la richiedano. In breve, la dichiarazione di conformità ha la natura di “attestazione di prima parte”, quindi dichiarazione sotto la responsabilità del dichiarante. Essa non è certificata, quindi non è obbligatoriamente verificata da un soggetto terzo, pur potendolo essere. Non si tratta di un’autocertificazione in quanto non sostituisce un certificato a rilascio pubblico, seppure impegni formalmente chi l’ha emessa.

Il ruolo della legislazione Ue

L’armonizzazione della legislazione a livello di Ue è solo parziale per cui gli Stati membri possono stabilire e mantenere le misure nazionali. Non sono ancora armonizzate le discipline in tema di carta e cartone, metallo, vetro o inchiostri da stampa. Per altro anche i materiali dei quali si discute beneficiano della disciplina sulla

libera circolazione derivante dal riconoscimento delle merci legalmente commercializzate in un altro Stato, di cui al Reg. (Ue) 2019/515.

La disposizione Ue introduce una serie di obblighi che possono dar luogo a criticità. Mentre la dichiarazione di conformità è emanata dal produttore del materiale a contatto sulla base delle proprie informazioni e di quelle ricevute dai di lui fornitori di materiali intermedi o semilavorati e nella prassi quella dichiarazione passa metaforicamente di mano in mano fino a essere disponibile per il venditore finale (a condizione che il materiale non sia stato modificato), la documentazione a supporto della dichiarazione di conformità, in parte rientrante tra le informazioni riservate del produttore del materiale, non entra nel processo di trasmissione lungo la filiera, da un operatore alimentare all’altro. Oltretutto, l’accettazione della documentazione da parte di chi succede nella filiera, così come della dichiarazione, lascerebbe spazi a dubbi su quali siano gli obblighi in capo all’utilizzatore dei materiali visto che è da escludersi, nella generalità dei casi, il di lui possesso delle competenze e della conoscenza di processo per verificare la correttezza di quanto dichiarato e documentato dal produttore del m.o.c.a.. In realtà, anche nel quadro legale vigente pare che l’obbligo di rilascio della dichiarazione di conformità da parte di ciascun soggetto della filiera (tranne il venditore al consumatore finale) sia adempiuto anche col semplice trasferimento della dichiarazione di conformità emessa da produttore del materiale

a contatto. L’obbligo di disporre delle dichiarazioni di conformità da parte di chi si limiti alla rivendita o all’utilizzo del materiale a contatto mi pare che miri più a responsabilizzare i soggetti a valle del produttore piuttosto che a imporre loro un’analisi della produzione dei m.o.c.a. insostenibile economicamente e irrazionale visto che farebbe sì che una molteplicità di utilizzatori analizzassero il medesimo materiale se non addirittura il medesimo lotto di m.o.c.a..

Chi riceve la dichiarazione di conformità dovrà sapere a quali materiali si riferisca, ma non dovrà spingersi oltre alla ricognizione del documento proveniente dal fornitore. In senso contrario una remota circolare (che in parte si riferisce a disposizioni non più vigenti), in tema di controllo dei m.o.c.a., del Ministero della Salute10 che così dispone: “L’utilizzatore in sede industriale o commerciale deve essere fornito della dichiarazione del produttore e accertarsi della conformità alle norme nonché della idoneità tecnologica allo scopo cui l’oggetto è destinato (art. 4, comma 5 bis del D.L. vo n. 108/92)”. La scrittura dell’art.16, secondo capoverso, del Reg. 1935/2004 è (a sua volta) formulata in maniera che non fuga completamente l’ipotesi che il passaggio da un operatore all’altro del materiale a contatto, non solo debba essere accompagnato dalla dichiarazione di conformità, ma pure dalla documentazione appropriata a supporto di detta dichiarazione. L’“accertarsi della conformità alle norme nonché della idoneità tecnologica allo scopo cui l’oggetto è destinato” di cui alla citata circolare e

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la “documentazione appropriata è disponibile per dimostrare tale conformità”, come si legge all’16 del Reg. 1935/2004/CE, in qualche maniera sembrano convergere nell’individuare una responsabilità piena, per i casi di non conformità dei m.o.c.a. in capo agli utilizzatori in maniera sostanzialmente equivalente a quella del produttore del materiale a contatto. Insomma, come se, a prescindere dalla dichiarazione di conformità, la responsabilità per il m.o.c.a. si “rigenerasse” ex novo in capo a ogni avente diritto sul materiale. Ciò appare, se così si configurasse l’obbligo, venato da una mancanza di proporzionalità tra responsabilità legata alla produzione del m.o.c.a. e quella derivante dal semplice impiego di un materiale apparentemente conforme e come tale dichiarata, alla norma. Personalmente ritengo che lo scopo dell’art. 16 sia quello di imporre al solo produttore della dichiarazione di conformità di tenere presso di sé gli elementi a prova della dichiarazione esitata, ciò anche ai fini dell’eventuale controllo ufficiale e che l’utilizzatore debba munirsi della dichiarazione di conformità emessa dal fornitore senza ulteriori specifiche indagini tecniche, o su elementi informativi raccolti direttamente.

Un caso particolare di dichiarazione di conformità è quello previsto dal Reg. Ue 2024/3190 (relativo all’utilizzo del bisfenolo A (BPA) e di altri bisfenoli e derivati di bisfenoli) che identifica puntualmente le informazioni obbligatorie da riportarsi11. Relativamente ai materiali a contatto, l’art. 14 del Reg Ue 2017/625 dispone che sia prevista l’ispezione... “della tracciabilità, dell’etichettatura, della presentazione, della pubblicità e dei materiali di imballaggio pertinenti compresi materiali destinati a venire a contatto con alimenti”.

La tracciabilità dei m.o.c.a.

Il tema della rintracciabilità dei m.o.c.a. lo si comprende anche grazie a quanto disposto, in tema di sanzioni per mancanza della rintracciabilità stessa, dal D.L. vo 29/2017 che all’art. 5, dispone: “2) Salvo che il fatto costituisca reato, l’operatore economico che non dispone di sistemi e di procedure conformi a quanto previsto dall’articolo 17, paragrafo 2, (sistemi e di procedure che consentono l’individuazione delle imprese da cui e a cui

sono stati forniti i materiali e gli oggetti, n.d.r.) del regolamento, è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da euro 5.000 a euro 60.000. 3. Salvo che il fatto costituisca reato, l’operatore economico che non rende disponibili alle autorità competenti che ne facciano richiesta le informazioni di cui all’articolo 17, paragrafo 2, del regolamento, è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da euro 5.000 a euro 50.000”. Il testo sopra citato ci permette di comprendere come il tempo necessario alle reperibilità delle informazioni sui materiali a contatto da parte dell’operatore, financo la modalità di archiviazione e il luogo di conservazione di esse di massima non possano essere d’interesse dell’organo di controllo e non spiega in maniera convincente perché quei fattori siano stati oggetti di contenziosi a carico degli operatori alimentari. Sui tempi di reperibilità delle informazioni il Regolamento nulla dispone e quindi lasci l’incertezza sul tempo legittimo per “rendere disponibili” le informazioni: la norma prevede che esse siano “rese disponibili alle autorità competenti che le richiedano” e che si debba tenere “in debito conto la

NUOVE SFIDE NORMATIVE

PER

LE AZIENDE ALIMENTARI

fattibilità tecnologica” relativa ai sistemi e alla procedura per rintracciare il prodotto. Da un lato si deve riconoscere all’impresa alimentare il potere/dovere di organizzare il proprio sistema di rintracciabilità, carenza per la quale è prevista una specifica sanzione, dall’altro un qualche livello di efficienza di questo sistema, per lo meno come prova dell’esistenza del sistema stesso, può essere d’interesse dell’organo di controllo. Organo di controllo che, in base alle norme applicabili, non può però entrare nel merito del sistema aziendale di archiviazione e gestione delle informazioni sui materiali a contatto.

La disciplina giuridica, di fatto, sembra introdurre, seppure a fronte di un unico obbligo per tutti gli operatori, una declinazione dello stesso a seconda di criteri adattivi rispetto all’azienda alimentare. In pratica, vien da pensare, la grande azienda potrà munirsi di sistemi di archiviazione e gestione e quindi dovrà rispondere rapidamente e puntualmente all’organo di controllo a differenza della piccola azienda che ben difficilmente potrà concretizzare la potenzialità offerta dalla tecnologia e dunque risponderà con tempi e modi diversi alla domanda dell’organo di controllo. Dal punto di vista giuridico, le differenze strutturali delle aziende non dovrebbero comportare, però, differenze di comportamento e dunque di trattamento da parte degli organi di controllo. Per rispondere a un quesito che la pratica ha già posto, nulla osta sulla base della norma che la conservazione delle

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dichiarazioni di conformità e delle informazioni di rintracciabilità avvenga in via informatica e così la trasmissione da una unità locale all’altra della medesima società, piuttosto che da una società all’altra. I temi collegati ai documenti informatici evidentemente si legano a quelli della loro genuinità, conservazione corretta, modificabilità, all’interno dell’azienda alimentare.

I claim associati ai m.o.c.a. e le sanzioni

Un argomento ancora poco affrontato è quello della lealtà dei claim associati ai m.o.c.a. e agli imballaggi in generale. Alcuni controlli ufficiali, per esempio, hanno riscontrato (e contestato) l’affermazione dell’assenza di Bisfenolo A nel materiale d’imballaggio pur esistendo il divieto di generale di impiego di quella sostanza nello specifico materiale12. La modalità di comunicazione al consumatore avrà certamente uno sviluppo con l’applicazione piena della Dir. Ue 2024/825 che introduce definizioni quale quella di “asserzione ambientale” (si veda anche

l’art 14 del Reg. Ue 2025/40), di “marchio di sostenibilità” nella disciplina sulla “responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde mediante il miglioramento della tutela dalle pratiche sleali e dell’informazione comunicazione al consumatore”: quella normativa, infatti, avrà un impatto anche in materia di comunicazione al consumatore delle caratteristiche degli imballaggi primari, quindi dei m.o.c.a..

D’interesse è la sovente carente informazione al consumatore (e quindi di responsabilità dell’impresa alimentare) sul punto del non riutilizzo (ovvero del divieto di riutilizzo) degli oggetti a contatto destinati a un uso unico e verrebbe da aggiungere con un tempo limitato a un uso normale. Tema che in qualche maniera contrasta con quello molto più sviscerato del riuso e comunque della riduzione dello spreco, ma al contrario pertinente

rispetto a quanto qui in esame in materia di sicurezza dei m.o.c.a..

Tornando all’argomento delle sanzioni, persiste una situazione, non rara nel diritto alimentare italiano, di una quasi sovrapponibilità di norme sanzionatore diverse applicabili ai medesimi o molto simili comportamenti non conformi. Infatti, da un lato l’arresto fino a 1 anno e con l’ammenda da lire cinque milioni a lire quindici milioni sono previsti dall’art. 2 bis del D.P.R. 777/1982 nei casi di produzione, detenzione, vendita e impiego di sostanze che siano “di piombo, o di leghe contenenti più del 10 per cento di piombo; b) stagnati internamente con stagno contenente piombo al di sopra dell’1 per cento; c) rivestiti internamente con strati vetrificati, verniciati o smaltati che, messi a contatto per 24 ore con una soluzione all’1 per cento di acido acetico, cedano piombo

alla temperatura ordinaria; d) costituiti da materiale nella cui composizione si trovi più di tre centigrammi di arsenico per 100 grammi di materiale” e la sanzione dell’arresto sino a tre mesi o con l’ammenda da lire cinque milioni a lire quindici milioni per “chiunque impieghi nella produzione materiali o oggetti destinati, da soli o in combinazione tra loro, a venire a contatto con le sostanze alimentari, in difformità da quanto stabilito nei decreti ...”. Dall’altro il D. L.vo 29/2017 per chi produca o immetta sul mercato o utilizzi in qualunque fase della produzione, della trasformazione o della distribuzione materiali o oggetti, che trasferiscono ai prodotti alimentari componenti in quantità tale da costituire un pericolo per la salute umana, determina che sia soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da euro 10.000 a euro

NOTE

1. Frigoriferi, lavapiatti, poggia attrezzature, tavoli e simili attrezzi, seppure presenti nei luoghi di produzione e manipolazione degli alimenti non sono considerati m.o.c.a. a condizione che non vadano a contatto con gli alimenti.

2. Sezione I: Materie plastiche

Parte A Resine, Parte B - Additivi per materie plastiche, Parte C: Additivi con funzione biocida

Sezione II - Gomme

Parte A – Elastomeri, Parte B - Additivi per elastomeri

Sezione III - Cellulosa rigenerata

Parte A - Costituenti delle pellicole di cellulosa rigenerata normale, Parte BVernici per pellicole mono o bilaccate, Parte C – Solventi,Parte D - Adesivi di accoppiamento

Sezione III bis - Elenco delle sostanze autorizzate nella fabbricazione di pellicole di cellulosa rigenerata

Sezione IV - Carte e cartoni

Parte A - Costituenti della carte e dei cartoni, Parte B: Coadiuvanti tecnologici di lavorazione

Sezione V- Vetro

Sezione VI Acciai inossidabili

Parte A, Parte B

3. Allegato IV

Sez. I - Norme di base per la verifica della migrazione nei simulanti di prodotti alimentari

Sez.II - Determinazione della migrazione specifica

Sez. III - Rivelazione della migrazione di tracce di coadiuvanti tecnologici

Sez. IV - Determinazione dei requisiti di purezza di alcuni costituenti

Sez. V - Controllo analitico della composizione delle pellicole di cellulosa rigenerata

Sez. VI - Controllo analitico della

composizione delle carte e dei cartoni

Sez. VII - Rivelazione della migrazione di coloranti.

4. Efsa: https://www.efsa.europa.eu/it/topics/ topic/food-contact-materials, consultato da ultimo il 10/11/24.

5. Tema sul quale si interrogò tra i primi l’Agenzia francese ANSES : col parere “relatif à la migration des composés d’huiles minérales dans les denrées alimentaires à partir des emballages en papiers et cartons recyclés” a seguito della domanda n° 2015-SA-0070 https://www. anses.fr/fr/system/files/ESPA2015SA0070. pdf consultato da ultimo il 10/11/24

6. Ministero della Salute, Sistema di Allerta Rapido per Alimenti e mangimi, Relazione annuale 2023, pag. 64 https://www.salute. gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1. jsp?lingua=italiano&id=3478 consultato da ultimo il 10/11/24

7. Discendente dal Regolamento 1935/2004/ CE vi sono altri importanti norme tra le quali il Reg. (CE) 2023/2006 che disciplina le buone pratiche di fabbricazione (GMP) dei m.o.c.a., il Reg. 10/2011 sui materiali e gli oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari, il Reg. (CE) 450/2009 concernente i materiali attivi e intelligenti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari.

8. Per “materiali e oggetti attivi destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari” (qui di seguito denominati “materiali e oggetti s’intendono materiali e oggetti destinati a prolungare la conservabilità o mantenere o migliorare le condizioni dei prodotti alimentari imballati. Essi sono concepiti in modo da incorporare deliberatamente componenti che rilascino sostanze nel prodotto alimentare imballato o nel suo ambiente, o le assorbano dagli stessi” (art. 2 a).

80.000. E parimenti sanziona la violazione dei limiti di migrazione globale (da euro 7.500 a euro 60.000), il deterioramento delle caratteristiche organolettiche dell’alimento causato dal materiale a contatto (a euro 5.000 a euro 27.000), l’induzione in errore dei consumatori circa l’impiego sicuro e corretto dei materiali e degli oggetti (da euro 1.500 a euro 25.000), sempre con la clausola della riserva penale “salvo che il fatto costituisca reato”. Le due sopra citate norme speciali appaiono, nella loro persistente vigenza, come potenziali creatrici di incertezza giuridica visto che il medesimo fatto materiale, per esempio la produzione di un m.o.c.a. non conforme può essere valutato come sanzionabile penalmente o amministrativamente se la cessione sia pericolosa.

Giuseppe Maria Durazzo

9. Per “materiali e oggetti intelligenti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari” s’intendono materiali e oggetti che controllano le condizioni del prodotto alimentare imballato o del suo ambiente (art. 2, b).

10. DGSAN.VI/32249-P-11/10/2011.

11. Elementi che debbono figurare nella dichiarazione di conformità relativa sull’utilizzo del bisfenolo A (BPA) e di altri bisfenoli: “(1) l’identità, l’indirizzo e i dati di contatto, compresi un numero di telefono o un indirizzo di posta elettronica corrente, dell’operatore economico che rilascia la dichiarazione di conformità; (2) l’identità, l’indirizzo e i dati di contatto, compresi un numero di telefono o un indirizzo di posta elettronica corrente, dell’operatore economico che fabbrica o importa il materiale o l’oggetto destinato a venire a contatto con i prodotti alimentari;

(3) l’identità del materiale o dell’oggetto destinato a venire a contatto con i prodotti alimentari, compresi i materiali intermedi destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari e gli oggetti finali destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari; (4) la data della dichiarazione; (5) un elenco dei bisfenoli o dei derivati di bisfenoli utilizzati nella fabbricazione del materiale o dell’oggetto destinato a venire a contatto con i prodotti alimentari; (6) una dichiarazione attestante che il materiale o l’oggetto intermedio destinato a venire a contatto con i prodotti alimentari o l’oggetto finale destinato a venire a contatto con i prodotti alimentari è conforme al presente regolamento e alle prescrizioni di cui agli articoli 3, 15 e 17 del regolamento (CE) n. 1935/2004”. 12. Reg. Ue 2024/3190.

L’intelligenza artificiale e le sue applicazioni nelle aziende molitorie Artificial intelligence and its applications in milling companies

The Annual General Assembly of the Young Members of Italmopa Group has always been an important opportunity not only for reflecting on the current state of the milling industry, but also for exploring topics with expert speakers that have a real impact on the sector. This was the case during the latest meeting, held in Milan on November 28, 2024, where Giulia Silenzi and Matteo Demartini from Deloitte, alongside Mauro Cerea and Giuseppe Calcagno from Siemens, discussed the role of Artificial Intelligence (AI) in the milling industry. The agricultural and food sectors are undergoing a profound transformation thanks to AI and other innovative technologies, which offer unprecedented opportunities to optimize processes, enhance product quality, increase sustainability, and meet rising consumer demands.

IN OCCASIONE DELL’ULTIMA ASSEMBLEA GIOVANI ITALMOPA, SI È PARLATO DI UNO DEI TEMI PIÙ CALDI DEL MOMENTO

DURING THE LATEST YOUNG ITALMOPA ASSEMBLY, ONE OF THE HOTTEST TOPICS OF THE MOMENT WAS DISCUSSED

L’Assemblea Generale Annuale del Gruppo Giovani Italmopa rappresenta da sempre non solo un momento di riflessione sullo stato di salute della categoria, ma anche un’occasione per riflettere, insieme a competenti relatori, di temi che possano avere un impatto concreto anche per il settore molitorio. È stato così in occasione dell’ultima assise, tenutasi a Milano il 28 novembre 2024. Giulia Silenzi e Matteo Demartini di Deloitte - rispettivamente Partner e Senior Manager -, Mauro Cerea e Giuseppe Calcagno di Siemens - rispettivamente Head of Digital Enterprise Application Center e Data Scientist - hanno costruito una riflessione sull’intelligenza artificiale applicata alle aziende molitorie. Ora, l’industria agroalimentare, un settore vitale per l’economia globale, sta vivendo una profonda trasformazione grazie all’integrazione di tecnologie innovative, tra cui appunto l’Intelligenza Artificiale (IA). Questa rivoluzione tecnologica offre opportunità senza precedenti per ottimizzare i processi, migliorare la qualità dei prodotti, aumentare la sostenibilità e rispondere alle crescenti esigenze dei consumatori. In questo contesto, l’industria molitoria, cuore pulsante della filiera cerealicola, si trova così di fronte a nuove prospettive di crescita e sviluppo.

Innovazione e Intelligenza

Artificiale: il futuro dell’agrifood e prospettive nell’industria molitoria

La prima relazione della giornata è stata affidata a Giulia Silenzi e Matteo Demartini,

di Lorenzo Bellei
Mussini, PhD
Coordinatore editoriale
Molini d’Italia
Polveri
Senza Polveri

i quali, dopo aver presentato agli intervenuti il network Deloitte, hanno chiarito a grandi linee cosa s’intende per Intelligenza Artificiale (IA). In breve, si tratta di un termine più ampio che si riferisce a un insieme di tecnologie che consente a una macchina di effettuare delle operazioni che normalmente richiederebbero l’intelligenza umana, come il riconoscimento di oggetti o suoni, la comprensione del linguaggio naturale o la risoluzione di complessi problemi probabilistici. L’Intelligenza Artificiale, dalla sua nascita a oggi, si è peraltro evoluta molto dando origine a diversi sottoinsiemi tra cui il Machine Learning e il Deep Learning. È quindi possibile considerare l’Intelligenza Artificiale come una sorta di “matrioska” dove: il primo “sottoinsieme” è il Machine Learning (ML) che fornisce ai computer la capacità di apprendere dai dati senza essere esplicitamente programmati per svolgere un compito specifico. Tale metodo si basa su input (collezione e pre-processamento di ampi set di dati, assicurando che siano rappresentativi e di alta qualità per un efficace apprendimento); apprendimento (l’algoritmo di ML analizza i dati input per identificare pattern, generalizzando le conoscenze acquisite); e creazione di un modello ottimizzato che può effettuare attività descrittive, predittive e prescrittive basate sui dati. L’altra “componente” dell’intelligenza artificiale è il Deep Learning (apprendimento profondo), ovvero una branca che studia e sviluppa le Reti Neurali Profonde (DNN), che

a loro volta sono addestrate per identificare e classificare fenomeni, riconoscendo modelli e relazioni. Ogni strato aggiuntivo permette così di perfezionare e ottimizzare gli output generati dai dati con una crescente precisione. Funziona come il Machine Learning, ma può elaborare informazioni sempre più complesse, parallelizzare i calcoli e analizzare dataset più grandi. L’ultima parte dell’intelligenza artificiale è la Generative AI (GenAI) che si

riferisce a modelli di apprendimento profondo in grado di generare nuovi dati testi, immagini e altri contenuti di alta qualità sulla base di ciò che il modello ha appreso dal dataset di partenza su cui sono stati addestrati.

L’IA ABILITA

UNA SERIE DI PERSONALIZZAZIONI

Da destra, Clelia Loiudice, Giulia Silenzi, Mauro Cerea, Giuseppe Calcagno, Matteo Demartini

La Generative AI

L’intelligenza Artificiale Generativa è in grado di produrre contenuti complessi e altamente realistici che imitano la creatività umana e ciò la rende uno strumento prezioso per molti settori come il gioco, l’intrattenimento e la progettazione di prodotti. Può essere peraltro usata per creare animazioni, ridurre i tempi di sviluppo di videogiochi e applicazioni, rivoluzionare il modo in cui viene creata la musica e persino creare interi mondi virtuali. Ancora, la Generative AI può essere impiegata per migliorare l’accuratezza e la precisione delle diagnosi mediche, rendere più veloce la scoperta di nuovi farmaci, aumentare l’accuratezza dei sistemi di identificazione facciale, contrastare le frodi e individuare le misure di sicurezza informatica per mitigare le vulnerabilità di reti e sistemi. Di fatto, essa possiede un grande potenziale d’uso in una varietà di settori che la rende una componente chiave del futuro dell’IA. È quindi importante comprendere quali sono le implicazioni di questa tecnologia e le sue applicazioni per poterne sfruttare al meglio i vantaggi garantendo al contempo un uso responsabile. Nello specifico, Giulia Silenzi ha riportato l’esempio recente di Sanofi che ha firmato un accordo da un miliardo di dollari con Atomwise per la scoperta di nuovi farmaci

con l’IA. Insomma, con la IA Generativa è possibile un’accelerazione dello sviluppo dei farmaci, una modellizzazione predittiva delle molecole, una riduzione dei costi nelle fasi iniziali di drug discovery, nonché maggiori probabilità di successo nelle sperimentazioni cliniche. Proprio in virtù di quanto detto, si è voluto evidenziare la crescita di mercato che l’IA - in senso lato - dovrebbe avere sino al 2030: un’evoluzione quantificabile, in percentuale del 24%, laddove il peso indotto dell’IA sul Pil globale nel 2030 dovrebbe essere del 10%, mentre il peso della GenAI sul totale dell’IA nel 2030 sarà del 28% (contro il 5% nel 2022). L’attenzione si è spostata, va da sé, sul mercato dell’IA nell’agricoltura. Le cifre, hanno proseguito i relatori, sono state di 1,62 miliardi di € nel 2023 con prospettiva di crescita a 4,5 miliardi di € entro il 2028, che si traducono nell’impatto del 3,4% sul tasso di crescita del settore agricolo entro il 2035. È stato comunque ricordato ai presenti che in ambito agricolo si è sempre valutato favorevolmente l’introduzione di innovazioni; e infatti, dal 2022 queste sono state le percentuali di adozione:

• Internet of things (19%);

• Robotica (17%);

• Artificial Intelligence (14%);

• Droni (13%);

• Agricoltura di precisione (11%);

L’INDUSTRIA MOLITORIA PUNTA

A RIMANERE COMPETITIVA

CON L’IA

• Agri biotech (7%);

• Agricoltura in ambiente controllato (6%);

• Big data & Analytics (6%);

• Agricoltura rigenerativa (4%);

• Connettività (3%);

Per quel che concerne, invece gli investimenti globali nell’IA nel periodo dal 2020 al 2023, questi sono stati per il settore “Agricolture, food, nutrition” di 11 miliardi di € “soltanto” (di cui il 5% solo nel food), rispetto ai 103 miliardi per il settore “Trasporto, marina e aviazione”, ai 90 miliardi per l’“Healthcare & Pharma” e ai 15 miliardi per il settore “servizi finanziari”. Fatta tale precisazione, Silenzi e Demartini hanno quindi presentato i dati del mercato dell’IA in Italia, quantificabile in 675 milioni di € nel 2023, rappresentando circa lo 0,3% rispetto al valore globale e con una crescita del +55% rispetto al 2022. Nello specifico, poi, il livello di adozione dell’Intelligenza Artificiale nelle

INVESTIRE

IN IA INDUSTRIALE

INVESTIRE

NEL FUTURO DEL SETTORE

principali aziende italiane nel 2023 non è stato elevatissimo: solo infatti una parte (il 34,70%) ne ha fatto un utilizzo significativo in alcuni processi, mentre una minima (il 13,70%) l’ha impiegata in modo cospicuo su molti procedimenti. Di grande interesse è poi stata la menzione di una ricerca a cura di Deloitte nel 2024, grazie alla quale è emerso che l’85% delle aziende italiane è interessata a uno o più investimenti nell’ambito dell’IA, nello specifico per uno sviluppo di soluzioni IA/ML; certamente per il miglioramento delle competenze, della qualità e della gestione dati; nonché per un aggiornamento delle infrastrutture. Sostanzialmente, le aziende italiane puntano a investire nell’IA principalmente per ottimizzare e/o efficientare i processi aziendali e per ridurre i costi operativi. In conclusione, Silenzi e Demartini illustrano quali possono essere i passi per un’efficace strategia d’impiego dell’Intelligenza artificiale. Ora, poiché l’IA si basa sui dati che le vengono forniti, è indispensabile definire una strategia per l’acquisizione, la gestione e valorizzazione di questi, in modo che essi abilitino l’IA, garantendo un pieno allineamento con gli obiettivi di business. Successivamente, si potrà applicare l’IA per migliorare efficienza, efficacia e gestione dei rischi, selezionando

casi d’uso basati su priorità di business e disponibilità dei dati. Già questi primi passaggi consentiranno di sviluppare competenze multi disciplinari (tecnologiche, legali, design), magari attraverso un’adeguata formazione interna, o addirittura portare a nuove assunzioni o a rivolgersi a esperti esterni. Non solo, ma questo consentirà di adottare metodologie avanzate e strumenti per sviluppare soluzioni IA che siano etiche e sostenibili e, infine, strutturare nuovi meccanismi di governance per definire responsabilità, misurare i risultati e gestire i rischi, coinvolgendo tutti gli Stakeholder.

Industrial AI per il settore molitorio. Con Siemens per le sfide della digitalizzazione

La seconda parte della tavola rotonda è stata affidata, come scritto, a Mauro Cerea e Giuseppe Calcagno i quali, dopo una rapida presentazione di cosa Siemens sia oggi e che cosa offre, tornano brevemente

sull’importanza dei dati per l’IA. Questi infatti vengono sfruttati per estrarre informazioni, identificare modelli e supportare il processo decisionale. Cerea poi ribadisce un concetto forse ancora poco chiaro ai più, ovvero che l’intelligenza artificiale non sostituirà il lavoro umano, ma migliorerà l’automazione. Sicché, di fronte a un futuro di impresa assi complesso, con essa sarà possibile assicurarsi vantaggi competitivi: anche per questo si prospetta che il suo mercato sarà di 80 miliardi di € entro il 2026. E quindi quali saranno i principali casi d’uso per l’IA industriale? Principalmente la progettazione, il controllo qualità e ottimizzazione dei processi. Insomma, l’IA aiuterà le aziende a trarre profitto dalla loro trasformazione digitale aumentando l’efficienza operativa, mitigando i rischi e accelerando la crescita e l’innovazione. Detto ciò, la relazione è entrata nel vivo dell’argomento, partendo da un dato di fatto: problemi diversi richiedono soluzioni diverse, per tale motivo l’industria del futuro sarà una costellazione di piccoli algoritmi locali, ciascuno addestrato e specializzato a risolvere il suo piccolo problema. Nel dettaglio, poi, i molini dovranno affrontare sfide uniche per garantire il più alto standard di qualità del prodotto finito a prescindere da qualsiasi condizionamento esterno. Anche per questo, la digitalizzazione è un percorso che non si può improvvisare perché coinvolge diverse figure e soprattutto comporta un cambio di mentalità a livello aziendale. L’adozione di tecnologie all’avanguardia, come l’Intelligenza Artificiale, consente dunque di rimanere competitivi stimolando l’innovazione nel settore. L’ esempio offerto dai relatori ha riguardato l’ottimizzazione della

Giuseppe Calcagno
Mauro Cerea
Giulia Silenzi
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decorticazione: la finalità è ottenere una maggiore resa del prodotto e rendere più efficiente lo scambio di informazioni dal campo al cloud. E così, con l’IA si parte da un set di dati che racchiudono le relazioni tra input e output, per generare regole che stiano in mezzo, addestrando quindi un modello partendo da un dataset ampio. Più situazioni differenti esso conterrà - nello specifico, un dataset contenente situazioni di decorticazione diverse -, più preciso sarà il modello. Una volta che il “contenitore” viene riempito di dati, il sistema potrà applicare automaticamente i parametri ottimizzati. Ciò ridurrà il tempo di reazione a pochi minuti con il minimo sforzo umano.

In sintesi, l’apporto dell’IA nel settore molitorio può portare all’ottimizzazione della produzione: massimizzando la resa della macinazione, ridurre i tempi di fermo macchina e ottimizzare il consumo energetico. Ma gli effetti si potranno avere anche sulla qualità delle farine, rilevando impurità, difetti e variazioni nelle caratteristiche del grano; e financo assicurare una migliore tracciabilità del grano, dalla coltivazione al prodotto finito, per garantire la sicurezza alimentare e la trasparenza per il consumatore. Non da meno si potrà ridurre l’impatto ambientale attraverso l’ottimizzazione dei processi e la riduzione degli sprechi. Infine, adattarsi alle mutevoli esigenze del mercato e alle richieste di prodotti personalizzati.

Il piano transizione

Come anticipato, il settore molitorio, pilastro dell’industria alimentare, si trova oggi di fronte a nuove sfide legate alla necessità di ottimizzare la produzione, garantire la qualità, ridurre gli sprechi e rispondere alle crescenti esigenze di tracciabilità e sostenibilità. In questo contesto, l’Intelligenza Artificiale industriale emerge come una leva strategica per la digitalizzazione e la trasformazione del settore. Proprio per tale motivo, Cerea e Calcagno hanno voluto riflettere con i partecipanti sul Piano Transizione 5.0, iniziativa grazie alla quale le imprese che intendono adottare soluzioni innovative che favoriscono la riduzione dei consumi energetici possono fruire del credito d’imposta. Il Piano consente alle imprese con sede in Italia, a prescindere dalla loro

forma giuridica e dal settore di appartenenza, di chiedere un credito d’imposta fino al 45% degli investimenti effettuati nel biennio 2024/25 con una dotazione finanziaria di 13 miliardi di euro. L’agevolazione è riconosciuta per i nuovi investimenti effettuati nel biennio 2024/25, a patto che le innovazioni realizzate comportino una riduzione dei consumi energetici dell’unità produttiva di almeno il 3%, che sale al 5% se calcolata sul processo programmato per l’investimento. Va da sé che la riduzione dei consumi dovrà essere dimostrata con apposite certificazioni rilasciate da un valutatore indipendente. Siemens, ovviamente, offre soluzioni innovative per supportare le aziende molitorie in questo percorso, basti pensare alle soluzioni AI ad hoc per ottimizzare i consumi delle caldaie industriali per ridurre così l’impiego di gas fossile regolando la pressione in uscita in base alle previsioni dei suoi futuri consumi. Cerea, comunque, relativamente alle imprese altamente energivore che impiegano combustibili fossili, precisa che non c’è ancora l’ok della Commissione europea per smarcare il DNSH (criterio di non arrecare danno all’ambiente): il confronto è ancora in corso e si dovrà attendere la piena operatività della nuova commissione che vede l’unica finestra utile a Marzo 2025; ciò significa che al momento il decreto attuativo del Piano Transizione 5.0

non consentirebbe di fruire dei benefici fiscali nel caso di una caldaia alimentata a gas fossile, ma si dovrebbe ricorrere ai finanziamenti offerti dal piano Industria 4.0, ancora disponibile. Tornando invece alle soluzioni offerte da Siemens, vi sono anche modelli di machine learning con cui è possibile rilevare variazioni significative rispetto alla normale produzione. Con questi, l’analisi delle anomalie può avvenire sia sul prodotto sia sul packaging. Con i soli dati di produzione standard, si potrà dunque modellare la distribuzione normale e identificare potenziali problemi, nonché segnalare irregolarità e difetti mai riscontrati prima.

Conclusioni

L’Intelligenza Artificiale rappresenta una straordinaria opportunità per l’industria agrifood e, in particolare, per il settore molitorio. L’adozione di queste tecnologie permette di migliorare l’efficienza, la qualità, la sostenibilità e la tracciabilità dei prodotti, rispondendo alle esigenze di un mercato sempre più competitivo e di consumatori sempre più informati ed esigenti. Le aziende che sapranno cogliere questa sfida e investire nell’innovazione saranno in grado di consolidare la propria posizione e di affrontare con successo le sfide del futuro.

Cereali nel 2030: scenari evolutivi alla luce del cambiamento climatico

Cereals in 2030: evolutionary scenarios in light of climate change

The domestication of cereals is a cornerstone of human civilization, facilitating the transition from nomadic huntergatherers to settled agricultural societies. This process began about 10,000 years ago in the Fertile Crescent with wheat and barley, while rice was domesticated in China and India around 9,000 years ago. Other important cereals like maize and sorghum emerged in the Americas and Africa, respectively, shaping global agricultural systems. However, even ancient civilizations faced challenges from climate change, such as the Roman Empire’s agricultural collapse in the 6th century. Today, climate change is accelerating, with rising global temperatures and extreme weather events threatening crop production. To adapt, strategies such as efficient irrigation, soil management, and genetic selection of droughtresistant crops are being explored. New genomic techniques (NGTs) offer promising solutions to rapidly address climate stresses on cereals.

Professore

Università

QUALE GRANAIO PER IL FUTURO?

WHICH GRANARY FOR THE FUTURE?

La storia della domesticazione dei cereali è un aspetto fondamentale della civiltà umana, poiché i cereali sono stati (e sono) una fonte alimentare primaria. Questo processo iniziò durante la rivoluzione neolitica, quando gli esseri umani passarono da cacciatori-raccoglitori nomadi a società agricole stanziali. Una breve rassegna dei vari passaggi della domesticazione dei cereali ci dice che la domesticazione del grano iniziò circa 10.000 anni fa nella Mezzaluna Fertile, cosi come quella dell’orzo. Il riso

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invece ebbe centri primari di domesticazione nella valle del fiume Yangtze in Cina circa 9.000 anni fa e nel bacino del fiume Gange in India. Dobbiamo passare l’oceano Atlantico per trovare le tracce della domesticazione del mais, che avvenne nel Messico meridionale circa 9.000 anni fa. Più recente (e, come vedremo più avanti, di grande interesse per il futuro la domesticazione del sorgo, che avvenne nella regione africana del Sahel circa 5.0007.000 anni fa. Finiamo con il miglio, addomesticato in modo indipendente in diverse parti del mondo, tra cui Africa e Asia, tra 5.000 e 8.000 anni fa e l’avena, addomesticata relativamente tardi rispetto ad altri cereali, circa 3.000 anni fa in Europa. La loro coltivazione ha assicurato il

OGGI LE SFIDE CLIMATICHE

MINACCIANO QUESTA

TRADIZIONE

MILLENARIA

passaggio dallo stato di Cacciatori-raccoglitori a quello di agricoltori-allevatori, la cosiddetta transizione del neolitico e ha anche consentito la nascita delle città, degli imperi e di tutte le antiche civiltà cosi come le conosciamo. Ma anche queste civiltà hanno dovuto affrontare i problemi

creati dai cambiamenti climatici. Recenti ricerche archeologiche hanno evidenziato come un periodo prolungato di tempo instabile (durato dal 250 al 600 d. C.) provocò il collasso delle produzioni agricolo-alimentari nell’Impero romano a cui l’impatto delle cosiddette “invasioni barbariche”, l’esodo in massa di popolazioni spinte dalla necessità di trovare altrove aree di sussistenza, avrebbe dato il colpo decisivo.

La situazione oggi

I cambiamenti delle temperature medie per le varie stagioni sono una realtà testimoniata dalle puntuali raccolte di dati in tutto il mondo. Il periodo 2011/20 è stato il decennio più caldo mai registrato, con una temperatura media globale di 1,1 ºC al di sopra dei livelli preindustriali. Il riscaldamento globale indotto dalle attività umane è attualmente in aumento a un ritmo di 0,2 ºC per decennio (fonte https:// climate.ec.europa.eu/climate-change/causes-climate-change_it.).

La CO2 prodotta dalle attività umane è il principale fattore del riscaldamento globale. Nel 2020 la concentrazione nell’atmosfera superava del 48% il livello preindustriale (cioè prima del 1750). Altri gas a effetto serra vengono emessi dalle attività umane ma in quantità inferiori. Il metano è un gas con un effetto serra più

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potente della CO2, ma ha una vita atmosferica più breve. L’ossido di azoto, come la CO2, è un gas a effetto serra longevo che si accumula nell’atmosfera per decenni e anche secoli. Gli inquinanti diversi dai gas a effetto serra, compresi gli aerosol come la fuliggine, hanno effetti diversi in termini di riscaldamento e raffreddamento e sono associati anche ad altri problemi quali la scarsa qualità dell’aria. Una conseguenza di questa situazione è l’intensificazione di eventi climatici estremi (https://science.nasa.gov/climate-change/ extreme-weather/) che mettono a rischio, far le altre cose, anche la produzione cerealicola (https://www.ambienteambienti. com/wwf-presenta-il-resoconto-su-eventimeteorologici-estremi-ed-effetti-su-colture-ed-economia/).

Nel breve-medio periodo sono ipotizzabili solo strategie di adattamento sia a livello locale:

• possono essere introdotte tecnologie di risparmio idrico come pratiche di irrigazione efficienti e sostenibili;

• procedure di più efficiente gestione del suolo, come la pacciamatura e tappatura dei contorni; l’uso di barriere viventi, che migliorano il drenaggio del suolo e riducono il ristagno idrico; sia regionale e/o nazionale come:

• introduzione e funzionamento di sistemi meteorologici regionali di allerta

precoce e utilizzo di servizi meteorologici moderni integrandoli in varie piattaforme digitali;

• ammodernamento e investimenti nei sistemi di irrigazione.

Alcune idee per “adattare” al nuovo clima i cereali che coltiviamo

La selezione genetica ha portato, nel corso dei millenni, a mettere a disposizione del genere umano cereali ad alta resa ed elevato contenuto nutrizionale; si pensi che il

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frumento di oggi ha un contenuto in materiale genetico quattro volte quello degli esseri umani ed è il risultato della fusione genetica di almeno tre diverse piante. Ma la velocità dei cambiamenti climatici non consente di seguire i tempi della selezione genetica classica; bisogna intervenire molto rapidamente e in modo mirato. La capacità di “leggere” le informazioni genetiche contenute nel Dna delle piante consente, ad esempio, di individuare determinanti genetiche che possono esprimere caratteri fenotipici utili per resistere agli stress idrici e di temperatura. Diventa così possibile creare dei progetti di miglioramento genetico mirato, in cui i geni utili a superare alcuni stress dovuti al cambiamento climatico sono accumulati in singoli individui cerealicoli. Sono le tecniche di evoluzione assistita (in italiano TEA in inglese NGT cioè New Genomic

Techniques) che non prevedono il trasferimento di geni fra specie diverse ma all’interno delle specie, sfruttando così la “biodiversità genetica” presente in ogni specie. Non sono quindi Organismi Geneticamente Modificati ma organismi in cui si è “accelerata” una selezione evolutiva che sarebbe comunque avvenuta, come risposta al cambiamento dell’ambiente esterno, ma con tempi decisamente troppo lunghi per le necessità del genere umano. La resistenza a condizioni siccitose è uno dei caratteri genetici allo studio in vari cereali e con esiti positivi.

In alternativa... i cereali alternativi

Le sfide poste all’agricoltura tradizionale dai cambiamenti climatici rendono sempre più importante prendere in

CEREALI

COME SORGO, MIGLIO E TEFF STANNO EMERGENDO COME SOLUZIONI PROMETTENTI

considerazione colture alternative più resistenti alle condizioni ambientali. Diversi cereali sono naturalmente adatti ad adattarsi agli stress associati ai cambiamenti climatici, come la siccità, il caldo e la scarsa qualità del suolo.

Ecco alcuni cereali alternativi che stanno guadagnando attenzione:

1) Sorgo

• Resilienza: altamente resistente alla siccità e può prosperare in terreni poveri.

• Valore nutrizionale: ricco di antiossidanti, fibre e proteine.

• Usi: può essere utilizzato per alimenti a uso umano, mangimi per animali e biocarburanti.

2) Miglio

• Resilienza: prospera nelle regioni aride e semi-aride, resistendo alla siccità e ai terreni poveri.

• Valore nutrizionale: ricco di minerali come magnesio, fosforo e ferro, oltre a fibre.

• Varietà: include miglio perlato, miglio a dita e miglio a coda di volpe, ciascuno adatto a diverse condizioni climatiche.

3) Tef

• Resilienza: resistente alla siccità e può crescere in diversi ambienti, dalle alte quote alle pianure.

• Valore nutrizionale: alto contenuto di proteine, fibre e aminoacidi essenziali. Il teff contiene una quantità significativa di ferro rispetto ad altri cereali. Inoltre, non contiene glutine e la sua farina è quindi utilizzata per la preparazione di alimenti per celiaci.

• Usi: alimento base nella cucina etiope, soprattutto per preparare l’injera ma si inizia la coltivazione in Europa, dove, nell’agosto del 2024, è stato classificato da Efsa come non appartenente alla categoria dei “novel foods”, rendendo così più semplice la sua coltivazione.

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Conclusioni

I seguenti punti possono sintetizzare le considerazioni sul “granaio del futuro” partendo da azioni di più semplice attuazione fino a quelle più complesse.

Facile: si sta cercando di “adattare” la produzione di cereali ai cambiamenti climatici, lavorando su diversi aspetti, dalle tecniche agronomiche fino alle modificazioni genetiche. Semplice: per l’adattamento alle variazioni climatiche la parola chiave principale è “acqua” (in carenza e in eccesso), seguita da “resistenza agli stress”.

Si lavora sulle determinanti genetiche dei meccanismi molecolari del fabbisogno idrico e della resistenza allo stress per “adattare” i cereali che il genere umano sta coltivando ormai da millenni.

Difficile: che dire del ruolo dei cereali antichi/nuovi? Sono antichi perché compaiono già nelle prime fasi delle domesticazioni neolitiche ma nuovi perché per essere reintrodotti nelle pratiche agronomiche di oggi devono essere sottoposti a un paziente lavoro di selezione, come pure sarà necessario sviluppare tecniche agronomiche ad hoc. Sarà quindi necessario selezionare geneticamente nuove varietà di cereali antichi, sviluppare pratiche agricole specifiche, entrare in contatto con i consumatori per spiegare loro i perché di questa reintroduzione.

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Effetti sulla lievitazione dei panetti per pizza congelati

Effects on the leavening of frozen pizza dough balls

The global spread of pizza consumption and the growing demand for high-quality, traditional products have opened new market opportunities for frozen pizza dough prepared according to the “STG” (Traditional Specialty Guaranteed) regulations. Since 2017, the “Neapolitan pizza maker” art has

been recognized as UNESCO’s cultural heritage, increasing the global desire to replicate authentic Neapolitan pizza. However, the expertise required to prepare pizza dough is challenging to transfer. Frozen dough balls could offer a practical solution for pizzerias worldwide to prepare genuine Neapolitan pizza efficiently. This

study investigates the impact of freezing on dough leavening capacity, focusing on volume increase after defrosting. The results suggest that quick freezing before fermentation minimizes physical damage and maintains yeast activity, although overextended fermentation can weaken dough structure.

STUDIO SULL’INFLUENZA DEL CONGELAMENTO

SULL’ATTIVITÀ DEL LIEVITO E LA LIEVITAZIONE DELL’IMPASTO

STUDY ON THE INFLUENCE OF FREEZING ON YEAST ACTIVITY AND DOUGH LEAVENING

La diffusione su scala globale del consumo di pizza insieme alla crescente domanda di prodotti di qualità fedeli alla tradizione di origine di questo alimento, apre la strada verso nuove frontiere di mercato in cui si può ipotizzare di commercializzare un panetto per pizza preparato secondo il disciplinare “STG”, e poi congelato per essere distribuito come semilavorato. Dal 2017 l’arte del “pizzaiolo napoletano” è patrimonio culturale dell’Umanità Unesco e nel mondo cresce sempre più il desiderio di riprodurre la pizza napoletana per soddisfare le richieste di consumatori esigenti. Il processo di preparazione degli impasti per pizza richiede sapienza e maestria che spesso sono difficili da trasferire. I panetti per pizza congelati potrebbero rivelarsi una valida alternativa per garantire alle pizzerie in tutto il mondo la preparazione di vera pizza napoletana di qualità. Inoltre, l’utilizzo dell’impasto congelato in pizzeria potrebbe consentire al pizzaiolo di avere più panetti pronti da stendere per la preparazione della pizza. In tale prospettiva, è

stato studiato l’effetto del congelamento sulla capacità di lievitazione, in termini di aumento in volume dei panetti per pizza1 .

L’effetto del congelamento

Il congelamento comporta il cambiamento dello stato dell’acqua da liquido a solido, noto come cristallizzazione. Il problema del congelamento lento è la formazione di grossi cristalli di ghiaccio; infatti, con l’ulteriore conservazione, i cristalli tendono a ridurre il loro rapporto superficie/volume aumentando di dimensioni, andando a causare ulteriori danni alla struttura dell’alimento. Per questo motivo si preferisce il congelamento rapido degli alimenti, che minimizza i danni derivanti dalla cristallizzazione del ghiaccio; infatti, è una delle soluzioni per ridurre il danno fisico alla struttura dell’impasto congelato. Tuttavia, il congelamento rapido può ridurre l’attività del lievito. Per questo motivo la velocità di congelamento è importante e deve essere adeguata per non compromettere l’attività

di Clelia Covino Dottoranda in Food Science Università degli Studi di Napoli Federico II

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dei lieviti e l’indebolimento della struttura dell’impasto.

È noto, infatti, che il congelamento dell’impasto può influire sulle prestazioni di lievitazione dopo scongelamento agendo su due fattori principali: la vitalità dei lieviti e l’integrità della maglia glutinica. Entrambi questi fattori si riflettono sul volume dell’impasto, il primo in maniera diretta, il secondo alterando la capacità dell’impasto di trattenere la CO2

Alcuni ricercatori hanno raccomandato che è necessaria una bassa temperatura finale di miscelazione (18-22 °C) dell’impasto per ridurre al minimo l’attività del lievito prima del congelamento. Altri problemi che derivano dalla produzione di panetti congelati possono essere il tempo di lievitazione più lungo, il volume inferiore

IL CONGELAMENTO RAPIDO

PUÒ RIDURRE

L’ATTIVITÀ

DEL LIEVITO

dell’impasto e il danneggiamento della consistenza del prodotto finale. Le tecnologie chiave dei prodotti da forno congelati dipendono dal tempo della fase di congelamento nel processo di produzione: impasti congelati non lievitati e/o prelievitati e prodotti congelati cotti o parzialmente cotti. Molti fattori influenzano la qualità del prodotto da forno ottenuto da un impasto congelato, come la ricetta, la

velocità e il tempo di miscelazione dell’impasto, la temperatura e il tempo di congelamento e scongelamento. L’impasto è un sistema complesso la cui struttura è formata da una rete di proteine del glutine che interagiscono con altri componenti come amido, polisaccaridi non amidacei, saccarosio e sale. Pertanto, sono di grande interesse gli studi su come colmare il divario di conoscenze tra il deterioramento dell’impasto durante il congelamento a diversi tempi di lievitazione e la lievitazione dopo la conservazione nel congelatore.

Qual è lo stadio di lievitazione ottimale?

L’obiettivo di questo studio è stato quello di individuare lo stadio di lievitazione

FIGURA 1 Schema di processo per la preparazione degli impasti per pizza

ottimale per il congelamento degli impasti per pizza, in modo da ottenere panetti scongelati e lievitati con un comportamento simile rispetto al controllo non congelato2. Il disegno sperimentale per lo studio degli impasti per pizza congelati è illustrato in FIGURA 1. Gli impasti sono stati preparati seguendo il protocollo pubblicato da Covino et al. 20223. Dopo la preparazione degli impasti (secondo il regolamento Ue n. 97/2010), i panetti per pizza vengono sottoposti a una prima fase di lievitazione, in una cella a temperatura e umidità controllata (22 °C, 80% UR) per diversi tempi (0, 4, 8, 16, 24 h), seguita dal congelamento rapido in abbattitore a -22 °C per 7 giorni. Lo scongelamento viene effettuato per 8 ore in cella di lievitazione a 22 °C e 80% UR, dopodiché i

QUAL È LO STADIO

DI LIEVITAZIONE OTTIMALE

panetti permangono nelle stesse condizioni per una seconda fase di lievitazione. Le curve della cinetica di lievitazione secondaria, osservate dopo il congelamento e lo scongelamento, mostrano una riduzione dell’indice volumetrico dell’impasto congelato rispetto al controllo UD (FIGURA 2). In particolare, l’indice volumetrico dei

panetti per pizza è tanto più basso quanto più lungo è il tempo di lievitazione prima del congelamento. Infatti, la cinetica migliore di lievitazione è stata ottenuta con FD (0h), in termini di aumento dell’indice volumetrico quasi uguale al controllo non congelato. Il campione FD (0h) si differenzia dagli altri impasti congelati perché è stato congelato immediatamente dopo l’operazione di miscelazione degli ingredienti e poi conservato per 7 giorni, quindi, l’attività del lievito non era ancora iniziata. È noto che la lievitazione è ottimale quando il volume dell’impasto raddoppia. L’impasto non congelato (UD) raddoppia l’indice volumetrico dopo 16 h di lievitazione, mentre il campione FD (0h) è in grado di raggiungere il valore dell’indice di 2 in 18 h; in entrambi i casi il volume continua a crescere fino a 24 h. Al contrario, i campioni FD (4h) e FD (8h) mostrano un indice volumetrico inferiore, senza differenze significative, e raddoppiano il valore dell’indice dopo 24 h di lievitazione. Infine, come previsto, i panetti lievitati a lungo, congelati [FD (16h) e FD (24h)] e sottoposti a seconda lievitazione, non hanno mostrato un aumento dell’indice volumetrico, in quanto la struttura dell’impasto è già soggetta nella prima lievitazione alla destrutturazione della rete glutinica per azione della CO2 e degli enzimi. Al contrario, le cinetiche di lievitazione di UD, FD (0h), FD (4h) e FD (8h) hanno mostrato due fasi caratteristiche dell’attività del lievito, la fase lag, in cui il lievito inizia a essere attivo e la fase di crescita,

FIGURA 2 Cinetica di seconda lievitazione dei panetti per pizza congelati a diversi tempi di prima lievitazione (FD 0, 4, 8, 16, 24) rispetto al controllo non congelato (UD)

in cui produce CO2 fermentando gli zuccheri, come descritto da molti autori4 . Diversi studi hanno dimostrato che il congelamento prima della lievitazione dell’impasto riduce l’attività del lievito e la sua produzione di gas. Come osservato anche da Anon et al. (2004)5, l’impasto congelato è esposto a una diminuzione del volume specifico, responsabile di un aumento del tempo di lievitazione rispetto ai prodotti freschi non congelati. Sono state indicate diverse cause per spiegare questo ritardo nella lievitazione. In primo luogo, la vitalità e la capacità fermentativa del lievito potrebbero ridursi durante il processo di congelamento. Infatti, durante il trattamento di congelamento si verifica la lisi del lievito e la perdita dell’integrità della rete glutinica che causa una minore capacità di trattenere l’anidride carbonica durante la lievitazione. Quindi, le ragioni di questo ritardo nella lievitazione possono essere legate al deterioramento dell’impasto, che durante il congelamento e lo stoccaggio provoca una riduzione della vitalità e della capacità fermentativa del lievito, ma anche alla perdita di integrità della rete glutinica. Altri autori hanno suggerito che il lievito

L’IMPASTO CONGELATO È ESPOSTO A UNA DIMINUZIONE DEL VOLUME SPECIFICO

attivato è più sensibile ai danni durante il congelamento rispetto al lievito dormiente. Inoltre, le cellule morte del lievito, ottenute con il trattamento di congelamento, rilasciano una sostanza riducente, il glutatione, che indebolisce la rete del glutine con conseguente perdita di ritenzione di gas4

Conclusioni

In conclusione, i risultati della cinetica di lievitazione dopo il congelamento hanno indicato una riduzione del volume dell’impasto congelato rispetto al controllo. Inoltre, l’indebolimento della rete del glutine dopo lo scongelamento dell’impasto per pizza può essere causato dal rilascio di sostanze riducenti da parte del

lievito durante il congelamento, che si traduce in una riduzione delle proteine del glutine che perdono così la capacità di legare l’acqua e di reticolare. In ogni caso, il congelamento rapido prima della lievitazione resta una soluzione per ridurre il danno fisico dell’impasto rispetto ad altri tempi di lievitazione, ma un’altra alternativa potrebbe essere quella di far lievitare i panetti per lunghi tempi di lievitazione e poi attendere solo il tempo di scongelamento a temperatura ambiente prima di infornare la pizza. Sebbene esistano studi legati al congelamento degli impasti, le analisi sensoriali sono necessarie per definire meglio le preferenze dei consumatori.

BIBLIOGRAFIA

1. C. Covino, A. Sorrentino, P. Di Pierro, P. Masi, Congelamento di panetti per pizza: effetti sulla cinetica di lievitazione e sul comportamento reologico, in Atti del XII Convegno AISTEC: “Cereali e Scienza: resilienza, sostenibilità e innovazione” 2022 (pp. 262-265). AISTEC-Ass. Italiana di Scienza e Tecnologia dei Cereali.

2. Huang W., Kim Y., Li X., Rayas-Duarte P., Rheofermentometer parameters and bread specific volume of frozen sweet dough influenced by ingredients and dough mixing temperature, “Journal of Cereal Science” 48 (2008), pp. 639-646.

3. C. Covino, A. Sorrentino, P. Di Pierro, P. Masi, Study of physico-chemical properties of dough and wood oven-

baked pizza base: the effect of leavening time, “Foods”, 12.7 (2023), 1407.

4. C. Covino, A. Sorrentino, P. Di Pierro, P. Masi, Study of physico-chemical properties of dough and wood ovenbaked pizza base: the effect of leavening time, “Foods”, 12.7 (2023), 1407.

5. Anon, M.C., Le-Bail, A., Leon, A.E., Effect of freezing on dough ingredients, in Hui, Y.H. et al. (Eds.), Handbook of Frozen Foods, Marcel Dekker, New York 2004, pp. 571-580.

6. Oda, Y., Uno, K., Ohta, S., Selection of yeasts for bread-making by the frozen dough method, “Applied and Environmental Microbiology” 52 (1986), pp. 941-943.

Inaugurato il nuovo molino di Universal Robina Corporation

OCRIM AL CENTRO DI UN TRAGUARDO STRAORDINARIO PER TECNOLOGIA E SOSTENIBILITÀ

Il 29 novembre 2024 ha segnato un momento significativo per il settore agroalimentare delle Filippine: l’inaugurazione del nuovo complesso molitorio di Universal Robina Corporation (URC) a Sariaya. Un progetto di eccellenza che integra innovazione, efficienza e sostenibilità, interamente progettato e realizzato da Ocrim S.p.A., key-player globale nelle soluzioni per l’industria molitoria. All’inaugurazione erano presenti il Chairman di URC Lance Y. Gokongwei, Irwin C. Lee URC, President e CEO di URC ed Elison Dean Lee, Managing Director di URC Flour Division, ma anche le principali autorità istituzionali del Paese - tra cui Sua Eccellenza Ferdinand Romuáldez Marcos Jr., Presidente della Repubblica delle Filippine. Una

cerimonia di grande risonanza che ha sottolineato il valore strategico di questo impianto sia per URC che per l’economia filippina in generale.

A rappresentare Ocrim durante la cerimonia erano presenti l’Amministratore Delegato Alberto Antolini, il Direttore Vendite Fabrizio Baccinelli, il Direttore del Dipartimento Tecnologico Marco Galli e il Responsabile Montaggio Cantieri Ivano Scandolara.

Un molino all’avanguardia targato Ocrim

Il nuovo impianto URC è stato sviluppato seguendo i più avanzati principi dell’Industria 4.0. Con due linee di molitura da

660 tonnellate giornaliere ciascuna, progettato per lavorare grani soft e hard. Grazie al sistema High Efficiency Flow, il molino garantisce un’elevata resa produttiva e la produzione di farine di alta qualità, ottimizzando al contempo i consumi energetici e riducendo l’impatto ambientale.

L’impiego di materiali come acciaio inox e plastica antimicrobica assicura elevati standard di sanitation, mentre il design user-friendly, ergonomico e intuitivo, facilita le operazioni di manutenzione. L’integrazione di tecnologie automatizzate permette di controllare e ottimizzare l’intero ciclo produttivo, rendendo l’impianto un punto di riferimento in termini di innovazione.

Visione esterna dell’impianto

Un legame di successo tra due realtà d’eccellenza

La collaborazione tra Ocrim e URC, iniziata oltre 25 anni fa, si è ulteriormente rafforzata con la realizzazione di questo impianto all’avanguardia. URC, una delle più influenti aziende agroindustriali delle Filippine, ha scelto Ocrim per la sua capacità di offrire soluzioni su misura, combinate a un approccio che unisce competenza tecnica e attenzione per la sostenibilità. Per Ocrim, questo progetto rappresenta un ulteriore passo avanti nella sua espansione in Asia e conferma il suo ruolo di punto di riferimento internazionale nel settore molitorio. Come ha sottolineato Marco Galli:

Sariaya, Filippine - cerimonia inaugurazione molino di Universal Robina Corporation realizzato da Ocrim
Sariaya, Filippine - visita del molino di Universal Robina Corporation da parte dell’amministratore delegato di Ocrim Alberto Antolini e del team aziendale presente con lui

“Questo molino è molto più di un progetto industriale: è una dimostrazione concreta di come tecnologia e sostenibilità possano unirsi per creare valore duraturo”.

Un evento che guarda al futuro

L’inaugurazione del molino URC è stata molto più di una celebrazione: è stata la prova tangibile di come una cooperazione tra eccellenze globali possa favorire lo sviluppo locale. Il contributo di Ocrim, con il suo mix unico di soluzioni tecniche avanzate e attenzione ai dettagli, dimostra che tradizione e innovazione possono convivere armoniosamente, creando un equilibrio tra progresso tecnologico e responsabilità sociale.

In un’epoca in cui la sostenibilità e la qualità sono imprescindibili, questo impianto rappresenta un modello di riferimento per il settore. Come ha concluso Alberto Antolini:

“Ogni nuovo progetto è un’opportunità

Filippine - cerimonia inaugurazione

per costruire qualcosa di significativo, un esempio di come il nostro lavoro possa contribuire a un futuro migliore per

tutti. Siamo orgogliosi di aver contribuito a un’opera che lascia un segno positivo per le persone e le comunità coinvolte”.

Alberto Antolini assieme al team di Ocrim e Urc
Sariaya,
molino di Universal Robina Corporation realizzato da Ocrim

4/6 marzo 2025 RENNES (FRANCIA) CFIA

Salone dell’industria alimentare www.cfiaexpo.com

31 marzo / 2 aprile 2025 DETMOLD (GERMANIA) INTERNATIONAL WHOLE GRAIN SUMMIT

Summit sui cereali integrali www.wholegrainsummit.com

7/10 aprile 2025 ALGERI (ALGERIA) DJAZAGRO

Salone dell’industria alimentare www.djazagro.com

5/8 maggio 2025 MILANO TUTTOFOOD

Salone dell’alimentazione www.tuttofood.it

9 maggio 2025 MILANO C eMI

Primo evento annuale dedicato al mondo delle agrocommodity in Italia www.cemi-milano.com

18/22 maggio 2025 DÜSSELDORF (GERMANIA) IBA

Salone della panificazione www.iba.de/en

27/30 maggio 2025 MILANO IPACK-IMA

Salone dell’imballaggio e dell’industria pastaria www.ipackima.com

11/13 giugno 2025 NAIROBI (KENYA) GRAINTECH AFRICA

Salone internazionale del grano www.graintechafrica.com

24/27 settembre 2025 BARI FSTP5 (FROM SEED TO PASTA 5)

Congresso internazionale di ricerca multidisciplinare sulla filiera del grano duro www.fromseedtopasta.com

4/8 ottobre 2025 COLONIA (GERMANIA) ANUGA

Salone dell’alimentazione www.anuga.com

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