La Goccia - Periodico - Ottobre 2012 anno XLV n.172

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Periodico edito dall’ Provinciale di Brescia Ottobre 2012 - anno LXIV - n. 172

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Fra gli studenti, solidarietĂ nelle scuole


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Periodico edito dall’ Provinciale di Brescia Ottobre 2012 - anno LXIV - n. 172

La stagione che si apre ci vede impegnati in un’opera di rivalutazione, rivalidazione e potenziamento dei punti raccolta associativi, in ottemperanza alla nuova normativa. È stato firmato il Protocollo d’intesa con la comunità montana della valle sabbia per l’acquisizione del centro di Barghe ed è in corso di definizione l’accordo con gli “Spedali Civili” per il nuovo centro di Gardone VT nei locali dell’ex ospedale. La sede provinciale si è assunta l’onere organizzativo ed in parte economico per far fronte a queste necessità Dopo il terremoto in Emilia Romagna, abbiamo evidenziato la necessità di lavorare ad un progetto di ricostruzione direttamente ed è stato scelto di incanalare le risorse ad un progetto pluriennale in diretta collaborazione - In accordo con la sede Regionale Avis Emilia Romagna – con la sezione di Carpi, che ha visto distrutto il proprio centro raccolta ospedaliero, e grazie alla disponibilità dei locali concessi dal comune ricostruirà sede e centro raccolta, adeguati alle normative. Procederemo ad un formale gemellaggio e alla divulgazione del progetto con costi e necessità. La Nostra attenzione si è poi concentrata sul programma formativo e di propaganda con l’avvio del progetto scuola in accordo con l’Università Cattolica. Abbiamo inoltre partecipato ad una ricerca sul rapporto intergenerazionale all’interno delle realtà associative e a breve organizzeremo degli incontri conoscitivi e di confronto nelle varie zone. Ricordiamo infine che siamo ormai a fine mandato e rinnoviamo l’invito a intraprendere iniziative inclusive all’interno dei Consigli e aperte ai giovani e alle nuove idee. Non una “rottamazione” ma la consapevolezza che solo da un attivo movimento all’interno della nostra associazione possa scaturire una reale opportunità di crescita, di garanzia di continuità al passo con i tempi.

Ottobre 2012 . Numero 172 . Anno LXIV

Sommario in questo numero:

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Avviso a gli avisini Requisiti minimi e futuro delle sezioni Indirizzario e notiziario “la goccia” Avis provinciale e Fobab Brescia, quasi un gemellaggio

18 NOTIZIE

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SVAGO IN ALTA VALLE Avisini sul Mortirolo

20 Lettere alla goccia

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ASSEMBLEA REGIONALE LOMBARDA Una fucina di progetti

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PIACERE AVIS E TU? Progetti di promozione della solidarietà dell’Avis provinciale di Brescia in collaborazione con L’Università Cattolica di Brescia

13 SPORT E SOLIDERIETà NELLA ADAMELLO SUPERTRAIL

14 DONARE LE

CELLULE STAMINALI EMOPOIETICHE

16 NUOVI CORSI ECM

NELLE AVIS LOMBARDE

17 PROGETTO CON IL

Dr. Gianpietro Briola Direzione Redazione e Amministrazione: Segreteria AVIS Piazzetta AVIS, 1 - 25124 Brescia Tel. 030 3514411 - Fax 030 3514490 Direttore responsabile: Marcello Zane Registrazione del Tribunale di Brescia - n. 2 del 14/2/1968 Sped. in abb. postale art. 2 - comm 20/c legge 662/96 Filiale di Brescia Progetto editoriale e stampa: Tipolitografia Pagani 25065 Lumezzane S.S. - via Divisione Acqui 10/12 tel. 030 8920276 - fax 030 8920487 - e-mail:ufficio@tip-pagani.it

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PATRIARCATO LATINO DI GERUSALEMME: L’UNIVERSITà DI MADABA

17 AVISINI NELLE

COMUNITà: UN IMPEGNO COSTANTE

Manerbio Rovato Sul lago di Garda San Paolo

19 Neo Cavalieri

Avis Ghedi

22 “El camino siempre

sorprende” Sul Cammino di Sant’Jago che molti avisini bresciani conoscono e percorrono, fra spiritualità e nuovi paesaggi interiori

23 Il Teatro Grande di Brescia

24 ll censimento del No Profit

25 La Guerra negli

occhi Presso la sede Avis provinciale venerdì 16 novembre 2012 ore 20,30 lo spettacolo che ha fatto il giro della provincia mettendo in scena il dramma dei soldati bresciani nella Grande guerra

25 Il 60° dell’Avis

Cremona

26 Gli avisini e la

redazione porgono alle famiglie sentite condoglianze


la goccia

Avviso a gli avisini Requisiti minimi e futuro delle sezioni Indirizzario e notiziario “la goccia”

U

n invito ed una richiesta: ogni avisino si faccia carico di comunicare alla propria sezione eventuale variazione del proprio indirizzo, oppure se nel suo nucleo familiare basta l’arrivo di una sola copia della “goccia”, chieda così la cancellazione dal nostro indirizzario di altri familiari; viceversa, se qualcuno non riceve “la goccia”, chieda alla propria sezione di essere inserito. Chiediamo quindi ai responsabili di sezione di farsi carico delle eventuali segnalazioni e

Avis provinciale e Fobab Brescia, quasi un gemellaggio

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volte non servono documenti formali, o impegni solenni, per avvicinare due realtà del volontariato e della cura alla persona. Un “quasi gemellaggio”, così ci piace chiamarlo, si stringe anche per comunanza di ideali, medesimi percorsi, scambi di relazioni vere. Ed è quello che è accaduto quest’esatte fra l’Avis provinciale Fobap

di aggiornare e verificare l’indirizziario, entro la data del mese di marzo 2013. Grazie per la preziosa collaborazione.

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l percorso è ormai avviato, ed è ora di avvicinarsi al tema con l’attenzione che merita. Certo vi sarà più di un’occasione per approfondire la questione, e già le Sezione bresciane ne vanno prendendo coscienza. Stiamo parlando dei “requisiti minimi”, ovvero di quei criteri e caratteristiche che fra breve anche l’Avis bresciana, e con esso gli avisini, dovranno garantire per mantenere alta efficienza e sicurezza. “Requisiti minimi”, dunque, uguali per tutti, e per il bene di tutti: ne tratteremo ampiamente in ogni sede, ma occorrerà l’impegno di ognuno. Ce lo auguriamo anche per il bene dell’Avis.

Brescia (la Fondazione che un tempo era nota come Anfass), l’Onluss che gestisce una ventina di centri di varia organizzazione e funzione, legati al mondo dell’handicap, alla inclusione sociale e accompagnamento in percorsi di scuola e lavoro di persone portatrici di handicap Agli inizi di giugno l’Avis provinciale ha ospitato i dipendenti della Fobap nella loro

tradizionale giornata di incontro: oltre un centinaio di persone hanno trovato modo di conoscere l’Avis provinciale e di svolgere nella nostra struttura la propria attività. Naturale, allora, che una rappresentanza dell’Avis provinciale abbia partecipato, con gioia e commozione, alla giornata inaugurale del nuovo Centro abilitativi per minori “Francesco Faroni”, sorto in città in via Duca degli Abruzzi e destinato ad accogliere bambini con disturbi generalizzati dello sviluppo. Fra le molte autorità presenti ed i rappresentanti delle istituzioni che hanno sostenuto il progetto, la presidente della Fobap Maria Villa Allegri ci ha accolto con grande gioia: nel segno di un’amicizia che ci onora nel segno che anche tutti gli avisini condividono per lo straordinario sforzo compiuto verso quanti - i bambini artistici o in difficoltà – abbisognano di tutta la nostra attenzione. la goccia 172 | ottobre 2012

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Svago in Alta Valle Avisini sul Mortirolo

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dirigenti AVIS della provincia di Brescia con qualche componente del consiglio della Vallecamonica si sono cimentati in una giornata di svago in Alta Valle e precisamente al Mortirolo. Ritrovo a Monno ore 9:30 presso l’agriturismo “Vecchio Scarpone”. Partenza per il Mortirolo e prima tappa al Pianaccio, 2160 m s.l.m. Intrapresa a

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piedi la strada militare sterrata costruita dai militari della prima guerra che sale verso il Monte Pagano passando per il Pian Di Lochèr dove è stato possibile visitare le varie postazioni del tempo della guerra 15/18 che erano le postazioni della terza linea. In particolare ancora ben evidenziato lo sbarramento che circonda la vetta del

Monte Pagano 2346 m s.l.m. Molto ben evidenziato il basamento della casermetta dove venivano alloggiati i militari. Visitati questi meravigliosi luoghi, in una incantevole giornata, non poteva mancare qualche ora di soddisfazione presso il ristorante “San Giacomo” in Mortirolo.


la goccia

Assemblea regionale Lombarda: una fucina di progetti

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o splendido Centro Congressi dell’Antico Borgo Certosa, a pochi passi dalla Certosa di Pavia, ha ospitato lo scorso sabato 21 aprile la 41ima Assemblea regionale di Avis Lombardia, che ha visto la presenza di oltre 250 rappresentanti da tutta la rete avisina sul territorio. La giornata si è aperta con i saluti istituzionali del Presidente di Avis provinciale Pavia Francesco Spadini, seguiti da quelli dell’assessore provinciale al volontariato e coesione sociale Francesco Brendolise e del presidente della Provincia Daniele Bosone, vicepresidente della Commissione Sanità del Senato. Oltre ai dovuti interventi di natura istituzionale e statutaria, la presentazione in anteprima del bilancio sociale 2011 di Avis Lombardia è stata la base per il confronto con l’assemblea sui i temi più importanti per il futuro del sistema Avis in regione nei prossimi anni. “Radici e valori nel nostro agire volontario”: questo era lo slogan dell’assemblea, fortemente richiamato nella lettera agli stakeholder del Bilancio Sociale e nella relazione del presidente Domenico Giupponi, che ha centrato la sua comunicazione sulla necessità di una ripresa e condivisione dei valori

fondanti dell’associazione e sulla necessità di non perderli di vista perché “..costretti ad rincorrere numeri e bilanci economici, che sono importanti, ma che potrebbero fuorviare l’opera prima volontaria”. Il principio dell’autonomia statutaria, ha inoltre sottolineato Giupponi, deve bilanciarsi e trovare il giusto equilibrio con la condivisione

degli obbiettivi, con lo sforzo da compiere tutti insieme se si vogliono affrontare le prossime sfide e mantenere il ruolo centrale nel sistema dell’autosufficienza. Il Presidente Giupponi ha concluso il suo intervento descrivendo le molte attività intraprese da Avis regionale nel 2011 e lanciando all’assemblea un richiamo molto forte alla necessità di una “rifondazione etica, che può rappresentare un percorso simbolico capace di attribuire senso all’articolata esperienza dell’associarsi per sostenere, promuovere e diffondere la pratica della donazione come valore condiviso” A seguire, dopo la presentazione del bilancio consuntivo regionale che si chiude con un avanzo di gestione, la presentazione dei progetti regionali più importanti: il nuovo rapporto di collaborazione con CONI e Regione Lombardia per promuovere stili di vita responsabili, il progetto Nuovi Cittadini per la cultura della solidarietà nei nuovi italiani ed il progetto OLDA, un osservatorio longitudinale sui donatori avisini la goccia 172 | ottobre 2012

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Piacere AVIS. E tu? Progetti di promozione della solidarietà dell’Avis provinciale di Brescia in collaborazione con L’Università Cattolica di Brescia

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iparte il programma di promozione all’interno delle scuole bresciane, quest’anno affidato alla collaborazione scientifica e logistica dell’Università cattolica di Brescia.

Piacere: Avis. E tu?

Dove? - presso la scuola; - Avis Provinciale Brescia; - sezioni Avis presenti sul territorio.

Come? Con interventi dalla durata di 1-2 ore, in base alla disponibilità delle scuole.

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Questo il programma delle iniziative, che saranno rivolte a: • scuola primaria di primo grado: intervento in classe; • scuola primaria di primo grado: visita in sede; • scuola secondaria di primo grado: intervento in classe; I nostri contatti • scuola secondaria di primo grado: visita in sede; • scuola secondaria di secondo grado: intervento in classe; • scuola secondaria di secondo grado: visita in sede. Referenti Vi saranno poi proposte personalizzate: su richiesta dei referenti scolastici sarà possiMirela Tingire bile ideare una specifica progettazione legata 338.6664962 a determinati temi (donazione, solidarietà, cittadinanzamirela.tingire@libero.it attiva, ecc…). Infine alcuni passaggi saranno mirati alla possibilità futura di diventareAlessandra volontario, aderire a proposte Bresciani dell’Avise incentivare nuove attività per l’A338.6856119 vis. Ancora, saranno proposti modelli di valutazionealessandra.bs@libero.it della classe, di gradimento degli insegnanti (customer satisfaction) e di interesse per eventuali altre attività.

tualizzarle. Riconoscere la diversità degli stili di vita e valutare le conseguenze di ciascuno; Riconoscere quanto il proprio stile di vita sia importante per star bene.

Proposta 1 ‘5 Cambiamento del setting e introduzione. Creazione di uno spazio ampio; presentazioni e introduzione dell’attività. ‘10 Stimolo _ La solidarietà vista dagli occhi di un bambino. Visione di uno spezzone filmico: “Un sogno per il domani” e breve discussione. ‘10 Attività _ Aiutare gli altri è? Condivisione delle proprie esperienze; individuazione da parte di ogni bambino di un aggettivo che viene pronunciato mentre passano un gomitolo di lana ad un compagno. Questo gomitolo serve per “legare” i bambini tra di loro in modo da creare una rete. Tutti gli aggettivi individuati dai bambini vengono segnati sulla lavagna. ‘10 Attività _ Io aiuto così! Individuazione da parte di ogni bambino di un’attività o gesto che è disposto a fare per poter aiutare gli altri. Questa attività o gesto viene pronunciata ad alta voce passando per Avis Provinciale Brescia la seconda volta il gomitolo a un compagno Le Proposte 1.1 Scuola primaria di primo grado – ‘20 Attività _ Il futuro della rete. 1 Brescia InterventoPiazzetta in classeAvis, (Min.‘60) Creazione della “casa della rete”: in un conProgetti dile promozione Formatori: Formatori, volontari Avis. tenitore vengono riportate concettualizzaTel: 030.3514411 Finalità: Attivare gli studenti alla cit- zioni emerse dall’attività precedente e viene della solidarietà info@avisprovincialebrescia.it tadinanza attiva e alla solidarietà. abbellito con immagini sulla solidarietà Obiettivi: Aumentare conoscenze Brescia sulle selezionate dai bambini. Facebook: AvisleProvinciale realtà associative presenti sul territorio, in ‘5 Valutazione finaleAnno e commiato. 2012-2013 particolare sull’Avis; Rispondere alle curiosità Compilazione delle schede di valutazione dei ragazzi rispetto ad alcune associazioni; da parte degli studenti e dell’insegnante; Riconoscere i propri valori, le esperienze di consegna di gadgets dell’Avis. solidarietà proprie e dei compagni e concet-


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orio.

i 1-2 delle

la goccia Proposta 2 ‘5 Cambiamento del setting e introduzione. Creazione di uno spazio ‘15 Attività _ Presentazione di una mappa della città; riflessione individuale sulle associazioni di volontariato conosciute e trascrizione delle stesse su specifici simboli. ‘15 Attività _ Discussione in plenaria: • il numero delle associazioni presenti; • i settori di cui si occupano; • le diversità e gli aspetti in comune (le “vie della Solidarietà”) ‘20 Attività _ Disposizione dei bambini in cerchio; individuazione da parte di ogni bambino di un aggettivo che viene pronunciato terminando la frase “quando aiuto mi sento…”; dopo aver completato la frase passano Scrat (pupazzo dell’Era Glaciale) ad un compagno. Tutti gli aggettivi individuati vengono trascritti nel “cielo della nostra città”. Condivisione delle

I nostri contatti

Referenti Mirela Tingire 338.6664962 mirela.tingire@libero.it

Alessandra Bresciani 338.6856119 alessandra.bs@libero.it

Avis Provinciale Brescia Piazzetta Avis, 1 Brescia Tel: 030.3514411 info@avisprovincialebrescia.it Facebook: Avis Provinciale Brescia

esperienze; individuazione da parte di ogni bambino di un’azione compiuta che viene socializzata completando la frase “il mio gesto più bello è…”; tutte le azioni individuate dai bambini vengono trascritte negli “alberi della nostra città”. ‘5 Valutazione finale e commiato. Compilazione delle schede di valutazione da parte degli studenti e dell’insegnante; consegna di gadgets dell’Avis. Metodo: attivo, induttivo; a promuovere una riflessione critica sul Materiale audio-visivo, giochi e attività didattiche, materiale promozionale dell’Avis e gadgets. Proposte didattiche per continuare: • Arte: nuovo disegno per la maglietta dell’Avis; • Matematica: calcolare la % di sangue nel nostro corpo; • Scienze: cosa significa trasfusione? • Italiano: illustrare e descrivere brevemente alcuni propria esperienza di vita. Raccontare proverbi e modi di dire riguardanti il sangue. 1.2 Scuola primaria di primo grado – Visita in sede (‘120) Formatori: Formatori, volontari Avis. Finalità: Attivare gli studenti alla cittadinanza attiva e alla solidarietà. Obiettivi: Aumentare le conoscenze sulle realtà associative presenti sul territorio, in particolare dell’Avis; Rispondere alle curiosità dei ragazzi rispetto alla realtà dell’Associazione; Riconoscere la semplicità del gesto della donazione e imparare il percorso del donatore di sangue; Riconoscere l’importanza dei volontari per le attività della struttura. Attività: ‘15 Accoglienza e introduzione Accoglienza dei ragazzi, presentazione della realtà in cui ci si trova e organizzazione della mattinata. ‘40 Io: volontario! Ogni bambino riceverà un biglietto con un’immagine-simbolo riconducibile a una promozione delleProgetti sette tappedi della donazione (interesse a fare qualcosa utile: ragazzo felice; acdella disolidarietà coglienza: bigliettino con il numero; emoglobina: due goccioline in bianco e nero; visita medica: sala d’attesa con delle persone; Anno 2012-2013 ritiro sacche: una sacca di plastica vuota; donazione: un ragazzo che porge un regalo ad un anziano; ristoro: un succo di frutta). Tutti i bambini in possesso dello stesso sim

bolo formeranno un gruppo. I sette gruppi formatisi, andranno in una determinata zona dell’aula (postazione). Domande stimolo: • “Che cosa ci ricorda?” • “Cosa c’entra con l’Avis?” Le risposte verranno segnate su un foglio e condivise in plenaria seguendo l’ordine delle tappe della donazione. ‘20 Attività _You’re Welcome! Ogni gruppo dovrà conoscere e diventare responsabile della propria area. Creazione di coppie di gruppi che dovranno spiegare ruolo e funzioni del proprio settore valutandosi e a vicenda. Il formatore ascolta, valorizza ed eventualmente integra. ‘30 Attività _Come puoi aiutare l’Avis? Riflessione e confronto nel piccolo gruppo sulle azioni di solidarietà che ogni singolo svolge nella vita quotidiana e sui modi per aiutare l’Avis scaturiti dal confronto tra i componenti. Seguirà una condivisione in plenaria delle idee emerse. ‘15 Conclusione e valutazione. Distribuzione di materiale informativo; merenda; eventuale foto di gruppo e rientro a scuola. Mezzi e strumenti: Materiale dell’Avis, occorrente per la donazione, slides gruppi sanguigni. Proposte didattiche per continuare • Arte: nuovo disegno per la maglietta dell’Avis; • Matematica: calcolare la % di sangue nel nostro corpo • Scienze: cosa significa trasfusione? • Italiano: illustrazione e brevi descrizioni di atti di solidarietà legati al esperienza di vita. Raccontare proverbi e modi di dire riguardanti il sangue. 2.1 Scuola secondaria di primo grado – Intervento in classe (Min. ‘60) Formatori: Formatori, volontari Avis. Finalità: Attivare gli studenti alla cittadinanza attiva e alla solidarietà. Obiettivi: Aumentare le conoscenze sulle realtà Associative presenti sul territorio, in particolare dell’Avis; Rispondere alle curiosità dei ragazzi rispetto ad alcune Associazioni; Riconoscere i propri valori, le esperienze di solidarietà proprie e dei colleghi e concettualizzarle; Riconoscere la diversità degli stili di vita e valutare le conseguenze di ciascuno; Riconoscere quanto il proprio stile di vita sia importante per star bene. la goccia 172 | ottobre 2012

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Proposta 1 ‘5 Cambiamento del setting e introduzione. Creazione di uno spazio ampio; allestimento; presentazioni e introduzione dell’attività. ‘15 Stimolo _La solidarietà vista dagli occhi di un ragazzo Visione di uno spezzone filmico: “Un sogno per il domani”; discussione. ‘15 Attività _Sfoglio, scelgo e… attacco! Distribuzione di giornali, riviste, dépliant di vario tipo; individuazione dell’immagine che meglio rappresenta la concezione di solidarietà. Tutte le immagini verranno attaccate sulla “rete solidale”, precedentemente appesa in classe; discussione guidata su vari modi di vivere e concepire la solidarietà in base alle immagini selezionate. ‘20 Attività _Dare e ricevere. Distribuzione di 2 post-it a forma di cuore a ciascuno; sul primo viene scritta un’azione

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che gli allievi sono disposti a fare per gli altri; sul secondo un’azione che vorrebbero ricevere. I post- it vengono attaccati su due grandi cuori di cartone: il cuore del dare e il cuore del ricevere. Discussione guidata_Analisi dei termini emersi. • Similitudini e differenze; • Le nostre sensazioni quando diamo e quando riceviamo; • La nostra ultima esperienza del dare e del ricevere. ‘5 Valutazione finale e commiato. Compilazione delle schede di valutazione da parte degli studenti e dell’insegnante; consegna di gadgets dell’Avis. Proposta 2 ‘5 Cambiamento del setting e introduzione. Creazione di uno spazio ampio; allestimen-

to; presentazioni e introduzione dell’attività. ‘10 Attività _La città delle Associazioni. Presentazione di una mappa della città; riflessione individuale sulle associazioni di volontariato conosciute e trascrizione delle stesse su specifici simboli; raccolta di esperienze ed episodi legati alla solidarietà, al dono e all’aiuto. ‘10 Attività _E l’Avis? Raccolta delle conoscenze circa il mondo dell’Avis: valorizzazione ed eventuale integrazione con elementi peculiari dell’associazione. ‘15 Attività _Guardiamo la nostra città! Discussione in plenaria: • il numero delle associazioni presenti; • i settori di cui si occupano; • le diversità e gli aspetti in comune (le “vie della Solidarietà”); ‘15 Attività


la goccia Riflessione su ciò che manca e individuazione possono essere effettivamente realizzabili per migliorare la città, sia individualmente che come gruppo ‘5 Valutazione finale Compilazione delle schede di valutazione da parte degli studenti e dell’insegnante, consegna di gadgets dell’Avis. Metodo: attivo, induttivo; utilizzo di stimoli atti a valorizzare gli interventi emersi e a promuovere una riflessione critica sulle proprie e altrui esperienze. Materiale audio-visivo, giochi e dell’Avis e gadgets. Proposte didattiche per continuare: Arte: costruire una mappa della città con le associazioni; Italiano: ideare un fumetto sulla solidarietà; Matematica: calcolare la percentuale del sangue nel calorie acquisite e consumate in un arco temporale; Inglese: traduzione di termini legati all’Avis (sangue, trasfusione, misurazione della pressione, battiti, emoglobina…); realizzazione di uno slogan dell’Avis in lingua inglese; Storia: la storia dell’Avis; Geografia: l’Avis nel mondo; Educazione Fisica: “Mens sana in corpore sano”: il menu della settimana.

2.2 Scuola secondaria di primo grado – visita in sede (‘120) Formatori: Formatori, volontari Avis. Finalità: Attivare gli studenti alla cittadinanza attiva e alla solidarietà. Obiettivi: Aumentare le conoscenze sulle realtà Associative presenti sul territorio, in particolare dell’Avis; Rispondere alle curiosità dei ragazzi rispetto alla realtà dell’Associazione; Riconoscere la semplicità del gesto della donazione e imparare il percorso del donatore di sangue; Riconoscere l’importanza della presenza dei volontari per le attività della struttura. Attività ‘15 Accoglienza e introduzione. Accoglienza dei ragazzi, presentazione della realtà in cui ci si trova e organizzazione della mattinata. ‘40 Io: volontario! Ogni allievo riceverà un biglietto con un’immagine-simbolo riconducibile a una delle sette tappe della donazione (interesse a fare qualcosa di utile: ragazzo felice; accoglienza: bigliettino con il numero; emoglobina: due goccioline in bianco e nero; visita medica: sala d’attesa con delle persone; ritiro sacche: una sacca di plastica vuota; donazione: un ragazzo che porge un regalo ad un anziano; ristoro: un succo di frutta). Tutti i ragazzi in possesso dello stesso simbolo forme-

ranno un gruppo. I sette gruppi formatisi, andranno in una determinata zona dell’aula (postazione). Domande stimolo: • “Che cosa ci ricorda?” • “Cosa c’entra con l’Avis?” Le risposte verranno segnate su un foglio e condivise in plenaria seguendo l’ordine delle tappe della donazione. ‘20 Attività _You’re Welcome! Ogni gruppo dovrà conoscere e diventare responsabile della propria area. I capogruppo si riuniranno all’entrata ed effettueranno il percorso dell’Avisino mentre i ragazzi di ogni area dovranno fornire tutte le dovute spiegazioni. Il formatore ascolta, valorizza e integra. ‘30 Attività _Cosa fai tu? Confronto in gruppo rispetto alle azioni di solidarietà svolte nella vita quotidiana. Valorizzazione dei contributi emersi. Domanda stimolo _Come puoi aiutare l’Avis? Confronto di gruppo sui possibili modi per aiutare il mondo dell’Avis e sull’importanza dell’attivazione di ciascuno nella trasmissione dei contenuti appresi. ‘15 Conclusione e valutazione. Distribuzione materiale informativo, merenda, eventuale foto di gruppo e rientro a scuola.

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Mezzi e strumenti: Materiale dell’Avis, occorrente per la donazione, slides Gruppi sanguigni. Proposte didattiche Arte: costruire una mappa della città con le associaizoni Italiano: ideare un fumetto sulla solidarietà; Matematica: calcolare la percentuale del sangue nel nostro corpo. Calcolare le calorie acquisite e consumate in un determinato momento; Inglese: traduzione della parola sangue in lingua inglese; Storia: la storia dell’Avis; Geografia: l’Avis nel mondo; Educazione Fisica: “Mens sana in corpore sano”: il menù della settimana. 3.1 Scuola secondaria di secondo grado – Intervento in classe (Min. ‘60) Formatori: Formatori, volontari Avis. Finalità: Attivare gli studenti alla cittadinanza attiva e alla solidarietà.

Piacere: Avis. E tu?

Dove? - presso la scuola; - Avis Provinciale Brescia; - sezioni Avis presenti sul territorio.

Come? Con interventi dalla durata di 1-2 ore, in base alla disponibilità delle scuole.

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Obiettivi: Aumentare le conoscenze sulle realtà Associative presenti sul territorio, in particolare dell’Avis; Rispondere alle curiosità dei ragazzi rispetto ad alcune Associazioni; Riconoscere i propri valori, le esperienze di solidarietà proprie e dei colleghi e concettualizzarle; Riconoscere la diversità degli stili di vita e valutare le conseguenze di ciascuno; Riconoscere quanto il proprio stile di vita sia importante per star bene. Proposta 1 ‘5 Cambiamento del setting e introduzione. Creazione di uno spazio ampio; allestimento; presentazioni e introduzione dell’attività. ‘15 Stimolo _Visione del discorso di Severn Suzuky: la bambina che zittì il mondo (Onu 1992). Discussione guidata: • Come si crea un mondo migliore? • Quali sono le persone che conoscete che si rendono utili? • Che cosa potete fare voi per rendere il mondo un po’ migliore? che cosa già fate? • Che cosa ostacola, invece? ‘20 Attività _La cittadinanza secondo noi! Divisione inI gruppi nostrie creazione contattidi un “Documento Ufficiale” della solidarietà composto da 5 princìpi; ideazione nel piccolo gruppo di azioni concrete e facilmente realizzabili in prima persona. ‘15 Condivisione in plenaria. PresentazioneReferenti dei “Documenti Ufficiali”; valorizzazione delle idee emerse. Mirela ‘5 Valutazione finale Tingire e… teniamoci in contatto! 338.6664962 Compilazione delle schede di valutazione da partemirela.tingire@libero.it degli studenti e dell’insegnante; consegna di gadgets dell’Avis; compilazione Bresciani raccoltaAlessandra di e-mail e contatti Proposta 2 338.6856119 ‘5 Cambiamento del setting e introduzione alessandra.bs@libero.it Creazione di uno spazio ampio; allestimento; presentazioni e introduzione dell’attività. ‘15 Stimolo _Visione del discorso di Severn Suzuky la bambina che zittì il mondo (ONU Avis Provinciale Brescia 1992). Discussione guidata: • QualiPiazzetta sono le persone realmente fanno Avis, 1cheBrescia qualcosa di utile per la società? • Quali sono valori che, a vostro parere, Tel:i 030.3514411 le guidano? info@avisprovincialebrescia.it • Che cosa potete fare voi per rendere il mondo un po’Avis migliore? che cosa già fate? Facebook: Provinciale Brescia • Che cosa ostacola, invece? ‘10 Attività _Il filo delle azioni. Domande stimolo: Quale azione corrisponde alle vostre parole, ai vostri valori? Quale azione vi rappresenta

meglio? Cosa significa per voi “essere un cittadino attivo?” cosa vi fa sentire utili per gli altri? Distribuzione di post-it su cui scrivere un’azione, un gesto che realmente sarebbero disposti a fare. I post-it vengono poi appesi ad un filo che attraversa l’aula. Breve analisi delle azioni individuate. ‘10 Attività _Testimonianza diretta dei formatori. Cosa significa “essere volontari Avis”; spazio per eventuali domande e curiosità. ‘15 Attività Il NOSTRO modo di agire Divisione in gruppi e creazione di un Documento della solidarietà composto da 5 principi. Ideazione di azioni concrete e facilmente realizzabili in prima persona che possano portare a dei miglioramenti nella società; condivisione in plenaria. ‘5 Valutazione finale e… teniamoci in contatto! Compilazione delle schede di valutazione da parte di studenti e insegnanti e consegna di gadgets dell’Avis; raccolta di email e contatti Metodo: attivo, induttivo; utilizzo di stimoli atti a valorizzare gli interventi emersi e a promuovere una riflessione critica sulle Materiale: audiovisivi e gadgets Proposte didattiche per continuare Arte: mostra fotografica su solidarietà, donazione e/o cittadinanza attiva; Italiano: completare la stesura del Document; raccolta modi di dire e proverbi sulla donazione del sangue; Scienze: malattie sessualmente trasmissibili; la composizione del sangue; Matematica: calcolare la percentuale di sangue nel nostro corpo; calcolare le calorie acquisite e consumate in un arco temporale Inglese: traduzione del “Documento Universale”; realizzazione di uno slogan dell’Avis in lingua inglese; Storia: raccontare la storia dell’Avis; Geografia: l’Avis nel mondo; Educazione Fisica: “Nove modi sani per bruciare 200 calorie” . proprie e altrui esperienze.

Progetti di promozione 3.2 Scuola della secondaria solidarietàdi secondo grado – visita in sede (‘120)

Formatori: Formatori, volontari Avis Finalità: Attivare gli studenti alla cittadinanza Anno 2012-2013 attiva e alla solidarietà. Obiettivi: Aumentare le conoscenze sulle realtà Associative presenti sul territorio, in particolare dell’Avis; Rispondere alle curiosità


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dei ragazzi rispetto alla realtà dell’Associazione; Riconoscere la semplicità del gesto della donazione e imparare il percorso del donatore di sangue; Riconoscere l’importanza della presenza dei volontari all’interno della struttura. Attività ‘10 Accoglienza e introduzione Accoglienza dei ragazzi, presentazione della realtà in cui ci si trova e organizzazione della mattinata. ‘30 Stimolo _Visione del monologo finale “the big Kahuna” – Phil Cooper. Discussione guidata con domande stimolo; suddivisione in gruppi; riflessione sui consigli emersi dal monologo e individuazione di ulteriori consigli utili. Trascrizione di questi su un foglio e condivisione in plenaria. ‘15 Attività _Il profilo del donatore Creazione del “Profilo del donatore”, individuando somiglianze e differenze col proprio stile di vita; presentazione del questionario di buona salute che ogni volontario Avis riceve prima della donazione. ‘25 Attività _Il percorso dell’Avisino I ragazzi effettueranno lo stesso percorso dell’Avisino. In ogni fase riceveranno tutte le informazioni legate all’area e potranno fare interventi e chiedere ulteriori spiegazioni. I ragazzi saranno invitati a compilare in forma anonima il questionario di buona salute con

successiva “autovalutare”. ‘25 Domanda stimolo _Come puoi aiutare l’Avis? Raccolta di tutti i questionari compilati; estrazione casuale di 3 questionari e analisi in plenaria. Presentazione delle altre attività svolte dall’Avis; confronto di gruppo sui possibili modi per aiutare l’Associazione e sull’importanza dell’attivazione di ciascuno nella trasmissione dei contenuti appresi. ‘15 Conclusione e valutazione. Distribuzione materiale informativo, merenda, eventuale foto di gruppo e rientro a scuola. Mezzi e strumenti: Materiale dell’Avis, occorrente per la donazione, slides gruppi sanguigni. Proposte didattiche per continuare Arte: mostra fotografica su solidarietà, donazione e/o cittadinanza attiva; Italiano: completare la stesura del “Documento Universale”; raccontare modi di dire e proverbi sulla donazione del sangue; Scienze: malattie sessualmente trasmissibili; aboratorio sui gruppi sanguigni e sulla composizione del sangue; Matematica: calcolare la percentuale di sangue nel nostro corpo; calcolare le calorie acquisite e consumate in un arco temporale Inglese: traduzione del “Documento Universale”; realizzazione di uno slogan dell’Avis

in lingua inglese; Storia: raccontare la storia dell’Avis; Geografia: l’Avis nel mondo; Educazione Fisica: “Nove modi sani per bruciare 200 calorie” . Che effetto fa? Gli interventi in classe o in sede potrebbero produrre diversi risultati: 1. Continuare ad affrontare il tema in alcune discipline 2. Diventare volontario In seguito all’incontro, i ragazzi e/o gli insegnanti decidono di diventare donatori o volontari Avis. 3. Aderire a proposte dell’Avis, quali ad esempio: - biciclettata; - festa di primavera; - olimpiadi della matematica; - feste e iniziative promosse a livello locale. 4. Incentivare nuove attività per l’Avis I ragazzi e gli insegnanti si fanno promotori dell’Associazione ideando nuove attività per coinvolgere altri giovani (es. allestimento di un punto informazioni per la festa di fine anno, ecc…).

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Sport e solidarietà nella Adamello Supertrail

I

l maltempo e la frana abbattutasi venerdì in Valcamonica hanno interrotto anticipatamente l’Adamello Supertrail.
Alle due di sabato notte infatti gli organizzatori dell’ultramaratona più dura delle Alpi - partita venerdì mattina alle 10.10 da piazza Loggia - hanno deciso di interrompere la gara, diventata troppo pericolosa a causa dei forti temporali che si stavano abbattendo sulla zona.
Impossibile inoltre inoltre per gli uomini della sicurezza raggiungere il Sentiero numero 1 dell’Adamello a causa della frana in Val Rabbia, sentiero che avrebbe visto il passaggio del runners.

 La vittoria è così andata a Matteo Bertoli, seguito da Nicola Bassi, vincitore lo scorso anno e che venerdì si è aggiudicato il «Trofeo Fulvio Manzoni». L’Adamello Supertrail si snoda su un percorso di 160 km che include diversi ambienti - ha spiegato Pierluigi Panigada, direttore della manifestazione -. Abbiamo creato questa gara per unire i due percorsi di trekking più famosi del bresciano, ossia il Tre Valli e il numero 1 dell’Adamello».

 
Anche per questa terza edizione della supermaratona era prevista una gara più breve, la «Prealpi Trail», di 90 km e, da quest’anno, la «Val Palot Trail» di 50 km.
«Le corse con distanza minore servono più che altro come test per i neofiti», ha commentato Devis Biena, organizzatore della gara. «Più della metà dei 130 atleti iscritti ha scelto di correre l’intero percorso». Grazie alla sponsorizzazione di Aido e Avis l’«Adamello Supertrail» è anche un appuntamento con la solidarietà. «Durante questa gara ogni atleta dà tutto se stesso», hanno commentato Luigi Bernardelli, presidente Aido della Valtrompia, ed Ezio Quaglietti dell’Avis, che hanno colto l’occasione per rimarcare l’importanza della donazione del sangue e degli organi».

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Donare le cellule staminali emopoietiche

A

d un donatore di sangue parlare di cellule staminali è come fare un racconto a ritroso e ricordargli che tutto quello che lui dona, ad eccezione del plasma, ha un unico “genitore” che sa ben più che “farsi in quattro” per garantire che in circolo ci siano tutti gli elementi figurati indispensabili alla sopravvivenza. Fuor di metafora le Cellule Staminali Emopoietiche (CSE), presenti nel midollo osseo, hanno la caratteristica di essere totipotenti, cioè capaci di differenziarsi nelle varie linee cellulari e di replicare sé stesse. Di per sé sono piuttosto scarse ma, oltre a possedere una attività produttiva enorme (ogni giorno generano 200-400 miliardi di cellule nuove) il loro numero resta invariato durante tutta la vita, anche se dovessero in parte venire prelevate (donazione).

Dove si usano le CSE

Il fatto che le CSE si possano donare potrebbe essere di interesse per un donatore di sangue, visto che una notevole quantità delle sue donazioni vanno a beneficio degli stessi pazienti che hanno necessità di staminali. Sarebbe un modo per chiudere il cerchio: col sangue si vanno a supportare le varie fasi del percorso terapeutico, con le staminali si cura la malattia.

GENE A

Le patologie per le quali è indicato un trapianto di CSE sono numerose, vanno dai tumori del sangue( Leucemie acute linfoidi e mieloidi, Linfomi di HD e non HD, Mielodisplasie, Mieloma multiplo etc.), a patologie con perdita di funzionalità (Aplasia midollare) , ad errori congeniti ( Immunodeficienze primitive, Talassemia major, Osteopetrosi etc.). Il trapianto di cellule staminali empoietiche (CSE) o di midollo osseo, come più comunemente fino a poco fa si usava dire, da anni si è affermato come una delle strategie terapeutiche più utili nella cura delle emopatie maligne o ereditarie, di cui si è accennato sopra, per le quali le terapie convenzionali non offrono che scarse o nulle possibilità di guarigione. Per trapianto si intende la sostituzione di un midollo osseo malato o non funzionante, con cellule staminali sane in grado di rigenerare tutte le cellule del sangue, ricostituendo le normali funzioni ematologiche e immunologiche. Il trapianto può essere autologo (trapianto di CSE dello stesso paziente dopo opportuno trattamento) o allogenico (trapianto di CSE da un donatore sano). In quest’ultimo caso è indispensabile reperire un donatore con caratteristiche genetiche simili (compatibilità tissutale) a quelle del ricevente.

B

C

Il sistema dei geni

La compatibilità tissutale è il problema da superare, ben noto anche nella donazione di sangue, ma che è grandemente amplificato quando dai globuli rossi si passa ad un sistema genetico che controlla l’espressione di strutture (antigeni) presenti su tutta la superficie del nostro corpo. Questo complesso di geni permette al sistema immunitario di ognuno di noi di riconoscere ciò che è uguale o diverso da sé stesso e quindi di reagire contro cellule estranee o addirittura le proprie se modificate Ciascuno di noi possiede un patrimonio di geni, ereditati dai genitori, che, come le impronte digitali, ci caratterizza in maniera univoca. Nell’uomo il gruppo di geni che controlla il “riconoscimento” dei vari tessuti dell’ organismo è definito “Sistema HLA “(Human Leucocyte Antigens). Lo studio di tali geni si effettua mediante test che utilizzano tecniche di biologia molecolare, genericamente definiti Tipizzazione tissutale o Tipizzazione HLA. Negli anni la complessità del sistema si è via via magnificata con l’individuazione nella popolazione di continue nuove varianti o alleli, alcuni molto frequenti nella popolazione , altri meno e ad un enorme numero di allelli rari. Per esemplificare in tabella sono riportate le varianti per i principali geni che fanno parte del sistema e che sono tutti su un unico cromosoma, il numero 6

DRB1 DQB1

Alleli 2013 2605 1551 1159 176

rappresentano i due cromosomi paterni che vengono ereditati rappresentano i due cromosomi materni che vengono ereditati

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la goccia Chi può essere il donatore?

Tra fratelli esiste una buona probabilità (25%) di ritrovare gli stessi determinanti HLA Ma, come si vede in fig.1, anche in una famiglia numerosa non è detto sia possibile trovare un compatibile. Infatti sia il bimbo con combinazione ( a d ) che la bimba con la combinazione ( b d ) sono unici in famiglia. Tra individui in cui non c’è ereditarietà comune, la probabilità di trovare gli stessi determinanti HLA è piuttosto rara, considerato l’enorme numero di varianti esistenti ( tab.1) Nonostante la difficoltà nel reperire soggetti con caratteristiche genetiche simili al di fuori della famiglia, i risultati soddisfacenti ottenuti ricorrendo a donatori non consanguinei hanno portato, verso la metà degli anni ’80, al fiorire in tutto il mondo di Registri Nazionali di potenziali donatori di midollo osseo. Tali organizzazioni costituiscono delle vere e proprie banche dati che, collegate tra di loro in una rete internazionale, rendono accessibile ad un singolo paziente un pool di donatori estremamente ampio. Tale strategia è necessaria per aumentare la probabilità di reperire un donatore compatibile che, come si diceva , a causa dell’elevato numero di combinazioni possibili (polimorfismo) del sistema HLA, oscilla, in rapporto alla frequenza delle caratteristiche (fenotipo) considerate, da 1 su 1.000 a 1 su 100.000. Anche in Italia è stato avviato, nel 1989, sulla spinta di diverse Società Scientifiche interessate alla materia (Società Italiana di Ematologia, Associazione Italiana di Immunogenetica e Biologia dei Trapianti, Associazione Italiana Emato-Oncologia Pediatrica, Società Italiana di Immunoematologia e Trasfusione del Sangue), un programma denominato “Donazione di Midollo Osseo”. E’ stato, quindi, istituito il Registro nazionale Italiano Donatori di Midollo Osseo, internazionalmente noto come IBMDR (Italian Bone Marrow Donor Registry), con sede a Genova presso il Laboratorio di Istocompatibilità dell’E.O. “Ospedali Galliera”, la cui attività è stata istituzionalmente riconosciuta con la

Legge n.52 del marzo 2001. Esso ha lo scopo di procurare ai pazienti ematologici in attesa di trapianto, ma privi del donatore ideale (il fratello HLA-identico), un volontario, estraneo alla famiglia, con caratteristiche immunogenetiche tali da consentire l’atto terapeutico con elevate probabilità di successo.

necessaria l’assunzione di farmaci né prima, né dopo la donazione, se non del ferro per bocca in caso di carenza

Al Registro Italiano si è affiancata, all’inizio degli anni ’90, l’Associazione Donatori Midollo Osseo (ADMO) nata in Regione Lombardia sulla spinta di genitori di pazienti in attesa di trapianto, la cui “mission” è di informare la popolazione sulla tematica della donazione e conseguentemente reclutare potenziali donatori di CSE disponibili ad iscriversi al Registro IBMDR

2. Peripheral Blood Stem Cells (PBSC)

Come avviene la donazione?

Le cellule staminali emopoietiche possono essere raccolte con due modalità distinte: 1. prelevandole direttamente da midollo osseo (cellule staminali midollari) 2. da sangue periferico (PBSC Peripheral Blood Stem Cells) Il donatore può esprimersi liberamente sulle due modalità e indicare la sua disponibilità per una sola o entrambe.

1. Cellule staminali midollari

Le cellule staminali midollari vengono prelevate dal midollo osseo mediante ripetute punture delle creste iliache posteriori(ossa del bacino). Trattandosi di punture ossee, è necessario che il prelievo venga eseguito in anestesia, risultando altrimenti doloroso. Il prelievo dura, di norma, un’ora. All’uscita dalla sala operatoria, il donatore viene tenuto spedalizzato per un periodo di 48 ore. Nei giorni successivi egli avvertirà del dolore, in genere contenuto, nelle sedi di prelievo e un po’ di stanchezza per l’abbassamento dell’emoglobina. Dopo pochi giorni, la dolorabilità è praticamente nulla e il midollo prelevato si ricostituisce spontaneamente in 7-10 giorni; è opportuno, comunque, che, una settimana prima della data fissata per il prelievo, il donatore si sottoponga all’autodonazione di una o più unità di sangue che gli verranno reinfuse, in sala operatoria, per bilanciare il volume di sangue circolante. Non è, di norma,

Da quanto sopra, appare ragionevole prevedere che un donatore debba restare assente non più di una settimana dalle sue abituali occupazioni.

Poiché il sangue periferico, di norma, non contiene sufficienti quantità di cellule staminali emopoietiche per un trapianto, è necessario, prima del prelievo, incrementare il loro numero.

A tal fine si somministra un fattore di crescita chiamato G-CSF (Growth-Colony Stimulating Factor- fattore stimolante la crescita cellulare), normalmente prodotto dall’organismo, e da qualche anno disponibile anche in commercio come formulazione farmaceutica, che ha la proprietà di rendere più rapida la crescita delle cellule staminali e di facilitarne il passaggio nel sangue periferico. Le prime sperimentazioni con il G-CSF risalgano al 1988: sono, quindi, passato oltre 20 anni e sono stati eseguiti numerosi studi, che hanno indagato sui possibili effetti secondari dovuti all’uso del farmaco. A causa della stimolazione che induce nel midollo osseo, il G-CSF può provocare alcuni disturbi, solitamente di lieve o moderata entità, ben controllabili con comuni antidolorifici I disturbi che più comunemente si possono avvertire sono: febbricola o febbre (anche 38 °C), cefalea, dolori ossei di diversa entità (soprattutto al bacino, alla schiena, agli arti), senso di affaticamento e talora perdita di appetito. Tali disturbi scompaiono rapidamente alla sospensione del trattamento e non lasciano sequele. La somministrazione di G-CSF è peraltro indispensabile per poter raccogliere le cellule staminali dal sangue periferico invece che dal midollo osseo. In un soggetto sano l’ incremento cellulare diventa adeguato dopo 4-5 giorni di trattamento: è questo il momento previsto per la raccolta che è effettuata mediante un’aferesi, procedura ben nota a tutti di donatori di plasma e di piastrine. la goccia 172 | ottobre 2012

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Le peculiarità della raccolta delle staminali è che sono necessari due accessi vascolari e una certa dose di pazienza da parte del donatore, perché l’aferesi dura circa 4 ore.

solo in caso di presunta compatibilità con un paziente. E se la compatibilità fosse confermata inizierà la procedura di verifica dell’idoneità del donatore e il percorso per l’effettiva donazione.

Chi può diventare potenziale donatore?

Il potenziale donatore di midollo deve avere le stesse caratteristiche del donatore di sangue, l’unico aspetto singolare è la fascia d’età richiesta per l’iscrizione: dai 18 ai 3540 anni. Questa particolarità è giustificata, fra le varie motivazioni, dal fatto che l’età di uscita dal registro è fissata a 55 anni e non è adeguato, in termini di costo-beneficio, iscrivere donatori vicini all’età di uscita Qual è l’iter di iscrizione? L’iscrizione prevede il colloquio con un sanitario del Centro Donatori, la compilazione del questionario anamnestico, la presa visione del materiale informativo, la sottoscrizione del consenso informato e un prelievo di sangue per l’esecuzione della tipizzazione HLA. Da quel momento il soggetto diventa potenziale donatore iscritto al Registro e verrà riconvocato per test di approfondimento, effettuati sempre su campioni di sangue,

Il Centro Donatori di Brescia è parte integrante del Laboratorio di Istocompatibilità della U.O. Reumatologia e Immunologia Clinica degli Spedali Civili di Brescia e gestisce l’iscrizione dei donatori in collaborazione con ADMO (sez. territoriale di Brescia). I volontari raccolgono le adesioni dei potenziali donatori e ne programmano l’appuntamento con il Centro Donatori ADMO sez. di Brescia c/o Spedali Civili tel. 030/3995474: Lunedì e Venerdì ore 9:30 – 11:30 Martedì ore 18:30

Dr.Graziella Carella - Dr. Alberto Malagoli
 Laboratorio di Istocompatibilità
U.O. Reumatologia e Immunologia Clinica
 Spedali Civili - Brescia

Nuovi corsi ECM nelle Avis lombarde C

ontinuano in varie località le iniziative dei corsi ECM (Educazione Continua in Medicina), Corso di carattere scientifico aperto a tutte le Sedi Associative Lombarde e al personale sanitario operante nel sistema trasfusionale. L’ECM è un sistema di aggiornamento grazie al quale il professionista sanitario si aggiorna per rispondere ai bisogni dei pazienti, alle esigenze organizzative e operative del Servizio sanitario e del proprio sviluppo professionale. La formazione continua in medicina comprende l’acquisizione di nuove conoscenze, abilità e attitudini utili a una pratica competente ed esperta. Per poter acquisire queste conoscenze è necessario l’aggiornamento continuo. L’obiettivo è quello di realizzare un sistema in grado di verificare e di promuovere su scala nazionale la qualità della formazione continua, anche attraverso l’opera di osservatori indipendenti e con criteri e modalità condivisi. Queste le località in cui si svolgono i corsi: Sirmione, 27 ottobre 2012 organizzato dall’Avis di Desenzano d/Garda dal titolo “La donazione di sangue previene la patologia cardiovascolare. Mito o realtà?” Limbiate (Mi), 9 novembre 2012 organizzato dall’Avis provinciale di Milano dal titolo “Plasma Master File. Autosufficienza dei prodotti emoderivati. Nuove modalità di prelievo e donazione” Milano, 10 novembre 2012 organizzato dall’Avis comunale di Milano dal titolo “Prevenzione primaria”

Segnaliamo inoltre il convegno “Donatori a prescindere”, organizzato a Casalpusterlengo dalla locale Avis comunale in collaborazione con l’Avis provinciale di Lodi (con la partecipazione anche del presidente provinciale Avis Brescia dr. Gianpietro Briola), 27 ottobre 2012.

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Progetto con il Patriarcato Latino di Gerusalemme: l’Università di Madaba

T

ra i Paesi che necessitano di una particolare attenzione e sostegno, vi è senza dubbio la Terra Santa. Per i cristiani è la terra di Gesù. Terra che deve essere il segno di una reale convivenza tra popoli e religioni diverse nella giustizia e nella pace. L’iniziativa che proponiamo anche agli avisini bresciani, nasce dopo un incontro con il Patriarca di Gerusalemme Mons. Fouad Twal. Durante quell’incontro, tra amici e Sua Beatitudine, abbiamo avuto modo di conoscere da vicino le molte iniziative che il Patriarcato Latino sta portando avanti nei vari settori: dalle scuole, alle famiglie, all’accoglienza di persone, agli interventi di carità sul territorio. Di una particolare iniziativa il Patriarca ci ha particolarmente parlato, ri-

portiamo le sue parole: “Cari bresciani, grazie per il vostro pensiero e la vostra carità assieme a tanti altri amici della Terra Santa e del Patriarcato. Confesso che la mia grande preoccupazione questi tempi é l’Università di Madaba in Giordania, questo grandioso progetto che fa storia e entra nella storia del Patriarcato. Abbiamo una scala grande di possibilità e di opportunità di collaborare che va dalla costruzione di una classe, a quella del dormitorio, a quella della cappella delle suore, alle borse di studio, oppure l’acquisto dei libri specialistici per ogni facoltà per la biblioteca. Abbiamo fatto molto però molto manca ancora..”. Per questo motivo vogliamo coinvolgere i tanti amici che hanno a cuore la Terra Santa: da una parte per far conoscere il grande

impegno della Chiesa Madre di Gerusalemme e dall’altra per reperire delle risorse economiche per dare un aiuto a Mons. Twal. Speriamo che questo appello trovi la disponibilità e la generosità di molti perché il grande impegno per l’Università di Madaba, possa continuare anche per la nostra piccola, ma concreta sensibilità. Siamo convinti, con il Patriarca Fouad, che una buona formazione professionale e morale degli studenti, sia il primo passo per crescere persone che possano contribuire alla pace e al progresso del territorio in cui vivono; ma in una realtà globale come quella in cui viviamo questo contributo può far sentire i suoi effetti al mondo intero.

Avisini nella comunità: un impegno costante

S

i è svolta il 15 giugno a Vobarno la cerimonia di inaugurazione della nuova struttura che accoglie la locale Casa di riposo “Irene Falck”, presenti fra gli altri il Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari, i sindaci della zona e la Banda Sociale di Vobarno. Presidente della Fondazione Irene Falck e quindi della Casa di Riposo è l’avisino Pierenzo Faberi: lo segnaliamo qui, a sua insaputa, per ringraziarlo per un impegno che dall’humus avisino si dispiega in altri ambiti del welfare e della solidarietà. Un esempio, il suo come quello di molti altri impegnati nella vita sociale della propria comunità, da imitare, che inorgoglisce tutta la famiglia dell’Avis bresciana.

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Notizie Manerbio

Rovato

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E

egnaliamo il grande sforzo della sezione intercomunale Avis di Manerbio per la propaganda del dono fra i giovani. La redazione di un giornaletto ricco di dati ma

anche di suggerimenti al dono, con spiegazioni chiare ed efficaci; la stampa di un depliant informativo, con luoghi e recapiti per il dono e l’iscrizione all’Avis. Ancora: il sostegno a far conoscere l’Associazione culturale “Chirone”, interamente formata da giovani e voluta per sostenere la cultura giovanile. Complimenti e buon lavoro.

rnesto Romano, pilastro dell’Avis rovatese, è stato insignito del riconoscimento “leon d’oro”, in segno di riconoscenza, così recita la motivazione, “perché con la sua azione ha contribuito alla fondazione ed alla crescita dell’Avis”, sodalizio che quest’anno ha compiuto i suoi primi 55 anni più in generale “per aver favorito a Rovato la diffusione dello spirito del volontariato tendendo con passione la mano a tante persone della comunità”. Un esempio di vita, una biografia da far conoscere a tutta la comunità avisina bresciana.

Sul lago di Garda

L

’Avis provinciale ha garantito la propria presenza ad alcune manifestazioni tenutesi durante l’estate sulle sponde del Lago di Garda. A Gargnano abbiamo partecipato all’evento che ha visto riunite l’Associazione Volontari del Garda, la Gargnano Pro Bielorussia e l’Associazione Altopiano, svoltasi per una raccolta di fondi a scopi solidaristici e dal titolo “Camminiamo per l’Avis”, con fini pure di promozione al dono. Ancora, abbiamo partecipato alla presentazione della manifestazione “Bandiera del Lago 2012”, ovvero del campionato delle Bisse, le storiche imbarcazioni gardesane, che ogni anno vede coinvolte migliaia di persone in diverse località. In particolare l’Avis provinciale è stata attivamente coinvolta il 23 giugno nella regata di Rivoltella, svolta in memoria di don Pierino Ferrari fondatore della Cooperativa Raphael ; per l’occasione è stato svelato il nuovo manifesto realizzato fra Avis e Coni “Donare per vincere”.

San Paolo

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a lasciato senza parole e con un groppo alla gola la notizia della scomparsa di Mario Cervati, già presidente per tanti anni della sezione Avis di San Paolo.

Un uomo mite e generoso che ha dedicato buona parte della sua vita al volontariato e all’Avis in particolare, tanto da legare indissolubilmente il suo nome alla sezione di San Paolo. La salute precaria dell’ultimo periodo non è riuscita a tenere Mario lontano dall’Avis; infatti, pur “cedendo” la carica di presiden-

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te, ha continuato con grinta ad essere presente nel direttivo e a presenziare ancora a numerosi anniversari delle sezioni Avis della provincia. Un presidente che non verrà dimenticato, dal sorriso largo ed immediato, dalla volontà ferrea, dal costante impegno di solidarietà reso sempre disponibile ai “suoi” avisini che, siamo certi, anche ora da lassù, continua a sorvegliare e a guidare nel gesto di amore fraterno del dono del sangue. Grazie Mario.

Avis di San Paolo


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Neo cavalieri

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e più vive congratulazioni ai neo Cavalieri della Repubblica Angiolino Merletti dell’Avis di Corticelle Dello e Renato Ferrari dell’Avis Ome Monticelli.

Avis Ghedi

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n saluto a tutti: sono a fine mandato dopo più di 40 anni di attività nell’Avis di Ghedi, sia come donatore, quindi come Vice Presidente e poi, per più di 20 anni, come Presidente. Prima di lasciare il posto ad altri, desidero scrivere qualche riga sulla nostra rivista “La Goccia”. Sono stati non sempre semplici, a volte duri, ma pieni di soddisfazioni, e pure con qualche delusione. Nel corso degli anni mi sono creato degli amici, ma anche qualche “nemico”, che sempre per difendere l’Avis e gli avisini, pensando certamente di agire sempre in buona fede. Sono pienamente soddisfatto perché, con l’aiuto del Consiglio direttivo, lascio una sezione prolifica, una delle più importanti a Brescia, piena di volontà, di iniziative,

Cav. Natalina Galli

che ha sempre cercato di migliorare e collaborare per il bene dei Donatori e dell’Avis in generale. Per ultimo, per fare un esempio, è stata la prima sezione ad accogliere e sviluppare l’iniziativa dell’Avis provinciale riguardo alla chiavetta Usb per i diciottenni. Inoltre, quest’anno due nostri Donatori sono stati nominati Cavalieri della Repubblica e si sono aggiunti agli altri tre rimasti a Ghedi, poiché due di essi si sono trasferiti alla Comunale di Brescia. Non è stato semplice far ottenere, dal 2002 al 2012 sette onorificenze, poiché le nomine al Cavalierato sono state ridotte in questi anni, ed essendo andate a buon fine le nostre richieste, ciò è stato fonte di soddisfazione ed orgoglio. Altre Avis

Cav. Silvestro Paletti

Cav. Andrea Orizio

ci sono riuscite, ma non so se per loro è stato facile. Penso che le nomine da parte del Quirinale siano un ulteriore riconoscimento all’impegno per migliorare il Volontariato nell’ambito sanitario e, ancor più rilevante, perché il sangue contribuisce a salvare vite umane, il bene massimo per chiunque decida di aderire all’Associaizone dei Donatori. Ringarzio tutti coloro che mi hanno aiutato e che in questi anni hanno donato più di 35.000 sacche di sangue e voglio lasciare un messaggio: Madre Natura ci ha regalato un bene prezioso che scorre in noi, usiamolo come dono per salvare altre vite umane. Dott. Antonio Ferrari

Cav. Giorgio Bignotti

Cav. Renato Cavallari

Grazie

Il volume per narrare le vicende dell’Avis del territorio bresciano, nell’occasione del centenario della prima donazione avvenuta a Brescia (1913), è in preparazione e già registra un primo benefattore che intende sostenere parzialmente l’opera: grazie al tramite del prof. Mario Zorzi una cospicua somma è stata stanziata dallo Studio contabile del rag. Napoli di Brescia. Rivolgiamo un sentito grazie alla generosità così espressa, volta a promuovere un’opera in grado di far conoscere le radici dell’Avis bresciana.

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Lettere alla goccia Gentile Direttore,

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esidero sottoporre alla Sua attenzione e a quella del lettori de “La Goccia” un duro resoconto giornalistico degli anni ‘80, mai messo abbastanza in evidenza da associazioni come la nostra Avis, quando invece ciò avrebbe dovuto accadere proprio per i risvolti di sangue, in tutti i sensi, che si sono a quel tempo verificati ed incrociati. Parlo di Luigi Marangoni (Pavia 1937 - Milano 1981), medico italiano, direttore sanitario del

Policlinico di Milano che venne ucciso dalle brigate rosse mentre un mattino usciva con la macchina da casa sua, dopo aver ricevuto numerose minacce, avendo denunciato gli autori di alcuni sabotaggi all’interno della

sua struttura ospedaliera. Il commando del terrore lo attendeva in agguato: quattro terroristi, armati di mitra, bloccarono l’auto di Marangoni, sparando in tre su di lui. L’assassinio venne poi rivendicato con una telefonata ad un giornale a nome delle Brigate Rosse – colonna Walter Alasia – brigata Fabrizio Pelli. Questa è la nuda cronaca, scarna al punto da non stupire più di tanto i lettori di allora, proprio perché a quei tempi era possibile, in un qualsiasi giorno, come il 17 febbraio 1981, morire crivellati di proiettili per la sola “colpa” di aver testimoniato, contro infermieri vicini all’Autonomia, colpevoli di danneggiamenti gravi in una struttura sanitaria. Ma Luigi Marangoni, vittima predestinata, certo non era una persona che si ergeva a paladino anti-BR, bensì oltre che stimato medico dirigente era un semplice cittadino, un uomo tranquillo, con uno spiccato senso civico, che però, svolgendo il suo lavoro di controllo sanitario ospedaliero, non si era sentito di far finta di niente di fronte all’insano gesto di alcuni infermieri che ripetutamente staccavano la spina ai frigoriferi contenenti il sangue per le trasfusioni, che così si deteriorava e doveva essere buttato. E’ qui che entra in gioco la salvaguardia di quel sangue, che noi consideriamo centrale nella possibilità di salvare delle vite e che merita quindi più che mai il nostro rispetto. Ma se Luigi Marangoni è da considerarsi in un certo senso un eroe del nostro tempo, è solo perché era una persona qualunque, un uomo normale

con una famiglia alle spalle, che cercava di fare professionalmente al meglio il suo lavoro, come tanti altri medici, perché gli eroi della nostra epoca sono appunto le persone normali che tirano la carretta con tutte le difficoltà che la vita presenta loro. In quanto all’Avis Bresciana, nel trentennio trascorso dall’omicidio Marangoni, non si è trovata l’occasione di sottolineare la figura di questo medico esemplare, dedicandogli magari la “Sala Riunioni”, il “Centro Trasfusionale” o l’intera “Sede Provinciale” di Brescia. Mi accorgo con rammarico che in questi anni di indifferenza diffusa, questa si è forse insinuata anche nella nostra Associazione, mascherandosi o mimetizzandosi dietro il fatto che l’Avis è da sempre associazione apolitica e areligiosa, che non giudica nessuno e non si permette mai di farlo, ma quello che colpisce di più é il fatto che si poteva allora e si può certo anche oggi condannare duramente chi, partendo da una ideologia malsana, poteva arrivare a “staccare la spina ad un frigorifero contenente sangue per farlo gettare via e per mettere in difficoltà coloro a cui era destinato, contribuendo collateralmente a uccidere e a creare il terrore”. La figlia, Francesca Marangoni, dice solo: «Dovrebbero essere almeno condannati al silenzio sociale: non avevano e non hanno da insegnare niente». Mai come in questo caso valgono le parole prese in prestito da Primo Levi: «se comprendere è impossibile, conoscere è necessario».

Gentile Direttore,

d

esidero inviarLe queste mie righe per far riflettere anche i lettori de “La Goccia”, come è successo pure a me, sull’evoluzione futura degli “emoderivati” in Italia. Il tema veramente si presta alla pubblicazione proprio su “La Goccia” di articoli inerenti gli scenari futuri possibili nella corsa all’accaparramento remunerato del sangue da parte di privati e multinazionali. Però di temi scottanti ed

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attuali, su “La Goccia” ancora nulla è comparso sul tema. E’ in corso uno scambio di opinioni, ad alto livello, tra gli addetti ai lavori: medici, imprenditori, scienziati, del settore, sull’espansione dell’industria degli emoderivati a livello internazionale, appunto, col rischio di creare dei veri monopoli industriali, rispetto ai liberi sistemi sanitari nazionali. Tutto questo dibattito avviene in seguito alla pubblicazione dei risultati eco-

nomici di bilancio di un colosso come “Grifols”, una multinazionale, con base in Spagna ma con laboratori e centri di raccolta anche negli USA e in Europa, che ha registrato un profitto di 133 milioni di euro nei primi sei mesi di quest’anno (+600% rispetto a quello al giugno 2011), sfruttando un patrimonio naturale particolare come gli emoderivati. In Spagna la “Grifols” può contare su circa 2000 dipendenti, 8000 nel resto d’Europa;


la goccia certo non poca cosa, tanto più che in quel paese tiene in mano la gestione dell’intero mercato degli emoderivati. Victor Grifols in persona, però, non si è limitato ad adorare il grafico dei suoi guadagni, ma ha addirittura proposto al governo spagnolo che fosse permesso pagare alla fonte i donatori di sangue, in maniera tale da venire incontro alla disoccupazione innescata dall’attuale crisi economica. Di fronte al giusto diniego governativo, Grifols, rifiutando di netto la donazione di sangue esistente “volontaria y altruista”, ha quindi definito la donazione gratuita come un gesto “romantico sorpassato”, suggerendo, non si sa quanto disinteressatamente, che, con il suo progetto, avrebbero potuto essere aperti 150 nuovi centri di raccolta in Spagna, pro-

curando 5 mila nuovi posti di lavoro, che si sarebbero aggiunti ai 500 milioni di euro con cui retribuire i donatori a pagamento. Tutto quanto descritto non fa parte però del teatro dell’assurdo, come sembrerebbe, ma potrà essere la scena che si potrebbe presentare di qui a poco anche in Italia, dove, entro la fine del 2014, l’accordo della Conferenza Stato-Regioni, permetterà di “certificare” il sangue, donato tramite la nostra AVIS, presso le aziende di plasma-derivati, portando praticamente l’Italia all’autosufficienza e il Servizio Sanitario Nazionale, sperando senza sprechi, ad un proficuo margine di guadagno. A questo punto però, con la possibilità che un qualsiasi Grifols nostrano possa inserirsi retribuendo il sangue donato, non resta che prepararsi a togliere dalle mani dei privati il

monopolio di un patrimonio naturale che è e deve restare anche in futuro: pubblico. Un appropriato suggerimento, da modesta Avis locale, al governo, potrebbe essere quello di aumentare di gran lunga gli investimenti in questo settore, che si presenta così altamente remunerativo, in maniera tale da farne beneficiare l’intera società italiana con grandi entrate nelle casse della Sanità. Essendoci stata un anno fa quasi una sollevazione popolare contro il tentativo di privatizzare un bene comune come l’acqua, speriamo che lo stesso popolo italiano si muova e sappia all’occorrenza mobilitarsi efficacemente anche contro un sangue privatizzato, retribuito, monopolizzato dagli speculatori, tanto più che il “SANGUE NON È ACQUA”.

Croce Bianca

L

a tradizionale Festa della Croce Bianca di Brescia (presieduta da Filippo Seccamani) ha visto anche l’Avis provinciale partecipare con gioia all’iniziativa, nel segno di un profondo legame di amicizia e solidarietà che lega le due Associazioni. Segnaliamo come, dopo la Messa al campo, sia stata donata ed intitolata una motocicletta attrezzata, già all’opera sulle strade del Garda, a Domenico e Caterina Roveglia, su suggerimento del familiare, vicepresidente dell’Avisi Provinciale, Ezio Quaglietti.

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“El camino siempre sorprende” Sul Cammino di Sant’Jago che molti avisini bresciani conoscono e percorrono, fra spiritualità e nuovi paesaggi interiori

S

ul muro di un piccolo ma accogliente bar sulla strada che da Fonfria porta a Sarria, lungo il cammino verso Santiago de Compostela, qualcuno ha scritto questa frase. “Il cammino sempre sorprende”. Una sorta di buon augurio per i pellegrini che passano da lì, ma anche un invito a riflettere, a vivere il cammino con la voglia di lasciarsi sorprendere dall’inatteso, proprio come nella vita di tutti i giorni. E’ una piccola verità forse che può sembrare banale o scontata, ma che nella sua semplicità racchiude l’esperienza che mi sono trovata a vivere quest’estate. Il 10 agosto sono partita da Passirano con un gruppo di altre nove persone per compiere i circa 300 km che da Leon portano a Santiago de Compostela. Un’avventura in cui a condurti sono i tuoi piedi e le tue gambe, sono loro che decidono quando è il momento di fermarsi. Niente navigatore, si segue la conchiglia e, con lo zaino in spalla, si macinano chilometri tra chiacchiere e momenti di silenzio, tra piccole conquiste e qualche imprevisto. Un viaggio strano, talvolta fuori dal tempo: su quei sentieri, accanto a distese di girasoli o passando attraverso boschi e paesini, sembra di essere così lontani dalla propria quotidianità, tanto che si riesce anche a vedere tutto da una prospettiva diversa. Così capita che le preoccupazioni che ti sei portato dietro da casa e che fatichi a lasciare da parte, all’inizio sono come una zavorra per il tuo cammino, poi piano pia-

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no si ridimensionano e più il tempo passa, più il tuo passo si fa leggero. Il cammino talvolta è proprio questo: un’occasione per prendersi tempo, per concedersi il lusso di “fermarsi” e guardare alla propria vita da un’altra angolazione. Tante possono essere le motivazioni che spingono alla partenza: c’è chi parte alla ricerca di risposte, chi ha bisogno di prendere tempo per guardarsi dentro, chi decide di intraprendere questo viaggio per motivi spirituali e religiosi e chi vuole provare a sperimentare fin dove può arrivare la propria forza di volontà.. ed è facile restare sorpresi da ciò che si scopre lungo il percorso. Il cammino talvolta gioioso, altre volte faticoso diventa proprio la metafora della vita: non sempre procediamo con passo spedito e sappiamo fin dove arriveremo; ci sono momenti in cui non si sente la fatica e con cuore e gambe leggere si va dritti verso la meta. In altri periodi invece qualche piccolo incidente ti costringe a rallentare il passo, la stanchezza si fa sentire, qualche dolore ti blocca e non riesci ad arrivare dove vorresti. In quei momenti può capitare che qualcuno si faccia vicino e cammini accanto a te, ti incoraggi a non fermarti e a tenere gli occhi puntati verso la meta e non sulla fatica che sembra volerti fermare. Qualche volta il sentiero da percorrere è pianeggiante e senza grandi difficoltà. Poi il paesaggio inizia a cambiare, bisogna affrontare la fatica della salita, i muscoli delle gambe si tendono, il peso dello zaino sembra aumentare ad ogni

passo, ma ogni sforzo alla fine è ripagato dalla conquista della vetta. Se vuoi camminare spedito e cercare di evitare piccoli inconvenienti devi scegliere con cura le scarpe da portare e soprattutto preparare il bagaglio che porti con te: il tuo zaino deve contenere ciò che ti serve per il caldo e per il freddo, per il sole e per la pioggia, ma non c’è posto per il superfluo che ti appesantisce e finisce solo per rallentare il tuo passo. Così si parte con uno zaino pieno, preparato pensando a tutti i possibili “e se… nel caso in cui…” e più i giorni passano e più ti accorgi che metà di ciò che hai messo nello zaino non serve a nulla e inizi a liberartene. Abbiamo incontrato molte persone lungo il cammino, con lo zaino in spalla, le vesciche ai piedi, le ginocchia fasciate, gente di ogni età e origine. Qualcuno ti racconta di essere partito da solo, ma di non essere mai stato solo, perché ogni giorno si possono conoscere persone nuove, condividere con loro un pezzo di strada, raccontarsi e poi talvolta decidere di proseguire insieme, oppure salutarsi augurandosi “Buen camino” per ritrovarsi magari in qualche tappa successiva. C’è poi chi parte con una persona cara, per condividere una forte esperienza e chi parte, come è stato per me, con persone che non conosce e il cammino diventa allora un’occasione per creare nuovi legami e nuove amicizie. Ho intrapreso questo viaggio forse con un po’ di incoscienza, con la voglia di mettermi in gioco, ma molto lontana dall’immaginare


la goccia cosa in realtà avrei trovato. Ora, di ritorno da questa avventura, posso comprendere meglio chi mi aveva raccontato di aver fatto questa esperienza e di esserne rimasto affascinato. Alla fine del percorso, quando arrivi a Santiago, non contano più le vesciche, i

piedi gonfi, le ginocchia fasciate, le sistema- la meta è solo l’inizio di un nuovo cammino. zioni di fortuna e tutti gli inconvenienti che E allora “buen camino peregrino…ahora hai dovuto affrontare strada facendo. Tutto tu eres peregrino para siempre” questo si dimentica e rimane solo la gioia per quanto si è vissuto e la soddisfazione per essere giunti alla meta, consapevoli che Emiliana Capuzzi

Il Teatro Grande di Brescia

I

bresciani lo chiamarono subito “ GRANDE ” in onore di Napoleone che da poco aveva conquistato Venezia, amareggiati però dalla mancata presenza dell’imperatore alla sua inaugurazione liquidarono l’incidente con un’escamotage linguistico: da “ teatro il Grande” divenne “ il teatro Grande”, considerato da sempre come simbolo delle arti classiche. Inaugurato il 26 dicembre 1810 ha da poco festeggiato i 200 anni, ospitando la prima esecuzione dell’opera “ Il sacrificio di Ifigenia” su testo del poeta bresciano Cesare Arici e commissionato dalla Deputazione del teatro al compositore Giovanni Simone Mayr, maestro del bergamasco Gaetano Doninzetti. Le sue origini risalgono al 1643 quando l’Accademia degli Erranti fondò, e dedicò energie alla gestione del teatro cittadino e successivamente dando vita ai vari adattamenti avvenuti negli anni seguenti. All’Accademia vennero imposti alcuni obblighi: avere una propria denominazione, scegliere un santo protettore e dotarsi di un proprio motto ed in ottemperanza a tale obbligo, decise di affidarsi alla protezione di santa Caterina da Siena e di adottare come propria immagine la luna falcata sormontata dal motto: “ non errat errando”. L’attuale edificio fu disegnato dall’architetto Luigi Canonica, allievo del Piermarini architetto del teatro della Scala di Milano mentre il Ridotto è stato realizzato come sala accademica negli

anni 1760 dall’architetto Antonio Marchetti. Nel marzo del 1912 il ministero per la Pubblica Istruzione riconosce al teatro lo status di “monumento nazionale “ in cui si dichiarava che il teatro Grande ed il Ridotto avevano “importante interesse”ed erano sottoposti alle disposizioni della legge 364 del 20 giugno 1909. Il salone del Ridotto e comunemente detto “foyer” fu realizzato dal Marchetti e decorato dai pittori veneziani Francesco Battaglioli e Francesco Zugo e dotato di 24 candelabri in legno intagliati da Beniamino Simoni. Il soffitto presenta un ampia scena allegorica a cielo aperto e sono rappresentate alcune figure femminili : Minerva dea delle arti e delle scienze posta fra il commercio e l’agricoltura travi portanti dell’identità bresciana. Sono raffigurate la musica, la danza, la pittura, la scultura, la filosofia, e l’astronomia, mentre al centro si trova il trionfo di Apollo dio della luce e della bellezza attorniato da alcuni musicanti festosi. In passato il teatro costituiva un luogo di aggregazione e scambio culturale in cui si poteva trascorrere la giornata anche quando non si tenevano spettacoli. I palchettisti disponevano dei retropalchi per soggiornare, giocare, mangiare e riposare. Con il passare degli anni oltre ad affermarsi come principale teatro della città ha seguito la moda del tempo ospitando spettacoli equestri, teatro profano affiancato da quello comico popolare, fino alla rappresentazione del melodramma. Due erano le stagioni annuali: quella di “carnevale” da dicembre a febbraio, e quella della “fiera” da agosto a settembre in concomitanza della fiera bresciana di fine estate. Dalla fine dell’800 ad oggi sono state messe in scena le più importanti opere liriche della tradizione italiana con la partecipazio

ne dei più grandi artisti italiani e stranieri: Gina Cigna, Toti Del Monte, Renata Scotto, Renata Tebaldi, Beniamino Gigli, Mario del Monaco, Giuseppe Di Stefano, i bresciani Giacomo Prandelli e Virginia Guerrini,Tito Gobbi, Piero Capucilli, Nicolaj Ghiaurov. Si ricordano la Bohème del 1896 diretta dal maestro Toscanini e quella del 1963 con la Zeni ed il debuttante Luciano Pavarotti, presente anche l’anno precedente con il Rigoletto; la stagione del 1937 con Magda Oliviero e quella del 1950 con Maria Callas nell’Aida. Ricordando i grandi eventi, rimane leggendario il trionfale successo di madama Butterfly del maestro Giacomo Puccini che dopo la clamorosa bocciatura alla cala di Milano, rivisitata dall’autore in soli tre mesi e riproposta nella nuova versione il 28 maggio 1904. Allo spettacolo presenziò sua maestà il re Vittorio Emanuele III accompagnato dal ministro Rava e dal sindaco Bettoni in occasione della visita ufficiale alla città per l’inaugurazione dell’Esposizione Bresciana. La rappresentazione della “ prima” accese gli animi fin dalle prime battute; un cronista segnala: 7 bis, 25 chiamate e successivamente 11 repliche con il tutto esaurito. Il teatro ha ospitato anche stagioni di concerti della Società Sinfonica di santa Cecilia e della Società dei Concerti con la partecipazione di interpreti eccezionali come Arthur Rubinstein e Arturo Benedetti Michelangeli. “Niente è più grazioso dell’affascinante teatro di Brescia” scriveva Stendhal poco dopo la sua inaugurazione e grazie ai vari restauri, oggi è considerato uno dei teatri più belli e meglio conservati del nostro Paese. Angelo Rizzardi la goccia 172 | ottobre 2012

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ll censimento del No Profit

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Destinatari

’unità di rilevazione del censimento è “l’istituzione non profit” che, nel Piano Generale del censimento, è definita come l’unità giuridicoeconomica di natura privata, dotata o meno di personalità giuridica, che produce beni e servizi destinabili o non destinabili alla vendita e che, in base alle leggi vigenti o a proprie norme statutarie, non ha facoltà di distribuire, anche indirettamente, profitti o altri guadagni diversi dalla remunerazione del lavoro prestato ai soggetti che l’hanno istituita o ai soci. In questa edizione del censimento sono coinvolte 474.76 5 istituzioni non profit inserite in una lista pre-censuaria predisposta dall’Istat sulla base di circa 30 fonti, sia amministrative, sia statistiche.

renti le attività delle istituzioni non profit, dal settore in cui operano, ai servizi erogati, alle tipologie di destinatari delle attività, fino agli strumenti di comunicazione e di raccolta fondi utilizzati.
 6. Struttura territoriale: unità locali, si chiede di indicare se l’istituzione non profit ha unità locali e, in caso di risposta positiva, di fornire una serie di informazioni su ciascuna di esse (in particolare sulla localizzazione, sulle risorse umane impegnate e sul tipo di attivitàsvolta).
 7. Notizie relative al compilatore, si richiedono informazioni su chi ha compilato il questionario e alcuni riferimenti utili a contattarlo/a qualora fosse necessario. Le risposte ai questionari devono fare riferimento alla situazione dell’istituzione non profit al 31 dicembre 2011. Viene espressamente indicato il riferimento a date diverse.

Il questionario: contenuti e struttura Ricezione, compilazione e restiLe aree di indagine contenute nel questio- tuzione del questionario: tempi e modalità. nario sono: 1. Dati anagrafici e stato di attività, si chiede di verificare la correttezza dei dati riportati sul questionario (denominazione, indirizzo e codice fiscale) e di indicare lo stato di attività dell’istituzione non profit in tre momenti distinti: al momento della compilazione, nel
corso del 2011 e al 31 dicembre 2011.
 2. Struttura organizzativa, si raccolgono informazioni sulle caratteristiche strutturali organizzative dell’istituzione non profit, come le informazioni sulla forma giuridica, l’anno di costituzione e lo status di non profit, rilevandone l’attitudine ad operare in collaborazione
con altre organizzazioni aventi obiettivi e/o finalità analoghe.
 3. Risorse umane, si rilevano il numero e le caratteristiche delle risorse umane impegnate nell’istituzione non profit, con riferimento sia ai volontari sia al personale retribuito.
 4. Risorse economiche, si raccolgono informazioni su fonti di finanziamento, utilizzazione di entrate/proventi e distribuzione delle spese/oneri.
 5. Attività, si richiedono informazioni ine-

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Il 3 settembre 2012 è iniziata la spedizione dei questionari via posta alle sedi centrali delle organizzazioni non profit inserite nella lista pre-censuaria . E’ previsto che la spedizione terminerà il 14 dello stesso mese.
In caso di mancata ricezione del plico del censimento è opportuno che l’ente non profit contatti l’Ufficio Provinciale di Censimento (UPC) competente per territorio. I recapiti dell’UPC competente per territorio sono presenti sul sito http://censimentoindustriaeservizi.istat.it nell’area contatti. Dalle ore 15.00 del 10 settembre è possibile procedere con la compilazione online . La compilazione del questionario spetta alla sede centrale. Le istituzioni non profit con più sedi territoriali (unità locali) identificate dallo stesso codice fiscale devono rispondere ad alcuni quesiti per ogni unità locale (sezione 6 del questionario). Alle istituzioni non profit con oltre sei unità locali è consigliata la compilazione on line: se gli enti con oltre sei unità locali intendono compilare il questionario cartaceo possono fotocopiare il foglio relativo alle informazioni sulle diverse sedi

e aggiungerlo a mano. La compilazione on line, invece, prevede la generazione automatica degli eventuali fogli aggiuntivi.
 Tutte le istituzioni non profit possono scegliere se utilizzare la procedura on line (fino al 20 dicembre 2012 ), oppure compilare il questionario cartaceo e restituirlo presso un qualsiasi Ufficio postale della propria provincia (dal 10 settembre 2012 al 20 ottobre 2012) o presso l’Ufficio Provinciale di Censimento (UPC) istituito presso la propria Camera di Commercio (dal 10 settembre 2012 al 20 dicembre 2012).
 Per informazioni su come compilare in questionario on line, è disponibile sul sito di ISTAT un tutorial al seguente link: http://censimentoindustriaeservizi.istat.it/istatcens/ tutorial-non-profit/
Il sito di ISTAT contiene, inoltre, una sezione di FAQ al seguente link: http://istatcens. istat.it/istatcens/domande-e-risposte-non-profit/

Obbligo di risposta e tutela della privacy Si ricorda che rispondere al Censimento è obbligatorio (art. 7 D.lgs. n. 322 del 6 settembre 1989). I dati raccolti, tutelati dal segreto d’ufficio e dal segreto statistico, possono essere utilizzati solo per fini statistici. Chi avesse bisogno di supporto e assistenza, può contattare l’Ufficio Provinciale di Censimento (UPC) costituito presso la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura della propria provincia, con l’eccezione di Trento e Bolzano dove l’UPC è istituito presso l’ufficio di statistica della provincia autonoma. Presso l’UPC opereranno i rilevatori del censimento il cui ruolo è quello di fornire assistenza per la compilazione e verificare che la restituzione dei questionari avvenga entro i termini previsti.


la goccia

La Guerra negli occhi Presso la sede Avis provinciale venerdì 16 novembre 2012 ore 20,30 lo spettacolo che ha fatto il giro della provincia mettendo in scena il dramma dei soldati bresciani nella Grande guerra

L

a guerra negli occhi”, scritto da John Comini e recitato da Andrea Giustacchini, è il racconto (in dialetto bresciano) di un soldato della Grande Guerra.

Liberamente ispirato alle lettere dal fronte (dal volume di Maurizio Abastanotti, “A chi domanda di me”, Brecsia Libereizioni), la narrazio-

ne percorre alcuni episodi della vita di un semplice soldato, dalla trionfale partenza verso una vittoria che sembrava certa e rapida, alla tragica realtà della guerra di trincea.

Insieme alle vicende del protagonista si intrecciano le storie di quattro suoi amici di paese, che per un verso o per l’altro rimarranno segnati per sempre dal dramma della guerra. Proprio l’essenzialità della scena esalta l’intensità della recitazione e l’emozione che trapela dal testo. La maggior parte degli scriventi aveva frequentato uno o due anni di scuola, ma qualcuno aveva studiato qualche anno di più ed usava una lingua più raffinata. Un mondo variegato e umanamente ricchissimo dal quale varrebbe la

pena di partire per un approccio motivante ed interessante al primo conflitto mondiale. Anche facendo ricorso ad un pizzico di ironia, lo spettacolo racconta ordinarie storie di guerra, cioè storie di ordinarie e quotidiane tragedie: soldati che partono perché obbligati a farlo; altri che si arruolano come volontari... Tutti, però, una volta arrivati in trincea, si trovano a fare i conti con l’inferno della guerra, con assalti insensati ai nemico, amici che cadono feriti a morteI canti fanno da colonna sonora al racconto, che è costellato da piccole vicende di vita quotidiana, da episodi cruenti come la decimazione o l’attacco contro la trincea nemica, da tocchi di umorismo e di umana solidarietà.

Il 60° dell’Avis Cremona

S

i è svolta il 9 settembre la cerimonia per i 60 anni dell’Avis provinciale di Cremona. Un evento ospitato prima in Duomo, con la celebrazione religiosa del vescovo Dante Lanfranconi, e quindi nelle sale del Municipio, ospite l’ex presidente nazionale Andrea Tieghi. A rappresentare l’Avis bresciana il vice del provinciale Ezio Quaglietti, che ha portato il saluto di tutti gli avisini bresciani ai circa 16.800 avisini cremonesi, riuniti in 52 sezioni, presieduti da Angelo Losi.

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Gli avisini e la redazione porgono alle famiglie sentite condoglianze

Daniele Gabossi Medaglia d’Oro Avis Darfo

Carolina Colosio Catini

Luciano Codenotti

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Medaglia d’oro Avis Rezzato

Piero Foglia

Avis Brescia

Distintivo con Fronde Avis Paalzzolo S/O

Gasparini Martino

Morandini Bortolo

Avis Breno

Avis Breno

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milani vincenzina

Ercoli Maria

Avis Malegno

Avis Breno

Pietro Bonardi

Sarzina Giovanni

Avis Rezzato

Medaglia d’Oro Avis Vobarno

Tommaso Baronio

Bortolo Domenighini

Medaglia d’Oro Avis Visano

Avis Malegno


la goccia

Gli avisini e la redazione porgono alle famiglie sentite condoglianze

Ducoli Elena

Zandossi Luigi

Elvira Turrini

Salvetti Pietro

Avis Breno

Avis Breno

Avis Sarezzo

Avis Breno

Gaffurini Maurizio

bettoni fausto

Ungaro Claudio

Grazioli Fabiano

Avis Sirmione

Avis Breno

Avis Gussago

Avis Brescia

Luigi Maccabiani

Maurizio Signorelli

Avis Breno

Avis Quinzano

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