Az Franchising - ottobre 2017 estratto

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2017

ANNO: XIX

NUMERO: 10

5.00

OTTOBRE

RETAIL, IDEE, OPPORTUNITÀ, STRUMENTI PER FAR CRESCERE LA TUA ATTIVITÀ

OPPORTUNITÀ

MENSILE - TARIFFA R.O.C. POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB ROMA

30 IDEE DI BUSINESS: DALLE BIRRERIE ALLE CALZATURE FINO ALLE LIBRERIE.

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MODA

I SEGRETI DELLE RETI PROTAGONISTE CHE VALGONO OLTRE 25 MILIARDI DEL SETTORE.

STRUMENTI

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LE 5 REGOLE PER CREARE IL PROPRIO NEGOZIO ONLINE DI SUCCESSO.

WWW.AZFRANCHISING.COM

ESCLUSIVO

COME LE RETI POSSONO INTERCETTARE GLI STRUMENTI DI FINANZA ALTERNATIVA PER LA PROPRIA CRESCITA.


EDITORIALE «Gli investitori è gente che quando si sveglia è consapevole che non conoscere anche una sola informazione può bastare a rovinarli». Michael Bloomberg

Quando venti anni fa nacque AZ Franchising ci trovavamo di fronte a un mercato, quello dell’affiliazione commerciale, completamente diverso da quello odierno. Il franchising era visto come una forma di autoimpiego dove molto era affidato all’ingegno dei singoli imprenditori e poco, ancora, a una vera programmazione. Oggi, il mercato è maturato, grandi marchi internazionali sono entrati o entreranno nel settore, si muovono i fondi di investimento, la finanza, il private equity. Venti anni fa ideammo quello che sarebbe diventato il nostro cavallo di battaglia, poi diventato un vero e proprio standard anche in altri siti, cioè la scheda tecnica che serviva per semplificare le offerte in franchising e per permettere all’utente una comparazione fra aziende, di qualsiasi dimensione fossero. Le troverete, sul nuovo sito. Ma, proprio per rispondere e anticipare le tendenze di mercato, saranno affiancate da servizi innovativi, come il Matchsystem, algoritmo registrato da AZ Franchising e, per l’occasione, aggiornato. Il magazine tornerà alle origini per andare in profondità con focus, inchieste, interviste con i protagonisti e i professionisti. Il sito, da par suo, cercherà di essere il più onnicomprensivo possibile, rispondendo non solo ai bisogni degli inserzionisti, ma anche ai tanti che cercano informazioni qualificate prima di investire. In questa direzione vanno i report settoriali e finanziari sulle singole aziende, studi “neutrali” sulla solidità o meno dei brand. Per quanto riguarda la consulenza, sarà sempre più innovativa e contemplerà sempre più servizi, dalla ricerca di location fino alla quotazione in Borsa. Grazie a un accordo con la società specializzata IR Top Consulting, infatti, siamo in grado di fornire studi sulla fattibilità dell’IPO per i network che potrebbero accedere a una buona parte dei 50 miliardi dei PIR, di cui scriviamo. Insomma, l’obiettivo di AZ Franchising è di diventare il vero e unico “franchising advisory”, punto di unione fra tutti gli operatori del settore. Perché sentiamo, oggi più che mai, la necessità di fornire il massimo delle informazioni possibili agli investitori. Che, come ricordatoci dalla frase di Michael Bloomberg che riportiamo sopra, è gente che al mattino presto si alza affamata di notizie, non tanto e non solo per il gusto di essere aggiornata, ma perché l’informazione è potere non solo per chi la eroga, ma soprattutto per chi la riceve.

Fabio Pasquali Direttore responsabile f.pasquali@azfranchising.it


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AZ FRANCHISING SOMMARIO

Ottobre 2017 FOCUS “Vi spieghiamo che cosa sta cambiando nel fashion”

LE OPPORTUNITA’ “Flessibilità e precisione, così facciamo crescere la rete AW LAB” “Non solo prodotti, ma anche esperienze uniche con i marchi Food Brand” NUOVI SERVIZI Il nuovo sito di AZ Franchising, la Soluzione per lo sviluppo delle reti Il mercato che cambia: l’ultima ricerca dell’Osservatorio AZ. DOSSIER Non esiste solo la banca. Le nuove forme di finanziamento.

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COMUNICAZIONE Quant’è difficile socializzare.

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FINANZA & LEGALE - SPECIALE BILANCIO I soldi, nero su bianco. Il business plan è la Bibbia?

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OCCHIO ALLA LEGGE Proteggersi dall’ex affiliato. Ma non troppo.

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NOTE LEGALI Mediare sempre meglio che litigare.

SPECIALE Proteggersi sì, ma non solo. I casi in cui registrare il marchio non è stato sufficiente.

RUBRICHE

TECH & RETAIL Informazioni uguale vendite. Big data e velocità, così il digitale sta cambiando la moda.

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New entry

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News

EVENTI Al Mapic va in tavola il cambiamento. Oltre 200 idee di lavoro al Salone Franchising di Milano.

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News comunicazione

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Le schede

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Appunti retail

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Up&Down


/ FOCUS /

Numeri e opinioni di alcune delle aziende protagoniste del settore

VI SPIEGHIAMO CHE COSA STA CAMBIANDO NEL FASHION

53 miliardi di fatturato nel 2016 fanno della moda e del tessile uno dei comparti italiani più in salute. Ma per i network in franchising le incognite non mancano: dal cambio delle modalità di consumo all’e-commerce. Intanto, il mercato premia sempre più le reti che ormai rappresentano quasi il 50 per cento dei volumi. di Agostino Riitano Continua a rimanere l’export il fiore all’occhiello del sistema della moda italiana che ha fatto segnare nel 2016 una “ripresina”. Il 2017 si prevede ancora migliore, con un fatturato e ordinativi in crescita. Secondo il bilancio settoriale elaborato da Sistema Moda Italia, l’industria nostrana del Tessile-Moda ha chiuso il 2016 con un fatturato in lieve crescita (+0,9%) rispetto al 2015. Il turnover settoriale, pertanto, si porta a 52,8 miliardi di euro, guadagnando poco più di 450 milioni rispetto al 2015. Risultati diversi fra i comparti: se il turnover del tessile risulta nel complesso stabile, l’Abbigliamento-Moda accelera al +1,4 per cento. Come anticipato, a trainare il tutto l’esportazione. Nel 2016, le vendite estere, infatti, sono cresciute del +1,7 per cento, a 29.555 milioni di euro, assicurando così un’incidenza del 56 per cento sul turnover totale. Il mercato comunitario ha evidenziato un aumento pari al +2,2 per cento, mentre quello extra-UE cresce mediamente del +1,1 per cento. L’import, pur in crescita, mostra un significativo rallentamento del ritmo, facendo registrare un +1,3 per cento. Il “Maschio” benino

La moda maschile italiana (a esclusione dell’intimo) ha chiuso il 2016 con una crescita del +1,2 per cento. Il fatturato settoriale ha superato i 9 miliardi di euro. Ad andare meglio del previsto le esportazioni, mentre peggio del previsto le vendite sul mercato interno,

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con un calo del 2,2 per cento. A livello di canale distributivo, secondo i dati raccolti per Pitti Uomo, le catene hanno sorpassato per valore il dettaglio tradizionale nel 2014, salite a quota 35,7 per cento. Sempre le catene fanno segnare segnali in controtendenza rispetto alla media settoriale, con una variazione del +0,4 per cento nel periodo marzo 2016/febbraio 2017 rispetto allo stesso periodo precedente. Il dettaglio indipendente, passato a quota 26,9 per cento, cede il -7,7 per cento. Molto bene il canale della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) che fa segnare vendite in positivo con un +2,7 per cento. Ma, a cavallo fra 2016 e il 2017, il vero protagonista è stato il commercio online, con un fatturato in aumento del +42 per cento, raggiungendo una quota di mercato del 6,3 per cento, sempre limitatamente all’uomo (nel 2015 era al 4,4%). La “Donna” bene

Il comparto femminile rappresenta un quarto del fatturato totale della moda italiana. Ha chiuso il 2016 in terreno positivo per il terzo anno di fila, a dimostrazione che ha caratteristiche anticicliche. Sulla base dei dati SMI, il turnover di settore mette a segno un aumento del +1,3 per cento, vicino ai 13 miliardi di euro. Se nell’uomo il peso delle reti è pari al 35 per cento, per il femminile questo dato supera il 45 per cento, anche se in calo rispetto al 2015 del 3,7 per cento del valore totale. Anche qui, boom


/ FOCUS /

del commercio online con un aumento del 28 per cento, con un’incidenza del 4,1 per cento sul totale del mercato. La GDO raggiunge quota 14,5 per cento, crescendo del +7,9 per cento. Il dettaglio indipendente continua a calare lasciando sul terreno un ulteriore -16,6 per cento, pari al 21 per cento del mercato nazionale. Male anche gli outlet. Il “Bambino” benissimo

Nel 2016 l’abbigliamento bambino, compreso l’abbigliamento intimo, è forse il settore più dinamico degli ultimi anni dell’intero comparto moda. Il fatturato, superando i 2,7 miliardi di euro, ha fatto segnare nel 2016 sul 2015 un aumento del 2,8 per cento, in ulteriore accelerazione rispetto alla rilevazione precedente. “Il segmento del junior non sembra esser vittima di fattori congiunturali, sia per il maggior coinvolgimento emotivo sia per necessità funzionali legate al più breve ciclo di vita, il comparto sembra, dunque, aver trovato un nuovo punto di equilibrio” nota la ricerca. La “bambina” rappresenta, per consumi, la fetta della torta più consistente con quasi il 47 per cento della quota mercato, con il “bambino” in leggera flessione e il “neonato” stabile. Le catene si confermano primo canale di vendita, con un’incidenza del 51,4 per cento sul totale. Molto bene anche la GDO (+11,5%) e il web (17,4%), anche se resta confinato a quota 3,3 per cento, meno preponderante rispetto agli altri segmenti. Molto male sia il canale dei negozi indipendenti (-12,3%) sia gli outlet (-50%). Intimo

Vale poco più di 4 miliardi il comparto dell’intimo, comprendente anche le collezioni mare e la calzetteria, che fattura in Italia circa 4 miliardi di euro l’anno. Analizzando nel dettaglio le categorie merceologiche, le performance migliori sono quelle della calzetteria e del beachwear. A rivoluzionare il mercato della lingerie, in Italia e non solo, è stata la trasformazione dei canali distributivi. Ai negozi multimarca si sono affiancate le catene di negozi monobrand, di proprietà oppure in franchising, che hanno contribuito da un lato a rafforzare la presenza delle etichette dalle grandi vie dello shopping ai cen-

tri commerciali e, dall’altro, a far crescere l’identità del marchio. Le catene oggi coprono il 40 per cento del mercato italiano, seguite dagli indipendenti, al di sotto del 20 per cento. Anche in questo segmento registriamo un avanzamento del web con una crescita anno su anno in media del 5 per cento, con una quota

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/ FOCUS /

sul totale del fatturato pari, attualmente, all’otto per cento. PAROLA AI PROTAGONISTI Mercato: mood contrastante

Fino a ora i numeri. Ma abbiamo anche cercato di capire il “sentiment” di chi opera nel settore e capirne le prospettive. Sommariamente si può dire che, dopo gli anni della crisi, si inizia a consolidare la ripresa. Andrea Meschia, Ceo di 3io, società che si occupa dello sviluppo italiano del brand di abbigliamento femminile Ulla Popken, parla di una ripresa, “seppur moderata”. Concorda Pierluigi Marinelli, direttore sviluppo del Gruppo Teddy, che parla di una sostanziale tenuta del mercato italiano per due fattori su tutti: “Lo sviluppo importante dei nuovi player sbarcati nel nostro paese negli ultimi anni e l’e-commerce. Due fattori che, se da una parte non hanno ancora corroso in maniera importante i fatturati delle aziende, hanno reso possibile a nuovi player non specialisti del retail di ricavarsi spazi in questo settore (si veda Amazon per esempio). La competizione è aumentata e chi rimarrà ancorato a vecchi modelli vedrà, almeno secondo noi, una diminuzione non tanto degli incassi dei propri negozi, ma dei margini finali. Cosa fare, quindi? Evolvere tecnologicamente e digitalmente e ricercare la sostenibilità della produzione, di sostenibilità della produzione elemento ricercato sempre di più dal consumatore, che oltre al buon prezzo, desidera anche un prodotto realizzato in un certo modo. Il cambiamento non deve spaventare. Anzi, va cavalcato e le aziende dovranno adeguarsi al di là

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dei buoni risultati che stanno realizzando in questo momento. Aspettare per cambiare risulterà fatale per il futuro di ogni azienda. Ottimismo, quindi, perché ‘l’uomo nasce nudo e muore vestito’. come si usa dire dalle nostre parti”. Meno ottimismo, però, dalle parti di Fabrizio Brogi, Ceo e fondatore del marchio di occhialeria NAU!, che descrive una situazione ancora critica. “Sicuramente non il momento migliore. L’Italia, come altri paesi, sta ancora uscendo dalla forte crisi degli anni scorsi. Per potersi riprendere ci vogliono idee e inventiva. È un momento di ristrutturazione soprattutto culturale, nascono nuovi brand, nuovi gruppi dalla fusione di due o più aziende. Sono molte le realtà nuove nel settore”. Sulla stessa linea d’onda Luciano Caracci, responsabile della divisione franchising di Piazza Italia, per il quale “il mercato italiano ha conosciuto una progressiva riduzione dei volumi causati dalla recessione che ci accompagna sin dal 2008. La riduzione è stata sensibile per il consumatore adulto, in particolare Uomo, mentre le quote di mercato sul junior sono state più stabili”. Clienti: è qui il cambiamento

Attenti, ché il cliente sta mutando velocemente. Ma in che direzione? Per Fabrizio Brogi, NAU!, “è più razionale e oculato nelle proprie scelte. È un consumatore eclettico che non si ferma più solo al giro in centro per gli acquisti, ma usa internet per reperire più informazioni possibili, vuole andare in profondità e avere così un ventaglio di informazioni che gli possono permettere di fare scelte consapevoli”. Andrea Meschia, Ceo di 3io, vede il mercato “polarizzato tra i clienti attenti al rapporto qualità/


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