EDITORIALE
Etica. Ebbene si! Esiste anche un’etica aziendale che indica i vari componenti che regolano il modo in cui le organizzazioni e le aziende dovrebbero operare. Un’etica professionale che stabilisce una serie di norme che i professionisti devono seguire quando hanno a che fare con le persone con cui lavorano. Noi questo mese vogliamo approfondire ancora di più questo valore e parlare di un’etica personale concetto che dovrebbe essere valido non solo nel lavoro, ma in qualsiasi azione quotidiana. L’etica personale non ha regole scritte è in ognuno di noi. AZ franchising in questi 25 anni di attività è entrata in contatto con molte realtà aziendali, fatte da persone. In questi anni di lavoro abbiamo voluto interpretare i sistemi a rete nella loro complessità. Partendo dal franchising e seguendo una evoluzione stessa del concetto arrivando così ad una considerazione che la rete è un generatore di valore ed è la strategia di penetrazione più efficace e più veloce che coinvolge tante figure professionali. Il sistema a rete è un valore di per sé e chi ci investe viene premiato. Tantissime le realtà aziendali con le quali abbiamo stretto rapporti professionali, rapporti con persone che hanno contribuito a costruire il nostro percorso professionale, persone che ancora oggi, dopo 25 anni, gravitano intorno alla nostra azienda. Un esempio fra tutti è il personaggio che questo mese occupa la nostra copertina, Marco Bernardi, incontrato agli inizi della nostra attività come studente universitario è oggi in copertina come Vice Direttore Generale Banca Generali. Cosa significa tutto questo? Che il rispetto e il comportamento corretto tra le persone premia. In una realtà imprenditoriale è sicuramente molto importante il verbo fare, ma diventa altrettanto fondamentale il verbo comportare. Riscoprire l’importanza e il vero significato dell’etica umana, in un tempo in cui si diventa ogni giorno più flessibili riguardo a quello che è o non è accettabile, può rappresentare, quindi, un traguardo decisivo nel percorso di crescita morale e anche dell’azienda a cui si appartiene. La parola stessa “etica” viene forse, e fin troppo, associata a dottrine filosofiche che hanno poco a che vedere con la vita di tutti i giorni, e per questo c’è bisogno di rispolverare la sua accezione pratica, nonché la sua utilità. A volte ci lasciamo prendere da comportamenti inadeguati pensando di arrivare più velocemente ai nostri traguardi senza preoccuparci di compromettere i rapporti tra individui. E allora è importante ricordare che mantenere un comportamento etico non è tanto rispettare delle regole di condotta, ma una scelta di rispetto per sé stessi e per gli altri, una scelta che facilita il vivere bene. Affidabilità, impegno e correttezza. Queste le caratteristiche in cui abbiamo creduto in questi anni di lavoro. Ciò vale non solo per i nostri rapporti con i collaboratori, ma anche con i nostri clienti, i fornitori, gli utenti finali dei nostri servizi. Per questo motivo è particolarmente importante fare del comportamento etico una parte naturale del lavoro quotidiano. Certo che comportarsi in modo corretto richiede più forza ed energia. La stessa forza e energia che fanno grande una azienda.
Fabio Pasquali Direttore responsabile“Non puoi fare una buona economia con una cattiva etica.”Ezra Pound
Gennaio - Febbraio 2023
FOCUS
Aumenta il turismo a tutto vantaggio del retail
MARKETING & CONSUMI
Sviluppatore retail: un lavoro a tre facce
NUOVI SCENARI
Realizzare una customer experience vincente nel retail: 6 passi da seguire
TECH RETAIL
Nasce Reviews101.app per aumentare il business aziendale
LA PROPOSTA
EasyCassa: la chiave per gestire un’attività in franchising
STORIA DI COPERTINA
Banca Generali: il deus ex machina della pianificazione di progetti di vita
DOSSIER
Conoscere meglio le opportunità per investire alle Canarie
EVENTI
Franchise Expo Paris si rifa’ il look
FORMAZIONE
La scelta del franchising
FINANZIAMENTI
Difesa del Made in Italy e supporto all’export
MARKETING
Linkedin: il social network di aziende e professionisti
NEW CONCEPT
Vendita e servizi: elementi determinanti per rinnovare l’esperienza del negozio
COMUNICAZIONE
Tik Tok: fonte di ispirazione per la creatività utile alle aziende
FINANZA E LEGALE
Mediazione obbligatoria nel franchising: è davvero un bene…
OCCHIO ALLA LEGGE
La tutela del patrimonio… serve davvero…
TERESITA RUIZ-TAGLE LYON OPERATION MANAGER RETAIL CAPITAL
Retail Capital, primo marketplace europeo nel settore dell’intimo, proprietario dei Retail Unyli e Le Perle, ha annunciato la nomina di Teresita Ruiz-Tagle Lyon come Operation Manager. Teresita Ruiz-Tagle Lyon, laureata in Integrated Design e con un Master in Fashion Styling e Visual Merchandising, ha maturato un’esperienza pluriennale in realtà nazionali ed internazionali del mercato Retail, ricoprendo anche il ruolo di Visual Merchandiser presso Ikea Group. Oggi, approda in Retail Capital come Operation Manager con l’obiettivo di rendere i processi aziendali ancora più efficaci e funzionali al raggiungimento degli obiettivi di business.
MONDADORI STORE ARRIVA A LOCOROTONDO
Inaugurato un nuovo Mondadori Bookstore a Locorotondo (BA), nella Galleria Commerciale Quinto Colore. La libreria, sviluppata su una superficie di 100 metri quadri, sarà un nuovo punto di riferimento per la vita culturale della cittadina barese, grazie alla sua ricca proposta editoriale firmata Mondadori Store - di oltre 13.000 tra narrativa, saggistica, varia e grandi classici - e a un calendario di incontri con autori e protagonisti del mondo della cultura e dell’intrattenimento. Tra le novità, un reparto dedicato interamente a libri didattici di ogni ordine e grado. Spazio anche ai fumetti con l’area Just Comics che ospita un’ampia selezione di manga, supereroi e graphic novel. A disposizione dei visitatori anche i migliori prodotti di cartoleria, gift box e gift card.
IL GRUPPO LEGO: NUOVA APERTURA
Il Gruppo LEGO e Percassi, a testimonianza del solido piano di crescita nel mercato Italia, concludono il 2022 con una nuova importante apertura. Il 2 dicembre, infatti, l’opening del 24° LEGO Certified Store a Brescia: con 100 mq di superficie, il punto vendita sarà situato nel cuore pulsante della città, in Corso Zanardelli 5, ed è pronto a diventare la meta di riferimento per tutti i fan e le fan del mattoncino. Il Gruppo LEGO, che quest’anno ha celebrato un anniversario importante, 90 anni di creatività e di gioco, non poteva che concludere i festeggiamenti con un grande evento come questo.
Apre il primo negozio Starbucks® nel centro di Bergamo, il ventunesimo inaugurato dal gruppo orobico in Italia, partner licenziatario unico del brand nel nostro Paese. Il negozio, che si trova in una delle principali zone dello shopping del centro di Bergamo, in via Zambonate 4, all’angolo con Via XX Settembre, si estende su due piani con una superficie di oltre 250 metri quadrati. Il piano terra, dove si trova il bar e una ventina di sedute alte, è un concentrato di energia, mentre al primo piano si viene accolti in un ambiente più tranquillo, come nella tradizione di Starbucks, dove poter trascorrere del tempo in un ambiente rilassato nei confortevoli 50 posti a sedere. Il design del negozio è inoltre improntato alla sostenibilità ambientale, avendo fatto ricorso al riuso di parte degli artwork preesistenti, dando così una seconda vita a questi oggetti. Lo store dispone inoltre di un dehor esterno di quasi 70 metri quadrati, con più di 30 posti a sedere.
PRESTASHOP NOMINA ÉRIC SÉNÉCHAL NUOVO MANAGING DIRECTOR
PrestaShop è lieta di annunciare la nomina di Éric Sénéchal, ex Chief Technology Officer (CTO), come nuovo Managing Director. Éric Sénéchal riporterà direttamente a Vlad Mihalca, Group Chief Transformation Officer di MBE Worldwide (“MBE”) e Deputy CEO di PrestaShop. Éric Sénéchal, entrato a far parte di PrestaShop e nominato CTO nel 2020, ha avuto un ruolo chiave nella crescita del 40% dell’azienda nel 2021 e ora assume la carica di Managing Director di PrestaShop. La sua esperienza internazionale, la sua profonda conoscenza dell’ecosistema PrestaShop, il suo background imprenditoriale e la sua solida leadership nei team tecnici di PrestaShop lo rendono la scelta naturale per guidare lo sviluppo dell’azienda nei prossimi mesi e anni.
Prosegue il piano di espansione di Johnny Rockets, il modello americano importato nel 2016 in Italia dalla famiglia Groppetti di Brescia: dopo l’apertura, nello scorso luglio, di un nuovo ristorante a Rozzano, il brand consolida il proprio posizionamento nel capoluogo lombardo. Il nuovo store sorgerà infatti a Carugate, nel Centro Commerciale Carosello, proprio nel cinquantesimo anniversario del noto polo commerciale. In soli sei anni, la quota di ristoranti in Italia arriva quindi a otto, con Roncadelle (BS), Lonato (BS), Arese e Rozzano (MI), Curno (BG) e Roma (CC Euroma 2 e CC Maximo).
NUOVAAPERTURABATA NELCENTROSTORICODI PARMA
Con oltre 125 anni di storia e una distribuzione in circa 70 Paesi, Bata segna la 17° apertura in Emilia e la quota 236ª in Italia con l’opening di Parma. Il brand di calzature, leader nel settore retail e nella produzione di calzature a livello internazionale, torna ad aprire un nuovo punto vendita a gestione diretta. Il nuovo store si sviluppa su 184 metri quadrati di superficie al civico 12 A di Strada della Repubblica, una delle zone più commerciali e prestigiose della città. L’offerta del negozio comprende le calzature donna, uomo, bambino e sport e si sviluppa su due livelli, piano terra e primo piano, ognuno dei quali è suddiviso in aree strutturate ad hoc per facilitare al consumatore la fruizione dei prodotti.
CRAIENTRAINASSOBIO
Il Gruppo CRAI annuncia l’ingresso in AssoBio, l’associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici. Una vera e propria dichiarazione d’intenti da parte dell’insegna, che rafforza così il proprio impegno concreto per una filiera sana e sostenibile. CRAI entra a far parte così di un gruppo di confronto, lavoro e rappresentanza del settore presente in Italia e all’estero per favorire la cultura del biologico, sinonimo dell’impegno e della promessa di un prodotto sano, realizzato nel totale rispetto dell’ambiente e garantito per legge. Una scelta in continuità con l’impegno concreto e quotidiano che distingue da sempre il Gruppo, marchio storico presente con i suoi supermercati, superette, negozi, alimentari e negozi drug in tutta Italia.
MDAPREACAMPOBASSO
Collocato in una zona di prestigio della città, a pochi passi dalle sedi di Comune e Provincia e dallo storico Stadio Romagnoli il nuovissimo store dell’insegna “della buona spesa” si sviluppa su 720m2, sette corsie, cinque casse e ha richiesto l’assunzione di 18 giovani molisani, dagli addetti alle vendite agli store manager. La superficie espositiva è caratterizzata nelle aree d’ingresso dall’ampia proposta di ortofrutta, comparto sulla cui freschezza e sul ricco assortimento di prodotti, da quelli stagionali ai ready-to-eat, MD punta da sempre, per proseguire con la panetteria, la macelleria a libero servizio con laboratorio per lavorazione carne, e quello servito dedicato alla gastronomia.
PERCASSI JOINT VENTURE CON ALL’ANTICO VINAIO
Percassi, leader europeo nel retail in Europa, e All’Antico Vinaio, il locale più recensito al mondo nel 2014, paradiso della schiacciata (la focaccia toscana farcita), hanno siglato oggi una joint venture paritetica volta allo sviluppo del brand toscano in Italia e in Europa. All’Antico Vinaio ha all’attivo 11 store nelle principali città italiane, tra cui Firenze, Roma, Milano, Torino, ed è presente negli Stati Uniti con due negozi a New York e prossimamente a Los Angeles. In Italia, è prevista una nuova apertura a Forte dei Marmi. Impiega complessivamente 200 dipendenti. Tommaso Mazzanti, proprietario de All’Antico Vinaio ha commentato: “Sono entusiasta, oltre che emozionato, per questa nuova avventura che stiamo intraprendendo con il Gruppo Percassi e sono molto orgoglioso del percorso di crescita fatto dal brand”.
CAMPAGNADIEQUITY CROWDFUNDING:SEMPRE PIÙALSERVIZIODELLE AZIENDE
Mosaico Spirits, azienda specializzata nella creazione e distribuzione di gin, entra nella seconda fase di sviluppo con una campagna di crowdfunding lanciata lo scorso novembre e che si prefigge un target di raccolta di 1 milione di euro. Una campagna equity based, ideata per consentire all’azienda uno sviluppo coerente con gli incoraggianti risultati ottenuti nella prima fase di Startup, dove si è messa in luce come uno dei progetti più interessanti nel mondo della produzione di spirits.
LADIGITALIZZAZIONEDEL CALZATURIEROMADEIN ITALY
Dedagroup Stealth – azienda che fa capo a Dedagroup e da 30 anni impegnata ad accompagnare nella crescita, con competenze e con la propria piattaforma software (ERP), i più grandi brand del Fashion e del Luxury – rafforza la propria presenza nel complesso mercato calzaturiero insieme a Olisoft, software house marchigiana dedicata principalmente a questo settore.Un vero e proprio scambio di competenze e di opportunità che permetterà a Dedagroup Stealth di potenziare la propria presenza e supportare al meglio anche un settore parcellizzato come quello calzaturiero e a Olisoft di rafforzare le proprie conoscenze riguardo al mondo del software della moda, al fianco di una realtà già leader di mercato scelta da oltre il 60% dei più grandi brand del Fashion e Luxury Retail italiani.
LEPMIITALIANEPOSSONO DISPORRE DI OLTRE TRE MILIARDIDIEURO
L’export italiano previsto nel 2022 è pari a 600 miliardi di euro. Dei 45 di questi che sono a rischio di ritardato pagamento se non di insolvenza, oltre tre potrebbero essere recuperati a vantaggio delle Pmi italiane, indebolite prima dalla pandemia, oggi alle prese con l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime, conseguente alla guerra alle porte dell’Europa iniziata nel febbraio scorso con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Le Pmi potrebbero così superare la loro storica sottocapitalizzazione, disporre di una forma di finanziamento alternativa a quella bancaria, investire in innovazione, essere competitive e crescere sui mercati. È quanto emerge da uno studio realizzato da Invenium Legaltech, startup fintech milanese specializzata nella gestione del credito internazionale.
MANGOPAYENETHONE PERSOLUZIONI ANTIFRODE
Mangopay, il fornitore di infrastrutture di pagamento specifiche per le piattaforme, acquisisce la società di rilevamento e prevenzione delle frodi tramite intelligenza artificiale Nethone per sviluppare e offrire soluzioni antifrode progettate specificamente per i marketplace. Di fronte all’aumento dei tassi di frode online, questa soluzione consentirà a qualsiasi tipo di piattaforma di trasformare le minacce e le sfide poste dalle attività dannose in decisioni commerciali accurate e redditizie. I marketplace rappresentano più di due terzi delle transazioni globali di e-commerce, il che li rende un obiettivo primario per i truffatori. In quanto intermediari terzi, le piattaforme sono ancora più vulnerabili alle frodi rispetto al commercio digitale classico.
DEBUTTA A MILANO JORDAN WORLD OF FLIGHT
Il negozio, che si trova nella centralissima via Torino al civico 21, una delle principali mete dello shopping, si estende su un unico piano con una superficie totale di 363 metri quadrati e impiega 50 persone, tra store manager e addetti alla vendita. Il Jordan store è un vero e proprio paradiso per gli appassionati del brand e non solo. Il concept del nuovo negozio, la cui heritage trova le sue radici nel mondo del basket, si è evoluto nella cultura streetwear. Nello store si potranno trovare prodotti unici ed esclusivi in edizione limitata, con l’opportunità anche di usufruire di un servizio di personalizzazione delle scarpe. L’esperienza che si può vivere qui sarà inoltre all’insegna dell’inclusività.
Helbiz Kitchen, dopo aver inaugurato il servizio di consegna di cibo a domicilio in Italia, sbarca negli Stati Uniti grazie all’accordo con Kitchen United, la rete di ghost kitchen leader negli Stati Uniti. La partnership porterà inizialmente Helbiz Kitchen a New York ed Austin, consentendo agli utenti di ordinare tra diverse tipologie di menù. A partire da gennaio, gli utenti delle due città statunitensi potranno ordinare le loro pietanze preferite sia dall’app Helbiz Kitchen e dall’app Kitchen United MIX, sia dal sito web - kitchenunited.com. In entrambe le realtà Helbiz porterà i suoi diversi menu ideati a Milano - Burger & Sons, Pokaii, Pomodòro, Wabisabi, What the Farm e La Bottega del Gelato - permettendo a chiunque di soddisfare i propri desideri.
Anche al Sud Italia il gusto di KFC arriva direttamente al volante. Apre a Sant’Antimo, vicino a Napoli, il primo ristorante del Mezzogiorno con corsia drive-thru, aperta tutti i giorni dalle 11 alla 1 per gli chi vuole acquistare il pollo senza scendere dall’auto. Il nuovo ristorante è gestito in franchising da 2K16, a cui fanno capo altri 3 ristoranti del brand nella regione. Antonio Laiena di 2K16 afferma: “Con l’apertura di KFC Sant’Antimo aggiungiamo un altro importante tassello alla nostra partnerhsip con KFC Italia, dopo le aperture negli ultimi anni dei ristoranti di Pompei, Marcianise e Napoli Carità, nel pieno centro della città. Siamo felici di inaugurare in Campania il primo locale con la corsia drive”.
JOHN ARRIVA IN VIA DANTE PER IL TERZO STORE MILANESE
Dan John, azienda di moda maschile fondata da Daniele Raccah e Giovanni Della Rocca, continua il suo progetto di espansione sul territorio italiano con l’apertura del terzo store a Milano, nella centrale via Dante. Il negozio, che ha aperto lo scorso dicembre, si sviluppa su una superficie di oltre 200 metri quadrati in Via Dante 14, la famosa via dello shopping meneghino che da piazza Cordusio arriva fino a largo Cairoli. Il nuovo store riflette la cura ed eleganza del luogo con due ampie vetrine che rimandano l’inconfondibile stile del brand. “Milano è una piazza che ci ha regalato enormi soddisfazioni, con piacere abbiamo scelto di aprire uno dei nostri flagship più importanti nel mondo proprio qui a Milano in Via Dante. Grazie Milano.” dichiara Daniele Raccah, CEO di Dan John.
NICCE, SIMBOLO DELLO STREETWEAR LONDINSE, ACCELERA LA PROPRIA CRESCITA
Il brand cresce sui mercati internazionali e investe in tecnologia e digitale per potenziare l’omnicanalità. Accelera nella propria crescita NICCE, brand inglese di streetwear simbolo dello stile londinese, e per farlo in ottica omnichannel investe sul digitale e su tutte le innovazioni che questo porta in un settore in forte trasformazione come quello della moda. Per continuare ad evolvere, il giovane e dinamico brand si affida a Dedagroup Stealth, azienda che fa capo a Dedagroup S.p.A e che da 30 anni, grazie alle competenze e alla propria piattaforma software, accompagna nello sviluppo le più grandi realtà del Fashion e del Luxury.
INTESA SANPAOLO E SACE PER SALOV: 5 MILIONI DI EURO CON GARANZIA GREEN
Da Intesa Sanpaolo 5 milioni di euro, assistiti dalla Garanzia Green di SACE, per finanziare l’efficientamento dei processi industriali di Salov S.p.A., gruppo industriale tra i principali player mondiali del settore oleario. L’operazione rientra nel piano più ampio di Intesa Sanpaolo di supporto agli investimenti delle aziende nella transizione ambientale e negli obiettivi legati al PNRR. L’investimento prevede obiettivi di miglioramento ESG (Environmental, Social, Governance) attraverso un intervento che permetterà all’azienda che opera nel settore della lavorazione e della vendita degli oli alimentari, con sede nella provincia di Lucca, di realizzare un impianto di nuova generazione per lo stoccaggio dei prodotti, in grado di mitigare i possibili effetti nocivi degli sbalzi di temperatura stagionali che impattano sulla qualità dell’olio.
H&M E SNAPCHAT INSIEME NELFASHIONDIGITALE
Snapchat annuncia una nuova collaborazione nell’ambito del fashion digitale con il brand svedese H&M. Grazie alla tecnologia della fotocamera di Snap, a partire dal 5 dicembre è possibile provare e indossare tre indumenti in realtà aumentata (AR) all’interno dell’app di H&M (sia su device Android che iOS) e di quella di Snapchat. Queste esperienze in AR sono state progettate a quattro mani da H&M e dall’Institute of Digital Fashion, lo studio digitale e thinktank basato a Londra. Grazie a queste nuove lenti sarà possibile provare abiti digitali unici nel loro genere, espandendo le possibilità espressive della moda. Chiunque potrà infatti selezionare un outfit, mettersi in posa e condividere i propri look digitali preferiti.
URBANVISIONECAMERA MODACONFERMANO LAPROPRIA COLLABORAZIONE
Urban Vision – Digital Media Company leader nel fundraising finalizzato alla tutela del patrimonio culturale e nella comunicazione integrata - e Camera Nazionale della Moda Italiana, rinnovano e rafforzano la propria collaborazione in vista della Milano Fashion Week Men’s Collection Fall/Winter ‘23-24. Inoltre, anche per l’edizione 2023 il Digital Wall Urban Vision, sarà presente nel cuore pulsante dello shopping milanese, in Corso Vittorio Emanuele, per trasmettere gli spot ideati dai partner di Camera Nazionale della Moda Italiana e per dar forma a un’esperienza sempre più immersiva e integrata con la vita del capoluogo meneghino e dei suoi cittadini, che smettendo di essere dei semplici spettatori, diventano protagonisti attivi di un evento che riunisce esperienza e innovazione.
Vinci Facilities Italia S.r.l, azienda del Gruppo VINCI Energies Italia specializzata in riqualificazione e manutenzione su impianti elettrici, HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning), idraulici, antincendio, civili e nella trasformazione sostenibile degli edifici, ha scelto di adottare lo status di “Società Benefit” con la volontà di inserire tra gli obiettivi primari attività in grado di poter generare ricadute positive sulla società e sull’ambiente. La digitalizzazione e l’innovazione, insieme alla transizione ecologica e all’inclusione sociale, sono punti fondamentali del PNRR perché strategici in ambito ESG. VINCI Facilities quest’anno ha voluto lanciare un segnale più concreto anche grazie all’ingresso in Italia della nuova Business Unit “Building Solutions”, focalizzata su soluzioni green e digitali per i palazzi e per i loro utilizzatori, con una strategia intrinsecamente sostenibile.
FRA DIAVOLO PIZZERIA: NEL 2023 PUNTA A 40 APERTURE TRA ITALIA ED ESTERO
Proiettare la pizza nel terzo millennio. È il principio ispiratore di Fra Diavolo, da pizzeria di quartiere nata in un paese della Liguria a catena di successo con l’ingresso in Gioia Group, che ha puntato le sue fiches sull’idea di evolvere la tradizione, sdoganando la sacralità del disco di pasta simbolo dell’Italia gastronomica. Una rivoluzione che si fonda su innovazione e artigianalità e sposa l’accurata selezione delle materie prime con un processo ingegnerizzato di creazione. E che coinvolge il concetto stesso di pizzeria, nel tentativo di trasformarlo da non-luogo a meta di destinazione. Il nome nasce in un locale di Diano Marina più di 80 anni fa, si espande ad Alassio e ad Alba e poi diventa brand con l’ingresso di Mauro D’Errico e Gianluca Lotta. Nel 2023 punta a 40 aperture tra italia ed estero.
NIKKEIALMAKIARRIVAA ROMA
Grazie al rapido successo del locale pilota presso la nuova food court Fiordaliso vicino a Milano, aperto in estate con la formula del chiosco, il format di cucina Nikkei Almaki è pronto per crescere. Il prossimo punto vendita del brand in capo a F&B Holding si posizionerà all’interno del centro commerciale Porte di Roma, confermando quindi la predilezione, almeno in questa fase di startup, per il cluster degli shopping center di grandi dimensioni. Tale operazione si inserisce in un piano di sviluppo che conta una decina di nuovi opening nel giro di sei mesi. Il locale capitolino, inoltre, rappresenta l’esordio del concept nella declinazione “store”, dotato quindi di sedute pertinenziali e di un layout caratterizzato da nuove grafiche.
L’insegna Burger King è destinata a crescere ulteriormente anche in Italia, dove conta già circa 240 punti vendita, e a consolidare la propria presenza nei vari cluster immobiliari: dalle soluzioni stand alone lungo le principali vie di comunicazione, ai centri città, sino agli shopping mali e al travel retail. Il modello di business prevede sia l’apertura di punti vendita a gestione diretta sia con la formula dell’affiliazione. Il primo è stato aperto a Milano nel 1999 e solo 15 anni dopo Burger King ha festeggiato l’apertura del suo 100° locale nella Penisola. Sul totale dei ristoranti, 71 sono di proprietà diretta e 165 in franchising. Gli obiettivi di sviluppo retail tra la fine del 2022 e il 2023? Raggiungere quota 250 ristoranti entro la fine dell’anno e arrivare a 1.000 assunzioni entro dicembre.
NUOVE APERTURE PER TODIS
Todis, il più grande franchisor puro del segmento in Italia, continua la sua crescita, posizionandosi al di sopra degli altri discount, grazie a una connotazione ben precisa che lo pone come una valida alternativa al supermercato. L’insegna italiana di proprietà di Iges Srl, società controllata dalla cooperativa Pac2000A Conad, operante nella grande distribuzione organizzata attualmente è presente (anche grazie alla partnership con Conad Adriatico) in 11 regioni italiane, con una rete di 283 punti vendita distribuiti nel Centro-Sud Italia. Massimo Lucentini, Direttore generale di Todis: “Ogni anno apriamo tra i 20 e i 25 punti vendita. La superficie media di vendita è di poco meno di 600 mq e sviluppiamo di fatto 3 formati più un quarto che è nato proprio l’anno scorso, quello del Todis rione, concept finora adottato soltanto a Roma.
IPROGETTIDELGRUPPO PAM
Tra il 2023 e il 2025 l’insegna prevede 10 nuovi superstore, 50 nuovi Pam locai soprattutto nei capoluoghi di provincia, nelle città turistiche e universitarie e la ristrutturazione di altri 20 punti di vendita, tutti di proprietà. Al centro delle riflessioni del management ci sono soprattutto gli ipermercati: 7 punti vendita vedranno un ridimensionamento e saranno portati 3.500-5.000 mq. confermando la nuova riorganizzazione rivolta esclusivamente a prodotti alimentari. Gli investimenti genereranno oltre un migliaio di nuovi posti di lavoro. Nel 2022 sono stati superati i 1.000 punti di vendita del gruppo che opera con le insegne Pam, Panorama, Pam local, Pam city, In’s mercato e una rete di franchising, impiegando 9.800 dipendenti su una superficie complessiva di 715.000 metri quadrati.
PASQUALEBRUNISBARCA INCINASUTMALL,IL MARKETPLACEDEL GRUPPOALIBABA
Un mercato, quello asiatico, molto importante per l’azienda di alta gioielleria, come racconta il suo direttore commerciale global Roberto Bocus: «In Cina non siamo ancora presenti, ma stiamo lavorando da tempo per essere pronti all’entrata su TMall. Ci aspettiamo in primis di cominciare a costruire una brand awareness che poi ci porterà, al di là delle vendite, ad ampliare la nostra rete distributiva passando quindi dal puramente wholesale a negozi fisici sia diretti che attraverso un distributore”. Nella vetrina virtuale il marchio sarà presente con le collezioni più rappresentative, tra cui Giardini Segreti e Ton Jolì, accompagnate da Figlia dei Fiori e Bon Ton. La presenza su TMall rientra nella più ampia strategia di internazionalizzazione dell’azienda.
ILCUORE,ILSAPOREE SOPHIALOREN
Dopo Carpisa e Yamamay, Luciano Cimmino lancia con un gruppo di soci una nuova catena nel ramo ristorazione con Sophia Loren Restaurant. E dopo le aperture di Firenze, Milano e Bari pensa già all’estero e al franchising. Luciano Cimmino: “Sophia è l’X Factor perché, insieme con Giorgio Armani, vuol dire italianità, oggi, in tutto il mondo. E io desideravo che la nostra iniziativa evocasse la migliore cucina italiana ovunque nel mondo, associandosi ad un’icona come lei, insuperabile”. Benvenuti, dunque, al Sophia Loren Restaurant di Milano, a due passi dal Duomo, stile accogliente, tra pop e decò.
News Comunicazione.
MONINI UN NUOVO BOSCO ITALIANO DA 1 MILIONE DI ALBERIUn milione di nuovi olivi nel cuore dell’Italia entro il 2030, di cui oltre 650 mila già piantumati tra Umbria e Toscana e coltivati al 100% in regime biologico. In occasione della Giornata Mondiale dell’Olivo, celebrazione istituita il 26 novembre di ogni anno dall’Unesco, Monini ha presentato i primi risultati del progetto Bosco Monini, avviato due anni fa e cuore della transizione sostenibile dell’azienda umbra raccontata nel piano 2030 A Hand for the Future. Il nuovo polmone verde, realizzato prevalentemente su terreni abbandonati e riqualificati, ha infatti un forte impatto ambientale: le nuove piante proteggono la salute del terreno e lo preservano da rischi di erosione, tutelano la ricchezza dell’olivicoltura italiana e delle sue cultivar e instaurano un sistema virtuoso di salvaguardia della biodiversità.
Secondo appuntamento con VOLA VIA by Winx Club, la campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, nata nel 2021 dalla collaborazione tra Rainbow e CBRE, leader al mondo nella consulenza immobiliare, e già vincitrice di un Certificate of Merit ai CNCC Awards 2022. L’iniziativa, realizzata all’interno di 18 centri commerciali gestiti da CBRE, aveva ancora una volta lo scopo di diffondere messaggi di empowerment per dare sostegno alle donne che vivono situazioni di difficoltà e aiutarle a vincere le proprie paure, mettendo in campo le proprie risorse, come fanno le Winx, le iconiche fatine, ambasciatrici di valori come l’amicizia, il sostegno reciproco e il girl empowerment.
PANORAMA FESTEGGIA 60 ANNI
Panorama, il newsmagazine diretto da Maurizio Belpietro e parte del Gruppo editoriale S.E.I SpA, compie 60 anni e festeggia l’anniversario con la pubblicazione di un numero speciale di Panorama Collezione e una mostra fotografica intitolata Panorama è…, inaugurata con grande successo al Teatro Manzoni di Milano. Alla serata hanno partecipato istituzioni, vertici del giornalismo e del mondo dell’impresa: erano presenti, tra gli altri, Mario Giordano, Gianluigi Nuzzi, Alessandro Giuli, Ernesto Mauri, Peter Gomez, Giuseppe De Bellis, Sebastiano Lombardi, Chiara Imperiali, Sebastiano Barisoni, Jean Luc Berlot, Leonardo Manera, Giorgio Restelli, Franco Bechis, Alessia Lautone, Alessandro Giuli, Valeria Falcioni, Francesca Pietra e Antonella Matarrese.
FABBRI1905ALFIANCO DIAILBOLOGNAPER SOSTENERELARICERCA
Nelle Leucemie Acute Mieloidi, la mutazione del gene TP53, attraverso modificazioni nel metabolismo della cellula leucemica, induce alterazioni metaboliche nelle cellule del sistema immunitario che si traducono con la creazione di un microambiente immunologico permissivo e tollerante. Questo risultato della Ricerca AIL Bologna, sostenuta da Fabbri 1905, si rivela di fondamentale importanza per la comprensione dei meccanismi che portano alla deregolazione del sistema immunitario e alla resistenza alle terapie in questi pazienti. “Nonostante l’acquisizione di alterazioni genetiche da parte della cellula leucemica sia un evento fondamentale nell’insorgenza della malattia – spiega la dottoressa Valentina Salvestrini, biologa dell’Istituto di Ematologia “L. e A. Seràgnoli” - è ormai dimostrato che le varie componenti cellulari presenti del midollo osseo in cui risiedono le cellule leucemiche possano contribuire allo sviluppo della malattia”.
CON SACE E UNICREDIT IL PACKAGING ALIMENTARE ITALIANO VOLA IN INDIA
SACE e UniCredit supportano la filiera italiana del packaging alimentare in India. Obiettivo: sostenere la realizzazione di un nuovo impianto chiavi in mano ad alto contenuto Made in Italy per Chiripal Poly Films, grande produttore indiano specializzato in soluzioni di imballaggio flessibile. Nell’ambito dell’operazione, SACE ha garantito, tramite un Express Buyer Credit, un finanziamento di 7,71 milioni di euro erogato da Unicredit in favore di Chiripal Poly Films per supportare tre contratti assegnati a Colines, IMS Technologies e Bobst Manchester destinati alla fornitura di una linea completa di macchinari e componenti.
GALLO E ARMANDO TESTA PORTANO ONLINE LE RICETTE DELLA GUIDA GALLO
Guida Gallo, itinerario attraverso i piatti capolavoro firmati dai grandi chef italiani e internazionali, nato nel 1998, ora approda anche online. Riso Gallo, insieme all’agenzia Armando Testa, ha selezionato dieci ricette dell’11a edizione di Guida Gallo e le ha raccolte in un estratto digitale intitolato “da Guida Gallo: le tue Feste Gourmet”. Non solo un ricettario con piatti ideali per i menù natalizi, ma anche un modo per valorizzare e dare una veste contemporanea alla guida cartacea, grande riferimento per il mondo dell’editoria gastronomica.
Oltre 80 vie dello shopping presenti sul territorio nazionale
AUMENTA IL TURISMO A TUTTO VANTAGGIO DEL RETAIL
I negozi del centro storico e le vie dello shopping sono i luoghi di acquisto preferiti per chi viaggia con motivazione principale lo shopping
Segnali di ripresa per lo shopping tourism in Italia che, nel 2023, potrebbe superare la quota dei 2 milioni di turisti che viaggiano con motivazione prevalente shopping stimata prima della pandemia. È la proiezione di Risposte Turismo, società di ricerca e consulenza a servizio della macro-industria turistica, presentata in occasione della tappa conclusiva del tour itinerante 2022 di Shopping Tourism – il forum italiano, l’unico appuntamento in Italia dedicato agli operatori del turismo e del retail ideato dalla stessa Risposte Turismo e organizzato quest’anno in partnership con il Sistema Confcommercio e, per la tappa di Bologna,
con il supporto di Confcommercio Ascom Bologna. Il valore è frutto di proiezioni sviluppate a partire dalla stima di Risposte Turismo realizzata nel 2019, anno record del turismo italiano, e ottenuta attraverso l’applicazione sul totale degli arrivi nelle destinazioni italiane di coefficienti percentuali differenti in ragione della tipologia di destinazione. La nuova stima, che per il 2023 supera quella del 2019, poggia su una serie di indicatori e fonti a cui si aggiungono i risultati delle indagini ad hoc realizzate da Risposte Turismo per il tour itinerante 2022 del forum e quanto è emerso dalle tavole rotonde che hanno animato le tre tap-
pe del tour.
“Superare la soglia dei 2 milioni di shopping tourist sarebbe un risultato che ribadisce l’esistenza di una porzione significativa di domanda turistica che ha nello shopping la motivazione prevalente della propria vacanza e su cui sarebbe opportuno attivare un programma di impegno per aumentare il posizionamento dell’intera Italia come destinazione per gli shopping tourist” ha dichiarato Francesco di Cesare – Presidente Risposte Turismo.
I LUOGHI DELLO SHOPPING TOURISM
IN
ITALIA
Dall’indagine emergono, inoltre, oltre 80 vie dello shopping presenti sul territorio nazionale, da Via Montenapoleone (Milano) a Via dei Condotti (Roma), da Calle Larga XXII Marzo (Venezia) a Via Tornabuoni (Firenze) e Via dei Mille (Napoli), solo per citarne alcune.
OUTLET E DEPARTMENT STORE
Per quanto riguarda gli outlet, in Italia sono presenti 26 strutture (nonostante le complessità di questo triennio, un numero sta-
bile rispetto alla precedente ricognizione effettuata da Risposte Turismo nel 2019) per un totale di 725.000 m2 di aree commerciali, con una stima di crescita di due unità nel biennio 2023-2024 grazie all’apertura di Roma Outlet Village e il Designer Outlet Sardegna e progetti di ampliamento in altre 5 strutture. Significativo evidenziare come a livello europeo l’Italia sia al secondo posto dietro al Regno Unito per numero di strutture outlet (13% sul totale). L’analisi di Risposte Turismo evidenzia inoltre la presenza in Italia di più di 60 department store (oltre 270.000 m2 di superfice complessiva, + 3.8% sull’analisi 2019) e la realizzazione di una serie di interventi nei luoghi del travel retail come presso gli aeroporti di Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Linate e nelle stazioni di Roma Termini e Napoli Centrale.
DOVE SI ACQUISTA DI PIÙ
Tra i fattori che influenzano maggiormente nella scelta della destinazione di viaggio spiccano complessivamente, dopo sconti, saldi e promozioni (67%), la vicinanza ad attrazione/ luoghi da visitare (38%), la presenza di produzioni
tipiche/prodotti particolari o unici (34%), l’offerta commerciale della destinazione (31%) e i servizi a disposizione (trasporti ma anche app dedicate e mappe, 26%). I negozi del centro storico e le vie dello shopping sono i luoghi di acquisto preferiti per chi viaggia con motivazione principale lo shopping (61%), seguiti dai centri commerciali (49%) e dagli outlet (41%). Interessante segnalare come, al di fuori di chi viaggia per shopping, per tre turisti su cinque intervistati gli acquisti avvengano nelle stazioni e negli aeroporti, a dimostrazione della loro rilevanza nell’ambito del cosiddetto travel retail.
LA FORZA DEL BINOMIO TURISMO E SHOPPING
La spesa media pro-capite giornaliera in acquisti da parte dei turisti italiani dello shopping è pari a 110 euro e il 77% degli shopping tourist italiani intervistati ha visitato luoghi, laboratori e aziende di produzioni tipiche locali. I negozi del centro storico e le vie dello shopping sono i luoghi di acquisto preferiti (70%), davanti alla coppia outlet-centri commerciali (entrambi con il 53% delle preferenze) e ai mercati (34%). Dall’analisi emerge inoltre come siano ancora sottoutilizzati servizi come gli shopping tour (25%), il tax refund (22%) o il ricorso ad un personal shopper (17%), con circa il 40% dei non fruitori ad esserne però interessato. Le opportunità dell’investire in
questo segmento della macro-industria turistica emergono anche considerando che gli shopping tourist italiani, quando viaggiano anche con altre motivazioni, hanno una elevata propensione a comprare (84%), investono più tempo in questa attività (75%) e spendono di più (70%). Della parte del campione di italiani che ha dichiarato di non aver mai viaggiato con gli acquisti quale motivazione principale, il 22% ha indicato nel fare acquisti una delle attività prevalenti nel corso del soggiorno e il 30% che prima o poi viaggerà per shopping, dimostrando dunque la forza generale del binomio turismo e shopping.
IL DIGITALE FA LA SUA PARTE
L’eCommerce dei viaggi guida la crescita del Turismo, settore che nel suo complesso conferma una forte ripresa dopo due anni caratterizzati dalle limitazioni alla mobilità, avvicinandosi ai livelli del pre-pandemia. A guidare il trend è proprio la componente digitale: nel 2022 l’eCommerce nel mercato dei trasporti cresce in valore assoluto del +84%rispettoal2021,toccandoquota 11,2 miliardi di euro e attestandosi a -6% sul 2019, mentre nel mercato Ricettivo gli acquisti online crescono del +32% e oltrepassano quota 14,9 miliardi, superando del 2% il dato pre-pandemia del comparto (cioè i 14,5 miliardi del 2019). Queste alcune delle evidenze presentate a TTG Travel Experience, nell’evento annuale in cui l’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo della School of Management del Politecnico di Milano presenta i primi risultati della ricerca volta a delineare il valore del digitale nell’industria dei viaggi e i trend di innovazione dell’offerta di servizi turistici.
“PER IL 2023 UN PIANO DI ESPANSIONE E DI SVILUPPO”
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Nata nel 1993, Piazza Italia S.p.A., con i suoi oltre 300 negozi, gestiti in diretta e in franchising, è solido punto di riferimento del fashion retail in Italia. Da qualche anno è in fase di sviluppo anche la rete franchising estera. La mission aziendale si fonda sull’affermazione dell’Italian style e su di una nuova interpretazione dello shopping, incentratasull’aggiornamentocostantedell’offerta di abbigliamento e accessori moda di complemento per la famiglia, all’interno di medie superfici commerciali, preferibilmente di 800-1200 mq, collocate in aree ad alta densità commerciale.
Quali sono, oggi, le esigenze dei brand con l’aumento del flusso di clienti determinato anche dalla ripresa del turismo?
“Gli anni della pandemia hanno determinato un forte rallentamento dei fatturati dei punti di vendita situati nelle aree a vocazione turistica, in particolare nelle cosiddette città d’arte. Tuttavia, nel 2022 abbiamo rilevato un’evidente inversione di tendenza che ci fa ben sperare per il futuro. Non abbiamo esigenze particolari se non quella di poter esercitare al nostro meglio l’attività commerciale”.
Che valore in termini economici ha per il suo brand lo shopping tourism?
“Lo shopping tourism rappresenta un’aliquota abbastanza residuale della nostra catena di negozi”.
Progetti futuri… Previsioni per il 2023… “Per il 2023 è previsto un piano di sviluppo tra i 25-30 punti di vendita tra rete diretta e franchising”.
Quali invece le caratteristiche dei vostri potenziali affiliati. L’identikit del vostro franchisee ideale?
“Imprenditore con pregressa esperienza significativa nel settore retail. Fiducioso ed entusiasta verso il prodotto e il brand. Con una adeguata propensione all’investimento supportata da solida affidabilità finanziaria. Interessato ad instaurare una relazione commerciale fondata su una partnership leale, reciprocamente produttiva e di lungo periodo”.
“OFFRIRE UN’ESPERIENZA CHE SIA SEMPRE PIÙ INNOVATIVA”
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Nhood Italy è uno dei principali attori del real estate in Italia specializzato nei servizi e nello sviluppo immobiliare, come le rigenerazioni urbane, oltre che consolidato player del settore commerciale. In tutti i progetti Nhood agisce per generare un triplo impatto positivo: sulle persone, sul pianeta, sulla prosperità. Nhood fa parte dell’AFM (Association Familiale Mulliez), cui fanno capo circa 200 aziende in 52 Paesi, tra cui Decathlon, Leroy Merlin, Brico, Norauto, Midas, Kiabi e altre. Nel mondo Nhood conta 1.000 collaboratori distribuiti in 10 Paesi e un portfolio di più di 400 asset, per un valore patrimoniale globale di circa 10 miliardi di euro. In Italia Nhood, che ha sede a Milano, gestisce 37 asset commerciali per un patrimonio immobiliare del valore complessivo di 2 miliardi di euro, ed è impegnata in numerosi progetti di rigenerazione urbana, tra cui la riqualifica di Piazzale Loreto a Milano, la realizzazione del nuovo Urban Smart Mall Merlata Bloom Milano, e altri.
Quali prospettive per il nuovo anno. Come saranno le vendite per il 2023?
“Speriamo di mantenere lo stesso trend del 2022: quest’anno, infatti, sul nostro portafoglio di centri commerciali in Italia siamo quasi tornati ai livelli di fatturato del 2019. Per quanto riguarda il turismo, nel 2022 si è registrata una decisa ripresa e i viaggiatori stranieri in Italia sono praticamente raddoppiati (+94%) anche se gli arrivi rimangono inferiori del 26% al 2019. Gli italiani hanno risposto bene agli ultimi eventi “shopping” come il Black Friday che, secondo Confimprese, ha fatto registrare un incremento di vendite del 10% rispetto al 2021. Alcuni settori come il luxury e il fine dining continuano ad avere una crescita importante”.
È più conveniente puntare ad aperture di
negozi nei centri commerciali oppure in centro città e piccoli centri?
“I centri commerciali hanno resistito di più durante gli ultimi anni perché hanno dato una sensazione di sicurezza ai visitatori ed erano meno legati alla clientela turistica rispetto ai centri delle città. In particolare abbiamo assistito a una vera e propria trasformazione dei nostri siti, che cerchiamo di rendere sempre più omni-canali come nel caso di Merlata Bloom Milano”.
Che differenza e quali sono i vantaggi dei franchisor nell’aprire punti diretti o in franchising?
“Aprire un punto in franchising permette al franchisor la condivisione del rischio e offre ai brand nuovi la possibilità di ottenere il supporto operazionale di un partner che conosce meglio il territorio e il mercato. Ci rendiamo conto che avere questa condivisione e questo tipo di sviluppo è diventato una chiave per portare novità e innovazione sul mercato. Oggi la maggior parte delle insegne esclusive, internazionali e nuove, arrivano in Italia perché trovano il giusto partner, il giusto franchisee per condividere una strategia vincente di sviluppo. All’interno di Nhood stiamo creando una divisione che avrà lo scopo di mettere in relazione questi brand innovativi non presenti sul territorio con imprenditori che hanno la conoscenza del mercato e una presenza forte nel Paese”.
Quali sono le esigenze dei brand con l’aumento del flusso di clienti?
“Poter offrire un’esperienza che sia sempre più innovativa, che dia un valore aggiunto in termini di shopping experience ma anche nell’ottica di un consumo responsabile e sostenibile”.
“APERTURA
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Quarant’anni di tradizione ed esperienza nel campo della distribuzione delle calzature, passione per il mondo fashion e determinazione, sono gli elementi che nel 2000 hanno dato vita al progetto retail Tata Italia. Il modello di gestione Tata Italia, fondato su innovazione e flessibilità, ed il modo di intendere le collezioni, basato su assortimento, creatività e design di qualità hanno permesso un’espansione sul territorio internazionale a ritmi veloci e hanno generato un’eccellente risposta del pubblico al nostro progetto. Tutto ciò ha contribuito e contribuisce ogni giorno, a far diventare Tata Italia una delle più importanti realtà italiane di retail nel settore calzature donna, uomo, bambino e accessori, sinonimo di prodotti fashion e di stile italiano. Tata Italia persegue l’obiettivo di sviluppare il proprio brand in campo internazionale per mezzo dell’apertura di negozi in franchising nelle principali città e centri commerciali, oltre all’utilizzo di piattaforme e-commerce.
Quali sono, oggi, le esigenze dei brand con l’aumento del flusso di clienti determinato anche dalla ripresa del turismo. Che valore in termini economici ha per il suo brand lo shopping tourism?
“Lo shopping tourism è una componente fondamentale per i brand che vogliono continuare ad espandere il proprio dominio
all’interno del mercato, oramai globalizzato. Il modello retail Tata Italia si caratterizza per negozi con ampie metrature con aperture nei principali centri commerciali data la notevole affluenza di gente, però la nuova attenzione del turismo verso i piccoli borghi storici ha orientato il nostro business verso l’apertura di nuovi PV negli stessi. I nostri store nei centri storici sono delle vere e proprie “boutique” data la cura degli spazi e la ricercata selezione del prodotto che punta ad essere competitiva rispetto ai grandi colossi che sono solitamente presenti nelle vie dello shopping”.
Progetti futuri. Previsioni per l’anno 2023… “Nel prossimo anno continueremo la nostra espansione con l’apertura di nuovi concept store in location centrali e frequentate. Con la pandemia abbiamo capito tutti l’importanza di essere agili e riuscire a risollevarsi velocemente, l’e-commerce è stato un tassello fondamentale per le imprese. Sicuramente data la ripresa post-pandemia e lo sviluppo del mondo digital un altro obbiettivo è quello di potenziare il nostro shop online, cercando di favorirne lo sviluppo e migliorando il pacchetto di servizi offerti, cercando di soddisfare sempre di più bisogni del nostro cliente”.
Quali invece le caratteristiche dei vostri potenziali affiliati. L’identikit del vostro franchisee ideale?
“Il nostro franchisee ideale è colui che crede nello spirito e nello stile italiano di Tata Italia, in cui qualità e varietà del prodotto soddisfano le esigenze di un vasto pubblico, grazie al focus su una merceologia di prodotto ben definita (scarpe e accessori) declinata ad un target di uomo, donna e bambino”.
EasyCassa, sistema di cassa telematico, è la soluzione ideale e affidabile per gestire l’attività in maniera centralizzata ed efficiente
LA CHIAVE PER GESTIRE UN’ATTIVITÀ IN FRANCHISING
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EasyCassa è un sistema di cassa completo, semplice e pratico che offre uno strumento di lavoro trasversale e ricco di funzionalità, ideale anche per la gestione più complessa di una rete di Store. Dalla vantaggiosa formula in abbonamento, questa soluzione tecnologicamente avanzata racchiude dispositivi coperti da garanzia estesa, software e servizi aggiuntivi, permettendo così di ridurre i costi e le preoccupazioni per franchisor e
franchisee in quanto consente una gestione efficiente e tempestiva sia dei singoli punti vendita che il pieno controllo sull’andamento dell’intera rete grazie alla naturale integrazione tra i punti cassa e il portale di gestione basato su cloud, accessibile in qualsiasi momento e aggiornato in tempo reale. Il comodo abbonamento “Tutto Incluso” di EasyCassa non solo semplifica la gestione contrattuale ed elimina le complicazioni
legate alle licenze o ai moduli a pagamento aggiuntivi ma offre inoltre un notevole vantaggio fiscale quale la deducibilità del 100% per i propri sottoscrittori.
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Una grande attenzione alle persone, al business e alle imprese, che ha al centro la fiducia
IL DEUS EX MACHINA DELLA PIANIFICAZIONE DI PROGETTI DI VITA
Intervista a Marco Bernardi, Vice Direttore Generale Banca Generali: “Noi ci occupiamo dei patrimoni degli imprenditori e del supporto nella loro attività. Oggi serve competitività su scala globale e accesso a competenze riuscendo a confrontarsi col peso delle voci di costo per le aziende”
“Sono un uomo di Rete! Dopo la laurea in economia alla Sapienza ho iniziato con una breve esperienza nel Gruppo Gabetti a ridosso degli anni 2000 per poi lavorare con gli allora Promotori Finanziari di Bnl fino al 2003 quando poi iniziai il mio percorso in Banca Generali. Banca che all’epoca era nata
da una manciata d’anni (dal 2000) e non era neanche un decimo di quello che rappresenta oggi sul mercato. Ma l’esperienza è stata straordinaria sia per il valore umano e professionale delle persone coinvolte, sia per la strada ricca di stimoli e operazioni straordinarie che si sono susseguite in pochi anni che
hanno consentito una vera e propria accelerazione del progetto. Dall’ingresso nella pianificazione e controllo entro in staff all’allora Direttore Generale per poi diventare direttore vendite nel 2008 e quattro anni dopo la responsabilità della divisione financial planner, cui è stata poi aggiunta la funzione di controllo reti e dal 2018 la nomina a Vice Direttore generale reti commerciali, canali alternativi e di supporto. Sono molto felice del mio lavoro, del team di persone nella mia squadra e dell’opportunità di interagire continuamente con un gruppo d’eccezione”. A parlare è Marco Bernardi, Vice Direttore Generale Banca Generali.
Quali sono stati e quali sono adesso i luoghi della sua vita? Hanno influenzato il suo lavoro?
“Indubbiamente i luoghi della mia infanzia con la famiglia e gli amici, come Latina o Sabaudia per i valori, i sogni e le ambizioni che ne sono scaturiti. E poi Milano che è la mia città d’adozione e dove ho conosciuto mia moglie Eleonora e dove sono nati i miei due figli Marta e Matteo. Viaggio sempre molto per lavoro e devo dire che ci sono località che ti tolgono il fiato, non solo per il paesaggio e la storia che racchiudono ma anche per la simpatia e i valori delle persone. Per i ricordi e il calore scelgo anche la Sardegna che è la regione di mia moglie dove riesco a ricaricarmi al meglio d’estate e pianificare i nuovi progetti”.
Quali sono state le tappe fondamentali del suo percorso di vita che l’hanno portata a realizzare il suo obiettivo professionale?
“Sani valori dai miei genitori. Cercare sempre di impegnarmi al massimo senza mai lamentarsi e portare a termine le proprie aspirazioni. Poi concretamente il primo test è arrivato dall’impegno all’università cercando di affiancare lavoretti per portare avanti gli studi. Dall’ingresso in banca ho poi avuto la fortuna di avere come fonte di ispirazio-
ne persone eccezionali che mi hanno fatto da guida consentendomi di affrontare sfide insperate. Se devo scegliere degli snodi direi l’affiancamento al DG nel 2005 e la responsabilità della parte sales dopo aver affiancato un altro maestro eccezionale nel mondo della gestione della rete di Consulenti Finanziari. Questi sono stati i veri passi fondamentali per arrivare a sviluppare tutte le competenze necessarie per guidare poi le Reti Consulenti e Private Banker della banca”.
Arriviamo a Banca Generali. Cosa significa essere Vice Direttore Generale Reti Commerciali, Canali Alternativi e di Supporto?
“Significa la responsabilità di 2.250 persone di Rete e coordinare uno staff di quasi 300 persone, gestiamo oltre 80 miliardi di euro per conto della clientela che ci affida la pro-
prio fiducia. Per me è fondamentale stare al fianco delle nostre persone nel lavoro di protezione dei patrimoni di 300 mila famiglie e accompagnarli nelle sfide dei mercati e della pianificazione dei progetti di vita dei Clienti. Controlliamo e agevoliamo lo sviluppo della Rete di Banker e degli obiettivi commerciali tenendo conto delle opportunità di ciascun territorio. Nel mio perimetro ci sono anche le filiali e il contact center con tutte le modalità di interazione con la clientela. Un lavoro con un team di persone e colleghi molto in gamba che collabora in sintonia per aiutare al meglio i clienti”.
Quanto e cosa della sua attività professionale e della sua esperienza, può trasferire alle aziende per una maggiore efficienza? “Organizzazione, pianificazione e controllo sono voci essenziali per ciascuna attività. L’efficienza deriva dalla qualità e velocità dei processi e del loro funzionamento a suppor-
to e non a freno delle spinte commerciale. Anche se credo che, il vero tratto distintivo per noi, sia una grande attenzione alle persone e al business che ha al centro la fiducia, prima ancora che gli asset finanziari e non, è di gran lunga il valore più importante”.
Quanto è difficile, oppure quali sono le difficoltà che incontrano oggi le aziende?
“Con la crescente inflazione e tassi in salita, l’accesso al credito e i costi di produzione sono diventati impellenti. Noi ci occupiamo dei patrimoni degli imprenditori e del supporto nella loro attività. Cerchiamo di affiancarli ad esempio nelle sfide per il passaggio generazionale, così come nelle potenziali operazioni di corporate finance o straordinarie. Flessibilità e capacità di interpretare il mercato sono da sempre elementi chiave del successo delle pmi italiane e continuiamo a vederne tanti casi straordinari. La debolezza dell’euro aiuta nell’export ma
comporta import di materie prime e prodotti che spingono le pressioni inflattive. Oggi serve competitività su scala globale e accesso a competenze riuscendo a confrontarsi col peso delle voci di costo per le aziende”.
Come Banca Generali che supporto offrite?
“Siamo una banca per la gestione del risparmio, non di credito come gli istituti commerciali. Facciamo consulenza alle aziende in modo allargato agli aspetti fiscali, di governance e di project financing, oltre che sulle proprietà immobiliari delle stesse. Il nostro core business è la gestione degli investimenti dove ci allineiamo agli obiettivi richiesti trovando gli strumenti e le soluzioni più ottimali. Abbiamo costruito una rete di partnership tale da poter affiancare al meglio anche le imprese nelle diverse sfide legate all’efficientamento delle stesse”.
Che valore ha per lei la rete. Intendo sia le reti commerciali e le reti di aziende sia la vostra organizzazione tra agenzie e agenti?
“La banca gestisce oltre 80 miliardi della clientela solo tramite Consulenti e Private Banker. Quindi è il cuore del business. Banca Generali non potrebbe esistere com’è oggi senza la Rete e i Banker non potrebbero lavorare come lo fanno oggi, con una gamma così ampia di servizi e supporto, senza una struttura come la nostra. Non si parla di agenzie e agenti, ma di partner nel percorso di crescita sostenibile”.
Quanto è importante la rete in un nuovo modello di business che si sta affermando soprattutto dopo la pandemia?
“E’ fondamentale per la relazione di fiducia tra Cliente e proprio Banker. Le Reti di Consulenti di maggiore qualità hanno ormai conquistato un posto fondamentale nell’industria del risparmio continuando a erodere quote di mercato agli istituti commerciali. Segno della qualità del servizio, apprezzato
dalle famiglie che richiedono servizi aggiuntivi al mero collocamento che troviamo allo sportello. Lo sviluppo del digitale ha facilitato l’evoluzione dell’interazione consentendo incontri e finalità di contratti anche a distanza, ma il cuore resta la relazione di fiducia che non sarà mai disintermediabille”.
E il franchising. Che supporto date alle reti in franchising e in che modo?
“Il franchising è arrivato nelle reti degli allora Promotori Finanziari alla fine degli anni 90 scomparendo però pochi anni dopo. Pur essendoci alcuni elementi tipici del franchising come uso del marchio, offerta coordinata, immagine uniforme sul territorio il modello delle reti di consulenza oggi non prevede il franchising. Esistono anche impedimenti normativi allo sviluppo del franchising nel mondo delle reti di consulenza poiché il consulente per la legge italiana deve essere esclusivamente una persona fisica e questo limita fortemente lo sviluppo in questo senso. La nostra è più simile ad una organizzazione agenziale pur trattando materie molto peculiari”.
Qual è la mission della sua attività?
“La nostra mission è semplice: vogliamo essere “Persone di fiducia, al fianco dei Clienti per costruire e prenderci cura dei loro progetti di vita”. Siamo prima di tutto persone, come i nostri Clienti, che devono meritarsi la fiducia ogni giorno, con il chiaro obiettivo che gli asset che gestiamo non sono il fine ma il mezzo attraverso il quale i nostri clienti realizzano i propri progetti e aspirazioni. Per noi questa è una grande responsabilità come accompagnarli e proteggerli”.
Per concludere una domande molto personale: Qual è la lezione più importante che la vita le ha insegnato?
“Metterci la faccia, sempre, dicendo la verità anche quando a volte è difficile senza cercare scorciatoie”.
Sono presenti varie attività che operano sotto forma di franchising in tutte le maggiori città CONOSCERE MEGLIO
LE OPPORTUNITÀ PER INVESTIRE ALLE
CANARIE
I settori di maggiore interesse sono quelli appartenenti all’ambito commerciale e turistico. Il settore immobiliare sta crescendo esponenzialmente e ci sono diverse possibilità. Hotel, ristoranti e bar sebbene già molto presenti hanno ancora svariati settori non coperti o che possono riservare delle bellissime sorprese
Le Canarie, zona ultraperiferica d’Europa, offrono caratteristiche uniche per le società che vogliono lavorare in ambito internazionale. Tra le tante possibilità da considerare e da mettere a confronto, è sicuramente utile considerare questo paese lontano, che offre opportunità al proprio interno e che si pone come valida “porta per l’Afri-
ca”, con tanti incentivi messi a disposizione anche in ambito europeo.
Per avere un quadro aggiornato abbiamo consultato Barbara de Siena, founder del progetto UP2gether, che si è recentemente trasferita a Fuerteventura.
La prima domanda consiste nel chiedere le ragioni per le quali una professionista esperta di Africa e con una carriera di consulente per le aziende nel loro percorso di internazionalizzazione abbia potuto decidere di trasferirsi proprio alle Canarie.
Barbara ha risposto di avere da poco scoperto questa meravigliosa opportunità e di averla voluta vivere per meglio conoscerla con rapidità in maniera approfondita.
Le Isole Canarie sono un arcipelago spagnolo che si trova nell’Oceano Atlantico, proprio di fronte al Marocco. Molti le confondono con le Baleari, che si trovano invece nel Mediterraneo.
LE CANARIE: TANTE ETNIE E TANTE OPPORTUNITA’
Le Canarie sono soprattutto una - RUPRegione Ultraperiferica Europea (Artt. 349 e 355 trattato sul funzionamento dell’Unione europea - TFUE) e fanno parte a tutti gli effetti del Mercato Unico Europeo.
Sono 8 isole, divise in due province, con circa 7.447 km2 di superficie per una popolazione totale di un po’ meno di 2,5 milioni di abitanti di cui quasi un 30% vengono da molte etnie differenti sia europee, che sudamericane, africane o asiatiche: possono essere quindi considerate un territorio cosmopolita. Logisticamente sono al centro dei tre continenti, tra i quali fanno da ponte: Europa, Africa e Americhe.
AL CENTRO DEL MONDO
Le Isole sono servite benissimo sia per le persone che per le merci con 5 aeroporti internazionali: 2 a Tenerife, 1 a Gran Canaria, Fuerteventura, Lanzarote e 3 per i voli interni a El Hierro, La Gomena e La Palma.
Passano da queste isole ben 1.500 voli internazionali che portano 12 milioni di turisti all’anno.
Per quanto riguarda poi le merci, i 2 porti internazionali a Gran Canaria e Tenerife sono vicini alle due Zone Franche e tutte le isole sono connesse con più ferries giornalieri che portano sia auto, sia camion.
IL REGIME ECONOMICO E FISCALE FAVORISCE LA COMPETITIVITA’
Il Governo delle Canarie ha un REF - Regime economico e fiscale che offre agevolazioni, incentivi e deduzioni fiscali per le società residenti, a condizione che portino:
• creazione e sviluppo di attività;
• una diversificazione dell’economia;
• la creazione di posti di lavoro.
L’IGIC (imposta generale indiretta delle Canarie - la nostra IVA) non è dovuta: (le Isole Canarie, infatti, anche se si trovano in
Europa, sono in un regime di extraterritorialità) e, pertanto, non soggette ad IVA. Questo comporta una maggiore competitività, dal momento che imprenditori e professionisti emettono fattura senza IVA nei confronti di Società e cittadini Europei.
INVESTIRE ALLE CANARIE CONVIENE…
Esistono altre misure che possono agevolare l’investimento e il lavoro su questo arcipelago e soprattutto non bisogna dimenticare la ZEC - Zona Speciale Canaria - dove le società, in seguito alla preparazione di un progetto per ottenere l’autorizzazione all’iscrizione nel Registro Ufficiale di Entità ZEC, potranno usufruire di un’imposta sulle società del 4%, purchè in presenza di “ad alcune condizioni specifiche”, quali, la sede della direzione nella ZEC, la realizzazione di un investimento minimo di €50.000 nelle isole piccole e di €100.000 nelle isole grandi, la creazione di 3 o 5 posti di lavoro entro 6
mesi dall’autorizzazione ed il loro mantenimento per tutto il tempo di permanenza. Il tasso ridotto sarà applicato a certi limiti di quota dell’imponibile secondo la creazione di posti di lavoro.
In generale tutti i soggetti che vogliano svolgere nella ZEC un’attività industriale, commerciale o di servizi, inserite nell’elenco delle attività permesse, possono insediarvisi se rispettano le condizioni indicate.
COME INIZIARE IL PROPRIO BUSINESS
ALLE CANARIE
Le domande, contenenti la descrizione delle attività che si intende svolgere, devono essere presentate al Consiglio Rettore del Consorzio della ZEC insieme a tutti i documenti richiesti.
Una volta ottenuta l’autorizzazione, entro il termine massimo di due mesi, l’ente dovrà iscriversi nel Registro Ufficiale degli Enti ZEC con codice fiscale e atto costitutivo.
Come abbiamo detto la ZEC è un’area a bassa tassazione creata per promuovere la creazione di posti di lavoro di qualità, lo sviluppo socio-economico dell’arcipelago e la diversificazione della sua struttura produttiva.
La creazione dalla ZEC è stata autorizzata nel gennaio 2000 dalla Commissione Europea ed è regolata dalla Legge19 del 6 luglio 1994.
Altri vantaggi sono rappresentati dall’esenzione della ritenuta dei dividendi distribuiti dalle filiali di enti ZEC alle loro società madri con sede in altro Paese UE.
VANTAGGI FISCALI PER LE SOCIETA’
Esistono poi ulteriori agevolazioni fiscali in materia societaria.
Un’azione di internazionalizzazione attuata a partire dalle Canarie, ad esempio attraverso una società appositamente creata per realizzare nel tempo necessario un progetto di franchising, potrà garantire al franchisee o a qualunque società collegata, una maggiore competitività rispetto ad analoghi progetti
QUANTO COSTA VIVERE ALLE CANARIE
I redditi alle Canarie sono più bassi rispetto all’Italia, ma la buona notizia è che anche il costo della vita è molto basso, e a meno che non scegliate di vivere in montagna, non avrete mai bisogno del riscaldamento e potrete sempre asciugare i vestiti fuori senza bisogno dell’asciugatrice, con un risparmio sulle bollette dell’energia davvero impensabile. Secondo Numbeo, noto sito che riepiloga i costi della vita in vari luoghi del mondo, la vita alle Canarie è del 42% più economica rispetto che a Milano: assunto di stare in affitto in entrambi i posti, servono circa 2250 euro al mese alle Canarie per mantenere lo stesso standard di vita che si può avere con 3900 euro a Milano. Senza contare che ancora una volta, grazie allo speciale regime fiscale delle Canarie, i beni di lusso, i profumi, i cosmetici, le macchine fotografiche e i gioielli sono tutti molto più economici rispetto all’Europa continentale, tanto che molti arrivano sulle isole appositamente per comprare queste cose.
CURIOSITA’ DALLE CANARIE
Chi ama cercare informazioni sulle isole Canarie, saprà che le acque dell’arcipelago sono un luogo privilegiato per l’osservazione dei cetacei; che il carnevale che si festeggia alle Canarie è riconosciuto tra i migliori al mondo, assieme a quello di Rio e di Venezia; che le Canarie detengono il primato del cielo più pulito e meno contaminato da luci artificiali della Spagna e sono per questo Riserva Astronomica Mondiale. Ma non tutti sanno che le isole vantano alcuni primati curiosi e singolari: a El Hierro, infatti, si trova l’albergo più piccolo del mondo, con solo quattro camere; il Teide è la vetta più alta della Spagna e il terzo vulcano più grande del mondo dalla sua base oceanica; il pino delle Canarie è unico per la sua resistenza al fuoco, essendo in grado di rigenerarsi dopo un incendio; il viaggio di Cristoforo Colombo verso le Indie non iniziò a Palos de la Frontera in Spagna, ma da La Gomera; la capitale Montevideo in Uruguay fu fondata da 20 famiglie canarie; l’unica razza autoctona di dromedari (Camelus dromedarius) riconosciuta in Europa è originaria delle isole Canarie; e qui sono proibite le corride dal 1991. La storia delle Canarie è stata sempre variopinta e singolare, qui abbiamo raccolto soltanto qualche aneddoto che le rende una destinazione ancora più allettante.
realizzati in altri paesi europei, con la possibilità anche di potere usufruire di un costo della manodopera veramente competitivo.
I SETTORI DI MAGGIORE INTERESSE
Dall’Italia è molto facile raggiungere le Isole Canarie poiché vi sono più compagnie aeree che collegano direttamente o con uno scalo tutte le isole; bastano 4 ore per un volo diretto.
Si può anche caricare una macchina su un traghetto che dalla Spagna arriva in un po’ più di 24 ore alle Canarie.
Il viaggio è abbastanza comodo e la traversata affascinante!
I settori di maggiore interesse sono quelli appartenenti all’ambito commerciale e turistico.
Sono presenti varie attività che operano sotto forma di franchising in tutte le maggiori città.
Il settore immobiliare sta crescendo esponenzialmente e ci sono diverse possibilità:
dalla costruzione alla ristrutturazione degli immobili ponendoli in classi energetiche migliori; gli affitti “vacacionales” (affitti a corto termine per le vacanze), in genere riguardano piccoli appartamenti muniti di tutto per chi viene per un week-end o un mese e sono un ottimo investimento. Hotel, ristoranti e bar sebbene già molto presenti hanno ancora svariati settori non coperti o che possono riservare delle bellissime sorprese. Anche l’abbigliamento sta arricchendo la propria offerta con marchi sempre più prestigiosi. Un’azienda commerciale che punta all’estero basata alle Canarie avrebbe sicuramente molti vantaggi come avete potuto ben notare e se le aziende vogliono affacciarsi al mercato dei paesi africani, che è in crescita e sarà uno dei mercati emergenti dei prossimi 20 anni, esiste anche il Plan Africa della Spagna al quale possono richiedere assistenza le aziende delle Canarie.
IN EVIDENZA
• Le Isole sono servite benissimo sia per le persone che per le merci con 5 aeroporti internazionali: 2 a Tenerife, 1 a Gran Canaria, Fuerteventura, Lanzarote e 3 per i voli interni a El Hierro, La Gomena e La Palma
• Il Governo delle Canarie ha un REF -Regimeeconomicoefiscalecheoffre agevolazioni, incentivi e deduzioni fiscali per le società residenti
• La ZEC - Zona Speciale Canaria –è un’area a bassa tassazione creata per promuovere la creazione di posti di lavoro di qualità, lo sviluppo socio-economico dell’arcipelago e la diversificazione della sua struttura produttiva.
• Le aziende potranno usufruire di un’imposta sulle società del 4%, purchè in presenza di “ad alcune condizioni specifiche”, quali, la sede della direzione nella ZEC, la realizzazione di un investimento minimo di €50.000 nelle isole piccole e di €100.000 nelle isole grandi, la creazione di 3 o 5 posti di lavoro entro 6 mesi dall’autorizzazione ed il loro mantenimento per tutto il tempo di permanenza
PER SAPERNE DI PIU’
Indicazioni utili: https://www.spagna.info/isole-canarie/voli-canarie/ b.desiena@up2gether.com
Pag.38 Nau
Istruzioni per orientarsi tra le schede di AZ Franchising, elencate in ordine alfabetico e indicando l’investimento iniziale minimo. Nella prima fascia (fino a 20mila euro) abbiamo incluso anche anche i marchi che non prevedono altre spese iniziali se non quelle relative al diritto di entrata*. pag.37 CaliforniaBakery pag.37 Haden
Pag.39 Primigi
Pag.38 Igi&Co *idatipubblicatinelleschedesonofornitidaifranchisor
RISTORANTE CON SOMMINISTRAZIONE
Ragionesociale: CBTasteS.r.l.-Indirizzo:ViaSenaton.6, 20121, Milano - Anno di fondazione: 1995 - Anno partenza franchising: 2022 - Punti vendita diretti: 12 - Punti vendita affiliati: 2 - Punti vendita diretti (estero): 0 - Punti vendita affiliati(estero):0-Puntivenditastagionali:1-Puntivendita totali:14
COSA CERCHIAMO
PUNTOVENDITA: 150MQ
BACINODIUTENZA: <50.000PERSONE
UBICAZIONEOTTIMALE: CENTROCITTÀ,POLIUNIVERSITARIE
METETURISTICHE
ESPERIENZANELSETTORE: CONSIGLIATA
INVESTIMENTOINIZIALEDA: 150.000EURO
FATTURATOMEDIOANNUO: 1.000.000EURO
COSA OFFRIAMO
CaliforniaBakeryassicuraunaforteprospettivadiredditività, grazie a un brand prestigioso e consolidato. Le strutture di CB Taste, proprietaria del brand California Bakery, garantirannoagliaspirantifranchiseeunsupportologistico eformativocostanteinterminidiknow-howebackoffice, oltre che offrire consulenza finanziaria. Standardizzazione e innovazione tecnologica dei processi produttivi saranno parte essenziale dell’opportunità di business offerta al franchisee.
COSA CHIEDIAMO
ll programma di concessione dell’uso del brand in licenza si rivolge a giovani manager, imprenditori ambiziosi e dipendenti coraggiosi, ispirati da una storia di successo e pronti a mettersi in gioco. La passione per il mondo del food&beverage,unasanaambizione,un’accertatacapacità economica e doti di leadership saranno valori chiave per i futurifranchisee.
FEED’INGRESSO: 50.000EURO
ROYALTIES: 5%
DURATADELCONTRATTO 6+6 (INANNI):
Nomereferente: StefanoCipollaTel:+393272664318 e-mail:franchising@californiabakery.it Web:https://californiabakery.it
RISTORAZIONE
Ragionesociale:HADENdiSpataroCarmelo(ditta individuale)-Indirizzo:viaMascheroni49,27100Pavia(PV) -Annodifondazione:2009-Annopartenzafranchising: 2022-Puntivenditadiretti:1-Puntivenditaaffiliati:0 -Puntivenditadiretti(estero):0-Puntivenditaaffiliati (estero):0
COSA CERCHIAMO
PUNTOVENDITA: 30-70mq
BACINODIUTENZA: 50.000ABITANTI
UBICAZIONEOTTIMALE: CENTROCOMMERCIALECONFORTE
AFFLUSSO,AREEMOLTO FREQUENTATEDALAVORATORI.
ESPERIENZANELSETTORE: RISTORAZIONE
INVESTIMENTOINIZIALEDA: 50.000-110.000€
FATTURATOMEDIOANNUO: 250.000€
COSA OFFRIAMO
Haden offre ai propri affiliati un format chiavi in mano dalla notevole semplicità gestionale, dai costi di impianto contenutiedall’altaredditività,offrendoalclientefinalela possibilità di degustare prodotti salutari esclusivamente preparati a base di frutta e verdura per uno stile di vita totalmente orientato al benessere in un ambiente allegro ed informale, a tutte le ore della giornata. Da oltre 30 anniCarmeloSpataro,fondatorediHaden,sioccupadella selezione,lavorazioneepreparazionedellemigliorfruttae verdura.Laformulafranchisingconsenteatuttigliaffiliatidi gestire facilmente un’attività senza incorrere negli errori e neglisprechitipicidellefasidistart-updiqualunqueattività. IllocaleHadenègiovane,versatile,informale,apertotuttoil giorno,studiatosiaperunconsumoimmediatochepertake awayedeliverydiprodottiadattiperlacolazione,merenda, pranzo,aperitivodiunavastaclientela.
COSA CHIEDIAMO
FEED’INGRESSO: 15.000€
ROYALTIES: 5%
DURATADELCONTRATTO 5 (INANNI):
Nomereferente: CarmeloSpataroTel:3200342511 e-mail:info.@mondohaden.com Web:http://mondohaden.com/franchising/
CALZATURE, ABBIGLIAMENTO ED ACESSORI
Ragionesociale:RedaRetailS.p.A,-GruppoIMACS.p.A.Indirizzo: Via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (AP)-Annodifondazioneattività:2002-Annodipartenza delfranchising:2012-Puntivenditadiretti:3-Puntivendita affiliati:160
COSA CERCHIAMO
SUPERFICIEMEDIADEL PUNTOVENDITA(INMQ): DA50A100
BACINODIUTENZA: DA10.000A50.000ABITANTI
CENTROCOMMERCIALE,CENTROSTORICO
UBICAZIONEOTTIMALE:
PERSONALERICHIESTO (COMPRESOILTITOLARE): ADETTIDA1A3
ESPERIENZANELSETTORE: NONRICHIESTA
INVESTIMENTOINIZIALEDA: €400A€700/MQ
FATTURATOMEDIOANNUO: €5.000/MQ
COSA OFFRIAMO
Prodotto Made in Italy. Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto.Riassortimentionline.Progettazionedelpunto venditagratuita.ServizioditrainereassistenzaVisualMerchandising.Softwaredigestionegratuito.Comunicazioneda leader nazionale in tv, radio, stampa, redazionali, affissioni. Iniziativepercomunicarel’openingdelnegozio.FidelityCard edazionididirectmarketingconinviodismsedemaiclienti fidelizzati.
COSA CHIEDIAMO
FIDEJUSSIONEBANCARIA: €50.000
PAGAMENTOARREDO/ LEASING ALLESTIMENTO:
FEED’INGRESSO: NESSUNA
ROYALTIES: NESSUNA
DURATADELCONTRATTO 6 (INANNI):
Ufficiosviluppo Tel:0735-99241 e-mail:info@redaretail.com web:www.igieco.it
VENDITA DI OCCHIALI DA VISTA, DA SOLE, LENTI A CONTATTO, LIQUIDI E SOLUZIONI, ACCESSORI
Ragionesociale:NAUSpa-Indirizzo:ViaS.eP.Mazzucchelli,7-21043-CastiglioneOlona(Va)-Annodifondazione: 2004-Annopartenzafranchising:2007-Puntivendita Italia:160-Puntivenditadiretti:93-Puntivenditaaffiliati:67 puntivenditaestero:3
COSA CERCHIAMO
SUPERFICIEMEDIADEL PUNTOVENDITA(INMQ): 80/120MQ
BACINODIUTENZA: 40.000ABITANTI(MINIMO)
UBICAZIONEOTTIMALE:
PERSONALERICHIESTO (COMPRESOILTITOLARE):
ESPERIENZANELSETTORE: APPREZZATAESPERIENZANELRETAIL FATTURATOMEDIOANNUO:
COSA OFFRIAMO
NAU!Èunbusinessconcretochesiesprimeconun’offerta fortemente distintiva e contemporanea, fondata su un prodottoesclusivosempreaunprezzofacile.
AprireunnegozioNAU!significafareuninvestimentoredditizioeconunritornoveloce,grazieadunaformulaorientata alCliente.ConlaformulaEASYNAU!ARREDIESTRUMENTAZIONE IN COMODATO D’USO GRATUITO – ZERO FEE D’INGRESSO – ZERO ROYALTIES - MARGINE GARANTITO. Dal 2004 NAU! è una bella storia italiana fatta di passione artigianapergliocchialibelli,coloratiefattibene.Semprea prezzofacile.
COSA CHIEDIAMO
FEED’INGRESSO:
CENTRISTORICIOCENTRICOMMERCIALI 5ANNI
Nomereferente:MarcoGibertini Tel:0331-861233 e-mail:franchising@nau.it Web:www.nau.it
ABBIGLIAMENTO E CALZATURE BAMBINO
Ragionesociale:RedaRetailS.p.A,-GruppoIMACS.p.A.Indirizzo: Via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (AP)-Annodifondazioneattività:1976-Annodipartenza delfranchising:2008-Puntivenditadiretti:3-Puntivendita affiliati:400-Puntivenditaaffiliatiall’estero:37
COSA CERCHIAMO
SUPERFICIEMEDIADEL PUNTOVENDITA(INMQ): DA100A250
BACINODIUTENZA: DA10.000A50.000ABITANTI
UBICAZIONEOTTIMALE: PERSONALERICHIESTO (COMPRESOILTITOLARE): DA1A3
CENTROCITTÀ,CENTROCOMMERCIALE CENTROSTORICO,VIECOMMERCIALI
ESPERIENZANELSETTORE: NONRICHIESTA
INVESTIMENTOINIZIALEDA: €400A€700/MQ
FATTURATOMEDIOANNUO: €4.800/MQ
COSA OFFRIAMO
Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimentionline.Progettazionedelpuntovenditagratuita.ServizioditrainereassistenzaVisualMerchandising.Softwaredi gestionegratuito.Comunicazionedaleaderinternazionalein tv,radio,stampa,redazionali,affissioni.Iniziativepercomunicarel’openingdelnegozio.FidelityCardedazionididirect marketingconinviodismsedemaiclientifidelizzati.
COSA CHIEDIAMO
FIDEJUSSIONEBANCARIA: €50.000
PAGAMENTOARREDO/ LEASING ALLESTIMENTO:
FEED’INGRESSO: NESSUNA
ROYALTIES: NESSUNA
DURATADELCONTRATTO 6 (INANNI):
Tel:0735-99241 e-mail:info@redaretail.com web:www.primigi.it
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FRANCHISE EXPO PARIS SI
RIFA’ IL LOOK
Un evento imperdibile dedicato alla creazione d’impresa e all’imprenditoria in Francia e all’estero
Dopo le ultime due edizioni svoltesi a sei mesi di intervallo una dall’altra che hanno riunito oltre 45.000 candidati al franchising, Franchise Expo Paris ritorna dal 19 al 22 marzo 2023 per una 41ma edizione annunciata sotto il segno del rinnovamento! Nuovo organizzatore del Salone, Infopro Digital intende posizionare Franchise Expo Paris come l’evento assolutamente imperdibile dedicato alla creazione d’impresa e all’imprenditoria in Francia e all’estero con l’obiettivo di attirare tutti i “portatori di progetti” in
fiera e aiutarli a concretizzare il loro desiderio di impresa e sensibilizzarli agli atouts del franchising. Questa nuova partnership tra la FFF Fédération Française de la Franchise e il gruppo Infopro Digital consiste nel trasformare Franchise Expo Paris nell’evento chiave per il mondo imprenditoriale. Per questa ragione il gruppo punta sull’innovazione affidandosi alle proprie competenze settoriali ma anche e soprattutto a quelle digitali per supportare ogni settore nell’affrontare le sfide e le trasformazioni in atto.
LE NOVITÀ DI FRANCHISE EXPO PARIS 2023
Per raggiungere questo obiettivo, Infopro Digital punta in particolare su un nuovo posizionamento, un nuovo percorso di visita e un programma di contenuti rinnovato. Prima grande novità svelata: da marzo 2023, Franchise Expo Paris lascerà gli storici padiglioni 2.2 e 3 per raggiungere l’emblematica Hall 1 del Parc des Expositions a Porte de Versailles. Più grande e versatile, questa nuova, grande Hall migliorerà la visibilità del Salone, consentendo di offrire un’area espositiva più omogenea e al contempo assicurare una migliore esperienza al visitatore. Aldilà del cambiamento di hall, in seno al Salone numerose evoluzioni sono state studiate e approntate per rendere più chiara l’offerta espositiva ai candidati. Anche il percorso di visita è stato rivisto e ottimizzato per migliorarne le prestazioni.
GLI ESPOSITORI SUDDIVISI IN 10 GRANDI AREE
Gli espositori di Franchise Expo Paris saranno suddivisi in 10 grandi aree, separate in ampie navate centrali, disposte in modo da snellire e armonizzare il flusso di visitatori in fiera e offrire visibilità a tutti i settori. Dal lato dei visitatori e candidati, questo piano settoriale consentirà loro di orientarsi meglio all’interno della manifestazione e di comprendere la diversità dell’offerta disponibile in franchising.
INCONTRI E WORKSHOP SU TUTTI
I TEMI DELL’IMPRENDITORIA
Per soddisfare le esigenze dei candidati alla creazione di impresa, è in corso la progettazione ex-novo del programma di contenuti con l’obiettivo di coprire tutti i temi legati all’imprenditorialità (dalla creazione di un’impresa, alla ricerca del finanziamento, alla scelta del proprio marchio, alla ricerca della location, all’”essenziale” studio di mercato, …).
AREE PITCH PER IL FRANCHISING
Novità principale, la presenza di aree pitch in ogni settore - ovvero 7 in totale - animate nell’arco della giornata dai Responsabili delle insegne in coppia con un franchisee. Ogni insegna avrà a disposizione 20 minuti per presentare il proprio concept e convincere i candidati alla creazione di impresa ad unirsi a loro. Anche esperti del settore potranno fruire delle aree Pitch permettendo a tutti i candidati di completare la scoperta del franchising e del suo mercato. Due aree destinate ai workshop completano il nuovo percorso di visita con eventi focalizzati su temi legati all’imprenditorialità in franchising per futuri franchisee, già franchisee e futuri franchisor.Una grande Agorà ospiterà la conferenza inaugurale, presentazioni sulla creazione di impresa, guidate da ospiti prestigiosi e gli eventi chiave di Franchise Expo Paris.
Contact: business@franchiseparis.com
Ottieni il tuo badge gratuito su franchisingparis.com utilizzando il codice PAR3GD
Una decisione importante. E’ necessario prepararsi per tempo, assumendo una mentalità imprenditoriale
LA SCELTA DEL FRANCHISING
Ricorrere alla “due diligence”. L’impegno finanziario richiesto è importante ma non può essere il solo metro di giudizio: è necessario sondare il mercato ed esaminare con scrupolo “il dietro le quinte” del franchisor prescelto. Anche grazie al “passaparola”
di Ugo Perugini - Giornalista e Blogger
Il franchising è una formula imprenditoriale che ha un suo indubbio fascino perché consente di avviare una nuova impresa, senza dover partire da zero, ma sfruttando un sistema di collaborazione (affiliazione commerciale) con una azienda che ha un marchio già affermato per la produzione o la distribuzione di servizi o beni e riguarda una amplissima tipologia di settori economici tra i quali poter scegliere quello più adatto ai propri interessi e inclinazioni.
La maggior parte di coloro che si avvicinano al franchising sa che questo tipo di contratto rappresenta una opportunità a lungo termine, e può essere molto gratificante e soddisfacente, sia dal punto di vista professionale che economico, perché richiede anche serietà e responsabilità, ma spesso opera la sua scelta tenendo conto principalmente dell’impegno finanziario richiesto in termini di fee di ingresso e di percentuali sul fatturato. Non basta avere un capitale da investire, una certa passione per gli affari e una predisposizione ai contatti umani. Anche per il sistema di franchising occorre avere, insieme a un certo spirito di iniziativa, la capacità di valutare e analizzare con obiettività le proposte che vengono offerte. Senza cadere nell’errore opposto, cioè che la guida e il supporto della casa madre potranno sempre e comunque risolvere ogni problema.
La scelta della categoria economica in cui operare - che come abbiamo visto spazia ormai su una gamma di settori merceologici e industriali molto vasta – dipende da numerosi fattori, tra i quali pregresse esperienze di lavoro, tipo di clientela alla quale ci si intende rivolgere, particolare sensibilità e caratteristiche della propria personalità. Ma, una volta stabilito il settore in cui si vuole operare, arriva il momento in cui occorre scegliere il franchisor più adeguato.
LA SELEZIONE DEL FRANCHISOR. LA DUE DILIGENCE
Questa è una fase molto delicata perché dovrà determinare se l’investimento che si sta per effettuare rappresenta o meno una buona opportunità. Tenendo conto che l’attività prevista comporterà una lunga e stretta relazione con il franchisor, è necessario capire se sarà possibile instaurare con questi un solido rapporto di fiducia, che è alla base di qualsiasi rapporto d’affari e può garantire un successo a lungo termine. Per capire se il franchisor con il quale si vuole sottoscrivere un contratto fa al caso nostro
bisogna accertarsene attraverso una attività che prende il nome di due diligence, termine inglese che significa semplicemente “dovuta diligenza”. Cioè, una analisi utile a raccogliere tutti quegli elementi che consentano di verificare se commercializzare i prodotti-servizi proposti dalla casa madre, utilizzando il suo marchio e beneficiando della sua assistenza tecnica o consulenza sui metodi di lavoro, è o meno adeguato alle nostre aspettative.
La vera e propria due diligence viene, in genere, svolta da esperti e prevede un campo di indagine molto ampio che può riguardare l’intero business nel quale si vuole investire e si articola in diverse analisi di tipo commerciale, contabile, fiscale, legale, ambientale, informatico, ecc.
Qui ci limitiamo a fornire alcune indicazioni di massima per meglio orientare la scelta del franchisor giusto e per prendere una decisione informata dell’investimento che si sta per fare.
I PUNTI AI QUALI PRESTARE LA MASSIMA ATTENZIONE
Oggigiorno, rispetto a qualche decennio fa, vi sono moltissimi strumenti per conoscere la realtà delle imprese che offrono franchising, a cominciare dalle informazioni che si possono ricavare da Internet, che però va usato con spirito critico, fino a ricorrere a centri specializzati, come, ad esempio, il Cerved.
In ogni caso, prima di attivare un incontro one-to-one con il franchisor, è necessario raccogliere alcune informazioni generali sull’impresa.
La forza, l’immagine e la reputazione del
brand. Se ci si affida a un business noto e apprezzato dai consumatori, si può avere la sicurezza che non è necessario dedicare in prima persona del tempo alla costruzione di una buona reputazione aziendale, essendo il marchio già sufficientemente conosciuto e apprezzato.
D’altra parte, non è detto che un franchisor da poco sul mercato sia meno interessante e più rischioso di uno già affermato. Potrebbe ad esempio offrire fee più abbordabili. In questo caso, però, occorre svolgere una valutazione comparativa che tenga anche conto della concorrenza per capire se esistono concrete possibilità di sviluppo. Gestione semplificata della attività. Aprire un franchising consente di entrare in una struttura imprenditoriale che dovrebbe essere perfettamente calibrata e funzionante, nella quale sia possibile usufruire di un sistema gestionale e di controllo collaudato. Per verificare quanto sopra bisogna capire come opera in concreto la struttura societaria e organizzativa, vedere i fattori critici di successo e le strategie commerciali messe in atto. Assistenza e formazione. Oltre a ricevere assistenza gratuita da parte della casa madre, la stessa dovrà garantire una adeguata e continua formazione. Occorre conoscere quali sono i programmi previsti in questo ambito e come e con quale cadenza vengono attuati. Le garanzie e le condizioni contrattuali. Raccogliere tutti gli elementi utili per definire la congruità delle fee d’ingresso. Conoscere bene gli accordi e gli sconti sui costi organizzativi per l’acquisto di prodotti, arredi, computer, ecc. e sulle spese pubblicitarie. Indicazioni precise sull’assistenza iniziale e il supporto continuo sotto tutti questi aspetti. Altri argomenti da non sottovalutare. Le prospettive legate alla transizione ecologica. Lo sviluppo informatico e la sicurezza della struttura che lo supporta (cyber security). I costi energetici, aspetto oggi sempre più importante. I rischi potenziali legati alle strutture e alla loro sicurezza di utilizzo, come, ad
esempio, impianti, macchinari, ecc.
LEINFORMAZIONIPIÙDELICATESONO QUELLE CHE SI RECUPERANO DALLO STESSO FRANCHISOR MA ANCHE DAI FRANCHISEE, SIA QUELLI ATTIVI CHE GLI “EX”
Come noto, tramite il DIP (Documento informativo precontrattuale) i potenziali franchisee possono ottenere dal franchisor tutte le informazioni e i chiarimenti necessari per decidere se aderire o meno alla affiliazione. Ma lo stesso franchisor dovrebbe essere una fonte di riferimento attendibile per tutte quelle informazioni sul proprio sistema di franchising di cui si ha bisogno, indipendentemente che vi sia o meno l’intenzione di aderirvi.
Un franchisor che non sia in grado di rispondere alle domande fondamentali sulla struttura sulla quale si regge il proprio “sistema” potrebbe essere il segnale che forse occorre aspettare prima di investire.
Nell’eseguire la due diligence necessaria per indagare adeguatamente la validità di un’opportunità di franchising, è anche fondamentale il “passaparola”, cioè parlare con i numerosi franchisee attivi e anche coloro che nel frattempo, per varie ragioni, hanno abbandonato l’attività.
Questi affiliati saranno in grado di fornire valutazioni veritiere sia degli aspetti qualitativi che quantitativi del sistema di franchising. E, a differenza dei franchisor (che sono cointeressati alla performance finanziaria), potranno esprimere più liberamente le proprie opinioni.
Naturalmente, i franchisee che vedono il nuovo potenziale affiliato come un futuro concorrente potrebbero essere riluttanti a condividere questo tipo di informazioni. Di conseguenza, sarebbe preferibile contattare, oltre a franchisee locali, anche altri dislocati in zone meno concorrenziali, nonché ex franchisee che non hanno più un interesse diretto in questo tipo di business. cercando di comprendere le ragioni del loro abban-
dono.
A parte queste iniziative spontanee, esistono numerosissime occasioni ufficiali per approfondire la conoscenza del franchisor e valutare le sue proposte: diverse pubblicazioni del settore, compreso il nostro magazine, i periodici saloni dedicati al franchising e soprattutto le diverse associazioni in grado di fornire informazioni dettagliate e preziose, con consigli e professionisti esperti a disposizione per guidare i potenziali franchisee, garantendo che le loro iniziative possano decollare con successo.
IN EVIDENZA
• Chi sceglie il franchising deve trovare la giusta “via di mezzo” tra la spinta all’indipendenza e all’autonomia del lavoro in proprio e l’eccessiva aspettativa nella guida e nel supporto della casa madre
• Scegliere il franchisor richiede una valutazione attenta (due diligence) che, oltre all’impegno finanziario richiesto, deve tenere conto del valore del brand, dell’assistenza e della formazione fornita, oltre alle garanzie e al rispetto delle condizioni contrattuali
• Prima di firmare qualsiasi accordo con il franchisor, è necessario raccogliere informazioni utili dalle numerose fonti disponibili, a partire dagli stessi franchisor, dai franchisee operativi e dagli ex
CONSULENZA
Consulenza a 360° per le aziende che vogliono lanciare un franchising o implementare la rete: dallo studio del business format al design fino agli aspetti legali e alla ricerca della finanza grazie al sistema innovativo delle 5 leve registrato da WM Capital e grazie all’Osservatorio che monitorizza gli studi di fattibilità.
EVENTI
Organizzazione e partecipazione a eventi di settore per incrementare le relazioni economico-commerciali tra i protagonisti del mondo del franchising e favorire l’incontro sistematico fra domanda e offerta di mercato. Ideazione del primo premio internazionale AZ Awards.
Offre ogni giorno le informazioni più complete per chi vuole investire nel mondo del franchising. AZ franchising.com uno strumento ideale per scegliere il franchising giusto e favorire i contatti con i migliori franchisor italiani e internazionali.
La prima rivista italiana del franchising. Ogni mese in edicola storie, focus, inchieste e approfondimenti, interviste e analisi economiche. Una informazione controllata e efficace: la giusta risposta a tutte le domande.
sistema multimediale dedicato al franchising
Da 25 anni AZ ha costruito una rete di contatti attraverso i social network e AZ Club. Grazie alla partecipazione a fiere e convegni ha potenziato la sua presenza attraverso i numerosi partner tecnici consolidando relazioni in 16 paesi nel mondo.
Differenti format di comunicazione rapidi, diretti ed efficaci attraverso il canale esclusivo AZ TV. Le interviste ai protagonisti, la video presentazione del format e il tour del punto vendita.
DIFESA DEL MADE IN ITALY E SUPPORTO ALL’EXPORT
La particolarità di questa nuova misura è l’introduzione, come Soggetti Beneficiari, di una nuova categoria: i Consorzi di tutela, oltre ad altri organismi tipo associazioni e cooperative
Analizziamo in questo numero una attuale politica attivata dal nuovo Esecutivo, tramite addirittura la modifica delle competenze (e del nome) di un Dicastero. Attraverso l’istituzione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MiSE, Ministero dello Sviluppo Economico), il Governo pone un forte
accento ed una chiara valenza politica sulla difesa e promozione della manifattura nazionale.
La prima nuova misura che va in questa direzione è lo stanziamento di 2,5 milioni di Euro proprio per la promozione all’estero dei marchi nazionali. Questa misura, nel dettaglio, consiste in un finanziamento agevolato per partecipare a fiere internazionali.
COME POSSONO ESSERE UTILIZZATI I FINANZIAMENTI
Al fine di sostenere ed incentivare la partecipazione delle imprese italiane (nello specifico di Associazioni, Consorzi e Cooperative del Made in Italy) a fiere internazionali, il bando sostiene non solo la promozione all’estero di marchi collettivi, ma prevede nuove spese finanziabili, quali: eventi collaterali, incontri bilaterali con associazioni estere; seminari in Italia con operatori esteri e all’estero; azioni di comunicazione sul mercato estero (incluse GDO e attività on-line); creazione di comunità virtuali a supporto del marchio. La particolarità di questa nuova misura è l’introduzione, come Soggetti Beneficiari, di una nuova categoria: i Consorzi di tutela, oltre ad altri organismi tipo associazioni e cooperative.
IL CONTRIBUTO IN TERMINI ECONOMICI
Il contributo è particolarmente interessante in quanto il nuovo Decreto innalza, migliorandoli, sia l’importo massimo concedibile per singolo soggetto sia la dotazione finanziaria totale, rispettivamente da 70 a 150 mila Eur e da 1 milione a 2, 5.
La percentuale massima concedibile sarà pari al 70% delle spese sostenute e rendicontate. Le modalità operative saranno rese note attraverso i decreti attuati, ancora da pubblicare.
IL BONUS FIERE PER MANIFESTAZIONI INTERNAZIONALI
Collaterale a questa misura, ritorniamo invece ad analizzarne un’altra appena conclusasi con un enorme successo, nell’attesa e nella speranza che venga rifinanziata anche per il 2023: il bonus fiere per la partecipazione a manifestazioni internazionali di settore organizzate in Italia. Lo stanziamento, decisamente più significativo, è stato pari a 34 milioni di Eur. Questo incentivo, del valore di 10 mila Eur, prevedeva una erogazione del bonus ai partecipanti ad una fiera inserita nel Calendario fieristico approvato dalla Confe-
Obiettivo Sviluppo nasce per dare una risposta concreta alle esigenze degli imprenditori italiani che negli anni si sono sempre avvicinati al mondo delle agevolazioni pubbliche, dei mercati globali, delle partnership, senza riuscire a fare il next step: dall’idea all’execution. Con il progetto UP, il team entra nel vivo di questi argomenti, liberando imprenditori e manager dall’operatività di queste azioni, lasciandoli liberi di fare il loro lavoro e sviluppare il loro core business. I campi di azioni sono: finanza agevolata, internazionalizzazione, networking. Settori di intervento: agricoltura, agroindustria/agroalimentare, artigianato, commercio, cultura, industria, pubblico, servizi/No Profit, turismo. Per informazioni: francesca@obiettivosviluppo.com - Tel. +39 349.5603388
LA GRANDE CRESCITA DEI BRAND ITALIANI
Nonostante il clima di incertezza economica e politica, i brand italiani più importanti continuano a crescere. I 30 marchi italiani più preziosi nel 2020 hanno raggiunto per KANTAR un valore combinato di circa 114,6 miliardi di dollari. Nonostante i cambiamenti sistemici nel comportamento dei consumatori, un calo dell’8,9% del PIL del Paese e gravi interruzioni nelle catene di approvvigionamento, viaggi, vendita al dettaglio e ospitalità, questi brand sono riusciti non solo a sopravvivere, ma a prosperare (+11% rispetto al 2020). Dal 2018, la Top 30 è cresciuta in valore del 34%.
renza delle regioni e delle province autonome. Come citato, questa prima finestra era riferita alle fiere che hanno avuto luogo tra luglio e dicembre 2022.
CHI E COSA AGEVOLA QUESTA MISURA, NELL’ATTESA DI UN EVENTUALE RIFINANZIAMENTO
I beneficiari sono tutte le imprese aventi sede operativa nel territorio nazionale. Le spese ammissibili sono, invece, di diversa natura:
• spese per l’affitto degli spazi espositivi (incluse assicurazioni ed oneri obbligatori);
• spese per l’allestimento degli spazi espositivi (compresa progettazione e realizzazione dello spazio espositivo e degli allacciamenti ai pubblici servizi);
• spese per la pulizia dello spazio espositivo; • spese per il trasporto di campionari e servizi di facchinaggio; • spese per i servizi di stoccaggio; • spese per il noleggio di impianti audio-visivi e di attrezzature e strumentazioni varie; • spese per l’impiego di hostess, steward e interpreti a supporto del personale aziendale; • spese per i servizi di catering per la fornitura di buffet all’interno dello spazio espositivo;
• spese per le attività pubblicitarie, di promozione e di comunicazione (brochure, presentazioni, poster, cartelloni, flyer, cataloghi, listini, video o altri contenuti multimediali). Due misure importanti, a supporto di un intero comparto manufatturiero che proprio sulla sua promozione basa le azioni strategiche e fondamentali di un rilancio e di una crescita internazionale.
UN PAESE COME UN BRAND
Come misurare la percezione dell’Italia e nel made in Italy nel mondo? Ogni Paese è considerabile un brand. Un brand che rappresenta tutto ciò che è associabile al suo modo di vivere, alla sua storia, alle sue radici culturali. Insieme a tante altre variabili, rientrano anche la percezione politica, i più forti brand nazionali, la cucina, la moda, i paesaggi e i beni architettonici. L’Italia non fa eccezione. Per quanto possa sembrare riduttivo, pensare al proprio Paese come ad un brand, è un esercizio estremamente utile. Basti pensare che tre persone su quattro preferiscono acquistare prodotti quando conoscono in quale Paese sono stati creati (c.d. effetto country of origin). Vedere un Paese come un brand riflette la crescente competitività di un mercato sempre più globalizzato. Pone l’accento sull’importanza di creare ottimi prodotti e servizi, ma anche di mantenere una percezione positiva del settore privato e pubblico all’esterno. La percezione di un Paese all’estero diventa peraltro un fattore essenziale per un’economia votata all’export come quella italiana.
IN EVIDENZA
• Al fine di sostenere ed incentivare la partecipazione delle imprese italiane a fiere internazionali, il bando sostiene non solo la promozione all’estero di marchi collettivi, ma prevede nuove spese finanziabili
• Il contributo è particolarmente interessante in quanto il nuovo Decreto innalza, migliorandoli, sia l’importo massimo concedibile per singolo soggetto sia la dotazione finanziaria totale, rispettivamente da 70 a 150 mila Eur e da 1 milione a 2,5
• I beneficiari sono tutte le imprese aventi sede operativa nel territorio nazionale, Associazioni, Consorzi e Cooperative del Made in Italy
Per stringere relazioni di business con aziende complementari e sviluppare nuovi progetti
LINKEDIN: IL SOCIAL NETWORK DI AZIENDE E PROFESSIONISTI
Se utilizzato correttamente, può essere uno strumento di lavoro sorprendente, poiché consente di mettere in contatto persone che nel mondo reale non si sarebbero mai incontrati. Ecco alcuni “trucchi” per ottenere i contatti desiderati
di Mattia Nicoletti - Creative marketing strategist and producer –Dreamcatchers EntertainmentA livello professionale non esiste social network (se così lo possiamo definire) più efficace e “potente” di Linkedin. Conoscerlo, frequentarlo abitualmente, condividere contenuti può dare delle grandi soddisfazioni, soprattutto se si vogliono stringere relazioni di business con aziende complementari, oppure se si vogliono
sviluppare nuovi progetti, con la premessa che maggiore è il numero di contatti che si hanno collegati al proprio profilo e maggiore è la probabilità che si abbiano solo due o tre gradi di separazione (e di conseguenza più possibilità di successo) da chi può essere ritenuto interessante. Ecco però alcuni “trucchi” per ottenere i contatti desiderati.
L’IMPORTANZA DEL PROPRIO PROFILO
Per ottenere contatti il profilo Linkedin deve essere completo e interessante. E’ fondamentale inserire tutte le esperienze lavorative, ma anche una foto professionale e un’immagine della testata. Inoltre non è sufficiente inserire la propria posizione lavorativa. E’ importante raccontarsi in modo coinvolgente. Avere un profilo completo significa avere il 30% di visibilità in più. Quindi il primo passo da fare prima di contattare qualcuno è quello di avere un profilo a regola d’arte.
L’IMPORTANZA DEI COMMENTI
Commentare i post di altri soprattutto se sono contatti di interesse, incuriosisce e rende visibili. Questo facilita la possibilità di contatto perché con molta probabilità l’autore dei post commentati può ricordarsene. E’ naturale che i commenti devono essere articolati e coerenti con la discussione.
L’IMPORTANZA DEI GRADI DI SEPARAZIONE
Uno step assolutamente da completare è quello di collegarsi a tutte le persone che si conoscono e sono presenti su Linkedin. Questo aumenta la possibilità che un contatto che può essere interessante sia presente nel network dei conoscenti. La probabilità di essere accettati se un contatto prospect condivide il network con un nostro contatto è elevata (e in alternativa si può chiedere di essere presentati). Anche nel caso di partecipazione ad eventi può essere utile chiede-
re la connessione ai partecipanti indicandolo nel messaggio di contatto.
L’IMPORTANZA
DEL SETTORE DI APPARTENENZA
Su Linkedin sono presenti gruppi dedicati a quasi tutti gli argomenti, alle categorie, ai settori industriali. Molti sono in lingua inglese, ma è importante prendervi parte perché il social network indica quando gli utenti sono iscritti, anche in caso di richiesta di connessione.
L’IMPORTANZA DI ESSERE ATTIVI
Come in ogni social network essere presenti non è sufficiente, perché è necessario interagire coi post, condividere contenuti, esprimere opinioni, soprattutto di valore. Questo perché Linkedin aumenta l’autorevolezza e la visibilità di chi partecipa attivamente. Alcuni suggerimenti possono essere condividere articoli relativi al proprio settore, commentare i post di altri utenti (vedi sopra), modificare il proprio profilo ogni volta che c’è qualche variazione rilevante come il cambio di job description o un nuovo servizio/prodotto da lanciare. Linkedin, se utilizzato correttamente, può essere uno strumento di lavoro sorprendente, poiché consente di mettere in contatto persone che nel mondo reale non si sarebbero mai incontrati portando a sviluppare progetti impensabili.
Una figura professionale per fare incontrare e sottoscrivere accordi commerciali tra franchisor, franchisee e locatori
SVILUPPATORE RETAIL: UN LAVORO A TRE FACCE
Intervista a Pierluigi Marinelli, per oltre 30 anni Direttore Sviluppo di Teddy: “È un lavoro bellissimo in cui ci si può mettere in gioco, ambire ad una carriera abbastanza veloce e redditizia a patto che, soprattutto nei primi anni, si sia disposti a studiare, a accrescere il proprio know how e a patto che il lavoro venga sempre fatto in maniera corretta e rispettosa delle controparti”
Tutti sono molto attenti alla crescita delle aziende retail. Una crescita che avviene grazie alle politiche commerciali e di distribuzione, al miglioramento continuo del prodotto e all’apertura di nuovi punti vendita. Forse non tutti sanno che quest’ultima leva della crescita è resa possibile da figure pro-
fessionali che tramite il loro lavoro e la loro consulenza fanno sì che franchisor, franchisee e locatori si incontrino e sottoscrivono accordi commerciali. Per spiegarvi bene di cosa stiamo parlando e quali opportunità professionali si celano dietro questa attività abbiamo intervistato
chi, durante la sua carriera lavorativa di ben 35 anni nel mondo del franchising, ha contribuito ad aprire oltre 1500 negozi. Parliamo di Pierluigi Marinelli, per oltre 30 anni Direttore Sviluppo di Teddy, azienda che distribuisce con la formula del franchising in conto vendita, i marchi di abbigliamento Terranova, Rinascimento e Calliope. (retail.teddy.it)
Ci parli di lei e del network che in questi anni l’ha supportata. “Nasco professionalmente in Teddy nel lontano 1987 e da allora, fra le altre cose, ho sempre gestito lo sviluppo dei brand del gruppo, attraverso la ricerca di negozi e franchisee, in Italia ed all’estero. Per fare questo mi sono avvalso di un team interno di country development manager e di una serie di collaboratori esterni, quali consulenti mediatori e leasing manager. Queste sono figure essenziali per un’azienda retail a mio parere, soprattutto per tutte le complessità che si devono affrontare per aprire un negozio”.
Può darci la job description di queste figure
professionali?
“Iniziamo dal Leasing Manager: questa figura opera per conto dei proprietari di immobili commerciali ed il suo obiettivo è cercare insegne che prendano l’immobile in affitto, valorizzando l’immobile massimizzando il rendimento dello stesso. È essenziale che questa figura sia costantemente informata sulla domanda e sull’offerta del mercato del retail. Il country Development Manager rappresenta invece il locatario. Ha il compito di cercare location, analizzarle, redigere un conto economico e contrattualizzare alle migliori condizioni possibili locali commerciali adatti al brand che rappresenta. È in costante concorrenza con altri brand ed è fondamentale che lui conosca bene il valore di ogni singola piazza. Infine abbiamo il Consulen-
te - Mediatore che è l’anello di congiunzione fra le due figure sopra descritte. È colui che mette in contatto il locatore, da cui ha ricevuto mandato, ed il locatario, con cui è in contatto costante e di cui conosce le esigenze specifiche di sviluppo. È una figura che deve conoscere il territorio, avere costanti contatti con le parti in causa e sviluppare continuamente relazioni. Il Consulente Mediatore può anche agire come intermediario tra franchisor e franchisee, purtroppo sono pochi coloro che scelgono questo ambito, ma proprio per questo è molto interessante dal punto di vista professionale, c’è poca concorrenza”.
Sono professioni in cui le relazioni sono essenziali, corretto?
“Sì, per questo ho sempre chiesto a me e ai miei collaboratori tanta serietà e il rispetto
del principio “tratta l’altro come vorresti essere trattato tu”, anche quando si è in una trattativa in una posizione di vantaggio. Inoltre soprattutto con partner esterni, diciamo il nostro team sviluppo allargato, abbiamo sempre cercato di creare momenti ed eventi di coinvolgimento, anche perché il mestiere del Consulente Mediatore è un mestiere abbastanza solitario. Come per esempio, ‘Insieme Per Crescere’, evento arrivato all’8° edizione, al quale invitiamo oltre 80 società di intermediazione, dando non solo informazioni pratiche sugli obiettivi di sviluppo dei nostri brand, ma facendo anche formazione su argomenti di interesse professionale comune (questo anno abbiamo ospitato Arrigo Sacchi), stimolando il networking fra i vari partecipanti. L’obiettivo? Che tutti si sentano partecipi di un progetto, di una categoria e che tutti possano incrementare le loro
chance di business ampliando i loro contatti. Questo evento è un unicum, perlomeno in Europa, per questa categoria professionale”.
Qual è la strada per intraprendere questi percorsi professionali e come cercare un impiego?
“Per queste figure professionali non esistono ad oggi studi o scuole specializzate. Quindi il più delle volte, per i country development manager e leasing manager, vengono ricoperte da persone che lavorano già all’interno dell’azienda e che per attitudine ed esperienza possono svolgere il lavoro al meglio. Mentre i mediatori-consulenti o sono dei liberi professionisti o dei country development manager e o leasing manager che si mettono in proprio oppure vengono dal mondo delle agenzie per la vendita di immobili ad uso abitativo. Per trovare opportunità di lavoro bisogna guardare alle aziende che operano nel retail, ma anche alle società che gestiscono centri commerciali, alle società che operano nel settore dell’intermediazione immobiliare, ma ormai, anche tanti Consulenti Mediatori hanno un loro sito, soprattutto quelli più strutturati con una pagina dedicata ad offerte di lavoro”.
Per finire, che consiglio daresti ad un giovane interessato a tale professione? “È un lavoro bellissimo che ti permette di conoscere persone e luoghi differenti. Ci può essere grande intercambiabilità tra le figure descritte sopra e quindi può essere che si inizi leasing manager e poi si diventi consulente mediatore. È un lavoro in cui ci si può mettere in gioco, ambire ad una carriera abbastanza veloce e redditizia a patto che, soprattutto nei primi anni, si sia disposti a studiare, a accrescere il proprio know how e a patto che il lavoro venga sempre fatto in maniera corretta e rispettosa delle controparti in quanto la buona reputazione è alla base di ogni grande professionista”.
Le aziende retail che si sono adattate rapidamente a un commercio omnicanale hanno avuto grandi vantaggi
REALIZZARE UNA CUSTOMER EXPERIENCE VINCENTE NEL
RETAIL: 6 PASSI DA SEGUIRE
È fondamentale offrire un’esperienza d’acquisto fluida che può iniziare online, continuare nel punto vendita e terminare sui social media
Negli ultimi anni le aziende retail hanno dovuto far fronte a un’estrema volatilità. Quando era necessario essere molto cauti nel fare acquisti presso punti vendita fisici, le persone hanno iniziato a usare internet e acquistare nuovi brand. Stanche della
pandemia, hanno poi cominciato a tornare nei negozi, continuando però a comprare online, seguendo così un modello ibrido. Le aziende retail che si sono adattate rapidamente a un commercio omnicanale hanno avuto grandi vantaggi, poiché gli acquirenti che usano
diversi canali sono più redditizi di coloro che acquistano solo nei negozi o solo online. Le aziende leader di settore hanno intenzione di colmare il gap esistente tra i canali per garantire sempre un’esperienza cliente ottimale, indipendentemente da dove siano i clienti. E lo hanno fatto in situazioni difficili. Secondo il nostro ultimo Customer Experience Trends Report, il 37% delle aziende è stato costretto a licenziare personale. Allo stesso tempo, le aziende retail hanno assistito a un drastico aumento del coinvolgimento dei clienti, che è incrementato del 38%, più di qualsiasi altro settore oggetto dell’indagine. Le implicazioni sono chiare: gestire la CX in una fase di cambiamenti sostanziali del comportamento dei consumatori è molto complesso. Tuttavia, quando gli acquirenti possono rivolgersi ad altri con un solo clic, è fondamentale avere una strategia orientata al cliente a ogni punto di contatto del percorso. Le aziende retail su larga scala più innovative gestiscono questa sfida in modo risoluto.
Colgono le opportunità di un nuovo ambiente retail che dà priorità all’esperienza digitale. E non parliamo solo dei megastore: chi opera nel settore del lusso e in passato prediligeva solo le esperienze di persona in un rapporto diretto con il singolo, ora deve considerare seriamente la tecnologia per sviluppare la propria strategia nel mondo digitale. L’esperienza clienti è la stella polare delle aziende retail di oggi. Nel mondo online, ciò significa offrire un’esperienza clienti coerente, personalizzata e fluida su più canali.
Questo articolo analizza 6 prassi ottimali che consentono alle aziende retail di offrire esperienze clienti vincenti.
1. LA CX FA LA DIFFERENZA
In un mercato altamente saturo dove sono presenti numerosi perturbatori, le aziende retail competono sulla qualità della propria esperienza clienti per emergere. Non è più sufficiente avere ottimi prodotti. I brand vincenti investono ancora di più nella CX
per mantenere i clienti esistenti e acquisirne di nuovi.
Negli ultimi anni la CX nel retail si è concentrata soprattutto sul settore online: le aziende retail leader di settore hanno offerto un servizio di ritiro senza contatto, semplificato le procedure di reso, incrementato l’e-commerce e molto altro ancora. Sebbene il numero di persone che acquistavano presso i punti vendita fisici sia diminuito, l’importanza di fornire un servizio personalizzato è rimasta costante. I clienti si aspettano comunque di ricevere un servizio immediato, fluido e personalizzato sul canale prescelto e sono pronti a fare acquisti altrove se non lo ricevono. Di fatto, secondo il nostro ultimo Customer Experience Trends Report, il 60% delle persone afferma di avere aspettative superiori in termini di servizio clienti rispetto a prima della pandemia. Nel momento in cui ti contattano, i clienti vogliono che tu sappia chi sono, cosa è importante per loro e persino le loro preferenze di shopping. Si aspettano
di essere trattati con empatia e che tu riesca a risolvere i loro problemi in tempi brevi. La tecnologia è uno strumento fondamentale per aumentare le capacità del tuo team. Avere una visione completa dei clienti è una tessera fondamentale del puzzle. Se i clienti entrano nel tuo punto vendita per acquistare o ti contattano tramite il Web o i social media, devi avere la certezza che il tuo team abbia a disposizione le informazioni necessarie per offrire un’esperienza realmente personalizzata.
2. FATTI TROVARE DOVE SONO I TUOI CLIENTI: ONLINE, IN NEGOZIO E IN OGNI ALTRO LUOGO TRA L’UNO E L’ALTRO
Seguire i tuoi clienti significa essere dove sono anche loro. Nel nuovo mondo in cui la distinzione tra fisico e digitale diventa sempre più sottile, i consumatori si rivolgono sempre più spesso ai social media per acquistare e interagire con i brand. Le aziende retail inaugurano le vetrine nel Metaverso, in cui
le persone possono effettuare acquisti in-app mentre giocano. PacSun e Forever 21 hanno creato esperienze interattive in Roblox, in cui i giocatori possono fare acquisti e gestire i propri punti vendita virtuali. I brand aprono vetrine su Instagram e su altri canali social. E gli acquirenti vanno sui canali social anche per il servizio clienti, offrendo così alle aziende retail più attente l’opportunità di offrire una CX di alto livello.
Detto ciò, lo shopping nei negozi tradizionali non sparirà. Secondo una ricerca di National Retail Federation e IBM, il 72% dei consumatori si affida ancora ai punti vendita fisici come parte del proprio processo di acquisto.
Tutto ciò significa che è fondamentale offrire un’esperienza d’acquisto fluida che può iniziare online, continuare nel punto vendita e terminare sui social media. Le aziende retail devono focalizzarsi sul successo della CX su tutte le piattaforme usate dai clienti. Sfruttando la piattaforma di assistenza adatta, i tuoi agenti possono dare vita a conversazioni ottimizzate con i clienti, utilizzando tutti i canali a loro disposizione e offrendo esperienze eccezionali.
3. DAI IL CONTROLLO AI CLIENTI
È importante facilitare i contatti con i clienti, sia che vogliano risolvere i problemi autonomamente sia che preferiscano rivolgersi direttamente al tuo brand retail. Secondo le nostre ricerche, un servizio clienti di alta qualità può trainare le vendite, anche quando è automatizzato. L’89% degli acquirenti è disposto a spendere di più presso aziende che consentono di trovare risposte online autonomamente. I clienti cercano agenti in grado di aiutarli e vogliono che l’assistenza sia sempre disponibile, non importa se sia tramite un agente o un bot. Per avere successo le aziende retail hanno bisogno di investire nell’intelligenza artificiale. I chatbot possono rispondere alle domande più frequenti, eliminare le
mansioni ripetitive e far risparmiare tempo all’azienda. Secondo i clienti, i chatbot sono utili soprattutto in caso di richieste semplici, come controllare lo stato di un ordine, e per fornire assistenza al di fuori dell’orario di attività del servizio clienti. Se utilizzati correttamente, i chatbot possono ridurre il volume dei ticket e i costi dell’assistenza e fornire esperienze clienti ottimizzate. In questo modo i tuoi agenti sono liberi di concentrarsi su problematiche più complesse e, al contempo, possono migliorare i tempi di risoluzione e il punteggio CSAT.
4. FAI IN MODO CHE OGNI INTERAZIONE SEMBRI PARTE DELLA STESSA CONVERSAZIONE
Il mondo è diventato digitale e trovarsi dove sono i tuoi clienti significa essere presente sulle app di messaggistica che utilizzano. Le aziende retail amano la messaggistica per gli stessi motivi per cui la amano i clienti: è veloce, personale, utile e sicura. La chat tradizionale era perfetta: aiutava i clienti a ottenere le informazioni di cui avevano bisogno, al momento giusto. Ma che cosa succede se il cliente deve allontanarsi o trasferire la conversazione da un canale all’altro? È qui che entra in gioco la messaggistica. La messaggistica consente la comunicazione asincrona che tiene traccia delle informazioni da canale a canale, per cui i clienti non devono ripetersi e gli agenti hanno tutti i dati di cui hanno bisogno per eseguire al meglio il proprio lavoro. I clienti richiedono assistenza sempre più spesso e a questo scopo utilizzano la messaggistica. Dalla nostra ricerca è emerso che il 70% dei clienti si aspetta ora dalle aziende un’esperienza di assistenza conversazionale. Anche la messaggistica
riduce la pressione del tuo personale: è facile per i dipendenti che lavorano a distanza configurarla, adottarla e ridurre il carico di lavoro presente su canali più tradizionali, come l’e-mail e il telefono. Considerato che la messaggistica è asincrona per natura, i clienti non si aspettano necessariamente una risposta immediata come nella chat. In questo modo il tuo team ha un po’ di respiro, senza dare l’idea che l’assistenza non sia disponibile.
5. CREA ESPERIENZE STAGIONALI SUBLIMI PER I TUOI CLIENTI
Il quarto trimestre è fondamentale per le aziende retail, perché può portare al successo o al fallimento ed è per questo che il tuo team deve essere pronto a gestire la frenesia delle festività. Con la tecnologia adatta puoi analizzare i tempi di soluzione e i picchi di ticket per pianificare la copertura del personale. Puoi verificare la corretta configurazione delle regole di indirizzamento, in modo che le richieste dei
clienti vengano instradate verso il personale più adatto (o vengano gestite da un bot). Può anche essere utile per creare connessioni più profonde e significative con i clienti. Se gli agenti possono accedere rapidamente ai dati dei clienti, possono offrire suggerimenti personalizzati, basati su preferenze, acquisti passati e cronologia dei resi. Questi sono già requisiti essenziali. Nello scenario competitivo di oggi i clienti sono più volubili rispetto al passato e più disponibili a provare altri brand quando non sono soddisfatti. Il 68% dei clienti si aspetta che tutte le esperienze siano personalizzate, per cui questo diventa un punto fondamentale per le aziende retail che vogliono crescere.
6. ELEVA IL RUOLO DELLA CX
Tutti sanno che gli agenti si sentono esausti e sottovalutati. Carichi di lavoro pesanti, formazione inadeguata, maggiori responsabilità e segnali contrastanti dalla leadership generano insoddisfazione negli agenti. Dalla nostra ricerca è emerso che meno del 30% degli agenti del servizio clienti si sente incoraggiato a fare bene il proprio lavoro. Le aziende retail che desiderano incrementare la propria attività con il servizio clienti dovrebbero considerare questo aspetto. Gli studi dimostrano che se le persone sono felici lavorano meglio e questo significa che anche i clienti avranno esperienze migliori. Ma nonostante la leadership si impegni per promuovere il benessere degli agenti, quasi il 40 percento di questi ultimi sente di non ricevere lo stesso trattamento rispetto ad altri membri dell’organizzazione. Quando le aziende retail investono negli agenti e nell’esperienza degli agenti, consentono ai team di dare il meglio di sé a lavoro. Puoi elevare il ruolo della CX sfruttando i tuoi punti di forza. Sviluppa un team di esperti appassionati di CX che si focalizzano su ottimizzazioni e innovazioni e che siano in grado di dare consigli basati sui dati:
aumenterai le efficienze e risponderai in modo proattivo alle minacce della concorrenza. Gli agenti ben formati e con gli strumenti giusti a disposizione possono risolvere i problemi con un atteggiamento empatico e persino generare ricavi per l’azienda con attività di upselling e cross-selling. In questo modo le aziende retail possono trasformare il servizio clienti in un centro di profitto ed elevare il ruolo della CX all’interno dell’organizzazione.
Per ulteriori informazioni, visita https:// www.zendesk.com/it/mc/guida-retail.
A cura di Zendesk
IN EVIDENZA
• Quando gli acquirenti possono rivolgersi ad altri con un solo clic, è fondamentale avere una strategia orientata al cliente a ogni punto di contatto del percorso
• In un mercato altamente saturo dove sono presenti numerosi perturbatori, le aziende retail competono sulla qualità della propria esperienza clienti per emergere. Le più innovative gestiscono questa sfida in modo risoluto
• I brand vincenti investono ancora di più nella CX per mantenere i clientiesistentieacquisirnedinuovi
• Il mondo è diventato digitale e trovarsi dove sono i tuoi clienti significa essere presente sulle app di messaggistica che utilizzano
NASCE REVIEWS101.APP PER AUMENTARE IL BUSINESS AZIENDALE
La full service digital agency lancia un tool capace di stimolare le valutazioni in termini qualitativi e quantitativi perché l’82% dei clienti si fida solo delle realtà con almeno 4,5 stelle
Una recensione online vale molto, sia in termini qualitativi sia in termini quantitativi. E più delle parole valgono le stelle che una persona lascia dopo aver ricevuto una qualsiasi prestazione. Che si tratti di ristoranti, negozi, professionisti e aziende, una valutazione positiva non solamente può migliorare la propria reputazione, ma sicuramente influenza le scelte di chi verrà dopo: più di otto persone su dieci infatti scelgono tra quanti hanno almeno 4,5 stelle e centinaia di recensioni
sui loro profili. Kitsune, full service digital agency con sedi negli USA e a Dubai e attiva da anni sul mercato europeo, ha sviluppato reviews101.app, un particolare software che permette di gestire le recensioni, stimolando il cliente a lasciarne e, soprattutto, intercettando quelle non del tutto positive. «La recensione è diventata uno dei principali metri di valutazione nella scelta di un’azienda o un professionista», spiega Paolo Maria Luino, general manager di Kitsune. «Secon-
do The World Financial Review, l’82% dei clienti si fida solo delle realtà con almeno 4,5 stelle e centinaia di recensioni su Google. Questo significa che una recensione impatta necessariamente anche sul proprio fatturato: è stimato che un’azienda con queste caratteristiche aumenti i ricavi del 18%. Non è solamente una questione di qualità, ma anche di quantità: più recensioni ci sono, più visitatori avrà il nostro sito».
Ma come fare? «Il difficile è fare in modo che il cliente lasci una recensione e, nel caso questa non fosse del tutto positiva, riuscire a intercettarla perché bastano poche valutazioni da una o due stelle ad abbassare irrimediabilmente la media e a danneggiare anche mesi di attività di posizionamento SEO», prosegue. «Innanzitutto, con reviews101.app andiamo a stimolare la recensione: utilizzando Whatsapp, mail, sms o qr-code, si può raggiungere il cliente e invitarlo a lasciare una valutazione della prestazione o servizio. In questo modo, si potrà controllarne anche l’esito: in caso positivo, il cliente potrà lasciarla direttamente su Google o sulla piattaforma prescelta; in caso negativo, si aprirà un canale di dialogo privato per capire le motivazioni che hanno spinto a dare meno di quattro stelle».
Inoltre, il tool di Kitsune permette facilmen-
te di condividere le esperienze positive. «La condivisione delle recensioni è un moltiplicatore delle visite sul proprio sito. Secondo The World Financial Review, il condividere le parole dei propri clienti sul sito aumenta la fiducia e le visite della propria attività locale».
La base di tutto è il Profilo dell’attività su Google (prima Google My Business). «Partendo da questa piattaforma è possibile con il nostro software arrivare a gestire le recensioni, ottenendo anche l’andamento reputazionale nel tempo», aggiunge Luino. «Lo strumento che abbiamo sviluppato diventa uno spazio di aggregazione delle recensioni dove valutarle, gestirle e soprattutto poter aprire un canale diretto con il cliente: innanzitutto ringraziandolo, che è sempre buona abitudine oltre che sintomo di educazione, ma anche interloquendo con lui così da capire cosa non ha funzionato». Occorre non dimenticare che, statisticamente, il valore di una recensione non viene determinato solamente dalla qualità del prodotto o del servizio erogato, ma dipende anche dai fattori più diversi come possono essere i tempi di attesa, il costo, la cortesia, la presenza di elementi di disturbo, atmosfera e, da non sottovalutare, il personale gusto.
Conclude Luino: «Reviews101. app, stimolando la recensione, ha anche il vantaggio di aumentarne il numero. E questo è un fattore determinante nel posizionamento Google che, insieme al numero delle stelline lasciate, influisce sulla scelta finale del cliente».
Per vedere come funziona Reviews101.app: https://www. youtube.com/watch?v=qKwiZNoO2es
VENDITA E SERVIZI PER RINNOVARE L’ESPERIENZA DEL NEGOZIO
Il caso Camp negli USA è un esempio di evoluzione e rinnovamento del negozio che propone un ampio assortimento di giocattoli e tantissimi servizi collaterali. L’azienda ha dimostrato di essere in continua evoluzione ed è riuscita a creare un luogo in cui le famiglie possono rilassarsi e divertirsi
di Fabrizio Valente - Founder e AD di Kiki Lab (Gruppo Promotica)
I negozi Camp sono dedicati ai bambini con una fortissima esperienzialità, laboratori e aree giochi anche di grandi dimensioni. I punti vendita più grandi raggiungono i 10.000 mq e la caffetteria offre ristoro anche ai genitori. Il negozio propone un ampio assortimento di giocattoli, ma ben il 20% del fatturato proviene dalle quote di associazione
che i genitori sottoscrivono per ricevere vari servizi. Vengono organizzate fino a sette attività al giorno, dal canto allo yoga, dal giardinaggio all’artigianato.
L’elemento che affascina di più i bambini è che i negozi Camp sembrano piccoli, ma, come nelle storie gialle più classiche, esiste sempre la zona esperienziale nascosta da una parete girevole: la famosa “porta magica”.
PARTNERSHIP VIRTUOSE
Durante il lockdown Camp ha reinventato l’esperienza del negozio offrendo la possibilità di organizzare feste di compleanno virtuali gratuite ogni giorno alle 17. Tramite un link virtuale è stato possibile creare la propria lista ospiti, invitando familiari e amici, e Camp si è resa disponibile per personalizzare la festa in base alle richieste specifiche del festeggiato. Inoltre, Camp ha creato una partnership con Walmart e personaggi famosi per offrire l’esperienza virtuale del campo estivo direttamente sull’app Walmart.
Fra le tante esperienze digitalizzate hanno avuto particolare successo le lezioni di arte interattiva e il coinvolgimento dei clienti con sfide avvincenti.
L’azienda ha dimostrato di essere in
continua evoluzione ed è riuscita a creare un luogo in cui le famiglie possono rilassarsi e divertirsi. La strategia commerciale per rendere sostenibile il modello si basa su un continuo rinnovamento dell’assortimento, con frequenti novità esclusive, e un costante aggiornamento del look & feel con nuovi temi ogni due mesi.
SAFE RETAIL
Dopo il lockdown l’azienda ha riaperto i negozi con una stretta osservanza delle regole per la protezione e il distanziamento.
COMMENTO FINALE KIKI LAB
Camp ha trovato soluzioni digitali coinvolgenti per ridisegnare l’esperienza online e ora continua a proporle anche a negozi riaperti. La partnership con Walmart è stata una mossa strategica che ha permesso a Camp di continuare a interagire con il proprio target, attraverso l’app di Walmart, e anche di raggiungere nuovi clienti.
Sfida: rendere sostenibile il modello, che comporta ingenti investimenti, e riuscire a raggiungere un adeguato livello di vendite anche online.
Caso tratto dalla ricerca internazionale Retail Innovations
Camp - USA
Durante il lockdown Camp ha reinventato l’esperienzialità in chiave virtuale, alleandosi con il gigante Walmart e la sua app per interagire in modo semplice e coinvolgente con il proprio target
Area chiave
• Emotional Experience
Tendenze complementari
• Partnership Virtuose
• Safe Retail
Info chiave
• Appepiattaformadigitale
• 2020: lancio in partnership con Walmart
PROSSIMO EVENTO KIKI LAB
Retail Innovations 18 - L’innovazione che ispira il successo nel Nuovo Mondo
Milano - 30 marzo
Convegno con presentazione della 18ma edizione della ricerca annuale mondiale Retail Innovations e speech di Top Manager di aziende retail. Convegno a pagamento, inviti disponibili per Retailer, Brand e Reale Estate (disponibilità limitata).
Per iscrizioni: kiki@kikilab.it
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In Italia gli utenti attivi mensilmente nel 2022 sono 14.8 milioni con un’età compresa tra i 13 e i 55 anni
TIKTOK: FONTE DI ISPIRAZIONE PER LA CREATIVITÀ UTILE ALLE AZIENDE
È una finestra sul mondo. Uno spazio sicuro in cui connettersi con i propri clienti e il proprio pubblico, affinché la “reputazione” e la “fiducia” si possano trasformare in un vero e proprio valore economico
Stefania GiuseppettiTikTok, l’applicazione che si caratterizza per favorire la creazione e la condivisione di video brevi, dal 2016, anno del suo lancio con il nome musical.ly, è stata scaricata oltre 3 miliardi di volte, riscuotendo particolare successo tra i Millennials e la Generazione Z.
Grazie al suo modello di intrattenimento innovativo e coinvolgente e la sua offerta di contenuti divertenti sta conquistando tutti. Infatti, se durante il primo boom a iscriversi su TikTok erano prevalentemente le nuove generazioni, ora anche il pubblico più maturo ha iniziato a incuriosirsi a questo social: in Italia, gli utenti attivi mensilmente nel 2022 sono 14.8 milioni con un’età compresa tra i 13 e i 55 anni.
Secondo quanto è emerso dal rapporto 2022 di Brand Finance, con un’incredibile crescita del 215% (da 19 miliardi a 59 miliardi di dollari), il valore del marchio TikTok è triplicato nell’ultimo anno e non mostra segni di rallentamento.
Durante la pandemia il consumo dei media è aumentato, ma il modo in cui lo consumiamo è irrevocabilmente cambiato e l’ascesa di questa piattaforma è una testimonianza. TikTok, a differenza degli altri social che si caratterizzano per i contenuti estremamen-
te curati, è una fonte di intrattenimento che privilegia la spontaneità, l’autenticità, la naturalezza e l’autoironia.
LE PERSONE SI FIDANO DELLE PERSONE
La realtà aumentata, l’editing video e le funzioni musicali facili da usare consentono alle persone di esplorare il proprio lato creativo.
Le persone si fidano delle persone. Per essere ascoltati, i brand devono promuovere relazioni e legami con le persone di cui gli altri si fidano. Infatti la presenza sul social web vale ben poco se non è sostenuta da una strategia basata sul coinvolgimento degli utenti. Una comunità è uno spazio sicuro in cui connettersi con i propri clienti e il proprio pubblico, affinché la “reputazione” e la “fiducia” si possano trasformare in un vero e proprio valore economico.
Ci troviamo di fronte a una cultura partecipativa fatta di scambi informali, di nuove piste d’interazione e, soprattutto, di simul-
taneità; una forma di big bang culturale, un punto di non ritorno che ha cambiato le sorti dell’advertising.
SUGGERIRE
AL BRAND DOVE ANDARE PER INCONTRARE IL PROPRIO TARGET
TikTok è una finestra sul mondo, e gli utenti che lo popolano possono svelare davvero tantissime intuizioni. Gli insights sono, infatti, una fonte di ispirazione per fare creatività e trovare soluzioni strategiche. Inoltre, possono suggerire al brand dove andare per incontrare il proprio target, per parlargli e per interagire in modo efficace. Ad esempio, chi avrebbe mai immaginato che la cultura Emo degli anni ’90 si fosse risvegliata fra i profili online su TikTok e che potesse rinascere da Burger King? (https://www.tiktok.com/@itslildevo/video/7019812004584000774?is_from_webapp=v1&item_id=7019812004584000774 - https://www.tiktok.com/@sckarrrr/video/7021962163375983878?is_from_webapp=v1&item_id=7021962163375983878)
La facilità di riproduzione dei contributi su TikTok alimenta gli impulsi creativi e le infinite re-interpretazioni: non a caso le tre parole principali per descrivere i contenuti sono gioia, felicità e creatività. La piattaforma può trasformarsi in uno strumento valido per testare le creatività e per verificare se qualcosa già funziona.
LA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE QUANDO ENTRA IN PIATTAFORMA SI TRASFORMA E PRENDE ‘NUOVA VITA’
Scoprire come si comportano e di cosa parlano le persone che fanno parte del pubblico di riferimento e il modo in cui interagiscono con il brand, può essere sfruttato per intercettare le tendenze e le conversazioni del momento e per connettersi a loro. Allo stesso modo è interessante e utile osservare come la comunicazione istituzionale quando entra in piattaforma si trasforma e prende ‘nuova vita’.
UN CONSIGLIO ALLE AZIENDE: ORIGINALITÀ E CREATIVITÀ SONO LE CHIAVI DEL SUCCESSO
I TikToker interpretano e re-interpretano scenette, ballano al ritmo della musica, realizzano video con sincronizzazione labiale, fanno video di commenti sulla società in generale e prendono parte alle sfide.
Il meccanismo della sfida – o challenge – è molto avvincente e gli elementi di gioco, condivisione e competizione la rendono irresistibile.
Goldfish, i salatini a forma di pesce della Pepperidge Farm, ha conquistato la community di TikTok con una campagna e un concorso progettati attorno alla challenge
#GoForTheHandful.
“Perché mangiarne pochi quando puoi fare uno spuntino a manciate?”
Il concorso ha invitato gli utenti a partecipare con il maggior numero di salatini Goldfish che potevano tenere in mano; al vincitore il premio di una fornitura di Goldfish per un anno.
Per rendere la gara ancora più competitiva e divertente, il brand ha coinvolto il giocatore di basket Boban Marjanovic, famoso anche per avere le mani più grandi in tutta la storia della NBA: circa 27,5 centimetri di lunghezza e 30,5 centimetri di larghezza. La sfida è iniziata con un video di Boban che dava i numeri dei Goldfish nella sua mano, fino a raggiungere il numero massimo di 301. La comunità di TikTok, incoraggiare a duettare con la star, si è dovuta ingegnare parecchio per raggiungere quel record.
https://www.tiktok.com/@goldfishsmiles/ video/6945555303253462278?is_copy_url=1&is_from_webapp=v1&q=%23GoForTheHandful%20&t=1669582675901
Originalità e creatività sono le chiavi del successo!
IN EVIDENZA
•Il valore del marchio TikTok è triplicato nell’ultimo anno e non mostra segni di rallentamento
•TikTok è una fonte di intrattenimento che privilegia la spontaneità, l’autenticità, la naturalezza e l’autoironia
•Ci troviamo di fronte a una cultura partecipativa fatta di scambi informali, di nuove piste d’interazione e, soprattutto, di simultaneità; una forma di big bang culturale, un punto di non ritorno che ha cambiato le sorti dell’advertising
Il contratto di franchising tra le nuove materie che dovranno esperire il procedimento di mediazione
MEDIAZIONE OBBLIGATORIA NEL FRANCHISING: E’ DAVVERO UN BENE…
Il principio basilare della tutela delle parti esercitata con l’obbligo di informazione precontrattuale (parzialmente) attuato con la Legge n.129/2004 riceve un altro “colpo basso” in termini di trasparenza
di Mirco Comparini - Commercialista, Revisore Legale e Consulente al Franchising
Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (n.292 del 09.12.2021) della Legge 26.11.2021, n.206 (Legge Delega al Governo per la riforma della giustizia) e dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (n.243 del 17.10.2022) del D.Lgs.10.10.2022, n.149 (in attuazione della L.206/2021), accom-
pagnato da altri decreti attuativi, la riforma del processo civile arriva al traguardo.
La riforma in questione interviene sul D.Lgs.4 marzo 2010, n.28 (Attuazione dell’articolo 60 della legge 18 giugno 2009, n.69, in materia di mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali) e apporta delle novità anche sulle materie per le quali, in caso di controversia, sarà obbligo procedere con una preliminare mediazione.
Nello specifico le materie che si aggiungono al precedente elenco riportato nell’Articolo 5, comma 1, sono associazione in partecipazione, consorzio, franchising, contratti d’opera, di rete, di somministrazione, società di persone e subfornitura. La norma, salvo rinvii, entrerà in vigore dal 30.06.2023.
E’ un evento positivo per i potenziali franchisee?
Lo chiariamo subito: no. Vediamo i motivi partendo da un presupposto.
Sin dalla sua introduzione, la norma sul franchising è stata correttamente classificata come una norma che si posiziona nella fase precontrattuale e che regola proprio tale fase predisponendo quanto in obbligo per le parti al fine di fornirsi reciproche informazioni
necessarie ad una valutazione per l’instaurazione di successivi rapporti contrattuali.
Si tratta di una caratteristica voluta e cercata dal legislatore che ha evitato di basare unicamente la nuova norma sulla regolamentazione del contenuto del contratto, essendo ben noto come ogni formula e sistema di affiliazione commerciale abbia proprie particolari e specifiche caratteristiche che difficilmente possono essere inserite in un rigido e specifico quadro normativo valido per tutti i sistemi.
Si tratta, in ogni caso, di una norma che costituisce il “minimo formale”, ma non il “massimo sostanziale” per una idonea regolamentazione del rapporto, per la costruzione di un sistema di franchising, ma anche per la valutazione di una potenziale adesione.
Gli obiettivi principali, quindi, sono l’informazione e la trasparenza informativa.
Pur dovendo considerare la norma assolutamente insoddisfacente per il raggiungimento degli scopi, l’aspetto che ci interessa ai fini di questo intervento ci giunge da quanto previsto alla lettera f), comma 1, dell’articolo 4 (Obblighi dell’affiliante).
Tale articolo, nel prevedere le informazioni che l’affiliante deve fornire al candidato affiliato trenta giorni prima della firma del con-
tratto, riguardo alle controversie che lo hanno, eventualmente, visto protagonista, recita: “f) la descrizione sintetica degli eventuali procedimenti giudiziari o arbitrali, promossi nei confronti dell’affiliante e che si siano conclusi negli ultimi tre anni, relativamente al sistema di affiliazione commerciale in esame, sia da affiliati sia da terzi privati o da pubbliche autorità, nel rispetto delle vigenti norme sulla privacy”. Ovviamente, balza subito all’attenzione del lettore la frase “conclusi negli ultimi tre anni” ed è di facile intuizione come questo sia un termine temporale di poco significato, rispetto ai tempi della giustizia nazionale per una causa civile e rispetto a quello che può accadere proprio nel reale lasso di tempo riguardo a eventuali forme di garanzie del potenziale affiliato verso un affiliante con numerosi contenziosi in corso. Molto più importante, però, è l’assenza di obblighi informativi rispetto alla “conciliazione” (in quanto istituto originariamente previsto nell’Articolo 7 della L.129/2004) e, oggi, “mediazione” (istituto ufficializzato con la riforma precedentemente descritta).
Cosa significa?
Per sapere cosa significa occorre conoscere uno dei più importanti principi sul quale si fonda la mediazione, oggi formalizzata negli articolo 9 e 10, comma 1, del Decreto legislativo 2010 n.28: il dovere della riservatezza. L’efficacia e, quindi, la buona riuscita della mediazione, sono garantite anche e soprattutto attraverso il rispetto del principio cardine della riservatezza, pur questa riferita al contenuto sostanziale dell’incontro di mediazione, vale a dire il merito della lite, rispetto alle dichiarazioni delle parti. Interpretando gli articoli di cui sopra, quindi, abbiamo due tipi di riservatezza:
1. la prima (art.9, c.1, e art.10, c.1) detta “esoprocedimentale”;
2. la seconda (art.9, c.2) detta “endoprocedimentale”. Di diretto interesse è la prima, nella quale
“chiunque presta la propria opera o il proprio servizio nell’organismo o comunque nell’ambito del procedimento di mediazione rispetto alle dichiarazioni rese e alle informazioni acquisite durante il procedimento medesimo”.
Quindi, i destinatari della norma sono tutti coloro che intervengono nel procedimento siano essi parti, assistenti delle parti, mediatore, co-mediatori e funzionari dell’organismo.
Non solo, ma è previsto che anche le parti stesse, in caso di giudizio avente il medesimo oggetto anche parziale, iniziato, riassunto o proseguito dopo l’insuccesso della mediazione, debbano mantenere il riserbo sulle dichiarazioni rese e le informazioni acquisite durante il procedimento di mediazione. Inoltre, il giudice non può consentire, né la prova testimoniale, né il giuramento decisorio.
La seconda forma di riservatezza è riservata al mediatore per le sessioni separata tra le parti.
Cosa significa tutto questo? Significa che, ad esempio, tutto quanto viene dichiarato nel corso degli incontri o nelle sessioni separate non possa essere registrato o pedissequamente verbalizzato, tranne casi specifici non sostanziali. I presenti possono, tuttavia, prendere appunti, ma successivamente alla conclusione del procedimento di mediazione il mediatore dovrà provvedere alla distruzione.
In ogni caso, “l’ingiustizia essenziale” e la grande (pericolosamente silenziosa) carenza della normativa sul franchising (non è la sola), sta nel fatto che il potenziale affiliato non potrà mai ricevere, in quanto non previsto dalla norma (che cita – e già citava – solo “procedimenti giudiziari o arbitrali”, cioè Corti o Arbitrati), l’informazione riguardante situazioni nelle quali l’affiliante abbia risolto eventuali controversie (e quante) con affiliati attraverso l’utilizzo della risoluzione alternativa della mediazione-ex conciliazio-
ne.
Questa situazione, tra l’altro, ha consentito, nel tempo, di sostenere pubblicamente che la norma sul franchising abbia ridotto il contenzioso, pur non citando il fatto che vi è totale assenza e completa non conoscenza di dati certi e affidabili: nessuno sa ufficialmente quanti affilianti abbiano adottato l’ADR con mediazione/conciliazione (o altro) proprio con lo scopo di non fornire tali dati in sede di informazione precontrattuale, così da eludere quanto previsto alla lettera f), comma 1, dell’articolo 4 (Obblighi dell’affiliante) e non dare modo di rintracciare in alcun archivio tale contenzioso.
Non solo, possiamo aggiungere anche che, fino ad oggi, il contenzioso reso noto e pubblico da varie sentenze di tribunali ha anche consentito di avere utilissime informazioni su corrette forme di applicazione della stessa norma contribuendo anche al miglioramento (sia contrattuale, sia procedurale) di sistemi di franchising operativi e di quelli “debuttanti” contribuendo al miglioramento progressivo di molti rapporti tra le parti. Tutta questa indiretta informazione rischia di ridursi ulteriormente rispetto al passato e, al massimo, consentirà di avere una statistica (che il Ministero della Giustizia pubblica periodicamente) circa quanto contenzioso è stato risolto con la mediazione, cioè, un dato assolutamente generico e anonimo che non sfocerà mai in una informazione soggettiva utile a valutare il franchisor che un potenziale franchisee potrebbe trovare al tavolo delle trattative e ancor prima al tavolo delle valutazioni.
E’ per questo che, oggi occorrerebbe una riforma della normativa sul franchising in modo da renderla ancor più puntuale, più tutelante per ambedue le parti, ancora più trasparente e più ricca di informazioni da produrre.
Si oggi una riforma sarebbe ancor più utile e necessaria anche rispetto a quando la propose, in collaborazione con AZ Franchising
e ANCommercialisti, la non più operativa associazione del settore IREF Italia che già aveva posto in forte evidenza grandi lacune normative rispetto ai paesi più “sviluppati” in tema di franchising e aveva fatto presente come il permanere di tali (ben note) lacune normative avrebbero peggiorato progressivamente il contesto e avrebbero tutelato in maniera minore proprio i franchisor seri e, ovviamente, anche i potenziali franchisee privando tutti i protagonisti di una sorta di un più completo “prospetto informativo”, come necessario per qualsiasi forma di investimento ed esborso di denaro.
IN EVIDENZA
• Gli obiettivi principali sono l’informazione e la trasparenza informativa
• L’efficacia e, quindi, la buona riuscita della mediazione, sono garantite anche e soprattutto attraverso il rispetto del principio cardine della riservatezza
• Fino ad oggi, il contenzioso reso noto e pubblico da varie sentenze di tribunali ha anche consentito di avere utilissime informazioni su corrette forme di applicazione della stessa norma contribuendo anche al miglioramento di sistemi di franchising operativi e di quelli “debuttanti” contribuendo al miglioramento progressivo di molti rapporti tra le parti
Cosa occorre fare per non fare andare in fumo anni di sacrifici e lasciare tutto indenne agli eredi
LA TUTELA DEL PATRIMONIO… SERVE DAVVERO…
Pochi sono gli imprenditori che pianificano per tempo il trasferimento del proprio patrimonio, garantendo un efficace passaggio generazionale. E questo nonostante la legislazione italiana offra un ventaglio di vantaggiose opportunità
Avv. Letterio Stracuzzi - Dott. Alessio D’Oca
In inglese Wealth Planning: pianificazione patrimoniale. Con tale termine si intendono tutte le attività necessarie per proteggere il patrimonio familiare e aziendale e gestire al meglio il passaggio generazionale. Ma perché dovrei proteggere il mio patrimonio? Beh, la risposta è semplice. Se vivi in Italia non hai scelta. L’Italia è il paese con il
più alto livello di litigiosità in Europa ed è tra quelli con la più alta pressione fiscale al mondo.
In Italia si stima vi siano oltre 2 mila miliardi di depositi in conto corrente, oltre ad un patrimonio immobiliare e aziendale tra i più cospicui in Europa. L’esigenza di difendersi è quindi evidente. D‘altro canto la crisi economica, l’inflazione e l’aumento dei tassi stanno determinando una maggiore esposizione finanziaria delle imprese verso le banche, i fornitori e lo Stato. Questa situazione mette a rischio l’esistenza della maggior parte del tessuto imprenditoriale italiano.
Altro tema non meno importante è quello della pianificazione successoria, ovvero l’individuazione degli strumenti da usare per proteggere e trasferire il patrimonio ai propri eredi. Pochi sono gli imprenditori che pianificano per tempo il trasferimento del proprio patrimonio, garantendo un efficace passaggio generazionale. E questo nonostante la legislazione italiana offra un ventaglio di vantaggiose opportunità.
Oggi l’imprenditore medio impiega tutte le energie per far crescere l’azienda, trascurando di adottare gli strumenti necessari a mettere in sicurezza il patrimonio da eventi quali: disabilità, morte, divorzio, liti familiari, cambio di norme, alta fiscalità, verifiche e accertamenti tributari, eventi giudiziari, liti con dipendenti etc…
STRUMENTI DI PROTEZIONE PATRIMIONIALE
Gli strumenti utili a proteggere il patrimonio sono tanti, alcuni più efficaci e altri più flessibili. Il più delle volte gli imprenditori ricorrono a questi strumenti quando sono già stati aggrediti dai creditori. La protezione va invece pianificata e attuata, come dice la prassi… in tempi non sospetti.
La protezione patrimoniale è un percorso che va costruito e personalizzato. Non esiste uno strumento che va bene per tutti, e non tutti gli strumenti vanno bene per ogni
situazione. La pianificazione patrimoniale è un abito su misura. Si procede per gradi, fotografando la situazione attuale e valutando gli obiettivi che si intendono raggiungere. Spesso si usano più strumenti e si valuta bene l’impatto fiscale in modo da ottenere, oltre alla protezione, anche il massimo risparmio fiscale. Alcuni strumenti hanno una duplice funzione: sia protettiva, che successoria. Altri, invece, rivestono una natura spiccatamente protettiva. Altri ancora una funzione prevalentemente successoria.
Ecco di seguito alcuni degli strumenti di protezione patrimoniale e/o di passaggio generazionale. Tra i più noti ricordiamo:
• Donazione;
• Patti di Famiglia; • Polizza Assicurativa; • Fondo Patrimoniale; • Trust; • Intestazione Fiduciaria; • Holding e altre Operazioni Straordinarie D’impresa.
Senza l’obiettivo, in questa sede di essere esaustivi, segue una panoramica sintetica di taluni di questi strumenti, spesso utilizzati anche dalle grandi famiglie di imprenditori per tutelare il loro patrimonio e pianificare un efficiente passaggio generazionale.
La Donazione L’istituto più noto, che non necessita di particolare descrizione. L’Italia è uno dei paesi che facilita il passaggio generazionale tramite le donazioni prevedendo delle franchigie (ovvero valori donati entro i quali non viene applicata alcuna imposta) molto alti; un milione di euro se la donazione è in linea retta (es. genitori –figli). La donazione può avere ad oggetto sia beni singoli (mobili o immobili) sia intere aziende parti di essa. È uno strumento molto efficace ma da utilizzare con attenzione.
Il Patto di Famiglia Viene introdotto in Italia nel 2006 e si appli-
ca, più di sovente, nel caso in cui l’imprenditore desideri trasferire la propria azienda ad uno degli eredi che ritiene idoneo a gestire in continuità l’attività. Quindi tale strumento non è volto a trasferire l’azienda al coniuge, o ai genitori, o ai fratelli/sorelle ma soltanto ai figli o ai nipoti diretti ritenuti più adatti ad assumere la leadership dell’azienda. Esempio: Marco Rossi è sposato con 3 figli. Comprende che soltanto uno dei tre figli ha la capacità di portare avanti l’azienda e non volendo metterne a repentaglio la prosecuzione decide con un patto di famiglia di trasferire l’azienda ad uno dei figli provvedendo a conguagliare la quota di legittima in capo al coniuge e agli altri due figli in denaro o in natura. È sufficiente che venga rispettata almeno la quota di legittima. Se nel patto, uno dei figli rinuncia alla sua quota di conguaglio sull’azienda quell’atto di rinuncia è valido. Non può rinunciare alla sua quota di legittima sulle altre parti dell’asse ereditario, altri immobili o altri beni. I soggetti coinvol-
ti nel patto di famiglia sono il disponente, i discendenti linea retta, i legittimari esistenti in vita nel momento in cui si redige l’atto. È obbligatorio che al patto di famiglia, che dovrà realizzarsi davanti a un notaio per atto pubblico o scrittura privata autenticata, vi sia la presenza di due testimoni ed è necessario che siano presenti il disponente, nel nostro esempio l’imprenditore, il soggetto assegnatario dell’azienda e tutti gli altri legittimari. Possono essere oggetto del patto di famiglia le imprese individuali o le quote societarie. Questo strumento è molto vantaggioso dal punto di vista fiscale in quanto a certe condizioni, non genera imposte.
La polizza assicurativa La polizza assicurativa è uno strumento che consente un’ottima tutela patrimoniale. Nel panorama nazionale e internazionale, ultimamente si sono diffuse le polizze unit linked che hanno la caratteristica di essere sia strumenti di carattere previdenziale, che di
carattere finanziario. La componente previdenziale della polizza assicurativa garantisce l’assoluta impignorabilità e l’impossibilità di essere espropriati di quelle somme.
Per quanto riguarda la tutela del patrimonio del soggetto assicurato. Una delle caratteristiche fondamentali della polizza assicurativa è quella garantita dall’articolo 1923 del codice civile: le somme dovute dall’assicuratore al contraente o al beneficiario non possono essere sottoposte ad azione esecutiva o cautelare.
Nelle polizze assicurative il contraente assicura il rischio attraverso il pagamento di un determinato canone e al verificarsi della condizione/evento, la società assicurativa provvede al pagamento nei confronti del beneficiario di un determinato capitale o di una rendita a seconda di come è strutturata la polizza.
Dal punto di vista fiscale al verificarsi del sinistro la società provvede a risarcire il soggetto beneficiario, la somma trattandosi di un indennizzo non è soggetta ad alcuna tassazione.
La polizza assicurativa è uno strumento personalizzabile e flessibile: è possibile stabilire il beneficiario e gli importi ed è possibile modificarli in ogni momento liberamente.
Il carattere dell’impignorabilità e insequestrabilità della polizza dipende fondamentalmente dalla sua funzione previdenziale. Pertanto, anche le polizze vita con carattere finanziario possono beneficiare della protezione offerta dall’articolo 1923 del Codice civile. Per beneficiare di questa protezione, la polizza non deve essere sbilanciata con una predominanza spiccatamente finanziaria. L’assicurazione sulla vita rimane in vigore anche dopo la dichiarazione di fallimento del contraente o del beneficiario.
Il fondo patrimoniale
Il Fondo patrimoniale è uno strumento efficace per separare il patrimonio dai beni posti a tutela dei bisogni della famiglia. Possono
far parte del fondo patrimoniale beni immobili o mobili iscritti in pubblici registri o titoli di credito. Tramite lo strumento del fondo patrimoniale posso scegliere determinati beni di proprietà dei coniugi o anche di un terzo (ad esempio il nonno che li mette a disposizione della famiglia del proprio figlio e dei nipoti). I beni, ben identificati, saranno protetti all’interno del fondo patrimoniale. Esso si costituisce per atto pubblico e deve essere annotato nell’atto di matrimonio e nei registri in conservatoria. Il fondo, essendo legato alla famiglia si estingue venendo meno la stessa ovvero per annullamento del matrimonio o per scioglimento o cessazione degli effetti civili oppure per volontà di entrambi i coniugi. La protezione del fondo si esplica sia sui beni inseriti nel fondo e sia dai frutti che essi producono. Il fondo tutelerà i beni dai creditori per i debiti contratti successivamente e per scopi estranei alla famiglia.
Il Trust
Il Trust è un istituto di matrice anglosassone sviluppatosi nei paesi del Common Law. Ha fatto l’ingresso nell’ordinamento italiano con la ratifica della Convenzione dell’Aja nel 1989. Nonostante l’Italia sia stato uno dei primi paesi a recepire l’istituto del Trust (entrato in vigore nel 1992) è stato uno strumento poco utilizzato in quanto erroneamente associato all’evasione fiscale. Invero è un istituto molto flessibile che può essere regolamentato in maniera molto personale, offre una elevata protezione patrimoniale ed è perfetto per i passaggi generazionali. Nella sua struttura essenziale vi è la presenza di tre soggetti, che possono in alcuni casi coincidere:
- il disponente (settlor) il cui ruolo è quello di mettere i beni del trust; - il Trustee che ha il compito di amministrare, gestire e disporre i beni in trust a favore dei beneficiari secondo le indicazioni dettate nell’atto istitutivo del trust e sulla base dei desideri del disponente;
- ll beneficiario/i destinatari del patrimonio che il disponente ha messo nel trust.
Figura opzionale è quella del Guardiano (protector) che ha il compito di controllare e, allo stesso tempo, assistere il trustee nella gestione del patrimonio.
L’effetto principale di un trust è quello di segregare un patrimonio affinché esso non possa più essere aggredito dai creditori (eredi o coniugi) del disponente, del trustee o anche dei beneficiari. Vi sarà pertanto un patrimonio che esce dalla sfera del disponente ma che non entra in quella del trustee.
Alcune tipologie di Trust
• Trust con beneficiari, quindi nell’interesse di un beneficiario (trasparenti).
• Trust di scopo, costituiti per un determi nato fine.
• Trust liberali creati, ad esempio, per regolamentare gli assetti familiari.
• Trust commerciali creati, per esempio, per disporre la segregazione di attività dell’impresa a titolo di garanzia.
L’Intestazione fiduciaria
Il mandato fiduciario è uno strumento giu-
ridico in base al quale un soggetto (il fiduciante) trasferisce un diritto o uno o più beni a un altro soggetto (il fiduciario) che avrà il compito di amministrarli in modo professionale, trasparente e riservato. La titolarità del bene resterà sempre in capo al mandante, il quale dovrà fornire alla fiduciaria, in forma scritta, tutte le istruzioni, le informazioni e la documentazione necessaria che riguarda il bene da gestire. Il mandato fiduciario è uno schermo verso i terzi (ma non verso le autorità fiscali e giudiziarie) che garantisce l’indisponibilità di informazioni sul titolare effettivo.
Oltre agli strumenti sopra citati, ve ne sono altri ancora creati allo scopo di “blindare” il patrimonio. Si tratta di metodi adatti agli imprenditori che vogliono proteggere i propri beni aziendali dagli attacchi dei creditori. Tra questi, ad esempio, quello della costituzione di holding societarie, ovvero società che controllano le altre società utilizzando come capogruppo una società semplice o un trust italiano o estero.
GLI AUTORI
Avv. Letterio Stracuzzi e il Dott. Alessio D’Oca Commercialista e Revisore Legale. Sono considerati tra i massimi esperti in Italia in materia di sovraindebitamento, crisi di impresa e risanamento aziendale. Il dott. D’Oca, in particolare, si occupa da anni di Wealth Planning aiutando gli imprenditori tramite operazioni straordinarie di impresa a proteggere il loro patrimonio.
Docenti del Master “Sovraindebitamento e gestione della crisi di impresa” presso l’Università Niccolò Cusano di Roma. Autori di alcuni libri tra i quali “L’imprenditore Vincente” edito da Kimerik, “Manuale sul sovraindebitamento” e del Best seller Amazon del 2022 “Fuori dai debiti con la legge 3 del 2012”.
LET’S FRANCHISE - 69 segreti per creare una rete franchising di successo
Autore: Davide D’Andrea Ricchi
Editore: BFC Books
Pagine: 192 / Prezzo: € 34,90
Let’s Franchise è un concentrato di know-how di settore e un invito agli imprenditori a scoprire la meraviglia riposta nella formula franchising. Un Vademecum di regole tecniche ed empiriche che delineano un vero e proprio approccio metodologico. Per facilitare la comprensione dei concetti tecnici, l’autore ha voluto riempire il volume di esempi, tratti da straordinari casi di successo come: McDonald’s, Burger King, Intimissimi, Zara, H&M, Foot Locker, Virgin, Esselunga, GameStop, Lush, Venchi, ne sono solo alcuni. Il testo si rivolge a un pubblico eterogeneo: startupper o aspiranti franchisor che sognano di creare una loro rete franchising da zero, ma anche a quei franchisor che sono alla ricerca di spunti per aggiornarsi, strutturarsi meglio e incrementare il numero degli affiliati. Il libro non trascura nessun aspetto del business del franchising e su ognuno dei punti disaminati l’autore ha concentrato e catalizzato tutta la sua esperienza nel settore, nelle vesti di consulente, imprenditore e studioso.
Il libro è disponibile su BFC Store
Let’s Franchise - https://bfcstore.com/products/bfc-books-lets-franchise e nelle migliori librerie fisiche e online.
SIAMO TUTTI INFLUENCER
Autore: Colletti Giampaolo
Editore: Roi Edizioni Pagine: 250 / Prezzo: € 22,00
Viviamo in un mondo in cui una bambina di sette anni può far cambiare le linee produttive di un colosso internazionale come Lego con una lettera e dove un video di protesta con la canzone composta da un musicista arrabbiato con United Airlines può far crollare del 10 per cento il valore azionario del vettore statunitense che gli aveva danneggiato la chitarra durante un volo. È la magia del potere editoriale diffuso: grazie alla tecnologia (e a un po’ di spirito d’iniziativa) tutti possiamo essere dei creatori di contenuti e conquistarci l’attenzione di un pubblico. Giampaolo Colletti, uno dei più noti giornalisti di marketing in Italia, fotografa le trasformazioni in corso nel mondo di Internet e della comunicazione digitale attraverso parole e concetti chiave, tracciando così una mappa del nuovo panorama plasmato dalla creator economy e, grazie ai consigli e alle case history dei creator più affermati, mette a disposizione di tutti gli strumenti per vivere da protagonisti la nuova era.
RIPARTIAMO DALLE BASI
Autore: Emilio Mola
Editore: Rizzoli
Pagine: 230 / Prezzo € 17,50
Oggi siamo subissati da informazioni in ogni momento, in ogni luogo, come mai era accaduto prima. Ma se una volta c’erano professionisti del settore a fungere da filtro tra notizia e fruitore, con l’avvento dei social oggi ognuno di noi si ritrova di fatto abbandonato a se stesso. Se in qualche caso il problema è distinguere il vero dal falso, in altri il punto è semplicemente riuscire a capirci qualcosa. Perché l’informazione, anche quella più sana e fedele ai fatti, ha un grande ma inevitabile difetto: dà per scontato che si sappia di che cosa si stia parlando. Per esigenze di tempo e di spazio, i media sono spesso costretti a far riferimento per esempio al debito pubblico supponendo che chi ascolta o legge sappia a prescindere che cosa sia, come si formi, chi lo detenga; o a discutere di immigrazione dando per scontato che se ne conoscano sempre i meccanismi e le reali cifre; o di istituzioni europee immaginando che tutti effettivamente sappiano che cosa siano e cosa facciano la Commissione europea, il Consiglio europeo o altri organismi. Emilio Mola è uno dei giovani commentatori politici più seguiti e condivisi sui social proprio perché fa chiarezza, aiuta a orientarsi, smonta false credenze, fornisce gli strumenti per diventare cittadini consapevoli del mondo in cui viviamo. E “Ripartiamo dalle basi”, il suo primo libro, è una vera “cassetta degli attrezzi” per comprendere fenomeni e dinamiche che tornano quotidianamente nel dibattito pubblico.
SI VINCE SOLO INSIEME
Autore: Claudia Parzani
Editore: Garzanti
Pagine: 168 / Prezzo € 16,00
Cambiamento climatico, riorganizzazione dello smart working, opportunità e rischi legati alle nuove tecnologie: sono, questi, solo alcuni dei temi che si stanno imponendo all’attenzione di governi, imprese e cittadini. Claudia Parzani, avvocata riconosciuta a livello globale per il suo impegno nella promozione di una cultura inclusiva, e Sandro Catani, consulente e saggista, partendo da undici parole fondamentali ci consegnano gli strumenti per far fronte alle incertezze e alle insidie degli anni che stiamo attraversando. Passione, integrazione, valorizzazione delle proprie e delle altrui fragilità diventano in questo dialogo gli elementi che possono offrire la vera chiave per il successo individuale e collettivo, e che dal mondo del lavoro si estendono agli ambiti più vari del nostro vivere civile. Perché, in una realtà globalizzata e interconnessa, è necessario che accanto alle competenze e all’esperienza venga finalmente riconosciuta la ricchezza della diversità e dato spazio alle energie della gioventù. Solo in questo modo potremo vincere, insieme, le sfide che ci attendono.
GDO
MarcoPani
m.pani@brunchrepublic.com 392.8447509 www.brunchrepublic.com
CarmeloSpataro 320.0342511 info@mondohaden.com http://mondohaden.com/franchising
StefanoCipolla 3272664318
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LE BUSINESS CARD
APPUNTI RETAIL
In questo numero: Se vuoi mostrare la tua personalità di video maker e diventare virale su TikTok, YouTube, Instagram, WhatsApp e Facebook! Scarica CapCut. Inoltre se scarichi QR & Barcode Scanner il risparmio è garantito perché puoi scansionare i codici a barre di prodotti nei negozi e ti dice quello più conveniente. Per educare grandi e piccini ad imparare è nata l’App Bravo! Una rivoluzione del digitale che permette di rafforzare gli apprendimenti di base: leggere, scrivere e far conto.
CREA VIDEO FANTASTICI CON FOTO E MUSICA E ALTRE CARATTERISTICHE UNICHE
CapCut è l’editor video gratuito ufficiale di TikTok per la creazione e la modifica video, molto versatile e facile da usare. Oltre alle sue funzionalità di base, come video editor, creazione video con foto e musica, montaggio video, testo, sticker, filtri, colori e musica, CapCut offre funzionalità avanzate gratuite, tra cui animazione dei fotogrammi chiave, fluidi effetti al rallentatore, chroma key, Picture-in-Picture (PIP) e stabilizzazione per aiutarti ad acquisire e valorizzare i tuoi momenti migliori.
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QR & BARCODE SCANNER TI AIUTA A RISPARMIARE: SCANSIONA I CODICI A BARRE DI PRODOTTI NEI NEGOZI E TI DICE QUELLO PIÙ CONVENIENTE
QR & Barcode Scanner è estremamente facile da usare: ti basterà posizionare il tuo dispositivo di fronte al codice a barre o codice QR che vuoi scansionare e l’app lo rileverà e lo scansionerà. È semplicissimo e non dovrai premere alcun tasto, né fare foto o zoomare. QR & Barcode Scanner può scansionare e leggere tutti i tipi di codici a barre o QR, compresi testi, url, ISBN, prodotti, contatti, calendari, email, location, Wi-Fi e tanti altri formati. Dopo la scansione e il decoding, l’utente riceverà solo l’opzione per tipo individuale di codice a barre o QR e potrà agire di conseguenza. Puoi anche usare QR & Barcode Scanner per scansionare coupon o codici coupon per ricevere sconti.
NASCE BRAVO!: L’APP EDUCATIVA E INTERATTIVA PER GIOCARE AD IMPARARE
Bravo! L’App è una guida interattiva e partecipata per piccoli e grandi. Ideata e diffusa da Fondazione Culturale PENSARE oltre >>, di cui Elisabetta Armiato, Étoile del Teatro alla Scala, è Presidente, è il progetto digitale di Maestri d’Arte per l’Infanzia>> Nuova Arte di Educare. L’App nasce appunto per educare le nuove generazioni. Una rivoluzione del digitale per giocare con gli artisti ad imparare. Attraverso Canto, Musica, Danza, Disegno, Teatro, Magia, i bambini vivono un’educazione da protagonisti, rafforzando gli apprendimenti di base: leggere, scrivere e far conto.
UP & DOWN
La nostra rubbrica che ha come obiettivo quello di verificare se il sito del franchisor è esaustivo nelle informazioni pubblicate.
OLMAR POINT
https://www.olmar1957.it/franchising/
Il brand nella sezione del sito dedicata al progetto franchising indica 10 punti o meglio step per aprire un Olmar Point: studio di fattibilità, la location, fotografie, sopralluogo, progettazione, adeguamenti, consegna degli arredi, formazione, inaugurazione, assistenza e supporto. Bella l’idea di dividere in punti chiave ma è utile approfondire alcuni aspetti con il potenziale franchisee già in sede della raccolta del leads. Il form di raccolta informazioni è completo e utile per profilare già il contatto raccolto. Con qualche approfondimento, la sezione sarebbe sicuramente promossa, ma per ora è rimandata.
MELAVERDE BIO
https://www.melaverdebio.it/
MelaVerdeBio è un franchising dedicato al mondo biologico, vegano e senza glutine. È promossa la sezione del sito dove è spiegato il format franchising del brand. Sono spiegate in maniera discorsiva tutte le informazioni utili. È inoltre presente la scheda tecnica dove si possono trovare riassunti i dati come: ubicazione ottimale, bacino di utenza, investimento totale e se è richiesta esperienza.
• Scheda franchising con informazioni essenziali sul progetto contenente anche: ammontare dei costi di investimento, ammontare del diritto di ingresso, ammontare e periodicità delle royalties sia sulle vendite che sulle pubblicità
• Descrizione esaustiva dell’attività e dei servizi e/o prodotti distribuiti
• Elenco, ubicazione e riferimenti degli affiliati in essere
• Modalità di affiliazione
• Possibilità di porre domande specifiche da parte dei potenziali affiliati
• Eventuali zone di preferenza per l’ubicazione delle nuove attività
• Presenza di esclusiva di zona
• Storia dell’affiliante
• Un conto economico medio
• Il fatturato minimo conseguibile
IL DIZIONARIO DEL FRANCHISING
Assetmanagement
Lagestionestrategicadegliinvestimenti.
Bacinod’utenza
Numerodipersone(espressesolitamenteinmigliaia)che rappresenterannogliutentidelpuntovenditainfranchising inapertura.Inbaseaquestonumerosipuòipotizzarela renditaeconomicadell’affiliatoestudiareunastrategiaper migliorarla.
Benchmark
Ilvalorediriferimentoeconfrontoperundeterminato parametro.
Breakevenpoint(puntodipareggio)
Valorecheindicalaquantità,espressainvolumidi produzioneofatturato,diprodottovendutonecessaria percoprireicostiprecedentementesostenuti,alfinedi chiudereilperiododiriferimentosenzaprofittinéperdite.
Brevetto
Attestatoamministrativodellapaternitàdiun’invenzione edeldirittoesclusivodigoderedegliutilieconomiciche nederivano.Essodeterminaanchelapossibilitàperil detentoredelbrevettodiimpedirnelariproduzionee l’utilizzoperuntempodeterminato.
Comodato
Contrattoconcuiunapersonaconcedeaun’altral’uso gratuitodiunbeneperunperiododeterminato.
Corner
Zonadiunlocalecommercialeadibitaaspaziodi esposizioneevenditadiunprodottocheilfranchisor concedeall’affiliato.
Dirittod’entrata(feed’ingresso)
Compensocorrispostodalfranchiseealfranchisorafondo perdutooatitolodicauzionepercontribuireallespese organizzativevolteallarealizzazionedelprogramma franchising.
Fatturato
Iltotaledellevenditeeffettuate,alnettodell’iva,risultante dalregistrodeicorrispettivi.
Formazione
Trasferimentodispecificheconoscenzerelativealla formulamediantecorsiosessionisvolteinviadirettain aulaotramitestrumentiinformatici/multimediali.
Franchisee(oaffiliato)
Imprenditoreche,permezzodiuncontratto,aderisceal sistemadifranchisingimpegnandosiagestireilproprio puntovenditasecondopreciseclausole.
Franchising(oaffiliazionecommerciale)
Contratto,regolamentatodallaleggen.129/2004,chesi imperniasullacollaborazionecontinuativatrailfranchisor, chedisponediunaprofondaesperienzainundeterminato settore(industriale,commerciale,diservizi)eilfranchisee, imprenditoreindipendentecheauspicadiaumentareilgiro d’affarielaredditivitàdellasuaazienda.
Franchisor(oaffiliante)
Imprenditorechehamessoapuntoilsistemadi distribuzione(franchising)eche,cedendoadaltriilsuo know-how,siassumeilcompitodicontrollareecoordinare ilfunzionamentodelsistema.
GrossLeasableArea(GLA)
Lasuperficielordalocabileinuncentrocommerciale.
Know-how
Insiemedelleconoscenzetecnicheecommercialirelative allaproduzioneealladistribuzionediunprodottoodiun servizio.
Location
L’ubicazionediunpuntodivendita
Manualeoperativo
Insiemedituttelenozionifondamentalidelprogetto franchisingcheilfranchisortrasferiscealsuoaffiliatoin sededistipuladelcontratto.
MasterFranchisee
Sitrattadiunfranchiseechehaottenutopercontrattoil dirittodistipularecontrattidisub-franchisingnellazonain cuihal’esclusiva,assumendosiinpropriolaresponsabilità perlosviluppo,l’amministrazioneeilcontrollodellaretedi affiliaticosìcostituita.
Puntopilota
Denominazioneattribuitaaunpuntodivenditadiprova diproprietàdelfranchisorcheserveasperimentareil programmadifranchisingprimadellasuaattuazione pratica.Ilricorsoall’unitàpilotadiventaindispensabile nelfranchisingestero,specialmentequandoilfranchisor abbiascarsaconoscenzadelnuovomercatoedeisuoiusi ecostumi.
Purpose
Èlarisultantedeivaloriedellastoriaaziendale,laragione d’esserediunaaziendaedèdeterminatodaquelloche l’aziendavorrebberealmenteessere
Ritornosull’investimento(R.O.I.)
Nelsistemafranchisingessoindicalaredditivitàdel capitaleinvestitodalfranchisee.Sicalcolasottraendoal risultatooperativoiltotaledegliinvestimenti.
Royalty Compensoproporzionaleall’attivitàsvoltadalfranchiseee versatoalfranchisorperremunerarlodituttiiserviziresi, compresididirittiall’insegnaealmarchio.
RitornosulleVendite(R.O.S)
Nelsistemafranchisingessoindicailrisultatooperativo medioperunitàdiricavoedèutilizzatopervalutare l’efficienzaoperativadiunasocietà.Sicalcola dividendol’utilenetto(allordodiinteressieimposte) perlevendite.
Sellin Insiemedelleoperazionicheilfranchisormetteinatto perfornireiprodottiaiproprifranchisee.
Sellout Operazionidivenditadeiprodottiaiclientifinalida partedeifranchisee.
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MENSILE-ANNOXXV-N.1-2 GENNAIO-FEBBRAIO2023
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Hanno collaborato con noi: Stefania Giuseppetti, Mirco Comparini, Mattia Nicoletti, Fabrizio Valente, Francesca Paleari, Ugo Perugini, Patricia de Masi Taddei Vasoli, Letterio Stracuzzi, Alessio D’Oca .
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